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L’Iniziativa dei Tre Mari: quale valore geopolitico?

L’ Iniziativa dei Tre Mari (I3M) è una piattaforma governativa flessibile e informale che riunisce i dodici Stati membri dell’UE situati tra l’Adriatico, il Baltico e il Mar Nero (Austria, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania, Slovacchia e Slovenia). L’iniziativa mira ad aumentare la convergenza e la coesione, parallelamente alla riduzione del divario di sviluppo economico, tra le diverse regioni e gli Stati membri dell’UE, rafforzando l’interconnettività nella regione nei settori dell’energia, dei trasporti e della tecnologia digitale. I principi di base dell’Iniziativa dei Tre Mari sono di promuovere lo sviluppo economico, rafforzare la coesione europea e i legami transatlantici. La collaborazione si basa principalmente su vertici annuali di direzione politica e un forum economico.

Finora si sono tenuti cinque vertici dell’Iniziativa dei Tre Mari: Dubrovnik nel 2016, Varsavia nel 2017, Bucarest nel 2018, Brdo nel 2019 e Tallinn nel 2020. La Lettonia ospiterà il summit e il forum dell’Iniziativa dei Tre Mari nel giugno 2022. La Romania si è impegnata al vertice di Varsavia (6 luglio 2017) a ospitare il terzo vertice I3M e il primo business forum in questo formato di cooperazione. Il vertice tenutosi in Romania (17-18 settembre 2018) mirava a realizzare progressi concreti per aumentare le interconnessioni nei settori dei trasporti, dell’energia e del digitale. Uno dei principali risultati del vertice è stata la convalida di una lista di progetti prioritari di interconnessione regionale.

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Il business forum del summit di Bucarest 2018 è stato particolarmente interessante in quanto ha esplorato i modi in cui la comunità imprenditoriale dei paesi partner può impegnarsi nell’attuazione dei progetti I3M convalidati dagli Stati. Hanno partecipato più di 600 rappresentanti governativi e commerciali dei paesi I3M, di altri Stati membri dell’UE, degli Stati Uniti, dei paesi dei Balcani occidentali, della Repubblica di Moldova, della Georgia e dell’Ucraina. Alcuni degli stati partecipanti all’I3M — Croazia, Lettonia, Polonia, Romania, Slovacchia, Repubblica Ceca — hanno firmato una lettera d’intenti per creare il fondo d’investimento I3M. Il 29 maggio 2019, a Lussemburgo, la Development Bank of Poland (BGK) e EximBank Romania hanno firmato lo Statuto del fondo d’investimento, il cui capitale supera i 500 milioni di euro. L’annuncio ufficiale della creazione del fondo di investimento è stato fatto al vertice I3M in Slovenia 2019. Il fondo è stato reso pienamente operativo nel febbraio 2020.

Progetti infrastrutturali dell’Iniziativa dei Tre Mari

A oggi sono stati varati 157 progetti per infrastrutture, energia, trasporti e telecomunicazioni, del valore di circa 50 miliardi di euro. Questi progetti sono talvolta cofinanziati, dall’UE e da investitori non UE. Il business forum dell’Iniziativa svolge un ruolo consultivo e informativo per aiutare i progetti a procedere più

rapidamente. I progetti energetici attualmente in fase di realizzazione o pianificati nell’ambito della I3M sono inclusi nell’elenco dei progetti infrastrutturali prioritari dell’UE — i cosiddetti «Progetti di Interesse Comune» (PCI) — adottati dalla Commissione europea il 24 novembre 2017. Questi sono i progetti che permetteranno la creazione di un ente comune dell’energia che benefici del cofinanziamento dell’UE.

In questa lista è incluso il progetto più importante previsto in questa fase, e che avrebbe come obiettivo l’indipendenza energetica della regione, cioè il corridoio del gas nord-sud che collega il Baltico all’Adriatico. Il terminale polacco a Swinoujscie sarebbe collegato al terminale croato sull’isola di Krk, che è attualmente in costruzione. Le interconnessioni di gas tra Polonia, Slovacchia e Repubblica Ceca, così come un ramo verso l’Ungheria, fanno parte di questo corridoio. Ai vertici, le imprese polacche e croate hanno firmato accordi per la sua realizzazione. Un altro importante progetto energetico sulla lista, il Baltic Pipe, permetterebbe di fornire gas all’Europa centrale dalla Norvegia (attraverso la Danimarca) dal terminale LNG di Swinoujscie, anch’esso previsto in espansione. Baltic Pipe fa parte della costruzione del corridoio nord-sud e della creazione a lungo termine di un mercato regionale comune del gas con un consumo potenziale di oltre 70 miliardi di metri cubi all’anno. È previsto inoltre un interconnettore di gas tra la Polonia e la Lituania. Sono in corso anche progetti di infrastrutture stradali e ferroviarie. Via Carpatia, un corridoio stradale nord-sud, è destinato a collegare le reti di trasporto di Lituania, Polonia, Slovacchia, Ungheria, Romania (fino al porto di Costanza) e Bulgaria con la Grecia (fino a Salonicco). Facilitando il trasporto, Via Carpatia intensificherà la cooperazione economica lungo il confine orientale dell’UE. Un’altra rotta internazionale, Via Baltica, collegherà Polonia, Lituania, Lettonia ed Estonia, un frammento della rete ferroviaria transeuropea che collegherà Varsavia con le tre capitali baltiche e Helsinki, sarebbe l’unico collegamento ferroviario dei paesi baltici con il resto dell’UE. Un altro progetto ferroviario, l’Amber Rail Freight Corridor, permetterebbe di trasportare le merci dal confine tra Polonia e Bielorussia, attraverso Slovacchia, Ungheria e Slovenia fino alla città portuale adriatica di Capodistria.

Politica o geopolitica?

Come abbiamo visto, la cooperazione economica è reale e omogenizza, dal punto di vista economico, una regione meno integrata di quanto non siano i paesi dell’Europa occidentale, oggi molto interdipendenti. Per esempio, l’Italia non potrebbe fare a meno degli investimenti francesi, la Germania dei semilavorati italiani, la Francia di numerosi prodotti spagnoli, ecc. Da questo punto di vista, mettere in collegamento i tre mari che servono l’Europa centrale è un viatico per rinforzare la coesione territoriale tra quei paesi. Secondo alcune letture, l’idea della cooperazione I3M avrebbe le sue radici nella storia polacca, in particolare nella memoria della Repubblica delle Due Nazioni, un’unione politica e militare tra il Regno di Polonia e il Granducato di Lituania, sugellata dall’Unione di Lublino nel 1569. Lo Stato nato da questa unione si estendeva dal Baltico al Mar Nero. Ma è soprattutto a un’epoca più recente che possiamo fare riferimento, con il progetto geopolitico di Jozef Pilsudski: l’Intermarium (Miedzymorze in polacco). Nato nel periodo tra le due guerre con l’obiettivo di federare i paesi dell’Europa centrale e orientale, questo progetto è spesso considerato come la principale fonte di ispirazione dell’I3M. Di fronte alla supremazia della Germania e dell’URSS nella regione, questa federazione, che copriva l’area tra i tre

Il Terminale GNLa Świnoujście in Polonia (terminallng.gaz-system.pl).

mari, aveva lo scopo di rafforzare i paesi riunendoli, e di affrontare le minacce che stavano emergendo sia a ovest che a est. Tuttavia, l’Intermarium del periodo tra le due guerre era visto dai vicini della Polonia come un’espressione delle sue ambizioni espansionistiche, e il progetto rimase allo stadio concettuale. Se la prospettiva è affascinante e i richiami storici sono spesso utilizzati per legittimare accordi, strategie, progetti, ecc., sovrapporre lo spazio geopolitico del 1569 con quello del 1930 e poi con quello attuale è concettualmente sbagliato. Ricordiamo che uno spazio geopolitico è tale in funzione dell’interesse degli attori che vi insistono. Da questo punto di vista, il concetto di Trimarium non può essere considerato uno spazio geopolitico ma soltanto un argomento, per una serie di ragioni. A differenza del precedente progetto Intermarium avviato dalla Polonia nel periodo tra le due guerre, l’I3M non è un’alleanza politica o militare, ma una piattaforma di incontri tra i capi di Stato dei paesi membri dell’UE, il cui obiettivo pragmatico è quello di dare impulso alla realizzazione di progetti concreti affinché i paesi della I3M possano raggiungere più rapidamente il livello di sviluppo dei paesi dell’UE occidentale. Si tratta quindi di un sottoprogetto del più grande sforzo politico di aggregazione europea. D’altronde, i cosiddetti Cohesion Funds rappresentano circa un terzo dell’intero budget dell’UE per il periodo 2021-27 (e ancora di più per il periodo precedente) e i paesi del progetto I3M ne sono dipendenti in maniera esistenziale. Senza quei fondi, la loro capacità progettuale sarebbe molto più limitata. È dunque errato l’assunto di base che vede il progetto I3M come concorrente dell’UE oppure come un tentativo di aggregazione di una nuova entità geopolitica. Si tratta, piuttosto, di un acceleratore di integrazione, che perfino Bruxelles avrebbe voluto conseguire molto prima. Infatti, rimangono molti ostacoli al successo del progetto. In particolare, i paesi del I3M possono avere politiche e interessi divergenti. Per esempio, la politica verso la Russia sembra essere una grande differenza. Nella Repubblica Ceca o in Ungheria, la paura della Russia è molto meno forte che in Polonia o nei paesi baltici. L’Ungheria è addirittura favorevole al rafforzamento dell’influenza della Russia nella regione, posizione solo recentemente scalfita a causa della nuova guerra in Ucraina. D’altra parte, per la maggior parte dei paesi I3M, le relazioni con la Germania sono particolarmente importanti. Per esempio, i cechi non vogliono partecipare a nessun progetto che possa essere visto come diretto contro la Germania. Questo è anche il caso della Romania, che è preoccupata per il deterioramento delle relazioni tra la Polonia e la Germania. Per Bucarest, l’I3M non è una piattaforma in opposizione a Berlino, Parigi o Bruxelles, e anche la Slovacchia, che considera la Polonia un partner importante, vuole soprattutto rimanere nel nucleo dell’UE. Gli Stati baltici guardano sempre più alla Scandinavia, dal loro canto. Qualche anno fa, la partecipazione di Donald Trump al vertice di Varsavia ha risvegliato le preoccupazioni per una divisione tra la «vecchia Europa» e i «Tre Mari». L’iniziativa è stata talvolta vista come un tentativo di Varsavia di costruire un blocco contro Berlino e Parigi, imponendo la sua leadership per contrastare il tandem franco-tedesco nell’UE. Questa interpretazione è da ritenersi scorretta, perché senza il coinvolgimento dell’UE, l’iniziativa non avrebbe risorse di cui nutrirsi. Inoltre, chi ritiene che lo spazio geopolitico I3M sia uno spazio a se stante, dimentica le specificità di ciascun paese, che fino a oggi hanno ostacolato l’integrazione e non l’hanno certo favorita. Al contrario, grazie ai fondi UE, che hanno permesso di mobilitare anche finanziamenti privati, l’integrazione economica è oggi possibile. Politicamente (o

geopoliticamente), senza queste leve, i paesi partner non avrebbero avuto alcun incentivo né alcuna volontà politica. Il presunto carattere antitedesco dell’I3M è quindi a giusto termine criticato. In nessun caso l’I3M potrebbe essere un’alternativa alla cooperazione della regione con la Germania: può essere solo un complemento a essa. I PIL combinati dei paesi dell’Iniziativa sono solo circa un terzo del PIL della Germania, e la Germania rimane il principale partner economico di tutti i paesi. Che sono inoltre dipendenti dai Fondi di coesione europei. Ricapitolando si tratta di un progetto economico sviluppato dagli Stati membri dell’UE, che è in linea con le politiche europee, e il cui risultato finale potrebbe essere una maggiore coesione dell’Unione. I progetti pianificati e realizzati nell’ambito dell’I3M, in particolare nel campo dell’energia e delle infrastrutture di trasporto, non sono un’alternativa ai progetti dell’UE. Al contrario, la risultante accelerazione dello sviluppo economico ridurrebbe le linee di faglia storiche tra l’Europa orientale e occidentale. Qualsiasi tentativo di costruire un’identità regionale contro il resto dell’UE attraverso l’I3M sarebbe controproducente, poiché l’UE rimane la migliore soluzione di integrazione per i paesi dell’Iniziativa. Senza l’UE come catalizzatore, nessun paese accetterebbe la guida di un altro, né tantomeno la sua agenda particolare (ambizione per esempio della Polonia). Niente geopolitica dell’Intermarium, dunque, ma un semplice completamento concreto di quello che esiste al momento solo su mappa, ovvero l’Unione europea come entità unica. Lo schema dell’I3M rimane puntuale e non sistemico, una singola iniziativa non assimilabile a uno spazio geopolitico propriamente detto con capacità autonome di autodeterminazione e ambizione.

Considerazioni conclusive

L’Unione europea rimarrà il principale punto di riferimento per i paesi dell’I3M. La difficoltà maggiore, e la sfida principale, sarà quella di realizzare progetti regionali rafforzando l’UE e non dividendola. Ma nel bilancio 2021-27, sembra che gli obiettivi dell’Iniziativa convergano con gli interessi principali dell’UE. Poiché il cofinanziamento UE dei progetti I3M è indispensabile, i paesi dell’Iniziativa dovranno raggiungere posizioni comuni prima di poter accedere ai fondi, cosa tutt’altro che scontata (come dicevamo sopra). Infine, il mantenimento di relazioni costruttive tra i paesi dell’Europa centrale, la Germania e la Francia, le forze trainanti dell’UE, sono necessarie per consolidare e sviluppare l’Iniziativa. Questo vale prima di tutto per la Polonia, che è un leader nella regione e le cui relazioni con questi due paesi si sono deteriorate. Il miglioramento delle relazioni con Parigi e Berlino permetterebbe a Varsavia di promuovere l’idea di convergenza tra il concetto di Iniziativa dei Tre Mari e il motore vero dell’Unione europea. Con buona pace degli appassionati di geopolitica che vedono ovunque nuove entità dare l’assalto a Bruxelles. 8

BIBLIOGRAFIA

Sito ufficiale dell’iniziativa: https://3seas.eu/about/threeseasstory. George Byczynski, Strengthening European Unity: The Three Seas Initiative, RUSI, settembre 2021: https:// rusi.org/explore-our-research/publications/commentary/ strengthening-european-unity-three-seas-initiative. Krassen Nikolov, Germany wants the EU to take the initiative of the Three Seas Initiative, Euractive, luglio 2021. Speech di Margrethe Verstager al summit di Sofia del luglio 2021: https://ec.Europa.eu/commission/ commissioners/2019-2024/vestager/announcements/buildinginfrastructure-success-digital-age_en. Euractiv, https://www.euractiv.com/section/politics/short_news/germany-wants-eu-to-take-the-leadership-of-three-seas-initiative.