Ad Alta Voce

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DICEMBRE 2012 nr. 3 Periodico d’informazione Unione Ex allievi Salesiani Treviglio Poste Italiane S.p.A. spedizione in abbonamento postale 70% DCB Bergamo. In caso di mancata consegna restituire a Bergamo C.P.O.; verrà provveduto al pagamento della tassa.

LA

RIFLESSIONE

LA FESTA I Salesiani a Treviglio dal 1892

Tanti auguri nell’anno della fede

120 anni... e non sentirli

di don Ettore Guerra

L’inaugurazione del nuovo istituto e le iniziative dell’Unione ex allievi

▬ Cari amici ex allievi, rivolgo gli auguri sinceri e affettuosi in occasione del Santo Natale tenendo ben presente il quadro di riferimento di vita cristiana in cui si inseriscono in questo 2012. Lo scorso mese di ottobre è iniziato, infatti, l’anno della fede voluto dal Papa, non tanto con l’intento di restaurare un tempo che è irrimediabilmente passato, soprattutto in questa cultura postmoderna, quanto piuttosto per ricreare, in ciascun discepolo, uno spazio ed un tempo interiori che sembrano essere diventati assolutamente inutili ed insignificanti per l’uomo contemporaneo. ▬

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Messa di don Bosco giovedì 31 gennaio L’appuntamento con la tradizionale Messa di don Bosco è per giovedì 31 gennaio 2013, alle 18, nella palestra Zanovello. Celebra il vescovo di Crema. → pagina 12

Buon Natale e felice 2013 L’Unione ex allievi augura ai lettori di ‘Ad Alta Voce’ tanti auguri di buon Natale e sereno 2013. Per trascorrere l’anno nuovo (e non solo) in compagnia dell’Unione, non perdete il nostro calendario.

►Il Centro Salesiano di Treviglio ha ‘compiuto’ 120 anni: era infatti il 1892 quando i primi salesiani giunsero in città, dando vita a quella che oggi è la realtà che tutti conosciamo. Per questa occasione è stato inaugurato il nuovo palazzo delle scuole superiori, mentre l’Unione è stata presente con diverse iniziative, come l’annullo postale speciale.◄

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→ pagine 6 e 7

Isidoro Apostoli ordinato sacerdote Isidoro Apostoli ora è ‘don’: è stato infatti ordinato sacerdote. Il grande affetto degli amici ex allievi. → pagina 8


‘Ad Alta Voce’ ha cambiato look

Una veste grafica tutta rinnovata Cari ex allievi, come avrete già notato il numero che avete in mano della nostra rivista è un po’ differente dal precedente, soprattutto per quanto riguarda la veste grafica. Questo perché abbiamo voluto, anzi in parte dovuto per via delle ristrettezze economiche, rivedere la composizione del nostro/vostro giornale: complice la crisi economica, le entrate dell’Unione si sono infatti affievolite, mentre le spese sono rimaste le stesse, se non addirittura aumentate. Anche la ricerca degli sponsor per poter pubblicare ‘Ad Alta Voce’ si è fatta sempre più difficile. Tuttavia abbiamo voluto scongiurare la chiusura della pubblicazione: questa rivista, infatti, voluta da Manlio Possenti, storico e indimenticato presidente dell’Unione, oltre mezzo secolo fa (a lato vedete la copertina del primo numero, allora allegato a ‘Il Popolo Cattolico’), rappresenta da ormai tanti anni un punto di riferimento e di contatto con tanti ex allievi. In questi ultimi anni è stato attivato anche il sito internet, che non va però a sostituire il prezioso contenuto di questo giornale, anche perché molti ex allievi, in particolare quelli un po’ più avanti con l’età, non sono pratici nell’utilizzo degli strumenti informatici. E comunque anche i più giovani amano ancora avere tra le mani un giornale di carta, da integrare e completare con quanto si legge sulla rete. Per questo, nonostante i sacrifici, eccoci di nuovo qui: un ‘format’ nuovo, contenuti al passo con i tempi e le esigenze di voi lettori ed ex allievi, ma anche coinvolgenti e interessanti per gli sponsor che potranno e vorranno sostenere questo nostro progetto. Gli articoli e le fotografie non mancano mai: il giornale resta aperto a tutti gli ex allievi che vogliano in qualche modo contribuire con testi e immagini di ieri e di oggi. E intanto, ancora una volta, buona lettura. La Redazione

Periodico di informazione Fondato nel 1986 da Manlio Possenti Anno XXVII n. 97 - Dicembre 2012

Numero chiuso il 10 dicembre 2012

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DIRETTORE DON ETTORE GUERRA IL

Gli auguri di Natale nell’anno della fede ▬ Cari amici ex allievi, rivolgo gli auguri sinceri e affettuosi in occasione del Santo Natale tenendo ben presente il quadro di riferimento di vita cristiana in cui si inseriscono in questo 2012. Lo scorso mese di ottobre è iniziato, infatti, l’anno della fede voluto dal Papa, non tanto con l’intento di restaurare un tempo che è irrimediabilmente passato, soprattutto in questa cultura postmoderna, quanto piuttosto per ricreare, in ciascun discepolo, uno spazio ed un tempo interiori che sembrano essere diventati assolutamente inutili ed insignificanti per l’uomo contemporaneo. La questione della fede infatti è semplicemente la questione della verità e della felicità dell’uomo, la sua stessa condizione di esistenza. In Lui era la vita e la vita era la luce degli uomini. Le Parole del Prologo di San Giovanni rivelano la dimensione vitale della fede che è una bella e costante relazione con Dio da cui la vita è originata e la cui luce guida e accompagna tutta una esistenza. La luce del Natale, allora, non può essere messa sotto un moggio ma deve risplendere prima di tutto nello spazio interiore ed intimo della nostra relazione con Dio, là dove Dio si manifesta con evidenza e, soprattutto, con amore. Consegno alla vostra preghiera ed alla vostra riflessione un passo della bella Lettera Pastorale Il Dio vicino, che il nostro Cardinale Arcivescovo ci ha donato per quest’anno pastorale: La Fede Cristiana è generata e alimentata dall’incontro con Gesù, verità vivente e personale: è risposta alla persuasiva bellezza del mistero più che esito di una ricerca inquieta, è fiduca nutrita dall’incontro con il Signore più che una scelta causata dalla sfiducia nelle risorse umane e da uno smarrimento che non trova altra via d’uscita. Lasciamoci coinvolgere dalla bellezza di Dio che si manifesta in Gesù Bambino. Don Bosco, nostro amato padre, accompagni con la sua amorevolezza i passi e i cammini, spesso incerti, di ciascuno di noi. Buon Natale e felice 2013 di una felice vita di fede in Dio. ▬

c/c postale N. 15109242 intestato a: Associazione Exallievi/e Don Bosco Via Giovanni Zanovello, 1 24047 Treviglio (Bg) Poste Italiane S.p.A. Spedizione in abbonamento postale 70% - DCB Bergamo Aut. Tribunale Bergamo n. 32/87 del 23.10.87

ASS. EXALLIEVI ed EXALLIEVE DON BOSCO TREVIGLIO www.exallievidonboscotreviglio.com unione@exallievidonboscotreviglio.com

DIRETTORE RESPONSABILE: Amanzio POSSENTI

Direzione, redazione, amministrazione: c/o Centro Salesiano «Don Bosco» Via Zanovello, 1 24047 Treviglio (Bg) Tel 0363.313911 - Fax 0363.313908 www.axia.it/salesiani - salesiani@axia.it

Hanno collaborato a questo numero: Filippo Attena, Marco Scirea, don Roberto Gerosa, don Ettore Guerra, don Ferdinando Colombo, don Gianni Danesi, Renato Gatti, Francesco Chiari, Tarcisio Finardi, Renato Gatti, Federico Merisi, Loris Scaravaggi, Paolo Furia, Federico Merisi, Roberto Conti, Angelo Colombo

COORDINATORE: Fabio CONTI

SERVIZI FOTOGRAFICI: Foto Attualità Cesni ‘AD ALTA VOCE’ viene spedito gratuitamente agli Exallievi/e, Oratoriani, Cooperatori e Amici dell’Opera Salesiana di Treviglio, Iscritti all’Unione Stampato anche grazie al contributo della Cassa Rurale - BCC di Treviglio

Stampa: Tipolito CFV Via F. Filzi 12/16 - 24047 Treviglio (Bg) Tel. 0363.48604 - Fax 0363.301714 www.cfv.it - info@cfv.it

Alla rivista possono collaborare gli ex allievi inviando scritti e foto. La Redazione si riserva, secondo lo spazio disponibile e il contenuto, di pubblicare o meno quanto pervenuto.


PRESIDENTE RENATO GATTI

IL

Facciamo della nostra vita una sinfonia ▬ Cari Ex Allievi, assistendo al concerto per organo che ha chiuso la giornata con cui abbiamo ricordato l’arrivo dei primi salesiani a Treviglio 120 anni fa, ho fatto alcune considerazioni che ora voglio condividere con voi. Nell’occasione il maestro Paolo Oreni, trevigliese concertista di fama internazionale, ha eseguito brani di Bach e Vivaldi, prima di concedersi ad improvvisazioni sul tema di «Giù dai colli» e di «Mission». Confesso che, pur essendo appassionato di musica, distinguo a fatica i tasti bianchi da quelli neri. Tuttavia sono rimasto strabiliato dal virtuosismo, dalla passione e dal trasporto con cui il maestro Oreni, con le mani e i piedi, è riuscito a ‘cavar fuori’ armonie sublimi da uno strumento, che altro non è che legno, plastica, componenti metallici ed elettronici. Mentre vedevo il maestro ricurvo sull’organo, come rapito da un’estasi mistica, pensavo all’impegno profuso per eseguire quelle partiture. La musica è armonia, armonia delle differenze. Solamente armonizzando diverse tonalità è possibile ottenere musica. Così anche la vita di ciascuno di noi: la renderemo piena ed armonica solo se saremo in grado di armonizzare, appunto, le differenze che sono tra noi. La musica che abbiamo ascoltato, ove la molteplicità di suoni si fa armonia, ci insegna il rispetto che dobbiamo alla voce degli altri, voce che spesso tendiamo a soffocare per far emergere il nostro ego; insegna l’importanza dell’ascolto, del dialogo e dell’umiltà, perché rimanda a qualcosa di altro che trascende l’uomo ed è capace di farci sintonizzare con la bellezza e la verità; aiuta a meditare sulla complessità della vita e, mediante i suoni, ci porta ad armonizzare il nostro intimo. Ci rimanda a Dio «che riempie l’anima e il cuore di quelli che Egli possiede; è un Dio che fa loro sentire interiormente la loro miseria e la sua misericordia infinita; che si unisce al più profondo della loro anima, che la riempie di umiltà, di gioia, di fiducia e di amore; che li rende incapaci di altro fine che non sia Lui stesso» (Pascal, Pensieri, n.556 B). Don Bosco è stato capace di fare della propria vita una sinfonia di amore, carità operativa, passione educativa. Auguro a ciascuno di voi, ed a me, di fare della propria vita, se non una sinfonia, almeno qualche ‘battuta’ degna di rilievo. Buon Natale. ▬

Tutti gli articoli di ‘Ad Alta Voce’ si possono anche leggere sul nostro sito internet: www.exallievidonboscotreviglio.com Per inviare articoli o foto è disponibile l’indirizzo e-mail: unione@exallievidonboscotreviglio.com Aspettiamo il vostro materiale!

DELEGATO DON ROBERTO GEROSA IL

A tutti Gesù dice: «Amami come sei, dammi il tuo cuore» ▬ Nell’ultimo Consiglio degli ex allievi, lo scorso 5 novembre, facevo notare che, nella mia vita di salesiano, non certo per merito mio, ma per le circostanze particolari in cui sono venuto a trovarmi, per tre volte ho ricevuto l’incarico di seguire l’Unione ex allievi in sedi diverse: Chiari, Brescia, Treviglio, che, guarda caso, non si erano costituite tali per suggerimento dei Salesiani, ma dagli stessi ex allievi, che, ricordando gli anni della loro giovinezza sentirono il bisogno di rivivere in unione quella che era stata l’educazione ricevuta negli ambienti suscitati da don Bosco e dai suoi successori. Ribadisco che sono stati gli ex allievi stessi a volersi riunire ricordando quanto il metodo di don Bosco aveva seminato nei loro cuori, vale a dire: «Essere buoni cristiani e onesti cittadini0187. Don Bosco aveva come suo grande ideale: salvare le anime dei suoi ragazzi di tutto il mondo e portarli tutti in Paradiso dove c’è, a suo dire, un Paradiso riservato solo per i suoi giovani!... L’attuale nostro Ispettore, don Claudio Cacioli, in occasione del 4 novembre, festa di San Carlo Borromeo, protettore della nostra Ispettoria, ha inviato a noi salesiani alcune riflessioni su due grandi figure: San Carlo Borromeo e don Bosco, distanti sì nel tempo, ma vicini negli ideali: la salvezza delle anime. Credo che anche noi, pur con i nostri peccati, i nostri difetti, le nostre fragilità umane, siamo invitati a raggiungere questi ideali. L’abbondanza dei doni che in questi giorni Dio dà alla Sua Chiesa, che lo Spirito Santo ha voluto; penso all’assemblea dei 262 vescovi venuti da tutte le parti del mondo, espressione di culture e sensibilità diverse, a seconda dei vari paesi di provenienza, che per tre settimane si sono riuniti a Roma sotto la presidenza del Papa, a parlare, a discutere, a confrontarsi a tutto campo sulle problematiche del mondo odierno, «espressione di una Chiesa viva, che affronta con coraggio e ottimismo le attuali sfide della storia per riscaldare nel cuore dei suoi figli e figlie la fede dimenticata o smarrita»; e, ancora, l’inizio dell’anno della fede nel cinquantesimo anniversario del Concilio Ecumenico Secondo: tutto per dirci che la nostra Chiesa, tante volte denigrata o dimenticata, è viva e lo Spirito Santo l’assiste e la guida! Perciò tutti noi siamo invitati a rinnovarci a convertirci, se ce ne fosse bisogno, per diventare veri discepoli del Signore, con una sana creatività per riscoprire la gioia, la vera gioia personale, familiare e sociale per il bene nostro e degli altri. Gesù, apparendo alla suora polacca Faustina Konvalska, disse: «Conosco la tua miseria, le lotte e le tribolazioni della tua anima, le deficienze e le infermità del tuo corpo; so la tua viltà, i tuoi peccati e ti dico lo stesso dammi il tuo cuore, amami come sei. Anche se sei vile nella fatica del dovere e della virtù, se ricadi spesso in quelle colpe che vorresti non commettere più, non ti permetto di non amarmi, voglio l’amore del tuo cuore: se aspetti di essere perfetta, non mi amerai mai!». Cerchiamo allora di credere e di vivere come Lui vuole. «Ti ho dato mia madre, Maria: fa’ passare tutto dal suo cuore puro! Conto su di te per darmi gioia». ▬

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Note a margine rubrica di Francesco Chiari

Punti di riferimento. ▬ Cinquant’anni non sono poi molti, ma noi musicomani mezzo secolo fa usavamo ancora la fonovaligia, come quella nera e grigia di marca ‘Lesa’ che avevo io, e chi pensava all’alta fedeltà? Quel periodo mi è tornato in mente quando, nel sistemare la cantina che fu il laboratorio di mio padre Angelo, scovai per caso in un cassetto il bugiardino della ‘cartuccia monofonica compatibile’, anche questo risalente almeno a cinquant’anni fa (lo dimostra l’indirizzo italiano della ditta, privo del codice postale, che fu introdotto da noi solo nel 1967). Nel leggere questo foglietto ormai un po’ unto, mi saltò all’occhio il dettaglio secondo cui la puntina ‘è realizzata con zaffiri della migliore qualità svizzera’, particolare che come una macchina del tempo mi riportò indietro col pensiero. Per quelli della mia generazione, lo spazio delle conoscenze era tutto sommato ancora molto ben definito, e soprattutto marcato da paletti quasi inamovibili ma assai comodi per organizzare il pensiero: così la Svizzera indicava tecnologia raffinata - come in questo caso, ma anche in quello degli orologi - oppure industria casearia e dolciaria, la Germania era il regno delle automobili e delle macchine fotografiche, la Gran Bretagna - ma noi ce la spicciavamo con ‘Inghilterra’era ovviamente la patria della musica giovane ma anche dell’immutabile rito del tè pomeridiano, gli Stati Uniti volevano dire film western o divi del rock, e così via sempre un po’ semplificando, mentre per gli altri continenti le informazioni erano molto meno frequenti e/o dettagliate. Questo, va detto, semplificava molto il lavoro ai nostri insegnanti, pochi dei quali mostravano la volontà di uscire dal tracciato consueto e di avvicinarsi al nostro mondo o di farci conoscere cose nuove (penso, ma è solo un esempio possibile, al

mio vulcanico docente di inglese don Arturo Lorini, il quale, forte di esperienze in Medio Oriente e Gran Bretagna, ci fece capire l’importanza della lingua inglese e di come fosse necessario padroneggiarla come la propria lingua madre). Oggi invece, come noto, i paletti sembrano essere saltati uno dopo l’altro grazie alla diffusione di informazioni attraverso la rete telematica: mondi una volta misteriosi e inaccessibili sono distanti pochi clic, viaggi una volta alla portata di pochi diventano esperienze affrontate in età sempre più bassa, e non di rado studenti anche

molto giovani hanno una conoscenza del mondo grazie ai viaggi assai superiore a quella dei loro docenti, cosa che naturalmente sbilancia il rapporto educativo. Sempre più gli insegnanti sembrano quasi messi alle corde dalla nuova abbondanza di informazioni, che volenti o nolenti ha tolto loro la stessa nozione di ‘figura autorevole’, dal momento che quanto proposto in classe può essere riverificato in una manciata di secondi dagli studenti in maniera del tutto autonoma, con l’ovvio rischio che il docente sia visto come un semplice ripetitore di nozioni del quale magari, in futuro, si potrà fare a meno (aspettate a sconcertarvi: provate a ricordare l’esperienza di ‘Telescuola’, quando l’apparecchio TV sembrava la soluzione a tutti i mali!). Forse la soluzione migliore per i docenti sta in un duplice approccio, ossia mantenere il punto di riferimento dei testi autorevoli - proponibili oggi anche con la lavagna multimediale - ma nello stesso tempo non demonizzare la rete, usandola anzi come alleato da tenere sì a bada ma di cui non diffidare per principio. Cito un esempio personale per concludere: in una classe di prima linguistico uso la lavagna multimediale, e insieme parlo ai miei studenti - quasi tutte ragazzine simpaticissime - della mia esperienza come giornalista, traduttore e collaboratore a testate in rete, col risultato che un giorno un’allieva entrò in classe tutta contenta, dicendomi ‘Prof, ho digitato su Google e lei c’è!’. Niente di eccezionale, sia ben chiaro, ma sono questi piccoli dettagli che possono aiutarci a restare punti di riferimento per giovani che ne hanno sempre più un disperato bisogno. ▬

Cappella interna: ecco le nuove vetrate ►La cappella interna dedicata alla Sacra Famiglia risplende sotto una nuova luce. Grazie alle offerte raccolte durante le sante messe e in occasione delle varie iniziative organizzate dal gruppo Amici dell’Opera Salesiana, sono state realizzate 16 nuove coloratissime vetrate. Il gruppo è sorto nel 2006, nei primi due anni di attività, grazie a varie iniziative, si sono raccolti i soldi (1.600 euro) per comprare un trabattello ritenuto indispensabile per alcune attività dell’oratorio: montaggio scenografia per la santa messa di Natale, feste in cortile o in palestra. Nel 2007, grazie all’interessamento di Don Mauro Soru, il gruppo ha deciso di occuparsi della cappella interna all’istituto, la chiesa dove si celebra la messa alle 9.15 ogni domenica. Nel 2008 è stato rifatto l’impianto elettrico sostituendo tutte le vecchie lampade al neon con fari e faretti e mettendolo a norma di legge. Il tutto ha com-

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portato una spesa pari a 8.700 euro. Dal 2008 al 2011 i volontari hanno incominciato ad interessarsi alle vetrate e, dopo aver esaminato vari progetti, hanno deciso di conservare il telaio esistente ma aggiungendo eleganti vetri a colori. La spesa totale è stata di 23.500 euro compresa la pulizia e l’imbiancatura della parete finestrata. I soldi che sono stati spesi per il rifacimento della chiesetta sono stati raccolti grazie alle offerte della terza domenica del mese nella chiesa di San Carlo e quelle della messa delle 9.15 nella cappella della Sacra Famiglia (12.300 euro circa). Altre offerte (21.400 euro circa) sono arrivate grazie alle varie iniziative organizzate dal gruppo: castagnate, pranzo sociale Or.Sa, presepe, cena di Capodanno, lotterie varie, festa di Carnevale, pizzate, pesche di beneficienza, Festa del Movimento Giovanile Salesiano e campo scuola a Piazzatorre.◄ R. C.


L’intervento ’economico’ del Tesoriere, Tarcisio Finardi

È tempo di bilanci per la nostra Unione Tra la preoccupazione per le iniziative con scarso successo e risultati e le previsioni per un futuro che non sembra roseo, complice la crisi. Senza dimenticare le difficoltà della nostra rivista con pochi sponsor di Tarcisio Finardi ►Fine anno tempo di bilanci e, mentre mi accingo a prepare questo articolo, la voglia di dire la mia sulla crisi che da tempo ormai ci attanaglia e sembra non trovare sbocchi positivi è forte più che mai, ma non voglio cadere in esternazioni che potrebbero essere mal interpretate e pertanto lasciamo l'analisi a chi ha autorità e competenze per poterle meglio affrontare. In qualità di tesoriere mio compito è esporre quanto fatto in seno alla nostra bene amata Unione nell'anno in corso, sia dal punto finanziario e alle iniziative proposte. Sappiate che il Consiglio si riunisce con cadenza mensile e, già nei primi mesi dell'anno, ho fatto presente del momento di criticità nel comparto entrate, vedasi la diminuzione seppur leggera in termine di rinnovo delle quote (276 nel 2011): in questo momento siamo a circa 230 niente a che vedere con le circa 400 degli anni passati, ma quello che più si evidenzia è il calo costante e significativo delle offerte pervenuteci. Sul fronte obiettivi proposti, solo uno è andato oltre ogni più rosea previsione, ma questo grazie a interventi da parte di persone che non gravitano nella nostra unione, ed è stato quello a sostegno della missione in terra etiope denominato ‘Sweet Honey’, fortemente caldeggiato dal nostro presidente, per l'acquisto di arnie e la produzione di miele, prezioso alimento e mezzo di sostentamento per molte delle famiglie del posto. Il progetto finalizzato alla raccolta fondi per arredare alcune aule del nuovo complesso scolastico, invece, non ha avuto a tutt’oggi risultati gratificanti, per non parlare dell'evento più signi-

ficativo dell'anno (il 14 ottobre) che vedeva i festeggiamenti per il 120° della presenza della Casa salesiana in Treviglio con tanto di emissione di cartoline e relativo annullo postale, oltre alla vendita del bellissimo calendario 2012/2013, prodotti pubblicizzati in tutte le forme possibili e andato clamorosamente disatteso con conseguenti mancati incassi, a fronte di rilevanti impegni finanziari per l'organizzazione di tale evento, che andranno a incidere pesantemente nelle casse. Deludente in termini di numeri anche la presenza da parte degli ex allievi negli eventi programmati per tale ricorrenza. Che dire poi della presenza agli incontri del ‘Gennaio pedagico’, con relatori

autorevoli, ma poco partecipati e - nota ancor dolente - la partecipazione al Convegno annuale che, a mala pena, ha visto la presenza di circa 80 ex allievi e, come sempre, è stata scarsissima la partecipazione da parte dei giovani. Per non parlare della gita organizzata a ottobre ad Adro (eravamo solo in 22), con visita ai vigneti e cantine dell’ex allievo Marcello Monzio Compagnoni, con tanto di cena a seguire in un contesto paesaggistico stupendo? E che dire di questo nostro periodico ‘Ad Alta Voce’? Profondo rosso (già l'anno scorso ne avevo segnalato le varie problematiche)! Nato 25 anni fa e voluto fortemente dal mitico presidente Manlio Possenti, con una tiratura di ben 4.000 copie (oggi siamo arrivati al massimo a circa 1.300), potrebbe anche rischiare di cessare la pubblicazione, causa mancanza di sponsor sufficienti a coprirne in toto i costi e che, comunque, già da questo numero vedete con una veste tipografica rinnovata. Personalmente son del parere che quanto destinato dagli ex allievi a titolo di offerta non venga destinato alla copertura, anche se solo parziale per la stampa del periodico, bensì per scopi ben diversi. Concludo ricordando che, anche per il 2013, viene confermata la quota per il tesseramento in 25 euro, comprensiva della quota destinata alla ‘Federazione Nazionale’ e dell’abbonamento ad ‘Alta Voce’. Le modalità sono sempre le stesse o tramite bollettino postale sul conto corrente numero 15109242 oppure, se vi è più comodo, tramite bonifico bancario acceso presso la banca di Credito cooperativo di Treviglio, di cui forniamo le coordinate bancarie: IT 47 P0 8899 5364 0000000024941. Entrambi i conti sono intestati a ‘Associazione exallievi centro Salesiano Don Bosco Treviglio’: abbiate cura di specificare la causale del versamento. Concludo ringraziando tutti coloro che già ci sostengono e chi in futuro intenderà farlo. Vi aspetto numerosi ai prossimi impegni e colgo l’occasione per augurare a voi e famigliari buon Natale e buon 2013. Vi segnalo inoltre che tutti i mercoledì la segreteria ex allievi è operativa dalle ore 15,30 alle 17,30. Inoltre abbiamo ancora a disposizione, per chi fosse interessato all'acquisto, un certo numero di cartoline con annullo postale e relativo ‘folder’ emesse in occasione del 120° della presenza Salesiana a Treviglio al prezzo di 5 euro, più eventuali spese di spedizione. Non perdete questa grande opportunità!◄

«Ad Alta Voce» e il sito internet dell’Unione Accanto a questo nostro storico giornale, che esce a cadenza quadrimestrale, vi ricordiamo che è attivo ormai da oltre un anno il sito internet dell’Unione ex allievo. Per raggiungere il portale è sufficiente digitare www.exallievidonboscotreviglio.com, oppure scrivere “ex allievi salesiani Treviglio” nel motore di ricerca Google per essere subito indirizzati al sito dell’Unione. Il sito viene aggiornato costantemente con tutte le informazioni sull’attività della nostra Unione, ma anche con tante altre notizie sul Centro salesiano, oppure con le riflessioni settimanali di don Tarcisio Sgariboldi sulla Parola di Dio e sul Vangelo della domenica. Molto ricca la sezione delle foto, che ciascun ex allievo può contribuire ad arricchire inviando le vecchie (o meno vecchie) foto di classe o di ‘rimpatriate’. Sono presenti anche le foto dei Convegni annuali degli ex allievi, a partire dal primo, storico, del 1920. È inoltre possibile scaricare l’ultimo numero e i precedenti (man mano stiamo caricando tutti i numeri finora usciti, che sono ormai arrivati quasi a quota 100) della nostra rivista ‘Ad Alta Voce’. Dunque, buona navigazione a tutti!

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Inaugurato il nuovo edificio delle Superiori: è ecocompatibile di Roberto Conti ►L’istituto salesiano quest’anno si è rimesso a nuovo e ha cambiato volto. In occasione del 120° anniversario è stato realizzato nuovo edificio. I lavori per l’ampliamento dei locali vicini al Palazzetto Zanovello sono iniziati il 17 luglio 2009 e sono stati ultimati il 10 luglio scorso. L’edificio si sviluppa su tre piani per una superficie coperta di 1.777 metri quadrati e presenta una volumetria di oltre 20 mila metri cubi. Gli studenti delle superiori possono già beneficiare di 25 nuove aule per la didattica, i laboratori di chimica e fisica con annessa aula per lavori di gruppo e deposito apparecchiature. Infine è stata realizzata un’ampia palestra e un aula docenti. Il tutto è stato progettato da ‘Oikosstudio’ dell’architetto Giovanni Agliardi, direttore dei lavori e insegnante nell’istituto salesiano. «È importante essere disponibili a politiche coraggiose - spiega Agliardi - e a pensare in grande; bisogna agire localmente per lasciare il mondo un po’ migliore di come è stato trovato». L’architetto ha così spiegato il nuovo ampliamento: «L’esigenza di un intervento di rinnovo funzionale degli ambienti esistenti per dotarli di spazi, servizi, attrezzature e strumenti, indispensabili per adeguarsi alle nuove esigenze dei tempi e alle richieste di una sempre più adeguata convivenza giovanile, si concretizza con la proposta progettuale che interessa la demolizione e successiva ricostruzione con ampliamento dell’edificio, attualmente ad un unico piano, che lambisce con le proprie strutture verticali, via Sola (lato ovest) e l’esistente campo da calcio verso il sedime interno di proprietà (lato est). Questo risulta essere anche il fabbricato meno ‘qualificato’ architettonicamente e che dal 1965 non ha subito ristrutturazioni significative». Il progetto ha ottenuto diversi riconoscimenti ed è stato presentato come ‘modello’ di edificio ecocompatibile su alcune riviste specializzate come ‘Tekneco’. La nuova struttura è stata valutata come “classe energetica A+, quella più bassa in termini di consumi. Agliardi ha tenuto a sottolineare che «bisogna far capire agli studenti che il rispetto dell’ambiente riveste un’importanza notevole anche a livello educativo». ◄

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Quasi quasi mi sono commosso»

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di Federico Merisi ▬ Quasi quasi mi sono commosso quando ho saputo che le aule del vecchio liceo in Collegio sarebbero state abbattute. D’altra parte, quella costruzione bassa faceva parte della storia dei Salesiani a treviglio, ma anche della mia storia scolastica. Ho iniziato a frequentare il Collegio in terza elementare, e a distanza di tanti (l’anno prossimo sono cinquanta) anni sono ancora qui; non è che sono ripetente, è che il Collegio ti prende, ti prende dentro anche se cambia, come cambiano i direttori e i professori (adesso si dice docenti); ma probabilmente è lo spirito di Don Bosco che pervade ogni angolo del Collegio, che si diffonde dappertutto, e che ti trapassa lasciando dentro un segno indelebile. In pratica sono cresciuto lì, con il deferente rispetto per i grandi, e cioè i liceali, e con la spensieratezza dei diciott’anni, quando frequentavo il liceo. Il liceo, così lo indicavamo quando in cortile, tutti assieme, noi piccoli correvamo dietro a un pallone, divertendoci assatanati nelle ricreazioni dopo il pranzo in refettorio. Già, il liceo, quella struttura bassa, composta di poche aule, là in fondo, vicino a quel campo verde di calcio che a noi piccoli era ancora precluso. Poi, invece, si cresce, e improvvisamente ci si ritrova grandi. Al liceo, appunto. E adesso, quasi improvvisamente, non c’è più neanche il liceo. Le aule erano davvero poche, e il corridoio davvero ampio per i 100 ragazzi che contemporaneamente frequentavano, e che hanno frequentato per tanti anni la vecchia struttura. C’era solo lo studio, con i banchi fatti a scrivania, segno tangibile e visibile del passaggio generazionale a scuola; c’era l’ufficio del consigliere, in cui ogni tanto venivamo chiamati a rapporto; c’era l’aula di fisica, là in fondo, di cui l’anima era Don Colombo, per gli amici Fefé. E più in là, appena fuori, c’erano i gradini che riportavano a livello del campo verde, perché il piano strada era ed è in leggera discesa. Ogni tanto mi incantavo a guardare fuori dalla finestra, da dove, oltre il corridoio, si vedeva appunto il campo da calcio. Adesso la struttura bassa non c’è più. 5on è morta, perché al suo posto c’è qualcosa di nuovo, qualcosa di diverso, qualcosa di più funzionale per i tempi che corrono e per le esigenze scolastiche di oggi. Aule ampie, spaziose, luminosissime, non più solo il piano terra, ma il piano terra, due piani sopra, tante aule e una splendida palestra. Quasi quasi mi commuovo un’altra volta. ▬


L’Unione presente all’evento con lo speciale annullo postale di Fabio Conti ►È stato uno degli ex allievi più noti, l’attuale vescovo di Lodi monsignor Giuseppe Merisi, a benedire, domenica 14 ottobre, il nuovo palazzo delle scuole superiori. Un evento organizzato non a caso proprio in quella data, giornata simbolo per la realtà trevigliese della congregazione fondata da don Bosco: era stato proprio il 14 ottobre di 120 anni fa che i primi tre salesiani - il sacerdote Francesco Cottrino e i due chierici Francesco Martini e Felice Razzoli - giunsero a Treviglio per dar vita a quello che oggi è il Centro salesiano. I tre arrivarono in treno e si insediarono nella prima sede, in via Zanda, mentre entrarono nell’attuale edificio di via Zanovello due anni dopo. A distanza di 120 anni, oggi il Centro salesiano si è ampliato e ospita tutti i giorni oltre 1.200 studenti: il nuovo palazzo delle superiori, già ‘operativo’ a partire dall’inizio di quest’anno scolastico, è solo l’ultima espansione, in ordine di tempo, dell’istituto. A fare gli onori di casa nel contesto della festa dei 120 anni è stato il direttore don Ettore Guerra: monsignor Merisi, trevigliese, ha benedetto i locali della nuova ala del Centro, circondato dalle autorità civili e militari della città. Presente

anche don Claudio Cacioli, oggi ispettore di Lombardia, Emilia, Svizzera e San Marino ma, dal 2005 al 2011, direttore proprio a Treviglio. «È stato lui a volere tutto questo e gliene siamo grati - ha sottolineato don Ettore -. E grazie soprattutto alla Cassa rurale che ci sta dando una mano per sostenere i costi, non irrilevanti visto il periodo, di questo nuovo palazzo». Presente per l’istituto di credito trevigliese il presidente Gianfranco Bonacina. La mattinata di festa è proseguita nel Santuario della Madonna delle lacrime, dove lo stesso vescovo di Lodi ha celebrato la Messa per i 120 dei Salesiani in città, affiancato dai sacerdoti della congregazione (tra loro don Eugenio Riva, pure trevigliese, già direttore a Treviglio e poi a sua volta ispettore). In prima fila il sindaco Giuseppe Pezzoni, preside delle superiori. «I miei ricordi dai Salesiani sono legati alle tante figure di sacerdoti carismatici che ho conosciuto - ha detto monsignor Merisi -, lo stesso carisma di don Bosco e che accompagna da 120 anni l’impegno dei Salesiani qui nella nostra Treviglio». Per l'occasione anche l’Unione ha fatto la sua parte, riscuotendo un certo successo: è stato infatti appositamente preparato e distribuito un annullo postale ad hoc, oltre al calendario voluto proprio dall’Unione.◄

Qui a lato il direttore, don Ettore Guerra, con monsignor Giuseppe Merisi, vescovo di Lodi ed ex allievo della nostra casa salesiana, durante l’inaugurazione della nuova ala delle scuole superiori, lo scorso 14 ottobre 2012. Nelle immagini sopra il titolo di questa pagina, alcuni momenti della festa: da sinistra, l’ingresso del direttore e del vescovo nel nuovo palazzo, con a fianco l’ispettore don Claudio Cacioli e don Eugenio Riva, trevigliese, già direttore del nostro istituto e già ispettore; due momenti della Messa nel santuario della Madonna delle lacrime, con la numerosa partecipazione della popolazione e degli amici dei Salesiani. Nella pagina a sinistra, ancora l’inaugurazione, una delle aule e il banchetto allestito dall’Unione e dove veniva distribuito lo speciale annullo postale per i 120 anni di presenza dei Salesiani a Treviglio.

⇒ SPAZIO AMARCORD ⇐

E così nacque l’aula di Fisica» «

di don Ferdinando Colombo ▬ C’era una volta… l’internato del Liceo Classico dei Salesiani di Treviglio. 5on era facile per giovanotti di quell’età restare lontani dal paese, dalla casa in un ambiente rigidamente maschile. Per fortuna all’ora di cominciare le lezioni arrivavano ‘gli esterni’ a portare una ventata di normalità. Tra i superiori c’erano nomi rimasti famosi: don Smiderle, don Lazzaroni, don Bosoni, don Bovio e personaggi importanti ancora presenti come don Girola, don Maino. Era direttore don Francesco Viganò, che non disdegnava di misurarsi in focose partite al pallone con i liceisti e con molta abilità aveva convinto i genitori dell’importanza di avere una palestra degna del Collegio dei Salesiani. A quei tempi era uno degli edifici più significativi della città e i più maligni tra gli allievi dicevano che il direttore si era costruito la base del suo monumento. La aule del liceo erano state pensate come nei college americani, con giardinetto, grande corridoio, affacciate su un prato verde delimitato da una fila di abeti azzurrognoli e la penultima di queste aule era stata destinata ad essere l’Aula di Fisica con una imponente scalea ad anfiteatro che agli allievi dava l’illusione di essere già all’università, e dotata di audiovisivi anche se si trattava di una lavagna luminosa e di un cineproiettore a 16 mm che oggi sarebbe da museo. Disponeva di due ambienti limitrofi dove erano raccolti gli strumenti e gli apparecchi necessari per le esperienze, ben presto si era trasformata in un punto di ritrovo per chi voleva approfondire le conoscenze scientifiche e anche cimentarsi nello sviluppo e stampa di fotografie. Eravamo al passo col mercato più sofisticato per la dotazione di una camera oscura e di due ingranditori che permettevano di stampare le prime fotografie a colori. Il momento di gloria fu raggiunto quando tre allievi (Rodeschini, Dotti e un altro di cui non ricordo il cognome) realizzarono in quel laboratorio una magnifica esperienza sulle tre leggi di Keplero che regolano il moto dei pianeti simulandole con un modello elastico ed uno magnetico e documentandole con splendide fotografie. Si presentarono al Concorso 5azionale di Fisica per studenti della scuola superiore e vinsero il primo premio, furono invitati con tutte le apparecchiature per una settimana, spesati di tutto, al Palazzo delle Esposizioni di Roma e in quell’occasione il Direttore e il Professore di Fisica li raggiunsero continua a pag. 10

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L’ordinazione di Isidoro Apostoli, lo scorso 22 settembre a Botticino (Brescia)

Tanti gli ex allievi presenti all’ordinazione sacerdotale. I ricordi nel giornalino della 3ªA del 1980: «Con lui andiamo d’accordo, simpaticone e spiritoso» di don Gianni Danesi ►Anni 70-80 nei cortili dell’Istituto di Treviglio: una animatissima ricreazione con una grande quantità di ragazzi che giocano a calcio con tanti palloni che si incrociano e parecchi portieri nella stessa porta. Non ci sono divise, ma ognuno segue il suo pallone e riconosce i suoi compagni e avversari e ignora tutti gli altri. In mezzo Isidoro gioca in attacco e fa un gran numero di assist per far segnare a tutti un gol. Questa è la prima immagine di Isidoro Apostoli che mi viene in mente. Sempre in mezzo ai ragazzi, in classe ad insegnare inglese, in studio, in cortile, nelle attività, in camerata, in chiesa … sempre con discrezione, animando, dialogando con ciascuno tanto da creare una buona relazione educativa. Ho passato con Isidoro 4 anni intensi (1978-82) con gli ‘interni’ delle Medie: con lui era facile lavorare insieme e trovare intese. La classe 3ªA del 1980 lo ricorda così nel giornalino scritto per la conclusione delle Medie: «Noi con Isidoro, Isi per gli amici, andiamo molto d’accordo. Tutta la classe lo stima. Egli è un salesiano, ma non è prete, è professore di inglese e ha sempre nuove idee per farci imparare l’inglese. È molto sportivo, gioca sempre con noi a calcio, pallacanestro ...e ci dà sempre buoni consigli. Piuttosto calmo e paziente, ma quando noi lo inquietiamo, si arrabbia e …Tarzannnnnn! Sa essere spiritoso ed è sempre un gran simpaticone». A firma di Gaetano che, con un bel gruppo di compagni di classe, il 22 settembre 2012 era presente alla ordinazione sacerdotale di don Isi. A Isidoro è arrivata la vocazione missionaria

e con generosità è partito per l’Etiopia e lì i giovani, ai quali ha donato tutto il suo tempo, gli hanno chiesto di donare loro anche la presenza di Gesù con l’Eucarestia e la Riconciliazione… e il buon Isi è tornato a studiare a 60 anni, con grande generosità e il 18 ottobre scorso è tornato in Africa da sacerdote. Ho potuto constatare però che non si è dimenticato dei ragazzi di allora (ora hanno moglie e figli e 46 anni) dal modo con cui ha mostrato contentezza nel rivedere Gaetano, Vittorio, Giovita, Domenico, Marco, Paolo, Emilio, Giuseppe... Anche tutti gli altri ex allievi di Treviglio, che hanno conosciuto Isidoro, non possono dimenticarlo e potranno anche aiutarlo a compiere la sua missione di sacerdote salesiano in Etiopia.◄

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Don Isidoro Apostoli è stato ordinato lo scorso 22 settembre 2012 a Botticino (Brescia): qui sopra, con gli amici dopo l’ordinazione. Fresco di ordinazione ha poi celebrato Messa a Treviglio il 6 ottobre: presenti al suo fianco tutti i sacerdoti della Casa. Nella foto in alto a sinistra, Isidoro con il presidente dell’Unione ex allievi, Renato Gatti: al termine della Messa il presidente ha consegnato a Isidoro un contributo di 1.000 euro destinati alle necessità della missione di Zway, dove ora si trova il novello sacerdote

«È rimasto lo stesso di tanti anni fa» di Federico Merisi ►Sono passati tanti anni da quando ho conosciuto Isi, ma devo dire che è ancora lui, con lo spirito pacato ma deciso di quando, allora, insegnava inglese e assisteva i ragazzi. Sono stato il primo obiettore a prestare servizio in Collegio tra il 79 e l’81, assieme a Fabio, oggi don Fabio Pasqualetti. Erano altri anni, è vero, ma i legami non tramontano mai, come con gli altri tre obiettori che sono arrivati dopo di me, e che cito in rigoroso ordine alfabetico: Angelo Galli, Marco Gandossi e Angelo Tibaldi; anche loro ricordano Isi come me. Isi era un confratello laico, già esperto di educazione giovanile, già formato e cresciuto alla scuola di Don Bosco. Aveva un suo stile personalissimo, con una voce bassa e convincente. Raro che alzasse il tono, raro che prendesse iniziative restrittive nei confronti dei ragazzi; preferiva invece prendere sottobraccio il reo e farlo confessare, proprio nella logica salesiana. Il tempo verbale imperfetto non significa che Isi non c’è più, significa solo che adesso Isi è diventato don Isidoro, ha cambiato veste, ha messo la tonaca, come si diceva ai miei tempi, ma è pur sempre rimasto lui. Si potrebbe anche dire che col tempo è migliorato, come il vino, come il Botticino che si produce nel suo omonimo paese.

Da sinistra: Umberto Taddeo, don Isidoro Apostoli, don Ettore Guerra e Renato Gatti

Ma devo anche dire che ha seguito la sua vera passione, e cioè stare con i ragazzi, sia qui che nei tanti anni trascorsi in Etiopia. Ha interpretato così la sua missione, fino a maturare definitivamente la sua vocazione. Adesso lo dobbiamo chiamare don Isidoro, ma per noi quattro primi obiettori, per noi quattro dell’Ave Maria, e probabilmente anche per tanti altri, è ancora Isi, Isi con cui giocare a calcio, Isi con cui studiare, Isi che guarda ancora lontano.◄


di Marco e Filippo ►L’ultimo ricordo risale a quando ci siamo ritrovati tutti noi compagni della 5ª scientifico A per leggere sui tabelloni presso la portineria l’ultimo e più sudato voto: quello della maturità. Poi qualche sporadica visita - durante i primi anni d’università - per salutare alcuni professori, ma soprattutto per partecipare al mitico torneo estivo di calcetto dedicato agli ex allievi, in ricordo di don Emilio Bruni, di cui siamo i vincitori di ben 3 edizioni su 4! E così lo scorso sabato 20 ottobre ci siamo ritrovati riscoprendo che son già passati dieci anni da quel caldo luglio 2002, e che il ‘tamtam’ mediatico per l’organizzazione dell’evento purtroppo

non ha avuto l’effetto sperato: per restare in tema scolastico, il ‘registro degli assenti’ era decisamente affollato! Rivedendosi con gli altri compagni ed amici, la prima sensazione, un po’ per tutti, è stata che il tempo passa ma nessuno è cambiato. Facce da adulti, pensieri oramai lavorativi, famiglie che si allargano, coppie che hanno consolidato il loro amore nel Matrimonio, ma ‘siamo ancora noi’, perché portiamo sempre nel cuore lo spirito dei Salesiani. Dopo una breve presentazione e un saluto da parte di don Ettore nella sala ricolma di ricordi (i tentativi dei compiti copiati, le sonore strigliate, gli immancabili ‘buongiorno’) ci siamo recati insieme al preside Beppe Pezzoni (che ha sempre più capelli grigi) a visitare la nuova ala del comples-

so che raggruppa tutte le classi delle scuole superiori. Ahimè, abbiamo anche scoperto che i nuovi liceali avranno ben 29 ore settimanali, contro le nostre 34! Che invidia! Transitare in questa nuova struttura supermoderna ci ha fatto comprendere per la prima volta che dieci anni non sono poi così pochi: infatti le aule sono cambiate radicalmente, con spazi decisamente più ampi e luminosi, e in alcune la lavagna è stata soppiantata da moderni iPad: niente più ‘mani tremolanti’ e gessetti spezzati durante le interrogazioni di matematica alla lavagna! Umberto nel frattempo ci chiamava a raccolta per portarci in sala mensa. Un banchetto fantastico ci attendeva, altro che la ‘pizza gommosa’ che immancabilmente trovavi il mercoledì a pranzo. C’è tempo ancora per tanti ricordi, episodi buffi da ricordare e condividere con i com-

pagni ed i professori di 5 splendidi anni di vita assieme. Ringraziamo a nome di tutti i partecipanti l’Unione degli ex allievi per l’organizzazione dell’evento e Taddeo, vera ‘colonna’ portante dell’Istituto. I Salesiani ci hanno cambiato il cuore!◄ Tutte le foto del decennale sul nostro sito: www.exallievidonboscotreviglio.com

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Ricordi di un ex allievo / 1: Paolo ‘Paolino’ Furia, di Treviglio

Il primo chierico giunto a Treviglio: si diceva conservasse ancora le noccioline del miracolo di don Bosco Le mele del professor Porrini, i volatili del maestro Zanovello e i lupi tedeschi di don Casati a guardia dell’orto

Lucchini, don Viganò, don Gugiatti, don Olmi, don Rebesco, don Vignato, don Conzadori… quanti ricordi, quanti volti amici. Di don Gugiatti in casa mia c’era il ricordo di quella volta che il direttore, in tempo di guerra, trovò nella sua stanza un apparecchio radiofonico. Rischiò un forte rimprovero e fu salvato da mia madre che, di sera, andò incontro a mio padre alla stazione per avvisarlo del fatto accaduto, consigliandolo di affermare al direttore che la radio era sua e che l’aveva data a don Gugiatti per la riparazione. Fatto che accadde e che salvò don Plinio da eventuali gravi ripercussioni. Radio Londra non si poteva ascoltare. Tanti nomi di sacerdoti che non dicono nulla ai giovani, ma che hanno fatto la storia di questo storico collegio dei salesiani di Treviglio.◄

di Paolo Furia ►Sognare non fa mai male. Ricordare e tener viva la memoria dei tempi passati rigenera. Di tanto in tanto rammento la mia infanzia inscindibile dai Salesiani. Nato in Villa Ida, proprio accanto all’istituto, sono di fatto cresciuto all’ombra della chiesa di San Carlo e dell’oratorio salesiano di don Mezzoli. Nel dopoguerra non abbondavano le cibarie, anzi, era un’impresa per le mamme trovare sale e altri prodotti per la cucina. Mi raccontava mia madre che, non poche volte, riusciva a trovare il sale solo nel negozio della famiglia Agostinelli, vicino al Collegio degli Angeli. Era quello raspato nelle botticelle delle sardine. La carne era un lusso. Fortunatamente i Salesiani avevano una grande ortaglia e una porcilaia là dove ora c’è la palestra Zanovello. Qualche buon prete, di tanto in tanto, le portava una bistecchina di maiale in cambio di un buon caffè. Sicché, con questi espedienti, sono stato nutrito e sono cresciuto senza quella miseria che ha caratterizzato i vari anni della Seconda guerra mondiale e dell’immediato dopoguerra. Ancora bambino, avrò avuto sei o sette anni, servivo messa a don Morbi nella chiesa di San Carlo. Nelle domeniche del periodo estivo, quando gli interni del collegio erano in vacanza, mi capitava di servire due o tre messe domenicali. I chierichetti disponibili erano pochi. In collegio mi conoscevano tutti i sacerdoti che mi chiamavano Paolino, soprannome che mi rimase fino all’adolescenza. Nella mia frequentazione ho visto passare una miriade di religiosi, ma il mio ricordo si crogiola nel rammentare alcuni personaggi che hanno fatto la storia dell’istituto trevigliese. Don Razzoli, il primo

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chierico venuto a Treviglio, del quale si diceva che conservasse ancora le noccioline del miracolo di don Bosco. Don Razzoli aveva una paralisi che gli impediva il corretto movimento di metà del suo corpo, servirgli la santa Messa voleva dire fare, in vece sua, alcune azioni della celebrazione. Don Santino Andreoletti, un altro sacerdote anziano amato da tutti. Il professor Porrini, che portava sempre un copricapo dalla foggia simile a quella di Garibaldi: di lui ho un vivo ricordo delle mele che mi buttava dalla finestra della sua camera. Il maestro Zanovello tanto dolce di mattina quanto irascibile di pomeriggio dopo l’abituale sonnellino post prantium. Zanovello aveva una voliera di piccioni di fronte all’ingresso del teatro contro la parete del refettorio dei superiori. Frequentai la quarta e la quinta elementare come suo discepolo e, poiché ero figlio del suo ‘scenografo’, godevo del privilegio di dar da mangiare ai suoi volatili, fatto questo che mi permetteva d’assentarmi nei momenti più ‘caldi’ del suo risveglio. Fra i sacerdoti che mi videro crescere non posso dimenticare don Casati, padrone di due lupi tedeschi allevati nell’ortaglia del collegio, dove ora c’è la palestra. I ragazzi che osavano scavalcare il muro di cinta dell’orto, per ‘rubare’ carote o uva, correvano il rischio di lasciarci i calzoni. Dopo don Morbi la direzione dell’oratorio fu affidata a don Mezzoli, un prete pacioccone sempre sorridente. Più avanti negli anni la direzione passò a don Ratti, un sacerdote stravagante che in chiesa esigeva che tutti cantassero a squarciagola l’inno di don Bosco. Don Gugiatti, don Proverbio, don

I nostri indirizzi e-mail Per tutte le comunicazioni via posta elettronica con l’Unione ex allievi resta invariato l’indirizzo e-mail ‘storico’: exalldonbosco3viglio@libero.it A questo si aggiunge il nuovo indirizzo, anch’esso valido per tutte le comunicazioni: unione@exallievidonboscotreviglio.com Per inviare materiale per la rivista “Ad Alta Voce”: altavoce@exallievidonboscotreviglio.com Per le offerte e richieste di lavoro: lavoro@exallievidonboscotreviglio.com

«Così nacque l’aula di Fisica» segue da pag. 7 volando sul primo aereo a reazione, un Caravelle, per presenziare alla solenne premiazione. Ovviamente fu un avvenimento di grande risonanza, ma anche utile per la Maturità, quando uno dei tre vincitori entrò nell’aula dell’orale portando le molte fotografie dell’esperimento e “casualmente” inciampò spargendo le magnifiche fotografie sul pavimento sotto gli occhi incuriositi degli esaminatori. Ovviamente il tempo dell’orale passò a commentarle e il 60, voto pieno, fu assicurato. Comunque vi assicuro che si studiava e che molti di quelli che hanno sudato su quei banchi a scalea, hanno poi raggiunto capacità professionali notevoli e occupano ancora oggi posti di grande prestigio come Sergio Galbiati che è il General Manager della Micron Technology Italia ad Avezzano. ▬ Don Ferdinando Colombo


Ricordi di un ex allievo / 2: Angelo Colombo, di Cassano d’Adda

in quello che fu il compagno più indisciplinato, più chiassoso o ribelle. Vorrei davvero che le loro famiglie, le loro mamme, leggessero queste righe. Il nostro stare insieme questa sera ha anche il senso di un affettuoso ricordo e di una preghiera per loro che sono, per sempre, parte di tutti noi. Ciao Stefano, ciao Daniele! I racconti e le storie che ci siamo scambiati, avidi, ci hanno testimoniato che la vita non è stata sempre equanime e generosa con tutti, e c’è chi tra noi ha dovuto affrontare battaglie davvero difficili, non sempre vinte. Ma il ‘miracolo’ della serata è stato anche

di Angelo Colombo ►Venerdì, 15 giugno 2012. Dopo qualche mese di ricerche, telefonate a vecchi amici, riscontro di vecchi indirizzi, furtivi passaggi nell’aula ex Allievi a Treviglio, il sogno che cullavo da qualche tempo si è concretizzato. I compagni della terza media B (anche se non proprio tutti), licenziati nel 1976, si ritrovano in un accogliente locale a Fornovo San Giovanni, per una cenetta insieme. In compagnia del ‘grande’ Luigi Lecchi da Trezzo (per tutti Gigi), arrivo con un’oretta di anticipo, per verificare che le istruzioni logistiche impartite a Carlo che ci ospita nel suo ristorante siano state rispettate. Mentre attendo che si faccia l’ora fissata per il ritrovo, sono davvero emozionato all’idea di rivedere - dopo 36 anni! - le facce dei compagni con cui, per 3 anni, ho condiviso lunghe giornate, gioie e ‘dolori’ scolastici. È strano, ma per tanti anni era come se avessi ‘rimosso’ il ricordo di quegli anni. Certo, passando da Treviglio, ho sempre mostrato ai miei figli «la scuola dove papà aveva studiato»; ma non ero mai andato troppo più in là di questo. E invece mi ritrovo, adesso mentre attendo scrutando dalla finestra sulla strada, con il cuore che batte ‘a mille’ all’idea di rivedere i vecchi amici. Ed eccoli, fermi all’angolo della via, che si guardano intorno timidi, e si chiedono se non si sia trattato di uno scherzo. Esco di corsa, li abbraccio tutti e mi congratulo per come si sono mantenuti: forse qualche capello in meno, qualche chilo di troppo, ma sono loro, siamo noi, indubitabilmente! Un’emozione davvero indescrivibile che, dopo pochi minuti passati ad ‘annusarsi’, a riconoscersi, ci rituffa indietro nel tempo e nello spazio e ci riporta alla nostra vecchia aula, ai lunghi pomeriggi di gioco e studio, al ricordo di tanti amici e professori che ci hanno segnato dentro (più tardi, qualcuno ricorderà che ogni tanto venivamo segnati anche ‘fuori’; ma anche questo, stasera, è diventato un ricordo di cui sorridere). La sorpresa è tanta e l’emozione, se possibile, aumenta quando Giovanni arriva in compagnia di don Gigi (Di Libero), che dopo una vita dedicata al cinema ed alla comunicazione, ancora lavora a tempo pieno ed ancora si interessa, tra le sue altre molte occupazioni, di queste materie dalla sua ‘tana’ di Via Copernico, in Milano. Lo abbracciamo tutti; anche coloro che, come me, in quegli anni non avevano capito poi granché del suo ‘linguaggio iconico’. Lui si lascia prendere un po’ in giro ed accetta bonario: il dubbio che non capissimo proprio tutto, forse, lo aveva già assalito allora. Pare fossimo invece ben più attenti - qualcuno ricorda sornione - quando le lezioni erano quelle di educazione sessuale, che sempre don Gigi ci impartiva. Il racconto della sua vita nel ‘dopo Treviglio’, del suo periodo in Bolivia, ci accompagna tra una pietanza e l’altra

e mi piace constatare come, oggi più che allora, lo ascoltiamo in silenzio e con grande attenzione. Ma gli sguardi corrono anche a ricercare in questi uomini di oggi i ragazzini di ieri, che si spintonavano giù dalle scale, che si sfinivano in estenuanti partite di calcio e si azzuffavano per un posto nella prima fila sul pullman verso casa. Direi che loro, gli ‘uomini’, questa sera non si sono quasi visti, se non per i primi 5 minuti. Poi, discretamente, si sono fatti da parte e hanno lasciato campo libero ai loro 13 anni. E, come mi diceva qualcuno, da subito è parso che il tempo tra noi non fosse mai passato. Tutti ci siamo sentiti di nuovo un solo gruppo, la classe che fummo; ed è una cosa davvero straordinaria se si considerano il tempo passato, le esperienze di ognuno e le mille vicissitudini che hanno significato, per molti di noi, la pressoché totale interruzione dei rapporti con tutti gli altri. Abbiamo ricordato (e come dimenticarli!) i nostri don Lino Galli, professore di Italiano, Latino, Storia; don Francesco Viganò, il direttore; don Cavalleri, don Sanità, don Savasta (qualcuno se lo era scordato?) e tanti ancora. Un paio di settimane più tardi saremmo anche andati a Sesto San Giovanni per incontrare di nuovo don Galli e don Viganò: un’altra grande emozione! E non abbiamo dimenticato quelli di noi che questa sera non hanno potuto esserci. Abbiamo ricordato i loro volti di allora, nel fiore degli anni, e davvero questo è bastato per farceli sentire subito vicini; probabilmente, da qualche parte lassù, ci stanno guardando divertiti: divertiti dai nostri capelli grigi, dalle nostre rughe e increduli di trovare l’imprenditore, il medico, l’avvocato,

questo - come avrei scoperto nei mesi a seguire: una grande solidarietà, immediata e incondizionata, nei confronti di chi ne ha avuto bisogno. Don Gigi ci dice che è questo lo spirito con cui don Bosco riuniva i suoi ex allievi: per coltivare il ricordo, trascorrere qualche ora in amicizia e dare una mano, là dove necessario. Mi piace pensare che anche lui, don Bosco, benedica il nostro stare insieme questa sera. Qualche commento raccolto ‘a caldo’ saprà rendere, più di queste mie parole, le sensazioni che ci sono rimaste nel cuore. Giuseppe: «È stata una gran bella serata, molto emozionante». Giovanni: «Dopo lo stupore iniziale, (non nego che sono rimasto molto sorpreso dei cambiamenti che gli anni e lo scorrere della vita ha determinato in ognuno di noi) mi hanno sorpreso la naturalezza e la facilità con le quali siamo ritornati ad essere dei compagni di classe, la facilità con la quale abbiamo fatto immediatamente gruppo, come se trentasei anni non fossero passati». Andrea: «È stato emozionante e piacevole rivedersi dopo così tanti anni e, anche se inevitabilmente il tempo ci ha resi un po' più sconosciuti, ho notato che in fondo la matrice è rimasta la stessa di allora. Ho apprezzato moltissimo la presenza di don Gigi perché ci ha tenuto raccolti intorno a lui, e mi è sembrato di essere ritornato in classe!». Don Gigi «È stata una gioia immensa rincontravi e riabbracciarvi... Perdonate le mie lacrime ma erano davvero incontenibili per l'emozione e la situazione che mi sembrava irrealizzabile e meravigliosa insieme». continua a pag. 12

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L’appuntamento è per le ore 18,00 nella palestra Zanovello Quest’anno sarà celebrata dal vescovo di Crema, Oscar Cantoni ►La Messa di Don Bosco è un appuntamento fondamentale per tutti gli ex allievi del Centro Salesiano di Treviglio, forse il più importante in assoluto a livello annuale. Ebbene, per il 2013 l’appuntamento è per giovedì 31 gennaio, alle ore 18,00, come sempre nella cornice della palestra Zanovello. Quest’anno a celbrare la liturgia sarà il vescovo di Crema, monsignor Oscar Cantoni. Come ormai da tradizione consolidata, all’interno della palestra si riuniranno per partecipare alla celebrazione tutti gli studenti dell’istituto, dalle elementari fino alle superiori, passando per le scuole Medie. A far da cornice i canti del coro e degli stessi studenti. Come ogni anno anche le autorità civili e religiose della città non mancheranno di partecipare a questo importante evento anche per la città, che da 120 anni ospita i Salesiani. Molte sedie vengono poi occupate, durante la Messa, anche da decine e decine di ex allievi, che colgono questa occasione per ritrovarsi in quella che fu la loro scuola e per incontrare qualche faccia nota, magari tra gli stessi insegnanti, tra i salesiani, oppure tra gli ex compagni di classe. Non mancano sorrisi, strette di mano e abbracci. Talvolta conditi da una certa emozione. È dunque un appuntamento al quale nessuno vuole mancare: le cronache dei giornali locali hanno riferito, nel corso degli anni, di una palestra sempre gremita di fedeli. Molte persone sono costrette a stare in piedi. In prima fila, con le autorità civili, ci sarà anche il sindaco di Treviglio, Giuseppe Pezzoni, che ai Salesiani è preside della scuola superiore. Poi non mancheranno i comandanti di carabinieri, polizia di Stato, polizia locale, Guardia di finanza, polizia stradale, vigili del fuoco e di tutte le altre forze dell’ordine che operano sul territorio. E, ancora, rappresentanti delle istituzioni che, per un’ora e mezza, si ritrovano attorno alla figura di don Bosco, padre e maestro della gioventù, oltre che figura di santo al quale anche la società civile italiana di oggi deve moltissimo, e non soltanto per l’intuizione dei moderni oratori. Quanto al celebrante di quest’anno, come sempre si tratterà di una figura importante: monsignor Oscar Cantoni, nato a Lenno (sulla sponda occidentale del lago di Como) il 1° settembre 1950, è vescovo di Crema dal 25 gennaio 2005, dunque quasi in concomitanza con la Messa di don Bosco del 31 gennaio 2013 festeggerà gli 8 anni alla guida della diocesi cremasca. Ordinato sacerdote il 25 giugno 1975 a Como dall’allora vescovo Alessandro Maggiolini, dall’11 luglio 2000 è ‘prelato d’onore di Sua Santità’, titolo conferitogli direttamente dalla Santa Sede. ◄

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Dalle 16 preside e presidente consegneranno i diplomi Anche il 31 gennaio 2013, come già accaduto l’anno scorso, il preside Giuseppe Pezzoni e il presidente dell’Unione ex allievi Renato Gatti, a partire dalle 16 consegneranno i diplomi di maturità ai ragazzi che hanno terminato, lo scorso anno, il loro ciclo di studi.

In alto, la palestra Zanovello gremita di studenti, ex allievi, docenti e genitori, durante una delle ultime celebrazioni in occasione dell’anniversario della morte di San Giovanni Bosco, avvenuta il 31 gennaio 1888 a Torino. Qui sopra, il vescovo di Crema, monsignor Oscar Cantoni: sarà lui, quest’anno, a celebrare la Messa di don Bosco nella palestra del Centro salesiano di Treviglio.

«RICORDI DI U@ EX ALLIEVO» segue da pag. 11 «Sono felicissimo di avervi visti maturi, con famiglia, lavoro, preoccupazioni, problemi... Ma tanta voglia di vivere e di essere quell'onesto cittadino e quel buon cristiano che ci ha lasciato come programma di vita il nostro amatissimo don Bosco!» Renato: «La serata è stata bellissima. È stato molto emozionante incontrare tutti e direi che è stata vincente l'idea di invitare don Gigi». Andrea: «Cari Tutti. È stata un’emozione unica potervi rivedere e apprendere notizie anche di chi non c’era. Penso che pochi altri compagni delle Medie abbiano mantenuto vivo un tale affetto dopo così tanti anni. In fondo, i tre anni passati insieme non sono tanti. Quanti di noi hanno vissuto in questi nostri primi cinquant’anni legami più lunghi e duraturi? Il liceo, l’università, posti e luoghi dove stiamo lavorando. Mi sono chiesto perché un legame di soli tre anni può aver creato un richiamo così forte. Ritengo per due ragioni: la prima è il fatto che a quell'età, quella delle medie, non c'erano condizionamenti, secondi fini, finzioni. Era un’amicizia pura. Lo dimostra il fatto che al primo appello ci siamo presentati in un folto gruppo. La seconda ragione è sicuramente la ‘salesianità’. A San Giovanni Bosco il primo grazie». Insomma, una serata davvero indimenticabile. Terza B 1976, arrivederci!◄

Angelo Colombo


Nata a Treviglio nel 1977 su iniziativa di alcuni ex allievi, è una delle più note e apprezzate del panorama bergamasco

di Roberto Conti ►Il 2012 è un anno di anniversari per i Salesiani di Treviglio. Infatti, anche la storica Compagnia teatrale ‘Zanovello’, una delle più famose e apprezzate della bergamasca, quest’anno ha festeggiato il suo anniversario, il trentacinquesimo, per la precisione. Adesso i commedianti stanno calcando i palcoscenici della Bassa portando in scena «Chèl che Dio öl l’è mai tròp» (Quello che Dio vuole non è mai troppo). È una brillante commedia in due atti tratta da «Ona nott de luna pienna» di Sergio Ferrari, tradotta in dialetto bergamasco e riadattata da Abele Roggeri. La ‘versione trevigliese’ è opera di Carlo Fanzaga che ne è anche il regista. La vicenda è ambientata in una casa contadina trevigliese nei primi Anni ’60. Ricca di gag comiche e colpi di scena, la commedia segue da vicino la vita di una famiglia semplice di estrazione rurale. Sono 11 gli attori che saliranno sul palco per vestire i panni di questa curiosa combriccola. Il divertimento è assicurato. La Compagnia teatrale Zanovello è nata a Treviglio nel 1977, per volontà di alcuni ex allievi Salesiani che desideravano onorare la memoria del maestro Giovanni Zanovello, il quale aveva trasmesso ai propri alunni l’amore per il teatro e la recitazione. Nata dapprima come gruppo teatrale di oratorio, la Zanovello ha dedicato anima e corpo alla rappresentazione di commedie che sapessero trasmettere, attraverso lo spiritoso uso del vernacolo, dei solidi valori morali. Sotto la guida di don Damiano Locatelli, i signori Aldo Fanzaga e Pino Albergoni, riuniti nelle sale dell’oratorio salesiano, hanno desiderato continuare la preziosa opera del maestro Zanovello riuscendo a portare sul palco, dal 1978 al 2012, circa una commedia per ogni stagione scenica. Il particolare lavoro di una compagnia dialettale è quello di ricercare un testo accattivante, tradurlo e adattarlo al proprio dialetto: in questo, per la

Zanovello, ruolo fondamentale hanno avuto i signori Cesare Rivoltella e Aldo Fanzaga, dapprima da solo poi insieme al figlio Carlo, ed Ettorina Gorreri. Nel 1992 per la compagnia si è svolta la riunione del primo consiglio con alcune figure di riferimento e, nel 2002, la Zanovello è diventata associazione, la cui sede sociale si trova presso il Centro Salesiano. Tre i presidenti che sono stati al timone della compagnia: in ordine di tempo, Aldo Fanzaga, Tino Stucchi e, ancora oggi, Max Vavassori. Attualmente, la Zanovello conta più di quaranta persone tra attori, tecnici ed organizzatori e, grazie alla cooperazione di tutti ed al locale Centro Salesiano che mette a disposizione i saloni per le prove, è diventata una delle compagnie più apprezzate non solo in città, ma in tutto il territorio bergamasco. Moltissimi i riconoscimenti e i ‘momenti d’oro’ che la compagnia ha vissuto nel corso della sua trentennale carriera. In particolare vanno ricordati nel 1984 l’operetta «Una gara in montagna», con musiche di Ivano Grassi, memorabile quanto faticosa prova di grande talento; nel 1988, in occasione del centenario della morte di Don Bosco, «La part de Angiulì» di Gianfranco Ferrari per la regia di Cesare Rivoltella che è stata rappresentata nei

teatri facenti parte del decanato di Treviglio, premiata poi nel corso della rassegna teatrale di S.Pellegrino e portata alle scene anche del Palacreberg. Nel 1981 il riconoscimento meneghino alla terrazza Martini per il 2° premio di 1° grado cat. ‘Seniores’; poi ancora commedie dal divertimento assicurato quali «L’impiegat mudèl» di Roberto Zago con traduzione di Cesare Rivoltella; «I ratere del mulì ecc»; «Val mia corr» con traduzione di Ettorina Gorreri e «Al padrù so me», trasposizione in bergamasco di A. Ruggeri dal lavoro goldoniano «Sior Todaro brontolon». Penultima fatica in ordine di tempo, «Fiore Secco nobile de Trei», brillante commedia di Carlo Fanzaga con la regia di Giancarlo Conti. Il gruppo si prefigge di portare un po’ di serenità e allegria, partecipare a rassegne per raccogliere fondi da destinare a luoghi e persone meno abbienti, partecipando anche a manifestazioni di solidarietà in collaborazione con le diverse associazioni di volontariato presenti sul territorio.◄

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La visita alla Cantina vinicola dell’ex allievo Monzio Compagnoni in Franciacorta

di Loris Scaravaggi ►Cari amici Ex-Allievi, anche quest'anno, abbiamo organizzato, per il giorno 6 ottobre 2012, la visita alla cantina vinicola del nostro amico ed ex allievo Marcello Monzio Compagnoni. L’azienda è situata tra le meravigliose colline della Franciacorta in posizione strategica e ben soleggiata. La partenza è stata nel pomeriggio del giorno 6 ottobre alle ore 15 dall'Istituto Salesiano di Treviglio, con arrivo alle ore 16 all’azienda vinicola ad Adro: ad accoglierci l’amico Marcello, il quale appena entrati ci ha allietati con una degustazione di ottimi spumanti millesimati. È seguita una visitata guidata con l’esposizione dall’origine del vino di Franciacorta, passando poi alla spiegazione del complesso processo produttivo del proprio vino con un percorso che è durata circa un’ora e mezza, tra un piano e l’altro del caseggiato. Alle ore 17,45 ci si è poi incamminati verso il Santuario della Madonna della Neve per la Santa Messa tra il vitigno dell’azienda e degustando qualche grappolo d’uva raccolto direttamente dalla vite. Al ritorno dalla Santa Messa, alle ore 19, dopo l’aperitivo ci si è radunati in una bellissima sala allestita per l’occasione con una sontuosa tavola imbandita da piatti tipici della Franciacorta e accompagnata dai vini e spumanti gentilmente offerti dal nostro amico Marcello. La serata si è conclusa con il rientro a Treviglio verso le 22,30. Un’esperienza, quella della visita alla cantina Monzio Compagnoni in Franciacorta, che è ormai diventata una tradizione per la nostra Unione e che, ogni anno, conferma le emozioni provate nel trovarci assieme per qualche ora di allegria, in un clima di gioia e di grande serenità, come le foto pubblicate in questa pagina e sul nostro sito non fanno altro che confermare.◄

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Block notes: gli appuntamenti dell’Unione sabato

mercoledì

giovedì

15

26

31

dicembre 2012

dicembre 2012

gennaio 2013

CENA DI NATALE Ore 18,30 Messa Ore 19,30 Cena Ore 21,00 Tombolata

MESSA IN RICORDO di DON LAZZARONI Ore 9,15 Cappella interna

Un calendario davvero speciale

MESSA DON BOSCO Ore 18,00 Palazzetto Zanovello Centro Salesiano

La Messa di Mamma Margherita ►Anche quest’anno si è rinnovato l’ormai tradizionale appuntamento con la Messa di Mamma Margherita, al termine della quale la nostra Unione, per mano del presidente Renato Gatti, ha consegnato al direttore del Centro salesiano, don Ettore Guerra, un piccolo contributo economico che servirà per una borsa di studio da destinare a ragazzi provenienti da famiglie in difficoltà economica. Mamma Margherita era la ’mitica’ mamma di don Bosco: probabilmente don Bosco non sarebbe diventato il Santo che tutti conosciamo senza questa carismatica figura.◄

Le foto di classe... di ieri e di oggi

Questa foto, inviataci da un ex allievo, raffigura gli studenti delle scuole medie dell’anno scolastico 1975/76: qualcuno, forse, si può ritrovare tra le persone immortalate nell’immagine. Altre foto di classe sono disponibili nell’apposita sezione del sito internet dell’Unione. Inviatecene anche altre alla nostra e-mail unione@exallievidonboscotreviglio.com, perché il nostro/vostro archivio digitale diventi sempre più ricco di ricordi di ieri e di oggi. E perché sia alla portata di tutti, per sempre.

►Quello che vedete qui sopra è il mese di gennaio 2014: l’anno non è sbagliato, perché il calendario realizzato dall’Unione ex allievi abbraccia il lungo periodo che va dall’ottobre 2012 fino, appunto al gennaio 2014: vale a dire un arco di mesi che vogliono collegare idealmente, ma non solo - i festeggiamenti per i 120 anni di presenza salesiana a Treviglio, appunto dello scorso ottobre, fino alle Messa di don Bosco del gennaio 2014. Un lungo percorso fatto di fotografie e riflessioni, con gli appuntamenti dell’Unione già indicati sul calendario e lo spazio perché ciascun ex allievo possa, a sua volta, segnarvi i propri impegni. Le belle fotografie che accompagnano ogni mese sono opera dell’ex allievo Marco Taddeo, mentre i testi che accompagno gli scatti sono stati realizzati dall’ex allievo Fabio Conti. La grafica è invece stata curata da un altro ex allievo, Paolo Taddeo, mentre la stampa è stata realizzata da ‘Novecento Grafico’. Di copie ce ne sono ancora diverse a disposizione e che dovranno necessariamente essere distribuite. Ogni ex allievo, o chiunque volesse essere accompagnato per tutti i prossimi mesi dagli amici dell’Unione, può fare richiesta inviando una e-mail all’indirizzo di posta elettronica dell’Unione ex allievi: unione@exallievidonboscotreviglio.com, specificando di voler ricevere una copia del taccuino. È anche possibile ritirare la propria copia direttamente nella sede dell’Unione. Buon anno nuovo a tutti in compagnia del calendario ’ufficiale’ degli ex allievi!◄

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