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mensile d’informazione per la Salute e il Benessere n° 71

G LI ANTINUTRIENTI VIAGGIO AL CENTRO DELLA PELLE SIGARETTA ELETTRONICA : PRO E CONTRO L’AURICOLOTERAPIA IN POSTUROLOGIA L A CALCOLOSI DELLA COLECISTI

Vi diamo ascolto...

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Una sana abitudine


Sommario 11

Con Alter-G anche l'obeso può correre e dimagrire

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Yoga o pilates

Educazione motoria

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Seno tonico in 15 minuti al giorno

Ginecologia

Sport

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Viaggio al centro della pelle

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Se la Cicogna non risponde...

Estetica La rinoplastica nei nasi etnici

Podologia L'Auricoloterapia in posturologia

Terapia Terapie innovative e...

La sigaretta elettronica...

Sanità

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Oncologia

di Cornelia de Lange

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Tutti gli articoli hanno solo finalità informativa ed educativa, non costituiscono motivo di autodiagnosi o di automedicazione e non sostituiscono la consulenza medica specialistica.

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La calcolosi della colecisti

Musicoterapia La musicoterapia e la sindrome

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Prospettive e problemi della Sanità (seconda parte)

Sanità La distanza da colmare

14

La sindrome della permeabilità intestinale...

Dermatologia

Salute

Ricerca

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Riabilitazione

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News

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Ricevi Salutare

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Fobie

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Sociale

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Eventi


Angolo dei Lettori

Pubblicazione mensile Anno VIII n° 71 - 2013 Distribuzione gratuita Reg. Tribunale Av in data 15/01/2004 N° 419 Editore: Ass. Culturale Salutare

Gentile Dottoressa, trovo i suoi articoli molto utili, ho bisogno di chiderle dei consigli. Sono la mamma di una ragazza di 16 anni e avrei bisogno di sapere quale tipo di rimedio naturale potrei utilizzare per aiutare la mia bambina quando ha il ciclo. Mi spiego: "come le arrivano le mestruazioni così cominciano dei forti dolori all'addome, le giungono delle scariche di diarrea e dolori acuti allo stomaco che le impediscono addirittura di respirare." Le ho fatto fare un controllo, ma non mi è stato detto niente di rilevante, consigliandomi solo di darle della tachipirina. Come posso risolvere? che tipo di controlli le posso far fare? Un saluto Marina Fusco Gentile Sig.ra Marina, Sua figlia credo non abbia nulla di preoccupante se non essere donna e quindi avere una "dismenorrea primaria" ovvero una sindrome da mestruazione dolorosa. Ovviamente se non lo ha ancora fatto dovrebbe eseguire una ecografia pelvica per escludere cause organiche ed in particolare un varicocele pelvico (dilatazione delle vene ovariche e uterine come succede per le emorroidi) per il quale esiste una specifica terapia. Se l'ecografia è negativa, la ragazza può assumere agnocasto + magnesio tutti i giorni

Questo spazio è dedicato a voi:

Se avete domande da porre ai nostri esperti o volete raccontare le vostre esperienze e disservizi in sanità, potete farlo scrivendo a info@salutare.info Forniremo risposte e approfondimenti per rendere l'informazione più chiara e dettagliata possibile.

x 6 mesi con inizio la 1^ volta dal V giorno del ciclo. Sono prodotti naturali e non hanno controindicazioni ne effetti collaterali. In questa sede non posso indicarLe dei nomi commerciali di questi prodotti, ma vedrà che il Suo Medico saprà consigliarLe per il meglio. Cordialmente, dr.ssa Fiammetta Trallo Pregiatissimo Direttore, sono una donna separata da circa tre anni, non lavoro e non percepisco alcun tipo di mantenimento da parte del mio ex marito, vivo con i miei due figli (uno di 15 anni e l'altra di 13) a casa dei miei genitori; pensionato statale mio padre, casaliga mia madre, appartengo dunque a un nucleo familiare di 5 persone. Ho scoperto, nel preparare la documentazione per l'esenzione ticket, di non risultare disoccuppata ma inoccupata. Esiste un'agevolazione o esenzione per persone 'inoccupate' come me? Mi può dare delle indicazioni in merito? Inoccupata o disoccupata, sono comunque senza un centesimo. Gentile Sig.ra, non è prevista, purtroppo, alcuna esenzione dal pagamento del ticket per chi non abbia perso il posto di lavoro alle dipendenze di un ente o ditta, quindi l'inoccupato non ha diritto all'esenzione dal pagamento del ticket in quanto non ha mai lavorato. L'unica agevolazione è la possibilità di essere esonerata da una quota aggiuntiva (di euro 10,00) producendo certificazione ISEE dell'anno in corso il cui ammontare non superi euro 10.000. In tal caso si ha diritto al codice E05, rilasciato dall'ufficio esenzioni del distretto di appartenenza. Per ulteriori informazioni può rivolgersi anche all'URP.

Scrivete a: Salutare Via Due Principati, 278 83100 Avellino info: tel. 0825 74603 e-mail: info@salutare.info www.salutare.info www.salutare.info

Collaborazioni: dr. R. Monetta,F. Basile, dr. C. Martino, dr.ssa C. Berti, dr. M. Olivieri, dr. A. Del Sorbo, Prof. A. Pacilio, dr. A. Sabato, Prof. G. Tarro, dr.ssa F. Trallo, dr. M. Cervellera, Prof. S. Martufi, dr. N. Topo, Prof. G. Ambrosino, dr.ssa E. Vesce

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partecipare Salutare è la rivista gratuita con diversi argomenti nell’ambito della salute e benessere: medicina, psicologia, farmacia, alimentazione, ambiente e tanti altri. Si avvale della collaborazione di professionisti del settore che mettono a disposizione le proprie conoscenze al servizio di tutti i cittadini. Partecipare a SALUTARE significa sostenere un’iniziativa culturale intrapresa per sensibilizzare alla salvaguardia del benessere comune e di fornire ai lettori oltre ai servizi, il supporto da consultare per essere sempre aggiornati. Un’Ente o Azienda che usufruisce di uno spazio su Salutare ha la possibilità di comunicare ai lettori le strutture, i servizi, le iniziative sulla SALUTE e il BENESSERE.

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Salutare dr. Antonio Del Sorbo Specialista in Dermatologia

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News

Un contact center per facilitare la comunicazione tra medico e paziente Il Centro per le Malattie infiammatorie croniche intestinali dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II aderisce al progetto Close to Care. I pazienti seguiti presso l’ambulatorio per le Malattie infiammatorie croniche intestinali dell’Area Funzionale di Gastroenterologia a prevalente indirizzo per malattie epatogastroenterologiche critiche, diretta da Nicola Caporaso, dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II, hanno da gennaio 2013 a disposizione un contact center specifico, che fornisce informazioni logistiche sul Centro e sulla patologia (modalità di accesso, prenotazioni visite, richieste di certificati) e facilita il contatto in tempo reale con l’equipe medica per eventuali chiarimenti sulle problematiche relative alla specifica patologia. Il servizio, chiamato Close to Care, già presente in Italia per alcune aree terapeutiche

relative a patologie croniche, è il primo ad essere attivato per le malattie infiammatorie croniche intestinali, grazie al finanziamento, senza scopo di lucro, di un’azienda farmaceutica. Le malattie infiammatorie croniche intestinali, ossia la malattia di Crohn e la rettocolite ulcerosa, sono patologie cronico -ricorrenti ed interessano prevalentemente la fascia di età giovanile e possono determinare, se non diagnosticate tempestivamente, un significativo peggioramento della qualità di vita. "Tali patologie - precisa Fabiana Castiglione, responsabile del Centro - necessitano di un costante monitoraggio clinico strumentale, di un trattamento farmacologico pressoché continuo, spesso basato su farmaci immunosoppressori e, non di rado, sul ricorso alla chirurgia". All’ambulatorio afferiscono circa 1000 pazienti

affetti da malattia di Crohn e oltre 500 da colite ulcerosa. Gli operatori del contact center raccolgono, infatti, le richieste dei pazienti, inoltrandole ai professionisti del Centro, forniscono indicazioni sulle modalità di ritiro dei farmaci, sulla base delle informazioni fornite dall’equipe dell’ambulatorio e telefonano ai pazienti per ricordare le visite di controllo. L’attività programmata dell’ambulatorio di malattie infiammatorie croniche intestinali prevede la disponibilità di 30 visite a settimana, suddivise in due giornate, e di una seduta settimanale dedicata all’ecografia intestinale, per un totale di 15 ecografie; inoltre, l’ambulatorio si occupa della somministrazione di farmaci biologici anti-TNF alpha. Per prenotare una visita è necessario telefonare allo 081.7462762, il lunedì, mercoledì e venerdì, dalle 11.00-13.00

Anomalie cardiache nei ragazzi alla visita di idoneità sportiva

In Italia, su 10 ragazzi, 2 mostrano anomalie cardiache che impongono approfondimenti. Lo rivela un'indagine condotta su 10mila giovani (età: 16-18 anni) sottoposti a Ecg nel corso della visita di idoneità all'attività sportiva. La ricerca è stata condotta nel contesto del progetto "A scuola con il cuore", realizzato dalla Federazione italiana cuore e circolazione, in collaborazione con il Ministero dell'Istruzione. Il tema della prevenzione della morte improvvisa è stato ripreso nel corso del 6

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73° Congresso della Società italiana di cardiologia (Sic), che si è tenuto a Roma in dicembre. Stando ai dati raccolti, il 15% dei ragazzi esaminati presenta familiarità per patologie cardiologiche; inoltre, si nota un'alta incidenza di fattori di rischio: abitudine al fumo (19% del casi), eccessivo consumo di alcol (13%), impiego di sostanze d'abuso (6%). Sono dati "significativi" ha spiegato Salvatore Novo, presidente della Sic "perché confermano come la prevenzione primaria diventa un'arma fondamentale al fine di intercettare le patologie cardiovascolari e prevenire la morte improvvisa". Il semplice certificato di sana e robusta costituzione rilasciato ai ragazzi che intendono

praticare attività sportiva in modo occasionale (sono 11 milioni, oggi, in Italia) "ha ormai dimostrato di essere del tutto insufficiente nell'evidenziare cardiopatie occulte" ha sottolineato Francesco Fedele, presidente della Federazione italiana cuore e circolazione, secondo cui, per tale motivo, sarebbe opportuno prevedere sempre una visita specialistica da un medico dello sport o un cardiologo. Il progetto "A scuola con il cuore", inoltre, prevede attività di formazione rivolte a studenti e docenti riguardanti la rianimazione cardio-polmonare di base e l'uso del defibrillatore semi-automatico, come ulteriore, importante tessera nel mosaico della prevenzione cardiaca dei giovani.


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L'importanza di una corretta prevenzione

Zygote Body: esplorare il corpo umano Zygote Body è un'incredibile applicazione gratuita online (non dovrete installare nulla) dedicata ai medici, agli studenti di medicina o anche semplicemente ai più curiosi, che vi consentirà di esplorare il corpo umano, femminile o maschile, grazie ad una sofisticata animazione 3D con cui osservare ed esplorare ogni muscolo, nervo, organo o osso del nostro corpo. L'applicazione lavora per livelli: questo permette di perlustrare il corpo per strati, osservando separatamente i muscoli, sistema vascolare, gli organi ecc... fino ad arrivare allo scheletro. Il modello è tridimensionale, potrete ruotarlo da tutti i lati con il mouse e ingrandirlo o rimpicciolirlo con la rotellina del mouse.

Essere informati è fondamentale per una corretta prevenzione e per prendersi cura del proprio benessere sessuale, ma soprattutto è determinante farlo consultando fonti di informazione sicure ed attendibili. Prevenzioneandrologica.it è il sito di riferimento per le tematiche andrologiche in italia: promosso dalla Società Italiana di Andrologia, raccoglie informazioni dettagliate ed articoli di approfondimento elaborati dagli specialistici andrologi SIA.

www.zygotebody.com

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Responsabilità professionale dell'esercente le professioni sanitarie Brusco, con una sentenza depositata e il cui principio è stato reso noto dall'avv. Guido Magnisi, legale bolognese che si occupa di svariati casi di colpe mediche.

La condotta medica connotata da colpa lieve, che si collochi "all'interno dell'area segnata da linee guida o da virtuose pratiche mediche, purché accreditate dalla comunità scientifica" non ha più rilevanza penale. È quanto ha stabilito la IV sezione penale della Corte di Cassazione, presidente Carlo

La sentenza prende l'avvio dall'articolo 3 della legge 189 dell'8 novembre 2012, dal titolo "responsabilità professionale dell'esercente le professioni sanitarie". La suprema corte è stata chiamata a decidere se l'articolo abbia determinato la parziale abrogazione delle fattispecie colpose "commesse dagli esercenti le professioni sanitarie". La risposta è stata affermativa.

Così i giudici, in applicazione del principio, hanno annullato con rinvio la condanna per omicidio colposo di un chirurgo che nell'esecuzione di un intervento di ernia al disco, aveva leso dei vasi sanguigni provocando un'emorragia letale per il paziente. Al giudice di merito è stato chiesto di riesaminare il caso per determinare se esistano linee guida o pratiche mediche accreditate relative "all'atto chirurgico in questione", se l'intervento eseguito si sia mosso entro i confini segnati dalle direttive e, in caso affermativo, se nell'esecuzione dell'intervento vi sia stata colpa lieve o grave.

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News Mappare il cervello umano: L'equivalente dello storico progetto Genoma, ma per il cervello. Barack Obama è pronto a lanciare un progetto decennale per mappare la mente e scoprirne a fondo il funzionamento, analogamente a quanto è stato fatto dai genetisti anni fa con lo 'Human Genome Project'.

1,19 miliardi all'Human Brain Project Dall'Ue 54 milioni di euro per creare il cervello artificiale. Obiettivo da raggiungere nel 2020. Nel progetto da 1,19 miliardi della durata dieci anni, 87 gli istituti coinvolti tra i quali l'Università di Pavia e Istituto Fatebenefratelli Brescia, per riprodurre un milione di miliardi di sinapsi. Il progetto prevede di creare un computer superintelligente creando una vera e propria piattaforma neuroinformatica in grado di pensare come un cervello umano. Un obiettivo che potrebbe essere raggiunto entro il 2020 grazie all''Human Brain Project', appena messo a finanziamento dall'Unione

europea. Coordinato dal neuroscienziato Henry Markram dell'Ecole Polytechnique Federale di Losanna, il programma è stato presentato a Firenze e vede la partecipazione di importanti realtà del mondo della ricerca in Italia, dal punto di vista neurologico, medico, e delle tecnologie della comunicazione. Un'impresa non semplice, poiché il cervello umano conta 100 miliardi di neuroni e un milione di miliardi di sinapsi. Il finanziamento europeo appena assegnato per il lancio del progetto, circa 54 milioni di euro per 30 mesi, ha la durata prevista di 10 anni e richiederà un investimento complessivo di 1,19 miliardi di euro.

Il piano, denominato "Brain Activity Map Project" verrà concretamente presentato a marzo e prevede la collaborazione pubblico-privato. Molte agenzie federali, assieme a fondazioni private, aiuteranno un team di neurologi e nanoscienziati nei loro sforzi di portare avanti la conoscenza dei miliardi di neuroni presenti nel nostro cervello, per capire meglio come funziona la nostra percezione sensoriale e in ultima analisi il nostro stato di coscienza. Con questo progetto si spera anche di acquisire nuovi sviluppi scientifici e tecnologici per trovare nuove terapie per malattie gravi, come l'Alzheimer e il morbo di Parkinson. Ma si spera di fare passi avanti anche nella cura all'autismo e alla schizofrenia. Dalle prime stime il costo dovrebbe

aggirarsi sui 300 milioni l'anno, cioè almeno 3 miliardi per la durata del progetto. Nel suo ultimo discorso sullo Stato dell'Unione Obama ha dedicato a questa materia appena poche frasi, ma molto indicative, citando la ricerca sulla mente umana un esempio di come il governo "dovrebbe investire nelle idee migliori". "Ogni dollaro investito nella mappatura del genoma umano - ha ricordato Obama - ha fruttato 140 dollari all'economia americana. Stanno scoprendo medicine in grado di rigenerare tessuti e organi, stanno elaborando nuovi materiali per produrre batterie 10 volte più potenti. Ora è il momento di andare a fondo in questi investimenti in scienza e innovazione che creano tanti posti di lavoro". Il precedente che Obama ha in mente è appunto il progetto Genoma. Costato 3,8 miliardi di dollari, la ricerca iniziò nel 1990 e raggiunse il suo obiettivo, cioè la mappatura genetica umana completa di tutto il Dna, nell'aprile del 2003. Secondo le stime del governo federale, già nel 2010 quella scoperta rese allo stato 800 miliardi di dollari.

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L’applicazione ICE: In Caso di Emergenza è sviluppata da H3g in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano e l’ausilio del Dott. Luca Brazzi. Permette di avere a portata di mano le informazioni necessarie al primo soccorso nel caso in cui l’utente non riuscisse

a fornirle direttamente al soccorritore. Consigliata anche da Osvaldo Chiara, Direttore del Trauma Center dell’Azienda Ospedaliera Niguarda Ca’ Granda di Milano, ICE da la possibilità di inserire i propri dati personali così da essere consultati in caso di bisogno.

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News

Una novità assoluta nel mondo delle malattie rare nasce CFDB (Cystic Fibrosis Database) Il primo archivio bibliografico digitale "smart" congeniato appositamente per ottimizzare la ricerca clinica sulla malattia genetica grave più diffusa che si eredita da due genitori entrambi portatori sani. La Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica Onlus, da 16 anni impegnata a promuovere progetti di ricerca mirati alla guarigione, ha deciso di investire nella realizzazione di un'inedita library on-line che raccoglie e classifica studi sull'efficacia degli interventi clinici in fibrosi cistica. CFDB è un servizio di notevole rilevanza nel panorama scientifico, rivolto a coloro che sono quotidianamente impegnati nella ricerca e nella cura dei malati di F.C., ad oggi oltre 100.000 nel mondo. Il progetto, unico al mondo nel suo genere, è interamente coordinato dal dr. Roberto Buzzetti, esperto di epidemiologia e ricerca clinica e membro del Comitato Scientifico della Onlus. Nel corso degli anni la FFC Onlus ha aperto una vera e propria via italiana della ricerca sulla F.C. che sta guadagnando una posizione sempre più complementare agli studi condotti oltreoceano. Chiunque decida di usufruire di questo servizio potrà farlo digitando l’indirizzo www.inetflow.it/CFDB.

Per ulteriori informazioni consultare: www.fibrosicisticaricerca.it

Una volta raggiunto il sito web è possibile formulare una richiesta che rimanderà immediatamente a un ventaglio di informazioni scorporate su tre livelli: dagli studi pertinenti al contesto che si intende approfondire (I livello), ai risultati ottenuti dei trial clinici (II livello), a una scheda bibliografica ragionata dei principali risultati rilevati su argomenti specifici (III livello). In questo modo, chiunque scelga questo servizio di consultazione si troverà di fronte a un quadro aggiornato degli esiti della ricerca condotta finora su un particolare argomento o area di interesse. E sarà anche in grado di capire quali interventi sono efficaci, in quali gruppi di pazienti e per quali esiti; o fino a che punto i risultati della letteratura aiutano a prendere decisioni rispetto a specifici quesiti clinici e quali questioni restano irrisolte e meritano di essere studiate più a fondo. E in caso di difficoltà, i realizzatori hanno concepito una pratica guida al sistema di ricerca. Un video tutorial cliccabile direttamente dal sito, al seguente indirizzo web: http://www.youtube.com/watch?v=o23Muu7BAfo&feature=youtu.be

Nuovi Lea, sempre più controlli per arginare gli sprechi Prescrivere solo in base a un preciso sospetto diagnostico da indicare nella ricetta. È questa la strada indicata dai nuovi Lea ai medici per ridurre gli interventi ad alto rischio e garantire significativi risparmi. Il testo definitivo è al momento fermo al ministero dell'Economia ed è altamente probabile che, visti anche i freni posti dalle Regioni, sia il nuovo Governo. Nel frattempo alle indiscrezioni già circolate su 110 malattie rare in più, 6 nuove patologie croniche esenti e altrettante che perdono l'esenzione, ludopatie e analgesia epidurale, se ne sono aggiunte di nuove. Il capitolo più significativo riguarda i controlli per arginare gli sprechi e l'inappropriatezza delle prestazioni e degli esami specialistici, dalle Tac alle risonanze magnetiche. Secondo le anticipazioni sulle ricette scatteranno controlli sempre più mirati con l'esame di almeno il 5% per accertare che siano state 10 www.salutare.info

seguite le indicazioni prioritarie messe a punto dal ministero. Si prevedono risparmi di almeno il 10% della spesa calcolata in base alle prestazioni erogate in quattro Regioni campione (Veneto, Piemonte, Lombardia e Marche). Poco meno di 27 milioni di risparmi al netto dei ticket secondo la relazione tecnica. Poi c'è il capitolo ludopatie che saranno considerate come una nuova "droga" e andranno curate dai Sert, mentre per l'epidurale saranno le Regioni a dover organizzare percorsi ad hoc per garantire la prestazione alle gestanti. In entrambi i casi a costo zero per lo stato e con ricadute solo per le Regioni. Ora si tratta di attendere che il testo arrivi in porto ma i tempi dovrebbero essere piuttosto lunghi.


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Riabilitazione a cura di Rino Monetta Fisioterapista - www.riabilitazioneobesita.it

Con Alter-G anche l'obeso può correre e dimagrire A Salerno il primo centro in Italia di Alter-G per il dimagrimento

Lo slogan pubblicitario della casa madre americana di Alter-G è perentorio: You walk, You run, You fly. Nell’intenzione del produttore si pone l’accento sulla possibilità di esercitarsi su questa strumentazione con estrema facilità e piacevolezza. Il sofisticato sistema di alleggerimento corporeo offre infatti la possibilità al paziente obeso o in marcato sovrappeso di percepire immediatamente la capacità di correre e di camminare velocemente in assoluta scioltezza e fluidità. Sensazioni mai sperimentate precedentemente dal paziente in modo così evidente e chiaramente visibili anche dall’esterno. Su Alter-G è possibile sentire il corpo che risponde con precisione ai comandi, senza rallentamenti e indecisioni. Altra caratteristica fondamentale di questa strumentazione innovativa è che consente al paziente con ipersovraccarico ponderale di evitare, durante e dopo l’attività fisica, quella tipica sensazione di intensa fatica muscolare accompagnata puntualmente da dolori articolari.

Salve! Sono Ernesto C., ho quarant'anni e già dall'adolescenza ho avuto problemi di sovrappeso. Dall'età di vent'anni circa il peso è stato grossomodo contenuto. Dopo ho iniziato a mettere su chili molto più velocemente. Il mio problema non era tanto la quantità di cibo consumata ma la cattiva abitudine di mangiare tra un pasto e l'altro, cioccolata, biscotti, merendine e dolciumi vari. In realtà questa "diversità" non mi ha mai creato problemi di tipo psicologico, emarginazione o quant'altro, perché sono un tipo socievole ed ho la fortuna di avere molti amici. Dal 2001 al 2010 è stato un susseguirsi di diete che non mi hanno procurato nessun risultato, anzi tra una dieta e l’altra riprendevo i chili persi fino ad arrivare nel 2010, a 137 Kg. Nel settembre del 2012 vado a studio da Rino Monetta per visionare una nuova apparecchiatura Alter – G per la riabilitazione. Ho capito fin da subito che l’apparecchio è qualcosa di diverso dai classici attrezzi ginnici, ma avevo seri dubbi che potesse sollevare, con il solo utilizzo dell'aria, una massa di 137 Kg. Dopo i primi chili sgravati ed i primi metri percorsi sull'attrezzo, oltre alla bellissima sensazione di leggerezza, mi sentivo di poter continuare all'infinito. Il mattino seguente non ho avvertito alcun dolore alle articolazioni, ai tendini e non ho avvertito nessun dolore muscolare. Non riuscivo a credere che dopo circa quaranta minuti di corsa, una persona obesa come me, scendesse dall'attrezzo senza alcuna sensazione di affaticamento, dolore fisico, stanchezza o altro.

Oggi sono particolarmente felice, dopo 4 mesi dall’inizio del programma fisico, ho perso 13Kg e 900 grammi, la media di circa 3Kg. e 500 grammi al mese. Un bel risultato, vero?

Tutto ciò lo racconta oggi il nostro amico Ernesto nella sua eloquente testimonianza, il quale, avvicinatosi ad Alter-G con sospetto, successivamente ha instaurato un vero e proprio feeling con la strumentazione. Ernesto racconta, non senza imbarazzo, i suoi innumerevoli tentativi di dimagrimento e l’incessante peregrinare da un’attività fisica all’altra, senza mai risultati soddisfacenti. Oggi Ernesto, padre di 2 bimbe bellissime (e un altro figlio in arrivo) si è rimesso in gioco. Ha deciso di riappropriarsi della sua dignità di uomo, prima ancora di quella di marito e di padre. Ernesto ha capito che la vita a quarant’anni bisogna viverla col giusto equilibrio fisico e mentale perché la salute è il bene più prezioso che abbiamo.

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Sport a cura di Fabio Basile Personal Trainer & Fitness Coach

Yoga o pilates Filosofia di vita o approccio sportivo Yoga e pilates, chi non conosce queste due discipline sportive soft che puntano all’allungamento muscolare e al benessere. Chi non è stato attratto almeno una volta dal praticarle? Ma quale scegliere, quale quella più idonea, per raggiungere il tanto ricercato benessere psico-fisico?.

Entrambe le discipline raggiungono il tanto sperato benessere psico-fisico per il tramite di movimenti blandi e posizioni statiche. Ma, vediamo quali sono le differenze più importanti, e facciamoci un’idea più specifica. Entrambe ottime discipline, chiaramente, ma avendo la possibilità di scegliere nel nostro centro fitness di fiducia, su quale saremmo orientati? Come fare a capire quale delle due è più indicata per noi? Lo yoga è una disciplina indiana il cui significato in lingua è traducibile in pratica meditativa ascetica, che si basa su posizioni, "asana" da tenere per un intervallo di tempo prestabilito controllando il ritmo della respirazione. Ce ne sono di diverse tipologie, il più conosciuto è "l’Hatha yoga", fatto appunto di posizioni statiche-isometriche. La funzione degli asana è legata alla fisiologia indiana, fondata sul "sistema sottile" in cui attraverso l'assunzione di diverse posizioni del corpo, il praticante è in grado di purificare i canali energetici (nadi), incanalare l'energia verso specifici punti del corpo ed ottenere così un notevole beneficio psico-fisico, o addirittura guarire da malattie.

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(addominali, obliqui e lombari); in special modo sulla respirazione. Risulta infatti ottimo per rafforzare la muscolatura dorsale, migliorare la postura, ridurre lo stress e potenziare la meccanica respiratoria diaframmatica e polmonare. Il pilates può essere praticato sia "mat work", cioè sul tappetino a terra, sia su delle macchine specifiche, per esempio cadillac e reformer, attrezzi che forniscono appoggi e permettono posizioni diversamente difficili da mantenere. Il dispendio energetico di entrambi è molto basso, quindi chiunque li scegliesse sperando di dimagrire, o di accelerare il metabolismo in maniera consistente ha semplicemente sbagliato indirizzo, e farebbe meglio a dedicarsi ad attività aerobiche tipo il running o il walking.

Gli asana conosciuti sono migliaia; ciascuno di essi porta un nome con derivazione di origine naturale (mondo animale), o dalla mitologia indù. Lo yoga può essere praticato ovunque, necessita solo di un po’ di spazio, più indicato sarebbe praticarlo all’aria aperta.

Entrambe sono però ottime per allontanare tensioni muscolari e stress e per facilitare il raggiungimento di un fisico armonioso, sinuoso e snello raggiungendo un ottimo equilibrio energetico e psico-fisico. Il punto dolente di queste due discipline è lo stesso, risiede nel fatto che essendo principalmente attività di gruppo non sono indicate assolutamente a chi ha problemi di schiena, ernie, protrusioni e algie dovute a infiammazioni nervose. Questo tipo di problemi potrebbero essere trattati soltanto in un rapporto ono-toone (personal trainer), ben più costoso e sicuramente non alla portata di tutti, ma sicuramente migliore del corso di gruppo.

Il pilates invece non è una vera e propria disciplina, bensì un programma di allenamento, deve il nome al suo ideatore "Joseph Hubertus Pilates", egli che era gracilino e asmatico da giovane pose molta attenzione alla parte centrale del corpo, il "core", concentrandosi sulla cintura addominale

Sostanzialmente come avrete capito yoga e pilates sono due facce della stessa medaglia, uno con accezione principalmente orientale, l’altro prettamente occidentale, il primo è una filosofia di vita e quasi una religione, il secondo ha più un’accezione sportivo-rieducativa.


Estetica

La rinoplastica nei nasi etnici

La Clinica dei Nasi, da anni studia l'anatomia dei nasi delle varie razze, cercando di perfezionare sempre di più le correzioni estetiche da apportare, sia con la ‘tecnica chiusa’ tradizionale, che con quella ‘aperta’, che consiste nell'esposizione diretta delle strutture anatomiche del naso, grazie ad un'incisione supplementare alla base della columella. Il naso mediterraneo (1) Questo tipo di naso è comune in tutto il bacino del mediterraneo; la sua caratteristica principale è il dorso alto, che disegna una linea convessa e una punta diretta verso il basso. La sua correzione necessita in genere di una rinoplastica standard con abbassamento del dorso e sollevamento della punta. Si usa la tecnica chiusa tradizionale. Il naso medio orientale (2) Oltre alla gobba presenta una pelle più spessa e una punta più grossa oltre a una maggiore larghezza (comune riscontro in Egitto, Turchia e Iran). In questo caso oltre a togliere la gobba e stringere la punta, occorre ottenere una sua maggiore definizione con l’uso di innesti e occorre stringere il dorso nasale che è troppo largo; ma questo non basta perché per affinare veramente questo naso, occorre anche un ‘defatting’, cioè sgrassamento con assottigliamento della pelle e

riduzione delle narici. La tecnica aperta consente i migliori risultati. Il naso messicano-americano (3) Fra le popolazioni del Centro America (Messico - Honduras El Salvador), in cui la razza europea si è incrociata con le popolazioni indigene amerinde (indios) è frequente il riscontro di questa tipologia di naso, in cui la punta è poco sporgente ed è presente una gobba. Il problema apparentemente sembra risolversi con l'eliminazione della gobba, ma non è così, perchè si tratta di una ‘falsa gobba’, che va solo lievemente limata, mentre è soprattutto la punta che va sollevata, allungata Prima

e proiettata utilizzando innesti; la tecnica elettiva è la rinoplastica aperta. Il naso nord europeo (4) Al contrario del naso mediterraneo in cui la punta nasale anche se grossa è spesso poco proiettata e poco sporgente rispetto al dorso, nella razza nordica il naso tende ad avere una punta molto più sporgente ed il dorso più regolare e raramente con una piccola gobba. Il naso africano (5) La correzione è molto difficile, perché in effetti la struttura portante è larga, ma bassa e poco consistente e occorre soprattutto stringere la base ossea del naso, stringere Dopo

la punta e allungarla, conferendole una buona definizione con gli innesti, definire anche il dorso con un innesto lungo e stringere il più possibile le narici. Si usa la tecnica aperta. Il naso asiatico (6) In questo naso il problema principale è rappresentato dall’aumento del dorso che è troppo basso e che viene effettuato utilizzando un innesto, mentre altri innesti di cartilagine servono per supportare la punta che va ristretta e allungata per aumentarne la proiezione; inoltre vanno ristrette la base ossea nasale e le narici. Si ricorre sempre alla tecnica aperta.

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Oggi in epoca di globalizzazione e massiva immigrazione ci troviamo di fronte a problemi anatomici diversi da risolvere per modellare nasi di diverse ‘etnie’.

a cura del dr. Carmine Martino Specialista in ChirurgiaPlastica, Clinica dei Nasi - Salerno


Ricerca a cura dell'Accademia di Micronutrizione "L.Pauling"

La sindrome della permeabilità intestinale, celiachia, sensibilità al glutine, spettro autistico, micotossine e tolleranza immunologica. Diverse patologie umane partono da un intestino insano e inefficiente. Ma cosa rende inefficiente l’intestino? Bisogna rivalutare i rapporti tra cibo e salute. Tre milioni di italiani e venti milioni di statunitensi soffrono di sensitività al glutine, simile ma diversa dalla celiachia, da cui scaturiscono patologie diverse, in funzione della diversità genetica dei soggetti e degli alimenti che assumono solitamente.

Quello di cui abbiamo bisogno è di fare prevenzione e/o terapia aumentando le nostre conoscenze sulle interazioni tra cibo, abitudini alimentari, genomica e ambiente. È iniziata l’era dell’epigenetica e del tramonto del dogma centrale o determinismo genetico. Permeabilità dell’intestino Molti studi sulla permeabilità della barriera gastricointestinale (g.i.) indicano iniziali evidenze sperimentali (case report) che suggeriscono di approfondire una eventuale disfunzione delle giunzioni serrate quale concausa in molte malattie immunologiche ad interessamento sistemico (Orticaria, Fibromialgiae, Cefalea ecc..), ma alcune recenti osservazioni ci permettono di ipotizzare la disfunzione delle giunzioni serrate presenti anche nei disturbi pervasivi del comportamento (Autismo). Ci sono ormai evidenze sperimentali (case report) che meriterebbero ricerche ulteriori proprio sulla disfunzione delle giunzioni serrate e disregolazione immunologica in riferimento a malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI), allergie alimentari, celiachia (morbo celiaco), e alterazioni che sembrano partecipare anche all’evoluzione clinica dell’Autismo. Un’altra emergenza sociale è la "gluten sensitivity" una nuova emergenza sociale correlata all’introduzione del glutine, ma completamente diversa per patogenesi alla malattia celiaca. Entrambe hanno in comune il fattore ambientale che la causa: la gliadina, peptide immunogenico, che resiste alla digestione enzimatica pancreatica e gastrica e che solo ipotizzando una alterazione delle giunzioni serrate riesce a trovare il passaggio per arrivare alla lamina propria, che diventa così soggetta a ipercellularità e determinare i sintomi.

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L’alimento diventa il comune denominatore del danno, purtroppo il danno non è solo per il contenuto di macro-micronutrienti, ma può essere determinato anche da diverse micotossine che sinergicamente possono contribuire alla leaky gut syndrome. Le principali micotossine che partecipano a determinare un danno alla mucosa sono: AFB1, AFB2, ocratossinaA, DON o Deossinivalenolo. Il DON è il principale imputato ad alterare la funzione barriera intestinale e si può ipotizzare anche la possibilità che legandosi alle claudine, proteine delle giunzioni, si alteri la permeabilità, agevolando il passaggio di macromolecole, ma anche batteri patogeni, quindi essere più suscettibili alle tossiinfezioni alimentari (Salmonella, Escherichia, ecc.). Il deossinivalenolo (DON o Vomitossina) Il deossinivalenolo è una micotossina, uno dei metaboliti secondari di alcuni ceppi fungini (muffe), appartenenti al genere Fusarium (F. graminearum e F. culmorum, ecc.). Si tratta di "fattori tossici naturali e involontari". Dallo stesso fungo si possono originare più tossine, come nel caso della candida (Candida albicans). E ci possono essere sinergie tra tossine diverse, come nel caso

della Ocratossina A (OTA) e la citrinina. In considerazione della sua estrema stabilità durante i diversi trattamenti tecnologici e la quasi totale assenza di processi di decontaminazione, il DON lo si può trovare facilmente anche in diversi alimenti finiti. (farine, pane, pasta, ecc.). Il Don è stato ipotizzato come concausa principale, per aumentata permeabilità, di intossicazioni subcliniche di molti agenti inquinanti, potenzialmente dannosi, come metalli pesanti, pesticidi, ecc.. infine è sotto osservazione come concausa anche per Gluten Sensibility e l’autismo. Aumenta il passaggio di agenti inquinanti, come metalli pesanti, pesticidi, potenziandone gli effetti dannosi, che possono favorire reazioni immunologiche locali e sistemiche e condizionare la prognosi di malattie come la La Gluten Sensibility e l’autismo. Emergenza autismo Dopo il lavoro di Reichelt (1981), sono sempre di più gli autori che evidenziano nelle urine dei bambini affetti da autismo la presenza di alti livelli di peptidi "oppioidi" (casomorfina e glutomorfina). Ciò consente di ipotizzare che i bambini autistici durante i processi digestivi, per un’alterata digestione di queste proteine, dovuta a meccanismi ancora non chiari, ma

che comunque implicano un coinvolgimento delle giunzioni serrate, assorbono peptidi anomali che influenzano il meccanismo della neurotrasmissione, in quanto riescono a superare la barriera emato encefalica. Un periodo di astensione da glutine e caseina, che varia a seconda dei casi, permette di abbassare sensibilmente i livelli dei peptidi oppioidi. I risultati ottenuti sono molto incoraggianti, soprattutto se viene praticata in età non scolastica, ma nei primi anni di vita, quando le potenzialità evolutive e la neuro plasticità sono ancora molto attive. Una dieta naturale senza glutine e caseina ha determinato una maggiore attenzione, miglioramento delle capacità interattive, regressione dell’iperattività, delle stereotipie, dei comportamenti violenti, maggiore resistenza alle infezioni e miglioramento della qualità del sonno. I risultati delle ricerche incoraggiano ad approfondire gli studi sugli effetti della contaminazione degli alimenti da micotossine sia nella dieta dell’uomo che in quella degli animali, evitando così di inquinare tutta la catena alimentare. In questo modo si coglierebbe l’obiettivo di ridurre il problema della permeabilità intestinale, a quanto pare punto di partenza di diverse patologie.

Accademia di Micronutrizione "L.Pauling” Presidente: dr.ssa Michelina Vozza Review coordinata dal Prof. Massimo Montinari

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Nutrizione a cura del dr. Marco Olivieri Biologo Nutrizionista

GLI ANTINUTRIENTI Come evitare i "ladri" di vitamine e sali minerali

Alcune molecole presenti naturalmente in certi alimenti possono sfavorire l’assorbimento di importanti nutrienti.

In molti alimenti di origine vegetale e animale sono presenti sostanze che impediscono la normale biodisponibilità di alcuni nutrienti, vitamine e sali minerali assunti con la dieta. Si tratta degli "antinutrienti" o "fattori antinutrizionali", molecole prodotte per lo più dagli organismi vegetali a scopo difensivo contro le infezioni o le infestazioni ma presenti anche nel mondo animale come tossine o ammine biologiche. Tra i più importanti antinutrienti occorre citare l’acido fitico e i fitati: si tratta di composti presenti nella crusca dei cereali e nei legumi, sono antiossidanti ma hanno un effetto chelante cioè di "sequestro" nei confronti di microelementi come ferro, rame e zinco e, in misura minore, anche di macroelementi come calcio e magnesio. Per evitare la riduzione dell’assorbimento di questi importanti elementi occorre procedere all’ammollo di cereali e legumi con acqua tiepida e leggermente acidificata aggiungendo del succo di limone. La cottura dovrà procedere previa sostituzione dell’acqua di ammollo con acqua nuova.

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Note fonte:

1) Cheryan M. "Phytic acid interactions in food systems", Crit Rev Food Sci Nutr. 1980;13(4):297-335. 2) Christine Hotz, Rosalind S. Gibson "Traditional Food-Processing and Preparation Practices to Enhance the Bioavailability of Micronutrients in Plant-Based Diets" J. Nutr. 2007; 137(4): 1097–1100 3) Durance, T.D., Wong, N.S. "Kinetics of thermal inactivation of avidin". Food Research International 1992;25 (2): 89–92 4) K.E. Akande, U.D. Doma, H.O. Agu, H.M. Adamu "Major antinutrients found in plant protein sources: Their Effect on Nutrition” Pakistan Journal of Nutrition 2010, 9(8): 827-832

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Legumi e cereali contengono anche inibitori delle proteasi che agiscono disattivando la tripsina, fondamentale enzima digestivo che degrada le proteine alimentari nell’intestino tenue. I processi di fermentazione o di cottura dopo ammollo sono però in grado di eliminare gli effetti negativi sia dei fitati sia degli inibitori della tripsina. Discorso simile si può fare con i tannini (polifenoli), altri composti antiossidanti presenti in molti alimenti di origine vegetale tra cui ricordiamo il vino rosso, il tè, il caffè e il cacao. Tutti i cibi che contengono tannini e fitati hanno come importante effetto antinutriente quello di ridurre l'assorbimento del ferro vegetale. Sempre riguardo agli alimenti di origine vegetale occorre anche citare l’acido ossalico che forma un sale con il calcio (ma anche con ferro e magnesio):

l’ossalato di calcio, un cristallo insolubile che nelle vie urinarie tende a precipitare fino a formare fastidiosi calcoli. L’acido ossalico è maggiormente presente nelle bietole e spinaci, nel cavolfiore e nel cacao che possono essere definiti "alimenti decalcificanti" in quanto il rapporto tra la quantità di acido ossalico e calcio biodisponibile risulta molto elevato. Ci sono inoltre anche alimenti di origine animale contenenti antinutrienti. Un esempio è l’avidina, una glicoproteina presente nell’albume dell’uovo che legando la biotina (vitamina H) presente negli alimenti ne riduce la biodisponibilità. La cottura prima del consumo è però sufficiente per disattivare l’avidina e rendere le uova sicure dal punto di vista nutrizionale. Possiamo quindi suddividere i fattori antinutrizionali in base al principio nutritivo con cui interagiscono in: 1. sostanze che interferiscono con l’utilizzazione delle proteine (lectine, inibitori enzimatici); 2. sostanze che interferiscono con l’utilizzazione dei sali minerali (acido ossalico, fitati, tannini, tiocianati, isotiocianati); 3. sostanze antivitaminiche che agiscono complessando e diminuendo la disponibilità delle vitamine su cui agiscono (avidina, dicumarolici, acido gluco-ascorbico); 4. sostanze che aumentano le perdite cataboliche determinando una riduzione dei principi nutritivi. Generalmente, nell’ambito di una dieta variata, gli antinutrienti non generano stati morbosi poiché sono presenti in piccole quantità negli alimenti. Il problema sorge però quando le scelte alimentari sono monotone e ricadono quasi esclusivamente sui cibi che contengono fattori antinutrizionali in grado di produrre stati carenziali dannosi per la salute.


EDucazione Motoria a cura della dr.ssa Carlotta Berti Educatrice motoria

Seno tonico in 15 minuti al giorno Pochi semplici esercizi da eseguire comodamente a casa propria per mantenere la tonicità della muscolatura pettorale ed aiutare il seno, compatibilmente con la propria misura, a rimanere alto e sodo I muscoli pettorali sono 2: grande e piccolo pettorale. Il primo determina contraendosi una rotazione interna della testa dell’omero; il secondo ha la funzione principale di muscolo inspiratore. Spesso si contraggono insieme e ciò determina una chiusura delle spalle in avanti.

Braccia lungo i fianchi, polso flesso e palmo delle mani rivolto verso il pavimento. Eseguire delle rotazioni verso l’interno tenendo le braccia tese, resistere 30-40 secondi, poi altri 30-40 secondi cambiando il senso della rotazione.

L’esercizio va eseguito lentamente e bisogna aver cura di portare le spalle indietro senza però alzarle. L’atto inspiratorio dovrebbe durare almeno 6 secondi e quindi anche l’allungamento del muscolo. Ripetiamo 8 volte.

Braccia tese all’altezza delle spalle e davanti al petto. Eseguire 30 sforbiciate frontali veloci con le braccia, riposare qualche istante e ripetere. Così per 3 volte.

In piedi, gambe leggermente divaricate, ginocchia flesse e bacino in avanti. Portare le mani alle spalle e tenere i gomiti alti, chiusi davanti al petto. Inspirare ed aprire i gomiti fino alla linea delle spalle, espirare e tornare a chiudere i gomiti davanti al petto. Ripetere per 10 volte

Una variante può essere incrociare velocemente le braccia tenendole all’altezza del petto con la stessa modalità di ripetizioni dell’esercizio precedente. Sediamoci su una sedia, schiena dritta, mani palmo contro palmo davanti al petto e gomiti alti in linea con le spalle. Esercitare una pressione spingendo i palmi uno contro l’altro per 10 secondi. Ripetiamo 10 volte facendo attenzione a tenere i gomiti alti e la schiena ben dritta.

In piedi con il braccio destro aperto all’altezza della spalla e il braccio sinistro lungo il fianco. Spingere la mano destra lontano dalla spalla, poi mantenendo la posizione portare il braccio dietro al busto, senza abbassarlo, finché non si avverte l’allungamento dei fasci alti del grande pettorale. Mantenere per 10 secondi ed eseguire 2 volte per parte.

Stessa posizione di prima, partendo però con i gomiti già aperti in linea con le spalle, eseguire dei piccoli cerchi nell’aria, avendo cura di farne almeno 10 per senso di rotazione. Portiamo adesso le braccia lungo i fianchi e spostiamo il cingolo scapolare in avanti rispetto al petto contraendo i pettorali e anteponendo le spalle al busto. Mantenere la posizione circa 8-10 secondi poi rilassare. Ripetere 10 volte.

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ALLUNGAMENTO DEL GRANDE PETTORALE Portiamo adesso le mani unite dietro la schiena ed eseguiamo un po’ di allungamento, braccia stese. Inspiro aprendo bene il petto e portandolo in fuori e posponendo le spalle rispetto al tronco.

PICCOLO PETTORALE: essendo un muscolo profondo con funzione inspiratoria, esso si rilassa principalmente eseguendo delle respirazioni molto lente e profonde. Teniamo presente che la troppa tonicità della muscolatura pettorale, spesso associata alla lassità della muscolatura dorsale, può portare a delle compensazioni non molto armoniche della colonna vertebrale e ad atteggiamenti posturali errati ad esempio il dorso curvo e le spalle chiuse in avanti. Si consiglia, dunque, di eseguire sempre anche un paio di esercizi di stretching riguardanti la muscolatura del petto. Salutare 17


Dermatologia a cura del dr. Antonio Del Sorbo Specialista in Dermatologia

Viaggio al centro della pelle Le emozioni influenzano la risposta biologica della pelle attraverso i neuropeptidi

La pelle è l'organo più pesante del corpo umano ed è il primo organo di senso a svilupparsi nell'embrione, indice di grande importanza funzionale di un organo tanto esteso quanto delicato e sensibile. Essa dispone di speciali programmi di difesa ancestrali, noti come lesioni elementari.

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La pelle è formata da uno strato superficiale (epidermide) e da uno strato profondo (derma). A causa di questa sua relativa semplicità strutturale, essa risponde ai numerosi stimoli ambientali interni ed esterni, con un numero estremamente limitato di sintomi (es. prurito, formicolio, bruciore, dolore, etc) e di segni clinici (es. macula, papula, pustola, vescicola, bolla, pomfo, eritema, squama, crosta, erosione, cheratosi, ulcera, atrofia, etc), noti come lesioni elementari. A seconda della localizzazione e della combinazione dei suddetti segni e sintomi, sono state classificate nella storia della dermatologia, migliaia di malattie della pelle, con altrettanti sinonimi, tutte però riconducibili alle singole lesioni elementari di base, programmi biologici arcaici della pelle. Uno dei compiti del dermatologo è quello di ricercare, individuare e decifrare tali segnali, al momento della visita medica. Le malattie della pelle vanno inquadrate visitando il paziente letteralmente dalla testa ai piedi, ascoltando quando possibile il suo vissuto, le sue paure, evitando di concentrarsi unicamente sull'osservazione della singola "macchia" cutanea. Nel corso dei secoli la medicina ha fatto passi da gigante nella

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comprensione della patogenesi delle singole patologie. La suddivisione sistematica del sapere medico in diverse branche specialistiche ha formato negli anni sempre più medici cosiddetti specialisti d'organo (es. il dermatologo come specialista della pelle, l'oculista come specialista degli occhi, l'otorinolaringoiatra come specialista di orecchio, naso e gola, etc), ma si è un pò persa la visione d'insieme dell'individuo come persona e non come semplice insieme di pezzi da riparare isolatamente. Nella formazione dell'embrione, la pelle è uno dei primi organi a formarsi. Al termine della terza settimana di gestazione, l'epidermide inizia a svilupparsi a partire dall'ectoderma, lo stesso foglietto embrionale dal quale in seguito si formerà il cervello.

Allo stesso modo, la mente può modulare di volta in volta, il grado di reattività della cute, attraverso la produzione di speciali neuromediatori (es. VIP, sostanza P, encefaline, dopamina, endocannabinoidi, endovanilloidi, etc). L'epidermide umana, contiene milioni di recettori specifici per questi importanti messageri provenienti dal sistema nervoso centrale (es. recettori vanilloidi, recettori cannabinoidi, etc), grazie ai quali può scambiare informazioni biologiche con la centralina (sistema nervoso centrale), che coordina il tutto.

Epidermide e cervello, hanno quindi un'origine comune, nascono insieme e rimarranno collegati per tutta la vita, mediante speciali messaggeri fisiologici denominati neuropeptidi.

In questo modo un conflitto psicologico, può generare una risposta biologica. Pelle e sistema nervoso possono essere paragonati a due facce della stessa medaglia ed è per questo che quanto emerge dall'esame obiettivo, andrebbe interpretrato anche alla luce del cosiddetto "vissuto" del paziente, integrandolo quando necessario, con i tradizionali e preziosi esami di approfondimento diagnostico.

Attraverso le terminazioni nervose presenti nell'epidermide, le esperienze sensoriali dell'individuo, vengono ogni istante trasferite al sistema nervoso centrale, per essere elaborate, interpretate e memorizzate come più o meno piacevoli.

Nei prossimi anni, una visione sempre più integrata e olistica della medicina (es. omeopatia, fiori di Bach, etc), riconoscerà al dermatologo moderno, tutta l'importanza del suo ruolo, senza più etichettarlo come "pomatologo" o semplice specialista d'organo.


Posturologia a cura del Prof. Antonio Pacilio Podologo, Posturologo, Pres. Soc. IT di Pod., Doc. Univ.

L'Auricoloterapia in posturologia Storia e metodologia di applicazione L’Auricoloterapia è una metodica che si avvale dell’utilizzo del padiglione auricolare per fini terapeutici. L'origine risale alla notte dei tempi, infatti la storia della medicina è pregna di episodi di popoli antichi, come gli antichi Egizi, che usavano il padiglione auricolare per le loro pratiche curative. Scoperta scientificamente dal Dr. Paul Nogier di Lione nel 1951, è stata riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nella riunione dell’OMS di Lione del 1990. A partire della scoperta di Nogier, l’Auricoloterapia è stata oggetto di numerosi studi neurofisiologici. Nel 1966 Paul Nogier crea il GLEM (Groupe Lyonnais d’Etudes Médicales) per coordinare gli sforzi di numerosi specialisti internazionali impegnati in queste attività di studio e di ricerca e per organizzare l’attività di formazione. L’ Auricoloterapia è una reflessoterapia che sfrutta le proprietà riflesse del padiglione auricolare, rese possibili grazie alla ricchezza di connessioni nervose dell’orecchio, alla sua embriologia e alla sua vascolarizzazione. È un efficace strumento per trattare il dolore, i disturbi funzionali e le dipendenze (per esempio il tabacco). In Posturologia, l’ Auricoloterapia consente un prezioso "resetting posturale", con destrutturazione di schemi motori e posturali alterati e

normalizzazione delle tensioni muscolo-fasciali. Prepara e rinforza l’efficacia della rieducazione posturale, della kinesiterapia, delle manipolazioni vertebrali (riducendone l’uso eccessivo) e consente una proficua regolazione neurovegetativa in via riflessa. È un metodo di trattamento delle malattie mediante micromassaggio auricolare oppure mediante infissione di aghi in determinati punti dell'orecchio esterno. Può essere considerata una parte dell'agopuntura; tuttavia, le sue basi teoriche sono del tutto peculiari. Ai fini dell' auricoloterapia, ma anche di una concezione dell'organizzazione del corpo e delle sue proiezioni esterne, l'orecchio esterno viene considerato come una riproduzione del feto con la testa rivolta verso il basso. Concepito in tal modo, l'orecchio esterno si presta in modo sorprendente a rappresentare la globalità dell'organismo e a favorire le integrazioni necessarie per esaurire le esigenze teoriche e le conoscenze dei tempi e della cultura nelle quali l' auricoloterapia si è sviluppata. La faccia è localizzata a livello del lobo auricolare, cui sono riferite anche la mandibola, la mascella, il palato, gli occhi, l'orecchio interno e le tonsille. La testa viene fatta corrispondere all'antitrago, mentre alla radice dell' elice, corrisponderebbe il diaframma. La colonna vertebrale, nei suoi segmenti cervicale, toracico, lombare e sacrale, viene fatta

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corrispondere all' antelice, nella cui regione mediale vengono fatti cadere anche i punti relativi al collo, al torace e all'addome. La branca superiore dell' antelice comprende i punti relativi agli arti inferiori, articolati nei vari componenti: dita, calcagno, caviglia, ginocchio; mentre nella branca inferiore dell' antelice sono proiettati la regione dei glutei e il percorso del nervo sciatico nonché il complesso del sistema nervoso simpatico e quindi le funzioni da questo controllate. Come l'agopuntura, anche l'auricoloterapia presuppone ovviamente la formulazione di una diagnosi precisa prima di poter intervenire sui vari punti del padiglione auricolare. Questa metodica diagnostico-terapeutica è notevolmente complicata dal fatto che, nell'impostazione della medicina tradizionale cinese, organi e visceri, anche distanti fra loro, sono collegati; ad esempio, gli occhi sono in rapporto con il fegato, per cui una lesione oculare può essere trattata intervenendo sia sul punto dell'occhio sia su quello del fegato. Oltre ad avere una conoscenza di tutti i presupposti teorici che sono a fondamento di questa forma di trattamento, l'auricoloterapista deve essere dotato anche di una notevole sensibilità diagnostica e operatoria.

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Terapia

Terapie innovative e gestione integrata per sconfiggere l’ipovisione Ranibizumab rimborsato anche in Italia per il trattamento della diminuzione visiva causata da Edema Maculare Diabetico e da Occlusione Venosa Retinica e della Degenerazione Maculare neovascolare legata all’età

Il diabete, se non controllato, nel lungo periodo può provocare danni specifici alla retina, mettendo a rischio la funzionalità visiva e determinando una patologia invalidante come l’edema maculare diabetico, una complicanza della retinopatia diabetica, patologia cronica e progressiva a carico dei piccoli vasi retinici che rappresenta nei Paesi industrializzati la principale causa di cecità in età lavorativa. Oggi i pazienti affetti da diminuzione visiva causata da edema maculare diabetico possono avvalersi della terapia con ranibizumab (Lucentis®) che ha recentemente ottenuto la rimborsabilità a carico del Servizio Sanitario Nazionale anche per questa patologia. (Gazzetta Ufficiale n. 285 del 6 dicembre 2012). Ranibizumab è ad oggi l’unico farmaco antiVEGF (fattore di crescita vascolare endoteliale) approvato per tre indicazioni terapeutiche: degenerazione maculare neovascolare legata all’età (wet-AMD), diminuzione visiva causata da edema maculare diabetico (DME) e da occlusione venosa retinica (RVO). Ha inoltre ricevuto recentemente l’estensione del rimborso a carico del SSN anche nei pazienti con wet-AMD e acuità visiva <2/10 e/o patologia del secondo occhio. Nell’edema maculare diabetico ranibizumab ha dimostrato un’efficacia significativamente superiore rispetto alla terapia standard con un’azione rapida e mantenuta nel trattamento a lungo termine.

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Lo studio clinico RESTORE ne ha dimostrato la superiorità rispetto alla terapia-laser, l’attuale terapia di riferimento: i pazienti trattati solo con ranibizumab hanno guadagnato a 12 mesi rispetto al basale in media 6,8 lettere, mentre i pazienti trattati con ranibizumab in associazio-

ne al laser hanno guadagnato rispetto al basale 6,4 lettere e quelli del gruppo trattato con il laser solo 0,9 lettere in media. Nell’estensione a tre anni dello studio RESTORE si è osservato che i pazienti trattati con ranibizumab hanno mantenuto l’acuità visiva guadagnata nel primo anno con una media di 3,7 iniezioni nel secondo anno e 2,7 iniezioni nel terzo anno. "Il rimborso di ranibizumab anche in Italia testimonia lo sforzo congiunto delle Autorità Regolatorie e dell’Azienda per assicurare una terapia innovativa, costo-efficace per i pazienti e sostenibile per il Servizio Sanitario Nazionale – afferma Philippe Barrois, Amministratore Delegato e Country President di Novartis Italia – Il nostro impegno è ora rivolto a far sì che i pazienti eleggibili al trattamento nelle indicazioni autorizzate e rimborsate possano avere accesso al farmaco superando discrepanze su base regionale". Ranibizumab è il frammento di un anticorpo umanizzato ideato per bloccare tutte le forme biologicamente attive del fattore di crescita vascolare endoteliale (VEGF-A). Incrementi dei livelli di VEGF-A sono stati osservati nella degenerazione maculare neovascolare legata all’età (AMD) come nell’edema maculare diabetico (DME) e nell’occlusione venosa retinica (RVO). È stato ideato, sviluppato e formulato specificamente per l’uso oftalmico con l’obiettivo di stabilizzare e migliorare l’acuità visiva in questi pazienti e di minimizzare il rischio di effetti collaterali sistemici.


Acustica

Sordità: diagnosi e futuro

a cura del dr. Nicola Topo Audioprotesista

L’udito è decisivo per una buona qualità della vita, addirittura più importante di altri sensi, perché consente l’integrazione sociale e l’autonomia di gestione.

Un indebolimento uditivo non trattato accelera la comparsa delle demenze senili e la riduzione delle capacità cognitive dell’anziano. La presbiacusia si associa anche a un aumentato rischio di cadute, in quanto l’orecchio non riesce più a percepire gli stimoli ambientali che aiutano a localizzarsi e a orientarsi nello spazio. Questi problemi non devono essere ignorati o considerati un’inevitabile conseguenza dell’invecchiamento. Le soluzioni ci sono ma è fondamentale una diagnosi corretta e soprattutto tempestiva. La realtà è spesso diversa: il tempo che intercorre tra la comparsa dei primi sintomi e la diagnosi va da otto a 20 anni. Chi pensa che il problema possa regredire da solo sbaglia. Nel momento stesso in cui si nota un cambiamento della sensibilità e della capacità uditiva, bisogna effettuare una visita dall’otorinolaringoiatra e dall’audiologo. L’esame audiometrico, che serve a misurare l’entità del deficit uditivo, è rapido, indolore e si può fare a tutte le età. Consiste nel riconoscere alcuni suoni emessi a volumi diversi e fornisce una mappatura completa della capacità uditiva, consentendo agli specialisti di individuare il tipo di apparecchio acustico più adatto.

I progressi della diagnosi. Le principali novità degli ultimi dieci anni per la diagnosi vengono dalle tecniche per immagini, in grado di studiare in ogni dettaglio l’anatomia e la funzionalità dell’orecchio. I progressi riguardano la sicurezza delle procedure (la Tac ad alta risoluzione e le nuove tecniche di risonanza magnetica hanno ridotto la quantità di radiazioni), ma anche l’efficienza dei risultati.

modo da interagire l’una con l’altra e in grado di dialogare con i principali dispositivi elettronici, dal cellulare al lettore portatile di musica. Gli apparecchi sono semplici da gestire e da pulire, non richiedono interventi particolari se non il regolare cambio delle batterie esaurite.

Grazie all’alta definizione delle immagini, oggi si può identificare con precisione la mappa e l’estensione delle lesioni auricolari e individuare più facilmente il trattamento migliore.

Le nuove frontiere Per il futuro la ricerca si sta concentrando sull’individuazione di nuovi geni implicati nella sordità. Se in famiglia ci sono casi di ipoacusia, è molto probabile che questa si trasmetta anche ai figli.

Un’altra importante scoperta riguarda la Pet e la risonanza magnetica funzionale, che hanno permesso di studiare meccanismi prima sconosciuti, come la plasticità delle vie uditive centrali in caso di balbuzie o l’attivazione delle aree centrali del sistema uditivo nei bambini con ipoacusia.

Sapere ancora prima della nascita che un piccolo potrà presentare una sordità genetica consente agli specialisti di mettere in atto per tempo un programma di controlli ravvicinati per ridurre al minimo il cosiddetto tempo di deprivazione, cioè di incapacità di percepire i suoni.

Generalmente le protesi si inseriscono in entrambe le orecchie perché la correzione deve essere bilanciata. Oggi si dà molta importanza all’ascolto binaurale, cioè quello a cui partecipano simultaneamente le due orecchie e quindi si raccomanda, quando possibile, la stimolazione di entrambe.

Ciò servirà ad anticipare le diagnosi, inquadrando più precocemente il tipo di difetto da trattare per interrompere la sequela di implicazioni che la riduzione della sensibilità uditiva può provocare a tutte le età.

Le protesi più moderne sono anche dotate di tecnologia tipo bluetooth (connessione senza fili), in

Gli impianti funzionano tanto meglio quanto più precocemente utilizzati: nei primi due anni di vita la plasticità cerebrale è al massimo e permette una riabilitazione uditiva ottimale.

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Sanità a cura del. Prof. Giulio Tarro Virologo e Oncologo

Uno dei principi del Counseling sanitario può essere definito dalla frase del filosofo greco Epitteto: "Non siamo preoccupati dalle cose, ma dall’opinione che abbiamo di esse".

Prospettive e problemi della Sanità (seconda parte)

Essere medico, oggi, non è semplice, si devono fornire risposte, motivare, comunicare diagnosi e terapie, interpretare bisogni e i pazienti sono sempre più esigenti e "informati". Il medico è spesso "parte del problema" del paziente, rappresenta colui che deve "dare risposte". Queste risposte possono essere comunicate in molti modi, dando diverse visioni di sé e motivando diversamente il paziente. Tecnicamente tra i compiti del medico non vi è solo quello di informare sulla diagnosi e sulla terapia, ma anche quello di essere "terapeuta" come figura, di dare assistenza a chi si rivolge a lui con fiducia, avendolo spesso preferito ad altri colleghi, ma soprattutto deve comunicare con chi è nello "status" di malato, di persona che unisce al disagio della patologia, quello dell’accettazione della stessa. Il ruolo terapeutico del medico come "figura" prevale su quello del medico come semplice "prescrittore". È per questo che occorre attivare un processo di consapevolezza e di supporto per conferire "maggior

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potere" al paziente in senso positivo, facendosi percepire e migliorando gli aspetti della relazione. Molto più complesso diventa il ruolo del medico quando deve rivolgersi non già al proprio paziente ma ad una platea di indistinte persone, sopratutto se giovani. La tentazione è allora quella di ammantarsi di quel senso di autorevolezza che in molti casi si trasforma in protervia. Un atteggiamento che, ad esempio, è stato alla base del fallimento del referendum sulle cellule staminali. Mi sia concessa, ancora, qualche considerazione legata alle mie esperienze. Da decenni ormai, anche da qualche posizione "istituzionale" (come il Comitato Nazionale per la Bioetica, dove entrai nell’oramai lontano 1995) sono impegnato a divulgare tematiche, ancora oggi da molti ritenute questioni per gli "addetti ai lavori", quali ad esempio l’impatto delle biotecnologie. Il referendum del 2005 sulla procreazione assistita e, sostanzialmente, sulla liceità dell’utilizzo di cellule staminali embrionali credevo, quindi, potesse essere un'occasione per fare uscire la Bioetica

dalla torre d’avorio degli "esperti" e in tal senso, proprio in quel periodo m'impegnai in una serie davvero sterminata di conferenze, dibattiti, iniziative divulgative... Com' è noto quel referendum fu invalidato dalla mancanza di quorum (votò solo il 25% degli aventi diritto). A determinare questo risultato contribuì certamente, (oltre alla scarsa attenzione da parte dei principali mass media e l’avvilente livello di "alfabetizzazione scientifica" (che caratterizza ancora il nostro Paese). Le davvero infelici prese di posizione (oltre che delle forze clericali) di non pochi scienziati i quali, anche per l’arroganza che in qualche caso ha caratterizzato i loro interventi e l'enfatizzazione, oltre ogni misura, della potenzialità ai fini terapeutici delle cellule staminali embrionali, ha finito per cementare in vasti settori dell’opinione pubblica una sorta di contrapposizione tra Scienza e Umanesimo o, addirittura, una visione della Scienza come meccanismo cieco volto a perseguire, come unico fine, la soddisfazione dei deliri di onnipotenza dello scienziato.


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Ginecologia a cura della dr.ssa Fiammetta Trallo specializzata in Ginecologia ed Ostetricia

SE LA CICOGNA NON RISPONDE ALLE TUE LETTERE ... Invia una mail ad un Centro di PMA Il Monito: non credere che gli sviluppi delle nuove tecnologie riproduttive possano compensare il declino della fertilità correlato all’età. Le persone famose che sono diventate genitori in età avanzata ricorrono a tecniche di PMA e in particolare all’eterologa ma spesso non lo ammettono.

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"Gallina vecchia fa buon brodo e. . . non buone uova". Un vecchio detto? No! Una realtà con la quale noi Ginecologi ci interfacciamo quotidianamente quando riceviamo coppie desiderose di diventare genitori, ancora giovani nel corpo e nello spirito ma non nella biologia dei gameti, le cellule del nostro organismo preposte alla funzione riproduttiva. Vita frenetica, stress, inquinamento ambientale, necessità di affermarsi professionalmente e anche solo quella più banale di acquistare la casa che accoglierà la famiglia con prole, difficoltà a trovare il "giusto partner" sono tutte situazioni che non alterano il desiderio di maternità e paternità, ma condizionano fortemente il momento della scelta postecipandolo nel tempo. Ma il tempo è veloce e se per i primi capelli bianchi risolviamo con un colpo di luce e per la prima ruga facciamo un lifting, per la salute dei gameti (cellule uovo e spermatozoi) non abbiamo trattamenti di bellezza se non sperare nella benevolenza della nostra predisposizione genetica. In questi ultimi anni grazie alle ricerche nel campo della Medicina della Riproduzione e allo sviluppo di metodiche sempre più sofisticate per la cura della sterilità, molte coppie di aspiranti

genitori hanno potuto coronare il loro sogno affidandosi ad uno dei tanti Centri di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) operanti sul nostro territorio nazionale. In Italia, dal 2009, ovvero da quando la sentenza della Corte Costituzionale ha abrogato molti dei vincoli sanciti dalla legge 40/2004 i Centri di PMA hanno ottenuto risultati migliori: è aumentata la percentuale di successo di bimbi nati e sono diminuiti i casi di gravidanze gemellari e trigemine. L’unica tecnica di PMA vietata in Italia rimane la fecondazione eterologa (tecniche di PMA con donazione di gameti) per la quale, ogni anno, oltre 2700 italiani varcano i confini alla ricerca di un trattamento (che nel nostro Paese non è loro concesso) per "quel tanto desiderato figlio". Un'indagine dell’Osservatorio Turismo Procreativo, di cui Tecnobios Procreazione di Bologna è l’ideatore e il promotore, mette in evidenza il fenomeno della "migrazione procreativa" e accende i riflettori sul diritto negato di queste coppie. Il congelamento degli ovociti e la conservazione del tessuto ovarico sono le nuove tecniche della Medicina della Riproduzione per la Conservazione della Fertilità che offrono alla donna la libertà

di decidere e la possibilità di liberarsi del problema età a proprio beneficio futuro. Queste tecniche diventano particolarmente utili per la Preservazione della Fertilità nelle giovani donne affette da neoplasie quali linfomi, leucemie e tumori della mammella che devono sottoporsi a chemio e radioterapia offrendo loro una speranza di migliore qualità di vita dopo i trattamenti oncologici. È online il sito internet di PRO-FERT la Società Italiana di Conservazione della Fertilità. L’associazione riunisce ginecologi, medici della riproduzione, oncologi e biologi al fine di promuovere cultura, formazione e istruzione sulla conservazione della fertilità per tutte quelle persone in età fertile che, loro malgrado, si devono sottoporre a terapie oncologiche e non, che potrebbero mettere a repentaglio la capacità riproduttiva. Nell’ambito di PRO-FERT un gruppo di Medici e Ricercatori si sta dedicando alle pazienti affette da Endometriosi, una malattia molto diffusa tra le giovani donne che può comportare un maggior rischio di ridotta riserva follicolare e di menopausa precoce, per poter capire se queste donne possono trarre benefici dalle tecniche di crioconservazione.


Sanità a cura del dr. Massimiliano Cervellera - Docente, ricercatore e direttore scientifico EMEDIS

La distanza da colmare "Mio padre auscultava posando l’orecchio sul petto del paziente, direttamente: io ausculto con lo stetoscopio, a una ventina di centimetri; mio figlio ausculta con il fonendoscopio, a un metro e più… Ebbene, questo allontanarsi dal malato, per me, è il segnale del vero pericolo che minaccia la medicina moderna: "Che perda di vista l’uomo". Prof. Domenico Campanacci (1961) All’interno della grandiosa sfida per edificare una sanità nuova, moderna, efficiente e qualitativamente migliore, l’umanizzazione delle cure passa necessariamente attraverso la riduzione della distanza con il paziente. Ciò richiede innanzitutto di sviluppare nel personale socio-sanitario la capacità di comunicare in maniera assertiva ed efficace, costruendo relazioni positive, emotivamente armoniche e di valore con il paziente e i suoi familiari, sia pure all’interno di un colloquio di pochi minuti. La relazione è parte integrante della cura (come ben sapeva l’esimio prof. Campanacci). Nel passato (basta guardare a

qualche decennio fa), a fronte di una certa impotenza sul piano diagnostico-terapeutico vi era un forte legame con il paziente e l’attività di cura coincideva spesso con l’anamnesi: la "narrazione" del disturbo e l’interazione con il curante agivano come una forza catartica, come il migliore dei placebo (l’unica potente "magia" della medicina, sulla quale tornerò fra breve). Oggi il progresso scientifico e tecnologico mette nelle condizioni il professionista sanitario di emettere diagnosi accurate e proporre efficaci terapie ma la possibilità di contatto umano è ridotta al minimo. Il risultato, dunque, è una medicina sempre più capace di guarire ma che, sorprendentemente, tende ad istaurare un rapporto di reciproco sospetto e delusione tra medico e paziente, elementi di disturbo nella relazione tanto da far lievitare continuamente il numero di cause civili e penali della cosiddetta malasanità e, di pari passo, i costi della medicina difensiva. Il sospetto trova le migliori condizioni per prosperare all’interno della modalità relazionale oggi

dominante, quella contrattuale che dovrebbe delineare obblighi e diritti di entrambe le parti. In effetti, ciò che lega il paziente alla struttura sanitaria e in particolare al medico curante è un contratto scritto solo per la parte che riguarda il consenso informato. Come non rilevare l’assurdità dell’ipotesi stessa di poter normare con poche righe un rapporto assai complesso che non può basarsi sulla sola informazione ma che necessita, per funzionare, anche e soprattutto dell’alleanza terapeutica e quindi della fiducia reciproca, dell’apertura e della trasparenza tra una persona carica di aspettative ma anche di paure ed un professionista che ben comprende come, nella medicina, non sempre tutto è prevedibile. Questo rapporto "poco umano", quindi, favorisce la reciproca delusione alla quale, nel professionista sanitario, spesso si accompagna, specie con gli anni, una sensazione di frustrazione e di mancanza di un senso profondo della propria missione (tradita): il professionista della salute che si è trasformato in un tecnico specializzato.

Professionisti della Salute VS. Tecnici Specializzati Il Progetto NoiSalute per favorire la diffusione delle pratiche di Buonasanità in Italia pone tra i propri obiettivi l'incontro tra l'operatore sanitario e il paziente

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Salute a cura del Prof. Silverio Martufi Pneumologo

La sigaretta elettronica:

efficace e innocua oppure inutile e dannosa ?

Il numero di amanti della sigaretta elettronica cresce a ritmi vertiginosi. La vendita della sigaretta elettronica come ausilio per la cessazione dal fumo ha registrato nel corso del 2012, grazie anche a efficaci operazioni di marketing un trend in ascesa. Sono 320 mila i fumatori di sigarette elettroniche in Italia.

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Analizzando il tempo di utilizzo della e-sigaretta da parte dei cosiddetti "svapatori", il 20% le usa da meno di un mese, il 50% da meno di un anno, ma il 30% ormai da più di un anno. Questi dati indicano che alla dipendenza nicotinica del fumatore classico si va sostituendo la dipendenza dalla e-sig in quanto l'utilizzo di qualsiasi presidio utile per smettere di fumare non dovrebbe superare in media i tre mesi. Un primo punto da considerare è la collocazione di questo prodotto: è uno strumento terapeutico? In questo caso la sua distribuzione doveva essere preceduta da studi clinici che ne avrebbero dovuto testare l'efficacia verso un gruppo di controllo in quelli che scientificamente vengono chiamati Studi Clinici Controllati. Il prodotto usato dai fumatori elettronici è composto da un dispositivo che ha la forma di una maxi-sigaretta, costituito da tre componenti essenziali: batteria, vaporizzatore e boccaglio. All'interno trova posto un alloggiamento per una cartuccia che contiene un liquido aromatico con o senza nicotina in concentrazioni variabili. L'aspirazione da parte del fumatore innesca il riscaldamento del liquido a una temperatura inferiore a quella di ebollizione dell'acqua, grazie all'attivazione di una batteria a litio ricaricabile. L'aerosol che si produce trasmette il gusto e l'aroma del tabacco senza produrre combustione producendo un vapore simile al fumo. Buone notizie provengono da studi eseguiti dalla SRNT ( Society for Research on Nicotine and Tobacco) in Irlanda che hanno escluso la presenza di idrocarburi aromatici policiclici e metalli pesanti cancerogeni per l'uomo.

Un gruppo di ricercatori dell'Università di Auckland (New Zeland) hanno arruolato 40 fumatori a utilizzare la e-sig contenente nicotina 16 mg per cartuccia o placebo. Il confronto tra e-sig con nicotina o con placebo era chiaramente a favore della sigaretta elettronica con nicotina in termini di riduzione del "craving " cioè del bisogno assoluto di fumare. Più preoccupanti i risultati di uno studio recente presentato all' ERS (EuropeanRespiratory Society) nel 2012 a Vienna. Gli autori hanno evidenziato un incremento delle resistenze delle vie aeree dopo 10' di inalazione di e-sig in 23 fumatori. Solo apparentemente positivo l'esito di uno studio di un gruppo di ricercatori italiani diretti da Riccardo Polosa dell’Università di Catania che ha reclutato 40 forti fumatori a cui è stato chiesto di utilizzare a titolo gratuito una sigaretta elettronica. Dopo sei mesi, più della metà dei partecipanti allo studio avevano ridotto il loro regolare consumo di sigarette di almeno il 50% e circa un quarto aveva smesso del tutto. Trattasi tuttavia di un piccolo studio pilota nel quale vi è da osservare che il numero degli astinenti a 6 mesi è sovrapponibile a quello di un effetto placebo. L'Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha affermato non esserci una dimostrata efficacia delle sigarette elettroniche come mezzo per smettere di fumare e che non si può essere certi che non siano nocive. Si attendono i risultati di ulteriori studi in corso. L'utilizzo della e sig non consente di abbandonare completamente la ritualità, l'oralità, la gestualità, il

profumo di tabacco, l'associazione del suo utilizzo a momenti particolari della vita quotidiana con il rischio sempre presente di un ritorno alla "classica bionda killer". L'inalazione di vapore acqueo in soggetti con BPCO e ipereattività bronchiale potrebbe essere responsabile dell'aumento dell'ostruzione bronchiale e delle resistenze come documentato nello studio citato dell'ERS (EuropeanRespiratory Society). Il ricorso al fumo elettronico appare come un approccio semplicistico al problema. Non si considera la complessità del fumatore del quale va analizzata la motivazione distinguendo tra dipendenza fisica e/o psicologica; va sottolineata l'importanza del calcolo della biodisponibilità della nicotina contenuta nelle sigarette fumate per evitare di sottodosare o sovradosare i milligrammi di nicotina contenuta nelle cartucce "prescritte" e peraltro la necessità assoluta di associare agli aromi della cartuccia la nicotina ai fumatori con elevata nicotinodipendenza pena lo sviluppo di una sindrome di astinenza e il verosimile ritorno alla sigaretta. L'opportunità di un supporto psicologico comportamentale con controlli è quello che normalmente avviene nei Centri Anti Fumo che hanno l'unico handicap di essere poco sponsorizzati con altrettante operazioni di marketing e di non avere una omogenea distribuzione sul territorio. Il vantaggio di ricorrere a un centro Antifumo rimane quello della sicurezza del trattamento individuato per singolo fumatore e non ultimo dei costi inferiori di accesso dal momento che è possibile la prescrizione del curante secondo le regole del SSN.


Musicoterapia a cura della dr.ssa Elisa Vesce Musicoterapeuta

La musicoterapia e la sindrome di Cornelia de Lange La musicoterapia diviene "arte della comunicazione" quando l’agire del musicoterapeuta attua l’ascolto empatico coinvolgendo, in maniera creativa, l’altro mediante la risonanza o il dialogo sonoro senza dover ricorrere a sollecitazioni verbali o a contatti diretti. "Non accettarmi come sono" vuole essere un monito affinché con l’aiuto delle tecniche musicali si possa proporre un approccio di modificazione attiva nel comportamento e nella comunicazione La sindrome prende il nome da Cornelia De Lange pediatra olandese che, nel 1933, descrisse tale sindrome come plurimarformativa i cui sintomi più evidenti, che variano da lieve a grave, sono i seguenti: -ritardo dello sviluppo motorio (ritardo mentale); - bassa statura - anomalie degli arti - caratteristiche cranio facciali peculiari - microcefalia - problemi visivi - deficit dell’udito - deficit del linguaggio (pronuncia di qualche parola nella forma grave; pronuncia di piccole frasi compiute nella forma lieve) - difetti cardiaci congeniti, rari nella forma lieve; - problemi gastrointestinali - disturbi comportamentali e di comunicazione strettamente correlati con -il grado di ritardo mentale; - con problemi fisici di cui sopra, - con la compresenza di disturbi del comportamento autistico; -con una frustrazione che nasce dalla differenza che sussiste tra la capacità di esprimersi del bambino con la sua capacità di comprensione. Quest’ultima è di gran lunga superiore rispetto alla prima, pertanto, è necessario offrire al bambino modalità di comunicazione alternativa a quella verbale.

Ed è proprio nell’ambito dei disturbi comportamentali i cui sintomi variano dall’iperattività all’autolesionismo, dall’aggressività ai disturbi del sonno, che la musicoterapia trova il suo campo di applicazione. Numerosi sono i fattori che determinano quali metodi e tecniche musicali saranno più efficaci: dall’improvvisazione creativa alla ri-creazione, dalla composizione, all’ascolto musicale terapeutico. La fase dell’accertamento permetterà di delineare gli obiettivi terapeutici mettendo in relazione i disturbi- bisogni- preferenze musicali del soggetto con le caratteristiche o requisiti fondamentali delle esperienze musicali di cui sopra e dei suoi effetti. Per la fase del "trattamento" il musicoterapeuta utilizzerà: - il metodo dell’improvvisazione per stabilire un mezzo di comunicazione col bambino e per permettere a questi di esprimere emozioni, di sperimentare nuovi comportamenti, ruoli, modelli interattivi; - Il metodo della Ri-creazione per sviluppare abilità senso motorie, l’orientamento spazio-temporale, la manualità fine, per padroneggiare diversi comportamenti in termini di ruolo, identificarsi con i sentimenti e idee degli altri, controllare l’impulsività, migliorare e/o stimolare il linguaggio (l’articolazione o la scorrevolezza); - i metodi compositivi per organizzare la propria capacità di prendere piccole decisioni entro limiti stabiliti, elaborare pensieri e sentimenti per comprendere ed esprimere le proprie idee; - il metodo dell’ascolto per attivare e/o tranquillizzare fisicamente, emotivamente, intellettivamente, per sviluppare capacità uditive, memorizzare colori, numeri, vocaboli, sequenze comportamentali e azioni. Con la valutazione e verifica il musicoterapeuta, tenendo conto dei cambiamenti sia nella produzione musicale che nelle aree funzionali, determina i progressi che il bambino compie durante il trattamento.

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Oncologia a cura del Prof. Giovanni Ambrosino Oncologo

La calcolosi della colecisti I calcoli della colecisti (o litiasi della colecisti, spesso impropriamente denominata anche come "calcoli al fegato") rappresentano una patologia caratterizzata dalla presenza di formazioni (detti appunto calcoli - come quelli renali!) dure, di dimensioni variabili. Possono essere di pochi millimetri (fango biliare) sino a qualche centimetro, si localizzano all’interno della "sacca" chiamata colecisti o cistifellea.

Sintomi

Molti dei pazienti con litiasi biliare rimangono senza sintomi per molti anni (circa il 50-70%) e possono anche non svilupparne mai alcuno. In altri casi, i calcoli possono causare sintomi o complicanze anche severe, come: la colecistite acuta, l'empiema della colecisti, le angiocoliti o la pancreatite acuta. Purtroppo non è possibile definire una percentuale di rischio. Generalmente i calcoli piccoli, tendono più facilmente a "muoversi" e quindi a dare fenomeni di dolore tipo colico. Il paziente con una calcolosi "latente" o sabbia biliare, spesso mostra una sintomatologia sfumata. • Difficoltà a digerire (dispepsia), soprattutto alcuni cibi. • Senso di gonfiore allo stomaco, dopo i pasti • Stipsi (alcune volte alternata a periodi diarroici) • Eruttazioni frequenti Questi sintomi possono essere presenti variabilmente ed in misura diversa da paziente a paziente. Il sintomo più comune resta comunque la colica biliare postprandiale. Si tratta di un evento che può essere anche molto doloroso. In genere comincia con un dolore allo stomaco (o bruciore) e senso di fastidio sotto le costole a destra (ipocondrio destro). Qualche volta (nei casi più gravi) si accompagna a un dolore intenso su tutto l’addome di destra e un senso di "indurimento" della parte interessata.

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Più raramente si riscontra febbre con brivido e dolore "a barra" su tutto l’addome superiore. La colica biliare regredisce con l'uso di farmaci antispastici. La vera diagnosi si fa comunque con un’ecografia addominale, con il riscontro di calcoli di varie dimensioni all'interno della colecisti. La colica biliare può anche avvenire in assenza di calcoli visibili.

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Questo perché il paziente è affetto da fango biliare, che è "passato" attraverso la via biliare o perché il calcolo, piccolo, è uscito dalla colecisti e si è incuneato nella via biliare. In questo caso però si rende necessario un altro esame: la Colangio - Risonanza (Colangio - RNM).

Terapia

La terapia farmacologica con acidi biliari è costituita dall'acido ursodesossicolico. L'indicazione migliore è rappresentata dai pazienti sintomatici con piccoli (< 5 mm) calcoli di colesterolo mobili in una colecisti funzionante. Tale evenienza comprende circa il 15% dei pazienti portatori di litiasi biliare. La terapia chirurgica (colecistectomia) alla litiasi della colecisti è stato decisamente migliorato, dallo sviluppo della chirurgia laparoscopica.

Colecistectomia

Si tratta della asportazione della colecisti che può essere eseguita sia per chirurgica "open" sia per via "laparoscopica". La via "Open", o "chirurgica tradizionale" che si esegue mediante incisione sottocostale (oggi minilaparotomia sottocostale destra), in genere avviene per quei pazienti che hanno una importante idrope o empiema, cioè una considerevole infiammazione o infezione della colecisti o nei casi nei quali si è sviluppata una pancreatite. In tutti gli altri casi è possibile intervenire per via laparoscopica. Si tratta di un intervento che viene eseguito servendosi di una telecamera. Si procede con tre o quattro piccole incisioni sull’addome. La durata dell’intervento è di circa 90 minuti. Il ricovero è breve e si viene dimessi in genere 48 ore dopo. Giusto per completezza è bene ricordare che esistono anche altre tecniche come la litotrissia con onde d'urto o la litolisi per contatto. Sono tecniche molto particolari e selettive che è bene considerare solo in taluni casi.


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Fobie

Quali sono le fobie e le ossessioni più comuni? C’è chi evita l’ascensore e chi scappa davanti a un ragno. Chi più e chi meno, tutti abbiamo un’avversione verso un oggetto, un animale, o una situazione. Ma per parlare di vere e proprie fobie occorre valutare alcuni punti. La fobia è tale quando è sproporzionata rispetto al reale pericolo dell’oggetto o della situazione, non può essere controllata con spiegazioni razionali, dimostrazioni e ragionamenti e il soggetto, nonostante riconosca che la paura è irragionevole e che non è dovuta ad effettiva pericolosità, non riesce a controllare il proprio stato d’animo. La fobia diviene una vera e propria malattia quando ci impedisce il regolare svolgimento delle attività o ci condiziona la vita.

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Lilapsofobia Le 'classiche' fobie sono quelle sociali come l'agorafobia (paura degli spazi aperti), la claustrofobia (paura degli spazi chiusi), l'ereutofobia (paura di diventare rossi), la zoofobia (paura degli animali). Le ossessioni, invece, riguardano temi di violenza, di contaminazione, dubbi sull'affidabilità di cose o persone. Moltissime persone possono ammalarsi di fobie, ma in particolare ne soffrono le donne. Con la psicoterapia a orientamento cognitivo comportamentale è possibile sconfiggerle. Questo spazio è dedicato ad una classificazione delle fobie, dalle più comuni a quelle più insolite. Scoprite anche voi se siete veri e propri fobici, ossessionati o solo dei gran fifoni.

È paura dei tornado e degli uragani. Sebbene sia normale provare preoccupazione e persino timore nella possibilità di trovarsi in mezzo a un uragano o un tornado, molta gente che vive in zone dove questi fenomeni climatici sono frequenti li teme. Mentre a differenza il lilapsofobico teme costantemente questa possibilità, al punto che condiziona la sua vita quotidiana. In casi estremi, anche la visione in un film di un tornado o una tempesta, o addirittura una foto, può causare stati di ansia terribili. Un sintomo di questa fobia è essere dipendenti delle previsioni meteorologiche e rifiutare di uscire se vi sono possibilità di tempeste. Questa fobia può influire anche sulla scelta del luogo di villeggiatura, o dove stabilire la propria abitazione.


Musofobia:

Paura dei topi. Coloro che soffrono di questa condizione provano terrore e ripulsione dinanzi ad animali come le pantegane e i topi, anche se in alcuni casi la paura si estende a tutti i roditori (talpe, criceti, ecc). Questa fobia, come una paura irrazonale e sproporzionata, è diversa alla preoccupazione razionale circa la contaminazione delle derrate alimentari per presenza di pantegane e topi, che è stata universale in ogni tempo, luogo e cultura in cui il grano immagazzinato può attrarre i roditori, che consumano o contaminano la derrata per alimentazione umana. Una paura fobica e esagerata alle pantegane e i topi è stata tradizionalmente

Malaxofobia

attribuita come una caratteristica stereotipata delle donne, con numerosi libri, cartoni animati, programmi televisivi e film dell'era pre-femminista che ritraggono le donne isteriche urlando e saltando sulle sedie o sui tavoli quando vedono un topo. In molti casi la paura dei topi è una risposta condizionata socialmente indotta, combinata con (e originata in) una risposta inattesa (cioè, una risposta a uno stimolo inatteso), comune in molti animali, inclusi gli esseri umani, più che un disordine reale. Contemporaneamente, è comune con le fobie specifiche in cui lo spavento occasionale può portare a scatenare un'ansietà normale che richieda terapia. La paura dei topi può essere trattata con qualsiasi trattamento standard per fobie specifiche. Vi è una credenza popolare molto comune che dice che gli elefanti temono i topi.

Il primo termine per questa fobia proviene dal greco "malakòs" (soave, blando) e "phobos" (Paura). Questo è il nome dato in psichiatria per l'avversione alla seduzione e giochi amorosi. Coloro che provano questo disordine di solito presentano avversione verso ogni contatto amoroso come le carezze, i massaggi, il gioco prima del rapporto sessuale, i vaneggiamenti, i baci (per questo la si mette in relazione con un'altra fobia, la filemafobia, o paura dei baci). I sintomi di malaxofobia possono variare da persona a persona dipendendo dal loro livello di paura, provocando ansietà estrema, senso di minaccia e qualsiasi cosa associata con il panico quali respiro ansimante o accelerato, ritmo cardiaco irregolare,

sudorazione eccessiva, nausee, secchezza orale, incapacità di articolare parole o frasi e tremori. Le cause, sono da attribuire a combinazione di eventi esterni (per esempio, un fatto traumatico) e predisposizioni interne (ereditarie). Molte fobie specifiche possono essere rintracciate fino a un evento specifico che funziona, come detonante, in generale un'esperienza traumatica in giovane età. Vi sono terapie disponibili per questa fobia, quali ipnoterapia, psicoterapia e programmazione neurolinguistica.

Macrofobia:

È Paura della sporcizia o dell'inquinamento. I soggetti che soffrono di questa fobia, cioè, i misofobici, aumentano le loro precauzioni igieniche fino all'inverosimile. Possono lavarsi le mani 40 volte in 20 minuti, o buttare i vestiti dopo averli usati. Evitano che le altre persone, inclusa la loro famiglia, si avvicini a loro, per timore di essere contaminato. Portano al limite le precauzioni avvicinandosi alla cucina e al bagno, come se fossero luoghi sacri. Questa fobia è legata al disordine ossesivo compulsivo, generando una condotta estrema in cui il malato basa la sua vita evitando questa contaminazione. La malattia diventa cronica, poiché chi ne è afflitto, crede che tutto quello che fa, non sia abbastanza per evitare la contaminazione. Questa fobia è conosciuta anche come germofobia (paura dei germi), bacillofobia o batteriofobia.

Mirmecofobia

Paura delle formiche. Coloro che presentano questa fobia, sono terrorizzati dinanzi un formicaio o persino vedendo una fila di formiche in movimento. Hanno la sensazione di avere addosso su tutto il corpo una miriade di formiche, avvertendo formicolio (prodotto per suggestione) come se davvero le formiche stessero ripercorrendoli dalla testa ai piedi.

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scrivi a: fobie@salutare.info

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Informazione sociale @

Segnalate le campagne a: sociale@salutare.info

La comunicazione e la prevenzione sociale per definizione, aumentano il livello di consapevolezza e conoscenza dei cittadini relativamente a problemi di interesse generale, nella prospettiva di modificare comportamenti o atteggiamenti.

Aprile è il mese della prevenzione dell’ictus cerebrale A.L.I.Ce. Italia Onlus invita a tenere sotto controllo i principali fattori di rischio. In questo mese le quasi 70 Associazioni, che fanno riferimento alla Federazione A.L.I.Ce. Italia Onlus (Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale) organizzano in diverse piazze ed ospedali italiani iniziative di prevenzione, di sensibilizzazione e di informazione su questa patologia, grave e disabilitante. "Nel nostro Paese si verificano oltre 200.000 casi di Ictus ogni anno e ben 930.000 persone ne portano le conseguenze invalidanti. Nonostante ciò, secondo la recente indagine realizzata da A.L.I.Ce. Italia Onlus in collaborazione con il Censis e con l’Università degli Studi di Firenze, ben oltre il 50% degli italiani afferma di non conoscerlo e di ignorarne le possibilità di cura disponibili - sottolinea Paolo Binelli, Presidente di A.L.I.Ce. Italia Onlus. L’Ictus non solo si può curare, ma si può prevenire nell’80% dei casi seguendo adeguati stili di vita: un’alimentazione sana come prevede la dieta mediterranea, il controllo della pressione arteriosa e della fibrillazione atriale e l’astensione dal fumo. "L’Ictus non è però soltanto una malattia dell’anziano (negli anziani di 85 anni ed oltre l'incidenza dell'Ictus è di oltre il 30%) come comunemente si crede - aggiunge il Prof. Carlo Gandolfo, Professore Ordinario di Neurologia all’Università degli Studi di Genova. Circa 10.000 casi, ogni anno, riguardano infatti soggetti di età inferiore ai 54 anni. L’incidenza dell’Ictus nei giovani cresce di anno in anno". Lo dimostra uno studio pubblicato da

Neurology: negli ultimi 20 anni, la percentuale di persone tra i 20 ed i 54 anni, colpite da questa patologia, ha subito un incremento dal 13% al 19%. L’ictus giovanile è la malattia neurologica più frequente dopo il trauma cranico; ad alcuni fattori di rischio "tradizionali" come ipertensione, fumo ed aumento del colesterolo, ne va aggiunto uno nuovo, l’uso di droghe, dalle anfetamine alla cocaina, aumentato di 10 volte dal 1994 al 2005. In diversi migliaia di casi si potrebbero azzerare o ridurre drasticamente gli effetti invalidanti dell’ictus con delle cure adeguate prestate nelle primissime ore dall’inizio dei sintomi. Una delle cause principali dell’ictus è la Fibrillazione Atriale, anomalia del ritmo cardiaco più comune al mondo, che colpisce oltre il 20% di persone ultrasessantacinquenni. Nel mondo sono oggi disponibili farmaci innovativi per la cura della Fibrillazione Atriale che, per motivi soprattutto burocratici, non sono però ancora disponibili in Italia. A.L.I.Ce. Italia-Onlus è una Federazione di 20 Associazioni regionali di volontariato che ha tra i propri obiettivi statutari: diffondere l’informazione sulla curabilità della malattia; facilitare la informazione per un tempestivo riconoscimento dei primi sintomi come delle condizioni che ne favoriscono l’insorgenza; sollecitare gli addetti alla programmazione sanitaria affinché provvedano ad istituire centri specializzati per la prevenzione, la diagnosi, la cura e la riabilitazione delle persone colpite da ictus e ad attuare progetti concreti di screening; tutelare il diritto dei pazienti ad avere su tutto il territorio nazionale livelli di assistenza, uniformi ed omogenei. Tutte le informazioni sulle iniziative regionali previste in occasione di Aprile Mese della Prevenzione saranno inserite sul sito:

www.aliceitalia.org

Giornata Mondiale del Parkinson 2013 L'11 aprile si festeggia il compleanno di Sir James Parkinson, scopritore della malattia che porta il suo nome. In questo giorno, gli effetti della malattia di Parkinson sui pazienti e le loro famiglie sono portate a conoscenza del grande pubblico. La Giornata Mondiale del Parkinson è supportata dall'EPDA, l’Associazione 32 www.salutare.info

europea Malattia di Parkinson. L'obiettivo della giornata di sensibilizzazione sul Parkinson è quello di aumentare la consapevolezza della malattia, la promozione di una maggiore comprensione di questa condizione e come la malattia può colpire una persona.


Questo spazio è dedicato alla segnalazione di campagne di informazione sociale, di prevenzione per rendere visibili tutte le iniziative volte a migliorare gli stili di vita.

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Stiamo bene...naturalmente

Oltre 11 milioni di cittadini si rivolgono al proprio medico per migliorare il proprio standard di salute mediante farmaci di origine biologica e terapie naturali. In occasione della Giornata Internazionale della Medicina Omeopatica, AIOT (Associazione Medica Italiana di Omotossicologia) grazie al sostegno di GUNA S.p.A, leader italiano della medicina complementare, promuove l’iniziativa "Stiamo bene… naturalmente!”. Mercoledì 10 aprile 2013 potrai accedere ad uno studio medico convenzionato per un visita medica gratuita. I medici iscritti all’Albo ed esperti in Medicine Non Convenzionali, aprono i propri studi al pubblico per sensibilizzare i pazienti sull’importanza di una corretta prevenzione e di salutari stili di vita. Chiama il numero verde 800/385014, oppure consulta la lista dei medici. Il 10 aprile prossimo, pensa a te stesso: pensa alla Tua salute! www.giornataomeopatia.it

TB Day

Il 24 marzo, Giornata Mondiale contro la Tubercolosi, è per Stop TB una delle più importanti occasioni per informare e sensibilizzare la popolazione, le istituzioni e il potere politico, anche attraverso la risonanza che gli eventi organizzati hanno sui media e i social networks. Oltre a organizzare eventi scientifici sul problema tubercolosi, Stop TB Italia propone la musica come elemento di trasmissione dell’informazione alla popolazione, soprattutto giovanile. Dal 2010 ha infatti ideato con Lilly MDR-TB Partnership la campagna "Le Suoniamo alla Tubercolosi", che ha visto l'organizzazione di tre concerti tenutosi a Milano. Particolare risonanza anche mediatica l'ha avuta il concerto del 2011 tenutosi nella Loggia dei Mercanti e che ha visto la partecipazione di 21 gruppi musicali che si sono alternati sul palco per 12 ore.

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Eventi

CONGRESSI, CONVEGNI, EVENTI e manifestazioni per la Salute e il Benessere Roma, 07 e 08 Marzo 2013

Trani, 08 e 09 Marzo 2013

Salerno, 12 Marzo 2013

Discipline di riferimento: Psicologia Appropriatezza prestazioni sanitarie nei Lea. Sistemi di valutazione, verifica e miglioramento dell'efficienza ed efficacia. Acquisizione: competenze tecnico-professionali: Il convegno si propone di fornire ai partecipanti, attraverso nozioni teoriche ma anche lettura di casi clinici la metodologia per costruire dei percorsi standard in numero di prestazioni e tipologia. Acquisizione competenze di sistema 6 Congresso organizzato: Form-Aupi Luogo di svolgimento: Hotel Nh Leonardo Da Vinci Via Dei Gracchi, 324 Crediti assegnati: 8 durata del corso 8h Quota di partecipazione gratuito Per info: formaupi@aupi.it www.aupi.it

Discipline di riferimento: Medicina interna, Medicina generale (medici di famiglia), Medicina e chirurgia di accettazione e di urgenza, Geriatria Continuità assistenziale, Cardiologia, Cardiochirurgia. Percorsi clinico-assistenziali/diagnostici/riabilitativi, profili di assistenza - profili di cura Competenze tecnico-professionali: Obiettivi del convegno sono quelli di formare e aggiornare i partecipanti sulla prevenzione, diagnosi e terapia delle malattie cardiovascolari, integrando alcuni aspetti di interesse nella pratica clinica sul territorio, sia nella prevenzione che nella presa in carico del paziente dopo la dimissione ospedaliera. Segreteria Organizzativa: Communication Laboratory Luogo di svolgimento: Trani, Palazzo San Giorgio Via San Giorgio, 26 - 76125 Trani (Bt) Crediti assegnati: 11 durata del corso 14 h Quota di partecipazione gratuito Per info: info@clabmeeting.it www.clabmeeting.it

Attività formativa per: Medico chirurgo Discipline di riferimento: Microbiologia e virologia, Medicina interna, Medicina generale (medici di famiglia), Malattie infettive, Gastroenterologia. Percorsi clinico-assistenziali/diagnostici/riabilitativi, profili di assistenza - profili di cura. Acquisizione competenze tecnico-professionali: Update in tema di infezioni da hcv e patologie correlate compresa co-infezione hcv/hiv con focus sulle nuovbe possibilità terapeutiche. Luogo di svolgimento: Aula Scozia - A.o.u. Oo.rr. S. Giovanni Di Dio E Ruggi D'aragona Salerno Organizzazione: Congressi Ed Eventi Formativi B.e.a. Per info: info@beacongressi.it Crediti assegnati: 7.1 Durata del corso 7h Quota di partecipazione: gratuito

Napoli, 07 Marzo 2013

Lucca, 08 Marzo 2013

Attività formativa per: Medico chirurgo Discipline di riferimento: Radioterapia, Patologia clinica, Oncologia, Medicina interna, Medicina generale (medici di famiglia), Gastroenterologia, Ematologia, Continuità assistenziale, Chirurgia generale, Anatomia patologica. Congresso Organizzato da: Goim Gruppo Oncologico dell'italia Meridionale Luogo di svolgimento: Montespina Park Hotel Via San Gennaro, 2 Crediti assegnati: 7 durata del corso 6 h Quota di partecipazione gratuito Per info: segreteria@goim.it www.goim.it

Discipline di riferimento: Medicina dello sport Ginecologia e ostetricia Chirurgia generale Cardiologia Cardiochirurgia Percorsi clinico-assistenziali/diagnostici/riabilitativi, profili di assistenza, profili di cura. Acquisizione competenze tecnico-professionali: Il congresso si pone come obiettivo la prevenzione delle malattie cardiovascolari, ginecologiche e metaboliche al femminile attraverso l'adozione di adeguati stili di vita e scelte nutrizionali. Congresso organizzato da: A.i.d.m. Associazione Italiana Donne Medico Luogo di svolgimento: Real Collegio Lucca Crediti assegnati: 6.5 durata del corso 6 h Quota di partecipazione gratuito Segreteria Organizzativa: EVENT SERVICE snc viale Marti 415 Lucca tel 0583082210 cell 3296740444 mail: info@eventserviceonline.it

Dai percorsi diagnostico terapeutici assistenziali (pdta) ai livelli essenziali di assistenza (lea); la lunga marcia della psicologia nel S. S. N. Attività formativa per Psicologo

Progetto Titone & Eos: la terapia antiangiogenica nella strategia terapeutica nel carcinoma colorettale

Attività formativa per: Medico chirurgo, Infermiere e Fisioterapista

Attività formativa per: Medico chirurgo

Infettivologia in 'Pillole: infezioni da hcv, le nuove frontiere della terapia'

Bologna, 21 Mazo 2013

Attività formativa per: Medico chirurgo Farmacista

Discipline di riferimento: Nefrologia, Medicina interna, Medicina generale (medici di famiglia), Malattie metaboliche e diabetologia, Farmacia territoriale, Farmacia ospedaliera, Cardiologia. Applicazione nella pratica quotidiana dei principi e delle procedure dell'evidence based practice (ebm-ebn-ebp). Acquisizione competenze tecnico-professionali: Il progetto rappresenta una valida risposta al bisogno di strumenti aggiornati e di rapida consultazione. Luogo di svolgimento: Savoia Hotel Country House Via San Donato 159 Bologna Crediti assegnati: 4.7 durata del corso 4h Quota di partecipazione: gratuito Congresso organizzato da: Net Congress & Education Spa info@netcongresseducation.com www.netcongresseducation.com

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Per comunicare congressi, convegni, eventi e manifestazioni per la Salute e il Benessere Tel.: 0825 74603 e-mail: info@salutare.info

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