La Bacheca del Sesto Milium (2011/12, n. 05)

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La Bacheca del

Sesto Milium 16 gennaio 2012

Bollettino n. 5 del Rotary Club Sesto Milium Centenario - Distretto 2040 Anno Rotariano 2011/2012

PRESIDENTE Marina Rasnesi E-mail: mrasne@inwind.it VICE PRESIDENTE Matteo Tiberi E-mail: matteo.tiberi@laserbiomed.it SEGRETARIO Ming San Hu E-mail: ming74@fastwebnet.it PREFETTO Davide Pirovano E-mail: davidepi2000@yahoo.it TESORIERE Dario Corbetta E-mail: dcorbetta58@gmail.com ROTARY FOUNDATION Alberto Ceppi E-mail: albceppi@tin.it

INCOMING PRESIDENT

Matteo Tiberi E-mail: matteo.tiberi@laserbiomed.it

PAST PRESIDENT

Federico Santini E-mail: federico.santini@yahoo.it SITO INTERNET www.rotarysestomilium.it SEDE: Grand Hotel Barone di Sassj - Sesto S.G REDAZIONE de ‘LA BACHECA’: Giovanna Maria Piazzalunga E-mail: giovanna_piazzalunga@yahoo.it Annapaola Pozzi E-mail: annapaola.pozzi@1webmail.net

La lettera del Presidente Carissimi Soci, Gennaio e’ il mese dedicato all'approfondimento e alla conoscenza del Rotary International. Quale mese migliore quindi per approfondire anche attraverso la Visita del Governatore che avremo il prossimo 17 gennaio. Un'occasione importante nella vita di un club che nel nostro caso coincide anche con la chiusura del primo semestre di attività e per un Presidente un ulteriore momento importante. Si possono tirare le somme di un semestre sia dal punto di vista organizzativo, sulla qualità della partecipazione e sulla capacita del club di rispondere più o meno positivamente alle richieste del territorio e della città in cui siamo collocati. Durante questo primo semestre abbiamo avuto modo di incontrare persone che vivono le problematiche della famiglia con ottiche diverse da quella abituale. Basti pensare a Chantal Borgonovo, alla sua situazione familiare non certo facile con un marito gravemente ammalato e ripensare alla sua forza e alla sua capacita di affrontare situazioni quotidiane per noi assolutamente fuori dall'ordinario. E in tutto questo cresce i suoi 4 figli con la gioia e la voglia di vivere e sperimentare sempre. Oppure basti pensare all'esperienza di Elena alla casa famiglia. Siamo sicuramente rimasti tutti molto colpiti dalla sua esposizione, dal constatare con mano quanto sia facile rendere i nostri figli oggetto di soprusi di cattiverie e anche di maltrattamenti. Come spesso la visione della famiglia possa essere distorta e aberrata al punto che un padre e marito si senta proprietario delle vite altrui e le annienti. O della difficile scelta di una madre che abbandona il figlio. Per noi resta una scelta inconcepibile ma abbiamo scoperto che in alcuni casi questa può essere considerata la scelta migliore per il proprio figlio, per concedere un' opportunità diversa. Anche l'esperienza del CAM è significativa. Sempre in questo semestre, su invito della coordinatrice dell'associazione Amici del Cam ho partecipato al loro convegno annuale, dove si ritrovano diversi operatori del settore, dai giudici del Tribunale dei Minori, ai consulenti, alle psicologhe (per la maggior parte signore), il tema di quest'anno era: l'ascolto del bambino. Le esperienze portate a confronto hanno tutte evidenziato l'importanza dell'ascolto da parte dell'adulto, ma in generale dell'ascolto dell'altro che nella società moderna si è sicuramente perso come valore. L'esperienza personale di questo semestre è stata arricchente e molto speciale. Mi auguro di poter continuare su questa strada.

Marina Rasnesi

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I prossimi appuntamenti per i soci del Sesto Milium Gli appuntamenti del Club

quelli del Distretto

Martedì 17 gennaio: Visita del Governatore ore 20.00 APERITIVO ore 20.30 Cena Conviviale riservata ai soci. Durante la serata saranno consegnati alla signora Milena, moglie del Governatore, i libri raccolti alla conviviale natalizia, che saranno da lei donati al reparto pediatrico dell’ospedale di Bergamo. DAL DISTRETTO:

Sabato 21 gennaio, ore 9.00 – ore 13.00 Formazione Nuovi Leader – 3° sessione Rotary Foundation e Visione Futura SIAM – Via Santa Maria, 18 – Milano

e altri eventi consigliati

Lunedì 23 gennaio – ore 20.30 Da soci a Rotariani – 2° incontro Auditoriun Collegio Arcivescovile Mons. Castelli Piazza Santuario 10 - Saronno

Gli auguri di compleanno Gli auguri di compleanno

Giovanna Piazzalunga: 8 gennaio Dario Corbetta: 9 gennaio Alessandro Martini: 11 gennaio Emanuele Borgonovo: 24 gennaio Mario Santi: 30 gennaio

Sebastiano Agazzi: 31 gennaio 2


Settima Lettera del Governatore

Essere ‘rotariano’ significa soprattutto sentirsi in una ‘squadra’, dove ognuno sa di avere un ruolo attivo e complementare. …Solo così si può arrivare alla ‘meta’…

Ogni persona ha ragione di esistere non tanto perché è capace di uniformarsi al verso in cui scorre la corrente, ma soprattutto perché è in grado di opporsi ad essa con l’affermazione convinta della propria unicità rispetto ai falsi valori correnti e con la testarda valorizzazione di comportamenti che inneggiano all’impegno disinteressato e al sacrificio del proprio tempo in favore degli altri e della propria attività e per le finalità del gruppo cui appartiene.

Caro Presidente e Caro Segretario, l’anno si è chiuso sotto l’insegna dei bilanci e dei consuntivi. La proverbiale energia rotariana, però, ci sollecita, fin da ora, a pensare a progetti, per il nuovo anno, di miglioramento e di rinnovamento; ci porta a pensare alla realizzazione di nostri sogni e al raggiungimento di traguardi sempre più importanti e significativi. Si tratta di buoni propositi che trovano la loro corrispondenza sul tema su cui tutti noi, in questo primo mese dell’anno, siamo chiamati a riflettere: la consapevolezza di essere rotariani che deve spingere ognuno di noi ad approfondire ulteriormente la conoscenza del Rotary, ma, soprattutto, a riflettere sul significato di appartenenza. Cosa vuol dire, quindi, per ciascuno di noi, essere rotariano? Fondamentalmente, credo che essere rotariano significhi, prima di tutto, sentirsi in una “squadra”, dove ognuno sa di avere un ruolo attivo e complementare. Solo così si può arrivare alla “meta”… L’orgoglio di appartenenza alla nostra squadra, ci deve spingere a un impegno sempre più forte e consapevole: quale sarà la nostra vittoria? Constatiamo tutti che nei rapporti umani si vanno affermando sempre di più alcuni disvalori: la freddezza, l’ostilità, l’indifferenza, prendono sempre più forza nei confronti della cordialità, del calore e della cortesia; a fronte della tolleranza e della comprensione, dell’indulgenza, si vanno affermando l’insofferenza, l’inflessibilità, l’impazienza; il senso del vivere in comune viene spesso oltraggiato dal crudo egoismo. La mancanza di coerenza fra ciò che si dice e ciò che si fa… Ma se è vero che il Rotary costituisce ancora un’associazione di servizio, se è vero che esso permette ad ognuno di impegnarsi in progetti comuni e in scambi di idee, se è vero che esso induce ad esaltare la cordialità e la tolleranza a fronte dell’indifferenza e dell’intransigenza, allora non dobbiamo più porci il problema del motivo per cui esiste ancora il Rotary e della nostra appartenenza ad esso: ogni persona ha ragione di esistere non tanto perché è capace di uniformarsi al verso in cui scorre la corrente, ma soprattutto perché è in grado di opporsi ad essa con l’affermazione convinta della propria unicità rispetto ai falsi valori correnti e con la testarda valorizzazione di comportamenti che inneggiano all’impegno disinteressato e al sacrificio del proprio tempo in favore degli altri e della propria attività e per le finalità del gruppo cui appartiene. Queste sono le doti essenziali delle persone che vogliono chiamarsi rotariane. Il Rotary non è una semplice, seppur meritoria, associazione sociale e culturale come tante, ma è un collegio di amicizia, di solidarietà e di servizio che va vissuto con atteggiamenti da protagonista nell’ambito delle specifiche competenze di ognuno e, perché no, anche dei limiti di ciascuno; il Rotary possiede per questo delle potenzialità enormi, come ognuno può da solo comprendere, in quanto promuove la promozione dell’essere umano tutto teso, a dispetto dei suoi limiti, a progettare per gli altri sulla base di ciò che gli detta il cuore e che gli suggerisce la ragione. Con la consapevolezza di tutto ciò, con l’orgoglio e con lo spirito del servire, il Rotary può fare davvero molto sia nel nostro territorio che nel mondo intero. Cari amici che la fiaccola dentro di noi arda il più brillantemente possibile anche nel nuovo anno, che ci riscaldi e che illumini il nostro cammino…..il cammino di “uomini di buona volontà”. Auguro un anno di successi e di soddisfazioni, non solo rotariane. Auguro salute e serenità a voi e a tutti i vostri cari. 3

Ettore Roche


Spazio alla musica del Sesto Milium: Parade

Il prossimo 11 febbraio inaugura la stagione Musica & Musiche 2012 dell’Accademia Musicale “G.Marzali” di Seveso

"Sotto le finestre passa la sfilata, allo sferragliare di carri: il timore che si tratti di un convoglio militare è subito fugato dalle gabbie dondolanti degli animali feroci, dalle facce variopinte dei clown, dagli Ercole in calzamaglia che sorridono sollevando una ragazza bionda sopra la testa. Quanti colori, odori, suoni! Troppi, forse; dopo un po', annoiati, chiudiamo le imposte e accendiamo la televisione. Sullo schermo passa un'altra sfilata, di immagini tragiche o ridicole, di notizie futili o allarmanti. Il mondo è forse un circo? Anche la sua musica sembra essere racchiusa in carrozzoni colorati, separati da distanze apparentemente abissali, e ogni carro è spinto dalla sua tribù di fedeli. Nessun senso unitario? Nessuna idea comune dell'Arte, con la "a" maiuscola? Forse no, chi lo sa. Ma ciò che resiste al tempo, alle mode e alle crisi è certamente l'amore per l'artigianato musicale, la cura certosina con cui la musica è creata, quasi fossi un prezioso oggetto di orologeria concepito per non incepparsi mai. La sua eternità è quella della BELLEZZA e le sue origini possono essere quelle umilissime di un popolo al lavoro o che si diverte, come quelle scaturite da menti possenti capaci di piegare i suoni come ferri sotto il maglio del fabbro. Tanti colori, tanti atteggiamenti diversi e diverse motivazioni: ma un'unica, inossidabile DIGNITÀ". Queste le note introduttive al programma della stagione Musica & Musiche 2012 che l'Accademia Musicale "G.Marziali" di Seveso inaugura - per l'ottavo anno consecutivo - il prossimo 11 febbraio. Un programma che sembra muoversi in un ambito assai "popolare", nel senso di un repertorio e/o degli autori che tendono ad essere relegati nel limbo di una certa scontatezza. Si inizia così dalle musiche del "prete rosso", Antonio Vivaldi, per navigare poi tra le onde del Tango argentino di Astor Piazzolla, delle atmosfere ebraiche della musica klezmer, del suono vellutato di una viola e di un clarinetto, per approdare al mondo della canzone d'autore francese (il programma completo è disponibile sul sito web www.accademiamarziali.it). "Popolare" - nella mente di chi ha ideato la rassegna - non è necessariamente sinonimo di mediocre valore, banalità. In certi ambiti (cultura "alta", autorialità), indica, invece, un valore collettivamente condiviso, a volte da secoli. Questo valore non è definibile se non caso per caso, ma un criterio comune risulta evidente: che si tratti di una canzonetta o di una sinfonia, quel valore lo si riconosce come una sorta di "bene esistenziale" permanente che, per questo, la conduce vittoriosamente attraverso il succedersi delle generazioni e il mutare delle mode. La stagione 2012 non rinuncia, comunque, a percorrere anche vie non scontate, meno palesemente "popolari". Si tratta di pagine che molti fattori - e, nei nostri tempi, le scelte culturali e commerciali dei media - hanno contribuito a confinare in un ambito percepito dai più come "specialistico": musiche, al contrario, di assoluto valore e spettacolarità (nel "buon" senso che Alessandro Baricco dà a questo ultimo termine nel suo celebre saggio musicale L'anima di Hegel e le mucche del Wisconsin). A questo punto, non rimane che tendere l'orecchio e stupirsi di quanto accadrà sul palcoscenico. Vi aspettiamo!

Umberto Bombardelli

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Sesto San Giovanni: conosciamola meglio Continuiamo il nostro viaggio alla scoperta di Sesto San Giovanni, andando a conoscere i monumenti e i luoghi di maggior pregio e interesse della città. Oltre al caratteristico centro storico, e alla Chiesa Parrocchiale, di antica fondazione, che conserva al suo interno interessanti opere d’arte, sono sicuramente le numerose ville a rappresentare i simboli dell'architettura civile sestese, a cui dedicheremo questo e il prossimo numero della nostra rubrica. Villa Puricelli Guerra Le prime notizie della Villa Puricelli Guerra si trovano nella mappa catastale ai tempi di Carlo VI nel 1721. La Villa apparteneva all’ordine dei Gesuiti (come anche le Cascine Baraggia e Parpagliona) e sorgeva su una costruzione preesistente datata intorno all’anno mille. Alla soppressione dell’Ordine nel 1773, tutti i possedimenti passarono a Maria Teresa d’Austria e a suo figlio Ferdinando. Nel 1797, dopo l’arrivo di Napoleone nel nord Italia, divenne proprietario Giuseppe Manara, che era stato fornitore di viveri dell’armata francese in Italia. Alla sua morte, la proprietà passa a Giuseppe Puricelli Guerra nel 1812. La famiglia Puricelli Guerra si distinse per la capacità di non limitarsi ad amministrare i propri possedimenti ma di renderli produttivi e innovativi: nel 1832 Giuseppe Puricelli Guerra aprì nella corte una filanda che venne ammodernata nel 1840 con l’introduzione delle “bacinelle da macero” a vapore. La filanda chiuse nel 1890 per la crisi generale del settore. Nel 1923 la Villa fu venduta alla Ercole Marelli, che l’adibì ad abitazione dei capi operai e come dopolavoro aziendale. Nei mesi estivi funzionava come colonia elioterapica per i figli dei dipendenti. Nel 1970 il Comune acquista la Villa e ne destina un’ala all’Ente Comunale di Assistenza e, più tardi, alla Comunità Alloggio. Durante i lavori di ristrutturazione, nel 1995, vengono individuati muri databili attorno all’anno mille e un pavimento stradale del XIV e XV secolo. Attualmente la Villa è sede del Settore Servizi Istituzionali e Comunicazione, Ufficio Commercio, Ufficio Relazioni con il Pubblico. Villa Visconti D’Aragona Le prime notizie relative alla Villa Visconti d’Aragona risalgono al 1532. Nel 1601 la Villa passa dalla famiglia Selvini a quella dei Malombra, poi ai Conti Belgioioso che la cederanno nel 1654 alla famiglia Parravicini. La Villa muta di aspetto a cominciare dal 1669 quando Giovan Antonio Parravicini, colto, raffinato e facoltoso, la arreda con mobili pregiati e decorazioni. L’edificio presentava già allora l’abitazione nobile verso il cortile attuale. La corte completa nei quattro lati aveva sulla destra rimesse e magazzini e nella parte centrale un portico aperto; un grande salone e tre stanze più piccole componevano il piano terreno. Al primo piano si trovavano nove stanze e sopra il portico la galleria di rappresentanza con l’adiacente alcova. In occasione delle nozze con Francesca Castiglioni, nel 1680, Giovan Antonio fa affrescare la Galleria con gli stemmi degli sposi, il cigno dei Parravicini e il leone dei Castiglioni. Altri affreschi rappresentano la Liberalità, che tiene nella mano destra un dado e nella sinistra ori e denari, la Sapienza che tiene una bilancia e un libro, la Ricchezza che tiene in una mano una corona e nell’altra uno scettro e la Fortezza armata di lancia e scudo. Altri affreschi

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ancora rappresentano ghirlande di fiori e putti, paesaggi con vedute e figure mitologiche. I soffitti delle sale a cassettoni sono decorati con sottostanti fasce affrescate alle pareti. Alla morte del Parravicini, la Villa passa ai Visconti Borromeo e poi ai Visconti d’Aragona che, nel 1873, la cedono alla famiglia borghese dei De Ponti che la ripartiscono in tre corpi: una filanda, una abitazione padronale e uno dato in affitto con annessi cortile e giardino. Nel 1964 la Villa viene acquistata dal Comune. Nel 1980 la Villa verrà restaurata su progetto dell’Architetto Amedeo Bellini e attualmente è sede dell’Assessorato alla Cultura e della Biblioteca Centrale. Villa Torretta Le prime notizie relative alla Villa Torretta risalgono al 1607, iscritte su una lapide interrata durante i lavori in seguito a un incendio e sulla quale viene riportato il nome della famiglia Spinola-Anguissola, che fece erigere anche l’adiacente cappella (Oratorio) per il culto. Nel corso dei secoli la Villa appartenne a diverse famiglie nobili. Fino ai primi del ‘900 fu una frazione rurale di Sesto San Giovanni con circa 300 famiglie. Le grandi famiglie patriarcali coltivavano a frumento e mais i vasti terreni che confinavano a nord con i campi delle Cascine Baraggia e Rabina e a est con la ferrovia. Dopo il 1903, la Villa divenne proprietà della società Ernesto Breda, che fece costruire un grande complesso siderurgico sui terreni circostanti. La Villa cominciò a decadere fino a diventare rifugio e alloggio degli operai durante gli anni della guerra. Nel 1981 il Consorzio Parco Nord rileva la Villa, che verrà restaurata dal 1997 al 2002. Gli affreschi del ’700 riguardano vedute di città e di suggestivi luoghi di fantasia. Sono presenti anche stemmi gentilizi, tra i quali quello del Re di Spagna Filippo IV e delle famiglie Marino, Spinola, Visconti e Borromeo. L’Oratorio, adiacente alla VillaTorretta, è dedicato a Santa Margherita e sorge su un preesistente edificio religioso medievale. Le forme architettoniche sono tardocinquecentesche. Gli affreschi, voluti da Giovan Girolamo Marino, sono attribuiti al pittore genovese Simone Barbarino e rappresentano nell’aula storie bibliche, nella cappella storie della Vergine, sulle pareti una Gloria angelica mentre è perduta la pala d’altare che raffigurava la Natività. Attualmente la Villa Torretta è sede del prestigioso Grand Hotel Villa Torretta. Villa Zorn Fu costruita nei primi anni dell’Ottocento dalla famiglia Marzorati, che vi dimora per oltre mezzo secolo. Nel 1870 viene ceduta agli Zorn, ricca famiglia austriaca che viveva a Milano. Un esponente della famiglia, Gustav, che era un valente pittore di cavalli, si afferma alla fine degli anni ’80. La sua notorietà lo fa incontrare con il re Umberto I, che gli commissiona un ritratto e lo onora della sua presenza nella villa di Sesto. Il parco viene arricchito di nuove pregiate e rare varietà di piante.All’inizio del nuovo secolo la residenza Zorn è la più bella villa di Sesto. La famiglia Zorn non è insensibile alle drammatiche condizioni della comunità contadina e interviene generosamente in tante occasioni. Tuttavia, durante la prima guerra mondiale la famiglia si trasferisce in Austria e vende la villa al Conte Silva di Cinisello.

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Solo nel 1947 diventa proprietà del Comune e per diversi anni ospita la sede della biblioteca centrale, oltre che diversi enti e associazioni. Di foggia neoclassica, la villa si struttura secondo un impianto a blocco lineare con parte centrale leggermente aggettante. Il salone da ballo si trova al piano terra, nel corpo centrale. Il parco, un tempo noto per la varietà di piante e che conserva ancora alcune tracce dell’originario impianto romantico, è pubblico. Sul prossimo numero: Villa Pelucca e Villa Mylius

Davide Pirovano

Riunione a Villa ‘La Pelucca’

Il Progetto di Villa ‘La Pelucca’: un grande successo per il nostro Club: grazie ad esso sono state realizzate e donate alla Fondazione delle copie su tela a grandezza naturale degli affreschi del Luini, che un tempo ornavano la Villa, riportando così quest’ ultima, in parte, agli antichi splendori.

Questo pomeriggio, Sabato 14 gennaio, ho partecipato alla riunione dei benefattori della Fondazione La Pelucca di cui è Presidente la nostra socia Maria Cristina Bombelli. Devo ringraziare la dottoressa Bombelli per la calorosa presentazione e parole di stima espresse nei confronti del nostro Club per quanto fatto fino ad ora, con la speranza che la collaborazione possa continuare. Una parola di ringraziamento speciale ad Alberto Ceppi per il suo contributo per le realizzazione del progetto della Pelucca e della pubblicazione da lui coordinata. I progetti della fondazione La Pelucca sono numerosi e tutti volti a migliorare le condizioni di vita delle persone più anziane e con maggiori disabilità. Significativi, tra gli altri, il progetto di mini alloggi in centro a Sesto su viale Falck per persone autosufficienti, ma con necessità di controlli sanitari, nonché l'implementazione dei centri diurni e dei servizi alla persona.

Marina Rasnesi

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Conviviale Natalizia del 20 dicembre

Il Progetto di Villa ‘La Pelucca’: un grande successo per il nostro Club: grazie ad esso sono state realizzate e donate alla Fondazione delle copie su tela a grandezza naturale degli affreschi del Luini, che un tempo ornavano la Villa, riportando così quest’ ultima, in parte, agli antichi splendori.

Si è svolta Martedì 20 dicembre la consueta Conviviale Natalizia del nostro Club: numerosi i soci presenti, ma i veri protagonisti della lieta serata sono stati i bambini, in particolare i due Alberto, che si sono scatenati nella vendita delle cartelle della tombola e si sono poi aggiudicati anche ricchi premi, sbaragliando concorrenti ben più quotati, a cominciare dalla nostra Presidente! Già, perché se la conviviale è stato un momento importante, per Marina, per presentare i programmi futuri del Club, essa ha rappresentato per lei, soprattutto, l'occasione per sfoderare una sorprendente passione per il gioco della tombola‼! Davvero enorme la generosità dimostrata dai nostri soci nella raccolta dei libri per bambini, che saranno donati alla moglie del Governatore in occasione della sua visita al nostro Club Martedì 17 gennaio: addirittura oltre 20 i libri raccolti, con grande soddisfazione di tutti. Alla conviviale era presente anche Christina, la ragazza di Taiwan, ospite in Italia per lo scambio giovani, la quale, al termine della serata, ha voluto rivolgere a tutti noi, nella sua lingua, uno speciale augurio che, sebbene pronunciato con parole per noi ben difficili da comprendere, è giunto ben chiaro nel suo significato … perché la magia dello spirito natalizio non conosce confini!

Davide Pirovano

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Luoghi da Scoprire: Macugnaga (VB)

Macugnaga (VB): tipiche case ‘walser’

Ai piedi della parete est del Monte Rosa sorge, in mezzo a una verdeggiante vallata, il tranquillo villaggio alpino di Macugnaga. Questo grazioso borgo di montagna ha un’origine assai antica. Infatti, il primo documento nel quale è citata la località di Macugnaga risale addirittura al 999 d.c. Tuttavia, si ritiene che il primo insediamento stabile sia avvenuto nella seconda metà del XIII secolo ad opera di un popolo proveniente dall’elvetica valle di Saas: i Walser. Si ritiene che questa etnia valicò il passo del Monte Moro trovando il luogo adatto per sviluppare la pastorizia e l’agricoltura. Naturalmente, i Walser caratterizzarono la valle con elementi specifici della propria cultura, in modo particolare con il loro dialetto e la loro architettura. Ancora oggi a Macugnaga sono visibili le tipiche abitazioni walser, molte delle quali splendidamente conservate e restaurate. Esse hanno la peculiarità di poggiarsi su solidi basamenti in pietra, mentre il resto delle strutture interne ed esterne sono interamente in legno. I caratteristici tetti a due falde sono spioventi e ricoperti di lastre di beola. Ma Macugnaga possiede anche alcune graziose chiese. Molto suggestiva è la medioevale “Chiesa Vecchia”, attorno alla quale è sorto il primo insediamento walser e, altrettanto interessante, è la cosi detta “Chiesa Nuova”, eretta all’inizio del ‘700 e magnificamente decorata al suo interno. Tuttavia, non avrebbe senso parlare di questi luoghi dimenticando l’affascinante paesaggio circostante caratterizzato dai verdissimi prati, dai folti boschi di conifere e, naturalmente, dalle aspre montagne circostanti. Si ricordi che il borgo walser giace ai piedi del Monte Rosa, la seconda montagna delle Alpi per altezza (4.634 metri), ma la più grande per vastità, con i suoi imponenti ghiacciai e con la sua grandiosa parete Est. Questa è l’unica nel sistema alpino definibile come “himalayana” con i suoi 2600 metri di dislivello e una larghezza complessiva di quasi 4 km. Pertanto, non è un caso che Macugnaga sia storicamente un centro alpinistico di fama internazionale. Infatti, la scalata della celebre parete est ha impegnato alcuni tra gli scalatori più famosi della storia come Matthias Zurbriggen, Hermann Buhl, Kurt Diemberger, Patrick Gabarrou e Silvio Mondinelli. Ma Macugnaga è un luogo ameno anche per chi non è specificatamente un appassionato di alpinismo. Infatti, soprattutto nella bella stagione, si possono fare diverse passeggiate immersi nella natura più selvaggia e incontaminata, magari scorgendo camosci e stambecchi. In inverno, il villaggio si trasforma in rinomata località sciistica, dove gli appassionati possono usufruire di alcuni impianti di risalita e, naturalmente, di bellissime e panoramiche piste.

Marco Ganassini

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LA CUCINA DEL CLUB

Ricette di cucina tratte dal libro della nostra socia Adriana Albini ‘La Salute in Tavola’.

CECI: I ceci sono molto calorici e ottima fonte proteica. Contengono calcio, fosforo, potassio, sodio, magnesio, ferro e sono ricchi di fibre che aiutano a prevenire l’accumulo di tossine e sostanze tossiche a livello intestinale. Contengono inoltre una discreta percentuale di acido linoleico. E’ stato dimostrato che un maggior consumo di acido linoleico dopo un infarto acuto del miocardio diminuisce la probabilità di recidiva e la probabilità di sviluppo di altre malattie cardiache.

LA CUCINA DEL CLUB

ORECCHIETTE CON CECI E BROCCOLETTI (di Bombardelli) Ingredienti: 280 gr. Orecchiette 3 gambi Broccoletti 150-200 gr Ceci lessati 1 spicchio d’Aglio*** Olio**, sale, pepe(facoltativo) Procedimento Lavare e pulire dalla parte esterna più dura i gambi dei broccoletti, tagliarli a pezzetti di circa 1cm x 2 e cuocerli insieme alle orecchiette in abbondante acqua salata. Poco prima che giungano a cottura aggiungere i fiori dei broccoletti, lavati e divisi a piccole infiorescenze, in modo che restino ancora croccanti. Mentre la pasta cuoce, in una padella soffriggere nell’olio lo spicchio d’aglio finché è dorato, poi toglierlo. Aggiungere i ceci e lasciarli insaporire per qualche minuto. Scolare le verdure con la pasta ancora al dente e unirle tutto ai ceci. Lasciar insaporire alcuni minuti, mescolando. Aggiustare di sale, pepare se piace e aggiungere un filo d’olio crudo. Mescolare di nuovo e lasciare riposare 2-3 minuti, coperto. Servire.

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LA STRISCIA DI MING LA STRISCIA DI MING

Gentili Socie e Cari Soci, eccoci arrivati al "giro di boa" tra il primo e il secondo semestre, un momento di bilanci/consuntivi ma anche di progetti e nuovi obiettivi da raggiungere. Il mese di gennaio è il mese dedicato alla "Sensibilizzazione al Rotary", per questa ragione, nella striscia di questo mese, ho voluto inserire una frase che ci ricordi cosa vuol dire essere rotariani e come affrontare il presente, in vista del futuro. Buona lettura!

Ming San Hu

«Questo

è un mondo che cambia, dobbiamo essere pronti a cambiare con lui. Il Rotary semplicemente deve continuare ad essere pioniere, se non vuole giacere abbandonato nelle retrovie del progresso» (Paul Harris)

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