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Cosmi: «Cuadrado è la perfezione tecnica, Muriel la progressione di Ronaldo» da pagina 4

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Viola in corsa per un grande colpo: Mertesacker e Matuidi nel mirino a pagina 9

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artita complicata per la Fiorentina quella di Udine.

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L’entusiasmo ha contagiato anche Mr Tod’s.

Mentre Moratti ha lasciato il testimone a Thohir i Della Valle rilanciano la sfida

A TUTTO RITMO.

ADESSO SI DIVERTE ANCHE DIEGO:

ORA SERVE UN TROFEO

di ALESSANDRO RIALTI

D

iego Della Valle è tornato. Non come prima, ma più di prima.

Proprio mentre le grandi proprietà del calcio italiano, vedi Massimo Moratti, ex presidente dell’Inter, hanno fatto marcia indietro o pensano all’ingresso di capitali stranieri, la famiglia Della Valle rilancia. E a farlo stavolta è Mr Tod’s. Ha applaudito il lavoro di tutti, «in fondo io che sono un vecchio patron viola, posso dirlo», ma soprattutto ha strizzato l’occhio ad una Fiorentina che sente ancora un po’ sua. In tv per erano mesi che Diego non si presentava per mettere sotto la lente la sua scommessa più grande, quella sportiva. Gli sono bastati pochi minuti, non più di quattro, per fare gol, entusiasmare Firenze e far capire a chiunque che la proprietà viola non scherza: l’obiettivo di diventare grandi è qualcosa più di un impegno. «Devo fare i complimenti a mio fratello Andrea - ha detto intervenendo in diretta su Sky Sport 24 -, ai suoi uo-

mini (Pradé e Macia, ndr), al presidente della Fiorentina (Mario Cognigni, ndr), a Montella, a tutta la gente che lavora per questo club e, naturalmente, ai ragazzi, perché ci stiamo divertendo. Il percorso è lungo, dobbiamo ancora crescere, non possiamo accontentarci». Diego Della Valle, del resto, non è di quelli che si accontenta di poco.

E’ soddisfatto per quanto fatto, dal ritorno in Europa League, per altro unica italiana, la squadra viola, a punteggio pieno, fino alla scalata alla classifica, ma il sogno guarda ancora più su. Andrea, il presidente in pectore, tornerà in Lega e porterà avanti la battaglia per una rifondazione dell’universo calcio che a suo tempo aveva provato ad attuare suo fratello, Diego intanto si gode lo spettacolo.

Essere menzionati dal Ministro dell’Interno, per altro davanti al capo della Polizia, e indicati come modello virtuoso di società che è stata capace di conquistare gli obiettivi prefissi all’indomani della tragedia Raciti non è certo poca cosa. Se unita all’incremento del 40% di spettatori,

alla presenza di bambini e famiglie e alla soddisfazione per le barriere abbattute in quasi tutto l’impianto (restano ancora le due curve), quella che era la vera grande sfida della famiglia Della Valle può davvero dirsi vinta.

Anche per questo la proprietà adesso ha voglia di rilanciare. Il loro, ha continuato in maniera nemmeno troppo velata Diego, è un progetto a lunga scadenza: non servirà fretta, è evidente, ma qualcosa si dovrà pur muovere. Per il prestigio e per la città. In altre parole, il momento di arricchire la sala dei trofei con qualche nuovo titolo, è finalmente maturo. «L’idea di mio fratello quella di consolidare un gruppo e una mentalità che possa durare tanto tempo - ha continuato Mr Tod’s -, anche perché quando vediamo queste partite ci divertiamo tutti. Con il ritorno in campo di Mario Gomez, sono convinto, che lo faremo anche di più: con Rossi ne faranno vedere delle belle». E Rossi? Pepito è diventato il simbolo della nuova Fiorentina, il ragazzo dalla faccia pulita, dai sentimenti genuini,

Diego Della Valle al Franchi nella gara di Grasshoppers, l’unica che ha visto i viola qualificarsi alle fasi a gironi di Europa League nonostante la sconfitta.

perché quelle braccia rivolte al cielo come per accarezzare papà Fernando non sono passate inosservate. «Al di là del giocatore che non ha certo bisogno delle mie parole per convincersene, Giuseppe è un ragazzo in gamba. Mi ha fatto una buona impressione,

anche se devo riconoscere che tutto il gruppo viola è composto da persone prima che giocatori spinte dalla voglia di far bene. Basta guardarli in campo la domenica per rendersene: la coesione ti permette di superare ogni eventuale difficoltà. Speria-

mo anzi che Rossi possa dare una mano anche alla Nazionale...che secondo me ne ha un po bisogno (ride, ndr)».

Pepito, da Londra, deve averlo sentito: il primo gol a Craven Cottage lo ha segnato lui, il ragazzo adottato da tutta l’Italia, orgoglio di Firenze.

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DIRETTORE RESPONSABILE Mario Tenerani direttore@brividosportivo.it REDAZIONE redazione@brividosportivo.it CONSULENTE EDITORIALE Alessandro Rialti

EDITORE E PUBBLICITà Salvini Editore srl Via S. Quirico 167 50013 Campi B.zio (Fi) tel. 055.9334666 - Fax 055.9334667 info@salvinieditore.it

GRAFICA E IMPAGINAZIONE Chiara Reggiani - Alexandra Barbieri grafica@brividosportivo.it STAMPA Galeati Industrie Grafiche srl (Imola) DISTRIBUZIONE distribuzione@salvinieditore.it

HANNO COLLABORATO Francesca Bandinelli, Giancarlo Carmagnini, Andrea Giannattasio, Michela Lanza, Alessandro Latini, Duccio Magnelli, Ruben Lopes Pegna, Fabrizio Paoli, Cristiano Puccetti, Ubaldo Scanagatta, Giampiero Tosi.

FOTO Massimo Sestini

Sette gare in meno di un mese prima della sosta: la Viola va all’assalto dell’Europa con i due acquisti più costosi dell’estate.

arrivano i nostri

GOMEZ E ILICIC,

DUE FRECCE NELL’ARCO DI MONTELLA Gomez in tribuna al Franchi.

Si è fermato il 15 settembre scorso, nella gara interna col Cagliari.

di alessandro latini

B

ella e scintillante, ma soprattutto concreta. La Fiorentina ha concluso come meglio non avrebbe potuto il primo ciclo terribile della stagione. Ottima la posizione in campionato (allo spogliatoio però non sono andati già i punti persi contro Parma e Cagliari e la partita ‘scippata’ contro il Napoli) e addirittura trionfale il cammino in Europa, dove la truppa di Montella ha saputo solo vincere. Lo stop per gli impegni della Nazionale ha permesso agli stakanovisti di staccare la spina (Borja Valero, Gonzalo Rodriguez ed Aquilani su tutti) ed è stato lo stesso Montella a pretendere che facessero qualche giorno di vacanza con le proprie famiglie. Detto fatto, Borja è andato a Roma, Aquilani ha portato la piccola Aurora a Disneyland. Tutti sono tornati carichi come molle, per rin-

correre una posizione in classifica che i giocatori viola sentono propria. L’obiettivo, da qui a Natale, non è nemmeno troppo nascosto: agganciare il treno Champions League.

Adesso il terzo posto dista quattro punti e nelle prossime settimane Montella potrà concentrarsi solo sul campionato, perché la qualificazione ai sedicesimi di finale di Europa League è ormai in cassaforte. Il primo posto nel girone sarà quasi certamente deciso nello scontro diretto contro il Dnipro del 12 dicembre, nel quale alla Fiorentina basterà solo un pareggio (sempre che le distanze in classifica restino immutate anche dopo il penultimo turno). Le energie, dunque, saranno tutte spese per il campionato. Cinque partite (Udinese, Roma e Sassuolo in trasferta, Verona e Bologna in casa) utili per capire davvero dove potrà sperare di arrivare la Fiorentina nel 2014. E da questo secondo

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non c’è motivo di affrettare i tempi. La smania dei tifosi di vederlo in coppia con Pepito è comprensibile, ma Montella lo vuole al cento per cento per l’accelerata di inizio anno, quando entrerà nel vivo anche l’Europa League. La risonanza magnetica effettuata domenica, ed il conseguente consulto ortopedico, hanno dato esito positivo. Gomez potrebbe essere convocato domenica ad Udine, anche se è realistico pensare che possa essere in campo la domenica successiva contro il Verona.

Poi la palla passerà a Montella, che dovrà disegnare la Fiorentina per far coesistere Gomez con Rossi, Cuadrado e tutti gli altri. Non certo un problema. Anzi.

DA OGGETTO MISTERIOSO AD ASSO NELLA MANICA. E poi c’è Josip Ilicic, fin qui una sorta di oggetto misterioso piovuto (a caro prezzo, 9 milioni) da Palermo. Parte della piazza critica il suo acquisto, ma Montella è davvero convinto che possa essere lui l’uomo dell’ulteriore salto di qualità. Lo sloveno è stato fortemente voluto dall’aeroplanino, che fin qui non lo ha potuto utilizzare come sperava.

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ciclo in poi, i gigliati potranno contare sui due acquisti più costosi dell’ultima campagna trasferimenti: Mario Gomez ed Josip Ilicic.

IL RITORNO DI MARIO. Già, perché quando guardi la Fiorentina ti incanti ad ammirare una squadra che gioca regalando spettacolo, poi ti fermi un attimo a pensare – volgi lo sguardo verso la tribuna – e vedi Mario Gomez seduto fra gli spettatori a fare il tifo.

Con tutto il rispetto, non è un Tanque Silva qualsiasi. Ecco, questa Fiorentina si è innalzata così tanto in classifica senza l’uomo che doveva farla decollare. Certo, nessuno si aspettava che Rossi si mettesse a fare il fenomeno fin da subito, e anche con un Pepito versione Mondiale era difficile aspettarsi sei vittorie nelle ultime sette partite. E allora?

Il calcio non è una scienza esatta e non è detto che con Gomez in campo la Fiorentina sbaragli la concorrenza in Italia ed in Europa. I campioni, però, aiutano ed alla lunga averceli fa la differenza. Ed è proprio per questo che la Fiorentina non ha voluto correre il minimo rischio nel rimandare in campo il suo bomber.

Il valzer sui tempi di recupero si concluderà a breve, ma l’obiettivo è quello di riavere Gomez al top della forma fin dalla gara contro la Roma, l’8 dicembre prossimo. D’altra parte la Fiorentina viaggia a gonfie vele anche senza di lui,

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a centrocampo”), sono stati troppi i problemi fisici che lo hanno colpito, specialmente negli impegni con la Nazionale. Adesso lo sloveno sta bene e Montella è contento di come lavora in allenamento. Per questo c’è di che essere fiduciosi, anche se il suo imminente ritorno fra i protagonisti fa parlare gli addetti ai lavori. In molti non vedono per lui una semplice collocazione tattica.

Trequartista, seconda punta, esterno nel tridente o interno di centrocampo?

Difficile dirlo ora, anche perché molto dipenderà dal modulo che deciderà di adottare Montella in seguito al rientro di Gomez.

Al momento il 3-5-2 ed il 4-33 sono i sistemi di gioco che danno più garanzia, anche se nelle segrete sedute al centro sportivo si lavora per poter schierare la Fiorentina con il 4-3-1-2. In quel caso ci sarebbe spazio per tutti, con Cuadrado in veste di terzino e con Ilicic che potrebbe giostrare nel suo amato ruolo di trequartista alle spalle di Gomez e Rossi. Tantissima qualità tutta insieme, ma per vedere questo tipo di modulo occorre tempo e tutta la disponibilità del mondo (che non sembra mancare) del colombiano.

Josip Ilicic ha pagato dazio alla sfortuna.

Un infortunio rimediato col la Slovenia lo ha frenato fino ad oggi.

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Parla il tecnico che li ha allenati a Lecce: “Il viola scartato dall’Udinese è quasi perfetto, il bianconero ricorda Ronaldo”

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“CUADRADO E MURIEL?

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Serse Cosmi. Ha allenato Cuadrado e Muriel con il Lecce esaltando le loro doti di “calciatori caraibici”

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omenica la Fiorentina scenderà in campo a Udine, per cercare di centrare l’ennesimo risultato utile in trasferta dell’era Montella. E gli spettatori che saranno presenti allo stadio Friuli potranno assistere ad una sfida nella sfida: quella tra i colombiani Juan Guillermo Cuadrado e Luis Muriel, due fuoriclasse (o futuri fuoriclasse) che un tecnico, attualmente senza panchina, ha avuto la fortuna di allenare insieme. In coppia.

Si tratta di Serse Cosmi, allenatore del Lecce nella stagione 2011-12, quando nei due giocatori erano riposte le speranze-salvezza dei tifosi salentini. Il Brivido Sportivo, proprio in qualità di ex tecnico di Cuadrado e Muriel, e in qualità di ex tecnico dell’Udinese, ha deciso di intervistarlo in esclusiva per farseli raccontare, i due colombiani. Ecco le sue interessanti e mai banali risposte.

Serse Cosmi, iniziamo dai suoi trascorsi a Lecce, sta-

gione 2011-12: lei ha avuto il merito e (il piacere) di allenare sia Cuadrado, che Muriel. Quando li ha visti all’opera due anni fa cos’ha pensato di loro?

«Ho pensato di avere davanti due giocatori che avevano i mezzi per diventare campioni. Cuadrado, che ha tre anni in più di Muriel, aveva la necessità di approdare in una squadra che avesse completamente fiducia in lui per poter esplodere definitivamente.

Ed è successo a Firenze, dove lo scorso anno ha fatto il salto di qualità disputando un grandissimo campionato e quest’anno sta facendo qualcosa di ancora più straordinario: si sta confermando. Muriel ha qualità tecniche incredibili e, presto, diventerà uno degli attaccanti più forti del campionato».

Restando su Cuadrado, qual è il suo maggior pregio umano e quale quello tecnico?

«Lui ha un concetto di calcio molto diverso dai nostri giocatori. Gioca, ma soprattutto si allena per divertir-

si. Quello che fa, lo fa esprimendo gioia. E questo è il suo grande pregio umano.

Poi c’è il resto: sotto l’aspetto tecnico e fisico è incredibile. Riesce a correre, a mantenere determinati ritmi, a mettere a disposizione della squadra le sue progressioni per tutto l’arco del match, per tutti i 90 minuti, come non sentisse la stanchezza. Nell’ultimo anno e mezzo Montella lo ha migliorato in questo e anche a livello tattico».

E i suoi difetti?

«Il suo difetto era la mancanza di continuità, ed era anche normale per un giocatore dalle sue caratteristiche prendersi qualche pausa durante il match.

Ora, come ho già detto, non lo fa più: Montella lo ha migliorato, rendendolo più continuo. Poi, ogni tanto, succedeva (non so se accade ancora) che dentro l’area di rigore, in fase difensiva, non avesse l’attenzione che un giocatore deve avere: parlo di quando nel mio Lecce giocava nel 3-5-2.

Ah, mi preme sottolineare una cosa: il suo impuntarsi

a dribblare NON è un difetto, come ho sentito dire a volte, ma una sua peculiarità, una sua qualità».

Anche a Firenze con Montella, però, ha giocato e gioca nel 3-5-2, oltre che nel 4-3-3…

«Lui è in grado di poter fare tutta la fascia, ma è chiaro che nella fase offensiva del 4-3-3 diventa devastante.

Ma per crescere a livello tattico gli è servito anche giocare nel 3-5-2».

Dov’è migliorato lo abbiamo già detto. Ora le chiediamo: dove può ancora crescere?

«Credo che il livello raggiunto da Cuadrado sia importante non solo per una squadra come la Fiorentina, ma a livello europeo. Anche perché la squadra viola, a livello di gioco, non è inferiore a nessuno. E lui, non dico abbia raggiunto la perfezione, ma quasi... Tra qualche anno, però, mi piacerebbe vederlo misurarsi in una squadra tipo Bayern Monaco, Manchester United, un grande club europeo, lontano dall’Italia. Ma credo (e spero) che la Fiorentina lo

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Quali sono i meriti di Vincenzo Montella nella maturazione di Cuadrado?

«I meriti dell’allenatore ci sono e sono evidenti. Un tecnico deve saper mettere in condizione i propri giocatori di esprimere al meglio le loro qualità. Montella ha fatto di tutto per far renL’Udinese non ha avuto dubbi: ha puntato su Muriel lasciando partire Cuadrado.

I due a Lecce vivevano in perfetta simbiosi.

dere al massimo Cuadrado e il giocatore ha ripagato sul campo la sua fiducia.

Credo che sia successo un po’ quello che è successo con me a Lecce: io con Juan avevo instaurato un rapporto affettivo importante. Lui ha bisogno di essere anche coccolato».

Passiamo a Muriel: quali i suoi pregi e i suoi difetti?

«La continuità è assolutamente una qualità che deve acquisire, ma l’età è dalla sua parte (ha ancora 22

anni, contro i 25 di Cuadrado). Il pregio: tecnicamente è fortissimo. Anzi, dirò di più: anche se i due hanno caratteristiche diverse, penso che a livello tecnico Muriel sia ancora più forte del suo connazionale, ma gli serve giocare per dimostrarlo. Potenzialmente è un campione, anche se a volte dà l’idea di estraniarsi dalla partita. Ripeto, gli serve quella continuità che Cuadrado ha già e che ha maturato nell’ultimo anno e mezzo». È vero che le ricorda Ronaldo?

«Sì. Parto col ribadire un pensiero: Ronaldo, secondo me, dopo Maradona è stato assolutamente il calciatore più forte dell’epoca moderna. Detto questo, con le dovute proporzioni, anche se so che qualcuno sorriderà, dico che Muriel mi ricorda il brasiliano ex Inter: ha le stesse caratteristiche fisiche, la stessa progressione, ha tecnica e una capacità unica di accarezzare la palla».

Cuadrado si esprime al meglio nel 4-3-3. Quale, invece, il modulo più adatto all’attaccante di Guidolin?

«Muriel è un giocatore atipico, preferisce partire da lontano, gli piace attaccare partendo in progressione dove, nell’uno contro uno, diventa insuperabile. Poi, sai, io l’ho allenato a Lecce, in un contesto particolare, dove si doveva giocare in una certa maniera. Però, sa giocare anche nello stretto eh... Per quanto riguarda la posizione in campo, può fare un po’ tutto: può giocare prima punta, seconda punta. Per uno come lui, diciamo che diventa fonda-

L'ESCLUSIVA

Juan Cuadrado. A gennaio Andrea Della Valle e Pozzo, patron dell’Udinese si incontreranno per decidere il suo futuro.

mentale avere in squadra centrocampisti che lo sanno servire…».

Centrocampisti che, sicuramente, ha la Fiorentina: come si potrebbe inserire Muriel nella squadra di Montella?

«Bene! Non lo vedrei male al posto di Gomez, in un tridente offensivo con Cuadrado e Rossi. È chiaro, però, che questo è fantacalcio, dal momento in cui la Fiorentina ha puntato tutto sul centravanti tedesco, facendo un grosso investimento. Se Gomez avesse giocato e non avesse convinto, allora… chissà.

Ma Gomez rientra proprio adesso e, con uno come lui davanti, per Muriel non c’è spazio. Infine, ritengo anche difficile che la società viola acquisti la seconda metà di Cuadrado e pure Luis».

Ma a lei piacerebbe rive-

derli insieme?

«Certo che mi piacerebbe.

Mi piacerebbe eccome. E credo che piacerebbe anche a loro. Ricordo che a Lecce vivevano in simbiosi, si aiutavano molto e si cercavano sempre in campo e fuori dal campo».

Oggi chi vale di più, secondo lei?

«Oggi Cuadrado è più affermato, non ci sono dubbi.

Ma prendete nota: tra qualche anno, Muriel varrà molto. Moltissimo…».

Infine, una domanda proprio sul match di domenica prossima: in Friuli, tra Udinese e Fiorentina, chi avrà la meglio? E quali saranno gli uomini che faranno pendere l’ago della bilancia da una parte o dall’altra?

«Al di là della classifica, la Fiorentina è superiore all’Udinese a livello di organico, ma attenzione: i friulani non sono quelli

visti fino ad ora. Sappiamo bene che l’Udinese, se gioca al massimo, è una compagine che può mettere in difficoltà chiunque, Juventus compresa. È anche vero che la squadra di Montella è in un ottimo momento. Staremo a vedere. Per quanto riguarda gli uomini in grado di fare la differenza, dico Di Natale (se rientra) e Muriel da una parte, e punto tutto su Cuadrado dall’altra. L’esterno viola ha tante motivazioni, perché è inutile nasconderlo: lui è stato bocciato dall’Udinese, una società che solitamente, quando vuol tenere un giocatore, lo tiene… E lui, quando incontra i bianconeri, vuol dimostrare ancor di più la sua forza.

Ricordo quando eravamo a Lecce insieme e a Udine lui non poté giocare perché squalificato: era molto arrabbiato».

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L'ESCLUSIVA Un doppio ex per anticipare la sfida del Friuli. La battaglia

FIORE: «QUESTA FIORENTINA è IN CHAMPIONS NON

Fiore all’interno del Franchi il giorno della sua presentazione. In viola ha messo insieme 38 presenze e 6 gol.

di ALESSANDRO LATINI

U

na sosta salutare per ricaricare le batterie, ma adesso è già tempo di pensare alla ripresa del campionato. Domenica la Fiorentina sarà di scena ad Udine, in un campo ostico per tradi-

zione dove anche lo scorso anno arrivò un brusco stop inatteso. Montella recupera Ambrosini e Pizarro a centrocampo e potrebbe convocare Mario Gomez per la prima volta dopo l’infortunio. Guidolin si avvicina al match con il dubbio Di Natale, che sta recuperando dal

problema al flessore, ma non è ancora certo di poter scendere in campo. I friulani faranno di tutto per recuperare il capitano, anche perché si troveranno di fronte una squadra che in trasferta è un rullo compressore, con quattro vittorie, un pareggio ed una sconfit-

ta (solo la Roma ha fatto meglio). Per parlare di questa sfida che si preannuncia spettacolare, il Brivido Sportivo ha intervistato in esclusiva Stefano Fiore, protagonista in bianconero dal 1999 al 2001 ed ha indossato la casacca viola nella stagione 2005/2006.

La Fiorentina arriva al ‘Friuli’ forte di un ruolino di marcia molto positivo in trasferta, mentre l’Udinese sembra avere qualche problema in più rispetto agli ultimi anni.

Che partita si aspetta?

«Per l’Udinese sarà una sfida complicata, perché la Fiorentina sta andando bene ed è anche più forte. I viola sono favoriti, ma l’Udinese rimane una squadra pericolosa.

Certo, non sta facendo le cose mirabolanti degli scorsi anni, ma credo che stia facendo un campionato in linea con il valore della rosa. Da loro ci aspettiamo sempre grandi cose, può capitare una stagione così. In ogni caso la Fiorentina non deve sottovalutare l’avversario, perché soprattutto in casa può essere temibile».

Sarà la sfida tra un allenatore esperto come Guidolin ed un giovane emergente come Montella…

«In questo momento sono l’espressione migliore

possibile degli allenatori in Italia, ovviamente per motivi diversi. Montella in poco tempo ha fatto un lavoro importante ed efficace, ottiene rapidamente dei risultati ed ha una grande filosofia offensiva. Guidolin credo sia uno dei più bravi e dei più sottovalutati del campionato, perché raggiunge risultati straordinari in relazione ai giocatori che allena. Si meriterebbe sicuramente di allenare una grande squadra».

C’è un giocatore della Fiorentina che l’ha impressionata più degli altri?

«Questa squadra è un’orchestra che funziona bene. Il gruppo esalta il singolo, poi è chiaro che c’è il giocatore che emerge sugli altri per talento e qualità. Sono contentissimo per Giuseppe Rossi, lo conosco ed è un ragazzo che merita tanto.

Ha avuto sfortuna e sono contento che si stia riprendendo quello che gli hanno tolto gli infortuni.

Poi devo dire che mi piace

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Mercoledì 20 novembre 2013

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L'ESCLUSIVA sarà anche in panchina: Montella e Guidolin, due filosofie a confronto.

UN’ORCHESTRA, MA PER ANDARE PUò SBAGLIARE NIENTE»

Fiore con la maglia dell’Udinese.

tanto Borja Valero, lo seguivo già quando giocava al Villarreal. Non mi stupisce che Macia lo abbia portato in Italia perché il Direttore è veramente competente e conosce la Liga a menadito».

Tra i singoli che emergono c’è anche Juan Cuadrado. Quella di domenica è un po’ la sua partita tra passato e futuro.

Come mai, secondo lei, l’Udinese non è riuscita

a tirarne fuori il potenziale?

«E’ difficile dirlo, bisognerebbe chiederlo a loro. Di giocatori ne sbagliano pochi, forse hanno fatto valutazioni non tecniche. Ad Udine e Lecce aveva fatto intravedere certe qualità, ma non era stato continuo. Montella, più degli altri, è stato bravo a dargli la fiducia che da altre parti non è riuscito ad avere».

Domenica potrebbe tornare, almeno in panchina, Mario Gomez. Le ricorda un po’ il Toni con il quale ha giocato a Firenze?

«Gomez ha dimostrato di essere un top player giocando da prima punta. E’ un grandissimo finalizzatore e quando tornerà potrà essere una pedina fondamentale. E’ un uomo che può trascinare la squadra con la sua personalità ed è importante che ci sia in una squadra di ragazzi giovani. Rispetto a Toni credo che il paragone ci possa stare, anche se Luca rispetto a Gomez ha la capacità di giocare più da solo, è più prima punta. Gomez riesce a dialogare meglio con la seconda punta, ha più tecnica. Con Toni non riuscivamo a giocare con un’altra punta, lui finalizzava il lavoro e noi giocavamo tutti per lui».

La ‘sua’ Fiorentina, che sul campo si è guadagnata il quarto posto, era più o meno forte di quella attuale?

«In questa squadra c’è sicuramente più qualità in tutti i reparti, specialmente in difesa. La mia Fiorentina fece qualcosa di straordinario, perché centrare in quegli anni il quarto posto non era facile, c’erano ancora le sette sorelle. Oltretutto avevamo meno qualità rispetto agli altri, ma con la coesione del gruppo diventammo molto forti».

Tornando al campionato attuale. Lei crede che la Fiorentina possa raggiungere un posto in Champions League?

«Credo di si, anche se Roma, Napoli e Juventus hanno qualcosa in più.

La Fiorentina e l’Inter possono rientrare perché il Napoli e la Juventus hanno la Champions e potrebbero avere qualche battuta d’arresto. E’ chiaro che quando sei dietro e devi rincorrere non puoi sbagliare niente. Fra qualche domenica tutto sarà più chiaro, se la Fiorentina sarà molto staccata difficilmente riuscirà a rientrare».

Fiorentina festeggia un gol al Franchi. Fu uno dei primi acquisti dell’allora ds Corvino.

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Da Babacar bomber di Serie B a Bernardeschi, fioriscono i talenti.

In attesa dell’esplosione di altri baby

IL FUTURO VIOLA? C’E’ UN GRUPPO DI GIOVANI CHE VALE UN TESORO

di Ruben Lopes Pegna

I

l futuro della Fiorentina non è solo nei giovani che Vincenzo Montella sta utilizzando. Un patrimonio questo, anche a livello economico, che lievita di settimana in settimana. La società viola, infatti, ha diversi ragazzi in giro per l’Italia, per lo più in comproprietà, in attesa che maturino per tornare magari a Firenze in un futuro prossimo. Se Babacar è il fiore all’occhiello di questa truppa di giovani speranze, altri ancora sono

Federico Carraro, oggi in comproprietà al Pavia.

Per lui, fino ad ora, solo un gol.

costantemente monitorati.

E c’è chi sta facendo cose davvero egregie in un campionato difficile come quello di serie B. E’ Federico Bernardeschi, capitano la scorsa stagione della Primavera di Leonardo Semplici. L’attaccante di Carrara non ancora ventenne (è nato il 16 febbraio 1994) ha lasciato la Fiorentina negli ultimi gior-

ni di mercato. E con la maglia viola ha anche disputato la prima partita del campionato Primavera, il 24 agosto scorso al campo Poggioloni delle Caldine contro il Palermo. Quel giorno segnò una doppietta nel match vinto dalla formazione di Semplici per 4-1. Poi il passaggio al Crotone in comproprietà, voluto fortemente dal direttore sportivo Peppe Ursino, uno che di giovani se ne intende parecchio. Alla sua corte, tra gli altri, sono cresciuti elementi come Florenzi ed Ogbonna già arrivati in Nazionale. Bernardeschi, sotto la guida del tecnico Drago, è cresciuto enormemente in questi pochi mesi trascorsi in Calabria. Ed ha già realizzato quattro reti, tante davvero per uno che non aveva mai giocato in un campionato professionistico. L’ultima, sotto gli occhi attenti di Arrigo Sacchi, lo scorso 9 novembre a Carpi è stata di una bellezza stratosferica con un tiro da 25 metri dopo aver evitato un avversario. Bernardeschi sogna naturalmente di tornare a Firenze. Ma il destino è nelle sue mani. Se continuerà a giocare a questi

livelli è molto probabile, infatti, che il suo sogno possa avverarsi.

Diversa è, invece, la stagione per il terzino Cristiano Piccini (una presenza in serie A in maglia viola con Mihajlovic in panchina nel match Fiorentina- Cagliari del 5 dicembre 2010 vinto dai gigliati per 1-0). Il ventunenne difensore fiorentino, dopo una stagione positiva a Carrara in prima divisione ed una altrettanto positiva l’anno scorso in serie B a Spezia, quest’anno è approdato in comproprietà al Livorno. Ma in maglia amaranto Piccini ha trovato poco spazio. Il tecnico Nicola fino ad ora ha preferito affidarsi ad elementi più esperti di lui. E per il ragazzo che con la Fiorentina ha conquistato lo scudetto con gli Allievi nel 2009 e la Coppa Italia due anni dopo (segnò anche un gol nella finale di ritorno all’Olimpico con la Roma) non sembrano esserci grandi prospettive. Dopo 12 giornate di campionato appena 6 gettoni di presenza con un minutaggio molto scarso. Certo milita pur sempre in una squadra di serie A e

lievi nel 2009 (un gol nella finale con l’Inter) e la Coppa Italia Primavera nel 2011 (una doppietta nella finale dell’Olimpico con la Roma) non sta mantenendo le attese che erano state riposte su di lui. Nell’estate del 2011 la Fiorentina lo ha ceduto in comproprietà al Modena in serie B. Poi è stato, sempre in comproprietà, alla Pro Vercelli in prima divisione e in serie B. Infine, è stato, nella seconda parte della scorsa stagione, a Gavorrano in seconda divisione. Lì ha ritrovato Renato Buso, suo allenatore negli Allievi e nella Primavera viola. E in Maremma ha realizzato 9 reti, suo massimo bottino stagionale. Il trequartista padovano per ora in questo campionato ha segnato un solo gol. Un bottino scarso, anche se la squadra non lo sta aiutando. Eppure Carraro è un giocatore dotato di grande fantasia, abile nel dribbling e bravo sui calci piazzati. E’ possibile che si sia un po’ perso? O forse ha solo bisogno di un ambiente che abbia davvero fiducia in lui come accadeva negli d’oro con le giovanili viola?

quest’esperienza gli sarà comunque utile nel prosieguo della sua carriera. Ma resta il fatto che se le cose non cambieranno da qui a Natale forse la Fiorentina, d’accordo con il Livorno, potrebbe decidere di mandarlo in qualche altro club, anche di serie B, dove possa giocare con continuità. Piccini è davvero un bel terzino, abile a difendere e bravo in fase offensiva, visto che sa crossare bene e che è dotato di un bel tiro. Insomma un elemento così può far comodo alla Fiorentina del futuro a patto che possa maturare ancora, cosa che si può fare solo giocando con continuità.

Chi finora, invece, purtroppo sta deludendo le aspettative è il ventunenne Federico Carraro (esordio in serie A in Bari-Fiorentina 2-0 del 16 maggio 2010), da quest’anno in comproprietà al Pavia, formazione che milita nel girone A di prima divisione, dove è ultima in classifica (non ci sono comunque retrocessioni) ed ha un attacco sterile (7 reti in 10 giornate). L’ex gioiellino della giovanili viola con cui aveva vinto lo scudetto con gli Al-

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Mercoledì 20 novembre 2013

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A giugno due i colpi grossi nel mirino: un difensore centrale e un centrocampista.

Si guarda all’estero, dalla Spagna all’Inghilterra.

Blaise Matuidi, altro in scadenza di contratto, stavolta col PSG.

di Francesca Bandinelli

U

n mercato d’eccellenza. Le idee, quelle che per il momento stanno muovendo gli uomini mercato della Fiorentina, si trasformeranno in fatti tra qualche mese. Sì, perché se a gennaio difficilmente arriverà qualcuno - il Verona di certo non si proverà di Jorginho adesso e a giugno le attenzioni potrebbero essersi spostate in via definitiva su altri obiettivi -, in estate oltre a difendere i giocatori attualmente in rosa (da Savic corteggiato dallo Zenit Sanpietroburgo a Roncaglia che al di là delle scaramucce interne è nel mirino del Boca Juniors) si punterà ancora più su. La Fiorentina ha due obiettivi per giugno: un grande difensore centrale, uno alla Gonzalo Rodriguez, capace di impostare l’azione, e un grande centrocampista, capace di portare in dote qualità e quantità. Si lavora per ridurre il gap con le big e per provare a costruire il sogno della volata al terzo scudetto.

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MERCATO

UN MERCATO DI SOGNI, MATUIDI E MERTESACKER. Gli obiettivi più ricercati sono i giocatori in scadenza di contratto. Piace Xabi Alonso, anche se il pressing della Juventus e soprattutto del Chelsea - unico club a poter accontentare le richieste avanzate dal giocatore al Real Madrid, di cinque milioni e mezzo netti a stagione per due anni - rischia di complicare oltremisura l’affare, ma soprattutto Blaise Matuidi del PSG e, in seconda battuta, pure il ceco Tomas Rosicky, sì traquartista ma capace di muoversi a 360 gradi in mezzo al campo.

Ventisei anni per il francese di origini angolane assistito da Mino Raiola - 18 milioni è la quotazione del suo cartellino, ma dal primo febbraio sarà libero di accordarsi con qualunque altro club a costo zero -, 33 per il talento dell’est che fino ad oggi ha messo insieme 11 prezenze tra Champions, qualificazione alla massima competizione europea, Premier e League Cup. Sempre dell’Arsenal, i viola studiano il trentunenne Mikel Arteta, spagnolo di San Sebastian, senza trascurare

il belga di origini marocchine Marouane Fellaini dello United. Il costo del suo cartellino è altissimo, circa 25 milioni, ma i 25 anni permetterebbero di ammortizzarne il costo nel tempo. Per Clasie del Feyenoord, che però porterebbe in dote poca esperienza, il costo è di almeno sei milioni.

In difesa i potenziali obiettivi sono già stati individuati: si tratta di Mertesacker e Vermaelen, dell’Arsenal, mentre nel mezzo, oltre allo spagnolo Xabi Alonso del Real, sempre a costo zero si guarda con attenzione a Matuidi del PSG e Rosicky dell’Arsenal. Non smettono di restare sotto la lente d’ingrandimento nemmeno Fellaini del Manchester Utd e Arteta per i quali, però, servirebbero diversi milioni.

Quello inglese dei Gunners è diventato un po’ il modello a cui ispirarsi. Mentre per il centrocampo si lavorerà per cercare di concretizzare un colpo vero a parametro zero, in difesa si cerca un investimento importante.

Il primo giocatore finito sul taccuino di Pradè e Macia è

Per Mertesacker, nazionale tedesco il cui contratto con i Gunners scadrà nel 2015.

Ventinove anni, solo in questa stagione ha messo insieme 6 presenze tra gare di qualificazione e Champions vera e propria, 9 partite in Premier impreziosite da un gol e una in League Cup. Il costo del suo cartellino è notevole, nell’ordine dei 15-16 milioni, più o meno la

stessa cifra che si potrebbe ricavare dalla cessione di Savic. Attenzione poi a Thomas Vermaelen, capitano dell’Arsenal. Anche in questo caso il contratto scadrà nel 2015, ma le poche partite fin qui disputate (figlie anche di un infortunio che lo ha tenuto fermo da luglio a settembre) potrebbero convincerlo a spingere per la cessione ad un club capace di riportarlo ad essere protagonista.

Ha detto proprio nelle ultime ore di non aver mai

preso in considerazione l’ipotesi di lasciare Londra, ma di certo di stare ai margini non ha più voglia nemmeno lui.

Xabi Alonso: è il sogno vero dei viola, ma il Real Madrid punta al rinnovo di contratto.

Dietro allo spagnolo c’è anche il Chelsea.

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Tra i viola e i friulani sono sempre state sfide emozionanti, come quella del 1997 quando il successo arrivo’ al ’93

FIORENTINA-UDINESE, LA PRIMA VOLTA DI MALESANI E LA TRIPLETTA DI BATIGOL di Ruben Lopes Pegna

è

una sfida che quasi mai ha deluso le aspettative dei tifosi quella tra Udinese e Fiorentina. Le partite tra le due squadre allo stadio Moretti prima e dagli anni ’80 del secolo scorso allo stadio Friuli poi molto spesso sono state ricche di gol e di emozioni. Ce ne è una, però, che in quanto ad emozioni non ha eguali.

E’ quella che si è giocata alla prima giornata di campionato il 31 agosto 1997. E’ il giorno dell’esordio ufficiale di Alberto Malesani in serie A ed anche sulla panchina viola. L’allenatore gigliato manda in campo la seguente formazione schierata con il 3-4-3: Toldo; Tarozzi, Firicano, Falcone; Kanchelskis, Cois, Rui Costa, Serena (Bettarini dal 59’); Oliveira (Christian Amoroso dall’89’), Batistuta, Robbiati (Morfeo dal 69’). E’ emozionato Malesani, che arriva in serie A a 43 anni dopo una vita di sacrifici in provincia nelle serie minori e poi in serie B con il Chievo. Quella viola

è la prima panchina importante della sua carriera. E’ il giorno dell’esordio con la casacca gigliata anche per due giocatori arrivati a Firenze durante l’estate: Domenico Morfeo e Stefano Bettarini.

Il primo è stato acquistato dall’Atalanta, il secondo dal Cagliari. Entrambi debuttano a partita in corso. E’ una giornata particolare quella non solo per lui. Nella notte precedente la partita è morta a Parigi in un incidente d’auto la principessa Diana d’Inghilterra e il mondo intero in quelle ore la sta piangendo. Anche i tifosi, nell’attesa del match del Friuli, non parlano d’altro che della sua scomparsa. Fa anche molto caldo ad Udine ed il ritmo della partita è perciò blando.

L’Udinese, però, si porta in vantaggio con il brasiliano Marcio Amoroso dopo 29 minuti del primo tempo. La Fiorentina tenta la reazione. Ma produce davvero poco. Nella ripresa dopo dieci minuti nelle file dei bianconeri entra in campo al posto di Cappioli, Martin Jorgensen, che all’epoca ha ventidue anni e che diventerà una bandiera

Alberto Malesani con la bandiera della Fiorentina.

La sua corsa, in bermuda, verso il settore ospiti del Friuli per festeggiare la vittoria dei viola resterà nella memoria collettiva.

Gabriel Batistuta segna una tripletta nel giorno del debutto in panchina di Alberto Malesani.

della Fiorentina. Sessanta secondi prima del quarto d’ora i viola pareggiano. E’ il bomber Gabriel Batistuta a realizzare il gol dell’1-1 sotto la curva dei supporter gigliati. Potrebbe andar bene anche così per la formazione di Malesani in questa gara d’esordio contro un’avversaria di tutto rispetto. Ma l’Udinese non ci sta. E al 28’ si riporta in vantaggio grazie

ad un gol di Poggi. Per i viola ora sembra davvero finita, anche perchè la stanchezza comincia a farsi sentire. La Fiorentina, però, ha il grande merito di non mollare e di continuare ad attaccare.

E quando manca appena un minuto al 90’ Batistuta segna la rete del 2-2. Esultano i giocatori in campo, Malesani in panchina urla la sua gioia, mentre i tifosi sugli

spalti festeggiano l’insperato pareggio. Potrebbe anche andar bene così. Non è finita, però. E le emozioni continuano. Ci sono da giocare ancora tre minuti di recupero. E ora sono i viola ad insistere per cercare una vittoria praticamente insperata. Al 93’ avviene il miracolo. Batistuta va ancora a segno e realizza la sua tripletta proprio sotto la curva dei sostenitori gi-

gliati letteralmente impazziti di gioia. Malesani si alza dalla panchina, in maglietta e calzoncini corti, e va ad esultare sotto la curva dei tifosi viola. Sembra anche lui un ultrà. E questa alla gente di Firenze piace davvero tanto. Ma in realtà gli sembra di vivere un bellissimo sogno.

Il suo esordio in serie A non avrebbe potuto essere migliore di questo.

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Mercoledì 20 novembre 2013

Il primato in classifica che gli azzurri rincorrevano da tempo è finalmente arrivato: per la volata in A ora serve la continuità.

L'esclusiva azzurra

CORSI: “IL MIO EMPOLI SOGNA CON I SUOI GIOVANI D’ORO.”

Fabrizio Corsi, presidente dell’Empoli dal 1991.

Il sogno resta quello della promozione in Serie A, sfiorato già lo scorso anno.

di ANDREA GIANNATTASIO

L’

Empoli vola sulle ali dell’entusiasmo e sulle reti dei suoi storici bomber: il 3-0 rifilato al Lanciano grazie alle reti di Maccarone, Pucciarelli e Tavano è una vittoria dai tanti significati, un successo che in un colpo solo cancella tutti i dubbi che erano sorti all’indomani dello sfortunato ko di Terni e che rilancia prepotentemente le ambizioni della squadra in ottica promozione. I 27 punti collezionati fino ad ora, del resto, non lasciano spazio a tante interpretazioni: gli azzurri,

assieme a Palermo ed Avellino, guidano il torneo della Serie B, esprimendo un gioco di livello e qualità nettamente superiore rispetto a tutte le altre compagini della Serie B. Meglio non si può davvero chiedere. E per fare il punto su questo ottimo inizio di stagione da parte dell’Empoli, Il Brivido Sportivo ha contattato direttamente il Presidente del club azzurro Fabrizio Corsi, vero artefice di questo ennesimo miracolo sportivo azzurro: Presidente Corsi, alla luce del risultati ottenuti fino ad oggi come inquadra la stagione dell’Empoli?

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campionato. Invece si è fatto trovare pronto fin da subito e questo ci rende tutti orgogliosi, specie perché è diventato una colonna dell’Under 21 azzurra. Non voglio però dimenticarmi anche di altri giovani talenti…».

Prego.

«Hisaj è un giocatore da tenere sicuramente d’occhio, così come Laurini, Pucciarelli e Simone Verdi, che pur non essendo un prodotto del nostro settore giovanile si sta rendendo protagonista di una stagione maiuscola».

Tra poco aprirà i battenti il mercato di gennaio: la società ha intenzione di fare qualche piccolo ritocco alla squadra?

«Ancora è presto per dirlo ma credo proprio che rimarremo così come siamo: tutto sta funzionando alla perfezione e credo proprio che nella seconda parte di campionato il tecnico Sarri cercherà di regalare qualche chance a tutti quei giocatori che fino ad oggi hanno trovato poco spazio, mi riferisco in particolar modo a Signorelli o Mario Rui, che sono giocatori davvero importanti per noi».

Capitolo Tavano: ormai non ci sono più aggettivi per i suoi oltre 100 gol con la maglia dell’Empoli...

«Infatti, è bene tenersi in serbo quelli per le prossi-

me dieci reti che farà (ride, ndr). Francesco fa parte della storia di questo club ma non dobbiamo cullarci sulle sue reti. Pensiamo partita dopo partita».

La vittoria contro il Lanciano cambia qualcosa nei piani dell’Empoli?

«No, assolutamente. Non è di certo una sola gara che può cambiare gli obiettivi

stagionali di un club come il nostro. La Serie B è lunga e tortuosa: con tre vittorie sei in zona play-off mentre con tre ko ti puoi ritrovare a ridosso della Lega Pro. Ribadisco: la nostra mentalità deve essere proiettata solo alla salvezza e alla valorizzazione dei giovani. Poi quanto di buono arriverà, noi lo accetteremo di buon grado».

Daniele Rugani, classe 1994, è diventato in pochissimo tempo una colonna anche dell’Under 21 di Di Biagio.

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«Sono molto contento di come stanno lavorando i ragazzi ed il tecnico. La mentalità della squadra è quella giusta, ovvero sempre proiettata a quello che è il nostro unico vero obiettivo: la salvezza, possibilmente raggiunta stando nella parte sinistra della classifica.

I risultati ci stanno dando ragione ed il merito è tutto della rosa e dello staff tecnico».

La promozione diretta e, nel peggiore dei casi la zona play off, però non sembra poter sfuggire….

«Inutile nascondere che il sogno nel cassetto c’è sempre ma noi dobbiamo restare coi piedi per terra e lavorare per raggiungere quanto prima il nostro scopo. Quello che verrà sul campo noi lo accetteremo di buon grado.

Ultimamente siamo stati penalizzati da qualche episodio di troppo ma è sotto gli occhi di tutti come l’Empoli stia dando il massimo».

Qual è il giocatore giovane che l’ha stupita maggiormente fino ad ora?

«La nostra rosa ha tantissimi giovani interessanti e di sicura prospettiva ma se proprio devo dirne uno dico Rugani: Daniele è un classe ‘94 e sta facendo una stagione importantissima quando tutti ci aspettavamo che potesse sbocciare nel corso del

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a piscina del Liberati è ormai un lontano ricordo. L’Empoli non sbaglia e nel big match di domenica contro la Virtus Lanciano spazza via gli abruzzesi con un netto 3-0 che non ammette repliche.

Del resto, che gli azzurri fossero in cerca di una reazione dopo il ko last-minute di Terni, lo si era intuito fin da subito, sin da quando cioè Maccarone scaraventa alle spalle di Sepe il pallone dell’1-0 al termine di una splendida triangolazione con Verdi. L’Empoli gioca a memoria e nel giro della prima mezz’ora di gara sfiora ripetutamente il raddoppio sprecando banalmente alcune facili occasioni. Per il Lanciano del fiorentino Baroni non è proprio giornata, con Piccolo unico riferimento offensivo che riesce a farsi notare. Poco e male.

La sinfonia del collettivo azzurro funziona alla perfezione ed anche lo stesso Bassi si rende autore di alcune belle parate, una delle quali d’istinto su un colpo di testa di Troest che poteva valere l’1-1. Nella ripresa, però, la musica con cambia, con i ragazzi di Sarri in costante pressione e vicini al raddoppio in più di una circostanza.

2-0 che si materializza facile facile al 64’ con il neo entrato Pucciarelli, che con un tiro rasoterra gonfia la rete e mette al sicuro il risultato.

La partita sostanzialmente finisce qui, con gli ospiti che

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Azzurri primi grazie ai gol degli intramontabili Maccarone e Tavano e il giovane Pucciarelli

Empoli, la vittoria sul Lanciano PER RIPRENDERSI LA VETTA DELLA CLASSIFICA Ha sbloccato la gara contro il Lanciano lanciando di fatto l’Empoli verso il primato in classifica: Massimo Maccarone.

nonostante l’ingresso dello stagionato Plasmati non riescono a scardinare la difesa toscana con un forcing troppo disordinato. Gli spazi si aprono inevitabilmente ed ecco che Tavano, in contropiede, sfrutta un cross dalla sinistra e chiude i conti con la rete del 3-0: ottavo gol stagionale, 102 con la casacca dell’Empoli. «Siamo stati protagonisti fin da subito e anche se abbiamo trovato delle difficoltà con le palle

alte abbiamo reagito colpo su colpo» ha spiegato nel dopo gara Barba, volto nuovo di questo Empoli. «La serie A? La classifica non va guardata per adesso. Il campionato è troppo lungo, bastano due o tre risultati brutti e ti puoi ritrovare in fondo alla classifica. Prima pensiamo a salvarci». Soddisfatto anche il tecnico azzurro Sarri: «Abbiamo fatto un’ottima partita perché abbiamo avuto la

fortuna di passare in vantaggio alla prima azione pericolosa. Sono molto contento della prova di Barba, Mario Rui e Castiglia che hanno sin qui giocato poco. Da oggi sappiamo di avere qualche arma in più a disposizione e la sfrutteremo». Mastica amaro invece Baroni, che recrimina per il punteggio finale e sulla testa della classifica ora distante un punto: «Il risultato è sicuramente eccessivo per quello che ab-

biamo fatto sul campo. L’Empoli è una realtà importante, ha i giovani bravi. Non eravamo nella nostra miglior giornata ma l ’ a p p ro c c i o dell’Empoli non ci ha permesso di esprimerci al meglio».

Intanto, in casa azzurra, la classifica parla chiaro: 27 punti, primato condiviso assieme a Palermo ed Avellino. Guai a parlare di Serie A, ma il sogno nel cassetto resta. E finché, là davanti, ci saranno «Ciccio» e «BigMac», lo spettacolo è assicurato.

Oltre cento gol realizzati con l’Empoli e non accontentarsi mai: Tavano vuole la promozione in Serie A.

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Jovetic nello spogliatoio dell’Ethiad Stadium seduto tra la postazione di Kompany e dell’ex viola Nastasic.

pietoso conto della serva: in Premier League il City ha giocato 11 partite, solo una volta, contro lo Stoke City, Jovetic è partito da titolare, in altre due circostanze è subentrato.

Totale 87 minuti giocati su 990 complessivi. In Champions League, dopo 4 partite del girone il Ciy è già qualificato, ma Jovetic non ha ancora debuttato. In Coppa di Lega, sue due turni, ha giocato 99 minuti segnando i suoi

unici due gol con la nuova maglia.

A Firenze Jovetic, quando si rendeva disponibile, aveva il posto da titolare sempre assicurato. Una bellissima casa, un grande stipendio pagato sempre con regolarità, l’amore senza condizione dei fiorentini. Siamo tutti d’accordo che 2 milioni e mezzo all’anno sono sufficienti per condurre una vita a cinque stelle e per assicurarla almeno ad un paio

di generazioni successive?

Beh, allora ci permettiamo una riflessione, probabilmente provinciale, sicuramente condivisibile.

Ci chiediamo se ad un calciatore come Jovetic – e come lui tanti altri – sia convenuto veramente lasciare la maglia viola solo per soldi. Magari con le sterline del City potrà permettersi di comprare uno yacht 5 metri più lungo, ma intanto è diventato ‘uno qualunque’.

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Stevan Jovetic a Pescara: questo è stato il suo ultimo gol in maglia viola. Poi il passaggio al City per 30 milioni.

vero, perché lo ha raccontato la Fiorentina e su questo non si può bluffare, è che la società viola alla fine della tiritera incasserà 30 milioni dalla sua cessione. Jovetic era il giocatore più rappresentativo che aveva la Fiorentina in organico lo scorso anno, giusto? Purtroppo non è stato quello più decisivo (in questa classifica Jo-Jo occupa almeno almeno il 7°-8° posto), ma indubbiamente era la stella. Mai nella storia Firenze si era privata con questa leggerezza del proprio beniamino.

I perché sono tanti e l’intervista di giugno in cui Jo-Jo urlava il suo desiderio (molto indotto dal procuratore) di vestire bianconero e di lavorare con Conte ne riassume tanti, quasi tutti.

Andiamo a vedere adesso che cosa sta facendo Jovetic, il top player a lungo inseguito dalla Juventus, arrivata a fare anche la mirabolante offerta di 18 milioni + Marrone. Come se Marrone - per ora 4 presenze nel Sassuolo - ne valesse 12. Ecco a voi l’im-

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perché lì ci sono giocatori come Aguero, Dzeko, Negredo, Silva e Nasri che hanno un curriculum più brillante e che in campo decidono le partite. Ma non è questo il punto.

Quel che è sicuramente

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ali Ramadani racconta con orgoglio che lo stipendio di Jovetic è passato dai 2 milioni e mezzo (premi compresi) che prendeva alla Fiorentina ai 7 milioni all’anno che guadagna al City. Certo, gli sceicchi che hanno acquistato e rilanciato in grande stile la seconda squadra di Manchester sono particolarmente munifici, non sono sicuramente taccagni, ma neanche completamente scemi. E’ molto verosimile che Jovetic guadagni decisamente meno, anche

SO

di cristiano puccetti

Jovetic a Firenze era una star. A Manchester guadagna il triplo, ma non gioca mai.

Gli è convenuto davvero lasciare i Viola?

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un bronzo che vale oro.

E ORA LA NAZIONALE. Leonardo Sarti si è classificato al terzo posto dei Campionati Italiani Youth di pugilato.

Presto tornerà in azzurro. di Fabrizio Paoli

M

edaglia di bronzo per Leonardo Sarti ai Campionati Italiani Youth di pugilato che si sono svolti in Umbria dal 5 al 10 novembre. Sul ring di Trevi, in provincia di Perugia, il promettente atleta della

Boxe Mugello si è confermato nell’élite nazionale della propria fascia di età, anche se non è riuscito a fregiarsi del massimo alloro. C’è un po’ di amarezza tra i tecnici della società borghigiana, ma anche soddisfazione per il grande lavoro svolto a livello giovanile negli ultimi anni,

testimoniato anche dall’altro bronzo ottenuto da Lorenzo Birmanti ai Campionati Italiani Junior. Sarti, classe 1995, è stato esentato dal primo turno, gli ottavi di finale, entrando in gara ai quarti di finale, nei quali ha eliminato con pieno merito Mafrica, rappresentante della Lombardia. Il giorno successivo si è svolta la semifinale, che ha messo di fronte le prime due teste di serie della manifestazione, Cavallaro e Sarti. Per il pugile di Borgo San Lorenzo, vista la posizione nel ranking,

non si può parlare di sorteggio favorevole. Il fortissimo siciliano si è imposto al termine di un match in cui ha espresso tutto il proprio potenziale: in carriera ha vinto il bronzo mondiale nel 2011, il titolo tricolore dei mediomassimi nel 2012 e il bronzo europeo nel 2013. Salvatore Cavallaro è forse il migliore prospetto del pugilato giovanile azzurro, tanto che è candidato a rappresentare l’Italia alle Olimpiadi di Rio 2016.

E’ emersa una grande differenza in fatto di esperienza

tra i due pugili: Cavallaro ha iniziato la propria attività nel giugno del 2008, mentre Sarti ha combattuto il primo incontro solamente nel marzo del 2011. In giovane età si tratta di un gap molto significativo.

Anche nel 2012 l’avventura tricolore di Sarti si era conclusa contro un siciliano molto quotato, Ranno. Il tecnico federale Bergamasco e gli addetti ai lavori sono rimasti positivamente impressionati dal giovane pugile mugellano. Secondo loro Sarti è un ragazzo promettente, con

buone capacità tecniche. Gli è stato consigliato il passaggio di categoria, dai 75 ai 69 kg. di peso. Sono stati inoltre dati consigli ai tecnici della società borghigiana su come farlo lavorare e gli è stata preannunciata una prossima chiamata in Nazionale: Leonardo già in passato ha vestito la maglia azzurra. Intanto, per la stagione 2014, è certo il passaggio tra gli Élite di Prima Serie: primo appuntamento con la manifestazione denominata «Guanto d’Oro», riservata agli Under 23.

VICCHIO, E’ NOTTE FONDA.

CALCIO DILETTANTI

Si soffre su tutti i fronti, in campo e in banca.

è

crisi per il Vicchio che nel Girone B del campionato di Promozione, dopo dieci giornate, è ancora fermo a zero punti. E, oltre alle dieci sconfitte in dieci incontri di campionato, si devono aggiungere alla striscia negativa anche le due sconfitte nelle due partite giocate nella Coppa Italia di categoria. Nel corso dell’estate il presidente dell’Unione Sportiva Vicchio Giuliano Del Rio ha deciso di farsi da parte, dopo una lunghissima militanza come numero uno

della società amaranto. Si è parlato a lungo di gruppi interessanti a rilevare il club o almeno di nuovi ingressi dirigenziali in società, che potevano affiancare il presidente, ma alla fine tutte le opzioni sono sfumate. In extremis, per evitare la scomparsa del Vicchio dai quadri del calcio dilettantistico toscano, è stato deciso di effettuare comunque l’iscrizione, per partecipare al campionato di Promozione in attesa di notizie positive. A livello tecnico, il direttore sportivo Graziano Corzanelli ha lasciato l’incarico, mentre quasi tutti i gioca-

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tori in organico nella stagione 2012/2013 hanno trovato altre destinazioni. Il nuovo d.s.

Franco Manzani, già in forza alla società amaranto con un altro incarico, ha cercato di costruire all’ultimo momento una rosa da mettere a disposizione dell’allenatore Yuri Morelli, che però ha messo in mostra da subito alcune lacune. Dall’inizio del campionato si sono susseguite sconfitte su sconfitte e molti giocatori hanno abbandonato, sostituiti da nuovi arrivati.

Rispetto all’inizio della stagione hanno lasciato Cocchi, Cuscianna, Carli, Maccioni, Toccafondi e Panichi; tra i nuovi innesti vanno annoverati Ferri, Pelanti, Centofanti, Micheli, Vannini e Pagliai. E non si possono ovviamente escludere altre novità nelle prossime

settimane, soprattutto in vista della riapertura delle liste a dicembre. Nel frattempo la situazione societaria ha continuato a non chiarirsi, con il presidente Del Rio che ha sì deciso di farsi da parte, ma è

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Mercoledì 20 novembre 2013

Ora un lamentiamoci e pensiamo a quando i’ bomberone la buttera’ dentro: SA’ CHE GODURIA

S

enza viola e si strascica un’antra settimana pallosa con du’ partie insurse della Brandelli Bende che le un ci potrebbero ‘nteressa’ di meno anche perché di viola ‘n azzurro con la Germania e un c’è nessuno, con Pasqualino ‘n pan-

ca a Pepito con le tonsille gonfie (quasi come le palle di’ nonno quando un gioha la Fiorentina).

La prima l’è belle ita co’ tedeschi ‘n ferie a Milano, pareggino scritto, noioso come le giornae umide di questi tempi.

Co’ nigeriani icche succederà e un si sa ma ce ne ‘mporta poho anche di sapello, l’uniha cosa che si spera gli è che un si faccia male Pepito che quella la gioha, poi e possan fare icche gni pare.

Della Nazionale e se ne riparla ‘n Brasile, prima gli è uno scherzo da preti

che ci fa perde’ tempo e partie della viola.

Tornando a noi icche c’è da dire? Che per ora e c’è poho da frignare, dodici mecce e 24 punti, due pe’ vorta di media e senza i’ tedescone gli è roba da lustrassi gli occhi, artro che discorsi! Dell’urtime sette partie fori casa e se n’è vinte sei! O che ve lo ricordae quando e se ne perdea sei invece, su sette? Oh, e un n’era miha ni’ giurassiho! Se tu lo chiami e risponde!

E allora? gli è vero che l’appetito e cresce quando si sgrana (soprattutto

se si vien da un periodo di costoline secche), però e bisogna anche rendisi conto di che si fa e esse’ un po’ contenti. E s’ha una squadra che gioha e che la vo’ quasi sempre comandare ‘n campo, sia ‘n casa che fori, più o meno uguale, icche l’è roba da grandi, tutti e si stropicciano gli occhi e un fanno che facci comprimenti (anche troppi, i’ nonno quando e li sente e si tocca sempre ferro), e vengano a vede’ e nostri anche quelli delle squadre co’ i’ portafoglio gonfio, segno che l’alluzzano,

‘nsomma approfittiamo di questa sosta da’ i’ patosse della partia pe’ tira’ un sospirone, pe’ riposacci un po’ anche noi, e pa’ fa’ un sorrisino e dicci: Cacchio, ma che è vero?

Poi e si po’ pensa’ anche i che succederà ora che rientra i’bomberone, e sognare che un se perde più una, ma questi e son sogni, che si possano anche fare ma senza poi pensare che se un s’avverano o un s’avveran subito, e bisogna anda’ ‘n depressione e fa’ la fila dallo strizzaceppiche. I’bomberone gli è tre mesi che un

i'nonno pilade gioha, e un n’ miha Nembo Kidde, che vola e marca, e bisogna anche dagni un po’ di tempo. Diamognene, pe’ carità, e un cominciamo a fa’ boccucce se un fa subito e miraholi. Magari e li fa, anche subito, ma di sicuro e li farà, prima o poi e sarà tanto prima quanto meno e gni si romperà e coglioni. Quindi tutti ‘nsieme, co’ i’ nonno, ‘n arto e’ cori e i’nappo, brindiamo a i che s’è fatto e a icche e si farà: Forza Violaaaaaaaaaaaaaaaaa

Il pungiglione

Api in sciame contro le cassandre viola:

Rossi-Gomez a Genova fecero cinque gol.

Lo avete dimenticato?

I

n questi momenti di stanca, quando la viola si riposa dalle fatiche dei doppi e tra poco tripli impegni che ha, quando le cose vanno fortunatamente abbastanza bene, le api con i loro pungiglioni roventi rischiano di restare disoccupate. Da chi mandarle?

Dal solito Prandelli per il suo codice etico elastico? Oppure da quel giovane centravanti così forte, così scultoreo, ma con evidenti problemi d’equilibrio?

viola de Gomez, a Genova, si fecero cinque gol, e quattro li fecero le due punte, appunto Gomez e Rossi, ma, soprattutto, dimenticano il ruolino di marcia del nostro centravanti che è di più di venti gol a campionato per sei anni consecutivi. Pensare che l’inserimento di un tale goleador, sognato dai tempi della beffa di Berbatov e preteso da Montella possa essere un problema è sinceramente da gente pervasa da pessimismo cosmico.

Non vorremmo che questi tuoni volessero significare una molta più fastidiosa pioggia nel caso che Gomez, come sa-

Non ne hanno più voglia, missioni inflazionate, non saprebbero più dove pungere. No, questa settimana si resta in casa nostra ed una puncicatina si dà a tutti quelli che cominciano a masturbarsi le meningi sulle modifiche che dovrà eventualmente subire il gioco viola con il recupero di Gomez. “Non sarà che i meccanismi si incepperanno?” si chiedono allarmate queste Cassandre? Dimenticano che l’ultima partita intera in

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rebbe anche ben comprensibile e giustificabile, non entrasse e spaccasse tutto, ma avesse un periodo iniziale non facilissimo. La complessità muscolare, il lungo periodo di inattività, una certa, magari inconscia paura, non gli permetteranno di essere, probabilmente, subito al top.

Dobbiamo incitarlo ed aspettarlo e non cominciare in anticipo a crearsi teorie aberranti alle quali poi ci si affeziona in maniera pericolosa. Ad evitare questo pericolo puncicata preventiva, senza remore e senza pietà.

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Mercoledì 20 novembre 2013

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Aspettando la promozione di Pinzani, ECCO I MIGLIORI FISCHIETTI DI “B”. di GIANCARLO CARMAGNINI

G

n assenza della serie maggiore, facciamo un po’ il punto su chi nella serie cadetta guidata da Domenico Messina (192 gettoni in serie “A” e 10 anni da internazionale) potrebbe essere pronto a raccogliere l’eredità dei vari De Marco, Bergonzi che quasi sicuramente a fine anno

UBI MAIOR

saranno dismessi.

Fra i fischietti “D.O.C.” in serie “B” si sono segnalati Angelo Cervellera di Taranto, già 63 presenze fra i cadetti e 2 in serie “A”,; Maurizio Mariani di Aprilia, 41 presenze in “B” e 3 in “A” anche se nell’anticipo di venerdì Reggina–Palermo 0-2 non ha fatto poi benissimo; Leonardo Baracani di Firenze, 107 in “B” e 10 in “A”, arbitro affidabi-

lissimo ma con la carta d’identità contro (compirà 40 anni nel prossimo mese di marzo) e Maurizio Ciampi di Roma, senza dubbio il fischietto con più “pedigree” avendo messo insieme 152 gare di “B” e ben 20 di “A”.

Per ultimo prendiamo in considerazione senza dubbio il 1° di questa lista di pretendenti a dirigere stabilmente in serie “A” nella prossima stagione Riccar-

do Pinzani di Empoli che vanta una più che buona esperienza avendo collezionato ben 111 presenze in serie”B” e 17 nella massima serie ed è soprattutto nell’età giusta, avendo solamente 35 anni. Per noi del Brivido Sportivo lui è davvero il più “pronto” e ci sbilanciamo dicendo che il giovane imprenditore empolese l’anno prossimo lo vedremo fisso in serie “A”.

Riccardo Pinzani, arbitro della Sezione di Empoli.

Il toscano è tra i candidati alla promozione alla CAN di Serie A.

CON IL RITORNO DI GOMEZ, è davvero tutto un rifrullar di numeri?

di Ubaldo Scanagatta

COSA VA

Va che nelle pause della Nazionale la Fiorentina non solo non può perdere - peraltro pare averne felicemente perso l’abitudine (24 punti in 12 partite; di questo passo in 38 sarebbero 76 e Champions quasi garantita se davanti non vanno tutti come Vettel sulla Red Bull) - ma può recuperare i giocatori infortunati. I nomi di Gomez e Ilicic vi dicono nulla? Ai Della Valle sì: 29 milioni di euro.

Squadra che vince non si cambia? Già, ma se hai un Gomez e un Ilicic da inserire? Nella testa di Montella deve esser tutto un frullar di numeri. 4-3-3 sì per Cuadrado e Gomez, no per Rossi. Come si fa ad allontanare dalla porta chi ha segnato 11 gol in 12 partite? 4-4-2 no, sennò addio Pizarro (o l’uomo, Aquilani?, Ambrosini?, davanti alla difesa che piace a Montella). 3-5-2 con 3 centrali e Cuadrado costretto a tornare per fare il terzino? Mmmm, un pec-

COSA NON VA cato no? Allora un modulo per le trasferte? Ma in 13 sono state 11 vittorie… che bisogno c’è? Semmai in casa. Gomez a Udine no. Col Verona sì. A Roma si vedrà. Però che rompicapo!

Thoir - Niente campionato e tutti a parlare del magnate indonesiano. La sua venuta ha fatto tanto di quel chiasso che la prima cosa che ha fatto l’Inter per festeggiare il nuovo Padrone del Vapore è stato perdere.

Per l’appunto con il Chiasso.

Empoli 3-0 (Maccarone, Pucciarelli e Tavano) al Lanciano e sorpasso. In testa con il Palermo dell’ex viola Iachini e l’Avellino.

Niente male. Pure il Siena 2-0 allo Spezia non si lamenta.

Neto - Ha detto alla Rai Toscana: “Non ho mai pensato all’addio”. I fiorentini in-

vece sì che ci hanno pensato. Ma ora forse ci hanno ripensato. Almeno fino alla prossima papera. Che nessuno si augura. Io meno di tutti.

sola volta (con lo Stoke City) e l’han tolto dopo un’ora. Se sulla maglia portasse il numero dei minuti giocati fino ad oggi in Premier sarebbe… l’87!

Jovetic - Zero minuti in Champions, ma due panchine e una tribuna. Nel Manchester City ha davanti Aguero, Dzeko e Negredo, non pizza e fichi. Ma da titolare in campionato ha giocato una

Djokovic - Ha preferito non giocare il doppio e la Repubblica Ceca ha rivinto la Coppa Davis. La prossima volta non giocherà neanche i singolari.

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Mercoledì 20 novembre 2013

L'oro bianco di San miniato

Terzo week di mostra mercato nazionale sabato 23 e domenica 24, tra cooking show e caccia al tartufo più grosso della stagione.

Edoardo Raspelli testimonial del TARTUFO BIANCO DI SAN MINIATO Momenti dell'inagurazione della 43°Mostra Mercato

Carlo Conti e Leonardo Pieraccioni alla 43°Mostra Mercato

L'attore Gaetano Gennai con la madrina della manifestazione Veronica Maffei

I

l laboratorio del gusto a cielo aperto più lungo d’Italia, con i suoi due chilometri di prodotti e produttori, avrà un testimonial d’eccezione. Il noto conduttore della trasmissione televisiva Melaverde, in onda prima su Retequattro e ora su Canale 5, Edoardo Raspelli, presenzierà la 43°Mostra Mercato Nazionale per celebrare e omaggiare il Re della tavola, il tartufo bianco di San Miniato.

Un fine settimana denso di appuntamenti per i visitatori e golosi che vedrà sabato 23 la presenza dello chef Shady Hasbun con Kufta Batata, Severino Saccardi che presenterà il libro «Cibi nel mondo» e Tiziana Di Masi che proporrà il teatro civil gastronomico con «Mafie in pentola”. Non mancheranno, attorno al Tartufo Bianco di San Miniato, i vini dell’Associazione vignaioli, i laboratori del gusto della condotta slow food e la caccia al tartufo con i cani campioni.

Domenica 24 poi, al mattino Edoardo Raspelli sarà ricevuto nel municipio di San Miniato per presiedere, da gran cerimoniere l’evento del giorno, il Cous Cous della pace, della solidarietà e dell’incontro tra i popoli al tartufo bianco di San Miniato.

L’iniziativa, prima del suo genere (Cous cous che incontra il tartufo bianco) sotto il profilo ga-

stronomico, vuole essere un messaggio di pace, di solidarietà e di integrazione tra i popoli dell’Africa, del Mediterraneo e dell’Europa in questo particolare momento storico, da lanciare attraverso un piatto che unisce tanti Paesi.

A sancire il messaggio che questo incontro tra cibi di diverse culture evoca ci saranno i rappresentanti di alcune città del mondo invitate per l’occasione: Betlemme, Silly (Belgio), Apolda (Germania), Villeneuve Lez Avignon (Francia) Boujadour (Saharawi), Ouagadougou (Burkina Faso), mentre altri paesi stanno ancora aderendo all’iniziativa.

A cucinare il Cous Cous sarà lo chef Jean Michel Alberto Carasso, specializzato in cucina greca, medio-orentale e dei paesi del Mediterraneo coadiuvato da Luisa Ghetti.

Il pomeriggio domenicale continuerà con lo chef Mirko Martinelli, già volto noto Rai che proporrà, in un cooking show, tre diversi modi per interpretare il tartufo bianco di San Miniato per concludersi alle 18 con le premiazioni della 43°Mostra Mercato. L’attesa è per chi avrà trovato il tartufo più grosso della stagione.

San Miniato detiene infatti, il record del tartufo più grosso del mondo mai trovato, a cui è stato dedicato anche un monu-

mento, e che pesava 2520 grammi. Durante la premiazione sarà consegnato un bell’esemplare di tartufo bianco di San Miniato a Edoardo Raspelli, per l’impegno, la competenza e la professionalità dimostrata come giornalista e gastronomo italiano

premi eccellenti

e per il modo colloquiale con cui parla di cibo e di agroalimentare, molto apprezzato dai telespettatori. Dopo l’inaugurazione della mostra mercato alla presenza del console del Kuwait e la partecipazione a San Miniato di Carlo Conti, Leonardo Pierac-

cioni, Gaetano Gennai e Nicolas Burdisso, e a seguito della consegna del Tartufo di San Miniato al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e in attesa di omaggiare i calciatori Giuseppe Rossi e Francesco Totti, la presenza di Edoardo

Raspelli rappresenta la miglior chiusura di una manifestazione della 43° Mostra Mercato Nazionale del Tartufo bianco di San Miniato che ogni anno vede la presenza di circa centomila visitatori e ha nell’agroalimentare le sue radici.

Un omaggio verrà portato anche a capitan Totti per il suo essere esempio di sportivo

Nicolas Burdisso premiato con una “pepita” toscana

“I

n Argentina non ci sono tartufi, l’ho conosciuto a Milano quando giocavo nell’Inter, quello di San Miniato l’ho particolarmente apprezzato”. Così il giocatore della Roma capolista intervenuto a San Miniato alla 43°Mostra Mercato Nazionale del Tartufo Bianco di San Miniato a cui, dopo un pomeriggio trascorso con i bambini delle scuole giovanili, è seguito sul palco centrale della manifestazione, oltre un bagno di folla, la consegna un pregevole esemplare di tartufo bianco di San MIniato che potrà consumare con la famiglia.

Ma non si può apprezzare un’eccellenza come quella del tartufo di San Miniato e giocare nella Roma senza poterla condividere con il Capitano Francesco Totti.

Ecco che con l’intermediazione dello stesso Burdisso, sarà consegnato dagli organizzatori della manifestazione e dal sindaco, un tartufo di San Miniato a Totti per la sua prestigiosa carriera nella Roma, nella nazionale italiana e per il suo esempio di sportivo e di uomo.

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Mercoledì 20 novembre 2013

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na squadra è una squadra se i suoi componenti sanno di essere tutti necessari, ma non indispensabili. Se sono in grado di giocare nel ruolo di titolari e di riserve esattamente con il medesimo impegno e se, nel momento in cui vengono chiamati in causa, sanno dare tutto e anche di più. Se fai ginnastica, in causa sei chiamato continuamente, perché tocca a te, perché si cambia attrezzo e ci sono solo pochi secondi per (ri)concentrarsi su movimenti totalmente differenti, perché ci sono solo pochi minuti per provare, oppure perché c’è da giocarsi una qualificazione a una finale nazionale, ma due delle tue compagne sono infortunate. E’ per tutti questi motivi che il passaggio alla finalissima del campionato di serie C di artistica femminile – in programma a Jesolo il prossimo 30 novembre – assume per la squadra del Centro Ginnastica Firenze i contorni di una bella impresa, e di una sfida vinta, con un ottimo diciottesimo piazzamento su ben 85 squadre partecipanti all’interregionale dello scorso fine settimana a Montevarchi. Se per Anita Bartolozzi (classe 2001) si tratta dell’ultimo anno da allieva – non stupisce

La serie C femminile vola alla finale di Jesolo perciò la sua bella prestazione a tutte e quattro le specialità, con il fiore all’occhiello delle parallele da soli 8 decimi di penalità – per Gaia Buglioni (2005) la conquista della prima finale italiana della sua carriera arriva dopo un campionato intensissimo, dove a soli otto anni ha dovuto sempre sostenere le prove su tutti gli attrezzi, dal primo appuntamento toscano fino al pass ottenuto domenica scorsa, coronato tra l’altro da una maiuscola esecuzione al volteggio, con soli 0.25 centesimi di punto di penalità. Continua a convincere Sara May La Rocca (2002), letteralmente sbocciata in quest’anno sportivo appena cominciato, proprio a partire dal suo ingresso in squadra da titolare, nel campionato regionale, protagonista delle bellissime prove al volteggio, alla trave e al corpo libero, mentre alle parallele asimmetriche subentra Elena Gensini (2002), in ripresa da un infortunio che non le consente di eseguire attrezzi “di gambe”, ma sempre pronta a dare il suo contributo nella specialità di

Anita Bartolozzi con l'allenatore Cristiano Furelli

punta. E così le quattro allieve del CGF – allenate da Lara Poggiali, Cristiano Furelli e Ilaria Galli – fanno un bel regalo alle compagne infortunate Giorgia Banchi e Ginevra Gai, sperando di ripetersi e, anzi, migliorarsi nell’appuntamento veneto.

Da sottolineare poi l’ottima riuscita dell’evento sportivo, una fase interregionale che ha richiamato nell’aretino squadre da Lazio, Marche, Sardegna, Umbria e – naturalmente – Toscana, organizzato grazie alla felice collaborazione tra la società Ginnica Giglio, sede della com-

petizione, e la ditta New Events, quest’ultima al lavoro già da alcune settimane per l’organizzazione della gara d’apertura del campionato nazionale di serie A1/A2 di ginnastica artistica maschile e femminile, assegnata proprio al Centro Ginnastica Firenze e fissata per l’8 febbraio 2014 al Nelson Mandela Forum di Firenze. Partita ufficialmente la vendita dei tagliandi per assistere alla gara, presso il circuito BoxOffice, raggiungibile anche attraverso il sito della società organizzatrice www.centroginnasticafirenze.it.

Fabrizio Lupi e Sarah Lopes Pegna hanno stretto amicizia.

Cerca persone, luoghi e oggetti

Marily Grieco

Danila Pisquit Chiaro ha ascoltato Use Somebody di Kings of Leon su Deezer.

Job Meeting 27 novembre jobmeeting.it

Viola Vanzi e Kevin Sapienza hanno stretto amicizia.

Lara Poggiali piace la foto di Ricciarda Nencini.

Mauro Sani e Maria Vittoria Moretti hanno stretto amicizia.

Cristiano Furelli ha

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Martina Chiavacci

Marily Grieco Diario

Jack Caselli

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Istruttore presso Centro Ginnastica Firenze, Sorgane ottobre 2006 ‑ ad oggi Ha studiato Filosofia della scienza presso Università degli Studi di Firenze Precedentemente: Università degli studi di Napoli L'Orientale e Liceo Scientifico Niccolò Copernico

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MIDLAND

di Federico Gennarelli

D

opo la quarta giornata, prosegue il girone Spagna C5 con qualche sorpresa. Andiamo a vedere nel dettaglio cosa è successo; non steccano le prime tre formazioni, Momy Dick e A-Team 2 segnano 9 reti rispettivamente agli Sharks e al Barcollo Fuk Cafè, confermandosi tra gli attacchi più prolifici del gruppo. Tuttavia sembra doversi migliorare la fase difensiva di entrambe: infatti i due match finiscono 9-5 e 9-6. Quello che conta, però, sono i tre punti, e quindi Momy e A-Team

Mercoledì 20 novembre 2013

SPAGNA C5: SONO IN DUE IN VETTA! rimangono a punteggio pieno. Tra i marcatori, spiccano senza dubbio le triplette di Di Vivona e Mazzoni dell’A-Team 2 e il pokerissimo di Renieri del Momy Dick, che da solo mette a segno ben cinque centri portandosi a 10 totali, a una sola lunghezza dal capocannoniere Gashi del Borussia Florence (doppietta anche per lui). Non si ferma nemmeno Unmimovo, che dopo il pari della prima giornata, inanella il terzo successo consecutivo, imponendosi con un bel 6-3 su un Mara Canà, apparso un po’ in difficoltà in questa prima parte di stagione.

Scendendo in classifica, bel colpo dei C&C Capezzoli e Cavalli, che trovano la seconda vittoria in campionato sconfiggendo per 6-0 il Glory Hole e portandosi a 6 punti. La prossima sfida con la capoclassifica Momy Dick sarà certamente un’occasione d’oro per mostrare il proprio valore. Nota di merito anche per Coverciano 88 e Patate Bollenti, altre due ex – come i C&C – del girone Italia, che trovano il secondo acuto stagionale: i gialloneri del Coverciano hanno la meglio sul Borussia Florence per 4-2, mentre i biancoblu regolano con un

unmimovo

netto 7-1 Le Fohe Infohate, che restano ancora a zero punti insieme agli Sharks. Nella classifica provvisoria, oltre alle due capogruppo e all’Unmimovo a 10, troviamo la quarta piazza del Glory Hole a 9 punti e a seguire un gruppone a 6 – C&C, Coverciano 88, Mara Canà e Patate Bollenti – poi il Barcollo Fuk Cafè a 3, seguito dal Borussia Florence a 1 e infine la coppia Sharks-Le Fohe Infohate ancora senza punti.

Dopo quattro turni, comunque, la classifica è più che mai corta, con la possibilità concreta da parte di tutte le squadre di risalire verso la vetta.

Per A-Team 2, Momy Dick e Unmimovo, invece, rimane la necessità di confermarsi, con la consapevolezza che sarà un girone equilibratissimo fino all’ultimo minuto.

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di

23

Mercoledì 20 novembre 2013

Tra le squadre partecipanti nove partecipano alla Sportika Cup: un unico girone con gare secche

calcio toscana

I CAMPIONATI DI C5 FEMMINILE DOPO LA TERZA GIORNATA di STETO

Girone B

S

ono 23 le squadre di Calcio a 5 femminile che prendono parte ai Campionati del Calcio Toscana e che sono state suddivise in 4 gironi (tre composti da 6 formazioni ed uno con 5 squadre). Inoltre 9 di queste 23 compagini prendono parte alla Sportika Cup dove si affrontano in un unico girone con gare di sola andata.

Girone A

Comanda a punteggio pieno dopo 3 giornate l’ASD Firenze 2008: miglior difesa del raggruppamento (appena 6 reti incassate) ed unica formazione imbattuta, le ragazze di Fabio Costanzo se la vedranno nel prossimo turno con la Lady Mattagnanese prima di chiudere il girone d’andata contro la NPT Novoli. Proprio queste ultime, assieme a La Querce 2009, inseguono la capolista a tre lunghezze di distanza. Al quarto posto il PGS Torregalli (4 punti) precede di tre punti la Lady Mattagnanese, mentre l’Ellepi nonostante sia l’unica formazione ferma a 0 punti vanta la seconda miglior difesa del girone.

Dopo 3 gare è già lotta a due per la vittoria del Campionato: Outsiders e Club Sportivo FI viaggiano pari merito in vetta a punteggio pieno, distanziando di ben 6 punti le più dirette inseguitrici. L’Outsiders ha il miglior reparto offensivo del raggruppamento (21 reti), mentre la miglior difesa è quella del Club Sportivo FI che ha subìto appena 2 reti. Al terzo posto tre squadre con 3 punti: Pol. San Quirico, Smartists e Cral Ataf Firenze C5. Tre sconfitte in tre gare per le New Garden che chiudono al sesto posto.

Girone C

Comanda a punteggio pieno il Jolly Ferruccia, miglior attacco di tutti e 4 i raggruppamenti con ben 29 reti realizzate in tre gare. Al secondo posto, con 6 punti, troviamo tre formazioni: Cral Dip. Comunali Femm. (miglior difesa del girone insieme alla capolista), Lastrigiana e Le Morelline. Alla ricerca dei primi punti in classifica ASD San Lorenzo Campi e Mix Team: lo scontro diretto in programma nel prossimo turno permetterà ad almeno una delle due di abbandonare lo zero dalla casella dei punti.

sagittae F.T.

Girone D

New Aton Green campionesse d’inverno: 9 punti in tre gare e dirette inseguitrici staccate di ben 6 lunghezze. Per le prime della classe miglior attacco (24 reti realizzate) e miglior difesa del girone (con appena 3 reti al passivo). Sagittae F.T. e Real Colia inseguono al secondo posto con 3 punti, ma il Real Colia ha già osservato il proprio turno di riposo. Chiudono all’ultimo posto a pari merito con 1 punto Le Turche e FC Athena.

Sportika Cup

Dopo due giornate una coppia in testa a punteggio pieno: Cral Dip. Comunali Femm. e New Aton Green che vantano anche il record di aver mantenuto le proprie porte imbattute. In terza posizione con 3 punti ci sono tre squadre (ASD Firenze 2008, Ellepi e Lady Mattagnanese), ma ci sono ben 4 formazioni che hanno disputato solo una gara: ASD Firenze 2008 e Lady Mattagnanese che hanno già osservato il proprio turno di riposo, Club Sportivo FI e Sagittae F.T. che invece devono recuperare la loro partita interrotta per un guasto all’impianto di illuminazione.

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Segue dalla prima Caccia è stato a Empoli dall’87 al ‘91, passando dal vivaio alla prima squadra. Centravanti dai piedi buonissimi, fisico e senso del gol. Ha fatto una bella carriera, ma con quei mezzi avrebbe dovuto fare tanto di più. Ancora oggi se lo chiedete a Montella, Vincenzo vi risponderà: «Nicola era più forte di me...”.

Fu Nicola a prendere in consegna il giovanissimo Vincenzo, appena arrivato dal suo paese. Una sorta di fratello maggiore. Troppo lontani di età nel settore giovanile, si sono sfiorati in prima squadra. Montella è rimasto ad Empoli dall’86 al ‘95, un lungo periodo.

Dopo è diventato uno dei più importanti centravanti italiani di tutti i tempi. E quando a metà percorso ha salutato Caccia, ha dovuto attendere 3 anni per vede arrivare Totò, praticamente poco più che un bambino: era il 1994. Il capitano dell’Udinese divise il suo soggiorno ad Empoli in due fasi: dal ‘94 al ‘96 e dopo dal ‘99 al 2004. Altro attaccante molto tecnico - destro come Nicola e non mancino come Vincenzo -, nel solco dei suoi predecessori. E’ entrato di prepotenza nella storia dell’Udinese segnando più di 160 gol. Un testimone passato di piede in piede, un legame di cui a Empoli vanno giustamente fieri. Tre grandissimi amici, praticamente fratelli. Se il presidente Pozzo non avesse fatto valere il proprio carisma, proprio un anno fa, durante il mercato di gennaio, il terzetto si sarebbe ricomposto a Firenze. Vincenzo e Nicola chiamavano spesso il “fratellino” più piccolo e Totò era entusiasta, seppur innamorato di Udine, di riavvicinarsi a casa, soprattutto di chiudere la carriera a Firenze, lavorando come da ragazzo con Montella. Ma Pozzo ha avuto la meglio e Totò, uomo che sa tenere fede alla parola data, è rimasto a farsi coccolare dall’amore dei suoi tifosi. Una storia di pallone che non finisce qui perché sulla panchina dell’Udinese c’è Guidolin, un altro passato da da Empoli, cominciando la carriera in panchina: era la stagione ‘91-’92. In quella squadra giocavano Luciano Spalletti, ormai ai titoli di coda come calciatore, e un debuttante Montella.

Vincenzo giocò le ultime 7 gare di campionato in serie C e non deluse Guidolin: segnò 5 gol... Non è un caso che siamo diventati tre allenatori bravissimi: lo stesso modo di lavorare sul campo e ancora Empoli sullo sfondo.

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Mario Tenerani

FUORIGIOCO di DUCCIO MAGNELLI

P

er i tifosi del calcio − quelli genuini che la domenica soffrono non in silenzio − la settimana di passione non è quella che culmina nella Pasqua, bensì quella che precede le partite della nazionale. Perché il vero supporter è “campionato-dipendente”.

Le soste lo consumano, lo fanno sprofondare in una terribile crisi esistenziale. Le partite dell’Italia non servono a placare la sua sete. Al

LA SETTIMANA DI PASSIONE tifoso vero della nazionale importa pochissimo. Anzi la vede come un impiccio da cui liberarsi il più presto possibile, soprattutto per gli infortuni sempre in agguato. Basta pensare a tifosi e dirigenti del Real Madrid, che per un’inutile amichevole si sono “giocati” Khedira per tutta la stagione… Insomma le partite della nazionale possono diventare un vero e proprio attentato alla sicurezza dei propri beniamini.

La settimana non è di passione solo per i tifosi, ma anche per televisioni e giornali che devono riempire le pagine in genere occupate dal calcio giocato.

Per esempio, in questi giorni hanno tenuto banco due notizie: la non-partita Salernitana-Nocerina e la chiusura della curva della Juventus. Notizie esaminate da tutti i punti di vista possibili e immaginabili. A tal proposito, secondo alcuni sarebbe mancata una

netta presa di posizione da parte delle società. Come è accaduto tanti anni fa a Firenze, quando i Della Valle hanno intimato ai tifosi di stare tranquilli minacciando, in caso contrario, di fare le valigie. Non ricordiamo parole altrettanto dure pronunciate da altri presidenti.

Interessante, tra le altre notizie della settimana, è anche una dichiarazione resa dal nuovo padrone dell’Inter, secondo il quale

tra 10 anni ci saranno solo dieci squadre importanti e l’Inter sarà una di quelle. A questo punto sarebbero opportune due precisazioni: chi deciderà quali saranno le squadre importanti e che cosa faranno le altre squadre. Serviranno da api operaie per le dieci regine?

Ma la notizia più malinconica riguarda la crisi dell’Ascoli calcio, la cui rosa è stata pignorata da un creditore.

Forse a pochi importe-

rà di questo ma per coloro che hanno qualche capello bianco, l’Ascoli Calcio ricorda tempi gloriosi, quelli di Costantino Rozzi e Tonino Carino, l’uno presidente della società, l’altro inviato della Rai nelle Marche per Novantesimo minuto, figure indimenticabili e uniche.

Probabilmente ha ragione il nuovo padrone dell’Inter: rimarranno solo dieci squadre. Le altre, piano piano, spariranno tutte.