Anno III Gennaio Marzo 2019
Casa Editrice la fiaccola Srl
Soluzioni e tecnologie per l’ambiente
LA RISCOSSA DEL GAMBERO ROSSO SLUDGE 4.0 BIOFERTILIZZANTI DA FANGHI DI DEPURAZIONE
GAS RINNOVABILE LA STRADA CHE PORTA ALLA CARBON-FREEDOM
CANADA VISITA AD UN LEADER MONDIALE DI RICICLAGGIO METALLI
IL SOFTWARE PIĂ COMPLETO PER LA GESTIONE DEI RIFIUTI
INTUITIVO. WEB BASED. MOBILE FRIENDLY
A CHI SI RIVOLGE PRODUTTORI RIFIUTI
RACCOLTA E TRASPORTO
⢠⢠⢠⢠â˘
⢠⢠â˘
Aziende Sanitarie GDO e GDS Industria Energia Farmaceutica...
GESTIONE RIFIUTI ⢠⢠â˘
Impianti di trattamento e recupero Impianti di riciclo e stoccaggio Centri di compostaggio, depuratori...
Igiene Urbana Trasportatori Raccolta vetro, raccolta plastica...
Autodemolitori Discariche Termovalorizzatori Consulenti ambientali
A COSA SERVE ⢠⢠⢠⢠⢠⢠⢠⢠⢠⢠â˘
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ISSN 2610-9069
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Numero 6 Gennaio Marzo 2019
SOMMARIO
Direttore responsabile Lucia Edvige Saronni lsaronni@fiaccola.it General Manager Giuseppe Guzzardi gguzzardi@fiaccola.it Direttore Editoriale Maria Angela Feliciello mfeliciello@fiaccola.it
In primo piano
Rifiuti solidi
Redazione Mauro Armelloni Matthieu Colombo Alberto Finotto Gianenrico Griffini - Responsabile della sezione veicoli e allestimenti Emilia Longoni waste@fiaccola.it
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Collaboratori Eliana Puccio
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Economia senza residui: quanti sono i rifiuti per ogni milione di euro prodotto? Cento di questi consorzi: la classifica che premia il porta a porta Tradizione italiana sostenibile: alluminio recuperato dalle capsule del caffè
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Da pannolini ad arredi urbani: la best practice di Fater
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Sette proposte prioritarie per la green economy
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Pesci a dieta di Sushin: insetti, crostacei, microalghe e sottoprodotti avicoli per unâalimentazione ittica controllata
Acque reflue 32
Progetto Sludge 4.0: i fanghi di depurazione diventano biofertilizzanti
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Lâimpiego dei fanghi in agricoltura e quella legge che tutti aspettano
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Il biogas fatto bene dalle matrici agricole (prima parte)
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Sulla strada che porta alla âcarbon-freedomâ
Tra i primi 20 al mondo: siamo andati in Canada, per visitare un impianto di AIM Recycling, uno dei leader al mondo di riciclaggio metalli Inno alla tradizione: unâesperienza lunga 130 anni
Segreteria Ornella Oldani ooldani@fiaccola.it Impaginazione e progetto grafico Studio Grafico Page Novate Milanese (MI) Amministrazione Federica Santonocito amministrazione@fiaccola.it Abbonamenti Mariana Serci abbonamenti@fiaccola.it Traffico e pubblicitĂ Laura Croci marketing@fiaccola.it Marketing e pubblicitĂ Sabrina Levada (responsabile estero) slevada@fiaccola.it
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Il recupero polimaterico che viene dal freddo
Corrado Serra cserra@fiaccola.it
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Raccolta eco a tutto gas a Milano
Agenti Giorgio Casotto T 0425 34045 - F 0425 418955 info@ottoadv.it per Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Veneto, Emilia Romagna (escluse Parma e Piacenza)
Rubriche 4
Advertiser e aziende citate
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News acque reflue: filtri e tende per recuperare la plastica dal mare, nanomateriali ed elettrodisidratazione per la depurazione delle acque
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News biowaste: energia che arriva dalle cialde, bioplastica da CO2, Expo Dubai modello di sostenibilitĂ , imballaggi etici
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News rifiuti solidi: materiali da scarto per moda ed ecodesign, la nuova vita del packaging (anche per petfood) e baratto di rifiuti: bevande e libri in cambio di lattine usate
Biowaste 50
Sempre allâaltezza: il nuovo movimentatore telescopico Sennebogen al Bauma di Monaco
Trimestrale - LO/CONV/059/2010 Reg. Trib. Milano N. 230 del 19/07/2017 Stampa Colorshade - Peschiera Borromeo (Mi) ISCRIZIONE AL REGISTRO NAZIONALE STAMPA N.01740/Vol. 18/Foglio 313 21/11/1985 - Roc 32150 Prezzi di vendita abb. annuo Italia abb. annuo Estero una copia una copia Estero
Euro Euro Euro Euro
60,00 120,00 20,00 40,00
Ă vietata e perseguibile per legge la riproduzione totale o parziale di testi, articoli, pubblicitĂ ed immagini pubblicate su questa rivista sia in forma scritta sia su supporti magnetici, digitali, ecc. La responsabilitĂ di quanto espresso negli articoli firmati rimane esclusivamente agli autori. Il suo nominativo è inserito nella nostra mailing list esclusivamente per l'invio delle nostre comunicazioni e non sarĂ ceduto ad altri, in virtĂš del nuovo regolamento UE sulla Privacy N.2016/679. Qualora non desiderasse ricevere in futuro altre informazioni, può far richiesta alla Casa Editrice la fiaccola srl scrivendo a: info@fiaccola.it Organo di informazione e documentazione Questo periodico è associato allâUnione Stampa Periodica Italiana: numero di iscrizione 15794 Casa Editrice la fiaccola Srl 20123 Milano, Via Conca del Naviglio 37 Tel. +39 02 89421350 Fax +39 02 89421484 fiaccola@fiaccola.it | www.fiaccola.com
ADVERTISERS
Soluzioni e tecnologie per lâambiente
Anno III Gennaio Marzo 2019
bkt-tires.com . . . . . . . . . . . . . . .IV Cop
brigade-electronics.com . . . . . . . . . .7
gerotto.it . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .43
Casa Editrice la fiaccola Srl
Soluzioni e tecnologie per lâambiente
LA RISCOSSA DEL GAMBERO ROSSO
marix.it/otr . . . . . . . . . . . . . . . . .III Cop SLUDGE 4.0 BIOFERTILIZZANTI DA FANGHI DI DEPURAZIONE
ecotecsolution.com . . . . . . . . . . .56,57
perinopierosrl.it . . . . . . . . . . . . . . . . . .3
atlantide-web.it . . . . . . . . . . . . . . . . .1
tomra.com . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .39
forrec.eu . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .41
toscandia.com . . . . . . . . . . . . . . .II Cop
AZIENDE CITATE 9 9Fiber ..........................................60 A Acque Industriali ..........................38 Adidas ..........................................70 AIM Recycling Hamilton ................64 Allison ..........................................79 Amnu............................................12 Asia Azienda Speciale per l'Igiene Ambientale ................12 Atl ................................................78 B Biofase..........................................61
C Consorzio Int. per la Scienza e la Tecnologia ..............................38 Contarina......................................12 E Eco.Lan ........................................17 F Fater ............................................16 Fiemme Servizi ............................12 I Ingelia Italia ..................................38
IN COPERTINA
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GAS RINNOVABILE LA STRADA CHE PORTA ALLA CARBON-FREEDOM
CANADA VISITA AD UN LEADER MONDIALE DI RICICLAGGIO METALLI
Primo piano di Procambarus clarkii (gambero rosso della Luisiana). Foto di Andrea Mangoni, zoologo, divulgatore e fotografo. Appassionato di ogni forma di vita, Andrea si occupa, da anni, di studio e salvaguardia della biodiversitĂ . oryctes.com
volvoce.it . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .5
Soluzioni e tecnologie per lâambiente
K Kindness 3D..................................60 L Liebherr........................................64 M Milano Industrial ..........................74 R Rap - Risorse Ambiente Palermo ........................73
Scai - Fuchs ..................................68 Sennebogen..................................62 Silea..............................................15 Sonda SocietĂ Cooperativa Sociale Onlus ................................61 Syndial ..........................................59 T Tentori VI ......................................78 Z ZF ................................................77
S Sartori Ambiente ..........................10 Savno............................................12
WWW.WASTEWEB.IT Gennaio Marzo 2019
PERFORMANCE TOTALE
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EDITORIALE
LâITALIA SI RIFIUTA
Con questo primo numero del nuovo anno, facciamo il punto di ciò che ci ha lasciato in ereditĂ il 2018. Rifiuti: lo scorso aprile la Cina, grande importatore di rifiuti dai Paesi occidentali (fra cui lâItalia), ha iniziato un percorso di restrizione. Dopo aver giĂ proibito lâimport di 24 tipologie di rifiuti solidi, ne vieta ora altre trentadue. Da questâanno, ad esempio, nel Paese non potranno piĂš entrare sedici tipologie di rifiuti, fra cui le carcasse dâauto e i pezzi di navi demolite; altre sedici tipologie dal 2020, fra cui i rottami di acciaio inossidabile. Una chiamata alle proprie responsabilitĂ interne (europee) nella produzione e riconversione dei rifiuti nellâottica dellâeconomia circolare. A proposito di Europa, partiamo dal nostro Paese. E dal tema pesticidi: sono 259 quelli trovati nelle acque italiane, come risulta dal Rapporto nazionale presentato lo scorso maggio da ISPRA (Istituto superiore per la ricerca e la protezione ambientale), a seguito del rilevamento delle acque superficiali e sotterranee svolto tra il 2015 e il 2016. In ambito comunitario, comunque, qualcosa si muove. Parliamo di plastica. Sempre a maggio, lâUE ha proposto una direttiva per proibire lâuso dei dieci prodotti in plastica monouso che inquinano i mari dâEuropa. Un intruso, la plastica, che si trova in buona compagnia, nelle acque del Vecchio continente. Ci riferiamo alle specie aliene. In base allo studio More than â100 worst alien species in Europeâ, pubblicato a giugno, sono 149 gli invasori a elevato impatto ambientale. Fra i peggiori raider: 54 piante, 49 invertebrati, 40 vertebrati e 6 funghi. Alcune di queste specie si trovano anche in Italia, come il gambero rosso della Lousiana, di cui parliamo in un servizio speciale a pagina 22. Acque reflue urbane, altra spina nel fianco di casa nostra. A luglio, Bruxelles esorta lâItalia a conformarsi alle normative UE, garantendo che quelle provenienti dagli agglomerati con oltre duemila abitanti siano raccolte e trattate. Inceneritori: salgono a novembre, le tensioni al Governo in merito ai rifiuti. Secondo Salvini, ci sarebbe la necessitĂ di predisporre un termovalorizzatore per ogni provincia, mentre Di Maio sostiene che il problema dei rifiuti in Campania non è legato agli inceneritori ma ai rifiuti industriali provenienti da tutta Italia. A gennaio 2019, lâunico impianto campano (Acerra) è andato in manutenzione; speriamo in bene. In questo scenario che ci vede imputati spesso di incuria, lâItalia tuttavia primeggia in Europa per produttivitĂ dâuso delle risorse materiali e di circolaritĂ della materia (come spieghiamo nellâarticolo a pagina 8). Nel riciclo siamo avanti a Francia, Germania e Regno Unito, nonostante le semplificazioni normative che mancano, come le incentivazioni (rare o assenti) e lâinadeguatezza impiantistica. Ripartiamo da qui, per una nuova stagione di Waste. Con le parole e i fatti, per parlare del nostro futuro sostenibile. Maria Angela Feliciello
Gennaio Marzo 2019
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Allarme Multifrequenza per Veicoli Elettrici z Avvisa i pedoni e gli utenti vulnerabili della strada che un veicolo elettrico è in avvicinamento z Tecnologia brevettata bbs-tekŽ - Suono multifrequenza - Direzionale e localizzabile - Il suono è sentito solamente nella zona di pericolo
z Il suono si interrompe al di sopra di una determinata soglia z Disegnato per il mercato dei veicoli elettrici commerciali e privati
z Avvisatore per la marcia avanti z TonalitĂ e volume aumentano con la velocitĂ del veicolo per simulare il suono di un motore a combustione
Tel +39 011-0142105 www.brigade-elettronica.it info-italia@brigade-elettronica.com
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RIFIUTI SOLIDI
FOCUS ON
Economia senza residui Con 43,2 t di rifiuti per ogni milione di euro prodotto, il nostro Paese risulta essere il piĂš efficiente nella riduzione dei rifiuti tra le cinque grandi economie europee. CosĂŹ lâItalia fa meglio della Germania (67,6 t per milione di euro prodotto) e della media comunitaria (89,3 t) Maria Angela Feliciello
er capire dove andrĂ lâeconomia nei prossimi anni è utile leggere lâultimo rapporto dellâIPCC, lâIntergovernmental Panel on Climate Change dellâONU, in cui chiaramente
P
COMUNI RIFIUTI FREE 2017-2018 COMUNI Rifiuti Free 2018
COMUNI Rifiuti Free 2017
Nord 386 76% Nord 399 82% Centro 43 9% Centro 38 8% Sud 76 15% Sud 43 10% Totale 505 Totale 486 I dati si riferiscono ai soli Comuni che hanno partecipato al concorso nazionale Comuni Ricicloni 2018 di Legambiente
risulta che, per limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C rispetto ai livelli preindustriali ed evitare le drammatiche conseguenze ambientali che giĂ oggi si stanno manifestando, entro il 2030 si dovranno ridurre del 45% le emissioni globali di carbonio rispetto al 2010, con lâobiettivo, da raggiungere entro il 2050, di eliminare completamente lâimpronta di carbonio. La societĂ e lâeconomia mondiale devono quindi necessariamente perseguire la via della sostenibilitĂ , con nuovi stili di vita e di consumi responsabili.
Gennaio Marzo 2019
RIFIUTI SOLIDI
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Gruppo Riciclo e Recupero del Kyoto Club, organizzazione non profit nata nel febbraio del 1999, costituita da imprese, enti, associazioni e amministrazioni locali, impegnati nel raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas-serra assunti con il Protocollo di Kyoto. La crescita delle opportunitĂ di impiego testimonia naturalmente un volano di crescita economica rilevante. Per ogni kg di risorsa consumata il nostro Paese genera 4 euro di PIL (a paritĂ di potere dâacquisto), contro una media europea di 2,2 e valori tra 2,3 e 3,6 riferiti a tutte le altre grandi economie continentali. La stima dellâIstituto di ricerche Ambiente Italia conferisce allâItalia il primato di Paese europeo con la piĂš alta percentuale di riciclo sulla totalitĂ dei rifiuti (urbani e industriali, inclusi quelli minerari), con il 79% di rifiuti avviati a riciclo, rispetto alla media europea (38%) e ben superiore a Paesi come Francia (55%), Regno Unito (49%) e Germania (43%). LâItalia è in testa alla classifica europea per fatturato pro-capite nello sviluppo di prodotti basati su processi biologici (come le bioplastiche), grazie alla nostra dedizione alla ricerca e sviluppo
di tecnologie sempre piĂš innovative. Con la Germania, condividiamo poi il primo posto in Europa per quantitĂ di mps (materie prime seconde) utilizzate nellâindustria manifatturiera: una scelta che, nellâeconomia italiana, comporta un risparmio potenziale pari a 21 Mio/t equivalenti di petrolio e a 58 Mio/t di CO2. Infine, tutti gli obiettivi fissati dalle nuove direttive europee sui rifiuti urbani al 2025 sono giĂ stati raggiunti per il totale degli imballaggi e per tutti i singoli materiali - a eccezione della plastica - costituendo un caso esemplare in Europa grazie al sistema Conai. Altri obiettivi importanti sono prossimi a essere raggiunti (come quello fondamentale della raccolta differenziata). Punto dolente, nonostante i tanti primati del nostro Paese, lâassenza di provvedimenti di semplificazione normativa, lâincentivazione agli acquisti verdi e unâimpiantistica adeguata alle tecnologie di trattamento dei rifiuti.
FOCUS ON
Un percorso che lâItalia ha intrapreso coniugando tradizione e legami territoriali a efficienza, qualitĂ e bellezza paesaggistica, per sostenere la ripresa economica delle imprese. Negli ultimi cinque anni, un quarto del totale delle aziende dislocate sul territorio, hanno realizzato investimenti green. Secondo lo studio promosso dal Conai, lâeconomia circolare in Italia vale lâ1,5% del valore aggiunto nazionale. Numeri che collocano lâItalia al primo posto in Europa per produttivitĂ dâuso delle risorse materiali e di circolaritĂ della materia. In effetti, lâeconomia circolare in Italia vale oggi 88 miliardi di fatturato, di cui 22 di valore aggiunto - ovvero lâ1,5% del valore aggiunto nazionale. Primati italiani Il settore del riciclaggio dei rifiuti impiega oggi, nel nostro Paese, oltre 575mila lavoratori, mostrandosi ogni anno sempre piĂš competitivo per i giovani in cerca di occupazione e per i profili professionali piĂš specializzati. Questo dato rilevante emerge dalla ricerca: âLâEconomia Circolare in Italia - la filiera del riciclo asse portante di unâeconomia senza rifiutiâ, curata dallâesperto ambientale Duccio Bianchi di Ambiente Italia, a seguito dei lavori svolti dal Gennaio Marzo 2019
Comuni a rifiuti zero Secondo i dati diffusi dal XXV rapporto Comuni Ricicloni di Legambiente, sono stati 505 gli enti locali che (iscrivendosi allâomonimo concorso),
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RIFIUTI SOLIDI
FOCUS ON
COMUNI RIFIUTI FREE 2018_RACCOLTA DIFFERENZIATA SUPERIORE AL 75% Regione Totale Comuni Comuni Totale Comuni Rifiuti Free 2018 Rifiuti Free 2018** iscritti al Concorso* Abruzzo 305 14 53 Basilicata 131 11 11 Calabria 404 10 10 Campania 550 26 26 Emilia Romagna 331 7 76 Friuli V. Giulia 215 54 54 Lazio 378 11 11 Liguria 234 2 22 Lombardia 1516 101 299 Marche 229 12 19 Molise 136 4 4 Piemonte 1197 12 36 Puglia 258 1 4 Sardegna 377 9 138 Sicilia 390 1 1 Toscana 274 18 18 Trentino A. Adige 292 51 51 Umbria 92 2 2 Valle dâAosta 74 0 0 Veneto 571 159 245 TOTALE 7954 505 *I dati si riferiscono ai soli Comuni che hanno partecipato al concorso nazionale Comuni Ricicloni 2018 di Legambiente ** Dati diffusi dalle edizioni regionali di Comuni Ricicloni 2018 di Legambiente in collaborazione con ARPA
nel 2018 hanno ottenuto il titolo di Comuni Rifiuti Free (erano 486 nel 2017), per un incremento di circa 200.000 cittadini in piĂš. Era il 1994 quando Legambiente cominciò a mettere a confronto i Comuni italiani in funzione dei risultati raggiunti in termini di raccolta differenziata (RD). Con lâevolversi della normativa, gli obiettivi della classifica sono diventati sempre piĂš stringenti ed anche il panorama della gestione dei rifiuti in Italia è cam-
Sopra, kit di contenitori con microchip di Sartori Ambiente, con sistemi di rilevazione degli svuotamenti in radiofrequenza di Altares, azienda del Gruppo. Le informazioni sul numero di svuotamenti per ciascuna utenza sono funzionali alla tariffazione puntuale correlata alla reale produzione di rifiuti.
biato molto in questi 25 anni: dalle prime raccolte stradali di frazioni e imballaggi principali fino ad arrivare allâintercettazione di rifiuti âcomplessiâ porta a porta, con un target minimo del 65% di RD (in vigore giĂ dal 2012 nel nostro Paese). PerchĂŠ la gestione dei rifiuti potesse essere uno stimolo per i Comuni italiani a intraprendere nuove e piĂš sofisticate strategie, nel corso degli anni, il Dossier Comuni Ricicloni (redatto da Legambiente, Consorzi di filiera e
principali attori del settore), si è perfezionato, modificando i criteri di valutazione e designazione dei comuni vincitori. A pesare sulla classifica non sono piĂš solo i livelli di RD raggiunti (65%) ma anche il monitoraggio della riduzione della quantitĂ di frazione non riciclabile che i cittadini conferiscono. Il nuovo pacchetto per l'Economia Circolare approvato in via definitiva dal Parlamento Europeo, prevede il traguardo del 65% di riciclaggio dei rifiuti solidi urbani al 2035, con target intermedi del 55% al 2025 e 60% al 2030. Per gli imballaggi i target previsti sono del 65% nel 2025 e del 70% nel 2030, con due obiettivi specifici per il riciclo degli imballaggi in plastica che dovrĂ essere almeno pari al 50% nel 2025 e al 55% nel 2030. Da questo presupposto è nata lâesigenza di porre come obiettivo minimo per entrare a far parte dei Comuni Rifiuti Free, il limite di 75 kg/ab/anno con riferimento al residuo secco indifferenziato, ovvero tutto ciò che non può essere riciclato. Gennaio Marzo 2019
FOCUS ON
RIFIUTI SOLIDI
COMUNI RIFIUTI FREE 2018 - VINCITORI ASSOLUTI PER REGIONE E CATEGORIA Regione Comuni sotto Comuni tra i 5.000 Comuni sopra i i 5.000 Abitanti e i 15.000 Abitanti 15.000 Abitanti Abruzzo Basilicata Calabria Campania Emilia Romagna Friuli V. Giulia Lazio Liguria Lombardia Marche Molise Piemonte Puglia Sardegna Sicilia Toscana Trentino A. Adige Umbria Valle dâAosta Veneto Dati Legambiente
Palena (CH) Sarconi (PZ) San Benedetto Ullano (CS) Caggiano (SA) Fomignana (FE) S. Vito di Fagagna (UD) S. Ambrogio sul Garigliano (FR) Ortovero (SV) S. Giovanni del Dosso (MN) Peglio (PU) Cercepiccola (CB) Barone Canavese (TO) Barracali (CA) Giardinello (PA) Altavalle (TN) Polino (TR) Roverchiara (VR)
Pratola Peligna (AQ) Tursi (MT) Casali del Manco (CS) Roccadaspide (SA) Novi di Modena (MO) Basiliano (UD) Itri (LT) Castellucchio (MN) Folignano (AP)
Pordenone
Porto Mantovano (MN) Castelfidardo (AN)
Pino Torinese (TO) Bitritto (BA) Orosei (NU)
Cossato (BI)
Serravalle Pistoiese (PT) Vallelaghi (TN)
Monsummano Terme (PT) Pergine Valsugana (TN) Trento
Trevignano (TV)
Vedelago (TV)
Il Sud che avanza e il Veneto (quasi) Rifiuti Free Secondo le stime di Legambiente, nel 2018 si è registrato un aumento significativo dei Comuni Rifiuti Free al Sud: con un lodevole risultato della Sardegna - dove su 377 Comuni, sono 315 quelli con una raccolta differenziata superiore al 65% (138 hanno superato il 75%) - e della Basilicata, dove, con 11 comuni, la percentuale Rifiuti Free passa dallâ1,5% allâ8%. Il Centro si conferma stabile (passando da 38 a 50 Comuni), mentre il numero dei Comuni virtuosi al Nord diminuisce leggermente con riferimento al Triveneto che perde 26 coGennaio Marzo 2019
Baronissi (SA) Carpi (MO) Porcia (PN)
Capoluoghi
Treviso
muni e fa rilevare un leggero aumento della produzione di rifiuti indifferenziati; quelle del Nord rimangono comunque le regioni col maggior numero di Comuni virtuosi. Sempre al Nord migliora la Lombardia dove, secondo i dati della Regione, sono 299 i Comuni Rifiuti Free (41 in piĂš del 2017), mentre il Veneto registra 245 Comuni. Si stima che, se tutti i Comuni veneti fossero Rifiuti Free, ovvero se i 245 ad oggi free mantenessero le loro performance e gli altri raggiungessero i 75 kg/ab/anno, si avrebbe una produzione di residuo da smaltire pari a 343.600 t/anno al posto delle attuali 610.000 - il che porterebbe a un risparmio di fabbi-
11
sogno di smaltimento netto del 44% e a una autosufficienza, almeno per il rifiuto urbano, degli attuali impianti di incenerimento (Padova e Schio) e co-incenerimento (Fusina). Le cittĂ di Treviso, Pordenone e Trento si riconfermano, come il 2017, in testa ai capoluoghi di provincia, cosĂŹ come, ancora una volta, il Nord-Est si dimostra quale area geografica piĂš efficiente in tema di gestione virtuosa dei rifiuti urbani. Lâimportanza della tariffazione Lâobiettivo Comuni rifiuti free non può prescindere dallâinsieme delle buone politiche di prevenzione, da un buon sistema di impianti di riciclo per il recupero di materia e da un sistema di raccolta porta a porta efficace come da una tariffazione puntuale. Possiamo dire che optare per la tariffa paga, in tutti i sensi. Sono infatti 260 i comuni Rifiuti Free che hanno adottato un sistema di tariffazione puntuale e 101 quelli che hanno introdotto la tariffa normalizzata, con notevoli benefici ambientali e sociali ma anche per le tasche dei contribuenti. A Bologna, ad esempio, dallâinizio del 2019, è partita la sperimentazione della tariffa puntuale per il pagamento della tassa sui rifiuti, che tiene conto di quanto pattume non differenziato viene smaltito da ogni singola famiglia. Nelle zone interessate dalla sperimentazione, i residenti potranno conferire lâindifferenziato solo tramite tessera. Secondo i programmi del capoluogo emiliano, la tariffa puntuale entrerĂ a regime nel 2021.
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RIFIUTI SOLIDI
FOCUS ON
Cento di questi consorzi
Maria Angela Feliciello
che alla costante informazione e formazione di cittadini ed operatori. Lâattuale sistema di gestione, anticipa gli obiettivi contenuti nelle Direttive sullâEconomia Circolare, perseguendo la linea di continuo riutilizzo della materia, che rimane allâinterno del ciclo economico. Non è un caso quindi che, anche nella classifica dei migliori consorzi, stilata da Legambiente, ai primi due posti si posizionano le province di Treviso (Priula e Bacino Sinistra Piave, entrambi della provincia di Treviso), mentre in terza posizione troviamo la Lombardia con Mantova Ambiente. Gli utenti complessivamente serviti dai primi tre consorzi nella classifica âConsorzi oltre i 100mila abitantiâ, superano il milione di abitanti. Invariata rispetto allo scorso anno nelle prime tre posizioni, la classifica dei âConsorzi sotto i 100.000 abitantiâ, dove ancora una volta i trentini AMNU, ASIA e Fiemme Servizi si dimostrano i piuĚ efficienti nel servire i loro circa 173.000 utenti complessivi.
a Regione Veneto conferma ancora il proprio ruolo di leader nella gestione dei rifiuti urbani, tanto da diventare un modello di gestione per altre realtĂ italiane ed europee. I Comuni e i Consorzi, tramite i gestori del servizio pubblico, hanno organizzato la gestione dei rifiuti urbani in maniera efficiente ed efficace permettendo il concreto raggiungimento di obiettivi ambiziosi grazie an-
I migliori consorzi sopra i 100mila abitanti... Priula, Consiglio di Bacino di Treviso Il Consiglio di Bacino Priula regolamenta, affida e controlla, in base alla Legge Regionale 52/2012, il servizio di gestione dei rifiuti in 50 Comuni della provincia di Treviso. Il territorio ha unâestensione di 1.300 Kmq, con un bacino di quasi 554.000 abitanti su cui opera attualmente il
Sui 505 Comuni a bassa produzione di secco residuo, censiti da Legambiente, 264 sono dislocati nel Nord-Est del territorio italiano, area in cui la gestione dei rifiuti è basata, quasi totalmente, su sistemi consortili con una raccolta organizzata esclusivamente porta a porta
L
gestore Contarina Spa. Qui giĂ nel 2008 era stato raggiunto lâobiettivo dellâ80% di raccolta differenziata, con una produzione di 80 kg/ab/anno di rifiuto residuo. Oggi la raccolta differenziata si attesta all'85% con una produzione pro capite di rifiuto non riciclabile pari a 55 kg/abitante annui. I risultati raggiunti sono testimoniati anche dai riconoscimenti ricevuti dai Comuni del territorio e dalle ottime performance che li hanno portati da anni ai vertici nazionali ed europei in termini di raccolta differenziata. Ma nuove sfide sono allâorizzonte: entro il 2022 i 50 Comuni del Consiglio di Bacino Priula si propongono di raggiungere il 96,7% di raccolta differenziata con una produzione di rifiuto residuo di soli 10 kg/ab/anno. Consiglio di Bacino Sinistra Piave Il Consiglio di Bacino Sinistra Piave, con la sottoscrizione della âConvenzione per la costituzione e il funzionamento del Consiglio di Bacino Sinistra Piave afferente il servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani nel bacino territoriale Sinistra Piaveâ, da parte dei rappresentanti di tutti i 44 Comuni costituenti il bacino. Il territorio, sul quale effettua il servizio integrato dei rifiuti il gestore SAV.NO Srl, ha una popolazione di oltre 305.000 abitanti con circa 144.000 utenti. In tutti i comuni serviti è diffusa la pratica del compostaggio domestico ed è in vigore un sistema di tariffazione puntuale. Gennaio Marzo 2019
FOCUS ON
Soluzioni e tecnologie per lâambiente
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RIFIUTI SOLIDI
CONSORZI SOPRA I 100MILA ABITANTI Pos. Consorzio
Prov.
Regione
Abitanti
Procapite secco residuo (kg/a/ab)
Procapite rifiuti urbani (kg/a/ab)
% RD
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16
TV TV MN PN UD MI TO VA MI/MB CR NI VR MC NO RO VE
Veneto Veneto Lombardia Friuli Venezia Giulia Friuli Venezia Giulia Lombardia Piemonte Lombardia Lombardia Lombardia Piemonte Veneto Marche Piemonte Veneto Veneto
304621 554998 287505 158190 197577 118921 124880 105030 541399 536152 223143 355795 343327 148546 238185 718885
46,9 54,3 56,7 71,2 81,6 83,3 83,5 96,6 97,5 102,1 125,3 132,0 134,9 154,0 172,7 180,4
1,0 1,1 1,4 1,1 1,1 1,2 1,0 1,2 1,2 1,2 1,2 1,4 1,3 1,4 1,4 1,5
85,9% 85,4% 87,3% 82,2% 78,4% 79,7% 77,4% 76,7% 77,2% 76,9% 70,7% 74,3% 69,8% 69,4% 65,4% 66,2%
CONSORZI SOTTO I 100MILA ABITANTI Pos. Consorzio
Prov.
Regione
Abitanti
Procapite secco residuo (kg/a/ab)
Procapite rifiuti urbani (kg/a/ab)
% RD
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13
TN TN TN VR BL CH SS BL TN UD LO CR LU
Trentino Alto Adige Trentino Alto Adige Trentino Alto Adige Veneto Veneto Abruzzo Sardegna Veneto Trentino Alto Adige Friuli Venezia Giulia Lombardia Lombardia Toscana
61349 83109 28266 85078 26128 38575 13233 18989 43082 36502 5833 79228 69900
41,1 46,6 56,7 71,2 81,6 83,3 83,5 96,6 97,5 102,1 125,3 132,0 134,9
1,1 1,2 1,4 1,1 1,1 1,2 1,0 1,2 1,2 1,2 1,2 1,4 1,3
87,3% 89,2% 84,9% 83,9% 82,1% 71,7% 74,4% 82,3% 78,0% 77,8% 69,7% 71,6% 68,6%
Consiglio di Bacino Sinistra Piave Consiglio di Bacino Priula Mantova Ambiente srl Ambiente Servizi Spa A&T 2000 Spa Consorzio dei Comuni dei Navigli Consorzio Chierese per i Servizi Coinger Srl CEM Ambiente Spa Linea Gestioni Srl Consorzio Basso Novarese Consorzio di Bacino Verona Due del Quadrilatero Cosmari Consorzio Gestione Rifiuti Medio Novarese Consorizio RSU Rovigo Gruppo Veritas
AMNU Asia Azienda Speciale per lâIgiene Ambientale Fiemme Servizi Spa Esa-Com Spa Unione Montana Feltrina Consac Srl Unione dei Comuni del Coros Unione Montana Agordina ComunitĂ della Val di Non Unione Territoriale Intercomunale della Carnia Unione dei Comuni Lombardi oltre Adda Lodigiano Casalasca Servizi Spa Ersu Spa
... e il migliore sotto i 100mila AMNU Spa La storia di AMNU inizia nel 1968, quando il Comune di Pergine Valsugana costituĂŹ una Azienda Municipalizzata per la gestione dei servizi di igiene urbana, onoranze funebri e trasporto infermi; questâultima trasferita, negli anni successivi, alle Aziende Sanitarie Locali. Nel decennio 1980-1990 AMNU allargò il proprio Gennaio Marzo 2019
bacino di competenza nei comuni dell'Alta Valsugana; attrezzandosi inoltre per svolgere i servizi di spazzamento stradale. Il 4 dicembre 1997, sedici dei diciotto Comuni dell'Alta Valsugana serviti, costituirono AMNU Spa, societĂ a capitale totalmente pubblico. La struttura operativa ed amministrativa della neonata societĂ , nonchĂŠ il patrimonio iniziale, furono conferiti dallâAzienda Municipalizzata
Nettezza Urbana Trasporti Funebri, che fu incorporata in AMNU Spa e cessò di esistere. Successivamente anche i due Comuni che non avevano partecipato al processo di costituzione della Società , sono entrati a far parte della compagine sociale. Pertanto tutti i Comuni presenti sul territorio della Comunità Alta Valsugana e Bersntol sono Soci di AMNU.
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93% la percentuale di italiani che beve caffè abitualmente. Il 53% predilige il caffè in polvere, mentre il 37% sceglie cialde o capsule
RIFIUTI SOLIDI
Caffè, dallâItalia parte la capsula sostenibile
48% L
di chi ha consumato caffè nel 2018, lâha fatto in ufficio, dove si predilige lâutilizzo di caffè in cialde o capsule (50%)
CASE HISTORY
La bevanda del diavolo, come un tempo il caffè veniva definito dalla Chiesa, oggi racchiude tutto il suo potere di fascinazione in una capsula dâalluminio. Che diventa riciclabile nel progetto tutto italiano di Nespresso-CIAL
a tazzina da caffè è per noi italiani un "classico" da quando, nel 1763, divenne un prodotto cosĂŹ diffuso che solo a Venezia si contavano oltre 200 "botteghe del caffè" (la prima fu aperta nel 1683 in Piazza San Marco) in cui gustare la bevanda parlando di affari o di cultura. Pausa preferita da milioni di italiani, il caffè si consumava tra le mura di casa con lâutilizzo della caffettiera moka e della macchina espresso, al bar, al ristorante o al lavoro. E fu proprio dal posto di lavoro, che cominciò, molti anni fa, lâavventura di cialde e capsule per il caffè, con lo scopo di portarne il gusto unico negli uffici. La macchina da caffè in cialde che divenne subito famosa venne prodotta da Nespresso, alla fine degli anni â80; funzionava con porzioni monodose con quattro tipi di aromi: CosM, Capriccio, Bolero e Decaffeinato. Oggi lâazienda svizzera di Losanna, leader nel settore del caffè porzionato di prima qualitĂ , conta oltre 12.000 dipendenti e vende i propri prodotti in 69 Paesi direttamente alla clientela con una rete di oltre 600 Boutique dislocate in cittĂ chiave di tutto il mondo. In Italia, lâazienda è presente dal 1999, con 61 punti vendita, sparsi su tutto il territorio. Innovazione e sostenibilitĂ hanno da sempre caratterizzato lâazienda. Per Nespresso, infatti, il principio della Circular Economy si rispec-
chia in ogni fase del suo business, ne è un esempio concreto il grande impegno che da anni lâazienda dimostra nellâimplementare il programma di raccolta e riciclo delle capsule esauste per donare loro una seconda vita. Alluminio, a Lecco il riciclo virtuoso Nespresso ha scelto di impiegare lâalluminio per le proprie capsule; un materiale in grado di proteggere le caratteristiche e lâaroma del caffè da fattori esterni mantenendo intatte le sue proprietĂ organolettiche. Lâalluminio è un metallo straordinario anche dal punto di vista ambientale: è riciclabile al 100% ed è riutilizzabile allâinfinito in quanto, una volta fuso, conserva tutte le sue proprietĂ . Inoltre, riciclare lâalluminio consente di risparmiare circa il 95% di energia necessaria a produrlo dal suo minerale, la bauxite. Gennaio Marzo 2019
CASE HISTORY
Sebbene lâimpatto delle capsule di Nespresso sia irrisorio, il brand ha assunto un ruolo pionieristico nellâindividuazione di soluzioni che permettono una gestione sostenibile anche delle componenti piĂš piccole dellâalluminio. In Italia, infatti, Nespresso si trova ad operare in un contesto normativo particolarmente complesso in quanto la legislazione italiana non consente a nessun privato, di gestire la raccolta dei rifiuti urbani: non è possibile trasportarle tramite corriere, introdurre una raccolta porta a porta o altri sistemi di recupero e riciclo. Nel nostro
Il vincitore nellâambito del premio âNESPRESSO - Comuni Ricicloni 2018â di Legambiente è stato SILEA Spa di Lecco, r cupera re r to e riciclato, a un anno per aver recuperato dallâattivazione dallâattiva v zione del progetto, pro r getto, circa circ r a 29 tonnellate di alluminio proveniente da piccole componenti. Gennaio Marzo 2019
RIFIUTI SOLIDI
paese, infatti, le capsule esauste non sono classificate come packaging, ma come rifiuto urbano indifferenziato, per via della presenza del caffè residuo al loro interno, e per questo motivo devono essere gestite solo dai singoli comuni o dalle aziende delegate dai comuni alla gestione del servizio di raccolta differenziata. Il che rende lo scenario italiano ancora piĂš complesso vista la presenza di circa 8.000 Comuni, con cui è necessario avviare una collaborazione one-to-one per il riciclo delle capsule. Nellâaprile del 2017 Nespresso ha lanciato, in collaborazione con SILEA, lâazienda municipalizzata che gestisce i rifiuti nella provincia di Lecco, e CIAL, il Consorzio Imballaggi Alluminio, il primo progetto sul territorio nazionale di raccolta sperimentale delle capsule di caffè in alluminio con il semplice conferimento delle stesse nel sacco viola dei rifiuti riciclabili. Questo progetto pilota, avviato presso lâimpianto Seruso nellâaprile del 2017, consente il trattamento e il recupero delle capsule di caffè e di altre piccole frazioni in alluminio che, una volta recuperate attraverso la raccolta differenziata multimateriale, vengono trasportate allâinterno dellâimpianto e, attraverso un innovativo sistema, vengono ulteriormente separate. Tutte le componenti in alluminio piĂš leggere come le capsule, i blister, i coperchi, le chiusure e altri piccoli oggetti e imballaggi, sono sottoposte al trattamento del sotto - vaglio che le rileva per essere avviate a riciclo. Il progetto, partito in via sperimentale in tutti i comuni afferenti alla provincia di Lecco, ha semplificato considerevolmente il sistema di raccolta delle capsule in alluminio post-consumo che possono essere ora comodamente gettate a casa nel sacco viola dei rifiuti, destinato a plastica, alluminio e tetrapak. Un progetto di enorme valenza in termini di tutela dellâambiente e di economia circolare, in quanto apre la porta ad un sistema di raccolta delle capsule in alluminio.
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41% con questa percentuale, Nespresso è al primo posto in Italia, come registra il trend monitorato da Coffee Monitor, il primo focus dellâOsservatorio social monitoring di Nomisma sviluppato in collaborazione con Datalytics
6 kg a testa allâanno, la media italiana di consumo di caffè, in grani o in polvere. PraticitĂ e qualitĂ , stanno facendo crescere il mercato del caffè in capsula: 4,5 milioni di italiani per un giro dâaffari di 2 miliardi di euro (fonte: Nielsen)
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RIFIUTI SOLIDI
CASE HISTORY
Lâarredo urbano creato dai pannolini A Treviso lo stabilimento Fater Smart trasforma gli assorbenti per la persona, da rifiuti, in utensili di plastica, prodotti tessili e dĂŠcor urbanistico Maria Angela Feliciello
11 milioni di prodotti assorbenti per la persona vengono smaltiti ogni giorno in Italia
900 milioni di tonnellate allâanno di pannolini vengono conferiti in discarica o eliminati tramite inceneritore
n Italia ogni giorno vengono smaltiti 11 milioni di prodotti assorbenti per la persona: quasi 900.000 t/anno che oggi vengono conferite per piĂš della metĂ in discarica e il restante eliminate tramite inceneritore. Fater Spa, joint venture tra Procter & Gamble e Gruppo Angelini conosciuta per i marchi Pampers, Lines, Tampax, ha sviluppato e brevettato una tecnologia che consente di riciclare i prodotti assorbenti per la persona (PAP) usati di tutte le marche, traendone plastica e cellulosa sterilizzate da riutilizzare come materie prime seconde (mps). Si tratta di unâinnovazione tecnologica e di sistema âmade in Italyâ, riconosciuta dalla Commissione Europea come EcoInnovation nel 2011 (RECALL - ECO/11/304440), che rende riciclabile una categoria di prodotti tradizionalmente considerati irriciclabili.
I
Processo innovativo ed ecosostenibile Presso il polo di trattamento dei rifiuti di Contarina Spa, ubicato a Spresiano (TV) è stato installato, nel 2015, un impianto sperimentale per il riciclo dei PAP, realizzato nellâambito del progetto Recall, co-finanziato dallâUnione Europea, in collaborazione con Fater, il Comune di Ponte nelle Alpi (primo in Italia ad aderire allâiniziativa) e lâIstituto di Ricerca Ambiente Italia. Come mostra lâimmagine della pagina seguente, Il processo di riciclo prevede quattro fasi: i pannolini ed i prodotti assorbenti per la persona usati vengono raccolti
e conferiti presso lâimpianto (1), stoccati e quindi trasferiti, attraverso nastri trasportatori, (2), nel cuore tecnologico del processo costituito dallâautoclave. Attraverso la forza del vapore a pressione e senza combustione, i prodotti qui vengono aperti, sterilizzati (eliminando completamente i cattivi odori) e asciugati (3). Completato il ciclo in autoclave, i prodotti vengono lacerati, mentre le loro frazioni riciclabili sono separate (plastica e cellulosa) con un sistema meccanico a tre stadi (4). Lâimpianto è in grado di gestire fino a 10.000 t/anno di prodotti usati ed è stato concepito per preservare le elevate qualitĂ delle materie prime contenute nei prodotti assorbenti e recuperare mps paragonabili a quelle vergini. Le nuove mps, di elevata qualitĂ , potranno quindi essere utilizzate in nuovi processi produttivi: le plastiche, nei principali processi tipici della lavorazione della plastica, mentre la frazione organicocellulosica può essere utilizzata per varie applicazioni, come: prodotti assorbenti per animali domestici, carte di elevata qualitĂ , prodotti tessili (viscosa e rayon), materiali refrattari. Un sistema virtuoso in cui vincono tutti Lâimpianto di riciclo di Fater ha ottenuto il riconoscimento di âCircular Economy Championâ da parte di Legambiente, consegnato presso la Commissione Europea, a dimostrazione di come lâindustria possa creare sviluppo e crescita ottemperando ai requisiti di sostenibilitĂ amGennaio Marzo 2019
CASE HISTORY
RIFIUTI SOLIDI
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Lâimpianto di trattamento e riciclo dei pannolini nel polo di Contarina
bientale, con notevoli vantaggi. Se questa tecnologia di riciclo fosse operativa in tutta Italia infatti, ogni anno si riciclerebbe circa il 3% dei rifiuti solidi urbani e si produrrebbero 270.000 t di materia prima riciclata di elevata qualitĂ , evitando emissioni di CO2 pari a quelle generate ogni anno da oltre 100.000 automobili. Non solo: dal punto di vista economico, si otterrebbero 300 milioni di investimenti, un indotto di circa un miliardo allâanno e 1000 nuovi posti di lavoro considerando solo gli operatori. Per i Comuni il sistema di riciclo potrebbe ridurre i costi per il conferimento in discarica o al termovalorizzatore oltre ad eliminare quelli dovuti per il trattamento dei rifiuti da conferire in discarica traducendoli in vantaggi per i cittadini. Non da ultimo, si otterrebbe un contributo al raggiungimento degli obiettivi di riduzione dei rifiuti urbani biodegradabili. Per i riciclatori vi sarebbero ricavi provenienti dalla vendita delle mps dal riciclo dei PAP. Gennaio Marzo 2019
Premiare le best practice Ad oggi, sono giĂ 12 milioni gli italiani raggiunti da un servizio di raccolta separata dei Prodotti Assorbenti per la Persona (PAP) che si prefigge di minimizzare il disagio per i cittadini derivante dal tenere in casa per piĂš giorni rifiuti che emanano cattivo odore e non gravare sulle famiglie in cui ci sono bambini o persone affette da incontinenza, ove sia operativo il sistema tariffario che prevede una quota variabile basata sul volume di residuo secco prodotto. Lâauspicio è che possano realizzarsi sistemi di riciclo che, facendo tesoro delle eccellenze giĂ evidenziate nella raccolta specifica di prodotti assorbenti per la persona, diano nuova vita a materie prime seconde riutilizzabili in nuovi processi produttivi, come ha dimostrato il sistema di riciclo ideato da Fater. Proprio in questâottica, Fater ha deciso di riconoscere lâimportanza del contributo di Comuni, Agenzie e operatori della gestione rifiuti premiando, in accordo con Legambiente, chi ha dimostrato di aver attuato le migliori pratiche propedeutiche al riciclo di pannolini e pannoloni. Nellâambito quindi della classifica dei Comuni piĂš virtuosi dâItalia, stilato da Legambiente, è stato istituito il premio Fater âComuni Ricicloniâ che alla V^ edizione 2018, è stato assegnato alla societĂ Eco.Lan Spa di Lanciano. Costituita da 53 Comuni, Eco.Lan Spa si occupa dello smaltimento dei rifiuti urbani per un bacino di circa 160.000 abitanti ed opera una raccolta differenziata dei PAP con metodi innovativi e senza costi aggiuntivi, grazie a bidoni scarrabili da 360 lt agganciati al mezzo che opera la raccolta di altre frazioni. Il premio ha portato alla sottoscrizione di un accordo tra Fater, Eco.Lan e Cogesa per realizzare in Abruzzo (nella zona di ChietiPescara) un impianto di recupero per questo tipo di rifiuti.
150 kg di cellulosa, 75 kg di plastica e 75 kg di polimero super assorbente, si possono ricavare da 1 tonnellata di prodotti assorbenti usati. Queste materie prime secondo possono essere impiegate nei principali processi di lavorazione per dar vita a nuovi prodotti come, grucce, contenitori, giocattoli o tavoli di plastica, carte di elevata qualitĂ , prodotti tessili, fertilizzanti, assorbenti per animali domestici o per lâindustria florovivaistica
1.500 tonnellate annue di rifiuto trattati; 150 mila utenti coinvolti; oltre 1.950 m3/anno di materiale non conferito in discarica; 618.000 Kg/anno emissioni di anidride carbonica evitati. Questi i numeri della sperimentazione nellâimpianto Contarina
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punti secondo lâindicatore Eco-IS, lâItalia ha un indice di Eco-innovazione al di sopra della media europea (EU28 Paesi)
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Proposte prioritarie per la green economy
Vediamo la green economy come un percorso di soluzioni e investimenti per fare bene e in modo sostenibile. Ma spesso manca una bussola. Il Consiglio nazione della green economy punta a dare degli obiettivi prioritari come base per un confronto con la classe dirigente
Ecomondo 2018, il Consiglio nazionale della Green Economy (composto da ben 66 realtĂ italiane - statigenerali.org) ha presentato, a Governo e Parlamento, sette proposte prioritarie per avviare un percorso di cambiamento costruttivo composto dalla promozione di attivitĂ e da investimenti in grado, tra lâaltro, di generare nuova e duratura
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occupazione oltre che nutrire una forma mentis di benessere e qualitĂ ecologica. Di seguito vi proponiamo una sintesi delle sette mosse strategiche proposte tramite un documento appendice alla âRelazione 2018 sullo Stato della green economy in Italiaâ presentata dal presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile Edo Ronchi.
Rilanciare le rinnovabili e lâefficienza per affrontare la sfida climatica e rinnovare il sistema energetico
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Il recepimento del pacchetto Puntare sullâeconomia di Direttive europee sui rifiuti e lâeconomia circolare circolare, valorizzare va utilizzato come occasione i buoni risultati per consolidare i punti di giĂ raggiunti e attuare forza dellâItalia e avanzare. Per prevenire la produzione efficacemente di rifiuti occorre sviluppare il nuovo pacchetto ricerca, eco-innovazione, di Direttive europee eco-design, simbiosi dei processi produttivi, promuovere gli utilizzi condivisi, contrastare lâobsolescenza programmata e sostenere la riparabilitĂ dei prodotti. Occorre recuperare rapidamente i ritardi che permangono in alcune Regioni dâItalia nelle dotazioni impiantistiche e nelle performance delle raccolte differenziate dei rifiuti anche in termini di qualitĂ . Si dovrebbero applicare tariffe nazionali, premiarli per le raccolte differenziate e proporzionate alla quantitĂ e qualitĂ dei rifiuti conferiti, nonchĂŠ ai costi efficienti della loro gestione.
Secondo lo Special Report dellâIPCC è ora o mai piĂš. Bisogna mitigare la crisi climatica globale attuando lâAccordo di Parigi per il clima. Al riguardo lâItalia deve varare un Piano nazionale, per lâenergia e il clima, di medio e lungo termine, puntando a ridurre le emissioni di gas serra del 50% entro il 2030 e di oltre lâ80% al 2050 (rispetto a quelle del 1990). Questo significa raddoppiare il contributo delle fonti rinnovabili entro il 2030 (obiettivo 35%) e ridurre i consumi di energia del 35% entro il 2030 rispetto al loro andamento tendenziale. Tra le soluzioni, una carbon tax progressiva. Gennaio Marzo 2019
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65% degli spostamenti a Roma sono effettuati con mezzi privati a motore. Vista cosĂŹ la capitale sembra la peggiore dâEuropa, ma è anche vero che uno scooter inquina meno di unâautoâŚ
613 auto ogni 1000 abitanti. LâItalia è il Paese europeo col piĂš elevato numero di auto
10 misure di green economy per ottenere 2,2 milioni di posti di lavoro in 5 anni 1. Rilanciare le fonti energetiche rinnovabili in attuazione dellâAccordo di Parigi; 2. Accelerare e rendere piĂš incisivi gli interventi di riqualificazione energetica di abitazioni, scuole e uffici; 3. Realizzare un programma nazionale di rigenerazione urbana; 4. Sviluppare le diverse filiere del riutilizzo e del riciclo dei rifiuti in direzione dei nuovi obiettivi per lâeconomia circolare; 5. Rilanciare la spesa per la ricerca e lo sviluppo in materia ambientale; 6. Riqualificare il sistema idrico nazionale; 7. Realizzare un programma di interventi per la riduzione del rischio idrogeologico; 8. Rafforzare lâagricoltura biologica, le produzioni agricole tipiche e di qualitĂ e rilanciare la gestione forestale sostenibile; 9. Completare le bonifiche dei siti contaminati di interesse nazionale; 10. Attivare alcune misure strategiche per una mobilitĂ sostenibile.
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CASE HISTORY Potete vedere gli Stati Generali della Green Economy 2018, direttamente dal canale youtube (link QR) della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile Sustainable Development Foundation - impegnata nella promozione di uno sviluppo sostenibile in Italia di una green economy e dello sviluppo tecnologico finalizzato all'elevata qualitĂ ecologica.
32 sono le Province italiane con livelli di raccolta differenziata superiori al target del 65%
25 sono le Province meritevoli in termini di raccolta differenziata al Nord, solo 2 al Centro e 5 nel Sud Italia
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Il made in Italy di successo è inscindibilmente legato Promuovere a qualitĂ e bellezza che non lâelevata qualitĂ sono oggi credibili senza ecologica quale unâelevata qualitĂ ecologica. fattore decisivo Occorre quindi supportare per il successo delle lâadozione di processi produttivi e prodotti sempre imprese italiane piĂš green, lâabbattimento delle emissioni di gas serra e lâuso efficiente e circolare delle risorse. Occorre indirizzare meglio la digitalizzazione, al centro del Programma Impresa 4.0, per dare impulso allo sviluppo della green economy, con particolare attenzione alle piccole e medie imprese. Occorre una riforma della fiscalitĂ in chiave green per accompagnare il mercato verso processi, prodotti e servizi ad alta efficienza nellâuso delle risorse.
Assicurare lo sviluppo di unâagricoltura sostenibile, di qualitĂ e multifunzionale
Lâagricoltura deve assicurare lâalimentazione corretta di un mondo sempre piĂš popolato. Oggi il sistema fa crescere le preoccupazioni per la salute. Ă necessario valorizzare lâefficacia dei controlli dei prodotti, promuovere le produzioni sostenibili e accorciare le filiere agroalimentari - anche con forme di aggregazione fra i produttori - e valorizzare le produzioni locali. Una irrinunciabile occasione per rafforzare questi indirizzi è offerta dal percorso, recentemente avviato, di riforma della Politica Agricola Comune per il periodo 2021 2027. Occorre favorire il ruolo dellâagricoltura e della selvicoltura anche come fonti di produzione di energia e di materiali rinnovabili per la bio-economia. Gennaio Marzo 2019
CASE HISTORY
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Far cambiare direzione alla mobilitĂ urbana Ă indispensabile, come accaduto in molte parti del mondo, accelerare lo sviluppo della mobilitĂ urbana sostenibile, riducendo il numero delle auto private che circolano e sostano nelle nostre cittĂ . Le parola chiave per il futuro sono trasporto multimodale, mobilitĂ condivisa, aree pedonali e piste ciclabili. Bisogna favorire la sostituzione con mezzi ibridi e a gas, nonchĂŠ unâadeguata infrastrutturazione per il rifornimento e la ricarica, prestando la dovuta attenzione agli adeguamenti necessari per lo sviluppo della filiera produttiva italiana.
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Attivare un programma nazionale per la rigenerazione urbana, supportato con gli strumenti e gli indirizzi delle green city
50% nel rispetto dellâAccordo di Parigi per il clima. LâItalia punta a ridurre del 50% i gas serra entro il 2030 e dellâ80% entro il 2050
35% è lâobiettivo di fonti energetiche rinnovabili in Italia entro il 2030
La rigenerazione delle città italiane, guidata dai principi e dagli indirizzi delle green city, è la via principale per un loro rilancio. Il consumo di suolo, risorsa scarsa e limitata, va fermato, facendo fronte al fabbisogno di insediamenti attraverso il recupero e il risanamento di aree già urbanizzate, di aree industriali dismesse, di edifici vuoti e abbandonati.
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Tutelare e valorizzare il capitale naturale
Il nostro Paese è dotato di un capitale naturale di grande valore, senza contare quello culturale, storico e architettonico del mondo. Per migliorare la tutela di questi capitali è necessario aumentare la consapevolezza dei cittadini, soprattutto nel corretto e moderato utilizzo dellâacqua. Va contrastato tempestivamente il dissesto geologico dovuto, tra lâaltro, a una cattiva gestione del territorio e degli insediamenti.
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FOCUS ON
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Pesci a dieta di SUSHIN Insetti, crostacei, microalghe e sottoprodotti da macellazione degli avicoli saranno lâalternativa sostenibile per lâalimentazione di trote, branzini e orate. Grazie a un progetto di ricerca che sta valutando nuove diete per una migliore e piĂš controllata alimentazione ittica
li attuali mangimi impiegati nellâalimentazione delle specie ittiche allevate in Italia includono ingredienti convenzionali di origine marina ed agroindustriale dal futuro incerto in termini di sostenibilitĂ economica ed ambientale. Ciòspinge ad individuare nuove soluzioni mangi-
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mistiche che prevedano un piĂš largo uso di materie prime, meno contese tra alimentazione umana ed animale, ricche di nutrienti, attualmente ancora poco studiate o valorizzate. In questo contesto nasce SUSHIN (SUstainable fiSH feeds INnovative ingredients), un progetto di ricerca triennale, finanziato
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Gloriana Cardinaletti e Emilio Tibaldi, Dipartimento di Scienze AgroAlimentari, Ambientali e Animali (Di4A) dellâUniversitĂ di Udine
Ottobre Gennaio Dicembre Marzo 2018 2019
FOCUS ON Fig. 1. Nassa da pesca utilizzata per la cattura del gambero rosso della Louisiana. Fig. 2. Il partenariato di SUSHIN.
Fig. 3. Esempio di mangime estruso. Fig. 4. Campione di farina avicola e di mangime che la include.
da un consorzio di Fondazioni di origine bancaria (Ager-Agroalimentare e ricerca - AGER) volto a promuovere e sostenere attivitĂ di ricerca scientifica nel settore agroalimentare italiano. SUSHIN (AGER2 cod. 2016-0112) è dedicato allâindividuazione ed allo studio di nuovi ingredienti da utilizzare nelle formulazioni dei mangimi del futuro per le tre principali specie ittiche allevate in Italia: trota, branzino e orata. Lo scopo è duplice: ridurre nei mangimi l'utilizzo di farine ed oli di pesce e l'impiego di ingredienti vegetali contesi tra filiere animali ed alimentazione umana, assicurando la sostenibilitĂ economica ed ambientale delle produzioni, nonchĂŠ la qualitĂ del prodotto per il consumatore. Il progetto vede coinvolti sette partner appartenenti ad UniversitĂ e Centri di ricerca Italiani di alto profilo scientifico, con consolidata e multidisciplinare esperienza di ricerca nel settore dell'acquacoltura sulle tematiche affrontate dal progetto (Fig. 2). Con esperimenti di laboratorio e prove aziendali, il progetto studierĂ il valore nutritivo di diete formulate con nuovi ingredienti, gli effetti sulla performance di crescita e la salute
1 Regolamento (UE) N. 56/2013 della Commissione del 16 gennaio 2013 che modifica gli allegati I e IV del regolamento (CE) n. 999/2001. 2 Regolamento (UE) 2017/893 della Commissione del 24 maggio 2017 che modifica gli allegati I e IV del regolamento (CE) n. 999/2001 del Parlamento europeo e del Consiglio e gli allegati X, XIV e XV del regolamento (UE) n. 142/2011 della Commissione per quanto riguarda le disposizioni in materia di proteine animali.
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Fig. 5. Vasche utilizzate per la valutazione della digeribilitĂ degli ingredienti innovativi impiegati nel progetto.
Strutture impiantistiche presenti presso lâUniveristĂ di Udine.
dei pesci allevati, la qualitĂ (anche sensoriale) e la sicurezza alimentare del prodotto, nonchè lâaccettabilitĂ dei consumatori e del mercato. Le diete di nuova generazione prevedono lâimpiego di alimenti alternativi rispetto a quelli attualmente utilizzati nei mangimi composti; ingredienti che sono stati recentemente autorizzati, quali: le farine ottenute dai residui della lavorazione/trasformazione delle carni avicole (Regolamento (UE) 2013/561, dagli insetti (Regolamento (UE) 2017/893)2, da crostacei quali il gambero rosso della Louisiana (Procambarus clarkii) e da differenti biomasse microalgali (Tetraselmis suecica, Tisochrysis lutea ed Arthrospira platensis). Lâobiettivo finale del progetto consiste nellâacquisizione, diffusione e trasferimento di conoscenze scientifiche e tecniche sugli ingredienti alternativi per la formulazione di diete innovative nella filiera produttiva 5
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dellâacquacoltura. SUSHIN fornisce inoltre una valutazione completa sulla base di criteri di sostenibilitĂ ambientale, economica, come produttivitĂ e redditivitĂ delle imprese e sociale, come percezione e consenso da parte del consumatore e del mercato per prodotti ittici ottenuti da pesci allevati con mangimi di nuova generazione.
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Nuove opportunitĂ Gli obiettivi principali della moderna acquacoltura sono sostenibilitĂ e competitivitĂ , produzione di alimenti nutritivi di alta qualitĂ , crescita e diversificazione, ma anche adattamento ai cambiamenti climatici e, soprattutto, il rispetto per lâambiente. La comunitĂ scientifica è quindi consapevole che, affinchĂŠ questo possa accadere, bisogna migliorare le conoscenze sul mantenimento e il benessere degli organismi allevati, affinando le tecnologie necessarie alla loro produzione, incluse quelle relative alla formulazione di mangimi piĂš sostenibili (Fig. 3 di pag. 23). Ă infatti necessario esplorare le potenzialitĂ di nuovi ingredienti provenienti dai bassi livelli trofici, quali microalghe o ingredienti prodotti secondo il concetto di
Fig. 6. Larve di Hermetia illucens.
FOCUS ON
Fig. 7. Farina ottenuta dagli insetti.
Fig. 8. Gambero rosso della Louisiana (Procambarus clarkii) specie alloctona invasiva, diffusa nelle acque interne nazionali ed europee.
economia circolare come gli insetti, ovvero riciclare sottoprodotti dellâindustria alimentare, come farine avicole o trasformare in risorsa un problema per lâambiente, come il gambero rosso della Louisiana. Qui di seguito, i possibili vantaggi dellâimpiego di questi nuovi ingredienti, testati nel progetto SUSHIN, per lâallevamento delle specie ittiche di maggiore interesse per lâacquacoltura nazionale. Le farine avicole Ottenute dagli scarti di lavorazione della carne di pollame (Fig. 4 di pag. 23), le farine avicole sono una importante risorsa per lâItalia, che ne produce quasi 100.000 t/anno, con elevati standard di qualitĂ e sicurezza. Sono maggiormente utilizzate nei mangimi per gli animali da compagnia, sebbene potrebbero, da sole, coprire lâintero fabbisogno proteico dei mangimi per i pesci allevati nel nostro Paese, che sono tipicamente carnivori. Questâultimo utilizzo, che il progetto SUSHIN intende promuovere, valorizza al meglio un sottoprodotto agroindustriale secondo il principio di economia circolare e secondo i pilastri della sostenibilitĂ : economica, ambientale e sociale. Come confermato dai primi risultati del progetto, le farine avicole sono una ottima fonte di proteine e di sali minerali per i pesci, comparabili alle farine di pesce. Presentano inoltre un profilo amminoacidico quasi ideale e si caratterizzano per lâelevata digeribilitĂ dei nutrienti, risultando superiori alle proteine vegetali dalle quali si distinguono per lâassenza di fattori antinutrizionali.
Fig. 9. Esemplari di P. clarkii appena dopo la cattura.
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Gli insetti Negli ultimi anni, molti ricercatori si sono dedicati allo studio della produzione di insetti come nuova fonte di proteine per l'alimentazione animale. Gli insetti sono nutrienti, hanno elevati tassi di produttivitĂ e consentono di trasformare rifiuti organici di bassa qualitĂ in sostanze altamente nutritive, svolgendo quindi un ruolo cen9
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Fig.10. Stoccaggio in freezer dei gamberi in previsione della trasformazione in farina.
Fig. 11. Fase di macinazione del prodotto congelato.
trale nello sviluppo di una bioeconomia circolare. Il contenuto proteico degli insetti dipende dallâunitĂ tassonomica cui la specie appartiene e, nel caso degli esemplari dellâordine dei Diptera, come la mosca soldato nera (Fig. 6), Hermetia illucens (Stratiomyidae) esso risulta piuttosto elevato. Tuttavia, il contenuto lipidico della maggior parte degli insetti varia dal 20 al 40% ma, rispetto a quello della farina di pesce, il profilo degli acidi grassi è caratterizzato da una bassa incidenza di acidi grassi omega-3 in favore di una abbondante presenza in acidi grassi saturi (SFA) e monoinsaturi (MUFA). Nonostante ciò, la quantitĂ e la qualitĂ dei lipidi può essere manipolata modificando la composizione chimiconutrizionale del loro substrato di allevamento. Altra considerazione importante sullâuso di insetti in acquacoltura è la presenza di chitina, un polisaccaride strutturale che compone il loro esoscheletro. Alcune specie ittiche sono in grado di degradare il legame glicosidico della chitina usando enzimi endogeni. 11
Fig. 12. Prodotto ottenuto dalla macinazione del gambero rosso della Louisiana.
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Fig. 13. Farina di gambero rosso della Louisiana.
Sebbene in alcuni studi venga riportato che la presenza di chitina nella dieta influisce negativamente sulla digestione e sull'assorbimento dei nutrienti nei pesci, in altri invece è stato evidenziato un effetto positivo di questo polisaccaride come immunostimolante. Nel complesso, i risultati attuali sono ancora controversi e sembrano essere specie-specifici; per questa ragione, il progetto SUSHIN si occuperà non solo di valutare il valore nutritivo e la digeribilità delle farine da insetto (Fig. 7), ma anche le diverse risposte fisiologiche dei pesci alimentati con mangimi inclusivi di diversi livelli di questo nuovo ingrediente, al fine di promuovere il benessere delle specie ittiche considerate.
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3 Regolamento di esecuzione (UE) 2016/1141 della Commissione, del 13 luglio 2016, che adotta un elenco delle specie esotiche invasive di rilevanza unionale in applicazione del regolamento (UE) n. 1143/2014 del Parlamento Europeo e del Consiglio, OJ L 189, 14.7.2016, p. 4â8.
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26 Fig. 14 (A,B e C). Microalghe osservate al microscopio.
BIOWASTE Fig. 14 A. Tisochrysis lutea.
14A
La farina di gambero rosso Il gambero rosso della Louisiana (Procambarus clarkii) è una specie esotica invasiva e nociva, di rilevanza a livello comunitario, ampiamente diffusa nelle acque interne nazionali ed europee (Fig. 8-9-10 di pag.24 e 25), 16 lariportata nella Black List del Rego mento di Esecuzione (UE) 2016/11413. Per le specie inserite in questa lista, il Regolamento consente di mettere in atto tutte le misure di eradicazione, inclusa la cattura e il successivo smaltimento. Le attivitĂ sperimentali previste nel progetto SUSHIN, per la prima volta in Italia e in Europa, prevedono lâutilizzo sperimentale dei gamberi catturati ed opportunatamente trasformati in farina (Fig. 11,12,13 di pag. 25) da impiegare nei mangimi destinati alle specie ittiche di interesse nazionale. Il loro riutilizzo permetterebbe altresĂŹ di innescare un processo virtuoso in grado di trasformare una problematica ambientale (contenimento di una specie aliena altamente invasiva) ed economica (smaltimento), in una possibile risorsa 15
Fig.14 B. Tetraselmis suecia.
FOCUS ON Fig. 14 C. Arthrospira platensis.
Fig. 15. Campione di farina ottenuta dalla biomassa microalgale
14B
(mangime destinato alla alimentazione di specie ittiche). Per ottenere la disponibilitĂ di un quantitativo di P. clarkii sufficiente ad avviare la sperimentazione, nel marzo 2017 sono stati effettuati rilievi di campo per selezionare i siti ambientali piĂš idonei alla cattura massiva del gambero rosso della Louisiana. I sopralluoghi hanno permesso di individuare due zone di cattura: le aree umide protette del Parco Nazionale del Circeo e della Riserva Naturale Regionale Nazzano Tevere-Farfa (Lazio); entrambe le zone sono incluse nella convenzione di RAMSAR del 1971 e necessitano di protezione. Tali zone sono state selezionate anche sulla base dei risultati ottenuti dalle indagini sulle caratteristiche igienico-sanitarie (presenza di patogeni, contaminanti, ecc.) dei gamberi prelevati nelle due aree. Le attivitĂ di cattura hanno permesso di raccogliere circa 22.800 esemplari pari a 400 kg di gambero rosso della Louisiana, le cui caratteristiche igienico-sanitarie, sia dellâomogeneizzato ottenuto dai gamberi freschi che delle farine, è stata eseguita 16
essicata di Tisochrysis lutea e mangime che la include.
14C
dallâIstituto Zooprofilattico Sperimentale dellâAbruzzo e del Molise âG. Caporaleâ (IZSAM), mentre le valutazioni delle caratteristiche nutrizionali della farina sono state effettuate presso il Centro di Zootecnica ed Acquacoltura (sede di Monterotondo, Roma) del Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l'Analisi dell'Economia Agraria (CREA). La farina integrale di gambero rosso della Louisiana, oltre a possedere un elevato contenuto proteico (superiore al 40%) presenta unâalta concentrazione di acidi grassi omega-3 (542,4 mg/100 g pari al 7,3% degli acidi grassi totali) e una bassa concentrazione di omega-6 (641,8 mg/100 g pari allâ8,7%). Il rapporto omega-3 omega-6 risulta fra i piĂš alti nel panorama delle farine zootecniche di origine animale, molto simile a quello della farina di pesce; inoltre, caratteristica della farina di gambero è lâelevata concentrazione di carotenoidi, quali lâastaxantina (119,5 Îźg/g), uno degli antiossidanti naturali piĂš potenti ma anche il pigmento piĂš utilizzato in acquacoltura per la pigmentazione delle carni dei Salmonidi. 17
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Fig. 16. Campione di farina ottenuta dalla biomassa microalgale essicata di
Tetraselmis suecica e mangime che la include.
Le microalghe Negli ultimi anni, le biomasse microalgali hanno suscitato notevole attenzione come possibili alternative alle fonti proteiche convenzionali per i mangimi dei pesci. Questo interesse è dovuto al contenuto medio-alto di proteine grezze (tra il 28 al 71% in sostanza secca) il cui profilo in aminoacidi risulta simile a quello dei principali ingredienti utilizzati nei mangimi. Specie e condizioni colturali condizionano tuttavia la composizione nutrizionale delle biomasse microalgali, mentre la presenza di una parete cellulare (piĂš o meno spessa), sembra costituire un fattore limitante in quanto ridurrebbe la digeribilitĂ dei nutrienti. Nel progetto SUSHIN sono state prese in esame tre specie che, per le loro caratteristiche, sono considerate ingredienti promettenti: Tisochrysis lutea , Tetraselmis suecica e Arthrospira platensis. Tisochrysis lutea (Fig. 14 A), ha attirato lâinteresse scientifico per il suo contenuto medio-alto di proteine e, soprattutto, per il contenuto considerevole di un acido grasso polinsaturo della serie omega-3, lâacido docosaesaenoico (DHA, C22:6n-3), ritenuto essenziale non solo per la fisiologia dei pesci, ma anche per il suo trasferimento nella carne da essi derivata. Tisochrysis lutea ha dimensioni estremamente ridotte (4-6 Îźm) e non presenta una parete strutturata, essendo le cellule ricoperte solamente da scaglie organiche. Dal momento che la parete è considerata avere un impatto negativo sulla digeribilitĂ delle microalghe, questa caratteristica di Tisochrysis lutea rappresenta Gennaio Marzo 2019
Fig. 17. Campione di farina ottenuta dalla biomassa microalgale essicata di
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Arthrospira platensis e mangime che la include.
indubbiamente un vantaggio. Tetraselmis suecica (Prasinophyceae, Chlorophyta), (Fig. 14 B), è altresÏ interessante, non solo per il suo contenuto proteico, ma anche per la facilità di coltivazione con costi contenuti, soprattutto se condotta avvalendosi di
Fig 18 e19. Mangimi sperimentali prodotti durante il progetto SUSHIN.
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fotobioreattori di ultima generazione. Tetraselmis presenta inoltre una sottile parete cellulare ed è giĂ utilizzata in avannotteria per lâalimentazione di molluschi bivalvi e rotiferi, in quanto fonte di nutrienti e di acidi grassi polinsaturi a lunga catena, specialmente acido eicosapentaenoico (EPA). Arthrospira platensis (Fig. 14 C), è un cianobatterio, comunemente conosciuto come spirulina, commercializzata come integratore alimentare in quanto ricca di macro e micronutrienti quali proteine con valore biologico paragonabile a quello di soia, ferro, acido Îł-linolenico, vitamine, minerali, polisaccaridi solforati. Le biomasse delle microalghe Tisochrysis lutea F&M-M36 e Tetraselmis suecica F&M-M33, utilizzate nellâambito del progetto SUSHIN, sono state prodotte presso lâimpianto Archimede Ricerche di Camporosso (IM) mentre
Arthrospira platensis F&M-C256 è stata prodotta presso lâAzienda Agricola La Serenissima di Conche di Codevigo (PD). Le microalghe sono state coltivate, sotto la supervisione dellâUniversitĂ di Firenze, in reattori di tipo Green Wall Panel (GWPÂŽ) sotto serra, raccolte mediante centrifugazione (T. lutea e T. suecica) o filtrazione con vibrovaglio (A. platensis) ed essiccate mediante liofilizzazione (T. lutea e T. suecica) o in essiccatore ad aria fredda (A. platensis). Le biomasse microalgali prodotte sono state successivamente impiegate per la produzione di mangimi (Fig. 15-16 e 17). Effetti delle nuove diete sul pesce allevato Gli ingredienti studiati nel progetto SUSHIN, singolarmente o in combinazione tra loro, sono stati inclusi a diverso dosaggio in diete complete prodotte sperimentalmente (Fig. 18 e 19). Le
28 Fig. 20. Esemplari di trote in allevamento.
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Fig. 21. Stazione sperimentale di allevamento della sezione di Acquacoltura dell'UniversitĂ di Udine.
nuove formulazioni mangimistiche sono attualmente testate in prove di alimentazione comparative presso le stazioni sperimentali della sezione di Acquacoltura e Risorse Faunistiche del Dipartimento di Scienze Agroalimentari Ambientali e Animali (Di4A) dell'UniversitĂ di Udine sull'orata (Fig. 21) e della Fondazione E. Mach a San Michele all'Adige sulla trota (Fig. 20 e 22). Nelle prove di alimentazione, particolare attenzione viene posta al controllo dell'appetito, della crescita e del benessere dei pesci nutriti con i mangimi di nuova ideazione, confrontandone la performance rispetto a quella realizzata da pesci di controllo alimentati con mangimi convenzionali a larga base di ingredienti derivati da pesce o da comuni fonti vegetali. Nei suddetti esperimenti ogni dieta viene saggiata su tre vasche dove sono ospitati gruppi di pesci omogenei per numero e taglia, allevati nelle medesime condizioni ambientali, per quanto concerne volumi di ricambio idrico, parametri di qualitĂ dellâacqua ed esposizione luminosa. I test zootecnici hanno una durata di almeno 12 settimane, al temine delle quali sono valutate le risposte biologiche e fisiologiche dei pesci ai mangimi innovativi. Una parte dei pesci prosegue il test fino al raggiungimento della taglia commerciale, al fine di poter valutare gli effetti delle nuove diete sulla qualitĂ delle parti eduli, mediante analisi-chimico fisiche e sensoriali. Risposte fisiologiche dei pesci allevati La tutela della salute e del benessere animale è fondamentale per assicurare la sostenibilitĂ , lâetica e la qualitĂ
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delle produzioni dâacquacoltura. Per valutare lâidoneitĂ delle diete formulate con gli ingredienti innovativi, il progetto SUSHIN analizza la salute e il benessere dei pesci usati nella sperimentazione. Unâalimentazione non adeguata in termini di fabbisogni nutrizionali e qualitĂ degli ingredienti può infatti causare stress, riduzione di performance di crescita e predisporre allâinsorgenza di patologie. A tal fine, le trote (Fig. 23), le spigole e le orate sono sottoposte a diverse indagini e analisi di laboratorio per valutare la condizione fisica e lo stato fisiologico in risposta allâalimentazione. In particolare, si misurano diversi parametri indicativi dellâintegritĂ delle pinne, del livello di stress, del metabolismo e della risposta immunitaria, per giungere a una diagnosi integrata dello stato di salute e benessere dei pesci. Per esempio, la valutazione delle stato delle pinne si effettuata attraverso lâosservazione della presenza/assenza di lesioni (Fig. 24 di pag 30) e lâassegnazione di un punteggio di gravitĂ , seguendo una metodica standardizzata.
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Per le analisi di stress e dello stato nutrizionale, si eseguono analisi chimico-cliniche per la determinazione dei parametri ormonali e metabolici con tecniche di immunochemiluminescenza e spettrotofometria. Lâanalisi di alcuni marker istopatologici di immunitĂ a livello del fegato e della milza, consente inoltre di valutare possibili effetti Gennaio Marzo 2019
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Fig. 22. Stazione sperimentale di allevamento presso la Fondazione E. Mach a San Michele all'Adige (TN) sulla trota.
delle diete sperimentali sulla funzionalitĂ di tali organi. Lâeffetto delle nuove formulazioni mangimistiche verrĂ valutato sulle tre specie ittiche, studiando anche la salute intestinale attraverso il monitoraggio dei parametri infiammatori, immunitari e del microbiota. Ă infatti ormai riconosciuto il ruolo chiave dei batteri residenti nel tratto gastroenterico, sia per il metabolismo dei nutrienti, che per il mantenimento di un sistema immunitario funzionante. Grazie alla sinergia dellâutilizzo di tecniche di biologia molecolare, di spettroscopia allâavanguardia (spettroscopia Infrarossa in Trasformata di Fourier, FTIR), di istologia classica, di analisi immunoenzimatiche e di sequenziamento del microbiota, si mira ad evidenziare il legame che correla le nuove formulazioni mangimistiche con lo stato generale di salute e benessere degli animali. Analisi sensoriali e qualitĂ Dal punto di vista della nutrizione umana, i pesci sono una fonte preziosa di proteine ad alto valore biologico, macro e microelementi minerali (quali il selenio) e di acidi grassi polinsaturi della serie omega-3, come gli acidi grassi eicosapentaenoico (EPA, C20:5n-3) e docosaesaenoico (DHA, C22:6n-3). Tale frazione però è modulabile a seconda della composizione in acidi grassi della dieta somministrata agli animali. Per questo motivo, si procede in primis alla valutazione dellâimpatto dei mangimi in studio sulla qualitĂ nutrizionale dei filetti di pesce, quantificandone il contenuto proteico, lipidico, di umiditĂ e minerali e definendone il profilo in acidi grassi. Focus particolare è posto Gennaio Marzo 2019
Fig. 23. Esemplare giovanile di trota iridea.
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sulla presenza di EPA e DHA, per i quali lâOrganizzazione Mondiale per la SanitĂ (OMS) ne suggerisce un consumo pari a 3,5 g a settimana per una buona prevenzione dalle patologie cardiovascolari e per il corretto sviluppo del sistema nervoso. Il cibo però non è solamente fonte di nutrimento, ma si pone sempre di piĂš come fulcro per le esperienze sensoriali. Per questo motivo, si cerca di evidenziare eventuali differenze oggettive nelle caratteristiche organolettiche dei filetti di pesce alimentati con le diete sperimentali, attraverso lâimpiego di analisi strumentali e sensoriali. In particolare, si valuta lâeffetto delle fonti proteiche alternative su parametri considerati come discriminanti per le scelte dei consumatori, quali il colore e la consistenza. Parallelamente, si applicano metodi di valutazione delle caratteristiche sensoriali basati sullâassaggio dei prodotti tesi a definirne e caratterizzarne gli attributi. I risultati derivanti dal progetto SUSHIN ci consentiranno dunque di convalidare risultati di prove precedenti, offrendo importanti spunti di riflessione per la promozione dellâali-
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mento pesce e per lâaccettabilitĂ dello stesso in relazione ai nuovi ingredienti utilizzati in fase di allevamento nei mangimi. Analisi di sostenibilitĂ ambientale ed economica Le nuove fonti proteiche al vaglio del progetto sono state confrontate prendendo in considerazione il loro livello di sostenibilitĂ ambientale. Per questa indagine ci si è avvalsi di uno strumento di analisi quale quella del Ciclo di Vita (Life Cycle Assessment - LCA), in grado di quantificare gli impatti arrecati da un prodotto sullâambiente sia lungo tutta la sua filiera produttiva che durante il suo successivo utilizzo ed eventuale smaltimento.
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Fig. 24. Analisi comparativa delle pinne in trote allevate.
Per analizzare i vari ingredienti e i nuovi mangimi formulati a partire da essi, è stata necessaria la collaborazione delle aziende produttrici. Grazie a loro è stato possibile redigere un inventario di tutti i principali flussi di materia ed energia lungo ciascuna filiera seguendo lâapproccio schematizzato in Fig. 25. Lâanalisi sulla prima fase della filiera produttiva, ossia la produzione delle varie farine, è quasi ultimata, mentre lâanalisi dei processi successivi (quali lâincorporazione di ciascuna farina allâinterno di diete appositamente formulate) è ancora in corso. Dopo la fase di raccolta, i dati di inventario sono stati convertiti nei loro impatti sullâambiente mediante appositi software e modelli matematici. I risultati preliminari degli impatti causati dalla produzione delle quattro farine sono sintetizzati nella Fig. 26 e sono stati espressi in termini di contributi: I) al riscaldamento globale, legato allâemissione in atmosfera di gas serra
(Global Warming); II) al tasso di eutrofizzazione delle acque (Eutrophication); III) al consumo totale di risorse energetiche ed idriche lungo lâintera filiera (rispettivamente Cumulative Energy Demand e Water-footprint). Per agevolare la comprensione dei risultati, le quattro categorie di impatto sono state riportate in un unico grafico e, per ciascuna di esse, i valori sono stati riportati su una scala da 0 a 1 (dove 0 corrisponde a un impatto ambientale nullo e 1 al valore massimo fra quelli riscontrati). Pur non essendo definitivi, i dati fin qui ottenuti mostrano chiaramente che la scelta di impiegare il gambero rosso della Luisiana come fonte proteica sia sconsigliabile, per lo meno con le tecnologie (cattura e trasformazione) adottate nellâambito del progetto. La filiera del gambero presenta infatti una serie di sprechi e di consumi sia in fase di prelievo che in fase
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di lavorazione, soprattutto per via del fatto che (diversamente dalle altre filiere considerate) non si tratta di un processo produttivo su scala industriale, consolidato e ottimizzato nel corso degli anni, ma di una ricerca allo stadio sperimentale. Un altro elemento indeterminato è rappresentato dalla difficoltĂ di quantificazione degli effetti vantaggiosi a carico dellâecosistema derivanti dalla sua rimozione. Per quanto riguarda la farina di microalghe, la sua produzione non comporta lâemissione di sostanze organiche nelle acque di scarico e risulta quindi interessante soprattutto per quanto riguarda il suo basso impatto ambientale in termini di contributo al tasso di eutro-
CHI SONO I PARTNER COORDINATORE: UniversitĂ di Udine (Dipartimento di Scienze Agroalimentari Ambientali e Animali, Di4A) Prof. Emilio Tibaldi PARTNER SCIENTIFICI: Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) Dr.ssa Giovanna Marino; Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Abruzzo e del Molise "Giuseppe Caporale" (IZSAM) Dr. Francesco Pomilio; Fondazione Edmund Mach (FEM) Dr. Fernando Lunelli; Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economica agraria - centro di ricerca in Zootecnia e Acquacoltura (CREA-ZA) Dr. Luca Buttazzoni; UniversitĂ Politecnica delle Marche (UNIVPM) Prof. Ike Olivotto;
UniversitĂ di Firenze (UNIFI) Prof.ssa Giuliana Parisi. ENTE FINANZIATORE: Consorzio Ager-Agroalimentare e ricerca (www.progettoager.it) Fondazione Cariplo (capofila e con poteri di rappresentanza), Fondazione Cassa di Risparmio di Bolzano, Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, Fondazione Friuli, Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, Fondazione Cariparma, Fondazione di Sardegna, Fondazione con il Sud, Fondazione Tercas. Gennaio Marzo 2019
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fizzazione dei corpi idrici. Le altre due farine mostrano infine valori piuttosto simili, con la filiera di produzione e lavorazione delle larve di insetto piĂš sostenibile in termini di emissioni climaalteranti e la filiera di lavorazione degli scarti avicoli piĂš efficiente sotto il profilo energetico. Ulteriori approfondimenti e lâesecuzione di una LCA sullâultima fase produttiva (ossia sullâinclusione delle quattro farine allâinterno di nuove formulazioni mangimistiche) potranno forse dirci di piĂš su questi prodotti e indirizzare la filiera mangimistica verso linee produttive piĂš sostenibili sotto il profilo ambientale. Fig. 25. Schema semplificato del processo di produzione della farina, per il quale sono stati tenuti in considerazione tutti i principali flussi in entrata (consumi) e in uscita (emissioni) dal sistema produttivo.
Fig. 26. Risultati preliminari degli impatti causati dalla produzione delle 4 farine oggetto di studio ed espressi in termini di contributi: al riscaldamento globale, legato allâemissione in atmosfera di gas serra (Global Warming); al tasso di eutrofizzazione delle acque (Eutrophication); al consumo totale di risorse energetiche ed idriche lungo lâintera filiera (rispettivamente Cumulative Energy Demand e Water-footprint).
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QualitĂ sostenibile made in Italy Il progetto SUSHIN fornirĂ quindi risposte chiare a comunitĂ scientifiche, allevatori e consumatori in merito allâutilizzo di mangimi efficienti da impiegare nel settore dellâacquacoltura, economicamente sostenibili e con basso impatto sullâambiente, salvaguardando le caratteristiche di qualitĂ e sicurezza alimentare del prodotto. Grazie alle attivitĂ di comunicazione e divulgazione i risultati ottenuti durante il progetto verranno ampiamente diffusi e condivisi con le aziende del settore che potranno trarne vantaggio per le loro attivitĂ produttive. Infine, il progetto ha, tra gli obiettivi fondamentali, la formazione di giovani ricercatori, che durante il percorso del progetto, potranno migliorare le loro conoscenze nellâambito dellâacquacoltura sostenibile. Si ringraziano tutti i partner di SUSHIN per il loro contributo alla stesura dellâarticolo.
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ACQUE REFLUE
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a cura di Alberto Finotto
I fanghi di depurazione diventano biofertilizzanti Con il progetto SLUDGE 4.0 il Servizio Idrico Integrato della Regione Toscana Ĩ determinata a risolvere il problema cardine dello smaltimento dei residui biologici dalle acque reflue agricole. Con un approccio di ricerca sostenibile Gennaio Marzo 2019
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ACQUE REFLUE
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magistratura che a fronte di indagini rivelatrici di abusi gravi e continuativi, ha posto un freno alla pratica dello spargimento sui terreni. Che cosa succederĂ , a questo punto? Il danno contabile, con la quota totale dei fanghi da trattare âfuori casaâ, è stato presto quantificato da Cispel Confservizi Toscana. Lâassociazione che rappresenta le realtĂ di servizio della regione ha calcolato âunâincidenza futura annua sulle bollette del
I materiali carbonizzati (chars) derivanti da biomasse di scarto (tra cui i fanghi di depurazione) possono contribuire sensibilmente a contrastare la desertificazione.
a soluzione nasce da un problema che rischiava di trasformarsi in una bomba a orologeria: quello dei rifiuti derivanti dalle acque reflue. In Toscana ammontano a circa 110.000 tonnellate lâanno, con una prospettiva di culminare a 130.000 nel giro di pochi anni come conseguenza dellâimplementazione in progress degli impianti di depurazione. Questi rifiuti, denominati comunemente fanghi di depurazione, sono soggetti a una
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regolamentazione - derivante dal D.Lgs 99/1992 - a recepimento di unâapposita direttiva comunitaria; e proprio qui si forma il nodo da sciogliere per la Regione Toscana. Dove mettere tutti questi fanghi? Fino al 2016 il 40% veniva destinato allâagricoltura del territorio e ciò che rimaneva (ben oltre la metĂ del volume totale) veniva conferito e trattato altrove - senza contare una quota residua destinata a discarica. Poi è arrivata la
servizio idrico pagate dai cittadini toscani superiore ai 20 milioni di euroâ. Rispetto a quella che si delinea come una futura emergenza, i gestori che fanno riferimento alle societĂ del SII (Sistema idrico integrato), tramite il gruppo di lavoro fanghi presso Cispel Conferservizi Toscana, si sono confrontati in merito alle possibilitĂ legate a processi e impianti, considerando la sostenibilitĂ ambientale e la sicurezza per la salute pubblica. CosĂŹ si è
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arrivati a considerare la tecnologia di carbonizzazione idrotermale (HTC) delle biomasse, predisponendo il progetto denominato âSludge 4.0â. Lâambiziosa iniziativa di ricerca e sviluppo è stata dunque selezionata tra i programmi strategici nellâambito del POR FESR 2014-2020 della Regione Toscana. La sfida? Quella di trasformare, tramite HTC, i fanghi di depurazione in biofertilizzanti valutandone al tempo stesso la sostenibilitĂ tecnica, economica e ambientale.
ACQUE REFLUE
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Nuova vita dal fango LâHTC consiste in una conversione termochimica di biomasse in ambiente acquoso. In questo processo di conversione, lâalimentazione viene trasformata in bio-carbone al rango di lignite (denominato hydrochar) e in una soluzione acquosa ricca di sostanze organiche e inorganiche che derivano dalla trasformazione della biomassa di partenza. La reazione termochimica permette di recuperare circa il 99% del carbonio - di cui circa
lâ85-90% concentrato nel solido (hydrochar) e la parte residua in soluzione, nellâacqua di processo. Il termine biomassa si riferisce a materiali lignocellulosici, come legno e scarti dellâagricoltura ma anche a materiali non-lignocellulosici, come ad esempio i rifiuti urbani (la frazione organica) e, proprio, i fanghi di depurazione. Le tecnologie termochimiche migliorano le proprietĂ combustibili della biomassa, anche attraverso la sua conversione in biocombustibili liquidi Gennaio Marzo 2019
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periore (HHV) e la capacitĂ di disidratazione del materiale alimentato. Differenti materiali, condizioni di processo, e tecnologie di produzione possono determinare proprietĂ diverse dellâhydrochar che può essere impiegato come combustibile e applicato a coltivazioni agricole e in orticoltura (per la sua matrice carboniosa) oltre che nella manifattura di materiali (carboni attivi, elettrodi o compositi). I materiali carbonizzati (chars) derivanti da biomasse di scarto (tra cui i fanghi di depurazione) possono contribuire in modo significativo a contrastare la desertificazione garantendo un apporto di sostanza ed aiutando a risanare le o gassosi, e sono preferite, sovente, rispetto ai processi biologici, grazie a tempi di reazione piĂš brevi e alle alte efficienze di conversione. La conversione termochimica di biomassa in un ambiente con concentrazioni di ossigeno limitanti porta alla produzione di biochar utilizzabile come ammendante con effetti positivi su struttura e proprietĂ meccaniche del terreno, oltre che sulla ritenzione idrica e degli elementi nutritivi. LâHTC, operando in fase acquosa e in condizioni subcritiche, a temperature comprese tra i 180 e i 280 °C e con pressione autogena (fino a 2 MPa), genera invece il giĂ menzionato hydrochar, una frazione organica solubile in acqua (che contiene zuccheri, acido acetico e altri acidi organici) e una piccola frazione gassosa (prevalentemente CO2). Le trasformazioni principali che si verificano durante lâHTC sono basate sullâidrolisi e la deidratazione di celGennaio Marzo 2019
Il processo di Idrolisi termica è un processo di riduzione del volume dei fanghi per lo smaltimento che comporta anche una notevole valorizzazione del prodotto finale.
lulosa, emicellulosa e lignina a monosaccaridi e disaccaridi. Questi, a loro volta, sono deidratati, idrolizzati e decarbossilati per fornire frammenti intermedi che sono poi ricondensati per portare alla formazione dellâhydrochar. LâHTC è in grado, quindi, di incrementare il potere calorifico su-
proprietĂ del terreno, riducendo lâutilizzo di materiali esogeni. Sulla strada delle soluzioni La tecnologia HTC presenta promettenti potenzialitĂ per essere integrata nella filiera del ciclo di depurazione in quanto non richiede di apportare
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modifiche ai processi depurativi e permette il trattamento del fango tal quale cosĂŹ come prodotto dagli impianti di depurazione evitando pre-trattamenti energivori come lâessiccamento termico. La concentrazione delle biomasse avviate al trattamento HTC, infatti, è solitamente compresa nel range 10-25% di sostanza secca, allâinterno del quale ricade solitamente anche la concentrazione dei fanghi disidratati
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meccanicamente per mezzo di centrifughe e presse a nastro, tipicamente utilizzate negli impianti di depurazione. Il prodotto dellâHTC è uno slurry che può andare incontro a un processo di separazione solido-liquido con la formazione di due frazioni, una solida (lâhydrochar) e una liquida. Dalla soluzione, a seguito di idonei trattamenti di separazione (ad esempio ultrafiltra-
zione ed osmosi), è possibile estrarre un concentrato ricco di elementi fertilizzanti rappresentato da sostanze idrosolubili.Tali concentrati, recuperati dai rifiuti, possono essere utilizzati per la produzione di fertilizzanti organominerali. Lâhydrochar, oltre allâimpiego come combustibile da fonti rinnovabili, presenta interessanti potenzialitĂ di impiego come ammendante agricolo, sostituto della torba nei substrati Gennaio Marzo 2019
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37 Lâhydrochar, oltre allâimpiego come combustibile da fonti rinnovabili, presenta interessanti potenzialitĂ di impiego come ammendante agricolo.
agro-floro vivaistici, oppure come matrice per la produzione di materiali adsorbenti in applicazioni di bonifica dei suoli e di depurazione delle acque, e ancora come filler in bio-materiali compositi. Sludge 4.0, nel cuore del progetto I due obiettivi principali del progetto âSludge 4.0â sono i seguenti. Il primo è quello di ottenere dal fango prodotti Gennaio Marzo 2019
che siano caratterizzati da specifiche compositive (chimiche, fisiche, microbiologiche ed eco-tossicologiche) tali da renderne non solo possibile ma comprovato lâimpiego sicuro come biocombustibili, biofertilizzanti/ammendanti-substrati in agricoltura e vivaistica, oppure biomatrici adsorbenti in applicazioni di bonifica dei suoli e di depurazione effluenti e filler in bio-materiali compositi. Lo stato dellâarte sia tecnologico che scientifico indica nel controllo delle condizioni operative del processo HTC il conforto della fattibilitĂ . Le condizioni operative puntuali degli impianti di depurazione e la messa a punto di specifici trattamenti del fango negli stessi impianti (stabilizzazione, pre e post-ispessimento, disidratazione meccanica) possono portare la ricerca al successo, con la conversione dei fanghi che derivano dalle acque reflue urbane. Il secondo obiettivo è quello di individuare e verificare gli sbocchi commerciali e il potenziale impiego degli
stessi prodotti su scala regionale, sviluppando un modello di economia circolare locale modulato sulle esigenze del tessuto socio-economico della Toscana; con specifiche attivitĂ di verifica dei vincoli normativi, lâobiettivo è quello di ottenere, per gli stessi prodotti ottenuti dal processo HTC, la classificazione di âend of wasteâ, ovvero come prodotti in grado di generare valore economico e sociale in unâottica di economia circolare. Attraverso un simulatore degli impianti di depurazione del SII interconnessi contando su una rete di monitoraggio dei parametri che comprenda le filiere degli utilizzatori dei prodotti - la sperimentazione dovrebbe portare allâottenimento di prodotti di alta qualitĂ , in relazione agli impieghi di mercato previsti, con una riduzione al minimo dei costi di trattamento, dei consumi energetici e dellâimpatto ambientale. In piĂš, il progetto âSludge 4.0â adotterĂ strumenti innovativi di acquisizione dati, modellazione, monitoraggio e
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MERCATO
Nella prima fase del progetto sono stati selezionati 13 impianti di depurazione sul territorio regionale. Sui fanghi si stanno eseguendo prove HTC di screening.
TAB. 1 â CARATTERISTICHE FANGHI SECONDARI DEGLI IMPIANTI SELEZIONATI. I VALORI RIPORTATI SONO I RANGE DEI VALORI MEDI DI OGNI IMPIANTO RIFERITI ALLâANNO 2017 Tipologia di fango Secondario
Concentrazione SS [%] 0,4 â 0,9
SSV/SST [%] 54,9 â 78,6
TAB. 2 â CARATTERISTICHE FANGHI DIGERITI E DISIDRATATI DEGLI IMPIANTI SELEZIONATI (2017) Tipologia di fango
Digestione
Disidratazione
SSV/SST [%]
Digerito e disidratato
Anaerobica Aerobica
Centrifuga/ Nastropressa
49,0 â 66,5 68,6 â 77,8
Concentrazione SS dopo disidratazione [%] 18,0 - 24,8 16,0 -19,0
dialogo dinamico per riuscire a integrare le necessitĂ gestionali degli impianti di depurazione con gli impianti centralizzati HTC di trattamento dei fanghi. CosĂŹ si potranno individuare flussi e qualitĂ dei fanghi mirate alla produzione industriale dei prodotti a seconda dellâutilizzo finale, con unâottimizzazione complessiva della supply chain (logistica, dei conferimenti, delle linee di processo e della commercializzazione dei prodotti). Il sistema di gestione integrato si avvarrĂ quindi di strumenti avanzati di valutazione come LCA (Life Cycle Analysis), LCC (Life Cycle Cost). Il progetto approfondirĂ anche i potenziali effetti che lâinserimento della tecnologia HTC potrebbe avere sulla gestione del sistema della depurazione. Il progetto prevede il coinvolgimento di aziende e organismi di ricerca come Acque Industriali, (capofila), Ingelia Italia, Consorzio Interuniversitario per la Scienza e la Tecnologia dei materiali (INSTM), Ergo, Next Genomics, P.H. e TerreLogiche. Il consorzio INSTM opera Gennaio Marzo 2019
MERCATO
in âSludge 4.0â attraverso i Dipartimenti di Ingegneria Civile e Ambientale (UniversitĂ di Firenze), Ingegneria civile e industriale (UniversitĂ di Pisa) e Scienze della fisica della terra e dellâambiente (UniversitĂ di Siena). Nella prima fase del progetto sono stati selezionati 13 impianti di depurazione sul territorio regionale. Sui fanghi si stanno eseguendo prove HTC di screening per individuare i fanghi che presentano caratteristiche qualitative idonee allâottenimento di prodotti valorizzabili; la produzione degli im-
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ACQUE REFLUE
pianti selezionati rappresenta circa il 55% di quella totale. La selezione preliminare è avvenuta in base alla potenzialitĂ e alla qualitĂ dei fanghi prodotti, in particolare concentrandosi sullâidoneitĂ del rapporto SSV/SST. Per gli impianti selezionati sono state raccolte dai gestori le informazioni necessarie per caratterizzare sia i fanghi secondari sia quelli digeriti. Nel caso di impianti che prevedono la digestione aerobica il rapporto SSV/SST si attesta mediamente su valori piĂš elevati; la concentrazione di sostanza secca dopo la di-
sidratazione dipende, invece, dal tipo di disidratazione effettuata nella filiera del trattamento fanghi. Ă interessante, inoltre, analizzare la presenza di metalli contenuti nei fanghi, in modo tale da verificarne che le concentrazioni rispettino i limiti normativi. Il servizio riprende ampiamente gli interventi di Riccardo Gori (UniversitĂ di Firenze), Massimo Aiello (Acque Industriali srl, Pisa) e Sandra Vitolo (UniversitĂ di Pisa), nel corso del convegno dedicato al progetto Sludge 4.0 durante la fiera Ecomondo (Rimini, 6-9 novembre 2018).
Guardatela in azione
IL 2030 STA ARRIVANDO
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ACQUE REFLUE
NEWS
A cura di Eliana Puccio
Una trappola per la plastica Un filtro âspecialeâ per salvare le acque. Il piĂš grande nemico del mare è la plastica, perchè non biodegradabile e inquinante. LâAustralia ha escogitato un modo per catturare i rifiuti di plastica che defluiscono negli scarichi fognari nella riserva di Henley, della cittadina di Kwinana. Il sistema StormX è stato installato la scorsa estate. In cosa consiste? Delle grosse e resistenti reti, chiamate trash trap, vengono posizionate allâuscita dei tubi di drenaggio per impedire il
Zero coloranti Nanomateriale ecologico per depurare le acque reflue. Ă il risultato di uno studio condotto da un team di ricercatori dellâUniversitĂ russa dellâamicizia tra i popoli (RUDN). Il processo avviene tramite un nanocatalizzatore ibrido che rimuove i coloranti
passaggio dei rifiuti plastici. Una soluzione tanto semplice quanto geniale, ma non altrettanto economica: il prezzo da pagare per la âgenialitĂ â è infatti sei mila euro per rete. Câè da dire però che allo stesso tempo questo nuovo sistema tra lâaltro efficacentissimo consente di risparmiare su altri fronti (ad esempio, il pagamento delle persone incaricate di raccogliere la plastica manualmente). Nel corso della fase sperimentale sono giĂ arrivati i primi riscontri positivi. Le reti
organici stabili dalle acque reflue. Grazie a questo nanomateriale ibrido composto da una griglia contenente atomi di metallo e molecole organiche, è possibile creare catalizzatori che, interagendo con una base fatta da idrossidi a doppio strato, formano una singola nanostruttura piatta, porosa e cristallina. I chimici hanno testato questa griglia rimuovendo i coloranti organici come il blu di metilene, il rosso congo e il metil arancione. à possibile riutilizzare il materiale fino a cinque volte con lo stesso livello qualitativo.
hanno catturato ben 350 Kg di plastica in quattro mesi. Il procedimento è molto semplice. Una volta colme di plastica, le reti vengono sollevate e svuotate in appositi camion che trasportano i rifiuti nel centro di smistamento. Fortunatamente nessun animale è rimasto intrappolato. Una cosa certa è che il sistema funziona e permette di salvaguardare la flora e la fauna della riserva di Henley. Forse sarebbe il caso che le altre nazioni del globo prendessero come esempio la Terra dei canguri.
Spiagge in pericolo A guardarli cosĂŹ sembrerebbero delle cialde di caffè. In realtĂ si tratta dei famigerati dischetti di plastica, ovvero i filtri impiegati nei sistemi di trattamento biologico delle acque reflue che giĂ lâanno scorso avevano invaso il litorale Fondi, in provincia di Latina. Uno scenario raggelante che coinvolge uno dei nostri luoghi preferiti nella stagione estiva, la spiaggia. I primi a trovarli sono stati i volontari ambientalisti di Fare Verde Fondi. Purtroppo il fenomeno si è diffuso anche sulle coste della
Campania e della Toscana. Ad occuparsene è Clean Sea Life, organizzazione per la tutela dellâambiente che ha allertato Regione Lazio, Capitaneria di Porto, Arpa e Carabinieri. Sono al lavoro con lâobiettivo di risalire al punto di origine dello sversamento, cercando di arrestarne lâespansione. Gennaio Marzo 2019
NEWS
ACQUE REFLUE
Potere al commissario acque reflue Il nostro Paese è in forte ritardo per quanto riguarda le normative legate alle fogne e depuratori di centri urbani, grandi e piccoli. Sono infatti tre le procedure di infrazione aperte, oltre al rischio di una multa multimilionaria da parte della Corte di giustizia europea per mancata attuazione di una prima sentenza del 2012. Secondo il ministro dellâambiente Sergio Costa il commissario per la gestione dellâemergenza dovrebbe godere di poteri di intervento decisamente piĂš incisivi in modo da âvelocizzare il funzionamento di sistemi che si inceppano per motivi burocraticiâ. A tal proposito, lo stesso ministro, durante la riunione dei 28 a Bruxelles ha annunciato che ci sarĂ âcambio di passoâ con la capitale belga. Ricordiamo infatti che nel 2017 il governo italiano nominò Enrico Rolle commissario straordinario per la gestione dell'emergenza depurazione, con incarico triennale.
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ACQUE REFLUE
Stop allo spreco dellâacqua
Un progetto green dal Politecnico di Milano Processo di depurazione delle acque piĂš sostenibile con il progetto Sludgetreat. Lâidea è nata da una combo italospagnola che unisce il Politecnico di Milano (coordinatore), X2 Solutions (Mirandola, Italia), Flubetech (Barcellona, Spagna) e AIN (Pamplona, Spagna). La tecnologia alla base di Sludgetreat consiste nella elettro-disidratazione (electro dewatering - EDW), ovvero disidratazione dei fanghi, riducendo il loro contenuto di acqua al 55%, diminuendo i costi di trasporto e smaltimento del 35% annuo.
NEWS
Ă risaputo che lâindustria tessibile necessita di acqua pulita e che spesso molte fabbriche sprecano enormi quantitĂ dâacqua. Ă il caso di EColoRO, azienda olandese impegnata proprio in questa nuova sfida con la messa a punto di una nuova tecnologia, attualmente testata in Italia ed in Belgio, che permetterebbe di abbattere il consumo di acqua del 90% e ridurre l'inquinamento ambientale. Dallo studio âA new textiles economy. Redesigning fashionâs futureâ, a cura della Ellen MacArthur Foundation, è emerso che lâindustria tessile consuma in un anno 93 miliardi di metri cubi di acqua. Con EColoRO le acque
reflue vengono trattate senza sostanze chimiche e poi riutilizzate. In che modo è possibile? La risposta è lâelettrocoagulazione, la tecnologia alla base della ricerca sperimentale ECWRTI (Electro Coagulation for Water Recycling in Textile Industry) i cui test si concluderanno nel mese di maggio. Questa si suddivide in due fasi: la prima combina elettrocoagulazione (EC sta per Electro-Coagulation) e flottazione per rimuovere gli inquinanti, i coloranti e le sostanze chimiche; la seconda fase invece prevede lâutilizzo di processi a membrana di ultrafiltrazione e osmosi inversa (RO sta per âReverse Osmosisâ).
Stendiamo una tenda salva mare Una barriera speciale per salvare le acque. Ă la scommessa di due ingegneri italiani chiamata Seads (Sea Defence Solutions) per combattere lâinquinamento plastico dei mari e degli oceani. Sono proprio i fiumi il punto dâorigine del flusso della plastica. La barriera è realizzata in collaborazione con lâuniversitĂ di Firenze, il Politecnico di Milano e la University of West of
Scotland. Ă fatta con struttura portante di cavi dâacciaio e con una tenda in plastica riciclata, immersa nellâacqua per poco piĂš di un metro per bloccare i rifiuti. Gennaio Marzo 2019
NEWS
ACQUE REFLUE
Lezioni sulla natura Sigea (SocietÄ Italiana di Geologia Ambientale) e l’Associazione Culturale per l’Ambiente hanno organizzato tre corsi di formazione sulle problematiche dell’acqua in Italia. Dopo i primi due appuntamenti del 2019, rispettivamente il corso “Acquedotti storici toscani
e problematiche di approvvigionamento idrico nel passatoâ€? e il corso “Sorgenti idrotermali in Toscanaâ€?, la sala Vincenzo da Massa Carrara del Complesso di San Micheletto, a Lucca, accoglierÄ l’incontro “Terme storiche dell’Appennino ToscoEmiliano e sorgenti
idrotermali di approvvigionamento idrico nel passatoâ€?. L’evento si terrÄ il prossimo 29 aprile e gli interessati dovranno obbligatoriamente accreditarsi entro il 24 aprile tramite il sito web sigeaweb.it. Durante la giornata si parlerÄ delle sorgenti termali di
Porretta: un miracolo della natura a beneficio di tutti (Bologna)â€?; le sorgenti termali di Bagno di Romagna (ForlÄĹšCesena); le sorgenti termali di Montecatini Terme (Pistoia); le sorgenti termali di Bagni di Lucca, Gallicano, e Pieve Fosciana (Lucca), gli stabilimenti termali di Bagni di Lucca nella storia (Lucca).
Lavora In partenza in sicurezza. per Monaco di Baviera! Quali robot Mini Escavatori saranno al Bauma 2019? 8GPKVG C UEQRTKTNQ KP Ä’GTC FQXG RTGUGPVGTGOQ NG WNVKOG PQXKVÄ RGT RWNKTG URC\K EQPÄ’PCVK G RGTKEQNQUK sarÄ il robot ad entrare nelle aree a rischio. 8K CURGVVKCOQ FCN CN CRTKNG CNNQ UVCPF 703 RCFKINKQPG C4.
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LEGISLAZIONE
Lâimpiego dei fanghi in agricoltura e quella legge che tutti aspettano Le contraddizioni di una normativa vetusta portano le Regioni ad applicare regole diverse allo spandimento. Senza una disciplina moderna e al passo con la ricerca scientifica, ogni soluzione autorizzata è completamente opinabile a cura di Alberto Finotto
utilizzo agronomico dei fanghi da depurazione è consentito in modo limitato; in mancanza di condizioni specifiche, gli stessi fanghi vanno considerati rifiuti a tutti gli effetti. La discriminante è posta dal D.Lgs 99/1992 che stabilisce i limiti di concentrazione di determinati metalli pesanti. Tuttavia, la stessa normativa appare oggi inadeguata, in quanto non esclude lâeventuale contaminazione del suolo da parte di altre sostanze inquinanti che non siano i metalli pesanti. Attualmente due direzioni interpretative animano il dibattito sullo
Lâ
stesso orizzonte normativo. Si tratta di due distinte sentenze del TAR che offrono soluzioni diverse e antitetiche al medesimo quesito (con il conforto, lâuna della Suprema Corte, lâaltra del Consiglio di Stato). Partiamo innanzitutto dalla definizione dei fanghi di depurazione contenuta nellâart. 2 del giĂ citato D.Lgs 99/1992. Secondo il legislatore, essi vanno considerati come âresidui derivanti dai processi di depurazione: 1) delle acque reflue provenienti esclusivamente da insediamenti civili come definiti dalla lettera b), art. 1Gennaio Marzo 2019
LEGISLAZIONE
quater, legge 8 ottobre 1976, n. 670; 2) delle acque reflue provenienti da insediamenti civili e produttivi: tali fanghi devono possedere caratteristiche sostanzialmente non diverse da quelle possedute dai fanghi di cui al punto a.1; 3) delle acque reflue provenienti esclusivamente da insediamenti produttivi, come definiti dalla legge 319/76 e successive modificazioni ed integrazioni; tali fanghi devono essere assimilati per qualitĂ a quelli di cui al punto a.1 sulla base di quanto disposto nel successivo articolo 3.1â. Gennaio Marzo 2019
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In attesa di una risposta nuova La questione da dibattere, ora, è la seguente: la potenzialitĂ nutriente dovuta alla componente organica dei fanghi di depurazione è sufficiente a far rientrare gli stessi tra i prodotti da reimpiegare in agricoltura? Una prima risposta è giĂ contenuta nel comma 3 dellâart. 3 dello stesso D.Lgs 99/1992: âPossono essere utilizzati i fanghi che al momento del loro impiego in agricoltura, non superino i valori limite per le concentrazioni di metalli pesanti e di altri parametri stabiliti nellâallegato I Bâ. Quindi, dalla
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lettura del combinato disposto del primo comma dellâart. 2 e del primo e terzo comma dellâart. 3, in commento si ricavano alcune delucidazioni. Queste precisano che possono essere impiegati in agricolturaâ i fanghi che sono idonei a produrre un effetto concimante e/o ammendante e correttivo del terreno e che non contengono sostanze nocive o tossiche; i fanghi prodotti dalla depurazione delle acque reflue provenienti esclusivamente da insediamenti civili, oppure, se provenienti da insediamenti produttivi, i fanghi che possiedano caratteristiche sostanzialmente non diverse da quelli di cui sopra; i fanghi che non superano i valori limite per le concentrazioni di metalli pesanti e di altri parametri stabiliti nellâallegato I Bâ. Tuttavia, anche se ogni esplicazione potrebbe apparire esauriente, le disposizioni del legislatore appaiono quantomeno datate in rapporto alla mutata sensibilitĂ ambientale che consegue alla speculazione scientifica sui fattori inquinanti. CosĂŹ, la legge di conversione n. 130 del 16 novembre
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2018, ha portato il Governo a intervenire sullâart. 41 (âDisposizioni urgenti sulla gestione dei fanghi da depurazioneâ) del cosiddetto Decreto Morandi. In questo caso, i limiti allâutilizzo dei fanghi di depurazione in agricoltura stabiliti dal D.Lgs. n. 99/1992, aggiunge agli idrocarburi come elementi ostativi allâimpiego, altre sostanze nocive, stabilendo limiti diversi allâuso sostanza per sostanza. La sensibilitĂ ambientale, tuttavia, non basterebbe a spiegare la meditata necessitĂ posta in atto dal Governo con la correzione dellâart. 41 del Decreto Morandi. In attesa di una normativa che regoli la materia fanghi, vale la
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LEGISLAZIONE
pena ricordare un precedente: il pronunciamento della Corte di Cassazione del 6 giugno 2017 (sentenza n. 27958). Riferendosi allâart. 127 del D.Lgs n. 152 del 2006 (che assoggetta i fanghi alla disciplina prevista per i rifiuti, tenendo comunque conto delle disposizioni del D.Lgs n. 99/1992), lâinterpretazione data dai giudici della Cassazione considera che âla regolamentazione dei fanghi di depurazione non è dettata da un apparato normativo autosufficiente confinato allâinterno del D.Lgs n. 99 del 1992 ma il regime giuridico, dal quale è tratta la completa disciplina della materia, deve essere integrato dalla normativa
generale sui rifiuti, in quanto soltanto attraverso lâapplicazione del testo unico ambientale e delle altre norme generali sui rifiuti, per le parti non espressamente disciplinate dal D.Lgs n. 99 del 1992, è possibile assicurare la tutela ambientale che il sistema, nel suo complesso, esige (âŚ) per cui lâattivitĂ di trattamento dei rifiuti deve comunque avvenire senza pericolo per la salute dellâuomo e dellâambiente, fatte salve, ma in sintonia con tale ultima finalitĂ , espresse deroghe rientranti nellâesclusiva competenza del legislatore statale (art. 117 Cost., lett. s)â. Proseguendo, i giudici ritengono che âLâuso agronoGennaio Marzo 2019
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mico (âŚ)â del fango debba essere â(âŚ) ricondotto al rispetto dei limiti previsti per le matrici ambientali a cui dovrĂ essere assimilato (âŚ) salvo siano espressamente previsti, esclusivamente in forza di legge dello Stato, parametri diversi (âŚ)â. Qui ritorna dunque la considerazione di insufficienza del D.Lgs 99/1992 nel regolare lâimpiego dei fanghi di depurazione e la conseguente necessitĂ di leggerne la disciplina in combinato disposto con il Testo Unico Ambientale. A questo punto, la crisi interpretativa è evidente anche per il futuro, in assenza di una legge apposita. Câè chi nega alle Regioni la fissazione di limiti inferiori relativamente ai fanghi destinati allâimpiego in agricoltura (seguendo lâinterpretazione della Cassazione) e chi, invece, criticamente, nega lâapplicabilitĂ ai fanghi dei limiti relativi alle matrici ambientali, individuando nelle Regioni gli organi preposti a stabilire i limiti opportuni per lâutilizzo delle sostanze (limiti comunque diversi da quelli stabiliti dal D.Lgs n. 99/1992 e dal TUA). Le sentenze dei TAR Veniamo quindi alle due sentenze del TAR (della Lombardia e della Toscana) Gennaio Marzo 2019
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che hanno evidenziato proprio questo contesto di criticitĂ . Quella della Lombardia (sentenza n. 1782 del 20 luglio 2018), pronunciandosi in relazione al ricorso di alcuni comuni del pavese e del lodigiano contro la giunta regionale - che aveva elevato o valori limite di idrocarburi e nonilfenolo per consentire lâimpiego dei fanghi a uso agricolo - sposa in pieno le interpretazioni legislative della Cassazione, stabilendo lâapplicazione dei valori limite âsanciti dalla Tabella 1, all. 5, Titolo V, parte IV del D.Lgs n. 152 del 2006â. Quindi il TAR ha ritenuto che i fanghi ad uso agricolo, destinati a mescolarsi con il suolo, siano da assog-
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gettarsi agli stessi limiti previsti per le matrici ambientali e che il legislatore regionale abbia violato la riserva legislativa statale in materia ambientale fissando âuna disciplina contrastante a quella prevista dalle fonti primarie statali, abbassando i limiti di tutela previsti da queste ultimeâ. Diverso e opposto il pronunciamento del TAR Toscana (sentenza n. 887 del 19 giugno 2018). In relazione a unâautorizzazione amministrativa rilasciata dalla Regione per lâimpiego dei fanghi da depurazione in agricoltura, il Tribunale ha subito prescritto la verifica âsia nei fanghi che nel suoloâ del rispetto âper tutti i parametri indagati,
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dei valori limite stabiliti dal D.Lgs n. 99/1992 nonchĂŠ dei valori di concentrazione soglia di contaminazione (CSC) di cui alla Tabella 1, colonna A, dellâallegato 5 alla Parte IV del D.Lgs n. 152/2006 (âŚ)â. In sostanza, il TAR Toscana, pur riconoscendo la non autosufficienza del D.Lgs 99/1992 e la necessitĂ di integrazione con il TUA, auspica un intervento del legislatore per colmare una lacuna evidente in merito allâimpiego dei fanghi da depurazione in agricoltura. Nella sentenza, quindi, lo stesso Tribunale evidenzia le criticitĂ nellâapplicazione integrale della Tabella 1 ai fanghi da depurazione, dichiarando che âle concentrazioni applicate alle matrici ambientali non possono applicarsi ai fanghi (âŚ)â e che âlâutilizzazione dei fanghi in agricoltura avviene mediante interramento e mi-
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scelazione dei fanghi al suolo, con conseguente diluizione delle sostanze presenti nel fango stessoâ. Di conseguenza, il TAR Toscana ha riconosciuto alla Regione il potere di porre limiti ulteriori rispetto a quelli contenuti nel D.Lgs n. 99/1992 ma ristabilendo i valori incrementati âsulla base delle competenze tecnico-discrezionali dellâAmministrazione, tenendo conto dellâammissibilitĂ di una maggiore concentrazione nei fanghi (rispetto al suolo) di sostanze inquinantiâ. Una disciplina da invocare Il conforto allâinterpretazione del TAR Toscana la si trova nella sentenza del Consiglio di Stato n. 2772 del 6 giugno 2017 che riconduceva la disciplina relativa allo spandimento dei fanghi a quella giĂ riguardante i rifiuti, e di con-
seguenza alla normativa ambientale. Proprio nellâambito della normativa ambientale, dunque, tenendo conto della riserva legislativa statale, le Regioni possono esercitare un potere diretto poichĂŠ â(âŚ) è del pari non contestabile che la stessa disciplina primaria allâart. 6 abbia in materia previsto un diretto potere esercitato dalla Regioneâ. Nella stessa sentenza, il Consiglio di Stato precisa comunque che la potestĂ della Regione deve realizzarsi ânel solco delle disposizione primarie e nella ratio di esseâ, tenendo presente che âil diritto allâimpiego (dei fanghi in agricoltura) debba conseguire a una valutazione non aprioristica e generale, ma che, suffragata da dati scientifici, ancori il divieto di riutilizzazione dei fanghi alla conclamata dannositĂ Gennaio Marzo 2019
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degli stessi: stabilire (âŚ) un divieto non ancorato allâindicazione dei limiti di concentrazione, e non definire questi ultimi, appare prescrizione illogica, e foriera di conseguenze, collidenti con la stessa applicabilitĂ del precetto primarioâ. Le acque normative, in attesa di una legge che disciplini finalmente la materia dellâutilizzo agronomico dei fanghi da depurazione, sono comunque state agitate - subito dopo lâapprovazione del giĂ menzionato Decreto Morandi (a fronte delle âDisposizioni urgenti sulla gestione dei fanghi da depurazioneâ) dalla risposta del ministro dellâAmbiente Galletti a unâinterrogazione parlamentare in merito alla stessa questione, dove, nellâincipit, emerge la consapevolezza di una normativa non piĂš al passo con lâattuale Gennaio Marzo 2019
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progresso tecnico-scientifico: âIn linea generale si evidenzia che la normativa sullâutilizzo in agricoltura dei fanghi di depurazione delle acque reflue mira a incoraggiare lâutilizzazione dei fanghi non agricoltura e a regolamentare tale utilizzo (âŚ). Tale processo è disciplinato in Italia dal decreto legislativo 27 gennaio 1992, n. 99 (âŚ). Lo stesso decreto, oggi appare non adeguato
alle piĂš recenti acquisizioni tecnicoscientifiche, soprattutto per quanto attiene alla valutazione degli effetti a lungo termine dellâutilizzo dei fanghi sul suoloâ. Il presente articolo riprende, in parte rilevante, i contenuti della disamina dottrinaria dellâavvocato Valentina Bracchi su Ambiente Legale (Digesta, 5/2018).
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FOCUS ON
Il biogas fatto bene dalle matrici agricole (prima parte)
a cura di Alberto Finotto
Dalla loro digestione anaerobica derivano potenzialitÄ notevoli di produzione, con la prerogativa per l’imprenditore agricolo proprietario di un digestore di incrementare la resa dei terreni inquinando di meno
in dai suoi inizi i soci del Consorzio Italiano Biogas si sono posti alcune domande sul significato e sul ruolo della digestione anaerobica in azienda agricola ed hanno elaborato un piano di sviluppo che consentisse di raggiungere l’obiettivo significativo di produzione di biogas da matrici agricole pur con-
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FOCUS ON
tinuando a produrre alimenti di qualitaĚ. Alla base di questo piano câeĚ lâidea che lâapplicazione in azienda agricola della digestione possa permettere non solo di produrre vegetali per il digestore continuando a produrre i foraggi per la stalla o cibo e foraggi per il mercato, ma che attraverso i principi del biogas fatto bene Gennaio Marzo 2019
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lâintero sistema di coltivazione possa modificarsi, coprendo il terreno di vegetali tutto lâanno, diversificando le rotazioni delle colture, riducendo il consumo di concimi chimici mediante lâutilizzo del digestato, migliorando la fertilitaĚ dei terreni, utilizzando energia rinnovabile per far funzionare le macchine e per essiccare i foraggi.
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Lâorizzonte di un progetto Fin dagli albori il biogas agricolo italiano, che oggi eĚ divenuto il terzo biogas al mondo dopo Cina e Germania, (con investimenti per circa 4 miliardi di euro e circa 12.000 occupati stabili) ha posto il tema dellâefficienza nellâuso del suolo, chiarendo a se stesso âfrom where biomass come fromâ, cioeĚ quale tipo di biomasse sia possibile utilizzare nel digestore senza incorrere in fenomeni di âcompetizioneâ con le produzioni alimentari e foraggere, anzi contribuendo a rendere lâazienda agricola piuĚ competitiva e piuĚ efficace anche da un punto di vista ambientale. Ne eĚ nato un piano, pubblicato per la prima volta dal CIB circa 7 anni or-
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FOCUS ON
sono, che prevedeva una produzione di 8 miliardi di Nm3 di biometano equivalenti, che avrebbe potuto essere utilizzato come biogas grezzo in motori endotermici ovvero immesso in rete per essere utilizzato in cogenerazione, nei trasporti o in altri utilizzi industriali. Superfici di primo raccolto Caratteristica delle bioenergie cosiddette di prima generazione eĚ quella di fare largo uso di monocolture: cereali da granella nel caso dellâetanolo, colture oleaginose nel caso del biodiesel. Nella fase iniziale dello sviluppo del biogas italiano, vi eĚ stato un largo ricorso alla monocoltura di mais destinato a insilamento; poi, a causa del deficit nel grado di approvvigionamento delle biomasse destinate alla stalla o di cereali destinati normalmente al mercato, eĚ nata la necessitaĚ di ridurre progressivamente lâutilizzo delle stesse monocolture. LâItalia dispone di circa 12.400.000 di ettari di superficie agricola utilizzabile (SAU), superficie in costante calo a causa dei fenomeni di urbanizzazione ad un ritmo negli ultimi decenni di quasi 40 ha al giorno. Nelle assunzioni CIB si è previsto che una superficie di circa 400.000 possa essere destinata progressivamente alla produzione esclusiva per i digestori (circa il 3,0% della SAU italiana, una superficie certamente inferiore al potenziale tecnico ed economico). In questi terreni destinati alla produzione di biogas si eĚ prevista una produttivitaĚ con monocolture a mais insilato e/o con doppie colture pari a 6.720 Nm3 di metano /ha. Con 400.000
ha eĚ quindi possibile produrre circa 2,688 miliardi di Nm3 di metano, cioeĚ circa il 33-34% dellâobiettivo al 2030. Biomasse di integrazione Il passo successivo eĚ stato quello di individuare con quali biomasse si poteva produrre la quota di biometano mancante per arrivare al valore complessivo di 8 miliardi di Nm3/anno stimato al 2030.
Per restare quindi alla formula proposta, abbiamo dovuto individuare le biomasse da cui ricavare lâenergia di cui al fattore âIâ per un fabbisogno di 5,312 miliardi di Nm3/anno al 2030. Di seguito procediamo quindi ad illustrare lâapproccio metodologico adottato per la stima delle âbiomasse di integrazioneâ, cioeĚ: le colture di integrazione; le biomasse residuali: residui agricoli, effluenti Gennaio Marzo 2019
FOCUS ON
zootecnici, sottoprodotti agro-industriali in termini di quantitaĚ effettive disponibili per la conversione in biometano e di resa energetica effettiva. Le biomasse residuali o di scarto generate dallâattivitaĚ agricola (in particolare effluenti zootecnici) e dallâattivitaĚ di prima trasformazione dei prodotti agricoli (industria delle conserve vegetali, industria del latte e della carne,..) rappresentano una Gennaio Marzo 2019
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componente importante delle âbiomasse di integrazioneâ, stimate sulla base di indagini e studi mirati condotti a livello regionale e nazionale. Delle diverse tipologie di residui e sottoprodotti si sono stimati le percentuali di avvio a recupero energetico ritenute sostenibili da un punto di vista tecnico ed economico, argomentati caso per caso. Per quanto riguarda la voce âcolture di integrazioneâ si eĚ proceduto quindi ad esaminare dal punto di vista agronomico la praticabilitaĚ del loro inserimento nelle rotazioni convenzionali destinate alla produzione di alimenti e mangimi, analizzando le peculiaritaĚ di ciascuna di esse al fine di procedere alla stima della superficie agricola interessata alla produzione di biometano secondo gli obiettivi previsti, considerando le peculiaritaĚ dellâagricoltura italiana declinata a livello regionale.
Da ultimo, ma non per importanza, si precisa che alle diverse biomasse oggetto di stima (siano esse residui, sottoprodotti o colture di integrazione) eĚ stato poi assegnato un valore medio di resa specifica in biometano per tonnellata tal quale, calcolato sulla base del contenuto medio di sostanza secca e di solidi volatili (o sostanza organica). Tutte le rese energetiche adottate sono state desunte dal Gestionale BMP di CRPALAB, che contiene i risultati di circa 2.100 test di producibilitaĚ di biogas/biometano condotti su oltre 200 biomasse di natura diversa. Le rese specifiche ottenute con il test BMP sono state ripetutamente verificate e convalidate dal confronto con le prestazioni energetiche di diversi impianti in scala reale (1-continua). Sintesi tratta dallâomonima pubblicazione del CIB (Consorzio Italiano Biogas).
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Sulla strada che porta alla âcarbon-freedomâ Dal palco di Ecomondo, la realtĂ di un grande programma conquista la scena. Al centro, lâimportanza del gas rinnovabile nella strategia Clima-Energia europea e nazionale a cura di Alberto Finotto
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FOCUS ON
a Piattaforma Tecnologica Nazionale Biometano, coordinata da CIB (Consorzio Italiano Biogas) e CIC (Consorzio Italiano Compostatori) - e partecipata dalle realtĂ rappresentative di Anigas, Assogasmetano, Confagricoltura, Fise-Assoambiente, Legambiente, NGV Italy, Utilitalia, Snam e Italian Exhibition Group - ha ribadito dal palco dellâultima edizione della fiera Ecomondo, a Rimini, la centralitaĚ del gas rinnovabile nella strategia ClimaEnergia europea e nazionale. Il piano europeo Clima-Energia pone per il 2030 obiettivi ambiziosi, in vista di un traguardo al 2050 caratterizzato da uno scenario energetico continentale che si vuole fortemente a basso contenuto di carbonio. LâItalia, come gli altri stati membri, saraĚ chiamata a breve dallâUE a rendere nota la pro-
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pria strategia di avvicinamento agli obiettivi comunitari. Convinti che il biometano rappresenti una soluzione per il contrasto ai cambiamenti climatici, i membri della Piattaforma Tecnologica Nazionale Biometano hanno portato il loro contributo alla consultazione pubblica lanciata dalla Commissione europea per raccogliere spunti e osservazioni da imprese, autoritaĚ e societaĚ civile sul tema delle politiche energetiche del futuro. I contenuti della proposta, indirizzati a ribadire il ruolo fondamentale del gas rinnovabile nella transizione energetica, sono stati oggetto di dibattito nel corso dellâincontro riminese dellâ8 novembre scorso.âSiamo convinti che la produzione del biometano e di idrogeno rinnovabili possa raggiungere livelli molto elevati in Italia e in Europa - ha sostenuto con
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forza e convinzione Piero Gattoni, presidente del CIB - Questi livelli sono tali da contribuire, grazie a un utilizzo dellâinfrastruttura gas esistente e in combinazione con lâelettricitaĚ rinnovabile, al fabbisogno energetico dei Paesi membri e alla decarbonizzazione dellâeconomia e dei trasporti, il tutto conseguendo sensibili risparmi rispetto a uno scenario futuro senza gas. Se vogliamo conseguire il traguardo di unâeconomia a zero emissioni nette entro il 2050, dobbiamo considerare il biometano come un elemento chiave anche in termini di sostenibilitaĚ economica: a livello europeo, infatti, potremmo arrivare a produrre oltre 122 miliardi di metri cubi di gas rinnovabile entro trentâanni; tale produzione ci permetterebbe di raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione risparmiando fino a138 miliardi di euroâ. Filiera virtuosa Guardando alla filiera del gas rinnovabile, la ricaduta positiva sullâeconomia e sulla societaĚ Ă¨ evidente. La produzione di biometano derivata da unâagricoltura sostenibile permette, ad esempio, di rilanciare lâoccupazione nelle campagne italiane e di adottare pratiche diffuse di sequestro del carbonio nel terreno, con la conseguenza di abbattere le emissioni nette delle aziende agricole e di arricchire e proteggere il suolo coltivato grazie allâuso della fertilizzazione con il digestato e allâutilizzo dei doppi raccolti. âA questo proposito, riterremo utile un coinvolgimento diretto anche del Ministero delle politiche agricole - ha dichiarato ancora Gattoni - Su
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questo dossier si può costruire unâoccasione di rilancio per lâagricoltura italiana, oltre che costituire un elemento di accelerazione sul fronte dellâinnovazione tecnologica e della sostenibilitaĚ ambientale. Proprio nellâottobre scorso ho illustrato ampiamente ai membri della Commissione Agricoltura del Senato il ruolo fondamentale che la dige-
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FOCUS ON
stione anaerobica riveste nella promozione di un modello di agricoltura circolare e innovativa, che permetta alle nostre aziende di essere piuĚ competitive e sostenibili. La produzione di gas rinnovabile non eĚ una bioenergia come le altre, percheĚ consente al settore primario di diventare da parte del problema del cambiamento climatico a parte im-
prescindibile della sua soluzione. Vanno peroĚ superati alcuni ostacoli per permettere a un settore vitale e particolarmente promettente di dispiegare appieno le proprie potenzialitaĚ. Dopo i recenti progressi sul fronte del quadro normativo, infatti, la filiera del biogas agricolo attende dei chiarimenti su alcune procedure per la riconversione di parte della
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produzione di energia elettrica in biometano, primo passo per permettere un efficientamento delle infrastrutture esistenti che potranno essere collegate alla rete elettrica e a quella del gas naturaleâ. Fondamenta FORSU Al centro del dibattito anche il biometano da FORSU che ârappresen-
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ta uno degli assi portanti del futuro dellâeconomia circolare secondo Massimo Centemero, direttore del CIC - LâItalia eĚ pronta a cogliere questa innovazione con otto impianti consorziati CIC in grado di produrre biometano a partire dai rifiuti organiciâ. Il decreto legge, varato a marzo 2018, per la promozione dellâuso del biometano nel settore dei trasporti ha segnato una svolta importante, insieme allâapprovazione del nuovo pacchetto di direttive eu-
ropee sullâeconomia circolare che punta a valorizzare il rifiuto organico in Italia. âLa rivoluzione del biowaste eĚ pronta a coinvolgere tutto il Paese, come dimostra il primo impianto a biometano da FORSU del Centro-Sud, inaugurato a settembre 2018 a Rende, in Calabria - ha aggiunto Centemero - Grazie allâupgrading del biogas a biometano, nel prossimo biennio si potrebbero avere circa 200 mln di Nm3/anno di biocarburante avanzato da FORSU".
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NEWS
A cura di Eliana Puccio
Lâenergia viene dalle cialde
Una casa âspecialeâ, al sapore di caffè. Esteticamente ispirata al logo rosa e arancione di Dunkinâ Donuts, è frutto della collaborazione tra la multinazionale e il costruttore New Frontier Tiny Home. Si estende in 25 metri ed è costruita su un rimorchio, cosĂŹ da agevolare gli spostamenti. Al suo interno troviamo una camera da letto matrimoniale, un bagno, una cucina e una
Stop ai fertilizzanti chimici Lo scorso 13 dicembre è stato raggiunto un primo accordo europeo sui fertilizzanti riciclati con lâobiettivo di ridurre quelli chimici in Europa. La nuova legislazione è stata proposta dalla Commissione europea nel marzo 2016 nell'ambito del pacchetto sull'economia circolare. Secondo le stime della Commissione europea, i rifiuti
zona pranzo sopraelevata con grandi finestre e un portico di cedro allâaperto che richiama il colore del caffè. Lâabitazione sfrutta efficientemente lâenergia: per ogni 77 chilogrammi di fondi di caffè sono prodotti circa quattro litri di biocarburante. Partner del progetto è lâattrice statunitense Olivia Wilde che ne ha firmato il design contribuendo a creare un ambiente caldo con rivestimenti in legno
organici - aggiunti ai fanghi di depurazione, alla farina di carne e ossa o al letame potrebbero sostituire il 30 per cento di fertilizzanti non organici, mentre l'UE importa circa 6 milioni di tonnellate di fosfati allâanno. Lâaccordo deve ancora essere ufficialmente approvato dal Parlamento europeo e dal Consiglio, dovrebbe entrare in vigore dal 1° gennaio 2022, in un primo momento nell UE.
di recupero, materiali per imballaggio e con arredi multifunzionali cosĂŹ da valorizzare al massimo gli spazi a disposizione. Come si crea il combustibile bio? Vengono estratti gli oli in eccesso nei fondi di caffè, poi miscelati con alcool per subire una reazione chimica nota tecnicamente come âtransesterificazioneâ. Si tratta di un processo che genera un biodiesel. Questo
viene lavato e raffinato, e utilizzato come combustibile attraverso lâuso di un generatore di biocarburante. In questa casa è inoltre possibile pernottare qualche giorno. Per chi fosse interessato può infatti prenotare soggiorni di due notti su Airbnb a Nahant, nel Massachusetts. Unâidea geniale ed esemplare di riciclaggio dei rifiuti. Lâedificio in questione mostra quanto è fondamentale creare un sistema energetico sostenibile per le case del futuro. Motivo per cui Dunkinâ Donuts ha deciso di accrescere costantemente il proprio impegno a supporto dellâambiente e della sostenibilitĂ . Non è infatti la sua prima volta. Lâazienda nei mesi scorsi aveva annunciato il passaggio entro il 2020 dei bicchieri in polistirene. Sistema che dovrebbe aiutare a evitare il conferimento in discarica di un miliardo di bicchieri allâanno.
Bioplastica dalla CO2 Produrre bioplastica dallâanidride carbonica è possibile. Il primo impianto Lux-on (societĂ nata dalla collaborazione tra Bio-on e Gruppo Hera) sarĂ costruito
in Italia entro il 2019 produttivo e si avvale della tecnologia che produce bioplastica biodegradabile al 100 per cento dalla CO2 presente in atmosfera come âmateria primaâ e a costo zero. Gennaio Marzo 2019
NEWS
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Salviamo le foreste asiatiche La Norvegia dirĂ basta allâolio di palma come biocombustibile. Un divieto importante che aiuterĂ a contrastare i cambiamenti climatici e a tutelare lâecosistema. Lâuso, infatti, oltre che compromettere lâesistenza delle foreste pluviali, mette a rischio la vita di animali in via di estinzione come gli oranghi. Per scongiurare ciò, il parlamento norvegese ne ha vietato lâutilizzo sullâintero territorio e sarĂ il primo paese al mondo a farlo, ma nei prossimi tre anni il piano potrebbe coinvolgere altre nazioni, o almeno è ciò che
si spera. âLa decisione del parlamento norvegese rappresenta un importante esempio per gli altri paesi e sottolinea la necessitĂ di una seria riforma dellâindustria mondiale dellâolio di palmaâ, spiega Nils Hermann Ranum, della ong per la conservazione della natura Rainforest foundation Norway (Rfn). âNumerose prove testimoniano che il biocarburante ricavato dallâolio di palma è peggiore per il clima rispetto ai combustibili fossili che sostituisceâ, commenta Chris Malins, lâautore del rapporto. Un voto che ha destato pre-
occupazione in Indonesia, paese con maggiore produzione mondiale di olio di palma. Le nuove disposizioni dovranno entrare in vigore entro il 2020.
La svolta ecologica di Eni
Biosolarizzazione I ricercatori della University of California a Davis, hanno scoperto un nuovo modo per aiutare gli agricoltori a migliorare i raccolti e ridurre i parassiti sfruttando semplicemente i raggi del sole e i rifiuti agricoli. Il processo si chiama biosolarizzazione. In una dichiarazione, il team ha affermato che questa innovazione aiuterĂ a rinunciare ai fumiganti chimici e rendere Gennaio Marzo 2019
l'agricoltura piÚ produttiva, redditizia e rispettosa dell'ambiente. Spesso, infatti, gli agricoltori perdono tempo e denaro per scongiurare erbe infestanti e altri parassiti, qualche volta ricorrendo a fumiganti chimici. In realtà , quello della biosolarizzazione è un sistema vecchio. Molti giardinieri lo utilizzavano per liberarsi delle erbacce. à efficace, ma può durare da quattro a sei settimane.
Si trova nel sito della raffineria di Gela (Sicilia) il primo impianto pilota per il recupero e la trasformazione della frazione organica dei rifiuti solidi urbani (FORSU) in un bio olio. Ad avviarlo è Syndial, societĂ ambientale di Eni. Quanto olio bio è è possibile produrre da una tonnellata di umido dei nostri sacchetti? 150 gr. Il processo in questione si chiama liquefazione. Il pilota di Gela ha una capacitĂ produttiva di bio olio stimata in circa 70 chilogrammi al giorno e viene alimentato con 700 kg al giorno di rifiuti organici forniti dalla SocietĂ per la regolamentazione del servizio di gestione rifiuti SRR di Ragusa. Si prevede giĂ un nuovo impianto a Ravenna e che non interesserebbe soltanto i rifiuti organici ma anche la plastica. Il progetto waste to fuel è un esempio concreto del modello di economia circolare della multinazionale, secondo la quale potrebbe essere un buon piano dâazione che servire a risolvere il problema dellâinquinamento. Dire addio ai rifiuti trasformandoli in un bene prezioso come lâenergia.
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Modello di sostenibilitĂ
Che fibra! Ridurre gli sprechi riciclando la canapa. La canapa industriale è ora completamente legale negli Stati Uniti grazie al Farm Bill del 2018. Di conseguenza, possiamo aspettarci che l'industria della canapa cresca e produca sempre piÚ rifiuti. Startup come 9Fiber, società di tecnologia agricola focalizzata sul riciclaggio del gambo di canapa e dei rifiuti di fusto, e Kindness 3D, società impegnata nella progettazione di arti protesici, ne vedono un'importante opportunità . 9Fiber decontamina qualsiasi rifiuto biodegradabile da sostanze federali illegali, rimuovendo il THC (uno dei maggiori e piÚ noti principi attivi della cannabis). Successivamente viene rimosso il nucleo legnoso della pianta di
canapa. La fibra poi subisce la trasformazione finale prima che diventi utilizzabile per la produzione. Con la fibra riciclata, 9Fiber produce carta, corde, tessuti, carburante,fibra di vetro. Kindness 3D, invece, trasforma gli imballaggi in plastica dai prodotti di cannabis psicoattivi in arti protesici. Lâazienda ha infatti l'obiettivo non solo di riciclare i rifiuti di plastica riutilizzabili, ma anche di progettare e produrre arti protesici a un prezzo accessibile a tutti. Mentre la legalizzazione della canapa industriale e della cannabis continua a diffondersi in tutto il mondo, le due realtĂ rappresentano una nicchia importante. Studi come questi sono fondamentali sia per ridurre i rifiuti di canapa e sia per aumentare l'utilitĂ della pianta stessa.
Expo 2020 Dubai svela un importante piano di riciclaggio. Lâattesa esposizione universale non mira solo a una spinta economica importante per l'emirato, ma anche a migliorare l'ambiente. I rifiuti organici provenienti dal vasto spazio di Expo 2020 a Dubai Sud saranno convertiti in fertilizzanti, il materiale da costruzione sarĂ riutilizzato nelle strade e la plastica e il vetro saranno
trasformati in oggetti per i visitatori come parte di unâiniziativa di riciclaggio eco-compatibile. Una partnership tra Expo 2020 Dubai e Dulsco negli Emirati Arabi Uniti garantirĂ che lâ85% dei rifiuti del sito sarĂ deviato dalla discarica.
Natale è sempre Ogni anno, gli alberi di Natale che ci accompagnano per tutto il periodo festivo finiscono in discarica. Ma una ricerca dellâUniversitĂ di Sheffield ha dimostrato che i nostri cari abeti possono avere una seconda vita. Cynthia Kartey, ricercatrice dellâuniversitĂ di Sheffield, ha scoperto che è possibile produrre prodotti utili dalle sostanze chimiche estratte dagli aghi di pino: âIl componente principale degli aghi di pino è un polimero complesso noto come lignocellulosa. La ricerca si è concentrata sulla
scomposizione di questa complessa struttura in semplici prodotti chimici industriali come gli zuccheri e i fenolici, che vengono utilizzati in prodotti come detergenti domestici. In futuro, il nostro albero di Natale potrebbe essere trasformato in vernice per decorare ancora una volta la nostra casa. Gennaio Marzo 2019
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Imballaggio etico Lâecologia arriva in cucina. Si chiama Apepak lâalternativa naturale agli imballaggi di plastica. La buona notizia, in arrivo da Castelfranco Veneto, è che potremo finalmente consumare il nostro cibo senza sentirci in colpa. Lâinvolucro amico dellâambiente è composto infatti da fibra di cotone e lavorato con cera dâapi, resina di pino e olio di jojoba (forniti da apicoltori e aziende italiane): 100 per cento naturale multiuso e biodegradabile. Ă naturale durevole, sigillante, antisettico, lavabile, riutilizzabile, e traspirante (ciò permette che il contenuto avvolto respiri). Ma soprattutto, caratteristica fondamentale: risparmia ai nostri oceani 9 km di pellicola di
plastica all'anno. A differenza della sua antagonista, infatti, non inquina. Il cotone di Apepak è certificato Global Organic Textile Standard, o riciclato dagli avanzi dei laboratori tessili italiani. A occuparsi della sua realizzazione ci pensa Sonda SocietĂ Cooperativa Sociale Onlus. Ă senzâaltro lâideale per i pranzi veloci
a scuola o in ufficio, o anche per sigillare i piatti avanzati. Lo spirito era proprio quello di creare un prodotto completamente ecologico che sostituisse gli imballaggi usa e getta di carta, plastica e alluminio e cercare di sbarazzarsi una volta per tutte dal peggior nemico del mare.
Per fare la plastica, ci vuole un seme
Panzerotto bio A tavola con lâambiente. Lâolio da frittura dei buonissimi panzerotti potrebbe diventare parte del combustibile destinato ai mezzi pubblici circolanti nella cittĂ di Taranto. Lâiniziativa green che prende piede nel capoluogo pugliese potrebbe interessare (o almeno si spera) altre cittĂ . Gennaio Marzo 2019
Nellâattesa che il mondo si sbarazzi definitivamente di cannucce e posate di plastica, câè chi fa di tutto per attenuare le conseguenze dei danni ambientali che pian piano stanno saturando lâecosistema. Si tratta di Biofase, azienda con sede in Messico, ideata da Scott MungĂa, studente di ingegneria chimica. La vera scoperta è che dai semi di avocado non si possa semplicemente ricavare la salsa guacamole, ma anche la bioplastica. Come? Estraendo dai semi un composto molecolare ed ottenere un biopolimero modellabile in tutte le sue forme.
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SarĂ sempre allâaltezza Sennebogen innova ancora presentando il movimentatore telescopico 355 E con cabina elevabile, grande forza di strappo grazie alla cinematica a Z in testa al braccio e raggio di sterzata ultracompatto Matthieu Colombo
errore piĂš grande è scambiare il nuovo Sennebogen 355 E per un sollevatore telescopico tradizionale. Ă piĂš corretto dire che ha unâindole di movimentatore con braccio telescopico, ma tecnicamente è ancora riduttivo perchè in testa al braccio si scopre una cinematica a Z
Lâ
che, unita alla struttura sovradimensionata di tutta la macchina, cambia totalmente le carte in tavola, assicurando una notevole forza di strappo. La caratteristica piĂš innovativa, quella che velocizza i cicli di lavoro elevando al contempo la produttivitĂ e la sicurezza operativa in un sito industriale
come un impianto di riciclaggio, è senza dubbio la cabina elevabile battezzata MultiCab. Un terzo asso nella manica, che non si vede a macchina statica, è il raggio di sterzata inferiore ai 4 metri di raggio (misura alle ruote). Altra dotazione, disponibile però a richiesta, è lâassale anteriore che recu-
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Carta canta Le immagini del nuovo Sennebogen 355 E sono state scattate allâHamburger Hungaria, una azienda dellâEst Europa specializzata nel riciclaggio e produzione di carta. Il concessionario locale Kuhn RakodĂłgĂŠp Kft ha consigliato il nuovo movimentatore 355 E per velocizzare i tempi di carico e scarico dei camion e movimentare materiali sfusi con benna. âIl 355 E è un vero e proprio concentrato di forza ha dichiarato KĂĄzmĂŠr Csorba, amministratore delegato della Kuhn RakodĂłgĂŠp Kft. Riesce a unire i vantaggi delle pale gommate e dei carrelli elevatori classici, dimostrandosi la soluzione ideale per innumerevoli tipologie di utilizzo nel campo della movimentazione dei materiali.â
pera lâinclinazione del telaio fino a piĂš o meno 9°. Veniamo ai numeri chiave. Il 355 E solleva fino a 5.500 kg alla massima altezza di 8.450 mm, 2.250 kg al massimo sbraccio di 4.350 mm. Affidabile e veloce La vocazione industriale del Sennebogen 355 E è chiara. Caratterizzato da una struttura particolarmente robusta e da componenti di alta qualitĂ , è progettato per un utilizzo continuativo in condizioni impegnative. âTutti i componenti sono ottiGennaio Marzo 2019
mizzati al fine di garantire una durata eccezionaleâ - precisa il costruttore. Si va dal motore FPT Industrial da 4,5 litri tarato a 103 kW che lavora sempre al meglio delle condizioni termodinamiche grazie a scambiatori a maglia larga e ventola con rotazione reversibile di serie in modo che lâaffidabilitĂ sia massima anche in condizioni operative polverose e sfavorevoli. La trasmissione idostatica a variazione continua che, in modalitĂ standard, porta il 355 E a 20 km/h, ma per i trasferimenti lo può spingere fino a 40 km/h.
Veloce e versatile Uno dei primi clienti in Europa a provare il nuovo Sennebogen 355 E è stata lâazienda ungherese di riciclaggio e produzione carta Hamburger Hungaria. In questo sito il 355 E ha dimostrato di riuscire a caricare e scaricare i camion piĂš rapidamente delle macchine tradizionali e, grazie alla nuova cinematica, di riuscire anche ad alimentare a carbone la centrale elettrica dellâazienda stessa. Dopo Ifat 2018, il nuovo movimentatore tedesco sarĂ anche esposto al Bauma.
64 Per il nostro gruppo i movimentatori industriali sono un anello essenziale della catena produttiva. La loro affidabilità è fondamentale almeno quanto la produttivitĂ . Al riguardo, lâutilizzo della stessa macchina da parte di piĂš operatori non è sempre la soluzione migliore, ma è il nostro metodo di lavoro e le Liebherr non ci danno pensieri. Per noi Liebherr non è un semplice fornitore ma un partner di business.
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Andrew Kummer manager AIM Recycling Hamilton
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Tra i primi 20 al mondo Abbiamo visitato uno dei 70 impianti della AIM Recycling, uno dei leader al mondo nel riciclaggio di metalli, che ha differenziato con demolizioni e saldatura dello stagno Matthieu Colombo
rganizzazione e programmazione del lavoro, attenzione per la sicurezza, spirito di squadra. Sono queste le prime impressioni che abbiamo avuto entrando nel sito di riciclaggio di metalli della AIM Recycling a Hamilton, Ontario, Canada. Il sito, non lontano da Toronto, è quello che vedete in foto ed è solo uno dei 70 impianti gestiti da questo gruppo fondato dalla famiglia Black negli anni
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Trenta quando Peter Black ha cominciato lâattivitĂ con un piccolo scrapyard, tanta selezione manuale e una gru idraulica. Dopo 80 anni di attivitĂ , AIM Recycling è un leader mondiale nel riciclaggio dei metalli. Primo assoluto in Canada, quarto in Nord America e tra i primi venti al mondo, questa realtĂ a conduzione familiare conta oltre 2.500 dipendenti in cinque continenti, smantella oltre 20.000 auto allâanno, possiede oltre 300 camion, 500 rimorchi container e ben 900 vagoni ferroviari. Numeri da capogiro che si riflettono anche nelle tecnologie per il trattamento e la mo-
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FOCUS ON La AIM Recycling ha tre volte piĂš vagoni ferroviari che camion. Molto spesso il conferimento in discarica avviene quindi su rotaia.
vimentazione dei materiali come i movimentatori idraulici. Gli esemplari della flotta AIM Recycling attivi nel mondo sono, malcontati, oltre 115 e Liebherr è considerato un partner strategico. Siamo stati invitati a visitare il sito di Hamilton proprio da Liebherr, per vedere al lavoro tre dei dieci esemplari di LH 80 Industry acquistati negli ultimi anni. Il sito ci è stato presentato sul campo da Andrew Kummer, manager AIM Recycling del sito di
Hamilton. Lâimpianto è piĂš grande di otto campi da calcio regolamentari messi assieme. Allâingresso campeggia in grande la scritta Get paid cash for your metal! Gli uffici sono degni di uno stabilimento produttivo e da poco è stata costruita una struttura coperta e riscaldata, con altezza interna di oltre venti metri, per eseguire in loco la manutenzione delle macchine, soprattutto quanto le condizioni meteorologiche sono piĂš avverse. âDa piccola impresa a conduzione fa-
miliare - ci ha spiegato il giovane Kummer come se lavorasse in AIM da unâintera vita - ci siamo evoluti in una multinazionale di successo, con differenti divisioni che si completano a vicenda. Negli anni AIM Recycling ha diversificato il proprio modello di business ideando il format EcoCenter, specializzato nel riciclaggio di rifiuti da costruzione e demolizione, e ha fondato la AIM Global Solder Solutions, la seconda piĂš grande azienda di saldatura di stagno al Gennaio Marzo 2019
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UmiltĂ da leader âAIM Recycling offre solo prodotti di alta qualitĂ e un servizio che si adatta alla vasta gamma di esigenze della crescente clientela. Chiave del nostro successo è la lealtĂ con i nostri dipendenti e partner. Questa sinergia è abbinata alle nostre attrezzature e ai nostri processi allâavanguardia per aiutare AIM Recycling ad essere protagonista nel mercato internazionaleâ. Queste sono le parole con cui si presenta AIM Recycling sulla sua pagina web. Buttateci un occhio! aim-recycling.com
mondo. Fa parte del gruppo anche la Kenny U-Pull, una societĂ di autodemolizione con piĂš di 14 sedi distribuite nel Nord America. Qualche anno fa abbiamo anche acquisito la societĂ di demolizioni Delsan e integrato la sua attivitĂ di riciclaggio, smantellamento e demolizioneâ. Recupera energia e consuma meno Nel sito di Hamilton i nuovi Liebherr LH 80 Industry, da circa 75 t di peso operativo e 22 m dâaltezza operativa, Gennaio Marzo 2019
sono utilizzati per alimentare le presse e i trituratori. Sotto al loro cofano gira un motore Liebherr da 230 kW a fronte di una potenza di picco della macchina dichiarata dal costruttore di ben 437 kW. Il segreto è la tecnologia brevettata Liebherr ERC (sistema di recupero di energia), che conferisce alla macchina una spinta in termini di prestazioni, a fronte di consumi particolarmente contenuti. Al riguardo, le macchine prodotte a Kirchdorf adottano il siste-
ma idraulico LUDV a doppio circuito che assicura movimenti di lavoro piĂš rapidi nonostante la riduzione fino al 20% del consumo di carburante rispetto ai modelli precedenti. Gli operatori che abbiamo incontrato, ai quali dei consumi poco interessa, ci hanno detto di apprezzare la stabilitĂ operativa e la capacitĂ idraulica dellâLH 80 Industry di rispondere a piĂš comandi idraulici in contemporanea assicurando sempre prestazioni elevate e uniformi.
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Inno alla tradizione Fuchs non dorme sugli allori e fa valere unâesperienza lunga 130 anni presentando tre nuovi modelli li albori della movimentazione industriale, ben prima della fine dellâOttocento sono marchiati Fuchs. Da allora lâazienda tedesca, ora parte di Terex Corporation, ha innovato nel segno della continuitĂ facendo evolvere le proprie tecnologie per rispondere alle richieste della clientela. Oggi nulla è cambiato e Fuchs vede nel Bauma un momento importante dove avere un riscontro puntuale dei clienti internazionali. Le novitĂ che saranno presentate in fiera sono tre, a partire dal nuovo movimentatore industriale MHL375F HD (qui rappresentato nei rendering) che punta a colmare la mancanza dâofferta nella categoria delle macchine da 60 a 70 tonnellate. Il neonato è stato sviluppato con una concezione modulare che permetterĂ alla clientela di ritagliarsi una macchina su misura variando, carro, tipologia e dimensione dei bracci e diffe-
Al Bauma Fuchs svela in anteprima mondiale il nuovo MHL375F HD per movimentazione rottami e applicazioni portuali.
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renti modelli di cabine elevabili. A detta del costruttore, il MHL375F HD copierĂ le esigenze di movimentazione rottami e applicazioni portuali anche grazie alla duplice alimentazione a scelta tra il tradizionale diesel o elettrica plug in. Le altre due evoluzioni SarĂ inoltre esposto lâMHL320 in versione compatta per soddisfare le esigenze della filiera del riciclaggio che opera in spazi ristretti o chiusi, ai bordi del tessuto urbano. Grazie a una cinematica ridisegnata, lâMHL320, in allestimento compact, potrĂ caricare un camion velocemente anche allâinterno di strutture industriali. La terza macchina che Fuchs presenterĂ al Bauma 2019 è la RHL350F. In sostanza si tratta di una MHL350F ma dotata di un carro cingolato per operare su terreni morbidi che richiedono una bassa pressione al suolo. www.scaispa.com Gennaio Marzo 2019
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Il recupero polimaterico che viene dal... freddo
Per il trattamento dei frigoriferi si fa largo lâinnovazione firmata For Rec. Lâazienda veneta di Santa Giustina in Colle (Padova) è allâavanguardia con impianti di riciclaggio avanzati installabili direttamente in fabbrica Eliana Puccio
maltire e riciclare i rifiuti elettrodomestici (i cosiddetti RAEE) diventa sempre piĂš facile. Ă il caso di For Rec, azienda veneta allâattivo nella progettazione, produzione e realizzazione di macchine singole e impianti per il trattamento e la trasformazione dei rifiuti. Di recente, la normativa Weeelabex ha definito i limiti di emissioni, la registrazione dei trattamenti, e la qualitĂ di pulizia del prodotto in uscita, ovvero una serie di nuove leggi che prevedono i processi di smaltimento dei frigoriferi. Questâultimo è legato a quello dei gas dannosi per lâambiente. For Rec ha deciso di rispondere alle richieste dei propri clienti progettando e installando un impianto caratterizzato da serie di plus che aderiscono al 100 per cento alle nuove normative, ma con un valore aggiunto: trattare fino a 120
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unitĂ in unâora con unâunica linea, riducendo anche lâarea richiesta per il posizionamento dellâimpianto. Il progetto prevede la possibilitĂ di distruggere il gas direttamente in cantiere. Sempre piĂš frigoriferi contengono gas pentano con unâalta capacitĂ infiammante. Questo gas, grazie a un combustore, può essere distrutto direttamente in fabbrica, evitando successivi passaggi e trattamenti e realizzando una sensibile riduzione dei costi di gestione; un risparmio che si manifesta anche in termini di emissioni e qualitĂ del prodotto in uscita: plastica, ferro, alluminio, rame e poliuretano. For Rec sta giĂ raccogliendo i primi frutti: eccellenti risultati dai test confermano lâefficienza di questo innovativo e pionieristico trattamento, con nuove commesse allâorizzonte e progetti sempre piĂš ambiziosi.
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A cura di Eliana Puccio
Porta 20 bottiglie e corri gratis Vuoi un caffè gratis? âPagaloâ con cinque bottiglie di plastica. Non è uno scherzo. A Praga è possibile grazie allâiniziativa sposata da RunCzech, societĂ che organizza la maratona nella cittĂ dalle cento torri.
Questa ha infatti lanciato un nuovo progetto che mira a unire lâamore per lo sport, ponendo anche la giusta attenzione sulla questione âsaluteâ, e a rispettare lâambiente che ci circonda. Come accennato prima, il metodo di pagamento è il seguente e non richiede tanto impegno: nessun denaro ma semplicemente bottiglie (PET).
Una svolta green Adidas si converte del tutto. Il noto marchio tedesco dello sportwear ha comunicato la deadline: entro il 2024 verrĂ impiegato solo poliestere riciclato per produrre scarpe e indumenti. Il primo passo a favore dellâambiente era avvenuto giĂ nel 2012, in occasione dei Giochi Olimpici di Londra. Le divise dei volontari, infatti, furono realizzate con bottiglie dâacqua. Nel 2016, Adidas ha poi lanciato la prima linea di scarpe âecoâ in collaborazione con Parley for the Oceans. âIl nostro obiettivo è sbarazzarci del poliestere vergine entro il 2024â, ha detto al Financial Times Eric Liedtke, responsabile del marchio.
Gli interessati avranno a disposizione le seguenti opzioni: cinque bottiglie per un caffè, 12 per una t-shirt da running e 20 per una lezione di corsa con la supervisione di un istruttore professionista. Un progetto che consentirà , dunque, a chi avrà voglia di usufruirne, di gustarsi un bel caffè espresso e allo stesso tempo di mantenersi in forma.
Fashion from nature La natura fa la designer. Stiamo parlando di un brand emergente, Anikena, ideato da un gruppo di stilisti del Paraguay che propone una linea couture 100 per cento sostenibile, sfidando le regole dellâalta moda e celebrando la bellezza. Fonte dâispirazione è, infatti, la suggestiva penisola dello Yucatan che si caratterizza per lâaffascinante oceano cristallino e le infinite spiagge di sabbia bianca. Tra lâaltro, lo Yucatan è noto per il macramè e la tessitura artigianale. I capi di Anikena sono modelli unici decorati con conchiglie, pietre semi preziose, cristalli e plastica riciclata raccolta sulla costa. Dietro la sua estetica si celano credenze spirituali tribali che valorizzano lo spirito selvaggio del corpo femminile. Vengono, inoltre, recuperati tutti i fiori e le piante usate nel resort Azulik e impiegate per le tinture naturali con cui colorano i loro
tessuti. Pertanto, niente viene sprecato. âLâunicità è vero lusso", spiega Betania Estragò, direttrice creativa del marchio, âDobbiamo creare bellezza senza danneggiare le risorse offerte da questo incredibile pianetaâ. Il lancio di Anikena è avvenuto ufficialmente lo scorso anno, a novembre, con una sfilata di moda ispirata al culto Maya della luna.
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NEWS
Fortunatamente aumentano giornalmente le cittĂ che hanno a cuore il problema dellâinquinamento ambientale e dal nostro canto non resta che augurarci che unâiniziativa simile faccia in fretta a raggiungere il resto del mondo. Il pianeta ha bisogno del nostro impegno quotidiano per essere salvato. Un impegno in primis morale.
Fair Harbour Anche i costumi da bagno diventano ecologici. Fair Harbour, societĂ con sede negli Stati Uniti, dove un fratello e una sorella, Jake e Caroline Danehysi, si sono inventati un modo per combattere lâinquinamento del mare, ovvero
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riciclare le bottiglie di plastica e trasformarle in boxer. Ogni paio di pantaloncini utilizza 11 bottiglie, che vengono triturate, filate e tessute, mescolate con cotone organico e spandex, e poi cucite come boxer resistenti. Gli indumenti sono venduti online.
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Eco-design Al giorno dâoggi anche i designer devono fare i conti con lâimpatto ambientale. Nikolaj Thrane Carlsen, noto architetto di Copenhagen lâha fatto con una sedia âspecialeâ. Speciale in realtà è il materiale utilizzato per realizzarla; la sedia infatti è prodotta con... alghe. Il progetto gli ha meritato la vittoria al concorso âNordic Design Competition: Sustainable Chairsâ per la promozione dellâarredamento sostenibile in Scandinavia. La tradizione delle alghe ha origine nel Medio Evo, quando gli abitanti utilizzavano la legna per i forni e le alghe per costruire i tetti delle loro case. Anche voi vorreste tornare al fascino vintage sostenibile?
La macchina amica della Coca-Cola Lâazienda distributrice della nota e affezionata lattina rossa ha presentato in Cina un distributore automatico di bevande che consente di riciclare bottiglie e lattine di plastica. âVenCyclingâ - nome della macchina eroga bevande - accetta anche le confezioni usate. In cambio crediti, tramite dispositivi mobili, per bevande o prodotti in plastica riciclata. VenCycling supporta la visione âWorld Without Wasteâ di Coca-Cola con lâobiettivo di raccogliere e riciclare lâequivalente del 100 per cento del suo imballaggio entro il 2030.
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NEWS
Lâigiene orale che vale doppio Colgate lancia un nuovo programma. Si tratta di Colgate Oral Care Recycling che consente ai propri consumatori di riciclare gratuitamente ogni prodotto della linea. Il ricavato andrĂ in beneficienza alle scuole e agli enti benefici. Parliamo di prodotti realizzati con materiali differenti e quindi difficili da riciclare avvalendosi dei sistemi tradizionali. Come funziona? Colgate conferisce spazzolini, tubi e tappi da dentifricio, scatole di cartone in impianti speciali dove i rifiuti vengono separati in base al materiale che li compone. Successivamente,
Confezioni riciclabili Pladis UK & I ha annunciato che nel 2019 saranno riciclati, in partnership con TerraCycle gli involucri dei biscotti McVitieâs. I consumatori possono consegnare gli involucri dei loro snackes agli esperti nel settore in uno dei quasi 500 punti di raccolta sparsi per il paese. Da quando è iniziata la partnership nel 2012, milioni di biscotti e involucri per dolci sono stati riciclati e trasformati in oggetti
ogni prodotto viene tritato e poi fuso in pellet di plastica dura, che potranno essere rimodellati e quindi riutilizzati senza dover ricorrere a una plastica vergine. âIl programma Colgate Oral Care Recycling promuove la sostenibilitĂ . - spiega Philip
come panchine e attrezzature da giardino. Pladis UK & I ha ora esteso la collaborazione allâintera gamma di snack, inclusi Jacobâs Cream Crackers e Mini Cheddar, molto diffusi durante le feste. Lâazienda ha aderito al Plastics Pact del Regno Unito e si impegna a rendere tutti i suoi imballaggi in plastica riciclabili, riutilizzabili o compostabili entro il 2025. Tom Szaky, CEO e fondatore di TerraCycle: âVogliamo diffondere il messaggio ad amici e parenti che possono riciclare i loro biscotti, cracker e imballaggi per dolciâ.
Durocher, direttore generale di Colgate UK - Invitiamo le persone ad approfittare del programma e riciclare i loro prodotti per lâigiene orale tramite il programma e a spargere la voce con i loro amici e familiariâ.
Il rifiuto acquista valore Qualche volta può succedere che la cultura e il buon senso vadano a braccetto. A Polla (Vallo di Diano), Michele Gentile, un libraio appassionato ha unâidea geniale: trasformare i rifiuti plastici o di alluminio in libri. Basta portare lattine e bottiglie nei centri di raccolta e farli pesare. Il corrispettivo riconosciuto sarĂ reinvestito in libri.
Unâiniziativa intelligente ed educativa che potrebbe avvicinare molte persone alla lettura e, al contempo, contribuire alla soluzione di un problema abbastanza grave come quello dei rifiuti.
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NEWS
Italia, Paese virtuoso Gli italiani hanno unâanima verde e sono pronti ad accogliere un futuro sempre piĂš ecosostenibile. Il riciclo dei rifiuti, infatti, si riconferma unâeccellenza italiana. A dirlo non è Lercio, ma lo studio annuale âLâItalia del Ricicloâ, la nona edizione del rapporto realizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e FISE UNICIRCULAR, (Unione Imprese Economia Circolare) tenutosi lo scorso 19 dicembre a Roma. Ebbene sĂŹ, noi italiani siamo sempre piĂš sensibili al problema riciclo. Bilancio positivo per quanto riguarda la raccolta differenziata: 55,5%, con un +3%
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rispetto al 2016, e il riciclo dei rifiuti urbani, che raggiunge il 44% (+2% rispetto allâanno precedente). Le sorprese non finiscono qui. Anche il riciclo delle singole filiere dei rifiuti dâimballaggio è in crescita: sono stati ben 8,8 i milioni di tonnellate di rifiuti nel 2017, ben il +3,7% rispetto al 2016. Quali sono le regioni dove si ricicla di piĂš? Principalmente il Nord-Italia dove sono presenti impianti di riciclo che trasformano i rifiuti in materia prima seconda. Parliamo quindi della Lombardia (11,7 milioni di
tonnellate), seguita da Emilia (4,3), Veneto (4), Piemonte (3,1), Friuli Venezia-Giulia (2,8) e Toscana (2,4).
Nuova vita del packaging per petfood
Il colosso dellâalimentazione degli animali domestici, Mars Petcare, che cura i famosi marchi Whiskas, Cesar e Pedigree, ha annunciato un accordo con Terracycle (vedi anche lâarticolo sulle confezioni McVitieâs nella pagina accanto) per il riciclo degli imballaggi degli alimenti per animali domestici. Gennaio Marzo 2019
I sacchetti del cibo vengono raccolti e selezionati, poi puliti e triturati. I residui di cibo saranno compostati e il materiale di imballaggio trasformato in piccole palline di plastica che potranno esser convertite in oggetti di plastica utili, come panchine da giardino, o mobili vari. Deri Watkins, amministratore delegato di Mars Petcare in Inghilterra, commenta: âLa nostra partnership con TerraCycle è importante. Se vogliamo un cambiamento duraturo, dobbiamo lavorare insieme per affrontare problemi comuniâ. Nel frattempo, Mars Petcare ha annunciato che entro il 2025 lâazienda riciclerĂ il 100 per cento del suo imballaggio.
Baratto differenziato Rifiuti in cambio di biglietti dei bus. In realtà sarebbe meglio venisse spontaneo fare la raccolta differenziata anzichÊ ricorrere a forme di baratto. La Rap (Risorse Ambiente Palermo) ha però escogitato un modo per incentivarla. Basta portarli all'isola ecologica di viale dei Picciotti (centro di raccolta comunale di Brancaccio), lÏ verranno pesati per ottenere uno scontrino che sarà poi convertito in biglietti Amat. Non è ancora chiaro quanti kg di rifiuti si dovranno conferire per lo lo scambio in ticket, ma intanto è consigliabile conservare gli scontrini. Ad oggi sono circa 600 cittadini recarsi al centro.
74 Un turno di lavoro a bordo di un Iveco Eurocargo 120EL21 Cng con motorizzazione a gas naturale dellâAmsa di Milano, adibito alla raccolta differenziata dei rifiuti urbani. Le difficoltĂ di questa missione di trasporto
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Raccolta eco a tutto gas a Milano
Gianenrico Griffini
BOMBOLE A DESTRA E A SINISTRA In alto e sopra, i due pacchi di tre bombole ciascuno per lo stoccaggio del gas naturale compresso alla pressione di 200 bar. I contenitori sono posizionati, in modo simmetrico, ai lati dei longheroni del telaio.
e missioni di raccolta porta a porta e di trasporto dei rifiuti in ambito urbano sono fra le piĂš impegnative in assoluto per i camion e per le attrezzature di compattazione. I vecoli devono, infatti, viaggiare a basse velocitĂ per oltre il 90-95 per cento della percorrenza giornaliera (di circa 50 chilo-
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metri), sono soggetti a frequenti stop and go (in pratica, anche 150 in una giornata lavorativa standard, con una fermata e una ripartenza ogni 200-300 metri) e altrettanto frequente è lâutilizzo della presa di forza per azionare il compattatore a carico posteriore. Sono queste le prevalenti condizioni dâimpiego dei mezzi per i servizi ecologici utilizzati in cittĂ , come ha potuto verificare Gennaio Marzo 2019
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75 LâIveco Eurocargo 120EL21 Cng con motorizzazione a gas naturale, durante un turno di raccolta dei rifiuti a Milano. Le ridotte dimensioni, a fronte di un peso totale a terra di 12 ton, permettono al veicolo di accedere anche alle strade di ridotte dimensioni.
Waste, seguendo un Iveco Eurocargo 120EL21 Cng dellâAzienda Milanese Servizi Ambientali (Amsa, societĂ del gruppo A2A) in un turno di lavoro lungo le strade del capoluogo lombardo. Compattatore a carico posteriore LâEurocargo 120EL21 fotografato in queste pagine è un camion di 12 tonnellate di massa totale a terra, dotato Gennaio Marzo 2019
di motorizzazione Tector 6 a gas naturale compresso (Cng) e di compattatore Farid Pnsf 10 a carico posteriore di 10 metri cubi di capacitĂ . La versione Sf del compattatore della serie Pn del costruttore di Vinovo (Torino) è stata concepita per massimizzare la portata su autotelai a due assi a partire dalle 10 tonnellate di massa totale a terra. Quello dei mezzi per lâigiene urbana
dalle 10 alle 12 tonnellate è un segmento strategico per il mercato italiano, poichĂŠ la raccolta dei rifiuti in ambito urbano richiede spesso veicoli agili, in grado di districarsi fra il traffico in strade di ridotte dimensioni. Rispetto alla serie Pn, il compattatore Pnsf 10 presenta due differenze di rilievo: il profilo esterno del cassone, con struttura alleggerita, e il raschiatore, anchâesso alleggerito
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Sopra, da sinistra a destra, lâabitacolo dellâEurocargo, la sigla del modello e la pulsantiera del compattatore Farid, collocata sul lato destro del veicolo. A fianco, lâEurocargo dellâAmsa in piazza Castello a Milano.
e semplificato. Rimangono, invece, invariati (in confronto ai Pn) il sistema di compattazione, il dispositivo di svincolo, lâelevatore, lâelettronica, i comandi di bordo e lâofferta di optional. Raschiatore concavo Il compattatore Pnsf, in particolare, è dotato, in corrispondenza della sezione terminale della paratia di espulsione, di un profilo mobile concavo, che funge da raschiatore. Nella prima fase dellâoperazione di espulsione, il raschiatore rimane inattivo. Entra, poi, automaticamente in funzione, a causa del peso
proprio dei rifiuti trasportati e della particolare conformazione dellâalveolo. In questo modo, senza il ricorso a sistemi idraulici o pneumatici, è possibile raschiare accuratamente il fondo dellâalveolo, espellendo tutti i residui dei rifiuti conferiti. Il Pnsf 10 può essere montato sia su autotelai tradizionali con motorizzazione diesel, sia su cabinati, come lâEurocargo Cng, dotati di propulsore a metano. Farid produce anche una speciale versione del compattatore, dotata di presa di forza elettrica. Con questa soluzione, sul veicolo è montato un battery pack, collocato sul tetto del casso-
ne. Nel caso del mezzo descritto in queste pagine, il motore è un Tector 6 a metano di 5,9 litri di cilindrata, tarato a 204 Cv a 2.700 giri al minuto (e 750 Newtonmetro di coppia massima nellâintervallo da 1.400 a 1.800 giri al minuto), abbinato a un cambio automatico Allison S2500 a cinque rapporti con rallentatore idraulico integrato. Meno stress con lâautomatico Sugli Eurocargo di peso totale a terra superiore (di 16 tonnellate, anzichĂŠ di 12 ton) è, invece, previsto un cambio Allison della serie 3000, sempre a cinGennaio Marzo 2019
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In basso, alcuni particolari del compattatore a carico posteriore Farid Pnsf 10 di 10 metri cubi di capacitĂ . Ă azionato da una presa di forza collegata al motore.
Chi è Amsa LâAmsa, Azienda Milanese Servizi Ambientali, è una societĂ del Gruppo A2A che si occupa della raccolta dei rifiuti e dei servizi ambientali nel Comune di Milano e in tredici comuni della provincia. Nel complesso, gestisce unâarea di 315 chilometri quadrati, nella quale sono presenti oltre 2,4 milioni di persone. Di queste, 1,3 milioni abitano a Milano, 800mila sono city user e 350mila sono residenti nei comuni della provincia. Amsa ha oltre 3.000 dipendenti, un parco mezzi di 1.350 veicoli e gestisce 12 piattaforme ecologiche per il conferimento dei rifiuti non soggetti alla raccolta porta a porta. Il 30% degli automezzi della società è alimentato a metano, mentre il 54% è a norma Euro V o Euro VI. Nel 2018 Amsa ha gestito a Milano circa 695mila tonnellate di rifiuti urbani, raggiungendo una percentuale di raccolta differenziata di rifiuti riciclabili pari al 59,7%. Questo valore colloca il capoluogo lombardo ai primi posti fra le cittĂ europee con oltre un milione di abitanti. La principale frazione di rifiuti riguarda gli scarti organici (21,4% del totale).
que rapporti in alternativa allâunitĂ Zf a nove marce (9S-75TO) a innesto meccanico. Lâautomatico consente al conducente di concentrarsi maggiormente sulla guida del camion, fattore di cruGennaio Marzo 2019
PER MILANO In alto, una spazzatrice con getto ad alta pressione in azione nelle vie del capoluogo.Il getto permette di effettuare la pulizia anche in presenza di auto parcheggiate. Sopra, un spazzatrice in piazza del Duomo.
ciale importanza quando il veicolo, come nel caso dellâIveco Eurocargo dellâAmsa, deve operare in aree densamente abitate, caratterizzate da un elevato flusso di veicolare. I mezzi con
motorizzazione a metano offrono molteplici vantaggi, rispetto ai modelli a gasolio, nelle operazioni nei centri urbani. Come per tutti i camion a basso impatto ambientale (ibridi, elettrici) , anche per
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lâEurocargo Cng valgono le prescrizione dellâarticolo 167 del Codice della strada. La disposizione prevede la possibilitĂ di viaggiare con una massa comples-
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siva a pieno carico che supera fino al 15 per cento quella riportata sulla Carta di circolazione. Nel caso dei diesel, invece, è tollerata unâeccedenza del 5 per cento oltre il limite standard. Lavora in cittĂ in silenzio Un altro vantaggio dei camion Cng è rappresentato dalla silenziositĂ di marcia, determinata dal minor rapporto di compressione del motore a metano rispetto a quello a gasolio. Questa caratteristica permette al veicolo di operare anche di notte in aree urbane. Infine, il minor impatto ambientale sia dal punto di vista del particolato, sia sotto il profilo delle emissioni di CO2.
Rinnovo del parco LâIveco Eurocargo 120EL21 Cng a metano fotografato in queste pagine fa parte di un lotto di 43 camion alimentati gas naturale, consegnati allâAmsa di Milano a ottobre 2018. La fornitura è stata curata dalla concessionaria Iveco Milano Industrial del gruppo Lombardia Truck, nel quale sono presenti anche la Tentori Veicoli Industriali e la Atl. Lâinvestimento in camion a basso impatto ambientale da parte di Amsa è uno dei principali obiettivi del piano di sostenibilitĂ del gruppo A2A. Lâattenzione verso le motorizzazioni alternative al gasolio si è concretizzata, nel 2016, nella gara indetta da Amsa, vinta da Iveco con i Daily Cng, per la fornitura di mezzi ecologici da 3,5 ton.
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LâAUTOMATICO A fianco, lâautomatico Allison S2500 a cinque rapporti con convertitore di coppia. Il cambio è dotato di retarder idraulico integrato.
Comâè fatto lâEurocargo Cng La catena cinematica dellâIveco Eurocargo Natural Power è basata sul propulsore Tector 6 a sei cilindri in linea di 5,9 litri di cilindrata, alimentato dal gas naturale compresso (a 200 bar) contenuto in sei bombole dâacciaio. Che hanno una capacitĂ di 80 litri ciascuna, pari a circa 12 kg di metano. In alternativa, sui cabinati 110-120E21 di 3.105 millimetri dâinterasse, il carburante gassoso è stivato in 4 contenitori dâacciaio (due per ciascun lato del telaio) di 80 litri e due da 70 litri. La capienza dei serbatoi consente unâautonomia operativa di 350-400 chilometri, adeguata a qualsiasi missione di trasporto, dalla raccolta e compattazione dei rifiuti solidi ai compiti di distribuzione multi-drop in ambito urbano. Il rifornimento del carburante gassoso, che può essere effettuato presso le oltre 1.000 stazioni di distribuzione del metano per autotrazione esistenti in Italia, richiede in media 14-18 minuti. Il Tector 6 Cng Euro VI, che sviluppa una potenza massima di 204 Cv a 2.700 giri al minuto, è caratterizzato da una coppia di picco di 750 Newtonmetro da 1.400 a 1.800 giri al minuto. Il propulsore può essere abbinato a un cambio Zf meccanico a 9 marce, oppure a un automatico Allison. LâAUTOTELAIO Sopra, lo scarico verticale di un Eurocargo Cng. Questa soluzione consente di massimizzare lo spazio carrozzabile. Sotto, le bombole di gas naturale compresso.
SEI CILINDRI IN LINEA A METANO Sopra, il Tector 6 Cng di 5,9 litri di cilindrata, alimentato a gas naturale compresso. Il motore, a due valvole per cilindro, funziona a ciclo Otto, cioè ad accensione comandata mediante bobine.
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