Chimica, biochimica e metachimica degli oli essenziali

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GLI OLI ESSENZIALI E LE PIANTE

tali fiori, nei cadaveri e negli escrementi. La giovane larva che nasce all’interno del fiore non trovando nutrimento vi muore. Come se non bastasse, l’odore nauseante di questi fiori, scompare subito dopo la fecondazione. La stapelia quindi riceve senza dare nulla in cambio e per di più lascia morire la prole dei suoi visitatori, nonostante le rendano il servizio di impollinarla. Le vistose corolle della victoria amazzonica, la più grande delle ninfee del sudamerica, imprigionano i coleotteri per una notte. Questa pianta fiorisce una volta all’anno per due notti: la prima notte il fiore è bianco e ha un forte odore di ananas, la seconda notte il fiore è rosa scuro e ha perso l’odore, la terza notte il fiore muore. L’aroma di ananas attira nel fiore quanti più insetti possibile, il fiore si richiude trattenendo gli insetti all’interno impregnandoli di polline. Il giorno seguente gli insetti vengono liberati e vanno in giro per il mondo a spargere il loro carico. La ricerca di validi collaboratori all’impollinazione porta alla “scoperta” di api e farfalle, che non devastano le corolle e sono disponibili in gran numero. Il profumo sempre più intenso e gradevole, diventa allora un importante elemento pubblicitario per il nettare, il pasto sostanzioso e incruento. Per non sprecare tempo e profumo, molte piante ne regolano l’emissione secondo le abitudini dei collaboratori, il tiglio e il caprifoglio profumano di sera, l’hoya carnosa, alcuni gerani e il gelsomino di notte, le rose al mattino e il ligustro a mezzogiorno. È un grande vantaggio evolutivo per una pianta profumare di più quando il proprio impollinatore è più attivo, infatti grazie a questa strategia, non universalmente adottata, è possibile risparmiare energia ed evitare la visita inefficace di impollinatori generici che disperderebbero inutilmente il polline. Si potrebbe costruire un orologio basato sulle fragranze dei fiori. Gli insetti percepiscono i profumi in maniera molto più intensa di noi; infatti, grazie alle loro antenne possono vederli, palparli, sentirli. Al maschio del baco da seta basta una sola molecola di bombicol, la sostanza emessa dalla femmina, per individuarne con esattezza la posizione a chilometri di distanza. Osservando come un insetto vola verso un fiore si capisce come segua la scia olfattiva, attraverso linee convergenti sui petali, le scie di profumo indicano il percorso, e cosa deve essere fatto affinché l’impollinazione avvenga correttamente. Nelle grosse campanule e nei bianchi convolvoli, l’atterraggio degli insetti è guidato solo dal profumo, e negli ippocastani i vecchi fiori hanno un odore diverso dai nuovi, per segnalare subito agli insetti dove il nettare è più abbondante. I segnali olfattivi sono mirabilmente rinforzati dai visivi, perché le grandi macchie gialle dei fiori freschi virano parallelamente al rosso, nei narcisi i petali bicolori presentano due profumi diversi, per meglio indicare la strada del nettare. Le orchidee giungono alla creazione d’autentici profumi erotici e alcune non disdegnano l’inganno, come i fiori di un genere australiano, il drakea, che imitano perfettamente, nei dettagli, nella forma, nel colore e nel richiamo odoroso, quello delle femmine di certe specie di vespe. Il profumo è l’elemento portante dell’inganno, perché anche tagliuzzando i petali fino a renderli irriconoscibili, le vespe maschio vi si gettano sopra come sulle vere femmine. Un’altra orchidea, la coryanthes, ha legato a sé, in modo analogo i maschi di alcune api americane che hanno bisogno del suo profumo per fabbricare i loro ormoni sessuali. Queste api sono costrette a un tuffo in una vasca colma di un liquido vischioso, e al passaggio in uno stretto tunnel dove si vedono accollare o prelevare due sacche di polline. Un’altra orchidea latino-americana, il catasetum, dona all’insetto un profumo già pronto per attirare le femmine, basta solo raccoglierlo con i peli delle zampe, condensarlo in una cavità pre17


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