Geoparchi Italiani Italian Geoparks
Geoparks
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Geoparchi Italiani Italian Geoparks con il patrocinio di
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FORUM NAZIONALE DEI GEOPARCHI ITALIANI/ ITALIAN FORUM OF GEOPARKS Coordinamento editoriale/Editorial board: Aniello Aloia, Maurizio Burlando Testi/Texts: Vajolet Masé, Roberto Zoanetti, Chiara Grassi (Adamello Brenta); Alessia Amorfini, Antonio Bartelletti (Alpi Apuane); Maurizio Burlando, Marco Firpo (Beigua); Angelo De Vita, Aniello Aloia, Nicola Catino, Angelo Marsicano (Cilento and Vallo di Diano); Alessandra Casini, Riccardo Cinelli (Colline Metallifere); Angelo Pizzuto, Pasquale Li Puma (Madonie); Giuseppe Maria Amato, Francesco Chiaramonte (Rocca di Cerere); Francesco Muntoni, Roberto Rizzo, Francesco Usalla (Sardegna) Fotografie/Photos: a cura dei rispettivi Geoparchi/by each Geoparks Grafica e impaginazione/Graphics and layout: Cilento and Vallo di Diano Geopark Pubblicato dal Parco Nazionale Cilento, Vallo di Diano e Alburni per conto del Forum Nazionale dei Geoparchi Italiani Published by National Park of Cilento, Vallo di Diano e Alburni on behalf of the National Forum of Italian Geoparks © 2013 Forum Nazionale dei Geoparchi Italiani/National Forum of Italian Geoparks Citazione/Citation: A.Aloia & M.Burlando (eds) (2013) - “Geoparchi Italiani - Italian Geoparks”. Forum Nazionale dei Geoparchi Italiani Italia 64 pp ISBN 978-88-95711-02-7 Stampato nel mese di Marzo 2013/printed in March 2013
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Stampa/Printed by Industria Grafica Campana s.r.l. via Rossini 4/8 Agropoli (SA)
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Indice Prefazioni/Prefaces ........................................................................................................ 4 Madonie Geopark........................................................................................................ 16 Rocca di Cerere Geopark.............................................................................................. 22 Beigua Geopark .......................................................................................................... 28 Geological Mining Park of Sardinia ............................................................................... 34 Adamello Brenta Geopark ............................................................................................ 40 Cilento and Vallo di Diano Geopark ............................................................................... 46 Tuscan Mining Geopark ............................................................................................... 52 Apuan Alps Geopark.................................................................................................... 58
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PREFAZIONI PREFACES
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The Italian Geoparks, natural areas of geo-mining interest, are characterized
Giovanni Puglisi Presidente della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO
Giovanni Puglisi President of the Italian National Commission for UNESCO
Geoparchi Italiani, aree naturali di interesse geologico-minerario, sono caratterizzate da un certo numero di siti geologici di particolare importanza in termini di valore scientifico, rarità, rilevanza estetica o educativa. La loro prerogativa fondamentale è quella di appartenere al patrimonio geologico del Pianeta Terra, ma il loro interesse è anche di carattere archeologico, naturalistico, storico e culturale. I Geoparchi, per il loro valore naturalistico, per le attività che svolgono nella promozione di uno Sviluppo Sostenibile e per la tutela e valorizzazione del loro territorio, hanno giustamente meritato il riconoscimento e l’attenzione dell’UNESCO. I Geoparchi sono attualmente novanta e sono presenti in ventisei nazioni nel Mondo. Con i suoi otto Geoparchi riconosciuti dall’UNESCO, l’Italia è al primo posto in Europa e al secondo posto nel mondo, dopo la Cina, per numero di riconoscimenti. La Rete Europea dei Geoparchi ha riunito cinquantadue territori appartenenti a diciotto diversi Paesi Europei che, sotto l’egida dell’UNESCO, lavorano insieme in maniera attiva e dinamica attraverso una rete di sinergie volte alla tutela e valorizzazione della geodiversità e alla promozione dell’educazione allo Sviluppo Sostenibile. Questo volume, sia per la qualità dell’opera che ho avuto modo di apprezzare, sia per l’impegno e il lavoro che questa sottintende nel rappresentare i Geoparchi Italiani come una realtà importante per il nostro paese e a livello globale è una “impresa” degna della massima attenzione. Auspico che attraverso il supporto ad iniziative come quella del Forum Nazionale dei Geoparchi Italiani, frutto di cooperazione internazionale e scambio di esperienze e buone pratiche per l’ambiente, anche tra i diversi paesi membri dell’UNESCO, il nostro Paese possa rafforzare ancor più il proprio impegno nella tutela e nella valorizzazione del suo territorio, così vulnerabile e prezioso allo stesso tempo. Questo volume va nella direzione della promozione dei valori della sostenibilità cari all’UNESCO e a questa Commissione e anche per questo mi felicito per la sua pubblicazione.
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by a number of geological sites of particular importance in terms of scientific value, rarity, aesthetic or educational significance. Their fundamental prerogative is to belong to the geological heritage of the Planet Earth, but their interest is also of archaeological, natural, historical and cultural heritage. The Geoparks, for their natural value, for activities that take place in the promotion of sustainable development and the protection and enhancement of their territory, have justly deserved recognition and attention of UNESCO. The Geoparks are currently ninety and in twenty-six countries around the world. With its eight appointed UNESCO Geoparks, Italy ranks first in Europe and second in the world after China, for number of awards. The European Geoparks Network brought together fifty-two regions belonging to eighteen different European countries which, under the auspices of UNESCO, working together in an active and dynamic through a network of synergies for the protection and enhancement of geodiversity and the promotion of Sustainable Development. This volume, both for the quality of the work that I was able to appreciate both the effort and the work that this implies in representing Italian Geoparks as an important reality for our country and globally is an "enterprise" worthy the greatest attention. I hope that through the support of events such as the National Forum of Italian Geoparks, the result of international cooperation and exchange of experiences and good practices for the environment, even among the member countries of UNESCO, our country will further strengthen its commitment to the protection and enhancement of its territory, so vulnerable and precious at the same time. This book goes in the direction of promoting the values of sustainability and dear to UNESCO this Commission and for this reason I welcome its publication.
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Italy stretches across two mountain ranges, the Alps and the Apennines, sur-
’Italia, a cavallo di due catene montuose, le Alpi e gli Appennini, contornata da mari e da oltre settemila chilometri di coste, costellata da isole e vulcani, ci offre spettacolari bellezze naturali e innumerevoli oggetti di interesse geologico, con il pregio intrinseco di una considerevole varietà di situazioni distribuite su un territorio relativamente ristretto, facilmente percorribile con brevi spostamenti. Questo patrimonio inestimabile ha la necessità assoluta di essere valorizzato e fruito in modo sostenibile, vale a dire evitando di compromettere il bene o la situazione che si intende valorizzare. Il cardine di questo processo è senza dubbio costituito dalla conoscenza e dalla comunicazione che devono portare il fruitore a guardare con occhi diversi, più attenti e consapevoli, il patrimonio naturale che lo circonda. I Geoparchi svolgono perciò un ruolo chiave per la divulgazione e la promozione delle nostre risorse naturali, obiettivi che sono totalmente condivisi e perseguiti anche dalla Federazione Italiana di Scienze della Terra, Geoitalia Onlus. Questo volume è uno strumento efficace e piacevole per diffondere la conoscenza dei parchi: ne tratteggia le caratteristiche, comprendendo anche il segno lasciato dall’uomo, qui in genere armonico con il segno della natura, anzi, a volte intimamente connesso con il paesaggio. Aumentare in ognuno di noi la consapevolezza che l’ambiente è un valore ed il paesaggio una risorsa non può che migliorare l’approccio, anche quotidiano, che abbiamo nei confronti di questi beni; non può che renderci ancora più consapevoli della responsabilità di non comprometterli per le generazioni future. Poi, scorrendo le pagine del volume, il lettore scoprirà nelle forme e nei colori delle rocce e dei paesaggi anche un loro ulteriore valore, quello puramente estetico, quindi assoluto: scoprirà che è la natura a parlare.
Silvio Seno President of Geoitalia, Italian Federation of Earth Sciences
Silvio Seno Presidente di Geoitalia, Federazione Italiana di Scienze della Terra, Onlus
The Italian peninsula is characterized by a great variety of natural and cul-
rounded by seas and more than seven thousand kilometers of coastline, dotted with islands and volcanoes offering spectacular natural beauty and countless objects of geological interest, with the inherent value of a considerable variety of situations spread over a relatively small territory, easily navigable with short trips. This priceless heritage has an overriding need to be valued and enjoyed in a sustainable way, that is without compromising the patrimony or the situation for which you intend to add value. The cornerstone of this process is undoubtedly formed by the knowledge and communication that must carry the viewer to look with different eyes, more alert and aware, at the natural heritage that surrounds us. The Geoparks therefore play a key role in the dissemination and promotion of our natural resources, objectives that are fully shared and pursued also by the Italian Federation of Earth Sciences, Geoitalia Onlus. This volume is an effective and pleasant way to spread our knowledge of parks: it outlines the characteristics, including the marks left by man, here in general harmony with those of nature, sometimes indeed more intimately connected with the landscape. To increase in us the awareness that the environment is of value and the landscape a resource does not only improve the even daily approach that we owe towards these concepts but also makes us more aware of the responsibility not to compromise them for future generations.
La ricchezza e varietà dei paesaggi della nostra penisola è connessa con la sua
geodiversità, la grande varietà geologica che la caratterizza. Siamo tutti consapevoli della ricca e affascinante biodiversità del nostro paese ma dimentichiamo spesso come questa sia strettamente collegata con la geodiversità e con il patrimonio geologico italiano. La protezione e la conservazione del patrimonio geologico sono parte integrante dei compiti istituzionali dell'ISPRA, Istituto Nazionale per la Protezione e la Ricerca Ambientale ed è questo il motivo della sua collaborazione con la Rete Europea dei Geoparchi (EGN). L'ISPRA sostiene infatti la protezione del patrimonio geologico italiano e, conseguentemente, il progetto dei Geoparchi di conservarlo attraverso la sua valorizzazione e la sua fruizione. Questo bel volume porta un considerevole contributo alla conoscenza dello splendido patrimonio geologico italiano. Nelle pagine dedicate ai geositi è possibile leggere la storia geologica del nostro paese scolpita in un'ampia varietà di rocce, in valli e montagne, fiumi e laghi, e scoprire inoltre le relazioni tra geologia, biodiversità e patrimonio archeologico. In alcuni dei più importanti giacimenti minerari italiani, qui descritti, troviamo insieme l'impronta della storia sociale e antropologica del luogo e panorami naturali e culturali unici. Raccontando la storia geologica di questo paese attraverso i geositi, questo libro aiuterà ad aumentare la consapevolezza dell'unicità del patrimonio geologico italiano e l'importanza della sua conservazione e valorizzazione.
tural landscapes related to a rich geological variety, which geologist call geodiversity. We are all aware of how rich and fascinating is our country's biodiversity but we often forget it is firmly connected to geodiversity and to the Italian geological heritage. The protection and conservation of geoheritage is integral part of ISPRA, Italian Institute for Environmental Protection and Research, statutory functions and this is the reason why it cooperates with the European Geoparks Network. ISPRA in fact supports the protection of geological heritage and the Geoparks project for the conservation of our geoheritage through the enjoyment and the enhancement of its value. This beautiful and interesting volume provides a remarkable contribution to the knowledge of the wonderful Italian geoheritage. In the pages dedicated to geosites we can read the geological history of this country written in almost any kind of rocks, in valleys and mountains, lakes and rivers and we can also investigate connections among geology and biodiversity and archeological heritage. In some of the most significant mineral deposits of Italy we find both the sign of the social and anthropologic history connected to mining activities and unique cultural and natural landscapes. Dealing with the geological history of this country through geosites, this book will help in increasing the awareness of the uniqueness of the Italian geological heritage and the importance of its conservation and valorization.
Bernardo De Bernardinis Presidente dell’Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale
Bernardo De Bernardinis President of the Institute for the Protection and Environmental Research
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e politiche di valorizzazione del patrimonio geologico si fondano sulla consapevolezza che la conoscenza e la comprensione dei beni geologici, dell'ambiente e del paesaggio, e lo sviluppo dei sistemi di conservazione della natura, coniugano le possibilità di contribuire all'offerta di condizioni di generale benessere, estetico, sociale ed economico, di cercare nuove opportunità di studio e ricerca degli stessi beni naturali e, non ultimo, di creare condizioni per nuovi sbocchi occupazionali. Soprattutto in un momento di grandi difficoltà economiche, la valorizzazione del patrimonio geologico, intimamente legata alle scienze della terra, diventa allora servizio sociale per il nostro Paese, ma anche per i Paesi esteri, contribuendo al loro sviluppo civile, economico e culturale. Uno dei principi fondamentali, forse il più importante, dell'impostazione culturale dei geologi, maturata progressivamente nella nostra pur breve storia di soli 50 anni, è quello dell'utilità sociale delle nostre conoscenze, che si esprime attraverso tutte le forme dell'attività, da quelle svolte dai servizi professionali, a quelle della ricerca, da quelle della didattica, a quelle della divulgazione. L'applicazione di questo principio etico appartiene alla comunità dei cittadini, a noi geologi invece appartiene la declinazione del principio stesso, al mondo professionale come al mondo della scienza e a quello della tecnica, e non c'è finalità che ne possa sovrastare la necessità imprescindibile di conoscenza a favore della collettività. Le azioni da compiere sono tante, in un comparto che proprio perché sconta ancora un certo ritardo rispetto a quelli più prettamente naturalistici ed ambientali, vede prospettarsi nei prossimi anni un forte incremento delle politiche di valorizzazione e di geoconservazione. La pubblicazione di questo testo e la sua conseguente divulgazione sono azioni che vanno verso la direzione auspicata.
Policies for the enhancement of the geological heritage are based on the awareness
that both the knowledge and the understanding of the geological values, of the environment and of the landscape, and the development of the nature conservation, combine the opportunity to contribute to the provision of general conditions for aesthetic, social and economic wellbeing, but also to look for opportunities for study and research of these natural assets and, not least, to create conditions for new jobs. Especially at a time of great economic difficulties, the enhancement of geological heritage, intimately linked to the earth sciences, becomes a social service for our country, but also for foreign countries, contributing to their civil, economic and cultural development. One of the basic principles, perhaps the most important cultural setting of the geologists, developed progressively in our short history of only 50 years, is the social utility of our knowledge, which is expressed through all forms of activity, such as professional, research, educational and disclosure services. While the application of this ethical principle belongs to the community of citizens, geologists have to make this principle comprehensible, towards the professional world as well as the world of science and technology. And there is no purpose that can overpower the necessity of knowledge in favour of the community. Many actions have to be taken, in a sector that suffers a delay compared to the purely naturalistic and environmental issues. But in the near future we expect a strong increase about geoconservation and landscape enhancement policies. The publication of this book and the text and the consequent spread are good actions going to the intended direction. Gian Vito Graziano President of the National Council of Geologists
Gian Vito Graziano Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi
Ormai siamo tutti consapevoli della necessità della protezione e della ge-
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stione del patrimonio naturale. I cambiamenti climatici, l'inquinamento, la distruzione degli habitat e l'estinzione delle specie hanno aumentato la nostra percezione della necessità di proteggere il nostro ambiente naturale. Rocce, minerali, fossili, forme geologiche e paesaggi sono parte integrante della nostra natura e della nostra cultura. La distribuzione degli habitat, delle piante e degli animali dipende non solo dal clima ma anche per la geologia e il paesaggio. Geologia e Paesaggio hanno profondamente influenzato la società, la civiltà e la diversità culturale del nostro pianeta. Fino a pochi anni fa, non esisteva nel mondo alcuna consapevolezza e riconoscimento, a livello nazionale o regionale, del Patrimonio Geologico e Geomorfologico e nessuna convenzione internazionale o accordo Internazionale era stata definita su questo tema. Da quando l’Unione Europea ha adottato un “Manifesto” sul tema del Patrimonio Geologico e la Geodiversità (Manifesto on Earth Heritage and Geodiversity), supportato anche dalla Rete Europea dei Geoparchi (European Geoparks Network – EGN), dall’Associazione Internazionale Geomorfologi (IAG), dalla Unione Internazionale Scienze Geologiche (IUGS) e dall’Unione Geografica Internazionale (IGU) e altri organismi politici e tecnici internazionali, l’importanza della Geodiversità si è andata affermando anche nel nostro paese. La protezione e lo sviluppo sostenibile del Patrimonio Geologico e della Geodiversità, attraverso l’istituzione dei Geoparchi contribuisce al conseguimento degli obiettivi di Agenda 21 (UNCED, Rio de Janeiro, 1992) e più in
By now we are all aware of the need for protection and management of the
natural heritage. Climate change, pollution, habitat destruction and species extinction increased the perception we need to protect our natural environment. Rocks, minerals, fossils, geological formations and landscapes are an integral part of our nature and our culture. The distribution of the habitats, plants and animals depends not only on climate but also on geology and landscape. Geology and landscape intensely influenced society, civilization and cultural diversity of our planet. Until a few years ago, there was no awareness and recognition of the Geological and Geomorphological Heritage in the world, at a national or regional level, and no international agreement had been signed on this issue. Since the European Union has adopted formal measures on the Geological Heritage and Geodiversity (Manifesto on Earth Heritage and Geodiversity), also supported by the European Geoparks Network (European Geoparks Network - EGN), the International Association of Geomorphologists (IAG), the International Union of Geological Sciences (IUGS) and the International Geographical Union (IGU) and other political bodies and international technical, the importance of Geodiversity has been established itself in our country. Through the establishment of Geoparks, the protection and the sustainable development of the Geological Heritage and Geodiversity contribute to achieve the objectives of Agenda 21 (UNCED, Rio de Janeiro, 1992) and, more generally, of the Convention on Biological Diversity, and the implementation of the European Directives and national laws on the protection and
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generale della Convenzione sulla Diversità Biologica, nonché all’attuazione delle Direttive Europee e leggi Nazionali sulla salvaguardia e gestione delle risorse naturali. La Rete Europea dei Geoparchi è stata creata con il sostegno dell'Unione Europea e in collaborazione con l'UNESCO anche con l'obiettivo di promuovere lo sviluppo sostenibile a scala locale utilizzando il patrimonio geologico di quella regione, in primo luogo attraverso lo sviluppo del “geoturismo”. Grazie a tali iniziative, ci sono ormai molti siti riconosciuti in Italia, Europa e nel Mondo, di importanza internazionale, a causa del loro carattere peculiare, da un punto di vista ambientale. Affioramenti rocciosi naturali e forme geologiche naturali o creati dalle attività dell’uomo, sono inoltre fondamentali per la comprensione dell’evoluzione passata e futura del nostro Pianeta. Infatti, lo studio dei processi che hanno operato in passato contribuisce a comprendere i problemi del presente. Il Patrimonio Geologico, e quindi i Geoparchi, sono strumenti essenziali di informazione, formazione ed educazione, essi consentono di comprendere i principi fondanti della geologia, di gestire con competenza i problemi legati al dissesto idrogeologico, così come illustrare i processi evolutivi del paesaggio naturale; le peculiarità geologiche e geomorfologiche che contribuiscono alla qualità estetica ed ecologica del paesaggio, che è parte integrante del Patrimonio Culturale Europeo, e per questo vanno salvaguardate, studiate e valorizzate. Attraverso la promozione del Patrimonio Geologico, attuata attraverso la realizzazione di itinerari geologici, strumenti didattici di interpretazione, centri visita dedicati, musei tematici, è possibile migliorarne e aumentarne la visibilità e l’apprezzamento da parte dell’opinione pubblica, la quale diviene sempre più disponibile a intraprendere attività turistiche legate ai Geoparchi. L'iniziativa internazionale dell'UNESCO e quella nazionale sostenuta anche da Federparchi-Europarc per sostenere i Geoparchi, risponde al forte bisogno espresso da numerosi paesi per un quadro internazionale e locale per la valorizzazione del Patrimonio Geologico, dei suoi paesaggi e delle formazioni geologiche più tipiche in quanto sono testimoni chiave e protagonisti per la storia della vita.
management of natural resources. The European Geoparks Network in Europe has been created with the support of the European Union and in collaboration with UNESCO with the aim of promoting sustainable development at the local level using the geological heritage of the region, primarily through the development of "geotourism". Thanks to these initiatives, now in Italy, in Europe and all over the world there are many sites recognized of international importance because of their special nature, from an environmental point of view. Natural rock outcrops and natural or created by human activities geological forms are also essential to understand the past and the future of our Planet. Exactly, the study of processes which operated in the past helps to understand the problems in the present time. The Geological Heritage, and therefore Geoparks, are essential tools for information, training and educational activities. They allow us to understand the fundamental principles of geology, to face successfully the problems dealing with geological risks, as well as to explain the evolution of the natural landscape. We have to preserve, investigate and enhance the geological and geomorphological features which give a strong contribution to the aesthetic and ecological quality of landscape, as an integral part of European Cultural Heritage. It is possible to make geotourism more and more attractive and to increase public awareness on the Geological Heritage carrying out geological thematic trails, interpretative panels and displays, visitor centers and thematic museums. The international initiative by UNESCO and also the Italian Geoparks activities supported by FederparchiEuroparc respond to the strong need expressed by many countries for an international and local framework to enhance the Geological Heritage, landscapes and more typical geological formations as key witnesses and protagonists in the history of life. Giampiero Sammuri President of the Italian Federation of Parks and Nature Reserves Federparchi - Europarc
Giampiero Sammuri Presidente della Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali Federparchi - Europarc
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L’UNESCO e la Rete Globale dei Geoparchi (GGN)
UNESCO and the Global Geoparks Network (GGN)
L’UNESCO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura, ha tra i suoi scopi principali quelli di costruire la pace tra le Nazioni e di promuovere lo sviluppo economico sostenibile delle comunità locali. L’UNESCO si propone di raggiungere questi obiettivi generali attraverso diverse articolazioni della propria attività. Ad esempio, attraverso il programma “Educazione per Tutti” (EFA) o mediante le azioni promosse dall’Unità per la Riduzione del Rischio di Catastrofi. L’UNESCO, inoltre, cerca di conseguire i suddetti obiettivi anche grazie all’individuazione di siti di particolare interesse, presenti nei vari Paesi, meritevoli di essere inseriti in specifiche liste che valorizzano il patrimonio naturale e culturale mondiale, riconoscendo a questi siti non solo la loro straordinaria importanza internazionale, ma anche un ruolo attivo nella costruzione della pace e della sostenibilità. L’UNESCO è l’unica, tra le organizzazioni delle Nazioni Unite, che ha il potere di redigere tali liste che testimoniamo il patrimonio mondiale. I siti più noti e famosi sono sicuramente quelli designati in attuazione della Convenzione del Patrimonio dell’Umanità siglata a Parigi nel 1972. Attualmente (febbraio 2013), tra i quasi 1.000 siti iscritti, la Lista del Patrimonio dell’Umanità comprende alcuni siti icone quali le Grandi Piramidi d'Egitto, la Grande Muraglia Cinese e la Grande Barriera Corallina dell'Australia. Un'altra lista prestigiosa promossa dall’UNESCO è quella relativa al Programma MAB (Man and Biosphere); quasi 600 siti individuati allo scopo di conciliare la conservazione della diversità biologica e culturale con lo sviluppo economico e sociale, basato sul pieno coinvolgimento delle comunità locali. Per quanto riguarda, invece, il Patrimonio Geologico si segnala che, fino a poco tempo fa, non vi era alcuna forma di riconoscimento internazionale, se non attraverso la citata Convenzione sul Patrimonio dell’Umanità. Tuttavia il numero di siti geologici iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale è rimasto proporzionalmente molto piccolo ed è per questo motivo che l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), organismo indipendente che collabora con l'UNESCO in merito al Patrimonio Mondiale Naturale, ha sottolineato per diversi anni la necessità di un sistema alternativo e complementare per assegnare un riconoscimento ai siti geologici di importanza internazionale. Nel 2004, l'UNESCO, attraverso l’attività della propria Divisione di Scienze della Terra, ha invitato i 22 Geoparchi presenti in Europa (aderenti alla Rete Europea dei Geoparchi) ad unirsi ad 8 Geoparchi riconosciuti in Cina per creare la Rete Globale dei Geoparchi Nazionali (o Rete Globale dei Geoparchi, in breve GGN). I Geoparchi Globali sono aree caratterizzate da un patrimonio geologico di valore internazionale, utilizzato in maniera sostenibile a favore dello sviluppo economico delle popolazioni locali. Peraltro i Geoparchi non riguardano solo la geologia. I Geoparchi sono anche strumenti efficaci per far comprendere i legami tra il nostro patrimonio geologico, o geodiversità, le testimonianze stesse del nostro pianeta ed ogni altro aspetto della vita che si sviluppa intorno a noi, come la biodiversità, il patrimonio culturale e, talora in maniera particolarmente significativa, il patrimonio immateriale, i miti, le leggende e le tradizioni.
The United Nations Educational, Scientific and Cultural Organisation, UNESCO, has as ones of its core principles the aim of building peace between nations and promoting the sustainable economic development of communities. UNESCO aims to achieve these overarching objectives through many different aspects of its work. For example, through it’s Education for All programme or through its Disaster Risk Reduction Unit. UNESCO also tries to achieve these aims through the recognition of particular sites across the world on various heritage lists, recognising the special international importance of these sites and recognising the role they have to play in peace building and the promotion of sustainability. UNESCO is unique among the organisations of the United Nations in that it is the only one with the authority to have such international heritage listings. Perhaps the most famous of UNESCO’s heritage sites are those inscribed under the 1972 World Heritage Convention. Now, in February 2013, with almost 1,000 sites inscribed, the World Heritage List includes iconic sites such as the Great Pyramids of Egypt, the Great Wall of China and the Great Barrier Reef of Australia. Another complimentary list is that of the Man and Biosphere Programme, almost 600 sites that aim to reconcile the conservation of biological and cultural diversity and economic and social development based on local community efforts and sounds science. Geological heritage on the other hand, until recently, had no other means for international recognition other than through the World Heritage Convention. However, the number of sites inscribed on the World Heritage List has remained proportionally very small and, UNESCO’s independent advisor on natural World Heritage, the World Conservation Union (IUCN) has, for several years, recognised the need to an alternative, complimentary mechanism to recognise geological sites of international importance. In 2004, UNESCO, through its then Division of Earth Science, invited 22 Geoparks in Europe (known as the European Geoparks Network) to combine with 8 Geoparks in China to create a Global Network of National Geoparks (or the Global Geoparks Network, GGN, for short). These Global Geoparks are areas with geological heritage of international value and where that heritage is being sustainably used for the economic development of the areas population. Moreover, Geoparks are not just about geology. They are about raising awareness of the links between our geological heritage, or geodiversity, the very memories of our planet, and every other aspect of life around us such as our biodiversity, our cultural heritage and, often quite remarkably, our intangible heritage, our myths, legends and traditions. Global Geoparks have a key role to play in raising awareness in local populations of the risk from geological hazards such as landslides, earthquakes, volcanic eruptions and tsunami. They assist local communities how to react to such events and to ameliorate the worst consequences of what are, all too often, devastating events. Global Geoparks, in their rocks and landscapes, hold evidence of past climates, often going back hundreds of millions of years. They hold the evidence of how Earth and how life upon our Earth has reacted to past climate change and, in so doing, they can help communities become aware of present day climate change and help society prepare of a future world where climate may be quite markedly, and rapidly, altered. In this way,
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I Geoparchi Globali svolgono un ruolo fondamentale per sensibilizzare le popolazioni locali sul rischio geologico e idrogeologico, quali frane, terremoti, eruzioni vulcaniche e tsunami. I Geoparchi aiutano le comunità locali ad individuare le forme di prevenzione più adeguate ed a porre in atto le azioni più opportune per ridurre le conseguenze, troppo spesso devastanti, di tali eventi naturali. I Geoparchi Globali trattengono, nelle rocce e paesaggi, le prove dei climi del passato, spesso risalenti a centinaia di milioni di anni prima. Essi testimoniano di come il Pianeta Terra e come la vita sullo stesso Pianeta Terra abbiano reagito ai cambiamenti climatici nel passato e, in questo senso, possono aiutare le comunità locali a prendere coscienza degli attuali cambiamenti climatici ed aiutare la società a prepararsi ad affrontare condizioni che nel futuro potrebbero essere anche più difficili ed in continua evoluzione. In questo modo, i Geoparchi Globali sono in sostanza territori del presente che, guardando al passato, possono aiutarci a costruire un futuro sostenibile. I Geoparchi Globali svolgono un ruolo importante nel promuovere la necessità di un uso compatibile delle nostre risorse naturali, siano essi estratte dal sottosuolo o dai versanti che caratterizzano il paesaggio che ci circonda. Così come continua a crescere la popolazione della Terra, altrettanto continua a crescere il suo fabbisogno di risorse naturali. Ma è assolutamente necessario fare in modo che tali esigenze siano soddisfatte in maniera effettivamente sostenibile, con benefici reali per le comunità che vivono nei territori oggetto delle attività di sfruttamento delle risorse naturali. I Geoparchi Globali sono fatti da persone. Persone collegate in reti reali e dinamiche. Attualmente, con aggiornamento alla fine del 2012, 90 territori in 26 paesi sono in contatto quotidiano, lavorano insieme, si scambiano idee, realizzano progetti comuni, condividono esperienze. Questo è ciò che rende la Rete Globale dei Geoparchi un’iniziativa speciale, che l'UNESCO è orgogliosa di sostenere. Con otto membri inseriti nella Rete Globale dei Geoparchi, l'Italia rappresenta un Paese particolarmente attivo nel promuovere la virtuosa connessione tra il Pianeta Terra, la società, la cultura e l’economia attraverso il concetto di Geoparco. I nostri colleghi italiani sono stati in prima linea nella costruzione di una solida GGN, nell’aiutare altri aspiranti Geoparchi Globali in diverse parti del mondo e nell’essere partner importanti dell'UNESCO, partecipando attivamente alle procedure di valutazione di nuovi membri e di rinnovo dei membri già appartenenti alla rete. Per questi motivi auspico una continua e rafforzata cooperazione con il crescente numero di membri italiani della Rete Globale dei Geoparchi. E’ un piacere consigliare, quale utile introduzione al mondo dei Geoparchi Globali, questa eccellente pubblicazione dedicata ai bellissimi paesaggi dei Geoparchi Globali Italiani, popolati da comunità appassionate che mettono in evidenza un forte senso di appartenenza al loro patrimonio culturale e immateriale, indissolubilmente legato a scenari la cui storia, leggibile nelle rocce, risale a centinaia di milioni di anni prima. Benvenuti nel mondo della Rete Globale dei Geoparchi in Italia.
Global Geoparks really are territories of the present, looking into the past to help us shape a sustainable future. Global Geoparks also have a role to play in promoting the need for the sustainable use of our natural resources, whether they are mined, quarried, extracted or harnessed from the landscape around us. As the Earth’s population continues to grow, so does its need for natural resources. But we really need to make sure that such needs are met in a truly sustainable way with real benefits for local communities affected by these industries. Global Geoparks are about people. They are linked in real, dynamic network. Now, at the end of 2012, ninety territories across 26 countries are in daily contact, working together, exchanging ideas, implementing common projects, sharing experiences. This is what makes the Global Geoparks Network such a special initiative which UNESCO is proud to support. With eight members of the Global Geoparks Network, Italy has been a very strong supporter of this concept of bring Earth, society, culture and economics together through the Global Geoparks idea. Our Italian colleagues have been at the forefront of helping to build a strong GGN, assisting other, aspiring Global Geoparks in other parts of the world and being key partners to UNESCO in assisting us in the evaluation of new members and the revalidation of existing members. I look forward to continuing and enhanced cooperation with the increasing number of Italian members of the Global Geoparks Network. As a way of introduction to the concept of Global Geoparks, I am delighted to recommend this excellent publication into the beautiful landscapes of the Italian Global Geoparks, peopled with vibrant communities enriched with a strong sense of their cultural heritage and intangible heritage all set within a scene whose story, as read in the rocks, dates back hundreds of millions of years. Welcome to the world of the Global Geoparks Network in Italy Patrick J. McKeever Chief of Section, Global Earth Observation - UNESCO
Patrick J. McKeever Responsabile della Sezione Global Earth Observation - UNESCO
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Geoparchi Europei: un contributo alla valorizzazione del patrimonio della Terra a favore di uno sviluppo intelligente, sostenibile ed integrato dell’Europa
European Geoparks: contribution to the european Earth Heritage enhancement for a smart, sustainable and inclusive growth of Europe
L’Unione Europea ha adottato un'articolata strategia chiamata "Europa 2020" a favore di una crescita sostenibile e dell’occupazione per il prossimo decennio, progettata per aiutare l’Europa ad uscire più forte dalla peggiore crisi economica mondiale dal 1930. L’obiettivo di Europa 2020 è quello di sviluppare: - una crescita intelligente (istruzione, conoscenza e innovazione); - una crescita sostenibile (uso efficiente delle risorse, economia più verde e più competitiva); - una crescita inclusiva (alto tasso di occupazione e coesione economica, sociale e territoriale). Questa visione dell'economia di mercato sociale dell’Europa per il XXI secolo è costruita sulla base di un accordo tra la Commissione Europea e gli Stati membri, ma ha bisogno di strumenti appropriati per essere attuata. La Rete Europea dei Geoparchi (EGN), una rete dinamica basata sulla cooperazione tra diverse aree rurali in Europa, mira a tutelare la geodiversità, a promuovere il patrimonio geologico nei confronti del più vasto pubblico, nonché a favorire lo sviluppo economico sostenibile nei territori dei Geoparchi, soprattutto attraverso le opportunità offerte dal geoturismo. Fondata nel 2000 da quattro territori, con il sostegno dell'Unione Europea, la Rete Europea dei Geoparchi (EGN) si è gradualmente estesa fino ad includere, in occasione dell’ultimo aggiornamento dell’ottobre 2012, 52 territori in 18 Paesi europei. Attraverso questa iniziativa importanti siti di interesse geologico hanno ottenuto un riconoscimento internazionale ed ottenuto notevoli benefici grazie ad un proficuo scambio di conoscenze, di competenze, di esperienza e di personale tra i Geoparchi. Dal 2004, grazie ad un formale accordo con l'UNESCO (promosso dalla ex Divisione di Scienze della Terra), la Rete Europea dei Geoparchi agisce con le funzioni di “settore europeo” della più vasta Rete Globale dei Geoparchi (GGN). La Rete Europea dei Geoparchi ha adottato un logo comune che è registrato in tutti i Paesi europei, contribuendo nel tempo a creare un'immagine comune di qualità, che mette assieme la valorizzazione del Patrimonio della Terra in Europa con lo sviluppo sostenibile. Dopo oltre dieci anni di positivi risultati raggiunti, la Rete Europea dei Geoparchi (EGN) rappresenta oggi una rete europea di eccellenza, in continua crescita, che comprende territori con un significativo patrimonio geologico che si trovano a fronteggiare una serie di nuove sfide ed in particolare quella di agire ed operare quali strumenti efficaci per l'attuazione delle strategie individuate dall’UE per una crescita intelligente, sostenibile ed integrata che favorisca lo sviluppo economico e sociale a livello locale. Allo scopo di misurare i progressi compiuti in ciascun territorio e di raggiungere elevati standard di qualità relativamente ai servizi forniti ai visitatori, le reti EGN/GGN hanno messo a punto specifiche procedure di valutazione che i territori candidati devono superare positivamente per avere la possibilità di aderire alle medesime reti EGN/GGN. L’adesione alle reti EGN/GGN è limitata ad un periodo di 4 anni, al termine del quale si attiva una procedura di “rivalidazione” che può portare alla conferma del riconoscimento o, in caso di esito negativo della verifica, all’immediata espulsione. La rivalidazione segue procedure simili a quelle utilizzate in
The European Union adopted a multifaceted strategy called “Europe 2020” for sustainable growth and jobs for the next decade, designed to help Europe come out stronger from the world's worst economic crisis since the 1930s. The objective of Europe 2020 is to develop: - smart growth (education, knowledge and innovation); - sustainable growth (a resource-efficient, greener and more competitive economy); - inclusive growth (high employment and economic, social and territorial cohesion). This vision of Europe's social market economy for the 21st century is built on a partnership between the European Commission and the Member States but needs the apropriate tools to be implemented. The European Geoparks Network (EGN), a dynamic network of cooperation among rural areas in Europe, aims to protect geodiversity, to promote geological heritage to the general public, as well as to support sustainable economic development of geopark territories, primarily through the development of geo-tourism. Established in 2000 by four territories, with the support of E.U., the European Geoparks Network (EGN) has been expanded to include, as of October 2012, 52 territories across 18 European countries. Through Geoparks operation important geological sites gain worldwide recognition and benefit through the exchange of knowledge, expertise, experience and staff among Geoparks. Since 2004, through a formal agreement with the UNESCO (former Division of Earth Sciences), the European Geoparks Network acts as the European sector of the Global Geoparks Network (GGN). The European Geoparks Network adopted a common logo which is registered in all European countries, contributing over time to creating a common image of quality, linking the enhancement of European Earth heritage with sustainable development. After one decade of successful establishment, the European Geoparks Network (EGN) represents today a growing European network of excellence, including territories with significant geological heritage facing a series of new challenges towards their operation as effective tools for the implementation of the E.U. strategy for a smart, sustainable and inclusive growth leading to economic and social local development. In order to measure the progress made in each territory and to achieve high quality standards in Geoparks operation and services provided to visitors, the EGN/GGN established an evaluation procedure for all new applicants for membership in the EGN/GGN. EGN/GGN membership is limited to a period of 4-years after which a revalidation procedure leads to the renewal or not of the membership. The revalidation follows similar procedures as the evaluation. Applications after submission need to be checked and reviewed by the Network. IUGS is carrying out a desk top evaluation on value of geological heritage. Evaluation missions are undertaken by two Geopark experts who are sent to the applicant territory to evaluate the application and to discuss the application with the relevant national and local authorities as well as stakeholders and local communities. Furthermore, the evaluators are also requested
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fase di valutazione per l’accesso alle reti. Dopo la presentazione della candidatura, i dossier vengono controllati ed esaminati dalle reti EGN/GGN. La IUGS (Unione Internazionale Scienze Geologiche) garantisce una valutazione preventiva della candidatura per quanto concerne il reale valore del patrimonio geologico. Le missioni di valutazione sono effettuate da due esperti, scelti nell’ambito della Rete dei Geoparchi, che sono inviati nel territorio candidato per la valutare la proposta di adesione e discuterla con le competenti autorità e gli stakeholders locali. Ai valutatori è anche richiesto di verificare la consistenza e la futura gestione del potenziale Geoparco. Tali verifiche, tradotte in raccomandazioni, sono state fondamentali, in molti casi, per rendere più forti ed efficaci nel tempo le proposte gestionali dei nuovi Geoparchi. I Geoparchi Europei contribuiscono in modo significativo ad una crescita intelligente attraverso lo sviluppo, la sperimentazione e il miglioramento di metodologie innovative per conservare il patrimonio geologico europeo e sostenere lo sviluppo della ricerca scientifica nelle varie discipline delle Scienze della Terra, sulla base di un piano di gestione che rappresenta lo strumento principale per il funzionamento di un Geoparco. I Geoparchi Europei funzionano come aule all'aperto per aumentare la conoscenza e la sensibilizzare dell'opinione pubblica sui cambiamenti climatici ed i rischi naturali (terremoti, tsunami, eruzioni vulcaniche, frane, fenomeni di liquefazione). I Geoparchi Europei sono diventati anche eccellenti aree dove proporre attività di educazione ambientale, ben organizzate e realizzate utilizzando parchi tematici, musei e centri di interpretazione. I Geoparchi Europei favoriscono la crescita sostenibile attraverso lo sviluppo del geoturismo basato sulle risorse del Patrimonio della Terra che definiscono l'identità di ogni territorio. I Geoparchi europei realizzano diverse infrastrutture turistiche al servizio dei visitatori. Un museo di storia naturale o un centro visite diventano un fattore chiave per attrarre i visitatori. Parchi tematici all’aria aperta e geositi opportunamente interpretati attirano migliaia di visitatori ogni anno nei territori dei Geoparchi. Un'altra infrastruttura fondamentale per ogni Geoparco è la rete di percorsi che collegano i diversi siti di interesse. Attrezzati con pannelli informativi questi sentieri collegano i geositi interpretati, i parchi all’aperto, le zone umide, le aree paesaggistiche e ad elevato valore ecologico, così come monumenti culturali e ad altri siti di interesse presenti nel territorio del Geoparco. Lungo le strade principali che portano nel territorio del Geoparco, pannelli informativi e segnaletica stradale indirizzano i visitatori verso il Geoparco medesimo e ne delimitano i confini. I Geoparchi Europei realizzano anche specifiche strutture per informare i visitatori in merito ad attività geotouristiche ed educative. I Geoparchi Europei rispondono anche alla richiesta di una crescita inclusiva attraverso la creazione di nuovi posti di lavoro, diretti e indotti. Ma ciò che è ancora più importante a livello locale sono le altre opportunità di lavoro indotto create come le imprese turistiche, i piccoli alberghi, pensioni, ristoranti e altre attività connesse con l'aumento del flusso turistico nell’area del Geoparco. Anche l’artigianato locale, talora direttamente connesso con le peculiarità geologiche dei luoghi, risulta essere un’attività economica importante che opera in stretta collaborazione con il Geoparco. Così come le cooperative agrituristiche delle donne e le aziende agricole di prodotti biologici che offrono ai visitatori la possibilità di degustare ed acquistare produzioni
to make comments on the integrity and future management of the proposed Geopark. These recommendations have been, in many cases, critical to strengthening the success of applications in the long run. A quantitative assessment methodology is performed to assign a numerical value to the main elements in the operation of a Geopark. As a result of this evaluation/revalidation process Geoparks can present concrete and measurable results in all E.U. strategy components. European Geoparks contribute significantly to smart growth by developing, experimenting and enhancing innovative methodologies for preserving the European geological heritage and supporting the development of scientific research in the various disciplines of Earth Sciences through the Geopark’s management plan which is the main tool for the operation of a Geopark. European Geoparks are operating as open air classrooms to improove public knowledge and raise public awareness on climate change and natural hazards (earthquakes, tsunamis, volcanic eruptions, landslides, liquefaction phenomena). European Geoparks became also excellent environmental education destinations with efficient and well organized educational activities implemented in open air parks, thematic museums and interpretation centres. European Geoparks support sustainable growth through geotourism development based on Earth heritage resources that define the identity of each territory. European Geoparks develop a range of tourist infrastructures to serve their visitors. A Natural History Museum or Interpretation Centre lies at the core of their infrastructures becoming a key factor in attracting visitors. Open air parks and interpreted geosites within the Geopark territories are attracting thousands of visitors each year. Another main infrastructure for each geopark is the network of pathways linking the different sites of interest. Equipped with information panels that explain the various geosites, these footpaths link the interpreted geosites, visiting parks, wetlands, sites of natural beauty and ecological value, as well as cultural monuments and other sites of interest throughout the Geopark. Along the main roads leading to the Geopark area, informative panels and road signs direct visitors towards the Geopark and demarcate their borders. European Geoparks also establish information centres to inform visitors about the geotouristic and educational activities. European Geoparks replay also to the request of an inclusive growth by creating new jobs directly and indirectly. But what is even more important for the employment in the area is the number of other job opportunities which are created in tourist enterprises, small hotels, guest houses, restaurants and other activities connected with the increase of tourist flow in the Geopark area. Several other local artisans, such as makers of handicrafts and ceramic fossil casts are permanent collaborators with the Geopark. European Geoparks also collaborate closely with women’s agritouristic cooperatives and local organic food producers to offer their visitors the opportunity to taste and buy local food products (pasta, organic vegetables, wine, liquors, traditional sweets and marmalades etc). European Geoparks promote quality local products, food and drinks bringing local producers and potential customers together. In this way Geopark visitors experience not only the rich natural heritage of the area and sites of high ecological and aesthetic value, but also the culture, tradition, and local production of the region. During the last decade 8 Italian Geoparks joined the European Geoparks Net-
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agro-alimentari locali (pasta, verdure biologiche, vino, liquori, dolci tipici e marmellate, ecc.). I Geoparchi Europei promuovono prodotti locali di qualità, favorendo il contatto tra produttori locali e potenziali clienti. In questo modo i visitatori del Geoparco hanno modo di vivere da vicino ed apprezzare non solo il ricco patrimonio naturale della zona e di siti di elevato valore ecologico ed estetico, ma anche la cultura, la tradizione e le produzioni locali del territorio. Durante l'ultimo decennio 8 Geoparchi Italiani hanno aderito alla Rete Europea dei Geoparchi e, attraverso di essa, alla Rete Globale dei Geoparchi sotto l’egida dell'UNESCO, costituendo in sostanza il gruppo nazionale di Geoparchi più numeroso in Europa, uno dei più attivi, produttivi e creativi! Con l'istituzione del Forum Nazionale dei Geoparchi Italiani, i medesimi Geoparchi Italiani e le diverse autorità, istituzioni ed associazioni nazionali competenti in materia, hanno lavorato insieme in maniera efficace promuovendo il concetto di Geoparco in Italia attraverso una serie di attività promozionali e di confronto. Questo libro rappresenta una nuova iniziativa del Forum Nazionale dei Geoparchi Italiani; una presentazione coordinata dei tesori del Patrimonio della Terra gelosamente custoditi nei territori degli 8 Geoparchi Italiani. Un comune invito fatto agli Italiani affinchè conoscano, visitino ed apprezzino la bellezza unica ed il valore dei geositi e dei paesaggi geologici presenti nei Geoparchi italiani. Così facendo i Geoparchi Italiani contribuiscono in modo significativo ad attuare uno dei principi fondamentale del concetto di Geoparco ovvero quello di informare ed educare la società in generale in merito ai valori del Patrimonio della Terra ed al ruolo che tale patrimonio può rivestire per promuovere politiche di sviluppo intelligenti, integrati e sostenibili, operando in stretta sinergia ed a favore delle comunità locali. Non perdete questa occasione, visitate i Geoparchi Italiani! Nickolas Zouros Coordinatore della Rete Europea dei Geoparchi
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work and through it the Global Geoparks Network of UNESCO becoming the biggest Geopark’s national group in Europe, one of the most active, productive and creative! Through the establishment of the National Forum, the Italian Geoparks and the relevant National Authorities, Institutions and Associations worked together in order to promote the Geopark concept in Italy through a series of promotional activities and workshops. This book represents a new initiative of the National Form of Italian Geoparks, a common presentation of the Earth heritage treasures that host the eight Italian Geoparks, a common invitation to the Italian people to learn about, to visit and to enjoy the unique beauty and value of the geosites and geological landscapes present in the Italian Geoparks. Thus the Italian Geoparks contribute significantly to the main idea of Geoparks, which is to inform and educate the society at large on the values of the Earth heritage to promote a smart, inclusive and sustainable development and to work with the local societies for their benefit. Do not miss this chance, visit the Italian Geoparks! Nickolas Zouros Coordinator of the European Geoparks Network
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Il Forum Nazionale dei Geoparchi Italiani: funzioni ed attività
The National Forum of Italian Geoparks: functioning and activities
L’Italia è conosciuta nel mondo non solo per la storia, l’arte, le tradizioni, la cultura, il paesaggio e l’ambiente in generale, ma anche per uno straordinario patrimonio geologico. Un territorio in cui vulcani, montagne, coste, pianure, laghi, ghiacciai, fiumi raccontano una complessa storia evolutiva ed in cui sono custodite rocce, minerali, fossili che attraggono ricercatori e appassionati di Scienze della Terra. Questo affascinante campionario di valenze geologiche, geomorfologiche, paleontologiche, mineralogiche, geominerarie, geotermiche ed altro ancora ha favorito progetti, iniziative ed azioni per la valorizzazione del Patrimonio della Terra del tutto coerenti con il concetto di “Geoparco” così come messo a punto e condiviso a livello internazionale. Per questi motivi l’Italia è ben rappresentata nel panorama mondiale dei Geoparchi con ben otto territori riconosciuti nella Rete Europea e nella Rete Globale sotto l’egida dell’UNESCO: il Parco Naturale Regionale delle Madonie ed il Distretto Rocca di Cerere (entrambi riconosciuti nel 2001) in Sicilia, il Parco Naturale Regionale del Beigua (2005) in Liguria, il Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna (2007), il Parco Naturale Adamello Brenta (2008) in Trentino, il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni (2010) in Campania, il Parco Tecnologico e Archeologico delle Colline Metallifere Grossetane (2010) in Toscana ed il Parco Naturale Regionale delle Alpi Apuane (riconosciuto nel settembre 2011) sempre in Toscana. Il ruolo che i Geoparchi italiani svolgono attualmente all’interno delle reti EGN e GGN è particolarmente significativo, non solo per il numero decisamente importante di territori coinvolti, ma anche e soprattutto per la qualità che gli stessi territori rappresentano a livello nazionale ed internazionale. Una testimonianza forte ed autorevole, ancorchè per nulla esaustiva, del fantastico patrimonio geologico del nostro Paese. Un riconoscimento prestigioso che gli otto Geoparchi hanno conseguito costruendo sui propri territori strategie gestionali innovative, in cui la geoconservazione, unitamente alle conseguenti attività didattiche, divulgative e fruitive, sono in grado di attivare un percorso virtuoso per lo sviluppo sostenibile, un processo di riqualificazione e di valorizzazione territoriale attento al rispetto delle culture locali, ma sinergicamente proiettato verso un nuovo modello di uso del territorio medesimo.
Italy is known worldwide not only for the history, art, traditions, culture, landscape and in general terms for environment, but also for an extraordinary geological heritage. A region where volcanoes, mountains, coasts, plains, lakes, glaciers, rivers tell a complex evolutionary history. A territory with rocks, minerals, fossils and structures which attract researchers and enthusiasts of Earth Sciences. This charming collection of geological, geomorphological, paleontological, mineralogical, geomining, geothermal values and more fostered projects, initiatives and actions for the enhancement of the Earth Heritage, entirely consistent with the concept of "Geopark" as developed and shared at international level. For these reasons, Italy is well represented at an international level with eight territories accepted in the European Geoparks Network and in the Global Geoparks Network under the auspices of UNESCO: the Madonie Regional Park and the District of Rocca di Cerere (both recognized in 2001) in Sicily, the Beigua Regional Nature Park (2005) in Liguria, the Historical and Environmental Geomining Park of Sardinia (2007), the Adamello Brenta Nature Park (2008) in Trentino, the National Park of Cilento and Vallo di Diano ( 2010) in Campania, the Technological and Archaeological National Park of the Grosseto Metalliferous Hills (2010) in Tuscany and the Apuan Alps Regional Park (recognized in September 2011) again in Tuscany. The Italian Geoparks play a significant role for EGN and GGN, not only because of the very high number of involved areas, but also because of the quality the eight territories show at a national and international level. Italian Geoparks are a clear and authoritative evidence of the marvellous geological heritage of the country, even if by no means exhaustive. A prestigious award the eight Geoparks achieved by building innovative management strategies in their territories. In these areas geoconservation, together with educational, interpretative and enjoyment activities are able to activate virtuous practices to favour sustainable development, to promote territorial policies, always respecting and taking care of the local culture and community, proposing a new model to enhance the area.
Il Forum Nazionale dei Geoparchi Italiani Per meglio coordinare le attività dei Geoparchi Italiani nell’inverno del 2010 (il 17 febbraio presso Villa Santi, nel Parco Naturale Adamello Brenta) si è ufficialmente insediato il Forum Nazionale, nell’ambito del quale sono rappresentati i diversi organismi nazionali competenti in materia di tutela e valorizzazione delle risorse naturali e del patrimonio geologico in particolare. Il Forum è costituito da: - un rappresentante per ciascuno dei Geoparchi riconosciuti dalle Reti EGN e GGN - un rappresentante della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO - un rappresentante del Servizio Geologico Nazionale, nel caso specifico di ISPRA – Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale - Dipartimento Difesa della Natura, Servizio Aree Protette e Pianificazione Territoriale - un rappresentante di GEOITALIA Federazione Italiana Scienze della Terra,
The National Forum of Italian Geoparks In 2010 (February 17 at Villa Santi, in the Adamello Brenta Nature Park) the National Forum has been was officially established to better coordinate the activities of Italian Geoparks. The National Forum includes the various national bodies which are in charge of the protection and the enhancement of the natural resources and the geological heritage in particular. The Forum consists of: - one representative of each Geoparks recognized by EGN and GGN - one representative of the Italian National Commission for UNESCO - one representative of the National Geological Survey (specifically ISPRA - Institute for Environmental Research - Department of Nature Protection - Protected Areas and Regional Planning Service) - one representative of Geoitalia - Italian Federation of Earth Sciences, Onlus - one representative of the Italian Federation of Parks and Natural Reserves
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Onlus - un rappresentante della Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali (con funzioni anche di Sezione Italiana di Europarc Federation e di Segretariato Generale del Comitato Italiano della IUCN) - un rappresentante del Consiglio Nazionale dei Geologi. In alcune circostanze il Forum può invitare a partecipare ai propri lavori anche rappresentanti di Organizzazioni Nazionali per il Turismo, delle Università coinvolte in attività di ricerca ed insegnamento in materia di geoconservazione e geoturismo, nonché altri esperti ed Organismi coinvolti nelle iniziative dei Geoparchi. Sono obiettivi del Forum: - coordinare al meglio le iniziative dei Geoparchi Italiani - favorire lo sviluppo dei Geoparchi in Italia - promuovere iniziative per la valorizzazione del patrimonio geologico a livello nazionale - fornire informazioni e divulgare le Reti Internazionali dei Geoparchi (EGN/GGN) attraverso i diversi strumenti di promozione e comunicazione (siti web, riviste specializzate, newsletter, quotidiani, ecc.) - creare opportunità di integrazione tra le diverse attività che, a livello nazionale, sono indirizzate ad incrementare le politiche di tutela del patrimonio geologico e sviluppare il geoturismo - fornire supporto tecnico-scientifico ai territori che intendono proporre la loro candidatura per il riconoscimento di Geoparco internazionale (EGN/GGN) - organizzare un workshop annuale per scambiare buone pratiche e promuovere i diversi progetti ed attività inerenti i Geoparchi, la conservazione del patrimonio geologico, il geoturismo, la formazione e l’educazione ambientale, la ricerca scientifica, la divulgazione e la comunicazione, il coinvolgimento delle comunità locali, nonché le politiche virtuose a vantaggio dello sviluppo sostenibile. Numerose le attività comuni realizzate dai Geoparchi Italiani, sia per quanto concerne le occasioni di confronto e di approfondimento tematico (cinque gli workshop organizzati a tutt’oggi: nel Beigua Geopark nel 2009, nell’Adamello Brenta Geopark nel 2010, nel Madonie Geopark e nel Rocca di Cerere Geopark nel 2011, nel Tuscan Mining Geopark nel 2012), sia per quanto riguarda la comunicazione e la divulgazione, con la predisposizione di un sito web dedicato ai Geoparchi Italiani, la redazione e la stampa di pieghevoli divulgativi e guide scientifiche, la programmazione di eventi che hanno coinvolto anche altre organizzazioni a livello nazionale (quali ad esempio l’Associazione Italiana Geologia & Turismo e la Società Italiana di Geologia Ambientale), oltre ai soggetti che aderiscono formalmente al Forum Nazionale. Con queste premesse inizia la splendida carrellata di informazioni ed immagini che condurranno il lettore alla scoperta degli otto Geoparchi Italiani. Ma con un auspicio finale, che presto le reti internazionali dei Geoparchi possano arricchirsi di ulteriori territori in grado rappresentare, sempre meglio, la geodiversità dell’Italia. Maurizio Burlando Coordinatore del Forum Nazionale dei Geoparchi Italiani
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(acting also as the Italian Section of Europarc Federation and the General Secretary of the IUCN Italian Committee) - one representative of the National Council of Geologists. In some circumstances, the Forum may invite to participate in its work also representatives of National Organizations for Tourism, Universities involved in research and teaching in the field of geoconservation and geotourism, as well as other experts and organizations involved in the activities of Geoparks. The Forum has the following goals: - to better coordinate the Italian Geoparks’ initiatives - to promote the development of the Geoparks concept in Italy - to foster new projects for the enhancement of the geological heritage at a national level - to provide information and popularize the international Geoparks Networks (EGN and GGN) through various promotion and communication tools (websites, specialized magazines, newsletters, newspapers, etc.) - to create new opportunities for integrating at a national level different activities to enhance policies for the protection of the geological heritage and to develop geotourism - to provide technical and scientific support to the territories which want to submit their application for the recognition as international Geopark (EGN / GGN) - to organize an annual workshop in order to share best practices and to promote the various projects and activities of the Geoparks as geoconservation, geotourism, educational and training initiatives, scientific research, dissemination and communication, involvement of local communities, as well as virtuous actions for the sustainable development. Many common activities has been carried out by the Italian Geoparks, both in terms of opportunities for discussion and thematic analysis (five workshops has been organized: in the Beigua Geopark in 2009, in the Adamello Brenta Geopark in 2010, in the Madonie Geopark and Rocca di Cerere Geopark in 2011, in the Tuscan Mining Geopark in 2012), both in terms of communication and dissemination, such as the establishment of a website dedicated to the Italian Geoparks, the preparation and printing of leaflets and informative scientific guide, some programmes of events involving other national organizations (the Italian Association of Geology & Tourism and the Italian Society for Environmental Geology), as well as those who adhere formally to the National Forum. Starting from this background the book shows a wonderful overview of information and pictures which will lead the reader to discover the eight Italian Geoparks. Hoping very soon new territories will join the international networks of Geoparks to represent the geodiversity of Italy better and better. Maurizio Burlando Coordinator of the National Forum of Italian Geoparks
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GEOPARCHI ITALIANI
ITALIAN GEOPARKS
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Madonie Geopark
IL TERRITORIO / THE TERRITORY
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I dati essenziali/Essential data Anno di riconoscimento come Geoparco/Year of recognition as Geopark: 2001 Autorità responsabile/Responsible Authority: Ente Parco delle Madonie Regione/Region: Sicilia Provincia/Province: Palermo Superficie del Geoparco/Geopark area: 39.941 ha Altitudine/Altitude: da 0 a 1.979 m. slm Comuni in area Geoparco/Municipalities in the Geopark’s area: 15 Popolazione/Population: 56.069 Densità di popolazione/Population density: 42 (abitanti/inhabitants/Kmq)
Se l’istituzione del Parco naturale regionale delle Madonie risale solamente al 9 novembre 1989, è a ben altri periodi storici che bisogna ricondurre l’interesse di viaggiatori, naturalisti, scienziati, attorno questo complesso montuoso ove ricadono le cime più antiche e più alte (dopo l’Etna) della Sicilia e che ospita, su una superficie complessiva pari al 2% dell’intero territorio regionale, ben il 50% delle specie della flora isolana. Ricordate già nell’antichità dallo storico greco Diodoro Siculo, dallo scrittore romano Plinio, dal geografo greco Strabone, sarà ancora, in epoca normanna, il geografo arabo al-Idrisi -
The Madonie regional nature park was only set up on 9 November 1989. However, long before that travellers, naturalists and scientists began to take an interest in this mountain complex in which there are the oldest and highest peaks in Sicily (after Etna), and which, on an overall surface area of 2% of the whole regional territory, contains 50% of the species in the island’s flora. This mountains were celebrated in antiquity by the Greek historian Diodorus Siculus, by the Roman writer Pliny, by the Greek geographer Strabo. Then in the Norman epoch the Arab geographer al-Idrisi – appointed by Roger
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IL TERRITORIO / THE TERRITORY
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incaricato da Ruggero II di redigere un’opera geografica di grande respiro, il Nuzhat al-mushtàq o Libro di Ruggero – a decantare, di queste lande imponenti, la particolare bellezza paesaggistica, l’abbondanza di acque, la fertilità dei campi, la prosperità delle cittadine: da Caltavuturo a Polizzi, da Petralia a Isnello, da Collesano a Geraci, da Gratteri a Cefalù. Se certamente le Madonie rappresentano un’area di eccezionale interesse botanico e culturale, esse costituiscono una zona di enorme importanza anche dal punto di vista geologico. Anzi si può affermare che nell’area del Parco e nelle sue immediate adiacenze siano presenti tutti gli aspetti della geologia della Sicilia che, eccezion fatta per il vulcanesimo attivo, raccontano più di 200 milioni d’anni di storia. Gli aspetti geologici del territorio non sono di estremo interesse solo per studiosi ed appassionati di geologia ma stimolano l’interesse, la curiosità e la fantasia, anche di visitatori non particolarmente esperti nelle scienze della terra, che tuttavia non restano insensibili di fronte alla bellezza dei paesaggi che si susseguono dalle pendici dei monti fino alle aree sommitali, sempre differenti e affascinanti, alle strane forme dei fossili contenuti nelle rocce madonite, che evocano mondi sconosciuti e scomparsi, al mistero delle tante grotte che sono altrettante porte d’accesso ai mondi sotterranei ignoti. Il Madonie Geopark è geograficamente posto al centro della regione mediterranea che rappresenta un settore della crosta terrestre in continua evoluzione con una storia geologica molto complessa, iniziata nel Trias medio – superiore (circa 230-220 Ma). Nella regione è ancora in atto una fase deformativa, come testimoniato dalla forte sismicità che caratterizza l’area mediterranea tettonicamente più attiva dove la crosta terrestre era, ed è tuttora, in movimento. La tendenza al sollevamento generale dell’area si accentua dal Pleistocene superiore (ultimi 0,7 Ma), a partire dal quale si hanno sollevamenti differenziati nei vari settori, ben rappresentati dalle faglie dirette coincidenti con le pareti verticali rocciose disposte con andamento NO-SE e NE-SO; sono inoltre evidenti spianate terrazzate (terrazzi marini quaternari), che si sviluppano parallelamente alla costa nel settore settentrionale del parco, ulteriori testimonianze di un recente sollevamento di queste aree. Ed oggi, nel cuore del Parco naturale regionale delle Madonie di appena 400 Kmq. che lambiscono l’incantevole costa della ridente cittadina di Cefalù, i resti delle barriere coralline d’una volta vivono, come dice Plinio, i “luoghi alti della montagna”, a 1.600 m s.l.m., bucherellati da oltre 400 doline e numerose neviere coltivate dal montanaro prima della scoperta del frigorifero. Retaggio dell’evoluzione di questa terra sono gli affioramenti rocciosi che hanno determinato ben sette formazioni geologiche, una enorme lente di salgemma racchiusa nel cuore di una montagna che si eleva fino a 1.100 metri sul livello del mare e la componente geomorfologica che costituisce il necessario supporto di un mitico paesaggio amato da sempre. È per queste notevoli valenze geologiche che il Parco delle Madonie, nel 2001, è entrato a far parte dell’Europea Geoparks Network.
II to write a big geography book, Nuzhat al-mushtàq, The Book of Roger – sang the praises of these imposing lands, the particular beauty of the landscapes, the abundance of waters, the fertility of the countryside, the prosperity of the towns: from Caltavuturo to Polizzi, from Petralia to Isnello, from Collesano to Geraci, from Gratteri to Cefalù. If it’s true that Madonie are an area of enormous botanical and cultural interest, it’s also true that Madonie are an area of enormous geological interest: in them there are outcrops of rocks covering a time span of over 200 million years and representing all aspects of Sicilian geology, except for active volcanism. However, the geological aspects of the territory, in addition to being appreciated by scholars, also stimulate the interest, curiosity and imagination of “laymen”, who are not insensitive to the beauty of the landscapes that follow one another from the slopes up to the peaks of the mountains, always different and fascinating, or to the strange shapes of the fossils in the rocks, evoking unknown and vanished worlds, or the mysteriousness of the many caves that are also gateways to subterranean and unknown worlds. The Madonie Geopark is located in the middle of the Mediterranean region. The latter is a sector of the earth’s crust that evolves continuously and has a very complex geological history that started in the Middle-Upper Trias period (about 230-220 My). This region is still undergoing a deformative phase, which is confirmed by the strong seismic nature of the Mediterranean area tectonically most active, where the earth’s crust was, and still is, moving. The area continued to increase in elevation during the Upper Pleistocene (the last 0.7 My). From this period different sectors underwent different increases in elevation, as can be seen from the direct faults corresponding to the vertical rock walls that have North-West/South-East and NorthEast/South-West directions. Also, there are flat terraced areas (quaternary marine terraces), which are parallel to the coast in the northern area of the geopark. This is further proof that these areas were elevated recently. And today, in the heart of the Regional Madonie Nature Park, measuring just 400 square kilometres that go as far as the enchanting coast of the pleasant town of Cefalù, the remains of the coral barriers of the past inhabit, as Pliny puts it, the “high mountain places”, 1600 metres above sea level, riddled with over 400 dolines and numerous “snow-troughs” created by mountain people before the invention of the refrigerator. The heritage of the evolution of this earth are rocky outcrops that have determined no fewer than seven geological formations, an enormous lens of rock salt contained in the heart of the mountain rising up to 1,100 metres above sea level and the geo-morphological component that constitutes the necessary support of a mythical landscape that has always been loved. In views of its notable geological importance, the Parco delle Madonie, in 2001, became part of the European Geoparks Network.
Rocca di Cefalù Geosito (G1) d’interesse idrogeologico, paleontologico e storico adiacente al centro abitato di Cefalù. Fronte sorgentizio costiero sito lungo il perimetro settentrionale della Rocca, alimentato da acquiferi calcareo-dolomitici ubicati molto più a Sud della loro emergenza, all’interno del Madonie Geopark. La Rocca è costituita da calcari di scogliera particolari del Cretaceo i cui organismi costruttori principali sono rappresentati dalle Rudiste, lamellibranchi che proprio per l’adattamento all’ambiente, avevano modificato la loro struttura: una valva si era sviluppata notevolmente e l’altra si era trasformata in un opercolo. Sezioni di questi organismi sono ben visibili lungo il sentiero d’accesso alla Rocca. Altri organismi ben visibili sono le Nerinee, gasteropodi con struttura interna particolare. Fossili possono essere osservati anche nei manufatti realizzati con la stessa roccia, come il Sagrato del Duomo di Cefalù, le vie del centro storico ed il lavatoio pubblico medioevale (XII sec.) utilizzato fino a qualche decennio fa dalle donne di Cefalù. Secondo un’antica tradizione il nome Fiume dato alla sorgente sarebbe legato al Fiume Cefalino che nascerebbe dai monti sovrastanti l’abitato di Gratteri per sboccare a Cefalù, attraverso un percorso sotterraneo. Rocca di Cefalù relief Geostite (G1) with hydrogeological, paleontological and historic interest adjacent to the town of Cefalù. Coastal spring front located along the northern perimeter of the Rocca, fed by calcareous-dolomitic aquiferous located much further south, inside the Madonie Geopark. The Rocca is formed by peculiar reef limestones dating from the Cretaceous in which the main building organisms include rudists and bivalvia which modified their structure according to their environment: one valve developed very much while the other became an operculum. Sections of these organisms are visible along the walking path leading to the Rocca. Other organisms visible are Nerineae, i.e. gastropopda with a peculiar internal structure. Fossils can also be observed in the artefacts made with the same rock, such as the parvis of Cefalù Cathedral, the roads in the old city centre and the public mediaeval washhouse (12th century) used by women in Cefalù until a few decades ago. According to an old tradition, the spring was referred to as a river because of the Cefalino river, which probably starts in the mountains above the town of Gratteri and flows out at Cefalù, following an underground route.
Altopiano del Carbonara Geosito (G11) d’interesse scientifico e didattico di forme carsiche superficiali. L’altopiano, situato fra i 1.500 m circa e i 1.979 m s.l.m. di Pizzo Carbonara e costituito da una successione di rocce appartenenti alla Piattaforma Carbonatica Panormide che va dal Trias superiore al Cretaceo inferiore, è una fra le più elevate aree della Sicilia. Il paesaggio è dominato dalla presenza della grande polje di Piano Battaglia, da numerosissime doline e da un discreto numero di valli morte sospese. Solitamente queste depressioni si mostrano allungate o allineate secondo le principali direttrici tettoniche, oppure risultano impostate in corrispondenza di discontinuità litologiche. L’intensa carsificazione di queste aree, unitamente ai processi di approfondimento fluvio-carsici, è stata nel tempo responsabile dello smantellamento delle forme più antiche che, grazie all’esistenza di un substrato carbonatico a basso grado di erodibilità, si sono comunque parzialmente conservate. Si tratta dei lembi relitti di superfici di erosione sub pianeggianti, osservabili lungo i versanti o in posizione sommitale raggiungibile dopo almeno tre ore di cammino attraverso sentieri poco agevoli, con pendenze e dislivelli notevoli. Va infine segnalato un sistema carsico sotterraneo poco sviluppato. Carbonara tableland Geostite (G11) with scientific interest and teaching example of superficial karst formations. The plateau, situated on Pizzo Carbonara at an elevation between 1,500 m and 1,979 m a.s.l. and formed by rocks belonging to the Panormid Carbonatic Platform from the Upper Trias to the Lower Cretaceous, is one of the highest areas in Sicily. The landscape is dominated by the large Piano Battaglia polje, by many dolines and by a moderate number of suspended dead valleys. Usually these depressions are stretched out or aligned along the main tectonic directions or are found in correspondence to lithological discontinuities. Over time, the intense karst processes in these areas and the karst-fluvial deepening processes have caused the dismantling of the oldest formations. However, the latter have been partially preserved thanks to a carbonatic sublayer with a low degree of erodibility. There are relict strips of sub-horizontal erosion surfaces that can be observed along the slopes or at the summit that can be reached on foot in about three hours. The paths are not very easy as there are steep slopes and many drops. There is also a partially developed subterranean karst system.
SITI PRINCIPALI / MOST INTERESTING SITES
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Rocca di Sciara Geosito (G34) d’interesse geologico, geomorfologico e didattico di rilievi strutturali e di forme dovute a movimenti di frana. Il rilievo che sovrasta l’abitato di Caltavuturo, costituito da una successione di rocce bacinali del Dominio Imerese, è una cuesta con una superficie strutturale degradata, inclinata verso Sud Est, e da due grandi scarpate di faglia alte centinaia di metri, coincidenti con i versanti nord-occidentali e sud occidentali di Rocca di Sciara. Lungo queste scarpate sono presenti alcune nicchie di frana dovute a processi di crollo, i cui accumuli si rinvengono alle pendici dei versanti. La superficie strutturale è invece intaccata da un grandioso processo franoso di scivolamento in roccia il cui accumulo, ben visibile in questo settore, è formato da blocchi di varie dimensioni disposti caoticamente e interessati da movimenti di colamento. Un sentiero geologico dedicato, arricchito da elementi culturali tangibili ed intangibili, è nato da un progetto d’educazione ambientale della scuola locale titolato “La Roccia e l’Uomo”. Dalla cima della Rocca è possibile osservare un panorama mozzafiato ed un compendio della geologia delle Madonie, difficile da trovare in altre parti. Rocca di Sciara relief Geostite (G34) with geological, geomorphological and teaching example of structural reliefs with morphologies due to landslide movements. The relief above the town of Caltavuturo, formed by a succession of basin rocks from the Imerese Domain, is a cuesta with a degraded structural surface, inclined towards south-east, and by two large fault scarps that are hundreds of metres high, coinciding with the north-western and south-western slopes of Rocca di Sciara. There are some landslide niches along these scarps, due to fall processes whose displaced material can be found on the sides of the slopes. The structural surface has been affected by an impressive translational landslide. The displaced material are clearly visible in this section and are formed by blocks of various dimension, which are laid out chaotically and are affected by flow movements. A dedicated geological path, enriched by tangible and intangible cultural elements, was born from an environmental education school project entitled “The Rock and the Man”. From the top of the Rock is possible to have a look at a breathtaking panorama and at a recapitulatory paragraph of the Madonie geology, difficult to find in other parts.
Miniera di sale Raffo - Italkali Geosito (G40) d’interesse didattico, scientifico e minerario. Giacimento appartenente alla Serie Gessoso-Solfifera (Messiniano superiore) costituito interamente da salgemma puro fino al 99.9%. Proprio per la sua eccezionale purezza si suppone che l’origine di questo sale sia secondaria, cioè formatosi a seguito di processi di dissoluzione e successiva ricristallizzazione che avrebbero interessato depositi salini preesistenti. Fatto questo che comporterebbe la totale o quasi assenza di impurità nella roccia salina. Dal punto di vista geologico-strutturale la successione salina costituisce una piega rovesciata; il giacimento presenta una configurazione assimilabile ad un semi ellissoide, con asse principale orientato N-S ed asse secondario E-O. La miniera, tuttora in attività, è gestita dalla Società Italkali ed è visitabile solo previa autorizzazione rilasciata dalla direzione mineraria ma di recente, dopo la prima edizione della biennale internazionale di scultura del salgemma, evento unico nel suo genere per il quale dieci artisti hanno scolpito dei blocchi di salgemma sistemati all’interno della miniera, si sta tentando di rendere permanente la fruizione geoturistica dell’unica realtà mineraria esistente nel Madonie Geopark. Raffo-Italkali Salt Mine Geostite (G40) with teaching, scientific and mining interest. Salt mine belonging to the Gessoso-Solfifera Series (Upper Messinian) totally made up of salt with 99,9% purity. Because of its exceptional purity it is likely that the salt’s origin is secondary, i.e. it formed after the dissolution and subsequent recrystallization of pre-existent saline deposits. If this were the case, in the saline rocks there would be no, or almost no, impurities. From a geologicalstructural point of view the saline succession forms an upturned fold. The configuration of the mine is similar to a semi-ellipsoid. The main axis has a N-S orientation while the secondary axis has an E-W orientation. The mine is still being used and is managed by Italkali. It can only be visited with prior authorization from the mining office but recently, after the first edition of the international biennial exhibition of rock-salt sculpture, a unique event of its kind for which ten artists carved some blocks of rock-salt placed inside the mine, local associations with the public company Italkali and the Park body are trying to make possible permanent geo-touristic enjoyment of the only mining reality existing in the Madonie Geopark.
Museo Madonie Geopark Il museo del Geopark, inaugurato nel 2004 a Petralia Sottana nel corso del 5° congresso europeo dei geoparchi, custodisce collezioni di rocce e fossili provenienti dall’area madonita. Attraverso le diverse istallazioni didattiche e interattive, al visitatore viene presentata la storia geologica del parco, gli ambienti di formazione delle rocce e la loro evoluzione nel tempo. La visita del museo, collegato al museo archeologico che espone la pregevole collezione di A. Collisani, costituisce un’occasione di conoscenza puntuale del territorio mediante l’osservazione di campioni di roccie, di fossili e modelli didattici, oltre a rappresentare un punto di partenza per intraprendere i diversi percorsi geologici e naturalistici all’interno del parco. Tel. 0921 641811. Madonie Geopark Museum The Geopark’s museum, opened on 2004 at Petralia Sottana town during the 5th European Geoparks Conference, guards rocks and fossils collections which spring from the Madonita area. Through different didactic and interactive installation, it’s presented to the visitor the geological story of the park with its relevant rocks formation during two hundred millions of years. The visit to the museum, connected to the archaeological museum displaying thne A. Collisani’s valuable collection, it’s a change of a punctual knowledge of the territory trough the observation of rock samples, marine fossils and didactical models, apart from representing a starting point to undertake the different geological and naturalistic way inside the park. Tel. 0921 641811.
Museo Naturalistico “Francesco Minà Palumbo” Il Museo si trova a Castelbuono, paese alle falde del territorio montuoso delle Madonie. Conserva l’erbario, gli scritti e le collezioni create dal naturalista Francesco Minà Palumbo nel corso di studi svolti nel territorio fra il 1837 e il 1899. Dal punto di vista scientifico le collezioni ebbero in passato una grande importanza, come fonte di dati e di reperti per tutti gli studi del territorio delle Madonie che rappresenta uno dei principali complessi biogeografici della Sicilia. Il Museo è impegnato in attività scientifiche e di educazione ambientale rivolte alla conoscenza e alla divulgazione della storia naturale delle Madonie. Tel. +39 0921 677174. Naturalistic Museum “Francesco Minà Palumbo” The Museum is placed at Castelbuono, a town at the foot of the Madonie Mountains. It contains herbarium, writings, and other naturalistic collections gathered by Francesco Minà Palumbo during his studies and his life spent in the region between 1837 and 1899. In the past, the collections had a great importance for the Natural History of Sicily. They were regarded a fundamental reference and data collection for every scientific investigation aimed at the study of the Madonie. Placed at the centre of the Mediterranean region, the Madonie are one of the most important mountainous area from the bio-geographical point of view. The Museum currently carries scientific activities and environmental studies, as well as the study and diffusion of the Natural history of the Madonie Mountains. Tel. +39 0921 677174.
Presidio Turistico di Cefalù Il Presidio è stato creato allo scopo di fornire un servizio valido e alquanto vantaggioso al turista che si avvicina per la prima volta al Madonie Geopark. Si trova a Cefalù, città dalle mille risorse, in Corso Ruggero n. 116, a pochi passi dalla piazza principale, dove è possibile ammirare la splendida cattedrale eretta nel 1131 per volere del primo re del regno di Sicilia, Ruggero II. Vende libri e prodotti, distribuisce brochure e depliant, pubblicizza manifestazioni presenti nel territorio a livello locale e provinciale. Fornisce orari e dettagli sui servizi di trasporto, informazioni relative alla ricettività e ristorazione, itinerari geologici e naturalistici, storico artistici, mostre, eventi, ed altro. Tel. +39 0921 923327. Cefalù Tourist Presidium The Presidium was created for the purpose of furnishing a valid and very advantageous service to the tourist coming to the Madonie Geopark for the first time. It is in Cefalù, a town with a thousand resources, in Corso Ruggero n. 116, a short way from the main piazza, where you can admire the splendid cathedral erected in 1131 at the behest of the first king of Kingdom of Sicily, Roger II. It sells books and products, distributes brochures and leaflets, and publicizes events in the territory both at a local and provincial level. It furnishes timetables and details on the transport services, information relating to accommodation and catering, geological and nature itineraries, historical and artistic itineraries, exhibition, events and so forth. Tel. +39 0921 923327.
MUSEI E CENTRI VISITA / MUSEUMS AND VISITOR CENTRES
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Rocca di Cerere Geopark
IL TERRITORIO / THE TERRITORY
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I dati essenziali/Essential data Anno di riconoscimento come Geoparco\Year of recognition as Geopark: 2001 Autorità responsabile/Responsable Authority: Distretto Rurale di Qualità, Culturale, Turistico Sostenibile Rocca di Cerere Geopark Regione/Region: Sicilia Provincia/Province: Enna Superficie del Geoparco/Geopark’s area: 129.800 ha Altitudine/Altitude: da 219 a 1.192 m. slm Comuni in area Geoparco/Municipalities in the Geopark’s area: 9 Popolazione/Population: 95.071 Densità di Popolazione/Population density: 73 (abitanti/inhabitants/kmq)
Il territorio del Geopark si estende nell’area centrale della Sicilia, sui Monti Erei, nei territori dei comuni di Enna, Aidone, Assoro, Calascibetta, Nissoria, Leonforte, Piazza Armerina, Valguarnera e Villarosa. Il nome “Rocca di Cerere” è stato scelto in ragione dell’antica dedicazione di questo territorio alle divinità ktonie. Già i popoli indigeni della Sicilia antica, Sicani e Siculi, adoravano figure connesse con la Terra e con il sottosuolo, così come dimostrano ampiamente le connessioni tra la tipologia tombale delle camere funerarie scavate nella roccia, le inumazioni collettive in posizione fetale e l’ideologia funeraria di un al di là connesso con il sottosuolo. Questi culti
The Geopark area is located in the central zone of Sicily, on the Erei mountains, including the territory of the towns of Enna, Piazza Armerina, Aidone, Valguarnera, Villarosa, Leonforte, Assoro, Nissoria, Calascibetta. The name “Rocca di Cerere” has been chosen because of the ancient consecration of this territory to the Kthonic deities. Already the indigenous inhabitants of Ancient Sicily, the Sicanians and the Sicels worshipped figures related to the Earth and its Underworld. As amply proved by the relationship between the types of tombs found in the stone funeral chambers, the collective foetal-position burials and the funeral ideology of an afterlife con-
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possono essere riassunti nel nome latino di Cerere, la greca Démeter, nume tutelare dell’agricoltura, venerata sulla più alta cima della città di Henna, la Rocca di Cerere, appunto. Il nome, dunque, rispecchia la stretta relazione, stabilita nel tempo, tra la Madre Terra e l’uomo. Geologicamente l’area copre la parte centrale dell'Avanfossa sicula tra la catena Appennino-Magrebide e l’Avampaese Ibleo ed è caratterizzata da un’ampia diversità geologica. A nord l’area presenta depositi sia trassici che flisciodi con belle formazioni quarzarenitiche, mentre a sud prevale la presenza dell’altipiano gessoso-solfifero creato dalla crisi del Messiniano 5,96-5,33 milioni di anni fa. Tale crisi si verificò a causa di un repentino prosciugamento del Mediterraneo con la conseguente ciclica deposizione di potenti livelli di evaporiti. La crisi si concluse con il ritorno del mare nel periodo Zancleano. La conformazione del territorio è tipicamente collinare-montagnosa, con oltre il 10% di superficie situata oltre i 700 m, la cui massima elevazione (1.192 m.s.l.m.) si raggiunge in cima al M. Altesina. Racchiuso dunque da una sorta di perimetro montuoso, il comprensorio offre allo sguardo un paesaggio decisamente ricco di suggestioni, costellato da valli, fiumi, torrenti e laghi (tra cui il Lago di Pergusa, unico lago naturale siciliano e luogo del mito di Proserpina), antichi centri arroccati e colline che digradano verso le estese pianure orientali che, nel corso dei secoli, sono stati teatro di un'intensa attività umana e le cui testimonianze, oggi, definiscono il patrimonio storico-culturale del Geopark. Basti pensare alla presenza di due tra le maggiori aree archeologiche classiche dell'intero Mediterraneo, quali la Villa Romana del Casale e la Polis Greca di Morgantina, oltre ad altri 150 siti archeologici tra cui il villaggio Bizantino di Canalotto e le Necropoli di Malpasso e Realmese risalente all'età del rame e del bronzo. Il territorio vanta, inoltre, l’unico Parco Archeologico Minerario dell'isola: Floristella-Grottacalda, numerosi altri giacimenti di archeologia industriale e ben 4 aree protette di notevole pregio storico-naturalistico (R.N.S. Lago di Pergusa, R.N.O. Monte Altesina, R.N.O. Rossomanno-Grottascura-Bellia e R.N.O. Monte Capodarso e Valle dell’Imera meridionale). Accanto alle visite ai numerosi musei (Treno museo di Villarosa, Paese museo di Villapriolo, Museo Archeologico di Aidone, Museo Alessi di Enna, Museo Etnoantropologico e della Civiltà contadina di Nissoria, Mostra Permanente della Civiltà mineraria di Piazza Armerina, etc..), e ai diversi castelli, fortificazioni, priorati e chiese di epoca federiciana e più in generale medievale (Castello di Lombardia, Torre di Federico, Castello Aragonese, Castello Svevo, Castello Gresti, etc.), il territorio offre anche la possibilità di partecipare a manifestazioni religiose come i riti della Settimana Santa di Enna, a rievocazioni storiche come il Palio dei Normanni di Piazza Armerina, oltre che alle numerose feste tradizionali come le Tavolate di San Giuseppe imbandite con del pane modellato in forme simboliche e rituali destinato al consumo dei visitatori (tradizione antichissima risalente alla cultura ellenica e ai rituali legati al culto di Demetra/Cerere), oppure di praticare attività sportive in ambiente naturale (sci nautico, vela, canoa, free climbing, mountain bike, bird watching, etc.) o di assaggiare i numerosi presidi tipici come il Piacentinu ennese, l’Olio extravergine d’oliva, la Pesca e la Fava larga di Leonforte, la Lenticchia nera, i dolci e i salumi, etc..
nected with the underworld. These forms of worship can be summarised with the Latin name of Ceres, the goddess known be the Greeks as Demeter, a deity that protected agriculture. She was worshipped on the highest peak of the city of Henna - on the Rocca di Cerere. The name, therefore, reflect the close relationship, established trough time, between the Earth Mother and man. Geologically the area covers central part of Sicilian foredeep between the Appennine-Maghrebid chain and the Iblean foreland. The Geopark area is characterized by its geological diversity. The northern area present triassic and flyscioid deposits with beautiful quartzarenitic formations. While in the southern area prevails the presence of the gypsum-sulphurous plateau created during Messinian crisis between 5,96-5,33 million years ago. This crisis occurred due to a sudden drying up of the Mediterranean sea with the consequent levels of cyclic deposition of evaporites powerful. The crisis ended with the return of the sea during Zanclean period. The conformation of the territory is typically hillymountainous, with more than 10% of surface located over 700 m, whose maximum elevation (1,192 m) is reached at the top of M. Altesina. Surrounded by a mountainous perimeter, the ensemble offers a landscape rich in suggestions, filled with valleys, rivers, streams and lakes (including the Lake of Pergusa: the only natural lake in Sicily and place of the myth of Persephone), ancient rocky centers and hills that fall in the same eastern plateaus that throughout the centuries have been the theater of an intense human activity. Its testimony defines today the historic and cultural patrimony of the area. There can be found two of the most important classical archaeological sites of the Mediterranean: The Roman Villa of Casale and the Greek Polis of Morgantina, plus the other 150 sites among which the Byzantine village of Canalotto or Malpasso and Realmese Necropolis from the Copper and Bronze Age. The territory includes the only Mining Park of the island, Floristella-Grottacalda, several settlements of industrial archaeology and 4 protected areas of notable historic and naturalistic value: Pergusa Lake, Mt. Altesina, Rossomanno-Grottascura-Bellia and the Mt. Capodarso and Imera Valley. Together with the multiple museums (Museum Train of Villarosa and Houses Museum of Villapriolo, Archaeological Museum of Aidone, Alessi museum of Enna, ethnoanthropologic Museum of Nissoria, Permanent exhibition of Mining culture of Piazza Armerina, etc.), the several castles, fortresses and churches, generally from medieval times, the territory offers the possibility to participate in religious manifestations such as the Holy Week rites of Enna, the historical evocations such as “il Palio dei Normanni” of Piazza Armerina, together with traditional feasts such as the “Tavolate di San Giuseppe” decorated with bread made in symbolic and ritual shapes, meant to be eaten by the visitors (ancient tradition dating back to Hellenic culture and the rituals related to Demeter/Ceres cult) or the practice of sport activities in natural environments (waterskiing, sailing, canoe, free climbing, mountain bike, bird watching, etc.) and tasting of several local typical products such as the “Piacentinu Ennese” cheese, the Olive extravirgin oil, the Peach and the large Bean of Leonforte, the black lentils, the cakes and the typical salami, etc..
Parco Minerario Floristella-Grottacalda Immerso in contesto paesaggistico pregevole il parco accorpa le due omonime miniere di zolfo dismesse e rappresenta uno dei più espressivi insediamenti di archeologia industriale esistenti nel Sud d’Italia. Alla stregua di un grande museo a cielo aperto, il vasto complesso estrattivo fornisce una vera e propria “stratigrafia” delle diverse epoche e dei relativi sistemi e tecniche d'estrazione e di fusione dello zolfo. Ancora ben visibili ed evocativi, appaiono i Calcaroni, le discenderie, i forni Gill i castelletti e gli impianti dei pozzi verticali. Sulla cima di un rilievo, sul fianco della valle di Floristella, sorge Palazzo Pennisi antica residenza della famiglia proprietaria. La sontuosità del manufatto e la sua pregnanza architettonica, generano una sorta di contrasto con l’austerità del luogo, fornendo un'immediata e suggestiva immagine di ciò che doveva essere l'estremo divario sociale dell’epoca. Degne di menzione sono, inoltre, la struttura di captazione delle acque presso il Palazzo, il Palmento e la cosiddetta “via del mosto”: un sentiero, realizzato inizialmente allo scopo di consentire un rapido collegamento tra il palmento ed il Palazzo, costeggiato da una canaletta in coppo siciliano che portava il mosto, per caduta, direttamente nelle cantine padronali. Floristella and Grottacalda Mining Park The park immersed in a beautiful landscape, includes the two closed down sulphur mines, represents one of the most significant archelogical industrial settlements existing in Southern Italy. Like an open-air museum, the vast extractive complex gives a real “stratigraphy” of the technical extraction systems and sulphur fusion relative to the different periods. Still visible are the “Calcaroni” (circular ovens used for the fusion and separation of the sulphur from the rock material), the mine-shafts, the Gill ovens, the “Castelletti” and the implants of the vertical shafts (used in recent times to descend underground). On top of an artificially terracing rises “Palazzo Pennisi” former residence of the owner family. The magnificence of the building and its architectural significance, create a sort of contrast with the austerity of the place, providing an immediate and striking image of what was to be the ultimate social divide of the time. Worthy of mention are also the structure of the water capture at the Pennisi palace, the “Palmento” (millstone, winery) and the so-called "via del mosto” (way of the must): a trail, built originally for the purpose of enabling a rapid connection between the winery and the Palace, flanked by a groove in the tile Sicilian who wore the must, to fall directly into the wine-cellars.
Le Riserve naturali Lago di Pergusa: Originato da uno sprofondamento del terreno, la natura endoerica del suo bacino, le acque salmastre e il clima continentale rendono quest'ambiente di estrema rilevanza naturalistica quale area nevralgica per la sosta dell'avifauna migratoria. Periodicamente, per uno strano fenomeno, le acque del lago si tingono di rosso sangue conferendo al paesaggio un aspetto di grande particolarità. M. Altesina: L’area si segnala quale splendido esempio di integra naturalità e biodiversità con presenza di boschi di Leccio ben oltre il suo piano altitudinale. Il monte fu scelto dagli Arabi quale punto trigonometrico principale in Sicilia, facendone dipartire da esso i tre Valli: Val Demone, Val di Noto e Val di Mazara. Rossomanno-Grottascura-Bellia: Abitata fin dall’età del rame, qui, oltre alle valenze naturalistiche si possono ammirare i “Pupi ballerini”, una sorta di cerchio magico che la fantasia popolare ha attribuito ad un sortilegio che pietrificò una danza sabbatica ma che in realtà sono il frutto della geologia del luogo. M.Capodarso e Valle dell’Imera: Oltre a magnifici ambienti naturali che costituiscono un forte elemento di richiamo per gli escursionisti, qui sono visitabili emergenze di straordinaria bellezza quali l’insediamento siculo-ellenizzato, la scalinata verso il vuoto, le Zolfare, la Grotta delle Meraviglie e il ponte in pietra di Carlo V d’Asburgo. Natural reserves Lake Pergusa: Originated by a subsidence of the land, the endoeric nature of its basin, brackish waters and the continental climate makes this environment of extreme importance as a natural area for the route of migrant birds. Periodically, the lake waters are tinged with blood red, giving to the landscape a very special feature. Mt. Altesina: The area is noted as a splendid example of natural integrity and biodiversity with the presence of holm-oak woods well above 500 m altitude from his plan. The mountain, was chosen by the Arabs as the main trigonometric point in Sicily, branch-out the three valleys: “Val Demone”, “Val di Noto” and “Val di Mazara”. Rossomanno-Grottascura-Bellia: Inhabited since the age of copper, in addition to the natural values we can admire the incredible shapes of the “Pupi ballerini” (Dancing puppets), a sort of magic circle that the imagination of the people wanted to give a spell that froze Sabbath a dance but in reality are the result of the geology of the place. Mt. Capodarso and Imera Valley: This beautiful environments are natural constituents of a strong attraction for hikers. Suggestive and extraordinary beauty emergencies including the Sicilian-Hellenistic settlement, the incredible staircase to the void, the Sulphur Mines, the Cave of Wonders and the stone bridge of Charles V of Hapsburg.
SITI PRINCIPALI / MOST INTERESTING SITES
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Parco Archeologico della Villa Romana del Casale A circa 4 chilometri dalla città di Piazza Armerina, in località Casale, è possibile visitare uno dei maggiori complessi archeologici dell’intero periodo romano. Risalente al IV-V sec. d. C. la Villa, nonostante la monumentalità e l’unicità dell'architettura, è universalmente conosciuta per i pavimenti mosaicati. Il suo immenso valore di documento di storia dell’arte è dovuto infatti agli oltre 40 pavimenti a mosaico policromo, disposti su una superficie di oltre 3.500 mq, che rappresentano un complesso quale non si trova in nessun altro centro archeologico del mondo romano per numero e grandezza di pavimenti, per importanza di rappresentazioni, per elevatezza di valore artistico delle scene raffigurate, per i colori e la varietà dei soggetti ed il carattere narrativo che, insieme, costituiscono una preziosa testimonianza sul costume e sul livello artistico raggiunto in quell'epoca. Tra tutti gli ambienti della villa, spiccano quelli della "Piccola Caccia", degli “Eroti pescatori”, dei “Danzatori”, delle “Dieci atlete in bikini” e quello con la “Scena erotica”. Sul peristilio, schermato da una scalinata, si apre, invece, un lungo e largo corridoio: I'ambulacro della “Grande Caccia”. Nel 1997 il sito è stato inserito nella lista del Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO. Archeological Park of the Villa Romana del Casale About 4 km from the town of Piazza Armerina, in the Casale area, it is possible to visit one of the biggest archaeological sites of the entire Roman period. Dates back to the IV-V century. AD., the Villa, in spite of the monumentality and singularity of the architecture, is universally known to the floor-mosaics. His immense value of art history paper is due to the fact more than 40 multicolored mosaic floors, arranged over an surface of over 3,500 mq., which represent a complex which is not found in any other archaeological site of the Roman world by number and size of floors in importance of representations, for nobility of artistic value of the scenes depicted, for the colors and the variety of subjects and narrative that, together, constitute a valuable record of traditions and the artistic level reached at that time. Of all the rooms of the villa, stand out as “The small hunt”, that of the “Eroti fishermen”, of the “Dancers”, of the “Ten athletes in Bikini” and that of the “Erotic Scene”. On the peristyle, shielded by a staircase, opens, however, a long and wide corridor the ambulacra of the “Great Hunt”. For the extraordinariness and the uniqueness of the mosaic floors, in 1997 the site was listed as a UNESCO World Heritage.
Polis di Morgantina A 3 km da Aidone, in località Serra Orlando, sono raggiungibili i resti della città di Morgantina. Gli scavi hanno rivelato tracce di frequentazioni risalenti all'età del Bronzo. Il sito fu abitato dai Morgeti fin dall’XI sec. a.C. e successivamente ellenizzato (I sec. A.C.) da un gruppo di coloni calcidesi. Verso il 460 a.C. la città fu distrutta da Ducezio, capo dei Siculi, che combatteva per l'indipendenza dell'isola dall'egemonia greca. Ricostruita più a valle, la prosperità di Morgantina risale al periodo tra il IV e il III sec. a.C., grazie alla sua posizione privilegiata, all'incrocio delle vie di comunicazione interne dell'isola, in una fertilissima pianura bagnata dal Gornalunga, ricca di pascoli e selve. La città, a schema ortogonale, presenta due arterie principali (platèiai) orientate da est a ovest, mentre quelle secondarie (stènopoi) da nord a sud. L’agorà, con gli edifici ad essa connessi, costituisce la parte principale della polis. E' divisa in due livelli collegati da una scalinata: al livello superiore si riconoscono la sede del senato (bouleutrion), il gymnàsium, il macellum e il prytanèion. Al livello inferiore troviamo il teatro e un santuario dedicato alle dee protettrici della città Demetra e Kore. I reperti dell’antica polis sono custoditi nel Museo Archeologico Regionale di Aidone, che da maggio del 2011 ospita anche la Dea di Morgantina rientrata dopo 30 anni dal Paul Getty Museum di Malibù. The Morgantina Polis On the site Serra Orlando, 3 km away from Aidone, are found the rests of the sycelhellenic city of Morgantina. Excavation have revealed traces dating back to the Bronze Age. This site was inhabited by the Morgeti since 10th century BC and subsequently Hellenised (First century BC) by a group of Chalcedonian colonials. The city was destroyed towards 460 BC by Dulcetio, head of the Sicels who fought for the Island's independence from Greek hegemony. Morgantina was rebuilt further down the valley and it prospered during the period between IV-III BC, thanks to its privileged setting, by the Island's crossroads, a fertile valley where the Gornalunga River flowed, rich in pastures and woods. The city had a right-angled setting: the main ways (platèai) are east-west oriented, and the secondary ways (stènopoi) north-south. The agora with its connecting buildings, constitutes the main part of the polis. It is divided into two levels connected by steps: in the upper level there is the senate (bouleutrion), the gymnasium, the macellum and the prytanèon. On the lower level there is the theatre and a sanctuary dedicated to the protecting goddesses Demeter and Kore. The remains of the ancient polis are kept in the Archaeological Museum of Aidone, in May of 2011 that also houses the “Dea di Morgantina” (Goddess of Morgantina) returned after 30 years by the Paul Getty Museum in Malibu.
Mostra Permanente della Civiltà mineraria Nel 1903, a Piazza Armerina veniva fondata la Lega Zolfatai quale luogo di Sodalizio aperto ai soli operai delle miniere. Nel 2008, i minatori rimasti hanno voluto trasformare i locali del Sodalizio in Mostra Permanente finalizzata alla riscoperta e al recupero della tradizione e della cultura mineraria locale attraverso l’allestimento di uno spazio espositivo con attrezzi, minerali, miniature, etc. legati ai siti minerari del luogo a testimonianza e a memoria, di un vissuto che ha profondamente segnato e caratterizzato la storia e la struttura socio-economica del territorio al pari di quella contadina. Una piccola mostra di grande interesse sociale e culturale, dove il visitatore può ascoltare dalla viva voce di chi ne fu protagonista, storie e leggende legate alla dura vita nelle miniere di zolfo. Permanent exhibition of the Mining Civilization In 1903, the League of sulphur miners was founded in Piazza Armerina as a place for a Society open only to workers of the mines. In 2008, the last miners remained to transform the local of Society in Permanent Exhibition. It aims to rediscover and recover the local mining heritage and culture through the arrangement of a showroom hosting tools, minerals, miniatures, etc. related to mining sites. The League has undertaken a travel through testimony and memory, in order to remember and show a culture that deeply characterized Sicilian history, as well as the social and economic structure of the territory. A small exhibition of great social and cultural importance, where visitors can hear the actual voices of those who were involved, stories and legends about the hard life in the sulphur mines.
Centro visita di Pergusa La Riserva Naturale del Lago di Pergusa rappresenta una importante realtà naturale e un luogo della ricreazione e dello sport all’aria aperta con livelli di fruizione di migliaia di utenti assidui. Per tale motivo e per la sua posizione baricentrica rispetto al Rocca di Cerere Geopark è stato realizzato, in un’area di circa 3000 mq, un centro visite. Il centro, grazie alla dotazione strumentale e alle attrezzature presenti, offre ai fruitori/visitori diversi servizi e attività: laboratori per attività ludico-ricreative e di educazione ambientale, riproduzione di fossili e galleria del tempo, baby sitting, nolo bici, gadget e pubblicazioni sul Geopark, escursioni guidate, eventi di richiamo quali mostre, estemporanee per le scuole, giornate di accoglienza in riserva, serate a tema, etc.. nonché punto informativo nodale del Rocca di Cerere Geopark. Visitor center of Pergusa The Lake Pergusa Natural Reserve represents an important natural reality, and a real recreational and operating sports area used by thousands of assiduous users. For this reason and because of its position respect to the Geopark, a visitor center has been made in an area of 3,000 smq. The center, due to the experimental facilities and equipment present, offers users/visitors with various services and activities: laboratories for recreational activities and environmental education, reproduction of fossils and gallery of the time, babysitting, MTB rental, gadgets and publications of Geopark, escursions guided, events connected to the natural protected area as: exhibitions, school extemporising, open-days at the Reserve, theme nights, etc.. The center represents the central info-point of the Rocca di Cerere Geopark.
Treno Museo di Villarosa e Case Museo di Villapriolo Unico nel suo stile in Europa, è allestito presso la stazione ferroviaria all’interno di vagoni risalenti ai primi del ‘900 e che, probabilmente, durante la II guerra mondiale vennero utilizzati dai nazisti per le deportazioni. La singolare struttura offre un’autentica e copiosa collezione di oggetti di uso quotidiano nelle miniere e nelle case dell’entroterra siciliano all’inizio del XX secolo. È possibile, inoltre, ammirare il Cimelio delle Acque del 1876, costruzione adibita al rifornimento idrico che sfrutta i principi di aerazione araba. A poca distanza le case museo di Villapriolo, con le originarie abitazioni i cui allestimenti ricostruiscono gli usi e costumi dell’epopea mineraria: la casa dell’emigrante, la bottega del ciabattino, la casa del grano e la casa dello zolfataio. The Train Museum of Villarosa and The Houses Museum of Villapriolo Unique in Europe for its style, found in railway station right inside the early 1900 wagons, that were probably used during WWII by the Nazis for deportations. This singular structure offers the tourist a rich collection of daily use objects, early 20th century mining tools and Sicilian hinterland farmhouses. It’s also possible to visit the Water Museum piece dated 1876, a structure used to provide water based on the Arab aeration principles. Not far from the Houses Museum of Villapriolo, with inside are found the original houses and the objects that reconstruct the uses and culture of daily life customs, which represents the period: the Migrant's house, the Shoemaker’s house, the Wheat house and the Sulphur miner’s house.
MUSEI E CENTRI VISITA / MUSEUMS AND VISITOR CENTRES
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Beigua Geopark
IL TERRITORIO / THE TERRITORY
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I dati essenziali/Essential data Anno di riconoscimento come Geoparco/Year of recognition as Geopark: 2005 Autorità responsabile/Responsible Authority: Ente Parco del Beigua Regione/Region: Liguria Provincia/Province: Genova, Savona Superficie del Geoparco/Geopark’s area: 39.230 ha Altitudine/Altitude: da 0 a 1.287 m. slm Comuni in area Geoparco/ Municipalities in the Geopark’s area: 10 Popolazione/ Population: 52.000 Densità di popolazione/Population density: 82 (abitanti/inhabitants/kmq)
Nel Geoparco del Beigua sono presenti siti che consentono di apprezzare diverse tipologie di rocce, forme e processi di notevole valore scientifico, ma che rivestono anche un particolare interesse estetico, didattico, divulgativo. L’area è caratterizzata da una grande estensione di ofioliti (rocce verdi) che rappresentano un frammento di un originario bacino oceanico giurassico (originatosi quindi circa 160 milioni di anni fa), raramente affiorante in maniera così diffusa nelle Alpi ed in Europa. Nel territorio del Geoparco si possono visitare diversi siti di interesse geologico in cui è possibile an-
The Beigua Geopark provides for the opportunity to appreciate different types of rocks, forms and processes of outstanding scientific value. They are also particularly interesting from the point of view of aesthetics, education and knowledge. One of the main features of the area is a large expanse of ophiolites (green rocks) which represents a fragment of the original Jurassic oceanic basin (formed around 160 million years ago) and which rarely occurs so diffusely in the Alps or in Europe. Different sites of geological interest can be visited in the Geopark territory, where it is possible to undertake a
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IL TERRITORIO / THE TERRITORY
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dare alla scoperta dell’affascinante storia evolutiva del comprensorio del Beigua, come ad esempio gli spettacolari canyon modellati nella formazione conglomeratica della Valle Gargassa o la ricca flora fossile nell’area paleontologica di Stella Santa Giustina. Altrettanto strabiliante è la barriera corallina fossile presente in località Ponte Prina – La Maddalena o le curiose sferoidi di lherzolite (una roccia intrusiva di colore verde scuro) in località Lago dei Gulli, sempre in Comune di Sassello. Il viaggio “geologico” ideale prevede un’escursione anche ai meandri della Piana della Badia di Tiglieto, dove sorge la prima abbazia cistercense costruita fuori dai confini di Francia (nell’anno 1120), o un’escursione a scoprire gli affioramenti ofiolitici del Passo del Faiallo, severi custodi dei preziosi “granati”, meravigliosi cristalli di colore rosso caratterizzati da un’estrema limpidezza. Non può mancare, infine, una visita ai fantastici “fiumi di pietre” nei settori di crinale del Parco, che testimoniano i processi geomorfologici avvenuti in ambiente periglaciale. Ma il Geoparco del Beigua non si esaurisce nella sua stupefacente geodiversità. Si tratta anche di un’area protetta di eccezionale valore naturalistico. Si pensi che questo territorio è segnalato a livello internazionale per il fenomeno della migrazione dei rapaci diurni (Biancone sopra tutti gli altri) e che, da alcuni anni, ha visto tornare a nidificare l’aquila reale, in buona compagnia con gufo reale, codirossone, sterpazzola e oltre ottanta altre specie ornitologiche. Lungo i suoi percorsi più impervi e nascosti alla vista dell’uomo transita regolarmente il lupo e dai suoi contrafforti affacciati sul mare non è inusuale scorgere le affusolate sagome delle balene sbuffare nello specchio acqueo di fronte a Varazze. Un comprensorio in cui nel giro di pochi chilometri si possono apprezzare fioriture tipiche della macchia mediterranea o imbattersi in preziose zone umide di alta quota. Un’area protetta in cui è possibile scovare variopinte specie floristiche endemiche e alcuni singolari inquilini appartenenti alla fauna minore (quali il colubro lacertino, il tritone alpestre, il tritone crestato, la rana temporaria, ecc.). Il comprensorio del Beigua, inoltre, è caratterizzato da un prezioso patrimonio di testimonianze storico-culturali che raccontano l’evoluzione degli insediamenti umani e le importanti vie di commercio tra costa e pianura padana che lo attraversavano. Di particolare interesse anche le diverse attività produttive ed agroalimentari che hanno contraddistinto il territorio e che costituiscono, tuttora, motivo di attrazione per turisti. L’area protetta del Beigua è conosciuta non solo per le sue straordinarie bellezze ambientali e per le prelibatezze gastronomiche testimoni della cultura rurale, ma anche per le diverse forme di ospitalità diffusa offerte ai visitatori. Il comprensorio del Beigua offre appuntamenti e motivi di interesse in tutte le stagioni dell’anno e consente al visitatore di scegliere il periodo più adatto e le diverse opportunità di soggiorno: aziende agrituristiche, bed&breakfast, alberghi e rifugi, attenti alle tradizioni locali ed alla qualità ambientale.
journey of discovery through the fascinating evolutionary history of the Beigua area. The spectacular canyons that have been shaped in Valle Gargassa conglomeratic formation and the rich fossil flora in the paleontological area of Stella Santa Giustina are two such examples, although similarly astonishing are the fossil coral reef existing in the area of Ponte Prina – La Maddalena, or the curious spheroids made of lherzolite (a dark green, intrusive rock) in Lago dei Gulli, all within the municipality of Sassello. The ideal “geological” journey also includes a visit to the tortuous Piana della Badia di Tiglieto, where the first Cistercian abbey to be built outside France (in the year 1120) can be found, or indeed a trip to reveal the ophiolitic outcrops of Passo del Faiallo, that secretly guard the precious and marvellous red “garnets”. Finally, a visit to the wonderful “block streams”, which lay testimony to geomorphological processes that took place in a periglacial environment, located in the ridge areas of the Geopark, cannot be missed. However there is more to the astonishing geodiversity of the Beigua Geopark. Beigua is a Geopark of outstanding natural value, where elements that are absent in other national and regional contexts, coexist here. Consider for example that this area has attracted international attention due to the phenomenon of the migration of diurnal birds of prey (especially the Short-toed Eagle). Moreover, in recent years, this territory saw the return of the golden eagle, together with the eagle-owl, the rock thrush, and the whitethroat, as well as eighty more ornithological species. Wolves traverse regularly along the most hidden paths of the Geopark and, from its buttresses overlooking the sea, it is not unusual to discern the slender outline of whales, blowing in the sea facing Varazze. In this area, within a range of a few kilometres, one can come across typical flowers of the Mediterranean maquis, or valued elevated wetlands, a testimony of distant eras. In this Geopark one can discover multicoloured endemic floristic species, as well as some peculiar inquilins belonging to minor fauna, such as Montpellier snakes, alpine newts, crested newts, common frogs, etc. Additionally, a precious historical and cultural heritage exists in the Beigua Geopark that is either directly present in the territory or displayed in museums. It tells the story of the evolution of human settlements in the area and of the important trade routes that crossed it, from the coast to the Po plains. Of particular interest also are the different productive and foodfarming activities that marked the Geopark area and that exert even now a particular appeal on tourists. The Beigua Geopark is known not just for its extraordinary environmental beauty, and for its gastronomical delicacies, but also for the different forms of hospitality. The Beigua district offers motives of interest in all seasons of the year, allowing the visitor to choose the best period for him and choose among the different opportunities for his stay: holiday farms, bed & breakfasts, hotels and refuges which pay careful attention to local traditions and to environmental quality.
Il canyon della Valle Gargassa Percorrere la Valle Gargassa è come immergersi in un territorio ancor oggi incontaminato, con canyon dalle ripide pareti, cascate, laghetti ed aree collinari nelle quali si sono sviluppati habitat molto diversi, a poca distanza l’uno dall’altro. Un valore elevato di geodiversità dovuto sia alle differenti forme che assumono i rilievi, sia ai diversi tipi di rocce che si scorgono percorrendo il “sentiero tematico” appositamente allestito dall’Ente Parco. Passeggiando in questi luoghi si possono “calpestare” sia rocce molto antiche che costituivano un vecchio oceano (180 milioni di anni fa), sia rocce relativamente più recenti che formavano un mare che possiamo “immaginare” provenisse dall’attuale Pianura Padana. È possibile osservare ciò che resta dell’antico oceano soffermandosi sulle peridotiti (le rocce che costituivano lo strato più profondo del cosiddetto “mantello litosferico”), ma anche scoprire altre rocce quali le serpentiniti, le metabasiti o i calcescisti, anch’esse “testimoni” dei grandi stravolgimenti geologici che hanno coinvolto quest’area del territorio ligure. Addentrandoci nella valle, dove si incontrano “canyon” dalle pareti verticali di colore bruno scuro la formazione dei conglomerati e delle brecce che conferiscono al paesaggio un aspetto particolarmente suggestivo. The Valle Gargassa canyon Walking through Valle Gargassa means a plunge in to a land characterised by a high geodiversity and biodiversity, which remains uncontaminated up to present day. In its steep walled canyons, waterfalls, ponds and hill areas, extremely different habitats have developed. The high geodiversity value is due both to the various shapes taken by the rises, and to the different types of rocks that can be noticed. While walking the “thematic trail”, purposely set up by the Park Authority, you might trample both on ancient stones, that formed an old ocean (180 million years ago), and on relatively more recent rocks, that made up a sea, which we can imagine coming from the present Pianura Padana. It is possible to observe what was left by the ancient ocean by stopping for a moment on the peridotites (rocks that were part of the deepest layer of the so called “lithospheric mantle”) but also to discover rocks such as the serpentinites, the metabasites, and the calcschists, also “witnesses” of the big geological revolutions that concerned the Ligurian territory. Deep inside the valley, where you come across vertical walled canyons of a dark brown colour, we find the formation of conglomerate and breccias that give to the landscape a particularly suggestive atmosphere.
Campi di pietre e Fiumi di pietre I fiumi di pietra (blockstreams), come quello della torbiera del Laione, ed i campi di pietre (blockfields), come quello di Pian del Fretto nel cuore del Geoparco, sono vasti accumuli di grossi blocchi di roccia testimonianza di un paesaggio modellato nel passato da un clima che doveva essere molto più freddo dell’attuale, in ambiente cosiddetto “periglaciale”. Recenti studi hanno formulato le prime ipotesi in merito all’origine di questi accumuli e su come massi di tali dimensioni possano essersi mossi lungo una valle così poco pendente. Osservandoli da vicino si può notare che la maggior parte dei massi ha forma tubolare, spigoli poco arrotondati (indicatori di trasporto brevissimo), dimensioni metriche ed assenza di materiale fine come ghiaia, sabbia ed argilla. Provando a camminarci sopra ci si accorgerà anche che tali blocchi sono spesso verticalizzati. Nel territorio del Geoparco sono stati allestiti diversi sentieri tematici che, attraverso pannelli interpretativi, portano alla scoperta dei blockstream e dei blockfield. Uno scenario misterioso e spettacolare che rende ancora più magiche le morfologie di crinale che caratterizzano il comprensorio del Beigua. Blockfields and Blockstreams The block streams, such as the one in the Laione wetland, and the blockfields, such as the one in Pian del Fretto in the heart of the Geopark, are huge accumulations of large blocks of rock, testimony to a landscape shaped by a climate that, in the past, must have been much colder than at present, a so-called ‘periglacial’ environment. Recent researches formulated some hypothesis about the origins of such a large accumulations advancing new theory about how blocks of such a dimension could move along a relatively flat valley. A close observation reveals that the majority of the blocks have a tubular shape, rounded off edges (indicating a very short movement), metric dimensions and absence of thin materials such as gravel, sand or clay. If you try to walk on these rocks you can also notice that they are often made vertical. In the Geopark territory some thematic trails (geotrails) have been installed with interpretative panels telling about blockstreams and blockfields. A mysterious and spectacular scenery that makes the morphology of the ridges characterizing the Beigua Geopark even more enchanting.
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La barriera corallina fossile di Sassello L’area di Sassello, che fa parte del cosiddetto Bacino Terziario Piemontese, rappresenta una zona di notevole interesse geologico, caratterizzata in diversi siti dalla presenza di resti fossili di organismi marini risalenti all’Oligocene inferiore/superiore, circa 33-25 milioni di anni fa. In particolare va segnalata la località di Maddalena - Ponte Prina, dove si nota la vistosa presenza di coralli coloniali fossili generalmente in posizione di vita. Il Bacino Terziario Piemontese è caratterizzato oggi da un’imponente successione di rocce sedimentarie depositate nell’antico Mare di Ranzano, che ricopriva le terre emerse verso i contrafforti della catena Alpina. La situazione geografica nell’Oligocene era quindi completamente diversa da quella attuale, praticamente rovesciata, col mare dove ora c’è la Pianura Padana ed una fascia di transizione caratterizzata da pianure alluvionali ricoperte da lussureggiante vegetazione ed, infine, la terra emersa al posto del Mar Ligure. In località Maddalena - Ponte Prina, grazie alle rocce e ai fossili in esse contenute, si possono ricostruire le prime fasi di questa avanzata con la costituzione di un ambiente di mare basso, dove si formano piccole biocostruzioni a coralli. Il sito di Maddalena - Ponte Prina è una delle più notevoli emergenze paleontologiche del Beigua Geopark. The fossil coral reef of Sassello The Sassello area, belonging to the so called Bacino Terziario Piemontese (Tertiary Piedmont Basin), is of remarkable interest from a geology point of view, as it is characterized in many spots by fossil remnants of marine micro-organisms dating back from the superior- inferior Oligocene, around 33-25 millions of years ago. In particular it is worth mentioning the area of Maddalena - Ponte Prina, where a huge presence of colonial fossil corals, generally in life position, can be noticed. The Bacino Terziario Piemontese is characterised by an imposing succession of sedimentary rocks deposited in the ancient Mare di Ranzano (Ranzano Sea), that covered the lands which now emerge, towards the buttresses of the Alpine range. The geographic set up in the Oligocene was therefore completely different from the present one, practically the opposite, with sea where the Pianura Padana is today, a transition belt, featuring alluvial plains covered in lush vegetation and finally the emerged lands in place of the Ligurian sea. In the area of Maddalena - Ponte Prina, thanks to some rocks and the fossils that they contain, the first stages of this transition can be reconstructed, consisting of the formation of a shallow sea environment, where small coral bioconstructions developed. The Maddalena - Ponte Prina geosite is one of the most remarkable paleontological highlights of the Beigua Geopark.
La Badia cistercense di Tiglieto Il complesso della Badia sorge al centro di una piccola piana e venne edificata attorno al 1120. Secondo tradizione, il sito, detto civitacula, fu già sede di insediamenti in periodo romano e durante la dominazione longobarda. I monaci avviarono uno sfruttamento del territorio basato su una rete di case coloniche, dette grangie, centri per l’allevamento, l’agricoltura e lo sfruttamento del bosco, collegati al monastero attraverso una capillare rete viaria. Il monastero cistercense fu soppresso nel 1442 e nel secolo XVII l’intero complesso con terreni della Piana furono concessi in enfiteusi perpetua alla famiglia Raggi che trasformò il convento in villa gentilizia. Nonostante successive trasformazioni subite nel corso dei secoli, l’originario impianto planimetrico del complesso è ancora ben leggibile, composto dalla chiesa Santa Maria alla Croce, dal chiostro e dal convento. Per la costruzione del monastero furono impiegate probabilmente maestranze locali, che giustificherebbero la commistione tra forme del romanico ligure e quelle del pregotico francese, proprie dell’architettura cistercense. Il restauro del complesso monumentale, ultimato di recente, ha recuperato le celle, la Sala Capitolare e l’Armarium medievali. The Cistercian Abbey of Tiglieto The Badia complex rose at the centre of a small plain around 1120. The tradition goes that in this site, known as civitacula (little town surrounded by walls), settlements had already been established during the Roman period and the Longobard domination. The monks started a form of land exploitation based on a network of farmhouses, called grangie, which served as centres for breeding, agriculture, wood exploitation and were connected to the monastery through a widespread road network. The Cistercian monastery was suppressed in 1442 and in the XVII century the whole complex, including the plain lands, was given in perpetual lease to the Raggi family who transformed the complex in to a noble residence. Despite the transformations that the buildings underwent over the following centuries, the original planimetric map, formed of church, cloister and convent, can still be easily recognized. For the construction of the monastery, local workers were more than likely employed, which explains the mixture between features of the Ligurian Romanesque and those of the French pre-Gothic, typical of Cistercian architecture. The restoration works of the monumental complex, recently completed, retrieved the medieval cells, the Chapter Hall and the Armarium.
Centro Visite “Palazzo Gervino” a Sassello Ospitato all’interno della storica dimora di Palazzo Gervino, a Sassello, il Centro Visite è interamente dedicato al tema della geologia e della geomorfologia. Attraverso moderni allestimenti multimediali, il Centro Visite fornisce informazioni sia sulle caratteristiche del Geoparco del Beigua, sia sulle reti internazionali dei Geoparchi (la Rete Europea dei Geoparchi e la Rete Globale dei Geoparchi supportata dall’UNESCO). Di particolare interesse l’esposizione di reperti fossili di un Anthracotherium, nonché le esposizioni paleontologiche dedicate ai due siti di Ponte Prina (Sassello) e Santa Giustina (Stella), testimoni dell’evoluzione geologica del comprensorio nel periodo oligocenico, intorno a 28-30 milioni di anni fa.
“Palazzo Gervino” Visitor Centre in Sassello Hosted in the Palazzo Gervino historic residence in Sassello, the Visitor Centre is entirely dedicated to the theme of geology and to geomorphology. Through modern multimedia exhibits, the Visitor Centre provides information both on the main characteristics of the Beigua Geopark as on the international networks of Geoparks (the European Geoparks Network and the Global Geoparks Network under the auspices of UNESCO). Of particular interest is the exhibition of fossils from an Anthracotherium, and the paleontological exhibitions dedicated to the two sites at Ponte Prina (Sassello) and Santa Giustina (Stella), which testify to the geological evolution of the district in the Oligocene period, around 28- 30 million years ago.
Centro Ornitologico e di Educazione Ambientale “Vaccà” ad Arenzano Il Centro è situato all’interno della Foresta Regionale “Lerone” sulle alture di Arenzano a circa 420 metri sul livello del mare. Nel Centro vengono svolte diverse attività di ricerca scientifica, divulgazione naturalistica ed educazione ambientale. Presso il Centro sono raccolti, interpretati e rielaborati dati di carattere naturalistico utilizzati nelle strategie di programmazione e di gestione territoriale. Altrettanto significative le attività di divulgazione naturalistica e di educazione ambientale, finalizzate a fornire gli strumenti di valutazione e di apprendimento, nonché gli elementi di conoscenza, per meglio comprendere il complesso sistema delle risorse naturali che caratterizzano il comprensorio del Parco del Beigua. “Vaccà” Ornithological and Educational Centre in Arenzano The Centre is located in the “Lerone” Regional Forest in the Fissolo Valley, in the hills above Arenzano, at approximately 420 meters above the sea level. Various types of scientific research, nature interpretation activities, educational programs and tourism information are carried out here. With respect to scientific research – carried out in collaboration with national and local level research organizations and institutes – the Centre gathers, interprets, and revises several data, especially about ornithology, used by the Regional Administration to plan conservation strategies and projects.
Punto Informativo “Bruno Bacoccoli” a Prariondo Il punto informativo “Bruno Bacoccoli”, situato a 1100 m sul livello del mare, nel cuore del Geoparco, in località Prariondo (Comune di Cogoleto) è aperto durante il periodo estivo (da giugno a settembre). La struttura non solo fornisce informazioni turistiche e notizie sulle peculiarità ambientali del territorio, ma ospita anche un interessante allestimento dedicato alle caratteristiche litologiche del comprensorio con l’esposizione delle diverse rocce affioranti nel Geoparco del Beigua. Nello spazio verde esterno è visitabile un curioso “giardino geologico” in cui sono esposti alcuni esemplari di rocce ofiolitiche (rocce verdi) che affiorano nel comprensorio.
“Bruno Bacoccoli” Information Point in Prariondo The “Bruno Bacoccoli” Information Point lies 1100 m above the sea level, at the heart of the Geopark, in the locality called Prariondo (Cogoleto Municipality). It is open during the summer period (from June to September). It provides information about tourism facilities, nature trails and the various environmental items of the territory. It also hosts a very interesting exhibit which explains the lithological features of the district presenting the different types of rocks that can be found in the Beigua Geopark. Outside the Infopoint, in the green space, a curious “geological garden” shows some examples of the ophiolitic rocks (green rocks) which outcrop in the area.
MUSEI E CENTRI VISITA / MUSEUMS AND VISITOR CENTRES
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G.Alvito
Geological Mining Park of Sardinia
IL TERRITORIO / THE TERRITORY
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I dati essenziali/Essential data Anno di riconoscimento come Geoparco\Year of recognition as Geopark: 2007 Autorità responsabile/Responsible Authority: Consorzio del Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna Regione/Region: Sardegna Provincia/Province: Sassari, Olbia-Tempio, Nuoro, Oristano, Ogliastra, Carbonia-Iglesias, Medio Campidano, Cagliari Superficie del Geoparco/Geopark’s area: 380.000 ha Altitudine/Altitude: da 0 a 1.334 m. slm Comuni in area Geoparco/Municipalities in the Geopark’s area: 81 Popolazione/Population: 566.728 Densità di popolazione/Population density: 149 (abitanti/inhabitants/kmq)
Il Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna costituisce il primo esempio al mondo di questo genere di parchi, riconosciuto nel 1997 dall’assemblea generale dell’UNESCO, con voto unanime dei 170 delegati, come primo Parco della rete mondiale dei geositi/geoparchi dell’UNESCO. Esso rappresenta anche un unicum nel Mediterraneo per le sue spettacolari caratteristiche geologiche, ambientali e paesaggistiche. È uno dei parchi nazionali più estesi ed eterogenei d’Italia, occupando un sesto della superficie totale dell’Isola. Nelle sequenze litostratigrafiche presenti nelle aree del geoparco è documentata una storia geologica di
The Geological, Mining, Historical and Environmental Park of Sardinia is the first example of this kind of parks in the world, recognized in 1997 by the UNESCO General Assembly, with unanimous vote of the 170 delegates, as the first park of the global network of UNESCO geosites/geoparks. It is also an unicum in the Mediterranean for its spectacular geological, environmental and landscape features. It is one of the most extensive and heterogeneous national parks of Italy, occupying onesixth of the total area of the Island. In the lithostratigraphic sequences existing in the Geopark areas is documented a geological history older
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oltre 500 milioni di anni, certificata dalle rocce sedimentarie più antiche d’Italia datate paleontologicamente al Cambriano inferiore (Paleozoico inferiore). Nelle successioni stratigrafiche sarde vi è custodita la testimonianza di eventi geologici straordinariamente diversificati, da quando la Sardegna faceva parte del margine paleo-europeo, al suo distacco fino alla migrazione con rotazione antioraria di 45° al centro del Mediterraneo occidentale con tutte le conseguenze derivanti da questo moto di deriva continentale. Lo sviluppo di importanti processi di metallogenesi e minerogenesi, avvenuto nel corso dei milioni di anni e favorito dal complesso avvicendarsi degli eventi geologici, ha prodotto quelli che una volta venivano definiti come i più cospicui giacimenti di minerali di Italia e fra i più importanti a livello europeo, tanto da qualificare la Sardegna come il primo distretto minerario d’Italia. Tuttavia, con la chiusura del ciclo industriale, avvenuta nell’ultimo ventennio del 1900, tutte le miniere hanno visto mutuare il loro ruolo, divenuto oggi essenzialmente di promozione e valorizzazione culturale di una straordinaria “civiltà mineraria”, tanto da essere dichiarate dall’UNESCO “patrimonio dell’umanità”. La dismissione pressoché totale dell’attività estrattiva in Sardegna ha lasciato un’importante ed insolita eredità di valori storici ed ambientali altamente peculiari, documenti ed archivi, infrastrutture, macchinari, fabbricati, capacità professionali, valori umani all’interno di un contesto di paesaggi naturali veramente straordinari che rappresentano un’identità culturale unica da salvaguardare e trasmettere. Questo è uno dei principali compiti assunti dal Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna dalla sua istituzione. Il territorio del Parco Geominerario è articolato in otto aree la cui definizione e numerazione progressiva non è casuale ma è dettata rigorosamente da un percorso logico di carattere essenzialmente minerario e contestualmente storico. Il riferimento è infatti direttamente rivolto all’evoluzione cronologica di come si sono sviluppate nel tempo in Sardegna le attività estrattive, da quella più antica a quelle che si sono protratte più a lungo nel tempo. In questo percorso il Parco Geominerario racconta quasi 8000 anni di sfruttamento delle risorse minerarie dell’Isola. In Sardegna la storia mineraria inizia intorno al 6000 a.C. con l’estrazione e la lavorazione dell’ossidiana (Monte Arci), seguita intorno al 3000 a.C. dal talco (Orani) e infine nel 1200 a.C. dal rame per la realizzazione dei bronzetti nuragici (Funtana Raminosa, Gadoni). Con l’estrazione del granito e la coltivazione dei giacimenti di minerali di piombo, zinco, argento, rame, ferro, nichelio, cobalto, antimonio, wolframio, molibdeno, manganese, cadmio, germanio, mercurio, oro, carbone, fluoro, bario, l’attività mineraria si è infine sviluppata con alterne fortune fino all’era industriale, contrassegnando sette periodi principali in ordine cronologico: 1) preistorico; 2) fenicio-punico; 3) romano; 4) giudicale e pisano; 5) aragonesespagnolo; 6) piemontese con i Savoia; 7) Moderno.
than 500 million years, certified by the oldest sedimentary rocks of Italy dated paleontologically to the Lower Cambrian (Lower Paleozoic). In the stratigraphic successions of Sardinia is preserved the evidence of geological events extraordinarily differentiated, from when Sardinia was a part of the paleo-European margin, to his separation and migration, with counterclockwise rotation of 45°, at the center of the western Mediterranean with all the consequences arising from this movement of continental drift. The development of important processes of metallogenesis and minerogenesis, occurred during millions of years and supported by the complex succession of geological events, has produced those that were once defined as the most significant mineral deposits of Italy and among the most important in Europe, so as to qualify Sardinia as the first mining district in Italy. However, with the end of the industrial cycle, occurred in the last two decades from 1900, all mines have seen their role change, which today has become essentially of promoting and enhancing cultural heritage of a extraordinary "mining civilization", so to be declared by UNESCO "World Heritage". The almost total abandonment of mining in Sardinia left an important and unusual heritage of historic and highly distinctive environmental values, documents and archives, infrastructure, machinery, buildings, skills, human values within a context of natural landscapes really extraordinary that represent an unique cultural identity to be preserved and transmitted. This is one of the main tasks undertaken by the Geological, Mining, Historical and Environmental Park of Sardinia from its institution. The territory of the Geomining Park is divided into eight areas whose definition and sequential numbering is not random but is dictated by a strictly logical path which is essentially mining and at the same time historical. The reference is directly addressed to the chronological evolution of how mining activities have developed over time in Sardinia, from the older ones to those that have persisted for a longer time. In this course the Geomining Park said almost 8,000 years of mineral resources exploitation in the island. In Sardinia the mining history begins around 6,000 BC with the exploitation and processing of obsidian (Monte Arci), followed around 3,000 BC by talc (Orani) and finally in 1,200 BC by copper for the productions of nuragic bronzes (Funtana Raminosa, Gadoni). With the extraction of granite and mining of mineral deposits of lead, zinc, silver, copper, iron, nickel, cobalt, antimony, tungsten, molybdenum, manganese, cadmium, germanium, mercury, gold, carbon, fluorine, barium, mining has finally developed with varying success until the industrial age, marking seven major periods in chronological order: 1) prehistoric, 2) Phoenician-Punic, 3) Roman, 4) Judicial and Pisa; 5) Aragonese-Spanish; 6) Savoy; 7) Modern. Foto G.Alvito
IL TERRITORIO / THE TERRITORY
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Porto Flavia Porto Flavia is a mining engineering work unique in the world. It was conceived, designed and built in 1924 by the engineer Cesare Vecelli on behalf of the Societe de la Vieille Montagne, which owned the Masua, Montecani and Acquaresi mines. This innovative charging system of the mineral had a potential of about 400 t/hour and allowed the loading of ore directly on ships in a few hours instead of days with small Latin sailboats. So were reduced the cost and shipping time of lead and zinc ore mined along the coast of Iglesias Into the limestone. were dug 9 silos (4x8x18 m) for the mineral storage, connected to an upper tunnel for loading, and another lower for discharge. Were excavated 9 silos (4x8x18 m) for the mineral storage, connected to an upper tunnel for loading, and another lower for discharge. The latter was equipped with a fixed conveyor belt, on which the mineral was downloaded from the silos, and a conveyor belt extensible. During the loading of vessels this conveyor belt was stretched outward to about 20 m through an open window in the cliff from which the ore could be loaded directly in the holds of ships.
The Great Montevecchio mine The Great Montevecchio mine is located in the Guspinese-Arburese area. It exploited the richer and very large lead and zinc mineralized bundle of whole area, that is know for approximately 10 km in length and 600 m in depth, with maximum thiknesses for the individual veins from 1.5 to 7.8 m. In 143 years od industrial activity Montevecchio developed in five mining concessions referred to as Genna Sciria, Piccalinna, Montevecchio I, Montevecchio II, Montevecchio III, where the mineralized bundle tooks the name of S. Antonio, Piccalinna, Sanna, Telle e Casargiu derived from the mines that were prepared for the ore deposit exploitation. Montevecchio has been also culture, experimentation and technological research of high level, exported worldwide. The whole lode system is of worlwide size, one of the most impressive in Europe. Together with the other neighboring Ingurtosu and Gennamari mines Montevecchio boasted the richest concentration of lead and zinc minerals in Sardinia, having produced over 1,700,000 t of lead metal and about 1,200,000 t of zinc metal as well as silver, bismuth, antimony, copper, cadmium and germanium.
SITI PRINCIPALI / MOST INTERESTING SITES
Porto Flavia Porto Flavia è un’opera di ingegneria mineraria unica al mondo. Fu ideato, progettato e realizzato nel 1924 dall’ingegnere Cesare Vecelli su incarico della Société de la Vieille Montagne, proprietaria delle miniere di Masua, Montecani e Acquaresi. Questo innovativo sistema di caricamento del minerale aveva una potenzialità di circa 400 t/ora e consentiva il carico dei minerali direttamente sulle navi in poche ore invece che di giorni con le piccole imbarcazioni a vela latina (“bilancelle”). Vennero ridotti così i costi e i tempi di spedizione del minerale di piombo e zinco estratto dalle miniere presenti lungo la costa di Iglesias. Nel cuore della roccia calcarea vennero scavati 9 silos (4x8x18 m) per lo stoccaggio del minerale, collegati ad una galleria superiore “di carico”, e ad una galleria inferiore “di scarico”. Questa era dotata di un nastro trasportatore fisso sul quale dai silos veniva scaricato il minerale e di un nastro trasportatore estensibile. In occasione del carico delle navi questo nastro veniva proteso verso l’esterno per circa 20 m attraverso una finestra aperta nella falesia da cui il minerale poteva essere caricato direttamente nelle stive delle navi.
La Grande miniera di Montevecchio La grande miniera di Montevecchio è situata nell’area Guspinese-Arburese. Ha coltivato il più ricco ed imponente fascio filoniano mineralizzato a piombo e zinco di tutto il settore, noto in direzione per circa 10 km e in profondità per 600 m, con potenze medie dei filoni da 1.5 a 7-8 m. Nei suoi 143 anni di attività industriale Montevecchio si è sviluppata all’interno di cinque concessioni minerarie denominate Genna Sciria, Piccalinna, Montevecchio I, Montevecchio II, Montevecchio III, dove i corpi minerari hanno assunto i nomi di S. Antonio, Piccalinna, Sanna, Telle e Casargiu derivati dalle miniere che furono predisposte per la coltivazione del giacimento. Montevecchio è stata anche cultura, sperimentazione e ricerca tecnologica di alto livello esportate in tutto il mondo minerario. Tutto il sistema filoniano è di dimensioni mondiali, tra i più imponenti d’Europa. Con le contigue miniere di Ingurtosu e Gennamari ha rappresentato la più ricca concentrazione di minerali di piombo e di zinco, avendo prodotto più di 1.700.000 t di piombo metallo e più di 1.200.000 t di zinco metallo oltre ad argento, bismuto, antimonio, rame, cadmio e germanio.
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La miniera di Funtana Raminosa La miniera di Funtana Raminosa (Gadoni) si trova nella Sardegna centrale in un’area particolarmente ricca di risorse paesistico-ambientali. Le prime testimonianze minerarie risalgono all'età del rame. Gli esploratori dell'epoca, risalendo il Flumendosa e percorrendo la valle del Riu Saraxinus, scoprirono le mineralizzazioni a calcopirite che vennero poi sfruttate sistematicamente nell'età del bronzo. Dell’epoca nuragica sono state riconosciute numerose tracce di lavorazione e in un pozzetto persino i miseri resti di un minatore travolto da una frana. Lo sfruttamento dei giacimenti proseguì ad opera di Fenici, Romani e Saraceni. Nonostante la ricchezza in argento fosse la più alta della Sardegna, con tenori fino a 9 kg/t, la separazione del minerale utile (solfuri misti di rame, argento, piombo, zinco e ferro) incontrò sempre difficoltà, condizionandone l’attività mineraria che per questi motivi risale a tempi relativamente moderni. La dichiarazione di scoperta della miniera risale al 1913. Nel 1987 fu sospesa ogni attività e nel 2000 la concessione fu trasferita alla Società IGEA S.p.A. che attualmente gestisce il sito ed effettua visite guidate a scopo turistico-culturale. The Funtana Raminosa mine The Funtana Raminosa mine (Gadoni) is located in central Sardinia in an area particularly rich in landscape and environmental resources. The earliest mining evidences date back to the Copper Age. The prospectors of the time, going up the Flumendosa and along the valley of the Riu Saraxinus, discovered the chalcopyrite mineralizations which were then systematically exploited in the Bronze Age. Belonging to the Nuragic era have been recognized numerous traces of workmanship and in a well the miserable remains of a miner killed by a landslide. The exploitation of the deposits continued by the Phoenicians, Romans and Saracens. Despite the wealth in silver was the highest of Sardinia, with levels up to 9 kg/t, the separation of the useful mineral (copper, silver, lead, zinc and iron mixed sulfides) encountered always difficulties, influencing the mining activities that for these reasons dates back to comparatively modern times. The declaration of discovery of the mine dates back to 1913. In 1987 all activities were suspended and in 2000 the concession was transferred to the Company IGEA SpA which currently manages the site and carries out guided tours for cultural tourism.
La Miniera di Monte Narba La miniera di Monte Narba, situata nell’area del Sarrabus-Gerrei, fu concessa nel 1874 e la sua vita si concluse definitivamente nel 1935. Dopo l’abbandono dello sfruttamento del sottosuolo, l’area della concessione mineraria divenne una fiorente azienda agricola con gli edifici riconvertiti per questo uso. Monte Narba è la più importante di un gruppo di dodici miniere concesse nella seconda metà del 1800 per la coltivazione di un grande giacimento particolarmente ricco in argento. Nel segmento relativo alle miniere del gruppo di Monte Narba (Giuanni Bonu, Baccu Arrodas e Masaloni) venne sfruttata la parte più ricca formata da un corpo minerario riconosciuto per 5 km in lunghezza e per 500 m in profondità. La sua particolarità era la ricchezza in argento nativo ed il corteo di minerali di Ag, Pb, Zn, Fe, Cu, Ni, Co, As, Sb, e di ganga splendidamente cristallizzati. Per la loro bellezza i minerali furono paragonati a quelli delle più famose e antiche miniere della Norvegia, Sassonia e Boemia. Tutta questa notorietà internazionale, che si vive ancora oggi dopo 150 anni, è dovuta in gran parte all’opera scientifica e culturale dell’allora direttore G. B. Traverso (18431914). The Monte Narba mine The Monte Narba mine, located in the Sarrabus-Gerrei, was granted in 1874 and his life ended definitively in 1935. After the abandonment of the exploitation of the underground, the area of mining lease became a thriving farm with buildings converted for this use. Monte Narba is the most important of a group of twelve mines granted in the second half of 1800 for the mining of a large particularly silver rich ore deposit. In the segment of the Monte Narba’s mines (Giuanni Bonu, Baccu Arrodas and Masaloni) was exploited the richest part of an mining body known for 5 km in length and 500 m in depth. Its special feature was the wealth in native silver and the Ag, Pb, Zn, Fe, Cu, Ni, Co, As, Sb mineral association and gangue beautifully crystallized. For their beauty minerals were compared with those of the most famous and ancient mines of Norway, Saxony and Bohemia. All this international reputation, which still lives today after 150 years, is due largely to the scientific and cultural heritage of its director G. B. Traverso (1843-1914).
foto S. Sernagiotto
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SITI PRINCIPALI / MOST INTERESTING SITES
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Monte Arci GeoMuseum “Stefano Incani” This mineralogical and paleontological museum has been fit out in the seventeenth-century convent of the Capuchin Friars of Masullas to honor the work done by the religious in monasteries and convents for the cultural and scientific development of the West, from the European Middle Ages. The Museum is dedicated to the Monte Arci, its minerals and rocks, in which are written an ancient and complex geological history, illustrated by means of paleo- environmental reconstructions and numerous finds, mainly coming from the Collection Vincenzo Incani, who collected in this region during the last century. Are available guided tours, educational workshops for school groups, book shop, excursions.
Coal Museum The museum is located in Carbonia, inside the Great Serbariu Mine, operative from 1937 to 1964.It includes the lamp room, underground tunnel and the winch room. In the lamp-room is housed a permanent exhibition on the history of coal, the mine and the town of Carbonia. The underground tunnel shows the evolution of the coal mining techniques used in Serbariu from the 30s to the end its mine activity. The winch room preserves inside the big wheels of the winch used to control descent and ascentof cages in shafts for trasporting miners and empty or coal loaded sand.
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Galleria Henry La galleria Henry è stata la più importante struttura della miniera di piombo e zinco di Planu Sartu a Buggerru (Area Iglesiente). La galleria è stata realizzata per il trasporto dei minerali dai cantieri di estrazione alle laverie di Buggerru per mezzo di un treno a vapore. Lunga circa 1 km e posta ad una quota di 50 m s.l.m., essa segue il profilo della scogliera, a S di Buggerru, sotto l'altipiano di Planu Sartu contraddistinto dal grande scavo minerario a cielo aperto. La galleria Henry si può visitare su prenotazione e consente di attraversare il luogo di lavoro dei minatori, ammirando di volta in volta un panorama straordinario di grandissima suggestione che alterna il mare alle rocce calcaree della falesia. Galleria Henry The Galleria Henry was the most important structure of the zinc and lead Planu Sartu mine at Buggerru (Iglesiente Area). It was built to transport minerals from mine to the washing plants in Buggerru by means of a steam train. About 1 km long and located at 50 m above sea level, it follows the contour of the cliff, south of Buggerru, below the Planu Sartu plateau characterized by large open-pit mine. The Galleria Henry can be visited by appointment and allows to cross the workplace of miners, admiring any time an extraordinary panorama of great charm that switches the sea to the cliff limestones.
MUSEI E CENTRI VISITA / MUSEUMS AND VISITOR CENTRES
GeoMuseo Monte Arci “Stefano Incani” Questo museo mineralogico e paleontologico è stato allestito nel seicentesco convento dei Frati Cappuccini di Masullas in omaggio all’opera determinante svolta dai religiosi nei monasteri e nei conventi per lo sviluppo culturale e scientifico dell’Occidente, a partire dal Medioevo Europeo. Il Museo è dedicato al Monte Arci, ai suoi minerali ed alle sue rocce, nelle quali è scritta una storia geologica antica e complessa, illustrata per mezzo di ricostruzioni paleo ambientali e di numerosi reperti, provenienti in gran parte dalla Collezione Vincenzo Incani, da lui raccolti in questa regione durante lo scorso secolo. Sono possibili visite guidate, laboratori didattici per le scolaresche, book shop, escursioni.
Museo del Carbone Il museo si trova a Carbonia, all’interno della Grande Miniera di Serbariu, attiva dal 1937 al 1964. Il Museo include i locali della lampisteria, della galleria sotterranea e della sala argani. Nella lampisteria ha sede l’esposizione permanente sulla storia del carbone, della miniera e della città di Carbonia. La galleria sotterranea mostra l’evoluzione delle tecniche di coltivazione del carbone utilizzate a Serbariu dagli anni ’30 alla cessazione dell’attività. La sala argani, infine, conserva intatte al suo interno le grandi ruote dell’argano con cui si anovrava la discesa e la risalita delle gabbie nei pozzi per il trasporto dei minatori e delle berline vuote o cariche di carbone.
foto S. Sernagiotto
foto G.Alvito
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foto R.Gervasoni
Adamello Brenta Geopark
IL TERRITORIO / THE TERRITORY
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I dati essenziali/Essential data Anno di riconoscimento come Geoparco/Year of recognition as Geopark: 2008 Autorità responsabile/Responsible Authority: Ente Parco Adamello Brenta Regione/Regione: Trentino Alto Adige Provincia/Province: Trento Superficie del Geoparco/Geopark’s area: 118.800 ha Altitudine/Altitude: da 477 a 3.558 m. slm Comuni in area Parco/Municipalities in the Geopark’s area: 39 Popolazione/population: 45.800 Densità di popolazione/Population density: 38 (abitanti/inhabitants/kmq)
Il Parco Naturale Adamello Brenta si trova nelle Alpi Retiche, settore italiano centro-meridionale della Catena alpina. Situato nel Trentino occidentale tra le Giudicarie, la Val di Non e la Val di Sole, slanciandosi da 477 m fino a 3.558 m di altitudine, con i suoi 620,52 kmq di estensione, è la maggior area protetta del Trentino e una delle più vaste delle Alpi. Il territorio del Parco è estremamente articolato e diversificato: foreste di abeti, di faggi e di larici, prati trapuntati di fiori, praterie, pascoli, torrenti, torbiere e rupi inaccessibili. Alle alte quote i paesaggi sono spettacolari e unici, dominati dalla marcata diversità geologica e geomor-
Adamello Brenta Nature Park is located in the Rhaetian Alps, the Italian sector of south-central Alps, in the western part of Trentino among Giudicarie, Non and Sole valleys. Rushing from 477 m to 3,558 m of altitude, with its 620,52 square kilometres of extension, it is the largest protected area in Trentino and one of the largest areas in the Alps. The Park is extremely diversified with forests of fir, beech and larch trees, flower-filled meadows, grasslands, pastures, streams, bogs and inaccessible cliffs. At high altitude the scenery is spectacular and unique, dominated by the marked variety of the two geological and geomorphologic
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fologica dei due massicci montuosi. Separati solo dalla Val Rendena, si elevano due massicci che identificano l’area protetta: sul versante orientale, il gruppo delle Dolomiti di Brenta con le sue maestose cattedrali di roccia di natura sedimentaria, calcari e dolomie, nate 200 milioni di anni fa in un mare caldo e tropicale; sul versante occidentale, l’imponente catena montuosa dell’Adamello – Presanella, incisa nella durissima tonalite, la roccia derivata dal raffreddamento del magma risalito attraverso la crosta terrestre e qui rimasta imprigionata 30-40 milioni di anni fa. Sulle montagne che ancora ospitano l’orso bruno, non può sorprendere che la fauna sia straordinaria: camosci, cervi, caprioli, aquile. E poi stambecchi, volpi, tassi, martore, galli forcelli e cedroni, marmotte, pernici bianche e molti altri animali grandi e piccoli. Dalle assolate pendici dei monti meridionali del Parco fino alle vette sferzate dai gelidi venti di ghiacciaio, non sfugge all’attento visitatore del Parco la varietà degli ambienti vegetali che contano circa 1.500 specie floristiche: dalle foreste sconfinate alle piantine che sfidano l’asprezza delle altissime creste rocciose. Dai ghiacciai del gruppo Adamello-Presanella, riserva preziosa di acque purissime, discendono impetuosi e numerosi corsi d’acqua, creando spettacolari cascate, tra le quali le più note sono quelle della Val Genova. Un’ulteriore riserva idrica è costituita dai 51 laghi alpini presenti nel territorio del Parco, tra cui troviamo il più celebre lago di Tovel, nell’omonima valle, e dai due fiumi principali che solcano il fondovalle, il Sarca e il Chiese. Riconosciutone il pregio, grazie anche alla strategia di sviluppo sostenibile adottata (Carta Europea del Turismo Sostenibile dal 2006) e alle iniziative attivate al fine di diffondere le conoscenze sul patrimonio geologico del territorio, il Parco Naturale Adamello Brenta, il 26 giugno 2008, è entrato a far parte della Rete Europea e Globale dei Geoparchi sotto l’egida dell’Unesco, confermando l’importanza geologica di tutta l’area protetta estesa ai confini dei 38 Comuni ad essa afferenti, ricoprendo così un’area di 1188 kmq. Esattamente un anno dopo, il 26 giugno 2009, lo spettacolare susseguirsi di guglie, torrioni e colossali pareti strapiombanti che dà forma al Gruppo delle Dolomiti di Brenta, assieme ad altri 8 gruppi dolomitici appartenenti a 5 provincie diverse, è diventato a pieno titolo Patrimonio dell’Umanità. Il territorio racchiude un’elevata geodiversità che rende il Geoparco un laboratorio a cielo aperto dove poter conoscere i segreti della Storia della Terra, anche attraverso i 61 Geositi individuati in collaborazione con il Museo delle Scienze e il Servizio Geologico della Provincia Autonoma di Trento. Gli appassionati potranno fare un salto nel passato per scoprire la genesi millenaria di questi luoghi, attraverso iniziative geoturistiche ed escursioni con l’accompagnamento degli esperti. A breve sarà visitabile la Casa del Geoparco, ora in allestimento, a Carisolo. Per i più arditi, va segnalato un tratto percorribile a piedi che va dalla Val Genova al Lago di Tovel in cui si collocano quattro tappe della transnazionale Via GeoAlpina.
mountain ranges. Separated only by Val Rendena, two mountains rise identifying the protected area: on the eastern side, the group of Brenta Dolomites, with its majestic cathedrals of sedimentary rock, limestone and dolomite, originated more than 200 million years ago in a warm tropical sea; on the western side, the imposing mountain range of Adamello - Presanella, engraved in hard tonalite, the rock derived from the cooling of magma that rose through the earth crust and was imprisoned here 30-40 million years ago. On these mountains, that are still home of the brown bear, it is not surprising that the fauna is extraordinary: chamois, deer, eagles, foxes, badgers, pine martens, capercaillies and black grouses, marmots, ptarmigans and many other animals, large and small. From the sunny southern slopes of the Park mountains to the peaks that are hit by storms from icy glaciers, the attentive visitor of the Park will not miss the variety of plant environments: in fact, there are about 1,500 species of flora from the endless forests to the plants that defy the harshness of the high rocky ridges. From the glaciers of the Adamello-Presanella Group, precious reserve of pure water, numerous fast-flowing streams flow down, creating spectacular waterfalls, among which the most famous are those of Genova Valley. An additional water supply consists of 51 mountain lakes in the Park area, including the world famous Tovel Lake in the homonymous valley, and of the two main rivers Sarca and Chiese. Adamello Brenta Nature Park was acknowledged as European and Global Geopark under the auspices of Unesco on the 26th of June, 2008, confirming the geological significance of the entire protected area extended to the borders of the 38 municipalities belonging to it, thus covering an area of 1188 square kilometres. This acknowledgement arrived also thanks to the sustainable development strategy adopted (European Charter for Sustainable Tourism, 2006) and to the initiatives implemented to disseminate knowledge about the geological heritage of the territory. Exactly one year later, on the 26th of June, 2009, the spectacular Brenta Dolomites, along with other 8 Dolomites Groups belonging to 5 different Italian provinces, were inscribed in the World Heritage List of Unesco. The Adamello Brenta is characterized by a high geodiversity that makes the Geopark an open-air laboratory where one can learn the secrets of the Earth's history, also through the 61 Geosites identified in collaboration with the Science Museum and the Geological Service of the Autonomous Province of Trento. Interested people will be able to take a step back in time to discover the ancient origins of these places, through geotouristic initiatives and excursions with experts. The Geopark House, now under construction, will be soon available to visitors in Carisolo. More daring visitors will even have the chance to walk a trek that stretches from Genova Valley to Tovel Lake, along the four steps of the transnational Via GeoAlpina. foto V.Masè
IL TERRITORIO / THE TERRITORY
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Adamello glacier Geosite n.4. Adamello Glacier is the most extended glacier of the Italian Alps and represents the main element of the glacial system in the Adamello Mountain Group, characterized by a high scientific value. Very important water supply and natural site of fundamental importance, despite its withdrawal, the Glacier still shows a significant majesty, especially Mandrone Glacier, but also those neighboring Lobbia and Lares Glaciers. According to Payer’s estimations dating back to the end of the 19th century, the surface of the Glacier was more than 3.000 ha, while by the 1920s it was reduced to less than 2.500. The last complete survey of the Glacier took place in 1997, when the surface was 1.763 ha. The lobe of Mandrone Glacier has retreated about 2 km since 1820, when it stopped upstream Bedole Mountain Hut (1.650 m). This geosite, together with the area around the mountain hut and the New Lake basin, represents an ideal outdoor laboratory for the discovery of the glacial world with the support of “Julius Payer” Study Center and Mandrone mountain hut.
Campanil Basso Geosite n.33. The Group of Brenta Dolomites is famous worldwide for its imposing majesty and austerity of cliffs that culminate in peaks and corners of different shapes and sizes, World Heritage Site since 2009. Campanil Basso has inspired generations of mountaineers and mountain lovers more than any other peak. Selective processes of erosion have shaped the massive banks of the Haupt Dolomite, carving this slender pinnacle, nestled in the heart of the Brenta Dolomites, near Cima Tosa and Campanil Alto, at the head of Brenta Valley. The remarkable regularity of its walls that taper upward, the absence of significant cracks running through it and the isolated location make it a wonderful example of selective erosion. The importance of Campanil Basso also lies in the great historical importance and evocative wilderness that makes it unique in the world.
SITI PRINCIPALI / MOST INTERESTING SITES
Ghiacciaio dell’Adamello Geosito n.4. È il ghiacciaio più esteso delle Alpi italiane e costituisce l’elemento principale del sistema glaciale del settore centrale del gruppo dell’Adamello, dall’alto valore scientifico. Riserva idrica fondamentale e sito naturalistico di rilievo, nonostante il ritiro, il ghiacciaio mostra ancora una grande imponenza, soprattutto la vedretta del Mandrone, ma anche quelle contermini della Lobbia e del Lares. Secondo le stime di Payer della fine dell’800, la superficie del ghiacciaio superava i 3.000 ha, mentre negli anni ’20 del secolo scorso essa si era ridotta a meno di 2.500. L’ultimo rilievo completo dell’area del ghiacciaio risale al 1997, quando essa ammontava a 1.763 ha. La lingua del Mandrone, la più estesa delle lingue del ghiacciaio dell’Adamello che si incanala verso la Val Genova, si è ritirata di circa 2 km dal 1820, quando si arrestava a monte del Rifugio Bedole (1.650 m circa). Questo geosito, con la zona circostante il rifugio e la conca del Lago Nuovo, con il supporto del centro studi “Julius Payer” e del Rifugio Mandrone, rappresenta un ideale laboratorio all’aperto per la conoscenza del mondo dei ghiacciai.
Campanil Basso Geosito n.33. Il Gruppo delle Dolomiti di Brenta è famoso in tutto il mondo per la maestosità e austerità delle sue imponenti pareti rocciose che culminano in picchi e diedri, delle più svariate forme e dimensioni, Patrimonio Mondiale dell’Umanità dal 2009. Il Campanil Basso è la guglia che più di ogni altra ha infervorato generazioni di alpinisti e amanti della montagna. Processi di erosione selettiva hanno modellato le massicce bancate di Dolomia Principale, scolpendo questo slanciato pinnacolo incastonato nel cuore del Gruppo di Brenta, al cospetto di Cima Tosa e del Campanil Alto alla testata della Val Brenta. La notevole regolarità delle sue pareti che si rastremano verso l’alto, l’assenza di fessure significative che lo attraversano e la posizione isolata, ne fanno un mirabile esempio di erosione selettiva. L’importanza del Campanil Basso risiede inoltre nel grande valore storico ed evocativo che riveste in ambito alpinistico a livello mondiale.
foto M.Maganzini
foto G.Albert
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Antica vetreria di Carisolo Geosito n.58. Questo sito rappresenta uno dei complessi di archeologia industriale ancora ben conservati che testimoniano la fiorente attività vetraria che coinvolse le Giudicarie e la Val Rendena nell’ottocento. Il sottosuolo ricco di quarzo di ottima qualità, boschi rigogliosi per fornire di combustibile le fornaci, abbondanza di acque correnti per alimentare le grandi ruote idrauliche dei mulini del quarzo e delle segherie, hanno permesso l’insediamento di 4 vetrerie durante l’800 in queste zone. Nella vetreria Pernici e Bolognini (1805-1888), presso Carisolo, si produceva cristalleria pregiata “ad uso di Boemia” e vi lavoravano circa 70 persone tra addetti alla frantumazione del quarzo, tagliaboschi, mastri vetrai giunti dalla Boemia e dall'Alsazia, garzoni e operaie impagliatrici. Il complesso produttivo era come un piccolo borgo, costituito dalla grande fornace, con la sua imponente ciminiera, dalla casa delle maestranze, dalla casa padronale, dalle stalle e scuderie, dalla rassica del legname (segheria “veneziana”) e dal mulino del quarzo. Proprio nella sede del vecchio mulino del quarzo è stato ricavato un piccolo museo, dove si può conoscere la storia della “Fabrica Cristallorum” di Carisolo e vedere i cristalli ivi creati. The old glassware of Carisolo Geosite n.58. This site is a well preserved complex for industrial archeology that bears witness to the thriving glassworks that involved Giudicarie and Rendena valleys in the nineteen century. Rocks rich in quartz of high quality, lush forests to provide fuel furnaces, plenty of running water to power the large water wheels of quartz mills and sawmills; all this allowed the building of 4 glass factories in ‘800. In the Glass Factory Pernici and Bolognini (1805-1888), in Carisolo, fine crystal "Bohemia use" was produced and about 70 people were employed as workers for the crushing of quartz, foresters, glassmakers straw and journeymen workers. The whole production was like a small village, and it consisted of a furnace, with its towering chimney, the house of the workers, the main house, the barns and stables, the rassica wood (sawmill "Venice") and the quartz mill. As witnesses of that period, there are significant signs existing still today, including the complex of the "Fabrica Cristallorum" Carisolo, where you can visit the little museum.
Pian de la Nana Geosito n.27. È un’ampia vallata posta a quota 2.000m circa a sud del Monte Peller, alle propaggini settentrionali del gruppo di Brenta. Oltre a essere nota per le peculiarità botaniche fin dal ‘500, essa rappresenta un classico esempio di paesaggio glacio-carsico. Il Pian della Nana è costellato di vallecole, dossi e depressioni, incisi nelle rocce carbonatiche del substrato, rappresentate dalla Gruppo dei Calcari Grigi, dalle Encriniti del Peller e dal Rosso Ammonitico del periodo Giurassico. Le morfologie glaciali sono state in parte rimodellate dai processi carsici che hanno originato doline, crepacci carsici e karren, in alcuni settori estremamente sviluppati. La zona è un territorio affascinante in cui le forme morbide del paesaggio e i toni caldi delle rocce color rosso porpora trasmettono una gratificante sensazione di quiete e tranquillità. Seguendo un itinerario ad anello che si snoda lungo le carrarecce e i sentieri escursionistici esistenti, ci si muove in sicurezza all’interno degli ampi spazi dell’Alpe Nana e degli estesi pascoli e boschi che circondano il Monte Peller e allungano lo sguardo sulle Dolomiti, conoscendo la storia geologica di questo splendido paesaggio attraverso i pannelli interpretativi e la guida geoturistica realizzati di recente dal Parco. Pian de la Nana Geosite n.27. It’s a wide valley located at an altitude of about 2,000m south of Peller Mount, in the northern sector of Brenta Dolomites. This geosite was known since the 16th century for its botanical peculiarities, and in addition to this it represents a classic example of karst-glacial landscape. Pian de la Nana is full of valleys, ridges and troughs, carved in the carbonate rocks of the substrate, represented by the Group of Grey Limestone, Encriniti of Peller and Red Ammonite of Jurassic period. The glacial landforms have been partially remodelled by processes which resulted in karst sinkholes, karst fissures and Karren, in some highly developed areas. This is a fascinating area in which the soft lines of the landscape and the warm tones of rocky red purple convey a rewarding feeling of calm and tranquility. Following a trail loop that winds along the existing cart tracks and footpaths, visitors can safely move in the wide spaces of the Alpe Nana and through extensive pastures and woods surrounding Peller Mount, getting to know the geological history of this wonderful landscape through the interpretive panels and the geoguide realized by the Park.
foto A.Inzani
foto G.Benamati
SITI PRINCIPALI / MOST INTERESTING SITES
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Red Lake House – Tovel Valley The Red Lake House is dedicated to Tovel Lake and the exciting reddening phenomenon that characterized it until 1964. Located on the shore of the Lake, surrounded by a forest of fir trees, it offers an exhibition area and some rooms dedicated to teaching activity and scientific research. With various panels and devices that explain the reddening phenomenon and the microscopic algae that caused it, the exhibition is aimed at dealing with the issue of the sudden disappearance of such phenomenon. Visitors also have an exceptional chance to get in touch with the wonderful world of animals of Tovel Valley: through a fascinating interplay of lights, sounds and movies one feels the presence of some of the most characteristic species of the Valley.
Bear House - Spormaggiore Bear House is a museum dedicated to the brown bear, symbol of the Park. Multimedia installations, videos and reconstructions are distributed in six thematic rooms and offer visitors the opportunity to learn (while having fun) the biology of the plantigrade and to better understand the controversial relationship that has always bound animals to human beings. Mysterious and fascinating is also the path leading into the world of the bear. In a reconstructed forest it is easy to see the signs of presence of the “king of the wood”: dens, footprints, scratches on trees and hairs. The fascinating discovery journey of this beautiful animal ends on the third floor, in the large room dedicated to the reintroduction of the bear in Central Alps sponsored by the Park.
foto Archivio PNAB
Casa della Flora - Stenico L’acqua e il meraviglioso mondo delle piante sono i due temi principali della Casa della Flora. Il patrimonio vegetale del Parco è illustrato sia nella Casa, dove si descrivono la ricchezza della flora e il rapporto tra uomo e piante, sia all’aperto, tramite un percorso didattico che presenta gli ambienti vegetali e le caratteristiche delle varie parti della pianta. La Casa si avvale di innovativi supporti multimediali attraverso i quali si possono vedere splendide immagini di specie floristiche, leggerne la spiegazione scientifica e, annusarne, come in natura, il profumo. Il tema dell’acqua, linfa vitale della Terra e risorsa indispensabile per l’uomo, viene affrontato all’aperto nei pressi delle fragorose cascate del Rio Bianco, sorgenti carsiche e Geosito del Geoparco. Flora House - Stenico The water and the wonderful world of plants are the two main themes of the Flora House. The natural heritage of the Park is shown both inside the House, where the richness of the flora and the relationship between man and plants is described, and outdoors, through an educational path that reproduces the main characteristics of the various parts of a plant. The House exploits innovative media through which visitors can enjoy wonderful images of flora, read scientific explanations, and smell scents as in nature. Water, which is the vital essence of the Earth and an essential resource for humans, is the main actor outdoor, near the thundering waterfalls of Bianco Stream, important Geosite of the Geopark that represents karstic springs.
MUSEI E CENTRI VISITA / MUSEUMS AND VISITOR CENTRES
Casa del Lago rosso - Val di Tovel La Casa del Lago rosso è dedicata al lago e allo straordinario fenomeno dell’arrossamento che lo ha caratterizzato fino al 1964. Posta sulla riva del lago, circondata da un bosco di abeti, propone un’area espositiva e alcuni spazi destinati all’attività didattica e alla ricerca scientifica. Con i vari allestimenti viene illustrato il fenomeno dell’arrossamento e le caratteristiche della microscopica alga che lo causava, viene affrontato il tema cruciale dell’improvvisa scomparsa del fenomeno. Si ha inoltre modo di entrare in contatto con il fantastico mondo degli animali della Val di Tovel: attraverso un suggestivo gioco di luci, filmati e suoni si percepisce la presenza di alcune delle specie più caratteristiche della valle.
Casa dell'orso - Spormaggiore La Casa dell’Orso è un museo dedicato all’orso bruno, animale simbolo del Parco. Allestimenti multimediali, strumentazioni video e ricostruzioni in dimensioni reali distribuite in sei sale tematiche offrono al visitatore la possibilità di conoscere, divertendosi, la biologia del plantigrado e il controverso rapporto che da sempre lo lega all’uomo. Misterioso e suggestivo è il percorso che introduce al mondo dell’orso. In un bosco ricostruito è facile scorgere i segni di presenza lasciati dal plantigrado: tane, impronte, graffi sui tronchi e ciuffi di pelo. L’affascinante viaggio alla scoperta di questo stupendo animale termina al terzo piano, nell’ampia sala dedicata al progetto di reintroduzione Life Ursus promosso dal Parco.
foto G.Volcan
foto M.Peroni
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foto n.baratta
Cilento and Vallo di Diano Geopark
IL TERRITORIO / THE TERRITORY
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I dati essenziali/Essential data Anno di riconoscimento come Geoparco/Year of recognition as Geopark: 2010 Autorità responsabile/Responsible Authority: Ente Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni Regione/Region: Campania Provincia/Province: Salerno Superficie del Geoparco/Geopark’s area: 181.048 ha Altitudine/Altitude: da 0 a 1.899 m. slm Comuni in area Geoparco/Municipalities in the Geopark’s area: 80 Comuni in aree contigue/Municipalities in the contiguous areas: 15 Popolazione/Population: 269.846 Densità di popolazione/Population density: 84 (abitanti/inhabitants/kmq)
Il territorio del Geoparco si estende tra la Piana del Sele a Nord, l’Autostrada A3 ad Est, il Golfo di Policastro a Sud e la fascia costiera tirrenica ad Ovest. Dal punto di vista orografico i Monti Alburni ne costituiscono i rilievi più settentrionali, il complesso montuoso del Monte Cervati e del Monte Gelbison ne occupano il settore centrale, mentre verso il mare si elevano i massicci costieri del Monte Bulgheria a Sud e del Monte Stella ad Ovest. La rimanente parte di territorio cilentano è costituita da paesaggi collinari e da piccole piane alluvionali dei fiumi Alento, Mingardo, Lambro e Bussento. Il Parco, infine, si affaccia sul Mar Tirreno per un lungo tratto, pari ad un
The territory of the Geopark extends among the Sele Valley in the North, the highway A3 in the East, the Gulf of Policastro in the South and the Tyrrhenian band coastal in the West. From the orographic point of view Mounts Alburni constitute the most northern relief, the mountainous complex of the Mount Cervati and the Mount Gelbison occupy the central sector, while toward the sea there are Mount Bulgheria in the South and Mount Stella in the west. The remaining part of Cilento territory is constituted by hilly landscapes and from the small alluvial plain of the rivers Alento, Mingardo, Lambro and Bussento. The Park leans out on the Tyrrhenian Sea for a long part and
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terzo dell’intera costa campana, caratterizzato da una morfologia più dolce a Nord e più accidentata verso Sud. Il Cilento è, dunque, un territorio molto articolato con paesaggi collinari a morfologia dolce e paesaggi montani con spianate sommitali e vallate molto aspre profondamente incise dai corsi d'acqua, cui corrispondono settori costieri a falesie e limitate pianure litoranee. Questo forte contrasto è da attribuire sia alla duplice natura geologica delle rocce che costituiscono l’ossatura di questo territorio, che alla lunga storia evolutiva cui questo è stato soggetto. Da una parte i massicci carbonatici, il cui il paesaggio è stato modellato principalmente dalla morfogenesi carsica, con formazione di vasti altipiani a doline e polje, limitati da versanti molto acclivi segnati da una intensa attività neotettonica e dissecati da profonde forre e articolati canjons. Dall’altra, la componente arenaceo-conglomeratica sommitale del “Flysch del Cilento” (Auctorum) affiorante lungo i rilievi terrigeni di Monte Stella, Monte Gelbison e Monte Centaurino, e la componente argilloso- marnosa basale, con i rilievi collinari velini, mingardini e bussentini, modellati prevalentemente dalla erosione dei corsi d’acqua e dai movimenti di versante. L’ampiezza e la geodiversità del territorio del Parco trovano riscontro nella varietà di ecosistemi di elevato valore ambientale, naturalistico e paesaggistico. Eccezionale è, inoltre, la presenza di testimonianze storico-culturali strettamente connesse al contesto fisico: basti pensare all'area archeologica di Paestum localizzata sul vasto “piastrone” di travertino ed alla Certosa di Padula, alla base dei Monti della Maddalena, a cui si sommano una fitta trama di centri storici di indubbio interesse (i borghi abbandonati di Roscigno Vecchio e di S. Severino, per esempio), di castelli, di vaste aree archeologiche (ad es. Elea Velia e Roccagloriosa), di chiese e luoghi di culto, spesso inquadrati in scenari di elevato valore paesaggistico ed ambientale, come nel caso del Santuario della Madonna di Novi sul Monte Gelbison. In tal senso, quindi, il Cilento costituisce un vero e proprio “living landscape” che, pur mantenendo un ruolo attivo nella società contemporanea, conserva i caratteri tradizionali che lo hanno generato, nell’organizzazione del territorio, nella trama dei percorsi, nella struttura delle coltivazioni e nel sistema degli insediamenti. Nel Cilento, infatti, si realizza storicamente l'incontro tra mare e montagna, tra oriente e occidente, tra culture nordiche e culture africane: il territorio fonde popoli e civiltà e ne conserva le tracce nei suoi caratteri distintivi. In generale nel territorio del Parco Nazionale affiora una delle porzioni geometricamente apicali del prisma orogenico sud-appenninico, costituito dalle unità interne (terreni bacinali che derivano dalla deformazione di domini paleogeografici deposti su crosta oceanica o continentale assottigliata: Unità nordcalabresi o Liguridi auct. e unità Sicilidi, di età per lo più terziaria, sovrapposte tettonicamente durante il Miocene, sui depositi mesozoico-terziari delle unità esterne riferite al paleomargine occidentale della microplacca apula (l’Unità tettonica Bulgheria; l’Unità tettonica dei Monti Alburno-Cervati-Pollino). Depositi miocenici sinorogeni poggiano in contatto stratigrafico, ovviamente discordante, sopra i terreni già deformati sia delle unita interne (gruppo del Cilento e conglomerati di M. Sacro) sia di quelle esterne (brecce di Sapri e calciruditi ed arenarie di Piaggine).
constitutes 1/3 of the whole Campania coast, characterized by a morphology more gentle in the North and more uneven in the South. The Cilento is therefore a very articulated territory with hilly landscapes of sweet morphology and mountain landscapes with open top spaces and very sour valleys deeply engraved by the courses of water, to which correspond coastal sectors with cliffs and limited coast lowlands. This strong contrast is to attribute both to the double geologic nature of the rocks that constitute the skeleton of this territory and to the long evolutionary history which this area has been subject to. On the one side the carbonaticis massifs, whose landscape has mainly been modeled by the karstic morphogenesis, with formation of vast plateaus with dolines and polje, limited by slopes marked by an intense neo tectonics activity and dissected by deep gorges and articulated canjons. On the other, the top arenaceous conglomerate component of the “Flysch of the Cilento” (Auctorum) appearing on the surface along the reliefs of Mount Stella, Mount Gelbison and Mount Centaurino and the basal clayey marly component, with the hilly reliefs of Velia, of the Mingardo and Bussento, primarily modeled by the erosion of the water courses and by the movements of slope. The wideness and the geodiversity of the territory of the Park are matched by the variety of ecosystems of elevated environmental, naturalistic and landscape value. Besides, it is exceptional the presence of historical-cultural testimonies connected to the physical context: the archaeological area of Paestum located on the vast “piastrone” of travertino and the Chartreuse of Padula, at the base of Mount Maddalena, to which a sharp net of historical villages of high interest is added (the abandoned suburbs of Roscigno Vecchio and S. Severino, for example), of castles, of vast archaeological areas (Elea Velia and Roccagloriosa), of churches and places of cult, often framed in sceneries of landscape and elevated environmental value, as in the case of the Sanctuary on Mount Gelbison. In such sense, therefore, the Cilento constitutes a real "living landscape" that, maintaining an active role in the contemporary society, preserves the traditional characteristics that made it in the past, in the organization of the territory, in the plot of the paths, in the structure of the cultivations and in the system of the settlements. In the Cilento, in fact, sea and mountain join together, between east and west, between northern cultures and African cultures: the territory melts people and civilization and preserves the traces in its distinctive characteristics. This area belongs to the Southern Apennines fold-and-thrust belt, which developed between late Cretaceous and Pleistocene ages as a consequence of the interaction between the European and the African plates as well as of the spreading of the Tyrrhenian oceanic basin. Due to the long-time and complex lithogenetic and orogenetic history, several litho-stratigraphical units, in form of nappes and/or irregular sequences can be distinguished. Such nappes are grouped as internal units and external units, according to the original position before the tectonic deformation. Moreover, we have to consider one the most widespread unit in the Park, represented by a neogenic synorogenic unit deposited in a basin formed on top of advancing thrusts. At last, the quaternary postorogenic deposits are depicted in order to understand the occurrence of geomorphic processes on the relieves as well as on the plain and coast, also in correspondence of climatic changes.
Grotte dell’Angelo, Pertosa Sul margine nord-est del massiccio dei Monti Alburni si apre una delle grotte più interessanti e suggestive del territorio campano, Grotta dell’Angelo. Essa si sviluppa per una lunghezza complessiva di 3300 metri, con un dislivello di 46 metri ed è costituita da tre rami principali e varie diramazioni secondarie che spesso si ricollegano fra loro formando degli anelli. Uno di questi rami è attraversato da un fiume sotterraneo, il fiume Negro, alimentato da tre polle sorgive attive perenni. La grotta già nel secolo scorso assume sempre più un interesse non solo speleologico ma anche turistico, tanto che già nel 1932 viene aperta al pubblico con un percorso turistico che si snoda attraverso cunicoli, gallerie, strettoie e grandi sale, tutte caratteristiche ed uniche nel loro genere. La Grotta dell’ Angelo per le sue caratteristiche morfologiche ed idrogeologiche, costituisce un importante geosito per la comprensione del quadro evolutivo di un sistema carsico basale. La grotta, inoltre, è risultata di grande interesse anche dal punto di vista archeologico poiché sono state ritrovate evidenze di frequentazione umana risalenti sin dalle prime fasi dell’Età del Bronzo.
Grotte del Bussento e Oasi WWF, Morigerati Il fiume Bussento, che nasce dal versante meridionale del Monte Cervati, in prossimità di Caselle in Pittari si inabissa in un colossale inghiottitoio per riapparire, dopo aver percorso il suo viaggio nelle viscere della terra, pochi chilometri più a sud, sotto l’abitato di Morigerati. L’intera zona offre uno degli spettacoli più belli e di maggior richiamo naturalistico del Parco. La passeggiata inizia da Morigerati con una bellissima mulattiera lastricata in pietra ed in parte scavata nella roccia che, dopo una serie di tornanti in discesa, porta fino all'ingresso della grotta. Da qui si entra con una stretta scaletta in pietra e si oltrepassa il profondo e spettacolare canyon, scavato dal fiume, con due ponticelli in legno. All’esterno, poi, il fiume offre delle suggestive vedute lungo la gola, dove acque limpide e fresche formano, scorrendo tra profonde e suggestive pozze, rapide e cascate. Morigerati è anche definito paese albergo, sono disponibili numerosi posti letto tra strutture ricettive, agriturismi, b&b, appartamenti e case vacanze. Bussento River Caves and WWF Oasis The river Bussento, which comes from the southern slope of Monte Cervati, near Caselle in Pittari disappears into a huge sinkhole to reappear, at the end of its course into the bowels of the earth, a few miles further south below the town of Morigerati. The whole area offers one of the National Park most beautiful and attractive sights. The walk starts from Morigerati on a beautiful stone-paved trail, partially dug in the rock, taking you to the entrance of the cave, after a series of hairpin turns down-wards. From here you cross the deep and spectacular canyon carved by the river. Outside, the river offers some beautiful views along the gorge, where clear, fresh waters form rapids and waterfalls flowing among deep and charming pools. Morigerati is also called hotel-village and there are some accommodations including cottages, bed & breakfast, flats and holiday houses.
SITI PRINCIPALI / MOST INTERESTING SITES
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Pertosa Caves On the edge of the north-east massif of the Alburni Mountains is one of the most suggestive and interesting caves of Campania, the Angel Cave. It is a length of 3300 metres, with a drop of 46 metres and consists of three main branches and several secondary branches that are often linked together to form rings. One of these branches is crossed by an underground river, the Negro river, three pools fed by perennial active spring water. This cave, already in the last century was of interest not only to scientists but also to tourists, in fact it was opened to the public already in 1932. It has a tourist trail that runs through tunnels, galleries, narrow passages and large rooms, all unique in their characteristics and in their kind. The Angel Cave is an important geosite for its morphology and hydrogeology and also important in understanding the framework of the evolution of a karst system. The cave was also of interest in an archaeological point of view as evidence of human presence dating back from the early stages of the Bronze Age was found.
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Monte Sacro o Gelbison, Novi Velia Il Santuario della Madonna di Novi è uno dei più visitati di tutta la Campania, i pellegrini provengono da tutte le regioni limitrofe e non solo. La sacralità dei luoghi si avverte già all’imbocco del sentiero dove, tra la folta e suggestiva vegetazione, il torrente Torna scorre, saltellando qua e là tra i massi di arenarie, forma una successione di pozze e cascatelle. Si continua per la “Sorgente di Fiumefreddo”, dove l’acqua sempre limpida e fresca sgorga presso un’effigie della Vergine. Questo è uno dei tanti sentieri, il più significativo, che conduce sulla vetta del Monte Gelbison, che in arabo significa “Montagna dell’Idolo”. Probabilmente questa montagna era sacra già prima che i Monaci Basiliani nel X sec. fondassero il santuario sulla vetta. Lungo le pendici del Gelbison affiorano alcuni geositi statigrafici di rilevante importanza (olistostroma, marna fogliarina, stone stream i conglomerati). Questo tipo di rocce danno origine a sorgenti di acqua fresca di particolare interesse. Infine, sono diffuse forme di esumazione tipo Tors (Summit Tors e Sideslope Tors), che si sviluppano preferenzialmente sui conglomerati che costituiscono la parte più elevata del rilievo montuoso. Gelbison Mountain- Novi Velia The sancutary of “our Lady” in Novi is one of the most visited shrines in Campania; pilgrims not only come from nearby regions but from everywhere. You can already feel the sacredness of the place at the entrance of the trail: here the “Torna” brook forms a series of pools and little waterfalls among the sandstone rocks and the thick and beautiful vegetation. Then, you reach the “Fiumefreddo source” where the clear and cool water flows near an image of the Virgin. It is the most significant of a lot of trails leading to the top of Mount Gelbison, which means "Mountain of the Idol" in Arabic language. This mountain was probably regarded as a sacred place even before that the Basilian monks built the sanctuary on its top during the X century. Some stratigraphic geosites of great importance (olistostroma, fogliarina marlstone, stone stream and conglomerate) appear along the slopes of the mountain. In this rocks you can find some important spring of fresch water. There are also the forms of exhumation type Tors (Summit Tors e Sideslope Tors), which form usually on conglomerates (the highest part of the mountainous relief).
Area archeologica di Velia, Ascea Velia oltre a ricoprire un ruolo mondiale come sito archeologico rappresenta un geosito di primaria importanza stratigrafica e paleo ambientale. Fondata dai Focei intorno al VI secolo a.C. su di un promontorio, anticamente proteso sul mare, nei pressi di una sorgente consacrata alla ninfa Yele; la fama della città in tutto il mondo classico è legata alla scuola filosofica, ideata da Senofane, e a celebri pensatori come Zenone e Parmenide, che dall’antica Elea irradiarono il loro sapere in tutto il Mediterraneo. Importantissima fu anche la Scuola Medica, le cui dottrine e pratiche mediche si sono perpetuate fino in epoca medievale nella cultura e nella tradizione della celebre Scuola Medica Salernitana. Velia è stata il punto di partenza dell’antica “Via del Sale”: dal suo fiorente porto, più volte citato da Virgilio, si aprivano le importanti vie di penetrazione verso l’interno, attraverso le quali si riforniva di sale l’intero Vallo di Diano. L’area archeologica ci consente di ammirare il complesso termale, il tempio ionico, il teatro, l’agorà, la Torre nonché la famosa Porta Rosa, tra i più antichi esempi di architettura occidentale che sfrutta l’arco a tutto sesto o, il teatro, l’agorà, la Torre nonché la famosa Porta Rosa, tra i più antichi esempi di architettura occidentale che sfrutta l’arco a tutto. Archaeological site of Elea-Velia Velia, besides having an international role as archaeological site represents also a geosite of stratigrafic and paleoenviromental importance. Elea-Velia was founded by the Phocaeans around the VI century BC on a promontory, once jutted out over the sea, near a source dedicated to the nymph Yele. Its reputation in the classical period is due to the Philosophical School founded by Xenophanes and to famous philosophers as Zeno and Parmenides who spread their knowledge all over the Mediterranean area. The Medical School was very important as well; its medical tradition was kept going until the Middle Ages. Elea-Velia was the starting point of the ancient “Via del Sale”: from its thriving seaport, often mentioned by Virgil, on the main pathways to the inland areas, the supplies of salt reached the entire Vallo di Diano. The archaeological site allows us to enjoy the spa, the Ionic temple, the theater, the agorà, the Tower and the famous Porta Rosa, one of the oldest examples of round arch in the western architecture.
Museo Paleontologico, Magliano Vetere Il Museo Paleontologico nel Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni mira alla valorizzazione delle risorse geopaleontologiche del territorio del Parco. L’obiettivo è stato raggiunto attraverso l’istituzione di un Centro Museale-Didattico-Scientifico realizzato nel Comune di Magliano Vetere, provincia di Salerno. La scelta del luogo è stata suggerita dalla presenza nel Comune di Magliano Vetere di un nuovo sito fossilifero a piante del Cretacico. Il Museo funge, inoltre, da centro di raccolta ed esposizione del materiale fossile attualmente recuperato ed ha anche l’obiettivo di avviare nuove campagne di raccolta, promuovere iniziative culturali e scientifiche e definire nuovi percorsi tematici a carattere geo-paleontologico. Paleontological Museum The Paleontological Museum in the Cilento, Vallo di Diano and Alburni National Park aims to enhance the local geo-paleontological resources. To this purpose, it has been established as a scientific-didactic center located in the municipality of Magliano Vetere. The location has been choosen because of the presence of a new fossil site of plants of the Cretaceous in the territory of Magliano Vetere. Moreover, the Museum collects and displays all fossil materials recovered and aims to launch new collecting campaigns, to promote cultural and scientific initiatives and define new geo-paleontological itineraries.
MU.VI. Museo Virtuale di Caselle in Pittari. Si tratta di un centro educativo e scientifico, dove i materiali didattici sono organizzati sfruttando la tecnologia multi touch ed è costituito da: i) un Totem Multi Touch con informazioni sulla rete di musei del Parco Nazionale, percorsi turistici e sulla geodiversità, ii) un tavolo olografico, che mostra il territorio del Parco; iii) due schermi multi touch, con diversi contenuti didattici organizzati in cartelle permettendo all'utente di poter manipolare, spostare e gestire i contenuti, utilizzando la tecnologia touch; iv) una camera 3D, dove le immagini 3D creano un'illusione ottica, cambiando lo spazio intorno agli spettatori per trasportarli in una dimensione virtuale 3D. MU.VI. Virtual Museum- Caselle in Pittari. It is an educational and scientific centre, where didactic materials are organized to be presented taking advantage of multi touch technology and consists of: i) a Multi Touch Totem, providing information about museums network of National Park, touristic pathways and geodiversity contents; ii) an Holographic Table, showing the National Park territory; iii) two Multi Touch Tables, with several didactic contents organized in folders allowing the user to be able to manipulate, move and manage the contents, using touch technology; iv) a 3D room, where 3D images and videos create an optical illusion, changing the space around viewers to transport them into a 3D virtual dimension.
Museo Archeologico Nazionale, Paestum Costruito fra gli anni quaranta e cinquanta presso l’area archeologica, l’edificio museale fu inaugurato nel 1952 allo scopo di ospitare il ciclo scultoreo dell’Heraion del Sele, che era precedentemente sistemato nell’antiquarium del palazzo De Maria. Nel 1970, per poter ospitare gli affreschi delle tombe dipinte trovati due anni prima, fu deciso di ampliarlo. Dopo un periodo di chiusura, durante il quale è stato compiuto l’ampliamento degli spazi espositivi, nel 1999 il museo è stato riaperto con un nuovo settore dedicato al materiale epoca romana (dopo il 273 a.C.), mentre è stato deciso di esporre materiali meno rilevanti a rotazione, allo scopo di proporre tematiche e oggetti che rischiano di rimanere nei depositi.
MUSEI E CENTRI VISITA / MUSEUMS AND VISITOR CENTRES
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National Archaeological Museum Built between the ‘40s and ‘50s near the archaeological site, the museum opened in 1952 to exhibit the sculptural cycle from the Heraion of the Sele, previously placed in the antiquarium of De Maria Palace. In 1970 started work to extend the museum spaces for housing the frescos of the painted tombs discovered two years before. In 1999 the museum opened again with a new section on Roman materials (after 273 BC) and it was decided to make temporary exhibitions of less significant materials in order to propose topics and objects at risk of remaining in storage.
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Tuscan Mining Geopark
IL TERRITORIO / THE TERRITORY
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I dati essenziali/Essential data Anno di riconoscimento come Geoparco/Year of recognition as Geopark: 2010 Autorità responsabile/Responsible Authority: Consorzio del Parco Tecnologico e Archeologico delle Colline Metallifere Grossetane Regione/Region: Toscana Provincia/Province: Grosseto Superficie del Geoparco/Geopark’s area: 108.700 ha Altitudine/Altitude da 0 a 1.060 m. slm Comuni in area Geoparco/Municipalities in the Geopark’s area: 7 Popolazione/Population: 53.549 Densità di popolazione/Population density 49 (abitanti/inhabitants/Kmq)
Il territorio del parco si sviluppa a nord della provincia di Grosseto in un lento digradare dalla fascia montuosa delle alture delle Cornate di Gerfalco e del Sassoforte (quota 1060 – 780 metri) , a quella collinare, fino all’ampio golfo della piana di Follonica, comprendendo anche parte dei litorali sabbiosi e rocciosi dell’alta maremma. È una zona ricca di paesaggi suggestivi e diversi fra loro, nel giro di pochi chilometri si possono apprezzare quercete, macchia mediterranea e litorali sabbiosi incorniciati da una sempre verde e folta pineta. Certamente il paesaggio forestale costituisce l’elemento naturalistico principale infatti basti considerare che oltre i due tersi del territorio è coperto
The park stretches across the north of the province of Grosseto, dropping gently from the upland mountain slopes of Cornate di Gerfalco and Sassoforte (1060 – 780 metres above sea level), down through the hills to the broad gulf of the Follonica plain, encompassing the sandy and rocky shores of the upper Maremma. The area is rich in suggestive and diverse landscapes - visitors can enjoy oak forests, Mediterranean scrubland and lush pine-fringed sandy beaches all within the space of a few kilometres. The woodlands are undoubtedly the principal habitat - more than two thirds of the area is covered with forests that are home to nu-
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IL TERRITORIO / THE TERRITORY
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da boschi, questi frequentati da una numerose specie di rapaci diurni e notturni e da ungulati quali capriolo e il cinghiale. L’attuale assetto territoriale è frutto dell’evoluzione geologica che ha formato la catena dei rilievi appenninici in questa parte dell’Italia. Il susseguirsi di eventi compressivi alternati a brevi periodi distensivi, entrambi connessi allo scontro tra placche tettoniche convergenti, hanno comportato nel Miocene l’emersione delle terre dal mare, ma anche favorito la sedimentazione marina e lacustre in quelle che per alcuni periodi sono state aree morfologicamente depresse. L’emersione ha permesso la messa giorno di formazioni geologiche molto antiche del paleozoico come nel caso del geosito del Torrente Farma (250 milioni di anni fa), oppure ricche in macrofossili (190 milioni di età) come nel caso del calcare rosso ammonitico delle Cornate di Gerfalco. Invece la sedimentazione dei bacini lacustri ha dato origine ad estesi giacimenti di carbone che in passato e per lungo tempo sono stati luogo di attività di estrazione della lignite. I processi geologici hanno inoltre consentito la risalita del magma sino a profondità prossime alla superficie terrestre generando importanti sistemi geotermici e una diffusa circolazione di fluidi idrotermali come nel caso del geosito delle “Biancane” dove si apprezzano fenomeni di vulcanesimo secondario, come solfatare, fumarole e pozze di fango termale. A questi processi è collegata la formazione delle importanti mineralizzazioni oggetto in passato di molteplici attività connesse all’estrazione di rame, allume, pirite, solfuri misti, le quali hanno profondamente connotato il paesaggio, determinando lo sviluppo economico e sociale del territorio e delle comunità dall’epoca protostorica sino ai nostri giorni. L’obiettivo del Parco è realizzare un piano di gestione e di promozione complessivo delle diverse aree componenti il sistema, per permettere la conoscenza, la tutela e la fruizione integrata dei vari aspetti tematici (archeologici, ambientali e turistici) del territorio. Questo paesaggio storico, che con la sua rara complessità è il più importante valore del territorio, permette l’approfondimento di molte tematiche legate alla storia della metallurgia e dell’organizzazione del lavoro e delle società minerarie dal periodo etrusco fino ad oggi. Gli aspetti salienti del patrimonio culturale sono: I luoghi del ferro; I luoghi dell’allume; Il carbone; La pirite; La geotermia; Il trasporto e le teleferiche; Il rame e l’argento e gli insediamenti minerari. La dinamica insediativa di epoca medievale, infatti, risulta fortemente ben conservata con emergenze monumentali che permettono la lettura della maglia dei castelli fondati a presidio e controllo delle aree minerarie dove diritti signorili e potere cittadino si sono scontrati per il possesso delle ricchezze del sottosuolo. La città di Massa Marittima, ricca città d’arte e capoluogo fin dal medioevo del distretto delle Colline Metallifere, è la prova più evidente dell’importanza dell’attività mineraria di questo territorio, basti ad esempio citare la meravigliosa Cattedrale di San Cerbone che da un alto podio domina la piazza principale della città edificata tra la fine del XII e la prima metà del XIII secolo. La valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale del parco si attua attraverso la realizzazione e la gestione di poli diffusi su tutto il territorio secondo la struttura tipicamente ecomuseale ovvero le Porte del Parco collocate in ogni comune del parco. Attraverso le attività di ogni Porta si promuove la conoscenza del mondo geominerario, del paesaggio storico, della storia delle attività estrattive e soprattutto dell’identità del territorio delle Colline Metallifere Grossetane.
merous daytime and nocturnal birds of prey, as well as mammals such as roe deer and wild boar. The park’s current form is the result of the same geological movements that formed the Apennine range in this part of Italy. Periods of compression alternating with short spells of expansion, both related to plate tectonic action, caused the land to emerge from the sea during the Miocene epoch, and also encouraged marine and lake sedimentation in areas that were subject to morphological depression for certain periods. This emergence exposed ancient Paleozoic geological formations, as in the Torrente Farma geosite (250 million years ago), and areas rich in macrofossils (190 million years ago) such as the red ammonite limestone seen in Cornate di Gerfalco. Lake sedimentation, on the other hand, gave rise to extensive coal fields which were for a long period in the past exploited for lignite extraction. The geological processes also allowed magma to rise close to the surface of the crust, creating important geothermal systems and widespread circulation of hyrothermal liquid, as at the "Biancane" site, which has impressive secondary volcanic phenomena including solfataras, fumaroles and hot mud pools. These processes are linked to the area’s significant mineral wealth, making it subject to extensive past extraction of copper, alum, pyrite and mixed sulphides, which had a profound impact on the landscape and was a catalyst for the economic and social development of the area and its communities from the Proto-historic era right up to today. The purpose of the Park is to create a comprehensive management and promotional plan for the diverse areas of the system to develop awareness, protection and the integrated use of its archaeological, environmental and tourism aspects of the territory. This historical landscape, whose unique complexity is the area's most valuable asset, provides an insight into many themes related to the history of metallurgy and the organisation of labour and mining societies from the Etruscan period through to the present day. The most striking heritage aspects relate to: Iron areas; Alum areas; Coal; Pyrite; Geothermal activity; Transport and cable-ways; Copper and silver and mining settlements. The dynamics of Mediaeval settlement are particularly well preserved, with the monumental evidence offering an understanding of the network of castles constructed to command and control the mining areas where feudal rights and popular power collided over possession of the riches beneath the soil. The town of Massa Marittima, a wealthy artistic city and centre for the surrounding area provides clear evidence of the importance of mining to the region, as seen in the marvellous Cathedral of San Cerbone built between the late 17th and early 18th centuries, which dominates the town’s main piazza from its high podium. The cultural and environmental heritage of the park is promoted through the construction and management of the Porte del Parco (Park Gateways) eco-museums located in each municipality belonging to the park. Each Gateway engages in activities to promote awareness of geology and mining, the historical landscape, the history of mining and above all the identity of Grosseto’s Colline Metallifere (literally, the “Mineral-Bearing Hills”).
Rocce di Poggio al Carpino e Canaloni (Roccastrada) Il geosito costituisce un’importante rappresentazione dell’evoluzione della storia geologica della catena nord-appenninica italiana. Infatti le rocce di origina marino-continentale risalenti a circa 250 milioni di anni, sono un’evidenza della genesi di un antico oceano chiamato Tetide che portò alla separazione due antichi continenti chiamati Laurasia (zona euro-asiatica) e Gondwana (zona afro-austro-americana). Quando la Tetide si chiuse e si formarono la catena alpina e appenninica le rocce furono oggetto di forti azioni di compressione, fratturazione e sollevate in zona continentale sino alle quote attuali. Oggi questo tipo di roccia metamorfica affiora lungo le incisioni vallive del Torrente Farma (Canaloni) dove l’erosione delle acque si è sviluppata seguendo il percorso di importanti fratture già presenti nelle rocce almeno 3 milioni di anni fa. Il giuoco dei flussi d’acqua caratterizzati da numerose cascatelle all’interno delle vivaci colorazioni tipiche della vegetazione mediterranea fà di “Poggio al Carpino e Canaloni” una delle aree più importanti della Toscana da un punto di vista scientifico ed ambientale.
Le Biancane (Monterotondo Marittimo) Il geosito della Valle del Diavolo, meglio conosciuta con il nome delle “Biancane”, è caratterizzata da fluidi geotermici contenuti nelle rocce evaporitico-carbonatico-silicee datate in almeno 150 milioni di anni. Le Biancane si estendono su una superficie di circa 0.8 km2 con un orientamento preferenziale SW-NE, che riprende la direzione del principale sistema locale di fatturazione delle rocce della catena appenninica. Queste fratture hanno permesso la risalita in superficie di fluidi idrotermali di natura acida e di temperatura elevata (circa 150°C) con conseguente sbiancamento delle rocce. In corrispondenza dei punti di fuoriuscita delle emanazioni gassose si ha di frequente la formazione di zolfo nativo e pozze di fango termale. I fenomeni di idrotermalismo hanno prodotto alterazioni anche nel tessuto vegetazionale conferendo all’intera area un fascino particolare difficilmente eguagliabile. La risorsa geotermale è stata utilizzata per l’estrazione del Boro sin dal 18° secolo e ancora oggi è sfruttata per la produzione di energia elettrica che alimenta l’industria casearia locale. Le Biancane (Monterotondo Marittimo) The Valle del Diavolo (Devil’s Valley) geosite, better known as “Biancane”, is characterised by geothermal fluid contained in the evaporite-carbonate-siliceous rock dating to at least 150 million years ago. The Biancane stretches over an area of around 0.8 km2 in a SW-NE direction, which follows the line of the main local rock fracture system in the Apennine chain. These fractures allow high temperature (c. 150° C), acidic hydrothermal liquid to rise to the surface, resulting in whitening of the rock. Formations of native sulphur and hot mud pools frequently occur in correspondence to gas outlets. Hydrothermal phenomena have also led to changes in the surrounding flora, giving the whole area a unique charm with few rivals. The geothermal resource has been exploited for boron extraction since the 18th century and is still used today to produce electricity that provides power for the local cheese industry
SITI PRINCIPALI / MOST INTERESTING SITES
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Rocce di Poggio al Carpino e Canaloni (Roccastrada) This geosite is an important example of the geological evolution of Italy's northern Apennine range. The marine-continental rocks dating back around 250 million years demonstrate the genesis of the ancient Tethys Ocean which led to the separation of two ancient continents called Laurasia (the Euro-Asiatic region) and Gondwana (the Afro-Austro-American region). When the Tethys closed and the Alpine and Apennine chains were formed, the rocks underwent severe compression, fracturing and raising in the continental regions until reaching their current levels. Today this type of metamorphic rock crops up along the valleys of the Torrente Farma (River Farma) at Canaloni, where water erosion follows the lines of significant faults already present in the rock at least 3 million years ago. The water flow, featuring numerous water falls surrounded by the lively colours typical of Mediterranean flora makes "Poggio al Carpino e Canaloni" one of Tuscany's most important areas from a scientific and environmental point of view.
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SITI PRINCIPALI / MOST INTERESTING SITES
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Niccioleta (Massa Marittima) Le miniere di Niccioleta sono state tra i più importati siti di estrazione della pirite a livello europeo. L’attività mineraria ha avuto inizio in età medievale ed era mirata alla coltivazione di rame ed argento. Dal 1912 è iniziata la coltivazione di grandi depositi di pirite che saranno poi sfruttati per la produzione di acido solforico e pellets di ferro sino ad epoca recente (1992). Il geosito di Niccioleta si caratterizza per la presenza di numerose testimonianze dell’attività mineraria rappresentate principalmente da pozzi minerari con i loro castelli in ferro. Tra questi il Pozzo Rostan, realizzato nel 1960, conserva la sala argano, il carosello con i vagoni che trasportavano il prezioso minerale. Nel geosito di Niccioleta stanno per essere completati i lavori su alcune strutture minerarie, una di queste è destinata a sede dell’Archivio documentale, Centro di Documentazione e Polo scientifico del Parco e dell’intera area delle Colline Metallifere. Le Roste (Montieri) Nell’area di Boccheggiano è da sottolineare la presenza di un geosito costituito da un deposito di miniera, denominato “Le Roste”; questo è il risultato di processi di lavorazione in situ del rame provenienti dalla vicina miniera di calcopirite del Merse. L’area mineraria è un’importante testimonianza circa l’estrazione del rame e delle tecnologie utilizzate; infatti, a partire dalla fine del 19 ° secolo e l'inizio del 20 °, fu utilizzata una singolare tecnica di lavorazione per l'estrazione del rame dal minerale meglio conosciuta tra gli esperti del settore con il nome di “metodo Conedera”,(frantumazione e arrostimento del minerale, lisciviazione e precipitazione di rame puro). Oltre a ciò è da segnalare il fascino del tutto particolare dato dal colore rosso intenso e dalla morfologia calanchiva assunta dai depositi minerari. Questi sono creati dall’azione modellante delle acque superficiali di precipitazione meteorica Le Roste (Montieri) The Boccheggiano area is home to a mining deposit geosite known as "Le Roste", which is the result of on-site processes to work the copper brought from the nearby Merse chalcopyrite mine. The mining area bears important testimony to copper extraction and the technologies used. Between the late 19th and early 20th centuries, a unique technique was used to extract copper from the ore better known among experts as the "Conedra method" (involving fragmentation and smelting of the mineral, leaching and sedimentation of the pure copper). In addition the intense red colour and the badland morphology caused by the mineral deposits offer a unique charm. These were sculpted by the eroding action of surface and rain waters.
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Niccioleta (Massa Marittima) The Niccioleta mines were one of the most important European sites for pyrite extraction, with copper and silver mining beginning in the mediaeval period. 1912 saw the beginning of exploitation of the large pyrite deposits that would be used to produce sulphuric acid and iron pellets until recently (1992). The Niccioleta geosite is characterised by extensive evidence of mining activities consisting largely of mine shafts and their iron towers. These include the Rostan Shaft, built in 1960, which preserves the winch room, the conveyor and the wagons that transported the precious mineral. The Niccioleta geosite is about to witness the overhaul of a number of mining structures, one of which will serve as the Archive, Documentation and Scientific Centre for the Park and the entire Colline Metallifere area.
Museo Minerario in Galleria Il Museo, facente parte deIla Porta del Parco di Gavorrano, prende il nome dalla sua suggestiva collocazione all’interno di una galleria mineraria del complesso della Miniera di pirite di Gavorrano (1898-1983) Un nuovo edificio a forma di cono segna l’ingresso. Si tratta di un moderno museo multimediale sotterraneo che descrive il lavoro del minatore degli anni 50-60 del secolo appena trascorso. All’interno della galleria, in gran parte ricavata in una polveriera (deposito degli esplosivi) della Miniera. Il percorso introduce il visitatore nella vita della miniera, attraverso immagini e suoni che provengono dal passato e dalla memoria del mondo minerario. L’allestimento prevede una serie di ricostruzioni dell’arte mineraria. L’efficacia museale è garantita da audiovisivi, pannelli esplicativi, utensili ed oggetti del vestiario e della vita del minatore. Gallery Mining Museum The Museum, which is part of the Gavorrano Park Gateway, takes its name from the suggestive location inside a mining gallery of the Gavorrano pyrite Mine complex (1898-1983). A newly constructed conical building marks the entrance. The modern multimedia underground museum presents the work of miners during the 1950s and '60s inside a mine gallery, largely made up of the mine dynamite store. The exhibition presents visitors with a vision of life inside the mine, using images and sounds to evoke the past and the memory of the mining world and offers a series of reconstructions on the art of mining. The museum experience consists of audiovisual displays, illustrative panels, tools and clothing and everyday items used by the miners.
Museo del Ferro e della Ghisa di Follonica Il Museo è nato dal desiderio di conservare il ricordo della millenaria tradizione siderurgica svolta a Follonica a partire dall'epoca etrusca fino al 1960, quando venne chiuso definitivamente lo stabilimento Ilva. Il complesso delle fonderie rappresenta una vera e propria città fabbrica, importante esempio di archeologia industriale. Il percorso museale ripercorre le tappe della storia del ferro e della sua lavorazione dal periodo etrusco ad oggi. La sezione archeologica espone il materiale etrusco arcaico rinvenuto nel quartiere urbano di Rondelli dove sono venuti alla luce un complesso fusorio composto da ventuno forni e il villaggio in cui vivevano gli antichi fonditori. Si segnala inoltre la sezione, particolarmente interessante nell’ottica dell’archeologia industriale e della storia delle arti decorative, dedicata alla documentazione della produzione ottocentesca delle fonderie di Follonica. Follonica Cast Iron and Iron Museum The Museum aims to preserve the memory of the millennium-old iron tradition in Follonica that stretches from the Etruscan period right up to 1960, when the Ilva site was definitively closed. The foundry complex consists of a real factory town and is an important example of industrial architecture. The museum covers the stages in the history of iron and its working from the Etruscan period up to the present. The archaeological section displays ancient Etruscan material found in the urban quarter of Rondelli, where a furnace blasting complex was discovered consisting of twenty one kilns and the village which was home to the ancient foundry workers. The section dedicated to documenting the 19th century production of the foundries in Follonica is particularly interesting in terms of industrial archaeology and the history of decorative art.
Museo Archeologico di Portus Scabris ll Museo è stato istituito per divulgare i dati scientifici relativi agli scavi archeologici subacquei condotti fra il 2000 e il 2001 che hanno portato alla luce un esteso e ingente deposito di reperti accumulati nei secoli sui fondali della zona del Puntone di Scarlino, che rivela un intenso traffico di navi mercantili già a partire dal III secolo a.C. La scoperta è importante in quanto indizio probante della presenza in quest’area del celebre “Portus Scabris” citato dalle fonti antiche. Attraverso reperti custoditi dal mare per secoli, è possibile di ricostruire la vita dello scalo. Il museo costituisce un'occasione per immergersi nel passato del territorio e dei suoi rapporti commerciali attraverso il mare. Archaeological Museum of Portus Scabris The Museum was established to disseminate scientific data on the underwater archaeological excavations conducted between 2000 and 2001 which brought to light an extensive and significant deposit of artefacts accumulated over the centuries on the sea floor in the area of Puntone di Scarlino. The concentration of these artefacts reveals a heavy traffic of merchant ships dating back to the 3rd century B.C. The discovery is important as it provides evidence of the existence of the renowned “Portus Scabris” referred to in ancient sources. The life of the port can be reconstructed through the artefacts preserved by the sea down through the centuries and the museum offers and excellent opportunity to immerse yourself in the area’s past and its maritime trading relations
MUSEI E CENTRI VISITA / MUSEUMS AND VISITOR CENTRES
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Apuan Alps Geopark
IL TERRITORIO / THE TERRITORY
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I dati essenziali/Essential data Anno di riconoscimento come Geoparco/Year of recognition as Geopark: 2011 Autorità responsabile/Responsible Authority: Ente Parco delle Alpi Apuane Regione/Region: Toscana Province/Provinces: Lucca e Massa Carrara Superficie del Geoparco/Geopark’s area: 49.387 ha Altitudine/Altitude: da 45 a 1.947 m. slm Comuni in area Geoparco/Municipalities in the Geopark’s area: 20 Popolazione/Population: 16.150 Densità di popolazione/Population density: 33 (abitanti/inhabitants/kmq)
Il territorio del Geoparco si trova nella subregione montuosa delle Alpi Apuane, nella Toscana nordoccidentale, ai limiti settentrionali della penisola italiana, proprio al passaggio tra la zona biogeografica medioeuropea e quella mediterranea. Il territorio del Geoparco corrisponde, grosso modo, al settore centrale delle Alpi Apuane e comprende tutti gli alti versanti posti di lato allo spartiacque principale e scende anche nella profondità dei fondovalle, per cui il dislivello è compreso tra i 1947 m di quota della vetta del monte Pisanino e i 45 m del fiume Frigido, in località S. Lucia di Massa. Le cime delle Apuane si sono meritate l’appellativo
The territory of the Geopark is situated in the Apuan Alps mountain subregion, in north-west Tuscany, on the northern limits of the Italian peninsula, where the transition between the MiddleEuropean and Mediterranean biogeographical regions occurs. The Geopark territory rougly coincides with the central area of the Apuan Alps subregion and includes all the high slopes next to the main watershed of the mountain range and the deep Apuan valleys. This is why the height difference ranges from 1,947 meters a.s.l. of Mt. Pisanino to 45 meters a.s.l. of the Frigido River in the locality of S. Lucia, near Massa city. The peaks
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IL TERRITORIO / THE TERRITORY
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di Alpi per l’ardito aspetto che le distingue dall’Appennino, dal quale differiscono anche per la litologia prevalentemente carbonatica. Il lato occidentale delle Apuane, intensamente inciso dai corsi d’acqua, presenta pendii impervi che scendono ripidi sui fondovalle profondi, mentre il versante orientale degrada assai più dolcemente verso le valli dell’Aulella e del Serchio e presenta catene secondarie che, partendo dal crinale, determinano la formazione di valli trasversali. Le Apuane, insieme con l’Appennino settentrionale, derivano dalla collisione tra le placche africana ed europea, dopo la chiusura del bacino oceanico ligure-piemontese (Tetide Alpina). Il Geoparco presenta al suo interno una grande finestra tettonica, che ha esposto il ‘Complesso metamorfico delle Alpi Apuane’ costituente uno dei livelli strutturali più profondi affioranti nell’Appennino. Per questo motivo le Apuane rappresentano un’area chiave per la comprensione dei meccanismi e dei processi geodinamici che hanno portato alla formazione della catena appenninica. Il territorio consente di osservare rocce che coprono un lungo intervallo di tempo, dal basamento ercinico paleozoico alle arenarie di avanfossa dell’Oligocene sup.Miocene inf. Nonostante il metamorfismo a scisti verdi, la successione stratigrafica della copertura meso-cenozoica, permette di leggere una complessa, ma affascinante, evoluzione di ambienti deposizionali, a partire da una piattaforma carbonatica, con la frammentazione ed annegamento progressivi, fino ad un bacino di mare profondo. Le rocce che caratterizzano maggiormente le Alpi Apuane sono i marmi del Giurassico inf. (marmi di Carrara) e gli altri marmi e metabrecce marmoree che compaiono a diversi livelli stratigrafici e la cui bellezza è conosciuta in tutto il mondo. La complessa storia geologica delle Alpi Apuane è la causa della grande geodiversità di rocce e minerali dello stesso territorio. La combinazione tra composizione originaria dei litotipi, deformazione ercinica ed alpina, metamorfismo ed idrotermalismo ha generato una notevole varietà di giaciture mineralogiche, che si riflette nel gran numero di minerali qui identificati, circa 200. Nelle Alpi Apuane sono state scoperte e descritte per la prima volta 19 nuove specie mineralogiche, di cui gran parte esclusive di quest’area. Una delle massime espressioni del patrimonio geologico è il significativo sviluppo della rete sotterranea di oltre 1000 cavità carsiche. Alcune di queste sono effettivamente complessi carsici ipogei imponenti, con il complesso del Corchia che assume valori di livello mondiale. Sono presenti inoltre paesaggi carsici epigei (doline, campi di doline e campi carreggiati). Diverse emergenze geomorfologiche richiamano paesaggi dolomitici (archi naturali, picchi e pinnacoli) così come forme e depositi connessi alle Glaciazioni quaternarie (circhi glaciali, bacini di sovra-escavazione, morene, etc.). Altre notevoli espressioni del patrimonio geologico sono i reperti archeologici e le emergenze storico-culturali collegate all’attività estrattiva e mineraria.
of the Apuan Alps got the name Alps thanks to their original shape which is different from that of the Northern Apennines. They also differ for their lithologies which are mainly carbonate. The western side of the Apuan Alps is intensively eroded by watercourses, with slopes steeply descending towards deep valley bottoms. The eastern side slopes more gently to Aulella and Serchio valleys and is characterized by subranges which, starting from the ridge, create transversal valleys. The Apuan Alps, together with the Northern Apennines, derived from the collision between Europe and Africa plates, after the closure of the Ligurian-Piedmont oceanic basin (Alpine Tethys). A large tectonic window formed in the Apuan Alps, thus exposing the “Metamorphic Complex of the Apuan Alps”. It is the deepest structural level outcropping in the internal parts of the Northern Apennines and it is therefore a key area to understand mechanisms and geodynamic processes which led to the formation of the Apenninic range. Overall, the Apuan Alps display rocks covering a long time span, from the Paleozoic Hercynian basement to the Upper Oligocene-Lower Miocene foredeep sandstones. Although these rocks suffered green-schist metamorphism, in the rebuilt stratigraphy of the MesoCenozoic cover, derived from the Tuscan domain, we can read a complex, but attractive, evolution of the depositional environments moving from a carbonate shelf, its progressive splitting and drowning, up to a deep-sea basin. However, the rocks that characterize mostly the Apuan Alps are the Lower Jurassic marbles (Carrara marble) and other marbles and marble metabreccias occurring at different “stratigraphic” levels whose beauty is known all over the world. The complex geological history of the Apuan Alps is responsible for the great geodiversity of rocks and minerals of the territory. The composition of lithotypes, the Hercynian and Alpine deformations, metamorphism and hydrothermalism brought a remarkable variety of minerals. Witness the large number of minerals found in the area, achieving the total of about 200. For the first time 19 mineral species have been discovered and described in the Apuan Alps most of which are exclusive to this area. One of the highest expressions of the geological heritage of the Apuan Alps is the significant development of the underground network of karst cavities, reaching a total number of more than 1000 caves. Some of these are actually impressive hypogean karst complexes and the Corchia complex is a cave system of global significance. Also epigean karst landforms (dolines, doline fields, karren fields) are present. Several valuable geomorphological emergencies display dolomitic landscape in carbonate rocks (natural arches, peaks and pinnacles) as well as landforms and deposits connected to Quaternary Glaciations (glacial cirques, over-excavated basins, moraines, etc.). Other remarkable expressions of the geological heritage are the archaeological finds and the historical-cultural emergencies related to quarrying and mining industries.
Sistema Corchia Underground Il Sistema Corchia Underground è un concreto esempio di gestione di geositi, basati sul diretto coinvolgimento di una comunità locale di un piccolo paese delle Alpi Apuane, Levigliani di Stazzema. Questo Sistema integra una rete di geositi attrezzati (antiche miniere di argento vivo, cave di marmo in sotterraneo) e due musei (Museo della “Pietra Piegata” e Museo di comunità e di impresa “Lavorare Liberi”) con il percorso speleologico del complesso carsico del Monte Corchia. Le miniere di argento vivo sono una delle più antiche aree minerarie nelle Alpi Apuane, sfruttate per l’estrazione dei minerali di mercurio e dove il mercurio è presente sotto forma di gocce; oggi l’area attrezzata con due itinerari turistici, attivi dal 2008, che consentono la fruizione culturale di una miniera abbandonata. Il complesso carsico del Monte Corchia ospita un percorso sotterraneo di 1024 m, attrezzato con 646 m di ponti in acciaio inox, nel più grande complesso carsico italiano che si sviluppa per oltre 50 km all’interno del Monte Corchia. Il complesso carsico è costantemente monitorato da tre stazioni che rilevano parametri chimici e fisici (concentrazione di CO2 e velocità del vento) al fine di evitare condizioni di saturazione che potrebbero compromettere l’integrità dei depositi calcarei. Corchia Underground System The Corchia Underground System is a concrete example of management of geosites, based on the direct involvement of the native community of a little village of the Apuan Alps, Levigliani di Stazzema. This System integrates a network of equipped geosites (quicksilver old mines and marble underground quarries) and two museums ("Pietra piegata" Museum and “Lavorare Liberi” Museum of community and enterprise) with the Speleological Trail of the Corchia cave complex. The quicksilver old mines are one of the most ancient mining areas in the Apuan Alps, exploited for the extraction of mercury minerals and where mercury is found as metal droplets; nowadays there are two tourist itineraries, set up in 2008, enabling the cultural enjoyment of this abandoned mine. The Corchia cave is home to an underground trail of 1024 m, equipped with 646 m of stainless steel bridges, in the largest Italian karst complex which develops for more than 50 km within Mt. Corchia. The karst complex is continuously monitored by three stations detecting chemical and physical parameters (CO2 concentration and wind speed) to avoid saturation conditions that might affect the integrity of the calcareous deposits.
Parco carsico-paleontologico delle Grotte di Equi Terme Il Parco carsico-paleontologico delle Grotte è ubicato presso Equi Terme di Fivizzano, nell’area settentrionale delle Alpi Apuane. È un insieme di strutture e percorsi di visita che collega alcuni geositi ed archeositi, posti a breve distanza gli uni dagli altri, dove si esalta la componente culturale insieme a quella naturalistica e geologica delle emergenze presenti. Ne fanno parte una risorgente carsica temporanea, alcune grotte d’interesse paletnologico e paleontologico, diverse sorgenti termali ed itinerari lungo un tratto fluviale a forte incisione verticale, oltre ad un museo. Uno speciale geomorfosito carsico è la “Buca di Equi Terme”, già descritta nel 1726, con un primo inizio di attività turistica nel 1964 e riapertura nel 2001. La grotta ha uno sviluppo totale di 1.500 m ed è caratterizzata da un unico itinerario di visita di 320 m circa. A servizio dei turisti e delle scuole è stato allestito il “Museo delle Grotte”, una struttura didattico-espositiva che racconta il paesaggio fisico dei dintorni e ricostruisce il paleoambiente dove viveva l’uomo di Neanderthal insieme all’orso delle caverne. Karst-Palaeontological Park of Equi Terme The Karst-Palaeontological Park is located in Equi Terme (Fivizzano Municipality), in the northern area of the Apuan Alps Geopark. It comprises facilities and tourist tour connecting some geosites and archaeosites, situated one near the other, where cultural, naturalistic and geological elements are enhanced. It is formed by a perpetual karst spring, some caves of palaeoetnhological and palaeontological interest, various thermal springs, paths along a deeply and vertically carved river stretch and a Museum. The Equi Terme Cave is a special karst geomorphosite. It was already described in 1726 and the first tourist activities started in 1964; it was reopened in 2001. The cave stretches over a total of 1,500 m and is characterized by a single itinerary of 320 m. The Cave Museum has been set up for tourist and schools. It is an educational exhibition on the physical landscape of surrounding areas and it reconstructs the palaeoenvironment in which the Neanderthal men coexisted with the cave bear.
SITI PRINCIPALI / MOST INTERESTING SITES
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SITI PRINCIPALI / MOST INTERESTING SITES
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Cave storiche di Bardiglio Cappella L’area archeomineraria della Cappella è situata sotto la chiesa medievale di San Martino alla Cappella, nel comune di Seravezza, nella porzione meridionale del Geoparco, a circa 400 metri sul livello del mare. L’inizio dell’attività estrattiva nelle cave del Monte della Cappella è incerto. C’è chi lo fa risalire al periodo romano, c’è chi lo pone, più verosimilmente, dopo l’anno Mille. Di sicuro, i marmi bianchi e i ‘bardigli’ del luogo (di inconfondibile colore grigio-ceruleo per la diffusione di pirite microstallina) sono serviti, nel XII-XIII sec., per il paramento murario, in opus quadratum, rispettivamente della Pieve di S. Martino e della sua torre campanaria. Un breve percorso di visita, quasi pianeggiante, consente di osservare alcuni aspetti dell’attività estrattiva nel Monte della Cappella, come si è andata sviluppando nel corso del XIX-XX sec. Il percorso lungo la mulattiera conserva due imponenti bastioni di contenimento dei detriti di escavazione e passa vicino a vecchi saggi di cava, che portano segni di tecniche estrattive rudimentali, che si sono perpetuate anche in tempi moderni. Historical Quarries of Bardiglio Cappella The archaeomining area is laid out below the medieval church of San Martino alla Cappella, in the Seravezza Municipality, in the southern part of the Geopark, at about 400 mt above sea level. It is still uncertain the age of inception of the quarrying activity in this area. It could have been started in the Roman Age or, more probably, after the year 1000. It is for sure that, in the XII-XIII c., the local white marbles as well as the ones called ‘bardigli’ (whose deep grey pale-blue colour is unique and due to the diffusion of microcrystalline pyrite) were used to build, in opus quadratum, the wall face of the parish church of San Martino an its bell tower. A short almost flat path lets to enjoy some topics of the quarrying industry in the Mount Cappella as it was when it was flourishing during the XIX-XX c. The path along the mule-track preserves two stately ramparts to contain the excavation drifts and it is close to some ancient assay quarries where it is possible to observe traces of rudimentary but still in use excavation techniques.
Marmitte del fosso dell’Anguillaja Le ‘marmitte’ del fosso dell’Anguillaja sono situate vicino al paese di Arni di Stazzema, nell’area centrale delle Alpi Apuane. Un percorso escursionistico consente ai visitatori di raggiungere il letto del torrente Turrite Secca, di regola completamente secco, e di procedere verso la confluenza del fosso Anguillaja. Quest’ultimo è un corso d'acqua intermittente che presenta alcune notevoli 'marmitte', descritte per la prima volta nel 1929. La risalita del fosso è relativamente facile all'inizio e, grazie ad una piccola scala in ferro, conduce ad una successione spettacolare di tre 'marmitte' di proporzioni rilevanti, completamente scavate nel marmo. Le ‘marmitte’ dell’Anguillaja sono modellate direttamente nella roccia e le loro dimensioni sono variabili da pochi centimetri fino ad un diametro di 6,6 m e una profondità di 1,6 m.; devono spesso la loro origine all’azione abrasiva di ciottoli ruotanti. Lo sviluppo richiede più condizioni coincidenti, tra cui il movimento vorticoso della corrente fluviale e un substrato roccioso coerente ed omogeneo, come il Marmo del versante meridionale del Monte Sumbra. A questo modello tradizionale sembrano riferirsi anche le ‘marmitte’ dell’Anguillaja, come dimostrerebbero i segni regolari dell’erosione meccanica sui bordi interni di alcune di queste cavità a paiòlo. Pot-holes of the Anguillaja stream The pot-holes of the Anguillaja stream are located near the little village of Arni (Stazzema Municipality), in the central area of the Apuan Alps. A hiking trail allows visitors to reach the bed of the Turrite secca stream, usually completely dry, and to go on towards the confluence with the Anguillaja stream. It is an intermittent stream which hosts some remarkable ‘pot-holes’, described for the first time in 1929. The first section of the trail is easy and, by a small iron staircase, leads to a spectacular succession of three huge pot-holes, completely carved in marble. The Anguillaja pot-holes have been moulded directly into the rock and their dimensions may vary from a few centimetres until reaching a diameter of 6.6 m and a deepness of 1.6 m. The pot-holes are often formed as a consequence of the abrasive action of rotating pebbles. Many factors, not least the stream whirling movement and a consistent and homogeneous bedrock (i.e. the marble of the Mt. Sumbra southern side), contribute to their development. The Anguillaja pot-holes seem to follow this traditional model, as presumably demonstrated by the regular signs left by mechanical erosion on the internal borders of a number of these pot-shaped cavities.
Museo della Pietra Piegata di Levigliani Il Museo nasce dall’idea di raccogliere, in uno spazio limitato, quanto di meglio e di significativo la cultura del marmo delle Alpi Apuane ha lasciato, nel tempo, nel medesimo territorio e non solo. Il fine è proprio la conservazione ostensiva degli “olotipi” delle produzioni lapide più caratteristiche, a cominciare da quelle seriali, per sviluppare una conoscenza archeologica specifica e non disperdere la memoria storica di una tradizione artigianale ed artistica, oggi purtroppo residuale. Il nome del Museo, così singolare, è dovuto al fatto che da secoli nelle Alpi Apuane gli uomini conoscono il segreto di modellare e piegare a loro genio, la “pietra” più nobile e pura che vi affiora: il marmo.
“Pietra Piegata” Museum of Levigliani The Museum was created from the idea of gathering in the same place the best and most important heritage left by Apuan marble culture in the territory and beyond over the centuries. The aim is the ostensive preservation of “holotypes” of the most typical marble products, beginning with serial productions, to develop specialized archeological knowledge and not to lose artisanal and artistic traditions which unfortunately are being forgotten. The peculiar name of the Museum is due to the fact that for centuries in the Apuan Alps men have known the secret of moulding and bending at their will the noblest and purest “stone”: marble.
Centro visite di Equi Terme Il Centro visite del Geoparco è situato in un edificio restaurato, ad Equi Terme (Fivizzano), dove è possibile trovare accoglienza e assistenza turistica. Lo stesso edificio ospiterà l’Apuan GeoLab, una struttura museale finalizzata alla divulgazione delle Scienze della Terra e pensata soprattutto come un laboratorio, dove una serie di “macchine” interattive, più meccaniche che elettroniche, guidano il visitatore all’osservazione e alla sperimentazione, in un viaggio ideale, dal globale al locale, dal planetario al regionale, da “Gaia” ad “Apua”. Un altro servizio del Museo sarà un laboratorio attrezzato volto a fornire esperienze educative nell’ambito delle Scienze della Terra.
Visitor Centre of Equi Terme The Geopark Visitor Centre is located in a restored building, in Equi Terme (Fivizzano), where you can find reception and tourist assistance. The same building will host the Apuan GeoLab, a museum aimed at the dissemination of knowledge of the Earth Sciences. It was designed as a laboratory, where mechanic, rather than electronic, interactive exhibits will lead visitors in a ideal trip from global to local, from “Gaia” to “Apua”. Another facility of the museum will be an equipped laboratory aimed at providing educational experience in the Earth Sciences.
Centro di documentazione e accoglienza visitatori di Massa Presso gli uffici tecnici e scientifici del Geoparco ha trovato sede il Centro di documentazione e accoglienza visitatori. Si tratta di un servizio di informazione di qualità, non limitato alle sole indicazioni turistiche generali, ma capace di offrire una conoscenza di dettaglio sulla realtà ambientale e paesaggistica del Parco. In particolare, la struttura di Massa ha il compito di sviluppare il tema dell’evoluzione geologica delle Alpi Apuane, per cui l’allestimento è pensato nella direzione di far comprendere prima i fenomeni fisici e poi accompagnare il visitatore lungo determinati itinerari geologici, alla scoperta di geositi esemplificativi del tema approfondito. Completa il Centro visite tematico, la Biblioteca scientifica del Geoparco, dotata di un ricco corredo bibliografico e strumenti audiovisivi di approfondimento.
Documentation and Information Centre of Massa The Documentation and Information Centre is situated in the technical and scientific offices of the Geopark. It provides a quality information service, not limited to general tourist information, but able to gives visitors a detailed knowledge on the environments and landscapes of the Geopark. The Centre in Massa is responsible for disseminating information on the geological evolution of the Apuan Alps which is why the exhibition explain physical phenomena first, and then accompanies visitors along various geological tours in search for geosites illustrative of topic. The visitor centre also houses the Geopark scientific library, rich in books and audiovisuals.
MUSEI E CENTRI VISITA / MUSEUMS AND VISITOR CENTRES
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Contatti/Contacts
ORGANISMI NAZIONALI
GEOPARCHI ITALIANI E FORUM NAZIONALE DEI GEOPARCHI ITALIAN GEOPARKS AND NATIONAL FORUM OF GEOPARKS Parco Naturale Regionale delle Madonie Madonie Geopark
Parco Nazionale Cilento, Vallo di Diano e Alburni Cilento and Vallo di Diano Geopark
C.so P. Agliata 16 - 90027 Petralia Sottana (PA) tel (+39) 0921684021 - fax (+39) 0921680478 uob5@parcodellemadonie.it - www.parcodellemadonie.it
Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO Italian National Commission for UNESCO
Piazza S.Caterina 8 – 84078 Vallo della Lucania (SA) tel. (+39) 0974719911 – fax (+39) 09747199217 parco@cilentoediano.it - www.cilentoediano.it
Rappresentanti/Representatives Pasquale Li Puma, ENTEPA10@parcomadonie.191.it Angelo Pizzuto, angelopizzuto@hotmail.it
Piazza Firenze 27 – 00186 Roma tel. (+39) 066873713 – fax (+39) 066873684 comm.unesco@esteri.it - www.unesco.it
Rappresentanti/Representatives Angelo De Vita, direttore@cilentoediano.it Aniello Aloia, a.aloia@cilentoediano.it
Rappresentante/Representative Maria Torresani, maria.torresani@esteri.it
Distretto Rocca di Cerere Geopark Rocca di Cerere Geopark
Parco Nazionale Tecnologico e Archeologico delle Colline Metallifere Grossetane Tuscan Mining Geopark
Geoitalia, Federazione Italiana di Scienze della Terra, Onlus Geoitalia, Italian Federation of Earth Sciences, Onlus
Piazza Garibaldi 1 – 94100 Enna tel./fax (+39) 0935504717 distretto@roccadicerere.eu - www.roccadicerere.eu
Loc. Piazzale Livello +240, Pozzo Impero – 58023 Gavorrano (GR) tel./fax (+39) 0566844247 segreteria.parco@comune.gavorrano.gr.it www.parcocollinemetallifere.it
Rappresentanti/Representatives Francesco Chiaramonte, chiaramonte@roccadicerere.eu Rita Umbriaco, umbriaco@roccadicerere.eu Parco Naturale Regionale del Beigua Beigua Geopark Via G. Marconi 165 - 16011 Arenzano (GE) tel. (+39) 0108590300 – fax (+39) 0108590064 info@parcobeigua.it - www.parcobeigua.it Rappresentanti/Representatives Maurizio Burlando, direttore@parcobeigua.it Marco Firpo, firpo@dipteris.unige.it Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna Geological Mining Park of Sardinia Via Monteverdi 16 - 09016 Iglesias (CI) tel. (+39) 0781255066 – fax (+39) 0781255065 segreteria@parcogeominerario.sardegna.it www.parcogeominerario.eu Rappresentanti/Representatives Francesco Muntoni, francescomuntoni@parcogeominerario.sardegna.it Roberto Rizzo, robertorizzo@parcogeominerario.sardegna.it Parco Naturale Adamello Brenta Adamello Brenta Geopark Via Nazionale 24 – 38080 Strembo (TN) tel. (+39) 0465 806666 – fax (+39) 0465806699 info@pnab.it - www.pnab.it Rappresentanti/Representatives Roberto Zoanetti, roberto.zoanetti@pnab.it Vajolet Masé, vajolet.mase@pnab.it
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NATIONAL ORGANIZATIONS
Rappresentanti/Representatives Alessandra Casini, parcominerario@comune.gavorrano.gr.it Riccardo Cinelli, r.cinelli@provincia.grosseto.it Parco Naturale Regionale delle Alpi Apuane Apuan Alps Geopark Via Corrado Del Greco 11 – 55047 Seravezza (Lucca) tel. (+39) 0584758211 – fax (+39) 0584758203 info@parcapuane.it - www.parcapuane.it Rappresentanti/Representatives Antonio Bartelletti, abartelletti@parcapuane.it Alessia Amorfini, aamorfini@parcapuane.it
c/o Dipartimento di Scienze della Terra e dell’Ambiente Università di Pavia, Via Ferrata 1 – 27100 Pavia tel. (+39) 0382985855 silvio.seno@unipv.it - www.geoitalia.org Rappresentante/Representative Anna Paganoni, apaganoni@comune.bg.it ISPRA Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale ISPRA Superior Institute for the Environmental Protection and Research Via Vitaliano Brancati 48 - 00144 Roma tel. (+39) 0650071 – fax (+39) 0650072916 urp.ispra@ispra.legalmail.it - www.isprambiente.gov.it Rappresentante/Representative Cristina Giovagnoli, cristina.giovagnoli@isprambiente.it Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali - Europarc Italian Federation of Parks and Nature Reserves - Europarc Via Nazionale 230 – 00184 Roma tel. (+39) 0651604940 – fax (+39) 065138400 federparchi@pcert.postecert.it - www.federparchi.it Rappresentante/Representative Giampiero Sammuri, presidente.federparchi@parks.it Consiglio Nazionale dei Geologi National Council of Geologists via Vittoria Colonna 40 - 00193 Roma tel. (+39) 0668807736-7 - fax (+39) 0668807742 cng@epap.sicurezzapostale.it - www.cngeologi.it Rappresentante/Representative Gian Vito Graziano, presidente@cngeologi.it
Parco Naturale Regionale delle Madonie Madonie Geopark Distretto Rocca di Cerere Rocca di Cerere Geopark Parco Naturale Regionale del Beigua Beigua Geopark
rio Storico Ambientale della Sardegna Parco Geominerario Geological Mining Park of Sardinia Parco Naturale Adamello Brenta Adamello Brenta Geopark Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni Cilento and Vallo di Diano Geopark Parco Nazionale Tecnologico e Archeologico delle Colline Metallifere Grossetane / Tuscan Mining Geopark Parco Naturale Regionale delle Alpi Apuane Apuan Alps Geopark
www.geoparchitaliani.it www.europeangeoparks.org www.unesco.org