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La rivista della cannabis dal 1985

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LA THAILANDIA LIMITERÀ L’USO DELLA CANNABIS, AFFERMA IL NUOVO PRIMO MINISTRO, DOPO LA DEPENALIZZAZIONE DELL’ANNO SCORSO Il nuovo Primo Ministro thailandese ha promesso di limitare l’uso della marijuana per scopi medici, dopo che migliaia di weed shop hanno aperto in tutto il Paese da quando la nazione è diventata la prima in Asia a depenalizzare la cannabis un anno fa. Il governo cercherà di “correggere” la sua politica sulla cannabis e il dilagare dei dispensari che vendono liberamente questa droga nel giro di sei mesi, ha affermato Srettha Thavisin in un’intervista con Haslinda Amin di Bloomberg Television lo scorso settembre a New York. “La legge dovrà essere riscritta”, ha dichiarato Srettha. “Dev’essere rettificata. Possiamo regolamentarla solo per uso medico”, ha detto, aggiungendo che non può esistere una via di mezzo per l’uso ricreativo. Sebbene Srettha abbia dichiarato che gli 11 partiti della coalizione di cui è a capo concordano ampiamente sulla necessità di limitare l’uso della cannabis, non è chiaro come procederà esattamente la sua amministrazione.

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Il Pheu Thai Party di Srettha ha promosso una severa campagna antidroga prima delle elezioni di maggio e si è impegnato ad annullare la politica storica di depenalizzazione della cannabis. È ora in coalizione con il partito Bhumjaithai guidato da Anutin Charnvirakul, che si è impegnato a portare avanti un piano per reintrodurre in parlamento una proposta di legge sulla cannabis volta a un maggiore monitoraggio dell’industria, ma si oppone a classificare nuovamente la pianta

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come droga. Il vuoto normativo in corso, dopo la declassificazione della marijuana come stupefacente, ha portato alla proliferazione di quasi 6.000 dispensari in tutto il Paese. Questi vendono di tutto, dalle cime di cannabis agli estratti di olio contenenti meno dello 0,2% di tetraidrocannabinolo, il composto psicoattivo che dà ai consumatori la sensazione di “sballo”. Gli agricoltori thailandesi possono coltivare liberamente la cannabis dopo essersi registrati presso la Food and Drug Administration. I proprietari dei dispensari locali si sono anche lamentati per le importazioni sfrenate e per i prezzi troppo elevati. L’industria della cannabis non si è lasciata scoraggiare dalla mossa che prevede di reimporre i controlli. I benefici terapeutici della cannabis sfumano già di per sé la linea di demarcazione fra salute e uso ricreativo, rendendo di fatto impraticabile qualsiasi divieto di svago, secondo Poonwarit Wangpatravanich, Presidente della Phuket Cannabis Association. “Una maggiore regolamentazione sarà positiva, poiché non vogliamo una via libera per tutti”, ha affermato Poonwarit. “La cannabis è destinata a rimanere, ma non è ancora chiaro in quale forma”. Classificare di nuovo la cannabis come narcotico, anziché regolamentare l’industria, rischierà di spingere l’uso ricreativo underground, dove ci saranno ancora meno controlli, ha affermato Rattapon Sanrak, fondatore del gruppo di difesa della cannabis Highland Network. Il governo di Srettha si è impegnato a “debella-

re” le droghe dalla società thailandese: il Primo Ministro ha affermato di voler “ridurre in modo decisivo” la minaccia nel giro di un anno, mentre presiedeva un evento volto a distruggere i narcotici confiscati dalle autorità all’inizio di questa settimana. La Thailandia è considerata il principale canale per il traffico di droga lungo l’ampia valle del fiume Mekong nel Sud-Est asiatico e si ritiene che le autorità di controllo chiudano spesso un occhio. Secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine, l’economia della criminalità organizzata del SudEst asiatico, che comprende il commercio illecito di droga e fauna selvatica, nel 2019 ha raggiunto un valore stimato di 130 miliardi di dollari. “Il problema della droga è molto diffuso ultimamente, soprattutto nella parte nord-orientale e settentrionale della Thailandia”, ha dichiarato Srettha. “E non abbiamo bisogno che a questo si sommi un altro problema”. Fonte: Time.com


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Concia e conservazione del raccolto Di Jorge Cervantes

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La rivoluzione della cannabis in Thailandia

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LE CHIAVI DEL BREEDER GLOBALE: ESPERIENZA, COMPRENSIONE E PROSSIMITÀ CON ARJAN ROSKAM DI GREEN HOUSE SEED COMPANY Abbiamo parlato con Arjan Roskam, uno dei breeder più esperti al mondo, alma mater di Green House Seed Company, degli aspetti fondamentali del suo lavoro. Essere uno dei principali selezionatori di marijuana ha richiesto molta esperienza con la pianta, prossimità con altri coltivatori e colture, comprensione della pianta, costruzione di spazi di selezione e anche denaro da investire. Inoltre, Roskam vanta una preziosa esperienza internazionale. Attualmente sta giocando le sue carte in Thailandia, dove ha già aperto un dispensario, grazie alla recente legalizzazione della marijuana. Per Arjan, avere un effetto positivo sulla comunità è fondamentale.

Arjan Roskam: un breeder d’élite globale Arjan Roskam è stato acclamato come il re della cannabis per il suo incredibile record di riconoscimenti vinti nel corso della sua carriera, non solo come coltivatore ma anche come creatore di decine di varietà leggendarie. È l’unico breeder al mondo a cui sia stato riconosciuto il merito di essersi aggiudicato più di 40 trofei della cannabis in 53 anni di vita. Nel 1985, Arjan ha iniziato a coltivare varietà esotiche regalategli da amici e portate da viaggi in luoghi come la Thailandia, il Nepal e altri Paesi del Sud-Est asiatico. Nel 1992 ha aperto il suo coffee shop ad Amsterdam: The Green House. Il resto della storia parla di un uomo, del suo ambiente e delle circostanze che lo hanno portato ai vertici del mondo della cannabis. È un super coltivatore di cannabis che sembra non dimenticare nemmeno per un secondo il valore della pazienza per acquisire esperienza e per migliorare. Le conseguenze della mentalità da fast food delle nostre società si traducono in prodotti di scarsa qualità. Arjan lo sa e lo applica alla coltivazione della marijuana. Quando aveva 17 anni, intorno al 1987, Arjan lavorava nel suo ristorante in Olanda come chef. Una delle sue citazioni preferite risale a quel periodo, è un raffronto. Arjan paragona spesso la cannabis al vino. “Gli chef e gli amanti del vino capiscono i gusti e i sapori”, afferma con convinzione. Prima di diventare un breeder famoso nel mondo, ha lavorato come chef. Questa esperienza gli ha fornito le competenze necessarie per comprendere gli aromi e i sapori della cannabis, per imparare a differenziarli e a combinarli in modo armonioso. Roskam ha creato alcune delle genetiche classiche come la Super Silver Haze, la White Widow e la Super Lemon Haze, oltre a numerosi altri ibridi che sono passati attraverso il suo pool genetico. Per ottenere questi classici e portare avanti la sua attività nel mondo, Roskam sottolinea che è necessaria una buona esperienza nella coltivazione, così come la prossimità ad altri breeder, la comprensione della pianta e del suo ambiente. Lavorare a stretto contatto con altri breeder significa migliorare la selezione. Grazie allo scambio di genetiche realizzate, trovate e/o conservate dai breeder, sono nate le migliori genetiche che

conosciamo oggi. Spazio e denaro sono gli altri fattori che ha menzionato. “Lo spazio e il denaro sono risorse necessarie per avere successo nello sviluppo del breeding, perché senza di essi è estremamente arduo raggiungere una stabilità genetica sufficiente”, ha spiegato Arjan.

Pharma e l’azienda che possiede il glifosato - un diserbante usato per il controllo delle infestanti che azzera la fertilità del terreno - stanno facendo di tutto per rendere illegale la marijuana. Questo perché questa pianta sarebbe un sostituto più efficace di ciò che offrono”, ha spiegato a Soft Secrets il fondatore della Green House Seed Company. Tra tutti i successi di Arjan e del suo team, ce ne sono tre che spiccano per il loro impatto sul mondo, al di là della White Widow: lo sviluppo delle comunità attraverso l’istruzione, la Strain Hunters Foundation e la spinta per la regolamentazione della cannabis in Colombia, Saint-Vincent e Marocco.

Strain Hunters nel mondo

Green House Thailandia

La Strain Hunters Foundation è un’organizzazione no-profit fondata nel 2007 per sostenere le comunità nelle regioni più trascurate del mondo, dove vengono prodotti anche i documentari di Strain Hunters. Arjan ha ricordato il caso di Shamaru, un adolescente indiano che vive a Malana, un antico villaggio di montagna dove si produce il charas come fonte di reddito. “Abbiamo donato una casa a Shamaru, che ha perso i genitori quando aveva 4 e 7 anni, prima il padre e poi la madre. Ora ha 18 anni. Non possedeva nulla. Dormiva in un rifugio, aveva delle pecore e una coltivazione di cannabis”, racconta in un video Strain Hunters India.

Nel 2023, Arjan ha fondato GHEG Thailand Co. Ltd., una joint venture tra Green House Brands Thailand (Green House Seed Co., Strain Hunters e GH Medical). Si tratta di uno dei più grandi centri di coltivazione e lavorazione della cannabis in Thailandia, Energrow Thailand. Nota come Green House Thailand, ha sede a Nuanchan, Bangkok. Green House Energrow si trova nel nord della Thailandia e dispone di oltre 100 ettari di terreno per la coltivazione e la lavorazione della cannabis. L’azienda ha già aperto il suo primo dispensario a Bangkok e presto ne aprirà altri due a Samui e Phuket. La struttura dispone attualmente di 28 serre in policarbonato con un’area di fioritura totale di oltre 8.000 m2 e più di 10.000 m2 di aree aggiuntive di fioritura indoor e serre a clima controllato. La sfida più grande durante questo processo è stata la costruzione delle grandi strutture per la coltivazione e la lavorazione della cannabis. Oltre al fatto di dover navigare nell’incertezza di una normativa non ancora del tutto chiara e solida. Cosa che potrebbe mettere a repentaglio tutto il lavoro investito, racconta

“In futuro vedremo gli agricoltori delle zone povere iniziare a coltivare piante femminizzate per guadagnare più denaro, per far studiare i bambini e sviluppare le loro comunità”, ha detto Arjan nel documentario della sua spedizione in Malawi. Ha anche sottolineato il valore d’imparare a coltivare la cannabis nelle comunità con elevati tassi di emarginazione. Un’altra delle cose che più commuove Arjan è il suo contributo a uno dei maggiori problemi che attualmente affliggono il settore della cannabis in tutto il mondo: la regolamentazione che peggiora la qualità della vita delle persone. “Arriva la legalizzazione e poi arrivano le grandi aziende. Abbiamo sempre voluto legalizzare la cannabis. Tuttavia, uno degli svantaggi della legalizzazione della cannabis è che una parte molto povera del mondo ne soffrirà, a meno che non faccia parte dell’evoluzione. In alcuni Paesi i governi concedono la licenza solo a poche grandi aziende. L’unica cosa che possiamo fare è affrontare il loro problema. Come abbiamo fatto in Colombia, a Saint-Vincent e in Marocco. Tutti questi Paesi, dopo il nostro arrivo, hanno legalizzato o regolamentato la marijuana per uso medico. Quindi, la cosa più importante è far conoscere la loro storia e mostrare al mondo ciò che sta accadendo. Quando i governi e le ONG lo riconosceranno, potranno fare qualcosa per aiutare a risolvere il problema”, afferma nel video della sua missione in Sudafrica.

Minacce al settore della cannabis Se si osserva Arjan per più di un minuto, si noterà che ha un modo molto chiaro e vendicativo di guardare al mondo. “L’istituzione della Chiesa cattolica, l’industria del tabacco, la cosiddetta Big

particolare il valore delle donne nel settore della cannabis. Ci sono sempre donne nei suoi team di lavoro, che danno un contributo estremamente prezioso. “È molto importante lavorare con le donne”, afferma. E aggiunge che “le aziende più importanti capiscono il potere delle donne”. I valori che Arjan ritiene più importante trasmettere sono ispirati a una persona che ammira molto, Nelson Mandela, il leader sudafricano che ha superato la segregazione e il razzismo in Sudafrica. Arjan è nato in Sudafrica e conosce il lavoro di Mandela. Lo ammira “per aver resistito a 27 anni di prigione e aver unito il Paese”, dice. Ecco perché ritiene che per gestire la sua azienda e diventare un leader indiscusso della cannabis

globale sia necessario “agire con grande motivazione”, una motivazione che è in costante miglioramento. È anche necessario, secondo Arjan, avere fiducia in noi stessi e “fare ciò che vogliamo veramente fare”. I consigli di Arjan servono da orientamento, la sua visione favorisce la consapevolezza della realtà che viviamo nel settore e dà un contributo positivo alle nostre comunità.

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Arjan a Soft Secrets. Tra i vantaggi della coltivazione in Thailandia, Arjan mette in evidenza diversi aspetti. Da un lato, la facilità di ottenere licenze rispetto all’Europa e agli Stati Uniti. Dall’altro, il clima favorevole alla coltivazione in Thailandia la rende redditizia e produttiva. Ha anche trovato un governo ben disposto che, lungi dall’ostacolare la sua attività e lo sviluppo di Green House Thailand, ha agevolato lo sviluppo di Green House Thailand, ha facilitato tutto ciò che ha potuto. Si sente anche molto fortunato per le qualità umane del suo team in Thailandia. E assicura che senza la fiducia e la dedizione di queste persone nulla sarebbe stato possibile. Ha sottolineato in

Un contributo come quello di Franco Loja è fondamentale, si tratta di una persona che Arjan non manca mai di nominare o ricordare. Il suo lavoro come genetista e braccio destro di Greenhouse Seeds è stato un enorme contributo alla cultura della cannabis. Per Franco, la cannabis era libertà. Nel suo ultimo video, prima di morire di malaria all’età di 42 anni, dopo un viaggio in Congo dove aveva contratto la malattia, guarda il bancone del coffee shop Greenhouse e dice: “Per me andare a quel bancone, con il dealer, avere un po’ di weed, sedermi al bar, bere qualcosa e fumare una canna è magico. Rappresenta davvero la libertà”. La stessa libertà che Arjan consiglia a ogni coltivatore di cannabis.


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MICOHEMP La linea Micohemp nasce insieme all’espansione del mercato della Cannabis light. Sfruttando la sua esperienza in campo, Stefano Cattapan, agronomo per l’azienda CCS Aosta Srl, ha iniziato a testare sulla canapa i microrganismi prodotti dalla sua storica azienda. Viene, così alla luce Micohemp, una linea fertilizzante che risponde alle esigenze delle piante a seconda delle diverse fasi di sviluppo. Cosa differenzia la linea Micohemp dalle altre? Micohemp è registrata come fertilizzante biologico ad azione biostimolante su suolo e pianta e questo perché i nostri microrganismi garantiscono una forte simbiosi con la pianta che aumenta enormemente il suo apparato radicale. I micror-

ganismi sono in grado di sottrarre elementi dal suolo rendendoli disponibili per le piante. Questi due aspetti migliorano sostanzialmente la concimazione soprattutto nelle coltivazioni in campo aperto, per esempio, i nostri batteri possiedono una forte attività chelante su elementi come Fe e P che rendono immediatamente biodisponibili. Oltre l’effetto biostimolante alcuni microrganismi lavorano come agenti di biocontrollo su diverse patologie fungine (come Sclerotinia sp. e Botrytis cinerea), nematodi e acari sui quali agiscono da repellenti.

A che tipo di grower sono rivolti i vostri prodotti? Micohemp è composta sia da confezioni per grosse estensioni che per il grower domestico. Il suo utilizzo è semplice, accessibile a tutti, bastano poche ripetizioni per ottenere grandi risultati.

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E per chi volesse, i nostri prodotti, si possono tranquillamente miscelare agli altri fertilizzanti.

Ci descrivi i prodotti della linea? La linea è costituita da Roots, ovvero tante micorrize e grande biodiversità batterica e fungina per garantire una forte radicazione. Poi abbiamo Leaf, un ottimo biostimolante, da spruzzare sulle talee o nei letti di semina, dove agisce da repellente su uova e neanidi di acari, ed è un ottimo nematocida. Weed, poi, garantisce l’eliminazione dei residui degli insetticidi, stimola la produzione di antociani (il colore dei fiori) e previene la botrite. Infine, il Master, oltre ad essere un forte biostimolante da usare in fertirrigazione post trapianto, agisce sulla difesa da patologie fungine. www.indoorline.com/catalogo/?ricerca= micohemp

GREEN ALPS DISTRIBUTION Green Alps Distribution coltiva sulle Alpi trentine: un luogo puro ed incontaminato. La loro filosofia agricola, mediante l’uso di concimi organici e di nuove biotecnologie, garantisce l’assenza di metalli pesanti e prodotti chimici per la salvaguardia dell’ambiente e della salute dei consumatori. Tra i prodotti Green Alps Distribution, troverete la linea base di olio CBD e la nuova linea di oli CBD+CBG. La combinazione tra Cannabidiolo(CBD) e Cannabigerolo(CBG), in pari quantità, lavorano all’unisono creando una sinergia tra i componenti, potenziandone l’efficacia. PRODOTTO COSMETICO. Diluito in MTC Cocco-senza solventi- disponibile nei formati 10ml e 30ml.

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COLTIVAZIONE DI PIANTE DI SATIVA IN CASA

Le piante di cannabis sativa rappresentano un lato dello spettro genetico e sono spesso associate a lunghi tempi di fioritura, cime allungate, crescita cespugliosa, sballo elettrico e sono generalmente più delicate delle piante di indica. Potreste aver deciso di provare una sativa per scoprire com’è, ecco perché in questo articolo vi offro 8 consigli da tenere in considerazione la prossima volta che sarete destinati a raccogliere una sativa della vecchia scuola da 12-14 settimane indoor. Dritta n. 1: Coltivare varietà diverse Così come esistono numerosi ibridi a predominanza indica, lo stesso vale per gli incroci tra sativa e haze. In passato e fra i coltivatori olandesi, la Haze originale era una pianta di 13-14 settimane che richiedeva più elettricità, nutrienti e manutenzione rispetto alle cultivar Kush, indica o ibride. Al giorno d’oggi la scelta di varietà di sativa è enorme, ecco perché il mio consiglio principale è quello di coltivare una serie di varietà diverse. Ognuna di esse rappresenterà un lato diverso della pianta di sativa, offrendo un effetto, un sapore, un odore e un aspetto unici. Si tratta anche di un’ottima soluzione per imparare a conoscere i diversi caratteri e capire quali sono i più desiderabili ai vostri occhi.

Dritta n. 3 - Potatura decisa La potatura è un’ottima soluzione per consentire alle energie della pianta di concentrarsi sul fogliame che rimane. La rimozione delle foglie e delle cime più in basso non solo produce cime più grandi, vi consente anche di non preoccuparvi di avere cime piccole. Le piante di Sativa fioriscono in modo arioso, appuntito e allungato, pertanto è fondamentale ottenere il massimo volume sulle cime. Il mio consiglio principale è quello di potare le piante una settimana prima della fioritura in fotoperiodo 12/12, lasciando solo i 2 internodi superiori e togliendo completamente tutto ciò che si trova al di sotto di questo punto. Una potatura di questo tipo migliorerà anche il flusso d’aria intorno alle piante e ridurrà il rischio di insetti alla base dei vasi e delle foglie. Dritta n. 4 – Fate fiorire le piante piccole Se temete che le vostre piante di sativa impieghino troppo tempo nella fase di fioritura, o se siete preoccupati che una volta fiorite crescano oltre la fonte di luce da coltivazione, perché non considerare la possibilità di far fiorire piante di piccole dimensioni? Le piante più piccole determineranno la loro crescita, quindi se volete produrre piante di Cannabis sativa di medie dimensioni, intorno ai 75-90 cm, un vaso piccolo funzionerà benissimo.

Dritta n. 2: Cimare precocemente Uno dei maggiori problemi che riscontra un coltivatore alle prime armi può essere la natura aggressivamente allampanata delle varietà di sativa. Non solo hanno una crescita stentata, verso l’alto e con un’ampia spaziatura internodale, ma una volta passati i timer a un fotoperiodo da 12/12, le piante di sativa spesso si allungano e raggiungono fino al 200-300% delle proprie dimensioni. Il mio consiglio principale è quello di cimare le piante durante la seconda o la terza settimana in fotoperiodo 18/6. Con questa semplice ma efficace tecnica di training delle piante, sarete in grado di ridurre la quantità di auxina responsabile della dominanza apicale, il che comporterà piante più corte una volta terminato l’allungamento.

Il mio consiglio principale è quello di coltivare una pianta di sativa in un vaso da 7,5 litri che, una volta fiorito a 30 cm di altezza, raggiungerà poi 75-100 cm di altezza e avrà quasi la stessa larghezza. Potete sperimentare con le dimensioni del vaso e l’altezza della pianta e troverete l’equilibrio ideale, che vi consentirà di coltivare una pianta di sativa nella stessa stanza delle vostre piante di indica senza che la situazione vada fuori controllo. Dritta n. 5 - Più nutrienti Tempi di fioritura più lunghi significano che avrete bisogno di più elettricità e più nutrienti per spingere la vostra pianta di sativa oltre il traguardo. Potreste essere abituati a fioriture di ibridi a predominanza indica che richiedono solo 6 settimane di nutrimento meno il flushing, ma quando si tratta di sativa, potreste dover nutrire la pianta per 10-12 settimane. Il mio consiglio principale è quello d’investire adesso in tutti i nutrienti di cui avrete bisogno, prima di piantare il seme. Non c’è niente di peggio che rimanere a corto di sostanze nutritive durante la fioritura di piante di cannabis indoor e non poterne acquistare di nuove in tempi brevi.

Una sativa vecchia scuola in vegetativa outdoor.

Assicuratevi di essere ben preparati e di poter coprire i costi extra di elettricità e nutrienti. Dritta n. 6 - Le piante grandi richiedono piÚ tempo Per chi è davvero irremovibile nel voler coltivare solo piante grandi e ottenere raccolti abbondanti, il consiglio è quello di optare per la coltivazione di varietà di sativa di grandi dimensioni. Qualsiasi pianta di grandi dimensioni, a mio parere, avrà sempre bisogno di una settimana in piÚ per maturare davvero, semplicemente in base alle cime massicce e alle dimensioni piÚ grandi del normale. Il mio consiglio principale è quello di aggiungere una settimana al tempo di fioritura, per assicurarvi che le cime abbiano raggiunto il loro apice in termini di produzione di terpeni e di resina.

Quindi, se il periodo di fioritura riportato sulla confezione dei semi indica 84 giorni, portatelo a 90 per ottenere i migliori risultati possibili. Dritta n. 7 - SCROG È un’ottima soluzione per controllare l’altezza finale delle piante e consentire al coltivatore di essere pratico e di applicare cimatura, super cropping, low stress technique e potatura in una sola volta. La tecnica Screen of Green si avvale di un traliccio schermante attraverso il quale passano le piante su cui si sia effettuato il giusto training. Il mio consiglio principale è quello di provare a coltivare una sativa con il metodo SCROG. Le piante di sativa funzionano particolarmente bene quando vengono coltivate con uno screen e diventano produttrici solide e ben sostenute.


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Coltivazione

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Advanced Nutrients presenta Sensi Terra, la sua nuova esclusiva base fertilizzante per l’Europa

UN PRODOTTO DAL PREZZO COMPETITIVO PER COLTIVATORI CHE VOGLIONO RISPARMIARE SENZA RINUNCIARE ALLA QUALITÀ

Pensando al mercato europeo, Advanced Nutrients ha sviluppato un prodotto basato su 20 anni di esperienza e ricerca: una base semplice e facile da usare che garantisce anche un apporto nutrizionale superiore rispetto ai prodotti concorrenti. Quando si pensa a un marchio di fertilizzanti di qualità superiore, viene in mente Advanced Nutrients, la prima scelta per i coltivatori che vogliono massimizzare il potenziale genetico delle loro varietà preferite. Data l’attuale situazione del mercato europeo, in cui molti coltivatori ricorrono a fertilizzanti di base composti unicamente da sali, Sensi Terra è stata lanciata come la prima base Advanced Nutrients esclusivamente destinata ai coltivatori europei che intendono risparmiare senza rinunciare alla qualità. Consta di due componenti (Sensi Terra Uno e Sensi Terra Due); la gamma è poi completata da quattro additivi per ottenere risultati eccellenti con pochi prodotti.

UN FERTILIZZANTE DI BASE ORIENTATO AI RISULTATI A differenza di altre basi di prezzo medio, Sensi Terra assiste la pianta durante il cambio di fase. L’uso di Sensi Terra Uno è consigliato durante il ciclo di crescita fino alla seconda settimana di fioritura; successivamente si può passare a Sensi Terra Due. Grazie a questa formulazione, le piante riceveranno il necessario apporto di azoto durante le prime due settimane di fioritura, quando la domanda di questo macroelemento è più elevata, oltre a una dose maggiore di fosforo e potassio per massimizzare la produzione di

cannabinoidi e terpeni nel momento in cui la pianta ha bisogno di un maggiore apporto di questi elementi. Proprio per questo motivo, a differenza di altri fertilizzanti per cannabis, il consumo di entrambi i componenti alla fine del ciclo sarà simile. Pertanto basterà scegliere il formato più adatto alle dimensioni della propria coltura, 1L, 5L o 10L, per una facile conservazione e utilizzo dei nostri fertilizzanti. Un altro motivo che distingue questa base da quelle normalmente presenti sul mercato è la sua gamma di pH stabilizzati, con fluttuazioni inferiori rispetto ai prodotti concorrenti. Contiene inoltre livelli più elevati di micronutrienti come ferro e magnesio, che saranno utili ai coltivatori che utilizzano i LED, dato che la domanda di questi elementi è spesso più elevata se si utilizzano lampade di questo tipo. A ciò si aggiungeranno chelati potenziati per aumentare l’assorbimento dei nutrienti e il giusto livello di salinità, che fornirà esattamente ciò di cui la pianta ha bisogno senza aumentare troppo la conducibilità elettrica (EC). D’altra parte, rispetto agli altri fertilizzanti di base dello stesso segmento si riscontra un maggior rapporto tra fosforo e potassio e una maggiore quantità di questi macroelementi, il che produrrà fiori più pesanti e un più alto tenore di cannabinoidi senza dover necessariamente ricorrere ad additivi.

Sensi Terra, la nuova base esclusiva per il mercato europeo, sta giĂ  generando grandi aspettative.

Tutto ciò, naturalmente, è accompagnato dai piÚ alti standard qualitativi che Advanced Nutrients rispetta sempre durante il processo di produzione: materie prime di grado farmaceutico di altissima qualità, costanza del prodotto, tracciabilità di ogni flacone prodotto nei suoi stabilimenti di Barcellona, il tutto per ottenere il miglior risultato possibile per un mercato cosÏ esigente e in continua evoluzione come quello europeo.

SENSI TERRA E HAMMERHEAD, UNA COMBINAZIONE ESPLOSIVA Sensi Terra ha riportato in auge un prodotto molto amato dai coltivatori europei, che tutti pensavano fosse scomparso, Hammerhead, un potente integratore PK che può essere usato durante tutto il ciclo di fioritura e che rende le cime grandi e dure. A differenza degli altri prodotti, Advanced PK può essere usato praticamente dall’inizio alla fine della fioritura,

semplificando la coltivazione. Il piano alimentare si completa con Sensizym, B-52 e le nuove compresse effervescenti Voodoo Juice +, che contengono 16 milioni di unità formanti colonie (UFC) di batteri benefici per le radici, nonchÊ endomicorrize ed ectomicorrize. In questo modo, si stimolano le piante a sintetizzare e ad assorbire tutti i nutrienti, creando al contempo una barriera naturale contro funghi patogeni come Fusarium o Pythium. Sensi Terra può essere utilizzato insieme a Piranha in forma liquida, se si desidera migliorare questo cocktail di microrganismi, aggiungendo funghi promotori della crescita delle radici per proteggere attivamente la pianta dagli attacchi di funghi e patogeni. Questi includono i nostri ceppi selezionati di Trichoderma Harzianum e Trichoderma Viride. Sensi Terra è ora disponibile in esclusiva per il mercato europeo presso i negozi di agraria locali!


11 nabis più economica sul mercato. Negli ultimi mesi, il marchio americano ha lavorato intensamente per offrire questo fertilizzante di qualità superiore senza eccipienti indesiderati e con le materie prime più pure che si possano trovare sul mercato europeo. Si può scegliere di coltivare con un fertilizzante 100% minerale di base, completo di additivi, di fascia alta, come il nostro “PH Perfect”, oppure utilizzare Jungle Juice come prodotto di prima scelta nel segmento di prezzo più basso. In questo modo, i coltivatori che cercano l’eccellenza per sfruttare appieno il potenziale delle loro genetiche, potranno integrare il loro piano di alimentazione con additivi, come Bud Factor X o Voodoo+, senza dover optare per i più costosi prodotti tricomponenti 100% minerali disponibili sul mercato.

IGUANA JUICE, L’ALTERNATIVA BIOLOGICA, ORA PIÙ ECONOMICA! I coltivatori biologici saranno felici di sapere che hanno ora a disposizione un fertilizzante di qualità superiore che si confronta positivamente con i classici fertilizzanti minerali in termini di prezzo. Iguana Juice, infatti, viene ora offerto a un prezzo più conveniente per garantire una coltivazione al 100% biologica, in grado di produrre le stesse quantità che si ottengono normalmente con i fertilizzanti minerali, facendo emergere tutte le sfumature e la profondità dei terpeni attesi al momento del raccolto. Essendo fabbricato in Europa, i costi di produzione sono stati ridotti per ottenere un prodotto di qualità superiore per tutte le tasche. A differenza di altre basi organiche presenti sul mercato, Iguana Juice è altamente concentrato con ingredienti naturali di prima qualità altamente solubili in miscele all’interno di serbatoi di alimentazione. Ciò permette di evitare i sedimenti che si accumulano se si usano prodotti di altre marche presenti sul mercato e, di conseguenza, possibili problemi come l’intasamento dei gocciolatoi negli impianti di irrigazione automatica. In particolare, due input rendono questi prodotti unici, ovvero l’idrolizzato proteico di pesce e l’idrolizzato proteico di soia, che contengono una fonte di macro e micronutrienti, vitamine e aminoacidi disponibili per le vostre amate piante. Ciò si traduce in raccolti copiosi e dalle qualità organolettiche superiori, privi di metalli pesanti, sostanze chimiche o altri residui tossici, che normalmente rimarrebbero nella pianta senza i giusti nutrienti. Iguana

Juice è completato dagli altri prodotti della gamma OG Organics: Big Bud, Big Mike OG Tea e Ancient Earth, tutti disponibili in Europa.

JUNGLE JUICE È, ANCORA UNA VOLTA, IL MIGLIOR COMPROMESSO TRA QUALITÀ E PREZZO NEL SEGMENTO DEI FERTILIZZANTI DI BASE A TRE COMPONENTI Jungle Juice, ora disponibile ad un prezzo molto più competitivo, è ancora una volta la formula tricomponente specifica per la Can-

TANTO MEGLIO SE L’ALIMENTAZIONE È PIÙ RICCA Sebbene i due piani di alimentazione di cui parliamo in questo articolo contengano solo i fiori all’occhiello del marchio, gli additivi più famosi di Advanced saranno ancora disponibili per chi intende spingere al massimo le potenzialità delle proprie colture. Oltre ai ben noti Bud Candy, Carboload, Overdrive e Piranha, i classici Big Bud e Bud Blood, che hanno dato tante soddisfazioni ai coltivatori del mercato americano nel corso degli anni, sono ora tornati in polvere e ad un prezzo molto competitivo. Questi prodotti sono particolarmente adatti a quei coltivatori che preferiscono soluzioni solide nel piano nutrizionale delle loro colture e che desiderano ridurre il costo per litro della soluzione nutritiva.


Una varietà di Barney’s Farm

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Green Born Identity – G.B.I.

RUNTZ LAYER CAKE STRATO DOPO STRATO, UNA DELIZIA AD ALTA POTENZA

tre settimane di fioritura, dopodichĂŠ sono spuntati lungo i rami numerosi grappoli di fiori freschi, belli grossi che, nelle settimane successive, si sono sviluppati in cime opulente, dalle dimensioni sorprendenti e coloratissime. Le foglie e, in parte, anche i calici delle gemme superiori e laterali, hanno assunto un bel colore rosso scuro tendente al viola.

La banca dei semi Barney’s Farm è nota per avere in catalogo le

Dopo nove settimane di fioritura, Mr. Knolle commenta: “Non mi aspettavo questa colorazione speciale e ora sono stupito da questo spettacolo straordinario. Ho inoltre notato che le cime gonfie, grandissime e dure come il cemento sono ricoperte da un enorme strato di tricomi cristallini: la grande promessa di resina abbondante per questa varietà, che si colloca tra le migliori della West Coast, è quindi stata decisamente mantenuta!

speciali genetiche della West Coast californiana, avendo creato tutta una serie di fantastiche varietĂ 

In contrasto con la superficie scura delle foglie e dei fiori, questo ricca coltre di cristalli brilla ancora di più. Dappertutto non ho visto altro che cime spesse cariche di fiori: ero sicuro che avrei superato il limite dei 100 grammi secchi con questa pianta favolosa, cosa che ho raramente raggiunto finora nella mia carriera di cannabicoltore. Visivamente, la varietà, tanto decantata da Barney’s Farm, si è dimostrata una vera meraviglia.

di questo tipo nel mondo della cannabis. Con Runtz Layer Cake, i selezionatori della Barney’s hanno creato una varietà particolarmente ricca e stratificata, la cui composizione genetica ricorda una gloriosa squadra di numeri uno, in cui sono riuniti i nomi più illustri delle varietà dessert californiane. In base a quanto dichiarato da Barney’s, Runtz (ibrido fra Zkittlez e Gelato) è stata a sua volta incrociata con l’ibrido quadruplo Layer Cake ([Wedding Cake x GMO Cookies] x [Cookies Kush x Skunk #1]) –. Il risultato è un “impressionante” super ibrido bilanciato 50% sativa/50% indica, con elevata potenza (fino al 27% di THC), rese abbondanti (fino a 650g/m2 all’interno), un tempo di fioritura moderatamente lungo (65-70 giorni) e un complesso aroma gourmet che rispecchia gli aspetti migliori delle genetiche parentali, con note speziate di agrumi, gas e terra, senza mancare, ovviamente, di una generosa nota di dolcezza. Il suo potente high è ereditato sia dalla sativa che dall’indica. Provoca un piacevole rilassamento nel corpo e un effetto mentale esaltante, che migliora l’umore del consumatore. La Runtz Layer Cake è una varietà senza complicazioni, ideale per qualsiasi sala di coltura. La sua natura robusta e prospera fa della RLC la scelta ideale anche per i principianti. Gli esemplari raggiungono fino a 120 cm di altezza all’interno. Con una maturazione piuttosto precoce (la prima o la seconda settimana di ottobre), questa varietà è anche indicata per

Sono rimasto impressionato anche dal suo aroma: floreale folgorante e carismatico, con tutte le caratteristiche dichiarate da Barney’s: note di agrumi, gas e terra combinate con una dolcezza pervadente che tiene insieme questa miscela di aromi.” La Runtz Layer Cake di Mr. Knolle era completamente matura alla fine della finestra di maturazione di 65-70 giorni. Dopo 65 giorni, avendo raggiunto un’altezza finale di 70 cm, Mr. Knolle si è rimesso all’opera cominciando a recidere le cime e a spuntarle, cosa davvero facile per il basso rapporto cime/foglie.

coltivazioni all’aperto. In condizioni ottimali, si possono ottenere rese impressionanti, fino a 2,5 chili per pianta, con un’altezza di circa due metri.

Un’eccellente crescita vegetativa All’atto di pianificare il suo ciclo di coltivazione, Mr. Knolle si rende conto di avere ancora spazio per coltivare una varietà in più nella sua tenda di coltura. Avendo ricevuto in regalo un seme femminizzato di Runtz Layer Cake da un amico, si mette subito all’opera e, dopo poco meno di tre giorni, una piantina di RLC è pronta a spuntare dal terreno. Trascorse tre

settimane per la crescita vegetativa della pianta Mr. Knolle constata che sul suo esemplare è cresciuto uno strato denso e compatto di rami carichi di foglie verdi di media larghezza. A questo punto, Mr. Knolle trae la sua prima conclusione: “Questa pianta di Runtz Layer Cake finora ha dato prova di una crescita eccellente raggiungendo una taglia di 28 cm. È giunto il momento di farla fiorire”.

La fase di fioritura - cime dense e sensazionalmente aromatiche, con una ricca quantità di cristalli La pianta RLC di Mr. Knolle si è allungata molto ed è raddoppiata in altezza nelle prime

La Runtz Layer Cake offre una resa a tre cifre di cime essiccate! Mr. Knolle era particolarmente curioso al momento di pesare il suo raccolto secco: Runtz Layer Cake avrebbe davvero superato la barriera dei 100 grammi? Con sua grande gioia, la risposta era positiva: la resa era di 108 grammi. Mr. Knolle ha commentato: “Il risultato è assolutamente straordinario, è un’erba di prima qualità che produce anche molte cime. L’odore, già delizioso durante la fioritura, si è sviluppato in un mix perfetto di aromi dolci e leggermente speziati che catturano l’olfatto del coltivatore non vedevo l’ora di provarla!”.


13 La super potenza di Runtz Layer Cake si percepisce con una sola boccata Al momento di iniziare la sua prima degustazione di Runtz Layer Cake, Mr. Knolle assapora appieno la prima boccata profonda dal suo vaporizzatore: “Il gusto è così dolce che all’inizio si ha la sensazione di aspirare zucchero vaporizzato in bocca; quindi, strato dopo strato, il sapore si dispiega in singole note che solleticano il palato: un po’ gassoso, ricorda i chiodi di garofano e il pepe nero, impreziosito da una rinfrescante nota di limone; mentre tutti questi sapori vengono percepiti, persiste un’immensa dolcezza. Nel finale, il gusto presenta una nota di liquirizia”. Gli è bastata questa prima boccata per rendersi conto che la varietà stava già facendo effetto! La Runtz Layer Cake produce una piacevole “cremosità” che sale lungo le gambe, diffondendosi in tutto il corpo e, dopo qualche altra boccata di vapore, culmina in una morbida vibrazione calda che provoca un profondo rilassamento. Così è stato per Mr. Knolle che, guadagnando il divano, constata un decisivo allentamento della tensione mentale e un sensibile miglioramento dell’umore. Le preoccupazioni si attenuano e lasciano il posto a pensieri calmi e fiduciosi. Runtz Layer Cake lo ha poi avvolto

in un “piumino” fisico e mentale per più di due ore, facendolo sprofondare in uno stato di relax totale.

rietà che abbia mai coltivato, non c’è dubbio! Questo gioiello della genetica della cannabis merita un punteggio di cinque stelle sotto tutti i punti di vista.

Il verdetto di Mr. Knolle

Grazie mille per questa straordinaria varietà, Barney’s Farm!”

“Strato dopo strato è una delizia altamente potente - Runtz Layer Cake è la migliore va-

Genetica:

Runtz Layer Cake (Runtz x ([Wedding Cake x GMO Cookies] x [Cookies Kush x Skunk #1]))

Fase vegetativa

21 giorni (dalla germinazione)

Fase di fioritura

65 giorni/ 65-70 giorni in generale

Sostrato

Bionova Bio Soilmix, vasi da 11 litri

pH ConducibilitĂ  elettrica (EC)

Dati di coltivazione:

Green Born Identity - G.B.I.

6,4-6,7 1,2–1,6 mS

Illuminazione

3x SANlight Q1 y 1 x Q3

Temperatura

19-27°C

UmiditĂ  atmosferica

40-60%

Irrigazione

A mano

Fertilizzanti

Bionova Soil Supermix e PK 13-14 nella fase di fioritura

Additivi/stimolatori

Bionova Silution, The Missing Link, Vitasol e X-cel

Impiantistica speciale

CleanLight per prevenire la formazione di muffa

Taglia

70 cm

Resa

108 g


Lifestyle

14

Di Giovanna Dark

Estetica Stoner 100 anni di storia del costume cannabico Dai dreadlock del leggendario Bob Marley ai tatuaggi del comico Pete Davidson, l’estetica stoner e gli abiti che la definiscono sono in costante evoluzione. Ma cosa definisce veramente il “look da fattone”? Esistono innumerevoli archetipi utilizzati per definire cosa sia uno “stoner”. Tuttavia, man mano che la cannabis si va normalizzando, è sempre più difficile individuare lo stoner tra la folla. Ma il fatto che il “look da fattone” non si distingua più, non significa che gli abiti della cultura della cannabis stiano scomparendo: allo stesso modo della pianta, stanno solo diventando più mainstream. L’estetica stoner è unica e varia come le persone che vi si identificano. Ci sono molte spiegazioni possibili per la sua crescente popolarità nel corso degli anni. Il fascino potrebbe risiedere nella sua capacità di fornire un senso di evasione per alcuni. Per altri, potrebbe essere la celebrazione della libertà e della positività in un mondo spesso stressante. E per la maggior parte, si tratta di un mix di entrambi gli ideali. Se il termine “fattone” è di per sé un dispregiativo, anche “stoner” ha spesso una connotazione negativa. Tuttavia, l’estetica stoner è molto più che fumare erba, calmare la fame chimica e ridere con gli amici: è anche un movimento artistico potente e creativo con cui fare i conti. Dall’abbigliamento all’arredamento, la moda è sempre stata in prima linea nella cultura dell’erba. Di seguito analizzeremo l’atteggiamento verso l’industria della cannabis nel corso dei decenni, i principali consumatori dell’epoca - da Marilyn Monroe a Pete Davidson - e la moda che incarnava lo stoner ideale. In questo modo potremo capire come sia cambiata la percezione della cannabis come “droga pericolosa per la vita” e come il tipico stoner sia oggi meno riconoscibile che mai.

ANNI ‘20 E ‘30 La maggior parte dei riferimenti alla cannabis prima del 1900 riguarda il suo uso medico o il suo ruolo nell’industria tessile. Ma negli anni ‘10, ‘20 e ‘30 si inizia a vedere il consumo ricreativo della canapa intrecciato a diversi movimenti artistici. La cannabis e la sua utilità diffusa divennero popolari in America negli anni Venti e Trenta,

Credits, hippie Memes&GIFs, imgflip.

soprattutto tra gli immigrati di colore che si stabilirono in enclavi come New Orleans e tra le persone in fuga dalla rivoluzione messicana. I venditori di cannabis spesso indossavano abiti particolari che li facevano distinguere dalla folla in doppiopetto e camicia. Negli anni ‘30, il consumo di cannabis era diffuso tra i musicisti jazz e altri membri dell’industria dello spettacolo. Ciò era in parte dovuto alla disponibilità di cannabis e alla sua capacità di aiutare gli artisti a gestire le lunghe ore di lavoro e la stanchezza dovuta ai viaggi e agli spettacoli. Vi siete mai chiesti cosa avrebbe indossato chi fumava erba negli anni ‘30? Anche noi! Poiché lo “stoner” non era ancora stato definito e il termine si diffuse solo molto più tardi (negli anni ‘70), il guardaroba quotidiano di un fumatore di erba era quello di un comune artista e frequentatore di jazz clubs.

Stoner di spicco dell’epoca: Ella Fitzgerald, Louis Armstrong

ANNI ‘40 E ‘50 L’uscita del film Reefer Madness, alimentò un’opera di diffamazione contro la cannabis e scatenò un picco di isteria contro la pianta e le persone che la consumavano. Nonostante gli sforzi per dissuadere le persone dal fumare cannabis, questa però sembrava destinata a diventare sempre più diffusa nella cultura tradizionale: molte persone continuarono a consumare la “lattuga del diavolo”, per curiosità o semplicemente perché ne apprezzavano gli effetti. Negli anni ‘40 e ‘50, la marijuana era una comune pianta da strada, fumata o mangiata dai poveri quando non potevano procurarsi il tabacco. Non c’era una cultura particolare associata ad essa, sebbene la cannabis fosse

apprezzata da persone di alto profilo, era spesso un ripiego rispetto al tabacco, la cui popolarità era cresciuta grazie all’attrazione di Hollywood per la cultura del fumo. Allo stesso modo, nell’abbigliamento non c’era un codice per poter identificare chi usava cannabis. Stoner di spicco dell’epoca: Marylin Monroe, Bob Dylan

ANNI ‘60 E ‘70 Questo periodo viene definito da molti il Far West della cultura della cannabis. Le persone sperimentavano tutti i tipi di consumo - sia terapeutici che ricreativi - e fumavano tutte le parti della pianta: steli, semi, foglie e cime. Anche se la quantità di gemme e la potenza degli strain non erano proprio quelli di oggi, quest’epoca della cultura della cannabis è


15 LA CANNABIS È QUI PER RESTARE, E IL SUO LEGAME CON LA CULTURA POP È PIÙ CHE MAI RILEVANTE

considerata una pietra miliare. Questo grazie soprattutto allo stile di vita hippie, che ha dato legittimità alla pianta medicinale che abbiamo oggi. Il termine “stoner” deriva in realtà dalla parola “stone”, che negli anni ‘60 era un termi-

ANNI ‘80 E ‘90 Gli anni ‘80 si sono rivelati un decennio poco brillante la cannabis, in quanto la war on drugs di reaganiana memoria diventatò una questio-

strada a un’accettazione ancora maggiore negli anni successivi. Per quanto riguarda l’abbigliamento stoner maschile e femminile degli anni ‘80, tutto ciò che è stato fatto negli anni ‘60 e ‘70 è ancora valido, solo più t-shirt, tie-dye e disco. Nel frattempo, la moda degli anni ‘90 ha fornito una nuova interpretazione del look da stoner, fondendo le parti migliori degli anni ‘80 (i colori e la disinvoltura) con l’atmosfera più cupa e grunge resa popolare da gruppi come i Nirvana Stoner di spicco dell’epoca: Snoop Dogg, Madonna, Kurt Kobain

medico, e da lì altri Stati iniziarono a seguirne l’esempio. All’inizio degli anni 2000, 13 Stati americani avevano approvato leggi che rendevano legale la cannabis medica. Il 2010 è stato poi un decennio di cambiamenti cruciali per la cultura della cannabis. L’interesse per la pianta cominciò ad essere visto come un hobby legittimo e in alcuni ambienti divenne uno strumento per l’autoesplorazione e la crescita personale. Per molti fumare cannabis era un modo per connettersi con la natura e la propria spiritualità. I primi anni Duemila hanno dato vita a una nuova interpretazione dell’estetica stoner: il grunge. Capelli lunghi, jeans larghi, scarpe con zeppe improbabili, camicie strette e punte ossigenate definivano ciò che era alla moda in quel periodo. A mio parere, i primi anni 2000 sono quelli che fanno più rabbrividire in questa lista. Quando si è passati alla moda degli anni 2010, giacche di jeans over-size, Vans slip-on e pantaloni skinny hanno cominciato a farla da padrone. Anche le t-shirt di flanella e i jeans arrotolati erano decisamente di moda. Oggi invece l’estetica stoner è tutta all’insegna della comodità e a farla da padrone sono le tute da ginnastica. In generale, questa regola segue un rapporto 1:1: se avete un top largo, abbinatelo ai leggings. Un crop top? Abbinatelo ai joggers o ai vostri pantaloni cargo a vita alta preferiti. Punti bonus se il vostro capo ha molte tasche. Stoner di spicco dell’epoca: Miley Cyrus, Pete Davidson, Seth Rogen

Credits - LexScope, Unsplash.

L’ESTETICA STONER È MOLTO PIÙ CHE FUMARE ERBA, CALMARE LA FAME CHIMICA E RIDERE CON GLI AMICI: È ANCHE UN MOVIMENTO ARTISTICO POTENTE E CREATIVO CON CUI FARE I CONTI ne gergale per indicare la cannabis. In questo periodo, anche la musica divenne fortemente legata alla cannabis. Il Rock N’ Roll e il suo legame con l’esplosione dell’arte psichedelica spianarono la strada all’estetica stoner. In quest’epoca di Far West, vediamo lo “stoner” prendere forma e crescere in qualcosa di più facilmente identificabile. La moda femminile vide un incredibile boom di creatività ed espressione. Cappotti di pelliccia, cappelli a secchiello, motivi floreali e fasce per capelli dominarono la scena della cannabis. Anche i crop top attillati non erano rari tra i fumatori maschi, ma una cosa era relativamente universale: i sandali. Stoner di spicco dell’epoca: Janis Joplin, Bob Marley

DAL 2000 AD OGGI Gli anni 2000 sono stati un periodo cruciale per la cannabis. Per la prima volta nella storia recente, la gente cominciava a vedere la pianta come qualcosa di piĂš di una semplice droga ricreativa. Nel 1996, la California divenne il primo Stato a legalizzare la cannabis per uso

Si può dire che la cannabis è qui per restare, e il suo legame con la cultura pop è più che mai rilevante. Negli ultimi cent’anni, lo stile degli amanti della ganja e l’immagine legata alla cannabis sono cambiate parecchio, seguendo le mode e la società. Dai tempi dei ribelli hippie degli anni ‘60 e ‘70, alla cannabis che ha iniziato a diventare legale e normale nel 2000, il look e la cultura legati alla nostra amata pianta hanno avuto una vera e propria evoluzione. Ora, c’è un mix interessante di arte, musica e moda che si mescola con tutto il mondo della cannabis, dando una nuova luce allo stile stoner. La cannabis è passata dall’essere un segno di ribellione a un simbolo di inclusione e accettazione, un cambio che ha colpito duro. Ma nonostante tutto questo, ci sono ancora tanti stereotipi e giudizi che circondano gli amici di Maria. Capire come è cambiato il look e la cultura legati alla cannabis ci aiuta a vedere quanto sia importante discuterne e capirne il ruolo nella società di oggi.

ne politica di primo piano. Nonostante questo cambiamento di tono, alcuni film e programmi televisivi riuscirono comunque a trovare umorismo nella cultura della cannabis. Che la gente amasse o odiasse l’erba durante questo periodo, una cosa è chiara: il suo ruolo nella cultura popolare era tutt’altro che finito. Negli anni Novanta, il consumo di cannabis è tornato a essere un elemento di spicco della cultura americana. Film come Dazed and Confused e Half Baked hanno consolidato la commedia stoner come genere di successo. Allo stesso tempo, musicisti come Snoop Dogg e Cypress Hill fecero entrare la cannabis nel mainstream, con canzoni che ne celebravano i numerosi benefici. Nel complesso, gli anni ‘90 hanno rappresentato un punto di svolta significativo per la cultura della cannabis, aprendo la

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Growing

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Di sudestfam@protonmail.com

Organic VS Inorganic

Come i fertilizzanti influenzano la qualità della marijuana Le qualità che caratterizzano la marijuana e molti dei suoi derivati, come gli estratti e gli edibles, dipendono fortemente dallo strain preso in considerazione e da come la pianta di cannabis è stata coltivata. Esistono una miriade di tecniche per coltivare la marijuana ma non tutte danno lo stesso risultato.

dario della pianta è influenzato dall’apporto di potassio. Senza dubbio un ruolo fondamentale è giocato dal tipo di input che viene dato alle piante ovvero il tipo di fertilizzante o la fonte delle materie prime da cui sono ricavati. I fertilizzanti di sintesi contengono tutti gli elementi necessari in una forma prontamente assimilabile dalle piante, eventuali carenze vengono corrette rapidamente ma allo stesso tempo possono facilmente provocare una fertilizzazione eccessiva compromettendo la salute della pianta.

Ad esempio una pianta di Zkittlez coltivata in indoor possiede delle qualità organolettiche differenti dalla stessa pianta coltivata all’aperto. Sono tantissimi i fattori che influenzano la resa e la qualità del prodotto finale, come l’ambiente di coltivazione, il tipo di illuminazione, la genetica, le tecniche di potatura e training, il tipo di medium di crescita utilizzato o la marca di fertilizzanti.

I fertilizzanti definiti organici derivano da materie prime di origine naturale. Quelli in forma grezza come ad esempio humus, compost, kelp, guano, ortica contengono le sostanze nutritive in forme che non sono direttamente assimilabili dalle piante ma hanno bisogno di essere trasformate dai microrganismi che popolano il suolo.

Un’opinione diffusa è che la marijuana coltivata con tecniche previste dall’agricoltura biologica sia di qualità superiore a quella coltivata impiegando fertilizzanti di sintesi. Purtroppo questa affermazione non è supportata da molti studi scientifici a causa soprattutto dello status di illegalità che ha caratterizzato la recente storia della cannabis, infatti la maggior parte degli studi condotti riguardano per lo più la canapa industriale.

La maggior parte dei fertilizzanti organici sono a rilascio lento, è molto importante quando si coltiva in organico prevedere in anticipo il fabbisogno delle piante ed agire di conseguenza.

Nel corso degli anni il nostro team oltre a realizzare interi cicli di coltivazione in living soil, ha anche sperimentato differenti brand di fertilizzanti ed una conclusione che possiamo affermare con certezza è che ogni brand lascia un’impronta differente sulle qualità organolettiche del raccolto finale. Alcuni studi scientifici hanno messo in evidenza l’influenza esercitata dai principali elementi nutritivi sulla quantità di cannabinoidi e terpeni prodotti e la loro distribuzione sulla pianta, insieme ad altri studi che riguardano lo ionoma, le caratteristiche morfologiche della pianta e l’efficienza di alcune funzioni svolte dalle foglie. Uno dei più interessanti riguarda l’impatto di N-P-K e dell’acido umico sul profilo di terpeni e cannabinoidi della cannabis medicinale. Azoto, fosforo e potassio sono considerati i principali macroelementi di cui la pianta di cannabis ha bisogno per prosperare e sono alla base della maggior parte dei fertilizzanti in commercio. L’acido umico deriva dall’humus ed è considerato un biostimolante dei processi naturali della pianta oltre ad essere un ottimo ammendante del terreno in grado di migliorare le sue caratteristiche chimico-fisiche. L’esperimento è stato eseguito in un ambiente controllato, le piante utilizzate provenivano tutte dalla stessa madre e sono state sottoposte a 4 differenti tipologie di fertilizzazione: una di controllo con regime di fertilizzazione standard, un’altra con l’aggiunta di

Dei test condotti negli Stati Uniti hanno dimostrato come la cannabis coltivata con fertilizzanti esclusivamente di origine vegetale contenga quantitĂ  nettamente inferiori di metalli pesanti in comparazione con altri metodi di coltivazione. Alcuni growers professionisti diversificano gli input somministrati alle proprie piante per rendere variegata la fonte degli elementi nutritivi necessari alla loro crescita.

Tally Man coltivata con led e Aptus Nutrients.

solo fosforo, una terza potenziata con N-P-K e un’ultima integrata con acido umico. Ogni trattamento ha prodotto risultati differenti, ad esempio le piante fertilizzate con l’aggiunta di solo fosforo e quelle fertilizzate con N-P-K presentavano livelli di THC e CBD inalterati nei fiori ma ridotti sulle foglie delle infiorescenze. Inoltre le piante trattate con N-P-K avevano livelli di CBN molto più bassi rispetto alle piante con fertilizzazione standard.

OPINIONE DIFFUSA È CHE LA MARIJUANA COLTIVATA BIO SIA DI QUALITÀ SUPERIORE produzione di terpeni e cannabinoidi da parte delle piante. Per realizzare lo studio sono state utilizzate due varietà di cannabis differenti.

Le piante a cui è stato somministrato l’acido umico hanno dato come risultato livelli inferiori di tutti i cannabinoidi ma allo stesso tempo ha ridotto la differenza della quantità di cannabinoidi prodotti dai differenti organi della pianta. Questo fenomeno che riguarda la variabilità spaziale dei cannabinoidi ha suscitato particolare interesse.

Le piante a cui sono state somministrate quantitĂ  piĂš alte di potassio presentavano livelli di cannabinoidi e terpeni piĂš bassi rispetto a quelle fertilizzate con quantitĂ  ridotte di potassio, inoltre la risposta a questo elemento nutritivo variava in relazione allo strain coltivato.

Un’altra ricerca eseguita dagli stessi autori ha dimostrato l’impatto che ha il potassio sulla

Il risultato dell’esperimento ha confermato l’ipotesi iniziale cioè che il metabolismo secon-

Per concludere citiamo un esperimento condotto dal dipartimento di ricerca dell’a zienda di fertilizzanti Canna, come prova della superiorità qualitativa della marijuana prodotta con metodi di coltivazione biologica. Infatti nel loro esperimento che metteva in comparazione la quantità di terpeni prodotta dalla stessa varietà di marijuana ma coltivata con due linee di fertilizzanti differenti, cioè una minerale e una BioCanna, il risultato è stato che la pianta coltivata con BioCanna aveva prodotto una maggiore quantità di terpeni.


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Coltivazione outdoor

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BostĂŠrix

I nostri test sulle autofiorenti di ÂŽ Sweet Seeds

Dal momento che avevamo pianificato una vacanza di due settimane a fine agosto, siamo stati costretti a cercare un’alternativa alla normale coltivazione di cannabis all’aperto in città da aprile a ottobre. Abbiamo così pensato alle varietà autofiorenti di Sweet Seeds per evitare di tenere le piante al buio, per qualche ora al giorno, allo scopo di anticiparne la fioritura. Le autofiorenti sono apparse sulla scena della cannabis due decenni fa. Da allora, le varietà introdotte hanno continuato a migliorare in qualità e resa. Per questa stagione, abbiamo optato per tre varietà di Sweet Seeds®, la banca di semi più rinomata della penisola iberica e anche una delle prime a offrire semi di varietà autofiorenti.

CHE COS’È UN’AUTOFIORENTE? Le piante non fotodipendenti, chiamate anche autofiorenti o “automatiche”, sono il risultato dell’incrocio di una pianta di cannabis commerciale con una varietà ruderalis. La ruderalis è stata scoperta quasi un secolo fa, nel 1924, sulle rive del fiume Volga, e il suo habitat naturale è la Siberia occidentale, il Caucaso e la Cina. Le caratteristiche principali della ruderalis sono: · piante di taglia più piccola rispetto alle varietà fotodipendenti, grazie al fatto che la fase di crescita si completa in poche settimane; · per il clima difficile in cui crescono, queste piante cominciano a fiorire, indipendentemente dalle ore di sole, alla maturazione, · il contenuto di THC della ruderalis era originariamente inferiore a quello delle varietà commerciali; oggi, tuttavia, è quasi allo stesso livello delle fotodipendenti, poiché esistono autofiorenti con oltre il 25% di THC. Gli anni 1970 hanno segnato l’inizio di un grande lavoro di selezione su queste piante, prima in Canada e poi negli Stati Uniti e in Europa, per ottenere una fioritura indipendente dalle ore di sole al giorno, pur mantenendo l’effetto e il sapore delle varietà commerciali. A questo proposito, è opportuno fare una precisazione. L’inizio della fioritura, dopo poche settimane dalla germinazione indipendentemente dalle ore di luce giornaliere, è stato interpretato da molti coltivatori come caratteristica che rende queste piante idonee ad essere coltivate durante tutto l’anno. È vero invece il contrario: sono varietà perfette da coltivare da maggio a fine luglio, quando le ore di sole impediscono alle genetiche fotodipendenti di fiorire. Giacché la fase di crescita è molto breve, è importante che, in queste settimane, gli esemplari coltivati non subiscano stress per ottenerne il massimo sviluppo vegetativo, prima dell’inizio della fioritura. La temperatura, quindi, è un fattore da tenere in considerazione per questo tipo di piante.

D’altra parte, l’evoluzione delle autofiorenti, dovuta al lavoro di selezionatori e genetisti delle banche dei semi, ha reso queste piante più potenti e gustose anno dopo anno.

I VANTAGGI DELLA COLTIVAZIONE DI AUTOFIORENTI La coltivazione di questo tipo di varietà offre diversi vantaggi: · sono piante perfette per la coltivazione all’aperto in ambiente urbano, in quanto si adattano allo spazio di un balcone e rimangono discrete grazie alle dimensioni ridotte; · sono più facili da curare, tenendo conto che il rapporto vaso-pianta facilita la coltivazione ed evita di doverle annaffiare ogni giorno, anche in piena estate; · con un ciclo di vita più breve, le autofiorenti hanno maggiori probabilità di arrivare alla fine del loro ciclo di crescita senza parassiti o funghi; · .e dimensioni dei vasi e la velocità di sviluppo delle piante rendono quasi impossibile l’insorgere di problemi nutrizionali, come il blocco dei nutrienti, la saturazione del substrato in seguito alla colonizzazione della massa radicale o lo stress idrico; · sono una scelta indicata se si coltiva all’aperto, quando è necessario che il raccolto sia pronto prima.

LE AUTOFIORENTI SWEET SEEDS® Sweet Seeds® è tra le banche dei semi che hanno determinato il boom di queste varietà nella penisola iberica. Quattordici anni fa Sweet Seeds® ha introdotto sul mercato la sua prima autofiorente, Speed Devil, e da allora non ha smesso di aggiungere nuovi prodotti di questo tipo al suo catalogo, ogni volta più gustosi e potenti. Il suo lavoro non è passato inosservato: i suoi prodotti sono infatti stati premiati ben 25 volte in occasione delle coppe della cannabis. Considerati questi successi, noi non vedevamo l’ora di provare le sue varietà più affermate: Skywalker OG Runtz XL Auto® (SWS97), Sweet Amnesia Haze XL Auto® (SWS57) e Sweet Zenzation XL Auto® (SWS100). Skywalker OG è un famoso clone originario della Florida, che i genetisti della banca hanno incrociato con Runtz XL Auto® (SWS88) per trasformarlo in un ibrido autofiorente con oltre il 60% di genetica Indica. Sweet Amnesia Haze XL Auto® è stata creata incrociando un clone Cordovan

Skywalker OG Runtz XL AutoÂŽ, perfetta per gli estratti.

Amnesia Haze con S.A.D. - Sweet Afgani Delicious Auto® (SWS24) - per produrre la versione autofiorente della famosa varietà a dominanza sativa. Sweet Zenzation XL Auto® deriva dal clone californiano Zkittlez incrociato con l’autofiorente Runtz XL Auto® di Sweet Seeds®. Su ogni confezione di semi delle sue autofiorenti, Sweet Seeds® indica a quale generazione appartiene la pianta considerato che un cambio generazionale avviene, in base all’esperienza della banca, quando la percentuale di genetica ruderalis si riduce in ogni ibrido autofiorente. Fra le varietà da noi testate, la Sweet Amnesia Haze XL Auto® è una pianta di quarta generazione, con contenuto di genetica ruderalis pari all’1,6%, mentre la Skywalker OG Runtz XL Auto® e la Sweet Zenzation XL Auto® sono autofiorenti di settima

generazione, con contenuto di genetica ruderalis pari allo 0,2%. Abbiamo deciso di popolare il nostro balcone con queste tre autofiorenti tra maggio e luglio.

COLTIVAZIONE All’inizio di maggio abbiamo fatto germinare un paio di semi di ciascuna delle varietà selezionate per la nostra coltivazione urbana. Il metodo di germinazione è stato il solito: i semi sono stati posti fra vari fogli di carta da cucina inumidita, a loro volta coperti con due piatti e posizionati in un luogo caldo della casa, ad esempio nello spazio tra il soffitto e il frigorifero, sfruttando così il caldo del motore del frigorifero per ottenere una temperatura stabile sia di giorno che di notte. Dopo 24-36 ore, tutti i semi erano germogliati. Li abbia-


19 sono più separate del solito. L’eredità di Grand Daddy Purple, una delle progenitrici della Runtz XL Auto®, fa sì che alcuni esemplari assumano sfu-

Sweet Amnesia Haze XL AutoÂŽ.

mo quindi inseriti in piccoli vasi da 0,3 litri finchÊ abbiamo visto spuntare in superficie le piantine con le prime coppie di foglie vere e proprie, che abbiamo poi trapiantato in vasi finali da 15 litri. Quando si coltivano autofiorenti è consigliabile evitare di stressarle, perchÊ la fase di crescita è molto breve (solo un paio di settimane) e, se la crescita viene interrotta per qualche giorno, cosa che non è neanche percepibile in una coltura fotodipendente di 16 settimane, la resa sarà ridotta, proprio in considerazione del breve periodo di crescita. A fine maggio, dopo aver sistemato le piante nei vasi finali, abbiamo provveduto ad isolarle dal calore del terreno. Il sole sulle piastrelle del balcone genera un calore eccessivo che può bruciare le radici. In questo caso, abbiamo scelto un pallet

tofiorenti. Nei negozi di agraria si possono trovare fertilizzanti specifici per la loro coltivazione. In questo caso, abbiamo optato per quelli organici per piante di cannabis fotodipendenti, rimasti dal precedente raccolto. Negli ultimi dieci giorni circa (talvolta basta anche una sola settimana), le piante sono state irrigate solo con acqua, come normalmente richiesto

ESSICCAZIONE E STAGIONATURA Circa 8-9 settimane dopo la germinazione, abbiamo raccolto per la prima volta Skywalker OG Runtz XL AutoÂŽ e Sweet Zenzation XL AutoÂŽ, seguite da Sweet Amnesia Haze XL AutoÂŽ qualche giorno dopo. Abbiamo reciso i fiori e li abbiamo appesi a testa ingiĂš in una stanza buia per farli essiccare. Questo metodo di essiccazione permette alle cime di mantenere la loro forma naturale

Cima della Sweet Amnesia Haze XL AutoÂŽ.

di plastica per separarle dal pavimento (ma si può usare anche un foglio di polistirolo o una tavola di legno). Per concimare le nostre piante, abbiamo scelto prodotti organici abbinati a uno stimolatore bio-minerale per favorire la fioritura e l’ingrossamento delle cime. A circa 3-4 settimane dalla germinazione, abbiamo osservato i primi fiori. In questa fase, i fertilizzanti per la crescita e lo stimolatore radicale sono stati utilizzati per l’ultima volta e successivamente sostituiti con fertilizzanti e stimolatori per la fioritura. Solitamente, in queste settimane, quando il calore della tarda primavera deve ancora arrivare, le piante non sono attaccate dai parassiti, ma è opportuno stare all’erta ed usare un agente preventivo come l’olio di neem, con azione repellente contro la maggior parte dei parassiti della cannabis. Le autofiorenti continuano a crescere per tutto il loro ciclo di vita e, pertanto, hanno bisogno di un po’ più di azoto rispetto alle varietà non au-

ed evita che vengano schiacciate dal peso della pianta. Abbiamo tagliato i bud essiccati e li abbiamo conservati in barattoli di vetro, che abbiamo aperto di tanto in tanto per farli arieggiare.

I RISULTATI Le prime ad essere raccolte sono state le due Skywalker OG Runtz XL Auto®. In circa 60 giorni erano pronte per essere recise. Come si può facilmente percepire dalla fioritura, Skywalker OG Runtz XL Auto® è una pianta con un’alta densità di tricomi e una grande produzione di terpeni. A prima vista si può notare una grande quantità di resina sulle foglie, il che rende questa pianta un’ottima scelta per gli amanti dei concentrati, in quanto è facile e veloce da coltivare. Skywalker OG Runtz XL Auto® ha una struttura ibrida con genetica Kush, cime dense e strette e spaziatura internodale media. Si allunga all’inizio della fase di fioritura e raggiunge una forma finale slanciata. La struttura della pianta fa pensare a una resa inferiore rispetto ad altre varietà, ma è solo apparenza perché le cime

mature viola sulle foglie durante la fioritura. Dopo l’essiccazione e un breve periodo di stagionatura, la pianta acquisisce sapori dolci e fruttati, con note di pino e spezie. La combinazione di terpeni, flavonoidi e cannabinoidi produce un effetto che aumenta rapidamente e, dopo un inizio euforico, cede il passo al rilassamento, senza però abbattere il consumatore, stimolando al contempo creatività e immaginazione. Sweet Zenzation XL Auto® è un ibrido a predominanza Indica con un delizioso sapore dolce e fruttato, come ci si aspetterebbe da una pianta con genetica Zkittlez (famoso clone americano dal sapore fruttato di caramello). La Sweet Zenzation XL Auto® provoca un effetto molto piacevole e rilassante, che facilita la socializzazione. Nonostante il suo alto contenuto di sativa (75% secondo i calcoli dei genetisti di Sweet Seeds®), Sweet Amnesia Haze XL Auto® è una pianta compatta, perfetta per una coltivazione discreta su un balcone urbano. Produce cime grandi, compatte e ricoperte di resina. Ha un sapore di incenso con un sottofondo dolce e muschiato, ereditato dalla progenitrice SAD, unito a note di limone e frutta secca. L’effetto iniziale è potente, stimolante e attivo, seguito da un rilassamento molto piacevole.

estivo, gli esemplari sono stati collocati su un pallet alto 15 cm, in vasi di circa 30 cm di altezza. Abbiamo deliberatamente deciso di coltivare piante basse, per evitare che sporgessero dal balcone e richiamassero l’attenzione di vicini e passanti. Coltivate in vasi da 15 litri, hanno raggiunto un’altezza compresa tra 60 e 80 cm, ideale per un balcone standard di 1 metro. Se l’altezza delle piante non è un problema, è consigliabile usare vasi da 30 litri, che favoriscono il raggiungimento di un’altezza massima di circa 120 cm per ottenere la massima resa. Che si voglia terminare il raccolto prima delle vacanze estive o contribuire a combattere il cambiamento climatico e la siccità risparmiando acqua, o avere cime già pronte prima del consueto raccolto delle piante a fotoperiodo in autunno, o ancora ottenere un raccolto veloce e senza problemi per consumare cannabis di qualità, invitiamo tutti a provare le varietà auto di Sweet Seeds®.

CONCLUSIONI Abbiamo osservato una grande stabilità in ciascuna delle varietà testate. Le piante hanno tutte strutture e proprietà organolettiche simili. Come già accennato, per evitare l’eccessivo calore

Sweet Zenzation XL AutoÂŽ.


Intervista

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Di Fabrizio Dentini

HAPPY FREE WEED:

5° ANNO DI LEGALIZZAZIONE IN CANADA Benvenuti in Canada! Siamo ormai agli sgoccioli del 2023 e possiamo affermare con certezza che nessun altro paese al mondo stia raccogliendo tante informazioni sulla traiettoria assunta dal mercato della cannabis quando dall’underground esso viene convogliato nella legalità per sfociare nella distribuzione di massa. Lo scorso 18 ottobre questo immenso paese ha festeggiato la quinta candelina da quando, nel 2018, il suo Governo ha deciso di regolamentare produzione, distribuzione e vendita della cannabis al di fuori di ogni quadro terapeutico. Con una superficie di oltre 1 milione e mezzo di metri quadri indoor coltivati, una stima compresa fra i 12 ed i 16 mila impiegati ed un mercato che, solamente a marzo scorso, ha fagocitato 9 milioni e 720 mila unità di pacchetti di infiorescenze, 4 milioni e 646 mila unità d’estratti e 4 milioni e 158 mila unità di prodotti alimentari derivati, il Canada rappresenta un florido laboratorio per analizzare, dati alla mano, le conseguenze della legalizzazione. Ed è proprio per questo motivo che oggi abbiamo appuntamento con Tammy Jarbeau, incaricata stampa del Ministero della Salute canadese.

SSIT: Il motivo principale per cui il governo ha scelto di legalizzare è stato quello di tenere lontani i giovani dalla cannabis. Da questo punto di vista, qual è stato l’impatto della normativa?

durante l’ultimo anno, il consumo di cannabis tra gli studenti dai dodici ai diciassette anni non ha subito variazioni significative tra il 2014/2015 prima della legalizzazione e il 2018/2019 un anno dopo la legalizzazione. Inoltre, i dati del Canadian Community Health Survey relativi all’ultimo anno, indicano che i tassi di consumo di cannabis, tra i giovani di età compresa tra 15 e 19 anni, sono rimasti stabili tra il 2019 (24%) e il 2021 (22%). Anche il Canadian Cannabis Survey (CCS) non mostra alcun cambiamento nel consumo di cannabis nell’ultimo anno tra i giovani di età compresa tra 16 e 19 anni: nel 2018, prima della legalizzazione, la percentuale era del 36%, mentre nel 2022, post-legalizzazione, era salita leggermente al 37%.

SSIT: Molti oppositori della legalizzazione hanno sostenuto che avrebbe comportato una banalizzazione della sostanza. Alla luce degli ultimi cinque anni, questo processo di banalizzazione è realmente avvenuto? Il consumo di cannabis non sembra essere banalizzato tra i canadesi. Inizialmente, dopo la legalizzazione, la percezione del rischio derivante dal consumo regolare è aumentata anche tra i consumatori stessi. Negli ultimi anni è sostanzialmente stabile. Secondo gli ultimi dati riportati dal CCS del 2022, il 78% dei canadesi di età pari o

IL CANADA RAPPRESENTA UN FLORIDO LABORATORIO PER ANALIZZARE, DATI ALLA MANO, LE CONSEGUENZE DELLA LEGALIZZAZIONE Tra i giovani, diverse ricerche non mostrano alcun cambiamento significativo nel consumo di cannabis dopo la legalizzazione. Ad esempio, il Canadian Student Tobacco, Alcohol and Drugs Survey (CSTADS), che per molte ragioni metodologiche è considerata la principale fonte di stima, ha rilevato che

superiore ai 16 anni ha affermato di ritenere che il fumo di cannabis sia dannoso, l’83% ha affermato di credere che gli adolescenti siano maggiormente a rischio di subire danni legati all’uso di cannabis e l’89% concorda sul fatto che l’uso di cannabis potrebbe comportare assuefazione. Inoltre, alla domanda sul consumo regolare di varie sostanze, la maggior

parte delle persone percepisce un rischio moderato o alto quando vaporizza cannabis (75%), quando la fuma (74%) o quando la assume per via orale-alimentare (64%). Inoltre, i giovani continuano a riconoscere i rischi associati al consumo di cannabis. Secondo i dati raccolti nel 2018-2019 dal Canadian Student Tobacco, Alcohol and Drugs Survey, il 53% degli studenti ritiene che fumare cannabis regolarmente sia da ritenersi un comportamento ad alto rischio, una percentuale invariata rispetto a quella ottenuta nel 2016-2017.

SSIT: Grazie ai dati raccolti, siete in grado di analizzare l’impatto della cannabis terapeutica sull’offerta terapeutica complessiva? La disponibilità della cannabis ha ridotto la prescrizione di altri trattamenti per le stesse patologie (in particolare psicofarmaci per il trattamento dei disturbi mentali)?

Il CCS esamina vari aspetti del consumo di cannabis, compreso l’uso auto dichiarato di cannabis per scopi medici. Tuttavia, Health Canada non è in grado di determinare in modo indipendente se la cannabis, quando assunta sotto la supervisione di un operatore sanitario, riduca l’uso di altri farmaci da prescrizione. Nel CCS del 2022, l’uso di cannabis terapeutica è stato definito come sostanza per trattare o migliorare i sintomi associati a una malattia o disturbo. Il 13% dei canadesi di età pari o superiore a 16 anni ha riferito di utilizzare cannabis per scopi medici, una diminuzione rispetto al 14% nel 2021. Più di un quarto, il 27% di coloro che hanno utilizzato cannabis per scopi medici (in aumento rispetto al 22% del 2021) ha riferito di farlo tramite la prescrizione di un professionista sanitario. Inoltre, secondo il CCS del 2022, ai canadesi che hanno risposto alla sezione medica del sondaggio è stato chiesto se l’uso di cannabis per scopi medici consentisse loro di ridurre l’uso di altri farmaci. Il 53% di loro ha affermato che la cannabis li abbia aiutati a ridurre l’uso di altri farmaci.


Flash prodotti

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Già da diversi anni La Poción del Brujo (prodotta da Cannaboom SL) ha lanciato il primo ed unico potenziatore di essicazione presente nel mercato: More Grams. Si tratta di un prodotto che si applica nelle ultime due settimane di fioritura e che permette alle cime di perdere meno peso durante la successiva fase di essicazione. More Grams agisce aumentando la ritenzione idrica della cima (sopratutto nella sua parte più interna) reidratando lo spazio fra le fibre e permettendo a quest’acqua ricca di nutrienti di essere assimilata nella fase finale della fioritura. Grazie a ciò la massa organica aumenterà di un 10/20% subito prima del taglio permettendo al fiore di guadagnare peso e volume, che conserverà fino alla sua completa essicazione. La composizione del More Grams è principalmente organica, questo permette di utilizzarlo anche negli ultimi giorni subito prima del risciacquo delle radici senza alterare l’aroma ed il sapore del fiore. Durante la fase di essicazione, con il passare dei giorni, potremmo notare come le cime diventeranno sempre più dure e come i calici si compatteranno fra loro, permettendo al fiore di conservare il suo aroma a lungo nel tempo e garantendo una perfetta e graduale maturazione dei tricomi.

AISE è specializzata in rimedi efficaci a base di canapa, offrendo vaporizzatori, oli e formulazioni esclusive di cannabinoidi e terpeni di facile utilizzo come alternative naturali per affrontare le sfide dello stile di vita moderno. La formulazione CALM fornisce un rimedio naturale per un sonno migliore e un sollievo per l‘anima, esente dalla medicina tradizionale. Per il rilassamento di muscoli e nervi, la formula BALANCE utilizza canapa biologica, offrendo un‘alternativa alla dipendenza farmaceutica. La formulazione ACTIVE di AISE Circle aumenta l‘energia e la forza interiore in modo naturale, evitando l‘uso di qualsiasi tipo di stimolante. La formulazione LIGHT aiuta il controllo dell‘appetito, favorendo un‘alimentazione equilibrata senza ricorrere a farmaci. Scopri l‘efficacia delle formulazioni AISE accuratamente realizzate e visita

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Coltiviamo

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Con Jorge Cervantes jorge@marijuanagrowing.com

CONCIA E CONSERVAZIONE DEL RACCOLTO COME SI CONCIA LA CANNABIS La concia del raccolto di cannabis consente all’umidità in eccesso e ai contaminanti presenti nelle foglie e negli steli di migrare verso l’esterno, in modo tale che l’intero fiore si asciughi in modo uniforme. La clorofilla latente, i contaminanti e l’umidità in eccesso si volatilizzano e scompaiono nell’aria. Le malattie, ivi incluse le muffe, hanno meno probabilità di svilupparsi durante la conservazione. I fiori ben essiccati consentono agli aromi naturali di emergere, migliorandone il gusto.

I fiori bruciano in modo uniforme e si fumano senza problemi quando il raccolto è stato sottoposto a una concia ben fatta. L’umidità è distribuita in modo non uniforme tra rami, foglie e fiori. Eliminando foglie e fiori dai rami si accelera il processo di essiccazione. Essiccare foglie e fiori separatamente fa risparmiare tempo. Anche la rimozione dei fiori e la concia quando sono bagnati accelerano il processo di essiccazione. I livelli di umidità all’interno dei grappoli di fiori e dei piccoli steli non sono uniformi. Gli steli piccoli trattengono più umidità dei fiori. Questa umidità deve essere

Quando i fiori sono asciutti per circa il 75%, sono pronti per la concia.

eliminata in modo lento. La concia consente di eliminare l’umidità in modo tale che i fiori siano asciutti in maniera uniforme. Conservate piccole quantità di cannabis in contenitori di vetro a tenuta stagna con una guarnizione di gomma o simile. Sebbene i contenitori di vetro siano più costosi e ingombranti, li prediligo a quelli in plastica. Conciate quantità maggiori di cannabis in sacchetti ermetici o in altri sacchetti di plastica usati per la conservazione a lungo termine. Alcuni coltivatori evitano i contenitori in plastica, sostenendo che la plastica conferisce un sapore indesiderato ai fiori. Tuttavia, quando si lavora con grandi quantità, i contenitori in plastica sono un’opzione estremamente economica. Stipare 5 chilogrammi in piccoli barattoli da conserva non è pratico per la maggior parte dei coltivatori. Chiudete le cime “secche” nel contenitore di conservazione. L’ambiente ermetico crea un microclima che consente all’umidità di distribuirsi in modo uniforme tra le parti spesse e sottili dei grappoli floreali. L’umidità interna migra verso le parti secche del fiore. L’umidità in eccesso rimane intrappolata nel contenitore e dev’essere rilasciata, o “fatta eruttare” periodicamente.

I barattoli in vetro trasparente o colorato sono recipienti perfetti per conservare le cime raccolte.

Per la concia del vostro raccolto, mettete il maggior numero possibile di cime nei contenitori senza forzarli e senza danneggiarli. Lasciate i contenitori in un luogo fresco, asciutto e buio. Due o quattro ore dopo, aprite il contenitore e

strizzate delicatamente le cime per sentire se sono più elastiche rispetto a poche ore prima. Spesso l’umidità migra in modo rapido dagli steli ai fiori quando sono chiusi. Effettuando alcune prove “al tatto” si potrà determinare il ritmo d’indurimento dei fiori. Fate attenzione quando stringete, poiché le ghiandole di resina si ammaccano con facilità. Se gli steli si piegano anziché spezzarsi quando vengono flessi e i fiori sono ancora umidi al tatto, toglieteli dal contenitore e metteteli con delicatezza in un sacchetto di carta in modo che si asciughino in maniera uniforme e rapida. Le cime possono essere impilate in un sacchetto fino a 15 cm di altezza. Ripiegate la parte superiore del sacchetto una o due volte per chiuderlo. Controllate i fiori durante il giorno per monitorarne l’essiccazione. Girateli con cura nel sacchetto in modo da esporre i diversi lati dei fiori. Una volta asciutti, estraeteli e riponeteli nel contenitore a tenuta stagna. Controllate il giorno successivo per verificare se i fiori sono più asciutti. Quando piegate gli steli, dovreste sentire uno schiocco secco. Se sono troppo umidi, rimetteteli nel sacchetto di carta finché non sono asciutti. Una volta asciutti, rimetteteli nel contenitore di concia. Controllate quotidianamente il contenitore sigillato. Lasciate il tappo aperto per 2-5 minuti in una stanza a bassa umidità in modo che l’umidità evapori. Quando è eccessiva, il raccolto “trasuda” e il risultato si presenta sotto forma di gocce d’acqua. I fiori relativamente secchi creano un eccesso di umidità all’interno dei con-

Questo articolo è stato tratto dalla versione aggiornata della “Bibbia” Marijuana Horticulture (6a edizione) di Jorge Cervantes. La nuova edizione digitale sarà disponibile dal 2023. Jorge è estremamente entusiasta della nuova edizione digitale che aiuterà centinaia di migliaia di coltivatori a coltivare la cannabis di più e meglio! © 2020, © 2021, © 2022, © 2023. Scaricate GRATUITAMENTE la Cannabis Encyclopedia in inglese e spagnolo dal mio sito, www.marijuanagrowing.com.


23 2. Range di umiditĂ : 1. 50-70%, a. Ideale: 60% I barattoli trasparenti consentono di ammirare le cime e di proteggerle. I contenitori in vetro non emanano odori di plastica o metallo e contengono la fragranza pungente dei fiori freschi di marijuana. Conservate i contenitori trasparenti in cui avete riposto la cannabis secca al buio per evitare che le ghiandole di resina degradino in modo rapido.

I sacchetti di carta sono ottimi per riporre le cime in eccesso affinchĂŠ asciughino bene. Non riempite completamente i sacchetti, nei loro 15-20 cm di profonditĂ . Assicuratevi di girare delicatamente i fiori in modo tale che ricevano aria fresca e non si appiattiscano sui lati.

tenitori che fuoriesce quando questi vengono aperti. Ripetete l’operazione due o tre volte nei primi due giorni e successivamente ogni giorno fino a quando i fiori non saranno ben conciati. A seconda del contenuto di umidità, i fiori dovrebbero essere completamente essiccati in pochi giorni o due settimane. Gli steli piccoli sulle cime si spezzano e non si piegano quando vengono flessi. Una volta che i fiori di cannabis sono asciutti in modo uniforme, sono pronti per essere chiusi in un contenitore a chiusura ermetica per la conservazione.

Conservare la cannabis 1. Range di temperatura dell’aria: 1. 10-21ºC a. Ideale: 13ºC

Conservare la cannabis in un ambiente ermetico ne preserva l’aroma, il sapore e la potenza per alcuni mesi o un anno, se conservata correttamente. Utilizzate una macchina per il sottovuoto per eliminare l’aria dai sacchetti ermetici in plastica. Potete trovare dispositivi per il sottovuoto a buon prezzo in alcuni negozi di alimentari. Se cercate velocemente su Internet “macchina sottovuoto per alimenti”, troverete diversi esempi di questi dispositivi. Investire 75 euro in una macchina per il sottovuoto vi consentirà di eliminare l’aria in molti raccolti. Se le confezionate e conservate sottovuoto in modo corretto, le cime rimarranno fresche per un anno o più. Utilizzate plastica della migliore qualità possibile. Con il tempo, l’aria (ossigeno)

COME CONFEZIONARE E CONSERVARE LA CANNABIS

Non posizionatelo sul davanzale di una finestra soleggiata, su un tavolo caldo, sul cruscotto di un’auto calda o vicino a bocchette di calore. Lo sfregamento e le mani che entrano a contatto con la cannabis la danneggiano e fanno fuoriuscire le ghiandole di resina. Anche se l’essiccazione e la concia sono state effettuate in modo corretto, la manipolazione brutale e violenta riduce il contenuto di cannabinoidi. Una macchina economica per il sottovuoto è tutto ciò di cui avete bisogno per sigillare l’aroma e la freschezza del vostro raccolto.

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passerà attraverso la plastica. Un luogo fresco, buio e asciutto offre le migliori condizioni di conservazione per la cannabis secca. La refrigerazione ne rallenta la decomposizione, ma ricordate che i frigoriferi hanno un tasso di umidità elevato, pertanto il contenitore dev’essere chiuso ermeticamente per evitare che la cannabis s’inumidisca. Ho appena controllato l’umidità relativa e la temperatura del mio frigorifero: 65% di umidità relativa e 5 gradi C. I fiori di cannabis messi nel congelatore possono subire un maggiore stress da umidità se non sono sigillati in modo corretto. È possibile anche effettuare un congelamento istantaneo a -38 gradi C, ma è piuttosto costoso. Con il tempo, il congelamento può attirare l’umidità sulla superficie dei fiori e intrappolarla all’interno del sacchetto di plastica. Questo può danneggiare le ghiandole di resina presenti sulla superficie.

Luce, calore, aria e attrito accelerano la biodegradazione e distruggono la potenza dei cannabinoidi. Se possibile, conservate la cannabis essiccata in un contenitore rigido e sigillato.

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Conservare i fiori in un barattolo in vetro consente a voi e ai vostri amici di ammirarli prima di farne uso!

Il THC si degrada in cannabinolo (CBN) quando viene conservato per lunghi periodi. La luce solare (raggi UV), l’aria e le temperature elevate accelerano la degradazione. Ma non tutto questo è negativo. Il CBN conserva circa un quarto della potenza del THC; il CBN è un noto sedativo e anticonvulsivante, con proprietà antibiotiche e antinfiammatorie, se applicato per via topica.


Coltiviamo

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Con Stoney Tark

PREPARAZIONE ALL’INVERNO E CONSIDERAZIONI DA FARE Con la fine dell’estate e l’inizio dell’inverno, le giornate si fanno più buie e le temperature iniziano a scendere. In quanto coltivatori indoor, questo significa che dobbiamo adattarci al nuovo ambiente, il che non è sempre facile come si potrebbe pensare. Non c’è niente di peggio di una stanza di coltivazione fredda con piante stentate, terriccio freddo, oidio e segni di muffa sulle vostre cime migliori. In questo articolo vi spiego tutto quello che c’è da sapere su come prepararsi ai mesi invernali in arrivo. Affrontare le temperature più basse • I coltivatori domestici si affidano all’estrazione di aria fresca da una fonte esterna nella loro tenda o stanza di coltivazione. Ciò significa che la qualità dell’aria esterna si ritroverà all’interno. Potreste notare che, man mano che ci avviciniamo alla fine dell’anno, le mattine diventano fredde e frizzanti, con elevati livelli di umidità. In alcuni casi, una volta accese le luci di coltivazione, le temperature raggiungono un equilibrio e si assestano attorno ai 24 gradi centigradi.

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Le temperature nel Nord Europa possono scendere fino a 10 gradi in ottobre. I primi segni di gelo si notano in genere attorno alla prima decade di novembre. Novembre e dicembre possono essere freddi e arrivare a 2 gradi centigradi in alcune zone del Nord Europa.

sempre una maggior quantità di resina. L’uso di deumidificatori e di un buon impianto di aspirazione può fare una grande differenza per i livelli di umidità.

Pavimenti freddi A volte non abbiamo molta scelta, con una cantina o la stanza che ci avanza, e pavimenti, pareti e soffitti freddi sono parte integrante dell’attività di coltivatore indoor. I pavimenti freddi possono costituire un vero e proprio problema, soprattutto quando i vasi diventano più freddi e la temperatura del terreno si abbassa, il che provoca una crescita lenta e stentata.

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L’assorbimento dei nutrienti verrà gravemente compromesso quando le

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temperature del suolo diventeranno più basse. Si può notare che le piante diventano piccole, crescono molto lentamente e mancano di vigore. L’uso di un dispositivo di riscaldamento e di un ventilatore può eliminare i punti freddi e riscaldare la stanza.

Immagazzinare i nutrienti Se leggete sul lato del vostro flacone di nutrienti, troverete scritto che non dovete lasciare i nutrienti in una stanza fredda oppure a diretto contatto con un pavimento freddo. La temperatura dei nutrienti è molto importante per la qualità e la durata del prodotto liquido che si sta utilizzando. • Tenete le sostanze nutritive lontane dal

Precipitazioni

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Un’umidità elevata comporta la necessità di rimuovere l’umidità in eccesso utilizzando un deumidificatore. Durante la fase vegetativa, le piante di Cannabis richiedono un’umidità relativa del 65-75%. Le forti piogge possono provocare un abbassamento notevole delle temperature, il che comporta un problema più grave.

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Può capitare d’imbattersi nell’oidio e di non averci mai pensato più di tanto. Questo agente patogeno bianco e polveroso si diffonde attraverso la ventilazione da una fonte esterna e si attacca ai tessuti della pianta. Dopo una spruzzatura o uno sfregamento, si può notare che la macchia bianca inizia a svanire, ma l’agente patogeno si è attaccato al tessuto fogliare e non se ne andrà molto presto.

Marciume radicale Questo fenomeno si verifica quando le radici di una pianta di Cannabis sono esposte a un ambiente freddo e carico d’acqua. In questo caso le radici vengono attaccate e diventano di colore giallo scuro e di consistenza molliccia a causa dei batteri aerobici presenti nel vaso. Il marciume radicale si verifica molto più di frequente nei sistemi idroponici, ma è comunque un problema per i coltivatori organici.

Quando le piante sono ancora in fase di piantine, vegetativa o di fioritura precoce, l’umidità elevata non è un problema e si può benissimo scampare alle piogge abbondanti all’esterno. Tuttavia, una volta che le piante iniziano a sviluppare prefiori e cime, dovrete assicurarvi che l’umidità, l’estrazione e la ventilazione siano al punto giusto.

Una volta che le cime iniziano a svilupparsi, i livelli di umiditĂ  devono aggirarsi attorno al 40%. In base alla mia esperienza, le piante da fiore in un ambiente piĂš secco producono

Oidio

La muffa o botrite è un problema serio e, se non viene curata rapidamente, può infettare un’intera pianta e spesso iniziare a marcire dall’interno. Noterete che le cime hanno una consistenza molle, simile a zucchero filato e ragnatele, e che il loro colore è diventato scuro. È molto importante assicurarsi che ci sia molta aria fresca e ventilatori oscillanti durante la fioritura delle piante di Cannabis per evitare il ristagno dell’aria.

UmiditĂ  elevata

•

Cosa può andare storto con le mie piante? Purtroppo, sono molte le cose che possono andare storte all’interno di una grow room per la coltivazione di piante da fiore, a causa delle rigide condizioni invernali. Di seguito riportiamo un elenco di tutte le potenziali minacce che possono presentarsi.

Botrite

Quando la pioggia cade in inverno, può essere davvero violenta e in casa tutto può risultare umido e bagnato. Le finestre di casa possono bagnarsi e gocciolare a causa dell’eccessiva umidità. In combinazione con un dispositivo di riscaldamento o dei caloriferi, il livello di umidità che entra nella stanza di coltivazione potrebbe non essere ottimale o costante.

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•

pavimento e, se possibile, conservatele su uno scaffale in un locale buio e fresco. Alcuni nutrienti organici possono risentire negativamente delle basse temperature.

Le mie conclusioni Il modo migliore per tenere sotto controllo la vostra coltivazione indoor durante i mesi piÚ freddi è quello di assicurarsi di avere un igrometro digitale per osservare in tempo reale i livelli di umidità attuali.

Questo coltivatore ha aggiunto un piccolo dispositivo di riscaldamento sul fondo della tenda.

Un dispositivo di riscaldamento e un deumidificatore funzionano bene per i piccoli spazi di coltivazione e la cosa piÚ importante è disporre di un buon estrattore con ventole oscillanti.


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Intervista

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Di Fabrizio Dentini

SCIENZA: IL PROFESSOR MAURO MACCARRONE SUL SISTEMA ENDOCANNABINOIDE Il Professor Mauro Maccarrone è ordinario di biochimica all’Università dell’Aquila e presso il campus biomedico di Roma. Responsabile del laboratorio di neurochimica dei lipidi presso la Fondazione Santa Lucia, si occupa della loro biochimica come segnali molecolari e quindi dello studio del sistema endocannabinoide al quale ha dedicato centinaia di pubblicazioni. Proprio per questo impegno, nel biennio 2010-2011, è stato eletto Presidente della prestigiosa International Cannabinoid Research Society (ICRS) e, nel 2016, per il suo contributo eccezionale alla ricerca sui cannabinoidi, ha ricevuto il “Melchoulam Awards”, riconoscimento offerto in nome dello scienziato israeliano che, per primo al mondo, isolò il THC nel 1964. Ospite oggi del nostro giornale, il Professor Maccarrone ci condurrà in un viaggio incredibile all’interno di un apparato endogeno complesso e pieno di segreti: il sistema endocannabinoide.

nitivo che provenga da questo pacchetto di molecole. È un sistema che deve sovraintendere al controllo di tanti altri segnali molecolari con un ruolo pro-omeostatico e cioÊ il ruolo di riportare alla normalità tutto quel che va in una direzione diversa.

SSIT: Come viene svolto questo ruolo tanto nevralgico al nostro benessere fisiologico? Tramite regolazioni raffinate che non sono del tipo “bianco-nero” o “acceso-spento”. Quello che è necessario comprendere sono i cambiamenti nelle dosi dei segnali che possono comportare un pericolo. Il sistema endocannabinoide è un esempio di come la natura ci abbia portato ad una regolazione raffinatissima. È come confrontare una macchina dotata solamente di freno e accelleratore con una macchina F1 questa, oltre ad accellerare, frenare e sterzare, riesce a controllare lo slittamento o la perdita di aderenza su una sola delle ruote...Stiamo, quindi, parlando della regolazione come elemento costitutivo dell’evoluzione e del sistema endocannabinoide come fine regolatore delle nostre funzioni.

SSIT: Nel corso della sua carriera da quando e perché ha cominciato a interessarsi al sistema endocannabinoide? È stato un incontro fortuito nei primi anni novanta. Ero all’Università di chimica di Utrecht e studiavo le proprietà di un enzima chiamato lipossigenasi. Tale enzima era capace di modificare alcuni lipidi e generare segnali molecolari. A un certo punto emerse che l’anandamide [Ndr. il più celebre fra gli endocannabinoidi], appena scoperta nel 1992, poteva essere un substrato di quest’enzima e così abbiamo cominciato a studiarlo. Siccome questa sostanza aveva una piccola molecola in più e proprietà molto diverse dalle altre molecole, divenne rapidamente l’oggetto del nostro studio che andò a interessare anche i colleghi dell’Università di medicina ed in particolare ginecologi e neurologi. Grazie al loro contributo abbiamo studiato il ruolo di questi endocannabinoidi nella riproduzione e nella funzionalità del cervello.

SSIT: Quale connessione esiste fra sistema endocannabinoide ed apparato riproduttivo? Pochi anni dopo questi primi studi, il Lancet pubblicò un nostro studio su donne in gravidanza perfettamente sane dal punto di vista clinico. Ebbene, lo studio dimostrava che la mancanza dell’enzima di degradazione dell’anandamide nel sangue preannunciasse la probabilità di aborto. Si trattava cioé di un marcatore precoce di aborto al quale, per molto tempo, si è anche cercato di attribuire un valore diagnostico. Gli endocannabinoidi hanno moltissimo a che fare nella riproduzione sia femminile che maschile. Riferendoci

SSIT: Il sistema endocannabinoide lavora per procrastinare l’omeostasi del corpo umano. Ci vuole dare la sua definizione di omeostasi e parlarci di questa relazione tanto fondamentale per la nostra specie? La fisiologia è la normale maniera che un organismo complesso ha di funzionare. Questa

agli uomini, su Nature Journal nel 2019, abbiamo pubblicato una ricerca dal titolo: “Caratterizzazione e localizzazione dei componenti del sistema endocannabinoide nel testicolo umano adulto” ovvero lo stato dell’arte rispetto al rischio di chi fuma marijuana o assume comunque cannabinoidi esogeni sotto diverse forme.

SSIT: Come ricercatore cosa l’affascina nel funzionamento di questo sistema? Il fatto di aver capito che l’importanza di comprendere come funzioni apra la prospettiva ad interventi terapeutici veramente innovativi e importanti. Si tratta di un sistema complesso che non va sottovalutato e, probabilmente, questa è parte della ragione per la quale ancora oggi non abbiamo un farmaco defi-


28 NEL 2016, PER IL SUO CONTRIBUTO ECCEZIONALE ALLA RICERCA SUI CANNABINOIDI, MACCARRONE HA RICEVUTO IL “MELCHOULAM AWARDS”

Direi di si, ma purtoppo la sensazione è che le potenzialità degli studi sui cannabinoidi endogeni soffrano ancora di una sorta di stigma che viene dal mondo di quelli vegetali. Questo succede perchÊ a parlare di quelli vegetali, magari, sono piÚ i politici che i ricercatori e questo crea un danno davvero enorme per tutta la comunità.

SSIT: Crede sussistano dei limiti empirici da sciogliere per poter passare a un livello superiore nella ricerca?

si regge su una serie di equilibri: una serie di segnali che, in certe quantitĂ , indicano che tutto sta funzionando bene e che tutte le varie macchine grazie alle quali funzioniamo (il battito del cuore, la contrazione di un muscolo, la funzionalitĂ  di un rene, la capacitĂ  del cervello di integrare i segnali) ricevono gli impulsi adeguati nelle quantitĂ  e nelle dosi corrette.

Purtroppo si e cioé la nostra capacità di capire davvero le regolazioni fini di questa rete di molecole complesse. C’è qualche luce che si sta accendendo ad esempio, proprio di recente, si sono sviluppati dei nuovi strumenti, nuove molecole che sono in grado di visualizzare il sistema endocannabinoide in azione e farcelo vedere mentre lavora nelle cellule e osservarlo mentre si altera e in sinergia con eventuali farmaci.

Questa è l’omeostasi, mantenere un equilibrio fra tutti questi segnali. Quando alcuni di questi segnali sono in aumento perché in eccesso o in diminuzione perché carenti, superano una soglia e comportano un’alterazione anche, molto probabilmente e molto spesso, negli altri segnali di cui disponiamo.

Questo rappresenta sicuramente un salto in avanti fondamentale perchĂŠ ci aiuterĂ  a capire quella famosa bilancia fra troppo, troppo poco o giusto.

Quest’allontanarsi da una situazione di normalità, di omeostasi, è uno dei primi modi per arrivare ad un’alterazione talmente conclamata e grave che può diventare irrecuperabile e condurre alla morte. Gli endocannabinoidi avrebbero il ruolo di evitare che l’alterazione dell’omeostasi diventi così grave da non essere più recuperabile. Si tratta del sistema che sorveglia gli altri sistemi evitando alterazioni troppo evidenti.

SSIT: Paracelso diceva che solo la dose faccia il veleno. Alla luce di questa pietra miliare di saggezza medica, come valuta l’atteggiamento del nostro Governo nella regolamentazione della cannabis?

SSIT: Che impatto ha avuto la scoperta del sistema endocannabinoide nel mondo della ricerca medica? Si può assolutamente parlare di un prima e di un dopo. Da qualche anno si era capito che nel nostro organismo, non solo le famose proteine descritte dai primi anni del Novecento e non solo gli acidi nucleici, popolarissimi dopo la scoperta della doppia elica a metà del secolo scorso, ma anche i lipidi fossero regolatori importanti del nostro funzionamento. Oggi sappiamo che anche all’interno dei lipidi, sino a quel momento considerati un problema calorico e al massimo molecole utili per fare strutture, come mattoni da costruzione, ci sono molecole che hanno un’enorme capacità di segnalare da una cellula all’altra o anche all’interno delle stesse cellule. Tutto ciò non era apprezzato, come lo è oggi, se non da quando abbiamo scoperto gli endocannabinoidi.

SSIT: Come funziona questo sistema tanto complesso? Si tratta di un pacchetto di molecole di una ricchezza e varietà infinite. Tra l’altro, con una particolarità rispetto a quanto abbiamo sempre imparato sull’evoluzione. Sto parlando di una ridondanza apparente di bersagli e cioé di tanti ricettori di tipi diversi, di enzimi che tutti devono sintetizzare o degradare. La natura ci insegna che se una molecola rimane o se una funzione resta e non viene persa, non è davvero ridondante, ma deve avere un suo significato. Dunque sapere che esistono due,

nella speranza di trovare un meccanismo che possa contrastarla. Oltre a questa, ci sono linee di ricerca molto attive ovviamente legate ai tumori ed anche, molto importanti, quelle legate alla nostra capacità di assumere e utilizzare energia per il loro impatto su patologie come sull’obesità o il diabete.

tre, quattro modi diversi per sintetizzare lo stesso endocannabinoide, ci deve far pensare che ci siano diversi motivi che la selezione naturale ha premiato.

SSIT: Quali sfide crede che la ricerca in questo campo debba poter raccogliere e a quali progetti sta lavorando personalmente?

SSIT: Quali potrebbero essere?

Negli ultimi anni il mio gruppo ha valorizzato gli aspetti della regolazione da endocannabinoidi nel sistema nervoso centrale ed in particolare nella neuro degenerazione. Siamo responsabili di un progetto di ricer-

Parlando del sistema cannabinoide la citazione è appropriata perché, affinché siano benefici o nefasti, non si tratta di avere o non avere questi segnali molecolari, ma piuttosto si tratta di saperli mantenere alle giuste concentrazioni. È veramente la quantità che fa la differenza. Aggiungo che sono tra i pochi segnali del nostro organismo per i quali si è capito, ci sono prove molto evidenti, che sia proprio il metabolismo a farli funzionare bene. Il controllo metabolico e cioé: ne produco un po’ di più ho un effetto, ne producono un po’ di meno ne avrò un altro, ma ogni cellula sa sempre quanto ne ha e quanto ne dovrebbe avere. Per quanto riguarda la scelta della legalizzazione, per quanto mi riguarda, nel rispetto pieno della libertà, si può anche dire di usare la cannabis, ma quantomeno si dovrebbe garantire a tutti un minimo d’informazione facendo un corso alle scuole medie, in maniera che i ragazzini comprendano che non stanno assumendo una sostanza profumata

Possono essere una regolazione differente, la capacità d’intervenire sentendo anche altri segnali, ma il concreto funzionamento non è stato ancora completamente compreso. Il primo endocannabinoide, l’Anandamide [Ndr. AEA] è stato scoperto nel 1992. Il secondo, il 2-arachidonoilglicerolo [Ndr. 2-AG] nel 1995. Nonostante, quindi, la ricerca molto attiva degli ultimi trent’anni, il perché di questa ricchezza di elementi e la potenzialità nell’applicazione terapeutica non ci è ancora chiara.

IL SISTEMA ENDOCANNABINOODE È IL SISTEMA CHE SORVEGLIA GLI ALTRI SISTEMI EVITANDO ALTERAZIONI TROPPO EVIDENTI

SSIT: Rispetto agli inizi ha riscontrato un’evoluzione nell’interesse pubblico in questo tipo di ricerche?

ca d’interesse nazionale sull’Alzheimer per capire come questa segnaletica lipidica possa contribuire all’evoluzione della malattia e

piĂš o meno gustosa, ma sappiano che ci sono dei rischi ed abbiamo quindi un senso critico al consumo.


Intervista

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Di Stoney Tark

IL DISPENSARIO DUTCH PASSION IN THAILANDIA Ciao Mahmoud, puoi dirci quando avete aperto il dispensario Dutch Passion? Per il dispensario Dutch Passion abbiamo fatto un’apertura soft a giugno, ma la grande apertura è stata durante il primo fine settimana di settembre. Il dispensario si trova in uno dei punti caldi di Bangkok. Si tratta di un vivace quartiere d’affari, vicino a una stazione e quindi facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici. Abbiamo anche un parcheggio a 100 metri di distanza, pertanto è abbastanza accessibile a chiunque voglia visitarlo. Cosa prevede la legislazione attuale in Thailandia per quanto riguarda l’acquisto di Cannabis e il diritto pubblico? Dopo la legalizzazione del 2022, è ora legale acquistare, trasportare e fare uso di cannabis. Se in possesso delle giuste licenze, è anche legale coltivare e vendere cannabis. Il consumo è legale, ma non in pubblico. I thailandesi possono godersi la cannabis nell’intimità della propria casa e i turisti possono trovare un dispensario di qualità che offra un’area fumatori o un posto tranquillo con un po’ di privacy. In che modo questo dispensario è diverso dall’esperienza dei coffee shop di Amsterdam? I coffee shop di Amsterdam sono il frutto della storia locale. Sono café della cannabis, dove si può acquistare e fare uso di cannabis. Spesso sono piuttosto bui e a volte anche un po’ loschi. I dispensari in Thailandia si basano di più sul modello americano. Sono quindi più simili a negozi di cannabis. Sono light e accoglienti, in genere piuttosto piccoli e la maggior parte di essi non ha spazio per offrire una sala fumatori, al contrario dei coffee shop olandesi.

Puoi dirci cosa c’è attualmente nel menu e a quanto viene venduta la cima? Le varietà attualmente disponibili nel nostro dispensario sono la Sugar Bomb Punch, la Glueberry OG, la Meringue, la Amsterdam Amnesia, la Desfran, la Tropical Tangie, la Orange Bud, la White Widow, la Power Plant, la Skywalker Haze e la Banana Blaze. I prezzi variano da 400 baht (±10€) a 600 baht (±15€) per un grammo. Quale varietà hai notato che acquistano e fumano di più i thailandesi? Ci sono molti thailandesi che coltivano o che hanno un amico che coltiva. In genere la qualità è inferiore a quella che offriamo noi nel nostro dispensario, ma pagano anche meno le cime che ottengono in questo modo. Una soluzione che risulta conveniente per loro, se non hanno fondi da investire in cime di alta qualità. La nostra clientela è composta principalmente da turisti, soprattutto giapponesi, poiché la zona in cui ci troviamo è nota anche come area commerciale giapponese. Cosa può aspettarsi chi viene a trovarvi quando arriva al dispensario? Quando le persone visitano il nostro dispensario, possono aspettarsi un’atmosfera calda e rilassata con alcuni tocchi piacevoli, come una canna lunga un metro appesa al soffitto, ottima per le foto di Instagram. Abbiamo trasformato il nostro logo in una grande opera d’arte tridimensionale, appesa sopra la nostra sezione merceologica. Inoltre, abbiamo a disposizione una rilassante sala fumatori al 1° piano e un delizioso rooftop per bere e fumare. Nel prossimo futuro ci sarà un centro educativo e una “Dutch Passion Experience”, dove esporremo l’arte della coltivazione in tutte le sue fasi. È facile trovare il dispensario e qual è il modo più veloce per arrivarci? Il dispensario si trova in una piccola via laterale di una delle principali della zona, quindi bisogna sapere come muoversi. L’indirizzo è 58/15 Soi, Thaniya Road, Suriya Wong Bang Rak, 10500 Bangkok, Thailandia. Il modo più semplice per arrivarci è un tuktuk o un taxi/Grab. È anche possibile prendere la metropolitana, poiché siamo vicini alla fermata BTS di Sala Daeng. Quali sono i tuoi consigli per i fumatori che visitano la Thailandia per la prima volta? Credo che i consigli siano gli stessi per qualsiasi fumatore alle prime armi. Fate in modo di trovarvi in un luogo dove vi sentiate al sicuro, preferibilmente con altre persone già esperte nell’uso della cannabis. Assicuratevi di non dover guidare o svolgere altre attività che richiedano la vostra piena concentrazione.

Come appare il nostro menu attuale con tutte le nostre varietĂ !

Fate un tiro alla volta e non dimenticate che la cannabis può essere piuttosto forte per i principianti! Potete sempre fumarne dell’altra dopo averne sentito l’effetto, ma quello che è dentro, è dentro. Non è più possibile tirarlo fuori.

Il look moderno e raffinato offre ai fumatori una sensazione di relax.

Ci sono luoghi turistici che consigli di visitare? Bangkok è una città così grande e vivace che ci sono un milione di cose da fare. Una delle attrazioni principali è per esempio il Grand Palace, con tutta la sua bellezza. Oppure potete visitare uno dei numerosi templi, come il tempio Wat Phra Chetufon con il gigantesco Buddha sdraiato. Vi consiglio un tour in barca sul fiume Chao Phraya, un ottimo modo per vedere Bangkok dall’acqua. Infine, Mahmoud, dove si possono trovare maggiori informazioni sul dispensario Dutch

• • • •

Passion? Basta visitare il nostro sito web o andare su Google per avere informazioni sul nostro dispensario. Il modo migliore sarebbe quello di prenotare un volo per Bangkok e visitare il nostro locale dal vivo! Il nostro team thailandese sarĂ  felice di ospitarvi e vi offrirĂ  un luogo piacevole e rilassato, dove potrete gustare cime di prima qualitĂ  nella nostra sala fumatori o sulla nostra accogliente terrazza sul tetto. Ci vediamo a Bangkok!

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Growing

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Di sudestfam@protonmail.com

Psilocybe Fanaticus

Guida completa alla PF-TEK

Una delle tecniche piÚ diffuse per coltivare funghi psichedelici è conosciuta con il nome di PF-TEK, la sigla deriva dal soprannome del suo inventore Robert McPherson alias Psilocybe Fanaticus che nel 1991 mise a disposizione del mondo intero una guida semplice ma allo stesso tempo dettagliata sulla coltivazione domestica di funghi magici. Fino a quel momento erano state pubblicate una miriade di manuali sulla coltivazione di funghi ma la PF-TEK era la prima a non avere bisogno di un equipaggiamento da laboratorio per essere realizzata, infatti con pochi strumenti e materiali facilmente reperibili è possibile eseguire una coltivazione di successo in casa propria.

PF-TEK Il metodo di Psilocybe Fanaticus prevede la realizzazione di un substrato di crescita per i funghi a base di vermiculite, acqua e farina di riso integrale. In gergo il substrato viene

chiamato torta. Le torte vengono inoculate con delle spore contenute in una siringa e quando sono completamente colonizzate le torte vengono riposte all’interno di un terrario a fruttificare fino alla raccolta dei funghi coltivati.

STRUMENTI E MATERIALI Qui di seguito un elenco dei materiali e degli strumenti necessari: • • • • • • • • • • • •

pentola grande o pentola a pressione misurini e cucchiai barattoli di vetro da 250 ml con bocca larga vermiculite orticola grado medio farina di riso integrale bio siringa con spore acqua minerale naturale e distillata punteruolo nastro isolante contenitore di plastica da 50 litri guanti in latex spruzzino

Psychedelic Mushrooms AI.

La pentola è utilizzata per sterilizzare gli strumenti e il substrato, se non si dispone di una pentola a pressione, perfetta per questo scopo, si può benissimo utilizzare una normale pentola dotata di coperchio. I barattoli migliori sono quelli con bocca larga e senza spalle perché permettono di tirare fuori facilmente le torte di substrato all’interno. La vermiculite, come spiegato dallo stesso Psilocybe Fanaticus, è la chiave di questo metodo in quanto permette al micelio di svilupparsi in un ambiente ben arieggiato.

Torta colonizzata dalle spore.

La vermiculite per orticoltura di grado medio ha delle dimensioni che variano tra 0,5 e 3 millimetri e possiede una capacità di ritenzione idrica perfetta per la coltivazione di funghi del genere psilocybe. La migliore farina di riso integrale è quella macinata sul momento da riso biologico rispetto a quella comprata già confezionata.

La siringa contente le spore può essere acquistata in molti grow shop e siti web dedicati.

PREPARAZIONE DELLE TORTE Innanzitutto assicurarsi che l’ambiente dove si procede sia completamente igienizzato e utilizzare per ogni operazione i guanti in latex per evitare ogni possibile contaminazione. La seguente ricetta è per la realizzazione di una singola torta, ogni torta preparata andrà inserita all’interno di un barattolo di vetro. All’interno di una coppa adatta a miscelare il substrato inserire 120 grammi di vermiculite, bagnarla con 60 millilitri di acqua minerale naturale, attendere che la vermiculite assorba completamente l’acqua e aggiungere la farina di riso integrale. Amalgamare per bene i tre ingredienti fino a creare un mix omogeneo.


31 La quantità di acqua è molto importante perché ha una forte influenza sullo sviluppo dei funghi, è importante che il substrato non risulti eccessivamente bagnato. Se dopo aver miscelato gli ingredienti il fondo della coppa contiene acqua significa che è in eccesso e va eliminata. Anche la qualità dell’acqua è molto importante, l’acqua ricca di minerali è un’ottima fonte di nutrienti che favoriscono la crescita dei funghi. Prima di inserire la torta all’interno del barattolo bisogna realizzare sul tappo di chiusura 4 fori. Il tappo va forato il più vicino possibile al suo bordo con l’ausilio del punteruolo. Inserire la torta all’interno del barattolo, assicurarsi che sia ben livellato all’interno premendolo con le dita e lasciare circa 2 cm di spazio dall’apertura del barattolo. È importantissimo per evitare la contaminazione della torta che lo spazio di 2 cm lasciato libero sia completamente pulito.Uno dei segreti di Psicolybe Fanaticus è di riempire lo

a riposo per 48 ore in luogo fresco, buio e pulito. Dopo questa fase si può procedere con l’inoculazione delle torte.

INOCULAZIONE E COLONIZZAZIONE Ogni torta va inoculata con un 1 cc di soluzione di spore ma è possibile anche aumentare la dose fino a 3 cc per torta. Agitare la siringa per rendere la soluzione omogenea e inserire l’ago all’interno dei 4 fori sul tappo del barattolo puntando la siringa verso le pareti in modo che la soluzione iniettata scorri verso il fondo del barattolo. Collocare i barattoli in un ambiente pulito ad una temperatura di 18-21°C e luce indiretta. Attendere dalle 2 alle 4 settimane prima che la torta sia colonizzata dal micelio, potrete osservare un velo bianco coprire il substrato. Quando appariranno delle minuscole strutture simili a degli spilli è il segnale che le torte sono pronte per la fase di fruttificazione.

Ibridi F1 THC piĂš elevato. Rese maggiori.

FASE FINALE

Tappo forato per l’inoculazione delle spore.

Preparare il terrario utilizzando il contenitore in plastica da 50 litri, disinfettarlo completamente con alcool e riporre sul fondo uno strato di vermiculite fino a coprirlo del tutto. Aprire i barattoli, rimuovere lo strato di vermiculite secca e tirare fuori le torte colonizzate facendo molta attenzione a non manipolarle troppo. Sistemare le torte all’interno del terrario poggiandole sul fondo di vermiculite a una distanza di almeno 5 cm tra una e l’altra. Prima di chiudere il terrario è necessario polverizzare dell’acqua sulle pareti interne e sul fondo senza però bagnare direttamente le torte. I funghi prosperano in ambienti con

Disponibile

ora!

spazio lasciato libero nel barattolo con uno strato di vermiculite secca che fungerĂ  da barra protettiva per il substrato posto al di sotto.

STERILIZZAZIONE Chiudere il barattolo con il tappo senza stringerlo del tutto per permettere il passaggio del vapore durante la sua sterilizzazione, i fori sul tappo invece vanno sigillati con il nastro isolante per evitare che entrino gocce d’acqua condensata e contaminino il substrato. Ripetere il procedimento per ogni torta che si vuole realizzare. Quando le torte sono pronte all’interno dei barattoli di vetro si procede con la loro sterilizzazione. Riempire la pentola con acqua distillata e metterla a bollire su un fornello. Quando l’acqua inizia a bollire, inserire i barattoli di vetro all’interno della pentola facendo attenzione che il livello dell’acqua non sia superiore a quello dei barattoli. È importante che i barattoli non tocchino direttamente il fondo della pentola perchè il calore diretto gli potrebbe rompere, infatti per questo scopo una vaporiera è lo strumento più adatto. Chiudere la pentola con il coperchio e lasciare l’acqua bollire per circa un’ora affinché il contenuto dei barattoli si sterilizzi. Successivamente lasciare raffreddare i barattoli prima di manipolarli e una volta freddi metterli

Vermiculite, foto by Jungle Rebel on Flirck.

umidità superiore al 90% e per mantenere stabile questa condizione potrà essere necessario polverizzare quotidianamente con acqua l’interno del terrario. Dopo pochi giorni inizieranno a crescere dozzine di funghi da tutti i lati della torta, alcuni avranno piccole dimensioni, altri con forme alterate e altri ancora completamente sviluppati. I funghi vanno raccolti prima che si rompa il velo sotto il cappello. La fase di fruttificazione prosegue per circa 2-3 settimane prima che la torta si esaurisca completamente.

Nel prossimo numero di Soft Secrets approfondiremo maggiormente gli insegnamenti di Psilocybe Fanaticus insieme a tanti suggerimenti per migliorare la resa delle coltivazioni di funghi magici.

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Cucina d’effetto

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Di Betty Green

Bistecca frollata di Betty per due persone con cubetti di patate arrosto alle erbe e salsa al pepe infusa di cannabis

bistecche. Trasferite le bistecche cotte su un piatto inclinato e copritele con dell’alluminio, lasciandole riposare per qualche minuto.

Anche se gli hamburger sono di gran moda, a volte ho voglia di gustarmi l’eleganza di una bistecca perfettamente cotta. Abbinata a una classica salsa al pepe (infusa con burro di cannabis, ovviamente) e a cubetti di patate arrosto alle erbe. In questa ricetta vi guiderò nella creazione di una cena gourmet a base di bistecche infuse di cannabis per due persone che farà sicuramente colpo. Oppure dimezzate gli ingredienti per concedervi un gustoso regalo.

IMPIATTAMENTO: Disponete i cubetti di patate arrosto alle erbe e dei pomodori misti su un piatto da portata. Adagiate le bistecche di controfiletto con cottura media-al sangue accanto alle patate.

SALSA AL PEPE INFUSA DI CANNABIS: Il segreto per infondere questa salsa classica con la cannabis sta nel burro utilizzato per la salsa al pepe.

INGREDIENTI:

Tre cucchiai di burro infuso di cannabis. Uno scalogno, tritato finemente. Uno spicchio d’aglio tritato. Un cucchiaio di pepe verde in grani in salamoia sgocciolato. 1/2 tazza di panna spessa. Due cucchiai di brandy o cognac (facoltativo). Sale a piacere.

CUBETTI DI PATATE ARROSTO ALLE ERBE: INGREDIENTI: 350 g di patate, tagliate a cubetti. Un cucchiaio di olio d’oliva. 1/2 cucchiaino di erbe di Provenza. Sale e pepe nero macinato fresco (a piacere). Uno spicchio d’aglio tritato.

BISTECCA DI CONTROFILETTO COTTURA MEDIA-AL SANGUE: INGREDIENTI: Due bistecche di controfiletto frollato, da 230 g circa ciascuna. Sale e pepe nero macinato al momento. Un cucchiaio di olio d’oliva.

PREPARAZIONE: SALSA AL PEPE INFUSA DI CANNABIS: In un pentolino, sciogliete il burro infuso di cannabis e il burro normale a fuoco medio. Aggiungete lo scalogno e l’aglio tritati e il burro infuso di cannabis finché non diventano semitrasparenti. Aggiungete i grani di pepe verde e continuate a cuocere un altro minuto.

Se volete, aggiungete con cautela del brandy o del cognac in padella e lasciate che si accenda. Fate attenzione e usate un accendino o un fiammifero lunghi per accendere il tutto; le fiamme si attenueranno una volta che l’alcol si sarà asciugato. Riducete la fiamma al minimo e versate lentamente la panna spessa, mescolando costantemente. Fate sobbollire dolcemente la salsa per circa 10 minuti o finché non si addensa raggiungendo la consistenza desiderata. Salate a piacere e trasferite la salsa in una ciotolina per servirla.

CUBETTI DI PATATE ARROSTO ALLE ERBE: Preriscaldate il forno a 200°C. In una ciotola di medie dimensioni, unite i cubetti di patate, l’olio d’oliva infuso di cannabis, le erbe essiccate di Provenza, il sale, il pepe nero e l’aglio. Mescolate il tutto fino a ricoprire le patate in modo uniforme. Distribuite i cubetti di patate conditi su un unico strato in una teglia da forno. Fate arrostire nel forno preriscaldato per circa 2530 minuti o finché le patate non saranno croccanti all’esterno e tenere all’interno. Giratele a metà cottura per ottenere una cottura uniforme.

BISTECCA DI CONTROFILETTO COTTURA MEDIA-AL SANGUE: Preriscaldate la padella a fuoco alto. Condite generosamente entrambi i lati delle bistecche di controfiletto con sale e pepe nero macinato al momento. Irrorate le bistecche con olio d’oliva per evitare che si attacchino. Posizionate le bistecche sulla padella calda. Per una cottura media, fate cuocere per circa 3-4 minuti per lato, a seconda dello spessore delle

Servite la salsa al pepe infusa di cannabis in una piccola ciotola accanto alla bistecca e alle patate. Mentre ci abbandoniamo agli inebrianti sapori di questo piatto infuso di cannabis, non posso fare a meno di pensare che il viaggio tra cannabis e delizie culinarie sia appena iniziato. Attraverso le mie avventure culinarie, ho capito che la cannabis ha il potere di trasformare l’ordinario in qualcosa di veramente straordinario. È un momento entusiasmante per far parte di questa rivoluzione gastronomica e vi esorto a unirvi a me nell’esplorare le infinite possibilità che ci attendono. Che siate chef esperti o appassionati di cucina casalinga, c’è un mondo di sapori che aspetta di essere scoperto. Con ogni piatto, scopriamo modi innovativi per infondere la magia della cannabis alle nostre creazioni culinarie, spalancando la porta su un regno di sapori ed esperienze che ci invitano ad assaporare i piaceri del cibo in un modo completamente nuovo. Intraprendiamo insieme questo viaggio emozionante, dove l’intersezione tra cannabis e cucina promette di ridefinire il modo in cui apprezziamo e gustiamo i nostri pasti. Un augurio per le avventure culinarie che ci aspettano!



Growing Di sudestfam@protonmail.com

TRIMMING 101

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Tutto ciò che c’è da sapere sul trimming della marijuana

L’autunno è una delle stagioni preferite dai growers di marijuana di tutto il mondo, soprattutto per chi coltiva all’aperto è arrivato il momento di raccogliere i frutti, o in questo caso i fiori, dopo lunghi mesi di lavoro e di attesa.

medico, sono resistenti e privi di polveri, quelli in nitrile monouso sono i migliori. I guanti proteggono le infiorescenze da eventuali contaminazioni e allo stesso tempo proteggono la pelle. Inoltre risulta piĂš facile raccogliere la resina che si appiccica sulle dita durante la manipolazione delle piante.

Una delle operazioni che piÚ caratterizza questo momento è il trim delle infiorescenze di marijuana. Il termine trim è utilizzato in gergo per descrivere la potatura a fondo dei fiori di marijuana da tutte le foglie che vi sono intorno. È una parola inglese che significa letteralmente potare. Nel linguaggio popolare ha assunto varie declinazioni come il termine trimming oppure quello piÚ italianizzato trimmare. Il termine trim è anche utilizzato per indicare gli scarti della manicure dei fiori, come foglioline ricche di resina e fiori di piccolissime dimensioni.

Trim Machine. Sono delle macchine che realizzano la manicure della marijuana in maniera autonoma, velocizzando tantissimo il lavoro. Innanzitutto si distinguono tra manuali e a motore elettrico, i primi consistono in dei contenitori con delle lame rotanti all’interno, le infiorescenze vanno posizionate dentro il contenitore ma senza i rami, le lame si azionano per mezzo di una manovella posta all’esterno della macchina. Sono sufficienti un paio di giri di manovella per eliminare la maggior parte delle foglie.

COS’È IL TRIM E PERCHÈ Il trim è l’operazione con cui vengono eliminati steli e foglie, anche quelle più resinose, dalle infiorescenze della pianta di marijuana. Generalmente viene eseguito manualmente con l’ausilio di apposite forbici ma esistono vari modi per realizzare questa operazione. La risposta al perchè eseguirla è abbastanza semplice, la maggior parte dei principi attivi come terpeni e cannabinoidi, cioè le due componenti responsabili dell’odore, del sapore e dell’effetto sono contenute nei fiori. Oltre al fattore estetico, che oggigiorno risulta essere molto importante, il trimming della marijuana è necessario per degustare appieno le sue qualità organolettiche, la presenza di steli e foglie conferirebbe un sapore amaro e sgradevole influenzando negativamente l’esperienza che ne deriva dal consumo di marijuana.

DRY TRIM VS WET TRIM Il trim delle infiorescenze di cannabis si può eseguire sulle piante ancora vive, wet trim, oppure sulle piante previamente essiccate. Il trim di piante vive è una tecnica adottata soprattutto nelle grandi coltivazioni indoor per svariate ragioni. Il dry trim è un metodo che garantisce un prodotto di qualità superiore, le infiorescenze non subiscono grandi danni durante la loro manipolazione e il lento essiccamento salvaguarda maggiormente il profilo terpenico e dei cannabinoidi della pianta. Ma per questa tecnica di manicure è necessaria molta pazienza e tanto spazio.

Dry Sift Screen.

Quelli elettrici hanno un motore che sostituisce l’azione della manovella e sono costruiti in maniera da poter stare continuamente al lavoro senza doversi fermare per scaricare e ricaricare le infiorescenze. Uno dei migliori in commercio ma dal costo proibitivo per molti è il Twister Trimmer, una macchina dotata di un tamburo rotante composto da tante sottilissime lame e con la capacità di processare fino a 20 kg ogni ora di marijuana secca. Le macchine non rappresentano una buona opzione per chi voglia ottenere delle infiorescenze perfettamente pulite. TrimBin. È un comodo banco da lavoro portatile, dotato di un setaccio rigido da 150 micron che permette di raccogliere la resina che cade sulla superficie durante il trimming della marijuana. Con il TrimBin si lavora seduti, la sua forma consente di appoggiarlo sulle gambe e di lavorare comodamente con

Wet Trim.

STRUMENTI E MATERIALI Forbici. Esistono varie tipologie adatte per il trimming, in Europa le più diffuse sono simili alle forbici da pota ma con lame sottili, sia rette che curve vanno benissimo. Le forbici classiche da potatura invece sono perfette per il taglio dei tronchi e dei rami più grossi. Anche le forbici da bonsai, piccole e leggere, si prestano perfettamente per la manicure più accurata. Negli Stati Uniti quelle più diffuse sono le forbici da potatura Chikamasa, di manifattura giapponese, sono delle forbici di precisione che a differenza di quelle sopra descritte non hanno la molla di ritorno. Sono adatte ad un uso più intenso, infatti le forbici con molla di ritorno possono causare dei problemi alla mano nel corso del tempo. Guanti. Non tutti i guanti sono uguali, scegliere quelli più adatti al trimming della marijuana può semplificare l’intero lavoro; utilizzare sempre guanti per uso

Varie tipologie di forbici.


35 alla base e riponendola a essiccare a testa in giù nella dry room oppure si possono prelevare solo i fiori e metterli a essiccare su delle apposite reti che permettono il passaggio dell’aria. Il wet trim è un metodo impiegato soprattutto nella produzione di marijuana commerciale.

COME PROCEDERE: DRY TRIM La manicure della marijuana già secca è il metodo migliore per preservare le sue qualità e ottenere un prodotto finale che esprima pienamente il suo potenziale. Il dry trim permette inoltre di eseguire una pulizia più precisa dei fiori in perfetto stile Cali. In questo caso le piante vengono prima essiccate all’interno della dry room o di uno spazio dedicato e dopo circa una settimana dovrebbero essere pronte per la fase di trimming. Se i rami più piccoli si spezzano facilmente è il segnale che le piante sono pronte per questa operazione. Nel caso i rami risultino ancora morbidi è necessario attendere ancora qualche giorno oppure controllare che temperatura e umidità dell’ambiente siano adeguate. Quindi separare le infiorescenze dai rami e riporle in un vassoio o in un contenitore per tenerle a portata di mano. Sarà necessario un tavolo su cui poggiarsi con dimensioni adatte alla mole di lavoro. Inoltre è importante che la postazione di lavoro sia comoda, con una sedia adeguata al tavolo utilizzato. L’ambiente di lavoro deve essere ben illuminato per avere una visione chiara e non affaticare la vista.

Infiorescenza preparate per il Dry Trim.

Un secondo contenitore è necessario per riporre i fiori di marijuana pronti e distinguerli da quelli ancora da processare. Eseguire il

TRIMBIN È UN COMODO BANCO DA LAVORO PORTATILE DOTATO DI UN SETACCIO RIGIDO le braccia distese.Dry Sift Screen. Sono dei setacci rigidi di forma quadrata o rettangolare, la cornice può essere di legno o di alluminio, le maglie sono costituite da filamenti di poliestere nella maggior parte dei modelli ed esistono varie misure che vanno dai 25 micron a 220 micron. Durante la manicure della marijuana, una piccola parte della resina si stacca dalle parti vegetali che vengono manipolate e si deposita sulla superficie di lavoro, l’impiego di uno screen come superficie di lavoro permette di raccogliere la preziosa resina separata dal resto del materiale. Gli screen da 150-180 micron sono perfetti per questo impiego.

COME PROCEDERE: WET TRIM Questo metodo consiste nel realizzare il trimming della marijuana con le piante ancora vive. Un consiglio è quello di eseguirlo con le piante ancora nel vaso in modo che si mantengano in piedi da sole, inoltre le foglie ancora erette saranno più facili da asportare con un semplice colpo di forbice. Per avere una visibilità della pianta migliore si possono eliminare per prima le foglie di dimensioni più grandi. Quando le infiorescenze sono completamente pulite da tutte le foglie, si può procedere con la raccolta dell’intera pianta tagliando il tronco

trimming della marijuana utilizzando un dry sift screen come base oppure il TrimBin permette di raccogliere un po’ di resina che altrimenti andrebbe persa. Quando si esegue questa tecnica è molto importante tenere in considerazione la temperatura e l’umidità dell’ambiente, un clima troppo secco o troppo caldo influenza negativamente il lavoro. Un’ottima pratica è quella di eseguire una leggera potatura delle piante quando sono ancora vive, asportando le foglie grandi e tagliando le punte di quelle più piccole, questo lavoro agevola il trimming finale della marijuana poiché le foglie non si arricciano completamente durante l’essiccamento.

PULIZIA Mani, forbici e ogni strumento sporco di resina possono essere facilmente puliti con alcool etilico denaturato oppure con olio di oliva, quest’ultimo ha anche l’effetto di reidratare la pelle. Prima di eseguire la pulizia dei mani e forbici assicurarsi di aver recuperato la resina appiccicatasi. E ora godetevi un buonissimo joint di finger hash appena estratto.


International

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Di Rich Hamilton

La rivoluzione della cannabis in Thailandia: Nuove leggi, grandi marchi e controversie La Thailandia, un tempo nota per la sua rigida posizione anti-cannabis, ha intrapreso un notevole viaggio di trasformazione negli ultimi anni. Questa nazione del sud-est asiatico ha fatto notizia modificando le sue leggi sulla cannabis, il che ha comportato diffuse speculazioni sul futuro della cannabis nella Terra del Sorriso. Sulla scia di questi cambiamenti, la Thailandia è diventata un campo di battaglia per i principali marchi di cannabis che cercano di capitalizzare sulla scena in evoluzione. Tuttavia, la legittimità delle loro operazioni è al centro di numerose controversie, con accuse di corruzione e pratiche non etiche. In questo articolo approfondiremo la rivoluzione della cannabis in Thailandia, esaminando i cambiamenti intervenuti nella legislazione sulla cannabis, il loro profondo impatto sulla nazione, l’improvviso afflusso di marchi internazionali e le complesse questioni legali ed etiche che continuano a circondare queste attività.

LE MODIFICHE ALLA LEGISLAZIONE SULLA CANNABIS Le modifiche alla legislazione sulla cannabis in Thailandia, avviate nel 2018, hanno rappresentato un cambiamento epocale rispetto alla posizione drastica sulla cannabis che veniva adottata da tempo. Con queste nuove leggi, la detenzione di piccole quantità di cannabis per uso personale è stata depenalizzata, con una conseguente riduzione delle pene per i trasgressori. Questo cambiamento è radicato nell’ambiziosa visione del governo thailandese di sfruttare i potenziali benefici economici dell’industria della cannabis, riconoscendo al contempo il valore terapeutico della pianta. L’uso medico della cannabis è stato legalizzato, consentendo ai pazienti di accedere a trattamenti a base di cannabis. Questi cambiamenti hanno suscitato un’ondata di ottimismo tra i fautori della riforma

della cannabis, che li hanno vissuti come un salto progressista verso una Thailandia più inclusiva e lungimirante. Non sono stati solo i sostenitori locali a prenderne atto: i marchi internazionali della cannabis, noti per la loro esperienza nel settore e per le loro profonde tasche, hanno in poco tempo messo gli occhi su questo mercato emergente. Nell’ambito delle modifiche alla legislazione, la Thailandia ha istituito il Cannabis Control Board (CCB) per supervisionare e regolamentare il settore. Al CCB è stato assegnato l’arduo compito di creare un quadro completo per la concessione di licenze e permessi alle imprese legate al settore della cannabis, ivi incluse la coltivazione, la produzione e la vendita al dettaglio. Per garantire gli standard più elevati, il CCB ha collaborato con esperti e ha condotto ricerche approfondite per redigere politiche e normative in grado di governare questo settore in espansione in modo efficace.


37 L’IMPATTO SULLA THAILANDIA

L’INVASIONE DEI MARCHI DELLA CANNABIS

L’impatto delle modifiche alla legislazione sulla cannabis in Thailandia è stato profondo e si è riverberato su tutto il tessuto sociale, economico e culturale della nazione. Da un lato, la nazione ha assistito a un’impennata senza precedenti del turismo e degli investimenti legati alla cannabis. I viaggiatori stranieri, attirati dal fascino di una nazione in transizione da esplorare, si sono riversati in Thailandia, infondendo nuova vitalità all’economia locale.

Forse uno degli aspetti più affascinanti della rivoluzione della cannabis in Thailandia è l’afflusso di importanti marchi della cannabis nel Paese.

Inoltre, la prospettiva di coltivare la cannabis a scopo di esportazione ha attirato notevoli investimenti stranieri, con il potenziale di trasformare la Thailandia in un hub regionale della cannabis. D’altro canto, questi cambiamenti non sono stati esenti da preoccupazioni e grattacapo crescenti. Sono state manifestate preoccupazioni sulle potenziali conseguenze della diffusione del consumo di cannabis, in particolare fra i giovani. Le comunità locali hanno espresso la loro apprensione per l’impatto sulla società e hanno messo in dubbio la presenza di sufficienti garanzie per prevenire l’abuso e il consumo di cannabis. Il governo thailandese, sempre attento alle esigenze e alle preoccupazioni dei suoi cittadini, ha risposto con un approccio multiforme. Sono state lanciate campagne di salute pubblica e programmi educativi per sensibilizzare all’uso responsabile della cannabis. Sono state dedicate risorse alla ricerca e alle iniziative pubbliche volte a comprendere i potenziali rischi e benefici della cannabis. Una parte del gettito fiscale generato dall’industria della cannabis è stata destinata a sostenere i programmi di riabilitazione e di trattamento delle dipendenze, rafforzando l’impegno del governo ad affrontare le più ampie implicazioni sociali di queste riforme.

Riconoscendo il drastico cambiamento di posizione della nazione, nomi celebri dell’industria globale della cannabis vi si sono insediati. Questi marchi hanno portato con sé un’ampia gamma di prodotti a base di cannabis, che vanno dai trattamenti terapeutici alle offerte ricreative, tutti progettati per soddisfare i diversi gusti e preferenze del mercato thailandese. Questi marchi hanno messo in atto approcci diversi. Alcuni hanno optato per un ingresso cauto e misurato, stringendo partnership con aziende locali e assicurandosi una rigorosa conformità alle normative thailandesi. Queste partnership hanno spianato la strada alla creazione di dispensari di cannabis di alta qualità che aderiscono a rigorosi standard di qualità e trasparenza. Tuttavia, nel bel mezzo di questo boom della cannabis, ci sono state accuse e voci di pratiche discutibili e dilemmi etici. Le accuse di corruzione e di accordi sottobanco hanno gettato un’ombra sull’industria, sollevando legittime preoccupazioni sul fatto che queste aziende stiano operando con la massima integrità all’interno del quadro legale in evoluzione della Thailandia. Con oltre 6.000 dispensari già in funzione in tutto il Paese, sono emersi interrogativi sulla sostenibilità economica di un mercato così affollato. Esperti del settore e diversi osservatori hanno fatto ipotesi sulle potenziali insidie di una così rapida espansione, anche sulla scia

delle recenti modifiche legislative. Alcuni sostengono che senza un’attenta regolamentazione, il settore potrebbe entrare in rotta di collisione con l’instabilità interna, rischiando di portare al collasso di alcune aziende. Inoltre, la registrazione di marchi esteri a nome di partner locali ha aggiunto un ulteriore livello di complessità al settore e alcuni temono che possa facilitare un’influenza indebita o addirittura potenziale sfruttamento.

LEGALE O CONTROVERSO? Il panorama legale delle aziende produttrici di cannabis che operano in Thailandia rimane un tema di intenso dibattito e scrutinio. Sebbene il governo abbia preso provvedimenti deliberati per regolamentare l’industria, ivi incluso il rilascio di licenze per la produzione di cannabis per uso medico, permangono domande e dubbi sulla trasparenza e sull’equità del processo normativo. Le accuse di corruzione dei funzionari per ottenere un trattamento di favore sono state un tema ricorrente nei media, il che ha esacerbato i timori sulla legittimità di queste aziende all’interno di un quadro giuridico in rapida evoluzione. I critici sostengono che tali pratiche, se lasciate incontrollate, potrebbero in ultima analisi minare lo spirito stesso delle modifiche alla legge sulla cannabis in Thailandia. Il timore è che le pratiche non etiche possano portare a iniquità e monopoli all’interno del fiorente settore, compromettendo gli ideali alla base della spinta iniziale alla riforma. Consapevole di queste preoccupazioni, il governo thailandese si è impegnato a intraprendere un’azione decisiva per indagare sulle accuse di corruzione e per garantire che le aziende di cannabis operino in stretta conformità con la legge. Il Cannabis Con-

trol Board (CCB) ha intensificato il proprio impegno per migliorare la trasparenza e la responsabilità in seno all’industria, riconoscendo la fondamentale importanza di sostenere l’integrità del settore della cannabis nel Paese. Il CCB ha introdotto controlli approfonditi sui precedenti di chi ha richiesto la licenza, ha condotto audit rigorosi sulle aziende che producono cannabis e ha avviato un quadro di supervisione completo volto a individuare qualsiasi potenziale irregolarità o violazione. L’impegno del governo nell’affrontare questi problemi è considerato un passo fondamentale per consolidare la legittimità dell’industria della cannabis in Thailandia. In conclusione, la rivoluzione della cannabis in Thailandia è una testimonianza convincente del potere del cambiamento progressista e dell’adattamento. L’approccio coraggioso della nazione alle modifiche della legislazione sulla cannabis ha scatenato un fiume di trasformazioni, con un impatto su quasi tutti gli aspetti della società. Sebbene i potenziali benefici economici e i progressi medici siano innegabilmente allettanti, la presenza di importanti marchi di cannabis ha introdotto un certo gradi di intrigo, tinteggiato dalle questioni etiche e legali che continuano a scatenarsi attorno a questo settore nascente. Nel navigare in queste acque inesplorate della riforma della cannabis, la Thailandia si trova ad affrontare sfide incredibili e immense opportunità. L’impegno incrollabile del governo verso la trasparenza e l’equità del processo normativo giocherà un ruolo essenziale nel plasmare il futuro dell’industria della cannabis in Thailandia. Si tratta di un complesso gioco di equilibri, un delicato equilibrio che dev’essere mantenuto mentre il Paese del Sorriso entra in una nuova era della cannabis.


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Bear Bush Botanical Collective

2 Hemporium Cose di Canapa, Vicenza

Bear Bush Brescia

Via Aurelio Saffi 7 BRESCIA brescia@bearbush.it +39 393-9659751 mail: bearbushbrescia@gmail.com Instagram: Bear Bush Brescia Facebook: Bear Bush Brescia

S.S. 11 Padana Sup. Verso Verona, 283 36100 Vicenza presso Multicenter hemporiumvi@yahoo.it dal lunedĂŹ al venerdĂŹ dalle 15 alle 19.30 sabato dalle 11 alle 19 cell. 339 61 02 455

Bear Bush Cecina

Viale della Repubblica 153 CECINA cecina@bearbush.it +39 342-1261029 mail: bearbushcecina@gmail.com Instagram: Bear Bush Cecina Facebook: Bear Bush Cecina

www.bearbush.it

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Growerline, Pomezia Sede: Viale Alessandro Manzoni 33-35 Pomezia (RM) 00071 Tel. 0691801148 Cel. 3403824505 Orario: Dal LunedĂŹ al Sabato Dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 19:30 Grow shop online www.growerline.com staff@growerline.com Semi di canapa da collezione su www.seedsline.com staff@seedsline.com

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Do.Is. Growshop

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Via Pignatelli Aragona, 15 90141 Palermo Telefono: 0916124536 www.doisgrowshop.it info@doisgrowshop.it Orari: dal lunedĂŹ al sabato 9:00-13:00 16:00-19:45 facebook: @Doisgrowshoppalermo

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Plantasikula growshop Via Giuseppe Terranova 12 Catania 95131 Orari lun 16:00 – 20:00 Dal martedì al sabato 10:00 – 13:00 e dalle 16:00 alle 20:00 Domenica chiuso. info@plantasikula.com +39 3402145593 | +39 0956730574 www.plantasikula.com

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CHACRUNA Hemp & Growshop

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Chacruna Trento dal 2003 Corso 3 Novembre 72 – Galleria al Corso Tel. 0461 922896

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Chacruna Dispensario CBD & Info Point Corso 3 Novembre 72 – Galleria al Corso Email: shop@chacruna.it

02 -2 03 20

Website: https://chacruna.it Fb: chacrunashop / INST: chacrunaofficial

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Associazione Chacruna CSC Trentino AAdige Email: chacrunacsc@gmail.com

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Orangebud the Club Piazza sedile del campo, 7 (Largo Campo), Salerno +39-3389528864

lun: 17:00 - 21:00 mar-sab: 10:00 - 13:00 / 17:00 - 21:00 domenica e lunedĂŹ mattina chiuso

Orangebud point

Via porta di mare, 31, Salerno

Aperto h24 (distributori self service)

www.orangebud.it

Legalized Via Carrozzieri a Monteoliveto, 5 80135 NAPOLI LunedĂŹ - Sabato 10.00 - 13.30 15.30 - 20.30 Legalized Aversa Viale Kennedy 6 Aversa 81031 (Caserta) Legalized Torre del Greco Via Nazionale, 932, 80059 Torre del Greco NA, Italia www.legalized.it | info@legalized.it twitter@infolegalized | facebook Legalized Napoli NON VENDERE CIO' CHE COLTIVI

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Bear Bush Botanical Collective Bear Bush Bari

Domani Smetto Grow & Seeds Shop Via Aurelia Nord, 111 - 55045 Pietrasanta (LU) Tel. 0584-1942877 - domanismetto.versilia@gmail.com Dal MartedĂŹ al venerdĂŹ: 10.00-13.30 e 16.00- 19.30 Sabato 10.00-19.30 - Chiuso Domenica e LunedĂŹ

Via Cardassi 77 BARI bari@bearbush.it +39 080-5536618 +39 340-5445453 Facebook: Bear Bush Botanical Instagram: bearbushbari

Bear Bush Fasano

Via Roma 273 72015 FASANO BR fasano@bearbush.it +39 351-9210900 mail: bearbushfasano@gmail.com Instagram: Bear Bush Fasano Facebook: Bear Bush Grow Shop Fasano

www.bearbush.it

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Gillyweed Grow Shop

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Via Chiesanuova 173, Padova (PD) 35136 Cell. +39 049 645 8981 gillyweedgrowshop@gmail.com Dal MartedĂŹ al Sabato 10:30-13.00 e 15:30-19.30

CVLTVS Grow Shop

GROWSHOP-SEEDSHOPHEADSHOP-HEMPSHOP

Via Ponchielli, 54 | Olbia (SS) Cell. +39 349 586 5460 www.cultusgrowshop.it | cvltvs-gs@hotmail.it

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DEEP ROOTS GROW SHOP

Alkimia growshop

- Via C. Costa, 89 Modena - Via Ganaceto, 69 Modena Telefono: 329 453 1707 - Via G. Agnini, 223 Vignola Telefono: 388 396 9639 - Viale G. Matteotti, 160/162, Sassuolo Telefono: 328 785 1237

Viale Regione Siciliana Sud Est 2067 Palermo Orari: Lu-Ve 10.00-13.00/ 16.00-19.30 Sabato 10.00-13.00 Per info 320-8967593 / 091-6631354 Facebook: Alkimia Growshop Palermo E-mail alkimia2014@libero.it

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Via Longarone, 34 33100 Udine Tel.: 347.2582098

Web: www.seaofgreen.it B2B: b2b.seaofgreen.it Instagram: sea_of_green_italy & Facebook: @SeaOfGreenShop E-Mail: info@seaofgreen.it

cityjungle@email.it www.cityjungle.it

Orari:

Via Goethe, 99/101, 39012 Merano BZ, Italia Tel: +39 0473 69 25 09

Da Martedi' a Venerdi' 10.00/13.00 - 15.30/19.30 Sabato 10.00/17.00 continuato

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Corso Nasini 2, 58033 Castel del Piano, GROSSETO. WWW.OLDJSEEDS.COM info.oldjseeds@gmail.com

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Growshop 2.0

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Bioponica Empatia business Via di Scurreria 41 r, 16123 Genova, GE Dal Lunedì al Venerdì 9:00-19:30 Sabato e Domenica 10:00–19:30 Hempatia WHATSAPP +39 334 528 2691 TELEFONO +39 010 095 9188 info@hempatia.network hempatia.help@gmail.com Bioponica TELEFONO +39 345 304 6704 http://www.hempatia.network https://www.bioponica.com INSTAGRAM: bioponicagrow_ hempatianetwork

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Via Giovanni XXIII, 53, 28845 Domodossola VB dal martedĂŹ a venerdĂŹ 10-12:30 e 16-19 Sabato 10-12:30 16-18 Via IV Novembre, 265, 28887 Omegna VB lunedĂŹ 10-12:30 16-19 MartedĂŹ chiuso Da mercoledĂŹ a sabato 10-12:30 e 16-19 Telefono: +39 346 329 9477

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Laboratorio Extracta Alessandria Via Ghilini 49, 15121 Alessandria +39 331 394 6459 Repetto@laboratorioextracta.it Da lunedĂŹ a venerdĂŹ Dalle 9.00 alle 13.00 E dalle 15.00 alle 19.00


History Cannabis

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Di Giovanna Dark

CANNABIS O SPINACI? BRACCIO DI FERRO, UN’EROE ANTIPROIBIZIONISTA ANTE-LITTERAM Quando, il 19 dicembre 1919, la prima striscia a fumetti del Thimble Theatre apparve sul New York Evening Journal, una delle testate di proprietà di William Randolph Hearst, nessuno, nemmeno il suo autore, il disegnatore Elzie Crisler Segar, poteva prevedere quello che sarebbe successo. La striscia era incentrata sull’umile famiglia Oyl: Olive, l’eccentrico fratello Castor e i genitori Nana e Cole. All’inizio la satira a tinte melodrammatiche non riscosse un grande successo ma tutto cambiò il 17 gennaio 1929, quando Segar introdusse un personaggio minore che avrebbe eclissato il cast iniziale: un misterioso marinaio con avambracci ipertrofizzati, un occhio mancante e una pipa perennemente infilata in bocca. Il suo

GLI SPINACI CHE DANNO A BRACCIO DI FERRO LA SUA SUPERFORZA SEMBRA STIANO A RAPPRESENTARE UN’ALTRA ERBA MAGICA

nome era Braccio di Ferro.

In un’epoca segnata dall’assenza di eroi reali e nel pieno della Grande Depressione, Braccio di Ferro conquistò immediatamente le famiglie della classe operaia. Oltre alle strisce quotidiane in bianco e nero e ai fumetti domenicali a colori, Braccio di Ferro divenne un’icona pop grazie ai cortometraggi animati che i fratelli Fleischer iniziarono a produrre per le sale cinematografiche nel 1933. Lui, Topolino e Betty Boop, in quest’ordine, divennero i personaggi dei cartoni animati più amati del decennio. E grazie alla sua popolarità, nella seconda metà degli anni ‘30 il consumo di spinaci aumentò del 33% negli Stati Uniti. Agli albori della striscia di Segar non c’era alcuna spiegazione per l’incredibile forza di Braccio di Ferro. Ma nel giro di pochi anni il binomio tra il marinaio forzuto e i suoi spinaci era ormai radicato nel fumetto e alla base di

alcune battute ricorrenti. All’epoca dei cartoni animati poi, decenni dopo la morte dell’autore, gli spinaci erano diventati una parte essenziale di ogni trama, e il loro consumo da parte di Braccio di Ferro preannunciava la rapida fine dei suoi nemici. Gli spinaci che danno a Braccio di Ferro la sua superforza sembra però stiano a rappresentare un’altra erba magica. Da tempo circola in rete la voce che Segar abbia usato gli spinaci come allegoria della marijuana. Nel 2005, un articolo intitolato “What’s in Popeye’s Pipe?” (Cosa c’è nella pipa di Braccio di Ferro?), scritto dall’attivista canadese per la cannabis Dana Larsen, è diventato virale. Secondo l’autrice “Le prove sono circostanziali, ma ci sono e, se sommate, danno un quadro convincente del fatto che, almeno per molti lettori, gli spinaci che danno forza a Braccio di Ferro sono una chiara metafora dei poteri miracolosi della marijuana”.

Partiamo dal contesto storico. Gli anni ‘30, l’epoca in cui fu creato Braccio di Ferro, non furono definiti solo dalla crisi economica, dalla scarsità di cibo e dalla disoccupazione. Negli Stati Uniti, una volta abrogato il proibizionismo nel dicembre 1933, l’agenda politica del Paese trovò un nuovo nemico: la cannabis. Harry Anslinger, direttore del Federal Bureau of Narcotics, guidò la crociata e usò la sua relazione con Hearst per diffondere una campagna anti-cannabis sulla stampa. In quei tempi, “spinaci” era una parola in codice molto comune per indicare la marijuana e Larsen crede che il termine derivi proprio dalle popolari strisce su Braccio di Ferro. Un esempio classico è “The Spinach Song”, registrata nel 1938 dal popolare gruppo jazz Julia Lee and Her Boyfriends, già Inoltre, la propaganda proibizionista dell’epoca sosteneva che l’uso di marijuana inducesse una super-forza. I mass media, in modo

esagerato, proclamavano che i fumatori di erba diventavano straordinariamente forti e persino immuni alle pallottole. Per questo motivo, collegare la forza possente di Braccio di Ferro con il fatto che assumesse verdi foglie di spinaci sarebbe sembrato all’epoca un riferimento ovvio al consumo di cannabis. Le speculazioni di Larsen sono però state smentite da Andrés Perez, storico traduttore spagnolo delle strisce a fumetti: “Conosco bene l’opera di Segar e posso confermare che tutte le congetture contenute nell’articolo sono false. In primis, c’è una vignetta, pubblicata il 29 marzo 1931, in cui Braccio di Ferro stesso dice esplicitamente di fumare tabacco”. Larsen racconta anche che il disegnatore firmava le strisce con il disegno di una sigaretta o di un sigaro: “ma quello era il suo emblema personale fin dall’inizio del Thimble Theater. E riguardo al fatto che Braccio di Ferro assumesse gli spinaci attraverso la pipa, iniziò a farlo negli anni Cinquanta nei cortometraggi animati, non nel fumetto, e in circostanze specifiche: per esempio, quando era legato e poteva usare solo la testa”. Insomma, anche se nelle intenzioni del disegnatore del marinaio gli spinaci alla fine fossero semplicemente spinaci, è bello pensare che Braccio di Ferro sia stato - almeno per alcuni dei suoi lettori - un simbolo dell’antiproibizionismo ante-litteram.


Tech News

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Di Rich Hamilton

VARIETÀ DI CANNABIS GUIDATE DA IA della cannabis è in corso una

creazione di nuove varietà, democratizzando l’innovazione e consentendo ai ricercatori di spingersi oltre i confini della genetica della cannabis.

rivoluzione, la cui forza

UNO SGUARDO AL FUTURO

Nell’ambito della coltivazione

trainante è l’intelligenza

potenza, migliorando la

L’integrazione dell’intelligenza artificiale nella coltivazione della cannabis lascia presagire un futuro ricco di opportunità. Il livello di precisione e di efficienza offerto dall’IA ha il potenziale di rivoluzionare il panorama della cannabis terapeutica. Le varietà personalizzate volte ad affrontare particolari condizioni mediche potrebbero diventare realtà, il che offrirebbe nuovi percorsi per gli interventi terapeutici.

precisione e l’efficienza delle

UNO SGUARDO ALL’ETICA

artificiale (IA). L’IA catalizza lo sviluppo di nuove varietà di cannabis con diversi gradi di

modifiche genetiche. Questo articolo approfondisce l’intricato processo di creazione di varietà di cannabis guidata dall’IA, le tecniche all’avanguardia utilizzate e le entusiasmanti prospettive che ci attendono.

LA PRECISIONE DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE NELLO SVILUPPO DELLE VARIETÀ DI CANNABIS I metodi tradizionali di selezione della cannabis, per quanto efficaci, si affidano spesso alla serendipità, a quelle che sono le fortunate coincidenze, che possono comportare l’imprevedibilità dei risultati genetici. L’intelligenza artificiale, invece, mette in campo un notevole grado di precisione. Sfruttando l’immensa potenza computazionale dell’IA, i ricercatori possono individuare e manipolare geni specifici associati alle caratteristiche desiderate, come il contenuto di THC o di CBD, l’aroma, il gusto e la resistenza alle malattie.

LO SCHEMA DELL’ALTERAZIONE GENETICA Il punto fondamentale dello sviluppo di varietà di cannabis guidato dall’intelligenza artificiale risiede nell’analisi meticolosa di ampie serie di dati genetici. Queste serie di dati comprendono un ampio spettro di varietà di cannabis, da quelle consolidate a quelle selvatiche e selvagge. Gli algoritmi di apprendimento automatico dell’IA setacciano meticolosamente questo patrimonio genetico, individuando i marcatori genetici che sono intrinsecamente legati ai caratteri desiderati. Una volta svelati, questi marcatori genetici fungono da progetto architettonico per la creazione di nuove varietà di cannabis. Questi marcatori guidano le alterazioni genetiche necessarie per far nascere piante aventi esattamente le caratteristiche che desiderano coltivatori e consumatori. Che si tratti di aumentare la potenza psicoattiva, di potenziare le proprietà terapeutiche o d’incrementare la resistenza alle malattie, l’intelligenza artificiale offre un livello di controllo finora inimmaginabile.

LA MECCANICA DELLO SVILUPPO DELLE VARIETÀ INFUSE DI IA L’applicazione dell’IA nello sviluppo delle varietà di cannabis avviene attraverso un processo sistematico. Inizia con la compilazione

di serie complete di dati genetici, che fungono da base per l’abilità analitica dell’IA. Questi set di dati racchiudono la diversità genetica della cannabis, consentendo agli algoritmi di IA d’individuare modelli, correlazioni e marcatori genetici d’interesse. Una volta individuati i marcatori genetici, i ricercatori applicano tecniche di editing genetico all’avanguardia, tra cui l’acclamata tecnologia CRISPR-Cas9. Questo bisturi molecolare consente di manipolare con precisione il DNA della pianta di cannabis, ottenendo modifiche genetiche che riflettono i caratteri desiderati.

CONTROLLO A UN LIVELLO ETEREO Il livello di controllo offerto dall’intelligenza artificiale nello sviluppo delle varietà di cannabis è simile all’orchestrare una sinfonia genetica. I ricercatori possono dirigere l’espressione o la soppressione di geni specifici, creando varietà di cannabis che aderiscono rigorosamente a criteri predefiniti. Questo controllo si estende alla prevedibilità dei risultati, assicurando che ogni varietà presenti i caratteri specificati in modo coerente. Inoltre, l’IA accelera notevolmente i tempi di sviluppo. I metodi di selezione tradizionali possono durare anni, il che costringe coltivatori e ricercatori a dover affrontare lunghi periodi di attesa. Al contrario, l’IA accelera la

Nel bel mezzo dell’euforia derivante dalle capacità dell’IA nello sviluppo di nuove varietà di cannabis, si fanno strada considerazioni etiche. La manipolazione della natura attraverso la genetica guidata dall’IA pone profonde questioni etiche. I critici sostengono che la manomissione del tessuto genetico degli organismi, compresa la cannabis, comporta rischi intrinseci e mette in discussione il nostro ruolo nell’ordine naturale. Al contrario, i fautori sostengono che l’IA apra nuovi percorsi atti ad affrontare problemi urgenti, come la creazione di varietà ecologiche od ottimizzate per particolari applicazioni mediche. In definitiva, il dilemma etico in merito al coinvolgimento dell’IA nella genetica della cannabis è un dibattito dalle molteplici sfaccettature. Costringe la società a soppesare i potenziali benefici rispetto ai rischi, riflettendo sulle implicazioni morali dell’uso della tecnologia per rimodellare la natura. L’avvento dell’intelligenza artificiale nello sviluppo delle varietà di cannabis annuncia un cambiamento di paradigma. L’intelligenza artificiale consente agli scienziati di avere una precisione e un controllo senza precedenti, forgiando varietà di cannabis aventi diversi livelli di potenza e altre caratteristiche desiderabili. Con la costante evoluzione dell’IA, la società dovrà fare i conti con le dimensioni etiche dell’uso della tecnologia per plasmare la natura. In questa rivoluzione verde ad alta tecnologia, i confini di ciò che è possibile si stanno espandendo e il futuro è promettente, anche se in un contesto di indagini etiche.


Legalizzazione

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Di Giovanna Dark

La cannabis di oggi è davvero più potente di quella di 50 anni fa? Lo scorso giugno, durante un evento organizzato alla Camera in occasione della Giornata contro l’abuso di droga e il traffico illecito, Giorgia Meloni ha tenuto un discorso dove ha illustrato le posizioni del suo governo sulle sostanze stupefacenti. Tra le altre cose Meloni ha ribadito che l’esecutivo è assolutamente contrario alla legalizzazione della cannabis, aggiungendo che la percentuale di THC nella cannabis utilizzata «in uno spinello di oggi» è aumentata «enormemente» rispetto a «20, 30, 40 anni fa». Al di là della (disastrosa) posizione politica sulla legalizzazione, la presidente del Consiglio non ha propriamente torto su quest ultimo argomento… Con la crescente normalizzazione della cannabis in tutto il mondo e la legalizzazione in molti Paesi e Stati degli USA, le autorità di regolamentazione si pongono con sempre maggiore urgenza una domanda: quanto è più forte la cannabis di oggi? La riposta è praticamente scontata: la cannabis che fumiamo, dabbiamo o ingeriamo nel 2023 non è più quella di una volta. Non c’è modo di valutare in modo esaustivo tutti i tipi di cannabis attualmente disponibili, legalmente o illegalmente, in tutto il mondo. Ma i dati raccolti fino ad oggi dai ricercatori suggeriscono che l’erba di oggi sia molto più forte di quella di qualche anno fa, per non parlare dei decenni precedenti. La potenza psicoattiva della cannabis è quindi aumentata, il che significa che anche i rischi di effetti collaterali potenzialmente dannosi sono in aumento. Negli Stati Uniti, alcune delle ricerche più approfondite sulla potenza della cannabis provengono dal Potency Monitoring Program, un progetto condotto dal National Institute on Drug Abuse e realizzato dall’Università del Mississippi. I dati mostrano una chiara tendenza: negli ultimi 50 anni, la quantità media di tetraidrocannabinolo (THC) nella cannabis è aumentata di oltre dieci volte. L’aumento non è però limitato agli Stati Uniti. Uno studio del 2020 ha esaminato le tendenze della “potenza” della marijuana nel Regno Unito, nei Paesi Bassi, in Francia, Danimarca e Nuova Zelanda e ha scoperto che le concentrazioni medie di THC sono aumentate dello 0,29% ogni anno dal 1970 al 2017. Nel caso dell’Italia uno studio condotto da quattro ricercatori, pubblicato nel 2020 sulla rivista Forensic Science International, ha analizzato circa 12 mila campioni di cannabis (tra cui fiori, resina, intere piante e singoli “spinelli”) sequestrati nell’Italia nord-orientale tra il 2010 e il 2019. Secondo i risultati, nei dieci anni esaminati si è verificato

Credits - Elle Cartier, Unsplash.

I DATI DICONO CHE NEGLI ULTIMI 50 ANNI, LA QUANTITÀ MEDIA DI THC NELLA CANNABIS È AUMENTATA DI OLTRE DIECI VOLT un «aumento della potenza» di questi prodotti. I ricercatori hanno spiegato che in base ai vari studi disponibili a livello internazionale in dieci anni le concentrazioni medie di THC sono aumentate dal 6% all’11%. Non esistono dati sulle percentuali di THC nella cannabis di 30 o addirittura 40 anni fa, l’intervallo temporale indicato dalla Meloni. Ma al di là del considerevole aumento di THC medio nella cannabis sequestrata in Italia dal 2010 al 2019, i miglioramenti nelle tecniche di coltivazione degli ultimi vent’anni lasciano pensare che la presidente del Consiglio abbia ragione quando dice, semplificando, che le canne di oggi contengono più THC rispetto a quelle del passato. Prendiamo ad esempio la cannabis senza semi, nota anche come sinsemilla. Queste piante

femmina non impollinate vengono coltivate perché le loro cime e i loro fiori contengono molta resina ricca di THC - la cannabis senza semi può contenerne il doppio rispetto alla varietà con semi normali. Nel 1993, questa varietà di cannabis rappresentava meno del 4% di tutti i campioni di cannabis analizzati dal Potency Monitoring Program, ma nel 2008 quasi la metà dei campioni erano di sinsemilla. Un altro fattore in gioco è che il modo in cui consumiamo la cannabis si è modificato. Mentre il fiore essiccato rimane generalmente la forma più comune in cui le persone consumano l’erba, gli edibles, i vapes e altre forme di consumo stanno crescendo in popolarità - e possono essere molto più facili da riempire di THC. Alcuni concentrati hanno livelli di THC oltre il 50%, per esempio.

La disponibilità di marijuana ad alto o altissimo contenuto di THC - unita ai dati che mostrano come sempre più persone pensino che la cannabis sia relativamente innocua - sta facendo riflettere alcuni ricercatori. Livelli più alti di THC aumentano potenzialmente il rischio di effetti collaterali spiacevoli o pericolosi come nausea, vomito, paranoia o ritmi cardiaci anomali. Secondo Ryan Sultan, docente alla Columbia Univeristy di New York, il fatto che gli esseri umani fumino cannabis da migliaia di anni è una prova della sua sicurezza. «Ma i ceppi disponibili oggi possono essere così forti che siamo potenzialmente in un territorio inesplorato» dice. Sebbene a Giorgia piaccia dipingere scenari apocalittici quando si tratta di legalizzazione, va da se che il consumo responsabile di cannabis ad alto contenuto di THC richiede particolare attenzione e consapevolezza: dosi moderate e limitazioni sull’uso frequente, possono aiutare a mitigare i potenziali rischi ed effetti collaterali. Perché, come diceva Spiderman: “with great power, comes great responsability”.


Media

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Di Giovanna Dark

SOFT SECRETS SELECTION COSA C’È DI BUONO PER RIEMPIRE IL TEMPO E LA TESTA

ario che potrebbe essere d’ispirazione ad altri per impegnarsi personalmente e liberarsi dal mercato nero attraverso l’autocoltivazione. L’autore si occupa di fine vita e legalizzazione della cannabis con l’Associazione Luca Coscioni.. Nel 2016 ha coordinato la raccolta firme per la proposta di legge di iniziativa popolare “Legalizziamo!” per una regolamentazione di produzione, vendita e consumo di cannabis e dei suoi derivati. Con la campagna “Io Coltivo”, promossa da Meglio Legale, a giugno 2020 si è autodenunciato davanti a Montecitorio per aver coltivato cannabis in casa. È in attesa del processo. Pubblicato da Officina di Hank, lo trovate nelle migliori librerie on e offline

LEGGI IO COLTIVO. DIARIO DI UNA DISOBBEDIENZA MATTEO MAINARDI Se esaminiamo la cronaca dei diritti civili, possiamo rilevare percorsi complicati, rallentati da istituzioni governative e parlamentari che basano la loro logica di dominio sul consenso di gruppi di potere in grado di influenzare le elezioni. Attraverso un’analisi storica più approfondita, è evidente che i successi significativi non derivano mai da un singolo atto o da una sola persona, ma sono il risultato di sforzi individuali che, solo quando si uniscono e diventano un obiettivo collettivo, iniziano a delineare un percorso fatto di piccole conquiste che, nel corso del tempo, cambiano le pagine della Storia. Nel libro “IO COLTIVO - Diario di una disobbedienza”, l’autore esplora questo viaggio di ricerca personale e collettiva verso la liberazione dall’etichetta negativa del consumo di cannabis a fini ludici, narrando gli eventi accaduti in Italia e nel mondo durante le dodici settimane della campagna #IoColtivo, che ha coinvolto 2500 disobbedienti e ha cercato di superare l’ostacolo della disinformazione. Matteo Mainardi intreccia, settimana dopo settimana, la propria narrazione di disobbedienza civile con il processo di crescita della sua pianta, creando una sorta di diario-prontu-

ASCOLTA OPERAZIONE MIDNIGHT CLIMAX - IL BORDELLO PSICHEDELICO DELLA CIA La voce dell’attore Antonio Gerardi svela la storia agghiacciante di un programma segreto condotto dalla CIA negli anni ‘50, focalizzato sul controllo della mente umana attraverso l’uso di droghe allucinogene e bordelli camuffati da laboratori di ricerca. Il racconto è al centro del podcast di successo internazionale “Operazione Midnight Climax - Il bordello psichedelico della CIA”, ora disponibile anche in italiano grazie all’adattamento curato da OnePodcast. In questa serie in otto episodi, si rivive il caso che scosse l’America e il resto del mondo durante la Guerra Fredda, un periodo caratterizzato da tensioni estreme tra gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica, in cui il governo americano sembrava disposto a tutto pur di prevalere. “Operazione Midnight Climax” faceva parte di

un programma segreto ben più ampio, il noto progetto MKUltra, che eseguiva esperimenti in carceri e manicomi per studiare gli effetti delle droghe al fine di ottenere un vantaggio tattico sul campo. Questo particolare sottoprogramma coinvolgeva una serie di figure professionali, tra cui medici, psicologi e analisti. Al centro di questo intreccio si delinea la figura controversa di George White, che, passando dalla professione di giornalista a investigatore privato e infine a spia addestrata presso una scuola segreta della CIA, divenne uno dei protagonisti chiave di quest’operazione, trasformando la sua missione in un’ossessione perseguita sotto falsa identità.

prede e sconvolgere il sistema. Dal fumetto pulp di Robert Crumb, un film d’animazione celebre soprattutto per essere stato il primo cartone vietato ai minori di 18 anni. Il regista vuole celebrare il testo di partenza - critico nei confronti della società e del sogno americano - e contemporaneamente demistificare lo strapotere disneyano con uno stile grafico volutamente sporco e apparentemente rozzo. Alti costi ma incredibili incassi ne hanno fatto un cult-movie che dal 1972, l’anno della sua uscita, ha accompagnato generazioni di teenager in cerca di trasgressioni. C’è però un grosso disclaimer: “Fritz the cat” va visto esclusivamente in lingua originale, perché la versione italiana ha completamente stravolto il senso della pellicola. Vittima di decisioni di marketing scellerate, il doppiaggio italiano del film venne affidato a Oreste Lionello (la voce di Fritz), che lo rese

Lo trovate su OnePodcast e su tutte le principali piattaforme di streaming audio

GUARDA FRITZ IL GATTO FRITZ THE CAT Fritz, “pornogatto” fricchettone e pseudo-rivoluzionario dalle fattezze umane (come tutti gli altri animali), si barcamena tra squallide bettole e circolini elitari per rimorchiare facili

un mezzo per riciclare battutine e battutacce destinate al cabaret del Bagaglino: dialoghi improbabili e un uso insensato dei dialetti italiani, hanno finito per snaturare il messaggio satirico della pellicola. Perché in realtà, “Fritz the cat” guarda ai presunti “bei tempi” degli anni Sessanta con una sensibilità pungente, che mette in luce tutte le ipocrisie delle uomo bianco e liberale. Lo stesso a cui fa ridere la comicità “del Bagaglino”. Disponibile sulle piattaforme di streaming online


Medical Cannabis

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Di Giovanna Dark

Un fiore per lei Esplorando

il potenziale terapeutico della cannabis per la salute femminile Il rapporto tra la cannabis medica e la salute delle donne non è certo una novità. Esiste infatti una lunga tradizione di utilizzo di estratti di cannabis in ostetricia e ginecologia che risale a secoli fa. Oggi, la ricerca medica è impegnata a sviluppare una comprensione completa delle potenzialità terapeutiche e dei possibili pericoli dell’uso della cannabis come opzione di cura per le condizioni mediche che colpiscono le donne. In uno studio del 2008 dal titolo “Cannabis Treatments in Obstetrics and Gynecology”, gli autori hanno concluso che gli estratti di cannabis possono rappresentare un’alternativa efficace e sicura per il trattamento di un’ampia gamma di condizioni nelle donne, tra cui dismenorrea, disuria, iperemesi gravidica e sintomi della menopausa. Nonostante la ricerca sull’argomento sia ancora in corso, i risultati ottenuti finora suggeriscono che la cannabis medica può essere un’opzione valida per migliorare la qualità della vita delle donne e affrontare molte delle sfide legate alla salute femminile. Andiamo a vedere di seguito quali. Senza dimenticare che l’uso della cannabis medica dovrebbe essere sempre supervisionato da un professionista della salute qualificato e che il tipo di cannabis e il dosaggio devono essere adeguati alle esigenze specifiche di ciascuna paziente.

Credits - CRISTALWEED cannabis, Unsplash.

Salute mestruale L’uso della cannabis per alleviare gli effetti dei crampi mestruali è stato accertato nel corso della storia, con esempi notevoli come la regina Vittoria, a cui fu prescritta una terapia a base di cannabinoidi su base mensile per ridurre i dolori legati al suo ciclo mestruale. Le ricerche esistenti hanno identificato il potenziale di gestione sintomatica della cannabis medica. In particolare, per alleviare/ridurre i sintomi legati alle mestruazioni: dolore, crampi, gonfiore, nausea e perdita di appetito. La terapia con cannabinoidi può anche aiutare a regolare l’umore e il comportamento emotivo associato alla sindrome premestruale.

Endometriosi Circa una donna su nove soffre degli effetti dell’endometriosi. Sebbene esistano opzioni di trattamento, tra cui la chirurgia e i farmaci, questi metodi non sempre consentono di gestire efficacemente il dolore e possono essere associati a vari effetti collaterali e a un peggioramento della qualità della vita. Uno studio del 2019 sull’efficacia auto-riferita della cannabis per il dolore da endometriosi ha rilevato che “l’uso di cannabis medica e di CBD tra le donne con endometriosi è comune. Sia la cannabis che il CBD sono segnalati come moderatamente o molto efficaci per il dolore pelvico dalla maggior parte delle donne che

li hanno provati, con la cannabis a spettro completo [con THC] segnalata come più efficace del CBD”. Uno studio delo stesso anno condotto in Australia ha rilevato che “la cannabis è stata classificata come il trattamento più efficace dalle donne. Le donne hanno dichiarato che, oltre a ridurre il dolore, ritenevano che la cannabis riducesse significativamente i sintomi di nausea e vomito, i sintomi gastrointestinali, i problemi con il sonno, i sentimenti di depressione e ansia”.

one. La ricerca ha dimostrato che, attraverso la modulazione del sistema endocannabinoide, i farmaci a base di cannabinoidi possono essere efficaci nella gestione di sintomi quali dolore, infiammazione, depressione, ansia, affaticamento e disturbi del sonno.

Menopausa L’uso documentato della cannabis nella gestione dei sintomi legati alla menopausa risale al 1924. Le ricerche suggeriscono che la medici-

I RISULTATI OTTENUTI DALLA RICERCA FINORA SUGGERISCONO CHE LA CANNABIS MEDICA PUÒ ESSERE UN’OPZIONE VALIDA PER MIGLIORARE LA QUALITÀ DELLA VITA DELLE DONNE Sindrome dell’ovaio policistico La sindrome dell’ovaio policistico è un disturbo ormonale che spesso provoca dolore e infertilità e colpisce circa il 5-10% delle donne in età riproduttiva. I sintomi comuni includono infertilità, irregolarità del ciclo mestruale, dolori addominali, calvizie, crescita di peli sul viso, mal di testa, aumento di peso e depressi-

na a base di cannabis può essere efficace nel gestire le vampate di calore, la sudorazione notturna, l’insonnia e il dolore. Le prove indicano anche che la terapia con cannabinoidi può essere efficace nella gestione dei cambiamenti che interessano la sfera emotiva come depressione, ansia e stress.

Affrontare gli effetti collaterali della pillola anticoncezionale La cannabis medica può essere uno strumento efficace per gestire i comuni effetti collaterali associati alla pillola anticoncezionale, come depressione, mal di testa e nausea. Tuttavia, nonostante la mancanza di interazioni farmacologiche note associate alla cannabis e ai contraccettivi orali, è importante esercitare cautela quando si consuma la cannabis insieme ad altri farmaci.

Depressione post-partum Alcune ricerche hanno indicato il potenziale della cannabis come opzione terapeutica alternativa per la depressione post-partum. Uno studio ha osservato che “la cannabis come alternativa ha aiutato molte neomamme a superare l’insonnia, l’ansia, la perdita di appetito, lo stress, l’isolamento, l’uso di farmaci che creano dipendenza e altri problemi associati alla depressione post-partum”. Tuttavia, è importante notare che l’uso della cannabis non è sempre consigliabile per le neomamme. È stato dimostrato come i cannabinoidi possano essere trasmessi attraverso il latte materno, e quindi i farmaci a base di cannabis non sono attualmente raccomandati per le madri che allattano.


Cannabis

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Di Rich Hamilton

ERBA VIRGIN

IL VIAGGIO DI RICHARD BRANSON: DA SCETTICO A SOSTENITORE DELLA CANNABIS Richard Branson, l’iconico imprenditore

Richard Branson: Un uomo influente

e fondatore del Virgin Group, è passato

Richard Branson, nato il 18 luglio 1950 nel Surrey, in Inghilterra, è un magnate dell’economia, investitore e filantropo. È famoso per il suo eclettico portafoglio di iniziative commerciali nell’ambito del Virgin Group, che comprende, tra l’altro, Virgin Records, Virgin Atlantic Airways, Virgin Galactic e Virgin Mobile. L’acume imprenditoriale di Branson e il suo approccio impavido all’innovazione lo hanno reso un miliardario con un patrimonio netto stimato di oltre 5 miliardi di dollari.

dall’essere un oppositore della cannabis a diventare uno dei suoi più importanti fautori. Questa trasformazione sottolinea l’evoluzione della percezione della cannabis e le opportunità che questa offre. In questo articolo approfondiremo la mutevole posizione di Branson nei confronti della cannabis, esploreremo il suo coinvolgimento in attività legate alla cannabis e daremo uno sguardo alla sua straordinaria storia di vita.

Dallo scetticismo al sostegno Il percorso di Richard Branson con la cannabis è stato a dir poco straordinario. Nei primi anni era un convinto oppositore della cannabis, sostenendo pubblicamente rigorose politiche di controllo delle droghe. Tuttavia, quando l’atteggiamento globale verso la cannabis ha iniziato a cambiare, anche il punto di vista di Branson lo ha fatto. Oggi Branson è un convinto sostenitore della legalizzazione della cannabis. Riconosce i po-

tenziali benefici economici e medici della pianta. La sua evoluzione dallo scetticismo al sostegno rispecchia il piĂš ampio cambiamento della societĂ  verso un approccio piĂš informato e aperto alla cannabis.

Le imprese di Branson nel settore della cannabis Il coinvolgimento di Richard Branson nell’industria della cannabis non si limita al sostegno della stessa, in quanto ha investito e appoggiato diverse imprese legate alla cannabis. Un’iniziativa degna di nota è il suo investimento nell’azienda del settore della cannabis “The Green Organic Dutchman” (TGOD). TGOD è un produttore di cannabis con sede in Canada, che si occupa di cannabis biologica e coltivata in modo sostenibile. Il coinvolgimento di Branson in TGOD evidenzia il suo impegno verso una coltivazione della cannabis rispettosa dell’ambiente e socialmente responsabile. Il sostegno di Branson alla cannabis non si limita ai soli investimenti finanziari. Ha appoggiato pubblicamente gli sforzi per la legalizzazione della cannabis a livello globale, sottolineando il potenziale per la creazione di posti di lavoro, la generazione di entrate fiscali e la crescita economica.

Il punto di vista di Branson sulla cannabis Il sostegno di Richard Branson alla legalizzazione della cannabis si basa sul pragmatismo. Ritiene che la guerra alle droghe sia stata un’impresa costosa e inefficace e ha chiesto un approccio alla politica sulle droghe più razionale e basato sulle evidenze. In parole sue: “Le evidenze sono chiare: regolamentare e tassare la cannabis ha senso”. Branson riconosce anche il potenziale della cannabis nel trattamento di varie condizioni mediche. È stato un convinto sostenitore di ulteriori ricerche sulle proprietà terapeutiche della cannabis e sul suo potenziale di offrire sollievo ai pazienti affetti da dolore cronico, epilessia e altri disturbi.

Il futuro della cannabis con il sostegno di Branson

Il futuro della cannabis è destinato a una crescita senza precedenti e il sostegno di Richard Branson ne testimonia il potenziale. Mentre l’industria della cannabis ecologica continua a espandersi a livello globale, la sua influenza e le sue risorse possono giocare un ruolo fondamentale nel plasmarne la traiettoria. La visione di Branson è in linea con un futuro in cui la cannabis non solo verrà accettata dalla cultura tradizionale, ma sarà anche un motore di prosperità economica e innovazione.

Uno sguardo Virgin sul futuro Dato il legame di Richard Branson con il marchio Virgin, è giusto ipotizzare un futuro in cui la “Virgin Cannabis” potrebbe diventare realtà. Anche se si tratta di pura fantasia, immaginare prodotti della cannabis a marchio Virgin sul mercato potrebbe essere una prospettiva divertente e ottimistica. Immaginate: “Virgin Cannabis Airways” che offre esperienze di cannabis in volo, “Virgin Galactic Green” che esplora la coltivazione della cannabis su altri pianeti o ancora “Virgin Mobile Kush” che offre informazioni e servizi relativi alla cannabis, il tutto a portata di mano. Naturalmente, è tutto un po’ per gioco, ma mette in evidenza le infinite opportunità per gli imprenditori creativi nell’emergente industria della cannabis. Il viaggio di Richard Branson da scettico della cannabis ad appassionato sostenitore della stessa riflette l’evoluzione delle percezioni e delle opportunità che circondano la cannabis. Il suo coinvolgimento in aziende legate alla cannabis, come The Green Organic Dutchman, sottolinea il suo impegno verso una coltivazione e una legalizzazione responsabili della cannabis. Mentre l’industria della cannabis continua a crescere, il sostegno di Branson può essere una forza trainante per un cambiamento positivo. In un mondo in continua evoluzione in cui la cannabis si sta liberando del suo stigma, l’approvazione di Richard Branson è un baluardo di speranza per chi crede nel potenziale di questa straordinaria pianta. E chissà, in un futuro non così lontano, potremmo essere accolti con uno slogan degno di una risata: “Virgin Cannabis: Vi offriamo un’esperienza di sballo ad alta quota!”.


Colofon

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Soft Secrets Italia è pubblicato da: Discover Publisher BV Galvaniweg 11, 5482 TN Schijndel, Paesi Bassi Tel: +31(0)73 5498112 E-mail: info@softsecrets.nl Sito internet: www.softsecrets.com Editore: Cliff Cremer Collaboratori: Jorge Cervantes, Giovanna Dark, Fabrizo Dentini, Sudestfam, Stoney Tark, Rich Hamilton, Mr. Jose, G.B.I., Tricoma Team, Jaypp, Ed Rosenthal e tanti altri. Traduzioni: Valefizz Indirizzo redazione: Soft Secrets Italia E-Mail: readers@softsecrets.nl Pubblicità: Fabrizio E-mail: fabrizio@softsecrets.nl Tel: +31(0)39 - 36 65 44 66 94 Soft Secrets is printed by Coldset Printing Partners, Paal-Beringen, Belgium www.coldsetprintingpartners.be

La voce dell’editore: Soft Secrets è una rivista bimestrale gratuita pubblicata nei Paesi Bassi (con il nome di Highlife), Germania, Francia, Italia, Spagna, Regno Unito, Polonia, Repubblica Ceca e Cile. A livello mondiale è in corso un processo di

relativa liberalizzazione dell’uso della cannabis, che sia per scopi medici o ricreativi. Diversi Paesi hanno legalizzato la cannabis per separare le droghe leggere da quelle pesanti, come dimostrato in Olanda. Altri Paesi hanno legalizzato l’uso della cannabis per uso medico, ivi incluso il diritto di coltivare piante di cannabis per uso personale. L’editore si propone di mettere in luce il processo di normalizzazione dell’uso della cannabis. Questo presuppone che l’editore non sia necessariamente d’accordo su tutto ciò che figura negli articoli e nelle pubblicità che appaiono sulla rivista. L’editore si discosta quindi in modo esplicito da dichiarazioni o immagini pubblicate che potrebbero dare adito a pensare che siano stati approvati l’uso e/o la produzione di cannabis. Nulla della presente pubblicazione potrà essere copiato o riprodotto in qualsiasi formato senza previa autorizzazione dell’editore e di altri titolari del copyright. L’editore non assume alcuna responsabilità in merito al contenuto e/o al punto di vista degli annunci pubblicitari. L’editore non assume alcuna responsabilità per eventuali documenti presentati indesiderati. L’editore ha cercato di contattare tutti i titolari del copyright di fotografie e/o immagini. Coloro che ritengono ancora di avere diritto ai suddetti diritti sono pregati di contattare l’editore. Il prossimo imperdibile numero esce il

16 Febbraio 2024

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Pagina

Advanced Nutrients........................................... 1

Growshop Do.Is.......................................... 38/39

Advanced Seeds............................................... 33

Growsmart.......................................................... 1

ALEDA................................................................ 23

Growtechnology............................................... 15

Alkimia......................................................... 38/39

Hanonimous............................................... 38/39

Atami................................................................. 17

Happy Life......................................................... 27

Barney’s Souvenirs............................................. 1

Hemporium................................................ 38/39

Barney’s Souvenirs............................................. 9

Hydrorobic........................................................ 11

Bear Bush.......................................................... 17

Idroponica........................................................... 1

Bear Bush.................................................... 38/39

Indoorline......................................................... 17

Bear Bush.................................................... 38/39

Laboratorio Extracta.................................. 38/39

Canapa Mundi.................................................. 47

Legalized..................................................... 38/39

Canna.................................................................. 5

Marghine Grow................................................. 11

Canna France...................................................... 7

Mary Moonlight................................................ 19

Cervantes.......................................................... 26

Mico Hemp.......................................................... 1

Chacruna........................................................... 25

Near Dark.......................................................... 35

Chacruna..................................................... 38/39

Old J Seeds................................................... 38/39

City Jungle.................................................... 38/39

Orange Bud................................................. 38/39

Crop Max........................................................... 35

Paradise Seeds................................................... 1

Cvltvs........................................................... 38/39

PiggyWeed........................................................ 11

Deep Roots.................................................. 38/39

Planta Sikula Growshop............................. 38/39

Domani Smetto.......................................... 38/39

RQS.................................................................... 31

Dutch Passion..................................................... 2

Sea of Green................................................ 38/39

Fior di Canapa................................................... 29

Seedstockers...................................................... 1

Gillyweed Growshop.................................. 38/39

Silent Seeds....................................................... 25

Greenhouse Feeding....................................... 21

Sweet Seeds........................................................ 1

Growerline.................................................. 38/39

Sweet Seeds...................................................... 48

Growshop 2.0............................................. 38/39

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