Il Solco

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Il Solco 1

Editoriale

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Messaggio del Vescovo

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Saluto del Rettore

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La Comunità 2019-2020

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Nel Solco del tempo

“BEATO CHI HAI SCELTO E CHIAMATO VICINO” 9

«Templum hoc undique polita arte distinctum» di Antonio Agostini

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Modelli biblici della vita sacerdotale di Andrea Grasso «Imparate da me, mite e umile di cuore» di Don Gaetano Pappalardo

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Il concetto di elezione nella Bibbia di Don Carmelo Raspa

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L’adorazione di Dario Impellizzeri Lo studio di Rosario Pittera

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Una chiamata in un giorno speciale di Antonino Gullotto

LA MIRABILE IMPRESA 14

Realizzazione di un sogno condiviso di Don Giovanni Mammino

“TI LODERÒ TRA I POPOLI, SIGNORE” 16

La Missione di Cosimo Gangemi

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Esperienza nelle parrocchie di Rosario Raciti Formazione Culturale

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Esperienze di carità di Fra Giammaria Mazzilli

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Mi indicherai il sentiero della vita di Don Rosario di Bartolo e Don Sebastiano Guarrera Ministri della Chiesa di Mattia Scuto

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Ti amo Signore mia forza di Don Rosario Pappalardo

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Racconto di un’ordinazione di Sua Em.za Card. Paolo Romeo

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In memoriam «E il vostro frutto rimanga» di Gianluca Franco

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Ricordo di p. Attilio del Rettore

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Resoconto offerte

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Il servizio diocesano di Pastorale Vocazionale di Don Santo Leonardi Giubieli sacerdotali

IL SOLCO Periodico del Seminario Vescovile di Acireale Via San Martino, 6 - 95024 Acireale Tel. 095 601779 - Fax 095 601433 www.seminarioacireale.it semaci@seminarioacireale.it

LA REDAZIONE Direttore responsabile Don Marco Catalano Coordinatore generale Don Raffaele Stagnitta CONSIGLIO DI REDAZIONE Mattia Cantali Fabrizio Gentiluomo Fabiano Orfila Seminario Vescovile di Acireale


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«Io ho scelto Voi» (Gv 15,16) Editoriale

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uest’anno sarà un piccolo versetto tratto dal vangelo di Giovanni, che ci guiderà tra le pagine de Il Solco. Abbiamo pensato a questo titolo, perché il versetto su citato, lo incontriamo scritto in latino nella forma estesa, nel cartiglio presente nella Cappella Maggiore del Seminario e che in un certo qual senso è divenuto fonte di discernimento e d’ispirazione per i vari alunni che si sono succeduti nel corso degli anni. Come ogni anno, vogliamo farvi assaporare la quotidianità del Seminario, ma anche e soprattutto farvi riflettere su un tema ben specifico, in questo caso quello dell’elezione, tema che affronteremo attraverso le pagine della storia e dell’architettura della magnifica Cappella Maggiore. Questo 7 giugno ricorre l’ottantesimo anniversario della Dedicazione della Cappella, e cogliendo questo evento importante, per la comunità del Seminario, come per tutta la Chiesa di Acireale, si è pensato di creare un volume innovativo, inserendo non le consuete tre sezioni: in ricerca, in comunità, in diocesi, ma costruendo il tutto su due sezioni portanti e un intermezzo storico. Le due sezioni che fungono da pilastri, riguarderanno, la prima, il tema dell’elezione, esso sarà affrontato facendo riferimento alle bellezze e agli spunti che la Cappella ci offre; nella seconda sezione invece affronteremo il tema della missione:

esso è strettamente correlato alla prima sezione, perché come dice Gesù, e facendo riferimento al titolo che abbiamo scelto: «Io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga» (Gv 15,16). L’elezione è in relazione alla missione e viceversa, in quanto si è scelti per annunziare la sua Parola in tutto il mondo, e annunziamo in quanto vi è la consapevolezza di essere scelti, ma ancor di più in quanto testimoni del suo amore per tutti noi, nessuno escluso. L’intermezzo storico, che si colloca tra le due sezioni, è davvero una pietra miliare in quanto mira a farci rivivere, seppur in poche battute, le ansie, le attese, i desideri di questa mirabile impresa realizzata nel lontano 1940. Questo volume vuole infine farci riflettere sul fatto che tutti, nel nostro piccolo, siamo eletti e chiamati ad una missione anche in circostanze di precarietà e difficoltà evidenti, come la situazione odierna di Covid-19, che non rende sicuramente facile vivere la quotidianità. Consapevoli di quanto detto prima, non abbattiamoci, perché abbiamo la certezza che egli ci dice continuamente «Non temere, Io sono con te» (Is 41,10). Buona lettura! La Redazione


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Giornata per il Seminario Messaggio del Vescovo

Carissimi Fedeli, l’annuale celebrazione della Pentecoste rinvigorisce la nostra vita cristiana. Lo Spirito Santo, infatti, «che è Signore e dà la vita», ci offre quei doni che fanno camminare, in ogni circostanza del nostro vivere, nella luce del Cristo Risorto; lo stesso Spirito ci permette di avere uno sguardo nuovo su noi stessi e sugli eventi della storia. Attraverso l’azione dello Spirito scorgiamo la presenza di Dio, che guida la storia degli uomini e sempre li chiama per mettersi in dialogo con loro, come fu con Adamo (cfr Gen 3,9). Accogliendo questa chiamata, realizziamo quella relazione con il Padre consegnataci in Cristo nel Battesimo, pienamente rinnovati «dall’acqua e dallo Spirito» (cfr Gv 3,5). La Pentecoste celebra, perciò, la bellezza di essere scelti e amati da Dio. Di questa vocazione un segno concreto è il nostro Seminario, al quale guardiamo, come consuetudine, in questo giorno particolare. Chi si apre al cammino vocazionale, rivaluta la propria vita, lasciandosi rinnovare dalla Parola di Dio, dalla continua conversione del cuore e dal servizio ai fratelli sull’esempio di Gesù. Animati dalla linfa vitale dello Spirito, affrontiamo ogni nuova stagione dell’esistenza sotto lo sguardo di Dio, vivendo da autentici discepoli «come albero piantato lungo corsi d’acqua, che darà frutto a suo tempo» (cfr Sal 1,3). Mentre si apre davanti a noi un tratto di strada del tutto inedito, siamo incoraggiati nel camminare affidandoci a Dio. Le difficoltà che stiamo incontrando, possono divenire momenti di ripartenza, se tutti ci lasciamo illuminare dalle parole di Cristo, intraprendendo la strada della carità e della solidarietà. Quest’anno celebreremo la Giornata pro-Seminario in modo anomalo, come del resto sta accadendo per molti aspetti della Comunità Diocesana, a motivo della pandemia. Non manchiamo, però, nel sostegno verso il nostro Seminario Diocesano, sia con la preghiera sia con il contributo economico. Vogliamo assumere l’impegno di lasciarci ispirare dal tema proposto quest’anno, prendendo coscienza di essere eletti e inviati per una vita cristiana autentica. Tema, questo, ispirato dalla Cappella del Seminario, della quale celebriamo gli ottant’anni della Dedicazione, e nella quale speriamo di poter tornare al più presto. Al Sacro Cuore di Gesù e al Cuore Immacolato di Maria, chiediamo per la Chiesa di Acireale il dono di numerose e sante vocazioni. + Antonino Raspanti


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Nella preghiera il discernimento e la formazione IN

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Saluto del rettore

Cari amici, per la prima volta nella storia, a causa della pandemia Covid-19, non potrete sfogliare le pagine della nostra rivista, ma potrete solo visionarla nel formato digitale. A dire il vero la nostra comunità avrebbe voluto che quest’anno rimanesse ben impresso nella memoria, ma naturalmente per tutt’altra ragione. Come anticipato nell’editoriale, il 7 giugno 2020 ricorre infatti l’ottantesimo anniversario della inaugurazione e dedicazione della Cappella del nostro Seminario, ragion per cui in questo numero vi proporremo alcune riflessioni sul tema della vocazione come elezione. Se è vero che il Seminario rappresenta il cuore della Diocesi – come amava dire il vescovo di allora Mons. Salvatore Russo – è altrettanto vero che la Cappella rappresenta il cuore del Seminario. Non può essere diversamente: i due pilastri della vita di seminario, discernimento e formazione, sono destinati a sbriciolarsi se non si nutrono del rapporto personale con nostro Signore che nella Cappella è cercato, incontrato, ascoltato, pregato ed adorato. Non ci può essere vita sacerdotale che non si nutra dello “stare” con il Signore, per poi donarne nel ministero i frutti. Come ci ricorda l’evangelista Marco, Gesù chiama gli apostoli perché anzitutto “stessero con lui” e poi anche “per inviarli” (Mc 3,14-15). Lo studio della teologia, il dialogo con i formatori, l’esperienza pastorale sono certamente elementi utili nel cammino di discernimento e formazione, ma è solo nello stare in ginocchio che si può accogliere l’amore di elezione con cui si è amati. È solo nello stare in ginocchio che si comprende la radice della propria vocazione come pro-vocazione: si coglie allora il mistero dell’elezione divina come una realtà che va ben oltre le proprie inclinazioni personali. La chiamata di Dio si presenta infatti quasi sempre come un’irruzione che sconvolge i propri disegni – ed in questo senso Dio ci provoca – per inserirci all’interno di un disegno più grande, a noi sconosciuto, ma che scalda il cuore e la mente. Ed in questo senso la vocazione è sempre una vocazione-pro qualcosa, una chiamata-per… per annunciare le meraviglie di Dio, per soccorrere gli ultimi, per donare speranza allo sfiduciato, per ricordare all’uomo il bene di cui è capace, per… Mi piace concludere con una frase dell’allora arcivescovo di Siracusa Mons. Ettore Baranzini, pronunciata durante un discorso commemorativo nei giorni seguenti all’inaugurazione della Cappella. Una frase rivolta ai seminaristi che suonava così: «La Cappella non è completa, essa attende ancora la testimonianza della vostra fede, della vostra pietà». A tutti noi il compito di fare delle nostre vite quell’autentico capolavoro per cui Dio dall’eternità ci ha desiderati, pensati e creati. Don Marco Catalano


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La Comunità 2019-2020

I anno ANTONINO GULLOTTO (20 anni) Randazzo Parrocchia “S. Martino”

II anno GIANLUCA FRANCO (23 anni) Randazzo Parrocchia “Sacro Cuore di Gesù” DARIO IMPELLIZZERI (21 anni) Aci S. Filippo Parrocchia “S. Filippo” FABIANO ORFILA (25 anni) Giarre Parrocchia “Gesù Lavoratore” MATTIA SCUTO (21 anni) Acireale Parrocchia “Maria SS. Annunziata”

III Anno ANTONIO AGOSTINI (43 anni) Acireale – Parrocchia “Cuore Immacolato di Maria” Inviato a Aci Catena – Parrocchia “Maria SS. della Catena” FRA GIAMMARIA MAZZILLI (43 anni) Linguaglossa – Associazione “Fiat! Totus tuus”

Formatori Rettore: DON MARCO CATALANO Vice Rettore: DON RAFFAELE STAGNITTA Direttore Spirituale: DON GAETANO PAPPALARDO Economo: DON ROBERTO FUCILE


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IV anno MATTIA CANTALI (23 anni) Randazzo – Parrocchia “Sacro Cuore di Gesù” Inviato a Piedimonte Et. – Parrocchia “S. Maria del Rosario” ROSARIO PITTERA (23 anni) Acireale – Parrocchia “Cuore Immacolato di Maria” Inviato ad Aci S. Antonio – Parrocchia “S. Antonio Abate” COSIMO GANGEMI (27 anni) Aciplatani – Parrocchia “S. Maria del Monte Carmelo” Inviato a S. M. La Stella – Parrocchia “S. Maria La Stella”

V Anno ANDREA GRASSO (26 anni) Giarre – Parrocchia “S. Isidoro Agricola” Inviato a Fiumefreddo di Sic. – Parrocchia “Maria SS. Immacolata” FABRIZIO GENTILUOMO (24 anni) Acireale – Parrocchia “Maria SS. di Loreto” Inviato ad Aci Bonaccorsi – Parrocchia “S. Maria dell’Indirizzo”

VI Anno DON ROSARIO DI BARTOLO (26 anni) Acireale – Parrocchia “Maria SS. Annunziata” Inviato a Giarre – Parrocchia “S. Isidoro Agricola” DON SEBASTIANO GIOVANNI GUARRERA (25 anni) Dagala del Re – Parrocchia “Maria SS. Immacolata” Inviato ad Acireale – Parrocchia “Maria SS. Annunziata”

VII Anno DON SALVATORE GRASSO (27 anni) Guardia – Parrocchia “Maria SS. Immacolata”. Alunno dell’Almo Collegio Capranica ROSARIO RACITI (28 anni) Acireale – Parrocchia “Cuore Immacolato di Maria”. Inviato a Mascali – Parrocchia “S. Leonardo Abate”


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Nel solco del tempo Diario 2019-2020 LUGLIO

SETTEMBRE

OTTOBRE

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Nel cuore dell’estate, ci ritroviamo per l’ordinazione diaconale del nostro Rosario Pappalardo nella Cattedrale di Acireale.

Il Vicario Generale, Mons. Giovanni Mammino, celebra con noi ricordando il XXV anniversario dall’ordinazione presbiterale.

Riprendiamo il cammino comunitario per il nuovo anno formativo!

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Insieme alla comunità diocesana, diamo l’ultimo saluto a don Attilio Gangemi, per molti anni Rettore del nostro Seminario.

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Accogliamo gli amici del Serra Club che inaugurano il loro anno sociale, ringraziandoli per il loro concreto sostegno.

NOVEMBRE 18

All’OASI di Aci S. Antonio teniamo il primo dei ritiri mensili, quest’anno guidati da don Michele Viviano e don Carmelo Buccieri, Salesiani.

NOVEMBRE 25

Nel ricordo di don Attilio, celebriamo nella nostra Cappella una santa messa di suffragio. Presiede la celebrazione Mons. Giuseppe Costanzo.

OTTOBRE

SETTEMBRE 16 OTTOBRE

Oggi Salvo Grasso viene ordinato diacono, e noi siamo presenti, gioendo con lui.

NOVEMBRE 30

SETTEMBRE 23 SETTEMBRE 28

All’inizio dell’anno, facciamo la nostra settimana di esercizi spirituali. Ci guida questa volta dom Mariano Colletta, Benedettino del Monastero di S. Martino delle Scale (PA).

Nella celebrazione che apre l’Avvento, vengono istituiti Accoliti i nostri compagni: Rosario Raciti, Andrea Grasso e fra Giammaria Mazzilli.


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DICEMBRE 10

FEBBRAIO

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È la giornata sacerdotale. Facciamo festa con i nostri sacerdoti, e in particolare con coloro che celebrano particolari anniversari d’ordinazione.

DICEMBRE 25

GENNAIO

Ci rechiamo all’OASI di Aci S. Antonio, per porgere gli auguri natalizi ai sacerdoti anziani.

La nostra comunità gioisce, perché Rosario Di Bartolo e Sebastiano Guarrera sono ordinati diaconi!

MARZO

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APRILE

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Siamo nei giorni dell’epidemia del Covid-19. Prendiamo la decisione di lasciare il Seminario, per una maggiore cautela. Ma il nostro percorso formativo continua anche attraverso l’uso di piattaforme digitali.

Il periodo natalizio ci reca un grande regalo: don Rosario Pappalardo viene ordinato sacerdote!

GENNAIO

È il mattino di Pasqua! Come abbiamo fatto ogni giorno, ci ritroviamo sul web per pregare insieme. Oggi si unisce a noi il nostro vescovo Mons. Antonino Raspanti

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In prossimità della Domenica della Parola di Dio voluta dal Santo Padre, e della Conversione di San Paolo, l’Apostolo delle Genti, vengono istituiti lettori Mattia Cantali, Cosimo Gangemi e Rosario Pittera.

GENNAIO

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In Cattedrale, siamo presenti insieme per celebrare il 40° di ordinazione episcopale di Mons. Giuseppe Malandrino, già vescovo di Acireale.

MAGGIO

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MAGGIO

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IV Domenica di Pasqua. La Giornata Mondiale di preghiera per le Vocazioni ci vede impegnati nel testimoniare sul web la nostra chiamata. Alcuni di noi hanno collaborato alla creazione di un video.

Pentecoste


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«TEMPLUM HOC UNDIQUE POLITA ARTE DISTINCTUM»

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’iscrizione «questo tempio allestito in ogni sua parte con fine arte» è l’indirizzo di saluto rivolto al visitatore che varca la porta della Cappella maggiore del Seminario, luogo che fu consacrato dal vescovo Evasio Colli il 7 giugno 1940. La Cappella costituisce un interessante esempio di arte contemporanea in cui la produzione artistica, con stilemi classici, è perfettamente allineata alla concezione teologica di spazio sacro, facendo particolare esperienza dell’incontro con il Cristo eucarestia. Dedicata ai Sacri Cuori di Gesù e di Maria, essa fu concepita dal vescovo di Acireale Salvatore Russo con l’obiettivo di essere il cuore pulsante della Diocesi poiché è a partire da questo luogo che, coloro che si preparano a ricevere la speciale consacrazione agli ordini sacri, si instaura e si perfeziona quel particolare dialogo “cuore a cuore” che sta a fondamento della preghiera. Non luogo di vuote parole ma palestra che allena allo stile di vita del sacerdote che innesta la propria esistenza sul modello del Cuore di Cristo. È in questo spazio, su cui predomina il colore rosso carminio, che si fa esperienza della propria umanità e pertanto delle proprie debolezze le quali permettono di piegare men-

te e cuore a contemplare il mistero insondabile di Dio. Questa intimità viene sperimentata a partire dall’unica via che, tra le molte che il mondo propone, è presentata al seminarista come la via maestra. Le stazioni della Via Crucis, dipinte su tavola dall’acese Francesco Patanè nel 1939, costituiscono infatti una sintesi visiva di quella sequela Christi che il sacerdote è chiamato a testare. C’è però una particolarità che i dipinti custodiscono: lo scoppio della Seconda guerra mondiale e la chiamata alle armi del pittore non permisero il completamento delle opere. Ma per volere del vescovo Russo, intenzionato a completare a tutti i costi la Cappella prima della consacrazione, i dipinti furono appena abbozzati essendo ultimata solo la seconda stazione. L’impedimento fu però provvidenziale perché, come lo stesso Vescovo pensò, i seminaristi sono invitati a completare nella loro mente, e con la loro stessa vita, quanto manca ai patimenti di Cristo. È questo l’invito che, a 80 anni dalla consacrazione della Cappella, viene ancora rivolto a tutti coloro che tra queste mura vogliono sperimentare l’Amore di Cristo attraverso il dono della propria vita. Antonio Agostini


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La Cappella: luogo di formazione MODELLI BIBLICI DELLA VITA SACERDOTALE

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ungo il fregio del cornicione della Cappella, vi sono alcuni tondi raffiguranti personaggi biblici. Questi non sono semplici ornamenti, ma veri e propri messaggi formativi per i seminaristi di ogni tempo. Partiamo dai primi quattro personaggi rappresentati, i quattro profeti maggiori: Isaia, Geremia, Ezechiele e Daniele. Non credo sia una coincidenza il fatto che, dalla parte opposta del cornicione, si trovino i quattro evangelisti. Essi insieme richiamo l’unità

instancabile annunciatore della Parola. Nella meditazione quotidiana della Parola e nella predicazione, il sacerdote si unirà più intimamente a Cristo, per diventare suo testimone instancabile nel ministero affidatogli. Dopo i profeti e gli evangelisti, incontriamo altre figure che hanno ricoperto la funzione di guide nel popolo d’Israele: Abramo, Mosè e Davide. La vita del prete è segnata anche dalla dimensione della guida; è chiamato a presiede la propria comunità e a

suo gregge, così da essere punto di riferimento per i suoi fedeli. La terza tipologia di figura presentata è quella dei sacerdoti dell’Antico Testamento. Possiamo riconoscere infatti Aronne, Melchisedek e Levi. Quest’ultimi, richiamano alla dimensione cultuale, a quella propriamente legata al sacro. I sacerdoti sono ministri del Sacrificio di Cristo; sono chiamati a presiedere la Santa Messa, in persona di Cristo, per il bene della Chiesa e di tutta l’umanità. Sono chiamati a conformarsi

della Scrittura, il mistero annunciato dai profeti pienamente realizzato nel Vangelo della Salvezza di Cristo. Qui sta il primo messaggio per la formazione dei seminaristi: il presbitero è

sostenerla in momenti importanti della propria storia. Una guida, quella del sacerdote, che, come scrive il Santo Padre in Evangelii Gaudium, deve saper stare davanti, in mezzo e dietro il

a questo grande mistero, per essere come Cristo vittime immolate per la salvezza di tutti gli uomini. Andrea Grasso

«IMPARATE DA ME CHE SONO MITE E UMILE DI CUORE» (MT 11,29B)

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osa vuol dire essere miti ed umili di cuore? Probabilmente oggi più che mai si tratta di virtù che si preferiscono constatare nel prossimo, piuttosto che conquistare di persona. Dobbiamo inoltre riconoscere che fare valutazioni è sempre rischioso. Chi di noi può comprendere cosa c’è nel cuore del fratello? Non è facile neanche conoscere le proprie intenzioni, desideri profondi, scopi. Solo Dio conosce il cuore dell’uomo (cf 1Re 8,39). In questo campo è davvero facile cadere nell’inganno e forse più volte ci è capitato di comprenderlo a nostre spese. Eppure, Gesù ci esorta ad essere «miti ed umili di cuore». La sua non è una semplice richiesta di natura morale. Egli non ci esorta semplicemente a seguire un comportamento virtuoso. Ci chiede molto di più. Ci chiede di imparare ad essere come lui.

Per il cristiano, essere miti ed essere umili di cuore, non significa avere un comportamento “strano”, autolesionista, sprezzante della grandezza di quei doni e carismi di cui ogni uomo è stato arricchito da Dio. Non si tratta di una recita in cui si è costretti a fare la parte del perdente nell’attesa che qualcuno ci compianga o ci rassicuri. La meta che è proposta al discepolo da Gesù Cristo in persona è una meta ardua e rischiosa, ma allo stesso tempo affascinante e avvincente. Formarsi alla mitezza e all’umiltà significa avere «gli stessi sentimenti di Cristo Gesù». Egli, come afferma l’inno della Lettera di S. Paolo Apostolo ai Filippesi, «pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo» (Fil 2,5-7).

Ma chi può essere come Cristo? Dinanzi ad una tale meta rischiamo davvero di sentirci schiacciati da un’incombenza che supera le nostre umane possibilità. «Impossibile agli uomini, ma non a Dio!» (Mc 10,27). Lo Spirito Santo effuso nei nostri cuori, in effetti, non solo «ci ricorda e ci insegna ogni cosa» (cf Gv 14,26) riguardo a Gesù ma anche realizza nella vita del discepolo ciò che promette. Certamente la sua opera è un’opera efficace, ma nello stesso tempo discreta, silenziosa e richiede una sincera disponibilità. La Vergine Santa, modello di ogni discepolato, ci aiuti con la sua materna intercessione a pronunciare ogni giorno quell’eccomi che, per la forza dello Spirito, «ha rovesciato i potenti dai troni e ha innalzato gli umili» (cf Lc 1, 52). Don Gaetano Pappalardo


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IL CONCETTO DI ELEZIONE NELLA BIBBIA

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l volto di Dio si manifesta nella consapevolezza che ne hanno gli uomini. Una consapevolezza che deriva dalle Scritture. Nell’ebraismo questa consapevolezza è chiamata amore supplementare: «Egli (Rabbi ‘Aqiva’) soleva dire: Caro è l’uomo, che fu creato a immagine. Ma un amore supplementare è che egli sappia di essere stato creato a immagine, come è detto: “A immagine di Dio fece l’uomo” (Gen 9,6). Cari gli israeliti, che sono stati chiamati figli di Dio. Ma un amore supplementare è che essi sappiano di essere chiamati figli di Dio, come è detto. “Figli voi siete per il Signore vostro Dio” (Dt 14,1). Cari gli israeliti, ai quali fu dato uno strumento prezioso. Ma un amore supplementare è che essi sappiano di aver ricevuto uno strumento prezioso, con il quale fu creato il mondo. Come è detto: “Vi ho dato una buona istruzione, non abbandonate la mia Torà” (Pr 4,2)» (Pirqè Avot 3,17 [14]: ed. it. A cura di A. Mello, Detti di Rabbini, Qiqajon, Bose 1993). L’uomo, pertanto, o meglio il credente comprende sé stesso come amato e scelto da Dio: questa comprensione rivela il fatto oggettivo in sé. È vero che Dio ama l’uomo che di questo amore è reso consapevole. L’amore di elezione, in quanto consacrazione (vd. Dt 7,6; 14,2.21; 1Pt 2,9), genera una distinzione: essa non è esclusione, ma risponde all’armonia dell’atto creativo. L’amore di elezione è il segno di una “presenza per”: gli amanti, mentre sono per sé stessi, l’uno di fronte all’altro, narrano dell’amore: così i protagonisti del Cantico dei Cantici; così Israele tra le genti (vd. Tb 13,3); così i cristiani tra gli uomini (vd. Mt 5,16). Gesù, il Figlio, l’amato, com’è rivelato dal Padre al Battesimo e alla Trasfigurazione (nei Sinottici il termine è «amato», in Lc 9,35 è «eletto») racchiude e compie ogni evento di elezione per amore perché l’amore di Dio sia narrato a tutti attraverso il particolare. Attraverso Gesù ogni uomo si riscopre amato, eletto, sempre, specialmente nella povertà della sua debolezza. È la miseria dell’eletto che lo rende umile dinanzi alla scelta di Dio: egli sa di non poter rimanere sempre fedele all’elezione e all’amore. Dio insiste nell’eleggerlo, perché anche nel suo peccato si riveli il suo amore gratuito che non chiede meriti (vd. Ez 39,21-29; Is 54,7-10; 2Cor 5,21). Un amore che elegge ogni uomo che viene al mondo. Don Carmelo Raspa


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L’ADORAZIONE

LO STUDIO

«Nella preghiera silenziosa davanti alla presenza eucaristica del Signore, prepariamo noi stessi per Lui e diventiamo persone che veramente entrano in una comunione profonda. […] nell’ambito dell’adorazione eucaristica la preghiera raggiunge un livello completamente nuovo; […] quando preghiamo davanti alla presenza eucaristica, non siamo mai soli. Allora prega con noi sempre l’intera Chiesa che celebra l’Eucaristia».

«Essendo un piccolo frammento di verità particolare, essa è una pura immagine della Verità unica, eterna e vivente, quella Verità che un giorno ha detto con voce umana: “Io sono la Verità”. Concepito così, ogni esercizio scolastico somiglia a un sacramento» (S. Weil).

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on queste parole Papa Benedetto XVI descrive come il rimanere “faccia a faccia” con Gesù nell’adorazione eucaristica è di vitale importanza nella vita di un cristiano; tanto più lo è nella vita di noi seminaristi. Una formazione che non si concretizza in “adorazione” non giova a nulla, non ci educa ad essere dei buoni ed attenti pastori del gregge. L’adorazione eucaristica è il centro ed il cuore della nostra giornata, come lo studio e della vita comunitaria. Dal martedì al giovedì noi seminaristi ci ritroviamo in Cappella alle 19.30 per entrare in dialogo con il Signore Sacramentato; di volta in volta i formatori ci guidano, con attente riflessioni sulla Parola di Dio o sul magistero, a sfruttare al meglio questo tempo di grazia. Un giovedì al mese le porte del nostro seminario sia aprono, permettendo a chiunque di poter partecipare con noi all’adorazione in cui, di volta in volta, prendiamo in considerazione la vita di un santo “della porta accanto”, affinché sul loro esempio, anche noi possiamo camminare nella santità ed edificare la Chiesa di Dio. Da qui il motto scelto per questi incontri: «Santo è il tempio di Dio, che siete voi» (1Cr 3,17).

o studio della teologia potrebbe essere considerato come frammento di verità. Uomini e donne di ogni tempo hanno dedicato la vita per penetrare i misteri divini, considerando i frutti della loro ricerca come semplice paglia, piccolo frammento rispetto all’immensità del mistero di Dio. Eppure, ancora oggi il seminarista è chiamato ad approcciarsi a questo studio, facendo di questo il suo maggiore impegno insieme con la preghiera. Attraverso lo studio, non semplicemente finalizzato al superamento degli esami o alla ricezione del sacramento dell’ordine, il seminarista cerca di entrare più profondamente in Dio per contemplare quella Verità che, seppur sfuggevole al nostro intelletto, chiede di essere accolta nel nostro cuore. L’impegno nello studio accresce in noi l’attenzione, atteggiamento indispensabile per approcciarsi con Dio, per entrare con Lui in un dialogo d’amore. Un’attenzione, quella dataci dallo studio, che da Dio si concretizza in coloro che incontriamo. Non soltanto l’amore di Dio è sostanzialmente fatto di attenzione: l’amore del prossimo, che sappiamo essere il medesimo amore, è fatto della stessa sostanza. Gli sventurati, i poveri e quanti incontriamo per la nostra strada, non hanno bisogno d’altro, in questo mondo, che di sacerdoti capaci di prestar loro attenzione.

Dario Impellizzeri

Rosario Pittera

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Manda operai nella tua messe UNA CHIAMATA, IN UN GIORNO SPECIALE!

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alve a tutti, mi chiamo Antonino Gullotto, ho 20 anni e provengo dalla comunità parrocchiale “San Martino” in Randazzo. Sin dai miei primi anni di vita, grazie all’aiuto e il sostegno dei miei genitori sono stato educato alla fede cristiana partecipando in maniera attiva e costante alle celebrazioni parrocchiali, soprattutto alla Celebrazione Eucaristica e alle processioni che si svolgono nella mia Città. Nonostante l’età dell’adolescenza, non mi allontanai mai dalla parrocchia e continuavo a svolgere le attività in maniera regolare. In quel periodo frequentavo l’istituto tecnico “Benedetto Radice” di Bronte e mi stavo conoscendo con una ragazza. Il 24 Maggio 2015, giorno di Pentecoste un mio amico mi chiese “Che progetti hai per il futuro?”, e da quel momento qualcosa dentro di me cambiò, mi risuonavano dentro il cuore le parole della sequenza di Pentecoste “Vieni, Santo Spirito, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce”. Da quel momento, nonostante la giovane età, decisi di intraprendere un lungo e travagliato percorso di discernimento che mi condusse all’entrata prima nella comunità del propedeutico e successivamente nella comunità del seminario diocesano. Riguardando e riflettendo sulla mia vocazione, una cosa in particolare mi colpisce: la data in cui avvertì la prima chiamata. Il giorno di Pentecoste, il giorno in cui si ricorda la discesa dello Spirito Santo su Maria e gli Apostoli riuniti nel

cenacolo, il giorno in cui si ricorda l’istituzione della Santa Chiesa. Questo giorno di fondamentale importanza per tutta la Chiesa, stravolse la mia vita, che da quel giorno la affidai nelle mani del Padre, come fece Gesù sulla Croce prima di morire: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito» (Lc 23,46). Affido il mio cammino alla Beata Vergine Maria Addolorata e a San Martino, mio celeste patrono, e chiedo a tutta la comunità diocesana di pregare per me, per la comunità del Seminario e per tutte le vocazioni al sacerdozio affinché: “Il Signore della Messe, possa mandare operai nella sua Messe!” (cfr Mt 9,38). Antonino Gullotto


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La Mirabile Impresa Realizzazione di un sogno condiviso

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gni volta che entro in Cappella, accolto dai due poderosi angeli, sento di essere avvolto in un’aura di mistero.

Avverto la sensazione di non entrare in una chiesa qualunque ma in un luogo unico e denso di significato che trova la sua parola chiave nell’epigrafe incisa sul pavimento, Charitas omnia sustinet, le parole del motto episcopale del vescovo Salvatore Russo, colui che fortemente volle una Cappella dignitosa, eloquente e formativa per il suo Seminario diocesano. Il colore rosso ci parla di Charitas, di un amore grande che è capace di osare, di sostenere, di addossarsi un carico e di rimanere saldo. I quattordici dipinti su cornice azzurra, segnati da strisce di colori, personaggi abbozzati e densi chiaroscuri, descrivono la via di questo amore, Via Crucis, via che conduce alla vita. In alto, sopra l’altare, sta il Cristo a mostrare l’amore grande riversato dal Padre nel suo cuore di Figlio, desideroso di riversare abbondantemente questo amore nei cuori di coloro che si accostano a lui. È lui che chiama e sceglie, come sta scritto sull’arco trionfale: Elegi vos et posui vos ut eatis et fructum afferatis (Gv 15,16), affinché l’amore di diffonda e si moltiplichi. Sono passati ottant’anni dal 7 giugno 1940, giorno della dedicazione della Cappella del Seminario, ma il suo messaggio, denso di significato, interpella ancora. L’hanno voluta così coloro che l’hanno pensata, progettata e realizzata con cura, fin nei minimi particolari. Fu il vescovo Salvatore Russo, nel 1934, a volerla come dono della Diocesi al Seminario. Per questa “mirabile impresa” invitò tutti a contribuire, anche a costo di sacrifici, ciascuno secondo le proprie possibilità. A seguire quotidianamente i lavori, che si protrassero dal 1934 al 1939, fu mons. Michele Cosentino, in stretto rapporto di collaborazione con il progettista, l’ing. Salvatore Vicari, con il presidente e il vice presidente della Commissione Diocesana di Arte Sacra, il dott. Agostino Pennisi e il can. Mariano Fiorini. Oltre alle numerose e qualificate maestranze fu il pittore Francesco Patanè ad impreziosire quest’opera da tanti ritenuta il suo capolavoro. Auguri, dunque, alla comunità del Seminario, che accoglie al suo interno questo scrigno di spiritualità e di arte, luogo che ancora oggi avvolge nel mistero della vita e di un amore che tutto sostiene. Don Giovanni Mammino


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DAL DIARIO DI CRONISTORIA DEL SEMINARIO

Ve nerdì 7 giugno 1940

Si inizia alle ore 8 pre cise la Consacrazione della Cappella. Vescovo Consacrante, Mons. Evasio Colli, Vescovo di Parma. A sera la sole nne processione dalla Catte drale. È molto indovinato il pe nsiero. È la Catte drale, la Chiesa Madre che dà le Sacre Spe cie al Se minario. Porta il SS. Mons. Addeo, Vescovo di Nicosia. Pre nde parte il Clero, gli ordini religiosi (Dome nicani e Francescani) e una folla imme nsa, che divie ne se mpre più impone nte. Il Viale S. Martino è tappezzato di ginestra odorosa, prove nie nte da Pe nnisi e da Milo. Lo spettacolo di questo giallo tappeto è bello. In piazza S, Martino Mons. Rettore va incontro al Santissimo. Si e ntra poi processionalme nte nel cortile interno del Se minario fino all’altezza dell’Altare che era stato costruito e artisticame nte addobbato dalla ge nialità di P. Cose ntino presso la grotta, in mezzo alle aiuole della villetta, sotto il grande albero che ivi si trova come un gigantesco padiglione. Frattanto il commissario di P. Sic. faceva sforzi ercule i per arginare la folla. Circa un due mila persone poterono e ntrare nel cortile. Altre 5.000 persone circa se ne tornarono disilluse. Prima della elevazione il Vescovo diocesano rivolge ai prese nti alate parole. Dopo la be ne dizione la processione si ricompose e tutto il Clero si portò nella Cappella dove fu deposto il SS. Si chiudeva così la giornata me morabile. Erano prese nti 4 Vescovi: Mons. Colli, Mons. Addeo, Mons. Calabretta, Mons. Russo.


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Ti loderò tra i popoli, Signore


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LA MISSIONE

P

iù di 50 anni fa con il documento conciliare Ad gentes la “missione” diventava cittadina di diritto nella vita della Chiesa innescando un processo di rinnovamento che avrebbe mostrato i suoi frutti non immediatamente. Accogliendo le sfide del mondo contemporaneo, il Vaticano II, poneva la missione dalla periferia al cuore della Chiesa: un cambiamento di prospettiva che, trovando non pochi ostacoli e resistenze, si rendeva quanto mai necessario. Cogliere i segni dei tempi e ridipingere il volto della Chiesa per annunciare la Verità sempre eterna in un mondo che cambia: questo l’obiettivo dei padri conciliari. Un’ esigenza, ormai divenuta necessità e che la Chiesa non poteva più ignorare. È con Papa Francesco che, il seme gettato da Ad Gentes, seppure con le dovute novità suscitate dallo Spirito, ha mostrato i primi frutti di quel sospirato rinnovamento che il Santo Padre Giovanni XXIII nel suo discorso di indizione di Concilio aveva intravisto. Ed è proprio Evangelii Gaudium a presentare il nuovo modello di Chiesa “in uscita”. Una chiesa “ospedale da campo” china sui solchi di questa umanità ferita per servirla con il balsamo di una fede

autenticamente pratica; una Chiesa, non trincerata dietro a monolitiche dottrine, ma in movimento capace di porsi in dialogo universale; una Chiesa “buon pastore” capace di camminare “con” ed “in mezzo” al suo popolo; una Chiesa “tenera madre” che non teme di spalancare le porte del suo cuore a quanti si sono allontanati; una Chiesa attenta che sappia vestire gli abiti della povertà, della quotidianità e della discrezione per correre incontro agli ultimi e fare delle periferie la sua casa, dello scarto il primo interlocutore del suo annuncio, degli esclusi la sua missione. Una Chiesa dunque tutta impegnata a vivere la gioia e la speranza del Vangelo che si sforzi di annunciare tutti la bellezza della buona notizia. “Missione”, così intesa, è dunque uno di quei termini, che non possono mancare nel glossario di un giovane che si prepara a vivere il sacerdozio ministeriale. «Non è possibile – ricorda il Papa - vivere il sacerdozio senza una missione». Cosimo Gangemi


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Esperienza nelle parrocchie «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura» (Mc 16,15) ome di consueto, il nostro Seminario Vescovile invia i seminaristi a fare esperienza pastorale in parrocchie della nostra Diocesi, che sono diverse da quelle di provenienza. Questo solitamente avviene, tranne in alcuni casi, già dal terzo anno di seminario. Molte volte per i fedeli, queste decisioni prese dai superiori possono sembrare strane o addirittura insolite, poiché quel figlio che si è formato nella propria comunità parrocchiale viene “tolto” improvvisamente per inviarlo in altre comunità che non si conoscono. In tutti questi anni di permanenza nel seminario ho avuto modo di fare molteplici esperienze pastorali, in diverse comunità parrocchiali e con diversi parroci, ma soprattutto ho conosciuto tantissime persone che ancora oggi sono rimasti nel mio cuore e tra gli affetti più cari. Chiaramente il servizio che un seminarista può svolgere all’interno di una comunità parrocchiale è sempre legato alle decisioni che il parroco di quella comunità prende. Non un vicario parrocchiale, ma un seminarista che a piccoli passi e sull’esempio dei sacerdoti comincia a gattonare, come un bambino, su prospettive future che lo porteranno a guidare una comunità che il vescovo gli affiderà. Ogni volta che si arriva in una nuova comunità è inevitabile che tra il seminarista e i nuovi parrocchiani

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FORMAZIONE CULTURALE

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n elemento indispensabile per la crescita umana di chi si forma al sacerdozio è la capacità di mettersi in dialogo con l’altro, con realtà diverse dal Seminario, mediante l’approfondimento di temi importanti nel panorama odierno. Pur nella brevità della vita comunitaria di quest’anno, abbiamo avuto avuto l’opportunità di vivere alcuni momenti importanti, sotto questo punto di vista. Tra i più belli, vi è la partecipazione all’esecuzione del Requiem di W. A. Mozart presso il Teatro Massimo Vincenzo Bellini di Catania, e la presentazione di libri. Altre opportunità di confronto sono state le “serate culturali”, nelle quali, attraverso la visione di film o documentari e relativi dibattiti, abbiamo potuto affrontare argomenti di varia natura.

si inneschino nuove amicizie, che talvolta permangono anche dopo un nuovo cambiamento; allo stesso modo non può essere dimenticato qual è l’obiettivo per cui si è inviati: condurre e parlare a tutti di Cristo che è Via, Verità e Vita. Queste esperienze sono per noi un bagaglio che dobbiamo conservare e custodire gelosamente, poiché esse ci arricchiscono e ci formano alla futura vita sacerdotale e pastorale alla quale siamo chiamati. Pregate per i sacerdoti ma soprattutto siate vicini a noi seminaristi perché possiamo crescere e formarci secondo l’esempio del cuore di Cristo Buon Pastore. Rosario Raciti


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Esperienze di Carità «Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (Mt 25,40).

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ll’interno della formazione pastorale dei seminaristi, il Seminario, oltre al tirocinio pastorale personale in parrocchia, promuove delle esperienze caritative volte all’incontro di Cristo nell’altro. Queste attività vedono i seminaristi impegnati in varie realtà presenti in Diocesi. Tra queste troviamo la Mensa S. Camillo, la Comunità “Giovanni XXIII”, la Madonna della Tenda e l’Ospedale. Alla Mensa S. Camillo si avverte la volontà, da parte degli operatori, di far sentire la presenza di una famiglia a chi non ce l’ha, come il festeggiare un compleanno. Si fa l’esperienza di più culture e più fedi che condividono la stessa mensa. Ciò è importante nell’ottica dell’alterità e dell’integrazione ed infine, stando a contatto con persone che vivono nel disagio, come dice papa Francesco si fa l’esperienza del “sentire l’odore delle pecore”. Alla Comunità “Giovanni XXIII” si fa la straordinaria esperien-

za del grande tesoro della presenza Eucaristica in casa, del sostegno a ragazzi con disabilità, di condividere il pranzo e vivere le difficoltà che comporta la famiglia “allargata”. Si apprezza il carisma di chi vive una paternità ed una maternità spirituale oltre che naturale. Si vive l’impostazione di una chiesa domestica, si apprezza l’esistenza di una vita “sacrificata”, spesa e donata per la famiglia. Alla Madonna della Tenda colui che non rientra nei canoni della normalità fisica e che quindi per la società odierna va scartato, qui è trattato da figlio o fratello, alla luce di quanto dice papa Francesco di abitare le periferie esistenziali. Inoltre, la possibilità di dare un piccolo aiuto nei compiti per casa, si riceve tantissimo dall’affetto dei ragazzi, attraverso un abbraccio o un sorriso. All’Ospedale si fa esperienza del dolore e si cerca di dare conforto attraverso una parola o anche il semplice “stare”. Fra Giammaria Mazzilli


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Mi indicherai il sentiero della vita N

ella vita di ogni uomo non c’è dono più bello di vivere la propria esistenza come risposta libera ad una chiamata d’amore e di impegnarsi a viverla ancor più radicalmente nelle varie tappe che si susseguono. L’ordinazione diaconale ricevuta per mezzo dell’imposizione delle mani del nostro Vescovo e avvenuta lo scorso 29 febbraio è stata un insieme di emozioni, di gioia ma anche di ansia, quest’ultima legata a ciò che poi sarebbe accaduto: il diffondersi del Covid-19. Senza dubbio però i sentimenti che hanno prevalso la sera dell’ordinazione sono quelli di sincera gratitudine al Signore per il dono che mi ha fatto, cioè, quello di consacrarmi totalmente a Lui e di servirLo nella gioia in questa Chiesa per i fratelli. Se le emozioni quella sera saranno state tantissime, due sono i momenti che mi porto profondamente nel cuore: durante la processione introitale sono stati tanti i volti che ho avuto modo di vedere, in ogni volto ho rivisto un frammento di tempo passato insieme e tutto questo mi ha sorretto ancor di più a dire con più energia il mio “Sì” a Dio e alla Chiesa; mentre, un altro momento profondo è stata la prostrazione e l’invocazione dei Santi… per un momento ho avuto consapevolezza di non essere solo circondato dalle persone a me care, ma dalla carezza dei Santi e dalla loro protezione.

S

ono passati poco più di due mesi e ancora la gioia, e al contempo l’agitazione di quel famoso 29 febbraio 2020, sembrano risiedere dentro la mia vita. Se parlo di agitazione è senz’altro perché l’incontro con il Signore attraverso la tappa del diaconato si fa sentire sempre di più, specie perché la vita viene stravolta non dalle grandi cose, ma dall’unica persona che è Dio, il quale si fa presente ora più che in passato con la sua Parola e con il servizio verso il prossimo nella mia vita. Tutta la celebrazione si è svolta magnificamente, ma tra i momenti più belli, in particolare due, vi sono: la “Litania dei Santi”, durane la quale ho avuto modo di sperimentare la mia pochezza dinnanzi a Dio, rimanendo a stretto contatto con il freddo pavimento della Cattedrale, e l’abbraccio con il nostro carissimo vescovo e dopo con il mio compagno Rosario Di Bartolo, con il quale abbiamo trascorso più di sei anni del nostro cammino in Seminario. Grato al Signore per questo grande dono, chiedo a voi tutti di pregare per me così come io lo farò senz’altro per tutti voi, soprattutto in questo momento in cui l’umanità intera è trafitta dal Coronavirus, in spirito di comunione e amore fraterno. Che Dio ci benedica tutti e la Vergine Immacolata ci sostenga in questo arduo cammino di fede verso la santità.

Don Rosario Di Bartolo

Don Sebastiano Giovanni Guarrera

MINISTRI PER LA CHIESA

N

ell’anno formativo corrente, la Comunità del Seminario ha vissuto dei momenti profondi di letizia e grazia. Anche se in tempi differenti, sei seminaristi hanno ricevuto i Ministeri del Lettorato e dell’Accolitato. In particolare Mons.

Antonino Raspanti ha conferito, il 30 novembre u.s. nella Basilica Cattedrale, l’Accolitato a: Rosari Raciti della Parr. “Cuore Immacolato di Maria” in Acireale, Andrea Grasso della Parr. “Sant’Isidoro A.” in Giarre e Fra Giammaria Mazzilli della Com. “Fiat! Totus Tuus” in Linguaglossa. Inoltre il Lettorato è stato conferito il 24 gennaio u.s., in prossimità della Domenica della Parola voluta da Papa Francesco, nella Parr. “San Paolo” in Acireale ai seminaristi: Cosimo A. Gangemi della Parr. “Maria SS. del Monte Carmelo” in Aciplatani, Rosario Pittera della Parr. “Cuore Immacolato di Maria” in Acireale e Mattia Cantali della Parr. “Sacro Cuore” in Randazzo. In modo particolare per questi ragazzi e per tutti noi, la Parola e l’Eucarestia sono il fondamento della Vita della Chiesa, del cammino di conversione di ognuno e del percorso di formazione e di discernimento di chi si prepara al Sacerdozio. Questi Ministeri ci invitano, dunque, a tenere viva la consapevolezza che la Chiesa si fonda sulla Parola e sull’Eucarestia e che l’Annuncio, la missione a cui tutti siamo chiamati: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura» (Mc 16,15) costituiscono il primo e fondamentale gesto di carità verso i nostri fratelli. Mattia Scuto


Ti amo Signore mia forza H

o visto l’Amore vincere. Nella mia esistenza, nella mia storia. Il Signore mi chiede di annunciarlo al mondo! Sono stato Ordinato Sacerdote lo scorso 4 gennaio e, in meno di dieci giorni, mi sono ritrovato in Spagna, a Pamplona, per continuare gli studi di Teologia iniziati a settembre. Ho sempre pensato che da studente il mio ministero sacerdotale potesse essere abbastanza “atipico”, ma il Signore chiama, e presenta sentieri spesso poco convenzionali ma pur sempre straordinari dove ci dà l’opportunità di far risuonare la bellezza della propria vocazione. Di fatto, il Signore, in questi primi mesi di ministero, mi ha chiamato a vivere lontano dalla nostra Chiesa di Acireale ma a contatto con sacerdoti provenienti da tutto il mondo. È stata senza dubbio un’esperienza meravigliosa che mi ha permesso di conoscere il volto di una Chiesa molto diversa dalla nostra: una Chiesa che non si ferma nonostante i numerosi ostacoli e le persecuzioni. È il bello è proprio questo: la Chiesa ha un volto bellissimo, perché Gesù non ha confini e il suo Vangelo arriva in tutto il mondo. Questa esperienza in terra straniera mi ha davvero fatto scoprire una Chiesa che sa accogliere, che sa sostenerti e sa pregare, ed è questa Chiesa che voglio amare e servire come Cristo l’ha amata e ha dato la sua vita per lei. Il segreto è Innamorarsi di Cristo! Ogni giorno. Cristo fa luce nel nostro cammino. In Lui si scopre ogni giorno un compagno di viaggio che sa sempre ascoltare. È vero, in questi ultimi mesi, a causa di questa pandemia, il Signore mi ha fatto scoprire cosa vuol dire servire la Chiesa sperimentando la lontananza dalla Diocesi, dalla famiglia, dagli affetti più cari, ma sperimentando, allo stesso tempo, la dolcezza e il peso di ogni gesto, di ogni parola, di ogni sorriso e di ogni lacrima di chi confida nelle mie preghiere. Nonostante le difficoltà non ho mai smesso di fidarmi, di avere fiducia in Dio, di gettarmi nel suo abbraccio senza fine, di ascoltare il battito del Cuore di Cristo per sincronizzarlo al mio. Onestamente, non avrei mai pensato di scrivere per il Solco portando così tanti sentimenti di gratitudine nel cuore. Sono trascorsi alcuni mesi da quando ho già avuto la gioia di celebrare la mia prima messa in Seminario e ricordo ancora la gioia che ho provato. Tremo ancora, ogni volta, in ogni celebrazione, quando tengo in mano il Corpo e il Sangue di nostro Signore. Pregate per me perché possa sempre conservare questa consapevolezza e la bellezza di questa chiamata. E non dimenticate mai di pregare per la grande famiglia del nostro Seminario. Ti amo, Signore, mia forza. Don Rosario Pappalardo

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Racconto di un’ordinazione Nella Cappella Maggiore, specie nel passato, si sono svolte molte celebrazioni riguardanti il cammino vocazionale dei seminaristi, quali quelle degli “ordini minori” o “maggiori”, secondo l’antica denominazione. Talvolta, avvenivano anche delle ordinazioni presbiterali. È il caso del 18 marzo 1961, l’ultima ordinazione celebrata nella nostra Cappella. Tra gli ordinandi vi era Sua Em.za il Card. Paolo Romeo, a cui abbiamo chiesto un ricordo di quel giorno.

L

a Cappella del nostro Seminario è stata per me un punto di riferimento sempre presente. Fin dai tempi della formazione, è stato lo spazio dell’incontro con il Signore nella preghiera, dove far esperienza di quell’Amore che ti ha scelto. Ma anche durante gli anni del ministero ho continuato a sentire l’esigen-

za di dover tornare a quel luogo chiave del mio sacerdozio. È lì che ho ricevuto, infatti, l’ordinazione presbiterale. E per questo, ogni volta che ho avuto bisogno di attingere alla forza della misericordia di Dio, di «ravvivare il dono di Dio» (cfr 2Tim 1,6) per il servizio alla Chiesa, sono tornato a questa sorgente, anche quando fisicamente ero molto lontano. L’ordinazione avvenne il 18 marzo del 1961. Fu una celebrazione raccolta, intima. Eravamo un piccolo gruppo di ordinandi. Il vescovo che presiedeva la celebrazione era Mons. Angelo Calabretta, vescovo di Noto. Ciò accadde perché il vescovo diocesano, Mons. Salvatore Russo era ormai molto provato dai problemi alla vista. Era presente, però, alla celebrazione e assisteva al rito liturgico. Questo particolare dell’ordinazione ha avuto in me un’eco profonda, per quello

che è stato il mio ministero sacerdotale. Al momento della promessa d’obbedienza, come prevedeva il rito per il caso particolare in atto, il vescovo celebrante chiese a noi ordinandi «filiale rispetto ed obbedienza» a lui ed anche al vescovo diocesano. Il fatto di consegnare definitivamente la mia vita a Cristo nelle mani di un vescovo diverso da quello della mia diocesi, ma sentendo contemporaneamente lo sguardo della Chiesa diocesana che mi accompagnava, è stato ciò che mi ha aiutato a leggere il servizio che poi mi fu chiesto verso la Chiesa universale e la Santa Sede dentro il grande piano d’amore di Dio. Ripensare alla Cappella è perciò un fare memoria e un rendere grazie per le persone incontrare, per gli eventi vissuti, ma soprattutto per i grandi doni ricevuti dal Signore.


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In Memoriam «E IL VOSTRO FRUTTO RIMANGA» «Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga» (Gv 15,16).

Q

uesta frase evangelica può ben sintetizzare la vita e il ministero di due sacerdoti del presbiterio di Acireale recentemente scomparsi: Don Attilio Gangemi e il Can. Salvatore Pappalardo, sempre vicini al Seminario. Don Attilio Gangemi nacque a Randazzo il 3 dicembre 1943. Alunno del Seminario Vescovile di Acireale dal 1955 al 1965, fu ordinato presbitero il 16 luglio 1967 da Mons. Pasquale Bacile. Tutta la vita di Don Attilio è stata dedicata allo studio, alla meditazione e alla trasmissione della Sacra Scrittura. L’amore per la Parola di Dio, sviluppatosi negli anni di studio a Roma, permeò l’intera sua esistenza e caratterizzò tutti gli incarichi che ricoprì negli anni. Di essi ne ricordiamo particolarmente due: Rettore del nostro Seminario dal 1979 al 1992, e docente presso lo Studio Teologico “San Paolo” di Catania. Uomo semplice e timido, autorevole ma mai autoritario, dotato di un sottile humour, è impossibile immaginarlo senza l’espressione “Amici!” che usava rivolgere a chiunque incontrasse. Don Attilio ha terminato improvvisamente la sua esistenza terrena il 21 ottobre 2019. Il Canonico Salvatore Pappalardo è nato l’8 novembre 1920 ad Aci Catena. Ordinato presbitero il 18 luglio 1943, fu poi inviato a Milano, dove conseguì la Laurea in Lettere. Dedicò interamente la sua vita e il suo ministero all’insegnamento, ricoprendo l’incarico di docente di lettere, dapprima presso il nostro Seminario e poi presso gli istituti statali, concludendo la sua carriera come preside. Fu anche autore di diverse pubblicazioni, nelle quali spesso traspariva il suo animo giocoso e vivace, e il ricordo grato verso il Seminario. Il 6 febbraio 2020, alla veneranda età di 99 anni, ha concluso la sua lunga giornata terrena. Affidando alla Divina Misericordia le anime di questi due nostri presbiteri, ringraziamo il Signore per il dono delle loro vite. La loro grande eredità, spirituale e umana, non verrà certo dimenticata. Gianluca Franco


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Ricordo di p. Attilio del Rettore SALUTO DEL RETTORE DON MARCO CATALANO IN OCCASIONE DEL TRIGESIMO DI DON ATTILIO GANGEMI 25 NOVEMBRE 2019 Eminenza reverendissima, Eccellenze reverendissime, Stimati confratelli, Cari seminaristi, a poco tempo dalla triste ed inaspettata scomparsa di don Attilio Gangemi occorsa lo scorso 21 Ottobre, la comunità del Seminario Vescovile sente il bisogno di ricordarlo nella preghiera, offrendo in suo suffragio il sacrificio eucaristico. Si tratta non solo di un atto dovuto, ma soprattutto di un atto voluto; un atto voluto perché sgorga dal cuore; un atto voluto perché esprime riconoscenza e gratitudine per lo zelo e la competenza con cui don Attilio Gangemi ha servito non solo il nostro Seminario, non solo la nostra diocesi, ma la Chiesa intera. E la vostra numerosa presenza questa sera – nonostante i tanti impegni pastorali che ci accompagnano – testimonia ed esprime tutto ciò, ancora meglio delle mie parole. Nel porgere il saluto del nostro vescovo S.E.R. Mons. Antonino Raspanti e di S.E.R. Mons. Paolo Urso, impossibilitati questa sera ad essere presenti, desidero anzitutto ringraziare S.E.R. Mons. Giuseppe Costanzo, arcivescovo emerito di Siracusa, per avere accettato di presiedere questa eucarestia, nonostante la salute a tratti cagionevole e la distanza da percorrere per raggiungerci. Ecc.za Rev.ma, le diciamo grazie perché il ricordo che ci darà di don Attilio è impreziosito non solo dal fatto di essere stato Rettore del nostro Seminario negli anni immediatamente precedenti l’arrivo dello stesso don Attilio, ma anche perché tale ricordo è impreziosito dall’affinità che Lei ha condiviso con don Attilio per lo studio della Sacra Scrittura. Desidero ringraziare anche Sua Emin.za il signor cardinale Paolo Romeo, alunno di questo Seminario nei primi anni

Desidero ringraziare i confratelli diocesani che stasera si sono uniti a noi: non solo coloro che sono stati compagni di Seminario di don Attilio, non solo coloro che hanno conosciuto don Attilio come proprio Rettore, ma anche tutti coloro che lo hanno conosciuto nello spirito della semplice fraternità sacerdotale. Ed infine desidero ringraziare soprattutto quei confratelli che ci hanno raggiunti da fuori diocesi, testimoni di quel tempo in cui nel nostro Seminario venivano ospitati anche i seminaristi di Caltagirone, Nicosia, Noto e Siracusa. Anche per loro don Attilio è stato il “padre Rettore”, il padre che ha guidato ed accompagnato il loro cammino di discernimento e formazione. È inutile negare che la scomparsa di don Attilio ha lasciato nella nostra diocesi un vuoto difficilmente colmabile, perché con lui è venuto meno un grande uomo, un grande studioso ed un grande sacerdote. È venuto meno un grande uomo perché, umile e discreto, era sempre pronto all’ascolto; e come non dimenticare il suo ampio abbraccio e l’espressione con cui era solito rivolgersi agli alunni ed ai fedeli: “amici!”. È venuto meno un grande studioso perché non solo si è accostato con competenza ed originalità allo studio della Parola di Dio, ma soprattutto perché ha fatto innamorare migliaia di alunni a tale Parola. È poi venuto meno un grande sacerdote perché la sua umanità ed il suo studio non sono mai stati altro dal suo essere sacerdote: un sacerdote certamente plasmato dalla Parola di Dio di cui era Maestro, Testimone e Servo: Maestro perché lo ricordiamo insegnante allo Studio Teologico “San Paolo” ed all’Istituto di Scienze Religiose “Sant’Agostino”, così come

della sua formazione e proprio in questa Cappella ordinato presbitero, così come ringrazio anche S.E.R. Mons. Giuseppe Malandrino, il vescovo durante il quale don Attilio ha operato il suo incarico di Rettore in Seminario. Li ringrazio per la loro presenza e l’attestazione di stima che ci testimoniano verso chi ha servito questa comunità nel delicato compito del discernimento vocazionale e della formazione.

relatore di centinaia di tesi; Testimone perché lo ricordiamo sempre disponibile ad annunciare tale Parola attraverso la predicazione di catechesi e ritiri spirituali; ed infine Servo perché, pur conoscendo questa Parola a memoria in italiano ed anche nella lingua originale, ha mantenuto ed ha trasmesso verso Essa un atteggiamento di sacro rispetto e riverenza. Ai più il caro don Attilio sarebbe potuto apparire come l’uomo che


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possedeva la Parola, ma in verità era sì l’uomo della Parola, ma non perché la possedesse, ma perché si faceva possedere e plasmare da Essa. Ci troviamo in Seminario, luogo tanto caro non solo a don Attilio seminarista, ma anche a don Attilio presbitero ed a don Attilio Rettore. Ed a tal proposito, in punta di piedi, mi sembra di compiere un atto di giustizia nel riconoscere un grande merito verso chi diversi anni fa mi ha preceduto nella guida di questo Seminario: è il merito di avere istituito la Giornata Sacerdotale, giornata in cui annualmente ricordiamo i giubilei sacerdotali. Il Seminario non rimane pertanto solo il luogo del discernimento e della formazione al presbiterato, ma diviene anche il luogo in cui si rende visibile la dimensione del presbiterio in cui il nostro sacerdozio è incorporato. Se il Giovedì Santo nella Messa Crismale rinnoviamo come unico presbiterio il nostro legame a Cristo ed alla Chiesa, durante la Giornata Sacerdotale viviamo i vincoli di fraternità sacerdotale che da tale legame dipendono. È per tale ragione che al termine di questa celebrazione v’invito a condividere un modesto momento di agape fraterna, segno di quella comunione presbiterale che in verità stava così tanto a cuore al caro don Attilio. A don Attilio Gangemi, Rettore di questo Seminario dal 1979 al 1992, va la gratitudine dell’intera comunità diocesa-

na e delle comunità diocesane sorelle di Caltagirone, Nicosia, Noto e Siracusa non solo per avere formato più generazioni di presbiteri, ma soprattutto per avere svolto il proprio servizio con competenza, dedizione, amore e spirito di donazione. Il filosofo danese S. Kierkegaard affermava che «La vita si comprende solo guardando indietro, ma si può vivere solo guardando avanti». Stasera noi volgiamo il nostro sguardo indietro per ri-cordare (riportare al cuore) un’immagine, una parola, un gesto, o un insegnamento di don Attilio, ma al tempo stesso, sostenuti dalla fede nella comunione dei santi, volgiamo il nostro sguardo in avanti perché tale memoria sia lievito di comunione e fortificazione nel cammino della fede. Mi piace concludere facendo risuonare ancora una volta in questa Cappella quelle parole che don Attilio ha certamente rivolto tante volte ai seminaristi del tempo, parole che ci ha consegnato nel suo libro “Gesù sposo”: «Consacrato dallo Spirito Santo, sacramento di Gesù sacerdote, il presbitero non può non essere anche segno di Gesù sposo…. Gesù è lo sposo, che, mediante un’opera sacerdotale, si procura una sposa, la chiesa, per unirla a sé in mistiche nozze». Adesso siamo certi che per don Attilio, sposo di Gesù sacerdote, è giunto il tempo delle mistiche nozze, nozze in cui la fede cede il passo alla visione ed alla contemplazione dell’eterno amore di Dio Padre.


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Resoconto Offerte 2018-2019

I. DALLE PARROCCHIE ACIREALE Cattedrale – S. Maria dell’Itria Cuore Immacolato di Maria Maria SS. del Carmelo Madonna della Fiducia Maria SS. del Suffragio Maria SS. di Loreto S. Caterina S. Cuore S. Giovanni Evangelista S. Giuseppe S. Maria degli Angeli S. Michele S. Paolo SS. Salvatore ACIREALE (frazioni) Aciplatani Baracche Capomulini Fiandaca Guardia Mangano S. Maria delle Grazie Pennisi Piano D’Api Pozzillo S. Cosmo S. Giovanni Bosco S. Maria Ammalati S. Maria La Scala S. Tecla Scillichenti Stazzo ACIBONACCORSI S. Maria dell’Indirizzo Maria SS. Ritornata (Lavina)

2018

2019

1.300,00 150,00 40,00 ----70,00 250,00 ----50,00 100,00 50,00 ----80,00 700,00 350,00

900,00 150,00 100,00 ----70,00 150,00 20,00 100,00 100,00 ----140,00 ----700,00 350,00

300,00 50,00 50,00 ----320,00 50,00 150,00 ----60,00 200,00 200,00 50,00 ----150,00 200,00 100,00 100,00

250,00 -----

150,00 50,00 20,00 ----150,00 50,00 200,00 ----60,00 200,00 200,00 70,00 50,00 50,00 200,00 120,00 120,00

310,00 100,00

ACICASTELLO S. Mauro Abate Acitrezza S. Maria La Nova (Acitrezza) Cannizzaro Ficarazzi Stella Maris (Cannizzaro)

300,00 400,00 100,00 250,00 150,00 115,00

300,00 450,00 100,00 110,00 100,00 50,00

ACI CATENA Matrice S. Giacomo S. Lucia S. Maria della Consolazione Aci S. Filippo S. Nicolò

100,00 60,00 200,00 35,00 125,00 80,00

----60,00 200,00 50,00 400,00 50,00

ACI S. ANTONIO Matrice Monterosso Lavinaio S. Maria La Stella

2018

2019

300,00 30,00 50,00 180,00

300,00 50,00 50,00 200,00

CALATABIANO Maria SS. Annunziata Pasteria

200,00 -----

250,00 120,00

CASTIGLIONE Matrice Mitogio-Gravà Solicchiata Passopisciaro

200,00 15,00 ----60,00

80,00 20,00 ----120,00

GIARRE Matrice Gesù Lavoratore Regina Pacis S. Francesco Altarello Macchia S. Camillo Sciara S. Leonardello S. Giovanni Montebello S. Maria La Strada Trepunti

350,00 508,00 ----50,00 5,00 200,00 150,00 10,00 50,00 250,00 50,00 50,00

350,00 100,00 ----200,00 5,00 200,00 ----10,00 30,00 250,00 70,00 60,00

FIUMEFREDDO Matrice Castello

300,00 100,00

300,00 100,00

LINGUAGLOSSA Matrice e S. Francesco SS. Antonio e Vito

200,00 100,00

300,00 100,00

MASCALI Matrice Carrabba Fondachello Nunziata Puntalazzo S. Antonino S. Venera Tagliaborsa

270,00 100,00 50,00 150,00 50,00 50,00 70,00 20,00

300,00 100,00 50,00 150,00 50,00 50,00 70,00 20,00

MILO S. Andrea Fornazzo

130,00 20,00

100,00 30,00

PIEDIMONTE Matrice Presa-Montargano Vena

----50,00 150,00

200,00 ----250,00

A motivo delle difficoltà causate dalla pandemia per Covid-19, la Giornata pro-Seminario viene rimandata alla Prima Domenica d’Avvento (29/11/2020)


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RANDAZZO Matrice Maria SS. del Carmelo S. Cuore S. Francesco di Paola S. Martino S. Nicolò Montelaguardia

250,00 50,00 100,00 50,00 50,00 50,00 80,00

220,00 30,00 200,00 50,00 50,00 50,00 -----

RIPOSTO Matrice Maria SS. del Carmelo S. Giuseppe Immacolata di Lourdes Ss. Apostoli Torre Archirafi Carruba

200,00 100,00 200,00 100,00 80,00 100,00 150,00

150,00 100,00 100,00 100,00 200,00 100,00 150,00

S. ALFIO S. Alfio

250,00

100,00

S. VENERINA S. Venera S. Cuore Maria Vergine Cosentini Dagala Monacella Linera

50,00 50,00 --------150,00 50,00 10,00

25,00 25,00 88,00 20,00 300,00 50,00 20,00

VALVERDE Santuario Maugeri

580,00 100,00

405,00 -----

13.533,00

13.810,00

2018

2019

100,00 155,00

100,00 100,00

20,00

-----

-----

200,00

30,00

-----

100,00

-----

120,00

184,00

-----

50,00

525,00

634,00

TOTALE

II. DA ALTRE CHIESE Basilica S. Sebastiano (Acireale) Basilica S. Pietro (Acireale) Chiesa S. Antonio di Padova (Acireale) Chiesa S. Maria dell’Indirizzo (Acireale) Chiesa S. Martino (Acireale) Chiesa S. Antonio alla Badia (Giarre) Chiesa Convento Cappuccini (Linguaglossa) Chiesa dell’Annunziata (Randazzo) TOTALE

III. OFFERTE VARIE S. E. R. Mons. Antonino Raspanti (in occasione 60° compleanno) S. E. R. Mons. Giuseppe Sciacca S. E. R. Mons. Giuseppe Malandrino S. E. R. Mons. Giuseppe Malandrino (in occasione 40° episcopato) Mons. Giovanni Mammino (in occasione 25° sacerdozio) Sac. N. N. (in occasione anniversario sacerdozio) Sac. N. N. Sac. N. N. Sac. Mario Camera Sacerdoti (Giornata Sacerdotale) Sacerdoti (Giovedì Santo) Sacerdoti (Primo Vicariato) Sacerdoti (in occasione Trigesimo don Attilio Gangemi) Raccolta Veglia diocesana di Pentecoste Serra Club Parrocchia Immacolata – Dagala (in occasione ordinazione don Guarrera) Parrocchia Immacolata – Guardia (in occasione ordinazione don Grasso) Parrocchia S. M. del Rosario – Piedimonte Etneo (per ritiro Quaresima) Famiglia Badalà-Pennisi Famiglia Leonardi Famiglia Grasso-Muratori Famiglia Mangiagli-Lombardo Sig.ra Sara Arcidiacono (per rette seminaristi) Sig.ra Pina Militi Sig.ra Caterina Scalia Socio N.N. (Serra Club) N. N. (tramite parroco S. Tecla) N. N. (per retta seminarista) N. N. (per retta seminarista) N. N. (per n.3 rette seminaristi) N. N.

2019/2020 450,00 500,00 1.000,00 1.370,00 2.000,00 250,00 2.000,00 100,00 360,00 680,00 320,00 140,00 1.050,00 932,08 1.500,00 500,00 500,00 100,00 80,00 50,00 80,00 100,00 1.000,00 30,00 80,00 1.500,00 500,00 150,00 150,00 450,00 20,00

DONAZIONE SAC. ATTILIO GANGEMI

20.000,00

TOTALE

37.942,08

Dalle Parrocchie Da altre Chiese Altre offerte

13.810,00 634,00 37.942,08

TOTALE

52.386,08

IV. BORSE DI STUDIO (Aumenti e fondazioni dalla Pentecoste 2019) “San Francesco d’Assisi” (Sac. Carmelo Di Costa) 1.000,00

Il Seminario ringrazia vivamente quanti hanno generosamente aiutato sia economicamente che con l’apporto di beni in natura. Confida ancora per il futuro su questo aiuto e su tutti implora dal Signore abbondanti grazie e benedizioni. Per sostenerci: IBAN IT78X0760116900000017108952, intestato a Seminario Vescovile di Acireale.


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Il servizio diocesano della pastorale Vocazionale

P

er delineare meglio le prospettive del servizio diocesano della pastorale vocazionale mi piace partire da una considerazione riportata da Don Pino Puglisi; citando un noto logopedista, il Beato Pino Puglisi condivideva che la vocazione è “responsabilità”, risposta ad una chiamata appunto, responsabilità diverse secondo gli scopi di ciascuno: «Responsabilità verso le cose, le persone, le idee, verso i figli, i genitori, gli insegnanti. Una responsabilità non identica per tutti, ma diversa per ognuno. Una responsabilità che varia da persona a persona, e da situazione a situazione». Poi Don Pino completa l’asserzione con la risposta cristiana sulla vocazione: la vocazione di ogni uomo è vocazione all’amore che è Dio, è vivere in comunione con Lui. Quanto affermato fino ad ora costituisce il presupposto necessario che ci permette una adeguata comprensione della “Pastorale Vocazionale”. Esso è costituito da fratelli e sorelle, espressione della varietà dei carismi e ministeri della Chiesa (dai sacerdoti ai religiosi, dai laici consacrati agli sposi ed ai professionisti), impegnati in prima persona ad approfondire la propria fede, a curare una formazione specifica, e ad avere una intensa vita di preghiera. L’espressione attribuita al giovane Servo di Dio Carlo Acutis: «Tutti nasciamo originali, molti muoiono come fotocopie», mi ha dato la possibilità di capire ancora meglio cosa potrebbe essere la Pastorale Vocazionale: un servizio prezioso perché nessuno di noi

dimentichi la via verso l’originale, per favorire la piena realizzazione di ogni uomo, nella sua dimensione integrale. Questo significa essenzialmente “santità”. Il cuore di questo servizio è l’ascolto, inteso come un incontro di libertà sull’esempio di Cristo con i discepoli di Emmaus. Su un piano più pratico il Servizio di P.V. si inserisce nei vari ambiti della pastorale diocesana, tentando di sensibilizzare e valorizzare le dinamiche vocazionali che vi sottendono, e cercando di individuare un nesso di complementarietà tra i vari carismi e ministeri. «Dio ci destina gli uni al bene degli altri», ecco perché non si può pensare al servizio vocazionale come una realtà senza interazioni, ma piuttosto ad un servizio all’insegna della «complementarietà tra carismi e ministeri» come già augurava Don Pino Puglisi al Convegno Regionale per le Vocazioni svoltosi nel lontano 1988 ad Acireale: «Abbiamo bisogno di persone che siano cioè consapevoli che la vita ha un senso perché è una vocazione; bisogno di persone consapevoli di essere cioè chiamate da Dio nelle comunità in cui vivono per rendere ciascuna un servizio singolare unico, irripetibile, indispensabile, complementare a quello degli altri per dar vita a vere comunità che vivono la comunione nella varietà dei carismi e dei ministeri, dei talenti e dei servizi». Don Santo Leonardi

Giubilei sacerdotali 25° DI SACERDOZIO

60° DI SACERDOZIO

Don Mario Giuseppe Arezzi (1995 – 16 Settembre – 2020)

Don Giuseppe Cardillo (1960 – 14 Agosto – 2020)

Don Salvatore Blanco (1995 – 7 Ottobre – 2020)

Mons. Rosario Di Bella (1960 – 14 Agosto – 2020)

Don Vincenzo Calà Impirotta (1995 – 23 Settembre – 2020)

Don Stefano Presti (1960 – 14 Agosto – 2020)

Don Giuseppe D’Aquino (1995 – 10 Settembre – 2020)

Padre Diego Sorbello O.F.M.Cap. (1960 – 13 Marzo – 2020)

50° DI SACERDOZIO

65° DI SACERDOZIO

Don Sebastiano Saturnino (1970 – 15 Marzo – 2020)

Mons. Vincenzo Castiglione (1955 – 7 Agosto – 2020)



IN

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VM

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NUMERO UNICO DEL SEMINARIO VESCOVILE DI ACIREALE PENTECOSTE 2020


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