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NB: IL FUTURO È ARRIVATO!

Le imprese italiane denotano in genere comportamenti tardivi rispetto alle loro corrispondenti e concorrenti imprese internazionali. Sovente le strategie sono conservative e quindi non stimolanti, i circuiti organizzativi sono eccessivamente burocratici, il management scarsamente orientato al rischio e all’innovazione non tecnologica.

La gestione del Capitale Umano è basata su investimenti formativi tradizionali, dedicati a sviluppare competenze squisitamente tecniche ma inadeguatamente sostenibili dal punto di vista comportamentale. Ciò produce skill poco originali, poco distintive e, quindi, poco competitive.

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Qualche numero: l’investimento in Formazione delle nostre imprese è da troppo tempo mediamente plafonato al di sotto dell’1% del fatturato annuo, con un costo orario di 56 euro. In tal senso l’Italia è al 18° posto sui 27 Paesi dell’Unione; nel 72,3% dei casi le nostre aziende non ritengono necessario lo sviluppo di ulteriori competenze. A questo proposito riporto una recente affermazione del Prof. Peter Senge del MIT di Boston: ”Il solo vantaggio competitivo che un’Azienda ha nei confronti della Concorrenza è la capacità di apprendere più degli altri”

Fabrizio Favini

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