2 2. Riccardo Ruscalla, direttore operativo di Tubosider 3. Know how d’acciaio: una barriera omologata di classe H2 4. Barriera di sicurezza omologata di classe H4 bordo ponte 5. Uno degli stabilimenti del gruppo
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faticosa selezione, che ha visto competere società di tutto il mondo. Per aiutarci a raccontare quella che è anche una piccola grande storia di giustificato “orgoglio patrio”, oltre che di attualità tecnico-imprenditoriale, abbiamo intervistato Riccardo Ruscalla, direttore operativo di Tubosider e rappresentante della terza generazione di quest’azienda, familiare oltre che globale (è figlio del citato presidente e nipote di Delio Ruscalla, che ha fondato la Tubosider nel 1964). leStrade. Dottor Ruscalla, partiamo naturalmente dall’Iran. Ci racconta premesse e natura dell’accordo recentemente siglato? Ruscalla. Si tratta di una joint venture, a quanto mi risulta la prima su scala mondiale nel settore di riferimento, che vedrà Tubosider collaborare con Atiyeh Saba, una holding con fatturato pari a circa 4,5 miliardi di euro che fa capo al Fondo pensioni iraniano dei dipendenti pubblici.
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Il fondo investe svariati miliardi di euro l’anno in attività industriali che spaziano dal settore minerario a quello petrolchimico, fino al calzaturiero, una diversificazione motivata anche dall’“autarchia obbligata” che ha condizionato il Paese fino a non molto tempo fa. Quello iraniano, in ogni caso, è un mercato che abbiamo provato a testare già in passato, grazie a rapporti di export. Ora, il sodalizio diventa decisamente strutturato, a partire dalla decisione di creare uno stabilimento produttivo direttamente sul posto.
leStrade. A proposito di produzione: da dove comincerete? Ruscalla. Dalle barriere di sicurezza, senza alcun dubbio. Il nostro partner Atiyeh Saba negli ultimi anni ha già prodotto piccole quantità di barriere stradali, ma non in conformità agli standard europei. Ora l’Iran, dopo indagini approfondite
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