Frati della Corda Aprile 2013

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Frati della Corda Notiziario della Custodia di Terra Santa

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Aprile | 2013

PAGINA 4 Il Santo Padre accetta le dimissioni presentate da S.E. Mons. Giuseppe Nazzaro, OFM PAGINA 15 La sofferenza della Siria, bombardato il convento francescano PAGINA 31 La Custodia stupisce Versailles

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Indice santa sede

regione san paolo

La Chiesa non deve essere come «una babysitter che cura il bambino per farlo addormentare»

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Il Santo Padre accetta le dimissioni presentate da S.E. Mons. Giuseppe Nazzaro, OFM

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Memoria di San Giorgio: onomastico del Papa, auguri da tutto il mondo

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Curia generalizia Lettera a tutti i frati dell’Ordine dei Frati Minori 6 Letter to all the Brothers of the Order of Friars Minor 8 Carta a todos los Hermanos de la Orden de Hermanos Menores 10

patriarcato latino La Terra Santa nel cuore del Papa

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Curia Custodiale Comunicazioni del Padre Custode 13 Estratto dal verbale Discretorio 14 La sofferenza della Siria, bombardato il convento francescano 15 International Conference honoring Pope John XXIII in Jerusalem 16 Preparazione al Capitolo Custodiale 2013 18 Sintesi risultati dei Capitoli zonali 19 Agenda del Custode 21

sorella morte 22-23

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Due nuove testimonianze dalla Siria: bombardamenti alla cieca 24 Due vescovi rapiti alle porte di Aleppo 24

Cronaca della custodia

La mia prima Pasqua in Terra Santa Emergenza Egitto, la testimonianza di padre Vincenzo Iannello Il Santo Sepolcro a casa del Re Sole La Custodia stupisce Versailles

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varie iBreviary Pro Terra Sancta: la preghiera e la Terra Santa a portata di tablet I Media slovacchi pellegrini in Terra Santa Napoli: i comunicandi in Convento Giorno della commemorazione in Israele A Nazareth un centro per le famiglie del mondo “Linfa dell’ulivo” alla continua scoperta delle sue radici

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A Betlemme si è svolta la prima maratona della Cisgiordania 37 A scuola di mosaico: “Prof. perché ci porta in chiesa”? 39 Il primo simposio internazionale sul pellegrinaggio sostenibile 40 Più spazio per la preghiera al Muso del Pianto per ricomporre i dissidi? 41 Una trapunta per la pace 42 Un antico messale visibile alla mostra “I’m Gabriel”

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Fraternitas 44

Frati della Corda Notiziario della Custodia di Terra Santa

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PAGINA 4 Il Santo Padre accetta le dimissioni presentate da S.E. Mons. Giuseppe Nazzaro, OFM

Frati della Corda

PAGINA 15 La sofferenza della Siria, bombardato il convento francescano PAGINA 31 La Custodia stupisce Versailles

Notiziario della Custodia di Terra Santa FRATI DELLA CORDA Notiziario della Custodia di Terra Santa Edizione n. 04 Aprile 2013

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Santa Sede La Chiesa non deve essere come «una babysitter che cura il bambino per farlo addormentare» Roma, 18 aprile

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e così fosse sarebbe una «Chiesa sopita». Chi ha conosciuto Gesù ha la forza e il coraggio di annunciarlo. Allo stesso modo, chi ha ricevuto il battesimo ha la forza di camminare, di andare avanti, di evangelizzare. E «quando facciamo questo la Chiesa diventa una madre che genera figli» capaci di portare Cristo nel mondo. È questa in sintesi la riflessione proposta da Papa Francesco questa mattina, mercoledì 17 aprile, durante la celebrazione della messa nella cappella della Domus Sanctae Marthae, alla quale hanno assistito numerosi dipendenti dell’Istituto per le Opere di Religione. Tra i concelebranti i monsignori Vincenzo Pisanello, vescovo di Oria, e Giacinto Boulos Marcuzzo, vicario del patriarca di Gerusalemme dei latini per Israele. Durante l’omelia il Pontefice — commentando la prima lettura tratta dagli Atti degli apostoli (8,

1-8) — ha ricordato che «dopo il martirio di Stefano, scoppiò una violenta persecuzione contro la Chiesa di Gerusalemme. Abbiamo letto nel libro degli Atti che la Chiesa era tutta tranquilla, tutta in pace, la carità tra loro, le vedove erano curate. Ma poi arriva la persecuzione. Questo è un po’ lo stile della vita della Chiesa: fra la pace della carità e la persecuzione». E ciò accade perché questo, ha spiegato, è stata la vita di Gesù. In seguito alla persecuzione, ha proseguito il Pontefice, tutti fuggirono tranne gli apostoli. I cristiani invece «sono andati. Soli. Senza prete. Senza vescovi: soli. I vescovi, gli apostoli, erano a Gerusalemme a fare un po’ di resistenza a queste persecuzioni». Tuttavia quelli che erano fuggiti «andarono di luogo in luogo, annunziando la Parola». Proprio su costoro il Papa ha voluto focalizzare l’attenzione dei partecipanti. Essi «hanno lasciato la casa, hanno portato con sé forse poche cose; non avevano sicurezza, ma andarono di luogo in luogo annunciando la Parola. Portavano con sé la ricchezza che avevano: la fede. Quella ricchezza che il Signore aveva dato loro. Erano semplici fedeli, appena battezzati da un anno o poco più, forse. Ma avevano quel coraggio di andare ad annunziare. Ed erano creduti! E facevano anche miracoli! “Molti indemoniati espellevano spiriti impuri, emettendo alte grida, e molti paralitici e storpi furono guariti”». E alla fine: «“Vi fu grande gioia in quella città!”. Era andato anche Filippo Questi cristiani — cristiani da poco tempo — hanno avuto la forza, il coraggio di annunciare Gesù. Lo annunziavano con le parole, ma anche con la loro vita. Suscitavano curiosità: “Ma… chi sono questi?”. E loro lo dicevano: “Abbiamo

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Santa Sede

conosciuto Gesù, abbiamo trovato Gesù, e lo portiamo”. Avevano soltanto la forza del battesimo. E il battesimo dava loro questo coraggio apostolico, la forza dello Spirito». La riflessione del Papa si è quindi spostata sull’uomo di oggi: «Io penso a noi, battezzati, se abbiamo questa forza. E penso: “Ma noi, crediamo in questo? Che il battesimo sia sufficiente per evangelizzare? O speriamo che il prete dica, che il vescovo dica… E noi?”». Troppo spesso, ha notato il Pontefice, la grazia del battesimo è lasciata un po’ in disparte e noi ci rinchiudiamo nei nostri pensieri, nelle nostre cose. «A volte pensiamo: “No, noi siamo cristiani: abbiamo ricevuto il battesimo, abbiamo fatto la cresima, la prima comunione… e così la carta d’identità è a posto. E adesso, dormiamo tranquilli: siamo cristiani”. Ma dov’è questa forza dello Spirito che ti porta avanti?» si è domandato il Papa. «Siamo fedeli allo Spirito per annunciare Gesù con la nostra vita, con la nostra testimonianza e con le nostre parole? Quando facciamo questo, la Chiesa diventa una Chiesa Madre che genera figli» figli della Chiesa che testimoniano Gesù e la forza dello Spirito. «Ma — è stato il monito del Papa — quando non lo facciamo, la Chiesa diventa non madre, ma Chiesa babysitter, che cura il bambino per farlo addormentare. È una Chiesa sopita. Pensiamo al nostro battesimo, alla responsabilità del nostro battesimo». E per rafforzare il concetto espresso Papa Francesco ha ricordato un episodio accaduto in Giappone nei primi decenni del Seicento, quando i missionari cattolici furono cacciati dal Paese e le comunità rimasero oltre due secoli senza preti. Senza. Quando poi tornarono i missionari trovarono una comunità viva nella quale tutti erano battezzati, catechizzati, sposati in chiesa! E persino quanti erano morti avevano ricevuto una sepoltura cristiana. «Ma — ha proseguito il Papa — non c’è prete! Chi aveva fatto questo? I battezzati!». Ecco la grande responsabilità dei battezzati: «Annunciare Cristo, portare avanti la Chiesa, questa maternità feconda della Chiesa. Essere cristiano non è fare una carriera in uno studio

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per diventare un avvocato o un medico cristiano; no. Essere cristiano è un dono che ci fa andare avanti con la forza dello Spirito nell’annuncio di Gesù Cristo». Infine il Papa ha rivolto il suo pensiero alla Madonna la quale ha sempre accompagnato i cristiani con la preghiera quando erano perseguitati o dispersi. «Pregava tanto. Ma anche li animava: “Andate, fate…!”». «Chiediamo al Signore — ha concluso — la grazia di diventare battezzati coraggiosi e sicuri che lo Spirito che abbiamo in noi, ricevuto dal battesimo, ci spinge sempre ad annunciare Gesù Cristo con la nostra vita, con la nostra testimonianza e anche con le nostre parole». L’Osservatore Romano

Il Santo Padre accetta le dimissioni presentate da S.E. Mons. Giuseppe Nazzaro, OFM Città del Vaticano, 15 aprile 2013

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l Santo Padre accetta le dimissioni presentate da S.E. Mons. Giuseppe Nazzaro, OFM Vescovo di Aleppo e nomina il Reverendo P. Giorgio Abou Khazen, OFM Amministratore Apostolico “ sede vacante et ad nutum Sanctae Sedis” del Vicariato Apostolico di Aleppo dei Latini.

P. Giorgio Abou Khazen, nato a Ain Zebdeh - Libano- nel 1947 è stato ordinato sacerdote il 28 giugno 1973.
Dal 1973 ad oggi, p. Abou Khazen ha svolto gli uffici di Vicario Parrocchiale e Conventuale di S. Caterina in Alessandria d’Egitto, è stato Parroco di Gerusalemme e di Betlemme, membro della Commissione per la cura Pastorale, della Commissione Liturgica Custodiale, Assistente Custodiale dell’Ordine Francescano Secolare, Assistente Regionale per la Terra Santa dello stesso Ordine e, nel 1992, Discreto di Terra Santa.
P. Abou Khazen è l’attuale Guardiano e parroco del Convento San Francesco di Aleppo in Siria. 
Dal 2004 è Vicario Generale per la zona di Aleppo del Vicariato Apostolico dei Latini in Siria. www.custodia.org


Memoria di San Giorgio: onomastico del Papa, auguri da tutto il mondo 23 aprile

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ggi, memoria di San Giorgio, il Papa nel giorno del suo onomastico presiederà alle 10.00 nella Cappella Paolina, in Vaticano, una Messa con i cardinali residenti a Roma. La Radio Vaticana seguirà l’evento in diretta. In occasione di questa ricorrenza, tutta la Chiesa esprime il suo affetto per il Pontefice, Jorge Mario Bergoglio. Tantissimi gli auguri che stanno giungendo al Papa in queste ore da tutto il mondo. San Giorgio è venerato come martire di Cristo: secondo la tradizione visse nel III secolo. Ripercorriamo la storia di questo santo nel servizio di Debora Donnini: La figura di san Giorgio è avvolta nel mistero. Poche le notizie che ci sono pervenute sulla sua vita, molte, invece, le vicende leggendarie che gli sono attribuite. Quello che è certo è che il culto di san Giorgio è molto diffuso sia in Oriente sia in Occidente, fin dal IV secolo. Tanto per fare qualche esempio: 21 comuni italiani portano il suo nome, è patrono dell’Inghilterra e diversi re scelsero di chiamarsi come lui. Le poche notizie che si hanno sono nella “Passio Georgii” che

il “Decretum Gelasianum” del 496 classifica fra le opere apocrife. Si desume che san Giorgio sia nato in Cappadocia e sia stato educato dai genitori alla fede cristiana. Da adulto diventa tribuno dell’armata dell’imperatore di Persia Daciano ma secondo alcune recensioni si tratterebbe dell’armata di Diocleziano che nel 303 riprese a perseguitare i cristiani. Fu allora che Giorgio distribuisce i suoi beni ai poveri e, dopo aver strappato l’editto, confessa la sua fede, viene sottoposto a supplizi e buttato in carcere dove il Signore gli avrebbe predetto tre volte la morte e tre volte la risurrezione. Quindi gli agiografi raccontano una serie di episodi strabilianti. La leggenda del drago compare nel Medioevo quando viene elaborata la sua figura di cavaliere eroico. Si narra che nella città di Silene, in Libia, gli abitanti offrissero ogni giorno ad un drago che viveva in uno stagno, per placarlo, prima due pecore e poi una pecora e un giovane estratto a sorte. Un giorno fu estratta la figlia del re. Passando di lì Giorgio intervenne per salvarla trafiggendo il drago con la sua lancia. Quindi il re e la popolazione si convertirono alla fede cristiana. La storia influenzò profondamente l’arte figurativa posteriore simboleggiando, fra l’altro, la lotta contro il male. In opere letterarie successive come il “De situ terrae sanctae” di Teodoro Perigeta del 530 circa, si afferma che a Lydda in Palestina, oggi Lod presso Tel Aviv in Israele, vi era una basilica costantiniana sorta sulla tomba di san Giorgio e compagni. Nonostante, dunque, tutt’oggi gli studiosi cerchino di stabilire chi veramente fosse San Giorgio, la sua storia ispirò profondamente l’arte e la sua figura fu ed è tutt’oggi molto cara a tutto il mondo cristiano. Radio Vaticana

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Curia Generalizia Lettera a tutti i frati dell’Ordine dei Frati Minori Roma, 17 aprile

Cari Fratelli,

che la pace e la gioia del Signore Gesù risorto sia con voi! Nelle ultime settimane, abbiamo seguito i racconti delle apparizioni del Risorto dal Vangelo di San Luca. Una di queste storie narra di due discepoli scoraggiati che sono raggiunti sulla strada che va da Gerusalemme a Emmaus da uno sconosciuto che non sembrava conoscere gli eventi che erano accaduti nella vita di Gesù. Cleofa e l’altro discepolo domandano al forestiero spinti dallo sconforto: “Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni?”. San Luca rende ampiamente chiaro che questi due discepoli di Gesù non hanno capito il significato più profondo della sofferenza di Gesù e della sua morte fino a quando Gesù non aprì loro gli occhi nella condivisione della Parola e nella frazione del pane. Noi pure, Frati Minori, abbiamo vissuto degli episodi recenti e imprevisti che stanno cambiando il corso della vita dell’Ordine, in seguito all’elezione ad Arcivescovo del nostro fratello ed ex-Ministro generale Fr. José Rodriguez Carballo, in quanto Segretario della Congregazione per la Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica. Mentre ci rammarichiamo per la perdita del nostro caro fratello José, prezioso dono per la nostra fraternità, ci rallegriamo con la Chiesa universale per la conoscenza e il contributo straordinario che porterà avanti nelle sue nuove responsabilità. Mentre preghiamo per lui, preghiamo anche perché possiamo ascoltare con attenzione il movimento dello Spirito di Dio in mezzo a noi e, attraverso la condivisione della sua Parola e dell’Eucaristia, scoprire con gli occhi della fede ciò che il Signore ci chiede in questo particolare momento della storia. Molti fratelli hanno chiesto cosa la nomina di Fr. José comporti per il funzionamento del governo e della vita dell’Ordine. I mandati e l’animazione

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che abbiamo intrapreso rimangono vitali come sempre per il rinnovamento della nostra vita sia individualmente che a livello di Province e di Ordine. Dobbiamo impegnarci ad adempiere tali mandati con tutto il nostro cuore, con tutta la nostra mente e con tutta la nostra anima. Allo stesso tempo, le nostre Costituzioni e gli Statuti generali delineano un processo che ci impegna a discernere nella preghiera per giungere all’elezione di un nuovo Ministro generale. Leggiamo nell’articolo 201 §1 delle Costituzioni (latino, la versione definitiva): Vacante officio Ministri generalis extra Capitulum ante festum Pentecostes anni Capitulo generali praecedentis, electio novi Ministri generalis ad sexennium complendum fit a Praesidibus et Vice Praesidibus Conferentiarum Ministrorum provincialium, una cum Definitorio generali a Vicario generali convocatis, et collegialiter coadunatis, intraduos menses a vacatione computandos. Conformemente all’articolo 201 §1 delle Costituzioni Generali, il Vicario ed il Definitorio generale hanno convocato i Presidenti e Vice Presidenti delle Conferenze, e il Custode di Terra Santa a riunirsi presso la Curia generale il 21-22 maggio 2013 per partecipare al processo di discernimento fatto nella preghiera che porterà all’elezione del nostro nuovo Ministro generale, che rimarrà in carica fino al Capitolo Generale 2015. Il processo di elezione del nuovo Ministro generale inizierà con una giornata di riflessione e di preghiera il giorno 21 maggio. Uno specialista in spiritualità


francescana aiuterà i fratelli elettori a riflettere sul ruolo del Ministro generale secondo le Fonti Francescane. Questa riflessione sarà seguita da momenti di preghiera e di adorazione davanti al Santissimo Sacramento. Nel pomeriggio del 21 maggio, i fratelli elettori avranno del tempo per discutere liberamente sulle proprie aspettative circa il nuovo Ministro e, infine, per proporre i nomi dei fratelli che ritengono essere in grado di svolgere questo ruolo. La mattina del 22 maggio, i fratelli elettori si riuniranno in preghiera e procederanno all’elezione del nuovo Ministro generale. Secondo l’articolo 208 delle Costituzioni generali, nel caso in cui venga eletto il Vicario generale per servire l’Ordine come Ministro generale, il Definitorio generale eleggerà un nuovo Vicario generale per il completamento del sessennio. Nel caso in cui venisse eletto un Definitore generale, il Definitorio generale eleggerà un nuovo Definitore generale previa consultazione dei Ministri provinciali delle

Conferenze per le quali era stato eletto il Definitore che ha cessato dall’ufficio (cfr. CCGG art. 210). Vi esortiamo cari fratelli a sforzarvi di vivere fedelmente il Vangelo ogni giorno, camminando insieme sulla strada di Emmaus, riconoscendo nello spezzare della Parola e del Pane di vita la presenza del Signore Gesù risorto. Vi rivolgiamo l’appello a recitare la preghiera per il discernimento del nuovo Ministro generale, che trovate allegata, e a celebrare il giorno 22 di maggio la Santa Messa Votiva dello Spirito Santo per questo scopo. Lo Spirito del Signore Gesù risorto possa riempire i vostri cuori di gioia e di attesa e, per l’intercessione della Beata Vergine Maria, estendere le sue speciali benedizioni su di voi. A nome del Definitorio generale, fraternamente vostro Fr. Michael A. Perry, OFM, Vicario generale Prot. 103769

Preghiera per il discernimento e l’elezione del nuovo Ministro generale

21-22 maggio

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ignore Gesù Cristo, che ci hai chiamato, come a san Francesco d’Assisi, a vivere il Vangelo in fraternità, nella missione e nel servizio ai poveri e agli emarginati, in comunione con la Chiesa; e scegli fratelli che, seguendo il tuo esempio, spenda la loro vita nel servizio di Ministro generale dell’Ordine con l’esempio e secondo il tuo cuore, quale segno della vita donata nell’amore.

chiediamo di donargli la grazia necessaria per svolgere il suo nuovo ministero apostolico.

Ti ringraziamo per nostro fratello José, già nostro Ministro generale, per il suo fedele servizio all’Ordine, alla Chiesa e al mondo. Ti

Santissima Trinità dona al nuovo Ministro generale, che tu hai già scelto, santità e forza per svolgere il ministero e la sua missione. La

Ti chiediamo Signore Gesù, in unione con il Padre, di effondere lo Spirito Santo sull’Ordine dei Frati Minori. In particolar modo nel periodo dell’elezione del nuovo Ministro generale. Accompagna con la tua divina sapienza e intelligenza il discernimento e le decisioni della fraternità.

tua Parola regni sovrana nella sua vita, e con le sue parole e azioni, possa orientare l’Ordine a Te, che sei il Bene, ogni Bene, il sommo Bene. Continua a benedire e a guidare l’Ordine dei Frati Minori, affinché tutti possiamo compiere il tuo santo e verace comandamento. La Beata Vergine Maria, Madre di Dio, interceda per noi. Ora e nei secoli dei secoli. Amen.

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Curia Generalizia Letter to all of the Brothers of the Order of Friars Minor Roma, 17 aprile

Dear Brothers,

May the peace and joy of the risen Lord Jesus be with you! In recent weeks, we have followed narratives of the resurrection appearances in the Gospel of St. Luke. One of those stories tells of two disheartened disciples who were met on the road from Jerusalem to Emmaus by a stranger who did not seem to know about the events that had transpired in the life of Jesus. Cleophas and the other disciple asked the stranger in frustration, “Are you the only stranger in Jerusalem who does not know the things that have taken place in these days?” St. Luke makes abundantly clear that these two disciples of Jesus did not understand the deeper meaning of Jesus’ suffering and death until he opened their eyes in the sharing of the Word and the breaking of the bread. We Friars Minor have also experienced recent and unanticipated events that are changing the course of the life of our brother and former minister general, Archbishop-elect José Rodriguez Carballo, Secretary of the Congregation for Consecrated Life, and the life of the Order. While we mourn the loss of our beloved brother José to our brotherhood, we rejoice with the universal Church knowing of the tremendous contributions he will make as he carries forward his new responsibilities. As we pray for him, we pray also that we might listen attentively to the movement of the Spirit of God among us and, through the sharing of his Word and Eucharist, we might discover with eyes of faith what the Lord is asking of us at this particular moment in history. Many brothers have asked what the nomination of Br. Jose means for the functioning of the government and the life of the Order. The mandates and animation we have undertaken remain as vital as ever to the renewal of our lives both individually and at the level of the provinces and the Order. We must recommit ourselves to fulfilling these mandates with all of our hearts, minds and souls. At the same time, our General Constitutions and General Statutes outline

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a process we must undertake to prayerfully discern and elect a new Minister General. We read in Article 201.1 of the Constitutions (Latin, the definitive version): Vacante officio Ministri generalis extra Capitulum ante festum Pentecostes anni Capitulo generali praecedentis, electio novi Ministri generalis ad sexennium complendum fit a Praesidibus et Vice Praesidibus Conferentiarum Ministrorum provincialium, una cum Definitorio generali a Vicario generali convocatis, et collegialiter coadunatis, intraduos menses a vacatione computandos. In conformity with Article 201.1 of the General Constitutions, the Vicar General together with the General Definitorium have convoked the Presidents and Vice Presidents of the Conferences, and the Custos of the Holy Land to gather at the General Curia on May 21-22 to participate in a process of prayerful discernment that will lead to the election of our new Minister General who will serve until the General Chapter in 2015. The election process for the new Minister General will begin with a day of reflection and prayer on May 21. A specialist in Franciscan spirituality


will help the brother electors reflect on the role of the Minister General according to our Franciscan sources. This reflection will be followed by time for prayer and adoration before the blessed sacrament. In the afternoon of May 21, the brother electors will be provided time to discuss freely their expectations of the new minister and, eventually, to propose names of the brothers they feel capable of fulfilling this role. The morning of May 22, the brother electors will gather in prayer, followed by a process of election of the new Minister General. According to Article 208 of the General Constitutions, in the event the Vicar General is elected to serve as Minister General, the General Definitory will elect a new Vicar General to serve until the next General Chapter. In the event a General Definitor is elected the Minister General, the General Definitory will elect a new General Definitor “after consultation with the Ministers Provincial of

the Conference for which the Definitor who left office had been elected.” We urge you our dear brothers to strive to live the Gospel faithfully each and every day, walking together the road to Emmaus, recognizing in the breaking of the Word and Bread of life the presence of the resurrected Lord Jesus. We call upon you to recite the prayer for the discerment of a new Minister General, which is found below, and to celebrate the votive Mass of the Holy Spirit on May 22 for this purpose. May the Spirit of the Risen Lord Jesus fill your hearts with joy and expectation and may the Blessed Virgin Mary extend her special blessings upon you. On behalf of the Defintory general, fraternally yours, Br. Michael A. Perry, OFM
, Vicar General 
Prot:103769

Prayer for the Discernment and Election of our new Minister General

21-22 May

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ord Jesus Christ, you call us as you called St. Francis of Assisi to live faithfully the Gospel in fraternity, mission and in service to the poor and marginalized and in communion with the Church.

We ask that you now give him the grace necessary to accomplish his new apostolic ministry.

You appoint brothers who, following your example, offer their lives in service as Minister General after your own heart, and to likewise give themselves away in love.

We ask you, Lord Jesus together with the Father, to send the Holy Spirit upon the Order in a special way during this time of the election of a new Minister General. Accompany the discernment process and decisions of the fraternity with your divine wisdom and intelligence.

We thank you for our brother José, our former Minister General, for his faithful service to the Order, the Church and the world.

Most Holy Trinity, give the new Minister General whom you have already chosen, holiness and strength to carry out the

ministry and your mission. May your Word reign supreme in his life, and with his every word and action, may he direct the Order to you who are the good, all good, the highest good. Continue to bless and guide the Order of Friars Minor so that all of us might accomplish your holy and true command. May the Blessed Virgin Mary, Mother of God, intercede for us. Now and forever. Amen.

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Curia Generalizia

Dear Brothers,

Carta a todos los Hermanos de la Orden de Hermanos Menores Roma, 17 aprile

Queridos hermanos,

que la paz y la alegría del Señor Jesús resucitado sea con todos ustedes! En las últimas semanas, hemos seguido el relato de las apariciones de la resurrección del Evangelio de san Lucas. Una de estas historias habla de dos discípulos desalentados que son encontrados en el camino que va de Jerusalén a Emaús por un desconocido que parecía desconocer los acontecimientos que habían sucedido en la vida de Jesús. Cleofás y el otro discípulo, empujados por el desaliento preguntan al desconocido: “¿Eres el único forastero en Jerusalén, que no sabe lo que ha sucedido en estos días?”. San Lucas deja completamente claro que estos dos discípulos no han entendido el significado más profundo del sufrimiento de Jesús y de su muerte hasta que Jesús mismo les abrió los ojos al compartir la Palabra y en la fracción del pan. Nosotros los Hermanos Menores también hemos vivido los episodios recientes e imprevistos que están cambiando el curso de la vida de nuestro hermano y ex Ministro general Fr. José Rodríguez Carballo: su elección como Arzobispo, como Secretario de la Congregación para la Vida Consagrada, y la vida de la Orden. Mientras nos lamentamos por la pérdida de nuestro hermano José, tan querido en nuestra Fraternidad, nos alegramos con la Iglesia universal por el conocimiento y el aporte extraordinario con los que llevará adelante sus nuevas responsabilidades. Mientras pedimos por él, pedimos también porque podamos escuchar con atención el movimiento del Espíritu de Dios en medio de nosotros y, a través del compartir su Palabra y la Eucaristía, descubrir con los ojos de la fe lo que el Señor nos pide en este momento particular de la historia. Muchos hermanos han preguntado qué comporta el nombramiento de Fr. José para el funcionamiento del gobierno y de la vida de la Orden. Los mandatos y la animación que hemos tomado permanecen vitales como siempre para la renovación de nuestra vida, sea individualmente como a nivel de las Provincias

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y de la Orden. Debemos empeñarnos a cumplir tales mandatos con todo nuestro corazón, con toda nuestra mente y con toda nuestra alma. Al mismo tiempo, nuestras Constituciones y los Estatutos generales delinean un proceso que nos compromete a discernir en la oración para llegar a la elección de un nuevo Ministro general. Leemos en el artículo 201, 1 de las Constituciones (latín, versión definitiva): Vacante officio Ministri generalis extra Capitulum ante festum Pentecostes anni Capitulo generali praecedentis, electio novi Ministri generalis ad sexennium complendum fit a Praesidibus et Vice Praesidibus Conferentiarum Ministrorum provincialium, una cum Definitorio generali a Vicario generali convocatis, et collegialiter coadunatis, intraduos menses a vacatione computandos. Conforme al artículo 201, 1 de las Constituciones generales, el Vicario general junto con el Definitorio general han convocado a los Presidentes y Vicepresidentes de las Conferencias y al Custodio de Tierra Santa para reunirse en la Curia general los días 21 y 22 de mayo para participar en el proceso de discernimiento hecho en la oración que llevará a la elección de nuestro nuevo Ministro general, el que permanecerá en el cargo hasta el Capítulo general que se tendrá en el 2015. El proceso de elección del nuevo Ministro general iniciará con una jornada de reflexión y de oración el día 21 de mayo. Un especialista en espiritualidad franciscana ayudará a los hermanos electores a reflexionar sobre el rol del Ministro general según nuestras Fuentes Franciscanas. Esta reflexión será seguida de momentos de oración y de adoración ante el Santísimo Sacramento. En la tarde del 21 de mayo, los hermanos electores tendrán tiempo para discutir libremente de las propias expectativas sobre el nuevo Ministro y, finalmente, para proponer los nombres de los hermanos que consideren en grado de desempeñar este oficio. La mañana del 22 de mayo, los hermanos


electores se reunirán en oración, a la que seguirá el proceso de elección del nuevo Ministro general. Según el artículo 208 de las Constituciones generales, en el caso que sea elegido el Vicario general para servir como Ministro general, el Definitorio general elegirá un nuevo Vicario general que servirá hasta el próximo Capítulo general. En el caso en que un Definidor general fuera elegido Ministro general, el Definitorio general elegirá un nuevo Definidor general, ”previa consulta a los Ministros provinciales de la Conferencia por la que el Definidor, que ha dejado el cargo había sido elegido”. Les exhortamos, queridos hermanos a esforzarse por vivir fielmente el Evangelio cada día, caminando juntos por el camino de Emaús, reconociendo en el partir de la Palabra y del Pan de vida la presencia del Señor Jesús resucitado. Les hacemos un llamado a recitar la oración por el discernimiento del nuevo Ministro general, que encontrarán adjunta, y a celebrar el día 22 de mayo la santa misa votiva del Espíritu Santo por esta intención. Que el Espíritu del Señor Jesús resucitado llene sus

corazones de alegría y de espera y la Bienaventurada Virgen María extienda especiales bendiciones sobre ustedes. A nombre del Definitorio general, fraternalmente de ustedes, Fr. Michael A. Perry, OFM, 
Vicario general 
Prot: 103769

Oración para el discernimiento y elección del nuevo Ministro general

21-22 de mayo

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eñor Jesucristo, que nos has llamado, como a san Francisco de Asís, a vivir el Evangelio en fraternidad, en la misión y en el servicio a los pobres y a los marginados, en comunión con la Iglesia; y elegir hermanos que, siguiendo tu ejemplo, desgasten su vida en el servicio como Ministro general de la Orden con el ejemplo y según tu corazón, como un signo de la vida donada en el amor. Te agradecemos por nuestro hermano José, nuestro ex Ministro general, por su servicio fiel a la Orden, a la Iglesia y al mundo. Te pedimos que le des la gracia necesaria

para que cumpla con su nuevo ministerio apostólico. Te pedimos Señor Jesús, en unión con el Padre, que infundas el Espíritu Santo sobre la Orden de los Hermanos Menores. Especialmente durante el periodo de la elección del nuevo Ministro general para que acompañe con su divina sabiduría e inteligencia el discernimiento y decisiones de la Fraternidad. Santísima Trinidad dona al nuevo Ministro general, que ya has elegido, santidad y fuerza

para realizar el ministerio y su misión. Que tu Palabra reine soberana en su vida, y con sus palabras y acciones, pueda orientar la Orden a Ti, que eres el Bien, todo Bien, el Sumo Bien. Continúa bendiciendo y guiando la Orden de los Hermanos Menores, para que todos podamos cumplir tu santo y veraz mandamiento. La Bienaventurada Virgen María, Madre de Dios, interceda por nosotros. Por los siglos de los siglos. Amén.

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Patriarcato Latino La Terra Santa nel cuore del Papa Città del Vaticano, 15 aprile

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l Santo Padre ha ricevuto ieri mattina, 15 aprile 2013, S.B. Fouad Twal, Patriarca latino di Gerusalemme alla testa di una delegazione composta dai suoi vicari per Israele, Palestina, Giordania e per la comunità di lingua ebraica di Terra Santa. Il nuovo arcivescovo di Tunisi ed una mezza dozzina di sacerdoti sono stati anche ricevuti da Papa Francesco. Questo incontro è stato innanzi tutto l’occasione per il Patriarca e per la delegazione da lui guidata di riaffermare la comunione con il nuovo successore di San Pietro e con la Chiesa universale portando le preghiere dei fedeli di Terra Santa al nuovo Papa. Naturalmente la delegazione patriarcale ha anche chiesto a Papa Francesco di pregare per la Terra Santa affinché i cristiani che vi vivono possano continuare ad abitare nei luoghi dove Gesù è vissuto. Per questa ragione il Patriarca non ha solamente presentato la Chiesa di Terra Santa, ma ha anche descritto la realtà quotidiana del “piccolo gregge” cristiano che la compone. Radio vaticana ha fatto eco a questo incontro sottolineando che la pace in Medio Oriente, la situazione dei cristiani nella regione, ma anche la crisi siriana ed il numero crescente dei rifugiati siriani nei paesi vicini (tra cui la Giordania) sono stati i temi principali dell’incontro del Patriarca con il Santo Padre. Al microfono della Radio vaticana il Patriarca ha dichiarato di aver avuto la bella impressione di parlare ad “un fratello”, considerandolo un uomo “umile” e “che ha il dono dell’ascolto, che non pretende di conoscere tutto”. Il Patriarca ha nuovamente espresso la sua speranza di vedere venire il Papa nella terra della salvezza, sicuro che continuerà gli sforzi diplomatici dei suoi predecessori affinché la pace e la giustaizia vengano

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su Gerusalemme. Al termine dell’incontro il Papa non ha esitato a pranzare insieme a tutta la delegazione alla Casa Santa Marta e i membri della delegazione patriarcale ripartono portando con sé la ferma intenzione di dire ai loro fedeli, una volta arrivati in Terra Santa: “il grande amore del Papa per la Chiesa che vive e prega nei luoghi dove Gesù Cristo è vissuto”. Il numero dei cristiani dimezzato dal 2000 Un messaggio che risuona come un incoraggiamento che viene dal cuore e che arriva nel momento giusto per riconfortare i fedeli di Terra Santa che hanno appena appreso da uno studio che la percentuale dei cristiani in Palestina è stata dimezzata in 13 anni, passando dal 2 al 1% tra il 2000 e il 2013. Inoltre Gerusalemme, che nel 1948 contava 27 000 cristiani, ha visto diminuire il loro numero a quasi 5000. Questo è quanto rivela lo studio del professor Hanna Issa pervenuto all’Agenzia Fides. L’autore è un cristiano palestinese, docente di diritto internazionale e segretario generale del Comitato islamo-cristiano per la tutela di Gerusalemme e dei luoghi santi. La diminuzione sarebbe dovuta in gran parte ai fenomeni dell’emigrazione e dei tassi di crescita demografica molto meno elevati di quelli nella popolazione musulmana. Lo studio del professor Issa indica – secondo l’Agenzia Fides – che attualmente i cristiani presenti nei Territori palestinesi sono 47 000 mentre 110 000 vivono nelle regioni dove nel 1948 si costituì lo Stato d’Israele. Christophe Lafontaine http://it.lpj.org


Curia Custodiale Comunicazioni del Padre Custode Gerusalemme, 15 aprile

Fratelli Carissimi, il Signore vi dia pace!

Dear Brothers, peace to you!

Alle 12 (ora italiana) di oggi 15 aprile 2013, la Santa Sede ha annunciato che le dimissioni di Mons. Giuseppe Nazzaro, ofm, Vicario Apostolico di Aleppo (Siria) sono state accettate. Contemporaneamente è stata annunciata la nomina di padre George Abou-Khazen, ofm, ad Amministratore Apostolico, ‘sede vacante’ e ‘ad nutum Sanctae Sedis’. Mentre ringraziamo padre Nazzaro, nostro exCustode per il servizio svolto in questi anni, vogliamo fare i migliori auguri al caro padre George, per il servizio che è chiamato a svolgere in una situazione così difficile e delicata per la Siria. Con i migliori auguri di ogni bene

At 12 (italian time) of today April 15, 2013, the Holy See announced that the resignations of Bishop Giuseppe Nazzaro, OFM, Vicar Apostolic of Aleppo (Syria) were accepted. At the same time it was announced the appointment of Father George Abou-Khazen, OFM, Apostolic Administrator to, ‘sede vacante’ and ‘ad nutum Sanctae Sedis’. While we thank Father Nazzaro, our ex-Custos for the services in these years, we want to send our best wishes to the dear father George, for the service that he is asked to give in such a difficult and delicate situation in which syria is now. With best wishes of all good

Fr. Pierbattista Pizzaballa ofm Custode di Terra Santa

Fr. Pierbattista Pizzaballa ofm Custos of the Holy Land

Carissimi, vi invio l’ultima comunicazione ricevuta, che riguarda direttamente i nostri confratelli in Siria. pbp

Dear brothers, I am sending the last communication received, regarding the situation in Syria that directly affects our brothers there. pbp

Gerusalemme, 20 aprile

Rev.mo padre Custode Verso mezzogiorno del 19 Aprile, il padre Hanna mi ha telefonato, questa è la prima volta che mi accorgo dalla sua voce che era triste e molto agitato.... difatti mi disse che ieri notte sono cadute altre bombe di mortaio sul convento ed hanno causato molti danni. Mi dice che tutto nel convento è rovinato non ci sono più vetri nelle finestre, i tetti sono tutti danneggiati, l’acqua penetra dapertutto, si vive nel terrore. Il governo con la scusa che vi sono i ribelli nel paese, bombarda ciecamente dappertutto, non fa distinzione… così muoiono tutti indistintamente. Le cose a Kanaieh vanno malissimo. fr. Halim Noujaim

Fr. Custos Around noon on April 19, Fr. Hanna phoned me, this is the first time that I realized that his voice was sad and very upset... In fact he told me that last night other mortar bombs were dropped on the monastery and caused a lot of damage. He tells me that everything is ruined. In the convent there are no more glass in the windows, the roofs are all damaged, the water penetrates everywhere, people live in fear. The government, with the excuse that there are rebels, bombed blindly everywhere in the country, makes no distinction .... so they all die.Without distinction. In Kanaieh things go badly. fr. Halim Noujaim

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Curia Custodiale Estratto dal verbale Discretorio 20 aprile

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a riunione si è svolta in due parti. La prima per il Comitato Capitolare (art. 4 dell’Ordinamento del Capitolo Custodiale), che ha proceduto alle prime nomine in vista del prossimo Capitolo Custodiale. La seconda parte per la sessione discretoriale ordinaria.

Riunione del Comitato Capitolare Per prima cosa si è proceduto alle prime nomine, ormai necessarie alla imminente preparazione dell’Assemblea capitolare. Le nomine sono le seguenti: Segretario del Capitolo: Fra Piotr Blajer. Verbalisti: Fra Oscar Marzo Fra Marco Baldacci Fra Alberto Pari Cerimoniere: Fra Ulises Zarza Economo: Fra Sergey Loktionov Commissione Liturgica: Fra Marcelo Cichinelli, coordinatore Fra Enrique Bermejo Fra Ulise Zarza Fra Alberto Pari Commissione dell’Instrumentum Laboris: Fra Matteo Munari, presidente Fra Giuseppe Modesti, segretario Fra Ricardo Bustos Fra Ananiasz Jaskolski Fra Peter Ashton Fra Ramzi Sidawi

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Come perito in rappresentanza dei Commissari di Terra Santa si propone fra Ivo Müller (in attesa di conferma). Si è poi discusso lungamente sul percorso di preparazione fatto fino ad ora, sulla metodologia e sui risultati. Si sono definiti i criteri per l’elaborazione dell’Instrumentum Laboris, che dovrà essere inviato a tutte le fraternità non più tardi della prossima metà di maggio. Si è inoltre dialogato con il Moderatore FoPe per arrivare a conclusioni concrete da far confluire nell’Instrumentum Laboris. Sono state discusse anche alcune proposte di metodologia per l’animazione FoPe, da presentare al prossimo Governo custodiale. Molto tempo è stato dedicato anche alla valutazione degli ultimi Capitoli Zonali. Altre nomine (uffici, commissioni), saranno eventualmente definite nel prossimo futuro.

Riunione ordinaria del Discretorio Nella riunione ordinaria del Discretorio, è stata analizzata la situazione di alcuni fratelli ammalati, che hanno bisogno di assistenza e la necessità di preparare il loro arrivo in infermeria. Si è ratificato l’arrivo in Custodia di Fra Dharma Pichay, della Provincia di S. Tommaso Apostolo (India). Si è poi discusso di alcune questioni riguardanti alcune proprietà, in riferimento a richieste del Vescovo maronita e siriaco cattolico. La prossima riunione è stabilita per il 30 maggio, sarà l’ultima, prima del Capitolo Custodiale. Fra Noel Muscat, ofm Pro-Segretario di Terra Santa


La sofferenza della Siria, bombardato il convento francescano Gerusalemme, 23 aprile

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esto tratto dall’intervista rilasciata dal Padre Custode ai microfoni di FMC “Verso mezzogiorno del 19 Aprile padre Hanna mi ha telefonato. È la prima volta che mi accorgo, dalla sua voce, che era triste e molto agitato. Ieri notte sono cadute altre bombe di mortaio sul Convento causando molti danni”. Sono le ultime notizie dalla Siria. Il convento francescano di Knayeh, nell’Oronte, è stato colpito più volte -come racconta padre Halim ministro per la Regione San Paolo – in una mail inviata al Custode in cui riferisce i colloqui telefonici con padre Hanna: “Mi dice che tutto nel Convento è rovinato, non ci sono più vetri alle finestre, i tetti sono tutti danneggiati, l’acqua penetra dappertutto, si vive nel terrore”. Mentre è stata annunciata la nomina del francescano fra Geroge Abu Khazen, come nuovo Amministratore apostolico ad Aleppo, altre notizie arrivano direttamente da padre Pizzaballa: “Nei villaggi cristiani dell’Oronte ormai è rimasto poco. Dal villaggio di Ghassanieh, di quattromila abitanti, il Parroco diceva che sono scappati quasi tutti, sono rimasti soltanto una decina e le case rimaste vuote sono state occupate dalle famiglie dei ribelli che avanzano insieme a loro. Quello che ci dicono i frati, che sono anche piuttosto tesi, è che tutti sparano contro tutti, quindi non si salva più nessuno, è

difficile dire se prendano di mira le chiese o no... sparano e queste bombe cadono dove cadono. I villaggi dell’Oronte sono sotto i ribelli, i governativi sparano sui villaggi causando queste distruzioni. Aleppo è nel caos totale, nessuno sa chi fa cosa, è difficile avere materie prime, cibo, gasolio per il riscaldamento, non c’è più nulla, tutto è fermo. All’interno, quelli che possono fare qualcosa lo fanno, con aiuti di materie prime, mense, i Gesuiti hanno una mensa straordinaria che dà da mangiare a migliaia di famiglie ogni giorno, i Francescani con i loro aiuti vengono incontro alle famiglie che hanno dovuto dislocarsi nel Paese, tutti fanno quel che è possibile ma ... l’ideale sarebbe che non s’introducessero né ribelli né armi e che i siriani se la vedessero tra di loro, ma come sappiamo, non è così”. Difficile aiutare, ma necessario sostenere chi si adopera nonostante tutto per portare un po’ di sollievo a chi rimane: “Chi sta fuori, oltre a pregare naturalmente può mandare aiuti. Inutile mandare materie prime, non possono entrare. È possibile inviare il denaro necessario per comprare, purtroppo anche al mercato nero, ciò che serve per vivere a tantissime famiglie, soprattutto le più povere”. Per un aiuto concreto a favore della Siria, fai la tua donazione sul sito www.proterrasancta.org. http://www.fmc-terrasanta.org

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Curia Custodiale International Conference honoring Pope John XXIII in Jerusalem Martedì 30 Aprile On Monday, April 29, 2013, an international conference honoring Pope John XXIII was held in Jerusalem.

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he international conference was sponsored by the American Jewish Congress, the Konrad Adenauer Stiftung, Tel Aviv University and Yad Vashem and drew a number of leading Catholic and Jewish religious authorities. The opening session included brief addresses by the director of the Adenauer Stiftung in Israel, Mr. Michael Mertes, the Latin Patriarch of Jerusalem Fouad Twal (see his words here), Rabbi Shear Yeshuv Cohen, Emeritus Chief Rabbi of Haifa and Mrs. Colette Avital, Chairperson of the Centre of Organizations of Holocaust Survivors in Israel. There was also a recorded message from State president Shimon Peres, who described Pope John as a man of freedom, leading his people out of slavery. The chair of this session was Yair Tsaban, a former government minister and member of Knesset, who called Pope John “our admired brother”. The first session focused on Roncalli (Pope John was Angelo Giuseppe Roncalli) and the Shoah. The two speakers were Prof. Yehuda Bauer from Hebrew University and Prof. Dina Porat from Tel Aviv University, both renowned academic authorities on the Shoah. Bauer presented the general background to the actions of Christians during the Shoah with regard to the Jews. He tried to analyze what made a Christian risk his or her life to save Jews and what made a Christian turn his or her back on a Jew, giving examples of stories of heroism and of infamy. Porat focused on Roncalli and his actions in saving Jews throughout Europe. She dwelt on the revelations that came from the archives of Haim Barlas, a Jewish Agency official who knew Roncalli when he was Papal Nuncio in Istanbul.

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The second session focused on Roncalli and the State of Israel. The three speakers were former member of Knesset, Yair Tsaban, Prof. Uri Bialer from the Hebrew University and Dr. Paolo Zanini from the University of Milan. Tsaban told of the role of


the meeting between Roncalli and Moshe Sneh in 1947 in France in advancing Vatican understanding of Zionism. Bialer analyzed the role of Roncalli, pointing out that there is little evidence of any direct role that Roncalli played in the developments that led to the decision on the partition of Palestine and the outbreak of the 1948 War. This was supported by Zanini who gave background to understand Roncalli’s multi-faceted understanding of the Middle East situation – his contacts with Zionists, Arab nationalists and other Middle Eastern communities. The third session focused on Nostra Aetate and the Second Vatican Council and was chaired by Cardinal Peter Turkson of the Vatican’s Pontifical Council for Justice and Peace. The four speakers were Prof. Albert Melloni, an Italian professor of history, Ms. Claire Maligot from Paris, Father Pierbattista Pizzaballa, Franciscan Custos of the Holy Land and Ms. Yisca Harani, an Israeli expert on the Church and Christianity. Melloni described the various aspects of the Second Vatican Council. He described the detailed and complex diaries of Roncalli and how he was driven by a vision of “greater faithfulness to the Gospel”. Maligot described Jewish reactions to the Council and Nostra Aetate. Pizzaballa analyzed Nostra Aetate as a revolutionary pastoral document

that formulated a new vision for the Church of the Jews. He pointed out that the Church’s understanding of her relationship with the Jews continues to serve as a paradigm for her understanding of other religious traditions too. He made an appeal to renew present dialogue that sometimes seems worn out. Harani described her experience of teaching Jews about the Church and Christianity in the light of Nostra Aetate. She echoed Pizzaballa’s words that much work is still to be done in Israel in order to push ahead a local dialogue between Jews in Israel and the local Christian communities. The fourth and final session addressed the legacy left by Pope John XXIII. The two speakers were Cardinal Kurt Koch, directly responsible for the Pontifical Commission for Religious Relations with the Jews, and Prof. Amos Luzzatto from the Italian Jewish community. Finally, Rabbi David Rosen, from the American Jewish Congress and the outstanding personality behind the organization of the conference, summed up this day that honored beloved Pope John XXIII, a man who drew Jews and Christians together by his love, humility, courage and perseverance. http://www.catholic.co.il

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Curia Custodiale Preparazione al Capitolo Custodiale 2013 Preparazione al Capitolo Custodiale 2013

CAPITOLI ZONALI Cari confratelli, vi confermo le date dei Capitoli zonali, previsti come seconda tappa in preparazione al Capitolo Custodiale 2013.

ASSEMBLEA PER I FRATI DELLA REGIONE SAN PAOLO: 10-­‐11 APRILE Sede: Convento Sant’Antonio. Harissa PRESIEDE IL RV.MO P. CUSTODE DI TERRA SANTA Saranno presenti: Ministro regionale, Consiglio regionale e, i frati della Regione

CAPITOLO ZONALE PER I FRATI DELLA GIUDEA: GIOVEDÌ 18 APRILE Sede: Convento di S. Cleofa, Emmaus PRESIEDE IL M. RV.DO P. VISITATORE GENERALE Saranno presenti il P. Custode, il Vicario Custodiale, i Discreti di Terra Santa e, i frati della Regione

CAPITOLO ZONALE PER I FRATI DELLA GALILEA: VENERDÌ 19 APRILE Sede: Convento della Trasfigurazione, M. Tabor PRESIEDE IL M. RV.DO P. VISITATORE GENERALE Saranno presenti il P. Custode, il Vicario Custodiale, i Discreti di Terra Santa e, i frati della Regione

RADUNO DEI FRATI DELLA CTS IN ITALIA: VENERDÌ 26 APRILE

Sede: Convento della Delegazione di Terra Santa a Roma PRESIEDE IL M. RV.DO P. VISITATORE GENERALE Saranno presenti tutti i frati della Custodia che dimorano in Italia

Tutti i frati sono tenuti a partecipare ai Capitoli regionali. Se un frate non potrà partecipare per giuste cause, all’incontro della propria Zona, informi il proprio Superiore locale a quale Capitolo zonale più vicino prenderà parte. L’Ordine del giorno dei Capitoli sarà comunicato in tempo ai frati di ogni regione. Insieme al materiale di lavoro per i Capitoli se invieranno via mail i verbali delle Verifiche comunitarie del Progetto Custodiale 2010-­‐2013.

Telef: +972 2 6266 616 Cell: 054 46 12 4 98 Fax: + 972 2 62 66 614

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Fra Marcelo Ariel Cichinelli, ofm Moderatore per la Formazione Permanente


Sintesi risultati dei Capitoli zonali gerusalemme, 29 Aprile

REGIONE S. PAOLO 10/11 APRILE HARISSA – LIBANO (23 FRATI) L’Assemblea della Regione San Paolo, è simile agli altri Capitoli zonali della CTS. Quest’assemblea è la seconda organizzata in maniera congiunta tra il Ministro Regionale e il Moderatore della Formazione Permanente della Custodia. Due gli scopi fondamentali: i problemi propri della Regione e la Formazione Permanente. Il primo giorno dei lavori è stato dedicato alla verifica della vita fraterna della Regione, il secondo giorno ai programmi speciali della Formazione Permanente per la preparazione del Capitolo Custoditale. Durante l’Assemblea Generale presieduta dal P. Custode e dal Ministro Regionale, sono stati presentati i risultati dei lavori di Gruppo sugli Statuti e il riassunto della verifica comunitaria. In assemblea il P. Custode ha chiarito il tema degli Statuti e delle possibili modifiche che dovrebbero essere valutate da una commissione ad hoc. Per quanto riguarda l’Economato e la proposta che l’Economo non faccia parte del Consiglio Regionale, si penserà a con il nuovo governo custodiale. È tempo di individuare una sede stabile per il Ministro Regionale come riferimento per tutta la Regione. Anche questo tema sarà definito dal prossimo Governo della Custodia. Il Custode ha richiesto la disponibilità per le sostituzioni dei frati in Siria e consentire loro un tempo di riposo e ha discusso con i presenti tempi e modalità.

Il Custode ha presentato la situazione dell’intera Custodia. L’Assemblea Regionale è finita con l’affidamento dei lavori e del futuro della Custodia alla protezione di Maria Santissima.

ZONA GIUDEA 18 APRILE - EMMAUS (148 FRATI) Al Capitolo Zonale della Giudea, hanno partecipato 110 frati provenienti da quasi tutti conventi della Regione. La Regione Giudea è il centro della Custodia di Terra Santa, conta in tutto 19 fraternità, tra cui il Seminario Teologico e Filosofico, 2 Case di Accoglienza, l’Infermeria Custoditale, la Curia Custoditale, la Facoltà della Flagellazione, 9 Scuole di Terra Santa, 5 Parrocchie (10 tra Vicarie parrocchiali o Cappellanie per stranieri), 2 Case Nove, 1 Lodge, 1 refettorio per i pellegrini, 1 Casa per i gruppi in autogestione. La missione principale dei frati della Zona resta l’animazione e la cura dei Santuari. La scelta di organizzare il Capitolo a Emmaus è stato motivo di solidarietà nei confronti dei frati del Santuario ormai escluso dagli itinerari dei pellegrinaggi. Il Capitolo è stato presieduto dal Visitatore Generale Fra Renato Beretta e dal Custode di Terra Santa. La giornata è iniziata con la celebrazione della Parola presieduta del P. Custode. Cuore della Celebrazione la proclamazione di uno dei Vangeli della Pedagogia del Battista Gv 1, 19-30. Il Custode ha evidenziato come al centro del nostro progetto di Formazione Permanente sia inserita la figura di Giovanni il Battista che ci accompagna nella nostra vocazione missionaria in Terra Santa; noi frati dovremmo imparare da Giovanni a non sentirci degni nemmeno di sciogliere i lacci dei sandali del Signore. I lavori sono proseguiti secondo l’ordine del giorno con l’introduzione del Moderatore per la Formazione Permanete e l’intervento del P. Visitatore Generale. P. Renato Beretta ha ribadito che lo scopo del nostro lavoro è approfondire la conoscenza di quello che siamo per poi individuare le linee che guidano il nostro cammino verso il prossimo triennio. Siamo qui, riuniti, per continuare questa sana e necessaria

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Curia Custodiale

verifica della realtà della Custodia, per trovarci come fratelli e risolvere i nostri profondi desideri per il bene della Custodia. In questo parlarci tra fratelli, nel fare l’indagine dello stato attuale della nostra missione, dobbiamo evitare due grandi pericoli. Il primo: non essere troppo pessimisti; il secondo: non sorvolare sui problemi dicendo che va tutto bene. Nel nostro lavoro dobbiamo mirare ad un sano e critico realismo, così facendo potremo individuare i principi che saranno le linee guida per il nostro capitolo Custodiale 2013. Il padre Custode ha presentato lo strumento per il lavoro dei capitolari con le Priorità dell’Ordine, così come ha fatto nel Capitolo nelle Regione San Paolo. Finita la presentazione del Padre Custode e Visitatore, il Moderatore FoPe ha spiegato la metodologia di lavoro utilizzata dal gruppo di lavoro per individuare le problematiche più urgenti, proprie alla Custodia, da trattare nel Capitolo Custodiale 2013. Il lavoro dei gruppi si è concentrato sui temi emersi negli ultimi due anni nelle fraternità della Custodia e che sono state raccolte e sintetizzate per i Capitoli Zonali, divisi secondo il criterio delle priorità dell’Ordine. Tra i tanti temi emersi, si è discusso della necessità di comprendere che vita liturgica e vita di preghiera non vanno necessariamente insieme; che la maggior parte delle nostre fraternità ha meno di due frati e di conseguenza può sembrare un controsenso parlare di vita di fraternità; è necessario semplificare le relazioni tra noi e con il governo della Custodia; si vuole comprendere meglio come funziona l’amministrazione; la povertà è conseguenza di un atteggiamento interiore di minorità e senza tale atteggiamento, non ha senso parlare di povertà e di solidarietà; è difficile combinare insieme il ruolo importante di amministrazione della Custodia in Terra Santa e il senso della povertà; la formazione iniziale deve curare la formazione umana con maggiore attenzione. La celebrazione dell’eucarestia, presieduta dal Visitatore Generale, ha concluso una speciale giornata di fraternità. Si ringrazia la comunità tre frati di Emmaus per l’eccellente accoglienza e la preparazione degli spazi per il Capitolo.

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ZONA GALILEA 19 APRILE – MONTE TABOR (23 FRATI) Il Capitolo della Galilea si è svolto nel Convento della Trasfigurazione al Monte Tabor, seguendo lo stesso ordine del giorno del capitolo di Emmaus. La preghiera iniziale è stata presieduta dal Custode, l’Assemblea Generale e i lavori di gruppo presieduti dal P. Visitatore Generale. Le dinamiche e le situazioni dei frati della Galilea sono simili a quelle dei frati delle Giudea; infatti la principale attività della missione è l’accoglienza dei Gruppi in 15 Santuari o Cappelle per i pellegrini, 3 Parrocchie, 2 scuole, 3 Case Nove (una gestita direttamente dai frati le altre due da terzi), 1 Convento gestito da terzi, 1 Casa per gruppi locali in autogestione. In tutto 6 case religiose con due guardianati. Al capitolo hanno partecipato 30 frati delle fraternità della Galilea e altri frati della Giudea. I lavori sono iniziati con l’introduzione del Moderatore per la Formazione Permanente, la relazione del P. Visitatore Generale e la presentazione sulle priorità dell’Ordine del P. Custode. Le discussioni tra i frati si sono concentrate sul bisogno di coordinare di più e meglio le relazioni tra le piccole fraternità in Galilea, chiedendo che vi sia una figura di riferimento esterna; molte discussioni sull’uso del denaro, sul senso dell’accoglienza, sul bisogno di stare di più insieme e di confrontarsi, sulla stanchezza, a volte, di ripetere sempre gli stessi discorsi di verifica e allo stesso tempo il desiderio di migliorare la qualità della nostra vita e del nostro servizio. Il Capitolo è finito con la celebrazione eucaristica presieduta dal P. Visitatore Generale nella Cripta della Basilica della Trasfigurazione. La messa è stata animata dai canti dei ragazzi di Mondo X. Il P. Custode ha ringraziato per l’accoglienza la fraternità del Monte Tabor e i membri della Comunità del Mondo X.

ZONA ITALIA 26 Aprile - Delegazione di Roma (29 frati) Nella sede della Delegazione di Terra Santa a Roma si è celebrato il I° Capitolo Zonale per i frati residenti


in Italia. Il Capitolo, organizzato dal Moderatore per la Formazione Permanente, è stato presieduto dal P. Visitatore Generale. Erano presenti i frati delle tre fraternità d’Italia: Monte Falco, casa di postulandato e aspirandato con 4 frati; Commissariato di Napoli con 7 frati; la Delegazione di Roma con 12 frati e un ospite stabile. Il Capitolo è iniziato con la celebrazione dell’Ora Terza nella quale Fra Augustin Pelayo ha tenuto una breve meditazione sugli scritti di San Francesco. P. Augustin, studente di Francescanesimo, ha presentato il passaggio della ricostruzione della chiesetta di San Damiano da parte del Serafico padre facendo percepire come la nostra fraternità è assimilabile a quell’Edificio sacro dove abita e si trova Dio. Da qui l’imperativo e l’urgenza che ogni fratello sia capace di sentirsi un mattone per costruire la fraternità. Dopo l’introduzione del Moderatore FoPe, il P. Visitatore ha presentato le Priorità dell’Ordine che sono state le guide per la decisione alle proposte capitolari.

I frati sono stati divisi in due gruppi di lavoro S. Pietro e S. Paolo. Il lavoro si è svolto in due tappe quella di verifica del Progetto Comunitario e custodiale 2010-2013 e la scelta dei temi prioritari da presentare al Capitolo Custodiale 2013. Fra Marcelo Ariel Cichinelli, ofm Moderatore per la Formazione Permanente Presidente della Commissione pre-Capitolare

Comunicazione della Segreteria Custodiale Il giorno 30 aprile, Jorge Armando Cadavid Piedrahita, colombiano, ha lasciato il postulato ed è rientrato in Patria.

Agenda del custode MAGGIO 2013

05/06-07 Santo Sepolcro: Invenzione Santa Croce 05/08 Gerusalemme: Scambio auguri con le Comunità Ortodossee 05/17 Tabgha: Primato di Pietro - Messa Solenne 05/18 Betlemme: Conferenza TSC Boys Beth 05/19 Cenacolo: Solennità di Pentecoste 05/20-22 Roma: Conferenza Ministri Provinciali ed Elezione Nuovo Ministro Generale 05/23 Betlemme: Apertura Appalti lavori nella Basilica della Natività 05/27-28 Gerusalemme: CEMOFPS “El Papel de los cristianos en Tierra Santa” - Conferenza 05/29 Discretorio di Terra Santa 05/30 Solennità del Corpus Domini 05/31 Ein Karem Visitazione: Solennità della Visitazione

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Sorella Morte CUSTODIA TERRÆ SANCTÆ IERUSALEM

fra Francisco Javier SIHUAY OFM Chupaca (Perù) 23 marzo 1924 † Washington DC 12 aprile 2013 Custodia Terræ Sanctæ

Fratelli carissimi, da diversi anni, fra Francisco risiedeva presso un centro per anziani non lontano dal nostro Commissariato di Washington DC, dove ha trascorso più di 30 di servizio alla Custodia di Terra Santa. Silenziosamente, come ha vissuto, è tornato alla casa del Padre, sazio di anni. Fra Francisco apparteneva originariamente alla Provincia dei XII Apostoli del Perù, dove ha ricoperto l’ufficio di guardiano in diverse case della Provincia. Dopo avere lasciato il Perù per motivi personali, ha trovato accoglienza presso il nostro Commissariato di Washington, dove è arrivato nel 1976. Da allora ha speso le sue energie per gli immigrati di lingua spagnola che già allora cominciavano ad arrivare, fondando la fraternità del “Signore dei Miracoli”. Nel 1991 ottenne di essere definitivamente incardinato nella Custodia di Terra Santa. Nel 1990, scrivendo al Visitatore Generale, affermava: “Chiedo di evangelizzare, poiché evangelizzare è far conoscere Cristo, come Salvatore e Signore, affinché tutti possano incontrare in Lui il perdono dei propri peccati e la vita divina”. Questo è stato anche il suo programma di vita. Fra Francisco, infatti, era conosciuto a Washington soprattutto per il ministero della confessione. Non pochi sacerdoti e vescovi della diocesi conoscevano il nostro Commissariato attraverso l’accoglienza misericordiosa e paterna di fra Francisco, al punto che a volte, nei discorsi, capitava di sentire dai sacerdoti della diocesi che il Commissariato era il luogo dove stava fra Francisco. Quando non era in confessionale, era in cappella oppure presso la bella “Green House”, il vivaio dove fra Francisco amava curare e far crescere i fiori che sarebbero serviti per la chiesa e la Madonna, per la quale aveva una speciale devozione. Aveva 89 anni di età, 69 di professione e 62 di sacerdozio. Gli convengono in suffragio l’applicazione di 3 sante messe per ogni sacerdote. Gli altri religiosi partecipino a 3 sante messe e facciano 3 Via Crucis. In ogni fraternità una santa messa sia celebrata in comune. Ricordiamo con sollecitudine questo fratello nella preghiera, con gratitudine al Padre che ce l’ha donato, affinché ora la nostra unione fraterna sia piena, nella luce del Signore. Gerusalemme, 20 aprile 2013 Fra Noel Muscat ofm Pro-Segretario di Terra Santa

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CUSTODIA TERRÆ SANCTÆ IERUSALEM fra Luigi LUCIANO OFM Il Cairo (Egitto) 25 giugno 1923 † Palermo 18 aprile 2013 Custodia Terræ Sanctæ

Padre Luigi è tornato alla casa del padre all’alba di giovedì 18 aprile, serenamente e senza preavviso. Si trovava da diverso tempo presso la casa della nipote, che l’ha accudito amorevolmente. Era nato al Cairo (Egitto) il 25 giugno 1923 da genitori italiani, ma presto, a 11 anni, aveva lasciato la sua famiglia per abbracciare la vita francescana nel seminario di Emmaus. Ordinato sacerdote (4.7.1948) l’obbedienza gli ha affidato diversi incarichi; parroco a Bacos (Egitto), Superiore a Smouha, Commissario di Terra Santa a Palermo. Ma per la maggior parte, il suo lavoro pastorale si è svolto nella parrocchia del S. Cuore di Ibrahimieh (Egitto), declinando proposte per compiti più prestigiosi. “Persone più degne e più atte di me ce ne sono tante; e anche ben disposte a prendere incarichi,” scriveva. Quando poi nel momento della creazione della nuova Provincia “Sacra Famiglia” d’Egitto, gli si prospettò la possibilità di essere nominato Parroco di San Giuseppe a Il Cairo, scrisse: “ io posso essere utile per una parrocchia di periferia, non per una cattedrale di una Capitale”. Questo suo atteggiamento umile gli faceva preferire i poveri e gli attirava la stima e la benevolenza dei confratelli e dei parrocchiani. Quando ormai nel 2000, al declino delle forze, i Superiori lo rinviarono a Meadi, non mancò chi pregò il p. Custode di lasciare ancora fra Luigi a Ibrahimieh fino a quando le forze e la salute glielo avrebbero permesso. Dopo qualche anno presso S. Giuseppe al Cairo, venne trasferito a Palermo presso il Commissariato di Terra Santa, dove è rimasto poco, poiché ha chiesto di restare presso amici e parenti, che avrebbero potuto assisterlo meglio, visto che la salute declinava chiaramente. Il p. Custode allora gli scrisse (18.2.2008): “Con questa mia l’autorizzo a restare a motivo della salute che richiede costanti cure e controlli, nell’ambiente familiare che lei ben conosce e nel quale si trova assistito con professionalità e gratuità. Stia tranquillo e sereno unito al Commissariato di Palermo e alla Custodia di Terra Santa con la preghiera e l’offerta della sua sofferenza al Signore, in santa pazienza nel buon ricordo del bene compiuto nella sua lunga vita. Senta vicino a lei l’affetto e la riconoscenza della Custodia”. Fra Luigi aveva 89 anni di età, 72 di professione e 68 di sacerdozio. Gli convengono in suffragio l’applicazione di 3 sante messe per ogni sacerdote. Gli altri religiosi partecipino a 3 sante messe e facciano 3 Via Crucis. In ogni fraternità una santa messa sia celebrata in comune. Ricordiamo con sollecitudine questo fratello nella nostra preghiera, affinché possa risplendere in lui la gioiosa misericordia del Padre. San Salvatore, 20 aprile 2013 fra Noel MUSCAT OFM Pro-­‐Segretario di Terra Santa

La Custodia di Terra Santa partecipa al lutto del Confratello fra Firas Lutfi per la morte del proprio padre, signor Abdel Karim Lutfi. Del Confratello fra Bernard Barbar per la morte del proprio padre, signor Josip Barbar. Del Confratelloo fra Atef EL-FALAH per la morte del proprio padre, signor Choukri EL-FALAH. Del Confratello fra Benito CHOQUE per la morte della propria madre, signora Mirta del Socorro MENDOZA DE CHOQUE. Nell’offrire preghiere in suffragio dei defunti, si chiede al Signore di accoglierli, in attesa della risurrezione, fra i giusti che vivono alla Sua presenza.

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Regione San Paolo Due nuove testimonianze dalla Siria: bombardamenti alla cieca 20 aprile

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iportiamo due drammatiche testimonianze giunte alla nostra redazione dalle comunità cristiane in Siria. Cominciamo con le parole di fra Halim Noujaim, responsabile della Regione San Paolo, che coordina i frati minori della Custodia di Terra Santa dislocati in Libano, Siria e Giordania: «Verso mezzogiorno del 19 aprile, mi ha raggiunto (a Beirut) una telefonata di padre Hanna, del convento di Knayeh, un villaggio della valle dell’Oronte, nella Siria settentrionale. Per la prima volta ho percepito dalla sua voce che era triste e molto agitato. Mi ha raccontato che ieri notte sono caduti altri proiettili di mortaio sul convento e hanno causato molti danni. Tutto il convento è rovinato non ci sono più vetri alle finestre, i tetti sono tutti danneggiati, l’acqua penetra dappertutto, si vive nel terrore. Il governo, nel tentativo di colpire i ribelli asserragliati nel villaggio, bombarda ciecamente dappertutto, non fa distinzioni… Così muoiono tutti indistintamente. Le cose vanno malissimo...». Pessime notizie arrivano anche dal monastero di Mar Elian, a Qaryatayn, una cittadina 60 chilometri a sud di Homs, dove vivono 35 mila abitanti, cristiani e musulmani. Il priore del monastero, abuna Jaques Mourad, ci ha raccontato che proprio negli ultimi giorni la situazione è precipitata: «Martedì scorso

l’esercito ha bombardato la città e adesso, oltre alla povertà e alla fame in città è arrivata anche la distruzione. Ieri, domenica, ci siamo ritrovati in monastero tra gli 800 e i 900 profughi; per fortuna questa mattina molti se ne sono andati, cercando salvezza altrove e ne sono rimasti “solo” 400, metà cristiani, metà musulmani. Elettricità e telefoni vanno ad intermittenza. Per l’acqua, che avevamo praticamente finito, sono arrivate provvidenzialmente due autobotti... La situazione però rimane drammatica perché, in fatto di cibo, abbiamo solo due giorni di autonomia e poi avremo terminato le nostre riserve... Il centro di Qaryatayn adesso è in mano al Libero esercito siriano (gli insorti - ndr), mentre fuori città è l’esercito ufficiale a controllare la situazione con un posto di blocco. In città, le personalità più autorevoli - il muftì, il giudice, io stesso -, cercano di mantenere la pace, di tranquillizzare gli animi, ma non è facile... Quello che manca più di ogni altra cosa è la sicurezza, il cibo e l’acqua ci sarebbero, solo che oggi è troppo pericoloso uscire dal monastero e andarli a cercare. L’unica cosa che chiediamo a tutti ora è la preghiera». La situazione pare ancora tranquilla, invece, nei due villaggi cristiani di Sadad e Hafar, vicino a Qaryatayn. wwwTerrasanta.net

Due vescovi rapiti alle porte di Aleppo 23 aprile

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uovo duro colpo per le comunità cristiane in Siria: i vescovi greco-ortodosso e siro-ortodosso della città di Aleppo sono stati rapiti ieri da alcuni uomini armati. I due ecclesiastici rapiti sono Boulos al-Yazigi, arcivescovo greco ortodosso di Aleppo e Iskenderun (in Turchia) - nonché fratello del patriarca greco ortodosso d’Antiochia, Youhanna X -, e Youhanna Ibrahim, metropolita siro-ortodosso di Aleppo. Secondo quanto riferito da Al Ortodoxia, l’emittente

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radiofonica della Chiesa ortodossa siriana, ieri il vescovo Boulos si trovava in un villaggio al confine con la Turchia, dove si era recato per visitare i fedeli e tranquillizzare gli animi agitati dal conflitto. Secondo la radio è là che il vescovo Youhanna lo ha raggiunto, con la propria vettura, guidata da un diacono suo assistente. Durante il viaggio di ritorno dal confine con la Turchia, quando ormai i due vescovi stavano per raggiungere Aleppo, l’auto è stata


bloccata da un gruppo armato che ha fatto scendere tutti, giustiziato l’autista e rapito i due vescovi. Una laconica telefonata all’episcopio greco-ortodosso di Aleppo ha informato che i due prelati sono in vita, senza dare alcuna spiegazione sui motivi del rapimento e senza avanzare richieste. Secondo alcuni, il gruppo che ha rapito i vescovi potrebbe essere legato ad al-Nusra, organizzazione che combatte in Siria ed è affiliata ai terroristi di al-Qaeda. Il vescovo Ibrahim, secondo il quotidiano libanese The Daily Star, si era pubblicamente esposto chiedendo un cessate il fuoco tra i contendenti e una soluzione negoziata al conflitto. In un’intervista all’Huffington Post, rilasciata lo scorso ottobre, aveva dichiarato che i gruppi di opposizione al regime si stavano adoperando per un cambiamento democratico; aveva aggiunto che «il maggior problema della Siria è la mancanza di libertà. Stiamo cercando di avere, prima o poi, una democrazia e una libertà davvero realizzate». Il sito di informazione libanese, Yalibnan, riporta la reazione di Samir Geagea, leader cristiano e guida del partito della Forza libanese, che ha condannato «nella maniera più assoluta il rapimento dei vescovi, richiedendo il loro immediato rilascio». Geagea avrebbe espresso la sua posizione nel corso di una telefonata al patriarca greco ortodosso Youhanna X. La reazione di Geagea potrebbe forse favorire la liberazione degli ostaggi: il partito di Geagea, infatti,

è schierato con l’opposizione libanese, assieme al forte Partito della Libertà (sunnita), avverso al presidente siriano Bashar al-Assad e favorevole ai ribelli. Geagea ha definito il rapimento un «efferato atto di terrorismo», riaffermando d’altra parte il suo sostegno assoluto al popolo siriano nella sua lotta per la libertà e l’autodeterminazione. In Siria intanto non si hanno più notizie dei padri Michel Kayyal (armeno cattolico) e Maher Mahfuz (greco-ortodosso) rapiti lo scorso febbraio. Per quanto possibile, nel difficile contesto bellico, i cristiani della Siria si mobilitano per i loro pastori e intensificano le preghiere. Anche in Vaticano la sorte dei due vescovi di Aleppo viene seguita con apprensione. Questa mattina il direttore della sala stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, ha dichiarato che Papa Francesco «segue gli eventi con partecipazione profonda e intensa preghiera per la salute e la liberazione dei due vescovi rapiti e perché, con l’impegno di tutti, il popolo siriano possa finalmente vedere risposte efficaci al dramma umanitario e sorgere all’orizzonte speranze reali di pace e di riconciliazione». Secondo la testimonianza di fra Georges Abu Khazen, amministratore del vicariato apostolico (latino) di Aleppo, i due vescovi stavano recandosi a prelevare proprio i due sacerdoti rapiti in febbraio, che i rapitori avevano promesso di consegnare loro, dopo lunghe trattative. Lo riferisce Radio Vaticana. Sempre secondo fra Georges l’autista ucciso era un cattolico di rito latino. Domattina verranno celebrati i suoi funerali. Intorno alle 18 (ora locale) del 23 aprile si diffonde la notizia, non confermata ufficialmente,della liberazione dei due vescovi rapiti. www.Terrasanta.net

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Cronaca Custodiale della Custodia La mia prima Pasqua in Terra Santa Gerusalemme, 9 aprile

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e celebrazioni della Settimana Santa si sono appena concluse e per alcuni giovani frati sono state un’esperienza incredibile, davvero unica.
La gioia li ha pervasi sin dall’inizio delle celebrazioni, quando, agitando le mani al ritmo della chitarra, sono discesi cantando lungo il declivio del Monte degli Ulivi nella Processione della Domenica delle Palme, fino a quando la gioia è culminata nella celebrazione della Resurrezione e dell’Apparizione pubblica di Gesù presso Emmaus. Il cammino che ha unito questi due eventi, densi di significato, si è snodato tra la Lavanda dei Piedi del Giovedì Santo, la Crocefissione e la Morte il Venerdì Santo e l’accensione simbolica del fuoco eterno del Sabato Santo. Una teoria di celebrazioni che ha di certo lasciato un segno in tutti coloro che per la prima volta hanno vissuto l’esperienza della Pasqua in Terra Santa. 
 “È stata un’esperienza meravigliosa”, racconta frate Eduardo Gutiérrez, che ha appena terminato le celebrazioni liturgiche, davanti la porta della basilica di Emmaus. “In questi giorni così importanti e carichi di significato, abbiamo voluto essere qui, in Terra Santa”, prosegue. Per Eduardo, arrivato dal Messico sei mesi fa, è estremamente importante “partecipare attivamente a tutte le celebrazioni liturgiche”, ed è proprio quest’attiva partecipazione che ha fatto maturare in lui una comprensione più profonda, donandogli un senso di maggior comunione con Dio. “Essere qui, in Terra Santa, ha confermato e rafforzato nel mio cuore la mia scelta vocazionale di francescano”, aggiunge, dopo aver precisato quanto sia stato comunque difficile lasciare la sua terra e soprattutto la famiglia e gli amici. “Qui, però, ho incontrato una nuova famiglia, ho scoperto una nuova patria”, conclude, mentre parte di corsa per prendere il minibus che lo riporterà a Gerusalemme.
Pensieri e sensazioni simili ci vengono confidati anche da un altro religioso che durante le celebrazioni ha alloggiato presso la foresteria del convento di San Salvatore. Originario dell’India, il sacerdote carismatico Paresh Parmar ha trascorso per la prima volta la Pasqua in Terra Santa. “Quest’esperienza mi ha trasformato, mi ha cambiato nel profondo

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dell’anima”, racconta nel giardino Sant’Elena. “Ho provato un grande senso di umiltà … tanto che il Venerdì, presso il Sepolcro del Signore, ho quasi perso conoscenza”, spiega, aggiungendo di aver provato, in quel momento, quasi un senso di estasi. “Inoltre, dopo queste celebrazioni, la liturgia ha assunto per me un nuovo significato: si è fatta più autentica”, conclude. La cosa più importante della Pasqua, ricorda il sacerdote, è l’esperienza individuale del processo di trasformazione attraverso la catarsi della Passione, della Morte e della Resurrezione di Gesù. “Da quel momento, io mi sono sentito rinnovato e spero di poter testimoniare alla mia comunità il cambiamento che qui a Gerusalemme è avvenuto in me », conclude, con le valigie già pronte per rientrare nel suo Paese, l’India, dove i cristiani sono solo il 2,5%: un numero apparentemente piccolo che rappresenta tuttavia 30 milioni di persone su una popolazione totale di 1.240 milioni.
 Per Ivaldo Evangelista, che da due anni ormai ha lasciato la natale Mendoza, questa è stata la seconda esperienza in Terra Santa: seconda, ma non per questo meno meravigliosa e intensa della prima. “Dobbiamo davvero considerarci dei privilegiati pensando ai tanti cristiani nel mondo che non hanno avuto l’opportunità di celebrare la Pasqua qui, dove si concentra la sacralità di tutti i luoghi sacri del mondo. Al contempo, tuttavia, questo privilegio ci chiama a una responsabilità più grande, ci chiama a metterci ancor più al servizio del prossimo”. Egli insiste sull’idea che celebrare la Pasqua in Terra Santa è un privilegio


ed auspica l’aumento del numero dei pellegrinaggi. Il suo Paese, il Brasile, con i suoi 150 milioni di cattolici circa è il Paese con il maggior potenziale cristiano. Per Ivaldo l’essenziale è “non smarrire il senso di comunità cristiana, perché, contrariamente a quanto avviene in America Latina, qui in Medio Oriente noi rappresentiamo solo una piccola minoranza ed è per questo ancor più importante per noi testimoniare, soprattutto in questi giorni carichi di significato, il nostro essere comunità viva”.
 Agostinho Matlavela, alla sua terza Settimana Santa a Gerusalemme, è ormai un “veterano”, ma ancora lo sorprende assistere all’esperienza dei “novellini”. “Vedo come la vivono e ricordo com’ero io la prima volta, tutto un turbinio di emozioni e di sentimenti”, spiega prima di scattare qualche fotografia della basilica di Emmaus. “La transizione dal Calvario al Sepolcro ispira una sensazione indicibile che fa sgorgare in noi la sofferenza di Gesù”, prosegue

invitandoci a condividere tale sofferenza e, al contempo, incitandoci a condividere anche la gioia e il gaudio che nascono dalla Resurrezione, fonte di speranza in questo momento storico caratterizzato da crisi (politica e istituzionale, economica e finanziaria, morale e dei valori) e da incertezza.
Le celebrazioni della Pasqua “devono farci tornare all’epoca in cui Gesù era qui, per ascoltare le Sue parole e seguire il Suo esempio”, continua Agostinho, che è arrivato tre anni fa dal Mozambico. “Noi tutti che siamo venuti qui, incarniamo i due apostoli che videro Gesù resuscitato qui a Emmaus, perché in realtà il Vangelo è parola viva”, conclude, sottolineando l’importanza della missione individuale che spinge ognuno di noi a testimoniare al resto del mondo, proprio come i discepoli di Emmaus, che il messaggio di Gesù non è morto, bensì è vivo dentro i nostri cuori e si manifesta in ogni nostra azione e opera. www.custodia.org

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Cronaca Custodiale della Custodia Emergenza Egitto, la testimonianza di padre Vincenzo Ianniello Gerusalemme, 11 Aprile

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a difficile attualità dell’Egitto, la povertà della sua popolazione, gli scontri tra musulmani e cristiani e la preoccupazione di questi ultimi per il proprio futuro in un paese che teme la dittatura religiosa. FMC ha raccolto la testimonianza di padre Vincenzo Ianniello, in visita a Gerusalemme per qualche giorno ma ormai da anni direttore del Centro di studi del Musky, quartiere popolare del Cairo dove sorge il Convento francescano della Custodia di Terra Santa. P. VINCENZO IANNIELLO Direttore Centro studi orientali del Musky – Il Cairo: “Quello che si sente dire in Occidente, qualche volta non corrisponde del tutto alla realtà. L’Egitto non è un piccolo villaggio, è fatto di tante situazioni geografiche che bisogna saper distinguere e non solamente geografiche ma purtroppo anche culturali. Questi ultimi scontri che ci sono stati la settimana scorsa nascono da un fatto culturale, di separazione tra mondo cristiano e musulmano, come se uno volesse prendere il sopravvento su un altro. Accadono con una certa regolarità, proprio nei posti dove c’è meno cultura. Questo non toglie che ci sia una certa preoccupazione tra la gente che si chiede cosa accadrà se i Fratelli musulmani arriveranno al potere, visto che dicono di voler stabilire la legge islamica, quindi la “sharia”, come se un ritorno al passato fosse la soluzione dei problemi. Questo lo può pensare gente che senza cultura, che non sa guardare al futuro, cosa evidente per molti musulmani che vorrebbero ricreare questi rapporti”. Prosegue Padre Vincenzo:“A ottobre sono stato nominato Visitatore generale per la comunità francescana dell’Egitto e ho avuto la possibilità di visitare un villaggio dove c’è una tensione altissima tra cristiani e musulmani. Non c’è la chiesa perché è stata distrutta, volevano ricostruirla ma l’hanno impedito, hanno fatto delle impalcature di legno, molto dozzinale e l’hanno bruciata. Il frate, per prima cosa ha cercato di creare buoni rapporti tra cristiani e musulmani, andando di casa in per casa. Dai loro racconti, dopo i momenti di altissima

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tensione, scontri e qualche morto, ormai si è passato a buoni rapporti. La gente vive in uno stato veramente di povertà assoluta, circa la metà della popolazione vive in questa situazione, veramente non hanno da mangiare. Incontro questa gente che viene da noi – generalmente, anche se noi siamo latini e loro sono quasi tutti copti ortodossi – vengono qui e hanno bisogno di tutto. Hanno bisogno per la casa e noi ogni mese paghiamo gli affitti, o troviamo nuove case; hanno bisogno di assistenza medica, continuamente viene gente da noi per medicine, cure e altre cose. Hanno bisogno per le scuole, il livello scolastico è molto molto basso e per imparare qualcosa bisogna andare a lezioni private, che però costano anche 50 lire a lezione e chi prende uno stipendio – quelli che ce l’hanno – di 300, 400, 500, non possono permettersi di pagare per i figli 50 lire a lezione”. “Abbiamo un asilo, soprattutto per i bambini più poveri. Padre Antonio, nonostante la sua malattia, ha aperto un “hadan”, cioè un giardino di infanzia per gli “zabalin”, quelli che raccolgono le immondizie. Ha preso delle ragazze che conosceva, le ha convinte a studiare, a interessarsi e ora sono delle valide collaboratrici. Mi diceva una di queste ragazze: ‘vedi, costa molta fatica, molto sacrificio, perché sei tutta la giornata lì, anche alla domenica non siamo libere perché c’è scuola, seguiamo il programma governativo, però quando viene una bambina e ti dice, sai maestra, io sono molto contenta di te eccetto una sola cosa, sei così brava, ma mi dispiace che non sei musulmana!’ e lei le ha risposto: ‘forse sono così brava proprio perché sono cristiana!’” Con un gesto concreto è possibile sostenere la carità operosa dei frati francescani della Custodia di Terra Santa in Egitto. Per maggiori informazioni visita il sito: www.proterrasancta.org - appello “Emergenza Egitto” http://www.fmc-terrasanta.org


Il Santo Sepolcro a Casa del Re Sole Parigi, 16 aprile

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lla presenza del Custode di Terra Santa, fra Pierbattista Pizzaballa, del Guardiano di Betlemme, fra Stéphane Milovitch e dei padri francescani del Commissariato di Parigi, apre oggi a Versailles una grande mostra sui tesori cristiani di Gerusalemme.

Per gentile concessione si pubblica il testo tratto dal quotidiano “Avvenire”.

Un patrimonio unico, di rara bellezza. Oltre 250 pezzi, alcuni dei quali mai esposti in Occidente, usciti dalle botteghe dei migliori orafi di Francia, Italia e Spagna. Ma anche paramenti sacri ricamati e impreziositi con gioielli, lampade votive in argento e oro, candelabri, ostensori e vasi liturgici. E ancora stoffe preziose, fini broccati, velluti e ornamenti dalle fogge le più disparate. Questo e altro ancora (insieme agli oggetti saranno infatti esposti documenti, codici miniati e firmani ottomani) sarà in mostra alla reggia di Versailles dal 16 aprile al 14 luglio. Un tesoro (e non a caso la mostra si intitola appunto «Trésor du Saint-Sepulcre») che si è sedimentato a Gerusalemme a partire dai primi secoli cristiani. Ma che è diventato sempre più ricco e imponente dal periodo crociato, quando i Luoghi Santi della fede cristiana vennero affidati alla cura dei figli di San Francesco d’Assisi, che fin dal 1217 volle la creazione della Provincia di Terra Santa. 
Proprio dalla collaborazione tra la Custodia di Terra Santa, la sovrintendenza museale della reggia di Versailles e il Consiglio generale dell’Alta-Senna nasce questa importante mostra che apre i battenti nella splendida Sala delle crociate (per informazioni: www. chateauversailles. fr). Una seconda parte dell’esposizione (soprattutto opere pittoriche) è invece dislocata presso la Maison de Chateubriand, la casa natale (ora museo) del famoso scrittore, politico e orientalista francese (che raccontò il suo viaggio

in Terra Santa nell’Itinéraire de Paris à Jérusalem, 1811).
Beatrix Saule, conservatore capo della reggia di Versailles, scrittrice romanzi storici e autrice di sceneggiature sulla vita e i tempi di Luigi XIV, non nasconde la sua soddisfazione: «Siamo orgogliosi di poter offrire al pubblico non solo francese i regali delle corti d’Europa del XVI e XVII secolo al tesoro della basilica di Gerusalemme. I sovrani del tempo facevano a gara nel donare suppellettili sacre alla basilica del Santo Sepolcro, anche per affermare la loro protezione sui Luoghi Santi. Così abbiamo potuto selezionare, tra il grande patrimonio di proprietà della Custodia di Terra Santa, una vera messe di vasi sacri e paramenti liturgici come non se ne trova in nessun altro luogo al mondo. Per la reggia di Versailles questa mostra rappresenta poi un’occasione unica: quella cioè contribuire alla conoscenza di un aspetto scomparso nella storia di questa dimora dei re di Francia. Versailles, all’apice del suo splendore, era un luogo vivo, dove insieme alla vita mondana c’era una vita religiosa importante. Basta

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Cronaca Custodiale della Custodia

considerare la cappella palatina di San Luigi IX, situata all’interno del complesso del palazzo reale, lungo l’ala nord. È la quinta nella storia della dimora reale e venne consacrata nel 1710. Oggi dell’arredo liturgico del tempo non resta nulla. L’esposizione del “Tesoro del Santo Sepolcro” è l’occasione per mostrare corredi e manufatti liturgici simili a quelli che potevano esserci nella reggia quando la cappella palatina costituiva il punto focale della vita di corte».
«Il lavoro che ha portato alla realizzazione della mostra è stato lungo e meticoloso – spiega la responsabile delle esposizioni Silvia Roman – ed è stato possibile grazie alla collaborazione dei frati minori della Custodia di Terra Santa, che ha messo a disposizione un team di esperti per selezionare gli oggetti appartenenti alle collezioni storico-artistiche esposte nel museo dello Studium Biblicum di Gerusalemme».
Tra gli oggetti più rappresentativi vanno ricordati anche diciannove vasi della ricca collezione dell’antica Farmacia di San Salvatore, i reperti del cosiddetto «Tesoro di Betlemme» (composto da una serie di oggetti in bronzo e argento appartenuti alla Basilica della Natività in epoca crociata, casualmente ritrovati

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in due diversi momenti nel 1863 e nel 1906) e un prezioso modello del XVII-XVIII secolo raffigurante la basilica del Santo Sepolcro, intarsiato in legno d’ulivo e madreperla 
Il patrimonio in mostra a Versailles costituisce il primo nucleo (altri tesori sono in fase di catalogazione e restauro) dell’erigendo Terra Sancta Museum di Gerusalemme, che si pensa possa venire inaugurato nella città santa nel 2015. Il progetto (per informazioni: www.terrasanctamuseum.org) si propone lo scopo di organizzare diverse sedi espositive in un unico percorso museale sulla storia delle radici cristiane in Terra Santa, sulla tutela dei Luoghi Santi e sulla presenza francescana nella terra che per prima ha conosciuto l’annuncio della salvezza.

 Giuseppe Caffulli
 www.custodia.org


La Custodia stupisce Versailles Gerusalemme, 23 aprile

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vrebbe mai pensato la Custodia di Terra Santa che, mettendo a disposizione 250 pezzi del suo tesoro per un’esposizione al castello dei re di Francia, avrebbe stupito Versailles?

Lunedì 15 aprile è stata ufficialmente inaugurata l’esposizione dal titolo: «Il tesoro del Santo Sepolcro », prima nella dimora di Chateaubriand, Maison de Chateaubriand à ChâtenayMalabry, dove sono esposti nove quadri inediti, poi al castello dei re di Francia, château des rois de France, a Versailles. 

Gli organizzatori dell’esposizione, il Consiglio generale del dipartimento Hauts-deSeine e il Castello di Versailles, han fatto le cose in grande. Infatti, centinaia di persone sono state invitate all’inaugurazione, senza parlare dell’accurato allestimento della mostra che ha messo in risalto le opere prestate dalla Custodia. 

Fra Pierbattista Pizzaballa, Custode di Terra Santa e Fra Stéphane

Milovitch, rappresentante della Custodia tra gli Enti organizzatori coinvolti nell’allestimento dell’esposizione, sono rimasti stupefatti dal risultato.

I quadri (alcuni restaurati per l’occasione), i candelabri, i calici, le casule, i vassoi, ecc., inventariati, fotografati, esaminati durante i due anni di preparazione, hanno finalmente brillato in tutta la loro magnificenza e bellezza. Dentro una scenografia eccezionale per la sobrietà e la dinamica con cui la penombra risalta le opere e la luce invece suscita lo stupore, gli oggetti non erano mai apparsi così affascinanti.

 Vedi anche il video del Franciscan Media Center – clicca qui

Ma tutta questa ricchezza non è motivo d’orgoglio per la Custodia di Terra Santa, bensì occasione per lanciare due messaggi importanti ai media coinvolti in questa esposizione che, secondo gli esperti, sarà ricordata nel tempo.

Il primo messaggio vuole comunicare che il Tesoro più prezioso, tra i molti tesori della Custodia, sono i cristiani di Terra Santa, la comunità cristiana locale, i pellegrini accolti per un giorno nei luoghi santi; segni tangibili dell’attualità del messaggio evangelico.

Il secondo messaggio significa che la Custodia è soltanto la depositaria dei doni elargiti; da secoli, infatti, il suo ruolo è far rivivere gli oggetti proprio in quei luoghi che hanno originato il motivo del dono.

E, per rendere vivo questo patrimonio, per rivelarlo al mondo, la Custodia intende realizzare il Terra Sancta Museum 2015, un’esposizione permanente a Gerusalemme, le cui fasi possono essere seguite visitando il sito internet disponibile in quattro lingue.
La Custodia intende così lanciare un ponte tra il passato e il presente, mettendo in luce il carattere cristiano della Città Santa attraverso gli innumerevoli doni, dai più modesti ai più preziosi, affluiti per testimoniare che qui si costruisce e si mette in gioco il destino dell’umanità. Il Terra Sancta Museum 2015, diventa strumento per creare nuovi legami con e tra gli abitanti di Gerusalemme che potranno scoprire questo straordinario patrimonio; un patrimonio che appartiene alla storia della Terra Santa.

Foto dell’esposizione : © Christian Milet

Museografia : Jérôme Dumoux www.myartdesign.fr www.custodia.org

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Cronaca Varie Custodiale

iBreviary Pro Terra Sancta: la preghiera e la Terra Santa a portata di tablet 

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www.proterrasancta.org


I Media slovacchi pellegrini in Terra Santa Gerusalemme, 10 aprile Riempiono la Chiesa delle Nazioni già dal mattino presto gli oltre 250 pellegrini che sono giunti in questi giorni dalla Slovacchia, accompagnati dall’arcivescovo metropolita di Bratislava, Mons. Stanislav Zvolensky. Sono gli operatori dei media cattolici slovacchi che, con le loro famiglie, hanno preso sul serio l’invito fatto loro da Papa Benedetto XVI, come ci racconta lo stesso arcivescovo a capo della Conferenza Episcopale Slovacca: Mons. Stanislav Zvolensky Arcivescovo metropolita di Bratislava “Abbiamo avuto l’idea, anche in base al consigli del Santo Padre Benedetto XVI di fare il pellegrinaggio in Terra Santa anche con i nostri giornalisti dalla Slovacchia e quelli che lavorano nei nostri media cattolici. [...] Come ci ha invitato il Santo Padre vogliamo anche chiedere, siamo venuti con il desiderio di poter chiedere qui, col desiderio piu’ profondo al signore che rafforzi la nostra fede”. Un viaggio da semplici pellegrini che molti di loro compiono per la prima volta, cogliendo l’occasione dell’anno della fede. Con l’attenzione, le emozioni e le aspettative di chi si accorge dell’importanza di questi luoghi: “Ho cominciato a piangere! Non sono questo tipo di persona solitamente, ma È stato un momento magnifico. Ad essere onesti, non avrei mai immaginato che questi luoghi fossero cosi’ incantevoli, e spero che la fine di questo viaggio sia bella come lo sono stati questi giorni”. “È straordinario essere qui, era uno dei miei sogni. Un sogno per la mia vita, un sogno per mia moglie” “Credo che questa settimana cambierà la mia vita, in maniera postitiva. [...] Questo mi aspetto, che la mia vita sia cambiata, che diventi migliore e che migliori anche la mia famiglia”. Occhi spalancati e grande attenzione alle parole di padre

Jozef Kovacik, portavoce della Conferenza episcopale Slovacca e guida d’eccezione in questi giorni. Una deformazione professionale particolarmente preziosa in luoghi come questi, che fanno riscoprire uno sguardo vero anche sul proprio mestiere conclude l’Arcivescovo metropolita di Bratislava: “I giornalisti sono per loro natura pellegrini, perché fanno sempre un pellegrinaggio e speriamo che vogliano arrivare alla verità”. http://www.fmc-terrasanta.org

In Cisgiordania parte il cantiere per un nuovo museo di storia palestinese 11 aprile 2013 L’11 aprile è stata posata a Birzeit la prima pietra di quello che diventerà - se tutto va secondo i piani, entro il 2014 - il più grande museo della Cisgiordania: un luogo della memoria nazionale, dedicato alla storia moderna palestinese e progettato per raccontare l’epopea di chi ancora vive in patria ma anche dei milioni di altri che sono invece emigrati lontano. «Questo museo è un grande traguardo per il popolo palestinese – ha dichiarato alla cerimonia di apertura del cantiere Siham Barghouti, ministro della Cultura dell’Autorità Nazionale Palestinese –. Il legame, anche digitale, che riusciremo a creare tra memoria e storia palestinese e tutti i palestinesi ovunque dispersi, costituisce per noi un passo fondamentale». Al momento sono circa una trentina i musei palestinesi distribuiti in diverse città dei Territori Occupati. Ma nessuno di essi è paragonabile per dimensioni, costi e importanza «strategica» a questo: l’idea sottesa alla nuova struttura, infatti, è quella di un «museo della memoria e dell’identità nazionale», una di quelle istituzioni irrinunciabili, che la Palestina anno dopo anno sta cercando di darsi, per diventare uno Stato a tutti gli effetti. Il nuovo museo sarà ospitato da un moderno palazzo in pietra e vetro, dal costo complessivo di circa 20 milioni di dollari (poco più di 15 milioni di euro),

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progettato dal studio irlandese di architettura Heneghan Peng, noto anche per il progetto del Museo Nazionale egiziano. L’edificio sorgerà su un terreno vicino alla città universitaria palestinese di Birzeit, vicino a Ramallah. In una prima fase, che sarà terminata entro il 2014, il museo avrà - oltre agli spazi espositivi -, una caffetteria, una sala conferenze, un negozio e gli uffici amministrativi. Il progetto prevede anche una seconda fase di costruzione, al termine della quale la struttura dovrebbe allargarsi fino a coprire 9 mila metri quadri di superficie. La gestione è stata affidata alla Welfare Association, un’organizzazione palestinese di aiuto e sviluppo supportata da donatori privati, che ha tuttavia stretti legami con l’Autorità palestinese. Il Museo dovrebbe concentrarsi sugli ultimi due secoli di storia palestinese: dall’Impero Ottomano, passando per il mandato britannico sulla Palestina, fino alla creazione dello Stato d’Israele nel 1948 e la successiva diaspora palestinese. Un altro capitolo sarà quello dei palestinesi all’estero, così come di coloro che vivono nella Striscia di Gaza, nel Cisgiordania (sotto il controllo del governo di Amman, fino al 1967, e poi di Israele), compresi gli ultimi vent’anni di parziale autonomia. «Speriamo che non rimanga solo un edificio storico che conserva reperti archeologici - ha dichiarato il responsabile del progetto, Omar al-Qattan -. Stiamo pensando a un’istituzione che possa attraversare ogni confine, geografico e politico, attraverso avanzati sistemi di network digitali». «Spero che questo museo possa dare a molti palestinesi l’opportunità di raccontare le loro storie», ha dichiarato Jack Persekian, il neodesignato direttore, esprimendo la speranza che il nuovo ente culturale non parli solo di musulmani e cristiani, ma anche di ebrei che vivevano nella Palestina ad amministrazione britannica prima del 1948. «Ci piacerebbe pensare al museo in modo inclusivo», ha concluso. www.Terrasanta.net

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I Comunicandi in Convento Napoli, 13 aprile Gran bella giornata quella del 13 Aprile 2013 non solo per il sole ma anche per il vocio di tanti ragazzi della Parrocchia di Nostra Signora della Misericordia a Capodimonte che tramite il loro Parroco, Don Antonio Cannatelli, hanno scelto il Commissariato Generale di Terra Santa come luogo ideale per il loro Ritiro Spirituale in preparazione alla Prima Comunione. I Comunicandi erano accompagnati oltre che dal Parroco anche dai loro Catechisti e dai Genitori. Nel bel mezzo della mattinata, mentre i Catechisti intrattenevano i ragazzi, i Genitori si sono radunati in Cappella per un momento di preghiera e per l’ascolto della Parola di Dio. Il P. Commissario, invitato dal Parroco, ha tenuto una meditazione con riferimento alla Terra Santa, in particolare a Cafarnao e al Cenacolo, mettendo in risalto l’importanza dell’Eucarestia nella vita del cristiano e la necessità della testimonianza da parte dei genitori. A mezzogiorno tutti hanno mangiato a sacco nell’ampio giardino e nelle prime ore del pomeriggio sono tornati a casa contenti e santificati. Commissariato Generale di Terra Santa- Napoli


Giorno della commemorazione in Israele Gerusalemme, 14 aprile Le nostre comunità ed i loro membri hanno ricordato i soldati caduti nelle guerre dello Stato d’Israele. Preghiamo con grande forza che venga la pace. Una madre in lutto delle nostre comunità scrisse: “Oggi tutto il popolo d’Israele è unito ed abbassa la testa per i cari defunti, che hanno dato la loro vita nelle guerre d’Israele. Molto dolore è sepolto nei cuori dei genitori in lutto, delle vedove e degli orfani. Possiamo solo pregare che non si conosca più lutto e morte”.

Tra i nostri membri ci sono soldati e famiglie che hanno perso i propri cari nell’esercito – Dio conforti coloro che sono in lutto, protegga i soldati e porti pace con i nostri vicini, cosicché possiamo vivere le promesse dei Profeti:
Messaggio che Isaia, figlio di Amoz, ricevette in visione su Giuda e su Gerusalemme. Alla fine dei giorni, il monte del tempio del Signore sarà saldo sulla cima dei monti e s’innalzerà sopra i colli, e ad esso affluiranno tutte le genti. Verranno molti popoli e diranno: “Venite saliamo sul monte del Signore, al tempio del Dio di Giacobbe, perché ci insegni le sue vie e possiamo camminare per i suoi sentieri”. Poiché da Sion uscirà la legge e da Gerusalemme la parola del Signore. Egli sarà giudice fra le genti e arbitro fra molti popoli. Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri, delle loro lance faranno falci; una nazione non alzerà più la spada contro un’altra nazione, non impareranno più l’arte della guerra (Isaia 2,1-4) http://www.catholic.co.il

A Nazareth un centro per le famiglie del mondo Roma, 17 aprile La fondazione vaticana Centro Internazionale Famiglia di Nazareth è stata presentata ai giornalisti stamane, martedì 16 aprile, nella Sala Stampa della Santa Sede. Prende così forma l’idea — manifestata da Giovanni Paolo II durante l’Incontro mondiale del 1997 a Rio de Ja- neiro — di una residenza in Terra Santa per le famiglie del mondo. Essa divenne progetto il 14 maggio 2009 in occasione

del viaggio di Benedetto XVI, che in Galilea ne benedì la prima pietra. L’iniziativa si è concretizzata infine durante l’ultimo Incontro mondiale delle famiglie, svoltosi a Milano nel giugno scorso, essendo stata scelta come «opera segno» del Family 2012. Una volta costituta, la fondazione — affidata al Rinnovamento nello Spirito Santo, che la presiede con il suo presidente nazionale Salvatore Martinez — si è insediata all’inizio di quest’anno a Palazzo San Calisto, presso i locali del Pontificio Consiglio per la Famiglia. Nel suo intervento l’arcivescovo presidente Vincenzo Paglia ha illustrato la missione del futuro centro, pensato come struttura di spiritualità familiare, come osservatorio permanente di studio sulla pastorale famigliare nel mondo e come realtà di sostegno materiale alle famiglie in difficoltà, in special mo- do a quelle di Terra Santa. Successivamente il presule ha anche annunciato alcune iniziative del Pontificio

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Consiglio, a cominciare da una serie di «dialoghi per la famiglia», il primo dei quali si tiene mercoledì 17 aprile sul tema «famiglia, prima impresa»; e la recente istituzione di una sezione Bibbia e famiglia per riportare la parola di Dio al centro della vita domestica. Perché, ha avvertito, senza famiglia «è in pericolo l’assetto stesso della società», mentre bisognerebbe sottolineare «il valore della famiglia come tale. Se non ci fossero le famiglie saremmo già dentro il baratro. Non dimentichiamo, quindi, la realtà forte della famiglia, spesso bastonata e dimenticata». Martinez, da parte sua, ha descritto l’erigendo centro, che dovrebbe essere ultimato entro i prossimi trenta mesi, con un costo di dodici milioni di euro. Articolato in due corpi di fabbrica, avrà tra l’altro un auditorium, un centro pastorale diocesano, sale riunioni, una chiesa da 500 posti, un albergo da 100 camere con ristorante per l’accoglienza di famiglie pellegrine in Terra Santa, una ludoteca e spazi esterni d’intrattenimento per i bambini. «Un luogo privilegiato — lo ha definito — per la diffusione del Vangelo della famiglia». Il presidente ha poi presentato il sito www.ilportaledellafamiglia.org online da oggi. Tra i relatori in Sala Stampa, anche il vescovo Giacinto Boulos Marcuzzo, vicario del patriarca di Gerusalemme dei latini per Israele, il quale ha messo in evidenza come nella città della Galilea i cristiani siano il 40 per cento della popolazione, con una concentrazione senza eguali nel resto della Terra San- ta. «Ritornare a Nazareth — ha detto — significa, come fece Gesù, tornare alle radici della pace. Il nostro problema è la pace anche se ora viviamo la tregua. Ecco allora l’importanza della famiglia, una delle pietre che costruiscono la pace». L’OSSERVATORE ROMANO

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“Linfa dell’ulivo” alla continua scoperta delle sue radici Nel suo secondo anno di vita, “Linfa dell’Ulivo”, organizzata dalla Diocesi di Vicenza, cresce rigogliosa. Don Gianantonio Urbani, tra i fondatori e sostenitore dell’iniziativa, ci spiega in cosa consiste questo progetto di cultura biblica: “La Linfa dell’ulivo è una organizzazione di persone, legata all’ufficio pellegrinaggi della diocesi di Vicenza, dove si vogliono mettere insieme soprattutto esperti, relazioni e conferenze attorno alle terre bibliche. In modo particolare quest’anno il tema di fondo è “Se tu conoscessi il dono di Dio”, un’espressione del Vangelo di Giovanni, dove si vuole approfondire quell’area, quell’importante tema del Battesimo di Gesù”. Una delle preoccupazioni di Linfa dell’Ulivo è quella di non far vivere le terre bibliche solamente con occhi da studioso o da turista. Bisogna conservare lo “spirito del pellegrino” e questo gruppo di lavoro cerca di farlo sostenendo diverse iniziative: convegni,corsi biblici, ma anche attività sul posto. Prosegue don URBANI: “Una delle cose che abbiamo concretizzato, già da un paio di anni a questa parte, è stata di chiedere alla Custodia di Terra Santa di venire in aiuto a questa Chiesa. Una Chiesa locale, com’è quella di Vicenza, ma potrebbero essere anche altre, che chiede alla Custodia la possibilità di venire in Terra Santa per aiutare”. E un ruolo importante che svolge Linfa dell’ulivo anche nella preparazione di volontari e pellegrini prima del loro arrivo nei luoghi Santi? Risponde don URBANI: “Quando accompagnamo un pellegrino, o un gruppo di pellegrini, in Terra Santa teniamo sempre conto della preparazione fatta a casa e, quindi, nella Chiesa locale. È importante percorrere questo iter, questo tirocinio di preparazione per arrivare qui e non essere spiazzati da quello che si vede, che si tocca e che s’impara. Abbiamo cercato di dare questa concretezza anche ai cristiani della Chiesa di Vicenza, chiedendo la disponibilità per andare in Terra Santa a offrire un servizio in un Luogo santo. La Custodia, il Discretorio dei frati Francescani, dopo averci


A Betlemme s’è svolta la prima maratona della Cisgiordania Betlemme, 22 aprile

pensato, hanno dato risposta favorevole e adesso noi stiamo preparando i volontari a venire qui. Un questo modo diciamo che il sito archeologico di Magdala Tarichea sarà messo in sicurezza. Quindi ci aspettiamo nei prossimi mesi un’evoluzione di questo progetto affinché, a Dio piacendo, si aprirà anche questo luogo”. Una iniziativa che ha le idee chiare, già a partire dall’immagine con cui si presenta? Risponde don GIANANTONIO: “Il logo è un importante punto di riferimento; oggi l’immagine e le parole, soprattutto l’immagine, recano un messaggio. In questo piattino, formato un po’ da tutte le generazioni, possiamo proprio vedere le persone che accolgono nel mondo e che possono essere destinatarie di questa linfa vitale dell’ulivo. Si possono notare anche le due lettere stilizzate: L (linfa) e U (ulivo), linfa dell’ulivo. I colori diversi: verde, la linfa vitale che viene proprio da questa radice santa dell’ulivo, marrone a significare l’importanza della radice prima di tutte le promesse di Dio che è proprio l’Israele di Dio. Con una consapevole convinzione di fondo: Come dice Paolo, non sei tu che porti la radice, ma è la radice che porta te”. http://www.fmc-terrasanta.org

La Palestina si infila la tuta e inizia a correre. Corre contro le restrizioni al movimento, contro i checkpoint e il Muro di separazione. Alla prima maratona in Cisgiordania, domenica 21 aprile, uomini, donne e bambini hanno stretto i lacci alle scarpe per rivendicare un diritto negato da tempo: quello di circolare liberamente nella propria terra. Right to Movement – Palestine Marathon ha visto la partecipazione di oltre 650 persone: corridori professionisti e non sono arrivati da tutta la Cisgiordania, da Gerusalemme e da Israele per percorrere 42 chilometri di corsa. Insieme a loro, 250 internazionali. Mancavano, invece, i 28 corridori iscritti di Gaza ai quali le autorità israeliane hanno negato il permesso di uscire dalla Striscia. «Abbiamo chiesto i permessi cinque volte, con cinque diverse modalità, ma senza ottenere l’autorizzazione. Israele ha rifiutato, adducendo che da Gaza si esce solo per ragioni umanitarie. E lo sport non lo è, a quanto pare». Così Larke Hein, una delle due ragazze danesi alle quali un anno fa è venuta in mente l’idea di una maratona in Palestina, una corsa per le strade di Betlemme. «Volevamo inviare un segnale, un messaggio alla comunità internazionale – ci spiega Larke –. Abbiamo subito trovato l’appoggio della Municipalità di Betlemme e dell’Autorità Nazionale Palestinese, che ha collaborato con noi attraverso il Comitato olimpico e l’Alto Consiglio per i Giovani e lo Sport. Il diritto al movimento è basilare, lo è in Italia, in Danimarca, e dovrebbe esserlo anche in Palestina». Eppure qui, tra check-point, posti di blocco, strade riservate ai coloni israeliani e un muro di cemento alto otto metri, la libertà di spostamento è una chimera. Gli Accordi di Oslo del 1993 hanno diviso la Cisgiordania in tre aree: Area A (sotto il controllo civile e militare palestinese, il 18 per cento del territorio), Area B (controllo civile palestinese e militare israeliano, il 21 per cento) e Area C (sotto il completo controllo israeliano, il 61 per cento). La maratona si è svolta esclusivamente all’interno dell’Area A. «La nostra è stata una sfida – continua Larke, mentre

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dietro di lei giovani palestinesi si mettono in fila per ricevere la pettorina per la corsa –. Volevamo dimostrare che il popolo palestinese è in grado di muoversi senza restrizioni in aree estremamente ridotte a causa delle politiche delle autorità israeliane. Basta guardare il percorso della maratona: non esiste in Cisgiordania una porzione di Area A che si estenda per almeno 42 km, quelli necessari a una maratona. Per cui i corridori oggi correranno all’interno della città di Betlemme, lungo il Muro e attraverso i campi profughi per quattro giri consecutivi». Alle otto del mattino i corridori sono pronti. C’è aria di festa nonostante la pioggia che sta per arrivare. C’è chi scalda i muscoli, chi sfida gli amici, chi gioca con i figli. Dal palco, il sindaco di Betlemme, Vera Baboun, accoglie i partecipanti: «Oggi la nostra città lancia un messaggio di pace, solidarietà e umanità. Grazie a tutti coloro che sostengono i diritti basilari del popolo palestinese». Un minuto di silenzio ricorda le vittime dell’attentato di pochi giorni fa alla maratona di Boston. Poi si parte. Centinaia di persone, di ogni età e provenienti da 28

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Paesi del mondo cominciano a correre, anche se non tutti arriveranno alla fine. Sfilano davanti alla Chiesa della Natività, passano vicino al check-point 300 – che divide Betlemme da Gerusalemme –, proseguono all’interno dei vicoli stretti dei campi profughi di Aida e Dheisha e lungo il Muro. Al termine della gara, i corridori tornano in Manger Square (piazza della Mangiatoia) per rifocillarsi e festeggiare. «Un’esperienza incredibile – ci racconta Sala’a, palestinese di 31 anni di Beit Sahour –. Non credevo di farcela, è stato bellissimo. Oggi abbiamo dimostrato che non rinunciamo al nostro diritto a muoverci liberamente anche se per percorrere 42 chilometri siamo stati costretti a fare lo stesso giro quattro volte. Così abbiamo mostrato al mondo, che oggi è qua con telecamere e giornalisti, cosa significhi cercare di vivere una vita normale in Cisgiordania». «L’altro segnale bellissimo che abbiamo mandato è alle donne – aggiunge Sala’a –. Oggi erano tantissime. Credete che sia normale vedere in Palestina una donna correre in strada per fare sport? Oggi abbiamo fatto un passo in più verso l’uguaglianza». Alla Maratona di Betlemme quasi la metà dei corridori erano donne, molte delle quali velate. Una risposta a quanto accaduto a Gaza poche settimane fa: dopo il divieto imposto da Hamas alle donne a partecipare alla tradizionale maratona dell’Onu, le Nazioni Unite hanno cancellato la gara per protesta. Oggi, le donne palestinesi della Cisgiordania hanno corso anche per quelle di Gaza: «Sì, oggi abbiamo corso per tutte loro – dice Sala’a mentre divora un panino –. Abbiamo dimostrato che tutto è possibile». Tra gli organizzatori della maratona e tra i 300 volontari che hanno lavorato all’evento, in prima fila ci sono proprio le donne: è il Running Club di Betlemme, gruppo al femminile nato a dicembre per preparare l’evento di domenica ed iniziare gli allenamenti. «Ci alleniamo ogni sabato, è liberatorio – ci racconta Jacky, betlemmita di 24 anni –. L’obiettivo non è semplicemente fare sport, è migliorare dal basso la condizione di noi donne. Le discriminazioni sociali ed economiche che subiamo sono ancora forti, ma noi siamo più forti. Lo dimostriamo ogni giorno, in famiglia, al lavoro, nella vita privata e contro l’occupazione militare israeliana». Testo e foto di Emma Mancini www.Terrasanta.net


A scuola di mosaico “Prof. perché ci porta in chiesa?” Gerusalemme, aprile È questa la domanda che Khaled Hamdan, coordinatore delle attività con le scuole per il progetto ATS, si sente rivolgere più spesso dagli alunni di Gerusalemme Est. Ed è una domanda legittima, perchè Khaled è musulmano e, invece di portare i ragazzi alla moschea di Al Aqsa, fa visitare i mosaici del Getsemani. La risposta di Khaled Hamdan: “Ok, so che siete musulmani, ma dovete andare nelle chiese! Non per pregare: è semplice, per conoscere la vostra cultura, perché chiese e moschee vivono insieme!” Il progetto di Ats, Associazione Pro Terra Sancta, nasce anche per mostrare alle scolaresche il lavoro dei ragazzi del Mosaic Center di Gerico. Sei ragazzi che mettono in pratica ciò che è stato insegnato loro nella Basilica delle Nazioni, restaurando i mosaici delle volte e restituendo loro lo splendore di un tempo. Non è un’iniziativa semplice da portare avanti: spesso i genitori di bambini e ragazzi non vedono di buon occhio

il fatto che i loro figli entrino in chiesa. Ma il lavoro di Khaled vorrebbe cominciare a scardinare questa rigidità, raccontando la storia del Getsemani e del suo santuario e mostrando questi splendidi mosaici: “Pensiamo che la nostra gente, la nostra generazione e gli studenti non conoscano abbastanza la cultura, la storia e molte cose legate a questi aspetti. Speriamo che questo progetto possa portare ad una maggiore consapevolezza. Abbiamo cominciato da meno di un anno e finora abbiamo guidato 12 scuole che ci hanno contattato da Gerusalemme est. Per i ragazzi e per gli insegnanti È molto interessante”. Ed è con la semplicità dei bambini che le giovanissime studentesse si appassionano a questa gita. Tanto da voler cominciare a comporre mosaici in classe, come ci racconta una delle insegnanti: “Molte ragazze hanno detto che vorrebbero comporre dei mosaici e e ci hanno chiesto di poterlo fare. Stiamo lavorando per realizzarne uno che parli della nostra scuola. Alle ragazze è piaciuta molto questa gita e ciò mostra il legame tra le due diverse religioni, con i cristiani che vanno a visitare i luoghi religiosi musulmani e viceversa. Questo porta ad una migliore convivenza tra le due religioni”. Un progetto che ha a cuore l’educazione dei ragazzi alla bellezza e al dialogo. Senza tanti discorsi e attraverso la concretezza di un’opera che va costruita tassello dopo tassello, con tanta pazienza. Come testimoniano i ragazzi del Mosaic Center di Gerico. “Abbiamo alcuni studenti che lavorano qui facendo mosaici. Quando vedono questi studenti, musulmani, che lavorano in chiesa, cambiano idea e dicono: si’, state facendo un bel lavoro. Per questo vorrei continuare, in futuro”. http://www.fmc-terrasanta.org

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Il primo Simposio internazionale sul pellegrinaggio sostenibile Gerusalemme, 24 aprile Nella Giornata mondiale della Terra, Gerusalemme inaugura il primo Simposio internazionale sul pellegrinaggio sostenibile. Un tema rilevante per la città, sacra delle tre grandi religioni del Libro, che ogni anno viene raggiunta da milioni di pellegrini provenienti da ogni parte del mondo. Un’idea nata ad Assisi nel 2011 e maturata alla luce delle necessità che un luogo di culto deve affrontare per l’impatto, ambientale e culturale, che i pellegrini hanno sul suo territorio. NAOMI TSUR, Vice Sindaco di Gerusalemme: “È molto bello poter accogliere le città e le fedi da ogni parte del mondo, siamo felici di accoglierli con una mostra speciale, i “Chicago Cool Globes” lungo la via di Mamilla, dove si trovano esposti 18 globi che ci parlano della storia dei cambiamenti climatici. Questa è l’occasione per cambiare il segnale che viene da Gerusalemme: qui c’è equità, pubbliche competenze, libertà lavorativa e siamo orgogliosi di poterlo dire al resto del mondo. Forse possiamo essere un buon esempio in questo caso”. Con lo slogan “Ama la nostra città”, il Simposio vuole essere prima di tutto un terreno di dialogo, tra le tre grandi comunità religiose che popolano la Terra Santa, gli addetti di settore e le altre città del mondo mete di pellegrinaggi che, con Gerusalemme, condividono i temi centrali della sostenibilità.

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“Le città in cui andiamo devono essere preparate a ricevere pellegrini ecologici, che significa avere infrastrutture accoglienti, alloggi accessibili, abbiamo bisogno di mostrare la nostra natura tanto ai pellegrini, quanto alle strutture e agli istituti. Quindi siamo aperti a 360 gradi a ciò che ci si può aspettare dalla visita della città” Amore per il luoghi di culto, e consapevolezza, per i pellegrini e per chi li ospita, del valore del patrimonio ambientale, storico, culturale e religioso da condividere, con un pensiero prima di tutto religioso. Padre Pierbattista Pizzaballa, ofm Custode di Terra Santa: “Il concetto che è a monte e che Dio è creatore e questo avvicina tutti: cristiani, ebrei, musulmani. Ed è nostro compito come uomini mantenere questa bellezza del creato che Dio ci ha donato”. www.fmc-terrasanta.org


Più spazio per la preghiera al Muro del Pianto per ricomporre i dissidi? Gerusalemme, 29 aprile Di tanto in tanto vengono arrestate, come è accaduto l’11 aprile scorso a cinque di loro. Il primo giorno di ogni mese ebraico, dal 1988 a questa parte, un gruppo di femministe religiose ebree si reca a pregare al Kotel (il Muro occidentale scampato alla distruzione del Tempio di Gerusalemme, altrimenti noto come Muro del Pianto). Arrivano lì e pregano con le stesse modalità previste per gli uomini dal giudaismo ortodosso: avvolte nello scialle della preghiera (il talled) e indossando i filatteri. Così facendo si attirano i fulmini degli ebrei ultraortodossi che amministrano il luogo santo e si impuntano su una sentenza della Corte Suprema che regolamenta l’uso del luogo. L’11 aprile scorso leattiviste erano accompagnate da un centinaio di simpatizzanti, ma solo cinque manifestanti sono state arrestate dalle forze dell’ordine, che hanno fermato anche un ebreo ortodossoper avercercato di dar fuoco ai libri di preghiera che le donne portavano con sé. Da qualche tempo gli arresti delle «donne del Muro» si fanno più frequenti, cosa che contribuisce a dare maggiore visibilità, anche mediatica, al movimento e a mettere l’accento sulle differenze che albergano

in seno al giudaismo. Queste femministe religiose sono espressione di correnti tanto riformiste quanto ortodosse. Ben oltre le rivendicazioni riguardo al Kotel, è il carattere patriarcale della religione giudaica cheviene rimesso in discussionedall’interno. Per uscire dall’impasse e ricomporre la frattura, un piano è stato presentato al primo ministro Benjamin Netanyahu da Natan Sharansky, il presidente dell’Agenzia ebraica, organizzazione che fa da ponte tra Israele e le comunità ebraiche di tutto il mondo. La proposta Sharansky sembra suscitare consensi. Tutte le parti paiono d’accordo - salvo forse sui dettagli -, dal rabbino del Kotel, Shmuel Rabinovitch, ai dirigenti delle correnti riformatrici americane (ai quali il presidente dell’Agenzia ebraica ha illustrato il piano nel corso di un recente viaggio negli Stati Uniti). In sostanza Sharansky propone di raddoppiare lo spazio riservato alla preghiera al Kotel, ampliandolo vero sud fino all’arco di Robinson (dal nome dello studioso Edward Robinson che lo individuò nel 1838 - ndr). Ai tempi di Erode il Grande era questo l’accesso più meridionale al Monte del Tempio sul lato occidentale. Lo spazio ai piedi del Kotel - attualmente suddiviso in due aree, una per i fedeli maschi e una, più ristretta, per le femmine - verrebbe ripartito in tre: un’area per gli uomini, una per le donne e una per la preghiera non conforme alle norme del giudaismo ortodosso. Quest’ultima arearappresenta una novità solo in

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Una trapunta per la pace Gerusalemme, 29 aprile

parte: già nel 2003 la Corte Suprema israelianastabilì la creazione di uno spaziodedicato alla preghiera non ortodossa che però, nei fatti, sièreso raramente accessibile. Il nuovo piano prevede di metter mano alla zonadell’arco di Robinson, che è attualmente luogo di scavi archeologici e si trova a un livello inferiore a quello del piazzale. «Ho presentatoil piano ai ministri del governo, ai responsabili delle diverse correnti del giudaismo negli Usa, al rabbino del Kotel. Ognuno ha le proprie esigenze, ma tutti comprendono che la situazione attuale, dove il Kotel è divenuto un luogo di divisione e controversie, deve cessare e che bisogna tornare a concepirlo come un luogo unico e unificante», spiega Sharansky. E tuttavia giorni addietro, facendo riferimento all’arco di Robinson, Anat Hoffman, presidente di «Donne per il Muro», spiegava al quotidiano Haaretz che il suo gruppo è «assolutamente contrario a ogni tipo di compromesso volto a creare una sorta di “muro degli emarginati”». La Hoffman nutre anche dubbi sulle risorse necessarie per finanziare il progetto e teme che la cifra ipotizzata tra i 100 e i 200 milioni di shekel (tra i 21 e i 42 milioni di euro) - potrebbe ridursi alquanto (fino a 100-200 dollari, dice lei). A ciò si aggiunge anche il timore che gli ambienti musulmani possano contrastare il progetto, se dovesse coinvolgere la rampa d’accesso alla Spianata delle Moschee (simili levate di scudi si sono già registrate in passato). Da parte sua il rabbino responsabile dei luoghi santi del Kotel fa valere il punto di vista della comunità locale ultra-ortodossa. «Credo che questo spazio di preghiera dovrebbe conformarsi ai costumi del luogo» ha dichiarato al quotidiano Yedioth Ahronoth, «ma è possibile convivere anche con questa soluzione». www.Terrasanta.net

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Settantadue tasselli, altrettante donne donne ebree, musulmane e cristiane della Terra Santa. Unite insieme per creare una trapunta dedicata alla pace, alla comprensione reciproca e alla riconciliazione. Esposta in questi giorni alla Ymca di Gerusalemme, la coperta è stata realizzata tra il 2001 e il 2003, negli anni terribili della seconda intifada. Julia West, Partecipante al Progetto Trapunta: “Il design è d’ispirazione islamica e rappresenta la mano, la hamsa, che in Medio Oriente è un simbolo e vuol dire tante cose: shalom, pace, ma anche fratellanza. In questo caso le mani si toccano l’una con l’altra e cio’ importante, toccarsi l’uno con l’altro”. Ogni tassello è la mano di una donna e la sua voce, oltre al simbolo della propria tradizione: dalla chiesa, al leone, al sole, alle montagne. Su tutto, sovrana, regna la parola pace. Elana Rozenman è una delle partecipanti


al progetto della trapunta e direttrice di Trust Emun, un’organizzazione femminile che a Gerusalemme si dedica da anni al dialogo inter-religioso. Nonostante suo figlio sia rimasto gravemente ferito in un attentato terroristico, Elena non ha smesso di credere nel prossimo. ELANA ROZENMAN, Dir. “Trust Emun” “La trapunta è nata all’inizio della Seconda Intifada, in un momento doloroso e difficile per tutti noi qui perché proprio nel momento in cui eravamo pieni di speranze per la pace improvvisamente È tornata la guerra. Cosi’

molte di noi hanno sentito l’esigenza di fare qualcosa insieme ai palestinesi per continuare a credere nella pace”. Libby, fondatrice del progetto, spera che la trapunta da Gerusalemme possa arrivare alla Casa Bianca e al Vaticano dal Papa. “Il messaggio che vogliamo dare è che se ascoltassimo la voce delle donne sapremmo come creare un mondo in cui i nostri figli possano essere al sicuro, felici e orgogliosi. Perché noi donne sappiano che anche se non ci riesce bene fare la guerra, sappiamo forse come fare la pace”. http://www.fmc-terrasanta.org

Un antico messale visibile alla mostra “I’m Gabriel” Gerusalemme, 30 aprile Un messale della seconda metà del XIII sec. d.C., proveniente dal convento del Monte Sion e facente parte della collezione di codici liturgici latini di Terra Santa del museo dello Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme, è stato temporaneamente dato in prestito all’Israel Museum. L’oggetto sarà esposto dal 1° maggio 2013 al 14 febbraio 2014 all’interno della speciale mostra organizzata dal museo israeliano sotto la curatela scientifica di Michal Dayagi- Mendels, Tamar e Teddy Kollek, Adolfo D. Roitman, Lizbeth e George Krupp dedicata allo sviluppo della figura dell’arcangelo Gabriele all’interno delle tre religioni monoteistiche. Tra gli oggetti che saranno presentati ai visitatori si potranno vedere il Rotolo della Guerra, uno dei primi rotoli scoperti a Qumran nel 1947, il libro di Daniele della Bibbia ebraica dal Codice di Damasco (XIII sec. d.C.), una versione francese del Vangelo di Luca risalente al X sec. d.C. e un Corano datato al XV-XVI sec. d.C. proveniente dall’Iran. Il reperto principale è una pietra iscritta ad inchiostro datata al I sec. a.C. scoperta nel 2007 sulla riva orientale del mar Morto e chiamata “the Gabriel Revelation Stone”. L’oggetto è ritenuto dalla comunità scientifica israeliana una scoperta molto importante soprattutto perché getta nuova luce sulla vita spirituale della comunità ebraica del periodo del Secondo Tempio. Nell’iscrizione si delinea molto chiaramente la figura

dell’angelo quale importante intermediario tra Dio e la comunità ebraica. Il testo si riferisce ad un apocalittico attacco alla città di Gerusalemme e alla speranza in Dio per la liberazione della città grazie al suo amore per Davide, suo servo, e forse connesso con la speranza nella venuta del Messia di discendenza davidica. Bollettino del Museo Archeologico SBF

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Fraternitas

Fraternitas

VOLUME XLVI • EDIZIONE 199

MAGGIO 2013

Notiziario Internazionale OFM

Il Ministro Generale OFM Fr. José Rodríguez Carballo

Nominato Arcivescovo titolare di Belcastro e Segretario della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica

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Piu informazione e foto nella prossima edizione di Fraternitas.

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Il P. José Rodríguez Carballo, ofm, è nato a Lodoselo, Diocesi di Orense (Spagna), l’11 agosto 1953, è entrato nel Seminario minore della Provincia Francescana di San Giacomo di Compostela, a Castroverde de Campos (Zamora) nel 1964; l’anno successivo è passato al Seminario di Herbón (La Coruña); ha poi fatto il noviziato presso il Convento di Ponteareas, concluso con la professione dei voti temporanei il 9 agosto 1971. Ha proseguito con gli studi di filosofia e teologia presso il Centro di Studi Teologici di San Giacomo di Compostela. Dal 1976 ha frequentato lo Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme, conseguendo la laurea in Teologia Biblica nel 1978; iscrittosi poi al Pontificio Istituto Biblico di Roma, nel 1981 ha ottenuto la laurea in Sacra Scrittura. Nel Capitolo Provinciale del 1983 è stato eletto Definitore ed è stato poi nominato Segretario Provinciale per la Formazione e gli Studi, Commissario di Terra Santa e Maestro dei Novizi. Eletto Ministro Provinciale di Santiago de Compostela nel 1992, dal 1993 al 1997 è stato anche Presidente dell’Unione dei Ministri Provinciali Francescani d’Europa. Nel Capitolo Generale dell’Ordine del 1997 é stato eletto Definitore Generale, e in seguito é stato nominato Segretario generale per la Formazione e gli Studi. Il 5 giugno 2003, nel Capitolo Generale, è stato eletto Ministro Generale dell’Ordine dei Frati Minori, il 119° successore di san Francesco di Assisi e poi nel Capitolo Generale del 2009 è stato rieletto. Il 23 novembre 2012 è stato eletto anche Presidente dell’Unione dei Superiori Generali. Membro delle Congregazioni per l’Evangelizzazione dei Popoli e per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, ha partecipato ai Sinodi dei Vescovi del 2005, del 2008 e del 2012, e a quello per il Medio Oriente nel 2010; ha partecipato anche alla V Conferenza Generale dell’Episcopato Latino-Americano di Aparecida nel 2007.

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Il 6 aprile 2013 il Santo Padre Francesco ha nominato Segretario della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica il Rev.mo Padre José Rodríguez Carballo, Ministro generale dell’Ordine dei Frati Minori (OFM), elevandolo in pari tempo alla sede titolare di Belcastro, con dignità di Arcivescovo.

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ALTRE NOTIZIE

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Programma di formazione ecumenica in direzione spirituale 2013 – 2014 Il programma si articolerà in tre week-end e nove sabati durante l’anno. La prima parte del programma si concentra sullo sviluppo spirituale personale e costruzione di competenze che sarà sviluppata e approfondita nel programma. La seconda parte comprende e guarda alla spiritualità nell’ambito della Chiesa e la comunità. La terza e ultima parte del programma si concentrerà sull’ulteriore sviluppo delle competenze per la direzione spirituale. Per maggiori info: www.franciscans. ac.uk Ritiro Francescano Accompagnato Mercoledì 28 agosto - Giovedi 5 settembre 2013. Il Programma si concentra su una esperienza spirituale positiva in un ambiente bello e tranquillo. Liturgie nella tradizione francescana aiuteranno ad approfondire la vostra preghiera. Esperti Direttori Spirituali vi accompagneranno nel vostro cammino. Il Ritiro francescano avrà inizio con la cena il Mercoledì sera, 28 agosto e terminerà con la Messa nella mattinata di Giovedi, 5 settembre 2013. Per maggiori info: www.franciscans. ac.uk

Il tema “giustizia, pace e integrità del creato a servizio della missione” è stato approfondito dal punto di vista teologico e sociologico, evidenziando come i due aspetti siano inscindibili così come dimostrano la Scrittura e la dottrina sociale della Chiesa. Non c’è, infatti, separazione tra preghiera, giustizia e vita quotidiana. “Fare la giustizia, ha detto Fr. Mike, è ciò che Dio si attende dalla nostra vita come espressione autentica della nostra fede vissuta. Per fare questo è necessario recuperare la dimensione di

Nuovi Provinciali Fr. Michel Laloux, ofm Prov. Du Bienheureux Jean Duns Scot - France-Belgique fede, di Dio, che umanizza la società”. Papa Francesco, ci ha ricordato il Vicario Generale, sfida tutti alla costruzione di “una Chiesa povera per i poveri”, altrimenti si corre il rischio di dimenticare che il Dio nel quale crediamo è Colui che ascolta il grido di sofferenza del suo popolo. La giustizia sociale è allora una dimensione costitutiva della fede e a noi Frati Minori è chiesto di vivere, là dove siamo, la relazione tra vangelo, chiesa e cultura per essere uomini del dialogo e ambasciatori della riconciliazione. Conferenza di Lingua Inglese a Malta

Fr. Maggiorino Stoppa, ofm Prov. S. Bonaventura in Piemonte - Italia Fr. Juan C. Moya Ovejero, ofm Prov. S. José , Esposo de la B.V.M - Valencia-Spagna Fr. Joaquín Zurera Ribó, ofm Prov. Ntra. Sra. de Regla – Granada - Spagna Fr. Manuel Corullón F. ofm Cust. Santi Martiri Marruecos Fr. Felix Junco Jr., ofm Cust. St. Anthony of Padua Philippines Fr. José M. Sainz Jiménez, ofm Prov. San Gregorio Magno Castilla-Spagna

Sessione di Formazione Missionaria Inter-Francescana Dal 1 al 4 aprile 2013 Fr. Michael A. Perry, Vicario Generale dell’Ordine dei Frati Minori, ha animato la Sessione di Formazione Missionaria Inter-francescana, presso la fraternità internazionale “Notre-Dame des Nations” di Bruxelles.

one di primavera presso la Casa di Esercizi Porziuncola in Bahar ic-Caghaq, Malta. La ESC è formata dalle Provincie nordamericane OFM, la Provincia irlandese OFM, la Provincia del Regno Unito OFM, la Provincia Lituana OFM e la Provincia di Malta OFM. Il Ministro della Provincia australiana OFM è stato anche invitato a partecipare alla riunione ed è stato presente. Durante questa settimana i Provinciali e il segretario esecutivo hanno avuto l’opportunità di visitare l’isola in un tour di un giorno. Il prossimo incontro ESC è previsto per l’autunno 2013 e si terrà in San Diego, Stati Uniti, e sarà ospitato dalla Provincia di Santa Barbara OFM.

Dal 8 al 12 aprile 2013, la Conferenza di lingua inglese (ESC), dell’Ordine dei Frati Minori ha avuto la sua riuni-

Avete informazioni che vi piacerebbe condividere con altri riguardanti eventi accaduti nella tua provincia? Inviateci tutte le informazioni tramite e-mail: fraternitas@ofm.org

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Fraternitas SEGNALIBRO FRANCESCANO Libri Francescani AFFERRANdO IL FUOCO, dIVENtANdO FIAMMA: : Una Guida per la trasformazione Spirituale. Albert Haase, OFM

Avete qualche frate della vostra provincia che ha pubblicato un libro o un ebook? inviateci tutte le informazioni su e-mail: fraternitas@ofm.org

Questo libro vorrebbe offrire certe prospettive a ogni persona che ha il desiderio di approfondire questo cammino. Nessuno grande discorso speculativo, ma un incoraggiamento a non si lasciare invischiare nella complessità dei molti aspetti della violenza, un invito a contribuire nella costruzione di relazione che aiutino a crescere nel quotidiano secondo l’esempio e sulle orme di Gesù Cristo. Non basta proclamare che crediamo in Dio se non inseriamo la disappropriazione nel nostro modo di vita e di agire quotidiani.

Il volume propone una lettura delle principali fonti biografiche di san Francesco d`Assisi nel D u e -Tr e c e n t o e costituisce la sintesi più matura del percorso di ricerca dell`autore, che negli ultimi dieci anni ha dedicato all`argomento molteplici studi. L’asserto principale da cui muove l’approccio di Accrocca è la necessità di superare l’ottica sabatieriana. Paul Sabatier, infatti, operò una rigida contrapposizione tra le fonti

Frédéric Marie Le Méhauté, Katia Mickhaël et Alain Richard

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Coloro che visitano Assisi come un luogo turistico, trovano un paesaggio bellissimo e magnifici tesori. Chi vi arriva come pellegrino, viene invitato ad

UN SANtO dI CARtA. Le fonti biografiche di san Francesco d’Assisi. Accrocca Felice

IN dIO NON C’é VIOLENZA. La forza che ci habita

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ASSISI FüR PILGER. Ein spiritueller Reisebegleiter (Assisi per pellegrini. Un compagno spirituale), Verlag Echter, Würzburg 2013. Helmut Schlegel

cosiddette “ufficiali” e le fonti di origine leonina. Accrocca si sforza invece di mostrare che le fonti che vennero progressivamente alla luce nel Corso del Duecento stabilirono tra loro relazioni non antitetiche, ma di complementarietà. Egli ritiene perciò necessario passare dalla contrapposione all’integrazione.

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Vi siete mai chiesti perché e come alcune persone diventano fuoco e entusiaste riguardo il loro rapporto con Dio? In trentatré brevi capitoli, Albert Haase offre degli strumenti per preparare la scintilla di Dio nella vostra vita - e poi mostra come fare questo finché non si accende questo incendio. Questo libro si illumina con la saggezza e l’esperienza di un collaudato esperto direttore spirituale nel tempo e condivide i segreti dei santi. Senti freddo? O forse sei solo fumigante? Con i suggerimenti supplementari di lettura e le domande e la riflessione, questo libro sarà come un personale, ritiro spirituale. (www.AlbertOFM.org)

un’avventura spirituale sulle tracce di Chiara e Francesco. Helmut Schlegel riprende questo invito, conducendo il pellegrino sulle orme dei due grandi santi d’Assisi. Si rivolge alla storia e al significato spirituale di questi luoghi, dà impulso ad una vita secondo lo spirito di Francesco e Chiara, offre testi per le celebrazioni liturgiche e la preghiera personale e comunitaria. Una guida spirituale “sul posto” e un ulteriore incoraggiamento a rischiare, nella vita di tutti i giorni, per vivere il Vangelo secondo la testimonianza dei due santi.

eBooks Francescani In difesa dell’indulgenza della Porziuncola Noel Muscat, OFM Presentiamo una traduzione in inglese delle fonti originali latine medievali per l’Indulgenza della Porziuncola, che San Francesco d’Assisi (1182-1226) richiese a Papa Onorio III nel 1216 per la cappella di Santa Maria degli Angeli, conosciuta come la Porziuncola, vicino ad Assisi. La fonte più importante tra questi documenti è il “Tractatus de Indulgentia Portiunculae” di Fr. Francesco Bartholi di Asisisi, composta nel 1334-1335 in difesa della Indulgenza contro i suoi detrattori. Da qui il titolo “In difesa dell’Indulgenza della Porziuncola”. (Disponibile gratuitamente su iPhone, iPad e iPod touch) 3

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PICCOLE NOTIZIE

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GERUSALEMME - 2-5 aprile 2013, Convento di S. Salvare, 38º corso di aggiornamento biblico teologico: La “Porta della fede”… è sempre aperta per noi, riflessioni sulla fede alla luce della lettera apostolica Porta Fidei di Benedetto XVI. Organizzato dallo Studium Biblicum Franciscanum, Facoltà di Scienze Bibliche ed Archeologia della Pontificia Università Antonianum. ROMA - il 15 aprile 2013, giornata di studio sul tema Democrazia, legge “ingiusta”, obiezione di coscienza. Organizzata dalla Facoltà di Diritto Canonico della Pontificia Università Antonianum in collaborazione con la Cattedra di Diritto Canonico e la Cattedra di Diritto Ecclesiastico della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi Roma Tre e con il patrocinio della Consociatio Internationalis Studio Iuris Canonici Promovendo. ROMA - 24 aprile 2013, presso l’Auditorium Antonianum, si terrà la giornata di studio Arte, spiritualità e trasmissione della fede, organizzata dall’Istituto Francescano di Spiritualità della Pontificia Università Antonianum.

al tema I francescani e la crociata. L’iniziativa è organizzata dal Centro Culturale Aracoeli, in collaborazione con le province di S. Bernardino da Siena e dei SS. Apostoli Pietro e Paolo dell’Ordine dei Frati Minori, la Scuola Superiore di Studi Medievali e Francescani e l’Istituto Francescano di Spiritualità della Pontificia Università Antonianum e il contributo del convento S. Francesco di Greccio. ASSISI - Presso le due sedi del Museo della Porziuncola e della Galleria d’Arte Contemporanea della Pro Civitate Christiana, di una significativa mostra dedicata al rapporto tra la Scrittura Sacra e l’Arte. La Mostra sarà intitolata “Dalla Parola, l’Immagine. L’Arte che legge la Bibbia” e si sta svolgendo dal 20 aprile al 18 agosto 2013. In mostra opere grafiche di Rembrandt, di Dürer, di Chagall, di Dalì, di Rouault, e di straordinari artisti contemporanei come Mimmo Paladino e Sandro Chia, oltre che ad una mostra didattica sulla evoluzione e il significato del testo sacro.

GRECCIO - (Italia) dal 3 al 4 maggio 2013 si terrà a Greccio, presso l’Oasi Gesù Bambino, l’undicesima edizione del Convegno di Greccio, dedicata

Ordinazione Episcopale Fr. José R. Carballo, OFM L’ Ordinazione episcopale di S.E.R. P. José sara il 18 maggio 2013, Vigilia di Pentecoste alle ore 18.00 nella Cattedrale di Santiago de Compostela, Spagna. Sarà ordinato da S.E. il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato di Sua Santità.

Elezione del nuovo Ministro generale Il processo per l’elezione del nuovo Ministro generale inizierà con una giornata di riflessione e di preghiera il 21 maggio. La mattina del 22 maggio, i fratelli elettori (Definitori Generali, Presidenti e Vicepresidenti delle Conferenze OFM e il Custode di Terra Santa), si riuniranno in preghiera, a cui farà seguito il processo di elezione del nuovo Ministro generale.

dalla Curia Generale Nuovo Assistente Generale OFS Fr. José Antônio Cruz Duarte, OFM, Assistente generale dell’OFS. Nato a Pederneiras, São Paulo (Brasile), il 14 maggio 1956, entrato nell’Ordine dei Frati Minori il 20 gennaio 1975. Ha fatto la professione solenne il 2 agosto 1979 e ordinato sacerdote il 12 dicembre 1981. Ho concluso gli studi in Pedagogia presso la Pontificia Università Cattolica di Rio de Janeiro nel 1988. Nel 1998 ho conseguito il diploma di post laurea in Scienze Religiose presso l’Università Cattolica di São Paulo. Dal 1977 al 2012 si e dedicato alla pastorale giovanile; formazione dei giovani; all’insegnamento superiore nell’Università di São Francisco, Bragança Paulista, São Paolo, in diversi corsi di etica e bioetica. Ha accompangiato l’Istituto Secolare Piccola Famiglia Francescana come Assistente spirituale del cono sud dell’America Latina. É stato Assistente locale di diverse Fraternità dell’OFS. Dal 1988 fino al 2012 ho svolto il ministero di Direttore spiritale di diverse Congregazioni francescane.

Fraternitas notiziario internazionale OFM editore: Fr. Joseph Magro OFM eMail: comgen@ofm.org tel: +39 0668491 339 http://www.ofm.org/fraternitas www.fb.com/ofm.org www.twitter.com/ofmdotorg

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