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La cultura è la chiave per vivere in una continua armonia esistenziale REMO LUCCHI

La cultura favorisce l’etica, il rispetto degli altri e il rifiuto della contrapposizione. E grazie al ruolo della poesia possiamo creare legami condivisi.

Il vero guaio all’origine di tutti i problemi che stanno sempre più caratterizzando la nostra società è la crescente contrapposizione sociale che si è sviluppata in questi ultimi 20 anni. C’è un’origine chiara, peraltro mai diagnosticata - quindi assenza di interventi riparatori - aggravata da eventi che stanno persistendo.

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L’origine e lo sviluppo di tale situazione possono essere così sintetizzati:

• fino a circa 20-25 anni fa si erano notate varie turbolenze sociali, ma sempre contenute, mai di massa: la stragrande maggioranza della popolazione era totalmente incolta - più dell’80% aveva interrotto la scuola prima dell’adolescenza - e non si poneva obiettivi di protagonismo e di partecipazione;

• con l’avvio degli anni 2000, invece, le nuove generazioni hanno nella grande maggioranza proseguito gli studi, arrivando – pur a fatica – a terminare le scuole superiori. Hanno raggiunto così questo obiettivo, pur non avendo con la scuola un sentimento positivo: nei tre quarti dei casi si sono sempre constatate tensione ed avversione, tanto che solo una piccola minoranza ha proseguito e concluso l’università. Ma in ogni caso con il diploma di maturità le nuove generazioni si sono poste obiettivi di uscita da un passato rinunciatario, e si sono fortemente illuse di un nuovo protagonismo

• questa illusione ha purtroppo subìto degli impedimenti inattesi: il contesto economico ha subìto dei blocchi per varie cause che si sono succedute, a cominciare dalla globalizzazione, e della varie crisi finanziarie che si sono sviluppate tra il 2007 ed il 2013

• la non completa formazione culturale delle nuove generazioni, e l’assenza quindi anche della “resilienza” - la capacità di affrontare e superare eventi complessi – che è frutto della cultura, ha bloccato il sogno di protagonismo di queste nuove generazioni, e la loro caduta nel precariato

• conseguenza che non è stata accettata, e che ha prodotto desiderio di protezione ed aiuto, chiusura agli altri, contrapposizione, populismo

Ma la vera con-causa di tutti questi guai è stata l’incapacità di agire di queste nuove generazioni: di fatto hanno reagito alle conseguenzesoloconreazionicontrappositive e violente, a causa dell’assenza di una formazione culturale completa.

Si erano illuse, ma senza aver acquisito strumenti adeguati. Come si è detto, la causa fondamentale è individuabile nel non completamento degli studi.

Ma la responsabilità dell’interruzione della formazione non è affatto dei giovani, così come non hanno responsabilità per le conseguenze

Lo vediamo adesso. Come creare cultura, e quindi etica.

La cultura Anche di questo aspetto se ne è più volte parlato. Ma riprendiamo il tema.

Nelle scuole medio-superiori si nota una grande tensione negli studenti: la scuola ha purtroppo una impostazione “contrappositiva”, non tiene conto che gli studenti sono adolescenti in fase di formazione e sviluppo, e che hanno bisogno di adeguamenti personalizzati.

I giovani sono i destinatari di offerta di formazione ed è necessario – come in tutti i rapporti offerta-domanda - che l’offerta tenga conto dei bisogni della domanda, ed a questi si debba adeguare. L’offerta deve diventare “desiderabile”. I giovani vanno aiutati a ritrovare se stessi, ad avere orgoglio in se stessi; e devono essere aiutati ad amare lo studio.

E gli insegnanti non devono solo essere preparati culturalmente nella materia, ma devono capire quale ruolo deve avere la docenza: l’obiettivo è lo studente che deve essere formato. E mai abbandonato!

Se così fosse, se tutti fossero aiutati a godere dell’acquisizione progressiva della cultura – in quanto ricchezza destinata alla propria persona ed alla propria felicità - nessuno smetterebbe di studiare, e la cultura diverrebbe il clima dominante ed irrinunciabile.

È vero anche che la scuola ha un costo. Ma questo non deve essere un problema: i giovani rappresentano l’unica vera ricchezza che un Paese ha per il proprio futuro, e se le famiglie hanno problemi, lo Stato ha l’obbligo di intervenire (tutti i Governi, al di là della loro breve durata, devono convincersi in ogni caso della necessità di sostenere investimenti di lungo periodo).

La cultura e l’etica. La cultura progressiva forma l’individuo a diventare un essere adeguato a tutti i ruoli che deve sostenere nella vita, personale e sociale.

Nella “costruzione” dell’individuo sono individuabili due momenti, che hanno peraltro corrispondenza con la formazione culturale. Ogni individuo deve:

• innanzitutto formare se stesso, uscire dalle masse incolte e dipendenti, e diventare un individuo con una propria capacità critica. Sono le fondamenta solide sulle quali costruire poi la propria esistenza, aggiungendo nuovi ingredienti. Questa capacità critica è acquisibile da ciò che si impara dall’insegnamento scolastico, cioè dalla frequentazione delle medie-superiori

• arrivati a questo punto si è a metà dell’opera: la centratura è massimamente su se stessi, mentre la vita, in tutte le sue manifestazioni, è anche relazione con “gli altri”

• “gli altri” sono entità fondamentali, perché tutte le forme di vita – fisica, culturale, sociale – sono frutto della relazione con altre persone. La vita è “il noi”.

L’esistenza degli altri è quindi fondamentale, così come lo è il loro rispetto, l’etica, l’inclusione di tutti, la comprensione delle altrui esigenze, la disponibilità per consigli ed aiuti.

Che cosa fa capire l’indispensabilità degli altri? L’etica: la cultura.

La prosecuzione degli studi, dopo le mediesuperiori, ha come frutto fondamentale l’assimilazione:

• dell’etica (senso civico, rispetto degli altri, inclusione sociale);

• della resilienza (capacità di riorganizzare la propria vita, superando periodi di difficoltà, trovando dentro di sé le risorse).

Va comunque precisato che mentre la capacità critica e la capacità di ragionare vengono trasmesse dagli ingredienti cognitivi veicolati direttamente dalla docenza e dallo studio (medie-superiori), l’etica e la resilienza non sono veicolabili dal mero insegnamento, ma sono il frutto naturale dell’interiorizzazione della cultura, innescata dallo studio. Senza uno studio prolungato e veramente assimilato non si ottiene nulla.

Come favorire la permanenza dell’etica: la poesia.

Quindi, strumento basico della vita è l’etica – rispetto, inclusione, aiuto, evitamento della contrapposizione – e l’ingrediente fondamentale è la cultura.

Ma poi, come si sviluppa la vita? La vita è il frutto della relazionalità positiva, e di tutto ciò che favorisce la permanenza dell’etica

L’etica è relazione, e lo strumento basico della relazionalità è la comunicazione. Comunicazione che deve essere efficace, che deve trasmettere, e per trasmettere bene deve tenere conto delle regole della trasmissione.

Colui che – nella comunicazione – deve ricevere, ha una rilevanza fondamentale. La trasmissione deve suscitare la sua attenzione. La trasmissibilità deve quindi godere di un linguaggio armonioso, che riesca a veicolare nel modo più ricevibile il senso dei significati.

L’attenzione al senso, agli aspetti sovrastrutturali, ai significati, è favorito dalla forma: dall’estetica, dalla bellezza. L’estetica, la bellezza, l’emozione sono i veicoli fondamentali di tutte le forme di vita perché favoriscono la relazionalità

Uno strumento elitario della relazionalità è la poesia. La poesia è una forma d’arte che cerca – con l’accostamento delle parole – di creare dei significati di ordine superiore, delle sensazioni, che hanno il ruolo di comunicare il bello, e di unire in sentimenti comuni positivi. Crea legami condivisi, crea unioni rette da un ordine superiore.

La poesia rivela un sentimento che l’individuo coinvolto avverte come proprio, e che fa accomunare i vari individui, li fa unire. È implicitamente lo strumento basico della relazionalità culturale.

La poesia ha anche una utilità morale e sociale perché risveglia il sentimento poetico presente negli individui, che li avvicina tra di loro, e li allontana dalla violenza.

Coglie l’autenticità del vivere e del sentire, sgombra il campo da tutte le sovrastrutture che ingombrano l’uomo, restituendo all’uomo se stesso. La poesia viene percepita dal cervello come una sorta di musica, che stimola anche l’empatia tra le persone. È una dote grazie alla quale ci si può esprimere con qualsiasi persona capace di ragione. È la massima capacità di dialogo.

In definitiva la poesia è l’ingrediente più auspicabile per un’etica massima e duratura

Remo Lucchi

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