il Metodo Caviardage di Tina Festa ®*
TROVARE LA POESIA NASCOSTA IN TE
Benvenuto e benvenuta nel laboratorio dedicato alla poesia nascosta! Di che cosa stiamo parlando? Della poesia che puoi trovare tra le pagine di vecchi libri, giornali, riviste o altro, su cui individuare le parole che si illuminano, quelle che ti guideranno verso la formulazione di un tuo pensiero personale.
Che trabocchetto è questo? Nessun trabocchetto, stai entrando nel mondo del Caviardage di Tina Festa, un metodo di scrittura poetica che ti mostrerà un altro volto della poesia e ti porterà a scrivere testi pieni di significato ed emozioni.
Il Metodo Caviardage nasce dalla presa di coscienza della profonda esigenza di esprimersi e dell’incapacità di trovare le parole per comunicare i propri sentimenti, i propri stati d’animo. Tina Festa, l’ideatrice del metodo, ha raccontato apertamente questa sua difficoltà e la necessità di arrivare a comporre testi come rappresentazione di sé.
Immagina di camminare su una spiaggia e di essere attratto o attratta da qualcosa che luccica tra i sassi. Istintivamente ti chini per raccoglierla e scopri che si tratta di un oggetto prezioso: un vetrino colorato. E non è l’unico! Man mano che prosegui, il tuo occhio coglierà vetrini di colori diversi che insieme andranno a costituire il tuo tesoro. Il Caviardage funziona allo stesso modo: è la ricerca, tra tante parole, di quelle significative per te e che andranno a comporre la tua poesia.
Per poter affrontare qualunque attività basata sul Metodo Caviardage è importante che tu abbia presente la tecnica base. Che cos’è la tecnica base? È quella con cui è nato il Caviardage, ma ce ne sono tante altre che scoprirai, procedendo nello svolgimento delle attività proposte.
Questi sono i passaggi del processo che, con alcune variazioni, valgono per tutte le tecniche del Metodo Caviardage.
1 © Rizzoli Education S.p.A. – Rosetta Zordan LABORATORIO DI POESIA • CLASSE SECONDA
Laboratorio di poesia con
* Il Metodo Caviardage di Tina Festa è un marchio registrato.
LA TECNICA BASE
■ Strappa una pagina da un vecchio libro (o utilizza una fotocopia) e posala di fronte a te.
■ Rilassati e chiudi gli occhi
■ Respira profondamente: che cosa provi? Entra in connessione con l’emozione che stai provando.
■ Apri gli occhi e poggia il tuo sguardo sulla pagina.
■ Scorri rapidamente la pagina senza leggerla, effettua una lettura “a volo d’uccello”.
■ Sottolinea a matita alcune parole che risuonano in te, senza pensare al testo da costruire.
■ Rileggi più volte le parole che hai scelto.
■ Crea il tuo componimento e dai forma alla tua poesia, cercando e sottolineando nel testo i “ganci” (articoli, preposizioni, congiunzioni...) per unire le parole scelte all’inizio. Puoi decidere di non usarle tutte o di aggiungerne altre trovate sempre nella pagina.
■ Rileggi a bassa voce la poesia: la senti tua?
■ Scrivi le modifiche necessarie perché il pensiero poetico sia il tuo “vestito comodo” e verifica che non vi siano errori grammaticali.
■ Cerchia o riquadra con una penna a punta sottile solo le parole da utilizzare nella poesia, affinché emergano dalla pagina.
■ Cancella, se vuoi, tutto il resto.
■ Fai in modo che il testo emerso sia leggibile; se non è in sequenza, puoi riscriverlo nello spazio che hai a disposizione sulla pagina, utilizzando anche i margini.
■ Firma e apponi la data
■ Condividi la tua poesia.
I SEGRETI DELLA TECNICA BASE
Ti riveliamo i segreti della tecnica base per sentirti più sicuro o più sicura e per poter lavorare in autonomia, se lo vorrai.
Con un po’ di pratica, siamo sicuri che il Caviardage diventerà uno strumento importante per te, una chiave magica, per aprire la porta ai tuoi pensieri nascosti e per scrivere poesie.
Quante parole posso sottolineare?
In realtà non c’è un numero preciso, possono essere tre o dieci, come anche undici. Ciò che conta è che tu le scelga istintivamente (“di pancia”), senza pensarci troppo. Fai solo attenzione a non svolgere un riassunto del testo, perché non è questo il senso del Caviardage.
2 © Rizzoli Education S.p.A. – Rosetta Zordan
Le parole devono seguire l’ordine di apparizione nella pagina?
No, puoi comporre il testo combinando le parole nell’ordine che preferisci. Per facilitare la lettura puoi riscrivere il testo sui margini della pagina.
Che cosa faccio se ho bisogno di una specifica parola non presente nella pagina?
Innanzitutto chiediti se quella parola è indispensabile. In fondo, stiamo componendo poesia e qualche licenza ti è concessa, ad esempio puoi omettere un verbo, oppure puoi cercare dei sinonimi e scoprire così termini nuovi e più “poetici”. Puoi anche, ma solo eccezionalmente, ricavare delle parole, utilizzando parti di quelle presenti nel testo. La pagina è infatti un contenitore di parole, non di lettere o di sillabe, per cui è su queste che devi focalizzare l’attenzione. In fase di revisione del testo puoi apportare piccole modifiche e allora pèrdono può diventare perdòno ma anche perdo o dono.
Posso sottolineare un’intera frase o una parte di essa?
Nel Metodo Caviardage la parola è l’unità minima e sceglierne una piuttosto che un’altra non è casuale, ha un suo preciso significato.
Per questo motivo non è possibile scegliere frasi o interi periodi, perché vorrebbe dire “affidare ad altri la parola”. Puoi però utilizzare, se necessario, sintagmi o porzioni di frase, ad esempio “mi piace”, “mia madre”, “bel tempo”, “una bellissima giornata”...
Devo per forza strappare una pagina?
Il processo del Metodo Caviardage prevede l’utilizzo di vecchi libri o riviste da cui si strappa, più o meno casualmente, una pagina. Se preferisci, puoi usare la pagina lasciandola sul libro.
Il lessico del Caviardage
Nelle attività che ti proponiamo troverai parole ricorrenti che fanno parte del “dizionario” del Metodo Caviardage. Eccone alcune.
■ Attivazione: video, letture, immagini, conversazioni, brani musicali, brevi attività motorie sono una sorta di riscaldamento con l’obiettivo di introdurre le attività ed entrare più facilmente in contatto con le proprie emozioni.
■ Cancellazione: l’azione del coprire le parole non utilizzate per mettere in evidenza le parole trovate. Attenzione: non è obbligatoria, perché il Caviardage è la poesia emersa dalla pagina.
■ Caviardage: etimologicamente deriva dal francese caviar (“caviale”) e richiama il colore nero con cui si coprivano alcune parti di testo allo scopo di applicare la censura. Nel Metodo Caviardage assume il significato di coprire per fare meglio emergere le parole che si illuminano. Il termine si riferisce sia al metodo sia al prodotto realizzato.
■ Condivisione: fase fondamentale del processo del Metodo Caviardage con cui, attraverso l’ascolto delle poesie emerse, si conclude ogni attività. È preferibile che a leggere il proprio testo siano gli alunni e le alunne, ma può farlo anche l’insegnante, con il loro consenso.
■ Cut up: letteralmente significa “ritagliare”. È una tecnica che prevede il ritaglio di un testo in tanti frammenti, tra i quali vengono scelti quelli contenenti le parole che si illuminano per comporre una poesia.
LABORATORIO DI POESIA • CLASSE SECONDA 3 © Rizzoli Education S.p.A. – Rosetta Zordan
■ Ganci: connettivi necessari (articoli, preposizioni, congiunzioni...) da cercare sulla pagina per collegare le parole tra loro e dare un senso compiuto alla poesia nascosta.
■ Lettura “a volo d’uccello”: è lo scorrere la pagina con lo sguardo, senza leggere tutto il testo, per poi lasciarsi chiamare dalle parole in modo consapevole e non casuale.
■ Libro da macero: libri destinati al macero, da privati o case editrici, a cui viene data nuova vita. Possono essere libri rovinati, con pagine mancanti, vecchi libri usurati o libri gettati via che è possibile recuperare.
■ Poesia nascosta: poesia emersa da ogni pagina già scritta.
■ Scelta di pancia: scelta delle parole istintiva ma non casuale.
I “FERRI” DEL MESTIERE
Come ultima indicazione, è bene che tu sappia che è possibile creare Caviardage con semplici strumenti.
Puoi crearti il tuo astuccio personale (kit base) da portare sempre con te:
■ matita;
■ pennarello a punta sottile;
■ marcatore nero con punta a scalpello (che copre perfettamente qualunque tipo di stampa);
■ colla stick;
■ forbici.
A questi materiali potrai aggiungere, a seconda delle attività, pennarelli colorati, pastelli a cera, colori acquerellabili, adesivi, timbri e tutto quello che la tua fantasia ti suggerisce. A questo punto hai l’equipaggiamento necessario per partire. Divertiti e dai voce al cercatore o alla cercatrice di poesia che c’è in te.
Buon viaggio!
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La banda dei Cinque
Attività sulla scelta di singole parole partendo da un’immagine e composizione di una poesia con i “ganci” ragionati
MATERIALI quaderno o foglio, penna, cartoncino colorato o altro supporto (facoltativo)
Proviamo a creare una frase poetica partendo da un’immagine e lavoriamo sulla scelta dei singoli vocaboli.
■ Prendi il tuo quaderno o usa un semplice foglio, che sia bianco, a righe o a quadretti non importa. Prima di iniziare, osserva la fotografia qui accanto, lasciandoti trasportare dalle emozioni che trasmette. Fai un respiro profondo e chiudi gli occhi. Concentrati sulle sensazioni che stai provando in questo momento e cerca di cogliere i pensieri che affiorano. Devi soltanto “sentire”.
■ Sul quaderno o sul foglio crea cinque colonne in cui andrai a inserire cinque diverse liste di parole.
1. Cinque azioni: scrivi cinque verbi che rappresentino altrettante azioni che la fotografia ti suggerisce. Scrivili all’infinito, ad esempio: sognare, fermarsi, leggere...
2. Cinque colori: scrivi cinque colori che ti vengono in mente osservando la fotografia. Non devono essere per forza i colori dell’immagine, ma quelli che l’immagine ti suggerisce.
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3. Cinque emozioni: che cosa provi osservando la fotografia? Che cosa proveresti trovandoti in quella situazione? Sono emozioni positive o negative? Annotale: ne bastano cinque.
4. Cinque qualità: immagina di dover descrivere la fotografia a qualcuno che non può vederla. Quali aggettivi o espressioni useresti?
5. Cinque parole: che cosa potrebbe contenere lo zaino portato in spalla dal ragazzo? Potrebbero essere oggetti, ma anche desideri, sogni, dubbi, ideali che vorresti portare sempre con te nel viaggio della vita.
Rileggi con attenzione le cinque liste e ascolta il suono delle tue parole. Quali senti più tue?
Senza pensarci troppo, scegli da ciascun elenco due parole, sottolineale o evidenziale.
■ Ora componi una frase, usando le parole sottolineate o evidenziate, alle quali potrai aggiungerne liberamente delle altre, seguendo le tue emozioni. Sicuramente ti serviranno dei “ganci”, cioè i connettivi (articoli, preposizioni, congiunzioni...) per poter formare una frase di senso compiuto. Hai la libertà di cambiare il genere e il numero dei nomi e di coniugare i verbi. Ricorda, però, di utilizzare tutte le dieci parole. Riscrivi la frase sul quaderno o su un cartoncino colorato. Ecco un esempio.
■ Rifletti: la tua frase ha senso compiuto? Nomi, aggettivi e verbi concordano tra loro? Ma, soprattutto, chiediti se questa frase rivela qualcosa di te, se riesce a catturare un aspetto della tua personalità. Se è così, allora hai davvero composto una piccola poesia. Non importa che ci sia la rima o che sia rispettata la metrica, importa che ti rappresenti. E se ti sembra di non esserci ancora, non temere: nei prossimi passi imparerai a maneggiare meglio le parole e a far emergere le tue emozioni. Se ti senti a tuo agio, leggi ad alta voce la tua poesia a tutta la classe.
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Attività sulla scelta di frasi/versi e “ganci” al fine di comporre un testo poetico Il centone
MATERIALI quaderno o foglio, testi (allegato 1)
Il termine centone deriva dal latino cento che originariamente indicava un panno multicolore formato da pezze di vari tessuti. Nell’ambito della poesia, il centone è un componimento che prende forma dall’unione di versi provenienti da altre poesie. È come creare un mosaico di emozioni e idee, combinando frammenti poetici per formare qualcosa di nuovo e sorprendente. Ora, immagina di essere un esploratore o un’esploratrice delle emozioni, ciascuna delle quali è rappresentata da un colore unico. Il tuo cuore può essere dipinto di rosso fuoco quando provi rabbia, o di un blu cielo quando sei felice, o di un giallo brillante quando provi eccitazione per qualcosa di bello che ti sta accadendo. Questi colori legati alla tua emozione personale saranno la tua guida nell’esercizio poetico del centone.
■ Riconosci l’emozione del momento: prima di iniziare l’attività, chiudi gli occhi e fai un respiro profondo. Chiediti quale emozione domina il tuo cuore. Potrebbe essere gioia, tristezza, paura, curiosità, gratitudine o qualsiasi altra emozione. Apri gli occhi e leggi le poesie riportate nell’allegato 1. Quali sono i versi che meglio rappresentano la tua emozione? Sottolineali con la matita. Puoi scegliere anche solo una parte di un verso.
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■ Ora puoi comporre il tuo centone, combinando i frammenti poetici che hai sottolineato in un nuovo ordine per creare un flusso di emozioni e di parole che rispecchino il tuo stato d’animo.
Non aver paura di sperimentare. Se vuoi, puoi aggiungere un tocco personale: dei “ganci”, qualche parola o un verso scritto da te, tutto per rendere unico il tuo centone.
■ Quando avrai completato il componimento poetico, condividilo, se ti fa piacere, con la tua classe. Ascolta i centoni dei tuoi compagni e delle tue compagne e scopri come le diverse emozioni si traducano in versi unici e originali.
Se quest’attività ti è piaciuta, continua tu: scegli altre poesie e realizza i tuoi centoni, seguendo le istruzioni che hai appreso.
ESEMPIO DI CENTONI
Io ancora una bambina
sono quella che non parla mai
Pace non cerco, guerra non sopporto. M’affaccio alla finestra e vedo il mare. Vedo le stelle passare, onde passare. Sogno. La vita è triste e io son sola.
Mentre che il sussurro
del vento passa con accordi brevi ard(ev)o dal desiderio di scattare fuori nell’invadente sole, per raccogliere un pugnetto di more da una siepe.
Pace non cerco, guerra non sopporto. M’affaccio alla finestra, e vedo il mare d’argento.
Sono quella che non parla mai una bambina
rannicchiata dentro una fessura nell’invadente sole.
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ALLEGATO
Dino Campana
Poeta italiano 1885-1932
Pace non cerco, guerra non sopporto
Pace non cerco, guerra non sopporto tranquillo e solo vo pel mondo in sogno pieno di canti soffocati. Agogno la nebbia ed il silenzio in un gran porto.
5 In un gran porto pien di vele lievi pronte a salpar per l’orizzonte azzurro dolci ondulando, mentre che il sussurro del vento passa con accordi brevi.
E quegli accordi il vento se li porta
10 lontani sopra il mare sconosciuto, sogno. La vita è triste ed io son solo.
O quando o quando in un mattino ardente l’anima mia si sveglierà nel sole nel sole eterno, libera e fremente.
(da Canti Orfici e altre poesie, a cura di N. Bonifazi, Garzanti)
Giovanni Pascoli
Poeta italiano 1855-1912
Mare
M’affaccio alla finestra, e vedo il mare: vanno le stelle; tremolano l’onde. Vedo stelle passare, onde passare: un guizzo chiama, un palpito risponde.
5 Ecco sospira l’acqua, alita il vento: sul mare è apparso un bel ponte d’argento.
Ponte gettato sui laghi sereni, per chi dunque sei fatto e dove meni?
(da Poesie, A. Mondadori)
LABORATORIO DI POESIA • CLASSE SECONDA 9 © Rizzoli Education S.p.A. – Rosetta Zordan
1
Chiara Carminati
Scrittrice e poetessa italiana
1971
Persona mancante
Sono quella che non parla mai
Sono quello che è fuori dal gregge
Siamo quelli che non vanno bene Siete quelli che dettano legge
5 Ma se tu
sarai quello che rischia al mio fianco Loro saranno solo quelli che ci invidieranno
(da Viaggia verso. Poesie nelle tasche dei jeans, Bompiani)
Antonia Pozzi
Poetessa italiana 1912-1938
Sventatezza
Ricordo un pomeriggio di settembre, sul Montello. Io, ancora una bambina, col trecciolino smilzo ed un prurito di pazze corse su per le ginocchia.
5 Mio padre, rannicchiato dentro un andito scavato in un rialzo del terreno, mi additava attraverso una fessura il Piave e le colline; mi parlava della guerra, di sé, dei suoi soldati.
10 Nell’ombra, l’erba gelida e affilata nella zona del fiume Piave durante la Prima guerra mondiale. Mi sfiorava i polpacci: sotto terra, 15 le radici succhiavan forse ancora qualche goccia di sangue. Ma io ardevo dal desiderio di scattare fuori, nell’invadente sole, per raccogliere un pugnetto di more da una siepe.
(da Parole, Garzanti)
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La tecnica base
Attività di composizione poetica con la tecnica base del Metodo Caviardage
MATERIALI matita, penna, pennarello con punta fine, marcatore nero con punta a scalpello, pennarelli colorati (facoltativi), testo (allegato 1), digital board, video Pennuti spennati.
La tecnica base si chiama così perché è stata la prima tecnica utilizzata da Tina Festa per il Metodo Caviardage. Nasce con l’obiettivo di far emergere le parole nascoste dentro di noi e dare così la possibilità a tutti e a tutte di scrivere una poesia. Molti, infatti, si bloccano davanti a una pagina bianca, non sanno che cosa scrivere, come riportare i pensieri che affollano la mente. È capitato anche a te? Allora è arrivato il momento di provare a creare un Caviardage con la tecnica base.
Immagina che la pagina di un vecchio libro rappresenti la vita e che tu debba trovare la tua strada, utilizzando ciò che hai a disposizione: in questo caso le parole, che saranno uniche e solo tue. Le parole non saranno scelte a caso ma sempre con consapevolezza, seppure nella prima fase sarà l’istinto a guidarti (“scelta di pancia”), mentre nella seconda fase ti guiderà la mente. Tu dovrai solo lasciarti chiamare dalle parole.
■ Innanzitutto, non devi assolutamente leggere la pagina ma solo “sorvolarla”. Immagina di essere un gabbiano che effettua un volo di ricognizione, apparentemente privo di interesse, ma appena spunta la testa luccicante di un pesce ecco che il gabbiano scende con un’agilità insospettabile. Considera dunque il testo come un insieme di parole (pesci) che nuotano nella pagina (mare) e tu sei pronto a catturare quelle che saltano e che sembrano chiamarti. Non aver paura delle parole che sceglierai perché ciascuna ha un messaggio per te, anche se in un primo momento potresti non essere in grado di comprenderlo.
■ Alla fine di questa attività troverai una pagina tratta da un romanzo (allegato 1), che l’insegnante stamperà, ma non leggerla! Tienila da parte girando o coprendo la pagina.
■ Prima di iniziare guarda il video Pennuti spennati che ti verrà proposto dall’insegnante, con tutta la classe.
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■ Ora segui alla lettera le istruzioni.
● Che sensazione stai provando? Puoi riconoscerla?
● Posa lo sguardo sulla pagina e, istintivamente, senza leggere, scegli le parole.
● Quante sono? Cinque, dieci? Non ha alcuna importanza. Sottolineale a matita, senza pensare al loro significato e al testo che potrebbe risultare.
● Ora collegale tra loro. Probabilmente avrai bisogno di altre parole, come articoli, preposizioni, congiunzioni (le parole “gancio”): cercale nel testo e sottolinea anche queste con la matita.
● A questo punto crea il tuo testo poetico, senza tener conto dell’ordine in cui le parole appaiono sulla pagina.
● Rileggi ad alta voce la poesia e ascoltala in modo che aderisca alle tue emozioni del momento.
● Utilizza un pennarello dalla punta sottile per creare una cornice intorno a tutte le parole del componimento. Potrà essere ovale o rettangolare (come negli esempi qui sotto) o come preferisci.
cornice ovale
cornice rettangolare
● Puoi decidere di cancellare tutto il resto con un pennarello nero o di un altro colore, per mettere maggiormente in evidenza le tue parole. Non è obbligatorio perché il tuo testo è già il Caviardage.
● Riscrivi la poesia nello spazio che hai a disposizione sulla pagina (sotto, sopra, lungo i margini). Ti consigliamo di farlo, soprattutto se le parole non sono nell’ordine in cui si leggono.
● Firma e apponi la data: il tuo Caviardage è pronto.
● Se te la senti, condividi la tua poesia con la classe. È un momento di gratificazione importante.
● Se questo lavoro ti è piaciuto, puoi continuare anche da solo o da sola , magari utilizzando un vecchio libro che non legge più nessuno. Decidi tu se strappare le singole pagine o mantenere il libro intero come fosse un diario delle emozioni.
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ALLEGATO 1
Era l’estate del ’94. Mamma si trovava al lavoro, papà anche, e io me ne stavo parcheggiata al centro estivo, dentro il cortile della scuola, a modellare animali di pongo. Finché una mattina di luglio ti sei presentata tu, sandali e vestito a fiori, e con un gesto secco della mano mi hai ordinato: Avanti, raccogli le tue cose. Non ti conoscevo. Eri la bella signora dai capelli grigio-azzurri che si materializzava a Pasqua e a Natale; la nonna di Milano. Del nonno sapevo ancora meno: un uomo brusco con gli occhiali, una pila di giornali, il completo grigio. Io ero la nipote «provinciale!». Mi hai strattonato, quella mattina, perché non sapevo bene se seguirti oppure no, ma tu non avevi tempo da perdere. Mi hai aperto la portiera dell’Alfasud, lucida come uno specchio. Non avevo mai visto una macchina così elegante, d’altri tempi, e ti ho chiesto entusiasta se fosse una Porsche. Allora tu sei scoppiata a ridere, il fazzoletto di seta annodato dietro la nuca, i grandi occhiali da sole, e ti sei messa alla guida come una diva del cinema. Mi hai permesso di sedere davanti, insieme a te. Con il finestrino abbassato, il vento nelle orecchie. In quel momento, senza sapere niente, senza poter immaginare, ho cominciato a innamorarmi. Hai detto che avevamo fretta e non saremmo potute passare da casa. Avremmo comprato tutto là, hai aggiunto. Questo dettaglio mi ha lasciata senza parole, abituata com’ero a indossare cose di altri e a farle durare almeno due stagioni. Là era una località famosa, mi hai spiegato mentre ci allontanavamo dalla mia cittadina, da tutte le cose a me note. Dove organizzavano il Festival della Canzone, dove sapevano coltivare i fiori. Ti ho chiesto se potevamo fermarci un attimo a telefonare alla mamma. Mi hai risposto: No, quando arriveremo. Ora so che per raggiungere Sanremo ci vogliono più di quattro ore, ma quel giorno non me ne sono accorta. Mi hai proposto il gioco delle gallerie: conta, e indovina qual è quella più lunga; il gioco delle targhe: leggi, e dimmi da dove proviene quell’auto in corsa. Mi hai portata in Autogrill, fatto assaggiare il caffè per la prima volta. E io ero ammaliata da te, ed eccitata come se stessi fuggendo. Poi hai parcheggiato di fronte all’albergo, sul lungomare. Ho alzato lo sguardo, visto le file di balconcini bianchi con le ringhiere in ferro battuto, le tende azzurre dietro le finestre, le bandiere di tutta Europa, e ho pensato che tu fossi ricchissima.
(da S. Avallone, in «La lettura», rid.)
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DI POESIA
La cancellazione creativa
Attività di produzione di un Caviardage con abbellimento artistico
MATERIALI pagina strappata da un vecchio libro, matita, penna, pennarello con punta fine. Inoltre (a seconda della tecnica scelta): marcatore nero con punta a scalpello, pennarelli colorati, matite acquerellate, colori a olio, colori a cera, timbri, whasi tapes, immagini ritagliate per collage
In questa attività proporremo diversi modi creativi di cancellare le parole, ma tieni sempre presente che ciò che conta non è il valore artistico del testo creato, ma la sua capacità di rispecchiare le tue emozioni profonde.
■ Procediamo come per il Caviardage con tecnica base. Questa volta ti invitiamo a utilizzare un vecchio libro, strappandone una pagina.
■ Ascolta la poesia Una volta sognai di Alda Merini letta ad alta voce dall’insegnante.
■ Lascia decantare le parole della poesia dentro di te e cerca di rimanere in connessione con l’emozione che ti hanno suscitato.
Scorri lo sguardo sulla pagina senza leggerla e lasciati catturare dalle parole che ti chiamano . Sottolineale a matita. Rileggi le parole scelte e collegale tra loro, utilizzandone altre: articoli, preposizioni, congiunzioni (parole “gancio”) presenti nella pagina.
A questo punto rileggi a bassa voce il tuo testo poetico: che cosa ne pensi?
■ Utilizza un pennarello dalla punta sottile per creare una cornice (ovale o rettangolare) intorno a tutte le parole del componimento.
A questo punto puoi cancellare tutto il resto usando la creatività per trasformare la pagina in una “poesia visiva”. L’obiettivo sarà sempre quello di mettere in evidenza le parole “trovate” rendendo il Caviardage più “bello” e interessante da un punto di vista estetico.
Ecco alcuni suggerimenti. Puoi:
● utilizzare il pennarello nero, ma eliminando il testo con tratti discontinui;
● usare matite acquerellabili, i colori a olio o a cera;
● cambiare la direzione del tratto di cancellatura;
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LABORATORIO
• CLASSE SECONDA
● aggiungere immagini creando un collage: le puoi ritagliare da cataloghi, depliant, calendari...;
● usare timbri o piccoli adesivi;
● usare dei washi tapes, cioè nastri adesivi, meglio se di carta, di vari colori e fantasie;
● fare disegni sulla pagina.
■ Come per la tecnica base, se le parole non sono in ordine, ti consigliamo di riscrivere il testo nello spazio a disposizione nella pagina (sotto, sopra, nei bordi). Non dimenticare di firmare e mettere la data: la tua poesia visiva è pronta per essere condivisa con i tuoi compagni e le tue compagne di classe. Leggila ad alta voce se vuoi, ti farà sentire poeta.
Un tratto di matita (è) incredibilmente un diamante (cancellazione con tratto discontinuo)
Il bambino attende sempre parole affettuose (cancellazione con matite acquerellabili)
La commovente felicità di un pazzo (cancellazione con washi tapes e colori a cera)
Ancora bugie come schiaffo (alla) memoria inconfutabile. Il tempo uno specchio in fondo (a) una barriera (cancellazione con immagini, collage)
LABORATORIO DI POESIA • CLASSE SECONDA 15 © Rizzoli Education S.p.A. –
Zordan
Rosetta