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Felicità e benessere al lavoro ai tempi del Covid-19

IL CHIEF HAPPINESS OFFICER COME PROFESSIONE EMERGENTE

L’85% dei lavoratori del mondo è demotivato (ricerche Gallup); il 65% afferma di non sentirsi apprezzato mentre le aziende con bassi livelli di engagement registrano cali di fatturato del 32,7%.

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Pandemia, smartworking forzato, crisi economica e senso di incertezza sul futuro non fanno che esasperare un modello del lavoro che era già entrato in crisi e mostrava tutte le sue inefficienze a causa dei danni economici generati dalla cultura del comanda e controlla, delle piramidi gerarchiche, della burocrazia, della pressione sui risultati.

La scienza e le ricerche sul campo dimostrano invece che la felicità individuale e sistemica è una leva strategica per far prosperare business e benessere in maniera armonica ed integrata.

Oggi sappiamo da istituti come Gallup e Greenberg che una cultura positiva determina + 300% d’innovazione e +31% di produttività e che le organizzazioni positive esistono anche in Italia. Ne sono un esempio Servizi CGN, Mondora, EFM, Zeta Service, Biogen, solo per citarne alcune. Sono casi che dimostrano che investire sulla felicità sia la strategia più efficace non solo per i profitti ma per rafforzare fiducia, engagement e collaborazione, risorse più che mai necessarie per affrontare complessità ed incertezza in modo sostenibile.

Sono testimonianze preziose soprattutto per il particolare momento storico che stiamo attraversando a causa della crisi economica, oltre che sanitaria, innescata dal Covid-19.

Costretti all’isolamento sociale e all’adozione forzata di pratiche e strumenti di lavoro fino ad un anno fa considerati ancora non necessari e che sono stati introdotti senza la necessaria preparazione culturale per una loro efficace adozione, oggi realizziamo tutta l’inadeguatezza e l’inefficienza dei modelli convenzionali in base ai quali abbiamo costruito il mondo del lavoro.

Per esempio, il modello comanda e controlla piuttosto che le strutture basate su ruoli fissi e gerarchie sono stati messi a dura prova da questa situazione che impone, insieme alla distanza fisica, una necessaria fiducia e un approccio convinto alla crescita e all’apprendimento continuo delle persone: fiducia nelle capacità dei collaboratori di auto-organizzarsi per gestire il lavoro da casa in modo responsabile; orientamento all’apprendimento per adattarsi velocemente all’utilizzo di nuove tecnologie e strumenti a supporto di modalità di lavoro diverse da quelle a cui eravamo abituati.

Di fronte all’emergenza le Organizzazioni Positive hanno reagito più velocemente e più efficacemente, mantenendo il livello di engagement e di profitti in quanto aziende che in tempi non sospetti hanno saputo coltivare il proprio capitale umano, hanno investito nella creazione di relazioni di fiducia con i propri collaboratori, hanno favorito una cultura aperta alla responsabilità individuale e coltivato leader lungimiranti e competenti capaci di far crescere i propri team.

Queste organizzazioni non hanno aspettato i decreti del Governo per introdurre il lavoro da remoto ma, sinceramente mosse dal desiderio di proteggere la salute dei propri collaboratori, hanno consapevolmente anticipato queste scelte adoperandosi per consentire a tutti i lavoratori di avere gli strumenti per continuare a lavorare da casa fornendo loro ulteriori servizi per la formazione, la crescita o il necessario supporto al cambiamento.

Sono esempi che dimostrano che di fronte alla più disarmante complessità se teniamo la rotta sulla fiducia e il timone saldo su cooperazione, senso di appartenenza e supporto reciproco, possiamo superare qualsiasi sfida.

Queste conclusioni emergono anche dalla recente pubblicazione del World Happiness Report, redatto dall’ONU ogni marzo dell’anno, che ha confermato che fiducia e connessione sociale, senso di appartenenza e flessibilità sono le dimensioni che più determinano non solo il benessere delle persone ma anche la resilienza delle comunità, delle imprese e delle nazioni.

È questo il contesto in cui emerge il Chief Happiness Officer (CHO), tra le professioni più richieste per affrontare un periodo storico dominato da incertezza e vulnerabilità. Da due anni 2BHappy Agency, organizzazione che, prima di tutto, persegue il proposito della felicità e che opera per la trasformazione culturale positiva delle organizzazioni, sta investendo le proprie energie per accreditare la figura professionale del CHO anche nel nostro Paese. Se il benessere e la felicità delle persone sono al centro delle scelte strategiche e della cultura di un’azienda, il CHO è la figura professionale in grado di creare le condizioni affinché i leader e le aziende siano attori di nuovi comportamenti.

Non è una figura che si aggiunge agli HR manager, agli esperti di welfare, wellbeing o a chi si occupa di responsabilità sociale, ma un professionista interno all’azienda che sceglie di aggiornare competenze, strumenti e modelli per fare della felicità una strategia organizzativa coerente, allineando cultura, comportamenti, stili di leadership, processi e pratiche in modo da realizzare vantaggi sostenibili e durevoli sia per il benessere delle persone sia per i risultati di business. Dalla prima edizione di corsi di formazione nel settembre 2019 ad oggi, e nonostante la crisi indotta dal Covid, 2BHappy Agency ha già formato 145 manager di piccole, medie e grandi aziende italiane di ogni settore e l’edizione di primavera 2021 aggiungerà alla comunità italiana altri 40 professionisti, segno della nuova sensibilità emergente e dell’urgenza di dotarsi di competenze e strumenti innovativi per costruire luoghi di lavoro sani, felici e sostenibili nel tempo.

www.chiefhappinessofficer.it

Daniela Di Ciaccio

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