TURISMO EDIZIONI & officinadanova
iEdition n. 01
Sommario Benvenuto nel mondo di PREALPI iEdition ibook magazine multimediale Sfogliando queste pagine potrai trovare interessanti spunti e informazioni su nuovi itinerari scelti per il tuo sport preferito. Per una migliore visualizzazione dei testi, orientare l’iPad in verticale; questa modalità limita l’utilizzo di gallery, immagini e altre funzioni multimediali. Versione formato PDF. Gallery fotografiche, video e altre funzioni multimediali saranno visualizzabili attraverso link che necessitano l’apertura di un browser e il collegamento alla rete internet. Per restare in contatto e scoprire eventi e news, leggi il nostro Blog, segui i Twitt, diventa amico su Facebook e fan della pagina Prealpi iEdition, guarda i video nel canale PREALPI e consulta la gallery fotografica. Visita il sito prealpi.eu
INTRO
Suggerimento per il lettore multimediale Caro lettore, il nuovo formato di PREALPI, nella versione iEdition, richiede alcune attenzioni per una corretta lettura e per usufruire di tutte le opportunità di utilizzo che i nuovi strumenti mettono oggi a disposizione. Per coloro che vorranno consultare PREALPI iEdition in versione PDF (sia da PC sia da Tablet e Smartphone) suggeriamo di avvalersi di alcuni programmi terzi fruibili gratuitamente come, per esempio, Adobe Reader (per leggere i file .pdf), Adobe Flash Player (per sfogliare la versione animata dal portale issuu.com), e Google Earth (per visualizzare le tracce GPS). Con pochi piccoli accorgimenti, potrai apprezzare tutti i collegamenti multimediali che troverai all’interno degli articoli. Potrai riconoscere i link e i collegamenti ipertestuali da cliccare dal colore rosso, per accedere alle gallery fotografiche (identificabili anche dal simbolo
), ai filmati
e per visualizzare altri elementi multimediali, Per gli utenti iPad, suggeriamo di scaricare le applicazioni Google Earth e Adobe Reader, facilmente reperibili sulla piattaforma iTunes.
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EDITORIALE
Tempo di primavera, tempo di novità : ecco a voi il primo numero di PREALPI iEdition, il nuovo ibook magazine multimediale. L’edizione della rivista dedicata a chi ama la montagna, si presenta con una serie di accattivanti innovazioni, sviluppate per farvi apprezzare ogni articolo da sfogliare: gallery fotografiche, video, link attivi, tracce gps scaricabili direttamente sul vostro pc, tablet e iPad. Il numero 1 di PREALPI iEdition, vi propone un appassionante percorso per MTB sulle montagne della Valle Brembana, un’affascinante esperienza escursionistica sulle Piccole Dolomiti, un trekking lungo la Val Varrone, interessanti consigli sulla corretta nutrizione e tanti altri particolari spunti per vivere al meglio la montagna. Inviate i vostri commenti, idee e suggerimenti per migliorare la vostra rivista, scrivendo a redazione@prealpi.eu Continuate a seguire le news, collegandovi al blog prealpi.wordpress.com e sulla pagina PREALPI iEdition di Facebook. Buona lettura con il vostro ibook magazine multimediale PREALPI iEdition
Marco Spampinato
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NOTIZIE E CURIOSITÀ
NEWS a cura della Redazione
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TOR DES GÉANTS® Un vero viaggio nel cuore delle Alpi italiane, in calendario dal 9 al 16 settembre , il Tor des Géants® è diventato, dopo solo due edizioni, un punto di riferimento nel mondo dell'ultra-trail. La difficoltà del percorso e i magnifici paesaggi, l'atmosfera calda e accogliente, l’organizzazione professionale e cordiale, l’accoglienza calorosa nelle basi, nei rifugi e tra gli abitanti contribuiscono notevolmente al successo di questa corsa. Per i primi si tratta di una corsa di quattro giorni e tre notti, per altri si tratta di 150 oreo al massimo 7 giorni e 6 notti. Come molte gare di lunga distanza, l'obiettivo per tutti è di passare il traguardo per portare a termine la corsa. Il tempo non importa, alla fine! Ancora più importante, i corridori sono alla ricerca di un'immersione totale, un viaggio alla ricerca dei propri limiti fisici e mentali in grado di generare emozioni che si cristallizzino per sempre nelle loro menti. Fatica, gioia, lacrime, dolori, piaceri ed emozioni si mescolano tra loro incessantemente. Si parla già di "mal di Tor"! Un percorso impegnativo lungo le due Alte Vie della Valle d’Aosta, è un autentico viaggio nel cuore delle cime più alte in Europa. I sentieri si snodano ai piedi del Monte Bianco (4.810 m), del Gran Paradiso (4.061 m), del Monte Rosa (4.634 m) e del Cervino (4.478 m): i 4 giganti delle Alpi. 330 km e 24.000 metri di dislivello positivo l’endurance-trail tra i più duri al mondo. Le iscrizioni, aperte il 1° febbraio alle ore 12:00, si sono chiuse in soli 27 minuti, con l’adesione di 600 concorrenti, numero limite imposto dall’organizzazione. Il tempo record della gara è stato stabilito lo scorso anno dallo svizzero Henri Gabioud, in 79 ore, 58 minuti e 26 secondi. Informazioni e tracce gps su
Gallery Una fase della prima Tappa Courmayeur - Valgrisenche 48,606 km 3.750 D+ 3.295 D-
www.tordesgeants.it 7
PACCHETTI VACANZE FIRMATI ALPINE PEARLS L’estate 2012 si preannuncia ricca di iniziative e proposte nelle Perle delle Alpi. Gli scenari più straordinari delle Alpi, le Dolomiti Patrimonio Unesco e le località all’avanguardia in fatto di mobilità dolce e turismo ecologico sono già pronte per accogliere i turisti che sceglieranno una vacanza all’insegna del relax, della vita sana e delle attività sportive all’aria aperta. Il manto bianco della neve quest’anno arrivato in ritardo, ormai ha lasciato spazio al verde intenso degli alberi e ai fiori dei pascoli. L’occasione per allietare gli occhi, respirare aria buona e godersi il fresco dell’aria montana è a portata di mano e di portafoglio grazie ai pacchetti promozionali offerti dalle località. Un esempio? Cornedo Collepietra - Settimana escursionistica delle Perle : 5 escursioni trekking di una giornata tra gli splendidi scenari alpini di Collepietra e dintorni, accompagnati da esperte guide locali. Quando: Dal 12 al 19 maggio e dal 15 al 22 settembre 2012. Prezzo: A partire da 346 euro (il prezzo comprende l'alloggio e 80 euro a persona per la partecipazione alle attività). Offerte in mobilità dolce: Per chi arriva in treno, servizio transfer gratuito dalla stazione ferroviaria di Bolzano. In loco i turisti riceveranno la Mobil Card Alto Adige che consente di viaggiare gratuitamente su tutti i mezzi pubblici della Provincia di Bolzano. Scopri la garanzia per una vacanza all’insegna della mobilità dolce con Il decalogo di qualità Alpine Pearls.
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ACQUISIZIONE PRIMALOFT®
HALL-SWAROVSKI-WATTEN: IL TIROLO DA VIVERE
PrimaLoft, Inc., ha annunciato di aver sottoscritto un accordo per
Una terra tutta da scoprire, a pochi passi dal confine italiano:
l'acquisto del business prodotti PrimaLoft® dalla casa madre Albany
è la Region Hall Watten, un luogo ricco di storia, magia e
International Corp. PrimaLoft® è leader mondiale negli isolamenti
sport. Storia, per conoscere i segreti dell’estrazione dell’oro
termici ad alte prestazioni e filati utilizzati dai più importanti marchi
bianco, il sale, dalle montagne, ricchezza locale risalente al
internazionali nell’ambito outdoor, moda, arredamento, e inoltre nell’
1244. I giacimenti, le particolari lavorazioni per l’estrazione e
abbigliamento da lavoro e militare. L'acquisto di PrimaLoft® è diretto
la conservazione, sono rimasti attivi per oltre sette secoli,
da Michael Joyce, ex presidente di Albany International Corp.’s Applied
fino al 1967. Il ritrovamento dei giacimenti di salgemma è
Technology Group e dal senior management team di PrimaLoft®.
circondato da un ricco intreccio di leggende e supposizioni,
L'acquisto del business di PrimaLoft® è sostenuto da Prudential
oggi custodite e meticolosamente raccolte nel museo di
Capital Group, che da 20 anni ha relazioni con Albany International
Absam che, tra le rarità, conserva uno dei 300 preziosi violini
Corp. Prudential Capital Partners, sponsorizzato da Prudential Capital
costruiti dal celebre liutaio Jakob Stainer. Nel centro storico
Group, ha fornito il finanziamento. L'intero team PrimaLoft ® manterrà
di Hall si trova il castello di Hasegg con la sua caratteristica
le proprie funzioni, l’headquarter rimarrà ad Albany, New York, con
torre che, dal quindicesimo secolo, ospita l’Antica Zecca di
uffici europei a Venezia, in Italia, e a Monaco di Baviera, in Germania.
Gall, oggi importante museo. Proprio qui venne coniato il
maggiori informazioni visitate www.primaloft.com
Tallero che, successivamente esportato, fu la moneta che diede vita al moderno Dollaro americano. Magia, un termine per definire le meraviglie dei giochi di cristallo che si possono ammirare ai Mondi del Cristallo Swarovski, un modernissimo museo con il caratteristico ingresso a forma di testa di gigante dagli occhi di cristallo e la cascata d’acqua che fuoriesce dalla bocca. All’interno, una collezione di opere d’arte uniche nel loro genere, accompagnano i visitatori attraverso un percorso sensoriale nelle 14 Camere delle meraviglie, allestite con dipinti, sculture e installazioni di artisti rinomati come Brian Eno, Keith Haring, Salvador Dalí, 9
Niki de Saint Phalle, John Brekke, Susanne Schmögner e Jim Whiting. Sport, perché la regione Hall Watten è circondata da montagne che offrono ogni tipo di attività sportiva, estiva e invernale, con sentieri escursionistici adatti a ogni tipo di trekking, percorsi per mountain bike, piste da sci, senza dimenticare il Nature Watch dove gli ospiti, accompagnati da una guida locali,e possono esplorare il territorio muniti di cannocchiali Swarovski Optik grazie ai quali vedere da vicino camosci, stambecchi, marmotte e aquile. A fine giugno, sul massiccio del monte Glungezer, sarà inaugurato il Bosco delle Sfere, un’originale installazione, un parco giochi di 7000 metri quadrati posizionato a quasi 2.000 metri di altitudine. Case sugli alberi e varie stazioni di gioco, costruzioni sostenibili e attività sportive integrate nella natura. Infatti, il leit motiv del parco è il legno, come materiale ludico, ma anche didattico: l’attrazione principale è la Kugelbahn, una pista di legno di pino cembro che, con i suoi 200 metri di lunghezza, è nel suo genere la più grande al mondo. Gli ospiti del parco potranno far scivolare lungo il binario della pista sfere di legno simili a palle da bowling, attraverso un percorso divertentissimo lungo gli alberi e i prati del Glungezer. Il Bosco delle Sfere è prima di un parco giochi un “laboratorio” dove spiegare, anche attraverso appositi workshops, le leggi della natura e della fisica, in uno spazio Gallery all’aria aperta che non ricorda certamente un’aula di scuola. Zecca di Hall & Burg Hasegg Per il turista italiano la regione Hall-Wattens è facilmente raggiungibile. Ecco alcune distanze da alcune città italiane: Verona 278 km, Bolzano 126 km, Milano 431 km, Firenze 509 km, Venezia: 396 km. Tutte le maggiori città italiane sono collegate con la città di Innsbruck tramite treni diretti. Dal capoluogo tirolese si può proseguire con treno locale (10 min) o con l’autobus fino ad Hall in Tirol. I biglietti del treno possono essere acquistati direttamente online sul nuovo sito delle ferrovie austriache: www.obb-italia.com. con offerte incredibili a partire da 19 euro! Sul sito www.hall-wattens.at/it/, anche in lingua italiana, è possibile consultare le offerte di soggiorno e le opportunità per trascorrere una bella vacanza nel Tirolo austriaco. 10
ALTA VIA STAGE RACE Nasce quest’anno una nuova emozionante competizione in mountain bike lungo l’Alta Via dei Monti Liguri, itinerario di crinale che percorre tutto l’arco montuoso della Liguria, dalla provincia di La Spezia a quella di Imperia. Dal 16 al 24 giugno 2012, 9 giorni, 8 tappe, 500 km di sviluppo e 11.000 m di dislivello attraverso uno spettacolare balcone di montagne che si affacciano sul mare, offrendo ambienti e paesaggi sempre diversi e affascinanti: ampie praterie e fitte foreste di
Otto le tappe: Ceparana – Sesta Godano, Sesta Godano – Rezzoaglio, Rezzoaglio – Savignone, Savignone – Sassello, Sassello – Bardineto, Bardineto – Triora, Triora – Pigna, Pigna – Dolceacqua. L’Alta Via Stage Race è una competizione a coppie e prevede tre categorie – Maschile, Femminile, Mista – e tre tipologie di equipaggi: Elite (<35), Master (>35), Genitore/Figlio. L’equipaggio vincitore e i migliori classificati riceveranno premi in denaro, che saranno in parte devoluti alle località liguri della Val di Vara e delle Cinque Terre, colpite dall’alluvione dell’autunno 2011. Promotrice dell’evento è l’Associazione Ospitalità Alta Via dei Monti Liguri, costituita nel gennaio 2011 con l’obiettivo di contribuire allo sviluppo di un’offerta ricettiva di qualità lungo il percorso escursionistico dell’Alta Via e di favorire la promozione turistica dell’entroterra ligure: un territorio splendido dove natura, storia e sport all’aria aperta sono il comune denominatore. Informazioni altaviastagerace.com
faggi, sentieri esposti e antiche mulattiere, borghi medioevali e valichi fortificati, nebbie
Scopri le novità su www.decathlon.it
orografiche e soleggiati paesaggi marini. Ogni giorno di Alta Via Stage Race unisce a una sfida sportiva appassionante la scoperta di un territorio ricco di natura e di storia, come testimoniano i Parchi Naturali dell’Aveto, dell’Antola, del Beigua, delle Alpi Liguri. Uno scenario meraviglioso e suggestivo, pronto ad accogliere gli equipaggi che si metteranno in gioco; un contesto ideale per la mountain bike, con catene di monti solcate da una fitta rete di sentieri, di cui l’Alta Via dei Monti Liguri può essere considerata la spina dorsale. 11
I SENTIERI DELLA STORIA
TREKKING: PICCOLE DOLOMITI di Andrea Morini
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Prealpi Vicentine (o Prealpi Venete Occidentali) è il nome
narrato, romanzato, cantato da molti, e qui nelle Piccole Dolomiti,
originario, Piccole Dolomiti è invece come i più conoscono queste
la montagna ha conservato le opere, strade, sentieri, fortificazioni
montagne incastrate tra il margine nord della provincia di Vicenza,
e gallerie scavate nella roccia dai soldati utilizzate per
al confine con la provincia di Verona, e il Trentino. Sorelle minori
spostamenti, rifornimenti, ripari; ed è proprio lungo queste opere
delle Dolomiti si sono guadagnate questo omonimo perché
che corrono i trekking storici più belli e importanti delle Piccole
caratterizzate come loro dalla bianca roccia calcarea, lavorata dal
Dolomiti, tra cui il Sentiero delle 52 gallerie del Pasubio, il
tempo e dalle intemperie in guglie e forme bizzarre che solo il
Sentiero di arroccamento sul Sengio Alto e altri percorsi della
carbonato può creare, belle da osservare, spettacolari da
Memoria sul Monte Novegno, sul Monte Maggio e sul Massiccio
“camminare”, eccezionali da arrampicare. Non è solo per motivi
del Carega fino alle propaggini degli Zugna.
geologici però che le Piccole Dolomiti sono conosciute, su questi monti infatti si trovava la prima linea della Grande Guerra. Tutti conoscono la storia, ma non tutti ricordano che proprio lungo le Piccole Dolomiti correva il confine tra il Regno d’Italia e il Regno Austro-Ungarico, confine da difendere con le unghie e con i denti quando l’Italia, abbandonando la Triplice Alleanza, entrò in guerra al fianco di Francia e Inghilterra nel patto segreto firmato con la Triplice Intesa. La linea di confine correva su quei monti che si affacciano sulla Pianura Veneta, dal Monte Grappa al Massiccio del Carega, passando attraverso l’Altipiano di Asiago, Monte Novegno, Pasubio e Sengio Alto, e la loro conquista da parte degli imperiali significava quindi l’accesso alla Pianura stessa e a Venezia, riuscendo a chiudere così in una morsa il grosso dell’esercito italiano schierato sul fronte isontino; è per questo che valorosi soldati hanno combattuto con tutte le forze per difendere questi pochi chilometri di montagne, vincendo, alla fine di una cruenta battaglia, e respingendo gli austroungarici nelle
La catena del Monte Carega
loro terre. Di questa Grande Guerra rimane il ricordo nel mondo, 13
Sentiero delle Gallerie del Pasubio. Sentiero 366 o Sentiero
costruito anch’esso durante la guerra, che ci riporta in 2 ore di
delle Gallerie, decisamente il trek più famoso e praticato delle
cammino a Colle Xomo.
Piccole Dolomiti. Una “strada” unica nel suo genere, scavata in piena Guerra Mondiale (nel 1917 in soli 6 mesi) dai soldati italiani per creare una via di salita al Pasubio protetta dal fuoco nemico; una mulattiera lunga 6.300 metri che intervalla tratti all’aperto, su un panorama sempre nuovo e mozzafiato, alle 52 gallerie scavate nella roccia calcarea del Massiccio del Pasubio. Il sentiero 366 comincia a Colle Xomo (m 1058) e si dirige verso Bocchetta Campiglia (1.216 m), il vero inizio del Sentiero delle Gallerie; l’ingresso al sentiero è un moderno portale che introduce alla mulattiera e, dopo quattro tornanti, al portale storico della prima galleria. Il primo tratto del sentiero sale rapidamente in quota superando pinnacoli di roccia e giungendo ai contrafforti della Bella Laita dove si addentra nella roccia e prosegue dentro e fuori le prime 30 gallerie. A quota 1.700 m si entra nella Val Camossa e si imbocca la galleria 31 che taglia la valle stessa. Usciti a quota 1.842 m si procede in sali-scendi nella Zona dei Vai, sfiorando infine il Passo di Fontana d’Oro (1.8.70) vicino alla galleria 43. Una leggera salita ci porta a quota 2.000, quota massima che raggiunge il sentiero, dove procediamo per l’ultimo e più spettacolare tratto del trek, intagliato nelle rocce a precipizio, per scendere infine a Porte del Pasubio e al Rifugio Papa (m 1928) oltrepassando le ultime due gallerie (51 e 52) e terminare il nostro Sentiero delle Gallerie in 3 ore e mezza di cammino. Per il ritorno si può scegliere di seguire il sentiero 370, degli Scarubbi, 14
Sentiero di Arroccamento. È il sentiero numero 149, ex 14, che
Rifugio Campogrosso (1.457 m) si sale verso la Sisilla seguendo
parte dal Rifugio Campogrosso e termina alla Forcella del
per il primo tratto il sentiero 170 fino a incrociare una mulattiera
Cornetto. Un percorso creato dopo la Strafexpedition del 1916,
partenza del sentiero 149 che prendiamo a seguire a destra in
l’invasione austriaca sul fronte italiano, uno degli eventi più
falsopiano fino a raggiungere i ghiaioni della Cima delle Ofre e
importanti dell’intera guerra per numero di truppe messe in
che attraversiamo per portarci ai piedi dei torrioni di roccia
campo; al termine della grande offensiva del ‘16 l’esercito italiano
conosciuti come “Due Sorelle”. Da qui oltrepassiamo una forcella
si riorganizzò, creando questo e altri percorsi in quota, tra le cime
dove è situata una caverna di guerra e continuiamo a salire fino a
dei monti, per collegare e rifornire le differenti opere difensive. Il
raggiungere in pochi minuti il passo delle Gane (1.704 m). Sulla
sentiero costituisce un itinerario panoramico sulla pianura veneta
sella erbosa del Passo il nostro percorso incrocia il sentiero 177
e sulle figure di roccia che solo la natura sa creare, che segue il
che da Campogrosso porta al Passo del Baffelan per il versante
versante Est della catena del Sengio Alto collegandone i rilievi; un
ovest e a noi è richiesta una scelta; seguire il sentiero 149, il
percorso bello ma da intraprendere con prudenza perché esposto
nostro percorso, lungo la mulattiera originaria che punta a destra,
in più punti e, in un paio di passaggi, attrezzato con catene fisse
risale un canalone e ci porta alla Forcella del Baffelan (1.738 m)
poste in tempi recenti invece dei ponticelli originari, indicato
per poi scendere un nuovo canalone franoso, che richiede
quindi a Escursionisti Esperti o accompagnati da una guida. Dal
particolare attenzione e esperienza, e giungere in 15 minuti di
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buon cammino al Passo del Baffelan (1.661 m); oppure seguire
quegli anni di lotta. Uno di questi anelli storici corre attorno il
per il breve tratto che separa di due passi il sentiero 177,
Passo di Campogrosso con partenza e ritorno proprio presso il
decisamente meno impegnativo, che piega a sinistra e porta al
Rifugio omonimo.
Passo del Baffelan per il versante Ovest, dove ritrova il nostro percorso che d’ora in avanti non lasceremo più.Da qui comincia il vero e proprio Sentiero di Arroccamento, una via in falsopiano che segue il crinale del Sengio Alto intervallando tratti di sentiero esposto e panoramico, intagliato nella roccia, a gallerie vere e proprie, portandoci a oltrepassare, in un’ora di buon cammino, il Passo delle Giare Bianche (1.675 m) e il Passo degli Onari (1.772 m) per arrivare infine, dopo un tratto in salita che osserva dal basso i Pilastri del Cornetto, alla Forcella del Cornetto (1.825 m) in 3 ore di cammino totali. A questo punto il sentiero 149 termina e le nostre alternative sono nuovamente due, tornare per la stessa via oppure scendere lungo una comoda mulattiera fino alla Selletta Nord-Ovest seguendo il sentiero 175 e poi imboccare a sinistra il sentiero 170 che, con poca salita, ci riporta al Rifugio
Portale storico della prima galleria lungo il sentiero
Campogrosso in una nuova ora abbondante di cammino. Anello Storico. È una facile escursione storico-didattica in cui in
Gallery
un paio d’ore di cammino ci si immerge completamente nello spirito della Grande Guerra, attraversando trincee, posti di avvistamento, bunker di rifornimento e approvvigionamento,
Info:
gallerie; basta un po’ di fantasia e un tempo “favorevole” per
Andrea Morini è Accompagnatore di Media Montagna del
ritrovarsi a provare sensazioni ed emozioni che forse i soldati
Collegio Regionale delle Guide Alpine di Lombardia. Attualmente
stessi hanno provato durante la guerra. Un trek particolarmente
gestisce il Rifugio Mores, in Val Formazza (VB). Informazioni: cell.
indicato alle scuole e ai giovani che solo nei libri hanno studiato
3492265958 - rifugiomores@gmail.com - www.rifugiomores.it 16
MOUNTAIN BIKE IN VALLE BREMBANA
AL PIZZO DI SPINO IN MTB di Gianpietro Giupponi
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Sulle pendici dei monti che sovrastano la cittadina termale di San Pellegrino Terme, in provincia di Bergamo (368 m), famosa per le sue acque, i suoi antichi splendori e le costruzioni liberty, si sviluppa il magnifico percorso che, con un’affascinante traversata, permette di cavalcare lo spartiacque fra le Valli Brembana e Serina. La caratteristica di questo itinerario è la lunghissima pedalata su sentieri, quasi unici, che corrono su versanti boscosi; la particolare panoramica offerta dal Pizzo di Spino e l’entusiasmante discesa, completano il divertimento. Arrivando da Bergamo al primo semaforo giriamo a destra, attraversiamo il ponte e, dopo pochi metri, entriamo nell’ampio parcheggio in Via Piazzo. Iniziamo a pedalare sulla pista ciclabile, ricavata dalla sede dell'ex linea ferroviaria; in direzione di un ponticello, passiamo a fianco del Grand Hotel e, continuando
In direzione Antea
diritto, superiamo una galleria illuminata e in breve, siamo al ponte che conduce a Dossena.
chiesa - km. 8,1 - ore 0,45 - 418 m di dislivello) al bivio saliamo a
Attraversiamo la strada asfaltata e saliamo a sinistra, lungo il
sinistra verso Spettino, raggiungendolo rapidamente e seguendo
passaggio in cemento che porta alla frazione Cà de Rizzi dove
la linea della dorsale, in fondo vediamo la cima del Pizzo di Spino.
abbandoniamo la pista ciclabile per immetterci nella rotonda, in
Passiamo fra le case e all’incrocio curviamo a destra in direzione
direzione Antea (540 m). Curviamo a destra, verso Santa Croce
Spettino Alto; davanti all’ultima abitazione (fontana), a fianco di
(778 m), pedalando su pendenze regolari, catturando
due panchine, infiliamo il sentiero che procede in modo
panoramiche suggestive su San Pellegrino Terme e la corona dei
pianeggiante fino a sfiorare una stalla in concomitanza di un bivio.
monti sovrastanti. Nel centro della frazione, (fontana vicino alla
Teniamo a sinistra incrociando una piccola sterrata che verso 18
destra, velocemente, conduce all’asfalto. Mentre risaliamo fra
Procediamo ora in salita, attraversando un’altra valletta, (tombino
prati ben curati, godiamo di un notevole panorama sulla media
in cemento) superando poi in pochi minuti due tratti a spinta;
valle e, sotto di noi, vediamo Santa Croce. Giunti alla piccola
continuiamo in sella lungo l’itinerario che taglia in diagonale il
frazione Salvarizza a 923 m (km. 12,2 - ore 1,15 – 608 m di
versante della montagna, in un ambiente selvaggio e solitario. Lo
dislivello), al bivio a sinistra seguendo la bella stradina con fondo
spettacolare sentiero, completamente liscio, supera un ruscello in
naturale, fino a un tratto cementato che porta a una tribulina. Alla
secca, con a fianco una piccola pozza d’acqua, che e arriva auna
selletta, proprio di fronte alla chiesina, da un piccola piazzola
cappelletta incontrando la sterrata che passa nella tranquilla
imbocchiamo a destra uno stretto
macchia erbosa, dove è
percorso in leggera discesa
situato Pradai a 917 m (km.
(seguire la direzione segnalata
15,3 - ore 1,40). Mentre
anche da nastri rosso-bianco).
gustiamo una bella vista
Procedendo con attenzione, dove
sulla Valle Serina e su
il bosco si dirada, seguiamo con la
Serina, adagiata nella verde
bici a mano la traccia poco
conca con il Monte Menna
evidente, mantenendo fedelmente
sullo sfondo, in breve siamo
la ripida e poco battuta dorsale
a una sorta di colletto;
erbosa; questo è il tratto più
quando la strada inizia a
delicato per quanto riguarda
scendere, subito sulla
l’orientamento, specialmente se
destra, vicino a un
viene percorso nel periodo estivo,
c r o c i fi s s o d i m e t a l l o ,
quando l’erba è alta (molto utile la
seguiamo il percorso in
traccia GPS). Più sotto incrociamo
salita trovando, poco oltre,
una sorta di cammino che,con
la frazione Frerola ai nostri
molta accortezza verso destra,
piedi. La pedalata,
porta a scavalcare il torrente Serina, sotto a un acquedotto.
In uscita dal bosco
intervallata solamente da pochissimi passi, arriva a 19
un quadrivio dove continuiamo a destra, in salita, seguendo i
teniamo la direzione indicata: Bracca e Monte Spino n. 594.
segnavia CAI. Al successivo bivio teniamo la destra in salita,
Pedalando sul velocissimo sentiero che corre in falso piano,
spingendo la MTB per 3 minuti; poi, perfettamente in piano,
passiamo sopra un capanno e successivamente davanti alla Cà
raggiungiamo un incrocio dove troviamo una piccola sorgente.
Fontana Granda. A un incrocio, sotto una bella casetta isolata,
Proseguendo sulla ripida traccia più a destra, spingiamo a fatica
teniamo la traccia di fronte ritornando nel bosco; più avanti, al
la bici per circa 3 minuti, per poi piegare a sinistra; un tratto molto
capanno da caccia, curviamo leggermente a destra, trovandoci
pendente, ma ciclabile, porta a uno scollinamento dove seguiamo, a sinistra, alcune indicazione su un pannello in legno indicanti Bracca, n. 597. L’esaltante e divertente sentiero corre incessante lungo il fianco del monte, passando in una bella zona selvaggia, con caratteristici pinnacoli rocciosi. Sopra un sasso una scritta di vernice indica direzione Bracca; successivamente transitiamo sopra un capanno da caccia e superiamo 2 strappetti a piedi (circa 7 minuti) che portano a un bivio (panchina) continuando a destra in salita. L’incredibile cavalcata prosegue passando vicino a una piccola pozza in cemento, sbucando improvvisamente in Località Fenii (km. 20,0 - ore 2,25 - 906 m di dislivello); scendiamo sotto le costruzi oni, per proseguire nella vegetazione. Successivamente, sfioriamo una piccola pozza dove andiamo in piano e, al bivio,
Attenti alla pozza d’acqua 1 di 11 20
sulla linea tagliafuoco. Scendiamo a sinistra percorrendo il filo di
rapidamente quota rasentando una casetta e, con molta
confine fra le valli Brembana e Serina, puntando direttamente alla
prudenza su alcuni tratti tecnici, arriviamo in una specie di valle e
grande croce del Pizzo di Spino che scorgiamo in fondo alla
successivamente, attraverso un sassoso sentiero, nella parte alta
dorsale. La speciale e particolare pedalata, regala scenari
di Pregaroldi a 678 m. Sullâ&#x20AC;&#x2122;asfalto andiamo in piano (fontana) per
veramente belli e singolari; al termine della striscia, spingiamo la
un centinaio di metri e, in corrispondenza di una santella,
MTB per 5 minuti, guadagnando la cima della meta (958 m), da cui si gode una suggestiva vista aerea su San Pellegrino Terme (km. 22,4 - ore 2,45 - 925 m di dislivello) e sulla corona dei monti Brembani. Scendiamo in sella, per quanto possibile, fra i tornantini e ripercorriamo in parte il taglio fino allo strappo piĂš ripido; risaliamo brevemente, scorgendo a destra, in leggera salita, uno stretto tracciato sul fianco del pendio. Alla biforcazione pieghiamo bruscamente a destra, in discesa, rientrando nel bosco;
perdiamo 21
imbocchiamo il sentiero che salendo sfiora un abbeveratoio per
sulla pista ciclabile che seguiamo verso destra. Ora non rimane
proseguire, per poco a piedi, fra muri di sassi. Dopo un tratto in
che percorrere in piano i 2 km scarsi che separano dal punto di
discesa, al bivio, teniamo la sinistra e sotto un capanno
partenza. Buona pedalata e buon divertimento.
proseguiamo in piano. In una macchia erbosa scendiamo davanti Gallery
alla casetta e continuiamo sul tracciato principale che più sotto passa fra alti muri di pietre, ai bordi di un prato. A un crocevia, procedendo diritti passiamo sopra una baracca di legno e
SCHEDA TECNICA:
usciamo nel prato, dirigendoci poi verso una grande casa bianca
LUOGO PARTENZA: San Pellegrino Terme (BG)
(km. 25,8 - ore 3,10). Su asfalto arriviamo a un incrocio poco
LUOGO ARRIVO: San Pellegrino Terme (BG)
prima della chiesa di Spino al Brembo a 472 m, dove curviamo a
TEMPO DI PERCORRENZA: 3 ore e 25 min.
destra in Via Sottoripa; a sinistra della piazzetta, passiamo
LUNGHEZZA PERCORSO: 29,3 km
davanti alla casa con fontana e procediamo lungo il sentiero che,
DISLIVELLO: 1022 m
più sotto, sfiora una chiesina gialla. Al bivio, dopo aver girato a
GRADO DI DIFFICOLTA’: IMPEGNATIVO
destra, passiamo sotto un traliccio, arrivando in seguito a
CICLABILITA’: dalla Tribulina sopra Salvarizza a Spino al Brembo
un’evidente biforcazione; svoltando a sinistra siamo in località al
95% - nel restante percorso 100%
Derò. Scendiamo sotto la bella chiesetta trovandoci, in breve,
STAGIONI CONSIGLIATE: tutto l’anno
RIFUGI D’APPOGGIO: nessuno ACQUA LUNGO IL PERCORSO: fontane a:Antea, Santa Croce,
Spettino, Pregaroldi e occasionali sorgenti
CARTINE: KOMPASS N° 105 - Lecco / Valle Brembana PERCORSI ALTERNATIVI: nessuno PERCORSO EFFETTUATO IL: 31.07.11
NOTE: Consigliata una full. – Molto utile la traccia GPS. - In alcuni incroci, di difficile orientamento, seguire la direzione segnalata da marcature arancioni e da nastri rosso-bianco. Collegati e scarica la traccia GPS in formato GPX 22
SPECIALE NUTRIZIONE
ALIMENTAZIONE IN MONTAGNA di Valeria Ranzini e Eleonora Saltarelli
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Chiusa la stagione sciistica, la montagna ci offre i suoi stupendi prati verde brillante, i sentieri sterrati, il cielo blu e i suoi frutti spontanei: una cornice fantastica per passeggiate e picnic rilassanti e salutari. Tra una salita e una discesa si consuma tantissima energia e i meno allenati si potrebbero sentire un po' affaticati. A seguire quindi qualche piccolo consiglio per i neofiti. È importante partire con il piede giusto e mettere il carburante adatto nel nostro serbatoio: la prima colazione è fondamentale per essere in piena forma! Per una colazione che ci dia energia sarebbe ideale mangiare: fette biscottate, meglio integrali per la loro ricchezza in fibre, con marmellata senza zuccheri e dolcificanti e un bel cucchiaio di semi oleosi, come girasole o zucca che sono ricchi in calcio, magnesio e acidi grassi essenziali. Il tutto accompagnato da un bel tè verde o rosso, ricchissimi di antiossidanti. In alternativa la scelta migliore sarebbe prepararsi una “crema Budwig”. La crema Budwig è una colazione speciale pensata dalla Dottoressa Chaterine Kousmine e rappresenta un mix perfetto di nutrienti; apporta la maggior parte delle sostanze più utili al benessere del nostro organismo (vitamine, minerali e vitamina F). La Dottoressa la mise a punto per scopi diversi dalla passeggiata in montagna, ma nei suoi libri racconta di come rimaneva sazia fino a pranzo durante le sue gite in alta quota dopo aver assunto questa eccezionale preparazione. Si prepara nel seguente modo: 2 cucchiaini di semi oleosi ( lino, girasole, zucca, mandorle o noci), 2 cucchiaini di cereali integrali crudi ( riso, avena, farro, orzo), 2 cucchiaini di olio vegetale spremuto a freddo (lino o girasole), 1 banana o 1 cucchiaio di 24
miele, succo di mezzo limone e 2 cucchiai di formaggio morbido
brillante è dovuto ad un'antocianidina (pelargonidina)
serè e, per finire, frutta di stagione. Noi però abbiamo sostituito il
particolarmente utile per la protezione di capillari e circolazione.
formaggio con ricotta (senza latte), mentre per chi non digerisce
Ha un alto contenuto di antiossidanti che possono aiutare a
bene il latte vaccino a scelta si può mettere yoghurt di soia o tofu
contrastare le infiammazioni. Il lampone è una fonte eccellente di
morbido. Preparazione: frullare in un mixer o macina caffè i semi
fibre , vitamina C, è molto nutriente e per i più attenti alla linea
oleosi e i cereali, a parte incorporare l'olio nella base di ricotta o
contiene pochissime calorie. Il suo colore varia dal rosso brillante
yoghurt fino ad ottenere un'emulsione. Se si mette la banana
fino al viola scuro a seconda della varietà e si può trovare in
sceglierla bella matura e schiacciare in un piatto con una
natura da metà estate fino all'autunno. Raccolti lamponi e
forchetta, aggiungere all'emulsione
il succo di limone. In
alternativa alla banana mettere 1 cucchiaio di miele. Unite tutti gli ingredienti e ora mettete frutta di stagione. Vi assicuriamo che piace a grandi e piccini, è davvero squisita, e quale occasione migliore per aggiungere dei gustosi frutti di bosco. Zaino in spalla e si parte! Sicuramente durante la camminata la natura oltre ai fantastici scenari ci offre ingredienti preziosi, dai più golosi frutti di bosco alle piante spontanee utili al nostro benessere. In questa stagione possiamo trovare il tarassaco o dente di leone, la sua radice ha un effetto depurativo, aiuta la digestione, la regolarità intestinale e l’eliminazione di liquidi. Le foglie si consumano in insalata.Attenzione: non raccogliere mai le piante spontanee senza che ci sia un esperto, tante piante
possono essere
confuse con specie tossiche mentre altre sono protette. In tutte le sfumature dal rosso al viola troviamo i prelibati frutti di bosco che possono accompagnare un'infinità di ricette dal dolce al salato e rappresentano una vera leccornia, si possono consumare freschi o conservare surgelati e sono ricchissimi di sostanze preziose. Le fragola è la bacca più popolare del mondo. Il suo colore rosso 25
fragoline di bosco non possono mancare anche i graziosi frutti
duro mettere un goccio di latte vegetale. Avvolgere la pasta nella
blu viola, veramente gustosi e preziosi per le loro proprietà
pellicola e lasciare riposare in frigorifero per circa mezz'ora.
antiossidanti. Parliamo di mirtilli, un vero e proprio antitempo per i
Stendere la pasta in una teglia unta e infarinata facendo il bordino
nostri occhi, aiutano l'acutezza visiva e la capacità di
laterale. Cuocere a 180-200° per circa 25-30 min. Una volta
adattamento al buio. Un piccolo segreto, grazie al contenuto in
raffreddata, come base si può utilizzare una marmellata di
tannini hanno capacità astringente e sono utili in caso di disordine
albicocche o una crema ottenuta sbattendo ricotta e miele, e
intestinale. Non entriamo nel merito del pranzo perché sappiamo
sopra una cascata di frutti rossi appena raccolti. Potete accedere
già che la maggior parte di voi non vede l’ora di addentare “pà e
a tutti i consigli del blog Ingredienti Preziosi tramite questo link
strinù” (per i meno avvezzi al dialetto lombardo: panino con
ingredientipreziosi.wordpress.com, usando il QR code, oppure
salamella). Che dire: se vi faceste un bel panino vegetariano la
scrivendo direttamente a ingredientipreziosi@gmail.com.
vostra linea ringrazierebbe! E dopo tanto sforzo ecco ricompensati dalla merenda, ovviamente fatta in casa! Vi consigliamo una ricetta per una pasta frolla perfetta per un'ottima crostata con tutti i frutti raccolti durante la vostra gita. Ingredienti: 600 g di farina integrale, 200 g di margarina di soia non idrogenata, 200 g di zucchero di canna, 3 uova, 1 bustina di cremor tartaro, scorza grattuggiata di 1 limone biologico. Mettere margarina, zucchero e uova e sbattere bene con la frusta. Unire farina lievito e limone e mescolare, se l'impasto risulta troppo
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LA LUNGA VIA DEL FERRO
ESCURSIONE AL PIZZO 3 SIGNORI di Claudio Mora
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L’alta val Varrone regala paesaggi, antichi alpeggi e tradizioni
Premanese è sempre più in espansione. La strada diventa
popolari che, correndo lungo l’antica via del ferro, portano da
sterrata ed è concesso il transito ai soli proprietari delle baite
Premana fino alle pendici settentrionali del Pizzo dei Tre Signori.
lungo l’alta valle; i 2 ponti ad arco che si attraversano nei primi
’abitato di Premana, alta val Varrone, è un dedalo di piccole stradine pedonali in porfido sulle quali si affacciano ancora oggi botteghe e piccole aziende produttrici di forbici e coltelli esportate in tutto il mondo. L’antica lavorazione del ferro è insita nella storia di questo borgo a tutt’oggi vivo e intriso di tradizioni popolari che lo rendono l’unico paese della val Varrone a non risentire dello spopolamento demografico che sta colpendo la maggior parte dei comuni alpini. È qui che inizia la nostra escursione, lungo quell’antica strada forestale che un tempo serviva da collegamento tra Val Varrone Valtellina e Bergamasca e permetteva il trasporto di materiale ferroso scavato nelle miniere sotto il pizzo Varrone a quota 1800 metri. Poco prima di raggiungere l’abitato di Premana, all’altezza del ponte che attraversa il fiume Varrone, si svolta a destra in direzione Giabbio dove si posteggia l’auto in
Panorama dell’Alpe Casarsa
prossimità dei nuovi capannoni industriali di Premana, segno che l’attività manifatturiera 28
500 metri del percorso riportano alla mente il ricordo di carovane di muli che trasportavano lungo la strada voluta da Maria Teresa D’Austria i materiali ferrosi poi lavorati nel borgo di Premana. Dopo un’ora circa di cammino si esce dall’incassato percorso di fondovalle e si apre la piana erbosa dove sono situati 2 dei 12 alpeggi che circondano il comune di Premana. Alpe Forni sulla destra orografica della valle, alpe Casarsa sulla sinistra. Attualmente la gran parte delle baite è riadattata a
seconda casa di
villeggiatura per i Premanesi ma rimane ancora intatta e funzionale la cascina per la produzione di latte,burro, formaggi e ricotte. La strada continua nel bosco e dopo un’altra ora di cammino si arriva sull’altipiano di Varrone, zona di pascolo di produzione del formaggio Bitto, dove si apre alla vista la parete nord ovest dell’omonimo pizzo. Da qui la mulattiera si stringe,supera il rifugio Casera vecchia di Varrone,
attraversa tutta la piana
erbosa e, lungo pietraie sempre più
Ponte di pietra
ripide, arriva al rifugio Falc, sotto le pendici nord del Tre Signori, nostra meta. 29
Dal rifugio Falc la vista spazia dal Pizzo dei Tre Signori a Nord, al pizzo Trona a est e alla Valtellina con il pizzo Disgrazia e Bernina sullo sfondo; il tutto circonda il lago D’inferno, incassato nella stretta conca formatasi tra Trona e Tre Signori. Il sentiero sale sulla destra 20 metri dopo il rifugio Falc e in mezz’ora di cammino porta alla bocchetta di Piazzoc che divide il pizzo Varrone dalla cresta nord che porta alla vetta del pizzo dei Tre Signori. Da qui, su facili rocce ben segnalate, si giunge alla vetta in poco più di mezz’ora. Lo sguardo dalla vetta fa ben comprendere il significato del nome dato a questa montagna, a nord la Valtellina e la Svizzera, a sud ovest Milano e in lontananza il Monte Rosa e le alpi Pennine, a sud est le Orobie e la pianura padana. Fino al 1797 il pizzo dei tre signori divideva il Ducato di Milano, la Repubblica di Venezia e la confederazione Svizzera. Si ritorna verso Giabbio lungo lo stesso itinerario di salita, da fine luglio a settembre è possibile fermarsi nella casera della piana di Varrone per acquistare il Bitto, formaggio tipico Valtellinese, gustoso ricordo di una escursione tra storia, natura e tradizioni. www.mountainandfitness.com
Gallery
SCHEDA TECNICA Partenza: Frazione Giabbio 750 m gps: 46° 2'51.78"N 9°25'34.68"E Cima: Pizzo dei Tre Signori 2.554 m gps: 46° 0'44.18"N
9°31'34.34"E
Dislivello: 1.804 m - Distanza: 12,3km 30
SUGGERIMENTI
ZAINO IN SPALLA, E VIA! a cura della Redazione
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Estate, tempo di gite ed escursioni in montagna percorrendo serenamente, o faticosamente, i sentieri che le montagne di Lombardia presentano nel loro ampio catalogo. Scarponcini comodi, pantaloncini, maglietta e bastoncini da trekking, sono il kit base per una piacevole passeggiata. Ma se decidiamo di portare con noi una felpa, una maglia di ricambio o il sacco letto e la tenda, come vanno sistemati correttamente all’interno del nostro zaino? Può sembrare banale ma, il giusto ordine di preparazione del bagaglio, ci aiuterà nella marcia senza affaticare troppo la schiena. Innanzitutto, ricordiamoci ciò che può essere utile alla nostra escursione, in base alla sua durata, alle condizioni meteo che incontreremo, a quello che potrebbe servire in caso di necessità. Anche il tipo di escursione che vogliamo programmare, richiede sempre un’attrezzatura adeguata. Facciamo una breve lista di controllo per alcune occasioni, con quello che non dovrebbe mai mancare. Escursione/Trekking giornaliero: biancheria di ricambio, guanti e
da arrampicata. In questo caso è consigliabile l’utilizzo di uno
cappello, set di pronto soccorso (sperando di non usarlo mai),
zaino da 35 o 40 litri.
coperta in alluminio o sacco bivacco, borraccia (min. 1 litro a
Tour di più giorni: tenda, sacco letto/sacco letto interno,
persona), viveri e snack, guida/cartina geografica e bussola,
materassino isolante, fornelletto, cerotti/adesivo, prodotti per
abbigliamento protettivo/antipioggia, protezione dai raggi UV
l’igiene, biancheria di ricambio, cappello, sopraguanti e guanti di
(berretto, occhiali da sole, crema solare). È utile uno zaino da
ricambio, set di pronto soccorso, coperta in alluminio o sacco
circa 30 litri di capacità.
bivacco, borraccia (min. 1 litro a persona), viveri e snack, guida o
Escursione per via ferrata: oltre a quanto sopra riportato vanno
cartina geografica e bussola, abbigliamento protettivo e
aggiunti imbrago pettorale e cosciale, set da ferrata, corda,
antipioggia, protezione dai raggi UV (berretto, occhiali da sole,
moschettone HMS, cordini per prusik, guanti da via ferrata, casco
crema solare, stick protettivo per le labbra), lampada frontale, 32
altimetro. Anche per questo tipo di attività viene suggerito l’uso di
cinghie di regolazione del carico, cintura a vita, fettucce
uno zaino da 35 o 40 litri di volume.
stabilizzatrici). Dopo aver indossato lo zaino, tirate bene la cintura
Per ogni genere di uscita, consigliamo a tutti (anche se oggi non è
a vita posizionandola appena sopra le anche. Ora potete stringere
più necessario) di portare con sé il telefono cellulare per le
(non troppo) gli spallacci. Chiudete il cinturino pettorale in modo
emergenze e di avvisare sempre qualcuno, dell’itinerario
tale da fissare gli spallacci alle spalle e non creare punti di
prescelto.
compressione. Tirate le fettucce stabilizzatrici della cintura a vita.
Vediamo ora come si dovrebbe disporre correttamente il
Stringete le cinghie di regolazione del carico in modo tale che gli
necessario al seguito. Rammentando che è fondamentale limitarsi
spallacci non superino l’altezza delle spalle. L’attaccatura degli
all’essenziale, per non portare con sé mezzo guardaroba, mettete
spallacci deve trovarsi circa un palmo al di sotto della settima
il sacco letto e i vestiti sul fondo dello zaino, mentre nella parte
vertebra cervicale (quella più sporgente sul collo). È possibile
centrale sistemate gli oggetti più pesanti come i viveri, le
regolare l’altezza degli spallacci in base alle esigenze.
bevande, le attrezzature da arrampicata o da ferrata, oppure gli
L’attaccatura delle cinghie di regolazione del carico deve trovarsi
utensili da cucina o la tenda, prestando attenzione che
all’altezza della clavicola. Speriamo, con queste pagine, di avervi
aderiscano il più possibile al dorso. Nella parte superiore e nella
dato qualche buon consiglio utile alle vostre gite in montagna.
tasca del cappuccio dello zaino, disponete tutto quanto possa
Dunque: zaino in spalla e via
essere utile avere a portata di mano, come berretto, guanti,
Gallery
cartine, bussola e snack da sgranocchiare lungo il cammino. Se possibile mettete anche il kit di primo soccorso, che deve essere raggiungibile in qualsiasi momento. Nella tasca posta all’interno del cappuccio, potrete mettere tutti quegli oggetti che, in fase di cammino, certamente non vi serviranno, come il portafogli, le chiavi dell’automobile, i documenti. Dopo averlo correttamente riempito, è indispensabile una corretta regolazione che agevolerà la vostra escursione senza creare fastidiosi movimenti e scomodi appoggi dello zaino; successivamente, tirate le cinghie di compressione per fissare il carico al suo interno. A questo punto, allentate tutte le cinghie del sistema di trasporto (spallacci, 33
I SENTIERI DELLA STORIA
TREKKING IN VALCHIAVENNA di Daniele Frigerio, foto di Enrico Minotti
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“Cavoli!...” Sbuffa Francesco alle mie spalle mentre scendiamo
immagini sacre, edificate anche ad alte quote. La maggior parte,
sulla dorsale dal Dosso del Mottone, in direzione di Scima. “…
come questa di Scima, dominano il paesaggio dalle rispettive
Quello è un campanile, e c’è anche la chiesetta !?” …Ansima. “Da
sommità e contribuiscono effettivamente con la loro tipica
non credere… ma dico io, chi glielo faceva fare a questa gente, di
fisionomia a caratterizzare in modo unico la bellezza di queste
venire fin quassù e costruire non solo abitazioni, ma perfino una
valli. La presenza di queste chiesette ha però anche dei risvolti
chiesa.” “Già, sembra incredibile; eppure, caro Francesco, ragioni
pratici. Infatti, l’economia tipicamente contadina e rurale di allora
ve ne sono, tutte valide e comunque strettamente correlate tra
era legata si a terreni coltivi, ma anche alle necessità di pascolo
loro. Ho avuto modo di leggere diversi testi che trattano
degli animali allevati. Necessitava quindi una sorta di
compiutamente questi argomenti, se vuoi
posso prestarteli, e
transumanza locale che prevedeva diverse residenze durante le
qualcosa ho capito.” “Dai racconta…” “In breve possiamo dire
stagioni dell’anno. Le case principali nel paese strette attorno alla
che da secoli, allora come adesso, queste popolazioni sono
parrocchia, i maggenghi costituiti da baite collocati a mezza costa
sempre state profondamente religiose. Questa grande fede, trova
con relativa chiesetta e infine gli alpeggi in quota, dove è normale
espressione in un’incredibile quantità di chiesette, cappelle,
trovare almeno una cappelletta. Qui le abitazioni erano sempre
Alpe Orlo - Alpe Cermine - Alpe Cima - Pizzo della Forcola - Passo della Forcola e Pizzaccio
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più spartane, come il “Calecc”, estremo riparo ottenuto da quattro muri a secco ricoperti da un telone. Conseguentemente una fitta rete di sentieri, spesso selciati, quindi duraturi nel tempo. Una vera e propria rete di vie di comunicazione costruita con fatica negli anni che portava dal paese all’alpe, dove nei mesi estivi si ricostituiva in miniatura il paese. Infine, ma questo vale solo per la nostra Valchiavenna, bisogna considerare che fino ad alcune decine di anni addietro, il fondo valle era praticamente una palude. Furono infatti gli Austriaci che nella seconda metà del milleottocento bonificarono la valle, cambiando letteralmente il delta del fiume Adda. Eccoti chiarito, almeno parzialmente, che cosa spingeva
verso l’alto queste genti e il perché di questi
numerosi alpeggi con i rispettivi luoghi di culto.“ “Dura la vita, in questo modo…” “Si, posso solo immaginarlo, ma adesso cammina, che vorrei arrivare al bivacco della Forcola con la luce…” Eccoci al bivacco. È veramente carino, si vede che la costruzione è recente. Entriamo e le sensazioni immediate sono le
Il caratteristico campanile dell’Alpe Cima
solite, freddo umido e il tipico odore di chiuso, …francamente si sta meglio fuori che dentro. L’interno costituito da due stanze è
luce del tramonto ci scappa qualche scatto interessante.
piacevole, anche se ovviamente spartano. Una camera con letti a
Usciamo e una rapida occhiata ci conferma la felice ubicazione
castello per 12 posti con relative coperte e materassi e l’altra
del bivacco. Ai nostri piedi la piana di Chiavenna, fin giù al Lago
ottimamente attrezzata per il giorno. Mi piace la stufa, ma
di Novate, di fronte la bellissima piramide del pizzo di Prata.
bisognerebbe rimediare della legna. Non ha importanza,
Troppo bello… Mentre saliamo, l’inesauribile curiosità di
comunque abbiamo i nostri sacchi a pelo e i viveri. È ancora
Francesco fa di nuovo breccia. “Che tu sappia, questo sentiero e
presto, decidiamo quindi di appoggiare gli zaini qui, lasciamo la
il passo hanno dei trascorsi storici?” “Non credo esista una sola
porta e le finestre aperte per arieggiare e muniti della sola
traccia che non abbia riscontri pratici o storici in tutte la valle. In
attrezzatura fotografica, fare una volata al passo. Magari con la
questa, come in tutte quelle dell’Arco Alpino. Per ben 36
comprendere la presenza di così tanti sentieri e luoghi di ristoro
viaria di fondo valle e con il progressivo ampliamento dei centri
occorre tornare indietro di qualche secolo. Tu sai che
urbani, le vie alte persero importanza rispetto alle ormai più
nell’antichità si era resa necessaria la costruzione di una rete
agevoli strade posizionate strategicamente all’imbocco delle valli.
viaria che consentisse i collegamenti fra le varie popolazioni.
Tornando al nostro, ricordo di avere letto che nel passato, ha
Medesima necessità per tutto l’arco Alpino. La cosa che mi ha
avuto importanza commerciale praticamente fino all’avvento
impressionato
leggendo fra i vari articoli e
trattati è che secondo questi studi, la colonizzazione delle alpi sarebbe avvenuta partendo dall’alto. In sostanza, sembra che i percorsi più antichi si snodassero sfruttando le direttrici naturali dei crinali. È facile condividerne la fondatezza, in quanto sai bene come sia semplice seguire un dosso, anche se coperto da vegetazione oppure immerso nelle nebbie. Se lasci il filo, te ne accorgi subito. È inoltre evidente il vantaggio, trovandosi in un territorio poco conosciuto, di poter osservare l’orizzonte da una posizione elevata che non dal fondo di una valle. Sulle dorsali furono costruiti i primi ripari, poi migliorati in epoche successive con il consolidarsi dei percorsi. Da notare che una simile tesi, ben si sposa con l’Alpe Scima che, presumibilmente, in tempi remoti era un’antica stazione di crinale utilizzata da chi voleva attraversare il Passo della Forcola. Con il
Alpe Pregazon, sullo sfondo l'estrema propaggine est del Pizzo Setag
passare dei secoli, con l’ampliarsi della rete 37
dell’automobile. Attraverso la Forcola si entrava infatti nella Val
fino a 40 chili di caffè o sigarette e mandavano avanti qualcuno
Mesolcina, ottenendo un veloce collegamento con il Ticino. Fino
senza pesi, in avanscoperta, per controllare che non ci fossero
ad allora, quando la viabilità era basata su mulattiere percorse a
finanzieri. Insomma nulla di eroico, secondo il mio parere, ma un
piedi o con animali da soma, ha avuto un senso. All’epoca infatti
disperato bisogno di far quadrare i conti. Certo è che quegli anni
la scelta dei percorsi era il più possibile rettilinea. Si privilegiava
resi mitici da racconti di fughe rocambolesche, di fantasiosi
l’immediatezza, a scapito dell’eventuale dislivello che diveniva di
stratagemmi, di facili e rapide ricchezze, sono ormai terminati
secondaria importanza, se permetteva di evitare interminabili
lasciando però un indelebile segno nella cultura locale. Siamo al
aggiramenti.” “E i contrabbandieri?” “Questo è il lato che più mi
passo, ma la fortuna mi ha voltato le spalle. Siamo infatti immersi
intriga, legato com’è a un epoca leggendaria, a volte romanzata,
nelle nubi e la vista ci è ora preclusa su entrambi i versanti.
che nell’immaginario popolare è divenuta avventura ed eroismo.
Facciamo gli scongiuri per il giorno successivo e ritorniamo al
In realtà
bivacco, dove ci attende una splendida bottiglia di Sforzato,
avventure eroiche proprio non erano, bensì storie di
grandi rischi, sudore, fatiche e povertà. Bisogna considerare che
carne secca e un bel pezzo di magnoca.
fin dal medioevo e poi sotto tutti i vari ordinamenti, Francesi,
Gallery
Austriaci e fino ai tempi nostri, il contrabbando veniva praticato e inteso essenzialmente come integrazione alle risorse assolutamente insufficienti delle rispettive famiglie... Si, fino all’inizio degli anni 70 passavano anche da qui, ma pare che fosse molto più utilizzato il vicino passo di Lendine, il quale anche se meno agevole, era scarsamente sorvegliato. Si dice che gli “spalloni” con le loro “bricolle” facessero fino a tre viaggi al giorno. Conoscevano ogni angolo della valle e nascondevano, quando serviva, il loro carico nei buchi più impensabili. D’obbligo la perfetta conoscenza dei sentieri, in quanto molte spedizioni erano notturne o con condizioni atmosferiche avverse. Camminando nel buio della notte, ovviamente senza torcia per non tradirsi, era di vitale importanza avere dei punti di riferimento
Val Chiavenna e Val Bregaglia
conosciuti. Erano soliti muoversi in comitiva, ognuno con carichi 38
VIE FERRATE
SENTIERI DA SCALARE di Marco Spampinato
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Ci sono diversi modi di affrontare la montagna, dalle più semplici
L’approccio a questo tipo di escursionismo di montagna non è
passeggiate tra sentieri e boschi, alle camminate più o meno
troppo difficoltoso, a patto che vengano rispettate le più
impegnative fino ad arrivare all’alpinismo vero e proprio. Le
elementari regole di sicurezza, acquisire esperienza in modo
ascese lungo le vie ferrate sono un’alternativa interessante che
graduale e ricordando che scarponi e zaino restano in ogni caso
consentono di effettuare escursioni , raggiungere cime salendo lungo percorsi altrimenti difficoltosi, senza per forza essere alpinisti provetti. Non escludendo però preparazione fisica e adattamento alle condizioni di risalita, a volte impegnative. La nascita delle vie ferrate risale alla seconda metà dell‘800, dove si registra la prima costruzione di via ferrata ad alta quota, realizzata sul massiccio del Gossglockner nelle Alpi austriache. Venne descritta come “strutturazione di una nuova via, adatta anche agli scalatori non esperti, con l’ausilio di chiodi di ferro e funi metalliche”. Anche in Italia, pochi anni dopo, alcune guide alpine di Madonna di Campiglio attrezzarono del versante orientale di Cima Brenta per facilitarne il transito ai loro clienti. Negli anni seguenti, soprattutto sulle Alpi orientali, vennero attrezzati numerosi altri itinerari di traversata che favorirono il passaggio in luoghi impraticabili allo scopo di permettere alle truppe italiane l'accesso ed il controllo delle linee di confine. L’intuizione di dotare le vie d’ascesa di elementi artificiali, ha permesso l’approccio alla montagna da parte di un numero crescente di escursionisti. La
fedeli compagni d’avventura, senza tralasciare casco protettivo e
Lombardia vanta una ricca presenza di itinerari attrezzati,
imbracature di sicurezza. L’importante è pianificare il percorso e
maggiormente concentrati nella zona di Lecco, che si sviluppano
dotarsi di semplici strumenti come, ad esempio, una carta
lungo le prealpi comasche, bergamasche e bresciane.
topografica della zona. Oppure affidarsi ai consigli e 40
all’esperienza di una guida alpina. Proprio per questo motivo ci
Quali sono i principi base per affrontare una via ferrata?
siamo rivolti a Mauro Soregaroli, Guida Alpina bergamasca, ha
Buon escursionista, preparato e in grado di cimentarsi su percorsi
partecipato a diverse spedizioni extra europee. Con gli sci ha
di maggior difficoltà rispetto ai sentieri classici. Passo fermo e
raggiunto e disceso il Muz-Tagh-Ata (m 7569), è salito in vetta al
assenza di vertigini. Conoscenza e utilizzo dell’attrezzatura
Cho-Oyu (m 8201) e ha raggiunto quota m 8450 sull'Everest in
specifica. Conoscenza della difficoltà della ferrata in funzione delle
occasione del tentativo al Great Couloir nel 1994. È autore di
proprie capacità.
numerose prime discese con gli sci su diverse cime delle Orobie, nonché delle discese del Canalone Marinelli sulla parete Est del
Parliamo di sicurezza. Che tipo di attrezzatura consigli?
Monte Rosa e della parete Nord della Presanella. Mauro ha
Abbigliamento adeguato in funzione della stagione e della quota,
pubblicato il libro dal titolo “Ferrate di Lombardia” (edito da
calzature robuste con suola antiscivolo, casco, imbraco, kit da
Nordpress). Si tratta di una guida pratica che affronta la maggior
ferrata, preferibilmente preconfezionato e omologato, composto
parte degli itinerari presenti nelle province lombarde.
da 2 moschettoni con ghiera, 2 spezzoni di corda e 1 dissipatore. Zainetto con il necessario per rifocillarsi lungo il percorso, borraccia d’acqua e qualche indumento di scorta per cambiarsi se troppo sudati o se si sente un po’ di freddo. Serve una particolare preparazione fisica? Allenamento escursionistico di base, un minimo di predisposizione alla salita su terreno verticale o esposto. Non serve una preparazione specifica, ormai le due sessioni settimanali di palestra sono uno standard quasi di tutti. Ma se siamo tipi sedentari è meglio optare per una più tranquilla passeggiata su sentiero. Quali sono in Lombardia gli itinerari più difficili? A mio giudizio, la ferrata al Corno di Grevo in Val di Saviore nella zona dell’Adamello è certamente tra le più impegnative sia per 41
lunghezza che per difficoltà tecnica. Anche la Gamma 2 al
uno dei panorami più decantati dell’intero arco alpino. La ferrata
Resegone presenta lunghi tratti verticali con scarsità di appoggi
degli Alpini al Medale, quasi a picco sulla città di Lecco, presenta
artificiali per cui risulta parecchio impegnativa.
tratti più difficili e verticali e per i quali è preferibile la conoscenza delle tecniche base d’arrampicata.
Quale è il confine tra via ferrata e alpinismo? La ferrata consente di superare pareti anche verticali o
VIA FERRATA ANGELINO AL MONTE GENEROSO
strapiombanti con l’aiuto di mezzi artificiali costruiti dall’uomo per
È una breve ferrata che risale un canale e le brevi pareti del
facilitare la salita e garantirne anche la sicurezza. Normalmente
versante settentrionale del Monte Generoso. Alcuni passaggi
non è richiesta la progressione in cordata. Nell’alpinismo si
aerei ne esaltano il percorso. Il panorama che si gode dalla cima
procede normalmente in cordata superando le difficoltà tecniche
è tra quelli più apprezzati dell’arco alpino lombardo. Il percorso si
con i propri mezzi e le proprie capacità.
trova sul confine con la Svizzera, pertanto è necessario avere con sé un documento d’identità. Due gli accessi al Monte Generoso.
Le ferrate si possono affrontare in tutte le stagioni?
Da Argegno, situato sulla sponda occidentale del lago di Como, si
Dipende dalla quota alla quale si trovano e dall’esposizione.
seguono le indicazioni per Casasco e la Bocca d’Orimento, a
Normalmente vengono percorse di preferenza nella bella stagione,
1275 m.. Trovandosi ad una quota di rilievo, è vietato il transito in
ma non mancano itinerari che possono essere effettuati anche
caso di neve. Qui, lasciata l’auto, si imbocca il sentiero alto per il
d’inverno. È consigliabile, però, essere informati sulla situazione
Monte Generoso, seguendone le indicazioni, fino a Barco dei
meteorologica ed evitare le escursioni se sono previsti temporali.
Montoni, poi ancora per il Monte Generoso fino all’ultimo colletto
Com’è noto, in occasione di eventi temporaleschi, la caduta di
prima dell’inizio della cresta rocciosa settentrionale. Abbandonare
fulmini può mettere a rischio l’incolumità dell’escursionista e gli
il sentiero principale e risalire la costa erbosa che porta a destra
elementi metallici presenti lungo il percorso possono essere
ad una piccola croce dove inizia la ferrata. Tempo di escursione
conduttori si scariche elettriche pericolosissime.
1h e 30 min. Da Capolago, in Svizzera, prendere il trenino a cremagliera del Monte Generoso, fino alla stazione superiore nei
Ci vuoi consigliare un paio di itinerari, con differenti difficoltà?
pressi dell’Albergo Vetta. Da qui seguire un comodo sentiero in
La ferrata Angelino al Monte Generoso in provincia di Como e sul
direzione Est che in breve porta a un colle di confine con l’Italia.
confine svizzero è indicata per i neofiti e dalla cui cima si gode
Scendere a sinistra costeggiando sotto la parete Nord del Monte 42
Generoso fino a raggiungere la croce dell’accesso da Argegno.
sole fin dalle prime ore del mattino ed è piacevolissimo risalire la
Tempo di escursione 30 minuti.
ferrata nelle mezze stagioni o nelle tiepide giornate invernali.
Descrizione: Dall’attacco della ferrata una catena conduce ad
Sconsigliata, invece, la salita nelle giornate torride o afose del
una scala strapiombante. Si scendono, quindi, pochi metri per poi
periodo estivo. La ferrata è arrampicabile per lunghi tratti ed è
risalire altre due scale fino a una cengia esposta. Si supera
sicuramente più piacevole e appagante salire in questo modo
un’altra parete con gradini in ferro e catene giungendo a un ponte sospeso che porta in breve sull’anticima italiana. Da qui si prosegue, prima in discesa e poi risalendo con l’aiuto di alcune catene, fino alla cima principale. La discesa dalla vetta principale si effettua seguendo il sentiero verso la stazione del trenino. Se si ritorna alla Bocca d’Orimento, prima di arrivare alla stazione seguire a sinistra le indicazioni per il sentiero basso di Orimento e, lungo un pratico sentiero che attraversa ampi pascoli, si raggiunge un un’ora la località sopraindicata. Scheda: Monte Generoso (CO) Quota di attacco: m. 1600 - Quota di arrivo: m. 1701 Esposizione: Nord/Est Tipo di ambiente: canale con paretine di media difficoltà Strutture: Catene, infissi e scale Titolare manufatto: C.A.I. Merone Periodo consigliato: da Marzo a Ottobre FERRATA DEGLI ALPINI MEDALE Spettacolare itinerario che sale audacemente l’intera parete del Medale, storico monte che si erge a ridosso della città di Lecco. La parete, nota per le numerose vie d’arrampicata, è esposta al
La salita della ferrata Angelino al Monte Generoso
43
piuttosto che sforzare eccessivamente i muscoli delle braccia. Si
Esposizione: Sud/Est - Strutture: Cavi, catene e pioli
accede, in auto, da Lecco lungo la strada della Valsassina fino al
Tipo di ambiente: pareti e cresta, molto impegnativi
rione di Rancio. Si svolta a sinistra per via Quarto e la si percorre
Titolare manufatto: A.N.A. Gruppo Alpini Medale
fino al cimitero dove è consigliato parcheggiare. A piedi si sale la
Periodo consigliato: tutto l’anno
via Bonaiti e la via Paradiso fino a raggiungere il sentiero segnato Gallery
con il n. 58 per la ferrata del Medale. Seguire i cartelli fino all’attacco, per circa 45 minuti. Descrizione: Dall’attacco (targa) si sale subito la parete iniziale, lungo catene e cavi di sicurezza. Un breve traverso a destra e ancora su per l’aperta parete fino a uno spettacolare traverso a destra in forte esposizione. Ancora per placche, diedri e caminetti, la salita si snoda quasi a piombo sulla città di Lecco. Si raggiunge una cengia con boscaglia a circa metà percorso in corrispondenza del culmine dello zoccolo del Medale. Si prosegue per canali, facendo molta attenzione ai sassi mobili. Per cenge e roccette più facili si raggiunge la cresta finale che porta alla croce in vetta, in un tempo complessivo di circa due ore. Dalla cima le possibilità di discesa sono due. La prima lungo il sentiero n. 56, attrezzato nei punti più ripidi, che scende a destra sul versante Nord/Est, da evitare in caso di neve, in circa tre quarti d’ora. La seconda opportunità è un po’ più lunga ma più bella anche dal punto di vista panoramico. Prendere a sinistra il sentiero n. 56 che porta alla chiesetta di S. Martino e quindi al punto di partenza, in 1 ora. Scheda: Monte Coltignone (LC)
La scaletta di ferro alla ferrata Alpini del Medale
Quota di attacco: m. 630 - Quota di arrivo: m. 1029 44
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punte di diamante della categoria
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avventura, grazie alla suola tecnica ad
consentire di infilare l’imbrago con gli
metatomico in EVA a doppia densità;
alta trazione. La tomaia in morbido
scarponi indossati e con più strati di
sistema di stabilità torsionale;
camoscio è provvista di cuciture
abbigliamento. I 15 punti di ancoraggio
stabilizzatore esterno del tallone in TPU;
rinforzate per offrire massima resistenza.
da ghiaccio e i due ampi anelli per
tasselli-aletta multi-direzionali; suola in
Tra le caratteristiche di base: sottopiede
l’attrezza massimizzano il comfort in
metatomico in
azione. La costruzione si avvale della
EVA; fodera in
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COLOPHON Direttore Responsabile: Marco Spampinato Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero: Daniele Frigerio, Gianpietro Giupponi, Claudio Mora, Andrea Morini, Davide Novali, Valeria Ranzini, Eleonora Saltarelli Rivista bimestrale Autorizzazione Tribunale di Bergamo n.27 del 30.08.2006 www.prealpi.eu - info@prealpi.eu TURISMO EDIZIONI - via Pio XII, 1 - 24044 Dalmine - Bergamo Redazione: tel. +39 349 7177035 - fax +39 035 19962633 redazione@prealpi.eu Impaginazione: officinadanova Concessionaria per la pubblicità: Sport Outdoor Network - info@sportoutdoornetwork.it Antonio Masucci - cell. 333.3632366 Prealpi - Una Montagna di Sport è associata al circuito Visiotrade
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