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L’ERBA LEGALE NEI PAESI BASSI

IL REGNO LANCIA UN “ESPERIMENTO COFFEE SHOP”

Il consumo di cannabis nei Paesi Bassi si è fatto più trasparente. Dal 15 dicembre scorso, alcuni cannabis shop olandesi - i famigerati locali dove si trovano cibo e bevande noti come coffee shop - hanno potuto vendere in modo esplicito marijuana e hashish legali ai loro clienti.

cannabis. Poiché la merce offerta nei coffee shop deve essere reperita sostanzialmente per vie traverse, questa pratica ha anche preso il nome di “backdoor problem”. Dal punto di vista politico, si tratta di una pratica arbitraria e incoerente e il motivo può essere spiegato in modo semplice.

Quello che è stato chiamato “esperimento coffee shop” (noto anche come “esperimento erba”) è volto a rendere la vita un po’ più facile ai gestori di questi locali, fornendo loro cannabis proveniente da coltivazioni controllate dallo Stato, cioè materiale legale da fumare, nell’ambito del progetto pilota. Ad oggi, molte persone, soprattutto i turisti, credono che la cannabis sia legale nei Paesi Bassi. Non è così tuttavia. Dopo la riforma della legge olandese sull’oppio e l’introduzione di una nuova politica di tolleranza nel 1976, l’acquisto di cannabis per uso personale è stato quasi liberalizzato (inizialmente fino a 30 grammi, ma dal 1995 fino a un massimo di 5 grammi) per alleggerire gli oneri per il sistema giudiziario e la polizia del Paese.

I gestori dei coffee shop sono autorizzati a vendere cannabis ai loro clienti e, ovviamente, devono pagare le tasse sul reddito, ma al contempo si vedono costretti a trasformarsi in criminali acquistando le loro forniture di cannabis sul mercato illegale. I proprietari dei coffee shop operano quindi in una zona grigia dal punto di vista legale, ma sono pubblicamente esposti perché tutti sanno che questo tipo di attività non è del tutto esente da violazioni legali. Per questo motivo, gli istituti di credito non consentono loro di aprire e gestire un conto commerciale. Tuttavia, questo è ciò che i politici a L’Aia hanno voluto - e deciso - 48 anni fa. L’esperimento coffee shop è pensato per porre fine a questa situazione, nel lungo termine, e a creare finalmente una filiera regolare per i coffee shop.

Di conseguenza, la vendita di cannabis potente nei coffee shop del regno è stata semplicemente tollerata, ma non legalizzata. La politica di tolleranza si applica solo all’acquisto, al possesso e al consumo da parte di consumatori privati, ma non alla coltivazione e alla vendita e certamente non alla vendita a scopo di lucro di prodotti a base di cannabis. Da allora, i proprietari dei coffee shop si sono trovati di fronte a un problema, poiché dipendono dalla fornitura dei coltivatori del mercato nero. In pratica, da decenni vendono prodotti illegali provenienti da coltivazioni clandestine di

Come ha spiegato alla stampa il Ministro della Salute Ernst Kuipers, la riforma normativa prevista comporta il vantaggio di poter controllare meglio l’origine e la qualità della cannabis. In particolare, il contenuto di cannabinoidi dei fiori e delle resine di cannabis sarà standardizzato e si eviterà l’uso di pesticidi e altri prodotti fitosanitari. Inoltre, la marijuana certificata consentirebbe d’informare i consumatori sui possibili rischi per la salute e sugli effetti del consumo di cannabis in maniera realistica. Tuttavia, per il momento, le regole del progetto pilota non si applicano a livello nazionale, ma solo alle città di Breda e Tilburg, nel sud del Paese. Con

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il tempo, il progetto pilota sarà gradatamente esteso a un totale di dieci città e a un quartiere della capitale Amsterdam e i cannabis shop locali di ogni comune dovranno aderire al progetto. Questa fase di test, durante la quale i coffee shop potranno acquistare e vendere cannabis certificata, è prevista per un totale di quattro anni e ogni città potrà partecipare al progetto per un periodo massimo di sei mesi. Durante questa fase, gli shop potranno acquistare e stoccare fino a 500 grammi di cannabis legale e fino a 500 grammi di cannabis illegale “sperimentata nel tempo”. Per questa fase iniziale, tre aziende produttrici di cannabis si sono qualificate per la fornitura ai coffee shop autorizzata dallo Stato. Al lancio del progetto pilota nella sua città, il Sindaco di Tilburg Theo Weterings ha dichiarato che questo è un momento storico e la scintilla iniziale della tanto attesa legalizzazione della cannabis nei Paesi Bassi. Anche il Sindaco di Breda, Paul Depla, si dichiara positivo sul progetto. Dopo tutto, la conferenza stampa per il lancio dell’esperimento si è tenuta nel cannabis shop Café De Baron di Breda. L’inizio dell’esperimento coffee shop, annunciato nel 2019, era originariamente previsto prima, ma è stato rinviato più volte. Al termine dei quattro anni annunciati, l’esperimento sarà valutato. Se avrà successo, come sembra probabile che avvenga, il governo olandese prenderà in considerazione la possibilità di legalizzare la cannabis completamente. Fonti: www.rijksoverheid.nl, faz.net, deutschlandfunk.de Testo: Markus Berger



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Nel paradiso della cannabis

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Intervista

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Di Fabrizio Dentini

La salute per me è prima di tutto libertà PARLA IL SENATORE ANTONIO GUIDI DI FRATELLI D’ITALIA

Il senatore Antonio Guidi, medico e docente universitario, ha manifestato una sensibilità non scontata rispetto alla cannabis terapeutica. Sul finire del 2023, infatti, ha incontrato un gruppo di pazienti che lottano per un sistema distributivo nel quale l’accesso sia a misura dei loro disagi. In particolare, essi rivendicano un farmaco più accessibile, più economico e sempre disponibile. Invitati ad un incontro conoscitivo in Senato, non ci siamo dunque sottratti alla responsabilità d’approfondimento e abbiamo provato a conoscere meglio questo animale politico raro: un senatore del partito di estrema destra al governo che ragiona con i pazienti in cura con la cannabis (tanti di loro in autoproduzione forzata), ma con un atteggiamento scevro dai pregiudizi più annosi. Allacciate le cinture quindi e buona lettura...

Incredibile, abbiamo scovato un senatore di Fratelli d’Italia favorevole alla cannabis terapeutica e sensibile alle istanze dei pazienti. Senatore si vuole presentare? Intanto non mi verserei mai a proporre in maniera surrettizia alcuna liberalizzazione, anche di cannabis, ma siccome faccio il neuropsichiatra da oltre mezzo secolo non riesco a vedere, in caso di patologie specifiche e quando una sostanza può essere indispensabile, perché negarla. Ripeto, non propongo in nessun modo liberalizzazioni, non è da me. Il mio ruolo è quello di tecnico che suggerisce al politico che non possono esistere tabù, ma che al contrario bisogna stabilire cosa fa bene, cosa fa male, cosa è dubbio, evitando in ogni caso generalizzazioni e strumentalizzazioni. Questo lo dico in maniera decisa perché così come non voglio che si neghino le terapie, non voglio nemmeno essere usato a fini diversi da quelli per i quali, da sempre, mi batto. Durante l’incontro con i pazienti quali rivendicazioni ha raccolto? Quali storie l’hanno colpita maggiormente? Ogni storia mi colpisce quando l’animo umano si mette, anche in parte a nudo, in un sofferto e complicato “striptease” dell’anima pieno di speranze. Ascolto stupito l’occasione meravigliosa che mi si da ogni volta per ascoltare l’altro. Lo considero un miracolo della mia professione. Le istanze sono quelle, non tanto di volere una sostanza o un approccio terapeutico di un tipo o di un altro, quello che i pazienti chiedono è di essere ascoltati con la giusta attenzione e con un atteggiamento non talebano. Che opinione si è fatto della vita di questi pazienti che nonostante una regolare prescrizione medica faticano enormemente per garantirsi una doverosa continuità terapeutica? Credo che fino a quando si fa a spallate tra un’ideologia ed una convinzione, tra un’altra ideologia e un’altra convinzione, senza tener conto del bene del singolo individuo, e facendo pubblicità alla propria posizione, non si vada da nessuna parte. Credo che ci si debba mettere intorno a un tavolo per dire, prima di tutto, attenzione a qualsiasi forma di sostanza che alteri la mente umana, partendo dagli psicofarmaci, troppo frequentemente utilizzati senza misura, figuriamoci sostanze che alterano la percezione di sé e della realtà intorno. Bisogna essere attenti che l’utilizzo di certe sostanze non venga generalizzato sotto altre scuse, ma nello stesso tempo non possiamo negare che, rispetto a singole patologie valutate

con estrema serietà, dobbiamo tener conto che l’arcobaleno delle possibilità terapeutiche è vasto e non si possano tenere gli occhi chiusi rispetto ad un’ideologia che in maniera surrettizia ci avvolge. Credo che non esistano terapie che vadano bene a tutti e terapie che vadano bene ad una persona per tutta la vita. Esistono invece dei tentativi e il me-

dico, più che perseguire la guarigione che spesso è utopica, deve operare per ridurre il dolore. Da questo punto di vista, come tecnico della salute, lei ha mai prescritto cannabis e come la giudica in quanto medicina? Non ho prescritto cannabis perché non ho avuto occasione di farlo e, anzi, avevano prescritto a me olio di cannabis per alcuni spasmi e dolori, ma il medico di base decise di non procedere ed io non ho mai insistito perché alla fine, nel mio caso, che non deve essere generalizzato, con la volontà, psicoterapia e miorilassanti sono riuscito, in parte, a superare il disturbo. Certo non condanno chi la utilizza e credo che, nella coscienza di ogni medico, ci sia il principio fondamentale di evitare il danno, ridurre il dolore e non strumentalizzare il paziente. Esistono sostanze come la cannabis che indubbiamente sono da utilizzare con estrema razionalità e senza ideologia. I pazienti le hanno parlato della produzione di cannabis terapeutica presso lo Stabilimento militare di Firenze? Si è fatto un’idea propria? Ancora no. Vorrei andare a visitare questa realtà produttiva utilizzando il fatto di essere senatore della Repubblica. Devo dire che sono più motivato a visitare le carceri dove si perpetrano tante inadempienze. Tante delle inadempienze nelle carceri sono dovute al sovraffollamento strutturale. Circa il 30% dei detenuti sono rinchiusi per semplice detenzione di stupefacenti o per piccolo spaccio. Non crede sia il momento di riformare il Testo Unico 309/1990 escludendo questi profili dal circuito penitenziario? Ritengo che dobbiamo pensare a tutte le tipologie di reato, evitando in ogni modo un’odiosa pena aggiuntiva, quella, appunto, del sovraffollamento,

un problema antico e irrisolto. Occorre necessariamente incentivare un forte adeguamento delle strutture carcerarie.

In Canada hanno celebrato lo scorso ottobre i primi cinque anni di completa legalizzazione della cannabis. Il principale motivo sotteso a quest’operazione è stata la volontà di proteggere i più giovani. Crede che il “decreto Caivano” vada in questa direzione? Io l’ho vissuto sin dalla sua ideazione anche perché, essendo psichiatra, mi hanno consultato e soprattutto sono stato molto attento a tutti i passaggi nella soddisfazione, in ogni caso, di una risposta, anche se tardiva, non da parte di questo Governo, ma dei precedenti. Un decreto, in parte, sicuramente, ancora da aggiustare verificandone l’efficacia in corso di applicazione. La sua valutazione è comunque positiva, infatti, è stato votato anche da me. Non capisco, però, quale può essere la direzione che incroci il Decreto Caivano con la cannabis. Il ponte di collegamento riguarda il fatto che il “decreto Caivano” triplica le pene detentive per i reati di spaccio di piccola entità e prevede il daspo urbano per i minori. Quindi, torno a chiederle, crede sia questa la maniera di tutelare i più giovani? In questo momento non parliamo della sostanza illegale, ci mancherebbe altro, ma di un abuso del singolo soggetto, che va soprattutto recuperato dal punto di vista psicoterapeutico e dal punto di vista della fiducia e questo richiede tempo, danaro e tanto impegno. Punire ci sta, ma persone già tanto punite dalle situazioni estreme che conducono allo spaccio, non per scagionare o per essere buonista, ma come psichiatra credo che bisogni anche attivare i necessari meccanismi socio-riabilitativi e quindi l’applicazione del sorvegliare maggiormente che quella del punire. Soprattutto fare capire con fermezza che anche se spesso c’è tanto sfiducia nelle istituzioni, lo Stato c’è per applicare il giusto deterrente anche rispetto alla potenziale privazione della libertà. È semplicemente un deterrente che non può non soddisfare il cittadino che crede nella realtà delle istituzioni.

Per quanto riguarda l’accesso per motivi terapeutici, i pazienti canadesi con prescrizione posso iscriversi alla lista di centinaia di produttori autorizzati e ricevere via posta il proprio medicamento su base mensile, possono coltivare le proprie piante o possono designare una persona terza per questa attività. Come giudica tale modello che riconosce ad oltre 45.000 pazienti il diritto all’autoproduzione? È un approccio pragmatico che fa riferimento al paese Canada. Lo dico con franchezza, credo poco ai modelli perché ogni paese ha una sua storia, un punto di riferimento, pregi e difetti. Il Canada fa quello che vuole, l’Italia secondo me ha un approccio diverso e dobbiamo rispettare le culture locali, a meno che non siano repressive come in alcuni paesi del medio oriente. Lei crede che il diritto alla salute sia un diritto umano? Me lo sono domandato tante volte chiedendomi cosa sia la salute. La mancanza di malattia? La salute per me è prima di tutto libertà. Non quella che prevarica l’altro, ma quella che lo rispetta. Libertà e rispetto garantiscono, accanto ad interventi medici e sociali, la salute possibile. Alla luce dell’idea che la salute sia innanzitutto libertà, crede che denunciare chi coltiva cannabis per curarsi e per sopperire alle lacune del sistema italiano sia compatibile con il rispetto dei diritti umani? Io credo poco nelle denunce soprattutto da parte dei singoli cittadini che spesso sono dettate da invidia e crudeltà. Ritengo odioso il ricorso allo strumento della denuncia per ogni trasgressione. Denuncia spesso generata da sentimenti poco nobili. Il diritto alla privacy è uno degli elementi fondamentali della democrazia. Solo in caso di violenze dirette ci può essere denuncia. All’interno del suo partito si sente isolato rispetto alla sensibilità che lei esprime riguardo questo argomento? Mai. Non sono obbligato a stare in nessun partito. In questo momento e lo dico con entusiasmo mi trovo molto bene ed anzi, in certi momenti, mi sento addirittura un privilegiato.

Quanti Senatori di Fratelli d’Italia potrebbero adottare un’attitudine compassionevole riguardo la depenalizzazione dell’autoproduzione di cannabis per motivi terapeutici? Penso che ci sia un ottimo Ministro della Salute e vedo lui come interlocutore su temi estremamente delicati, che hanno, però, il diritto di essere discussi senza demonizzare nessuno. Il tempo della caccia alle streghe è finito, è terminata l’Inquisizione definita santa. Cerchiamo quindi di guardare obiettivi seri non ideologizzati che partano dai bisogni reali delle persone. Senatore Guidi, nel corso del 2024, si impegna a portare anche noi di Soft Secrets presso lo Stabilimento militare di Firenze per una visita conoscitiva? Perché no? Firenze merita certamente una gita di studio, lavoro e soddisfazione estetica. Se c’è da vedere qualcosa insieme perché no, sono sempre curioso di vedere non tanto cosa si faccia, ma come lo si faccia. Il Senatore Guidi.

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LE DIFFERENZE FRA TERRICCIO E COCCO

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Esistono molti modi per coltivare le piante di Cannabis con metodi biologici o idroponici. Il più semplice consiste nell’utilizzare il terriccio e nell’irrigare a mano, mentre gli approcci più complessi prevedono l’uso di substrati di coltivazione inerti e di sostanze nutritive idroponiche. In questo articolo vi spieghiamo tutto quello che c’è da sapere sulla coltivazione della Cannabis con terriccio e cocco e vi illustriamo i pro e i contro di ciascuno di essi. Coltivare la cannabis nel terriccio Il terriccio è fondamentalmente compost che è stato scomposto e trattato per diventare un substrato di coltura ricco di sostanze nutritive, a lento rilascio e di facile utilizzo. Svariati produttori di sostanze nutritive dell’industria della cannabis producono già terricci di alta qualità, progettati per nutrire le piante dal seme al raccolto. Un terriccio di buona qualità è in grado di trattenere l’acqua e di circondare le radici con sacche d’aria. Dovrebbe essere arioso e avere una consistenza spugnosa se strizzato. Anche l’aroma del terriccio è un chiaro indicatore di quanto sia fresco, fertile e ricco di microbi un determinato campione di terreno.

indulgente e di facile utilizzo che un principiante possa scegliere di usare. I pro • È raro sovralimentare le piante se si coltiva in terriccio e si somministra acqua. • Il gusto finale, rispetto ai nutrienti chimici, sarà molto più raffinato. • Il terriccio ha un periodo di tamponamento di 3 giorni una volta somministrato nutrimento liquido. • È possibile acquistare online un’ampia gamma di terricci di elevata qualità. • I terricci per miscele personalizzate sono di facile realizzazione e consentono ai coltivatori di fare modifiche. • Il terriccio può essere facilmente miscelato con cocco e perlite per creare ulteriori sacche d’aria. • Un terriccio ben curato può essere riutilizzato una volta raccolte le piante. I contro • I terricci a basso costo sono carenti a livello di nutrienti fondamentali e oligoelementi di cui le piante hanno bisogno. • La resa sarà sempre inferiore se si coltiva in terriccio rispetto all’idroponica. • I terricci scarsamente aerati possono provo care marciume radicale e rallentare la crescita.

Un esempio di cocco, terriccio e compost miscelati.

Capacità di traspirazione I terricci a basso prezzo che si possono acquistare nei negozi di ferramenta o nei centri di giardinaggio non hanno le migliori qualità complessive rispetto a quelli prodotti da marchi riconosciuti. Un terriccio miscelato a perlite ha maggiori possibilità di far risalire lentamente l’acqua alle radici. I terreni scarsamente aerati si appesantiscono una volta saturi e possono metterci più tempo ad asciugarsi. Qualità del drenaggio Il terriccio ha la capacità di trattenere molta acqua per lunghi periodi di tempo. È importante assicurarsi che il terriccio utilizzato dreni in modo ottimale, ossia che una volta aggiunta l’acqua, la stessa possa fluire dalla base dei vasi nel giro di 60-90 secondi dall’innaffiatura manuale. Il terriccio non ha bisogno di molta acqua per cominciare. I terricci economici s’intasano facilmente e provocano un’eccessiva saturazione delle radici. Livello di competenza richiesto Se si pensa al livello di competenza e di esperienza richiesto, con il terriccio non si può certo sbagliare. Se si è coltivatori alle prime armi, personalmente consiglio a tutti d’iniziare a coltivare indoor usando il terriccio. Inoltre, c’è una zona di tamponamento di 72 ore, che rende il terriccio il substrato di coltivazione biologico più pratico,

Coltivare nel cocco Il cocco è un substrato di coltivazione estremamente soffice e arioso, ricavato dai peli trattati delle noci di cocco. Ciò che rende il cocco così diverso dal terriccio è l’assenza di sostanze nutritive al suo interno (in quantità minime). Questo consente ai coltivatori di somministrare sistematicamente alle piante sostanze nutritive idroponiche e di sapere esattamente quanto nutrimento ricevono le piante. Di conseguenza, le piante coltivate in cocco sono note per la loro crescita abbondante e per la possibilità di ottenere rese di gran lunga più elevate rispetto al terriccio. Probabilmente sarebbe corretto dire che il cocco è equiparabile a sistemi idroponici come il DWC a livello di resa. Personalmente, adoro lavorare con il cocco e trovo che rappresenti l’equilibrio perfetto fra aerazione, capacità di traspirazione e profondità alla quale arrivano le radici scavando nei vasi.

Questo coltivatore utilizza vassoi e blocchi di cocco per aumentare la massa radicale

cocco e 50% di perlite saranno in grado di drenare con facilità. Rimarrete sorpresi dalla quantità d’acqua che il cocco può effettivamente trattenere prima di essere aerato. La mia regola generale se si coltiva con il cocco è quella di utilizzare un rapporto del 10%: se avete un vaso da 20 litri, aggiungete solo 2 litri di acqua/ soluzione nutritiva a ogni somministrazione.

Capacità di traspirazione Il cocco è in grado di trattenere fino a 10 volte il suo stesso peso, il che significa che non è necessario somministrare un grande volume d’acqua a ogni somministrazione. Il cocco è inoltre pieno di piccole fibre e sacche d’aria, il che lo rende ideale per la coltura idroponica e riduce la possibilità d’irrigare eccessivamente le piante.

Livello di competenza richiesto Rispetto al terriccio, il cocco richiede una manutenzione leggermente più impegnativa, dal controllo del pH dell’acqua e della soluzione nutritiva, alla regolazione dell’EC, al dosaggio dei nutrienti, alla temperatura dell’acqua e alla frequenza d’irrigazione.

Qualità del drenaggio I vasi riempiti al 100% di fibra di cocco o al 50% di

È comunque un substrato di coltivazione estremamente facile da usare e molto pratico, che può

essere facilmente personalizzato per aggiungere elementi organici, se necessario. I pro • Il cocco è estremamente arioso, leggero e produce piante di Cannabis dalla resa elevata. • Utilizzando il cocco, è possibile coltivare in vasi piccoli e far crescere piante grandi. • Il cocco può essere riutilizzato una volta trattato con enzimi dopo la raccolta. • L’integrazione di perlite al 30-50% è una scelta diffusa fra i coltivatori. I contro • Non è l’ideale per un coltivatore alle prime armi che non abbia familiarità con i nutrienti. • A volte il cocco dev’essere tamponato e trattato prima dell’uso. • Alcune marche di cocco offrono mattoni di cocco, spesso ricchi di sali.


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History Cannabis

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Di Giovanna Dark

Sballarsi ai tempi di Renzo e Lucia UNA NUOVA RICERCA SUGGERISCE LA PRESENZA DI USO RICREATIVO DELLA CANNABIS NELL’ITALIA DEL 1600 Chi l’avrebbe mai detto che nell’austero mondo narrato da Alessandro Manzoni ne “I Promessi Sposi” si utilizzasse abitualmente cannabis per scopi tutt’altro che medici? Ce lo assicura il team del Laboratorio di Antropologia Forense dell’Università Statale di Milano, che ha rilevato tracce di THC e CBD nei resti di alcuni milanesi del XVII secolo. Le persone consumano erba da moltissimo tempo, lo sappiamo tutti. L’antico storico greco Erodoto scrisse di fiori con effetti psicotropi già nel 440 a.C. e le cartelle cliniche del Medioevo in Europa mostrano come la cannabis venisse ampiamente somministrata per trattare qualsiasi cosa: dalla gotta alle infezioni urinarie, dai dolori del parto alla perdita di peso, oltre a essere usata come anestetico. Ma nel 1484, Papa Innocenzo VIII emanò la bolla pontificia “Summis desiderantes” che definiva la cannabis un “sacramento empio” e ne proibiva l’uso tra i fedeli. La bolla papale richiedeva pene severe per la magia e la stregoneria - che all’epoca significava solitamente l’uso di erbe medicinali - e condannava specificamente l’uso della cannabis nel culto al posto del vino. Innocenzo VIII etichettava la cannabis come uno dei sacramenti della messa satanica ed emetteva un divieto papale esplicito sui farmaci a base di cannabis. Per inquadrare ancora meglio il personaggio: Papa Innocenzo VIII fu lo stesso che nel 1487 nominò il famigerato e sadico frate spagnolo Torquemada come Grande Inquisitore. Sotto l’autorità di Torquemada, migliaia di guaritrici che usavano piante proibite, ebrei e altri “eretici” furono ferocemente torturati e uccisi durante la “caccia alle streghe” dell’Inquisizione spagnola. Nonostante le restrizioni e le persecuzioni, la pianta si diffuse ampiamente nell’Europa settentrionale e orientale del XVI secolo, quando i viaggiatori provenienti dall’Africa e dall’Asia im-

come THC e CBD. Queste molecole, come quelle di altre piante medicinali, possono preservarsi per secoli dopo la morte, dopo aver viaggiato nel sangue ed essersi depositate nelle ossa. Gli autori dello studio le hanno isolate attraverso analisi tossicologiche effettuate sui resti polverizzati, che hanno permesso di separare e purificare i singoli composti chimici in una soluzione liquida e riconoscerli poi usando la tecnica della spettrometria di massa. I ricercatori della Statale sostengono che questa scoperta non solo suggerisce che la cannabis era consumata da persone di tutte le età e da rappresentanti di entrambi i sessi, ma anche che era usata a scopo ricreativo probabilmente preparata in dolci e infusi, come riporta il testo redatto da Gaia Giordano e i suoi colleghi.

portarono in Europa nuovi metodi per utilizzare la cannabis a scopi medicinali e terapeutici. Tuttavia, in Europa, per tutta l’età moderna, la canapa venne pubblicizzata solo ed esclusivamente per il commercio manifatturiero. Dopo che la nostra amata pianta finì inevitabilmente all’indice, alla fine del XVI secolo, gli storici e gli archeologi hanno faticato molto a trovare prove concrete del suo uso - se si escludono i ritrovamenti fatti nei pressi della casa di William Shakespeare a Stratford Upon Avon - nonostante ci fosse il sospetto che in realtà la pianta non sia stata mai del tutto sradicata dall’Europa. A confermare questa interessante ipotesi storiografica, è arrivata la scoperta di un team di scienziati forensi di Milano, che ha rintracciato e isolato tracce di cannabis nei resti di due scheletri del XVII secolo. “Sappiamo che la cannabis è stata usata in passato, ma questo è il primo studio in assoluto a trovarne tracce nelle ossa umane”, ha detto la biologa e dottoranda Gaia Giordano del Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense (LABANOF) e del Laboratorio di Indagini Tossicologiche dell’Università Statale di Milano. “Si tratta di una scoperta importante, perché sono pochissimi i laboratori in grado di esaminare le ossa per trovare tracce di sostanze psicotrope”. Lo studio è stato pubblicato nel numero di dicembre della prestigiosa rivista di settore Journal of Archaeological Science ed è disponibile (in Inglese) per la consultazione gratutita al sito www.sciencedirect.com. Il team di scienziati della Statale ha esaminato nove campioni di ossa femorali di persone

Uno dei femori su cui ha lavorato l’equipe della Statale

vissute nella Milano del 1600 e sepolte nella Cripta della Ca’ Granda, sotto una chiesa annessa all’Ospedale Maggiore, il più importante ospedale per poveri della città all’epoca. L’obiettivo dello studio era quello di trovare tracce di piante utilizzate per scopi medici o ricreativi nella popolazione generale. Nel corso della ricerca, due ossa - una appartenente a una donna di circa 50 anni e l’altra a un adolescente maschio morti tra il 1638 e il 1697 - hanno mostrato la presenza di due tipi di cannabinoidi: Delta-9-tetraidrocannabinolo e cannabidiolo, oggi comunemente conosciuti

L’équipe ha infatti analizzato anche le cartelle cliniche dell’Ospedale Maggiore e non ha trovato alcuna menzione della cannabis nei suoi registri dettagliati delle piante curative, dei rimedi e delle pozioni somministrate ai pazienti di tutti gli ospedali milanesi nel 1600. Per questo motivo, l’ipotesi degli studiosi è che la cannabis venisse consumata in un contesto prevalentemente ricreativo. La sua assenza nell’elenco della farmacopea ha portato i ricercatori a supporre che la cannabis trovata nei due individui fosse probabilmente usata per gli stessi motivi per cui è usata oggi:


11 competente team del Laboratorio di Antropologia Forense dell’Università Statale di Milano, non solo arricchisce la nostra comprensione della vita quotidiana di quell’epoca, ma solleva interrogativi cruciali e stimolanti riguardo alla diffusione e agli scopi dell’uso della canapa in epoche storiche. L’analisi delle ossa femorali di individui sepolti nella Cripta della Ca’ Granda, eseguita con una metodologia all’avanguardia, offre uno sguardo penetrante sulla società milanese del XVII secolo. E la presenza di THC e CBD, i principali cannabinoidi della cannabis, nelle ossa di questi individui suggerisce una connessione profonda e sorprendente con la pianta, contrariamente alle concezioni tradizionali dell’austero periodo narrato in opere letterarie come “I Promessi Sposi” di Alessandro Manzoni. Questa scoperta tutta Made in Italy non solo sfida le interpretazioni precedenti, ma apre una finestra su un aspetto finora trascurato della storia: l’uso della cannabis a scopo medicinale e ricreativo. La sua presunta diffusione tra persone di tutte le età e di entrambi i sessi, indica che la canapa potrebbe essere stata integrata nella vita quotidiana di comunità del passato che, nonostante le avversità come carestie e malattie, cercava conforto e sollievo attraverso questa pianta poliedrica.

Piazza San Babila durante il carnevale, Milano (dipinto, fine XVII secolo)

LA TECNICA IMPIEGATA NELLO STUDIO È DI TIPO RIVOLUZIONARIO E APRE LE PORTE A NUOVE INDAGINI DI ARCHEOTOSSICOLOGIA rilassarsi, svagarsi o curarsi da soli. “La vita era particolarmente dura nella Milano nel XVII secolo”, ha ricordato al Corriere della Sera l’archeotossicologo Domenico di Candia, che ha coordinato lo studio. “Carestia, malattie, povertà e igiene quasi inesistente erano molto diffuse”. Manzoni ne da un resoconto accurato ne “I Promessi Sposi” e tutti noi portiamo nella memoria le (tediose) letture in classe della Milano sconvolta dalla peste. Ma se forse Renzo e Lucia non erano avvezzi all’uso di canapa - a onor del vero, nel romanzo Manzoni non ne fa mai cenno - pare abbastanza sicuro che i loro contemporanei invece sapessero benissimo cosa farsene. Per secoli, l’Italia è stata un importante produttore di canapa. In tutta la penisola si lavorava la fibra della pianta che veniva utilizzata per la carta, le corde e i tessuti - comprese le vele della nave di Cristoforo Colombo - oltre che come mangime per il bestiame e come fertilizzante. E questa particolare ubiquità della canapa in Italia, rende molto probabile che venisse consumata anche per farsi una canna. Al momento, gli scienziati stanno discutendo se la presenza della sostanza scoperta nelle ossa rifletta o meno un uso elevato e frequente della cannabis, o piuttosto un uso appena precedente al momento della morte - cosa che da un punto di visto storiografico potrebbe completamente ribaltare il significato della scoperta. Se infatti fosse provato l’uso della cannabis solo in punto di morte, questo significherebbe che la pianta veniva usata in modo rituale e non in contesti ricreativi. Al di là delle interessanti deduzioni sull’impiego di cannabis nella Milano del 1600, la tecnica impiegata nello studio è di tipo rivoluzionario

In conclusione, la straordinaria rivelazione delle tracce di cannabis nei resti umani del XVII secolo, riportata con scrupolosa attenzione dal

Una pianta che è vecchia come il mondo e che ha attraversato le epoche.

e apre le porte a nuove indagini di archeotossicologia: è noto che la cannabis trovava largo impiego anche in antichità, ma poterlo provare con più certezza direttamente sulle ossa umane aprirà nuove possibilità nella ricerca storica. Per avere un quadro più chiaro, i ricercatori del team della Statale hanno intenzione di continuare la ricerca su altri resti umani, in una collezione di circa 10.000 ossa sepolte sotto la cripta della Ca’ Granda. Le indagini tossicologiche su resti storici e archeologici sono abbastanza rare nella letteratura accademica, ma costituiscono uno strumento diverso e potente per ricostruire il passato, e in particolare per comprendere meglio i rimedi e le abitudini delle popolazioni che ci hanno preceduto. La tossicologia applicata ai resti umani storici e archeologici non è però ancora stata sfruttata al massimo. Dagli anni 90 in poi, sono state effettuate diverse analisi archeotossicologiche, come quella condotta nel 1991 su campioni di capelli raccolti da mummie peruviane precolombiane che ha rivelato la presenza di cocaina e nicotina. Altri studi hanno rilevato cocaina, nicotina e cannabis nei capelli, nelle ossa e nei tessuti molli di mummie peruviane ed egiziane, ma l’affidabilità dei risultati di questi lavori è stata messa in dubbio dal circuito accademico tradizionale. Pertanto, per quanto ne sappiamo, la cannabis non è mai stata rilevata o segnalata in resti archeologici umani, in particolare nelle ossa, prima del XXI secolo. Ed è per questo che la ricerca e soprattutto la scoperta della dottoressa Gaia e dei suoi colleghi è importantissima e può contribuire ad accendere il dibattito accademico su questa ancor poco esplorata - se non addirittura snobbata - disciplina.

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GELATO #45

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NEL PARADISO DELLA CANNABIS L’epoca d’oro delle popolarissime

Gelato #45 si rivela una vera “bomba di tricomi”

“varietà da dessert” della costa

La pianta si è allungata notevolmente nelle prime quattro settimane di fioritura, rendendo lo spazio internodale sempre più ampio e favorendo così la crescita di molti grappoli di fiori lungo i rami. Lo stesso è avvenuto, ovviamente, in cima al fusto principale e sui rami laterali, lasciando a bocca aperta persino il veterano The Doc. Sono spuntate cime dense, che ben presto hanno cominciato a trasudare resina. Settimana dopo settimana, i tricomi si sono moltiplicati. Verso la fine della fioritura, a 65 giorni, The Doc ha annotato sul suo rapporto: “Gelato #45 è un concentrato di tricomi! Questi fiori, ricoperti di un manto di ghiaccio, sono tra i più resinosi e bianchi che abbia mai visto nella mia sala di coltura. Non c’è dubbio: se queste cime fossero montagne, ci si potrebbe sciare sopra! È la metafora più giusta per descriverle: perché oltra essere trasparenti come cristallo, sono anche dure come la roccia”.

occidentale californiana è iniziata con la selezione della Girl Scout Cookies (GSC). Da questa pianta epocale sono stati prodotti innumerevoli ibridi nel corso degli anni, molti dei quali, come Wedding Cake o Sunset Sherbet, hanno raggiunto lo status di cult. Tuttavia, è una delle sue discendenti, la Gelato, ad occupare una posizione di rilievo in questa famiglia di prodotti, come fiore

“Ho potuto anche sentire il tipico odore di Gelato che si sprigiona dalla pianta, evviva! Le cime hanno un profumo straordinariamente dolce, quell’odore di dessert unico che una pianta di marijuana può emanare. Sotto una coltre di aroma zuccherino si nasconde quel ricco bouquet di mentolo, cioccolato e note fruttate promesso da Barney’s, che la rendono un’opera d’arte a tutti gli effetti”. Nella seconda metà del periodo di fioritura, le foglie superiori si sono parzialmente tinte di viola, il che ha ulteriormente migliorato il fascino visivo delle cime. The Doc ha aspettato fino alla fine del periodo di maturazione previsto per questa varietà e ha raccolto i suoi esemplari a 70 giorni. “Dieci settimane di fioritura non sono certo un periodo breve, ma è valso la pena aspettare così a lungo, date le incredibili rese della Gelato #45! La pianta ha raggiunto, come atteso, un’altezza finale di 51 cm”.

all’occhiello della West Coast, insieme alla sua super progenitrice GSC.

La Gelato è strettamente legata alla genetica Cookies, in quanto la GSC (sotto forma del fenotipo “Thin Mint”) è stata utilizzata per creare sia questa varietà che l’altra parentale della Gelato, la Sunset Sherbet. Ma nonostante condivida (almeno formalmente) il 75% dei geni GSC, la Gelato è unica nel suo genere con le sue qualità straordinarie e per questo è molto ricercata ed amata. Nel mondo della musica, diversi artisti hip-hop l’hanno persino citata nei loro testi e hanno pubblicato canzoni intitolate “Gelato”. C’è da chiedersi cosa abbia reso la genetica Gelato così popolare. La risposta si ottiene osservando i tratti della variante Gelato #45 di Barney’s Farm e, soprattutto, l’incredibile profilo organolettico che contraddistingue questa pianta: sfaccettata e intrigante sia nell’odore che nel gusto. La Gelato #45 ha un aroma incredibilmente dolce di “gelato al cioccolato alla menta e dolci bacche fruttate” come precisa Barney’s. In quanto a gusto, Barney’s lo descrive come un insieme di “pino terroso, fiori e note Skunk di agrumi”. A deliziare i consumatori è anche l’effetto di Gelato #45: il suo alto contenuto di THC, fino al 26%, produce un effetto, molto intenso ed equilibrato, di euforia stimolante abbinata a rilassamento fisico. Dopo un periodo di fioritura di 65-70 giorni, è possibile ottenere una resa di 650-700 g/ m2. Anche la coltivazione della Gelato #45

sotto luce naturale può essere produttiva, in quanto all’esterno questa straordinaria varietà della West Coast completa la maturazione già nella prima settimana o due di ottobre e, in condizioni ottimali, gratifica i coltivatori con abbondanti raccolti di due chili per pianta, senza superare generalmente i 2,5 m di altezza. Come varietà d’élite della West Coast, Gelato #45 produce anche un’abbondante quantità di resina, con cime spesse e arrotondate, ricoperte da enormi strati di tricomi, che appaiono come uno splendido manto bianco. Un’altra caratteristica che la contraddistingue è la capacità di sviluppare bellissime sfumature viola sulle foglie durante la fioritura.

La Gelato #45 sottoposta a test di coltura dal breeder The Doc

Avendo avviato da poco un nuovo ciclo di coltivazione, le piante di The Doc erano in fase vegetativa già da quattro giorni quando uno dei suoi amici lo ha invitato a coltivare un seme della Gelato #45 che gli avanzava. Pensando di sfruttare al meglio il suo spazio di coltura, The Doc ha deciso di aggiungere questo seme femminizzato come partecipante “ritardatario” al suo party colturale, perché questa promettente varietà della Barney’s Farm aveva sempre suscitato il suo interesse. Il seme è germinato dopo soli 2 giorni e mezzo e la crescita vegetativa della piantina è durata due settimane, invece delle tre previste. In precedenza The Doc aveva avuto diverse esperienze positive con periodi vegetativi così brevi e, in effetti, la sua pianta di Gelato #45 è cresciuta rigogliosa e vivace. All’altezza di 20 cm The Doc l’ha messa a fiorire.

Le cime essiccate hanno fatto venire l’acquolina in bocca a The Doc Dal punto di vista quantitativo, considerando il breve periodo vegetativo di due settimane, The Doc era molto soddisfatto dei 72 grammi di cime essiccate di Gelato #45 ottenuti, che ha poi collocato all’interno di un grande barattolo da conserva. La qualità visiva e olfattiva delle cime gli ha fatto venire l’acquolina: “Le piante sono bellissime! Sembrano coperte da una valanga di ghiaccio, di qui il nome della varietà Gelato. In questa fase, l’odore ricco e profondo è ancora più zuccherino e acquisisce una certa cremosità visto che in questo momento buona parte della clorofilla è evaporata. Non vedo l’ora di svaparla!”.

Al momento della degustazione The Doc era al settimo cielo


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“Era uno stato di completa serenità e felicità che non volevo tenere per me. Ho così invitato il mio amico Mr. Knolle a venire da me per provare quest’erba speciale... Ha risposto di sì e, poco dopo, con un paio di boccate di Gelato #45 nei polmoni, come avevo fatto, era al settimo cielo. Abbiamo trascorso più di due ore in questo paradiso della marijuana. Peraltro, nonostante il rilassamento fisico che provavamo, quest’erba non ci ha affatto inchiodato al divano: fosse stato un fine settimana, avremmo potuto andare in giro per locali di notte in piena forma”.

Un inno finale di lode Come previsto, il verdetto di The Doc è un inno di lode: “Tutto questo clamore attorno alla Gelato non cade certo dal cielo! La variante Gelato #45 della Barney’s Farm incarna perfettamente tutte le qualità per cui questa

varietà è diventata famosa: cime ricche di tricomi con aspetto da catalogo, un gusto super dolce e sofisticato da assaporare e uno sballo che riscalda l’anima. È insomma una varietà non lascia nulla a desiderare”.

Genetica:

Green Born Identity - G.B.I.

Gelato #45 (Sunset Sherbet x Thin Mint Girl Scout Cookies)

Fase vegetativa

14 giorno (dalla germinazione)

Fase di fioritura

70 giorni/ 65-70 giorni in generale

Sostrato

Bionova Bio Soilmix, vasi da 11 litri

pH

Dati di coltivazione:

Dopo aver caricato il suo vaporizzatore con 0,5 g di Gelato #45, al primo svapo The Doc ha percepito un odore delicato e cremoso. Il sapore chiaro e deciso che aveva sperato di ottenere si è diffuso sul suo palato in varie fasi: sotto uno strato esterno dolce, si nascondeva infatti un fondo fresco di rosmarino misto a pompelmo. “Una vera delizia!”, ha commentato entusiasta The Doc. Dopo una seconda profonda inalazione, ha sentito prendere vita tutto un mondo interiore: le sinapsi iniziavano a immergersi in una chiara euforia e questo effetto lo riempiva di gioia.

6,2-6.,6

Conducibilità elettrica (EC)

1,2–1,6 mS

Illuminazione

Fino a 4 lampade SANlight EVO 5-100 impostate sul livello 2 di 3

Temperatura

19-28°C

Umidità atmosferica

40-60%

Irrigazione

A mano

Fertilizzazione Additivi/stimolatori Apparecchiatura speciale

Bionova Soil Supermix più PK 13-14 nella fase di fioritura Bionova Silution, The Missing Link, Vitasol e X-cel CleanLight Pro per la prevenzione di attacchi fungini

Taglia

51 cm

Resa

72 g


Growing

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Di sudestfam@protonmail.com

Vapor Pressure Deficit Cos’è il VPD e come aumentare la resa finale I grower professionisti sono alla continua ricerca di dettagli e parametri che possono migliorare le prestazioni della propria coltivazione. Uno di questi è il controllo del VPD, acronimo di Deficit di Pressione del Vapore, un parametro facile da manipolare ma non molto semplice da comprendere.

sui seguenti processi biologici: 1. Traspirazione, un VPD alto aumenta la capacità di traspirazione di una pianta, in questo modo cresce più rapidamente ma avrà anche bisogno di più acqua e nutrienti. 2. Assorbimento CO2, le piante che crescono in un ambiente con VPD ottimale sono capaci di assorbire maggiori quantità di anidride carbonica dall’atmosfera, potenziando la fotosintesi della pianta. VPD NELLA COLTIVAZIONE DI MARIJUANA Il VPD ideale per le piante varia in relazione al loro stadio di crescita e alle condizioni di salute in cui si trovano. Per ogni fase, dalla germinazione alla tarda fioritura, esiste un valore VPD adeguato che aiuta i growers a identificare condizioni salutari di umidità dell’aria all’interno di un range di temperature conformi alla coltivazione di marijuana. I valori di VPD ideali rispetto alla fase di sviluppo in cui si trova la pianta sono i seguenti:

Il VPD è il valore che indica la differenza tra la pressione del vapore acqueo all’interno della foglia e quella del vapore acqueo dell’ambiente ad una determinata temperatura, strettamente correlato con l’attività di traspirazione svolta dalle foglie. Il controllo del VPD consente di trovare l’equilibrio perfetto tra le piante e l’ambiente in cui crescono, aiuta a regolare la nutrizione della pianta e stimola una crescita esuberante. Per capire meglio cos’è esattamente il VPD è necessario esaminare alcuni dei processi biologici che riguardano le piante e approfondire dei concetti inerenti questo valore: •

SVP, acronimo di Pressione di Vapore Saturo misura la pressione dell’umidità nella quantità massima, cioè il 100%, che può trattenere l’aria ad una temperatura specifica; AVP, ovvero Pressione Attuale Vapore acqueo indica la pressione esercitata dall’umidità reale dell’aria, ad esempio il 55% di umidità nell’ambiente, in un determinato momento e temperatura; LSVP, la sigla si riferisce al SVP della foglia, questo parametro considera come dato certo la presenza del 100% di umidità all’interno della foglia e varia in base alla sua temperatura; Traspirazione, è il processo per mezzo del quale l’umidità dalle radici attraversa la pianta e viene rilasciata nell’atmosfera dagli stomi presenti sulle foglie sotto forma di vapore acqueo.

• • •

Germinazione e inizio fase Vegetativa. Da 0.4 a 0.8 kPa Fine fase Vegetativa e inizio Fase di Fioritu ra. Da 0.8 a 1.2 kPa Dalla metà alla fine della fase di Fioritura. Da 1.2 a 1.5 kPa

La tabella rappresentata nella foto è molto utile per conoscere la temperatura e l’umidità adeguate per ottenere il VPD ideale. Traspirazione della pianta, foto di Zappys Technology Solutions on Flickr.com.

L’umidità è un gas presente nell’aria sotto forma di vapore acqueo; tutti i gas che compongono l’atmosfera hanno una propria pressione, detta anche pressione parziale e anche il contenuto di umidità può essere misurato come una pressione. Generalmente l’unità di misura per indicare la pressione dell’umidità è il kiloPascal, il cui simbolo è kPa.

La traspirazione consente alla linfa della pianta di trasportare gli elementi nutritivi dalle radici al resto della pianta, quindi maggiore è la traspirazione maggiore saranno i nutrienti che la pianta può assorbire. Inoltre questo processo consente alle foglie di raffreddarsi grazie allo scambio di gas che avviene con l’atmosfera. Ad esempio, in un clima caldo e

Le piante piccole e deboli hanno bisogno di una valore VPD molto basso per crescere correttamente. Durante la fase di fioritura le piante vigorose hanno bisogno di un valore di VPD alto per crescere ottimamente, infatti la maggior parte dei growers professionisti diminuiscono l’umidità e la temperatura dell’ambiente per creare le condizioni migliori. Per controllare i parametri climatici della coltivazione è necessario che sia attrezzata di

IL CONTROLLO DEL VPD CONSENTE DI TROVARE L’EQUILIBRIO PERFETTO TRA LE PIANTE E L’AMBIENTE secco le piante aumentano la traspirazione per regolare la loro temperatura, mantenersi fresche ed evitare danni alle sue parti vitali. Il VPD è direttamente relazionato con il tasso di traspirazione, infatti la forza principale che traina il vapore acqueo fuori dalla foglia è il risultato della differenza tra la pressione del vapore acqueo interno alla foglia e la pressione del vapore acqueo dell’ambiente. VPD= LSVP-AVP

Tabella VPD ideale per la cannabis.

Il controllo del VPD consente di regolare il flusso di acqua e sostanze nutritive che attraversa la pianta, infatti ha un’influenza diretta

ventilatori che consentono lo spostamento dell’aria, deumidificatore e umidificatore per incrementare e diminuire l’umidità dell’ambiente e di un climatizzatore d’aria per controllare la temperatura. Soprattutto nelle coltivazioni con sistema chiuso il climatizzatore e il deumidificatore sono degli strumenti importantissimi che non possono mancare. La manipolazione del VPD è una tecnica che porta la coltivazione di marijuana ad un altro livello, sicuramente ci sono più parametri da controllare e il bisogno di attrezzatura adeguata, ma tutto questo impegno si concretizza in una resa finale maggiore.


Belpaese

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Di Giovanna Dark

Cannabis e giovani ancora nel mirino del Governo La Relazione Annuale sulle Tossicodipendenze dipinge la cannabis come la sostanza illegale più utilizzata in Italia La Relazione Annuale sul fenomeno delle tossicodipendenze 2023 è stata inviata al Parlamento dal Sottosegretario Alfredo Mantovano, fresco di stampa col suo “Droga, le ragioni del no” e ha un suo specifio peso politico. Questa relazione è la principale fonte informativa nazionale del Dipartimento per le Politiche Antidroga ed è prevista dal DPR 309/90. I dati utilizzati per la relazione provengono da diverse fonti, tra cui amministrazioni centrali, periferiche, centri di ricerca e enti del privato sociale competenti in materia.

ai livelli pre-pandemici. Inoltre, il 75% dei casi segnalati per uso personale è legato al possesso di cannabinoidi, con una ripresa dopo una riduzione nel biennio precedente. Le denunce correlate alla cannabis per traffico e detenzione di sostanze stupefacenti o psicotrope rimangono stabili, costituendo il 44% delle denunce totali.

LITIO AI GIOVANI Nella relazione annuale si fa dunque un gran parlare di giovani e cannabis e, nella migliore tradizione della destra proibizionista, al Governo si suonano di nuovo allarmi sui pericoli della legalizzazione. Il fatto che, nella categoria under 25, 3 pazienti dei SerT su 4 siano in cura per “dipendenza” dalla cannabis, da la misura dell’accanimento che ancora oggi le istituzioni (tra cui le famiglie stesse) hanno nei confronti dei giovani.

Lo scopo principale della Relazione è fornire un quadro il più accurato possibile del fenomeno delle tossicodipendenze al fine di guidare gli interventi pubblici in questo settore. Ed è proprio su quest’ultimo punto che il contenuto della relazione diventa pericoloso.

COSA DICE LA RELAZIONE? Nel 2022, i servizi pubblici per le dipendenze (SerD) hanno fornito assistenza a 129.259 persone con dipendenza da sostanze. Il 13,5%, pari a 17.497, sono nuovi utenti. Tra le droghe, i nuovi utenti sono in trattamento soprattutto per la cocaina, che è sostanza d’abuso per 6.718 persone. Seguono eroina (5.652 persone) e i cannabinoidi (4.336). L’analisi mostra una transizione nel tipo di droghe maggiormente causa di dipendenze: l’eroina, che era la causa della dipendenza per circa il 65% dei vecchi pazienti, cede il posto alla cocaina che oggi risulta sostanza primaria d’abuso nel 38,5% dei casi, mentre tra i giovanissimi (under 25) è prevalente, in due casi su tre, la dipendenza da cannabis. Circa l’86% dei pazienti totali sono di genere maschile, con un rapporto di 1 femmina ogni 6 maschi. I pazienti in trattamento sono prevalentemente di nazionalità italiana (91,4%). Le classi di età più frequenti sono quelle comprese tra i 35 e i 54 anni. Le droghe più usate, tuttavia, cambiano in base alla fascia di età. I giovanissimi (under 25), in oltre il 70% dei casi, sono assistiti per dipendenza dalla cannabis. Tra gli over 55, invece, gli oppiacei sono la sostanza più frequente. Nel 2022 sono stati 16.779 i ricoveri per diagnosi correlate all’uso di droghe per un totale di quasi 200 mila giornate di degenza. 8.152, invece, gli accessi al Pronto Soccorso; nel 12,4% dei casi si è reso necessario il ricovero, richiesto per “psicosi indotta da droghe”, per 3 pazienti su 4. Cannabis: la sostanza illegale più utilizzata Nonostante una contrazione iniziale osservata

Credits - Mikail Duran, Unsplash.

nel biennio precedente, il mercato è tornato ai livelli pre-pandemici. Nel 2022, più di 9.400 operazioni di polizia, costituendo circa il 50% delle operazioni totali, hanno portato al sequestro di oltre 47 tonnellate di cannabis e dei suoi derivati. Oltre il 93% della sostanza sequestrata è stata trovata sul territorio nazionale, specificamente su individui fermati, in residenze private, veicoli e all’interno di pacchi e lettere. Per sostenere l’argomento di un impatto mirato sulle

giovani generazioni, le statistiche indicano che circa 4 milioni di persone con un’età compresa tra 18 e 84 anni (8,5% della popolazione) hanno dichiarato di aver utilizzato prodotti a base di cannabis almeno una volta durante l’anno. L’analisi delle acque reflue stima circa 50 dosi giornaliere per ogni 1.000 abitanti, sottolineando come la cannabis rimanga la più consumata in Italia. Tra i giovani, oltre 580.000 studenti con un’età compresa tra 15 e 19 anni (24%) hanno confermato l’uso di cannabis nell’anno, tornando

“Se un tempo i giovani facevano uso di droghe con intento di trasgressione - si legge nella relazione - oggi l’assunzione di sostanze psicotrope già in età adolescenziale e preadolescenziale sembra invece essere legata a un profondo disagio”. Se questo è vero, allora forse è il momento di riflettere sulla necessità di lasciare i ragazzi italiani in pace, spostando l’attenzione verso approcci più comprensivi e incentrati sulla salute mentale anziché perpetuare il ciclo inutile della stigmatizzazione e dell’emarginazione. Perché fare una chiaccherata con il proprio figlio è sicuramente meglio che spedirlo al SerT.


Intervista

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Di Fabrizio Dentini

CANNABIS TERAPEUTICA: QUANDO L’ATTIVISTA INCONTRA IL SENATORE Aperto nel 2016, il Canapa Caffè di Roma rappresenta un centro informativo sulla cannabis terapeutica ed una vera e propria oasi per chi, nella capitale, si trova in cura con la cannabis e si sente vittima dello stigma che inquadra ancora chi ne fa uso legalmente e per motivi medici. In seguito all’incontro avuto sul finire del 2023 con il senatore Antonio Guidi di Fratelli d’Italia, abbiamo contattato il fondatore del Canapa Caffè, Carlo Monaco, per farci raccontare quali motivazioni l’abbiano spinto all’incontro con il senatore e quali aspettative vorrebbe veder soddisfatte nel corso del 2024.

Quali sono le rivendicazioni che avete messo sul tavolo del senatore Guidi? Una maggiore informazione per i medici, una garanzia d’accesso senza disparità e con necessaria uniformazione delle normative regionali a carico del servizio sanitario per tutte le patologie incluse nel decreto Lorenzin del 9 novembre 2015 [Nda. dolore cronico e associato a sclerosi multipla e a lesioni del midollo spinale; nausea e vomito causati da chemioterapia, radioterapia, terapie per HIV; stimolante dell’appetito nella cachessia,

hanno nemmeno ancora scritto una delibera normativa in materia. Qui Lazio, invece, la normativa esiste, c’è la legge 151 del 2017 aggiornata nel 2018, che però non è mai stata rispettata e noi pazienti ne paghiamo le conseguenze tutti i giorni.

Perché non è mai stata rispettata? Io ad esempio ho un medico interno al servizio regionale che mi prescrive cannabis andando, però, contro la politica dell’azienda ospedaliera e cioè contro il proprio datore di lavoro. In fin dei conti, infatti, finisce che la farmacia ospedaliera e il dirigente, per motivi finanziari, facciano ostruzione e che, come conseguenza, il paziente rimanga senza farmaco.

Fra le rivendicazioni portate all’attenzione del senatore Guidi c’era anche l’autoproduzione di cannabis per uso medico? Personalmente, ho fatto presente che venivo da sette anni di processi [Nda. Carlo Monaco è stato assolto totalmente perché il fatto non sussiste lo scorso 5 ottobre 2023] e che molti dei pazienti in cura con la cannabis hanno problemi di polizia di vario genere. Nonostan-

NONOSTANTE LA LEGGE, CHI SI CURA CON LA CANNABIS È SPESSO COSTRETTO A NON VIVERE UN’ESISTENZA TOTALMENTE AL RIPARO DELLA LEGALITÀ anoressia, perdita dell’appetito in pazienti oncologici o affetti da AIDS e nell’anoressia nervosa; effetto ipotensivo nel glaucoma e riduzione dei movimenti involontari del corpo e facciali nella sindrome di Gilles de la Tourette]. Un punto fondamentale è che per avere accesso alla cannabis, la corsia preferenziale resta quella privata e quindi a pagamento. Una volta poi, che il dossier diventa importante, si può provare a sottoporlo all’attenzione del pubblico per ricevere la terapia mutuata e a carico del servizio sanitario.

A livello regionale dove funziona il meccanismo di erogazione a carico del Servizio Sanitario Nazionale? In alcune regioni italiane la cannabis terapeutica viene mutuata ed erogata negli ospedali senza problemi, come un normale farmaco. Negli ultimi anni la Sicilia e il Trentino Alto Adige si sono adeguati alla normativa nazionale. Dall’altra parte, Calabria e Basilicata non

te la legge, chi si cura con la cannabis è spesso costretto a non vivere un’esistenza totalmente al riparo della legalità. Chi non riesce ad ottenerla in farmacia è costretto all’autoproduzione o a strade comunque illegali come il mercato nero. Io per i primi anni l’ho comprata a botte di 500, 600, 700, 800, 900 euro al mese. Dal 2019, proprio per un discorso economico, come tanti altri pazienti, sono costretto all’autoproduzione.

Quando avete dipinto questo affresco drammatico il senatore come ha risposto? Beh la sensazione è che fosse al corrente di tali vicissitudini. Lui non si è curato con la cannabis per un motivo di mancata prescrizione, probabilmente per un blocco mentale del suo medico curante o forse per l’ipocrisia sottesa allo stigma e allo stereotipo della cannabis. C’è da dire che, per fortuna, nonostante la politica sia veramente distante dai nostri

Carlo Monaco del Canapa Caffè.

percorsi, a partire dal 2019 c’è stato un cambiamento di orientamento della Cassazione e quindi la magistratura, negli ultimi periodi, ha cominciato ad assolverci per questo tipo di condotte. Adesso ci serve l’aiuto della politica per aggiornare, a monte, le leggi.

Cosa ti ha lasciato l’incontro con il senatore Guidi e cosa ti aspetti per il 2024? Sul momento mi è sembrata una persona molto concreta che ci aveva lasciato una pletora di possibilità e tante speranze. Purtroppo, poi, il contatto si è raffreddato ed il dialogo si è interrotto. C’era, ad esempio, stato promesso di provare a fare qualcosa in finanziaria per le nostre associazioni ed è andata a finire come abbiamo visto, in quella sede delle nostre situazioni non si è assolutamente parlato.

Avete pensato di “strumentalizzare” la sensibilità del senatore Guidi per far arrivare il vostro messaggio al Ministero della Salute? In questo momento quello che ci interessa è avere un nuovo incontro per domandare la riapertura del Tavolo Tecnico [Nda. che non si riunisce dal maggio del 2022] e per la nomina di un nuovo responsabile per la cannabis terapeutica all’interno dell’Ufficio Centrale Stupefacenti in seguito al pensionamento della funzionaria precedente che ha comportato l’interruzione dei piccoli passi compiuti.

Quindi cercate un nuovo interlocutore all’interno dell’istituzione preposta? Si e che possibilmente non sia un talebano come il funzionario precedente.



Banche dei semi Jaypp

Red Mimosa XL Auto : una varietà autofiorente viola, molto gustosa e produttiva ®

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Vi siete mai chiesti se è possibile coltivare piante di marijuana con cime di colore viola o violetto? Continuate a leggere per scoprire il fantastico ibrido autofiorente che Sweet Seeds® propone a tutti i cannabicoltori: la Red Mimosa XL Auto® (SWS104), facile da coltivare e con un eccellente profilo di terpeni dolci e fruttati. Preparate il vaporizzatore e tenetevi pronti al decollo! l’”effetto entourage”, ovvero il fenomeno per cui gli effetti causati dal THC e dagli altri cannabinoidi sono modulati e potenziati. Recentemente si è scoperto che una pianta ha effetti più sativa o più indica secondo i terpeni che contiene, mentre la presenza di THC, CBD e altri cannabinoidi contribuisce a potenziarli. In questa pianta autofiorente di colore viola, si distinguono i seguenti terpeni...

La Red Mimosa XL Auto® è tra le piante di cannabis autofiorenti più interessanti, con foglie viola e verdi e un sapore davvero speciale, tra quelle presentate nel catalogo Sweet Seeds® per l’anno 2023. Quando inizia a fiorire, scoprirete perché è così e vi renderete conto che non è solo per il colore rossastro delle cime, ma anche per l’esagerata produzione di ghiandole tricomiche da cui sono ricoperte, tanto da farle sembrare completamente cristallizzate. Per non parlare della velocità di crescita e della straordinaria taglia che raggiunge, con esemplari che superano il metro con poco sforzo. Invitiamo tutti ad entrare nel meraviglioso mondo di questa pianta, che affascina sia i coltivatori esperti che i principianti.

- Limonene: un terpene presente anche negli agrumi, come arance e limoni. Si ritiene che abbia proprietà stimolanti e che possa contribuire ad alleviare lo stress e a migliorare l’umore. - Beta-cariofillene: questo terpene produce un aroma speziato e terroso, simile a quello del pepe nero e dei chiodi di garofano. Si ritiene che nell’organismo abbia proprietà antinfiammatorie e che possa interagire con i recettori dei cannabinoidi, in particolare con il recettore CB2. Questa proprietà ha stimolato un’attività di ricerca per un potenziale uso terapeutico.

INFORMAZIONI GENETICHE DELLA RED MIMOSA XL AUTO La Red Mimosa XL Auto® si distingue come pianta dal portamento alto, con una fioritura impressionante e un profilo terpenico unico. I selezionatori di Sweet Seeds® hanno sviluppato questa varietà autofiorente incrociando un clone élite della famosa varietà americana Mimosa [Clementine (Tangie x Lemon Skunk) x Purple Punch (Larry OG x Grand Daddy Purple)] con la famosa Cream Mandarine Auto® (SWS29), uno dei semi di marijuana autofiorenti più apprezzati di tutti i tempi che, oltre a introdurre il gene autofiorente, ha potenziato gli aromi fruttati e agrumati, con una nota distinta di mandarino (come dice il nome di questa progenitrice).

- Terpinolene: è alla base dell’aroma erbaceo e agrumato della pianta, con note di pino. Alcune ricerche suggeriscono che il terpinolene possa avere proprietà sedative e rilassanti. - Mircene: è uno dei terpeni più abbondanti nelle varietà di marijuana, con un profumo terroso ed erbaceo che normalmente esalta le note fruttate. È stato associato a effetti rilassanti e sedativi e può intensificare gli effetti di altri cannabinoidi.

EFFETTI DI RED MIMOSA XL AUTO® E LORO DURATA

Dopo il buon risultato ottenuto, quest’anno abbiamo cercato di intensificare il colore delle cime per permettere ai coltivatori di raccogliere bud di marijuana viola e rossastri di grande qualità. La parentale che ha contribuito a questo risultato è un altro successo chiamato Red Strawberry Banana Auto® (SWS90), sempre di Sweet Seeds®. Il risultato è una pianta molto stabile con un forte vigore ibrido, che la rende molto facile da coltivare, sia all’interno che all’esterno (sul balcone o direttamente sul terreno).

Come detto in precedenza, i cannabinoidi non sono gli unici elementi alla base degli effetti psicoattivi, medicinali e ricreativi del consumo di cannabis. Nelle piante di cannabis i terpeni contribuiscono a mantenerle in buona salute, rendendole in grado di resistere ai parassiti e alle temperature estreme. Gli esseri umani utilizzano entrambe le sostanze a proprio vantaggio, sia per uso terapeutico che ricreativo.

AROMI E SAPORI DELLA RED MIMOSA XL AUTO® La Red Mimosa XL Auto® di Sweet Seeds® ha ereditato tutti i tratti delle sue parentali, come si può notare dal sapore decisamente fruttato, dove spiccano i toni di fragola e agrumi, con un tocco speciale di frutta secca, pur essendo allo

stesso tempo molto dolce e corposo. Quando i terpeni sono ancora freschi, questi piacevoli profumi estivi sono pienamente percepibili. Post stagionatura, invece, la pianta acquisisce molta più intensità e sentori di noci, spezie e rucola. Fumando o vaporizzando la Red Mimo-

sa XL Auto®, si percepisce non solo il suo complesso profilo terpenico, ma anche la potenza del suo aroma, grazie alla presenza di numerosi tricomi nelle cime viola e verdi. Elenchiamo di seguito suoi principali terpeni, che ne determinano aromi e sapori, nonché

La Red Mimosa XL Auto® presenta un elevato contenuto di THC, fino al 25%: ciò permette di annoverarla fra le più potenti autofiorenti di origine americana di colore viola presenti sul mercato. Questa alta percentuale di THC, insieme al profilo terpenico unico, si traduce in un effetto molto rapido e potente. Se vi piace svapare il rosin (uno speciale estratto di marijuana per chi non lo sapesse), vi assicuro che


19 Per ottenere delle belle cime viola-porpora non è necessario esporre la pianta a temperature basse. A tingere di note colorate questa autofiorente sono infatti gli antociani che contiene naturalmente, grazie ai tratti genetici ereditati. Questa varietà è anche caratterizzata dalla produzione di tricomi di alta qualità, di qui il nostro invito a non perdere l’opportunità di coltivarla. Fatevi coccolare dalla Red Mimosa XL Auto®! Per chi non è ancora convinto, invitiamo tutti a visitare il sito web di Sweet Seeds® per dissipare qualsiasi dubbio. È una delle mie piante preferite e spero che lo diventi anche per voi. Tranquilli che non rimarrete delusi!

l’esperienza è molto soddisfacente, una vera coccola per il palato. Nelle successive inalazioni, l’effetto si trasforma in calma e relax, unitamente a un guizzo di creatività.

PRINCIPALI CARATTERISTICHE COLTURALI DELLA RED MIMOSA XL AUTO® La Red Mimosa XL Auto® ha dimensioni medio-alte, con un’apprezzabile cima centrale, tipica delle migliori indica. Sono inoltre presenti molte cime “satellite” di grosso calibro. Durante la coltivazione si comporta molto bene ed è particolarmente adatta sia agli spazi indoor che ai balconi. Alla fine della crescita, a 8 settimane dalla germinazione, tollera dosi elevate di fertilizzante. Si raccomanda però di non esagerare e di utilizzare concimi biologici, in quanto lasciano un sapore molto più pulito e puro nella pianta, oltre ad essere più salutari.


Growing Di sudestfam@protonmail.com

PF-TEK TIPS

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SUGGERIMENTI SULLA COLTIVAZIONE DI FUNGHI PSICHEDELICI Nella precedente edizione di Soft Secrets abbiamo descritto una delle tecniche più famose, semplici ed efficienti per coltivare funghi magici, quella di Psilocybe Fanaticus, una vera e propria icona per tutti gli appassionati di micologia e sostanze psichedeliche. In questo numero approfondiremo alcuni dettagli della PF-Tek insieme a dei suggerimenti per migliorare la sua realizzazione.

fare attenzione all’umidità. Un frigo no-frost è un’ottima soluzione.

RICONOSCERE LE CONTAMINAZIONI È molto importante saper riconoscere le contaminazioni, innanzitutto perché i funghi destinati al consumo non devono avere contaminanti che potrebbero essere letali per gli esseri umani. In secondo luogo, una coltivazione contaminata farebbe solo perdere tempo, poiché molto probabilmente non nascerebbe nessun fungo.

IL MOMENTO GIUSTO La potenza dei funghi psichedelici varia in base all’età che hanno nel momento in cui vengono raccolti. I primi funghi che nascono dalle torte inoculate sono detti primordi e possono presentare strane forme che differiscono totalmente da quella di un normale fungo. Nonostante la loro forma “mutante”, risultano essere i funghi più ricchi di alcaloidi. I funghi piccoli, giovani e immaturi sono molto più potenti rispetto a quelli di grandi dimensioni e completamente sviluppati. Quando i funghi sono dei primordi vanno raccolti prima che il cappello diventi di colore nero, i funghi che invece si sviluppano normalmente devono essere raccolti prima che si rompa il velo che si trova sotto il cappello. Anche i funghi che crescono in grumi, oppure privi di testa, sono buoni. I funghi piccoli e immaturi sono i migliori per la loro digeribilità e potenza.

Torta di Psilocybe Cubensis contaminata, foto di LordToran, CC0, via Wikimedia Commons.

RACCOLTA, ESSICCAMENTO E CONSERVAZIONE I funghi possono essere facilmente raccolti con l’ausilio di un coltello di acciaio appuntito. Inserire il coltello alla base del fungo, esattamente sotto l’estremità del gambo che si trova poco più in profondità della superficie della torta ed estrarlo delicatamente. È importan-

tissimo che il coltello sia sterilizzato prima dell’uso per non contaminare la coltivazione. Il metodo più semplice per essiccare i funghi è posizionandoli su una rete metallica a maglie piccole, in questo modo i funghi non possono cadere giù e sono arieggiati da tutti i lati. Un altro metodo prevede l’impiego del gel di silice, un essiccante in grado di assorbire grandi quantità di umidità. I funghi vanno

Le contaminazioni che attaccano le coltivazioni di funghi si distinguono in tre tipologie: batteri, muffe e parassiti. Il primo segnale di una possibile contaminazione è un odore acido, pungente e potrebbe già manifestarsi nei primi giorni successivi all’inoculazione delle torte. Un secondo indizio è la mancata germinazione delle spore. Anche il manifestarsi di vari colori, che vanno dal pastello al nero, sul substrato di crescita sono il segnale di una contaminazione in atto. Un colore differente da quello del micelio ne è la conferma. Le macchie di colore giallo o marrone sul corpo dei funghi rappresentano un altro sintomo. Da non confondere con il colore viola, che potrebbe apparire sul corpo dei funghi: in realtà sono come dei lividi causati da possibili urti e non rappresenta nulla di nocivo.

I FUNGHI PICCOLI E IMMATURI SONO MOLTO PIÙ POTENTI DI QUELLI DI GRANDI DIMENSIONI collocati in una bustina all’interno di un contenitore con uno strato di gel di silice sul fondo. Dopo circa 24 ore i funghi saranno disidratati e dalla forma avvizzita. La migliore tecnica di essiccazione risulta essere l’unione tra le due precedentemente illustrate, i funghi vanno prima riposti a seccare su una rete e successivamente inseriti in un contenitore insieme al gel di silice.

Vermiculite, foto by Jungle Rebel on Flirck.

Quando il gambo dei funghi, se piegato, si spezza in modo netto è il segnale che sono pronti. Per la loro ottima conservazione i funghi vanno sigillati in busta ermetica o in un barattolo insieme al gel di silice e riposti in frigo. Psilocybe Fanaticus suggerisce anche di conservarli in congelatore, però bisogna

Se una delle torte risultasse essere contaminata, bisogna disfarsene velocemente prima che intacchi le altre. Se invece la contaminazione riguarda il terrario di crescita allora sarà necessario eliminare l’intera coltivazione e ricominciare tutto dall’inizio. Questa regola vale in caso di qualsiasi dubbio sull’eventuale presenza di contaminazioni.

COME EVITARE LE CONTAMINAZIONI Per il successo di una coltivazione di funghi psichedelici è di vitale importanza evitare qualsiasi tipo di contaminazione. Lavorare in un ambiente previamente igienizzato, l’uso di guanti per ogni operazione eseguita e di


21 strumenti sterilizzati, sono estremamente necessari. L’impiego di un purificatore d’aria dotato di filtro HEPA aiuta ad ottenere un ambiente privo di agenti contaminanti.

IMPRONTA SPORALE La preparazione di un’impronta sporale ci permette di raccogliere e conservare le spore dei funghi coltivati e successivamente utilizzarle per realizzare altre coltivazioni . Gli esemplari di funghi più maturi sono i migliori per la produzione di spore. Quando sono pronti per il rilascio delle spore il cappello dei funghi avrà assunto un colore scuro, i bordi rivolti verso l’alto mostrando chiaramente le lamelle e il velo al di sotto rotto. Le spore che cadono dai funghi diventano di colore viola colorando tutta l’area circostante dove si depositano. Per raccoglierle e creare un’impronta di spore sono necessari pochi strumenti:

guanti in lattice

barattolo di vetro da 250ml con bocca larga e tappo con chiusura ermetica di gomma

forbicine per manicure

alcol denaturato

L’ambiente di lavoro deve essere pulitissimo e privo di correnti d’aria. Con l’alcol pulire tutte le superfici dove andremo a lavorare. La sterilità è una condizione imprescindibile per non contaminare le spore che altrimenti morirebbero. Innanzitutto è necessario sterilizzare il barattolo insieme al tappo all’interno di un forno elettrico alla temperatura di 150°C per circa mezz’ora; il tappo in questa fase deve essere lasciato leggermente aperto, non sigillato. Indossare dei guanti puliti durante qualsiasi operazione. Quando il barattolo è pronto, tirarlo fuori dal forno e aspettare che si raffreddi. Una volta freddo, sigillare il tappo in attesa che venga utilizzato per l’impronta. Quindi è arrivato il momento di raccogliere dal terrario uno o più funghi freschi per raccoglierne le spore. Con le forbicine, previamente sterilizzate, tagliare il gambo all’altezza del cappello cercando di penetrare più a fondo ed eliminarlo completamente. In questo modo il cappello avrà una base lineare che aderisce omogeneamente sulla superficie utilizzata per creare l’impronta. Inserire il cappello all’interno del barattolo di

vetro posizionandolo sul fondo in modo che le lamelle aderiscano perfettamente. Chiudere il tappo del barattolo senza sigillarlo completamente. Queste operazioni devono essere eseguite con pochi rapidi movimenti. Il barattolo va conservato in un luogo fresco, asciutto e buio per circa due giorni in attesa che si crei l’impronta di spore. Dopo di che aprire il barattolo e delicatamente tirare fuori il cappello del fungo aiutandosi con le forbicine. L’impronta delle preziose spore si trova sul fondo del barattolo. Prima di conservarle è necessario eliminare residui di umidità dall’interno del barattolo lasciandolo riposare per due giorni con il tappo allentato. Le impronte vanno conservate nel barattolo ben sigillato in un ambiente fresco e buio. Le spore di Psilocybe si degradano facilmente dopo pochi mesi, per conservarle più a lungo la preparazione di una siringa di spore è una valida soluzione.

LA SIRINGA DI SPORE Per la sua preparazione sono necessari solo delle siringhe da 10ml, una bacchetta di vetro pirex, dei fogli di alluminio e l’impronta sporale. Il primo passo è di bollire dell’acqua in una pentola.

Con una siringa aspirare l’acqua bollente e spruzzarla ripetutamente. Aspirare di nuovo l’acqua con la siringa, chiuderla con il suo cappuccio e avvolgerla con il foglio di alluminio. Preparare anche una siringa vuota sempre con il foglio di alluminio. Sterilizzare entrambe le siringhe e la bacchetta in pirex in acqua bollente per 60 minuti. Il tappo del barattolo con l’impronta sporale deve essere forato in due punti; un foro al centro che permetta il passaggio della bacchetta in pirex e un foro più piccolo, al bordo del tappo, per inserire l’ago della siringa. Togliere il tappo del barattolo per eseguire i fori e chiuderlo con il foglio di alluminio durante questa operazione Iniettare nel barattolo l’acqua sterilizzata contenuta nella prima siringa, inserire la bacchetta in pirex dal foro centrale, grattare le impronte dal fondo del barattolo e mescolarle con l’acqua all’interno. Con la siringa vuota prelevare la soluzione di acqua e spore e conservarla in un luogo fresco e buio prima del suo utilizzo. La siringa di spore può durare anche un anno prima che si degradi.

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Coltiviamo Con Jorge Cervantes jorge@marijuanagrowing.com

VENTILAZIONE E CIRCOLAZIONE DELL’ARIA La temperatura nella stanza di coltivazione tende a rimanere invariata, dall’alto verso il basso, quando l’aria viene fatta circolare con uno o più ventilatori oscillanti. In una stanza di coltivazione chiusa, le lampade HID e i ballast mantengono l’area calda. Anche un ballast a distanza, posizionato vicino al pavimento su una mensola o un supporto, contribuisce a rompere la stratificazione dell’aria irradiando calore verso l’alto. Le stanze di coltivazione nei climi freddi rimangono calde durante il giorno, quando la temperatura esterna raggiunge i suoi punti massimi, ma spesso si raffreddano eccessivamente durante la notte, quando arrivano le temperature molto basse. Per compensare tutto ciò, i coltivatori accendono la lampada di notte per riscaldare la stanza, ma la lasciano spenta durante il giorno. L’aria viene immessa in alcune stanze di coltivazione e piccole serre attraverso fessure e fori, ma la maggior parte delle stanze chiuse ha bisogno di

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un apposito punto di accesso. Nelle aree di coltivazione sigillate c’è bisogno di una bocchetta per l’ingresso di aria o di una ventola per aspirare aria fresca. Una bocchetta di aspirazione consente all’aria di fluire passivamente in un’area chiusa. Una ventola di aspirazione soffia aria fresca nella stanza di coltivazione o nella serra. Il flusso d’aria attraverso i condotti viene ridotto. Per maggiori informazioni sulla dinamica dei condotti, consultare la Cannabis Encyclopedia. La pressione negativa nella stanza di coltivazione rende la vita difficile a malattie e parassiti. La pressione negativa mantiene stabile l’atmosfera all’interno della stanza di coltivazione e la isola anche a livello di fragranza della cannabis. Un modo semplice per verificare la presenza di pressione negativa in una stanza di coltivazione è quello di aprire la porta. La porta dovrebbe aprirsi e chiudersi facilmente quando le ventole di aspirazione e di ventilazione sono spente. Quando le ventole

La circolazione costante dell’aria e l’apporto di aria fresca sono fondamentali, ma spesso inadeguati. In ogni stanza di coltivazione dovrebbe essere presente almeno un punto d’ingresso per l’aria fresca. Questi punti possono essere una porta aperta, una finestra o un condotto che dà sull’esterno. Una ventola di scarico che dà sull’esterno in genere crea un flusso d’aria adeguato. I ventilatori oscillanti funzionano bene per far circolare l’aria. Quando installate un ventilatore di questo tipo, assicuratevi che non sia posizionato in modo fisso e che non soffi troppo forte sulle piante più delicate. Potrebbe causare bruciature e seccare le piante, soprattutto le pianticelle più piccole e i cloni. Se nella stanza è presente un punto di accesso dell’aria calda, è possibile aprirlo per immettere ulteriore calore o far circolare più aria. Per maggiori informazioni, consultate la Cannabis Encyclopedia.

di aspirazione e di ventilazione sono accese e creano una pressione negativa nella stanza, la porta dovrebbe essere difficile da aprire. Un rapporto di ingresso/uscita dell’aria di 1:4 creerà una pressione negativa nella stanza di coltivazione, come segue: una ventola di aspirazione da 100 cfm [m3/h] e una ventola di scarico da 400 cfm [m3/h] daranno alla stanza una pressione negativa. Il maestro coltivatore Kyle Kushman consiglia sempre di avere pressione negativa in tutte le stanze di coltivazione.

RISCALDAMENTO E RAFFRESCAMENTO

I ventilatori oscillanti montati a parete fanno circolare l’aria della stanza di coltivazione e sono facili da togliere di mezzo durante la manutenzione.

A volte fa troppo freddo perché le lampade e i ballast possano mantenere una temperatura ambiente soddisfacente. Le stanze di coltivazione che si trovano nelle abitazioni in genere sono dotate di un impianto di riscaldamento e/o condizionamento centralizzato. La bocchetta generalmente è controllata mediante un termostato centrale che regola la temperatura dell’abitazione. Regolando il termostato a 22 gradi C e aprendo la porta della stanza di coltivazione, la stessa può rimanere ad una temperatura accogliente di 22 gradi C. Tuttavia, l’utilizzo di così tanta energia è oneroso e potrebbe causare un problema di sicurezza. Mantenere il termo-

stato tra i 15 e i 18 gradi, oltre al calore prodotto dal sistema HID, dovrebbe essere sufficiente a sostenere temperature di 24 gradi. Altre fonti di calore supplementari, come le stufe elettriche, sono un po’ costose e consumano più elettricità, ma forniscono calore immediato e di facile regolazione. Evitate il riscaldamento a gasolio e a legna, a meno che l’area non sia ventilata in modo corretto. I dispositivi di riscaldamento a propano e a gas naturale incrementano le temperature e bruciano l’ossigeno dell’aria, creando CO2 come prodotto secondario. Questo duplice vantaggio fa sì che i generatori di CO2 siano una scelta pratica ed economica. Per maggiori informazioni sul riscaldamento e sul raffrescamento degli ambienti chiusi, consultate la Cannabis Encyclopedia. Se le temperature scendono di oltre 8 gradi C quando si spengono le luci in una stanza di coltivazione, l’umidità relativa sale in modo rapido. L’aria umida dev’essere espulsa per evitare che si condensi. Le lampade HID e i ballast irradiano calore, il che riduce l’umidità. Il calore prodotto dal sistema HID e una bocchetta di ventilazione su un termostato/umidostato sono tutto il necessario per il controllo dell’umidità nella maggior parte delle stanze di coltivazione. Fra le fonti di calore secco che abbassano l’umidità figurano i forni o le stufe a legna che producono aria calda. Non direziona-

Questo articolo è stato tratto dalla versione aggiornata della “Bibbia” Marijuana Horticulture (6a edizione) di Jorge Cervantes. La nuova edizione digitale sarà disponibile dal 2023. Jorge è estremamente entusiasta della nuova edizione digitale che aiuterà centinaia di migliaia di coltivatori a coltivare la cannabis di più e meglio! © 2020, © 2021, © 2022, © 2023. Scaricate GRATUITAMENTE la Cannabis Encyclopedia in inglese e spagnolo dal mio sito, www.marijuanagrowing.com.


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Il ventilatore a oscillazione amplifica la circolazione dell’aria dalla pompa di calore (condizionatore/ dispositivo di riscaldamento) sovrastante.

te l’aria calda e secca direttamente sul fogliame. L’aria calda e secca disidrata rapidamente le piante di cannabis.

estremo di essiccazione nella stanza di coltivazione. Il più delle volte l’umidità elevata deriva dall’irrigazione e dalla traspirazione.

Aumentate l’umidità nebulizzando acqua nelle stanze dei cloni, nelle stanze di coltivazione e nelle serre, oppure disponete dei secchi d’acqua perché evapori nell’aria delle piccole coltivazioni al chiuso. In genere l’acqua d’irrigazione che evapora dalla superficie del terreno aggiunge una

I deumidificatori sono spesso utilizzati per prevenire la formazione di funghi. Il controllo dell’umidità relativa è parte integrante della prevenzione e del controllo di insetti e funghi. Un’umidità superiore all’80% allontana i tetranichidi, ma favorisce i funghi e il marciume delle radici e degli steli. Livelli di umidità inferiori al 60% riducono le probabilità di formazione di funghi e marciume. Riducendo l’umidità relativa durante la fioritura a circa il 50%, le piante crescono forti e sane.

quantità di umidità più che sufficiente all’area chiusa. Gli umidificatori sono comodi e relativamente economici. Gli umidificatori fanno evaporare l’acqua nell’aria per incrementare l’umidità relativa. Impostate il controllo dell’umidificatore a un determinato livello di umidità. Questo livello di umidità viene raggiunto quando una quantità sufficiente di acqua evapora nell’aria. L’umidificatore non serve a meno che non ci sia un problema

I deumidificatori sono più costosi e consumano più elettricità degli umidificatori. I condizionatori d’aria, anche se costosi, deumidificano l’aria. Installate un condizionatore d’aria se vi trovate in un clima caldo, affinché raffreschi e deumidifichi l’ambiente chiuso.

I deumidificatori rimuovono l’umidità da una stanza condensandola dall’aria. Una volta separata dall’aria, l’acqua viene catturata in un contenitore rimovibile, convogliata in un contenitore oppure verso uno scarico. È interessante notare che l’acqua espulsa ha una fragranza di cannabis con forza sufficiente da poter essere rilevata da un cane da fiuto. Utilizzate l’acqua raccolta per l’irrigazione, ha infatti un pH neutro e un basso valore di ppm. Potreste rimanere stupiti dalla quantità di acqua presente nell’aria. Per darvi un’idea, un deumidificatore rimuove circa 30 cl di acqua in una stanza di 21,5 m2 quando la temperatura scende di soli 5 gradi C.

Anche se posizionato un po’ in alto nella serra, questo dispositivo di riscaldamento mantiene l’aria sufficientemente calda in modo tale che le piante formino grandi cime dense.


Euro Cannabis

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Di Alex Rogers

IL CRESCENTE PROBLEMA NORMATIVO IN SPAGNA Da diversi punti di vista, la Spagna è la patria della community della cannabis più vivace e straordinaria del pianeta. Anche in altre zone del mondo possono vantare le stesse caratteristiche, ma chiunque sia stato in Spagna e abbia visitato i numerosi cannabis club sa che il panorama della cannabis spagnola è davvero unico. La cannabis non è difficile da reperire in molte regioni diverse in Spagna e la sua qualità è tra le migliori che si possano trovare nel nostro pianeta. L’hashish è davvero eccezionale e poter fare uso di cannabis di altissimo livello in un club, circondati da altri appassionati, è un’esperienza molto divertente. Purtroppo, le politiche sulla cannabis in Spagna non riescono a tenere il passo di altri Paesi e continueranno a frenare la crescita dell’emergente settore. Per molti anni la Spagna è sembrata destinata a essere il primo Paese in Europa ad approvare un provvedimento nazionale per legalizzare il consumo da parte degli adulti, ma lo scettro le è stato sottratto da Malta nel 2021. Anche il Lussemburgo ha approvato un provvedimento nazionale, sebbene la sua versione della legalizzazione in vigore a livello nazionale sia piuttosto limitata. La Spagna si è mossa al proprio ritmo nella modernizzazione delle politiche sulla cannabis, i legislatori sembrano infatti restii a procedere a un provvedimento strutturato. In passato, i legislatori spagnoli hanno operato in una sorta di vuoto normativo, mentre altri Paesi europei rimanevano appesi a fallimentari politiche proibizioniste. Quei giorni sono finiti. L’impegno volto a modernizzare le politiche sulla cannabis si sta intensificando in numerosi Paesi europei, così come in altre parti del mondo. La Germania è probabilmente l’esempio più notevole, la legalizzazione è infatti prevista nel 2024. Molti Paesi europei stanno temporeggiando nell’attesa che la Germania faccia il salto. La Repubblica Ceca, per esempio, sta facendo progetti per approvare i provvedimenti una volta che la Germania ha messo in atto il suo modello di legalizzazione. Nel frattempo, la Spagna sta ancora lottando per approvare una normativa completa sulla cannabis per uso medico oltre che per uso adulto. L’industria legale della cannabis medica in Spagna si basa ancora ampiamente sull’esportazione di prodotti a base di

cannabis in altri Paesi, lasciando ai pazienti che soffrono all’interno dei confini nazionali poche opzioni fra cui scegliere in ambito regolamentato. I pazienti devono invece fare affidamento sul mercato non regolamentato per procurarsi la propria medicina, il che non è ottimale. Nell’ambito della revisione delle politiche sulla cannabis medica, la Spagna ha un gap estremamente urgente da colmare. In alcune aree del Paese, numerosi consumatori beneficiano già dell’ampia gamma di opzioni offerte dai social club, ecco perché, probabilmente, cambiare lo status quo in Spagna non è allettante quanto in altri Paesi dove i social club non sono così diffusi. Più a lungo la Spagna aspetterà ad approvare un provvedimento completo di riforma delle politiche sulla cannabis, meno sarà sostenibile la transizione del mercato verso un’industria regolamentata. È evidente che c’è un costo opportunità e un ottimo raffronto con la situazione spagnola lo si può trovare nello Stato della California. Nel 1996, la California è diventata il primo Stato degli Stati Uniti a legalizzare la cannabis medica. La vittoria in California ha mandato l’industria dello Stato nella stratosfera, dove

è rimasta per diversi anni. Come in Spagna, gran parte dell’industria della California operava in aree grigie della legge in un sistema basato su politiche locali con alcuni rattoppi. Alla fine, l’industria legale della California è rimasta indietro rispetto ad altri Stati, sia a livello di quota di mercato legale sia sul fronte normativo. La California ha infine approvato un provvedimento di legalizzazione nel 2016, dopo che molti altri Stati l’hanno preceduta e i legislatori hanno lottato per trasformare il mercato non regolamentato della California in un mercato regolamentato. È evidente che molti consumatori e pazienti preferiscono rimanere fedeli alle fonti illecite in California e la probabilità che ciò accada anche in Spagna aumenta anno dopo anno a causa della mancanza di azione dei legislatori. Ciò di cui la Spagna ha disperatamente bisogno sono normative complete e sensate per l’industria della cannabis, che si basino sulla realtà. Non è certo un segreto che in Spagna la cannabis viene consumata ogni giorno sia da pazienti che soffrono sia da persone che ne fanno uso ricreativo. Questo non cambierà mai. I legislatori e i normatori, anziché mettere la testa sotto la

sabbia e comportarsi come se l’uso di cannabis dovesse scemare, farebbero meglio ad approvare un provvedimento completo. Tale provvedimento deve trovare il giusto equilibrio per garantire la sicurezza dei prodotti a base di cannabis a chi ne fa uso, assicurando al contempo che la straordinaria industria della cannabis spagnola possa raggiungere il suo pieno potenziale. Tutto questo sarà ampiamente trattato nei dibattiti e nelle conferenze dell’International Cannabis Business Conference che si terrà a Barcellona, Spagna, il 14 marzo 2024. L’International Cannabis Business Conference ha fatto ancora una volta fronte comune con la Spannabis per formare la super-conferenza sulla cannabis più grande del mondo. Non perdetevi il link di sconto speciale riservato ai lettori di Soft Secrets per la promozione sui biglietti per l’International Cannabis Business Conference di Barcellona. Vi aspettiamo!

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Legalizzazione

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Di Fabrizio Dentini

ANTIPROIBIZIONISMO MILITANTE AI TEMPI DELL’ESTREMA DESTRA INTERVISTA A ANTONELLA SOLDO DI MEGLIO LEGALE Antonella Soldo è Presidente di Meglio Legale, associazione che dal 2020 si occupa di regolamentazione della cannabis. Grazie alla dedizione ed operosità di questa compagine, in questi anni abbiamo assistito a svariati eventi di sensibilizzazione, banchetti informativi, capillare attività “anti fake news” sui social media e, finanche un referendum abrogativo presentato e poi bocciato per formalità tecni-

che. Oggi, Meglio Legale torna nuovamente alla carica con una proposta di legge d’iniziativa popolare riguardo la pianta più amata dai nostri lettori. La legge prevede la possibilità di detenere sino a trenta grammi di cannabis, la possibilità di poter coltivare sino a quattro piante per domicilio e l’opportunità di poter veder,

finalmente instaurare anche nel Belpaese, un civilissimo circuito di cannabis social club nei quali i membri coltivano esclusivamente quanto necessitano per il reciproco fabbisogno collettivo..

Buongiorno Antonella, ti presenti ai nostri lettori? Sono Antonella Soldo, Presidente di Meglio Legale associazione che nasce nel 2020 con l’obiettivo di cambiare le leggi sulle droghe ed in particolare quella sulla cannabis. Personalmente ho un percorso di attivista ed esperta in materia che risale all’impegno sulla cannabis medica attraverso l’associazione Luca Coscioni, quando, appena laureata, facevo il servizio civile. Ho lavorato al Senato con Luigi Manconi alla Commissione Diritti Umani ed anche lì ci siamo occupati di cannabis medica, infatti, si deve proprio a Luigi Manconi l’avvio della prima produzione nazionale di cannabis terapeutica con il progetto, che avrebbe dovuto essere pilota, dello Stabilimento Chimico Farmaceutico. In seguito ho lavorato alla Presidenza del Consiglio e sono stata tesoriera dei Radicali italiani. Dal 2020 mi occupo h24 di Meglio Legale.

Vogliamo ricordare cosa prevede la legge di iniziativa popolare? Coltivazione fino a quattro piante a livello domestico o in forma associata con i cannabis social club e poi la decriminalizzazione totale della detenzione per uso personale fino a trenta grammi.

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Durante il lancio pubblico dell’iniziativa sei stata diffidata dal questore di Roma. Ci racconti cosa è successo? Il 7 dicembre scorso ci hanno identificato per essere andati sotto Montecitorio per fare una foto per lanciare l’iniziativa. Evidentemente per non essere identificati in questo paese bisogna fare il saluto romano…ce ne ricorderemo la prossima volta. L’aria è cambiata, insomma e ce ne siamo accorti ampiamente.

Cosa differenzia questa raccolta firme da quella precedente? La prima era per un referendum e questa per un legge d’iniziativa popolare. I referendum si possono proporre entro il settembre di ogni anno e si possono ottenere in anni dove non ci siano le elezioni, quindi il 2024 sarebbe stato escluso. Inoltre, abbiamo presentato una proposta di iniziativa popolare per due motivi: il primo è che proprio su queste tematiche esiste un dibattito in corso in Germania e vogliamo riportare il tema in Parlamento, riportando la proposta tedesca adattata al nostro paese. Secondo, non abbiamo scelto un nuovo referendum per una questione di costi. Infatti il governo ha detto che avrebbe dovuto far entrare in vigore una piattaforma per proporre referendum e proposte di legge in modo gratuito, ma questa piattaforma ancora non è attiva. Quindi l’unico modo è fare di tasca propria e a pagamento. Per avere un’idea a

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28 IL NOSTRO SFORZO HA COME INTERESSE QUELLO DI FAR CAPIRE AI PROGRESSISTI CHE QUANDO SI PARLA DI DROGHE SI PARLA DI DEMOCRAZIA

matore e poi risale la catena. Purtroppo però questa catena non la risalgono mai e puniscono solo i ragazzini.

battaglia ci prendono i voti, quelli di sinistra no e quindi è ancora più incomprensibile la loro posizione.

C’è una difficoltà concreta nel far capire che un approccio pragmatico in materia di normativa sulle droghe implichi anche un discorso di qualità della nostra

Il fatto che su un argomento tanto importante sia la cittadinanza che domanda di esprimersi prima con un referendum ed ora con una legge di iniziativa popo-

democrazia. Tale difficoltà non è solo nei confronti dei governi di destra, ma anche nei confronti di quelli di sinistra. Che ne pensi?

lare da molto da pensare...Ci vuoi dare una misura dell’emergenza per comprendere la necessità improcrastinabile di un cambio di marcia?

noi promotori implica un costo di 1.20 euro a firma. Se consideriamo che per una legge di iniziativa popolare le firme richieste sono 50.000, mentre per un referendum sono 500 mila...

A quante firme siete arrivati ? A metà gennaio eravamo a 33 mila firme.

È possibile firmare anche off-line o solamente sulla piattaforma online? Anche in situazioni offline chiediamo di distribuire i volantini con i codici QR perché anche negli eventi in presenza è importante fare firmare sempre online. Questo perché firmando su carta, la possibilità di lavorare le firme diventa molto dispendiosa in termini di tempo e denaro.

Quale scadenza vi siete dati per ottenere le firme? La scadenza che ci dà la legge sono sei mesi, ma noi ce ne siamo dati tre, sperando di raggiungere quindi l’obiettivo entro fine marzo.

Una volta raccolto il monte firme necessario quali saranno i passi successivi? Intanto dovremmo scegliere se fare il deposito alla Camera o al Senato. In Senato c’è il vantaggio che è obbligatoria la discussione, ma i parlamentari a favore si contano sulle dita della mano e quindi si corre il rischio che il testo venga discusso, ma poi modificato in senso contrario allo spirito dell’iniziativa. Alla Camera, invece, non è obbligatoria la discussione, però è proprio li che il disegno di legge avrebbe più sostenitori perché comunque ci sono più parlamentari favorevoli. In seguito partirebbe tutta la campagna di richiesta di calendarizzazione e discussione. Durante il 2024 porteremo in Italia alcuni parlamentari tedeschi che si sono occupati della proposta in Germania, per facilitare tutto il dibattito possibile, creeremo dei momenti di confronti anche con i parlamentari delle forze di governo, torneremo in piazza e torneremo a creare eventi capillari in tutta Italia.

Prevedete altri eventi di sensibilizzazione?

semplice, un evento che chiunque può organizzare con un paio di amici e qualche ospite. L’idea è di metterli in funzione in tutta Italia dal giovedì primo febbraio alla domenica quattro febbraio. Al momento ne abbiamo confermati trentacinque sparsi lungo tutto il paese. Come ultima cosa, verso fine marzo inizio aprile, faremo una Convention di chiusura raccolta firme per la cerimonia di consegna.

Cosa significa fare antiproibizionismo militante nell’epoca di un governo di destra antiscientifico e oscurantista? Significa avere tante porte chiuse e tante persone che per non esporsi, anche se sono fra i diretti interessati, non ti danno una mano. È sempre difficile mettersi contro chi governa, noi proviamo il dialogo anche se, va detto, questa è una forza di governo che è talmente ben assestata, con tutti i numeri che gli servono in parlamento, che non ha interesse a confrontarsi con gli altri e quindi significa fare il triplo della fatica rispetto a quella che facevamo nella legislatura precedente.

Su questo non ho ancora informazioni perché stiamo cercando di capire il calendario dei voti al Bundestag tedesco. In base al loro calendario porteremo, come dicevo, alcuni rappresentanti tedeschi per una conferenza stampa a Montecitorio.

Il nostro sforzo comunque ha come interesse quello di far capire ai progressisti che quando si parla di droghe si parla di democrazia, nel senso che le leggi sulle droghe sono proporzionali allo stato di salute di un paese. Quelli più oscurantisti e autoritari hanno sempre delle leggi sulle droghe molto severe.

Nello stesso tempo stiamo sviluppando il concetto di Cannabis Caffé, un format molto

La guerra sulla droga sembra debba essere una guerra esemplare che colpisce il consu-

Partiamo dall’assunto che i parlamentari sono delle persone e che non possono sapere tutto, poi aggiungiamo che in Italia di cannabis non si parla seriamente da decenni, è quindi quello che si sa è il bisbiglio dei media che descrive questa sostanza come una droga che si compra dagli spacciatori. Questo è quello che pensa l’italiano medio ed il parlamentare medio. Il punto è che la cannabis è considerata come un tema divisivo che urta i cattolici. Dopo di che la verità è che molto spesso anche i progressisti non vogliono fare lo sforzo di uscire fuori da quello che è un semplice pregiudizio ed il limite forte che abbiamo avuto nelle legislature precedenti è stato che, nonostante vi siano stati molti parlamentari che si sono impegnati ad aprire un dibattito interno, i capi dei principali partiti che avrebbero potuto fare la differenza, penso a Giuseppe Conte e ad Enrico Letta, non si sono mai esposti e non hanno mai creduto nella bontà di questa battaglia. I vertici insomma sono contrari e lo sono perché ricalcano gli argomenti dell’uomo della strada.

In quale misura le contraddizioni interne a questi avversari sono diverse? La differenza è che i politici di destra su questa

Noi non siamo un sindacato dei consumatori, noi facciamo presente che abbiamo 186 mila procedimenti pendenti nei tribunali solo per cannabis, abbiamo 50 mila persone segnalate ogni anno, per consumo di cannabis, ai prefetti, abbiamo i cani nelle scuole invece dei teatri. Inoltre, abbiamo i pazienti che non trovano cannabis medica e abbiamo gli imprenditori che si trovano la finanza un giorno si e l’altro pure. Di questo stiamo parlando, non di un tema che riguarda i vizi e le devianze di qualcuno.

Cosa ti spaventa del Decreto Caivano? È un abominio che ovviamente sarà smantellato dai tribunali come tutti i decreti fantoccio di questo governo. In particolare, oltre a triplicare le pene per i fatti di lieve entità, per i minorenni hanno introdotto il daspo urbano, un provvedimento amministrativo, quindi senza il vaglio di un giudice, che condanna all’allontanamento dai luoghi pubblici e tra questi sono inclusi scuole e università. Per sostenere l’iniziativa ecco il link per firmare la proposta di legge popolare: chi non firma e non fa firmare, vota Meloni: https://raccoltafirme.cloud/app/user.html?codice=IO_COLTIVO


Intervista

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Di Stoney Tark

TUTTO CIÒ CHE C’È DA SAPERE SUL SUPER CROPPING Esistono svariati modi diversi di effettuare training sulle piante di cannabis per migliorare la struttura della chioma e aumentare la resa. Sapevate che esiste una tecnica di training delle piante ad alto stress chiamata super cropping che può davvero portare le vostre piante a un altro livello? In questo articolo vi spieghiamo tutto ciò che c’è da sapere sull’arte del super cropping, come funziona, quando farlo e gli errori da evitare.

CHE COS’È ESATTAMENTE IL SUPER CROPPING?

Per un coltivatore alle prime armi, qualsiasi cosa contenga la parola “super” può essere solo una costa positiva, giusto? Il motivo per cui questa tecnica ad alto stress è stata chiamata così è legato al modo in cui le piante rispondono dopo averla eseguita. In parole semplici, il super cropping consiste nel prendere il gambo e spezzare appositamente la parete cellulare interna. Questo avviene se si fa pressione con il pollice e le dita e si stringe e si torce fino a quando non si sente la rottura o un leggero suono di schiocco e scricchiolio.

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I contro • •

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A seconda del grado di maturità delle piante, si può effettuare super cropping sulle piante di Cannabis mentre sono ancora giovani, applicando una leggera pressione. Oppure, si possono piegare, torcere e spezzare le piante più vecchie, che spesso sono le migliori da lavorare. Una volta rotta la parete cellulare interna, le piante mandano un ormone della crescita riparatore all’area spezzata, che forma in poco tempo una nocca simile a un osso per rafforzare il punto debole. Il meccanismo di risposta delle piante, come noterete, sarà quello di cominciare a crescere con più vigore, raggiungendo maggiori dimensioni e un’altezza superiore. I rami laterali, dove è stato effettuato il super cropping, diventeranno molto spessi e riusciranno a sostenere un peso elevato.

I PRO E I CONTRO I pro

Le piante di cannabis diventeranno più resi lienti e robuste dopo il super cropping. Le rese possono aumentare in modo netto rispetto alle piante su cui non sia stato effettu ato il super cropping. Il super cropping è di facile esecuzione e non richiede alcuna spesa. Il super cropping può essere effettuato più volte sulle piante durante la fase vegetativa. I rami sono in grado di sostenere le cime molto più facilmente se si effettua il super cropping. L’altezza delle piante alte può essere ridotta se si effettua il super cropping in maniera corretta.

Il super cropping è una tecnica ad alto stress e si adatta meglio alle piante più vecchie. A volte il gambo può rompersi e non riprendersi, comportando quindi la necessità di rimuoverlo. L’applicazione di questa tecnica è sconsigliata durante le prime fasi della fioritura. Le piante più deboli su cui si sia effettuato il super cropping possono metterci più tempo a riprendersi.

QUANDO DOVREBBE ESSERE EFFETTUATO IL SUPER CROPPING? Personalmente, effettuo il super cropping solo quando le piante sono abbastanza vecchie e mature (6a settimana in fotoperiodo 18/6) e so che si riprenderanno senza problemi. È meglio tagliare i rami laterali prima della fase di fioritura, per vedere davvero quelli che sono i benefici di questa tecnica e lasciarli ricrescere prima dell’inizio della fioritura. Effettuo sempre il super cropping tra il 35° e il 40° giorno di vegetativa, poiché a questo punto le canne di bambù e una potatura pesante sono già in programma. Una volta che i rami laterali sono attaccati alle canne di bambù, le piante su cui effettuo il super cropping potranno sistemarsi molto più facilmente.

4 ERRORI DA EVITARE QUANDO SI ESEGUE IL SUPER CROPPING 1. Andarci giù troppo pesanti A volte, per i coltivatori, imparare nel modo più difficile è il modo migliore, e questo vale senza ombra di dubbio per il super cropping. Una mano troppo pesante può danneggiare le piante in modo irreparabile e può persino causare un buco agli internodi. Più ci si esercita con il super cropping, più diventa facile, ma bisogna sempre iniziare con delicatezza e trovare il punto giusto per quanto concerne pressione e forza.

2. Utilizzo di piante non mature

Si può notare come la parte spezzata diventi forte e spessa una volta riparata.

Quando parlo di piante giovani, mi riferisco a piante a legno tenero che danno una sensazione di vuoto quando si stringono il fusto principale o i rami laterali. Le piante hanno letteralmente bisogno soltanto di una leggera stretta perché

Su questa pianta è stato eseguito il super cropping ed è stata legata al bambù.

scoppi la parete cellulare interna e questo si senta attraverso le dita quando accade. Solo i coltivatori molto esperti dovrebbero eseguire il super cropping sulle piante giovani, perché è estremamente facile finire con il provocare un trauma eccessivo alla pianta. I cloni sono spesso più facili da torcere e spezzare rispetto alle piantine, grazie alle caratteristiche del loro legno duro.

3. Super cropping una volta in fotoperiodo 12/12 Non consiglio alcuna tecnica ad alto stress una volta iniziata la fioritura, poiché lo stress indotto può causare l’arresto della crescita delle piante o, nel peggiore dei casi, una loro tendenza all’ermafrodismo. Effettuate sempre lo schiocco degli steli mentre le piante sono in fase vegetativa e date loro tutto il tempo di riprendersi prima di passare a un fotoperiodo diverso.

4. Super cropping con le mani sporche

È facile che ci dimentichiamo di esserci sporcati le mani con olio da cucina, resina, dopobarba e in generale con lo sporco. Se volete effettuare il super cropping, assicuratevi sempre di lavarvi le mani prima di maneggiare le piante e di applicarvi della forza. Rotture contaminate possono portare a infezioni e mantenere la vostra stanza di coltivazione sterile e pulita dovrebbe essere la vostra priorità numero uno.

LA MIA CONCLUSIONE Applicare il super cropping al momento giusto può fare la differenza per la crescita, la fioritura e la resa delle piante. Consiglio di aspettare che le piantine abbiano superato i 28 giorni di crescita prima di effettuare il super cropping e di non eseguirlo mai una volta che le piante sono in fioritura. Buona fortuna nella vostra avventura per padroneggiare il giusto scatto dei gambi!


Growing

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Di sudestfam@protonmail.com

PGPR

Cosa sono e come migliorano la coltivazione di cannabis Il modello di agricoltura del secolo scorso, conosciuto come rivoluzione verde e caratterizzato dall’impiego massiccio di fertilizzanti e pesticidi, non si adatta più alle necessità del nostro pianeta. Ma i PGPR, acronimo di rizobatteri promotori della crescita delle piante, rappresentano una valida alternativa: considerati come i nuovi biofertilizzanti, questa classe di batteri ha molteplici effetti benefici sulle piante.

COSA SONO I rizobatteri sono una comunità di microrganismi che popolano la porzione di terreno circostante una pianta. La relazione di simbiosi tra batteri e piante è di tipo mutualistico, cioè le piante forniscono carbonio ed altri essudati radicali necessari alla vita dei batteri, che in cambio rendono disponibili una vasta gamma di sostanze nutritive in forme assimilabili dalle piante.

RUOLO IN AGRICOLTURA I PGPR ricoprono ruoli di vitale importanza in molti processi biologici. Tra i più conosciuti ci sono i batteri azotofissatori, si tratta di batteri in grado di catturare l’azoto presente nell’atmosfera e trasformarlo dalla forma molecolare

N2 in azoto ammoniacale che successivamente viene convertita da altri microrganismi presenti nel suolo in forme assimilabili dalle piante. Un altro aspetto molto interessante è la capacità di alcuni PGPR di solubilizzare il fosforo, infatti molti terreni agricoli sono ricchi di fosforo ma la maggior parte è inutilizzabile dalle piante nella forma in cui si presenta. Le sostanze prodotte dai rizobatteri comprendono anche fitormoni e metaboliti secondari come i VOC, acronimo di sostanze organiche volatili. I fitormoni prodotti dai PGPR, tra i quali incontriamo auxine, etilene, gibberelline e citochine, aiutano la piante a rispondere a determinati fattori ambientali e contribuiscono al suo equilibrio ormonale. Insieme ai fitormoni anche i VOC aiutano la pianta a reagire in condizioni di stress, infatti sono un potente agente di controllo degli organismi patogeni per le piante, promuovono la crescita e stimolano l’ISR delle piante che consiste in un sistema di difesa preventivo.

MICROBIOMA DELLE PIANTE Il termine microbioma indica l’insieme di tutti i microrganismi che vivono in associazione con una pianta. I microrganismi che compongono il microbioma possono essere benefici, commensali e patogeni; i primi instaurano con la pianta delle relazioni mutualistiche dove pianta e microrganismi traggono beneficio, i commensali possono essere definiti neutrali, non hanno effetti diretti sulla pianta, traggono beneficio dalla loro relazione però senza danneggiarla e recare benefici. Infine i patogeni sono tutti quei microrganismi che vivono a spese della pianta e delle altre specie viventi, instaurando una relazione di parassitismo o di predazione. Batteri, funghi, alghe, protozoi, archei, nematodi e virus fanno tutti parte di questa comunità. Il microbioma delle piante può essere diviso in tre parti: • fillosfera, è la parte aerea della pianta e comprende tutta la superficie fuori dal suolo, soprattutto foglie e rami • endosfera, si trova nei tessuti e nelle cellule delle piante, i microrganismi che vivono all’interno della pianta sono definiti endofiti • rizosfera, si trova nel terreno e corrisponde a quella porzione immediatamente circostante le radici della pianta

Infiorescenza preparate per il Dry Trim.

Le piante esercitano un notevole controllo sulla composizione del microbioma, gli essudati radicali prodotti dalle piante possono essere

Credits: Diana Parkhouse, Unsplash.

una fonte di carbonio più adatta ad alcuni microrganismi piuttosto che ad altri. Gli essudati radicali rappresentano il segnale pianta-microrganismi e variano da specie a specie di vegetali, dallo stadio di crescita in cui si trova la pianta e dalle condizioni ambientali.

residui di eventuali pesticidi utilizzati su parti della pianta destinate al consumo.

PGPR NELLA COLTIVAZIONE DI CANNABIS

I benefici che derivano dall’impiego dei PGPR sono molteplici: migliorano la nutrizione delle piante, rendono gli elementi nutritivi presenti nel suolo facilmente assimilabili e perciò consentono di ridurre l’uso di fertilizzanti chimici. Anche la gestione delle risorse idriche migliora notevolmente, infatti è abbastanza noto che i PGPR aumentano la resistenza agli stress abiotici come siccità e salinità.

Alcuni ricercatori hanno dimostrato come l’impiego di PGPR nella coltivazione di marijuana influenzi in modo positivo la sua crescita, la resa delle infiorescenze raccolte e il contenuto di cannabinoidi e terpeni. Uno degli studi più interessanti mette in evidenza l’influenza di tre ceppi differenti di batteri sulla coltivazione di cannabis, Bacillus sp., Mucilanigibacter sp. e Pseudomonas sp. Il test è stato realizzato coltivando dei cloni di cannabis appartenenti allo stesso strain e inoculati con i tre ceppi distinti più in gruppo di piante di controllo a cui non è stato inoculato nessuno dei tre ceppi. Dai risultati è venuto fuori che i cloni inoculati con i batteri Mucilaginibacter sp. e Pseudomonas sp. hanno incrementato notevolmente la produzione di fiori, soprattutto il secondo dei due ceppi, rispetto alle piante di controllo.

L’impiego di PGPR può aiutare a controllare gli agenti patogeni delle piante attraverso un antagonismo diretto oppure stimolandone l’ISR. Alcuni studi hanno dimostrato che i PGPR sono efficaci nella lotta all’oidio e per la cannabis ha molta importanza sia per la sua efficacia nel combattere la malattia e sia perché elimina i

Il genotipo delle piante è di vitale importanza nella formazione delle comunità di microrganismi a lei associata, perciò è fondamentale scegliere tipologie di microrganismi adatti alle piante coltivate. Sul mercato sono presenti una miriade di inoculanti ricchi di batteri PGPR specifici per la cannabis.

I segnali emessi dalla pianta possono anche fungere da richiamo per specifici microrganismi, per questi motivi sono in grado di manipolare la rizosfera formando delle comunità di microrganismi distinte e regolarne l’attività.

BENEFICI DEI PGPR


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MARY MOONLIGHT: DA SAN GIULIANO MILANESE A BANGKOK

Mary Moonlight nasce nel luglio 2017 da un gruppo di professionisti con esperienza in ambito curativo. Prima azienda italiana a vendere infiorescenze CBD nei tabaccai e nei growshop, il team di Mary Moonlight ha rapidamente spiegato le sue potenzialità diventando un attore globale. Oggi parliamo di questa traiettoria con il CEO Francesco Moramarco. Quali sono i punti di forza della vostra realtà? La continua ricerca e lo sviluppo sul campo, entrambi utili a migliorarsi per creare sempre nuove varietà. Ad oggi abbiamo maturato tecniche e conoscenze approfondite per la produzione su larga scala di infiorescenze CBD, andando a studiare gli aspetti più nascosti del growing, del breeding, e delle lavorazioni post raccolto. Siamo una delle pochissime aziende italiane che, ogni anno, sviluppano internamente nuove genetiche e questa continua ricerca della perfezione è ciò che ci rende unici. Ci avvaliamo del supporto delle strutture dell’Università di Milano e sempre più aziende ci commissionano lo sviluppo di nuovi specifici strains. Il vostro lavoro di breeding è stato premiato al di fuori dei nostri confini. Ce ne volete parlare? Una piacevole scoperta è stata la selezione da seme della Gelato Sorbet, una varietà della DNA Genetics nata dall’incrocio Gelato 33 x Sorbet . Questa fantastica genetica Sativa è caratterizzata da calici molto pieni e resinosi, ricchi di tricomi e dal pungente profilo terpenico che unisce note fruttate dalla Gelato con sentori “gassy” della Sorbet. La selezione del nostro fenotipo si è aggiudicata il primo posto

per i fiori alla HomeGrown Cup Winter 2022 di Tilburg (Olanda) ed è diventata la capostipite di una nuova generazione di semi femminizzati che abbiamo ottenuto incrociandola con una collezione di dieci tra le genetiche più ricercate sul mercato. Questo progetto di breeding ci ha aperto le porte a nuove possibilità anche al di fuori dei confini europei. Mary Moonlight ha aperto un fronte in Thailandia. Cosa offrite al pubblico asiatico? La nuovissima apertura della filiale Mary Moonlight Thailand è nata sulla spinta delle nuove genetiche create ed ha visto nascere in poco tempo un impianto di quasi 5000 metri quadri dotato di serre di ultima generazione con tanto di nursery e laboratorio interno. Inoltre è stato realizzato uno speciale impianto per la produzione di estratti tra i più pregiati come il ricercatissimo Fresh Frozen (aka live water-hash), punta di diamante per i più esigenti amanti del dabbing. Al momento abbiamo già sviluppato i primi test ed avviato la produzione allargata di fiori dalle nostre genetiche figlie della premiata Gelato Sorbet con l’intento di sfruttare come trampolino di lancio la prossima Full Moon Sesh che sarà ospitata a Gennaio 2024 proprio a Bangkok. Speriamo che le nostre ambizioni trovino giusto spazio in questo contesto internazionale, dove ad ogni angolo si percepisce un vibrante fervore per tutto ciò che orbita attorno alla galassia della cannabis. Siete tutti invitati ad unirvi a noi alla Full Moon Sesh 2024 dove, per non farci mancare nulla, saremo Golden Sponsor! Per maggiori informazioni sulle avventure del team Mary Moonlight: www.marymoonlight.com

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Intervista


Legalizzazione

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Di Fabrizio Dentini

CANNABIS E LEGALIZZAZIONE: DITA INCROCIATE PER LA GERMANIA ! In tutto il mondo la legalizzazione della cannabis ha seguito, fisiologicamente, la sua introduzione come medicamento all’interno dell’offerta terapeutica. Da questo punto di vista noi italiani dovremmo essere fieri e prepararci ad un venturo cambio di passo. Dal 2007, infatti, la cannabis è prescrivibile da ogni medico che la ritenga, in scienza e coscienza, adatta al suo assistito e, dal 2015, addirittura tra i primi in Europa, abbiamo dato corso ad una produzione nazionale. Guardiamoci però attorno ed in particolare oltre le Alpi e ci accorgeremo che, sulla legalizzazione, un popolo vicino ci sta per infilare di slancio. E quale slancio! Sicuramente meno creativi ed elastici rispetto al molle popolo latino, i nostri vicini tedeschi, seppur privi di tali qualità fondamentali per sopravvivere nell’intricata giungla moderna, hanno valori altrettanto validi da innalzare ad esempio. Conosciuti per serietà, applicazione al risultato e per una buona dose di pragmatismo nella gestione della cosa pubblica, i germani saranno secondi in Europa, dopo i maltesi, a confrontarsi pubblicamente per la creazione di una legislazione moderna sulla cannabis. A partire, infatti, dall’insediamento dell’ultimo Esecutivo, nella Repubblica Federale Tedesca si sta sviluppando un contesto normativo con lo scopo di regolamentare produzione, distribuzione e consumo di questa pianta durante il 2024. Il fatto che la Coalizione attualmente al governo venga chiamata “Coalizione Semaforo” (i colori dei tre partiti che ne fanno parte, social democratici, liberali e verdi, sono proprio quelli di un semaforo) potrebbe farci sperare che per una volta che i tedeschi si concedono sbavatura umoristica, sia davvero la volta buona per quest’accelerata epocale per tutto il Vecchio Continente. Lo scorso gennaio il Ministro della Salute Federale, Karl Lauterbach [ Ndr. SPD Partito SocialDemocratico] ha dichiarato al giornale Die Wielt: “ Continuo a ritenere che la legge sulla cannabis verrà approvata dal Bundestag nella settimana dal 19 al 23 febbraio e potrà quindi essere applicata dal primo di aprile”. Il Ministro in questione, ricordiamolo, non è un antiproibizionista militante, ricorderemo piuttosto che per decenni ha lottato contro la legalizzazione e che, per questo motivo, rappresenta un caso concreto nel quale un onest’uomo di legge comprende l’importanza d’un cambio d’approccio per salvaguardare,

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veramente, quel segmento di società che le sue intenzioni avrebbero sempre voluto tutelare: la gioventù. Legalizzare infatti perché: “ Le concentrazioni tossiche più elevate nei prodotti e negli additivi del mercato nero mettono in pericolo i consumatori. Il mercato nero deve essere prosciugato. La distribuzione controllata è il modo giusto per raggiungere questo obiettivo, unita a una protezione speciale per i bambini e i giovani”.

di vita profondamente diffusi e afferenti a tutti gli strati sociali? Forse manca loro, in buona fede, la necessaria preparazione scientifica per condividere un’attitudine di realtà? O piuttosto, in cattiva fede, son essi prigionieri di una cornice culturale che, sedimentatasi in anni di pregiudizi, non prevede un cambio di passo che implicherebbe la presa di coscienza di decenni d’accanimento legislativo nei confronti di migliaia di consumatori?

Di questo discorso misurato quale parte non fa breccia negli intelletti dei politici italiani?

Probabilmente, per comprendere la mancanza di coraggio dei nostri rappresentanti e la parallela ostinazione nel riprodurre esclusivamente soluzioni che aggravano il problema ( carcerazioni non necessarie, intasamento dei tribunali e priorità distorte per le forze dell’ordine) si dovrebbe tenere in considerazione un’altra angolazione. Quella che esemplifica ciò che ogni cittadino italiano pensa del proprio “Stato” e, di contro, l’atteggiamento che le istituzioni preposte hanno nei confronti della cittadinanza.

La Germania propone una distribuzione controllata che onori il consumatore con un prodotto finale, privo di contaminanti e coltivato seguendo paradigmi rigorosi in termini di qualità. I nostri Ministri della Salute forse non sono all’altezza di tali ragionamenti? Forse non si accorgono che, nei fatti, sembrano avvallare la protezione della gioventù solo sino a quando questa implica controllarla criminalizzando stili

In Italia, generalmente, prevale un atteggiamento paternalistico e moralista. Lo Stato

inscrive alcuni nostri comportamenti relativi al consumo di cannabis in gabbie penali eccessive, ovviamente per il nostro bene. Ad esempio, lo Stato che permette la vendita di cannabis con prescrizione medica, ci dice: “ La cannabis senza prescrizione fa male e quindi vi mando i cani sotto le scuole per proteggervi”. Non è previsto dialogo con il Padre Padrone. Egli ha sempre ragione. In Germania invece, sembra che la relazione cittadino-istituzioni sia meno perversa e che la principale istituzione legislativa creda per davvero alla responsabilità dei propri cittadini elettori. In ultima analisi infatti chi se non la cittadinanza pone i suoi rappresentanti al governo? Chi se non una cittadinanza informata degnamente può scegliere quale sia la miglior maniera per gestire il proprio tempo libero? Se usata con responsabilità, la cannabis non fa male, smettiamola di prenderci in giro. Rivendichiamo allora un consumo responsabile ed informato di un prodotto di qualità garantita dalle leggi dello Stato. Nel 2024 i tedeschi lo faranno e noi italiani quando?


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CRYSTALS OF THE GODS

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Come realizzare un’estrazione di psilocina e psilocibina

Gli psiconauti, ovvero i consumatori e sperimentatori di sostanze psichedeliche, lamentano il fatto che il consumo di funghi allucinogeni sia accompagnato da vari effetti collaterali, come il sapore sgradevole, nausea, fastidi allo stomaco e vomiti. I concentrati di psilocina e psilocibina estratti dai funghi del genere Psilocybe sono l’alternativa perfetta per godersi la fantastica esperienza indotta dal consumo di funghi psichedelici, priva di effetti secondari che pregiudicano il viaggio. Sul web questa tipologia di estratti è conosciuta con il nome Crystals of the Gods, tradotto dall’inglese in “I cristalli degli Dei” e qualcuno l’ha definita come l’invenzione più geniale degli esseri umani da quando consumano sostanze enteogene. L’estrazione di psilocina e psilocibina è abbastanza semplice da realizzare, si basa sull’infusione dei funghi in alcool puro per uso alimentare e con pochi strumenti e passaggi, si ottengono dei cristalli oppure una tintura alcool ica a base dei due magici alcaloidi. L’alcool è un agente solvente in grado di dissolvere al suo interno la psilocina e la psilocibina contenuta nei funghi.

Soluzione lasciata raffreddare per la formare i cristalli di psilocibina e psilocina.

d’acqua la pentola a doppia caldaia e farla bollire sul fornello. Quando l’acqua sta bollendo inserire il barattolo con la soluzione di alcool e funghi all’interno della pentola, collocandola sopra la rete che separa le due caldaie. Il punto di ebollizione dell’alcool è di circa 78°C, nettamente inferiore a quello dell’acqua, perciò bisogna fare attenzione per non compromettere l’estrazione. Abbassare la potenza del fornello e lasciare cuocere la soluzione per circa 2 ore; l’aria dell’ambiente dove si esegue l’estrazione nel giro di pochi minuti diventerà irrespirabile, è necessaria una cappa di estrazione che tiri all’esterno il vapore emesso dall’ebollizione dell’alcool . L’uso di una mascherina chirurgica durante questa operazione è un’ottima pratica. Regolarmente mescolare la soluzione con la bacchetta in pyrex per evitare che le sostanze all’interno si appiccichino sulle pareti del barattolo. Terminata la fase di infusione procedere con il filtraggio della soluzione quando è ancora calda. Il volume della soluzione dopo la sua cottura sarà diminuito a causa della sua evaporazione. Filtrare la soluzione attraverso il filtro Buchner oppure con il filtro di carta per caffè, quando la soluzione è stata versata com-

na conservata in freezer mantiene intatte per lungo tempo le sue caratteristiche. I cristalli esposti all’aria si degradano facilmente. Il dosaggio varia in base alla quantità di funghi utilizzati per l’estrazione, dalla loro potenza e da quanto è concentrato il liquido contenente gli alcaloidi. Più funghi si utilizzano all’inizio e più potente sarà l’estratto finale. Con un semplice calcool o si potrebbe stabilire a quanti grammi di funghi corrisponde una determinata quantità di tintura, ma non è un calcool o affidabile. Una buona pratica è quella di sperimentare inizialmente con piccole dosi per comprendere il suo potenziale. Have a good Trip!!!

MATERIALI E STRUMENTI Ecco tutto il necessario per realizzare l’estrazione dei due alcaloidi:

500 ml alcool puro alimentare 96°

Barattolo da 500 ml in vetro pyrex con

L’ESTRAZIONE DI PSILOCINA E PSILOCIBINA SI BASA SULL’INFUSIONE DEI FUNGHI IN ALCOOL PURO

bocca larga •

Pentola con doppia caldaia

20 grammi funghi varietà Psilocybe

Fornello elettrico

Filtro Buchner

Filtri in carta per caffè

di calore che potrebbe danneggiare l’estratto. Il fornello elettrico è utile per lavorare in sicurezza dato che l’alcool è un prodotto altamente infiammabile. Il filtro Buchner è un sistema di filtraggio sottovuoto, è perfetto per filtrare completamente la soluzione di alcool dai funghi già processati ma non è del tutto indispensabile, infatti la soluzione può essere filtrata anche con i filtri di carta per caffè. È consigliato utilizzare funghi secchi per l’estrazione e assicurarsi che siano ben disidratati.

Macina caffè o mortaio

PROCEDIMENTO

Bacchetta in vetro pyrex

L’alcool per uso alimentare consente di ottenere un’estrazione commestibile, senza nessun problema per la salute. La pentola a doppia caldaia è necessaria per eseguire il bagnomaria della soluzione senza che entri in contatto con la fonte

Il primo passo è quello di macinare i funghi, con l’ausilio di un macina caffè o con un semplice mortaio da cucina, fino ad ottenere una polvere fina e collocarla all’interno del barattolo di vetro pyrex. Successivamente versare l’alcool puro all’interno del barattolo fino a immergere completamente i funghi in polvere riempiendolo almeno il doppio del volume occupato dalla polvere. Riempire

pletamente nel filtro, spremerlo per recuperare la parte restante della soluzione. Assicurarsi che il liquido ottenuto sia privo di residui vegetali. Il materiale solido rimasto nel filtro può essere infuso altre due o tre volte, semplicemente ripetere il procedimento precedentemente illustrato e unire i liquidi ottenuti in un’unica soluzione. Quando la soluzione si raffredda, gli alcaloidi contenuti si concentreranno in forma di piccoli cristalli sul fondo del barattolo. Psilocibina e psilocina a temperatura ambiente si presentano allo stato solido, scaldando la soluzione torneranno a dissolversi nell’alcool . La soluzione può essere concentrata ulteriormente lasciandola riposare a temperatura ambiente, l’alcool inizierà ad evaporare e in pochi giorni il suo volume si ridurrà notevolmente.

CONSERVAZIONE E DOSAGGIO La tintura alcool ica a base di psilocina e psilocibi-

Alcool puro alimentare, foto di Anonny Johnny su Flickr.com.


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Di Giovanna Dark

FARSI UNA CULTURA I musei della cannabis da visitare in giro per il mondo Siete alla ricerca di nuove esperienze che includano la cannabis? Perché non visitare allora un museo? Ce ne sono tantissimi sparsi per il mondo e valgono bene una vacanza. I musei della cannabis nel mondo costituiscono affascinanti viaggi attraverso la storia, la cultura e l’evoluzione della pianta di cannabis. Da spazi educativi a destinazioni turistiche, questi musei offrono una prospettiva unica sulla relazione dell’uomo con la cannabis. Esplorano le sue molteplici sfaccettature, dalle radici storiche e usi tradizionali ai progressi scientifici moderni e all’attuale dibattito sulla legalizzazione. Attraverso esposizioni interattive, artefatti storici e informazioni approfondite, i musei della cannabis sono luoghi d’istruzione, consapevolezza e promozione del dialogo su una delle piante più affascinanti al mondo. Quali musei della cannabis postreste quindi visitare nel 2024? Ecco alcuni suggerimenti in ordine sparso.

CORE CANNABIS MUSEUM - BOSTON

Il Core Cannabis Museum di Boston, ha da poco aperto le sue porte arancioni e offre una piattaforma per cambiare le prospettive sull’uso e sulla legge della cannabis. Presenta mostre che incoraggiano le persone a guardare indietro agli eventi e alle attività che mettono la cannabis in una luce positiva.

opere d’arte dei tatuaggi e vale decisamente un weekend nella capitale catalana.

Lo trovate in Carrer Ample 35, 09002 Barcellona

HANF MUSEUM BERLINO

L’Hanf Museum di Berlino si trova a due passi dalla più famosa e austera Museumsinsel, l’isola dei musei voluta dai re di Pressia. Il museo della canapa, inaugurato nel 1994, presenta otto sale espositive che si concentrano sui diversi usi della pianta. Le esposizioni mostrano la coltivazione, le caratteristiche biologiche e i diversi usi della cannabis, per culminare con una sezione che fornisce informazioni sulle leggi in materia di cannabis attualmente in vigore nel mondo. Il museo offre anche un caffè di lettura dove gli ospiti possono guardare video sulla canapa e gustare deliziosi té e caffé alla canapa. Le mostre attualmente in cartello includono “Tutto sulla pianta coltivata della canapa”, “Design industriale ispirato alla canapa”, “Fotografie psichedeliche surreali di Klaus Siepmann” e “Quasi 30 anni di Hanf Museum”.

Lo trovate in Mühlendamm 5, 10178 Berlino Il museo presenta diverse mostre permanenti e in evoluzione. Attualmente è in corso la mostra American Warden, che mette in luce le migliaia di persone incarcerate per reati legati all’erba. Il Graffiti Wall rende omaggio agli artisti di strada che producono opere legate all’erba. Mentre sul Terpene Wall sarete in grado di assaggiare l’odore dei terpeni di diversi ceppi di Cannibis mentre leggete gli effetti che hanno. I visitatori possono anche usufruire di un Cannfessional, uno spazio per creare un video e condividere come l’erba ha influenzato positivamente la loro vita.

Lo trovate in 401A Centre Street, 02130 Boston

HASH, MARIHUANA & HEMP MUSEUM BARCELLONA

A due passi dalle celeberrime Ramblas, l’Hash, Marihuana & Hemp Museum di Barcellona ha sede in un magnifico palazzo modernista del XVI secolo con vetrate, pavimenti in legno e infissi in ferro battuto. In questa splendida cornice è possibile conoscere la cultura e la storia della cannabis attraverso dipinti, foto, video e oggetti unici. Al suo interno potrete ammirare oltre 9000 manufatti di cannabis e, durante la stagione della coltivazione, è possibile vedere piante di canapa vive sui balconi del museo. La mostra in cartello fino al 17 marzo, “Stay Stoned: Madness, Cannabis & Tattoos”, esplora la cannabis nelle

MUSEO DELLA CANAPA SANT’ANATOLIA DI NARCO, PERUGIA

La coltivazione della canapa era diffusa fino alla prima metà del Novecento in tutta l’Umbria, sia nelle zone di fondovalle che in montagna. Il museo della Canapa di Sant’Anatolia è un luogo di incontro, scambio di pratiche e trasmissione di competenze, in cui il progetto tessile, fulcro dell’esperienza didattica, costruisce opportunità di dialogo tra istituzioni, nuove generazioni di professionisti museali, detentori della tradizione e apprendisti tessitori. Un museo “diffuso”, interattivo (si può provare a tessere al telaio!), che accoglie anche opere d’arte, oltre a racchiudere un patrimonio inestimabile: la storia dei nostri antenati. Uno splendido modo per passare il tempo in uno dei più belli borghi dell’Umbria, a pochi kilometri da Spoleto.

Lo trovate in piazza del Comune Vecchio, 1, 06040 Sant’Anatolia di Narco

HOUSE OF CANNABIS NEW YORK

La House of Cannabis è uno dei più impressionanti musei della cannabis degli USA e si propone di offrire ai suoi visitatori un viaggio multisensoriale nei panorami, nei profumi, nei suoni, nelle sensazioni e nelle storie della cannabis. Situata

Il soffitto della International Church of Cannabis, Denver. Credits - Nicole Geri, Unsplash.

nel cuore di SoHo, a New York, in un edificio storico di 5 piani, la mostra si perde in dieci mostre immersive che trasportano attraverso le molte dimensioni della cannabis e la sua influenza significativa su musica, arte, moda, psichedelia, coltivazione e riforma. Lo spazio offre anche una lounge privata e uno spazio di aggregazione al piano terra che ospita eventi comunitari, un caffè, un corner store, soffiature di vetro dal vivo e un assortimento curato di prodotti lifestyle ispirati alla cannabis. Dal momento che nello shop del museo vendono cannabis ricreativa, l’ingresso è riservato ai maggiori di 21 anni.

La trovate in 427 Broadway, 10013 New York

INTERNATIONAL CHURCH OF CANNABIS - DENVER

L’International Church of Cannabis è uno dei musei della cannabis più particolari ed è ormai diventato un’attrazione per i turisti a Denver. Originariamente una chiesa luterana, il suo design interno è ora caratterizzato da un’esposizione in technicolor e da un’enorme insegna “WEED”. Offre file di banchi in cui fumare e uno spettacolare murale arcobaleno sul soffitto. La chiesa ha aperto il 20/4/2017. Recentemente


37 ha lanciato BEYOND, un’esperienza meditativa immersiva con mappatura proiettiva, luci laser e suoni. Inizia con una meditazione guidata di nove minuti seguita da uno spettacolo di luci psichedeliche di 25 minuti accompagnato da brani rock classici.

La trovate in 400 S Logan St, 80209 Denver

MUSEO DELLA CANAPA PIEVE DI CENTO, BOLOGNA

Per chi vuole restare in Italia, a due passi da Bologna si può trovare un vero gioiellino. Nella cornice medievale del comune di Pieve di Cento, è possibile visitare un luogo fantastico che documenta la storia della lavorazione della canapa tra il 1800 e il 1960 : il periodo in cui era considerata un’attività altamente produttiva nel territorio che comprende Bologna e Ferrara. Collocato all’interno di Porta Asìa, una delle quattro storiche porte di accesso a Pieve di Cento, il museo è un posto unico per imparare, dalle testimonianze di quell’epoca, come gli emiliani trattavano la fibra di canapa e, persino, ammirare gli oggetti rudimentali che usavano e i prodotti finiti come risultato di lavoro sodo, esperienza, perizia e abilità.

Lo trovate in via Luciano Campanini 18, 40066 Pieve di Cento

CANNABIS MUSEUM AMSTERDAM

Non dovrebbe sorprendere che Amsterdam abbia un suo museo della cannabis. Situata nel cuore della capitale olandese, questa struttura offre esperienze educative e interattive su tre piani. Gli ospiti potranno comprendere a fondo l’erba e i suoi benefici. Gli ospiti possono godere dell’ecosistema interno del museo, che presenta piante vive, un microscopio e una macchina per il test della cannabis all’avanguardia. Le mostre al secondo piano mostrano invece come la cannabis interagisce con il corpo, al terzo piano invece si possono esplorare i vari modi di consumare la cannabis.

Lo trovate in Damstraat 6, 1012 Amsterdam

WHAKAMANA CANNABIS MUSEUM CHRISTCHURCH, NUOVA ZELANDA La Nuova Zelanda, che ospita il Whakamana

Cannabis Museum, è in realtà uno dei Paesi che non ha ancora legalizzato la cannabis. In effetti, considerano ancora l’erba come un’offesa. Il Whakamana Cannabis Museum sta però cercando di cambiare questa situazione e si propone come centro di educazione alla cannabis e di attivismo per la riforma della legge. Con sede a Christchurch, seconda maggiore città nell’isola meridionale dell’arcipelago, questo museo non è proprio dietro l’angolo ma per quanti hanno intenzione di andare letteralmente all’altro capo del mondo, vale bene la pena di visitare il primo e unico museo della Cannabis in Nuova Zelanda.

Lo trovate in 217 Manchester Street, 8011 Christchurch

HEMP EMBASSY - VIENNA

Esiste un’Ambasciata della Canapa e si trova in Austria. Considerato uno dei musei della cannabis più interessanti da visitare, espone informazioni sul dibattito sulla cannabis e sul suo vero significato. Senza contare che questo museo dà la possibilità di vedere la pianta vera e propria, in tutte le sue fasi di crescita. All’Hemp Embassy si coltiva infatti proprio dentro il museo, il che non è stato un diritto facile da ottenere. Dopo diverse perquisizioni e condanne al carcere condizionale per i curatori, l’Austria ha ceduto e ha accettato che ci fosse un museo della cannabis al centro della sua capitale. E la cosa migliore di questo posto è che l’ingresso non costa un euro!

Lo trovate in Kegelgasse 21, 1030 Vienna

OAKSTERDAM UNIVERSITY - OAKLAND, CALIFORNIA

La Oaksterdam University è un museo unico nel suo genere, perché è all’interno di un’università vera e propria. Situata a Oakland, in California, e con oltre 80.000 ex allievi in tutto il mondo, è stata la prima università riconosciuta nel campo della formazione sulla cannabis. Le mostre permanenti del museo includono esposizioni sulla storia dell’uso della cannabis, sulla scienza della pianta e sul significato culturale della cannabis. Una delle mostre più popolari è il Living Garden, che presenta una varietà di piante di cannabis in diversi stadi di crescita. Il museo ha svolto un ruolo importante nella legalizzazione della cannabis in California ed è stato un punto di riferimento per gli attivisti e i sostenitori della cannabis, contribuendo a sensibilizzare l’opinione pubblica sui benefici della cannabis.

La trovate in 3630 High Street, 94619 Oakland

Gli interni dell’Hash, Marihuana & Hemp Museum, Barcellona. Credits - Hash Marihuana & Hemp Museum.

Il Whakamana Cannabis Museum in Nuova Zelanda. Credits - Michal Klajban, Wikicommons.


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Bear Bush Botanical Collective

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Bear Bush Brescia

Hemporium Cose di Canapa, Vicenza

Bear Bush Cecina

S.S. 11 Padana Sup. Verso Verona, 283 36100 Vicenza presso Multicenter hemporiumvi@yahoo.it dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 19.30 sabato dalle 11 alle 19 cell. 339 61 02 455

Via Aurelio Saffi 7 BRESCIA brescia@bearbush.it +39 393-9659751 mail: bearbushbrescia@gmail.com Instagram: Bear Bush Brescia Facebook: Bear Bush Brescia Viale della Repubblica 153 CECINA cecina@bearbush.it +39 342-1261029 mail: bearbushcecina@gmail.com Instagram: Bear Bush Cecina Facebook: Bear Bush Cecina

www.bearbush.it

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Growerline, Pomezia

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Sede: Viale Alessandro Manzoni 33-35 Pomezia (RM) 00071 Tel. 0691801148 Cel. 3403824505 Orario: Dal Lunedì al Sabato Dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 19:30 Grow shop online www.growerline.com staff@growerline.com Semi di canapa da collezione su www.seedsline.com staff@seedsline.com

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Do.Is. Growshop

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Via Pignatelli Aragona, 15 90141 Palermo Telefono: 0916124536 www.doisgrowshop.it info@doisgrowshop.it Orari: dal lunedì al sabato 9:00-13:00 16:00-19:45 facebook: @Doisgrowshoppalermo

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Plantasikula growshop Via Giuseppe Terranova 12 Catania 95131 Orari lun 16:00 – 20:00 Dal martedì al sabato 10:00 – 13:00 e dalle 16:00 alle 20:00 Domenica chiuso. info@plantasikula.com +39 3402145593 | +39 0956730574 www.plantasikula.com

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CHACRUNA Hemp & Growshop

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Chacruna Trento dal 2003 Corso 3 Novembre 72 – Galleria al Corso Tel. 0461 922896

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Chacruna Dispensario CBD & Info Point Corso 3 Novembre 72 – Galleria al Corso Email: shop@chacruna.it

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Website: https://chacruna.it Fb: chacrunashop / INST: chacrunaofficial

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Associazione Chacruna CSC Trentino AAdige Email: chacrunacsc@gmail.com

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Orangebud the Club Piazza sedile del campo, 7 (Largo Campo), Salerno +39-3389528864

lun: 17:00 - 21:00 mar-sab: 10:00 - 13:00 / 17:00 - 21:00 domenica e lunedì mattina chiuso

Orangebud point

Via porta di mare, 31, Salerno

Aperto h24 (distributori self service)

www.orangebud.it

Legalized Via Carrozzieri a Monteoliveto, 5 80135 NAPOLI Lunedì - Sabato 10.00 - 13.30 15.30 - 20.30 Legalized Aversa Viale Kennedy 6 Aversa 81031 (Caserta) Legalized Torre del Greco Via Nazionale, 932, 80059 Torre del Greco NA, Italia www.legalized.it | info@legalized.it twitter@infolegalized | facebook Legalized Napoli NON VENDERE CIO' CHE COLTIVI

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Bear Bush Botanical Collective Bear Bush Bari

Domani Smetto Grow & Seeds Shop Via Aurelia Nord, 111 - 55045 Pietrasanta (LU) Tel. 0584-1942877 - domanismetto.versilia@gmail.com Dal Martedì al venerdì: 10.00-13.30 e 16.00- 19.30 Sabato 10.00-19.30 - Chiuso Domenica e Lunedì

Via Cardassi 77 BARI bari@bearbush.it +39 080-5536618 +39 340-5445453 Facebook: Bear Bush Botanical Instagram: bearbushbari

Bear Bush Fasano

Via Roma 273 72015 FASANO BR fasano@bearbush.it +39 351-9210900 mail: bearbushfasano@gmail.com Instagram: Bear Bush Fasano Facebook: Bear Bush Grow Shop Fasano

www.bearbush.it

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Gillyweed Grow Shop Via Chiesanuova 173, Padova (PD) 35136 Cell. +39 049 645 8981 gillyweedgrowshop@gmail.com Dal Martedì al Sabato 10:30-13.00 e 15:30-19.30

CVLTVS Grow Shop

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Oklahoma Sungrown: Coltivazione localizzata con funghi e hügelkultur micorriziche con le piante”. “Sapevo che dovevo mescolare il mio terreno con altri funghi perché è argilloso, denso e anaerobico e volevo renderlo aerobico. L’uso dei funghi è una delle diverse tecniche usate per allentare il terreno senza lavorarlo. Le ife creano percorsi per l’ossigeno, sviluppano la struttura del suolo, decompongono la materia organica, estraggono e trattengono i nutrienti”, spiega Andy. Insieme, Andy e Jeremy sono dediti allo sviluppo di metodi di permacultura e programmi di riproduzione localizzati con due obiettivi finali: creare varietà sungrown fiorenti e acclimatate ai microclimi dell’Oklahoma orientale e, in particolare, quelle che producono fiori ricchi di resina di alta qualità che Jeremy trasformerà in ice hash monorigine, sia per le loro due aziende agricole che per altre che utilizzano metodi simili. A differenza dell’azienda di Andy, il podere di Jeremy non ha la famosa “terra rossa” per cui l’Oklahoma è conosciuto, ma piuttosto argilla e arenaria. Jeremy utilizza cumuli tradizionali di hügelkultur modificati con compost, cocco, colate di vermi e trucioli di legno ricchi di spore prodotti da alberi abbattuti nella sua proprietà.

Andy Unruh.

Nel 2018 gli elettori dell’Oklahoma hanno approvato la Domanda di Stato 788, che ha legalizzato l’uso e il possesso di cannabis terapeutica, consolidando il diritto dei pazienti di coltivare orti domestici e creando un libero mercato per la coltivazione commerciale con basse barriere all’ingresso. Il risultato è stato un’industria florida e piena di aziende locali. Gli amici e agricoltori Jeremy Babbit e Andy Unruh sono entrambi cannabicoltori autorizzati e collaborano per migliorare le pratiche di permacultura adattate ai microclimi unici in cui vivono e coltivano. Grazie a una combinazione di tecniche di agricoltura rigenerativa, tra cui la hügelkultur, e alla coltivazione di diversi ceppi di funghi che rilasciano diossido di carbonio, producono varietà

localizzate di fiori sungrown di alta qualità per realizzare rosin di ice hash monorigine. Hügelkultur, tradotto dal tedesco, significa “coltivazione su monticelli di terra” o “su colline”. Si riferisce a un metodo di permacultura che prevede l’interramento del legno in cumuli o monticelli rialzati. Quando il legno marcisce, diventa una spugna che trattiene l’umidità, riducendo o eliminando la necessità di irrigazione. Mentre il compost è normalmente decomposto dai batteri, il legno viene digerito dai funghi. L’uso del legno in decomposizione e del compost crea un ecosistema di terreno vivo e fiorente, pieno di lombrichi, che riduce o elimina la necessità di fertilizzanti. Andy afferma di aver deciso di utilizzare l’hügelkultur perché il terreno della sua fattoria era mol-

to compattato e pieno di argilla. Sei mesi prima aveva abbattuto delle querce e i tronchi e gli sterpi ricavati erano in vari stati di decomposizione. Andy e Jeremy hanno sfruttato il legno con funghi di grande utilità che si sviluppano al suo interno mentre marcisce. I funghi sono una fonte continua di anidride carbonica alimentata direttamente sotto le piante di cannabis. “Mettendo spore, cappucci e micelio nel tè di compost prima di somministrarlo, non faccio altro che introdurre funghi autoctoni direttamente nelle piante che coltivo. I miei migliori risultati finora sono stati ottenuti con lo Stubble Rosegill (Volvopluteus gloiocephalus) e il Bird’s Nest Fungi (Nidulariaceae). Ho iniziato a introdurre i funghi porcini (Boletus Edulis), che entrano in simbiosi

Mentre l’obiettivo dell’azienda di Jeremy è quello di produrre concentrati senza solvente di alta qualità con varietà locali, Andy dice che l’obiettivo della sua azienda è di lavorare con agricoltori e selezionatori in tutto lo stato per creare una comunità dedita alla produzione di genetiche specializzate per la regione. A differenza della maggior parte degli stati a est delle Montagne Rocciose, che ha limitato rigorosamente la quantità di licenze di coltivazione e le qualifiche per coltivare, l’approccio al libero mercato dell’Oklahoma ha dato vita a migliaia di piccoli agricoltori come Andy e Jeremy, con la possibilità di allevare e coltivare nuove piante più adatte alla regione. Entrambe le aziende producono un raccolto annuale in condizioni di luce naturale. Benché nessuno dei due intenda ricorrere all’eliminazione della luce, sono diventati creativi con le stagioni di semina e l’uso di varietà autofiorenti. Lo spazio di coltivazione di Jeremy misura 12 me-


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Nel podere all’aperto di Jeremy Babbit sono coltivate 100 piante di 12 varietà diverse. Foto: Jeremy Babbit.

tri per 22 ed è circondato da una recinzione di 2,5 metri. Contiene 100 piante di 12 varietà, alcune delle quali coltivate per la prima volta, mentre altre sono piante di hashish affidabili. Alcune sono nate da semi e altre da cloni ottenuti da selezionatori locali. Jeremy ha una preferenza per le varietà sativa, ma tende a coltivare più piante ibride e a predominanza indica perché sono più utili nella produzione di hashish, così come la maggior parte delle varietà Diesel. Attualmente sta coltivando Killer Cupcakes, Sundae Supreme, Watermelon Zum Water Melon, Glue Ball, Thunder Diesel, Durban Kush, Orange Mac, MorningWood, Strawber-

ry Diesel, Cornbread e Island Mimosa. L’azienda di Andy è più piccola di quella di Jeremy e comprende un orto domestico personale in cui Andy svolge la maggior parte delle attività di selezione e sperimentazione. A differenza dell’azienda di Jeremy, quella di Andy è dedita alla coltura di semi per la selezione e conservazione di varietà specifiche locali. Ha propagato semi femminizzati di Morning Wood, un incrocio di Sour Diesel e Alaskan Thunderfuck prodotto dal breeder locale Pac-a-Punch. Sia lui che Jeremy dicono che produce un ottimo hashish. Morning Wood è stata incrociata con

Green Crack, che alla fine verrà rilasciata come “Pepe Depew”. Il breeder locale Oklahoma Kush Collective ha fornito una Athena’s Wisdom che sta sperimentando: in particolare ha incrociato due di queste piante con Thunder Cheese di un altro breeder locale, Shaggy Roots, incrociata a sua volta con Purple Urkle. C’è anche un incrocio tra Green Crack e Purple Urkle e una nuova varietà unica proveniente dall’ovest: Freak Show, che assomiglia più a una felce che a una pianta di cannabis tradizionale. Jeremy coltiva durante tutte e quattro le stagioni. In estate, che è calda e umida, irriga le piante con

acqua sufficiente a non farle appassire. Appena cresciute, le sostiene con reti e gabbie. Oltre al caldo, la sfida più grande è rappresentata dalle

Si stimola la crescita dei funghi nella terra come fonte di CO2 e vita fungina sotto la superficie. Foto: Andy Unruh.

cavallette e dai bruchi, che scavano piccoli tunnel all’interno dei bud e li distruggono dall’interno. L’azienda di Andy è molto più umida, per cui seleziona le piante per renderle resistenti alla muffa e, se necessario, utilizza uno spray a base di microrganismi indigeni (IMO) per tenere a bada la muffa. Entrambi i coltivatori cercano metodi naturali di controllo dei parassiti e dei funghi. Jeremy ha tentato di affidarsi ai suoi tacchini e ai porcellini d’india per eliminare cavallette e bruchi, ma non si sono dimostrati molto affidabili.

Andy Unruh accanto a un tumulo di hügelkultur in fase di costituzione. Foto: Jeff Hooten.

Entrambi utilizzano spray fogliari naturali per controllare parassiti e funghi, tra cui il Dr. Zymes e le IMO. Entrambe le aziende sono popolate da predatori benefici, tra cui coccinelle, mantidi religiose, cimici assassine e ragni.


Legalizzazione

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Dove si può fare uso legale della marijuana in Europa? Ora che la marijuana terapeutica è sempre più disponibile in Europa, la cannabis per uso personale rimane illegale nella maggior parte dei Paesi dell’UE. La Germania ha fatto un passo in avanti diventando il secondo Paese dell’UE, dopo Malta, a legalizzare la cannabis per uso ricreativo, provvedimento che potrebbe indurre altri Paesi a seguirne l’esempio. Tuttavia, nella maggior parte dell’Europa, la cannabis rimane illegale e alcuni Paesi dell’UE applicano ancora punizioni che prevedono la detenzione per il possesso di marijuana. Mentre alcuni Paesi stanno avviando programmi pilota per la marijuana medica, che è sempre più accessibile in tutta l’Unione, alcuni sostengono che il mercato europeo sia stato più lento a crescere rispetto agli Stati Uniti o al Canada.

PIONIERI DELLA MARIJUANA Malte attualmente ha le leggi più tolleranti dell’UE in materia di coltivazione, consumo e possesso di cannabis. Gli adulti possono portare con sé fino a 7 g di cannabis e coltivare fino a quattro piante a casa, in base alla legislazione approvata

nel 2021. Fumare marijuana in pubblico, tuttavia, è ancora vietato. Ciononostante, la Germania potrebbe presto avere le leggi più permissive dell’Unione, dato che il Governo del Paese ha approvato alcuni progetti volti a legalizzare il possesso di 25 g di cannabis per uso personale e la coltivazione di un massimo di tre piante. Questa legge deve ancora essere votata dai legislatori del Bundestag. Sebbene si ritenga che i Paesi Bassi abbiano un atteggiamento rilassato nei confronti della marijuana, la coltivazione, la vendita e il possesso di droga sono illegali. La vendita è “tollerata” nei famosi coffee shop del Paese e il possesso di non più di 5 g di cannabis è depenalizzato. Dal 2001 la cannabis è stata depenalizzata in Portogallo, dove il consumo e il possesso di piccole quantità è considerato reato amministrativo, mentre in Spagna il consumo privato non è vietato, ma è considerato reato in pubblico, punibile con sanzioni. In Lussemburgo, il consumo privato è tollerato, così come la coltivazione di quattro piante di cannabis a partire da quest’anno, mentre il possesso di cannabis in pubblico è depenalizzato.

PROGRAMMI PILOTA PER LA MARIJUANA MEDICA

La cannabis per uso medico è sempre più disponibile nei Paesi europei, ma il mercato è ancora in fase di sviluppo. Alcuni Paesi hanno lanciato programmi pilota pubblici che potrebbero portare a un maggiore accesso alla marijuana medica, che in diversi studi ha dimostrato di avere benefici terapeutici per i pazienti affetti da tumore, AIDS, sclerosi multipla (SM) e dolore cronico, fra le altre patologie. Nel 2018 è entrato in vigore in Danimarca un programma pilota che consente ai medici di prescrivere prodotti che in precedenza non erano legali nel Paese. In Irlanda, nel 2019, è stato lanciato un programma pilota quinquennale per facilitare l’accesso ai prodotti a base di cannabis per uso medico. L’uso è previsto per i pazienti affetti da sclerosi multipla, che presentano nausea e vomito associati a chemioterapia ed epilessia grave. Anche la Francia ha avviato un progetto pilota sulla cannabis medica nel 2021 e l’agenzia nazionale del farmaco sta attualmente definendo regole più specifiche per la futura produzione francese di prodotti a base di marijuana medica.

Sebbene la marijuana medica possa essere prescritta dal medico in molti Paesi, talvolta è piuttosto limitata poiché alcuni Paesi importano piccole quantità di prodotti medici disponibili o non dispongono di un programma per il rispettivo approvvigionamento. Inoltre, mentre nella Repubblica Ceca e in Germania i pazienti possono essere rimborsati per la cannabis terapeutica, in altri Paesi il costo viene sostenuto esclusivamente dal paziente. L’Ungheria è uno dei pochi Paesi dell’UE in cui la cannabis è ancora illegale sia per uso ricreativo che medico. Tuttavia, anche nelle zone in cui i medici possono prescrivere la marijuana medica, l’accesso può risultare limitato. In Svezia, per esempio, a livello ricreativo non c’è differenza tra droghe pesanti e leggere: la cannabis e l’eroina sono classificate come stupefacenti, con una politica di tolleranza zero nei confronti delle droghe nel Paese.

Fonte: euronews.com


Media

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Di Giovanna Dark

SOFT SECRETS SELECTION COSA C’È DI BUONO PER RIEMPIRE IL TEMPO E LA TESTA

Un libro da leggere e far leggere in una giornata, 97 pagine in cui la cannabis viene trattata con la giusta distanza: senza retorica ma con quel pizzico di umorismo che non guasta. Degli autori, il Collective B.O.B, non si sa praticamente nulla ma non importa. Citando una recensione, questo libero è: “Un po’ di storia , un po’ di racconti da morire dal ridere. Perfetto come regalo di Natale”. Anche se il Natale è passato, aggiungiamo noi.

per l’utilizzo della Cannabis ad uso medico. Oppure Ice One, Tra i capostipiti e precursori dell’Hip Hop Italiano. Nonostante si sia interrotto dopo soli 6 episodi, questo podcast è un ascolto piacevole e assolutamente interessante, ricco di buona musica e di aneddoti sulla nostra amata pianta. Un ottimo modo per passare un’ora del proprio tempo.

tra cui uno decisamente stravagante su un orso drogato che ha fatto record di incassi. Cocainorso, è uscito nelle sale italiane lo scorso 20 aprile (!) ed è diventato un successo a sorpresa con 64 milioni di dollari al botteghino. Basato su fatti realmente accaduti, racconta la storia di un contrabbando di cocaina finito male che viene trasformato in una sorta di barzelletta dagli sceneggiatori e dal regista. Nel 1985, Drew Thornton stava sorvolando il sud-

Lo trovate su Radiosonar.net Pubblicato da Porto Seguro, lo trovate nelle migliori librerie on e offline

GUARDA ASCOLTA LEGGI FIGLIO DI MARJA. MANUALE POP SULLA CANNABIS CON RACCOLTI E RACCONTI - DI COLLECTIVE B.O.B Dopo anni di demonizzazioni mediatiche, grazie anche alle evidenze scientifiche sull’utilità terapeutica di alcuni cannabinoidi, nell’opinione pubblica si sta formando una maggior tolleranza anche dell’aspetto cosiddetto ludico di questa pianta, al punto da divenire legale in molti stati anche per questo uso. La curiosità, una maggior familiarità e abitudine al tema, l’aumento dei consumi della canapa light durante i lockdown, la crescita delle vendite di semi e serre home, sono tra i molti segnali di un momento “storico” con un potenziale commerciale enorme per l’erba e il suo indotto in Italia, naturalmente pubblicazioni incluse. Il progetto obiettivo del libro è rendere semplice, amichevole, immediato e familiare il mondo della cannabis, evitando i tabù, le tifoserie ideologiche. Un fine secondario è provare a incuriosire anche chi non ha mai avuto esperienze con l’erba.

SALSAVERDE Dall’incontro tra l’hemp shop Green Monkey e Dj’s Choice, un collettivo di artisti romani che anima le feste della capitale, nasceva nel 2022 Salsaverde. Un podcast in 6 puntate in cui si parla di Cannabis e in cui è possibile trovare news, approfondimenti ed interviste dal pianeta cannabico, oltre ad una bella dose di musica con ospiti e nuove uscite. Col motto “Cannabis e Musica la ricetta perfetta per affrontare la Città!”, il podcast è stato registrato in diretta dal CSOA La Torre, ed è stato caricato sul sito di RadioSonar. Nata su internet, RadioSonar è una radio libera che cerca uno spazio che vada oltre la logica di mercato e di partito. E Salsaverde si dimostra una voce altrettanto libera, capace di dialogare con ospiti come Carlo Monaco, Presidente dell’associazione Canapa Caffè, uno tra i primi pazienti e attivisti in Italia

COCAINE BEAR COCAINORSO Il classico film da fattoni sta diventando un ricordo del passato. Con la legalizzazione della cannabis è arrivata una visione più seria della pianta in celluloide. L’era delle commedie stralunate si è notevolmente affievolita. Quest’anno abbiamo celebrato i 45 anni di Animal House, i 30 anni di Dazed and Confused e i 25 anni de Il Grande Lebowski. La cocaina è tornata in auge nei film del 2023,

est degli Stati Uniti con una grande quantità di cocaina quando il suo aereo ebbe un’avaria. Lanciò le balle ed evacuò il velivolo, ma il paracadute di Thornton non si aprì e morì all’atterraggio. Le balle finirono nella Chattahoochee National Forest della Georgia. È qui che entra in gioco la storia dell’orso. Un orso trova le balle di cocaina e inizia a fare festa; questo ovviamente gli conferisce una super forza, perfetta per attaccare gli ignari escursionisti del parco. Un film che si potrebbe definire un horror da campeggio con una notevole dose di sfacciataggine. Ma, ehi, guardare un orso strafatto di cocaina, seppur in CGI, è uno spettacolo che non si vuole davvero perdere. Disponibile sulle piattaforme di streaming online


Legalizzazione Di Giovanna Dark

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L’America che perdona Oltre 2 milioni di statunitensi hanno beneficiato dei condoni sulla cannabis Il 7 ottobre 2022, il vecchio Joe Biden è diventato il primo Presidente degli Stati Uniti a concedere una grazia “di massa” alle persone con condanne federali di basso livello per possesso di marijuana. In quell’occasione, il Presidente aveva affermato che: “Mandare in prigione le persone per il possesso di marijuana ha sconvolto troppe vite e incarcerato persone per comportamenti che molti Stati non vietano più. I precedenti penali per possesso di marijuana hanno anche imposto inutili barriere al lavoro, alla casa e alle opportunità di istruzione”.

alla marijuana. I registri pubblici indicano che i funzionari eletti hanno rilasciato circa 100.000 condoni legati alla marijuana negli ultimi anni. Tuttavia, a differenza del condono, la grazia non rimuove una condanna dalla propria fedina penale. E la buona notizia è che il sostegno pubblico a questi sforzi è davvero alto. Secondo un sondaggio nazionale compilato nel novembre 2022 dal gruppo Data for Progress, il 74% degli elettori americani è favorevole alla cancellazione dalla fedina penale delle condanne legate alla marijuana per i trasgressori non violenti. Questo include il sostegno della maggioranza dei Democratici, degli Indipendenti e dei Repubblicani.

Lo scorso dicembre, Biden ha emesso un secondo proclama di grazia che ha ampliato la cerchia dei cittadini idonei. Ma la Casa Bianca non è l’unico luogo eletto ad emettere condoni di massa per coloro che sono stati condannati per reati legati alla cannabis: negli ultimi anni, governatori e altri funzionari eletti in diversi Stati hanno intrapreso azioni simili.

NORML stima che la polizia federale e locale abbia effettuato più di 29 milioni di arresti legati alla marijuana dal 1965. Di questi arresti, circa il 90% è stato accusato di reati di basso livello, legati al semplice possesso di cannabis per uso personale.

Sebbene la grazia fornisca un livello di perdono per i crimini commessi in passato, non è la stessa cosa dell’ “expungement” - letteralmente , “espunzione”, o eliminazione del testo - che sigilla le condanne passate dalla vista del pubblico. Per facilitare quest’ultima e definitiva azione legale, negli ultimi anni i legislatori di molti Stati hanno emanato leggi che prevedono percorsi per la cancellazione ufficiale della fedina penale di coloro che hanno subito condanne per reati di basso livello legati alla marijuana.

“Centinaia di migliaia di americani portano indebitamente il peso e lo stigma di una condanna passata per un comportamento che la maggior parte degli americani, e un numero crescente di Stati, non considera più un crimine”, ha detto il vicedirettore di NORML, Paul Armentano. “Il nostro senso di giustizia e i nostri principi di equità richiedono che i funzionari pubblici e i tribunali si muovano rapidamente per riparare agli errori passati della proibizione e della criminalizzazione della cannabis”.

In alcuni casi, chi ha diritto al perdono ufficiale non deve iniziare nessuna richiesta: i funzionari statali esaminano automaticamente i precedenti e informano coloro che soddisfano i criteri. In altri casi, la legge statale richiede di presentare un’istanza ai tribunali per ottenere la revisione o l’annullamento della propria fedina penale. Prevedibilmente, gli Stati che hanno automatizzato il processo di revisione hanno registrato un’impennata nella cancellazione dei reati per il semplice possesso di cannabis. Secondo un’analisi aggiornata della National Organization for the Reform of Marijuana Laws (NORML), dal 2018, i tribunali dei diversi Stati americani in cui la cannabis è stata legalizzata, hanno espunto o sigillato i documenti di oltre due milioni di casi. Tra gli Stati che negli ultimi 5 anni sono stati più attivi nel dare sollievo a coloro che hanno subito condanne passate ci sono California, Illinois, Missouri, New Jersey, New York e Virginia. In totale, due dozzine di Stati hanno emanato una legislazione esplicita che accelera e facilita l’espiazione delle condanne penali legate

Credits - Mike Von, Unsplash.

IN TOTALE, DUE DOZZINE DI STATI HANNO EMANATO UNA LEGISLAZIONE ESPLICITA CHE ACCELERA E FACILITA L’ESPIAZIONE DELLE CONDANNE PENALI LEGATE ALLA MARIJUANA

In un contesto sociale e politico dove l’equità e la giustizia sono temi centrali, l’ampia concessione di condoni e l’espunzione delle condanne per reati legati alla cannabis rappresentano una pietra miliare nella rivisitazione critica delle politiche passate. Se l’America è stata un tempo patria della war on drugs, ora sembra mostrare un impegno tangibile verso una società più equa e inclusiva per i consumatori di cannabis un tempo criminalizzati. Nel delineare un futuro post-proibizionista, la speranza è che questo slancio progressista persista e si intensifichi. Un aspetto cruciale di questa nuova direzione è l’opportunità di garantire un nuovo inizio a 2 milioni di americani che hanno sofferto ingiustamente il peso delle condanne passate. La restituzione di dignità e opportunità a queste persone, non solo riduce l’impatto devastante della proibizione della cannabis ma sottolinea anche un impegno verso una visione più compassionevole della giustizia penale, una giustizia che preferisce riabilitare anziché punire.


Cannabis

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Di Giovanna Dark

LA MATURITÀ DI BILL MAHER IL GENIO DELLA SATIRA E COLLEGA FATTONE COMPIE 68 ANNI E DIVENTA “CONTROVERSO”? Bill Maher, comico i

nelle sue interviste intreccia l’umorismo legato alla cannabis senza soluzione di continuità. E, spesso, si fa anche un paio di tiri mentre è in onda.

rriverente e schietto, è da tempo un punto fermo nel

La cosa più importante, però, è che la sua posizione sulla cannabis non è solo un elemento comico, ma un’espressione genuina delle sue convinzioni: autoproclamatosi “liberale degli anni ‘90”, Maher incarna una fusione di ideali progressisti e politiche pragmatiche, e ha spesso sostenuto la giustizia sociale, la crescita economica e i diritti individuali.

mondo della televisione di seconda serata. Conosciuto per la sua arguzia tagliente, i suoi commenti impavidi e il suo umorismo senza peli

Il conduttore abbraccia questa filosofia in modo quasi dogmatico. Per esempio, quando ha criticato la decisione di bandire il teorico della cospirazione Alex Jones da Twitter, dicendo: “Non mi piace Alex Jones, ma Alex Jones può parlare. Tutti possono parlare”.

sulla lingua, Maher si è ritagliato uno spazio come voce satirica nei media

Sebbene Bill Maher sia famoso per la sua schiettezza, le sue opinioni forti lo hanno fatto finire occasionalmente nei guai. I commenti critici di Maher sul movimento #MeToo e sulla cosiddetta “cultura Woke” hanno scatenato dibattiti sull’intersezione tra comicità e giustizia sociale. Alcuni sostengono che, data la sua piattaforma, le opinioni di Maher rischiano di compromettere i progressi compiuti nell’affrontare i temi delle molestie sessuali e della consapevolezza sociale.

americani. Oltre alla sua abilità comica, Maher è anche strettamente associato alla difesa della cannabis, inserendo l’argomento nel suo show

Ma altri pensano che questi casi dimostrino chiaramente la sua volontà di affrontare argomenti controversi, anche a rischio di alienare parte del suo pubblico. Come per la sua difesa della cannabis, i commenti di Maher su questi temi riflettono il suo impegno ad affrontare argomenti controversi nella sfera pubblica.

della HBO, “Real Time with Bill Maher”, ed esprimendo apertamente il suo sostegno alla sua legalizzazione. “Vendere erba mi ha permesso di andare al college e di guadagnare abbastanza soldi per iniziare a fare il comico”. È così che Bill Mahers descrive gli inizi della sua carriera: un dito medio inappellabile alle costrizioni della società, condito da un po’ di buon vecchio realismo e, naturalmente, da tanta erba. Dai suoi primi passi alla Cornell University alla fine degli anni ‘70, la carriera di Bill Maher abbraccia ormai decenni, e anche se ultimamente sembra preferire i podcast - quello di Joe Rogan e il suo “Club Random”, iniziato nel 2022 - è tra i volti più riconoscibili della televisione americana. Dagli esordi come cabarettista alla conduzione di vari programmi televisivi, come il caotico ma iconico “Politically Incorrect”. Il brillante stile comico di Maher combina satira politica

e commenti culturali, rendendolo una figura distintiva e influente nel mondo dei talk show notturni. L’attuale programma di Maher, “Real Time”, è giunto alla 23ª stagione e si distingue per il suo formato. Presenta un panel di ospiti di diversa estrazione che si confrontano in vivaci discussioni su politica, attualità e questioni sociali. Un esempio di questa varietà di ospiti può essere l’ex capo stratega della Casa Bianca Steve Bannon nella stessa puntata con l’attore e attuale Capitan America Chris Evans, dove questo improbabile duo ha fornito una visione della divisione politica in America: con Bannon che rappresenta il populismo di destra ed Evans che offre la prospettiva liberale di Hollywood.

L’approccio senza esclusione di colpi di Maher incoraggia il dialogo aperto e spesso si immerge in argomenti controversi, tra cui la sua solida posizione sulla legalizzazione della cannabis. La difesa dell’erba da parte di Bill Maher è un tema ricorrente nel suo lavoro. Ha sempre usato la sua piattaforma per promuovere la depenalizzazione della marijuana e criticare le politiche obsolete che ne circondano l’uso. Maher infonde umorismo nella conversazione sulla cannabis, usando la sua arguzia per sottolineare le assurdità e le incongruenze dello status legale della marijuana. Prendendo in giro la propaganda anti-marijuana e sottolineando le potenzialità economiche, ma anche le contraddizioni, dell’industria della cannabis, Maher nei suoi monologhi e

Ma Bill compirà 68 anni il prossimo 20 gennaio e alcuni - in particolare gli americani della Gen Z - pensano che sia giunto per lui il momento di ritirarsi. Durante una delle sue fumose conversazioni con Joe Rogan, Maher stesso ha ammesso che sarebbe “cancellato a giorni alterni” se potesse esprimersi come vuole e ha dichiarato che la scena dei podcast è uno “spazio sicuro” al giorno d’oggi. Se continueremo a vederlo in TV o piuttosto a sentire la sua voce sardonica su “Club Random”, una cosa è certa: mentre Maher continua a navigare nel panorama in continua evoluzione dei media e del discorso politico, la sua eredità di precursore satirico e di sostenitore della cannabis rimane saldamente impressa negli annali dei media americani. Ed è per questo che, come quello zio problematico ma estremamente divertente, avremo sempre un posto per lui nei nostri cuori.


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Soft Secrets Italia è pubblicato da: Discover Publisher BV Galvaniweg 11, 5482 TN Schijndel, Paesi Bassi Tel: +31(0)73 5498112 E-mail: info@softsecrets.nl Sito internet: www.softsecrets.com Editore: Cliff Cremer Collaboratori: Jorge Cervantes, Giovanna Dark, Fabrizo Dentini, Sudestfam, Stoney Tark, Mr. Jose, G.B.I., Tricoma Team, Jaypp, Ed Rosenthal, Sebastian Daniel e tanti altri. Traduzioni: Valefizz Indirizzo redazione: Soft Secrets Italia E-Mail: readers@softsecrets.nl Pubblicità: Fabrizio E-mail: fabrizio@softsecrets.nl Tel: +31(0)39 - 36 65 44 66 94 Soft Secrets is printed by Coldset Printing Partners, Paal-Beringen, Belgium www.coldsetprintingpartners.be

La voce dell’editore: Soft Secrets è una rivista bimestrale gratuita pubblicata nei Paesi Bassi (con il nome di Highlife), Germania, Francia, Italia, Spagna, Regno Unito, Polonia, Repubblica Ceca e Cile. A livello mondiale è in corso un processo di

relativa liberalizzazione dell’uso della cannabis, che sia per scopi medici o ricreativi. Diversi Paesi hanno legalizzato la cannabis per separare le droghe leggere da quelle pesanti, come dimostrato in Olanda. Altri Paesi hanno legalizzato l’uso della cannabis per uso medico, ivi incluso il diritto di coltivare piante di cannabis per uso personale. L’editore si propone di mettere in luce il processo di normalizzazione dell’uso della cannabis. Questo presuppone che l’editore non sia necessariamente d’accordo su tutto ciò che figura negli articoli e nelle pubblicità che appaiono sulla rivista. L’editore si discosta quindi in modo esplicito da dichiarazioni o immagini pubblicate che potrebbero dare adito a pensare che siano stati approvati l’uso e/o la produzione di cannabis. Nulla della presente pubblicazione potrà essere copiato o riprodotto in qualsiasi formato senza previa autorizzazione dell’editore e di altri titolari del copyright. L’editore non assume alcuna responsabilità in merito al contenuto e/o al punto di vista degli annunci pubblicitari. L’editore non assume alcuna responsabilità per eventuali documenti presentati indesiderati. L’editore ha cercato di contattare tutti i titolari del copyright di fotografie e/o immagini. Coloro che ritengono ancora di avere diritto ai suddetti diritti sono pregati di contattare l’editore. Il prossimo imperdibile numero esce il

29 Marzo 2024

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Pagina

Advanced Hydroponics of Holland................... 2

Growsmart.......................................................... 1

Advanced Nutrients........................................... 1

Hanonimous............................................... 38/39

Advanced Nutrients......................................... 25

Happy Life......................................................... 29

Advanced Seeds................................................. 5

Hemporium................................................ 38/39

ALEDA.................................................................. 7

Hydrorobic........................................................ 15

Alkimia......................................................... 38/39

Idroponica........................................................... 1

Atami................................................................. 21

Indica Sativa...................................................... 47

Barney’s Souvenirs............................................. 1

Indoorline......................................................... 35

Barney’s Souvenirs........................................... 33

Laboratorio Extracta.................................. 38/39

Bear Bush.......................................................... 19

Legalized..................................................... 38/39

Bear Bush.................................................... 38/39

Marghine Grow................................................. 15

Bear Bush.................................................... 38/39

Mary Moonlight................................................ 23

CanapOne................................................... 38/39

Near Dark.......................................................... 13

Canna.................................................................. 9

Noids................................................................. 31

Cervantes.......................................................... 26

Old J Seeds................................................... 38/39

Chacruna..................................................... 38/39

Orange Bud................................................. 38/39

Cime di Montagna.............................................. 1

Paradise Seeds................................................... 1

City Jungle.................................................... 38/39

PiggyWeed........................................................ 15

Crop Max........................................................... 37

Planta Sikula Growshop............................. 38/39

Cvltvs........................................................... 38/39

Sea of Green................................................ 38/39

Domani Smetto.......................................... 38/39

Seedstockers...................................................... 1

Fior di Canapa................................................... 27

Smoking Club Marbella.................................... 35

Gillyweed Growshop.................................. 38/39

Sticky-Lab Genetics.......................................... 11

Growerline.................................................. 38/39

Sweet Seeds........................................................ 1

Growshop 2.0............................................. 38/39

Sweet Seeds...................................................... 48

Growshop Do.Is.......................................... 38/39

Terra Aquatica.................................................. 17

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