Le elezioni del 4 marzo 2018. Macro-tendenze e riflessi a livello locale in Toscana Luciano Bardi

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Le elezioni del 4 marzo 2018. Macro-tendenze e riflessi a livello locale in Toscana Luciano Bardi Osservatorio sui partiti politici e la rappresentanza UniversitĂ di Pisa

Alcide De Gasperi Research Centre Istituto Universitario Europeo – Firenze Presentazione per:

Il terremoto delle elezioni e il cambiamento politico in Italia Pisa LunedĂŹ 12 marzo, ore 17 Auditorium "Sesta Porta", via Battisti 53


Le politiche del 4 marzo 2018 Struttura dell’intervento: 1.

Maggiore astensionismo di sempre (trend di lungo periodo)

2.

Forte guadagno del centrodestra -

3.

Forte guadagno del M5s -

4.

Cedimento nella zona “rossa”. Casi importanti in Toscana: Pisa e Prato

Cause della sconfitta della sinistra (e del successo degli altri) -

6.

Numero insufficiente di seggi per una vera “vittoria” (e una maggioranza)

Netta sconfitta della sinistra in generale e del PD in particolare -

5.

Con un’inversione dei rapporti di forza a favore della Lega nei confronti di Forza Italia Numero insufficiente di seggi per una vera “vittoria” (e una maggioranza)

Crisi economica e svantaggio di chi governa Diversa efficacia delle campagne elettorali dei partiti Errori della leadership di Renzi (divisioni, candidature ecc)

Prospettive per il governo e per il PD


Astensionismo e calo demografico 1. Diminuzione del numero degli aventi diritto al voti -

Da 49,3 milioni nel 2001 a 46,5 milioni nel 2018 Attrito che segue l’andamento di calo demografico del paese Solo parzialmente compensabile attraverso una legge che affermi lo ius soli

2. Continuazione dell’aumento dell’astensionismo -

Affluenza al 72,9% (in diminuzione del 2,3% rispetto al 75,2% del 2013) Percentuale dei voti validi al 70,6% (72,5 nel 2013, più del 75% nel 2001) Perdita di 4,3 milioni di voti validi rispetto al 2001 (da 37,1 a 32,8)

3. Implicazioni per le capacità di mobilitazione e per l’attrito dell’elettorato dei vari partiti -

Difficoltà per i partiti (PD, FI) che hanno un elettorato più anziano


Astensionismo o alienazione? L’astensionismo è un fenomeno per ora ignorato in questa analisi post-elettorale da politici e analisti ma che andrà studiato soprattutto rispetto agli effetti sulla distribuzione delle varie fasce di età e degli strati sociali e sulla crescente alienazione di parte dell’elettorato

1.

Esso si presenta come un fenemeno spesso irriversibile a livello individuale -

2.

Quasi 80% degli astenuti del 2013 Riguarda il 35% degli elettori al primo voto

Si manifesta diversamente rispetto ai singoli partiti più in uscita che in entrata -

M5s (7%) e Lega (4%) attraggono leggermente di più di FI e PD (ambedue 3%) rispetto alla propria forza elettorale In uscita PD (22%) Altri (20%) e Scelta Civica (16%) presentano i dati più significativi; segue M5S (9%)

La persistenza di alcuni di questi dati indica il consolidarsi di un elettorato definibile come ALIENATO


Flussi elettorali in uscita: Astenuti


Flussi elettorali in uscita: Primo voto


Flussi elettorali in uscita: PD


Flussi elettorali in uscita: M5S


Flussi elettorali in uscita: PdL


Flussi elettorali in uscita: Scelta Civica Monti


Flussi elettorali in uscita: Altri


Gli esiti per i partiti 1.

Forte guadagno del centrodestra -

2.

Forte guadagno del M5s -

3.

Con un’inversione dei rapporti di forza a favore della Lega nei confronti di Forza Italia Numero insufficiente di seggi per una vera “vittoria” (e una maggioranza) Distribuzione elettorale del consenso sbilanciata verso Nord e Centro

Numero insufficiente di seggi per una vera “vittoria” (e una maggioranza) Distribuzione elettorale del consenso più armonica ma sbilanciata verso il Sud e le Isole

Irrilevanza delle forze al di fuori dei tre poli -

-

Solo LEU passa la soglia del 3% (forse riassorbibile nel CSX una volta risolta la questione della segreteria PD Fallimento di Casa Pound (avvicinato a destra da FdI e ancor più efficacemente dalla Lega) Modestissimo esito per Potere al Popolo incapace, come LEU, di mobilitazione tra delusi e alienati


Gli esiti per i partiti (2) Netta sconfitta della sinistra in generale e del PD in particolare -

Cedimento nella zona “rossa”, anche se la Toscana rimane l’unica regione dove è il partito di maggioranza relativa.

-

Insuccesso però in termini di seggi (6 uninominali su 14 alla camera e 3 su 7 al Senato). Casi emblematici di insuccessi PD in Toscana: Pisa e Prato

-

Distribuzione elettorale del consenso ancora concentrata al Centro e in contesti urbani (città superiori ai 300000 abitanti).

-

Maggioranza relativa in Toscana dovuta alla forte concentrazione del voto su Firenze. Più diluito il sostegno in altre aree.


Attribuzione dei seggi


M5S


Lega


PD



Esiti delle Politiche 2018 – Possibili spiegazioni Caratteristiche della legge elettorale Enfatizzano il successo di CDX e M5S, capaci di sfruttare al meglio le caratteristiche della legge elettorale attraverso il raggiungimento di maggioranze relative in ampie aree del paese Importanza della ampiezza della coalizione per sfruttare la pur limitata spinta maggioritaria della legge. Premiata la strategia del CDX e fortemente penalizzata la difficoltà del CSX Centralità della visibilità e del radicamento dei candidati in un contesto di forte personalizzazione ma forse non ancora per i M5S per i quali la selezione sul web pare bastare (forse questo cambierà in futuro)


Esiti delle Politiche 2018 – Possibili spiegazioni (2) Cause politiche: Efficacia delle campagne di CDX e M5S, ambedue portatori di messaggi semplici e promettenti il cambiamento di una situazione efficacemente descritta come insoddisfacente Posizionamento di LN e M5S su poche issues dominanti (economia e sicurezza LN economia e esclusione M5S) trascurando isses più problematiche (Europa, libertà civili) Difficoltà del PD di far risaltare in senso positivo la politica “responsabile” e di relativo successo svolta al governo negli anni precedenti (difficoltà comune a molti partiti di governo in Europa). Errori della leadership (da Veltroni a Renzi passando per Bersani). Renzi in particolare eccedendo sulla personalizzazione della leadership ha trasfornato le competizione in un referendum su di sé


Cause sistemiche Cause sistemiche: evidenziate dalla crisi della democrazia in generale e radicate nella crisi economica e nella crisi sociale che sono responsabili della disaffezione degli elettori, dell’astensionismo e della cresciuta capacità di attrazione dei partiti e movimenti populisti La democrazia rappresentativa nei paesi occidentali sta attraversando una crisi a tutti i livelli da quello europeo compreso quello locale (modello multi-livello). Questa si esprime attraverso e deriva da: - Diminuita capacità dei partiti di interpretare, controllare, ed indirizzare umori e domande dell’opinione pubblica

Ma soprattutto: - Peso crescente e condizionante di fattori esterni sulla capacità di azione degli attori politici


Crisi politica Tutto questo, secondo Peter Mair ha aumentato la rilevanza di almeno due forme di scetticismo 1) L’ Euroscetticismo (contro le istitutioni europee)

Ma, soprattutto, quello che lui chiama 2) Polity-scepticism (nei confronti di come I sistemi politici ai vari livelli sono governati) Le oggettive difficoltà di partiti e politici di governare creano quindi una profonda disaffezione da parte di numeri rilevanti di cittadini nei confronti delle istituzioni alle quali vengono a mancare il consenso permissivo e il sostegno diffuso dell’età aurea della democrazia


Crisi sociale La crisi politica e le varie conseguenze delle trasformazioni economiche e politiche a livello globale hanno creato le condizioni per lo sviluppo di una crisi sociale di difficile reversibilità. Molti cittadini si sentono vittime di

esclusione sociale • Crescente insicurezza (terrorismo, ma anche immigrazione) • Crisi di identità (specie di tipo politico, riaffermazione allora dei nazionalismi) • Tramonto della speranza di mobilità sociale (specie tra i giovani) Questo si traduce in una grave difficoltà per quei partiti (i socialdemocratici ovunque in Europa) che un tempo riuscivano a rappresentare le cosiddette classi subalterne e che ora sono invece non riescono più a farlo Paradossalmente sono in maggiore difficoltà dei partiti del centro-destra (e quindi più facilmente vittime delle particolarità delle elezioni locali) perché le aspettative del loro elettorato sono più difficili da soddisfare con le nuove condizioni internazionali e istituzionali


Tipi di voto • Tipologia di Parisi e Pasquino (1977) • • •

- Voto di appartenenza : affermazione di una identificazione soggettiva con una forza politica che chi vota ritiene abbia col proprio gruppo sociale un rapporto di identificazione organica - Voto di opinione: espressione di una scelta tra i termini programmatici proposti dai partiti in lizza - Voto di scambio - contratto tra votante e votato: opzione elettorale espressa in cambio di una controprestazione ben definita e particolaristica, che assumeva il carattere di un beneficio immediato e concreto per l’elettore, la sua cerchia familiare o di parentela.

La mobilità elettorale: molto limitata per il voto di appartenenza alta per il voto di opinione. il voto di scambio cambiava con i potenziali fornitori dello scambio e, poteva trasformarsi in caso di fallimento dello scambio a volte, in “quella sottospecie del voto di opinione che è il voto di protesta”

Contesto: crescita economica, persistenza delle sub-culture, prevalenza di mass-media di tipo tradizionale


Tipi di elettore • Nuova tipologia •

• •

- Elettore identificato: più in linea con la tradizione accademica internazionale: afferma la propria identificazione soggettiva con la forza politica che ritiene rifletta la propria mappa di valori e di macroobbiettivi politici ormai consolidati e difficilmente alterabili. Include l’appartenenza, ma prevale il voto di opinione con una gamma di scelta limitata ai portatori di certi valori - Elettore di opportunità: opta per il sostegno a quella forza politica che al momento fornisce una prospettiva di cambiamento favorevole alle proprie necessità e aspirazioni. Comprende varie modalità di comportamento: opinione, scambio, protesta. - Elettore alienato: deluso ma sempre più spesso indifferente o mai convinto rispetto alla politica. Visione negativa centrata su mancanza di fiducia nelle istituzioni e distante da concezioni collettive dell’interesse. Ritorno a concezioni familistiche e particolaristiche (parochialism)

La mobilità elettorale: Rimane limitata per l’elettore identificato, che si può però spostare se altri partiti appaiono più capaci di esprimere i propri valori o raggiungere i propri obiettivi Alta per l’elettore di opportunità che alla lunga può però assumere un’identità solo però se il partito scelto da conferma ripetuta della propria capacità di risposta alle sue aspirazioni. Elettore dalle scelte mutevoli, specie in tempi di crisi L’elettore alienato difficilmente modifica il proprio atteggiamento e condiziona gli esiti elettorali solo attraverso l’attrito che genera nel sostegno a particolari partiti attraverso il proprio aumento


Risultati elettorali a Prato - 2013 e 2018


Flussi elettorali a Prato fra politiche 2013 e 2018


Flussi elettorali a Prato fra politiche 2013 e 2018


La sconfitta del PD a Prato – Possibili spiegazioni Perdita di consensi del CSX in linea con il risultato nazionale ma determinante la ristrettezza della coalizione - Premiata la strategia inclusiva del CDX Centralità della visibilità e del radicamento del candidato del CDX, Giorgio Silli pratese (di Forza Italia, responsabile per l’immigrazione a livello nazionale). Programma che include in ogni punto la parola “Distretto” rievocando la vecchia Gloria del “Tessile”. Al contrario Benedetto Della Vedova da Cuneo, radicale con passato nel CDX, si presentava elitario e distante, con una sola breve apparizione sul territorio e una promessa di internazionalizzazione dell’economia italiana dalla quale anche Prato avrebbe beneficiato. Evidenzia l’ambiguità del PD sull’aeroporto prendendo inaspettatamente posizione contraria Efficacia della campagna di CDX con punti specifici su esigenze locali e forte e ripetuta presenza in luoghi nevralgici del territorio. Sfruttamento della pluriennale insofferenza per la presenza cinese (viraggio in senso economico della strategia del “capro espiatorio” sviluppata dalla Lega sul tema della sicurezza a livello nazionale) Impegno poco convinto a favore del candidato “paracadutato” e campagna di scarsa entità e impatto da parte del PD pratese. Il segretario provinciale, Gabriele Bosi era stato indicato come possibile candidato dalla maggior parte degli osservatori.


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