Giornalisti digitali...crescono!

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GIORNALISTI DIGITALI CRESCONO

on due lezioni il 5 aprile e il 12 aprile , si è concluso presso i locali dell’ Istituto Comprensivo Anzio IV, il modulo “Giornalisti digitali...crescono” finanziato dal progetto fondi strutturali europei programma Operativo Nazionale “Per la scuola, competenze e ambienti per l’ apprendimento” 2014-2010, azione 10.2.2A FSEPON-LA-2017-27 “La scuola del primo ciclo nel bosco dei conigli”. Gli esperti Di Maio e Passaretti, coadiuvati nella parte organizzativa dal tutor, Prof.ssa Luci, hanno accolto gli alunni partecipanti e inaugurato il percorso, che ha avuto la collaborazione di alcuni partners esterni come la nostra redazione dell’ Eco del Litorale, rappresentata dal V. Direttore, Nadia Cantelli e dall’ Editore Antonio Geracitano.

Incontri che hanno permesso ai ragazzi di approfondire le tematiche relative alla realizzazione di un articolo di giornale. Nel primo incontro i rappresentanti de L’ Eco del Litorale hanno coinvolto gli alunni seduti nell’ aula informatica della scuola alla postazione di un pc, spiegando la struttura organica e organizzativa di redazione fino alla stampa del giornale. Tanto coinvolgimento e attenzione da parte degli alunni alle spiegazioni e alla lezione di Nadia Cantelli, che come prima parte ha scelto la cultura del giornalismo di carta stampata, mentre nella conclusione il tema è stato quello della cultura del giornalismo digitale l’ importante ruolo dei social network, la fotografia, indicizzazione e la pubblicità.

La testata L’ ECO DEL LITORALE, quotidiano on line, sia mensile formato tabloid, cartaceo free press con inserto

magazine, full color con www.lecodellitorale.it, è una realta che ha raggiunto unamedia giornaliera di cinquantamila visualizzazioni. Gli alunni, durante il laboratorio sono stati invitati a preparare degli articoli sulle varie tematiche e settori che trovate pubblicati di seguito e sul giornale on line su

www.lecodellitorale.it. La dirigente scolastica, D. ssa Diana Colongi, ha colto l’ occasione per ringraziare tutti coloro che, collaborando attivamente alla fase preliminare, hanno permesso che tale progetto si attivasse. |Nadia Cantelli

IL V.DIRETTORE NADIA CANTELLI CON L’EDITORE ANTONIO GERACITANO IN UN MOMENTO CON LA CLASSE

L’ ECO DEL LITORALE ONLINE

LA SCUOLA MEDIA “G.FALCONE” DI ANZIO COLONIA

ALCUNI MOMENTI DELLA LEZIONE DEI RAGAZZI CON IL NOSTRO GIORNALE CARTACEO

IL V.DIRETTORE NADIA CANTELLI CON L’EDITORE ANTONIO GERACITANO

IL CYBERBULLISMO

IL CYBERBULLISMO

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giovani della nostra generazione sono sempre più influenzati dalle nuove tecnologie. Passano infatti intere ore con gli smartphone e , in particolar modo, sui social, in cui postano foto della loro vita privata e comunicano con il mondo virtuale, tenendolo aggiornato ora per ora delle attività giornaliere. Insomma la distinzione tra vita online e offline è davvero minima. Il nuovo modo di comunicare dei ragazzi ha portato a degli episodi di bullismo in rete.

Questo fenomeno è chiamato Cyberbullismo e racchiude tutti gli atti di molestia che avvengono attraverso i nuovi mezzi di

comunicazione quali chat, forum,email,ecc.

Questa forma di violenza, a differenza del “bullismo tradizionale”, è molto più invasiva poiché si può distruggere la reputazione della vittima con un semplice click, umiliandola di fronte a tutto il mondo virtuale.

Le più esposte a questo fenomeno risultano essere le ragazze, che rappresentano il 62% delle vittime complessive. Il Cyberbullismo è nascosto ai genitori e distrugge l’ autostima della vittima aumentando notevolmente il rischio di suicidio, depressione o casi di autolesionismo. |Galletti Gaia

l cyberbullismo è il bullismo online, attraverso l’uso delle nuove tecnologie: chiamate, messaggi, chat,sms,social network o forum. Consiste nell’invio di messaggi offensivi o far circolare foto e video della vittima senza il suo consenso il cyberbullismo raramente si rende conto delle conseguenze delle azioni che compie tantomeno capisce che i suoi comportamenti provocano dolore, frustrazione e umiliazioni nella vittima portandola a perdere la fiducia in se stesso e provocando la depressione che in alcuni casi porta al suicidio. Insomma il cyberbullo è un “COTARDO”. Può agire da solo o in gruppo, in quest’ultimo caso il gruppo, con le risate, fa aumentare l’autostima del bullo che si sente importan-

te. Egli può essere anche una persona estranea o sconosciuta alla vittima che nasconde la propria identità protetto da un profilo falso, da un avatar o un nickname. Chi subisce può avere scatti di rabbia, accusare mal di testa, mal di pancia, disturbi al sonno, non si vuole andar a scuola, si evitano gite e viaggi organizzati dalle scuole. In classe si viene isolati, si rompono amicizie, il rendimento scolastico diminuisce, si fanno più assenze. MA COME CI SI PUO’ PROTEGGERE? Bisogna non rispondere a sms o post offensivi profilo, si può cambiare nickname o il numero di cellulare e soprattutto chiedere aiuto ai genitori o a un adulto di fiducia senza far finta di niente. Gli adulti, invece, dovrebbero ascoltare attentamente restando calmi, bloccando il cyberbullo ai social network o al forum. E’ importante salvare sul Computer il materiale che servirà come prova per poi farlo cancellare dal gestore di rete. Quando sono coinvolti i compagni di scuola, i genitori dovrebbero rivolgersi agli insegnanti o all’assistente sociale per pensare di fare una denuncia presso la Polizia. E’ bene ricordare che non bisogna dimostrarsi deboli o spaventati o indifesi in quanto si è “FORTI” perché esistiamo e siamo quello che scegliamo di essere e non quello che gli altri vogliono farci credere.

|Riccardo Sacchi 1C

IL PERICOLO DI CIÒ CHE DOVREBBE ESSERE UN DIRITTO

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n questo tragico 2018, ogni giorno le agenzie devono aumentare ciò che si credeva diminuire: le morti sul lavoro. Queste, fino a pochi anni fa, erano in calo: dal primo anno del terzo millennio sono, fortunatamente, sempre diminuite, fino al 2017, che le riportò in crescita.

Secondo alcuni esperti, questo aumento sempre più costante è colpa della “fine della crisi”, cosa della quale non sono tutti sicuri. Un’ipotesi più probabile è invece che, durante gli anni della crisi, la speculazione abbia iniziato ad aggirarsi tra le industrie edilizie: questa sarebbe venuta fuori solo da poco perché, ovviamente, un edificio costruito male non crolla dopo una settimana, a meno che di casi proprio eclatanti. Queste morti potrebbero essere prevenute in diversi modi, primo dei quali fare manutenzione alle strade o agli edifici più a rischio, nel caso si riuscisse ad individuarli prima che il tempo faccia effetto.

Sfortunatamente, non è questo il problema maggiore: esso è una piccola minoranza di tutto ciò.

Infatti, se il problema fosse solo questo, ormai sarebbe stato risolto da un pezzo e io non sarei qui a parlarne. Ma allora, qual è il vero problema? Come al solito, l’unica cosa che vedono gli imprenditori sono ciò che, dal 1400 ad oggi, hanno rovinato la nostra società: i soldi, il “Dio Denaro”. Infatti, nonostante la grande vastità di norme, come la legge 626, sulla sicurezza del lavoro, queste hanno un grande costo.

Esse vengono parzialmente, avvolte totalmente ignorate, rendendo la vita umana meno importante del denaro. I numeri, come già detto, spaventano chiunque, ma soprattutto loro, i diretti interessati: i lavoratori. Il Lavoro è ciò su cui si basa la Repubblica Italiana, come dice anche la no-

stra costituzione: perché, quindi, il nostro più grande diritto dovrebbe spaventarci? Se ci continuerà a spaventare, ciò su cui tutto si basa verrà meno, l’economia cadrebbe e, con essa il paese: non può esistere un paese di mercanti, perché senza infrastrutture non ci sarebbe il trasporto, e senza il trasporto non ci sarebbero i beni. Molto a rischio sono anche gli operai nelle fabbriche: come già detto, esistono norme, principalmente europee, a tutelarli, ma queste non vengono di solito rispettate, non comprando attrezzatura necessaria e facendo impianti elettrici senza sicurezza. Ovviamente, se lo stato non farà nulla, questi continueranno a rivoltarsi e, nel caso la sfortuna iniziasse ad affliggere il nostro paese, inizierà un’era di crisi ancora peggiore di quella recente. Senza regolamentazioni è invece il lavoro nero, dato che esso non “esiste” agli occhi dello stato. Molto spesso i lavoratori in nero sono stranieri che non riescono a trovare un lavoro normale: per i datori, questo è conveniente, dato che lavorare in nero vuol dire essere sottopagati, lavorare in pessime condizioni e non ricevere contributi. Il secondo punto è ciò che interessa a noi: lavorando in pessime condizioni, coloro che danno lavoro hanno un guadagno ancora maggiore, ma, per questo motivo, sono frequenti le morti bianche, sempre dovute al non rispetto delle norme. Anche questo è una piaga della società Italiana, che contribuisce a dare una cattiva idea della nostra Repubblica. Questo lavoro nero sarebbe però facilmente scovabile: per quale motivo è ancora presente, allora? Esso è così presente per colpa di ciò che l’Italia è più brava a fare: corrompere. Infatti, siamo purtroppo il

paese più corrotto in Europa, in ogni campo. I datori danno tangenti (o le cosiddette “mazzette”) agli ispettori, che ovviamente, una volta tornati, diranno di non aver rivelato nulla di anormale. Anche se tutto ciò non accade sempre, i controlli sono però spesso mirati e a campione: sono praticamente inutili, dato che le aziende o i cantieri vengono avvertiti nel caso di essi. In questo modo, riescono a cacciare i lavoranti in nero e a non farsi vedere. Molti non pensano ai lavoratori come persone vive, come persone che hanno una famiglia: oramai, ci sono moltissimi danni fisici sul lavoro e, ogni volta che sentiamo parlare di una morte sul lavoro, non diamo peso a ciò che è veramente successo. Non pensiamo al fatto che, mentre faceva ciò che ha deciso di fare per sostenersi nella vita, ha perso la vita; spesso, non diamo neanche peso alle ripercussioni sulla famiglia. Perdere un padre o un genitore in generale è per un figlio la cosa più dolorosa in assoluto, la cosa peggiore che possa pensare. Immaginate di viverla. Non avere più affianco la persona che ti ha sempre accudito, che ti ha sempre voluto bene, da un giorno all’altro. Ma quando egli crescerà, capirà che non è morto per un incidente o, meglio, che quell’incidente sarebbe potuto esser stato evitato. Questo è ciò che evitiamo di pensare, perché siamo pigri, e non vogliamo fare nulla per questo. “Tanto sono gli altri”, ma se non faremo nulla, i prossimi potremmo essere noi. Se non facciamo nulla, si approfitteranno di noi. Sembra irreale, ma è ciò che ci accadrà se continueremo ad essere come siamo ora, indifferenti a ciò che accade che non ci riguarda personalmente. |Pettine Marco III D - Giovanni Falcone

IL PARCO DELLA GALLINARA

IL PARCO DELLA GALLINARA

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l 14/04/2018 i ragazzi del progetto PON “Giornalisti Digitali” si sono recati alla riserva naturale del parco della gallinara.Arrivati alle 8.30 del mattino loro si sono recati allo stabilimento balneare a fare una camminata ed hanno esplorato le varie zone prevalentemente il bosco e ci siamo recati dai bambini del progetto PON “Segreti del bosco tra cielo e terra” aventi come tutor il professore del plesso G.Falcone Daniele Soriano. Poi,i giornalisti hanno ascoltato la poesia/filastrocca che i bambini ripetono tutti i giorni con l’aiuto delle maestre ed alcuni ragazzi si sono appuntati alcune domande da fare ai bambini. Poi , le maestre hanno creato delle coppie (1 bambino, 1 ragazzo) alla quale fare le domande. Dopo, verso le 12.00 è arrivato l’autobus scolastico che è venuto a prendere i ragazzi . |Danilo Stasi 1^A

l giorno 14/04/2018 siamo andati al PARCO della GALLINARA insieme ai ragazzi del progetto PON Giornalisti digitali... Crescono per incontrare i bambini della materna. Abbiamo intervistato i bambini immersi nella natura in piena libertà..A me è capitato di intervistare un bambino di nome Davide. Non avevo dubbi....

Ma la cosa che mi ha più volte ribadito è stata quella di voler diventare un calciatore. |Menna S.

I BUNGALOW

PARCO DELLA GALLINARA

RAGAZZI AL PARCO

L PARCO DELLA GALLINARA

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a scorsa settimana noi ragazzi del gruppo PON abbiamo avuto il piacere di svolgere un’attivitàcon i bambini della scuola materna presso il parco della gallinara. Ci siamo recati al parco alle 8 e30 del mattino e appena siamo arrivati siamo andati a fare una passeggiata al mare prima diintervistare i bambini,dopo essere stati al mare abbiamo assistito alla filastrocca del mattino cheogni giorno ripetono i bambini,dopo la filastrocca ognuno di noi ragazzi ha

UN CANE SALVA ALUNNO

crivo questo articolo, dopo aver letto i benefici della “Pet therapy”, coniato dallo psichiatra americano, Boris Levinson. Mi ha colpito la genialità della terapia dell’ animale da affezione, perché, penso che è proprio vero che il cane è il migliore amico dell’ uomo; pertanto, la mia riflessione, vuole essere una semplice proposta per risolvere il tanto pubblicizzato fenomeno del bullismo. La scuola non è fatta solo di nozioni e di regole. Spesso, i genitori ,gli insegnati dimenticano che la

scuola vive di rapporti umani; fatta di ragazzi , tanti ragazzi, che hanno altrettanti problemi. Non servono le punizioni e le sospensioni convenzionali. I cosiddetti “bulli”, si comportano “ male”,perché magari hanno bisogno di essere ascoltati, capiti, compresi. Sono convinto che adottare un cane e accudirlo a scuola possa servire a far riemergere un valore che viene sempre messo da parte: L’altruismo. |Giovanni Di Mario 1C

scelto un bambino allaquale fare delle domande. La bambina che ho intervistato personalmente si chiama Chiara e ha 4anni, ha 2 migliori amiche che svolgono anche loro il progetto al parco e un migliore amico che èsuo cugino, a Chiara piace molto giocare con gli altri e andare sull’altalena,il suo colore preferito è il blu e lepiace molto svolgere le attività insieme alle maestre. E’ stata una giornata molto costruttiva edivertente. |Francesca Angelozzi 3B

IL DRAGO DI GHIACCIO

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l drago di ghiaccio è un romanzo fantasy per ragazzi dello scrittore George R.R. Martin. La prima pubblicazione fu nel 1980. Il genere è Fantasy. L’illustratore Anne Yvonne Gilbert. Una storia breve, semplice, eppure scorrevole e piacevole, apparentemente non sembra niente di che ma ha quel qualcosa che rende speciali quasi tutte le opere di Martin.

Parla di Adara, una bambina di un villaggio molto lontano dove la guerra dei draghi e con i draghi è cosa da tutti i giorni, nata in una notte molto fredda, la notte più fredda e gelida che il suo villaggio abbia mai trascorso (anche per questo chiamata bambina d’inverno). Adara non ha mai conosciuto la madre perché sua madre ha sacrificato la propria vita per darla alla luce.

Adara non prova dolore tanto che un giorno mentre giocava tra la neve un chiodo le trafisse il piede , allora andò dal padre dicendogli solamente “Mi sono fatta male“ lasciando una scia di sangue dietro di sé. Adara è isolata dalla propria famiglia e dal resto del villaggio, il suo unico amico è un drago di ghiaccio che solo lei può cavalcare visto le condizioni metereologiche estremamente basse della notte in cui è nata, non ricorda la pri-

ma volta che lo ha incontrato è come se fosse sempre stato parte della sua vita. Un brutto giorno i cavalieri dei draghi di fuoco decidono di attaccare il villaggio di Adara e lei cerca di mettersi in salvo scappando sul drago di ghiaccio ma, quando è già in volo sul drago, sente la voce di suo padre gridare aiuto, allora decide di tornare indietro per salvarlo e ... |Leila Mercuri

IL BAMBINO PIU’ FAMOSO DEL WEB: LEONE LUCIA FERRAGNI LO SCORSO 19 MARZO È NATO LEONE,IL BAMBINO CHE CON SOLI 21 GIORNI DI VITA HA FATTO IMPAZZIRE IL WEB.

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l figlio della famosa fashion blogger Chiara Ferragni e del cantante rap Federico Leonardo Lucia in arte Fedez ha già diviso i social in due: chi pensa sia fantastico che lui abbia tutti questi vantaggi e chi pensa sia esagerato condividere ogni attimo della vita della neo-star con milioni di persone. Fedez risponde così agli haters “vogliamo condividere con tutti la gioia immensa per la nascita del nostro bambino”. Afferma anche che è ingiusto criticare lui e la sua futura moglie per la condivisione dei momenti della vita privata del bambino e lasciare in secondo piano i comportamenti inappropriati di coloro che dovrebbero essere punti di riferimento per i ragazzi di oggi. Ma scopriamo qualcosa in più sul nostro caro Leo e sui suoi genitori… Innanzitutto capiamo il perché di un nome così inusuale. Bene,i due sposi hanno cercato un accordo. Fedez voleva chiamare

suo figlio Leo e Chiara voleva chiamarlo Leonardo,alla fine hanno optato per Leone. In più in camerino prima di uno spettacolo Fedez ha aperto una pagina a caso del libro dei nomi ed è uscito Leone. Insomma,destino! Il bambino ha già un guardaroba personalizzato in cui non mancano marche importanti e soprattutto scarpe. Il neonato ha centinaia di scarpe di tutti i modelli possibili,dalle scarpe da ginnastica,ai mocassini,alle ciabattine da mare. Possiamo essere certi che non sarà uno di quei bambini a cui piace camminare a piedi nudi! Leone è nato a Los Angeles e solo tra poco tornerà in Italia,dove lo aspettano una casa più grande e i nonni materni. La decisione è stata presa da tutti e due i genitori che hanno deciso di concedere al figlio maggiore privacy almeno nelle prime settimane di vita. Inoltre,aggiungono,avrà il doppio passaporto. Fedez e la Ferragni non sono ancora sposati e hanno deciso

di rimandare il matrimonio a quando il piccolo sarà più grande. Per adesso abbiamo solo la mitica proposta di matrimonio. E’ stata una proposta in grande,infatti durante un concerto all’Arena di Verona,il rapper ha pronunciato queste parole “Non servono anelli per stare insieme,ma per quello che sto per chiederti forse sì”. Detto questo si è inginocchiato con un astuccio in mano aspettando la risposta della fashion blogger. Lei ha detto sì nonostante la loro relazione fosse piuttosto recente. Si sono infatti conosciuti dopo che il cantante ha inserito il nome dell’amato cane di Chiara in una canzone “Vorrei ma non posto”,tormentone dell’estate 2016. Sicuramente però i due si amano molto e sono partiti con tutti i presupposti per regalare una vita felice al loro piccolo Leo. |Martina Padoan

IL CALCIO - LE ITALIANE IN CHAMPIONS LEAGUE MESSI, FAZIO E MANOLAS

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ome tutti sappiamo mercoledì 4 aprile la Roma ha disputato il match perso fuori casa contro il Barcellona con il punteggio di 4-1 e molti tifosi romanisti si sono lamentati delle errate decisioni arbitrali, penalizzanti per la Roma consistenti nella mancata concessione di 2 rigori netti. Purtroppo il fato non è stato benevolo con la squadra, in quanto ci sono stati anche degli autogol dei giocatori romanisti De rossi e Manolas. Altra partita altro spettacolo, all’ Allianz Stadium quando si è svolta Juventus VS Real Madrid, finita poi con il risultato di 3-0. Anche in questo caso le decisioni arbitrali hanno condizionato l’incontro. Infatti i tifosi juventini si sono lamentati del fallo di mano dentro l’area di Carvajal non rilevato che come potete notare dal fermo immagine era abbastanza evidente. L’arbitro forse evidentemente

non abbastanza aiutato dai suoi collaboratori di linea ha ritenuto tutto regolare non concedendo alla Juve nemmeno la punizione fuori area comunque a margine c’è da registrare la sportività del pubblico Juventino che dopo il gol di Cristiano Ronaldo ha applaudito il gesto tecnico di notevole valore fatto dal campione madrileno che con una splendida sforbiciata ha portato sul 2-0 la sua squadra ringraziando lo stesso per gli applausi. Grande esempio di sportività e di riconoscimento sul piano sportivo oltre che umano. C’è da fare un ulteriore considerazione sugli errori arbitrali in quanto L’introduzione dello strumento VAR anche in campo europeo e perché no anche a livello mondiale consentirebbe almeno nella maggior parte dei casi quelle sviste arbitrali che sono oggetto di quotidiane discussioni tra tifosi di squadre rivali che porFALLO DI MANO DI CARVAJAL

LA ROVESCIATA DI CRISTIANO RONALDO

tano il gioco più bello del mondo a sfociare spesso in episodi di violenza. Purtroppo pensando che tali episodi appartengano ormai ad un passato ormai remoto, L’incentivazione allo sport inteso come strumento di crescita e socializzazione Può avvenire solo creando le strutture oggi alquanto carenti sia in ambito metropolitano che periferico . |Danilo Stasi 1A

RONALDO RINGRAZIA I TIFOSI DELLO STADIUM