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IL PANGERMANISMO PRATICO
11 Deut.Jcher Schulverein. - È una potentissima associazione, che ha ramificazio ni in t utti i paesi, tanto europei quanto trànsoceanid. Lavora con una tenacia teutonica, In quattro anni ha raddoppiato il numero dei soci e dei gruppi cd ha portato ·a più di un milione le ent rate ordinarie d ella società. Da u na relazione presentata all'assemblea annuale di B erlino risulta che le sovvenzioni in denaro pervenute in Austria nel 1908 raggiunser o l'importo di marchi nova ntaduemila, pari a ccntottomila corone austriache, dei quali circa cinquantamila vennero4<ievolut i per sostenere la lotta contro gli ~zechi in Boemia, Moravia, Slesia, g li altri quarantaduemila per la guerra contr o gli italiani e gli slavi del sud. Il Presidente dell'associazione ·è il ministro di Stato Hertig, che vuole agguerrire il pangermanismo contro il movimento aggressivo degli slavi, che si estende dalla Russia sino all' Austria, congiungendosi poi coll'irredentismo italiano e coll' Alliance française , composta quest'ultima, a detta del ministro, unicamente da ebrei.
L ' ultimo congresso ,dell'associazione è stato tenuto a Graz. Vi erano rappresentati milleottocento gruppi locali (Ortsgruppe) con ccntoquarantamila soci; gli introiti ordinari ascesero nell'anno 1908 a corone ottocentounomilaottocentonovantaquattrb con un aumento di corone cen tosettantamila in confronto del 19·07; vi fu inoltre un introito straordinario di corone trecentomila proveniente da lasciti e contribut i di nuo vi soci fondatori . Nell'anno di ges tione 1908 lo Sch11/11ereir1 incassò corone un milione centoquindicimilascicentosettaotatre e tenni! mille adunanze. Dall'ultimo congresso ha fondato quattrocentoventiquattro nuovi gruppi. Lo Schulverein possiede attualmente sessantacinque edi6.ci scolastici, cinqua ntotto giardini d'infanzia e sussidia centouno asili infanti1i . Questa società ha speso, a tutto il 1907, dodici milioni e novecentosettemiladuecentotredici corone per facopi soc iali. Qual differenza colla nostra Dante Alighieri, che nel luglio 1908 aveva lire duecentosessantottomilaci nquecentoquarantadue di entrata, duecentotrenta comitati e trent:a seim.ilaottocentododici soci e aveva erogato in vent'anni un milione di lire per scopi sociali I
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Lo Sth11/verein possiede in Val d'Adige gli asili infantili di San
Giacomo, Laives e Cortina, sussidia q\lelli di Bronzolo, mantiene due classi tedesche ai Laghetti, fa còstruire un asilo tedesco a Rovert della Luna, dove, secondo la statistica ufficiale, gli italiani sono o ttocentosettantotto e i tedeschi c inq ue. Ha assegnato un sussidio alla scuola dei Pòchi presso Salorno. Nella zona bilingue la direzione di questi gruppi locali è spesso per gran parte composta di elementi italiani. Si spiega questo fatto pensando alle facilitazioni matedali che i tedeschi accordano a tutti quegli italiani che siano disposti a ri nnegare la loro madre li ngua.
La Siid-,Mark. - Questa società pangermanista conta centosessanta• cinquemila soci, raccolti in circa settecento gruppi. N el 1908 le sue entrate sommacono a corone quattrocentoquarantatrc milaquattroccntolto (cinquan tamila in più dell'anno precedente). Un rapporto sull' at· tività di ques ta associazione tradotto con molto senso d'opportunità in italiano dalla Lega nazionale, ci dà il programma, i mezzi e i ri sultati o ttenuti. Anche la Siid-Mark ha per iscopo di estendere i confini del pangermanismo. 11 suo g rido di battaglia è: « Levatevi, o germani, e movete vecso il sud» Essa chiama « emporio commecciale tedesco» il porto di Trieste e consiglia: « Popo lo tedesco, non perdere di vista la tua meta, l'Adriatico I >>.
La Siid·Mark svolge la sua attività nel_ campo economico. Compra dei poderi al confine linguistico, ne espe lle i co ntadini i taliani e li sostituisce con fami glie tedesche. N el 1908 ha speso all'uopo quaran. tamila corone, comperando cinque poderi dell'este ns ione di otto· cento iugeri, Comperare gran parte di quella terra italica che un rela· ta re della Siid.J.fark chiama « terra d'oro» e trapiantarvi i tedeschi: ecco il programma della società. Però·questo processo di « colonizza· zione interna » sui gentri.r non ha dato finora grandi risultat i. Il conta· dino tedesco o non si abitua alla nuova dimora e alle nuove culture o abituandosi fini sce per prende re costumi e lingua della popolazione che lo ospita.
La S.id-Mark ha fatto, ma finora invano, una intensa campagna onde ottenere che i cosidetti ladini (quindicimila nell'Alto Adige o o ttantamila se vi si aggiungono gli abitanti delle grandi vallate di Fiem· me e di Non, nelle quali le caratteristiche ladine vanno attenuandosi) non vengano nel censimento uffici~le austriaco computati fra gli italiani. La Sifd.Mark combatte tutte le comunicazioni che allacciano più spesso e rapidamente il Trentino coll'Italia.
Come si vede, questa società trasc ura l'attivhà scolastica. E però i suoi progressi sono scarsi . Si sospetta che essa aderisca al Los von Ro!J!, onde anche i cattolici tedeschi mettono in guardia i cattolici, sia t edeschi che italiani, da una immigrazione di co ntadini p[otestanti. Quando si tratta della « solidarietà p rofessionale» i cattolici delle due lingue ne parlano una sola I ·
Il Volksbund. - Le origini di questa associazione prettamente antitaliana sono recenti. Al principio del 1901, sessantotto tirolesi di tutti i colod e le gradazioni politiche lanciarono un appello col motto « Il Tirolo ai tirolesi da Kufstcin (confine germanico) alla Berner Clause (chiusa di Verona)». In esso appello s'invitavano tutti i tirolesi fedeli alla provincia e all'impero a costituire il Tiroler Volksb1m d, allo scopo di coltivare fino al sacrificio la devozione della provincia, come pure al retaggio nazionale in lingua e costumi, in foggie e maniere, in leggi e diritti. Il 5 maggio 190 5 si riunirono a Sterzing, nell'albergo Stòlter, centotrenta ra pprese nta nti, quasi tutti tedeschi . PresiCdé il dottor Rohmeder, per il quale Dante è u n poeta d'origine ger manica, Durant Aliger. Può dirsi il Rohmeder fondatore dell'associazione. Parecchi individui dal nome italjano aderirono. All'inizio del J 906, esistevano g ià ventotto g rupp i. Dopo un an no, e cioè al 6 maggio 1906, i gruppi erano saliti a sessantuno, dei quali quattro nella zona italiana unilingue. Nella seconda riunione annuale del 1907, tenutasi a Bressanone, si numeravano centoventisette gruppi, con un numero di soci variante fra i quindici e i ventimila. I mezzi finanziari dell'associazione crebbero da tremila corone, introitate alla fine del secondo semestre 190h a cinquantacinquemila corone, incassate nel 1907. I gruppi dei « volksbund.isti )), si estendono su tutta la provincia, da H ochfib:en all' orien te, a T annheim, all'occidente; da Kufstein 6no a Luserna. Anche in altre provincie austriache sono sorti gruppi: due a Vienna, altri in Boemia, nel Salisburghese, nella Stiria; e anche in Germania, precisamente a Monaco, a Bruck, a Norimberga. Dalle ultime statistiche che abbiamo potuto esaminare dsulta che attualmente il Volk1bund conta ventimila soci, di visi in cento ttan tadue g rup pi. Nel 1908 i soci erano· ventiseimiJa e i gruppi centoventi. Basta confrontare queste cifre per dedurre che l'ingrossamento del Volksbund è fittizio. Difatti cresce il numero dei gruppi, ma diminuisce il numero de:i soci.
L'associazione ha per scopo di opporsi aJl'italianità, sia li nguistica che economica e politica-del Trentino, e di ostacolare con ogni mezzo l'irresistibile avanzata dell'elemento italiano nelle valli ladine.
Difatti si legge nell'almanacco d el Volkbund del 1908 che « l'associazione, con centinaia di 4iscorsi e di articoli di giornali, ha diffuso la giusta idea che j ladini non sono italiani >) E nelle valli ladine il Volk1bund ha concentrato tutta la sua attivi tà e non ha trascurato alcun mezzo, dai pacifici ai violenti, per dimostrare col fatto che i ladini unendosi coi tedeschi, fanno meglio il loro interesse. Cosl d' accordo colle altre società pangermaniste i « volksbu ndi sti » hanno fa vorito individualmente e col1ettivamcme ladini benemeriti colpiti da disgrazie, provvedu to alberi d i natale, sovvenzio nato società di veteran i, fatte offerte per il m onumento a Caterina Lanz in Livinall ongo, ma ndati libri scolastici e denari per la provvista di suppellettili scolastiche.
Ma non solo nel campo scolastico dispiega il V olhbund la sua at. tività, bensl anche nel campo p iù difficile dell'attività sociale. La Boduchutzfrage (questione del possesso fondiario) preoccupa il V olhhrmd, che avrebbe deciso, per impedire l'avanzata degli italiani in Valdadige, di assumere, ove occorra, una parte del pagamehto ·delle jmposte prediali e di fornir e prestiti con operazioni ipotecarie. Nell' ultima relazione del ... Volk1bund sta scritto:
Perché si sperperano d enari in scuole e fabbriche nei paesi trentini? Limitiamoci alla d ifesa del suolo n ella Valdadige e soprattutto oei dintorni di Bolz:ino. Che conta piantar scuo le t edesche nei villaggi italiani del Trentino, quando gli italiani avanzano continuamente lungo l'Adige? i.
C'è in quelle domande un'aperta confessione d'impo ten za e d'in· successo. Eppure l'assodazione si muove. Per far denari mette in ve ndit a zolfanelli, cartoline illustrate, franc obolli per la cassa di resistrnza, distintivi, pipe, matite, Sono q ueste entrate straordinarie che alime ntano il patrimonio della società. D ifatti di settantaseimila corone d' entrate annue, solo diciottomila sono date dalle tasse sociali. La fondazione di g ruppi piccoli o minimi che siano è incessante, Recentissimamente un g rup po è stato fon dato a Trento, immune sino a ieri di ·contagio « \".Olksbundista ». I « volksbundisti », specie qu elli italiani di nome e di stirpe, sono violenti, agg ress iv i e le lo ro gesta dannò molto spesso materia alle cronache e lavoro ai trib unali. Tuttavia il Volhbund comincia a suscitare i sospetti e le diffidenze d elle alte sfere austriache. Si no ta che i suoi cultori più accaniti sono bavaresi e prussiani~ tra gli altri il famoso squilibrato megalomane professor Edgard Mayer di Monaco, e che nelle riunioni « volksbundiste » si ostenta troppo il tricolore germanico. Il V olk1bund, fra tutte le associazioni pangermaniste, è quella che più urta e ferisce i trentini nel loro senti men to di nazionalità,
Il Dmt1cher Allgemeiner S ch11/verein. - Questa società pangerman ista dà la mano alle altre, specie al D ~ut!Cher Srhr,luertin , ma non fa sentire nel Trentino la sua particolare azione. Essa conta tuttavia trecento gruppi cd ebbe nel 1907 u n'entrata di d uecentosessantacinq uemilacinquecen tocinquantanove marchi. Fu fondata nel 188 1.
LA DIFESA ITALIANA. LA LEGA NAZIONALE
Riccardo Pitteri, il noto letterato triestino, cosl definisce gli scopi e l'essenza della Lega nazionale:
« La Lega nazionale deve sempre salire, come è sempre salita, nell'affetto degli amici e nel rispetto di tutti, sia no negligenti o avversari, perocché essa, moderata e giusta, non usurpa, con.serva; non aggredisce, respinge; non combatte per un inte reSse, ma per un diritto; non addensa ombra sulla luce della su·a franchezza serena, non ha nei suoi entusiasmi che il grido di evviva, mentre tanti alt ri urlano morte t Essa è ordinata a legge di virtù con legge di gent i lezza, perché nelle aiole paterne serba, ed uca, diffo nde i fiori soavi del doke idioma, che negli itali giardini son nati, dalla primula selvatica di Ciullo al lauro immortale di Giosuc »
Voi sentite in questa definizione il poeta. Esaminiamo senza immagini vaghe le origini di questa associazione, gli scopi che si propone, . l'attività che svolge, il carattere che ha, gli elementi di cui si compone. In uno degli ultimi rapporti della Lega nazionale (Zippcl, 1909) sono narrati gli esordi della medesima. Profittando della legge scolastica austriaca del J 869, che coll'ordi n anza esecutiva del 1870 imponeva l'istruzione obbligatoria, ammettendo che questa si dovesse fondare sulla ling ua materna, i pangermanisti, d esiderosi d'impadronirsi d elle scuole trentine, pensarono di cominciare dalle «isole» od «oasi». onde, per opera dello Sch11/vtrein austriaco, vennero fondate scuole tedesche nei comuni di Trodena, Anterivo, Luserna, nei quattro comuni dell'alta Auna~ia e fra i Mocheni, dove la popolazione si poteva considerare bilingue, Ma la legge del 1 869 lasciava il gran carico d elle scuole quasi esclusivamente ai comuni, onde i suddetti, per liberarsi dall'onere molesto, ben volentieri affidarono a quella società il mantenimento della scuola, di cui non conoscevano l'importanza, sentendone soltar.to il peso Anche a San Sebastiano di Folgaria sorse uòa scuola t edesca. Contemporaneamente: all'istituzione di queste scuole, s'intraprese nei fogli tedeschi una violenta campagna g iornali stica, diretta a germanizzare o a permettere ' la « germanizzazione del Trentino». La minaccia svegliò i forse troppo pacifici trentini. Una vampata d'entusiasmo scaldò gli animi da Salorno ad Ala. Sotto l'impulso del dottor Augusto Sattorclli di
Rovereto e di altri preclari cittadini la Pro Patria ebbe vita. In pochi mesi seimila trentini vi erano i nscritti, raccolti in quarantacinque gruppi. Ai trentini si associarono gli italiani del litorale. Nel 18 8 s la imperiale luogotenenza di Trento approvava gli statuti della nuova associazione e il 2.8 novemb re 1886, presenti anche i delegati di quindici gruppi della regione adr iat ica, ve niva a Rovereto inaugurata solennemente la società, Grande entusiasmo nei primi tempi e qualche ris ultato pratico, come la soppressione della scuola tedesca di San Sebas tiano e l'apertura di una italiana a Luserna. Ma poi il Governo, sempre sospettoso e reazionario, sciolse la società. Il decreto porta la data 10 luglio 1890. Immediatamente un gruppo di cittadini di Trieste ricostitul l'associazione col titolo di Lega nazionale. Fu dapprima proibita dal ministero dell' Interno, ma poi, dopo . molte vicende, fu tollerata e permessa
Nel Trentino la Lega nazio nale cominciò cof r iaprire la scuola di Luserna, da ndole il nome di Pasquale Villari. Poi rivolse la sua attività al punto più minacciato dai pangermanizzatori: la ladina valle di Fassa. Diecimila corone furono raccolte per fondare un as~lo della Lega nazionale in Fassa e sorse infatti nel 1901 a Campitello, « centro ecclesiastico della valle>), Venne poi istituito un asilo d'infanzia a Canazei e scuole serali e professionali in molte altre minori località. Nella zona bilingue al nòrd di Salorno non fu possibile che la costruzione di un asilo a Vadèna e l'istituzione di una scuola italiana a Piclòn. A L confine sud della zona bilingue più viva è stata l'aÌ:tività della Lega nazionale. A Ro verè della Luna, centro famoso di 11 volksbundisti » maneschi e intolleranti, è sorto un asilo ital iano. Lo stesso si è fatto a Sin Michele e a Gromo (1909). A Faedo, villaggio limitrofo funziona un a scuola cli cucito, La l otta è più violenta e difficile nell'altopiano di Lavarnne e Folgaria, do ve il « volksbundismo » ha già fatto prog ressi con siderevo li. Ma anche in questa zona sorgono asili italia ni (Folgaria, San Sebastiàno), scuole serali italiane (Carbona ne, Mezomonte, Novellari, Serrada) e scuole professionali di cucito Nelle valli del Lena (Terragnolo e Vallarsa) pure si dispiega alacre l'attività della Lega nazionale. A Trento ci sono due asili infantili, S an M artino e San Marco, che devono sottrarre i figli degli italiani all'asilo e alle scuole austro-tedesc"he mantenut e dal Governo per poche centinaia d' i mpiegati e ufficiali. Nella valle di Pergine la Lega nazionale sussidia diverse scuole serali. Anche in altri luoghi minacciati corre ai r ipari la Lega nazionale. Cosl nel campo scolastico, stando all'ult imissimo rapporto presentato al cong resso cli Gorizia (30 maggio 191 0), la sezione tre ntina della Lega nazionale mantiene nove scuole e nove asili, sussidia quat tro scuole e quattro asili con circa ottocentosessanta- quattco bambini, provvede alfistruzione di oltre millecentosettantanove ragazzi" e ragazze, di cui ottantacinque nelle· scuole popolari, quindici nella scuola per analfabeti di San Sebastiano, cinquantaquattro nelle scuole professionali diurne, settecentonovantatré nelle serali, duecento. .trentadue nelle scuole di cucito.
La Lega nazionale ha provveduto m'olto saggiamente all'i stituzione di biblioteche circolanti. Ne esistono ora sessantasette, provviste di oltre diecimila vòlumi, e diciannove piccole biblioteche - scolastiche, sette biblioteche per adulti nel Voralbcrg (qui vivono venticinquemil a italiani). Altre iniziative della Lega, che hà comitati maschili e femminili, sono l'invio di giornali e riviste, circoli di lettura, la distribuzione di vesti e giocattoli a bi mbi italiani nella rico rrenza del Natale, la organizzilzione di conferenze, il sussidio a otto fra maestri e maestre frequentanti l'università estiva di Firenze.
Il patrimonio della sezione tridentina della Lega naziona le è da to da private oblazioni di soci, dalla vendita di fiammiferi, dalla vendita dei propri fr ancobollì (tre milioni nel primo anno), dalla vendita di cartoline il,ustrate, dal ricavato di feste sociali.
Attu1Imente i comit.ati o gruppi della sezione tridentina della Lega nazionale sono sett_antotto con undicimilaquarantasei soci. Le entrate furono di corone quarantunomilasettarituno nel 1908, di corone trento ttomilaquattrocentonovantaquattro nel 1909. Il patrimonio netto, che nel 1908 era di corone centotrentamilaquattrocentotrenta, sall nel 1909 a corone centoquarantacinquemilacinquecentocinquanta La Lega nazionale difende l'italianità linguistica, ma non fa assolutamente opera politica. Non costituisce un pericoio per il « nesso dell'impero». Alle cerimonie della Lega nazionale sventola qualche volta il vessillo giallo e nero dell'Austria. Ciò significa che la Lega nazi(?nale vuol porsi al riparo delle leggi austriache. È forse queS:ta ostentazione di sudditanza all'Austria ima tattica accorta per evitare i sospetti e le persecuzioni dell'Autorità. La Lega nazionale opera quasi esclusivamente nel campo scolastico. T erreni non n e compra, neppure quando si tratta di salvare le terre trentine dagli acquirenti tedeschi. Ormai tutta 1a riva del lago di Caldonazzo è nel1e mani dei « volksbundisti ». Il vicino castello di Pergine fu venduto ai « volksbundisti » dal vescovo di Trento*, e qual mediatore nel Cont ratto funse un consigliere delle Lega nazionale. Altri casi potrebbero ci- tarsi per dimostrare che fra certi soci della Lega nazionale. e anche dei maggiori, non si conoscono scrupoli di coerenza. Tutto sommato ci sembra che l'azione della Lega nazionale sia troppo «legale» e informata qualche volta a criteri opportunistici.
• li vtsro vo Celts1ino Endrizzi h11 poi rtrr11Jo di uusarsi dirhi11r1Zndo rh' tgU rrtdtvlZ di vtndtrt il ra1ul/o a una soritrà fondaJrire di un sanatorio , non al Volksbund. Ma a/J'infuo,i dti 11,oi f tdtli nw,mo ha preso sul strio la troppo 1ardit1a giustifirazion,.
Quali cle menti compongono la Lega nazionale? La nobiltà è assente. Molti nobili del Trentino che furono i più feroci persecutori dei patriotti italiani nel Lombardo-Veoeto, oggi occupano alte cariche nella burocrazia e nell'eserci to e sono i più fieri nemici di ogni manifestazione d'italiarùtà. * La grande borghesia sia industriale, terriera o commerciale, dà qualche memb ro alla Lega nazionale, qualche sussidio e molte platoniche adesioni. I contadini sono auscriacanti Talvolta i Coscritti di certe vallate trentine scendendo n ella città, cantano inni antitaliani, offendono gli italiani , gridano « Viva l'Austria I » Il clero ha dato nei tempi pa~sati qualche milite dell'italianità, sia linguistica chè politica. Oggi non più. Il clero trentino, e lo vedremo meglio esaminando l'opera e il programma dei diversi partiti politici trentini, predica la soggezione matèriàle e morale all'Austria. Il proletariato delle città non aderisce alla Lega nazionale. Non aiuta, né danneggia: è indifferente. 11 grosso dell'associazione, anzi la stragrande maggioranza, è formata dalle classi medie, piccoli commercianti, agenti, maestri, artigiani, pcofessionisti in genere.
Istituzioni che sussidiano, nel campo dc;l'italianità ling uistica, l'opera della Lega nazionale sono le scuole primarie o popolai-i. Il comu ne di Trento, da uno stanziamento in bilancio per l'istruzione di cinquantamila corone, è giunto a duecentomila co ronç. Altri comuni hanno seguito l'esempio. Le numerose società Pro C11/1t,ra .giovano a mantenere l'italianità ling uistica. Le società Pro C11l!11ra che sono da un trierinio riunite i n federazioni, laVocano per il miglioramento delle condizioni intellettuali del Trentino La pr i~cipale ha sede a Trento e fu fondata nel 1900. Conta oggi circa seicento soci ed ha un'entrata annua di corone seimila, delle quali tremila le vengono dal municipio e da altre istituzioni cittadine. Nel 1906 fondò i corsi popolari, che raggiunsero, d opo qualche anno, una frequenza media di trecento operai maschi e femmine. Il Gabinetto di lettura, sito in
• Nel Trenlino i più arrabbiati Ieqlfnlroman i sono applfnlo i procuratori d i Stai o, ,he riJpondono agli italianiuimi nomi di Tranq11illini, Te11adri, Ang elini. L '11nico per.sonaggio che a di/fere,rza degli uffi ciali e soldati p ott 4J.Siste, ~ impdsJibile alla ango.stit1nte impi"ag ione J ; Oberdan, durata ben sene minuti, f u proprio 11n tren1i110, ispeuore di po/;,:ia a Trie1u, Ci .sono state e à .sono naturalmtnte delle e((ezioni. LA fa miglia ne.sta del T ,anq11illùti ha tradizioni garib aldine, Afa è certo the l'Aurtria tonta anche tra gli italiani molli, tr oppi fun zionari de · i,otil simi all'im pero e a//'imperaJore/
12. • XXXIII, un'ampia ed elegante sala di un palazzo in via Belcnzani, dispone di una trentina di giornali quo_tidiani e cli ben centoquindici riviste. La Biblioteca di cultura moderna, iniziata nel 1907, conta già quattrocento volumi. Anche il Circolo filologico vive di vita non ingloriosa. La Pro Cult11Ta rivista è una splendida pubblicazione bimestrale , intesa ad illustrare il Trentino sotto l'aspetto storico, letterario, economico, sociale, Il Gabinetto della Pro Cultura di Trento è frequentat o da una media settimanale di ottocento persone. Ad iniziativa della Pro C11/1tm:1 si tengono dall'ottobre all'aprile numerose conferenze, talvolta con proiezioni ed esperimenti, frequentate da molto p ubbico. Quest'anno ne vennero tenute ventidue, con una frequenza com~ plessiva cli quattromilaottocentoventi persone. La Pro C11llura org anizza anche dClle visite ai monumenti della città e del contado e delle gite d'istruzione. Di quest'ultime. dodici ebbero luogo nei tre mesi della scorsa estate e vi parteciparono novecentotre nta persone.
La Pro Cu/11110 cli Rovereto ha una Biblioteca popolare abbastanza fornita e consultata. Nel 1909 furono dati a prestito undicimilatrecentoventuno volumi, dei quali novemilacentottantasette di romanzi e novelle. Il Gabinetto di lettura annesso alla Biblio teca conta quaranta fra giornali e riviste ed ha una frequenza media annua .di seimilacinquecentoquaranta persone. Nello scorso inverno furono tenute quindici conferenze, frequentate da duemilatrecentotrenta persone. Le società Pro Cultura di Mezzolombardo, di Cles, di Riva, di Lavis non dispongono di molti mezz.i, ma organizzano però lezioni e conferenze che sono abbastanza frequentate.
Le società Pro Culltira, dl cui l'azione si esplica anche nella zona bilingue, servono a conservare l'unità linguistica italiana del Trentino. Cosl dicasi dei giornali e quotidiani ed ebdomadari. Fra le riviste meritano special mezione la Tridentum, l'.ArçhiPio dell'Alto Adige, la Pro Cultura, la Vita Trent ina, il San ,Marco Il Governo tollera l'esistenza e l'attività della Leg a nazioriale. Il sogno della burocrazia austriaca sarebbe un impero tedesco, esclusivamente tedesco, nel comando, nella lingua, nei costumi, ma q ues to sogno cade di fronte agli insopprimibili antagonismi nazionali oggi p iù vivi di un tempo. L'Austria non potrebbe fate del Trentino ciò che ha, per esempio, fatto a G o rizia. Onde si limita a tollerare la L ega nazionale e a porre i soliti inciampi d'ordine burocrat ico. I pangermanisti però non disarmano e dipingono la Uga nazionale come una associazione irredentista sussidiata dalla Dante Alighieri. Fra queste società v'è quinili permanente c agione e stato dì conflitto. Si polemizza sui giornali, ci si batte per le i nsegne dei n egozì, anche sulle eccelse guglie deile Dolomiti ardv11. il fervore della lotta per la denominaziooe dei valichi e delle cime. Questa guerra, che non fa strage di vite u mane ma è continua, esasperante, passio nata come le guerre fra e serciti, « non è - dice il Tambosi - piccola rivali tà cU trentini e tirolesi tedeschi, ma è la grande battaglia secolare tra il germanismo che vuol varcare le Alpi e il romanesimo che difende gli aviti confini».
Quali sarannò alla fine i ris ultati di questa guerra? Chi sarà il vinto ? Quale lingua e quindi, secondo la massi ma giobertiana, quale nazione scomparirà?
Per r ispondere a queste angosciose domande, bisogna dal presente figgere gli occhi nel futuro, Niente però tirate profetiche; trarremo invece una conclusione pròbabile dagli attuali elementi di fatto. Non siamo né troppo ottimisti, né troppo pessimisti. Non siamo troppo ottimisti, perché se l'Austria volesse veramente intedescare il Trentino, ci riuscirebbe. Ma tolta questa da n nata e pur n o n assurda ipotesi, noi non siamo pessimisti e cioè crediamo che il Trentino, rimanendo neutrale il Governo, conse rverà l a sua italianità ling uistica. 1 pessimisti, che vedono g li innegabili e incessanti successi della penetrazione slava a Trieste, credono che lo stesso avve nga per la penetrazione tedesca nel Trentino. Slavi da una parte e tedeschi dall'alt ra, d alle Alpi al Litorale, schiaccerebbero o sopprimerebbero la nazìonalità italia na . Ora il Trentino non si trova nella situazione tragica di Trieste. Questa città deve anzitutto difender si da due nemici egua lmente temibili e pericolosi: il tedesco e lo slavo. Il Trentino è minacciato solo dai tedeschi. Trieste è dal punto di vista linguistico isola ta dal mare, il Trentino si appoggia a territorio italiano e vi confina da tu tti i punti, eccettuato a nord j Trieste è cinta dagli slavi ·(alle mura di T rieste muore l'italiano e comincia subito l o slavo), Trento t difesa e protetta al nord da trenta e più chilometri d i zona unilingue e, dopo, da tutta una vastissima zona bilin g ue, che manda le sue estreme p ropaggini sino alle falde del Brennero. Trieste, g rande città, unìco porto della monarchia austro·ungarica, ha suscitato gli appetiti d elle limitrofe popolazioni barbare, che, conquistando Trieste, pensano di conquistare il benessere e la ricchezza. La lotta linguistica è divenuta quindi a Tries te lotta economica e lotta pol itica. Trento, piccola città di artigiani e di commercianti, non può susci tare le cupidigie delle orde teutoniche. Impossibili quindi le feroci competizioni economiche e politiche che travagliano e d ividono Trieste.
Ma l'Halianità linguistica del Trentino, più che dall'attività della Lega n azionale, è conservata inconsciamente dalla massa lavoratrice Sono i contadini italiani ch e si spingono al nord e sopprimono ogni res iduo tedesco. Trento, che all'epoca del Concilio aveva u na fo rtis-• sima colonia di artigiani e merciai tedeschi, ogg i non ba che ufficiali e impiegati governativi. * L'elemeno t edesco retrocede e l' italia no avari"za. Nelle vallate ladine il processo d' italianizzazione cont inua irresistibile ; anche le oasi tedesche sono minaccìate. I progressi del pang ermanismo n on sono te m ibili> pur dovendo preoccupare. Nelle relazioni dei pangermanisti s i leg ge infatti di « risultati desolanti», di « mancanza di maestri, dì interruzio ne nell'insegname nto». U n rapporto dell' Al(ge111einer Dwtscher Sch#lverein del 1906 dice:
« Il germanismo nel Tirolo <leve sogsiacere in questa lott~ inegua le, se i sessanta milioni economicamente fioren ti delrimpero tedesco non accorrono mo. tal mente e m aterialmen te in s uo soccorso o nJe· riconquistare la m:i.rca m eridionale, tu t ta tedesca, compreso Ver ona, e il lago di Garda, che, secondo U hland, fu culla un giorno di eroi tedeschi »,
I soccorsi non mancano, ma non bastano. L'eleme nto italiano r appresentato dal p opolo lavoratore guadagna terreno. I tedeschi
• Non deve però " edeuì , come vanno il{Jermando i pangermanùtì, ,he Tremo l'trJO il 1500 foJJe più JedeJCa , he italiana. Certo, a q ue/J'e po,a, la co· lortia tedeJca era più numer osa ed omog enea di quei che non sia oggi. Giuu fip e Zi ppei, n ella sua conf erenza l a civilti nel Trentino al declinare del medioevo (eslralJo dalla rivi!la Tridentu m, fas cicolo II, 1908), ammeue che l a srn:t111ra g otica della n11oiia chitJa di San Pielro, o rdi11alà da Giovanni IV, possa eJ sere stat o un omaggio <1 all'elemt'nto tedesco allora r,reva knte in quella p3.rte della città. che si ra ccoglieva ai piedi dd castello e in vicinanza della Porta d'A lemagna ». Dai documenti d eli'e poca, e cioi « d:i.i g ra vami o istanze che i tedesch i abitatori di Trento presfntavano :il vescovo cor:tro i consoli, nell o inte nto di ottene re ri fo r me 1.lello St.:1tuto favorevoli all'affermarsi della naziona lità germanica nell'amministrazione del com une e le risposte dei consoli a lle dog lianze dei tedeschi », i pouibile 1t11bilirt approJJim atit-am ellle le proporzioni de/le due stirp i nel ((;n1pleuo d ella popo lazione, l 1ede1chi dic hiaravano « di essere q u:isi la q ua rta pa rte della popolazione», i co,110/i addimo1tra van o al 11eicovo che in realtà i redeuhi « formavano la dodicesima parte della popolazione ». Ora ii Zippe/ ammette ,he i udeuhi for,mmero il quinto della p o polazion e, Em, in qt1al m odo rùponde vano i ,onsolì d el comune aiie richieJte della colonia t edeua: « Somma ingiustizia sarebbe, qua lora forestieri e nuovi abitatori dì una città pretendessero di muta rne g li statuti, le leggi, i costumi, le consuetudini; e se noi. tren tini portassimo le t ende in qualche città di Alemagna, è pur certo che Il non cambierebbero per questo le antiche usanze e a buon diritto c'intimerebbero: o rispettate le leggi e i cost umi nostri o uscite da queste mwa ». Trento t fa du11que a11che allora profondame11le italiana, né lo divenn e in ug11ilo, per ,m forte ìmmigazione di veneti, come van no affermando i pangermimùti E d'allo ra ad oggi, l'elemento ch e J 1/ato assi milato o eliminato è p,ecisamente il tedisco. Oggi, ltt colortia udesca a T rento, è Proprio u na quanti tC négligeable, Eu /u Ja la g11arnigio ne, Ji traJta di p oche reminai,,i di Jedeuhi, di contro a 11ertl0Jtom ila italiani/ che non sono adatti alle nostre colture agricole devo no sgombrare. L'unità etnica psicologica e linguistica ita li ana si tinsalda.
Lo studio della lotta linguisti ca nel Trentino ci ba condo tto a fo rmulare questa previsione: In una zona bilingue, è la li ngua par!ata dalla parte economicamente attiva della popolazione quella che prenderà il sopravvento sulla lingua parlata dalla popolazione p:tssiva.