Salutare 82

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informazione per la Salute e il Benessere n° 82

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vita

AMARA vita

SANA Conoscere la scoliosi

Dieta nel diabete mellito

Zucchero: bianco, di canna grezzo o integrale

Bergamotto come antivirale



Sommario Tecnologia

Biotecnologie

10

Estetica

12

13

Protonterapia: una forma altamente precisa di radioterapia

Paolo Nespoli mentre guarda la terra…

Chirurgia estetica combinata

Salute

Alimentazione

Riabilitazione

14

16

18

L’utilizzo del Bergamotto come antivirale

Zucchero di canna: grezzo e integrale

La riabilitazione dopo microdiscectomia cervicale

Dermatologia

Alimentazione

Prevenzione

19 L’esame del capello mediante tricoscopia

25

20 Dieta nel diabete mellito

Conoscere la scoliosi

11 Leggere News

6

23 Ricevi Salutare 24 L'avvocato risponde

Leucemia, la prima terapia genica: una sola dose cura la malattia Salutare + BabyMagazine Google investe nella salute digitale

sono in distribuzione gratuita

26 Centrifugati

Allergie e intolleranze alimentari, creato portachiavi hi-tech

Premio Nobel Fisica 2017 alla scoperta delle onde gravitazionali

30 Fobie

Identifica il tumore in 10 secondi: creata penna precisa al 96%

Reagiro, la sedia a rotelle che sterza grazie ai movimenti del busto

32 Sociale

Tutti gli articoli hanno solo finalità informativa ed educativa, non costituiscono motivo di autodiagnosi o di automedicazione e non sostituiscono la consulenza medica specialistica.

34 Eventi


Lettere dei lettori

Periodico bimestrale Anno XIII n° 82 - 2017 Distribuzione gratuita Reg. Tribunale Av in data 15/01/2004 N° 419 Editore: Ass. Culturale Salutare

Gentile redazione da diverso tempo ormai

caso specifico cosa posso fare. Monica (TV)

mi chiedo quale tipo di zucchero sia meglio

Salve Monica, effettivamente la scoliosi,

utilizzare, quello bianco, grezzo, integrale?

come ci ha spiegato il dr. Cerullo a pag. 25

Non riesco ad avere le idee chiare in merito

non si diagnostica con TAC o radiografie,

poichè c'è tanta confusione da parte dei media

bensì con accurata anamnesi della fisicità

che pur di vendere quel tipo di zucchero o

del bambino insieme alla storia familiare e

un altro, ci tartassano con nozioni fasulle.

all'età. Non deve allarmarsi questo è certo,

Potete dirmi dove sta la differenza tra zucchero bianco, di canna, grezzo e integrale? Quale' è quello più naturale e meno dannoso, come riconoscerlo? Grazie. Arturo (BA)

ma sottoporre il ragazzo ad una visita specialistica potrebbe evitare l'insorgenza di deformità vertebrali. Il dottore ci informa in questo articolo su come si effettua questo tipo di visita. Buona lettura.

Caro lettore, il dr. Giordano a pag. 16 ci offre una panoramica ricca di dettagli per poter decidere quale assumere e soprattutto una distinzione tra le diverse qualità.

Gentile Redazione ho scoperto di essere affetto da diabete mellito di tipo 2 da poco e, oltre la paura di

Salve a tutti, mio figlio ha 9 anni e ho notato che la sua schiena fa una strana curva. Non vorrei allarmarmi e soprattutto non dare troppa attenzione a tutto, ma voglio scongiurare una possibile scoliosi. Prima nelle scuole

affrontare questa patologia, vorrei cercare di

altre complicanze. Vorrei qualche consiglio alimentare, cosa posso o non posso fare. Maurizio (VI) Gentile Maurizio il diabete mellito è una

e proprie visite ortopediche basate sul con-

patologia assolutamente gestibile e con

trollo visivo di eventuali difetti, senza troppi

una corretta alimentazione e stile di vita

macchinari e tecniche strane...ora si cerca

potrà affrontare al meglio la problematica.

solo di introdurre i ragazzi a sport e attività

Un ottimo spunto è l'articolo della dr.ssa

particolari...insomma vorrei sapere in questo

Carfora a pag. 20.

Collaborazioni: dr. M. Amichetti, dr. M. Cianchetti, dr. I. La Rusca, Prof. G. Tarro, dr. A. Del Buono, dr.ssa. A. Pagano, dr.ssa N. Carfora, dr. G. Pistillo, dr. A. Cerullo, dr. A. Del Sorbo, dr. A. M. Giordano, avv. G. De Cicco, dr.ssa F. Trallo, dr. V. Altamura, A. Gorga.

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capire cosa fare per non sviluppare in futuro

periodicamente venivano fatte delle vere

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a pag. 23.

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News News

La falsa guida su come sopravvivere a un infarto, il messaggio WhatsApp da ignorare Diffidate dei passaparola in rete, specialmente se riguardano istruzioni mediche o di primo soccorso. Cercando di essere d’aiuto potreste invece aggravare la situazione di chi vi sta vicino. Circola da diverso tempo – soprattutto mediante il passaparola su WhatsApp – un curioso vademecum che dovrebbe spiegarci come dobbiamo comportarci in caso di attacco di cuore, vi riportiamo alcuni stralci del testo con la raccomandazione di dimenticarlo non appena avrete finito di leggere l'articolo. Prendi 2 minuti e leggi questo. […] All’improvviso cominci a sentire un forte dolore che corre verso il braccio sinistro e fino alla mandibola e la parte superiore del ventre. […] Comunque, la vittima può aiutarsi provocandosi la tosse in continuazione e con molta energia. […] Un respiro e un colpo di tosse devono ripetersi ogni due secondi senza tregua fino al momento in cui arriva un aiuto o fino a che sentite che il cuore batte normalmente. I respiri profondi portano ossigeno ai polmoni e la tosse in tali

condizioni crea movimenti che stringono il cuore e mantengono attiva la circolazione del sangue. L'originale circolava in Rete dal 1999. Inizialmente si trattava di un messaggio diffuso per e-mail, pian piano è stato tramandato ovunque, tradotto anche in italiano. Più o meno la versione è rimasta sempre la stessa. Tanto per farci un'idea di quanto sia pericoloso dare retta a vademecum simili, facciamo notare che la tosse ritmica aumenta la pressione nel petto in maniera appena sufficiente a mantenere la circolazione del sangue contenente ossigeno. Questa procedura però vale solo su persone che rischiano di perdere conoscenza, sarebbe infatti indice di arresto cardiaco. Se tale pratica viene impiegata verso chi ha avuto un attacco di cuore, senza che possa provocare arresto cardiaco, può essere invece molto pericoloso. Si tratta di differenze che solo degli esperti possono cogliere in maniera adeguata. Tale procedura è quindi estremamente rischiosa in ogni caso.

Come informarsi davvero in Rete. È possibile consultare il sito della Italian resuscitation council: Gruppo italiano per la rianimazione cardio polmonare (Irc). Per i più tenaci sono disponibili degli appositi corsi di formazione per il primo soccorso. Oltre a tutto questo, si raccomanda ovviamente di chiamare il prima possibile un'ambulanza. Nessuno più di un professionista – come un infermiere o un medico – è sufficientemente qualificato in circostanze di questo tipo.

Prendi 2 minuti e leggi questo. […] All’improvviso cominci a sentire un forte dolore che corre verso il braccio sinistro e fino alla mandibola e la parte superiore del ventre. […] Comunque, la vittima può aiutarsi provocandosi la tosse in continuazione e con molta energia. […] Un respiro e un colpo di tosse devono ripetersi ogni due secondi senza tregua fino al momento in cui arriva un aiuto o fino a che sentite che il cuore batte normalmente. I respiri profondi portano ossigeno ai polmoni e la tosse in tali condizioni crea movimenti che stringono il cuore e mantengono attiva la circolazione del sangue.

L’ansia parte dell’intestino, cosa succede nel nostro cervello emotivo I batteri nel nostro intestino potrebbero essere i responsabili degli stati d'ansia in cui viviamo: a darci questa notizia sono i ricercatori dello University College Cork che sulla rivista Microbiome hanno pubblicato lo studio intitolato “Microbial regulation of microRNA expression in the amygdala and prefrontal cortex”. Ma come è possibile? I microRNA I microRNA sono molecole che regolano i geni nel nostro cervello e che, a quanto pare, interferiscono con i batteri al punto da modificare il nostro assetto emotivo. Lo studio Per giungere a questa conclusione, i ricercatori hanno messo a confronto le reazioni di due gruppi di topi, al primo gruppo sono stati tolti i microbi dell'intestino e i topi sono stati inseriti in un ambiente libero da germi, 8

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il secondo invece è servito da gruppo di controllo (topi non modificati in ambiente non modificato). I risultati Dai dati raccolti è emerso che i topi senza germi mostravano con il tempo ansia, deficit nella socialità e nella cognizione e comportamenti simili alla depressione. Gli altri invece si comportavano normalmente. Test sul cervello Osservando le reazioni del cervello, gli scienziati hanno notato che l'interazione tra microbi e microRNA aveva effetti sull'amigdala, che si occupa di gestire le emozioni e sulla corteccia prefrontale, che invece è legata all'espressione della personalità e alla capacità di prendere decisioni. Un'influenza su queste aree porta i soggetti a sviluppare ansia e depressione.

Conclusioni. I microbi intestinali sembrano influenzare i microRNA nell'amigdala e nella corteccia prefrontale, questo è importante perché possono influenzare processi fisiologici fondamentali per il funzionamento del sistema nervoso centrale e in regioni del cervello (come appunto l'amigdala e la corteccia prefrontale) che sono fortemente implicate nello sviluppo di ansia e depressione.


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Identifica il tumore in 10 secondi: creata penna precisa al 96% La penna, chiamata MasSpec identifica i tumori in 10 secondi, attraverso i metaboliti e distingue con precisione il tessuto sano da quello malato. Nel 2018 i primi test clinici. È 150 volte più rapida dei metodi tradizionali. Un team di ricerca dell'Università del Texas di Austin ha creato una penna – chiamata MasSpec – in grado di identificare un tumore in una decina di secondi e con una precisione del 96% percento. Il dispositivo, progettato da ingegneri e scienziati guidati dalla dottoressa Livia Schiavinato Eberlin, è così celere nella sua analisi che fornisce i risultati 150 volte più rapidamente rispetto ai metodi diagnostici tradizionali. Si tratta di un salto di qualità enorme nel trattamento dei tumori, con notevoli benefici per i pazienti sottoposti a un intervento oncologico. Una delle prime cose che molti indicano è la speranza che il chirurgo abbia rimosso tutto il cancro, la ragione risiede nel rischio di recidiva, che dopo operazioni di questo genere è sempre presente a causa della possibile permanenza di cellule cancerose nell'area operata.

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Riuscire a identificare correttamente la differenza tra tessuto sano e tessuto malato è una procedura complessa e invasiva, che talvolta collima anche con la rimozione di parti sane, con effetti negativi sulla qualità della vita (dolore, impatto estetico) e la possibile perdita di alcune funzioni biologiche. La penna MasSpec, caratterizzata da una punta in plastica biocompatibile stampata in 3D, si inserisce proprio in questa delicatissima fase, riuscendo non solo a determinare il tipo di tumore – per quello ai polmoni individua anche i sottotipi – ma anche a fornire un'esatta “mappa” sulla distribuzione delle cellule malate. La penna, che rilascia una gocciolina d'acqua sul tessuto da analizzare, è collegata a uno spettrometro di massa in grado di verificare i cosiddetti metaboliti, molecole prodotte da tutti i tipi di cellule (anche quelle malate) che ne costituiscono una vera e propria “firma biologica”. Attraverso di essa la penna identifica con precisione il tumore e la sua estensione, inviando un messaggio sul monitor.

Per la fase clinica, ovvero i primi esperimenti condotti sull'uomo, sarà tuttavia necessario attendere il 2018, ma è verosimile che la penna ideata da Eberlin e colleghi possa rivoluzionare gli interventi oncologici. I dettagli sulla MasSpec sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Science Translational Medicine.

Piace alla mamma, utile al bambino

Salutare dedica a mamme e papà la rivista per poter meglio comprendere e affrontare il percorso della genitorialità, dalle cure mediche alla scelta dei migliori prodotti in commercio.

in infanzia e maternità, per discutere e confrontarsi. Le esperienze, i consigli dei nostri esperti sono un sostegno per quanti vivono questa meravigliosa esperienza.

Fornisce un servizio a 360 gradi che abbraccia tutti gli aspetti legati alla nascita e alla crescita di un figlio senza trascurare nessuna sfumatura.

Scrivete, comunicate, informate su tutto ciò che riterrete opportuno divulgare, scambiamo idee e consigli, facciamo della rivista uno strumento informativo a disposizione di tutti.

Valuta i prodotti per mamme e bambini favorendo una scelta consapevole. Si avvale della professionalità di medici, pediatri, ginecologi, puericultori specializzati

La MasSpec è stata testata con successo sui tessuti di 253 pazienti affetti da varie neoplasie; tra esse tumori ai polmoni, alle ovaie, al seno e alla tiroide. Funziona egregiamente anche sui topi vivi, senza provocare alcun tipo di danno ai tessuti e con una minima invasività.

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News

Leucemia, la prima terapia genica: una sola dose cura la malattia Svolta storica dagli Stati Uniti contro la leucemia: la FDA ha approvato il primo farmaco basato sulla terapia genica.

(CD19) sulla loro superficie: una volta modificate, queste cellule vengono infuse nel paziente che riesce così a guarire.

Kymriah, questo è il nome del primo farmaco approvato dalla Food and Drugs Administration che si basa sulla terapia genica per curare il cancro, nello specifico per contrastare la leucemia linfoblastica acuta (LLA) nei pazienti sotto i 25 anni e in una sola dose.

Il farmaco Kymriah, di Novartis, è pensato per tutti i pazienti sotto i 25 anni che non reagiscono ai trattamenti attualmente disponibili. La sperimentazione del farmaco, effettuata su 63 pazienti, ha dimostrato un tasso di efficacia dopo tre mesi pari all'83%, insomma 8 pazienti su 10 sono completamente guariti e questo rappresenta un dato di successo.

Terapia genica Parliamo di ‘terapia genica' quando utilizziamo del materiale genetico all'interno delle cellule per curare le malattie. Nel caso specifico di Kymriah, infatti i linfociti T prelevati dal paziente vengono modificati geneticamente, al loro interno viene inserito un nuovo gene che contiene una specifica proteina, chiamato recettore antigenico chimerico (CAR), che porta gli stessi linfociti T ad identificare e uccidere le cellule responsabili dello sviluppo della leucemia che hanno uno specifico antigene

Il farmaco viene somministrato una sola volta ma potenzialmente ha effetti collaterali pericolosi. Tra questi si segnala la sindrome da rilascio di citochine (tipica complicazione post infusione di immunosoppressori) che comporta influenza e febbre alta e disturbi neurologici anche permanenti, infezioni acute, ipotensione, ipossia e insufficienza renale acuta.

Google (o meglio Alphabet) investe milioni di dollari nella ricerca medica con l’obiettivo di migliorare la salute umana sfruttando le moderne tecnologie. Non stupisce quindi la nuova acquisizione dell’azienda di Mountain View, ovvero Senosis Health, una startup di Seattle che utilizza lo smartphone come strumento di monitoraggio. Consente di monitorare la salute dei pazienti e diagnosticare in anticipo eventuali malattie anche in paesi con una scarsa assistenza sanitaria. Le misurazioni sono effettuate tramite app che sfruttano i sensori integrati nello smartphone. HemaApp, ad esempio, permette di misurare il livello di emoglobina usando la fotocamera e il flash. In pratica, la fotocamera cattura il colore del sangue e, attraverso un’analisi cromatica, viene calcolato il livello di emoglobina. 10 www.salutare.info

Il prototipo sviluppato dall’Università di Harvard si chiama iEAT e riesce a individuare tracce di arachidi, nocciole, latte, uova e frumento. Si collega allo smartphone e impiega 10 minuti per fornire una risposta. Costerà 40 dollari. Un team di ricerca della prestigiosa Università di Harvard (Boston) ha sviluppato un portachiavi tecnologico in grado di rilevare cinque allergeni dagli alimenti attraverso un semplice e rapido test. Il dispositivo è stato chiamato iEAT, termine che abbraccia sia la denominazione tecnica (è l'acronimo di Exogenous Antigen Testing) che l'obiettivo finale per cui è stato messo a punto, ovvero poter mangiare in totale sicurezza soprattutto quando si è fuori casa. Il dispositivo iEAT riesce a individuare la “firma” di cinque distinti allergeni, ovvero arachidi, nocciole, frumento, latte e uova, tra i maggiori responsabili di intolleranze e reazioni allergiche. Grazie alla sua praticità può essere sempre a disposizione e attraverso un collegamento wireless con lo smartphone, riesce a dare il responso sull'eventuale contaminazione in dieci minuti.

Google investe nella salute digitale Google ha acquisito Senosis Health, una startup di Seattle che utilizza i sensori integrati negli smartphone per misurare diversi dati medici.

Allergie e intolleranze alimentari, creato portachiavi hi-tech che individua 5 allergeni

Si tratta quindi di un metodo non invasivo e affidabile, in quanto non è richiesto il prelievo di sangue. Con SpiroSmart, invece, è possibile diagnosticare problemi respiratori, utilizzando i microfoni dello smartphone per effettuare una spirometria. OsteoApp, infine, sfrutta l’accelerometro per misurare la forza della ossa e quindi la quantità di calcio. Non è nota la somma spesa da Google per acquisire Senosis Health. Il team guidato da Shwetak Patel rimarrà tuttavia a Seattle e non si unirà al team di Verily che si trova a Mountain View. Quasi certa la collaborazione con DeepMind, la divisione di Alphabet che sfrutta l’intelligenza artificiale in vari settori, tra cui quello della ricerca medica.

Il prototipo è stato testato in diversi ristoranti e spesso ha rilevato alimenti contaminati, come ad esempio insalate contenenti glutine e birre con proteine delle uova. Prodotti considerati generalmente “sicuri” ma che possono essere contaminati con tracce durante i processi produttivi. I ricercatori che hanno messo a punto il dispositivo, coordinati dai professori Ralph Weissleder e Hakho Lee, puntano a commercializzarlo a un prezzo di 40 dollari. I dettagli su iEAT, il cui ventaglio d'azione potrebbe essere esteso anche ad altri allergeni, sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata ACSNano.


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Reagiro, la sedia a rotelle che sterza grazie ai movimenti del busto Uno studente del Royal College of art di Londra ci presenta il suo prototipo per una sedia molto più agile per chi ha perso l’uso delle gambe Ecco in questo video un nuovissimo modello di sedia a rotelle, appositamente studiata per poter essere manovrata non più con le braccia, bensì con piccoli movimenti del busto. A idearla, lo svizzero Reto Togni, studente di design del Royal College of art di Londra, che ne ha appena reso noto il prototipo.

Rispetto ai modelli convenzionali, le cui ruote funzionano più o meno come quelle di un carrello per la spesa e che per cambiare direzione devono poter di fatto frenare su un lato, Reagiro può invece essere direzionata a piacimento spostando semplicemente il peso sullo schienale, con un notevole risparmio di energia per chi la sta impiegando.

Premio Nobel Fisica 2017 alla scoperta delle onde gravitazionali Kip Thorne, Rainer Weiss e Barry Barish sono i tre vincitori del Premio Nobel per la Fisica 2017, come annunciato questa mattina durante la conferenza stampa tenutasi a Stoccolma. Dei canonici 940mila euro di premio a Weiss (del Massachusetts Institute of Technology) andrà metà della cifra, mentre Thorne e Barish (del California Institute of Technology) si divideranno l’altra metà. Il terzetto è stato insignito dell’onoreficenza “per il contributo decisivo al rilevatore Ligo e all’osservazione delle onde gravitazionali”: il fenomeno, già ipotizzato da Albert Einstein nella stesura della sua teoria della relatività, è stato effettivamente osservato per la prima volta solo nel 2016 tramite l’antenna americana Ligo, e quindi confermato dall’italiana Virgo, in uso presso l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare di Càscina. Le onde gravitazionali sono descritte come deboli fluttuazioni nella forza di gravità che vengono generate a partire da eventi critici come per esempio il Big Bang o la collisione tra buchi neri, in cui

sono previste forti accelerazioni su masse di enormi dimensioni. Gli effetti delle onde gravitazionali, che hanno la capacità di allungare e restringere lo spazio-tempo nel corso della loro diffusione lungo l’Universo, sono però a noi percepibili solo a milioni o miliardi di anni di distanza, e queste misurazioni vengono effettuate per l’appunto grazie a rilevatori come Ligo o Virgo.

Come da regolamento non sono state premiate le organizzazioni di ricerca ma singoli ricercatori, dettaglio che quindi ha escluso i team di scienziati che si occupano dei due strumenti. In ogni caso presso la sede dell’Infn di Roma la notizia è stata accolta con grande soddisfazione e Federico Ferrini, il direttore dell’Osservatorio Gravitazionale Europeo ha affermato che “questa volta è stata premiata la globalità della scienza“.

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Tecnologia a cura di Marco Cianchetti, Maurizio Amichetti Centro di Protonterapia APSS (Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari) Trento protonterapia@apss.tn.it

La radioterapia è la branca dell’oncologia che tratta neoplasie, benigne e maligne, con radiazioni ionizzanti: fotoni (raggi X, raggi Ɣ), elettroni, neutroni, particelle cariche (ioni carbonio, protoni, altre). La protonterapia, appunto, utilizza come particella radiante i protoni, componenti del nucleo dell’atomo.

Protonterapia: una forma altamente precisa di radioterapia La caratteristica fisica fondamentale dei protoni è quella di rilasciare, quando attraversano un tessuto, la loro energia in maniera non uniforme, ma di cederla quasi tutta alla fine del loro percorso nello spazio di pochi millimetri, nel cosiddetto “picco di Bragg”. Questa è una proprietà caratteristica dei protoni non condivisa dalla maggior parte delle altre forme di radiazione, che sono più comunemente utilizzate in radioterapia convenzionale, come ad esempio i fotoni. Questi infatti rilasciano la loro energia nei tessuti in maniera più lineare senza arrestarsi completamente in un determinato punto della loro traiettoria. L’idea alla base dell’impiego dei protoni in oncologia è quindi quella di sfruttare la loro selettività balistica, il picco di Bragg, per risparmiare dose ai tessuti sani circostanti la malattia. I vantaggi ottenibili sono molteplici: è possibile irradiare tumori localizzati in sedi anatomiche particolarmente complesse senza danneggiare gli organi a rischio vicini, erogando anche dosi maggiori e di conseguenza potenzialmente più efficaci. Minori saranno poi gli effetti collaterali, acuti e cronici, permettendo

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anche una migliore integrazione con le altre terapie oncologiche, la chemioterapia ad esempio, che agiranno su un organismo meno debilitato. Da un punto di vista radiobiologico, cioè riguardo alla loro capacità di uccidere la cellula tumorale, i protoni sono marginalmente più efficienti (circa il 10% in più) rispetto ai più comuni fotoni. L’idea dell’utilizzo della protonterapia fu postulata già negli anni quaranta da Wilson all’Università di Harward-Boston, ma lo sviluppo tecnologico della metodica e la sua integrazione con le altre branche dell’oncologia ha richiesto molto tempo per realizzarsi e solamente in anni più recenti si sono avute strutture dedicate dove trattare i pazienti con questa metodica. Attualmente si contano circa 60 centri operanti nel mondo e circa quaranta in costruzione. A Trento è attivo un centro pubblico dalla fine del 2014 all’interno dell’Azienda Sanitaria Provinciale. La prima patologia ad essere trattata con protoni è stato il melanoma uveale, un tumore oculare, guaribile con i protoni nel 95-97% dei pazienti mantenendo al contempo la vista. Alti distretti ed organi trattabili vantaggiosamente sono il sistema nervoso centrale, il distretto testa - collo, la colonna vertebrale, la prostata, etc. Le neoplasie dell’età pediatrica sono quelle che beneficiano maggiormente del risparmio di dose ai tessuti sani essendo questi particolarmente sensibili ai danni da radiazione durante la fase evolutiva.

Centro di Protonterapia Trento Via al desert 14, 38121 tel. 0461 1953100-101-115-107 12 www.salutare.info


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327 118 47 44 Ascoltando la pelle Diario di un dermatologo venerologo

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Quanti messaggi ho visto trapelare attraverso la pelle: abbandoni, tradimenti, aggressioni, contatti indesiderati, lutti non elaborati e separazioni ingiuste. Quanta sofferenza esibita in maniera inconsapevole e silenziosa, sotto forma di prurito, macchie, squame e papule. Cosa avviene al di là della superficie cutanea? Perché in determinati momenti della nostra vita la pelle reagisce con macchie rosse, prurito o altre fastidiose manifestazioni? Perché non si erano mai presentate prima, e soprattutto perché a volte recidivano malgrado le terapie appropriate? Sulla pelle possiamo a volte leggervi messaggi provenienti da un luogo lontano: dentro di noi. Questo mondo misterioso non è la mente. Si chiama apparato neurovegetativo, ed è quel motore che si adatta in maniera riflessa e omeostatica alle turbolenze esterne.

del dr. Antonio Del Sorbo Formato Brossura Pubblicato 22/11/2016 Pagine 532 Lingua Italiano Isbn o codice id 9788892634817 Ordinalo su: www.ascoltandolapelle.it

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Vivere 120 anni. Le verità che nessuno vuole raccontarti

Prezzo di copertina:

€ 19,62

L'auspicio dell'essere umano è quello di vivere una vita sana, piena, possibilmente senza subire malattie degenerative e, visto che ci siamo, il più a lungo possibile. Perché l'uomo può vivere fino a 120 anni senza malattie ma l'aspettativa attuale di vita è di 80 anni e già a 40 subiamo i sintomi delle malattie degenerative. La medicina tradizionale è focalizzata a curare i sintomi delle malattie, ma è ben lontana dal risolverne le cause mentre è oramai ben noto che la dieta e lo stile di vita sono la causa principale della più grande catastrofe sanitaria di tutti i tempi. In questo libro scoprirete perché l'essere più evoluto del pianeta è in realtà anche il più malato e vi insegnerà a invertire la rotta verso una vita più longeva ed in salute. Conoscerete i fattori che portano al declino del nostro fisico e le cause che inducono alla vecchiaia. Soprattutto è dato risalto alle sorprendenti ed efficaci soluzioni, che scienziati di tutto il mondo hanno sperimentato negli ultimi decenni.

Adriano Panzironi Editore: Welcome Time Elevator Collana: Welcome Time Elevator Anno edizione: 2 edizione (2014) Pagine: 720 pagine ISBN-10: 8890955503 ISBN-13: 978-8890955501

Vivere senza problemi alla tiroide: come affrontare ipo e ipertiroidismo attraverso alimentazione, movimento, integrazione

Prezzo di copertina:

€ 10,92

Di fronte a una inspiegabile epidemia di ipotiroidismo sembra ormai impossibile non trovare qualcuno sotto terapia... Ma si tratta di un dato reale o siamo davanti ad un grave fenomeno di sovradiagnosi? Il problema è che spesso si viene trattati farmacologicamente per il solo innalzamento del valore del TSH, che non rappresenta ipotiroidismo, ma solo un tentativo di aggiustamento da parte dell’ipofisi della quantità di ormone prodotto. L’autore, che da anni segue pazienti ipotiroidei sotto cura farmacologica seguendo le regole della “Medicina di segnale”, utilizza dieta, integrazione e movimento fisico per riequilibrare gradualmente l’attività della ghiandola, riducendo così nel giro di qualche mese i dosaggi ormonali fino alla completa eliminazione della terapia farmacologica

Luca Speciani Editore: Tecniche Nuove Collana: Le guide della salute Anno edizione: 2017 Pagine: 116 p. ISBN-10: 8848135102 ISBN-13: 978-8848135108

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Biotecnologie a cura della dr.ssa Fiammetta Trallo specializzata in Ginecologia e Ostetricia

Paolo Nespoli mentre guarda la terra… Farà ricerca biomedica nello spazio

MISSIONE VITA, acronimo di Vitality, Innovation, Technology, Ability, è la nuova missione di Paolo Nespoli a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. Lo scopo principale è verificare, in vista di futuri viaggi verso Marte, gli effetti biologici sull’uomo dovute a lunghe permanenze nello spazio.

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L’Agenzia Spaziale Italiana in collaborazione con la Nasa, ha selezionato 13 esperimenti molti dei quali biomedici e il resto tecnologici per verificare gli effetti biologici sull’uomo di lunghe permanenze nello spazio.

Ora, i campioni di sangue, feci e urine degli astronauti in missione vengono congelati o conservati in azoto liquido e mandati a Terra con navette per essere analizzati in laboratorio. Un’operazione piuttosto complessa e costosa con lunghi tempi di risposta.

Alcuni degli esperimenti biomedici condotti in condizioni estreme come quelle della microgravità potrebbero, in un futuro non molto remoto, avere applicazioni anche in situazioni critiche sulla Terra. Proprio questo è il compito che si prefigge l’esperimento denominato In Situ-Bioanalysis sviluppato dall'Università di Bologna e che ha ricevuto il più alto punteggio di valutazione rispetto agli esperimenti approvati sia per novità che per originalità, trasferibilità e reale utilità.

La realizzazione del progetto permetterà ai membri dell’equipaggio di eseguire analisi chimiche su campioni biologici ottenuti in maniera non invasiva, con diagnosi tempestiva e rapido intervento nel caso di situazioni problematiche.

Il progetto nasce all’interno del gruppo di Chimica Analitica e Bioanalitica diretto dal Prof. Aldo Roda. L’équipe è costituita dal Prof. Aldo Roda (responsabile del progetto), Prof. Mara Mirasoli e Dott. Martina Zangheri (che esegue i saggi immunologici) dell’Università di Bologna e dal Dott. Mario Benassai della Altec SpA di Torino. Il team di ricercatori ha ideato e costruito un piccolo biosensore portatile, semplice ma ipersensibile, in grado di analizzare parametri biologici in situ, partendo da campioni di saliva. La novità è che il biosensore analizza la saliva degli astronauti e invia i risultati a Terra in tempo reale tramite un lettore portatile collegato ai computer della ISS offrendo agli astronauti la possibilità di monitorare in tempo reale il proprio stato di salute. Al momento il progetto sarà sperimentato per misurare i livelli salivari di cortisolo, quale biomarcatore di stress. In futuro potrà essere adattato per analizzare altri biomarcatori in diversi campioni biologici. Tutta l’analisi sarà condotta a bordo della ISS, senza la necessità di inviare campioni a Terra.

Il dispositivo, pensato per lo spazio, potrà poi essere utilizzato anche sulla Terra per eseguire analisi biologiche in tempo reale, per esempio al letto del paziente, in ambulanza e in tutta la medicina d'urgenza. E non solo. Dispositivi bio-analitici con queste caratteristiche potranno essere utilizzati anche per la diagnostica nei paesi in via di sviluppo o in comunità remote o isolate, come in Antartide. Il meccanismo d’azione si basa su una tecnica già nota in campo diagnostico che sfrutta l’elevata specificità degli anticorpi per riconoscere il biomarcatore di interesse e le forze capillari per promuovere il movimento dei reagenti. Lo stesso meccanismo che permette di fare il test di gravidanza sull’urina. In pratica, Nespoli raccoglie un campione di saliva tenendo in bocca un tampone di cellulosa e lo inserisce in una siringa con cui introduce la saliva in un’apposita cartuccia. Poi inserisce la cartuccia nel contenitore che contiene il dispositivo con i reagenti. Preme un pulsante per miscelare la saliva e i reagenti precaricati nella cartuccia stessa e chiude il contenitore. Dopo di che avvia il software dedicato per acquisire le immagini del segnale chemiluminescente e collega il lettore al computer di bordo che invierà le immagini alla Terra.


Estetica Nutrizione Nutrizione a cura aacura cura del dr. del del Aniello dr. dr.Aniello Ivan Marco LaMarco Rusca Giordano -Giordano Chirurgo - Farmacista -Plastico Farmacista

Chirurgia estetica combinata Interventi multipli nella stessa seduta

La chirurgia estetica combinata è indicata per il paziente che vuole correggere in contemporanea, in una sola seduta, una serie di inestetismi derivanti da vari fattori (invecchiamento, aumento di peso, lassità della pelle) che influiscono negativamente sull’aspetto della persona. Questo tipo di pratica tende ad eliminare, con un solo intervento chirurgico prolungato, le irregolarità diffuse su più parti del corpo; ad esempio le adiposità localizzate in più aree o il rilassamento addominale dovuto a gravidanze o forti sbalzi di peso, che potrebbe interessare anche seno, braccia o cosce, potranno essere corrette simultaneamente. È meglio, in questi casi, che il chirurgo plastico abbia una visione d’insieme degli inestetismi da correggere, per procedere ad un intervento che salvaguardi l’armonia del corpo. I vantaggi della combo surgery sono molteplici per il paziente: non solo con un piccolo prolungamento post-operatorio si vanno a risolvere contemporaneamente una serie di imperfezioni, ma anche sul piano economico, il costo complessivo di un intervento multiplo è sicuramente gestibile rispetto a quello richiesto per ogni singolo intervento, dal momento che gli oneri derivanti dalle voci di spesa come anestesista, staff medico e paramedico, utilizzo della sala operatoria vengono sostenuti un'unica volta e pertanto ammortizzati.

Un intervento di chirurgia combinata unisce in un'unica seduta varie operazioni di chirurgia estetica: ad esempio può essere eseguito nello stesso momento un lifting alle braccia, un risollevamento e un aumento del seno e/o una liposuzione alle gambe. Questo tipo di pratica è particolarmente adatto ai pazienti che, per salute o per inestetismi, seguono un percorso che li porta a dimagrire molti chili: la pelle in eccesso in varie parti del corpo, soprattutto all'addome e alle braccia che resta alla fine della dieta può risultare inestetica, ma può essere facilmente rimossa con un intervento combinato. Uno dei vantaggi della chirurgia combinata infatti è che favorisce il decorso post operatorio, con una rapida ripresa delle attività quotidiane. È possibile con questa pratica abbinare un intervento di mastoplastica additiva (protesi alle mammelle) con una

piccola liposuzione, un'addominoplastica o una blefaroplastica oppure una mastopessi (lifting alle braccia, lifting alle cosce, addominoplastica) tra loro oppure con mastoplastiche additive, chirurgie del volto e liposuzioni parziali. Anche nel volto molto spesso si procede con più interventi in contemporanea: blefaroplastica, rinoplastica, otoplastica e mentoplastica abbinabili tra loro o a lifting e mini-lifting. Un intervento di chirurgia combinata va effettuato in strutture attrezzate, con sale operatorie complete e richiede la presenza dell'anestesista, dal momento che si tratta di interventi che vengono svolti nella maggior parte dei casi in anestesia generale, sono oggettivamente più lunghi e che richiedono un accurato controllo post operatorio. È quindi fondamentale che l'operazione venga eseguita da un chirurgo plastico altamente qualificato e da un'equìpe assolutamente affiatata e di qualità e che assicuri un controllo post operatorio che garantisca la sicurezza del paziente. La chirurgia estetica combinata è possibile oggi grazie al miglioramento delle tecniche chirurgiche – anestesiologiche e alla strumentazione tecnologicamente avanzate. La professionalità che contraddistingue lo specialista in chirurgia plastica è indice di garanzia soprattutto per il paziente che decide di sottoporsi a interventi combinati.

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Salute a cura del Prof. Giulio Tarro

L’utilizzo del bergamotto come antivirale

Il bergamotto o cytrus bergamia è un prezioso agrume che emana un profumo particolare e la cui presenza in Calabria si fa risalire al XVII secolo.

Le condizioni climatiche della Calabria permettono una produzione elettiva della pianta che fornisce un olio essenziale che viene per lo più esportato ed utilizzato in profumeria, soprattutto in Francia. Recentemente soltanto la Costa d'Avorio permette la produzione del bergamotto con condizioni di composizione del terreno, ed ovviamente di clima, simili a quelle della parte ionica della provincia di Reggio Calabria (Morabito et al, 2017). Per quanto riguarda l'utilizzo del bergamotto in medicina bisogna andare ad un altro secolo il XVIII, per le osservazioni fatte dal dr. Francesco Calabrò sulle qualità disinfettanti della sua essenza nelle ferite. Così è stato usato per disinfettare blandamente la cavità orale e le zone del viso affette da pustole, a normalizzare le pelli grasse troppo ricche di sebo. Per di più il bergamotto, grazie anche al suo gradevole odore, è utilizzato per l'antisepsi generale del corpo e delle case, ospedali, sale di riunione ... (Riva, 1988). Di notevole importanza farmacologica

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sono i principi atttivi di natura furocumarinica, denominati bergapteni, presenti in notevole percentuale nell'olio essenziale di bergamotto. (Calvarano et al., 1979). Una delle ultime ricerche su questi (studio pubblicato su <Italian Review of Medicai and Surgical Researches> da G. Tarro, I. Saladino, R. Saladino, F. Saladino, "Effetto del Bergarital sulla replicazione di virus", 1998) ne ha evidenziato le capacità antivirali. In sintesi il Bergarital in soluzione alcolica di distillato di bergamotto, a diverse diluizioni, previene la sintesi di virus infettivo (virus dell'herpes simplex tipo 1), e ritarda l'effetto citopatico in cellule HEp-2", quando viene aggiunto al mezzo di cultura almeno ½ h prima dell'infezione e quindi lasciatovi per la durata dell'esperimento. La sintesi degli antigeni fissanti il complemento, determinati con diversi sieri anti-erpetici, non è stata inibita dal bergarital analogamente a quanto si era dimostrato con l'1-metilisantin 3-tiosemicarbazone. Questi risultati indicherebbero una inibizione della normale funzione dell'RNA messaggero trascritto dal nuovo DNA virale, permanendo

invece la sintesi di proteine virali e l'effetto citopatico. Effetto del bergarital sulla replicazione di virus. L'attività antivirale di diverse molecole è stata già descritta da tempo nei riguardi di virus e ultimamente diversi autori ne hanno provato l'attività in vivo specie nei confronti di virus dell'AIDS (HIV) e del virus epatitici (HBV, HCV) e ne hanno studiato gli effetti in correlazione con la viremia. Aciclovir e metisazone (IBT) sono stati trovati attivi nei riguardi degli herpes


Blu Tongue virus e di poxvirus rispettivamente. Le varie concentrazioni di Bergarital in soluzione alcolica di distillato di bergamotto esente da Bergaptene sono state studiate per il loro effetto sulle colture cellulari prima e dopo l'infezione con virus diversi. Nel caso in cui il Bergarital veniva aggiunto successivamente, l'inibizione del virus diminuiva fino a cessare del tutto una volta che la replicazione virale fosse iniziata. Nel meccanismo di azione si è tenuto presente che in riferimento al virus vaccinico il DNA virale è sintetizzato in presenza di-IBT (Magee e Bach, 1962) e che particelle virali immature sono presenti nelle cellule trattate con tale sostanza (Easterbrook 1962) che non inibisce l'uncoating del virus infettante né l'induzione della sintesi di enzimi precoci. Tuttavia il DNA virale prodotto non veniva rivestito dalle proteine virali né appariva nelle particelle mature, tali dati suggerivano una interferenza dell'IBT sulla sintesi delle proteine virali strutturali (Woodson e Joklik,1965). Conclusioni Gli esperimenti descritti si possono sintetizzare come segue, utilizzando l'interpretazione a livello molecolare espressa da Joklik (1968) per il virus vaccinico: nelle cellule infettate con virus erpetici in presenza di Bergerital l'RNA messaggero è

trascritto normalmente all'incirca per 3 h, mentre non lo è più successivamente, rendendoci conto del perché le subunità proteiche necessarie per la formazione di virioni maturi non sono formate. Il significato del tempo di inibizione è probabilmente dovuto al fatto che l'RNA messaggero virale formato dopo la 111 ora è trascritto dal genoma virale del virus neoformato ed è sensibile all'effetto degli inibitori studiati, dissociandosi dai ribosomi. L'esperimento fatto da Rita Saladino, Francesco Saladino, Giulio Tarro e Italo Saladino (1998) è stato condotto per determinare se l'inibizione di un nuovo virus erpetico infettivo da parte dei composti in studio s'accompagnava all'accumulo di composti virionici misurabili con la prova di fissazione del complemento. È da osservare che l'apparire dell'effetto citopatico e la sua progressione sono stati influenzati da Bergarital nel senso di un ritardo, con distruzione visibile delle colture cellulari nel controllo alla 24a h: invece le colture trattate mostravano scarsi fenomeni tossici (granulazione), più accentuati per maggiori concentrazioni, ed effetto citopatico virale che si completava 6-12 h più tardi. L'attività degli inibitori studiati, in gran parte inibenti la formazione di nuovo virus infettante, ma non modificanti per lo più la produzione degli antigeni virali strutturali è in accordo con altre osservazioni che indicano che la replicazione del DNA virale non è richiesta per la sua trascrizione in RNA messaggero specifico e di conseguenza per la produzione di proteine virali (Becker e Joklik, 1964; Easterbrook,1962). Prof. Giulio Tarro Primario emerito dell’Azienda Ospedaliera “D. Cotugno”, Napoli Chairman della Commissione sulle Biotecnologie della Virosfera, WABT – UNESCO, Parigi Presidente della Fondazione Teresa & Luigi de Beaumont Bonelli per le ricerche sul cancro.

Esiste un'epidemia ovina detta "lingua blu" che miete parecchie vittime ed ha falciato interi greggi nel territorio calabrese. Ebbene il bergamotto, particolare prodotto della Calabria può agire in due punti cruciali del ciclo di trasmissione dell'infezione. Il bergamotto agisce in prima istanza come antivirale e poi come antivettoriale cioè blocca la trasmissione del virus da parte dei moscerini inibendo per "idiosincrasia sensoriale" l'approccio di questi insetti che veicolano il virus e lo trasmettono al gregge. In un momento di particolare sensibilità dell'opinione pubblica nei riguardi di attacchi all'ambiente e all'equilibrio ecologico, la possibilità di poter usufruire di un prodotto naturale, non tossico, antivirale e antiparassitario, rappresenta una singolare fortunata combinazione per intervenire nei riguardi di questa epidemia, sempre attuale, ed inoltre come deterrente di altre potenziali epidemie senificando l'ambiente stesso (Tarro, 2015). Il bergamotto può essere quindi implicato contro "la lingua blu", ma anche contro le nuove malattie dovute a modificate condizioni ambientali o al sopravvenire di nuovi fattori che modificano l'epidemiologia di malattie già note (Morabito et al, 2017).

Cenni Bibliografici 1. Becker Y. and Joklik W.K.: Proc. Nati. Acad. Sci. U.S. 51: 577, 1964. 2. Calvarano I., Ferlazzo A. e Di Giacomo A. "sulla composizione cumarinica e furocumarinica dell'essenza di bergamotto", essenza Deriv. Agrumari, 49,12,1979. 3. Easterbrook K.B.: Virology 17:245,1962. 4. Joklik W.K.: Proceedings of the 2nd International Symposium on Medicai and Applied Virology, 1968. 5. Magee W.E. and Bach N.K.: Ann, New York Acad. Sci. 130: 80, 1995. 6. Morabito P. et al: Bergamot Review, Clin. Microb. Rev. In press, 2017. 7. Riva E.: L'Universo della piante medicinali. Trattato storico, botanico e farmacologico di 400 piante di tutto il mondo" Ghedina e Tassotti Editori, 1988. 8. Tarro G. reported by Morabito P., 2015. 9. Tarro G., Saladino F., Saladino I., Saladino R .. Eftect of Bergarital on virus replication, Italian Review of Medicai and Surgical Researches 2/4: 85-87,1998. 10. Woodson B. and Joklik W.K.: Proc. NatI. Acad. Sci. U.S: 54:946, 1965 Salutare 17


Alimentazione a cura del dr. Aniello Marco Giordano Farmacista

Zucchero: bianco, di canna grezzo o integrale Come si ottiene, differenze, benefici, rischi, proprietà cosmetiche e bio.

Lo zucchero, chimicamente saccarosio (condensazione tra glucosio più fruttosio) è ottenuto prevalentemente da due fonti: barbabietola da zucchero (specie botanica Beta Vulgaris Saccharifera) canna da zucchero (specie botanica Saccharum Officinarum).

Lo zucchero bianco, raffinato, purissimo, si ottiene prevalentemente dalla barbabietola da zucchero coltivata nelle zone temperate dell'emisfero boreale. Nelle regioni caldo-umide della fascia tropicale invece si coltiva la canna da zucchero dalla quale si ottiene zucchero di canna (integrale, grezzo). Come si ottiene La canna da zucchero si coltiva essenzialmente per talea, piantando in campo aperto i piccoli germogli nel periodo compreso tra febbraio e agosto. A completa maturazione la canna da zucchero raggiunge un'altezza che oscilla dai 3 ai 6 metri, con un fusto largo circa 2-5 cm. Una volta matura, la canna da zucchero viene tagliata alla base, privata delle foglie, sminuzzata e spremuta per ricavarne un succo dolce chiamato "sugo leggero". La parte legnosa, detta "bagasse", è destinata alla produzione di combustibile; il sugo leggero invece, viene purificato con "latte di calce" e filtrato accuratamente. Rimossa la parte acquosa con un processo di evaporazione, si ottiene un liquido particolarmente concentrato. Questo viene poi separato mediante centrifugazione a freddo per dare origine allo zucchero grezzo (solido, cristallizzato) e al melasso (liquido). In questa forma, lo zucchero grezzo di canna contiene solo il 2% circa di impurità ed è finalmente pronto per il consumo. In alcuni casi viene invece sottoposto a un ulteriore processo di raffinazione, che lo rende equivalente al classico zucchero da cucina. Differenze tra lo zucchero integrale di canna e lo zucchero grezzo di canna Saltando il processo di raffinazione chimica o attuandolo solo in parte si ottiene il cosiddetto “zucchero integrale di canna”. Lo zucchero integrale di canna NON va confuso con lo “zucchero grezzo di canna”.

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Quest'ultimo, infatti, avendo subito il processo di raffinazione, è molto simile a quello ottenuto dalla barbabietola. Il suo colorito giallo-beige non deve ingannare, poiché è conferito dall'addizione di piccole quantità di melassa o caramello. Non potendosi basare sul semplice colore, per giudicare la qualità di uno zucchero di canna occorre osservare qualche particolare in più. Se, per esempio, si presenta sottoforma di cristalli uniformi per dimensioni e colore, si tratta con tutta probabilità di zucchero grezzo; al contrario, se sono presenti cristalli più o meno grandi e con diverse sfumature scure, è più facile che si tratti di zucchero integrale.


Proprietà Caratteristiche nutrizionali dello zucchero di canna GREZZO Lo zucchero comunemente identificabile come zucchero di canna, quello bruno a cristalli regolari (ovvero GREZZO), è fondamentalmente identico al tanto odiato zucchero bianco di barbabietola. La maggior parte delle proprietà che gli vengono attribuite sono quindi false, o meglio, appartengono ad altri tipi di zucchero di canna. Quello grezzo ha la stessa composizione chimica e lo stesso impatto metabolico del saccarosio bianco di barbabietola. Le classiche bustine di zucchero di canna appartengono a questa categoria. Caratteristiche nutrizionali dello zucchero di canna INTEGRALE rispetto allo zucchero tradizionale (saccarosio da barbabietola da zucchero), quello INTEGRALE di canna contiene una minor percentuale di saccarosio (10-15% in meno), mentre è più ricco di sali minerali (calcio, fosforo, potassio, zinco, fluoro, magnesio) e vitamine (A, B1, B2, B6 e C). Il potere calorico è inferiore, tant'è vero che 100 grammi di zucchero di canna integrale apportano 356kcal contro le 392kcal del tradizionale saccarosio bianco da barbabietola. Diversi tipi di zucchero di canna integrale. La melassa estratta dopo la macinazione dei fusti viene sottoposta ad essiccamento, e proprio in base a come viene essiccata, si ottengono: -il Panela che viene fatto essiccare sotto

forma di panetti e dopo grattugiato. In generale, impariamo a razionalizzare È ideale per dolcificare le bevande le dosi di zucchero, a ridurre il numero di in quanto non copre i sapori; cucchiaini, apprezziamo i sapori e i colori -il Mascavo viene nel processo di della natura. essiccamento continuamente mescolato e scosso. Si formano così dei granuli più grossolani di dimensioni diverse. Viene utilizzato in cucina in velocità di turn-over cellulare, produce un quanto si amalgama facilmente con gli altri incremento dell’attività dei fibroblasti e della ingredienti. produzione di collagene ed elastina. Zucchero di canna BIO Se scegliamo di consumare zucchero sarebbe bene orientarsi sullo zucchero di canna integrale preferibilmente biologico e del commercio equo e solidale. Questo tipo di zucchero ha un impatto più basso sulla natura, filiera controllata e a favore dei paesi in via di sviluppo. Si tratta sempre comunque di zucchero ma in questo caso almeno è un prodotto poco raffinato e quindi rimangono intatte le proprietà nutrizionali dell’alimento originario. Proprietà cosmetiche dello zucchero di canna INTEGRALE Lo zucchero di canna contiene il più piccolo tra gli alfa-idrossi acidi: l’acido glicolico. Il suo ridotto peso molecolare ne favorisce l’assorbimento nello strato corneo. La sua attività è legata alla capacità di ridurre le forze di coesione tra i corneociti per azione diretta sui desmosomi. L’esfoliazione dello strato superiore dell’epidermide ed il conseguente aumento della

Grazie alle sue proprietà cheratolitiche, è impiegato per la formulazione di prodotti cosmetici ad attività esfoliante, antiaging, antiacne e schiarenti. Nei prodotti per lo skin-care si utilizza generalmente in concentrazioni comprese tra il 10 e il 15% per ottenere l’effetto esfoliante. A concentrazioni più basse (inferiori al 10%) favorisce l’idratazione della cute. L’utilizzo a concentrazioni elevate è più indicato ad uso dermatologico perché può risultare irritante. Riflessioni sull'utilizzo di prodotti integrali Le nostre attività neuro-sensoriali sono rivolte verso l’ordine e la precisione ed è per questo che siamo attirati verso un prodotto bianchissimo, purissimo con granulometria omogenea, dimenticando talvolta i benefici dei prodotti integrali. La natura crea materie prime che noi, attraverso la trasformazione razionale, possiamo utilizzare per l’arte-cultura culinaria, cosmetica, ottenendo proprietà, sapori e profumi diversi, sempre più ricercati, ma che sanno di Natura.

ZUCCHERO BIANCO deriva principalmente dalla barbabietola da zucchero dopo opportuni processi di raffinazione e sbiancamento

ZUCCHERO DI CANNA GREZZO ricavato dalla canna da zucchero trattata e raffinata. Il colore dorato è indice di residui di melassa nella lavorazione.

ZUCCHERO DI CANNA INTEGRALE processo di raffinazione avvenuto in parte o assente. Si riconosce dalla granulometria non omogenea e dal colore più intenso.

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Riabilitazione a cura della dr.ssa Luciana Pagano Spec. in Medicina Fisica e della Riabilitazione

La riabilitazione dopo microdiscectomia cervicale La microdiscectomia è una opzione chirurgica adoperata con efficacia per la cura e la terapia dell'ernia e della discoartrosi cervicale. Queste alterazioni della normale configurazione della colonna vertebrale possono infatti provocare condizioni patologiche complesse a carico dell'area cervicale.

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Approccio anteriore Che cos’è la microdiscetomia? La microdiscectomia è una tecnica chirurgica che può essere eseguita per via posteriore o anteriore, quando possibile l'approccio preferito è quest'ultimo che consente di stabilizzare il rachide cervicale, di ristabilire la giusta distanza tra i dischi vertebrali e di mettere fine al conflitto con le strutture nervose rimuovendo le cause che provocano il dolore e altri sintomi associati alla compressione delle radici nervose o del midollo spinale. Con l'espressione approccio anteriore si indica, appunto, che l'intervento viene eseguito solo frontalmente, minimizzando l'invasività chirurgica. L'intervento chirurgico si rende necessario quando i farmaci e i trattamenti riabilitativi non sono in grado di alleviare i sintomi dolorosi, diventano inefficaci oppure quando il paziente lamenta problemi e deficit neurologici collegati quali debolezza muscolare, disturbi motori, formicolii, intorpidimento e scosse elettriche al braccio (parestesie), difficoltà di movimento, paresi, mal di testa. In particolare, la chirurgia è quasi sempre la soluzione terapeutica più adeguata in presenza di discoartrosi con compressione del midollo spinale ed eventualmente mielopatia. Per stabilizzare l'area tra due o più dischi si procede, se necessario, al posizionamento di una o più strutture a gabbietta, dette cage, realizzate in materiali affidabili e di ultima generazione come ad esempio il titanio, per ristabilire la giusta distanza tra i dischi. Follow up Dopo un intervento chirurgico sulla colonna cervicale il paziente viene richiamato per monitorare la stabilizzazione e la fusione ossea dei componenti. Si tratta di un programma di visite ed esami diagnostici che il paziente deve seguire in maniera scrupolosa. Il supporto principale per garantire il successo dell'intervento è il trattamento riabilitativo.

Si tratta di un percorso che viene creato su misura per ogni paziente a seconda della procedura chirurgica effettuata, l'età, le richieste funzionali, le menomazioni e le disabilità pre-intervento e le priorità del paziente. Gli obiettivi del programma di recupero sono: 1. educazione del paziente 2. riacquisizione dei normali movimenti e della flessibilità del rachide 3. rinforzo dei muscoli stabilizzatori 4. rieducazione alla corretta postura del rachide 5. recupero del controllo della colonna durante le attività. Attraverso il ricorso a esercizi di propriocezione, di coordinazione, di stabilizzazione del rachide e di equilibrio. Studi dimostrano che la riabilitazione precoce, dopo intervento chirurgico, conduce ad un recupero funzionale più rapido e ad un ritorno alle attività della vita quotidiana e lavorative più precoce rispetto all’inattività o ad un periodo di riposo prolungato. A discrezione del medico fisiatra durante il percorso riabilitativo è possibile il ricorso a terapie fisiche, quali ad esempio la TENS, ossia la stimolazione elettrica transcutanea con finalità analgesico antalgiche di estrema efficacia, di facile utilizzo e basso costo. Conclusioni Chiara risulta l'importanza della stretta collaborazione tra il fisiatra, il neurochirurgo e il fisioterapista. Il paziente deve imparare ad approcciare la figura del fisiatra come il medico con il quale decidere l'approccio terapeutico più appropriato e, nel caso di una scelta chirurgica, come il medico che lo dovrà necessariamente seguire nel post-intervento ottenere la risoluzione del dolore, della contrattura muscolare, della perdità di forza agli arti superiori, dei disturbi dell'equilibrio, delle vertigini posizionali e della sintomatologia brachialgica.


Dermatologia a cura del dr. Antonio Del Sorbo - Dermatologo www.ildermatologorisponde.it

L’esame del capello mediante tricoscopia La tricoscopia può essere utile sia ai fini diagnostici che per valutare l’andamento di una terapia farmacologica. Il dermatoscopio manuale (o digitale) è uno strumento a disposizione di ogni dermatologo e consente di osservare con adeguato ingrandimento, eventuali anomalie del fusto del pelo (es. tricoressi nodosa, sindrome di Bjornstad) o del cuoio capelluto (es. squame seborroiche, squame psoriasiche). La tricoscopia o dermatoscopia del cuoio capelluto è una metodica rapida e non invasiva utilizzata in dermatologia per l’osservazione delle patologie dei capelli e del cuoio capelluto (es. alopecia androgenetica, alopecia areata, dermatite seborroica, psoriasi). Nel follow up dell’alopecia areata è possibile ricercare la comparsa di piccoli peli e valutare l’efficacia della terapia. La dermatoscopia del cuoio capelluto, analogamente a quanto già avviene per la dermatoscopia tradizionale dei nevi (cosiddetta mappatura), permette in pochi minuti al dermatologo di osservare specifici pattern non visibili con l’osservazione diretta a occhio nudo. Recenti studi stanno confermando l’utilità della tricoscopia nel monitoraggio di alcuni markers tricologici specifici (es. vasi ad albero, capelli a punto esclamativo, punti bianchi, punti gialli, capelli distrofici, depressioni peripilari, follicoli vuoti, black dots, red dots, ipercheratosi perifollicolare a manicotto). Come per le altre branche della dermatologia, anche in tricologia medica la diagnosi è essenzialmente clinica. Solitamente una buona anamnesi è un esame

obiettivo accurato permettono allo specialista dermatologo di distinguere facilmente un’alopecia androgenetica da un’alopecia areata o da altre manifestazioni apparentemente simili, senza dover ricorrere necessariamente al tricogramma o a tecniche digitali come la tricoscopia. In alcuni casi dubbi, metodiche come il tricogramma e l’osservazione del cuoio capelluto in dermatoscopia possono aggiungere informazioni utili al dermatologo al momento della visita specialistica. In alcuni casi selezionati al momento della visita il dermatologo può richiedere un checkup mirato a quel determinato sospetto clinico (es. dosaggio ferritina, sideremia, prolattina, ecografia ovarica, immunocomplessi circolanti) evitando di far effettuare lunghe batterie di esami spesso costosi e poco utili. La tricoscopia è una tecnica di diagnostica rapida e non invasiva, relativamente recente, dal momento che il termine tricoscopia è comparso nella letteratura medica soltanto nel 2006. L’osservazione della densità dei capelli per campo (densitometria), dello spessore del fusto e dei pattern dermatoscopici tricologici (es. vasi ad albero, vasi a forcina, punti gialli, etc), consente al dermatologo di confermare quanto già riscontrato con l’anamnesi, l’esame obiettivo e la valutazione di eventuali esami ematochimici o strumentali.

e i capelli a fiamma della tricotillomania, i vasi ad albero (arborizing vessels) della dermatite seborroica e le depressioni peripilari (segno di infiammazione) dell’alopecia androgenetica. Un altro quadro tricoscopico di frequente osservazione soprattutto nell’alopecia androgenetica è dato dalla presenza diffusa di capelli che emergono singolarmente da ciascuna unità follicolare (single hair pilosebaceous units). In presenza di alopecia androgenetica, si può riscontrare alla tricoscopia, una differenza di calibro dei capelli (hair diversity diameter), maggiore del 20%, fenomeno noto in dermatologia come anisotricosi e dovuto alla presenza di capelli miniaturizzati. La dermatoscopia classica a 10 o 20 ingrandimenti, permette già di evidenziare alcuni dettagli poco visibili a occhio nudo, mentre in altri casi, il dermatologo può decidere di ricorrere a ottiche con maggiore ingrandimento.

Tra i markers dermatoscopici di più comune osservazione in tricoscopia, ricordiamo i cosiddetti capillari a forcina (twisted red loops) della psoriasi del cuoio capelluto, i vasi a serpentina di alcune alopecie cicatriziali, i capelli a tulipano Salutare 21


Alimentazione a cura della dr.ssa Noemi Carfora Biologa - Nutrizionista

Dieta nel diabete mellito Il diabete si combatte a tavola e con lo sport. Il diabete mellito è un’alterazione metabolica caratterizzata da aumento dei valori glicemici plasmatici e talora dalla presenza di zucchero nelle urine. Se non seguito e controllato nel tempo può portare a severe manifestazioni cardiovascolari e metaboliche.

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Esistono due tipi di diabete: il diabete di tipo 1 causato da mancanza di insulina, più raro e ad insorgenza giovanile e il diabete di tipo 2, in cui esiste un cattivo funzionamento dell’insulina, che fa spesso parte di una complessa sindrome metabolica ed è tipico dell’età più avanzata. La dietoterapia rappresenta nel diabete mellito un elemento cardine sia in associazioni con farmaci ipoglicemizzanti e/o insulina o analoghi dell’insulina, sia talora, come unico provvedimento terapeutico. Lo scopo della terapia dietetica non è solo quello di ottenere una riduzione dei valori glicemici ma di raggiungere anche una riduzione del peso corporeo. La regolazione dell’apporto calorico è più evidente nel diabete di tipo 2, in cui l’obesità è presente in 70-80% dei pazienti. Nel diabete di tipo 1, invece, è caratterizzato in genere da un peso corporeo che rientra nei valori normali o anche inferiori. La scelta degli alimenti deve valutare l’equilibrio tra glucidi e lipidi evitando un eccesso di lipidi a scapito della quota glucidica. Il controllo dei valori glicemici deve tener conto che la regolarità dell’introduzione calorica e degli orari di pasti e spuntini è importante, soprattutto in caso di associata terapia insulinica, per evitare crisi ipoglicemiche. Un concetto importantissimo da comprendere è l’Indice Glicemico che valuta la capacità dei vari alimenti di innalzare la glicemia in rapporto a pari quantità di glucosio assunto per via orale. Le calorie fornite da vari principi alimentari sono: 1g di glucidi, che corrispondono a 4 calorie, e possono essere ad assorbimento molto rapito (frutta, miele), rapido (latte, latticini e uova) o lento (cereali, patate, legumi, banane); 1g di lipidi che corrispondono a 9 calorie e 1g di protidi a 4 calorie. Vi sono, cioè, alimenti che danno aumenti del 70-80% quali carote, patate, miele, riso; alimenti

che aumentano di un 50-70% come banane, uva, pasta e riso integrale e alimenti che presentano un IG inferiore a 50%, tra cui pasta integrale, fagioli, fagiolini, ceci, lenticchie, mele, arance e yogurt. Un approccio alla dieta nel diabetico è quindi non tanto nell'eliminazione dei carboidrati, che devono comunque rimanere la voce prevalente della dieta, 55-60% delle calorie giornaliere, ma nella scelta di carboidrati più appropriati per mantenere la glicemia il più possibile nei limiti. I grassi vegetali sono da preferirsi perché ricchi di acidi grassi polinsaturi, 10% di calorie giornaliere, prevengono il processo di aterosclerosi e sono presenti nei pesci, in alcuni oli vegetali spremuti a freddo. Sono da controllare a causa del loro elevato tenore calorico che potrebbero provocare un incremento ponderale,


14 novembre giornata mondiale del diabete svantaggioso in questa patologia. Le proteine, invece, contenute in carne, pesce, uova, latte e nei loro derivati devono costituire il 20-30 % delle calorie totali. Nel caso di un paziente diabetico mangi fuori casa, si ricordi di evitare bevande zuccherate, salumi, maionese, salse, ordinare prosciutto magro, pesci, formaggi light, carni alla griglia e ai ferri. Per quanto riguarda invece la dieta del bambino diabetico, essendo un organismo in accrescimento, è utile lasciare che si alimenti a sazietà rispettando e mantenendo costanti diversi componenti della dieta. Nel caso dell’anziano diabetico, occorre ricordare che all’opporto calorico si riduce, mentre cresce il fabbisogno vitaminico, di calcio, fluoro, ferro e fibre soprattutto, perché riducono la velocità di assorbimennto dei nutrienti e quindi stabilizza la glicemia. È fondamentale, quindi, l’educazione del paziente diabetico ad una serena conoscenza della propria malattia e ai principi nutrizionali che ne conseguono, senza mai dimenticarci di praticare passeggiate quotidiane.

Una malattia spesso subdola, poco conosciuta, e per questo a volte curata male o in ritardo. Eppure di diabete ne soffrono oltre 400 milioni di persone adulte nel mondo e le stime per il futuro non sono incoraggianti: entro il 2040 ci saranno quasi 650 milioni di malati. Per questo il diabete è al centro di una Giornata Mondiale, istituita nel 1991 dall'International Diabetes Federation e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che si svolgerà il 14 novembre. Ma dal 6 al 18 novembre saranno centinaia in tutta Italia le iniziative legate alla conoscenza e alla prevenzione della malattia. Il tema della Giornata del 2017, organizzata in Italia da Diabete Italia onlus, è “Le donne ed il Diabete: il nostro diritto a un futuro sano”. Al centro ci sarà infatti il diabete gestazionale, ovvero quello che viene sviluppato durante una gravidanza. Un bambino

su sette nasce da una madre cui è stato diagnosticato il diabete gestazionale. Inoltre le donne che soffrono di diabete sono circa 199 milioni nel mondo e due donne con diabete su cinque sono in età riproduttiva.

attraverso l’accesso facilitato a percorsi di educazione sanitaria sui corretti stili di vita, rafforzerebbe la loro capacità di prevenire il diabete tipo 2 nelle loro famiglie e di migliorare la salvaguardia della loro stessa salute.

Le donne in gravidanza, sia che soffrano già di diabete sia che lo manifestino durante l’attesa, necessitano quindi di un migliore accesso alle cure e di percorsi terapeutici adeguati e positivi per la loro salute e quella del loro bambino: il diabete durante la gravidanza può causare vari problemi, sia per la donna che per il feto. Promozione della salute e diagnosi precoce del diabete devono far parte di ogni visita preconcezionale ed è necessario effettuare lo screening per il diabete gestazionale in tutte le donne a rischio secondo i tempi previsti dalle linee guida.

Durante la Giornata Mondiale del Diabete e nei giorni che vanno dal 6 al 18 novembre verranno coinvolte 500 città d’Italia con centinaia di eventi. Nei gazebo e nei banchetti organizzati dai volontari sarà possibile per i cittadini valutare il rischio di sviluppare il diabete nei prossimi anni, compilando un semplice questionario e ricevere suggerimenti e materiale informativo dedicati alla prevenzione e alla corretta gestione del diabete.

La maggior parte delle donne che ha presentato un diabete gestazionale alla fine della gravidanza ritorna alla normalità ma circa il 35% continua a presentare un elevato rischio di sviluppare un diabete di tipo 2 entro cinque – dieci anni; questa probabilità si riduce con un attento monitoraggio (la donna deve effettuare un test da carico dopo 6 settimane dal parto ed eventualmente ripeterlo nel tempo) con una corretta alimentazione e con l’attività fisica se la mamma allatta il suo bambino. Inoltre i bimbi nati da una madre che ha presentato diabete gestazionale possono andare incontro a sovrappeso e obesità e se non seguono stili di vita adeguati potrebbero sviluppare un diabete anche in giovane età. Pertanto l’empowerment delle donne e delle ragazze,

A livello locale verranno organizzati moltissimi eventi collaterali: conferenze stampa, convegni, dibattiti pubblici, incontri con le autorità locali, spettacoli e, come in altre parti del mondo, illuminazione in blu di numerosi monumenti; grande spazio anche alla prevenzione con passeggiate, mini-maratone, fit-walking, ed altre attività sportive. Oltre alle piazze tante anche le iniziative in ambulatorio e nei consultori: i medici di medicina generale saranno a disposizione per misurare il rischio e dare suggerimenti idonei per prevenire o ritardare l’insorgenza del diabete, e saranno attivi anche gli ambulatori di diabetologia e di diabetologia pediatrica. Non mancheranno focus e iniziative di sensibilizzazione presso i consultori e le scuole superiori. a cura dell'Ufficio Stampa Diabete Italia Onlus

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Pedagogia a cura del dr. Gerardo Pistillo Pedagogista

Il Metodo Eucalculia® Un valido aiuto per le persone con difficoltà negli apprendimenti logico-matematici.

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La Pedagogia Clinica è una scienza educativa che rivolge la propria azione a persone di tutte le età. L’obiettivo è aiutare l’essere umano a maturare gradualmente nell’esperienza una maggiore autonomia nella gestione delle proprie difficoltà. Diversi metodi di cui essa si avvale si rivolgono prevalentemente ai bambini e agli adolescenti. Tra questi troviamo il Metodo Eucalculia®, finalizzato a ridurre le difficoltà di calcolo e quelle relative agli apprendimenti logico-matematici. Nella fase iniziale del percorso pedagogico clinico, come sempre, è di fondamentale importanza provvedere alla definizione di un setting idoneo, che dovrà sempre essere accogliente e favorire un clima di fiducia e di simpateticità, alla rilevazione dello stato di disagio e alla conduzione proficua della diagnosi pedagogico-clinica, alla verifica in profondità delle PAD, potenzialità, abilità e disponibilità detenute dalla persona. Tuttavia, pur rimanendo lontani, in qualità di educatori, da modelli diagnostici stigmatizzanti ed etichettanti, risulta comunque utile elencare le diverse tipologie di discalculia che la ricerca pedagogica ci ha permesso di individuare. Oltre all’acalculia, alla paracalculia e alla oligocalculia possiamo infatti distinguere tra la discalculia verbale, la disprassicalculia, la disgnosicalculia, la discronicalculia, la discalculia grafica, la discalculia ritmica, la discalculia ideognosica e la discalculia operazionale. Sussistono inoltre dei casi in cui carenze e deprivazioni ambientali potrebbero aver determinato uno svantaggio e portato così alla strutturazione di pseudo-acalculie, di pseudodiscalculie, di pseudo-oligocalculie. Gli impacci riscontrabili più di frequente quando una o più delle condizioni sopra descritte risultano presenti riguardano prevalentemente l’impedimento a scrivere i numeri che vengono dettati, a scrivere i numeri in lettere, a copiare i numeri, ecc. Ricorrono poi insufficienze nel classificare gli eventi in ordine temporale e ad organizzarli in sequenze logiche;

nel ricordare i nomi dei giorni, dei mesi e le date di nascita; nel leggere i numeri a più cifre, ecc. Altrettanto frequenti risultano essere la tendenza a scambiare e a confondere cifre che presentano un aspetto simile; ad effettuare trasposizioni; difficoltà a memorizzare sequenze più o meno brevi di numeri; difficoltà conclamate nel riferire verbalmente il numero di oggetti presentati e a classificarli per ordine di grandezza, di quantità, ecc.; difficoltà a definire e a comparare distanze; difficoltà nell’orientamento spaziale e temporale; difficoltà ad eseguire calcoli più o meno semplici, sia sulla carta che mentalmente, ecc. L’obiettivo dell’intervento di aiuto, contro ogni pratica di addestramento fondata sulla ripetizione di esercizi, consisterà nel favorire esperienze “ludiche” attraverso le quali si potrà far leva sull’enorme bagaglio di potenzialità di cui la persona è in possesso. La maggior parte delle tecniche e delle esperienze che il pedagogista clinico propone al bambino attraverso il Metodo Euclaculia® consentono infatti di risvegliare la manualità, la tattilità e l’abilità logica; di stimolare l’apprendimento, l’emergenza di nuove modalità espressive, di orientamento e di gestione di sé nello spazio. Nel fare ciò, la curiosità personale sarà risvegliata per mezzo di una vasta gamma di sollecitazioni, di esperienze musicali, coreografiche, ritmiche e cinestetiche, di riscoperta creativa del proprio corpo, delle proprie possibilità di relazione e di organizzazione di sé nell’ambiente circostante. Attraverso l’uso integrato di altri metodi, il pedagogista clinico punterà ad un recupero psico-emozionale del bambino, per educarlo (dal lat. exducere, “trar fuori”), in nome di un’autentica azione maieutica, alla scoperta di risorse, di potenzialità e capacità inedite tenute bloccate nel disagio. Bibliografia G. Pesci, La persona con difficoltà negli apprendimenti logico-matematici, Edizioni Scientifiche Isfar, Firenze 2002. G. Pesci, M. Mani, Dizionario di pedagogia clinica, Edizioni Scientifiche Isfar, Firenze 2013.


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L'avvocato risponde a cura dell'avv. Gianpiero De Cicco resp. legale Associazione 'La Mano'

• Gentile Avv., ho effettuato un intervento al ginocchio, l’intervento sembrava essere stato eseguito correttamente, tanto che ho lasciato la struttura assumendomi ogni responsabilità. Dopo circa 15 gg sono ritornato, in via informale, dal chirurgo che aveva eseguito l’intervento; quest’ultimo mi ha prescritto una terapia antibiotica. Nonostante ciò, la mia situazione, dopo un miglioramento iniziale, andava peggiorando tanto da costringermi ad andare al vicino Ospedale nel reparto PS. Ivi giunto mi venne comunicato che non c’era posto ed andavo via, ci sono profili di responsabilità? • Gentile lettore, dal suo racconto, che ritengo sommario e lacunoso, emergono delle incongruenze e delle mancanze che, per quanto da lei riferito non ritengo possano ascriversi all’operato dei sanitari. Mi limiterò ad operare delle brevi riflessioni in merito. In primis, sembra doveroso sottolineare che la degenza ospedaliera successiva all’intervento è stata, come da lei riferito, interrotta da una decisione non riconducibile ad una valutazione dei sanitari

• Egr. Avv. a seguito di un'intervento chirugico, si è verificata un'infezione riconducibile ad una non corretta disinfenzione e sterilizzazione ambientale e/o strumentale. Ci sono profili di responsabilità? T.T.

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scrivi a: legale@salutare.info Le note inviate in redazione risultano parzialmente pubblicate. Le risposte fornite risultano di carattere interlocutorio non possono considerarsi un parere legale.

• Gentile lettore, dalle esiguità di quanto esposto, mi risulta particolarmente difficile fornirle una mia opinione in merito. Mi limiterò ad enunciare alcuni principi in merito. L'equìpe operatoria rappresenta nel complesso una delle più importanti sorgenti di microrganismi responsabili di infenzioni in chirurgia; dovrebbe indossare abbigliamento pulito, copricapi che non perdono fibbre e che coprono l'intera capigliatura nonchè mascherine filtranti l'aria respirata. I sanitari, prima di ogni intervento chirurgico, al fine di evitare ogni contaminazione, dovrebbero

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bensì da una sua espressa richiesta. D’altro canto, il paziente che è capace di intendere e di volere può lasciare l’ospedale per sua espressa volontà anche contro il parere del medico ma deve sottoscrivere una precipua dichiarazione con la quale si assume ogni responsabilità in merito. Pertanto, anche alla luce di ciò risulterebbe arduo ricondurre le complicanze a lei insorte all’operato del chirurgo ovvero ad un errato trattamento terapeutico. Le consiglio quindi di rivolgersi ad un perito al fine di comprendere e valutare attentamente ogni aspetto clinico – sanitario della sua vicenda (ivi comprese l’iter terapeutico prescrittole successivamente), in modo tale da evitare azioni giuridiche infondate e temerarie. Ad ogni modo, altresì anomalo appare quanto da Lei riferito in merito ad una mancata ospedalizzazione ad opera del reparto di PS presso cui si è recato atteso che la struttura ospedaliera qualora impossibilitata al ricovero di un paziente ed in presenza di patologie che impongano ciò, risulta gravata dall’onere di predisporre il trasferimento dello stesso presso altra struttura ospedaliera che abbia disponibilità. Spero di averle fornito qualche spunto di riflessione.

seguire nel lavaggio di mano ed avambraccio un precipuo iter protocollare sia nella tempistica che nelle modalità. Ad ogni modo, nonostante l'identificazione precisa dei microrganismi responsabili che causano l'infezione, non è mai possibile individuare l'esatto momento e/o la fonte del contagio; motivo per il quale, in assenza di carenze dei sanitari in merito alla fase di diagnosi e cura delle complicanze infettive, nel mondo giuridico risulta molto difficile individuare una responsabilità degli operatori. Ovviamente, nel suo caso andrebbe operata un'attenta disamina dell'intera cartella clinica per comprendere attentamente la tipologia della complicanza infettiva e la sua possibile genesi in merito al mancato rispetto del protocollo.


Prevenzione a cura del dott. Aniello Cerullo

Conoscere la scoliosi La scoliosi strutturata tridimensionalmente non è riducibile volontariamente ed è pericolosa perché può peggiorare addirittura di un grado al mese nel periodo di crescita rapida durante lo sviluppo puberale e di un grado all’anno al termine dell’accrescimento. Il principale segno di allarme è la gibbosità e cioè l’alterazione del normale simmetrico profilo del torace. La semplice flessione anteriore del tronco (segno di ADAMS) evidenzia facilmente la gibbosità o salienza. Nella fase iniziale la gibbosità è minima, ma è indispensabile descriverla e misurarla (uso del gibbometro) per valutarne l’evoluzione al controllo successivo dopo 3 o 6 mesi. La diagnosi precoce e le cure devono essere svolte da personale specializzato, perché sono numerosi i tipi di scoliosi. Per una visita accurata della colonna vertebrale lo specialista ortopedico deve conoscere: - anamnesi familiare - anamnesi fisiologica (menarca nelle ragazze e prima rasatura nei maschi) - anamnesi patologica remota - anamnesi patologica prossima. Nell’esaminare la colonna vertebrale alla stazione eretta si controllano: - disassiamento e disequilibrio - obliquità pelvica - asimmetria del triangolo della taglia - asimmetria del torace - elevazione della spalla - scapole alate - anteposizione delle spalle - scapola sporgente - segni di ipercromia cutanea sulle apofisi spinose - lordosi lombare

Nell’esame in flessione anteriore del tronco si controllano: - salienza dorsale - salienza dorso-lombare - salienza lombare - cifosi - rigidità - mobilità Si controllano inoltre la marcia, il peso, l’altezza del corpo intero e della colonna. Al fine della prevenzione delle deformità è consigliabile un facile programma di screening eseguito da personale qualificato.

dott. Aniello Cerullo

L’anamnesi minuziosa (anche delle malattie familiari) e l’accurato esame clinico sono la base per la stesura del piano di trattamento, che deve essere svolto da professionisti esperti nel trattamento delle deformità vertebrali (medici, fisioterapisti, tecnici ortopedici, psicologi, ecc.). PIANO FRONTALE

Per una diagnosi precoce è utile tener conto dell’ereditarietà e considerare l’età di insorgenza della scoliosi, solitamente durante la scuola secondaria di primo grado, (nel periodo del menarca per le ragazze e “prima rasatura” nei ragazzi). PIANO SAGITTALE

Dinanzi al disequilibrio del tronco, all’asimmetria dei triangoli della taglia e/o alla salienza di cm 0,5 spesso anche il professionista più esperto non è in grado di valutare se la scoliosi sia evolutiva o meno; ben diversa sarà la valutazione se dopo 3-6 mesi la salienza misurerà cm 1 ed i triangoli della taglia saranno molto più asimmetrici: ovviamente descriviamo fenomeni che avvengono all’epoca dello sviluppo.

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Alimentazione

Centrifugati Centrifugato di mela, verza e miele Utili consigli e idee per realizzare succhi al 100% naturali. Preparati in mix di tutte le varietà di frutta o verdura fresche senza aggiunta di zucchero, che vi daranno l'aiuto necessario per ottenere dei succhi puri, deliziosi ed eccellenti per la salute, dal sapore incomparabile. Grazie alla combinazione di verdure e frutti ricchi di vitamine, minerali e oligoelementi, essenziali per il corpo, farete il pieno di energia e vitalità.

Mela: un frutto che non ha stagione, ricca di sostanze nutritive, poche proteine e zuccheri, quasi nessun grasso. Contiene la vitamina B che aiuta a controllare il nervosismo e la stanchezza inoltre favorisce la digestione e rinforza capelli e unghie. Verza: è uno degli ortaggi più sani, contiene pochi grassi ed è ricca di fibre indispensabili per l’organismo, aiutano a tenere il livello del colesterolo sotto controllo. Ha proprietà antinfiammatorie e anti invecchiamento. Inoltre contiene molte vitamine e sali minerali. Miele: nell’antichità veniva considerato come il “cibo degli dei”. Contiene un’alta concentrazione di fruttosio, viene usato in ambito alimentare, medico e cosmetico. Preparazione: 7/8 foglie di verza, una mela tagliata a tocchi e centrifugate. Aggiungete un cucchiaino di miele e fatelo sciogliere. Una centrifuga sana, il tocco del miele aiuta a rendere il tutto più dolce.

Centrifugato di zucchine, prezzemolo, sedano, mela verde e spinaci Zucchine: contengono poche calorie, pochi grassi e pochi zuccheri, sono ricche di vitamine e potassio. Sono composte di acqua per il 95%. Hanno proprietà diuretiche, lassative e antinfiammatorie. Favoriscono la digestione. Prezzemolo: è molto presente nella cucina italiana. È ricco di flavonoidi con azioni antiossidanti, sali minerali, vitamine, proteine e carboidrati. Proprietà che aiutano a ritardare l’invecchiamento cellulare fra cui ipotensive, diuretiche e lassative. Sedano: composto per la maggior parte d’acqua. Contiene sali minerali e fibre. Ha proprietà depurative e rimineralizzanti. Agisce come calmante sul sistema nervoso. Spinaci: contengono vitamine, sali minerali, aminoacidi. Hanno un’azione preventiva sugli occhi, ricchi di luteina, un carotenoide che va a depositarsi negli occhi. Hanno proprietà antinfiammatorie, lassative e aiutano ad eliminare le tossine. Hanno anche un’azione protettiva per lo stomaco. Preparazione: tagliate gli ortaggi a tocchi e centrifugate. 28 www.salutare.info


Welcome BioChef Axis! Per digerire un frutto in modalità solido è noto che i tempi di digestione sono notevolmente prolungati, difatti il nostro organismo impiega alcune ore per la completa digestione, mentre assumendo frutta e verdura in consistenza liquida i tempi sono abbondantemente abbreviati, circa una ventina di minuti. Questa breve premessa ci fa capire quanto sia molto più efficiente assumere frutta e verdura grazie all’ausilio dell’estrattore di succo e di quanto sia importante assumere nutrienti essenziali per la nostra salute estratti a freddo, dove i componenti nutrizionali non vengono assolutamente alterati il che ci regala un reale apporto di vitamine. Qualche mese fa ho avuto la fortuna di conoscere un’azienda australiana, leader nell’ambito della costruzione di prodotti per il benessere, sto parlando della Vitality4life nata 20 anni fa in una tranquilla località di mare. Come prima esperienza ho avuto modo di verificare e constatare personalmente l’ottima qualità dei loro prodotti beneficiando dell’ottimo estrattore a freddo BioChef Axis di tipo orizzontale.

Centrifugato di fichi e carote. Ricco di potassio, ferro, calcio e vitamine. Ha proprietà lassative ed è utile in caso di infiammazioni alle vie urinarie o ai polmoni. Aiuta in caso di gastriti o stati febbrili. Ricca di beta carotene, fibre, vitamine e sali minerali. Ha effetti diuretici, galattogeni, antiossidanti e purificanti. Aiuta a combattere ulcere, gastriti, problemi al fegato e all’intestino. È un’ottima alleata della nostra pelle. Preparazione: pulite un paio di carote e tagliatele a pezzi. Sbucciate e tagliate un fico. Unite tutto e centrifugate.

Riesci a far mangiare ai tuoi bambini tranquillamente frutta e verdura? Io sinceramente ho sempre avuto difficoltà a far assumere a mia figlia tali cibi, considerati da lei “immangiabili”. Grazie all’estrattore riesco a fargli bere dei succhi eccezionali, con un mix di frutta e di verdura che nemmeno lontanamente immagina che siano al suo interno, eppure riesco ad apportargli un carico energetico non indifferente con questo “trucchetto”.

Centrifugato di pere, mele e limone Pera: ricca di polifenoli con azione antiossidante e di principi nutritivi, fibre, vitamine, zuccheri semplici e potassio. Ha proprietà antiossidanti e sazianti oltre a fornire energia immediata. Limone: è un agrume con molteplici benefici e proprietà. Contiene minerali e vitamine, soprattutto del gruppo C. Ha proprietà depurative e disintossicanti. Aiuta a regolarizzare l’intestino ed è utile nel contrastare la nausea, rafforza le difese immunitarie. Preparazione: tagliate a pezzetti una mela e una pera, aggiungete il succo di limone e centrifugate.

Voglio farvi conoscere un ottimo estrattore di succhi, che ha cambiato letteralmente il modo di assumere frutta e verdura nella mia famiglia, sto parlando dell’estrattore di succo BioChef Atlas Whole Slow Juicer di tipo orizzontale, prezzo al pubblico 349,00 euro. Dotato di funzione auto pulente e di una larga imboccatura per l’introduzione degli ingredienti, velocizzando notevolmente i tempi operativi nella preparazione degli estratti. È fantastico introdurre al suo interno una mela intera! BioChef Whole Slow Juicer è dotato di tecnologia EPT, il che vuol dire che durante il processo di estrazione non viene generato alcun calore né alcun tipo di attrito. Tutto il processo di estrazione avviene completamente a freddo lasciando così intatte tutte le sostanze nutritive e gli enzimi di frutta e ortaggi. Vitality 4 Life Italia è stata creata per diventare il tuo punto vendita di prodotti per la salute. Ha iniziato proponendo estrattori a freddo, ma ha poi ampliato la sua offerta di prodotti di qualità, includendo purificatori di acqua, macchine vibranti, attrezzature da Pilates e molto altro. di Sonja Stanzione www.vitality4life.it Salutare 29


Prevenzione a cura di Alessandro Gorga Esperto di sicurezza e salute sul lavoro

Sicurezza e salute sui luoghi di lavoro

La scienza dell'eccellenza - la cultura della manutenzione ll termine eccellenza fa riferimento a persone o cose che si collocano al di sopra della media, che sono perfetti secondo i criteri predefiniti dall’ambito in cui il concetto viene applicato (definizione tratta dai dizionari). Pertanto il riferimento all’eccellenza può essere utilizzato come stimolo ad at tività altamente qualificate e di capacità particolari. È dunque rivolto a persone o attività che abbiano criteri alti o di unicità. In base a quanto detto il concetto può essere legittimamente usato per una società competitiva, per gruppi di ricerca e istituzioni.

La scienza dell’eccellenza tende anche a selezionare le professionalità migliori, le più adatte per le istituzioni, per le società. Il metodo destinato a selezionare deve corrispondere a due requisiti per essere considerato valido: l’attinenza allo scopo e l’affidabilità. Pertanto stabilire il contesto di riferimento e l’affidabilità di un protocollo accurato che definisca procedure, piani o progetti. Ogni azienda piccola, media o grande che sia deve proiettarsi verso traguardi che puntino al raggiungimento dell’eccellenza, adottando strategie capaci di individuare i percorsi per raggiungere livelli di qualità e sviluppo orientati verso il primato dell’eccellenza. Tra gli obiettivi che l’azienda deve identificare come necessari per conseguire risultati che portino al riconoscimento dell’eccellenza, troviamo la cultura della manutenzione. Occorre che vengano definiti in modo chiaro ed efficace i principi e requisiti applicativi previsti nei piani di manutenzione. Il concetto di manutenzione è molto ampio, nel senso che non si concentra in un'unica attività ma prevede una pluralità di interventi che interessano il processo produttivo od operativo. In molte realtà aziendali il processo manutentivo si svolge a monte dell’intervento, nella cosiddetta “fase diagnostica” che individua possibili derive anomale e le cause che hanno determinato il guasto.

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La manutenzione è qualcosa che viene fatto prima, un fermo per guasto di un ciclo produttivo comporta costi economici spesso molto onerosi. Anche per quanto riguarda l’individuazione di quelle risorse umane che devono per competenza, capacità ed esperienza operare su macchine, impianti, sistemi, attrezzature, ecc. con un grado di professionalità ed autonomia idoneo nel settore manutentivo specialistico. La manutenzione è cruciale per il funzionamento del sistema produttivo, pertanto i piani devono prevedere corsi di formazione professionale sulla sicurezza e salute sul lavoro periodici e costanti, con un livello di preparazione adeguato. I servizi di manutenzione vengono anche affidati a terzi, avviene spesso per interventi molto specialistici o perché i costi sono decisamente più vantaggiosi rispetto ad assumere personale interno. I progetti di manutenzione devono contenere elementi di analisi di affidabilità, controllo sulle prestazioni dei componenti, fabbisogni, metodi di lavoro, valutazioni economiche, sistema di gestione informatico e così via. Il fatto che oggi molto del lavoro di analisi sia eseguito da un computer non semplifica il processo diagnostico, anzi ne moltiplica le potenzialità e quindi sul piano organizzativo, la tendenza verso la specializzazione sarà sempre più accentuata.


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Fobie

Quali sono le fobie e le ossessioni più comuni? C’è chi evita l’ascensore e chi scappa davanti a un ragno. Chi più e chi meno, tutti abbiamo un’avversione verso un oggetto, un animale, o una situazione. Ma per parlare di vere e proprie fobie occorre valutare alcuni punti. La fobia è tale quando è sproporzionata rispetto al reale pericolo dell’oggetto o della situazione, non può essere controllata con spiegazioni razionali, dimostrazioni e ragionamenti e il soggetto, nonostante riconosca che la paura è irragionevole e che non è dovuta ad effettiva pericolosità, non riesce a controllare il proprio stato d’animo. La fobia diviene una vera e propria malattia quando ci impedisce il regolare svolgimento delle attività o ci condiziona la vita.

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Le 'classiche' fobie sono quelle sociali come l'agorafobia (paura degli spazi aperti), la claustrofobia (paura degli spazi chiusi), l'ereutofobia (paura di diventare rossi), la zoofobia (paura degli animali). Le ossessioni, invece, riguardano temi di violenza, di contaminazione, dubbi sull'affidabilità di cose o persone. Moltissime persone possono ammalarsi di fobie, ma in particolare ne soffrono le donne. Con la psicoterapia a orientamento cognitivo comportamentale è possibile sconfiggerle. Questo spazio è dedicato ad una classificazione delle fobie, dalle più comuni a quelle più insolite. Scoprite anche voi se siete veri e propri fobici, ossessionati o solo dei gran fifoni.

Somnifobia La paura di addormentarsi: a differenza dell’insonnia, chi soffre di questa fobia è letteralmente terrorizzato all’idea di addormentarsi, perché convinto di non svegliarsi mai più o di morire mentre dorme oppure perché spaventato dalla perdita di controllo durante il sonno o dagli incubi che potrebbe fare. Causata dalla combinazione fra un evento traumatico e una predisposizione genetica, questa fobia si manifesta in genere in un modo simile all’attacco di ansia.


Peladofobia La paura delle persone calve: come per le barbe o il Papa, anche questa paura è legata ad un evento traumatico, che ha coinvolto in qualche modo una persona calva e il cui ricordo ci incute ancora oggi timore. Esattamente come per molte delle fobie precedenti, anche in questo caso la cura è un mix di farmaci e terapia.

Cromatofobia La paura dei colori: chi ne soffre, vorrebbe vedere il mondo solo in bianco e nero, perché i colori sono un’autentica fonte di sofferenza. Come molte altre fobie, anche questa è scatenata dall’associazione inconscia di un colore (o dei colori in genere) con un evento traumatico e nasce dunque come meccanismo di difesa. Le persone che ne sono affette possono arrivare a temere tutti i colori o uno solo in particolare.

Omfalofobia La paura dell’ombelico: sembra impossibile da credere, ma c’è chi ha davvero paura del proprio corpo e questa fobia ne è la dimostrazione, visto che chi ne soffre tende a sviluppare una vera e propria repulsione per il proprio ombelico, associato all’utero materno e al cordone ombelicale, arrivando addirittura a temere, nei casi più gravi, che le proprie interiora possano fuoriuscire da quella parte dell’addome.

Allodoxafobia

Hipopotomonstrosesquipedaliofobia La paura delle parole lunghe: paradossalmente, questo lunghissimo termine greco – ovvero composto da “hipopoto” (grande), “mostro” (mostruoso), “sesquipedali” (espressione mutuata dal latino per indicare “parola grande”) e “phobos” (paura) – è stato scelto proprio per indicare la fobia nei confronti delle parole lunghe o poco frequenti usate nelle conversazioni e che si teme di pronunciare scorrettamente, mettendosi così in ridicolo.

La paura delle opinioni: se le opinioni altrui terrorizzano al punto da non volerle sentire, allora significa che si può soffrire di questa fobia, derivata spesso dalla frequentazione di un ambiente in cui non ci si sente considerati (né, tantomeno, lo sono le vostre opinioni) e fortemente legata a problemi di autostima, abuso emotivo e paura del confronto.

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Informazione sociale @ Segnalate le campagne a:

sociale@salutare.info

Questo spazio è dedicato alla segnalazione di campagne d'informazione sociale, di prevenzione per rendere visibili tutte le iniziative volte a migliorare gli stili di vita.

La comunicazione e la prevenzione sociale per definizione, aumentano il livello di consapevolezza e conoscenza dei cittadini relativamente a problemi d'interesse generale, nella prospettiva di modificare comportamenti o atteggiamenti.

Giornata internazionale della violenza contro le donne Il 25 novembre è stato scelto nel 1999 come Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne dall’Assemblea Generale della Nazioni Unite che ha ufficializzato una data che fu scelta da un gruppo di donne attiviste, riunitesi nell'Incontro Femminista Latinoamericano e dei Caraibi, tenutosi a Bogotà nel 1981.

17 novembre L’esercito dei piccoli pretermine In occasione della Giornata Mondiale della Prematurità, la Società Italiana di Neonatologia (SIN) ribadisce l’importanza di un’adeguata assistenza “individualizzata” ai nati prematuri. Si tratta di quei bambini nati prima della 37a settimana di età gestazionale, che si affacciano al mondo con più difficoltà rispetto ai nati a termine, non avendo ancora maturato del tutto organi e apparati e non

3 dicembre Giornata internazionale delle persone con disabilità La Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità del 3 dicembre è stata istituita nel 1981, Anno Internazionale delle Persone Disabili, per promuovere una più diffusa e approfondita conoscenza sui temi della disabilità, per sostenere la piena inclusione delle persone con disabilità in ogni ambito della vita e per allontanare ogni forma di discriminazione e violenza. Dal luglio del 1993, il 3 dicembre è diventato anche

20 novembre giornata mondiale dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza

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Ancora oggi molti bambini e adolescenti, anche nel nostro Paese, sono vittime di violenze o abusi, discriminati, emarginati o vivono in condizioni di grave trascuratezza. Per chi si occupa di infanzia, come Telefono Azzurro, l’impegno a garantire a tutti i bambini i loro diritti e le migliori condizioni di vita deve quindi essere quotidiano. Il Telefono Azzurro celebra ogni anno questa

Zeroviolenza è nata nel 2009 come progetto di denuncia e di prevenzione della violenza sulle donne e di ogni forma di violenza utilizzando come strumento quotidiano un lavoro di informazione civile che intende mettere al centro il valore dell'identità di ogni persona, la relazione tra uomini e donne, il rispetto di ogni differenza e il rispetto dell'alterità dei bambini e delle bambine da parte degli adulti e dell'ambiente in cui crescono.

essendo ancora pronti ad adattarsi alla vita fuori dal grembo materno. È così che, in occasione della Giornata Mondiale della Prematurità, che ricorre come ogni anno il 17 novembre, la Società Italiana di Neonatologia (SIN) sottolinea che i prematuri non sono tutti uguali e che necessitano di un’assistenza tanto maggiore quanto più bassa è la loro età gestazionale, con un approccio individualizzato delle cure, più o meno impegnative a seconda dei casi.

Giornata Europea delle Persone con Disabilità, come voluto dalla Commissione Europea, in accordo con le Nazioni Unite. Secondo quanto riportato dalla Convenzione sui diritti delle persone con disabilità, il fine da perseguire dovrebbe essere quello di proteggere ed assicurare il godimento di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali da parte delle persone con disabilità senza discriminazioni di alcun tipo, promuovendo la loro effettiva partecipazione ed inclusione all'interno della società.

importante ricorrenza con una serie di iniziative. Presenta i risultati delle Indagini Nazionali sulla condizione dell’infanzia e dell’Adolescenza, realizzate in un campione rappresentativo di scuole di tutta Italia. L’indagine, realizzata con Eurispes aiuta a comprendere il mondo dei bambini e degli adolescenti, definisce uno stato dell’arte sulla conoscenza e il rispetto dei loro diritti, costituisce elementi di indirizzo per le politiche sociali nel nostro Paese.


Eventi a cura del dr. Andrea Del Buono

DD Clinic Research Institute L’alimentazione consapevole come difesa dall’inquinamento ambientale Il 30/09/2017 presso il Belvedere di San Leucio (CE) si è tenuta la presentazione della Fondazione “DD Clinic Research Institute” in memoria di Gianluca Sgueglia. Il 9 giugno 2009, a soli 33 anni, la giovane vita di Gianluca è stata spezzata da una tremenda malattia, la nuova variante della Creutzfeld-Jacob, nota come “mucca pazza”, (Encefalopatia Spongiforme Bovina) una patologia neurologica che colpisce le persone attraverso l’ingestione di carne infetta. Dopo questo grande dolore, Maria Luisa Ventriglia, madre di Gianluca, ha costituito l’Associazione Gianluca Sgueglia volta a diffondere la conoscenza di questa malattia. Lo scopo principale dell’Associazione è lo studio e la divulgazione delle malattie neurodegenerative: Encefalopatie Prioniche, Alzheimer, Parkinson, SLA e altre. L’incontro con Professionisti che da anni studiano la relazione ambiente, alimentazione e malattie croniche (Encefalopatie Prioniche, Alzheimer, Cancro ecc..) ha permesso che si desse vita ad una Fondazione denominata “DD Clinic Research Institute” for Integrative Oncology and Neurodegenerative diseases, per ricercare e divulgare le nuove conoscenze scientifiche “Epigenetica”. Negli ultimi anni la scienza medica sta lavorando al fine di fornire informazioni e dati rilevanti sull’origine, sull’evoluzione e sulla cura delle malattie croniche, conoscenze acquisite e poco conosciute che aprono ad una nuova era della medicina preventiva. La sfida passa nelle mani dei medici, dei nutrizionisti e dei nuovi professionisti nel campo della salute come esperti di alimentazione e della relazione ambiente e genetica. Nell’ultimo decennio abbiamo compreso come tutte le malattie abbiano alla base lo stesso meccanismo molecolare cioè un graduale accumulo di “danni” molecolari e cellulari (Meccanismi dell’invecchiamento. A systematic look at an old problem Thomas B. L. Kirkwood Nature, 2008). Tale sistema è delicato e risulta influenzato dall’ambiente, in primis dall'accumulo di metalli tossici, favorendo rallentamenti metabolici e danni molecolari, che si traducono poi in malattie. Intervenire su questo fine sistema, attraverso modificazioni dello stile di vita è il fondamento della nostra ricerca e divulgazione scientifica. L’alimentazione consapevole come difesa dall’inquinamento ambientale per favorire i meccanismi detox (Dieta e Nutraceutica), è stato il tema del nostro primo incontro, a cui hanno partecipato super-esperti di fama Internazionale. Il tema della giornata “Il Nuovo Paradigma della "REVERSIBILITÀ DEL CANCRO" Malattie Neurodegenerative e Inquinamento da Metalli Pesanti” è come mantenere un Sano Stile di Vita in un ambiente inquinato con l'aiuto di tutte le più recenti ricerche scientifiche, con presentazione di studi condotti sui topi e su cellule staminali adulte umane.

Il Codice Epigenetico Riprogrammare le cellule staminali sane e patologiche (neoplastiche) sarà il futuro della ricerca e noi vogliamo apportare un contributo informativo per sensibilizzare tutti i ricercatori in questo specifico settore. Da alcuni anni studiando lo stile di vita dei soggetti sani e longevi e ponendoci l’obiettivo di conoscere ed individuare i motivi del loro benessere, ci siamo accorti che l’alimentazione, il legame con il territorio, la certezza della continuità della vita e la musica, sono tutti elementi ben rappresentati. Ci siamo accorti che la salute dell’uomo non sempre è correlata al vivere in un ambiente salubre, ma è parte integrante dell’unità uomo-ambiente in cui ci si trova a vivere. Da qui è nata la nostra Mission: Conoscere e Promuovere uno Stile di Vita comunitario e condivisibile che ci mantenga in Salute. La ricerca degli ultimi anni ci ha mostrato come le cellule tutte e anche in particolare le cellule staminali sono in grado di produrre e di sentire energie fisiche come vibrazioni acustiche subsoniche e campi elettromagnetici. Da qui nasce la possibilità di usare queste energie per parlare a queste cellule e raggiungerle dove queste risiedono per riprogrammarle e innescare qualcosa che fa parte della vita di tutti noi, il processo di Autoguarigione. La vibrazione di strumenti a corde (chitarra classica, violino, arpa ecc..) non poteva non chiudere il congresso con l’eccellenza della canzone melodica italiana ovvero la musica e la melodia della canzone napoletana rappresentata dal Maestro Espedito De Marino.

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Eventi

CONGRESSI, CONVEGNI, EVENTI e manifestazioni per la Salute e il Benessere Pharmexpo 24 al 26 novembre 2017 alla Mostra d'Oltremare di Napoli Pharmexpo è l'unica manifestazione dedicata all'industria farmaceutica del centro sud Italia, in grado di mettere in contatto tra loro un'altissima concentrazione di titolari di farmacie, parafarmacie, studi medici ed aziende farmaceutiche. È realizzata in stretta collaborazione con FOFI, Federfarma e con la Facoltà di Farmacia per una interdisciplinarità ideale. La collaborazione con la Regione Campania e con il Servizio Sanitario Nazionale permette azioni specifiche su ricerca, formazione ed innovazione, unitamente ad

azioni commerciali e di marketing. Pharmexpo conta quasi 200 espositori e circa 14.000 visitatori professionali, con numeri sempre in crescita. Anche quest'anno ci sarà la presenza attiva di Federfarma e dell'Ordine dei Farmacisti (e dei Medici) e delle Facoltà di Farmacia di tutte le principali città del centro sud Italia, la presenza di farmacisti sarà quindi più consistente e con provenienza geografica più eterogenea. www.pharmexpo.it

EXPO SANA - Fiera del Benessere 2018

Modena Benessere Festival 25 e 26 novembre ModenaFiere "Modena Benessere Festival", salute a 360 gradi. Dalla bio cosmesi certificata al mondo gluten free, fino al body painting naturale. Oltre 200 espositori specializzati in discipline bio-naturali si danno appuntamento sabato 25 e domenica 26 novembre a ModenaFiere. Novità di questa edizone sono un'area interamente dedicata alla cosmesi naturale e biologica certificata dove provare i prodotti di oltre 50 aziende qualificate provenienti da tutta Italia e uno spazio riservato alle proposte gluten free. Spazio al mondo "veg" con showcooking crudisti e proposte a tema, 500 massaggi gratuiti, free lesson di yoga e arti marziali, oltre 40 conferenze con esperti sui temi del benessere naturale, dimostrazioni di body painting con tinte naturali: per due giorni Modena diventa la capitale del benessere secondo natura. www.modenabenessere.it

wwww.exposana.it Dal 26 al 28 gennaio 2018 Centro fieristico di Mariano Comense Tre giorni di manifestazione dedicati al benessere nella sua accezione più ambiziosa: "star bene in modo naturale" che accompagnerà il pubblico lungo un percorso di proposte per il benessere, partendo dall'area dedicata alla cura della persona, proseguendo con una rassegna di prodotti benefici per il nutrimento del corpo e il benessere della mente, passando da un'esposizione di attività e di prodotti per il tempo libero, naturalmente eco-oriented, sino ad arrivare alle soluzioni ecologiche per la casa.

Gluten Free Expo 18-21 novembre 2017 Quartiere fieristico di Rimini Gluten Free Expo nasce nel 2012 come il primo evento internazionale dedicato ai prodotti e al mercato senza glutine ed è il punto di incontro di tutti i player del mercato senza glutine, dalle aziende, al consumatore e al professionista. www.glutenfreeexpo.eu

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