Gnatologia: Una sferzata di benessere con il bite!

Anno 6 | Mensile N° 6 | Settembre 2011

Rossella Brescia

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Una sferzata di benessere con il bite!

Una malaocclusione, se trascurata, oltre all’usura dei denti, può provocare problemi di postura, dolori articolari e mal di testa. Un bite su misura può aiutare a risolvere il problema a cura di Elena Buonanno con la collaborazione del dott. Roberto Capello e la dott.ssa Viviana Picchio

È da tempo ben documentato il ruolo che l’occlusione dentale svolge sulla postura ed è altrettanto certo che una malocclusione può ripercuotersi sull’articolazione temporomandibolare generando i noti click o scrosci articolari. Clinicamente si possono verificare anche cefalee muscolotensive che spesso non trovano altra spiegazione medica e non si risolvono con terapie farmacologiche. Ne parliamo con il dottor Roberto Capello e la dottoressa Viviana Picchio, odontoiatri che da anni si occupano con successo di questo problema.

Dottor Capello, i disturbi craniomandibolari sono molto diffusi nella popolazione?

I dati presenti in letteratura dimostrano che questi disturbi coinvolgono tantissime persone che presentano una scorretta relazione tra mandibola e mascella: si generano tensioni e spasmi dei muscoli dell’apparato stomatognatico da un lato e ipotonie dall’altro con ricerca automatica di un compenso che ripristini l’indispensabile equilibrio del corpo. Molti avvertono dolore e mal di testa diffuso. Sono spesso pazienti con parafunzioni ovvero quegli atteggiamenti viziati e ripetuti, inconsci che scatenano i problemi gnatologici. Le parafunzioni più subdole sono il bruxismo e il digrignamento dei denti di notte, nel sonno, ma talvolta questi atteggiamenti ricorrono anche di giorno quando i denti vengono serrati in maniera anomala e stretta, appoggiati fra di loro. Il risultato più evidente di questa situazione è l’usura delle cuspidi dei denti posteriori, con conseguente abbassamento della dimen-

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sione verticale del terzo inferiore del volto e anche dei denti anteriori che tipicamente presentano zone di dentina esposta.

Cosa fare in questa situazione che si immagina necessiti di una soluzione? È necessario intervenire con quello che viene definito con il termine inglese “bite”.

Esistono decine e decine di tipologie diverse di questi apparecchi, da quelli preconfezionati a quelli individuali.

Ognuno ha la sua specificità e le sue indicazioni, ma solo quello costruito direttamente sulle proprie arcate è veramente terapeutico. Il bite a cui faccio riferimento è una sorta di mascherina occlusale che si inserisce fra le due arcate e, semplificando molto, permette al condilo di riposizionarsi nel più corretto rapporto con il menisco articolare e la cavità glenoide di accoglimento, con risoluzione di un equlibrio miofunzionale compromesso.

Cefalee, acufeni, capogiri e dolori articolari sono risolvibili già nei primi giorni dal suo inserimento.

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Dottoressa Picchio, può illustrarci come avviene una visita tipica durante la quale si suggerisce al paziente la necessità dell’inserimento di un bite personalizzato? È fondamentale guardare il viso del paziente quando questo si trova in stazione eretta per evidenziare eventuali asimmetrie del volto e particolari atteggiamenti posturali del capo, del collo e delle spalle.

Per fare una diagnosi più specifica il paziente deve avere tutta la muscolatura facciale rilassata; quindi gli si richiede di portare in chiusura i denti fino al primo contatto e poi di serrare forte le arcate.

L’osservazione e la palpazione dei muscoli masticatori può evidenziare ipertrofie muscolari tipiche delle parafunzioni. La palpazione, che si esegue sul polo laterale del condilo, sia in condizione di bocca aperta che chiusa, è fondamentale anche per individuare punti algici (cioè dolorosi) in corrispondenza dell’emergenza dei nervi cranici dell’articolazione temporomandibolare e dei muscoli masticatori. Può poi essere utile anche l’auscultazione della medesima con il fonendoscopio: un rumore di schiocco netto e breve è sintomo di dislocamento e incoordinazione condilo-meniscale e si accompagna a una deviazione nel movimento di apertura; ripetuti click leggeri e distribuiti lungo tutto il movimento sono indicativi di alte-

razioni morfologiche dei tessuti articolari molli e/o duri e possono nei casi più gravi simulare rumori di fregamento o di sabbia.

Si possono infine anche quantificare i movimenti di lateralità e di protrusiva per registrare dati clinici il più completi possibile.

Questo bite sembra essere un vero portento... È un apparecchio di facile introduzione, non invasivo, che non altera nulla in maniera cruenta e irreparabile. Basta indossarlo la notte e qualche ora anche di giorno per avere dei riscontri positivi. Sono moltissimi anche gli sportivi che portano un bite durante le gare. Dati scientifici presenti da anni in letteratura dimostrano come le performance di questi atleti migliorano sensibilmente e costantemente nel tempo: la distribuzione dei carichi posturali lungo tutta la colonna vertebrale è assolutamente più consona ed equilibrata.

Queste sono persone che hanno al loro seguito medici di alto grado, specialisti del settore… quindi se loro si sono resi conto dei tangibili benefici che ne risultano, direi che anche altre persone con tutte le problematiche che abbiamo enumerato possono provare nella loro bocca i vantaggi che ne derivano. Controlli periodici in studio perfezionano la situazione per fare in modo che tutti i contatti occlusali si mantengano nella norma. Provare per credere!

Dottoressa Picchio esiste un problema di bruxismo anche nei bambini?

Il bruxismo è un fenomeno molto comune tra i bambini. Spesso, per fortuna, tende a

Dott.ssa Viviana Picchio Odontoiatra Nata ad Alessandria, ha conseguito la Laurea in Odontoiatria e Protesi Dentaria presso l’Università degli studi di Genova. È dottore di ricerca in fisiologia ed esercita la libera professione a Pietra Ligure e Alberga (Sv). www.vivianapicchio.it

Dott. Roberto Capello Odontoiatra Ha conseguito la Laurea in Odontoiatria e Protesi Dentaria presso l’Università degli Studi di Genova, ha ottenuto il Master in Tecnica Avanzata di Ricostruzione Ossea e Master Universitario in Implantologia. Esercita la libera professione a Pietra Ligure e Albenga (SV), Milano, Roma dedicandosi all’odontoiatria conservativa, estetica, protesi mobile e fissa, paradontologia, gnatologia, implantologia, ortodontia per bambini e adulti (apparecchio invisibile). Ha partecipato a 70 corsi di aggiornamento in Italia e all’estero. www.capelloroberto.it

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Gnatologia scomparire con la fase adolescenziale. Si tratta nella maggioranza dei casi di problematiche legate alla psicologia di crescita del bambino e nello stesso tempo allo sviluppo di denti e mandibola. Non bisogna però, nonostante tutto, sottovalutare questo problema in quanto potrebbe avere effetti collaterali come irritabilità, difficoltà del sonno, tendenza a una iperattività. Le prime persone che si accorgono del bruxismo sono quelle che più gli stanno vicino e quindi, in

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genere, sono i genitori che avvertono il tipico rumore del battere dei denti e del digrignamento degli stessi spesso nelle ore notturne, ma talvolta anche in quelle diurne. Anche il semplice sospetto di bruxismo deve indurre i genitori a consultare il pediatra o il dentista di fiducia per confermare una diagnosi sospetta valutando lo stato di salute dei denti del bimbo ed eventualmente prendere in considerazione la realizzazione di un bite su misura proprio come si fa con gli adulti.

Il bruxismo è un fenomeno molto comune tra i bambini.

Spesso, per fortuna, tende a scomparire con la fase adolescenziale. Si tratta nella maggioranza dei casi di problematiche legate alla psicologia di crescita del bambino e nello stesso tempo allo sviluppo di denti e mandibola

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Dottoressa Picchio, è nota la causa del bruxismo?

Nonostante gli ampi studi su questo argomento, la causa non è nota anche se diverse sono le teorie. Una prima teoria, seppur non più supportata negli ultimi anni, ipotizza che interferenze a livello dell’occlusione dentale possano scatenare questa reazione quale fosse un tentativo dell’organismo di eliminare le interferenze stesse abradendole con il digrignamento dei denti. Un tempo si procedeva proprio eliminando il tutto con il cosiddetto molaggio selettivo, cioè la limatura dei denti per uniformare i contatti. Questa soluzione non porta a risultati soddisfacenti. Altri studi suggeriscono la diretta correlazione del bruxismo con lo stress: sono spesso gli stessi pazienti che riferiscono questa associazione. In questi casi è bene suggerire, oltre alla terapia con bite che evita il danno sui denti associati al bruxismo, tecniche di rilassamento come il training autogeno o lo yoga, banalmente passeggiate all’aria aperta per divagare la mente. Come ultima ipotesi si devono considerare anche effetti collaterali di farmaci che coinvolgono l’attività muscolare provocando l’insorgenza del bruxismo. In questi casi

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Visione occlusale e laterale di un bite su un modello di gesso

è fondamentale la corretta anamnesi per verificare eventuali terapie con neurolettici e antidepressivi. Ovviamente in questi casi la collaborazione del neurologo curante è fondamentale.

Bruximo quindi sia di giorno che di notte... il rimedio è comunque unico?

Sì, il bite è indispensabile per entrambe le situazioni soprattutto quando il problema si verifica la notte a livello inconscio.

Questa semplice placchetta ben progettata si inserisce tra i denti e quindi con il tempo si consumerà, ma i denti al contrario risulteranno ben conservati. Per il bruxismo diurno, non potendo indossare il

bite per tempi molto prolungati, bisognerebbe imparare a identificare gli specifici momenti della giornata in cui si stringono i denti con forza eccessiva. Imparare a saper gestire meglio se stessi insieme a un piccolo aiuto di natura odontoiatrica, riesce a fornire ottimi risultati peraltro quasi immediati.

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