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Il Brivido Sportivo STADIO - 24 Aprile 2016 -

L’Editoriale

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Fiorentina - Juventus

Il 2016 è stato avaro di emozioni, ma una vittoria sulla Juve potrebbe cambiare la storia

Fiorentina ferita, serve una notte da grandi di Mario Tenerani

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a ragione Prandelli. Lo ha detto l'ex allenatore viola al nostro Brivido: “Non è una partita impossibile per la Fiorentina e poi vale tanto... In mezzo una sfida che non sarà mai come tutte le altre e una classifica per i viola da consolidare”. Diciamo che vale triplo.

In passato gare del genere non c’era nemmeno bisogno di prepararle. Speriamo sia ancora così. Se pensiamo ai valori sbagliamo strada: questa Juve non ha rivali in campionato. Prova ne sia che ha lasciato agli avversari due mesi di vantaggio e poi li ha risucchiati nel vortice, fino a schiantarli. La Juve si batte soltanto se la Fiorentina ha motivazioni fortissime e contestualmente i bianconeri incappano in una serata normale. Non è facile, dunque, per niente, ma è possibile. Ecco perché ha ragione Prandelli.

La delusione dei viola dopo il ko di Udine

Il resto dovrà farlo il calore di Firenze. Intanto l'auspicio è di vedere un Franchi pieno come nella tradizione delle grandi notti. Uno stadio in grado di spingere Paulo Sousa e i suoi uomini oltre i loro limiti. Occorre un comune respiro tra tifosi e squadra. Il 2016 fino ad ora per la Fiorentina è stato avaro di emozioni. Un cammino balbettante, con dentro una striscia di risultati brutti - punti 4 in 6

Zarate, tra i pochi a salvarsi nella trasferta di Udine

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partite - che per fortuna è stata interrotta dalla vittoria di domenica scorsa sul Sassuolo, ma poi a raffreddare i facili entusiasmi è arrivato il ko di Udine. Ecco, battere la Juve, l'odiata nemica di sempre, potrebbe servire a suturare un po' questa ferita che sanguina. Se non altro restituirebbe entusiasmo ad un ambiente francamente sgonfio e in più consentirebbe alla Fiorentina di alimentare il testa a testa con l'Inter per il quarto posto.

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Il Brivido Sportivo STADIO - 24 Aprile 2016 -

Viola Amore Mio

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Fiorentina - Juventus

L’ex tecnico: “La tifoseria gigliata farà la differenza, per questo la Fiorentina può battere la Juve”

Prandelli: “Con Firenze al fianco niente è impossibile” di Mario Tenerani

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Prandelli con Andrea Della Valle

a riportato Firenze e la Fiorentina nel grande calcio, restituendole quell’identità europea che pareva irrimediabilmente compromessa dal fallimento e dal Purgatorio della serie C2. Cesare Prandelli è stato il grande protagonista del “Risorgimento viola”. Con lui la squadra gigliata è tornata stabilmente ai vertici della serie A e ha incantato il Vecchio Continente, sfiorando la finalissima dell’Europa League e i quarti di finale della Champions. Cinque anni di grandi imprese che, agli occhi del popolo viola, hanno cancellato il suo passato bianconero. Un passato da gregario, ai tempi della Juve del Trap, dal 1979 al 1985, nei quali ha vinto tanti trofei, senza però giocare con continuità. Forse perché il destino aveva scritto per lui un percorso eroico dall’altra parte della barricata, in riva all’Arno, dove sarebbe diventato un beniamino di quei tifosi che, una volta, erano stati i suoi più gran-

di avversari. Un doppio ex, dal cuore viola, che abbiamo voluto ascoltare alla vigilia della partitissima che tiene tutta Firenze col fiato sospeso. Tra presente, passato e spunti interessanti per il futuro.

decisivo per la Fiorentina?

“Un grande giocatore: il pubblico. I tifosi viola daranno una spinta eccezionale. Loro possono fare la differenza e toccherà alla squadra trasformare questa carica in energia positiva”.

Cesare Prandelli, la sfida con la Juventus è una gara impossibile per i viola?

“Assolutamente no. Non è una partita impossibile per la Fiorentina. La Juventus è oggettivamente più forte, ma i viola possono batterla. Anche perché avranno grandi motivazioni, dovute a due fattori. Il primo di ordine ambientale: la tifoseria darà una grande carica, come sempre accade quando al Franchi arrivano i bianconeri. E io ne so qualcosa. Inoltre la squadra di Sousa deve cercare di consolidare la sua classifica e quella posizione che le consentirebbe di entrare in Europa. In sostanza per i viola la partita di stasera vale doppio”.

Qual è la partita con la Juventus che più le è rimasta nel cuore?

“Quella del 2 marzo 2008. Un giorno impossibile da dimenticare. Battemmo la Juventus a Torino, cosa che non accadeva da 20 anni. Ho ancora impressi nella mente i fotogrammi di quel successo per 3-2 ed è un ricordo che porterò per sempre nel cuore”.

Chi potrà essere il giocatore

Negli ultimi tempi la proprietà viola è stata molto criticata da una parte della tifoseria, cosa dovrebbe fare Andrea Della Valle per ricucire il rapporto con i tifosi più critici?

“La presenza costante di una figura carismatica come quella del presidente è determinante perché è un segnale per tutti,

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Fiorentina - Juventus

Viola Amore Mio dall’allenatore ai giocatori, passando per i dirigenti. Se Andrea della Valle scegliesse di fare il presidente a tempo pieno, se si prendesse un anno sabbatico dal suo lavoro e lo dedicasse interamente alla Fiorentina, senza considerarla un hobby, questo equivarrebbe a lanciare un messaggio alla città. Significherebbe dire a tutti: “Io ci sono, sempre”.

Dopo tanti anni la proprietà potrebbe cambiare il suo modo di vivere il calcio, perché, per evitare di rimandare sempre i problemi, è necessario un rapporto quotidiano con i dirigenti. Anche ai miei tempi abbiamo lavorato benissimo, ma dopo un po’ ci rendevamo conto che avevamo bisogno di avere vicino una figura carismatica che ci supportasse quotidianamente”.

Cosa pensa delle dichiarazioni “ambigue” di Pauolo Sousa sul suo futuro in viola?

“Io dico che il presente è presente mentre il

futuro è incerto per tutti. Sousa ha dimostrato di avere idee innovative e belle, sarebbe un peccato perderlo. Se devo dare un’opinione da tifoso dico che non rimarrà. Forse nel corso del mercato di gennaio qualcosa è cambiato nel suo rapporto con la società. Quel periodo ha evidenziato che ci sono idee diverse su alcune cose e forse si è accorto che le sue ambizioni non rispecchiano totalmente quelle della società”.

Che finale di stagione si aspetta dalla Fiorentina?

“Un finale da protagonista. Non bisogna mia guardare cosa fanno gli altri, ma bisogna sempre guardare in casa propria. La Fiorentina deve crederci fino in fondo perché, se gioca con il suo undici titolare, può battere qualsiasi avversario e centrare obiettivi importanti”.

Un difetto di può essere la leader?

“No. E’ sbagliasquadra mander ci

questa Fiorentina mancanza di un to dire che questa chi di leader. I leasono”.

Cosa pensa degli allenatori che avrebbero rifiutato il ruolo di Ct della Nazionale azzurra?

“Sono meravigliato che ci siano tecnici che possano rifiutare questo ruolo. La Nazionale non si può rifiutare. Non so che figura stia cercando la Federazione, l’importante è trovare un allenatore orgoglioso di svolgere questo compito, perché quella azzurra è la maglia di tutti”.

Prandelli prima di Fiorentina-Juventus del 2010 Alle sue spalle la coreografia della Fiesole

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Il Brivido Sportivo STADIO - 24 Aprile 2016 -

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Fiorentina - Juventus

La sfida comincia dalla panchina e per entrambi i tecnici è vietato sbagliare

Sousa contro Allegri, duello a colpi di tattica di FRANCESCA BANDINELLI

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a una parte c’è Paulo Sousa, l’allenatore che ha riportato la Fiorentina in testa alla classifica, che ha visto la squadra combattere per il titolo d’inverno, ma che allo stesso tempo prima della gara contro il Sassuolo era reduce da sei gare consecutive senza vittorie e che, dopo la disastrosa trasferta di Udine, ha riassaporato il gusto amaro della sconfitta. Dall’altra, invece, c’è Massimiliano Allegri, l’uomo dell’incredibile rimonta, il condottiero dei 23 risultati utili consecutivi - di cui 22 vittorie ed un pari (prima del turno infrasettimanale) - quello che potrebbe trasformare presto in realtà il sogno del quinto scudetto consecutivo. In comune hanno la filosofia del gioco propositivo, della circolazione della palla, della manovra collettiva per arrivare davanti alla porta e trovare la conclusione.

In più il bianconero ha l’esperienza ma-

turata fin qui in Italia, dal Cagliari fino al Milan per arrivare alla Juventus. La sua avventura sulla panchina all’ombra della Mole pareva essere quasi una scommessa, ma lui l’ha vinta sotto tutti i punti di vista. Ha saputo rialzarsi dopo la cessione dei big bianconeri, da Tevez fino a Vidal restituendo identità e personalità alla squadra. Adesso, con il ko di Marchisio, è chiamato all’ennesima metamorfosi ma sa che dei suoi giocatori può fidarsi. Sousa, al contrario, ha dovuto fare spesso di necessità virtù, specie in difesa dopo essersi visto cedere Savic e non arrivare nemmeno un’alternativa in nessuna delle due sessioni di mercato.

Strani scherzi del destino.

Da una parte c’è Paulo Sousa che ha bisogno di mettere

insieme altre vittorie per tornare a correre e a mettere pressione all’Inter in chiave quarto posto, dall’altra c’è Massimiliano Allegri che invece la pratica scudetto vo r re b b e archiviarla il prima possibile, aspettando la

L'allenatore della Juventus Massimiliano Allegri

finale di Coppa Italia contro il Milan.

Nessuno dei due può sbagliare. Se lo juventino sa bene per aver vissuto lo scorso anno la bolgia che il Franchi è capace di scatenare nella gara contro i bianconeri, per Sousa sarà una sorpresa. Ha osservato sorpreso durante tutto il campionato il grande affetto che Firenze è sempre stata in grado di tributare alla sua squadra, ma stavolta sarà la prima anche per lui. I numeri raccontano di una sfida che vede ancora maestro e allievo distaccati. Allegri, in questa sua ultima era juventina, sta viaggiando ad una media puntipartita di oltre 2, mentre la Fiorentina di Sousa è scivolata ad 1,67. Se il viola, fin qui, ha dimostrato di prediligere il 3-4-2-1 come schema tattico, il tecnico di origini livornese ha quasi sempre optato per il 3-5-2, raccogliendo in

carriera una percentuale piuttosto alta di vittorie, nel 53% dei casi, a cui si deve sommare il 25% scarso di sconfitte, rimediate per lo più in campo internazionale. Il portoghese, dal canto suo, se invece ha visto, almeno nella prima parte della stagione, la propria squadra giocare disincantata in campionato, ha incontrato molte più difficoltà in Europa League, finendo con l’essere eliminata contro gli inglesi del Tottenham.

Al Franchi, stavolta, sarà un’altra storia.

Per l’orgoglio della città, ma pure per quello della squadra. Perché fermare la Juventus dell’incredibile rimonta, magari restituendo al campionato quel pizzico di brio nella corsa scudetto, avrebbe un sapore particolare.

Uno sgambetto che di certo re s te re b be nella memoria, anche se non potrà mai ripagare per lo “scippo” dell’82.

Il tecnico viola Paulo Sousa

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Fiorentina - Juventus

“Juve difficilissima da battere, ma i viola possono riaccendere l’entusiasmo della piazza”

Gentile: “Fiorentina, è la tua grande occasione” di Lucia Petraroli

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a giocatore era il prototipo dei mastini: ringhiava sulle caviglie di ogni avversario e spesso e volentieri aveva la meglio. Per informazioni più approfondite, chiedere a Diego Maradona e Zico che ebbero la sventura di essere marcati da lui durante il Mondiale del 1982, che lo vide uscire da trionfatore con l’Italia di Bearzot. Claudio Gentile ha messo gran parte della sua inesauribile grinta al servizio della Juventus, dove ha giocato per 11 stagioni (vincendo 6 scudetti, una Coppa Uefa, una Coppa delle Coppe e due Coppe Italia). Ma un pezzetto della sua “garra” è stata anche colorata di viola: a 31 anni, infatti, Gentile si trasferì a Firenze, disputando 98 partite e segnando una rete, dal 1984 al 1987.

Un doppio ex prestigioso, con il quale il Brivido Sportivo ha voluto analizzare la partita di stasera fra Fiorentina e Juventus e tutta la stagione gigliata.

Gentile in

ola

maglia vi

su entrambe le barricate, posso dire che è una gara sempre molto tesa. A Firenze, poi, è sentitissima e battere la Juventus può voler dire salvare una stagione. Per questo credo che la Fiorentina scenderà in campo con grande determinazione. Per i viola è arrivata l’ora del riscatto, il momento di uscire definitivamente da una situazione delicata e tornare a essere grandi protagonisti del campionato.

E la partita con la Juve rappresenta l’occasione ideale, forse l’ultima vera grande occasione, per farlo”.

Come si può battere la Juventus?

“E’ difficile, anche perché i biancone-

ri hanno la possibilità di garantirsi lo Scudetto proprio a Firenze. Ma non è un’impresa impossibile e credo che la Fiorentina farà di tutto per dare ai tifosi viola la soddisfazione che meritano. Lo dico da juventino che, però, in maglia gigliata ha assaporato la gioia di battere i bianconeri. E devo ammettere che è stata una sensazione entusiasmante”.

Ci racconta quella vittoria?

“Giocavamo a Torino, stagione 198485. E’ la partita che ricordo di più delle sfide giocate fra Juventus e Fiorentina. La Juve passò in vantaggio, poi noi ribaltammo il match con il giovane Cecconi e Passarella su punizione.

Fu una grande gioia e al ritorno a Firenze fummo accolti da trionfatori”.

Claudio Gentile, che partita si aspetta fra viola e bianconeri?

“Una partita tosta. Si sa che fra le due società non corre buon sangue e, io che l’ho vissuta Gentile con la casacca bianconera

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Il Brivido Sportivo STADIO - 24 Aprile 2016 -

Il Doppio Ex

Come giudica il campionato della Fiorentina?

“Comunque positivo. L’inizio è stato fantastico, poi c’è stato un calo che, per me, è soprattutto fisico. La squadra ha attraversato un periodo di grande stanchezza, i pareggi con Verona, Frosinone e Sampdoria e il ko di Empoli che hanno compromesso la corsa al terzo posto, sono figli di una preparazione probabilmente da rivedere. La vittoria sul Sassuolo pareva aver restituito una Fiorentina diversa, ma il ko di Udine ha fatto ripiombare i viola nel tunnel”.

Cosa pensa di Paulo Sousa? Secondo lei resterà a Firenze?

“Se resterà o meno non farà comunque la differenza. E’ molto bravo, ma nessuno è indispensabile. L’allenatore, nel calcio, è una componente che oggi puoi avere e domani no, bisogna sempre tenerlo presente”.

Sousa potrebbe un giorno allenare la Juve?

Claudio Gentile in marcatura su Maradona ai Mondiali 1982

“La Juve sceglie gli allenatori non soltanto in base a un’annata buona. Le valutazioni vengono fatte nell’arco di un triennio nel qualche si giudica se un tecnico sia o meno da scegliere.

Ci vuole costanza e, per questo, consiglierei a Sousa di fare almeno un alto anno in un club dove possa fare

Fiorentina - Juventus

esperienza”.

Tra le cause del calo viola c’è anche il fallimentare mercato di gennaio?

“Per me no. La squadra, con questo gruppo, ha fatto benissimo per metà stagione. L’arrivo di rinforzi diversi a gennaio non credo potesse fare la differenza. Ripeto, per me la causa della flessione è stato il calo fisico. Anche se Sousa dice che non è così”.

I Della Valle sono molto criticati a Firenze. Che ne pensa del loro operato nel calcio?

“Io vorrei averne tanti di presidenti come i Della Valle. Basta guardarsi attorno e vedere che presidenti hanno le altre squadre per capire quanto siano importanti. Sono persone serie, molto forti economicamente, e hanno riportato la Fiorentina ad alti livelli dalla serie C2. Difficile fare di più anche perché Firenze non ha un bacino di utenza paragonabile a quello di altri grandi club che, spesso, arrivano pure dietro in classifica”.

La difesa viola è finita sul banco degli imputati. Che ne pensa?

“La responsabilità è di tutta la squadra. La difesa è la stessa che, a inizio anno, era difficilissima da perforare”.

Secondo lei manca un leader a questa Fiorentina?

“Non è una questione di leader. Ci sono squadre che vincono i Mondiali senza leader. E’ il gruppo che vince, non il leader”.

Cosa vorrebbe dire ai tifosi viola?

“Di stare sempre vicini alla squadra. La Fiorentina ha la possibilità di riconfermarsi in Europa e di ricominciare bene la prossima stagione, magari non ricadendo negli errori di quest’anno”.

Chiudiamo con i suoi ricordi di Firenze…

“Sono state tre stagioni diverse. Avevamo grandi giocatori come Antognoni, Passarella, Oriali e Pecci. Forse, però, mancava la giusta armonia nella società. Peccato, altrimenti avevamo tutte le carte in regola per vincere almeno un trofeo”.

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Il Brivido Sportivo STADIO - 24 Aprile 2016 -

Le coreografie di Fiorentina – Juventus

Fiorentina - Juventus

Lo strepitoso profilo dei monumenti di Firenze

Quanti brividi ci ha reg menzionare quell’enorme cuore che batte del 22 febbraio 1997. Un elettrocardiogramma gigante, che lasciò a bocca aperta tutta l’Italia calcistica.

Così come la coreografia del 13 dicembre del 1998 che coinvolse tutto lo stadio, scolpendo la data di nascita della Fiorentina (1926) in Fiesole.

di Tommaso Borghini

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he cos’è il genio? È fantasia, intuizione, decisione e velocità d’esecuzione... diceva il Perozzi nel film “Amici Miei”, il capolavoro cinematografico di Mario Monicelli. Quello stesso genio di cui non hanno mai difettato i fiorentini e i tifosi viola della Curva Fiesole che, con le loro coreografie mozzafiato, hanno trasformato il cuore pulsante della tifoseria, in uno scenario suggestivo che ha fatto spesso da contorno alle partite tra viola e bianconeri. Difficile fare classifiche di bellezza, ma tra le più affascinanti c’è

senz’altro la strepitosa coreografia del 7 aprile 1991. Qualcuno l’ha dimenticata? Il profilo dei monumenti di Firenze (il Duomo, Palazzo Vecchio e Ponte Vecchio) tratteggiati in Curva Fiesole nel giorno del primo ritorno da avversario di Roberto Baggio. Roba da brividi, da far accapponare la pelle, anche al ricordo della vittoria sul campo, firmata dal capolavoro su punizione di Diego Fuser, e di quella sciarpa viola raccolta dal “Divin Codino” al momento della sua uscita dal campo. Il nastro della memoria scorre veloce ed è impossibile non

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E la squadra, allora in corsa per lo Scudetto sotto la gestione Trap, ebbe la giusta carica per affondare la Juve con il gol di Re Leone Batistuta.

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Il Brivido Sportivo STADIO - 24 Aprile 2016 -

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Fiorentina - Juventus

ha dato il via a una serie di scenari mozzafiato che hanno fatto da cornice alla partitissima

alato la Curva Fiesole Bellissimo anche il sole che sorge del dicembre 2005, con la scritta “Come il sole risorgiamo sempre. Molti ci hanno visto nascere, nessuno ci vedrà morire”. Altrettanto spettacolari i vari riferimenti al Calcio Storico Fiorentino e ai suoi colori tradizionali, oppure la grande maglia viola disegnata il 17 marzo 2012 (purtroppo non onorata fino in fondo dalla squadra che si lasciò travolgere per 0-5, in una sconfitta dalle proporzioni storiche).

Fino all’enorme giglio rosso in campo bianco e viola che fece da cornice all’indimenticabile rimonta del 20 ottobre 2013, firmata da Pepito Rossi. Per chiudere con il gigantesco Leone del Marzocco, il simbolo del potere popolare, con la scritta: “Per esser di Firenze vanto e gloria”.

Vanto e gloria che, in attesa di aggiornare il libro delle coreografie, i tifosi si aspettano siano difesi a denti stretti dai giocatori viola stasera in campo. Perché, giratela un po’ come volete, ma quella di stasera resta sempre la sfida più attesa e sentita dal popolo gigliato.

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Il Brivido Sportivo STADIO - 24 Aprile 2016 -

Viola in Musica

Fiorentina - Juventus

Il celebre cantante, super tifoso viola: “Contro la Juve conta soprattutto

Fogli: “Comunque vada, la Fiorentina di Giacomo Cialdi

L’

attesa per la partita contro la Juventus, le tensioni interne, la corsa per il quarto posto: sono certamente ore impegnative quelle vissute dalla squadra di Paulo Sousa, chiamata a fare quadrato e a trovare, oltre ad un risultato positivo, un spirito di gruppo e una coesione che negli ultimi tempi spesso sono mancati.

Il match dell’anno co nt ro la ri-

Riccardo Fogli sul palco

vale storica sembra essere l’occasione perfetta. Per parlare di tutto questo, ma anche del futuro della squadra, abbiamo contattato Riccardo Fogli, cantante toscano nonché ex voce e bassista dei Pooh, con i quali si è recentemente riunito per il tour celebrativo dei 50 anni del gruppo. Ma soprattutto un grandissimo tifoso viola.

Riccardo Fogli, siamo giunti alla partita più attesa dell’anno: FiorentinaJuventus. Che partita sarà? Come vivrà lei questa sfida?

«E’ una gara ovviamente molto sentita a Firenze, purtroppo non arriva in un bel momento perché la Juventus sta molto bene e noi stiamo faticando più del previsto. E’ una partita speciale anche per me, sono sempre circondato da tifosi juventini, anche a casa, e l’opportunità di fare uno sgambetto ai campioni d’Italia mi ingolosisce tantissimo. Spero che i malumori tra squadra, allenatore e società vengano azzerati e ci sia la volontà di remare tutti in un’unica direzione. Mi auguro in questa occasione di rivedere la fame dei mesi scorsi. Sarà certamente una partita complicatissima, occorrerà una prestazione perfetta, condita da tanto spirito di sacrificio e determinazione.

I bianconeri hanno tanti punti di forza, ci sono diversi giocatori che potrebbero risolvere la partita con una giocata. Noi però siamo la Fiorentina, abbiamo grandi individualità, giochiamo davanti al nostro

Il Brivido Sportivo STADIO - 24 Aprile 2016 -

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Fiorentina - Juventus

difendere la nostra dignità. Il futuro? Vorrei una squadra giovane e veloce. Con o senza Sousa”

dovrà uscire dal campo a testa alta” re per la Champions fino alla fine?

«Non so spiegarmi con precisione l’involuzione di gioco e di risultati dei viola nell’ultimo periodo, è un grande dolore perché per mesi abbiamo sognato cose bellissime. Credo sia un problema psico-fisico: i ragazzi in campo non ci mettono il cuore, l’allenatore è distratto, la società è assente.

Qualcosa si è rotto... Sento dire che la colpa è del mercato di gennaio, ma non credo che con un acquisto in più sarebbe cambiato più di tanto il percorso dei viola. Tendo a dare fiducia a chi ha il mandato di acquistare e vendere i giocatori, a giugno tireremo le somme».

Riccardo Fogli con Giancarlo

pubblico e i calciatori sanno cosa significa questo match per i tifosi. Le dico la verità, non importa se vinciamo o perdiamo, l’importante è difendere la nostra dignità. Voglio vedere una squadra tosta.

Antognoni e Marco Masini

Voglio che i ragazzi di Sousa escano dal campo a testa alta, tra gli applausi.

Questo è l’importante. Poi se vinciamo tanto meglio».

Come si spiega il calo di una Fiorentina che sembrava destinata a lotta-

Ha appena detto che l’allenatore è distratto, qual è il motivo secondo lei?

«Non sono solo io che lo dico, è sotto gli occhi di tutti. Forse Sousa si aspettava altro dalla società, sta di fatto che adesso sembra non credere più totalmente nel progetto. Se non ha più la forza per crederci, si guarda intorno, va a cena con rappresentanti di altre società, probabilmente è meglio che se ne vada. Ma mi dispiacerebbe molto perché è un ottimo allenatore e ha dimostrato di saper fare molto bene il suo lavoro».

V B

Se chiude gli occhi e pensa alla prossima stagione che Fiorentina vede?

«Credo che a giugno potrebbero esserci diversi cambiamenti: si vocifera di un cambio dirigenziale, l’allenatore sembra in procinto di lasciare Firenze, alcuni giocatori potrebbero essere ceduti. Difficile dire che Fiorentina sarà quella del prossimo anno. Se Sousa è convinto, e solo in questo caso, mi piacerebbe molto che restasse ancora con noi. Il vero punto fermo di questa squadra credo sarà Bernardeschi, diventerà un top player. Il giovane numero 10 ha voglia di giocare e mettersi in mostra, non toglie mai la gamba, ha grinta e classe. E’ il prototipo del giocatore moderno. Deve migliorare ancora molto sotto diversi aspetti, ma ha dei margini di crescita incredibili. Vorrei vederlo con la maglia viola ancora per tanti anni. Uno che potrebbe partire è Babacar: mi auguro che rimanga perché ha talento, se guardiamo i minuti giocati e i gol segnati ci rendiamo conto delle sue potenzialità. Teniamocelo stretto, diamogli più spazio e diventerà un vero bomber. Qualunque decisione verrà presa dalla società a fine stagione andrà bene, basta ci sia la volontà di crescere. Vorrei vedere una Fiorentina giovane e veloce».

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Il Brivido Sportivo STADIO - 24 Aprile 2016 -

Penne da Brivido

Il giornalista del Corriere dello Sport Stadio, ex cronista della nostra redazione:

Polverosi: “Per Firenze è sempre la

Il giornalista Alberto Poverosi di Federico Pettini

S

Fiorentina - Juventus

e la storia di Fiorentina – Juventus è ricca di grandi campioni, anche la storia de “Il Brivido Sportivo” è ricca di giornalisti che, dopo essersi formati all’interno della nostra redazione, hanno intrapreso una grande carriera nel panorama dell’informazione nazionale. Tra questi c’è senz’altro Alberto Polverosi, oggi prestigioso inviato del

Corriere dello Sport Stadio, cresciuto nel Brivido dello storico direttore Paolo Melani, quello che ha reso celebre il nostro giornale ideando, tra le altre cose, il famoso motto “Meglio secondi che ladri”. Diretto, ironicamente, proprio contro la Juventus, avversaria di stasera al Franchi.

Alberto Polverosi, è d’accordo con chi continua a sostenere che Fiorentina –

Juventus non sarà mai una partita come le altre?

“Certamente sì. Anzi aggiungerei che è la partita più importante, soprattutto quando una stagione va così come quella attuale. Ovvero con la Fiorentina fuori da ogni competizione, con pochi traguardi da raggiungere. In questi casi diventa “La Partita” da vincere, in assoluto. Certo che il confronto è impari: da una parte c’è una squadra che ha vinto 23 delle ultime 24 partite. Dall’altra una formazione che, vittoria col Sassuolo a parte, raccoglie poco o niente da due mesi. La differenza c’è.

E non è solo tecnica, è anche societaria, per non parlare delle strutture. La Juventus è uno dei primi otto club al livello europeo, la Fiorentina rientra forse tra i primi venticinque. Sono due pianeti diversi e distanti anni luce. Basti pensare allo stadio di proprietà: la Juve ce l’ha ormai da anni, la società viola ha soltanto un progetto. E questo scava un solco profondissimo tra le due realtà”.

29 MARZO 2015 DALLE ORE 17.00

A Firenze si parla molto del caso-Sousa. Secondo lei come andrà a finire?

“Parto dal fatto che Sousa può andare a cena con chi vuole e parlare con chi gli pare. Gli aspetti della questione da analizzare sono altri.

Sono convinto che la chiarezza sia fondamentale per continuare il rapporto. E tocca anche a lui prendere una posizione chiara e definitiva il prima possibile. Se decidesse di andarsene, non ne farei un dramma. Ci sono tanti allenatori che sanno far giocare bene le loro squadre. Penso a Di Francesco, a Giampaolo e persino a Oddo del Pescara.

C’è una grande differenza tra i bravi allenatori e i fenomeni. Sousa è bravo, i fenomeni sono altri: Ancelotti, Guardiola, Simeone e Klopp”.

e Marco Giampaolo. Sono tutti delle garanzie. Fanno giocare bene le loro squadre, hanno un modulo di riferimento che funziona e possono sposare in pieno la linea societaria della Fiorentina”.

Se Sousa lasciasse, chi vedrebbe sulla panchina della Fiorentina?

“Per puntare allo scudetto ci vorrebbe Carlo Ancelotti, ma andrà al Bayern Monaco. Per costruire un percorso importante e continuare la strada intrapresa dalla società mi vengono in mente tre nomi: Walter Mazzarri, Stefano Pioli

Cosa pensa dei tifosi viola che chiedono una proprietà più passionale, come era una volta Vittorio Cecchi Gori?

“Penso che, alla fine, al tifoso non importi se in tribuna ci sia un presidente composto (anche se Andrea Della Valle nelle sue esultanze è tutt’altro che composto) o uno che

Qual è la reale dimensione della Fiorentina? “ Dal quarto al sesto posto è la sua reale dimensione. Per arrivare al terzo posto la Fiorentina dovrebbe investire pesantemente, creando una rosa da scudetto. Non è un caso che nelle ultime stagioni, nei più grandi campionati europei, abbiano vinto sempre le stesse squadre. Certo, a volte ci sono le eccezioni come il Leicester o il Borussia Dortmund di qualche anno fa, ma sono casi più unici che rari”.

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Il Brivido Sportivo STADIO - 24 Aprile 2016 -

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Fiorentina - Juventus

“Senza grandi obiettivi conta molto battere i bianconeri. Ma il confronto è impari. Sousa? Non è un fenomeno”

partita più importante. Oggi più che mai” si alzi in piedi sulla balaustra. Il tifoso vuole lo sceicco. E non gli importerebbe nemmeno della presenza allo stadio del proprietario, basta che apra la sua cassaforte. La nostalgia di Cecchi Gori mi pare una provocazione. Se i tifosi che lo rivorrebbero analizzassero a fondo gli ultimi mesi della sua presidenza, cambierebbero idea immediatamente”.

Quindi i tifosi sbagliano a contestare i Della Valle?

“No. Contestare è un diritto dei tifosi, purché lo si faccia sempre nei limiti della civiltà.

Però penso che la discussione andrebbe portata su altri livelli.

Per esempio, a Empoli sanno perfettamente che a fine stagione dovranno vendere i vari Tonelli, Saponara e Mario Rui. Sono i giocatori migliori, ma i tifosi dell’Empoli sanno che la vio Li i D lo ge An capitano viola società ha bisogno x l'e n co si ro Polve di monetizzare per continuare il suo

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percorso, inserendo altri giovani di ottime prospettive. Alla fine, io credo che bisogna spiegare chiaramente quale sia la propria reale dimensione. Firenze, a livello calcistico, non è Roma né Napoli o Milano. Piazze in cui, tra l’altro, scoppiano polemiche continuamente e sono stati fatti investimenti sbagliati se non deleteri.

Nessun club, infatti, è esente critiche e contestazioni. Tranne la Juventus..”.

Facciamo un passo indietro nella sua carriera. Ci racconta la sua esperienza ne “Il Brivido Sportivo” dello storico direttore Paolo Melani?

“Sono entrato nella redazione del Brivido nel 1978. Avevo vent’anni e facevo il militare. Mi ricordo che mi facevo spostare i turni per essere presente in redazione e inizialmente mi occupavo di ciclismo. Con me c’erano Luca Calamai e Laura Alari e anche i “vecchi” Benito Polverosi e Franco Calamai. Loro amici da tanti anni, fin dal dopo guerra.

Sono rimasto nel giornale due anni. Contemporaneamente collaboravo con un altro settimanale, “Valdarno Sport” (poi “Anteprima dello Sport”), che si occupava soprattutto di calcio dilettantistico. Una sorta di concorrente. Poi iniziai al

“Corriere dello Sport”, dove sono ormai da quarant’anni”.

Che rapporto aveva con il direttore Melani?

“Paolo non era soltanto l’editore e il direttore, era un riferimento per tutti.

Lui era “Il Brivido”. Grazie a lui e allo slogan “Meglio secondi che ladri” il giornale fu sdoganato a livello nazionale. Lo conoscevano in tutta Italia.

Gli amici della rivista erano gli anti juventini, i nemici i tifosi di fede bianconera. Il giornale aveva delle rubriche bellissime, pungenti. Manuela Righini era una colonna, una delle giornaliste più grandi della Toscana.

Poi c’erano Mario Sconcerti e Carlo Pallavicino, che oggi fa il procuratore. Per noi giovani era lo strumento ideale per riversare in un giornale la nostra passione”.

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Carpi-Torino Chievo-Verona Empoli-Sassuolo Fiorentina-Atalanta Juventus-Bologna Lazio-Frosinone Milan-Napoli Palermo-Roma Sampdoria-Inter Udinese-Genoa

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Atalanta-Torino Bologna-Roma Carpi-Chievo Fiorentina-Empoli Genoa-Sassuolo Verona-Napoli Inter-Frosinone Juventus-Milan Lazio-Palermo Udinese-Sampdoria

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Chievo-Udinese Empoli-Lazio Frosinone-Verona Genoa-Carpi Milan-Sampdoria Napoli-Inter Palermo-Juventus Roma-Atalanta Sassuolo-Fiorentina Torino-Bologna

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Carpi-Napoli Chievo-Torino Empoli-Atalanta Fiorentina-Bologna Inter-Verona Juventus-Frosinone Lazio-Genoa Palermo-Sassuolo Sampdoria-Roma Udinese-Milan

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partite totali v p s

CLASSIFICA Serie A

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partite totali v p s

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Juventus

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4

4

11

Torino

42 34 11

9

14

2

Napoli

73 34 22

7

5

12

Empoli

42 34 11

9

14

3

Roma

68 34 19 11

4

13

Atalanta

38 34

11 14

4

Inter

61 34 18

7

9

14

Udinese

38 34 10

8

Fiorentina 59 34 17

8

9

15

Sampdoria

37 34

10 15

5

Ritorno

P

9 9

Bologna-Atalanta Carpi-Verona Chievo-Sampdoria Fiorentina-Frosinone Genoa-Napoli Inter-Roma Juventus-Torino Lazio-Milan Palermo-Empoli Udinese-Sassuolo 17^ giornata

20/12/2015

6

Milan

52 33 14 10

9

16

Bologna

37 34 10

7

7

Sassuolo

49 34 12 13

9

17

Carpi

31 33

7

10 16

8

Chievo

48 34 13

9

12

18

Frosinone

30 34

8

6

20

9

Lazio

48 34 13

9

12

19

Palermo

29 34

7

8

19

10

Genoa

43 34 12

7

15

20

Verona

22 34

3

13 18

0-2 2-1 1-0 0-0 1-3 1-1 4-1 1-1 0-0 1-1 Ritorno 01/05/2016

Atalanta-Napoli Bologna-Empoli Carpi-Juventus Fiorentina-Chievo Frosinone-Milan Verona-Sassuolo Inter-Lazio Roma-Genoa Sampdoria-Palermo Torino-Udinese

Andata

NOME

SQUADRA

RETI

1

Higuain

Napoli

30

17

3

2

Dybala

Juventus

16

4

3

Bacca

Milan

15

1

4

Icardi

Inter

15

1

5

Ilicic

Fiorentina

13

7

6

Kalinic

Fiorentina

12

0

7

Salah

Roma

12

0

8

Maccarone

Empoli

12

1

9

Insigne

Napoli

12

2

10

Eder

Inter

12

3

18^ giornata

06/01/2016

3-3 0-1 2-3 3-0 0-0 0-1 2-1 1-3 2-2 2-1

Ritorno 08/05/2016

Chievo-Roma Empoli-Inter Genoa-Sampdoria Juventus-Verona Lazio-Carpi Milan-Bologna Napoli-Torino Palermo-Fiorentina Sassuolo-Frosinone Udinese-Atalanta

Andata

19^ giornata

10/01/2016

0-2 0-1 2-1 1-3 1-5 0-1 0-1 1-1 1-2 0-1

RIGORI

Ritorno 15/05/2016

Atalanta-Genoa Bologna-Chievo Carpi-Udinese Fiorentina-Lazio Frosinone-Napoli Verona-Palermo Inter-Sassuolo Roma-Milan Sampdoria-Juventus Torino-Empoli

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20/03/2016

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1-3 2-3 2-3 2-0 2-4 1-1 1-2 2-0 2-0 0-1

0-1 2-1 0-0 1-1 3-3 2-0 0-0 2-2 1-2 1-1

11^ giornata

01/11/2015

CLASSIFICA Serie A

Classifica Marcatori

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Il Brivido Sportivo STADIO - 24 Aprile 2016 -

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Fiorentina - Juventus

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Fiorentina-Juventus Stadio Artemio Franchi, 24.04.2016, ore 20.45

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opo il turn over esasperato di Udine, Paulo Sousa dovrebbe affidarsi ai titolarissimi per provare a fermare la Juventus, autentico rullo compressore del campionato, ed evitare che i bianconeri festeggino lo Scudetto proprio sul campo dell’Artemio Franchi. Ma, al momento della chiusura del nostro giornale, destavano molti dubbi le condizioni di Vecino, uscito malconcio dalla partita del Friuli.

Perciò, in caso di forfait dell’ex Empoli, il tandem di centrocampo dovrebbe essere composto da Borja Valero e Badelj, supportati sulle corsie laterali da Alonso a sinistra e Tello (o Bernardeschi) a destra. L’arretramento dello spagnolo libererebbe un posto sulla linea dei rifinitori, accanto a Ilicic. Probabile l’inserimento di Mati Fernandez che, col suo dinamismo, darebbe una mano anche alla mediana. Le alternative al cileno sono Bernardeschi o Zarate. Davanti l’unica punta Kalinic, ancora alla disperata ricerca del gol perduto. Facendo, infine, un passo indietro, in difesa pare scontato il rientro di Astori (tenuto in panchina ad Udine) che riformerebbe il trio di centrali con Gonzalo Rodriguez e Roncaglia.

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Mati Fernandez

Alonso

Badelj

Kalinic

12 Tatarusanu

Tello

V

27 Tello 20 Borja Valero 5 Badelj 28 Alonso

32 Roncaglia 2 Gonzalo Rodriguez 17 Astori

Gonzalo R. Tatarusanu

Roncaglia

72 Ilicic 14 Mati Fernandez 9 Kalinic

Allenatore: Paulo Sousa

A Disposizione: 24 Lezzerini, 34 Satalino, 4 Tomovic, 23 Pasqual, 6 Tino Costa, 26 Kone, 10 Bernardeschi, 7 Zarate, 16 Blaszczykowski.

JUVENTUS 3-5-2 1 Buffon 15 Barzagli 19 Bonucci 24 Rugani

16 Cuadrado 6 Khedira 18 Lemina 10 Pogba 33 Evra 17 Mandzukic 21 Dybala

Mandzukic Dybala

Evra

Pogba

Lemina

Khedira

Cuadrado Barzagli

Bonucci Rugani

Buffon

Allenatore: Allegri

A Disposizione: 38 Audero, 34 Rubinho, 26 Lichtsteiner, 20 Padoin, 11 Hernanes , 12 Alex Sandro, 27 Sturaro, 22 Asamoah, 9 Morata, 7 Zaza

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Il Brivido Sportivo STADIO - 24 Aprile 2016 -

Un passato da ex

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Fiorentina - Juventus

Sbarcò a Torino nel 1994 e conquistò subito lo Scudetto che mancava da 9 anni. Poi anche la Champions

Sousa e quel tricolore in bianco e nero

di Francesca bandinelli

L

a ricostruzione della Juventus, nel 1994, è iniziata con lui, Paulo Sousa il ventiquattrenne di Viseu. Contratto di tre anni e ingaggio superiore al miliardo l’anno, sei i miliardi finiti nelle casse dello Sporting Lisbona. Allora c’era ancora la lira. A spingerlo a partire dal Portogallo, casa sua, erano stati i suoi sogni: «Ai tifosi non faccio promesse perché non voglio ingannare nessuno - disse allora -, ma io vengo per vincere lo scudetto». Vinse non solo lo scudetto, alla sua prima stagione, 1994/95 (il tricolore mancava nella Torino bianconera da 9 anni), ma pure la Coppa Italia. La Coppa Uefa, invece, andò al Parma, capace di battere la Juve di Sousa

proprio in finale. L’anno dopo, invece, si spinse più su, direttamente sul tetto d’Europa. L’ambizione non gli mancava nemmeno allora: «Speravo di giocare nel miglior campionato al mondo e anche per questo non sono triste nel lasciare il mio paese». Sembrava destinato alla Roma, invece Giraudo lo portò alla sua corte.

LA STORIA Il portoghese diventò in un attimo l’anima del centrocampo di una Juventus trascinata, davanti, da Vialli, Ravanelli e dall’allora emergente Del Piero. Grande visione di gioco, interdittore con buoni piedi, capace di dettare il tempo della manovra, di lanciare i compagni con lanci millimetrici: Sousa sorprese più del previsto. Due in particolare le istantanee della sua era in bianconero: il gol al Parma diretta inseguitrice per lo scudetto, l’8 gennaio 1995 e l’incredi- bile rete rifilata l’anno dopo in semifinale di Champions al Nantes. L’avventura in bianconero durò appena due anni: problemi fisici, dicono dal settore medico di Corso Galileo Ferraris, fastidi mal curati da ragazzino che ne limitano l’attività agonistica.

Nell’estate del ‘96 Sousa passò al Borussia Dortmund, dove in una partita

Paulo Sousa con la maglia della Juventus

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giocata si guadagnò il 10 in pagella dai quotidiani tedeschi. A Torino lo sostituì un certo Zinedine Zidane. E al termine della stagione fu anche lui a sfilare ai bianconeri la seconda Champions consecutiva.

Per lui si aprirono gli spogliatoi di Inter, Parma, Panathinaikos e Espanyol ma i picchi toccati a Torino restano solo un ricordo. Il resto lo ha fatto da allenatore, cominciando a vincere subito, dall’Ungheria ad Israele fino alla Svizzera.

Adesso la sua è una sfida tutta italiana.

Sousa oggi sulla panchina della Fiorentina

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Il Brivido Sportivo STADIO - 24 Aprile 2016 -

Il Pungiglione

27

Fiorentina - Juventus

Lo juventino è l’esatta antitesi del tifoso viola. Per questo battere i bianconeri ha un valore inestimabile

Perché non sarà mai una partita come le altre di Massimo Sandrelli

C

Gianni Agnelli

ome si può dire che Fiorentina-Juventus è una partita come tutte le altre? Non è così e anche Diego Della Valle che, appena arrivato, si lasciò sfuggire un’affermazione del genere forse oggi ha capito. La Juve non è una squadra come tutte le altre. Intanto la sua tifoseria non ha nessun gemellaggio. Lo aveva con quelli dell’Avellino fino al ’90 ma poi tutto si dissolse. La Juve è la Juve. E’ quasi più un modo di essere che di fare. E’ uno stile. Quando morì l’ex re Umberto di Savoia, Gianni Agnelli pretese che la squadra scendesse con il lutto al braccio, perché Torino è Torino. Ha poi sempre rappresentato il Potere.

Con modi gentili e decisi quando si impuntava per ottenere un giocatore non ha mai (nella storia) sentito ragioni. Da Paolo Rossi a Baggio (per parlare solo dei giocatori contesi alla Fio-

rentina) l’ha sempre spuntata in forza delle sue finanze ma anche della pressione che ha sempre saputo esercitare. E quando poi lo scudetto si doveva assegnare allo sprint ha sempre (o quasi) avuto la meglio. Dal 1966 al 2002 ha vinto dieci scudetti in volata: tre volte con la Roma, due volte con il Milan, una volta con Inter, Napoli, Torino, Fiorentina e Parma. Come il mitico Antonio Maspes sul povero Sante Gaiardoni. Bravura?

Certo ma non solo. La buona sorte, come si dice, aiuta gli audaci...

Essere juventini, insomma, a Firenze rappresenta l’esatta antitesi del tifoso viola. Chi è juventino scommette sulla certezza piuttosto che sulla sfida. Ha bisogno di sentirsi ammirato come “migliore” anziché diverso. Si crogiola nella maggioranza, sfidando l’altra metà del mondo del pallone.

Così quando capita che al Franchi la Juventus inciampa, allora la gioia dei fiorentini (quelli veri) si sublima, di contro gli altri scivolano nella desolazione. Dopo un 2-0 (1970) il pur mite Ercole Rabitti (all’epoca tecnico juventino subentrato a Luis Carniglia) sul pullman con grande flemma rivolgendosi a Sandro Salvadore gli disse: “..era meglio se ti avessimo lasciato alle Cascine...”.

La “drammaturgia” del calcio prevede anche gli eroi. La storia viola è costellata di volti e nomi

Roberto Baggio in maglia bianconera, con la famosa sciarpa viola in mano

che proprio contro la Juventus hanno toccato il miglior momento di celebrità. Si comincia con Pedro Petrone che firmò con un gol il primo successo sui bianconeri (1933), rete che gli valse una Balilla in regalo. Poi si va da Baggio a Batistuta, passando per Borgonovo, Luca Toni, Robbiati e Passarella. Ma ci piace ricordare anche i “minori”. Nel 1980 la Juve perse per 2-0 con gol di Alessio Tendi e Gigi Sacchetti, tanto che Boniperti, un po’ perplesso, chiese informazione sui due. Poi Dino Pagliari, il calciatore intellettuale, per arrivare a fino a Papa Waigo.

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porto per entrare nella storia viola. Ma è onesto riconoscere che tra i due palmares non c’è gara. La Juve è la Juve. Bruciano ancora le ferite per quello scudetto scippato dalla sorte nell’82 o quella coppa Uefa drammatica del ’90. Non è un caso che allo stadio, durante una partita, si senta la domanda: la Juve che fa? E puntualmente un gol contro la Juve fa sobbalzare di felicità le curve, la maratona e una parte della tribuna. Una volta alle prese con una videogioco mi toccò proprio un Fiorentina-Juventus: persi per un rigore contro inesistente. Allora è proprio vero: La Juve è la Juve in ogni dimensione.

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Il Brivido Sportivo STADIO - 24 Aprile 2016 -

L’alfabeto della grande sfida

Giocatori, presidenti, allenatori e partite indimenticabili

Da Antognoni a Zoff, ecco

Pepito Rossi, autore della storica tripletta del 2013 di RUBEN LOPES PEGNA

F

iorentina-Juventus dalla a alla zeta.

Attraverso i giocatori, i presidenti e gli allenatori ricordiamo alcune tra le sfide più importanti giocate a Firenze dalle due squadre in campionato (serie A). E’ un excursus storico che parte dagli anni trenta del secolo scorso e arriva ai giorni nostri. Vogliamo celebrare quella che per la città e tutti i tifosi viola è la partita per eccellenza, quella con la P maiuscola. Da sempre. E per sempre.

ANTOGNONI Giancarlo. Segna 2 gol nella sua carriera alla Juve al Comunale.

Il primo nel 1974/75 nell’incontro vinto dalla Fiorentina per 4-1 alla penultima giornata. E’ sua la rete del 2-0. Realizza poi il gol dell’1-1 nel match della stagione 1983/84 finito 3-3. Lo realizza di

Fiorentina - Juventus

testa. E lo stesso “Antonio” lo definisce tra i più belli della sua carriera.

BATISTUTA Gabriel. Segna 4 gol alla Juve al Franchi. Il più bello è il primo, quello realizzato nella sua prima stagione in viola (1991/92) di testa dopo sette minuti sotto la curva Fiesole nell’incontro poi vinto dalla Fiorentina per 2-0.

Da quel giorno diventa un idolo per i tifosi gigliati. Va in gol poi nelle partite del 1994/95 (sconfitta viola per 4-1), 1998/99 (successo gigliato per 1-0) e del 1999/00 (1-1).

CASARSA Gianfranco. Il centravanti segna 2 reti alla Juve al Comunale, entrambi su rigore ed entrambi al mitico Zoff. Il primo è importantissimo. E’ il gol del 3-1, nell’incontro poi vinto dalla Fiorentina per 4-1 nella stagione 1974/75.

Quando Casarsa segna, senza rincorsa come sempre (così calcia i penalties) il match è ancora in bilico. Il secondo rigore lo sigla nella partita del campionato 1976/77 vinta dalla Juve per 3-1 quando la Fiorentina è già sotto di 3 reti.

DI BENEDETTI Dante. E’ il primo giocatore viola a realizzare una tripletta alla Juve. Al Berta, l’attuale Franchi, nell’incontro vinto dalla Fiorentina per 5-0 il 4 maggio 1941 all’ultima giornata di campionato segna 3 reti in 18 minuti, tra il 55’ e il 73’. Suoi sono il secondo, il terzo e il quarto gol. Sono gli unici che sigla ai bianconeri in campionato (ne segna uno negli ottavi di finale di Coppa Italia quando la Fiorentina batte la Juve 5-3 il 18 maggio di quello stesso anno, due settimane dopo la sua grande impresa).

ERIKSSON Sven Goran. L’allenatore svedese è imbattuto nelle 2 sfide con la Juve a Firenze. Ottiene un pareggio e un successo. Nella stagione 1987/88 il match finisce 1-1 grazie al gol in rimonta del centravanti Rebonato.

Nel campionato 1988/89 la Fiorentina, sotto di una rete, vince per 2-1. Roberto Baggio su rigore firma il gol dell’1-1 e Stefano Borgonovo di testa all’89’ quello della vittoria.

FAMIGLIA DELLA VALLE. I proprietari della società attendono la vittoria sulla Juve al Franchi per 8 stagioni. Al nono tentativo colgono un successo da sogno. Quello per 4-2 in rimonta del 20 ottobre 2013 rimane tra i più belli di tutta la storia della Fiorentina e non solo delle sfide contro i bianconeri.

GEI Renato. La mezzala viola realizza una doppietta alla Juventus nell’incontro del 18 aprile 1943, alla penultima di campionato. E’ quella l’ultima partita giocata a Firenze prima dell’interruzione dell’attività calcistica per la seconda guerra mondiale (peraltro già iniziata per l’Italia da quasi tre anni). Gei segna il gol del 2-1 per la Fiorentina e quello del 3-2.

Ma le sue reti non evita-

no la sconfitta dei viola, battuti 4-3.

HAMRIN Kurt. Segna 4 reti alla Juve, sua ex squadra, al Comunale in 4 partite diverse. Va in gol nel match del 1959/60 vinto dalla Fiorentina per 1-0 e poi in quelli del 1960/61 e del 1963/64 in cui i viola si impongono rispettivamente per 3-1 e per 2-1. L’ultimo gol ai bianconeri lo realizza nella partita del 1966/67 persa dai gigliati per 2-1.

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Il Brivido Sportivo STADIO - 24 Aprile 2016 -

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Fiorentina - Juventus

che hanno fatto la storia del match più atteso dal popolo viola

Fiorentina-Juventus dalla a alla zeta IACHINI Giuseppe. E’ imbattuto nelle sfide con la Juve a Firenze. Ne gioca due da titolare, nel 1989/90 (2-2) e nel 1991/92 (2-0). In un’altra, nel 1990/91 (1-0), subentra a gara in corso. Durante la sua permanenza alla Fiorentina salta solo un incontro con i bianconeri. La sua grinta è un’arma fondamentale per contrastare la Juve.

JOAQUIN. E’ lui a firmare il gol del sorpasso (3-2) al 33’ della ripresa nell’emozionante match del campionato 2013/14 vinto dalla Fiorentina per 4-2.

Giancarlo Antognoni e Marco Tardelli

KUBIK Lubos. E’ tra i protagonisti della sfida del 6 aprile 1991 vinta dalla Fiorentina per 1-0. Il fantasista ceco, schierato da Lazaroni con la maglia numero undici, disputa una buona partita.

LOJACONO Francisco Ramon. Segna il gol del definitivo 3-3 nell’incontro del 2 novembre 1958 in cui la Fiorentina dopo tredici minuti è sotto di due reti (Ferrario e Nicolè). Dopo il gol di Cervato alla mezzora su rigore e di Charles al 32’, Montuori al 45’ accorcia le distanze.

Ma è Lojacono dopo un quarto d’ora della ripresa a portare i viola in parità.

MAREGGINI Gianmatteo. Para un rigore a De Agostini (Baggio si rifiuta di calciare il penalty) nella sfida del 6 aprile 1991. Lo stadio esulta come per un gol fatto. Così la Fiorentina, in vantaggio grazie a un gol dell’ex granata Fuser, batte la Juve per 1-0.

NAPPI Marco. Il tecnico viola Bruno Giorgi lo manda in campo all’inizio del secondo tempo della sfida del 17 gennaio 1990 insieme all’ex bianconero Renato Buso con la Fiorentina in svantaggio per 2-0 (reti di Napoli e Zavarov). Gioca una buona partita ed è tra gli artefici della rimonta viola. Il match finisce, infatti, 2-2 grazie alle reti di Roberto Baggio su rigore e di Battistini. E’ l’ultima sfida tra Fiorentina e Juventus giocata a Firenze da Baggio con la maglia gigliata.

ORIALI Gabriele. E’ tra i migliori nella partita del 6 aprile 1986 vinta dalla Fiorentina di Aldo Agroppi per 2-0 grazie alle reti di Passarella e Berti. Il mediano viola, spesso opposto a Platini, gioca un partitone.

PETRONE Pedro. E’ il centravanti uruguayano a firmare l’8 gennaio 1933 il gol della prima vittoria della Fiorentina sulla Juventus (1-0) allo stadio Berta.

QUAGLIARELLA Fabio. L’ex attaccante viola nell’anno della C2 disputa con la maglia della Juve due partite al Franchi. Nel 2011/12, quando la Fiorentina perde 5-0, entra sul 3-0 ma non incide sul match. Nel 2012/13 Conte lo schiera dall’inizio per poi sostituirlo dopo poco meno di un’ora. Ma non fa giocate particolari.

ROSSI Pepito. La tripletta segnata nel match della stagione 2013/14 (secondo giocatore viola a realizzarla alla Juve a Firenze dopo Di Benedetti) vinto dalla squadra di Montella in rimonta per 4-2 resterà per sempre indelebile nella storia della Fiorentina.

SUPPORTER VIOLA. Sono da sempre il dodicesimo uomo. E nelle sfide con la Juve sono ancora più importanti. Oltre alle coreografie da sogno regalano un incitamento fantastico alla Fiorentina che risulta determinante in quella che è la partita più sentita da tutta la città.

Non è un caso se i bianconeri che pure hanno vinto 31 scudetti contro i 2 dei viola a Firenze hanno ottenuto solo 20 successi a fronte di 26 sconfitte. E ciò anche per merito del tifo di tutto lo stadio.

TENDI Alessio. Segna nel primo tempo il gol del 2-0 con un tiro da lontano che sorprende Zoff (già battuto da Sacchetti) nel match della stagione 1979/80. La Fiorentina quel giorno vince l’incontro per 2-1.

UMILIAZIONE. E’ quella che subiscono al Franchi la Fiorentina e tutti i tifosi viola nel match del 17 marzo 2012 quando in panchina c’è Delio Rossi. La Juve vince 5-0 con gol di Vucinic, Vidal, Marchisio, Pirlo e Padoin. Cerci viene espulso sull’1-0. Abbiamo ricordato questa partita perché una sconfitta così dopo una pessima prestazione non si dovrà più ripetere. Mai. VIRGILI Giuseppe. Segna 2 reti alla Juve al Comunale di Firenze. E sono reti pesanti. La prima nel match del campionato 1956/57 la realizza all’89’ ed è quella del definitivo 2-2. Il secondo gol lo sigla nell’incontro della stagione successiva (1957/58), l’ultima da lui giocata con la maglia viola. Ed è il gol della vittoria (2-1) dopo il vantaggio gigliato con Montuori e il pareggio bianconero di Charles. Virgili segna all’82’. Il Comunale (dove ci sono 80.000 persone) esplode di gioia e crolla la parte centrale della Maratona. Sotto le gradinate ci sono tantissimi spettatori. Sono loro a frenare l’impatto con il suolo. Ed è una fortuna. Poteva essere una tragedia. Invece c’è solo qualche centinaio di feriti, neppure troppo gravi.

X nel senso di pareggio. Nelle sfide tra le due squadre a Firenze si è verificato 30 volte.

ZOFF Dino. Una bandiera della Juve, da giocatore e da allenatore. Da portiere dà il via alla goleada viola nel match della stagione 1974/75 vinto dalla Fiorentina per 4-1. Suo è l’autogol che porta in vantaggio la squadra di Rocco (10). Da allenatore viola affronta al Franchi i bianconeri nella stagione 2004/05.

L’incontro termina 3-3.

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Il Brivido Sportivo STADIO - 24 Aprile 2016 -

Ciak Si Gira

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Fiorentina - Juventus

L’attore comico, grande tifoso viola: “La partita con la Juve non sarà mai normale Mi aspetto un grande pubblico. E per il futuro ho pronta la soluzione...”.

Paci: “La Fiorentina? Tranquilli si compra io e i’ Ceccherini” rentina. Vorrei si vincesse 5-0 così gli si rendereb-

di Giacomo Cialdi

E

' arrivata l’ora della sfida più sentita, quella che la tifoseria viola attende con ansia fino dal primo giorno della pubblicazione dei calendari. FiorentinaJuventus sta per cominciare e per parlare della situazione dei viola e stemperare le tensioni della snervante attesa, il Brivido Sportivo ha contattato Alessandro Paci, noto attore comico fiorentino e grande tifoso gigliato.

Alessandro Paci, ci siamo. Sta per scattare il fischio d’inizio di Fiorentina-Juventus. Che sapore ha per lei questa sfida e cosa devono fare i viola per battere i bianconeri?

«La gara con i gobbi non sarà mai una partita normale a Firenze, è sentita come un derby e sarà sempre così. E' una delle sfide più attese in casa viola, vedrete che anche quest'anno il pubblico risponderà bene e darà un grande sostegno alla Fio-

be lo sgarbo che ci hanno fatto alcuni anni fa. Ma forse è solo un bel sogno perché loro sono troppo forti e noi non siamo calati parecchio. Comunque bisogna crederci e provare a vincerla, magari anche con un colpo di c…».

Cosa è successo alla bella Fiorentina degli scorsi mesi? E' un problema mentale o fisico?

«Mi sembra evidente che i problemi siano da ricercare nel rapporto tra società, allenatore e giocatori. Qualcosa si è rotto all'interno e questi sono i risultati. Dispiace perché per mesi abbiamo fatto benissimo e tutta Firenze sognava grandi traguardi. Adesso l'atmosfera è piuttosto tesa, con molti giocatori a mio avviso con le valigie pronte. Quando in tanti vogliono andar via, qualche problema c'è. Nella prima parte di campionato è più facile giocare e vincere, le squadre avversarie non ti conoscono. Col passare del tempo, invece, vengono prese le contromisure. Alla Fiorentina servivano nuovi innesti, questa società non ha fatto bene il proprio lavoro».

Alessandro Paci

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Il Brivido Sportivo STADIO - 24 Aprile 2016 -

Fiorentina - Juventus

Ciak Si Gira Crede che Paulo Sousa resterà a Firenze? E‘ cambiato il suo giudizio sul portoghese?

«Assolutamente no! Paulo è un grande, sia come uomo che come allenatore. Spero rimanga con noi perché mi piace moltissimo... la gente però deve capire che lui non è fiorentino, se vede che qui non c'è trippa per gatti chi glielo fa fare di restare. La proprietà, in tal senso, non gli ha mandato un messaggio positivo».

Giugno si avvicina, come imposterebbe Alessandro Paci la nuova stagione? Da cosa ripartirebbe?

«Come detto precedentemente, spero che Sousa rimanga. Circolano voci anche di una partenza di Babacar: l'attaccante senegalese secondo me è forte e Non credo lascevorrei tenerlo, rà la Fiorentina, ha grandi potencome ho letto zialità e sono certo da qualche parte, farà vedere il suo perché ancora non valore. Ovviamente riPaci nella sua interpretazione è valutato moltissimo. partirei da Bernardeschi, di "Pinocchio" Ha ampi margini di migliogiocatore che mi piace da ramento, diventerà un grande. impazzire: ha talento, spirito di Temo invece la partenza di Vecino: il sacrificio e classe.

Paci con Ceccherini sul set del film "Un’estate al mare"

ragazzo è molto richiesto e la società potrebbe decidere di sacrificarlo per fare mercato. Spero vivamente di no... Vedi, si torna sempre alla società!

Vorrei cominciare la nuova stagione senza i Della Valle (scherza ndr). So che non ci sono fiorentini con i soldi interessati alla squadra, ma un cambio a mio avviso serve. Ma state tranquilli, la prendo io la Fiorentina, io insieme ai' Ceccherini... e si dà spettacolo!».

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Il Brivido Sportivo STADIO - 24 Aprile 2016 -

Amarcord

Fiorentina - Juventus

Quattro componenti dello staff tecnico di Massimiliano Allegri hanno un

Tra campo e panchina, quanti di RUBEN LOPES PEGNA

S

ono state 76 le partite tra Fiorentina e Juventus giocatesi all’attuale Franchi (prima Berta e poi Comunale) nel campionato di serie A. I viola ne hanno vinte 26, pareggiate 30 e perse 20.

Una gara è stata disputata nel campionato di divisione nazionale (1928/29). La Juve si impose allo stadio di via Bellini per 4-0.

Le due squadre si sono affrontate a Firenze anche 8 volte in Coppa Italia.

La Fiorentina ha ottenuto 4 successi e 3 pareggi e subito una sconfitta. In 4 occasioni ha superato il turno e in 4 è stata eliminata. Due volte le due formazioni si sono incontrate in Europa League, ex Coppa Uefa. La prima nel 1989/90, ad Avellino in campo neutro (si fa per dire perché la città irpina è un covo di tifosi bianconeri) nella finale di ritorno di Coppa Uefa, finì 0-0, dopo la sconfitta a Torino all’andata per 3-1 (la Juve si aggiudicò il trofeo). La seconda al Franchi nel 2013/14, nella gara di ritorno degli ottavi di finale dopo l’1-1 dell’anda- t a allo Stadium, vide il successo per 1-0 dei bianconeri e l’eliminazione della squadra di Montella.

L’ULTIMO CONFRONTO. Nel 2015 al Franchi non si è giocata nessuna sfida di campionato ma solo la semifinale di ritorno di Coppa Italia vinta dalla Juve per 3-0 dopo il successo per 2-1 della Fiorentina a Torino. Quella sconfitta costò alla squadra di Montella l’eliminazione. L’ultimo confronto di

Marco Landucci in viola

BRILLI • I • N •T • E • R • N • I di Brilli Giulio

campionato a Firenze tra le due squadre si è disputato venerdì 5 dicembre 2014 e terminò 0-0.

L’ U LT I M A V I T TO R I A VIOLA. Risale al 20 ottobre 2013 quando la Fiorentina si impose per 4-2 in rimonta grazie alla tripletta di Pepito Rossi e al gol di Joaquin.

L’ULTIMO SUCCESSO BIANCONERO. E’ l’ormai purtroppo famosa manita della stagione 2011/12. E’ una gara quella che tutti i tifosi viola vorrebbero cancellare.

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Il Brivido Sportivo STADIO - 24 Aprile 2016 -

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Fiorentina - Juventus

passato fiorentino: Landucci, Dolcetti, Bosco e Sassi. Tra i calciatori spiccano Cuadrado e Chiellini

ex viola nella “squadra” bianconera LE SFIDE TRA FIORENTINA E JUVE GIOCATE DA PAULO SOUSA. Nei suoi due anni di permanenza a Torino l’allenatore portoghese ne ha disputate tre e le ha vinte tutte e tre, due al Delle Alpi e una al Franchi. Era in campo nelle due gare del campionato 1994/95 (3-2 in rimonta in Piemonte e 4-1 a Firenze) e in quella di Torino del torneo 1995/96 (1-0).

GLI EX. Paulo Sousa è l’unico ex bianconero in forza alla Fiorentina. Nella Juventus gli ex viola tra i giocatori sono tre: Giorgio Chiellini (in dubbio per la sfida di stasera), a Firenze nel 2004/05 (segnò anche un gol nel match del Franchi finito 3-3), Neto (infortunato fino al termine della stagione) e Cuadrado. Quattro sono gli ex viola nello staff di Massimiliano Allegri. Sono l’allenatore in seconda Marco Landucci (ex portiere dal 1986/87 al 1990/91 e poi preparatore dei portieri delle formazioni giovanili nel 2005/06), i collaboratori tecnici Aldo Dolcetti (secondo di Alberto Cavasin durante la sua permanenza a Firenze) e Roberto Bosco (ex centrocampista e terzino nelle stagioni 1987/88 e 1988/89 con Eriksson in panchina) e il responsabile del training check Roberto Sassi (preparatore atletico con Claudio Ranieri).

LA PARTITA DEL GIRONE D’ANDATA. La Fiorentina perse 3-1 dopo essere andata in vantaggio con un rigore trasformato da Ilicic al 5’. Un minuto dopo ci fu il pareggio dell’ex Cuadrado. Negli ultimi dieci minuti la Juve segnò due volte con Mandzukic (80’) e Dybala (91’).

rto Bosco

Allegri con Robe

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Il Brivido Sportivo STADIO - 24 APRILE 2016 -

Fuorigioco

FIORENTINA - Juventus

Anche quest’anno nessuno è riuscito a scalfire il potere bianconero. Quanto durerà il dominio?

SOLITE COSE E LA SOLITA JUVE

Ilicic contrasta

to da Khedira

nella gara d’and

ata

di DUCCIO MAGNELLI

N

iente cambia nel campionato italiano. Nonostante i buoni propositi estivi, nonostante mercati roboanti e costosissimi, anche quest’anno nessuno è riuscito a scalfire il potere bianconero. L’inizio di stagione della vecchia signora è stato disastroso. Ma gli avversari non sono riusciti a approfittarne.

Il Napoli è partito troppo piano, la Fiorentina troppo forte (e poi si è spenta), l’Inter giocava troppo male anche se vinceva e la Roma aveva un rendimento da elettrocardiogramma impazzito. Il risultato è il solito vantaggio quasi abissale dei bianconeri e il solito scudetto vinto senza grossi patemi. Resta sempre il mistero del perché una squadra che domina il campiona-

to italiano non riesca a fare altrettanto in Europa, nonostante la finale di Champions dell’anno scorso. Naturalmente, le malelingue a tal proposito si sprecano. Ma oggi è molto più importante cercare di capire quanto durerà questo dominio su quello che una volta era il campionato più bello del mondo e che ora si sta avviando a essere uno dei più noiosi e monotoni. Qualcuno prevede che le milanesi, prima o poi, torneranno al vertice. Le grandi squadre, però, si costruiscono

ancora molto tempo. Anche perché la Juventus ha un grosso vantaggio sugli avversari: lo stadio di proprietà con tutti i privilegi economici che ne derivano. Le altre, su questo, sono in gravissimo ritardo e non si prevedono grosse novità nel futuro. Detto questo, bisognerà anche dire qualcosa di Badelj e lo ju nuovo sulla partita di ventino Man dzukic stasera. Per esempio, che non è più, per forcon il tuna, la madre di tuttempo e Milan e Inter appaiote le partite ma è ancora lo no ancora abbastanza lontascontro più sentito dai tifosi ne dal traguardo (soprattutto viola. Oppure che le difficoli rossoneri). Il Napoli dovrà tà della gara sono massime e dare qualità alla panchina e, soprattutto, dovrà resistere che la Juventus non concede alla tentazione di cedere Hinulla ma nemmeno nulla le guain. La Roma dovrà equiva concesso. Con i bianconeri librare la rosa e migliorare di gli errori, in genere, si pagano tanto la difesa. La Fiorentina, salatissimi e per mettere loro outsider di lusso, dovrà trovai bastoni fra le ruote sarà rire equilibrio fra un inizio forchiesta ai giocatori viola mastissimo e un finale appannasima concentrazione e applito. Tutto questo per dire che, cazione. Niente di nuovo? da pessimisti, è probabile che il potere bianconero durerà E allora buona partita a tutti.

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