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Il Male
Il problema del Male e, corrispondentemente, del Bene, è vecchio come il mondo; esso compare in tutte le culture e viene grossomodo risolto nella stessa maniera dalle diverse civiltà.
La soluzione è drastica; da una parte c’è il Bene e chi vorrebbe solo fare sempre il Bene; dall’altra ci sono persone e gruppi che indulgono spesso a compiere qualcosa che noi chiamiamo Male. Il problema quindi non può essere eluso e diviene ancor più coinvolgente se il discorso si intreccia con quello di un Dio buono e comprensivo.
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In sostanza se Dio c’è ed è onnisciente ed onnipotente perché permette il Male? Questa è la domanda centrale della cosiddetta teodicea, una parte cospicua della teologia.
A prima vista le risposte possono essere solo due: o Dio sa e non può o Dio non sa. Nessuna delle due soluzioni piace ai credenti di tutti i tempi e per la verità neppure ai cosiddetti laici.
Sembra in sostanza che Dio e il Male siano incompatibili.
A tutt’oggi si scrivono articoli e tomi su questo argomento ma nella sostanza non ci si allontana di una virgola da quel che abbiamo appena detto. Noi, che viviamo in Paesi civili nei quali ci sono stati indubbi progressi nel comportamento individuale e sociale, assistiamo allibiti agli episodi più o meno perversi del fare il Male. Il prototipo del Male per la nostra generazione è Hitler ed il nazismo. Sappiamo però che anche in questo stesso momento in alcune parti del mondo vengono compiute efferatezze indicibili. Il problema quindi è ancora estremamente attuale e vitale.
Una mente scientifica comincia ogni trattazione con la definizione degli argomenti che tratta: in questo caso che cos’è il Male (e correlativamente il Bene) e, prima ancora, esiste il Male? Se il buonsenso ci dice che la riposta a quest’ultima domanda è necessariamente sì, dall’altra la nostra razionalità ci impone di giustificarne l’esistenza e di indicarne l’origine e il modus operandi in ogni circostanza. Nonostante l’apparenza, non si possono risolvere le questioni considerandole in maniera globale ma occorre cercare di scomporre il problema nelle sue parti. Una scelta può essere quella di tenere separato il Male presente nelle cose, ossia l’inevitabile, per il quale nessuno ha colpa, dal Male presente in noi ovvero il Male commesso e poi quello che si intende normalmente per Male.
Esiste probabilmente ancora un po’ di spazio per il Male che è in me per dar conto del disagio esistenziale di cui gli scrittori parlano utilizzando termini diversi che oggi è di moda considerare sotto il capitolo senso di colpa.
Se questa tripartizione ha un senso, il Male presente nelle cose ossia il Male naturale ha una sola origine ineliminabile anche se purtroppo poco popolare e diffusa anche tra le persone colte.
In poche parole tutto nell’universo va verso il disordine con la conseguenza di perdita di ordine e di informazione. La vita come la conosciamo noi, compresa la nostra, sembra contravvenire a questa tendenza universale perché in molte circostanze gli esseri viventi sono in grado di creare ordine, seppur temporaneamente. Quindi il Male presente nelle cose, dai terremoti alle epidemie, dalle eruzioni vulcaniche agli tsunami, ha oggi una sola semplice spiegazione: è la vita stessa che è fuori regola anche se, per periodi non brevi, riesce a fare quello che fa.
Il problema principale, quello del Male presente in noi, è invece più difficile da affrontare ma nella sua essenza è riconducibile alla spiegazione precedente. L’universo ha permesso che la Vita esistesse, ma a certe regole, per esempio la continua evoluzione dei viventi: per raggiungere questo obiettivo, gli esseri viventi compresi noi devono per forza compiere certe azioni. Il Male nella sua essenza pura in natura non esiste: non c’è malvagità nel leone che sbrana l’antipole né bontà nella femmina di mammifero che allatta cuccioli non suoi. Il Male nasce quindi quando noi esaminiamo con la nostra testa questi eventi e inesorabilmente li stigmatizziamo coma Male o come Bene.
Non c’è nulla da fare allora? C’è tanto da fare, con l’istruzione, la consapevolezza e l’educazione, come la Storia dimostra. Ma tutto ciò non può fare miracoli.
Si sarà notato che in queste considerazioni non abbiamo scomodato l’esistenza di Dio. Ciò è dovuto in parte allo spirito laico della nostra attuale civiltà e in parte al fatto che introdurre il parametro Dio non avrebbe cambiato nulla ma avrebbe solo spostato il problema: è più potente Dio o il secondo principio della termodinamica?
Edoardo Boncinelli – Il Male – il Saggiatore