Quattro Colonne N. 13

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Quattro Qcolonne

SGRT notizie

Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.P.

Segnalazioni

la lotta al degrado passa dal web

«P

erugia non è la capitale della droga». Questo il nome dell’associazione che ha creato un sito e un’applicazione per smartphone dedicati al capoluogo umbro. Il sito si chiama «MappiAmo Perugia» e nasce con dei nobili intenti. Primo fra tutti, quello di dare la possibilità ai cittadini di denunciare ciò che non va e ciò che, a loro avviso, si potrebbe migliorare. Per una veloce lettura della mappa, vengono utilizzati dei colori abbinati a ciascuna situazione segnalata. Ed è questo il punto. A poco più di un mese dalla creazione del sito, sono giunte 115 segnalazioni, di cui solo alcune positive. Tutto il resto è una carrellata di luoghi, indicati in modo molto – forse troppo – dettagliato, in cui regnano prostituzione, spaccio di stupefacenti, siringhe abbandonate davanti a scuole o in parchi giochi e attività illecite di vario tipo. Il risultato è una mappa di Perugia piena di puntatori dai toni caldi. Il rosso è il colore predominante, seguito dal giallo, dal blu, dall’arancione e dal rosa. Ovvero, spaccio, degrado urbano, alloggi sospetti, furti e prostituzione. Forse Perugia non sarà la capitale della droga ma, a quanto sembra dagli esiti di questa iniziativa, la criminalità dilaga insieme all’esasperazione degli onesti cittadini. Una domanda, però, sorge spontanea: chi controlla la veridicità di queste precise denunce, tutte, rigorosamente, anonime?

70% regime libero

– ANNO XXII n° 13 30 NOvembre 2013 –

AUT.Dr/CbPA/CeNTrO1 – vALIDA DAL 27/04/07

Consumi interni a picco. Per resistere si guarda ai mercati stranieri

crisi economica

per ora ci salva l’export

Agroalimentare, tessile, nuove tecnologie: ecco le eccellenze che fanno gola all’estero priMo piAno

un paese sott’acqua L’Italia in ginocchio per le alluvioni. Umbria sempre a rischio

tormentoni

Diversamente uguali

L’

AntonellA Spinelli

Buone notizie

la vittoria dei bimbi, la vita degli alberi

«S

e un albero scrivesse l’autobiografia, non sarebbe diversa dalla storia di un popolo», cantava il poeta libanese Kahlil Gibran. A Spoleto, vicino alla piscina comunale, di alberi ce n’erano tanti: ciliegi, platani, aceri. Erano belli, alti e sani. Uno aveva più di trent’anni. C’erano, perché una notte di giugno sono arrivati degli uomini: hanno preso le accette e giù a tagliare. Un rumore forte, agghiacciante. Uno ad uno, come di fronte ad un plotone di esecuzione, gli alberi sono caduti a terra. Prima il tronco, poi i rami e infine le foglie, portate via dal vento. Il platano più vecchio ha cercato in tutti i modi di resistere. Il suo tronco ha spezzato la lama della sega ma i colpi ricevuti si sono rivelati letali. I teppisti pensavano che la loro forza distruttrice avrebbe vinto, credevano che nessuno avrebbe osato sfidarli. Invece è sceso in campo un gruppo di bambini delle scuole elementari. Armati di palette hanno piantato nuovi alberi proprio dove era passata la furia della banda. E se un proverbio cinese recita che «fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce», noi vogliamo credere che sia il contrario. Vogliamo pensare che questi nuovi alberi accoglieranno il canto di tanti uccellini, doneranno il fresco a coppie di innamorati. Insomma, da loro verrà una musica dolce e allo stesso tempo più forte di quella dei colpi di accetta. nicole Di giulio

«ormai chi non vende fuori dall’italia rischia il fallimento». È l’impietosa analisi degli esperti di fronte al crollo della domanda interna. in umbria, come nel resto del paese, le famiglie non comprano più, un po’ per la necessità di risparmiare e un po’ per l’incertezza del futuro. chi può, tra gli imprenditori, si rivolge allora agli acquirenti esteri. Alla fuga dei cervelli si aggiunge quella dei prodotti. Servizi A pAg. 4-5

l’Alluvione

che nel

2011

hA colpito le

cinque terre,

in

liguriA

frane, allagamenti e fango dalla calabria alla valle D’Aosta, fino alla più recente Sardegna. la storia italiana è anche questa. la storia di un territorio ad alto rischio idrogeologico, disastrato e mal custodito. «eventi di grossa

intensità non sono nuovi e la colpa non è solo dei cambiamenti climatici», spiegano gli esperti. consumo del suolo e cementificazione selvaggia amplificano i danni dei disastri naturali. Ma limitarli, è possibile. Servizio

A pAg.

3

trASporti

Sport

L’E45 diventa autostrada e la decisione scatena polemiche: le ragioni di favorevoli e contrari

Impianti troppo vecchi, pay-tv e tifo violento: ecco perché gli stadi si svuotano sempre di più

Servizio

A pAg.

2

Servizio

A pAg.

6

ultimo in ordine di tempo ad usarlo è stato Angelino Alfano, che in piena crisi Pdl si è definito “diversamente berlusconiano”. Che è come dire che rimaneva fedele a Berlusconi, che lui rimaneva il suo leader, ma in maniera un po’… diversa. Ma diversa da cosa? E come? La prima categoria per la quale è stato usato il termine “diversamente” è quella dei disabili, che da un giorno all’altro hanno scoperto, per averlo letto sui giornali e sentito in televisione, di avere altre abilità (perché questo significa il termine) rispetto ai “normodotati”. Il messaggio della società ai portatori di handicap da quel giorno è stato il seguente: non vi preoccupate se non riuscite a prendere un treno perché non ci sono le pedane per salire, non sentitevi isolaAngelino AlfAno ti dal mondo solo perché non riuscite a sentire, non abbiate paura se il mondo vi guarda dall’alto in basso con malcelato senso di pietà. Per noi siete abili anche voi…solo un po’ diversamente. Quindi i ciechi vedono in maniera diversa, i sordi sentono in maniera diversa, chi è in carrozzina cammina in maniera diversa. Fermiamoci qui, la lista potrebbe continuare all’infinito. La verità è che l’evoluzione del politically correct nella nostra società è andata di pari passo con il progredire dell’ipocrisia. Questo processo ci ha portato a parlare in maniera “diversa” di persone che sono normali, ma che per loro sfortuna sono nate con un handicap. Il fenomeno non si è fermato qui. Si è esteso in ogni campo della società, anche con forme e derivazioni diverse.Gli spazzini sono diventati operatori ecologici, i bidelli collaboratori scolastici, le casalinghe lavoratrici domestiche.Come se chiamare i lavori con il loro nome fosse un’offesa. Forse siamo diventati diversamente capaci di usare le parole per quello che è il loro significato. lorenzo grighi


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