RappConng2007

Page 27

Istituto nazionale per il Commercio Estero

economica, amministrativa, finanziaria e cambiaria ed è stato concesso al Governo di determinare taluni parametri macroeconomici (politica cambiaria, tariffe pubbliche, ecc.) per poter “assicurare la governabilità del Paese”. Una conseguenza delle prerogative straordinarie concesse all’Esecutivo in materia di adeguamento delle tariffe dei servizi pubblici è stato il “congelamento” delle medesime ed il successivo ritiro dal mercato di molte società straniere operanti servizi ora privatizzati. Dopo la liberalizzazione economica e le privatizzazioni degli anni ‘90, negli anni seguenti alla crisi del 2001 si è registrato un progressivo aumento dell’intervento statale nell’economia. Tale tendenza si è manifestata soprattutto nel settore dei servizi pubblici. Il culmine di tale processo è stato finora rappresentato dalla creazione nel 2004 di un’impresa energetica statale (ENARSA): si tratta di una radicale inversione di tendenza della politica economica del Paese, se si considera che la nascita dell’ultima azienda di proprietà dello Stato argentino risaliva al 1967. Al di là del quadro formale, ciò che viene rilevato da operatori ed osservatori è la mancanza della cosiddetta “sicurezza giuridica” per il rispetto dei contratti e dei diritti di proprietà (non ultimi, i diritti dei possessori di bond argentini), che ha creato un clima poco attraente per nuovi investimenti esteri e di complessa gestione degli investimenti già realizzati. In tale contesto, i contenziosi bilaterali di maggior rilievo coinvolgono società italiane esecutrici di progetti di infrastrutture pubbliche o responsabili della gestione di servizi pubblici. I servizi pubblici in Argentina sono stati privatizzati negli anni Novanta, con acquisizioni avvenute pressoché esclusivamente dall’estero (eccezione di rilievo le Poste, andate al gruppo dell’imprenditore argentino Macri e, peraltro, già rinazionalizzate). Dopo la crisi acuta del 2001-2002 ed il relativo blocco delle tariffe, fissate in pesos, tutte le aziende hanno accumulato una pesante situazione debitoria. Nel quadro della rinegoziazione di contratti e tariffe, il Governo cerca di indurre le società straniere a rinunciare ai ricorsi presentati presso l’ICSID contro la cosiddetta “pesificazione” ed il blocco delle tariffe. A seguito della crisi del 2001, l’Argentina ha introdotto anche restrizioni al libero ingresso dei capitali. Dal 2003 è obbligatorio il registro dei flussi di capitali sia in entrata che in uscita. Per i flussi finanziari in entrata è richiesto un periodo minimo di permanenza di un anno con un deposito di garanzia presso una banca locale in valuta (dollari USA) senza generare interessi (a eccezione dei capitali destinati a finanziare opere d’infrastruttura per il settore energetico).

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici Ice estero

II ^ sem. 2007


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.