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LA STORIA ALLE NOSTRE SPALLE
Nella Storia il mondo è sempre stato popolato da masse incolte, che non hanno mai avuto alcuno stimolo progettuale per ambire ad una vita caratterizzata da evoluzione sociale.
Per milioni di anni la popolazione, totalmente incolta, è sempre stata composta dai due generi fino a pochissimi anni fa con caratteristiche e ruoli sociali molto diversi (con minime eccezioni):
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• da una parte donne incolte, e senza progetti di protagonismo personale al di fuori della famiglia, totalmente donate alla famiglia, e soprattutto ai figli. La natura ha favorito questo ruolo, donando loro gentilezza, rispetto e sacrificio per gli altri anche in prospettiva futura, ed etica. È stato un dono talmente forte ed impregnante l’esistenza che da sempre e fino a pochissimi decenni fa ha condizionato il proprio progetto di vita: senza ruoli sociali al di fuori della famiglia. Peraltro la vita sociale, che storicamente ha sempre avuto una prevalenza di fisicità, non ha mai favorito la donna, decisamente meno dotata di forza fisica. Pertanto la natura ha dato alla donna due caratterizzazioni:
• forte etica: disponibilità a privilegiare altri, anche sacrificando se stesse; capacità di relazione positiva che la natura ha favorito intervenendo sull’attrattività fisica
• inabilità nell’azione fisica dove erano costantemente richiesti forza fisica e competizione;
• dall’altra parte uomini altrettanto incolti ma costruiti dalla natura in modo completamente diverso: totalmente centrati su se stessi, dotati di forza fisica, tesi verso la contrapposizione e a raggiungere egocentricamente risultati nel più breve periodo possibile. Quindi esseri umani del tutto opposti in entrambe le caratterizzazioni:
• totale assenza di etica: in origine concepiti contrappositivi e centrati su se stessi
• forte abilità all’azione: struttura fisica e forza fisica hanno sempre rappresentato gli ingredienti fondamentali dell’azione.
Queste 2 differenti caratterizzazioni sociali tra Donna e Uomo sono sempre state alla base di tutta la Storia che ci sta alle spalle.
Prospettive Auspicabili
La vita si basa sulla complementarietà e sulla relazionalità positiva delle 2 componenti fondamentali:
• la componente fisica, tipicamente maschile
• la componente mentale, tipicamente femminile.
Per creare vita vera, condivisibile e felice, le 2 componenti devono entrare in relazione. Nella Storia ciò non è mai avvenuto: ha sempre prevalso la componente fisica - per una vita non condivisibile, né felice
La componente fisica, la forza, è basica e fondamentale anche per innescare la vita e avviarla, ma non è affatto sufficiente per ottenere il vero ed ambìto risultato che è il vivere bene la vita, in modo felice Risultato questo consentito solo dalla relazionalità positiva, in totale assenza di contrapposizioni.
La soluzione per creare relazionalità positiva deve prevedere interventi atti a far superare gli ostacoli creati dalle 2 caratterizzazioni originarie, aggiungendo degli “ingredienti complementari”:
• bisogna fare in modo che la Donna –già dotata di etica – aggiunga abilità all’azione esterna, pur in ambiti operativi che non richiedono forza fisica
• bisogna fare in modo che l’Uomo – già dotato di forza fisica – aggiunga capacità relazionale, attenzione agli altri, etica.
In entrambi i casi, l’ingrediente risolutivo è lo studio, la formazione culturale, sviluppata in modo completo:
• lo studio dà alla Donna sicurezza in se stessa, desiderio di sviluppare la propria individualità anche all’esterno della propria famiglia, di acquisire una capacità di agire in ruoli sociali importanti che non aveva mai frequentato. È come se lo studio pilotasse la Donna verso ruoli storicamente maschili
• lo studio dà all’Uomo la capacità di scoprire gli altri, e di capire che gli altri sono entità fondamentali per la propria esistenza, di scoprire che la relazionalità positiva è la tecnica fondamentale per vivere bene, di interiorizzare il valore irrinunciabile che è l’etica. È come se lo studio portasse l’Uomo verso ruoli storicamente femminili.
Lo studio fa incontrare in modo armonico e rispettoso i 2 ingredienti basici della vita, producendo relazionalità positiva e felicità. Azione (originariamente maschile), ed etica (originariamente femminile) finalmente si incontrano.
Ricordandoci comunque che tutte le forme di vita richiedono innanzitutto la relazionalità positiva, e quindi il rispetto, l’assoluto evitamento della contrapposizione, e quindi l’etica.
Il tema dell’etica è pertanto fondamentale e per questo obiettivo è socialmente obbligatorio che soprattutto l’Uomo porti a termine tutti gli studi, in modo completo.
LO STUDIO È FONDAMENTALE: MA ATTENZIONE AI 2 MOMENTI
Nello sviluppo dello studio si raggiungono progressivamente 2 risultati, soprattutto nella componente maschile che sociologicamente è la più preoccupante. Due risultati entrambi estremamente importanti, soprattutto considerato che fino a pochissimi anni fa – stante il fatto che la grande maggioranza non ha mai studiato – nessun risultato era mai stato raggiunto.
Nella prima parte dello studio – conclusione delle medie superiori – si ottiene il primo grande risultato: si esce dalla massa, si diventa individui – ognuno con delle proprie peculiarità – e si acquisisce capacità critica: capacità di capire e di giudicare. La Scuola insegna la comprensione ed il giudizio.
È un momento importante, perché si scopre la propria persona e ci si carica di importanti speranze di vita: si ha consapevolezza di essere usciti dalla massa e di avere opportunità di partecipazione alla Società prima non immaginabili.
Ma attenzione: la centratura su se stessi, in questa fase, è massima. È talmente forte che si percepisce di dover vivere in contrapposizione con gli altri. L’egocentrismo è talmente alto da contrastare in modo violento la componente etica. È un guaio che ovviamente non dovrebbe essere accettato, e che richiederebbe interventi riparativi.
L’intervento risolutivo è il frutto della seconda parte degli studi: la frequentazione dell’Università. La prosecuzione degli studi fa capire sempre di più la propria incompetenza, il divario che solo lo studio può coprire, la grande complementarietà degli altri, siano essi Docenti che propri Colleghi sempre più preparati. Quindi è solo lo studio evoluto che porta verso gli altri il rispetto e l’etica.
L’etica non viene insegnata – diversamente dalla capacità critica – ma è il frutto naturale dell’interiorizzazione della cultura e della capacità di riflettere che si autoproduce, innescata dallo studio.
PURTROPPO LA GRANDE MAGGIORANZA NON COMPLETA GLI STUDI: CHE FARE?
L’attuale situazione sociale italiana – ma anche in buona parte del mondo, pur con qualche eccezione – è molto diversa. La grande maggioranza non ha continuato gli studi: la centratura su se stessi – soprattutto maschile – è rimasta massima, e l’etica –in ambito maschile – continua a rimanere minima.
Il non completamento degli studi ne ha la massima responsabilità. L’impostazione della Scuola dovrebbe avere l’obbligo di tenere conto di questa esigenza e di trovare soluzioni per agevolare questo obiettivo. In realtà esistono problemi che non vengono affrontati e creano freni: il 75% degli Studenti delle medie superiori soffre di stress ed attacchi di panico, ed il 44% ha dichiarato di sentirsi del tutto inadeguato. La conseguenza di ciò è che solo ¼ decide di proseguire con gli studi universitari.
In realtà la Scuola – ragionando in termini di “marketing” – pare che non abbia una impostazione ottimale: è totalmente centrata su se stessa, rigida, e non capisce che deve invece sviluppare una politica di “desiderabilità”, andando incontro ai Giovani considerando che proprio nell’adolescenza hanno bisogno di vicinanza, di non perdere l’orgoglio in se stessi, di essere aiutati – anche con pazienza ed adattamenti personali – a superare le difficoltà.
Se così fosse, i Giovani arriverebbero a concludere le medie superiori con maggiore desiderio di proseguire gli studi.
E nel caso ci fossero in famiglia delle difficoltà economiche per i costi universitari, il Sistema Pubblico dovrebbe aiutare. I Giovani sono l’unica vera grande ricchezza potenziale che ha un Paese. Sono il suo futuro, e bisogna fare di tutto per aiutarli a crescere. Conviene a tutti, e conviene al Paese. Se le Famiglie non hanno risorse, il Sistema Pubblico deve provvedere.
SITUAZIONE DI STALLO, NON SI FA NIENTE, ANZI LE COSE TENDONO A PEGGIORARE
L’etica non evolve, anzi. E questo non solo in Italia. Le centrature su se stessi, le tensioni, l’incapacità di sviluppare una relazionalità positiva stanno caratterizzando un po’ tutto il mondo. E le cause sono le stesse, in tutti i Paesi.
Curiosamente l’istruzione è risultata la causa innescante. Infatti il suo avvio:
• ha svegliato il mondo dal torpore dell’ignoranza
• i Giovani – soprattutto il genere maschile - hanno avviato un nuovo tipo di vita, con molto più protagonismo ed illusioni, arrivando a forti investimenti e centrature su se stessi.
Ma l’interruzione dell’istruzione ha provocato un blocco dell’acquisizione dell’etica.
Non solo: gli accadimenti degli ultimi 15 anni hanno ulteriormente aggravato la situazione, perché hanno provocato –soprattutto nei Giovani – una forte chiusura in se stessi.
In particolare, facciamo riferimento alle conseguenze degli eventi internazionali degli ultimi anni:
• ad iniziare dalle crisi finanziarie verificatesi dal 2007 al 2013, che hanno creato, soprattutto nelle classi giovanili, situazioni complesse, di precariato
• proseguiamo con i guai prodotti dal lockdown per il Covid; soprattutto nelle classi giovanili si sono manifestate forti turbative mentali, tuttora esistenti, che hanno coinvolto ben più di 1/3 di questa generazione
• non dimentichiamo le continue tensioni internazionali provocate dalle guerre in corso, con elevate conseguenze sui costi della vita (prezzi, inflazione, ..).
Tutte questi eventi hanno provocato chiusura in se stessi, contrapposizioni, eccessi di populismo un po’ in tutto il mondo occidentale (Brexit, Trump, Vox in Spagna, Gilet Gialli in Francia, …).
Di tutto ciò nessuna responsabilità è da attribuire alle nuove classi giovanili: sono state semplicemente abbandonate, dallo Stato e dalla Scuola, senza averne colpa.
I Responsabili della gestione non hanno capito il proprio ruolo, facendo ragionamenti di solo breve periodo, tipici della Politica: in particolare non hanno previsto i guai provocati dall’avvio di un nuovo percorso non portato a compimento.
E la centratura su di sé, aggravata dalla chiusura verso il sociale, non ha fatto altro che violentare l’etica.
IL GUAIO DELLA NON EVOLUZIONE DELL’ETICA; ANZI, DELLA SUA CONTRAZIONE. SOLUZIONI?
Il non investimento sull’etica è una dei problemi più grossi della nostra Società, e della sua sopravvivenza.
A giudizio degli scienziati dei 193 Paesi dell’ONU, sono in atto turbative sociali estremamente rischiose per il futuro dell’Umanità. Il tema è quello della Sostenibilità dei comportamenti - nel 2015 hanno varato l’Agenda 2030 - per consentire una vivibilità sociale decorosa nel tempo.
I grandi pilastri della Sostenibilità sono 2: sono le grandi basi degli obiettivi dell’Agenda 2030, che poi si articolano negli obiettivi:
• rispettare l’ambiente
• avere un comportamento etico, di inclusione ed aiuto verso tutti.
In questa sede non entriamo nel dettaglio di questa tematica fondamentale per la vita di tutti. Però dobbiamo constatare che non è pensabile non fare nulla.
Purtroppo, oggettivamente – quantomeno per l’etica – non si sta facendo sostanzialmente nulla. E se la gente non ha cultura sufficiente, ed in più è infelice ed è chiusa in se stessa non avendo alcun interesse per una relazionalità positiva con gli altri, il disinvestimento sull’etica non può che aumentare.
Un primo passo strategico del Potere Politico, come base fondamentale per l’ingrediente basico della relazionalità positiva e dell’etica, sarebbe quello di innovare il marketing della Scuola, renderla desiderabile, e di aiutare economicamente coloro che ne hanno necessità. È certamente un passo fondamentale, anche se gli esiti di queste scelte non potranno essere immediati: bisognerà formare le nuove generazioni, ci vorranno 2-3 lustri - il tempo è lungo, pur se è obbligatorio farlo, per le future generazioni
E nel breve periodo, che cosa si potrebbe fare? Una prima risposta potrebbe essere quella di alleviare le aggravanti, cioè aiutare la gente a vivere meglio, a limitare la contrapposizione.
Ma la Politica non è in grado, non ha credibilità, non è abituata a fare ragionamenti strategici, di lungo periodo.
Se è così, la soluzione potrebbe essere: ci pensino le Imprese, assumendosi una nuova Responsabilità e Sostenibilità Sociale: hanno credibilità, hanno capacità, ed anche convenienza … avrebbero ritorni economici davvero importanti!
Remo Lucchi