Speciale
SONO LACRIME SILENZIOSE Donne, disabilità e violenza di Serena Mingolla
Jane RosenGrave - Not so pleasant @BelindaMason “Silent Tears” “Avevo solo sei anni e mi stavo per addormentare. Gli chiesi se potevo andare a letto e lui mi rispose “Oh “ti porterò io a letto”. Mi guardò mentre mi svestivo, mi toccava, mi guardava mentre ero in bagno, a quel punto se lo tirò fuori. E ho dovuto fare un gioco con lui. Non sapevo cosa fosse perché avevo solo sei anni. Lui sapeva che ero molto giù così mi minacciò di non dirlo a nessuno”. “I was only six years old, and I was falling asleep. And then I asked him if I could go to bed. He said, “Oh “I’ll take you up to the bed, I will.” and he watched me get undressed, he touched me, watch me as he took me to the toilet, he took his out. And I had to have a little play with it. And I didn’t know what it was as I was only six years old then. And he knew I was close to the grounds and so he threatened me not to tell anybody.” - Jane Rosengrave
I
l nostro viaggio nel mondo della violenza contro le donne disabili parte da lontano, da Sydney per l’esattezza, dove la fotografa australiana Belinda Mason, insieme a tre artisti con disabilità – Dieter Knierim, Margherita Coppolino e Denise Beckwith – ha realizzato una esposizione di opere che ritraggono 75 donne provenienti da ogni parte del mondo. Alcune di queste donne 20
sono disabili a causa di violenze subite, molte altre, la maggioranza, sono disabili che hanno subito abusi fisici, sessuali o psicologici. Dal 2015 ad oggi, la Mason ha fotografato e raccolto testimonianze da 5 continenti e 18 Paesi incluso Australia, Nuova Zelanda, Samoa, Korea, India, Pakistan, Indonesia, Guatemala, Messico, Ecuador, USA, Canada, West Africa, Mali, Sud Africa, Germania, Italia e Olanda. Un campione di tale portata fa capire l’entità del fenomeno anche più dell’ormai famoso hashtag #metoo (anche io). “La violenza sessuale e psicologica sulle donne, anche quelle disabili, è un fenomeno universale, come testimonia l’ampiezza della casistica che abbiamo rappresentato – ci dice la Mason”. “La narrazione – spiega Belinda – rappresenta un importante