Le tendenze elettorali europee: crisi economica, crisi sociale, migrazioni, insicurezza. I riflessi

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Le tendenze elettorali europee: crisi economica, crisi sociale, migrazioni, insicurezza. I riflessi sulle elezioni locali

Luciano Bardi Università di Pisa UNA GEOGRAFIA ELETTORALE CHE CAMBIA: TENDENZE NAZIONALI E CASI LOCALI Cosa dicono le analisi post-voto dei comuni dal 2013 al 2017 Pisa Lunedì 10 luglio, ore 16 Auditorium "Sesta Porta", via Battisti 53


Le amministrative del giugno 2017 Ricapitolo brevemente: 1. Maggiore astensionismo che alle politiche 2. Aumento del tasso di astensionismo (trend di lungo periodo)

3. Vittoria del centrodestra (all’opposizione a livello nazionale) 4. Contenimento della frammentazione partitica 5. Buon risultato ma mancato sfondamento del M5S


Le elezioni locali in Europa 1.

2. 3.

Francia municipali 2014: calo del PS (partito di governo); aumento della destra (opposizione); buon risultato ma mancato sfondamento del FN; astensionismo tra 40 e 50% Vs. 22/25% alle presidenziali Spagna municipali 2015: calo del PP (partito di governo), ma anche del PSOE (opposizione); buon risultato di Podemos e Ciudadanos; astensionismo leggermente maggiuore che alle politiche del 4/5% Germania Länder 2016-17: Risultati alterni per CDU/CSU e SPD; buoni risultati per FDP (fuori dal parlamento dal 2013) e per AfD. Astensionismo variabile, ma in genere maggiore che alle politiche o al massimo uguale

Sia nel caso italiano sia negli altri I risultati si possono interpretare attraverso: Spiegazioni classiche: si tratta di elezioni di secondo ordine Spiegazioni tecniche: spinta maggioritaria delle leggi elettorali A queste, con conseguenze molto piĂš profonde, si aggiungono: Spiegazioni sistemiche: crisi della democrazia, crisi economica, crisi sociale


Esiti delle amministrative 2017 – Spiegazioni classiche Elezioni di secondo ordine – ritenute meno importanti dagli elettori ( e dai partiti) delle politiche: voto tattico e strumentale e strategie sperimentali dei partiti 1.

Astensionismo: trend visibilissimo (meno 6 punti % al primo turno e ancor più ai ballottaggi) e forte differenza rispetto alle politiche

2.

Voto contro i partiti di governo, rafforzato in questo caso dale evidenti difficoltà attuali del governo (a favore di opposizione e partiti antisistema): in alcuni casi le due cose si sono sommate, grazie all’ormai consolidato “sdoganamento” di partiti che mantengono la capacità di attrazione, in certe condizioni, dei partiti anti-sistema ma sono diventati coalizionabili (Fratelli d’Italia, perfino Casa Pound)

3.

Fanno eccezione le cosiddette elezioni in “luna di miele”, quando I partiti di governi sono pèrotetti o addirittura favoriti da successi rileveanti in immediatamente precedenti elezioni di primo ordine


Esiti delle amministrative 2017 – Spiegazioni tecniche Caratteristiche delle leggi elettorali - Spiegano la maggior capacità del centro-destra di approfittare della crisi dei partiti di governo Evidente soprattutto nei comuni capoluogo dove il centro-destra ha saputo, a differenza del M5S, sfruttare al meglio le caratteristiche della legge elettorale Importanza della ampiezza della coalizione per sfruttare la spinta maggioritaria della legge Centralità della visibilità e del radicamento dei candidati in un contesto di forte personalizzazione

Le cause individuate finora sono tra quelle normalmente suggerite dalla letteratura: non sembrano indicare la presenza di fenomeni a lungo termine. I risultati illustrati, tranne l’aumento dell’astensionismo (la natura di secondo ordine spiega solo la differenza con le politiche) possono avere un andamento ciclico e vedere ribaltamenti degli esiti in elezioni successive Ma ci sono anche

Cause sistemiche: evidenziate dalla crisi della democrazia in generale e radicate nella crisi economica e nella crisi sociale che sono responsabili della disaffezione degli elettori, dell’astensionismo e della cresciuta capacità di attrazione dei partiti e movimenti populisti


Crisi della democrazia e crisi economica Ma ci sono anche Cause sistemiche: evidenziate dalla crisi della democrazia in generale e radicate nella crisi economica e nella crisi sociale che sono responsabili della disaffezione degli elettori, dell’astensionismo e della cresciuta capacità di attrazione dei partiti e movimenti populisti La democrazia rappresentativa nei paesi occidentali sta attraversando una crisi a tutti i livelli da quello europeo compreso quello locale (modello multi-livello). Questa si esprime attraverso e deriva da: - Diminuita capacità dei partiti di interpretare, controllare, ed indirizzare umori e domande dell’opinione pubblica Ma soprattutto: - Peso crescente e condizionante di fattori esterni sulla capacità di azione degli attori politici


Crisi della democrazia e crisi economica (2) I fattori alla radice della crisi della democrazia sono economici e politici. La crisi economica che dal 2008 ha afflitto il mondo, l’Europa e l’Italia in particulare non è la semplice espressione di un ciclo finanziario ed economico negativo, ma riflette un profondo cambiamento nelle condizioni finanziarie economiche globali rispetto all’era aurea delle democrazie occidentali (19451975/80): Cambiamento dell’ordinamento monetario Bretton Woods

1971 - Fine del sistema di

Stravolgimento dei mercati energetici 1973 – Prima crisi petrolifera Ordine politico strategico 1989 – Caduta del muro di Berlino e fine del sistema internazionale bipolare

Ordine economico mondiale Dal 1990 – Apertura globale dei mercati e delocalizzazione della produzione


Crisi della democrazia e crisi economica (3) 1.

Fine del sistema di Bretton Woods - Fine della fase espansiva dell’economia mondiale sostenuta dall’esportazione del dollaro e dell’inflazione Americana. Fine del periodo di stabilità monetaria

2.

Prima crisi petrolifera – Aumento dei costi energetici e di quelli delle materie prime. Periodiche difficoltà di approvvigionamento per i paesi industrializzati

3.

Ordine politico strategico 1989 – Caduta del muro di Berlino. Proliferazione delle democrazie e aumento rapidissimo della delocalizzazione della produzione in Europa. Aumento dell’instabilità politica a livello mondiale.

4.

Ordine economico mondiale Dal 1990 – Apertura globale dei mercati. Aumento delle diseguaglianze nella distribuzione della ricchezza tra gli stati e al loro interno


Conseguenze dei cambiamenti sistemici 1.

Aumento dei conflitti regionali incontrollati – Non solo nel cuore dell’Africa ma anche sulle sponde del Mediterraneo e in medio oriente

2.

Aumento della migrazione – Flussi sempre più pressanti in Europa e in Nord America, ma anche in Asia

3.

Terrorismo internazionale – causa di una vera e propria psicosi globale a partire almeno dal 2001

4.

Trasformazione dei governi da escutivi di tipo politico a “Regulatory agencies” tecnocratiche – Gli “obblighi”, sottoscritti o meno, imposti dai vari regimi internazionali limitano i governi

5.

Decadenza dei canali di rappresentanza classica – Partiti sempre più lontani dalla società civile sempre più personalizzati e verticistici cercano il contatto diretto con gli elettori


Crisi politica Tutto questo, secondo Peter Mair ha aumentato la rilevanza di almeno due forme di scetticismo 1) L’ Euroscetticismo (contro le istitutioni europee)

Ma, soprattutto, quello che lui chiama 2) Polity-scepticism (nei confronti di come I sistemi politici ai vari livelli sono governati) Le oggettive difficoltà di partiti e politici di governare creano quindi una profonda disaffezione da parte di numeri rilevanti di cittadini nei confronti delle istituzioni alle quali vengono a mancare il consenso permissivo e il sostegno diffuso dell’età aurea della democrazia


Crisi sociale La crisi politica e le varie conseguenze delle trasformazioni economiche e politiche a livello globale hanno creato le condizioni per lo sviluppo di una crisi sociale di difficile reversibilità. Molti cittadini si sentono vittime di

esclusione sociale • Crescente insicurezza (terrorismo, ma anche immigrazione) • Crisi di identità (specie di tipo politico, riaffermazione allora dei nazionalismi) • Tramonto della speranza di mobilità sociale (specie tra i giovani) Questo si traduce in una grave difficoltà per quei partiti (i socialdemocratici ovunque in Europa) che un tempo riuscivano a rappresentare le cosiddette classi subalterne e che ora sono invece non riescono più a farlo Paradossalmente sono in maggiore difficoltà dei partiti del centro-destra (e quindi più facilmente vittime delle particolarità delle elezioni locali) perché le aspettative del loro elettorato sono più difficili da soddisfare con le nuove condizioni internazionali e sitituzionali


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