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LA 1a GUERRA MONDIALE

1.

Allo scoppio della guerra. non essendosi realizzate le clausole contemplate nel Trattato de ll a Triplice All eanza per l'intcrYento ,1 fianco degli Imperi Centrali. ncalìa dichiarò. n-i agosto 191 ~. la propria neutralità.

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Tuttavia, sotto l' impulso <lei movimenti intc 1ventisti e nella considerazione di poter portare a compimento l'Unita nazionale. il Paese si sla\·a orientando politicamente e militarmente a ~avore <lelrlmec:;a .

. n tale ambito. si n dal settembre, i l Generale Lu i gi Cadorna 2 • Capo di S.\ J dell'Esercito. emanò le direlti\e per un'eventuale azione contro l'Austria: Offensil'a a fondo sulla / i·unte g !{/ iu· el'entuali o.f.Jensil'e concorrenli dal Cado r e e dalla C{lr 1ia: dijènsil'a sulla fronte trentina.

Queste rappresenta\ ,tno l'ultima elabor:.1/ione dL'i piani per la condotta della guerra che erano stati p r edisposti e via via aggiornati e.la q u ando. neJ 1882 con la creazione da parte del .\linistro Ferrero della carica cli Capo di S:\ I dell'Esercito. a cui era st,tto chiamato il Generale Enrico

'

1G E,rn\l.F Lnc.1 C.>.D O R'-A: '\.110 ,1 Pallanza nel 18">0. dopo ,l\ cr frequentalo la Scuola \ l ilitare viene nominato Souotencnte d'Arrig lieria nel 1868 , quindi ,tdcletto al Comando del Corpo di S\1 nelh1 s<:zione ropogr.ifica . .'.'\el 1892 as.,ume il com,1ndo del 10° rcggim<:nto Bersaglieri: '\;el grado di Slaggior Generai<: comanda la Brig.lla Pistoia e, !>UCCl"isì,·amente, nel grado d i Tenente Generale l e Di, ision i di Ancona e Napoli. quindi il IV Corpo d'A r mata. Nel 1911 v i ene.: <.ksignato per il comando dì un·-\.rm,lla in guerra e nel 191 tè nomin,Ho Capo di Stato \laggiort= dell'Esercito. carica che tiene fino alr8 no,·embre del 1917.

Cosenz 43 , era stata considerata l'ipotesi di una guerra contro l'Austria-Ungheria.

Al piano iniziale del Cosenz che, tenendo presente la netta superiorità dell'Esercito asburgico in quanto ad unità e capacità di mobilirazione, prevedeva inizialmente un'azione difensiva sulla linea del Piave seguirono nuovi aggiornamenti ad opera del Generale Tancredi Saletta44 , nel 1905, quindi del Generale Alberto Pollio45 nel 1909.

Sempre il Pollio, nel 1911, allo scopo di alleggerire la pressione che il nemico avrebbe esercitato in pianura, ritenne opportuno variare l'impiego della l' e della 4" Armata, poste a difesa del saliente trentino, da difensivo in offensivo attirando in tale settore un numero maggiore di forze avversarie.

Nel 1914, infine, mutata profondamente la situazione politica internazionale con la Monarchia ashurgica impegnata su altri fronti, il Capo di SM vide capovolto il concetto precedente in cui l'Austria avrebbe attaccato e l'Italia si sarebbe difesa e concepì un nuovo piano orientato nettamente all'offensiva.

'"GENERALE faIRICO COSE:'-JZ: Nato a Gana il 12 gennaio 1820. nel 1832 frequenta il Collegio 1'vlilitare della )l'unziatella. :,l'eJ 1840 è promosso Ufficiale e. nel 1848. con il grado di Tenente viene inquadrato nel Corpo di spedizione napoletano inviato in Alta Italia per appoggiare l'azione piemontese contro gli Austriaci, nel 1860 è al fianco di Ga1ibaldi nell ' impresa dei Mille e, nella campagna del 1866. al comanùo della 6a Divisione. Il 6 ottobre 1882 assume la carica di Capo di Stato Maggiore dell'Esercito. Si spegne il 28 settembre 1898 a Roma.

1'GE.:-,;ERALE TA\' CREDI SAT.E'ITA: Nasce a Torino il 27 luglio 1840. Entralo il 20 ottobre 1856 nella Regia Accademia di Torino ne esce con il grado di Sottotenente di Attiglieria il 26 aprile 1859. Prende pa1te a lla campagna dell'Umbria e delle Marche quindi a quella del 1866. Il 17 gennaio 1885 parte per Massaua dove rimane fino al marzo 1886 per poi rientrare in Italia. [I 23 aprile 1887 il Gen. Saletta torna a Massaua con l'incarico di Comandante Superiore fino al novembre dello stesso anno quando rientra definitivamente in Patria. Nel maggio 1896 viene nominalo Capo di Stato Maggiore dell'Esercito. carica che conserva fino al 27 giugno 1908 quando, per raggiunti limiti di età, lascia il servizio attivo. Muore a Roma il 21 gennaio 1909 stroncalo da un attacco di angina pectoris.

45GENERALE ALBERTO Pou.10: Nato a Casena nel 1852. Nel 1870 viene nomiru.uo Sottotenente d'Attiglie1ia e, nel 1878. passa al Corpo cli SM. Con il grado di Maggiore nel 1884 u·ansita in Fanteria; dal 1893 al 1897 è addçno all'Ambasciata di Vìenna. Ha comandato il 40° Fanteria, la Brigata Siena e le Divisioni di Cagliari e di Genova. Nel 1908 è nominato Capo cli State> Maggiore dell ' Esercito; come tale riordina l'Esercito, riorganizza la difesa della Alpi Orientali e organizza la guerra italo-turca del 1911 - 12. 1\1uore a Torino nel 1914.

Il 21 agosto 1914 il Gen. Cadorna emanava una memoria nella quale veniva stahiliro che lo sforzo principale doveva essere diretto verso Gorizia e Trieste; il Trentino, pur conservando il suo valore politico-militare, veniva considerato come un obiettivo secondario da subordinarsi alla efficienza della difesa ed al concetto di evitare dispersione di forze .

Sulla hase di queste direttive fEsercito venne schierandosi con la r Armata dallo Stelvio alla Val Cismon, con compiti difensivi, con la 4" dalla Val Cismon al monte Peralba con compiti offensivi in direzione di Dobbiaco, la 2" e la 3' con compiti offensivi sull'Isonzo.

Questa impostazione strategica , inoltre, derivava dalla considerazione della scarsa remuneratività e dalla impossibilità di condurre operazioni di ampio respiro in un terreno difficile quale quello alpino. in special modo nella stagione invernale, e, d 'a ltra parte , i due unici precedenti. quali la traversata dello Spluga operata dal Corpo di MacDonald nell'inverno del 1800 e lo scavalcamento del Colle del Gran San Bernardo da parte di Napoleone nel maggio dello stesso anno, erano imprese più di carattere logistico che vere e proprie operazioni.

Da un punto cli vista organico, poi , a livello di battaglione Alpino esistevano come sciato1i solo quei pochi e lementi che, sulla base della pubblicazione n. 39 Istruzione sutruso degli ski ed. 1908'-16 avevano svolto l'a pposito corso.

Elementi che , nel settore Va ltellina - Val Camonica. in virtù delle caratteristiche ambientali che ne favorivano !"impiego, verranno via via raggrnppati in unità di livello sempre maggiore fino a raggiungere il rango di battaglione.

Prima di addentrarci nel racconto dei principali fatti cl'arme che videro tra i protagonisti anche e soprattutto gli sciatori, è opportuno dare uno sguardo a quella che fu l'evoluzione organica dei reparti , i corsi che vennero istituiti, gli equipaggiamenti e la dottrina d'impiego che venne adottata. -i<>cfr. Documento n. 3 già citato.

2. L'evoluzione o r g anic a, i corsi , gli equipaggiamenti e la dottrina d'impie go .

Con il sopraggiungere del primo inverno di guerra, st:ibilizzatosi il fronte montano su posizioni forti, sorse la necessità cli far soggiornare delle truppe in alta montagna per vigilare i valichi e le località che rivestivano una notevole importanza strategica, di assicurare l'esplorazione vicina ed i collegamenti tra i Comandi ed infine di poter contrapporre a reparti sciatoli avversari elementi dalle medesime caratteristiche.

Per fronteggiare questa situazione, iJ Comando Supremo era stato indotto ad aumentare in maniera considerevole il numero degli sciatori previsto dalla mobilitazione, la cui entilà era stata determinata sulla base del criterio di operazioni in alta montagna di po1tata notevolmente inferiore a quella che si stava concretizzando.

Pertanto sin dal settembre del 1915, con la circolare n. 4623-+', a firma del Sotto Capo di SM, il Comando Supremo stabilì che i reparti eia montagna, dell'Artiglieria da fortezza, del Genio. della Regia Guard ia di Finanza ed i battaglioni di frontiera raddoppiassero l'entità delle pattuglie; che i reggimenti di Fanteria e dei Bersaglieri dislocati in zone innevate assegnassero ad ogni battaglione una pattuglia di sciatori di 6 uomini. Comandante compreso; che i battaglioni Alpini dell'Esercito Permanente, oltre a raddoppiare la consistenza delle pattuglie, costituissero un plotone tattico di 70 sciatori agli ordini di un Ufficiale suba lterno: infine che, inverno durante, fosse istruito il personale necessario per la costituzione cli altri 26 plotoni da assegnare ai battaglioni Alpini della Milizia Territoriale.

Ogni plotone dì sciatori clei battaglioni Alpini dell'Eserc ito

Permanente doveva , inoltre, comprendere anche il personale idoneo all'impiego di almeno una mitragliatrice , arma indispensabile , in determinate situaz ioni tattiche, per garantire il necessario supporto di fuoco all'unità stessa.

La circolare comprendeva quindi le disposizioni per l'avvio di corsi regolari organizzati a cura del Comando Supremo d'intesa con il Ministero della Guerra ed indicava che, per gli istruttori, ci si sarebbe avvalsi del contributo di ottimi sciat01i scelti fra i valligiani ed i numerosi soci di Sci Club. li primo corso ebbe luogo presso l'O::;pizio del Piccolo San Bernardo, alla testata della Valle Dora di La Thuile con Cesare Maggi e Piero Ghiglione come istruttori; un altro, sotto la direzione del Capitano Manzini e del Tenente Mezzalama, si svolse presso la ex casa di caccia Vittorio Emanuele II alla testata della Valle di Champocher in Valle d'Aosta .

~"cfr. Documento n. 6: circolare n. 4623 ciel 20 settembre 1915 CU O.M.) Skiatori per la prossima campagna inuemale.

Infine si definiva l'eqLiipaggiamento che ogni sciatore doveva avere come complemento a quello normale di ogni soldato .

Con la circolare n. 5001 del 30 settembre 1915 (ll.0.M.) Indennità speciale per skiaton-48 , venne stabilito che agli Ufficiali, ai Sottufficiali ed ai Militari di truppa che intervenissero ai corsi venisse corrisposta, per tutta la durata del corso, un"idennità speciale pari all'assegno di cui godevano coloro che si trovavano in zona di gueITa.

I corsi si tennero principalmente nelle Alpi Occidentali presso il Colle di Tenda, Il Piccolo San Bernardo, la Valle del Gesso, l'alta Valle d'Aosta. la Thuille, Morgeux, Ulzio e nelle vicinanze di alcuni rifugi posti in prossimità della linea di combattimento come il Rifugio Garibaldi.

Va sottolineato che questi non furono dei corsi con tutti i crismi dell'ufficialità, ma trovarono la loro realizzazione grazie all'apporto di alcuni Ufficiali appassionati ed alla fattiva collaborazione del CAI e dei vari Sci Cluh, ad esso collegati, che misero a disposizione personale ed infrastrutture.

Altri corsi vennero tenuti neì primi mesi del 1916 a Bardonecchia, a Clavière ed al valico del Monginevro.

Nello stesso periodo il crescente numero di sciat01i ottenuti da questi corsi aveva permesso cli apportare delle significative varianti organiche all ' ordinamento dei battaglioni Alpini con la costituzione, in essi, di plotoni sciatori.

Ma il vero impulso che lasciava trasparire una particolare attenzione <la parte del Comando Supremo a questa nuova specialità venne dato dalla circolare n. 28750 del 14 settembre 1916 18 Cfr. Documcmo n 7: circolare n. 5001 <ld 30 ~e tt e mhre 1915 (U.0.M.) Indennità speciale per skiatori.

Skiatori per la campag;~a inverna!r!19 a firma del Sottocapo di Stato Maggiore dell'Esercito Gen. C. Porro.

In essa si prevedeva il reintegro delle perdite subite e di dotare di sciatori anche quei reggimenti che, avendo operato in pianura ne!rinverno precedente, ne erano rimasti sprovvisti.

La circolare, oltre che definire la consistenza organica degli sciatori nell'ambito dei reparti Alpini, stabiliva il numero degli stessi di cui dovevano essere dotar.e anche le batterie ed i gruppi d'Artiglieria d'Assedio, da Montagna e Someggiata, le compagnie Telegrafisti del Genio, i Comandi di battaglione di Fanteria e dei Bersaglieri, ed i rispettivi Comandi di reggimento.

Per quest'ultimi le pattuglie sciatori erano previste solo per quei reparti che avrebbero operato in zone nevose o in prossimità delle stesse e, comunque, per rutti i reparti della 1" e della 2· Armata e del XII Corpo d 'Armata.

Veniva, inoltre, specificato che il personale da destinarsi alla costituzione dei plotoni e delle pattuglie di sciatori doveva rientrare nell 'o rganico del rispettivo reparto senza alcun incremento di forza del reparto stesso.

Per u !timo si invitavano i Comandi dipendenti a scegliere il personale da inviare ai corsi d'istruzione che sarebbero stati organizzati nel periodo immediatamente successivo.

Il 26 settembre, con la circolare n . 29478 (U.0.M.) 50 , il Comando Supremo , facendo riferimento al precedente documento, comunicava che dal giorno 27 a Torino, in Corso Moncalie1i 10, avrebbe iniziato a funzionare, alla diretta dipendenza del Comando Supremo, la Direzione dei corsi skiatori incaricata dalla esecuzione dei corsi previsti dalla succitata circolare.

Per un problema di snellimento delle pratiche, la Direzione corsi era autorizzata a trattare direttamente con i Comandi d'Armata e con i Comandi territoriali per tutte le questioni inerenti il personale ed i materiali necessari.

In particolar modo i Comandi territoriali, sulla base delle richieste, dovevano provvedere al trasporto dei materiali neces- sari per l'impianto dei distaccamenti (stufe, materiali di casermaggio, materiale per cucine, ecc.), a fornire il personale strettamente necessario per le incombenze di carattere economico , quelJo sanitario e relativi materiali, personale di cucina ed infine personale per la riparazione degli sci e addetto ai materiali vari.

49 Cfr. Documento n. 8: circolare n. 28750 del 14 setterhbre 1916 CU.0.M.) Skiatori per la campagna invernale.

5°Cfr. Documento n. 9: circo lare n. 29478 del 26 settembre 191 6 (U.0.M ) Personale per i corsi skiatori.

La direzione dei corsi era affidata a l Maggiore Umberto Mautino51 del 3° reggimento Alpini.

La circolare slabiliva che il primo corso doveva iniziare nei primi giorni di ottobre con personale della l" e della 4• Armata; in particolare i frequentatori si dovevano presentare il 4 ottobre presso i seguenti Comandi Presidio o rifugi alpini:

• Rifugio Marinelli: 50 militari della ll Armata, presentazione al Comando Presidio di Sondrio;

• Rifugio Gastaldi: 100 militari della 1'1 Armata, presentazione al Deposito 3° Alpini Torino;

• Rifugio Vaccarone: 40 militari della 4" Armata, presentazione al Comando Presidio di Susa;

• Albergo Col D'Olen: 50 militari della 4" Armata , presentazione al Deposito 4° Alpini Ivrea;

• Rifugio Vittorio Emanue le II: 30 militari della 4• Armata, presentazione al Comando Presidio di Aosta.

Per ultimo venivano date disposizioni in merito ag li indumenti ed aH'equipaggiamento che ogni frequentatore doveva avere al seguito ad eccezione degli sci che sarebbero stati forniti a cura della Direzione dei corsi.

Nel contempo il Magg. Mautino , anche in previsione di un possibile aumento di afflusso di personale da istruire, si preoccupa va di aumentare le possibilità ricettive offerte dai rifugi che il CAI, con ampia sensibilità disponibilità , aveva messo a disposizione dell ' Esercito per l'effeLtuazione dei corsi.

A tale scopo sollecitò, da parte del Comando Supremo, l'au-

51 MA GG TOR t: U~mrnTo Mi\ t.rnNo : :t\'ato a Verres il 25 gennaio 1877. Dopo aver frequentato la Scuola Militare nel 1894 è promosso Sottotcncmc ed assegnato al 4° reggimento Alpini. Ne l 1916 g li vien e affidata l'organizzazione e la direzione de i corsi s ciatori, incarico che conserva fino al 1917 quando, promosso a Tenente Co lonnello gli viene assegnato il comando del 3 ° reggimento Alpini. Ne l settembre 1918 viene promosso Colonnel lo e il 6 dicembre dello stesso anno muore a Mernno. E' decorato cli 1 t'vl.A.V.M. e 2 M.B.V.M torizzazione ~1 costruire ad economia presso il Rffugio Gastaldi una baracca in grado di contenere confortevolmente <t8 uomini. le cui caratteristiche tecniche furono illustrale con un promemoria:;2 indirizzato al Tenenle Colonnello di SM Vacca-.Maggiolini nei primi giorni di sett<:mbre.

Anche nel campo dd materiali da sciatore venne posta panicolare cura da pane del ~Iagg. i\tautino.

Questi, infatti. sulla base dell'esperienza maturata durante la prima campagna invernale e dall'applicazione delle varie norme emanate dal Comando Supremo e dall'Intendenza Generale, aveva constatato che il recupero cli tutti i materiali speciali sparsi nella zona delle operazioni aveva permesso di riordinarli e farli riparare ad economia. per i piccoli guasti. dai singoli Jaboracori d'Armata e. per quelli di maggior entità, dal laboratorio centrale che si era costituito a Torino. inoltre. con la lettera n. 1881 del 29 ottobre 1916 Hateriafi da Skiaton-53 sollecita,·a il Comando Supremo. anche per la seconda campagna invernale. a tenere accentrati questi materiali ed a fare in modo tale che le richieste cli materiali. facenti parte dell'equipaggiamento ,;;peciale indi\ iduale <la sciatore e delle serie per reparti tattici. fossero soddisfatte in seguito alle ordinazioni rivolte dal Ministero esclusivamente al Laboratorio Equipaggiamento Indumenti Invernali sito presso la Direzione Corsi Skiatori in via ~loncalieri 10 a Torino; questa necessità trm·ava la ..,ua giustificazione nel fallo che solo presso tale Ente si trovava il pert>onale espctto ed in grado di giudicare che il materiale fosse il rnigliore da un punto di vista tecnico ed acquistato ad un giuMo prezzo.

Con determinazione del Ministro della Guerra, nel novembre dello stes!:>o anno, veniva. inoltre, modificata la pubblicazione n . .39 l,;truzione sul/ ·uso degli skz"' 'nella pane che riguarda,·a la nomina ed il distintivo da skiatore scelto, prevedendo quauro livel li di classifica: cattivo, mediocre, buono ed ottimo: quc-

' 2Cfr. DocumL'nto n. 10 Promemorw dr sen:izio per il Te11 Col. di S.lf Gat. Vacca-Maggiolini della Din:1.ione Cor-.i ~kiatori.

'iiCfr. Documento n. 11 k:ttera n. 1881 del 29 occobre 1916 .lfateriali da Skiatori della Om.:zione Corsi Skiatori.

''Cfr. Documento n. 3 gi~1 citato. .....) I - st'ultima valutazione, alla quale potevano aspirare sia gli appartenenti alle truppe da montagna che quelli delle altre Armi e Corpi, non prevedeva più la limitazione di numero, il titolo di tiratori scelti e la consegna di un diploma, ma il solo distintivo da portare sulla manica destra della giubba e la pubblicazione sull"Ordine del giorno reggimentale.

Come già si è accennato i rapporti con il CAI e gli Sci Club erano ouimi e si basavano sulla reciproca collaborazione; è indubbio, tra l'altro, che all 'ano della mobilitazione i primi sciatori utilizzati nei reparti, oltre i quattro previsti dalla pubblicazione n. 39 del 1908, furono tratti da quel personale che, prima dell'arruolamento. praticava già Jo sci a livello di disciplina sportiva o per proprio diletto.

In occasione dei primi corsi tenuti nel primo inverno di guerra, poi, il CAI e gli Sci Club avevano contribuito in maniera tanto efficace quanto entusiastica mettendo a disposizione i loro rifugi ed il p e rsonale istruttore .

Con molta lungimiranza nell'autunno del ' 16 lo Sci Club di Torino, tramite la Direzione Corsi, aveva scriuo al Comando Supremo di avere l'intenzione di organizzare dei corsi di insegnamento della pratica sciistica ai montanari; in particolar modo i corsi avrebbero riguardato glì abitanti della Val di Susa e, comunque, quelli delle classi soggette quanto prima agli obblighi di leva (1895 e 1896).

Lo Sci Club, ottenuto il benestare e l'appoggio del Comando Supremo, si sarebbe, inoltre , fatto parte diligente per interessare le Autorità prefenizie e comunali della valle prescelta per dar vita alla necessaria opera di propaganda.

L'intensificarsi dell'isrruzione sciistica indusse il Magg. Maurino a chiedere, il 4 gennaio 1917, alle Autorità SupeJio1i di effettuare un censimento fra tutti i militari adibiti ad incarichi vari in Zona Territotiale per verificare se vi fossero dei buoni sciato1i addestrati dagli Sci Club prima della chiamata alle armi.

I dati raccolti tra le reclute del 1897, le Regie Guardie di Finanza ed i Reali Carabinieri avrebbero potuto fornire un contingente che, anche se modesto , sarebbe tornato uti le sia come sottoistruttori ai corsi che per essere destinato ai reparti sciatori di eve n tua le formazione.

Il 5 gennaio 1917 il Comando Supremo emanava, a firma de l

Souocapo di SM dell'Esercito Gen. C. Porro, la circolare n.58760 Skiatorz55 .

In essa si ordinava che i battaglioni Alpini dessero il massimo sviluppo all'addestramento degli sciatori: ciò anebbe dovuto realizzarsi a cura dei battaglioni stessi utilizzando i campi cli neve siti nelle vicinanze e servendosi. in qualità di istruttori. di Ufficiali e di personale di Truppa già addestrato all'uso degli sci; i Comand i d'Armata, inoltre. erano autorizzati ad organizzare addestramenti per gruppi di battaglione utilizzando così promiscuamente del personale isLruilo dei battaglioni stessi.

La circolare, nell'informare che alla fine di gennaio i plotoni sciatori dei battaglioni Alpini sarebbero stali ritirati per ordine del Capo di SM lasciando a ciascun Comando la sola pattuglia prevista dalla circolare n. 28750 56 stabili\ a che le unità Alpine avrebbero dovuto fare esclusivo affidamento sulle pattuglie dei Comandi di gruppo. di battaglione e delle compagnie la cui entità veni\·a definita in:

• Comando di compagnia Alpini: 2 pattuglie di 8 uomini (graduaci e soldati) ciascuna:

• Comando di battaglione Alpini: 1 sottufficiale e 12 sciatori;

• Comando di gruppo Alpini: 2 pattuglie di 16 sciatori ciascuna.

Con tali forze comunque i Comandami di battaglione avrebbero avuto ~empre la possibilità di formare, eventualmente riunendole, 1 plotone di 60 sciatori.

Veniva stabilito che il personale che stava frequentando il corso presso la frontiera occidentale e il cui rientro ai Corpi era previsto per il 15 gennaio \'enisse trattenuto in pa11i proporzionali fra le Armate per costituire le sezioni mitragliatrici speciali; in ultimo, il personale dei corsi previsti per gennaio e febbraio, al termine degli stessi. non sarebbe rientrato ai rispettivi bauaglioni. ma sarebbe rimasto a disprn,izione del Comando Supremo.

Tuttavia per non depauperare eccessivamente i battaglioni. la circolare prevedeva l'organizzazione di Lre nuovi corsi d'istruzione, denominati rispettivamente 1° bis, 2° bis e 3° bis di dura-

,;~Cfr. Documento n. 12: circolare n. 58760 del 5 gennaio 19 L7 (l'.O .M.) Skiatori ta di circa 40 giorni, a cui avrebbero preso parte circa 600 frequentatori scelti esclusivamente fra gli Alpini.

""Cfr. Documento n. 8 già cirnro.

Infine il documento delineava le condizioni di efficienza richieste per i plotoni che sarebbero stati ritirati , definendone la forza e l'annamento 57 e stabilendo che, a cura dei reparti alpini di provenienza, tutto il personale dei plotoni dovesse essere perfezionato nell'impiego efficace delle pistole-mitragliatrici58 .

Per l'approvvigionamento delle slitte per le pistole-mitragliatrici i Comandi d'Armata erano autorizzati ad inoltrare direttamente le richieste all'Intendenza Generale mentre all'organizzazione clelJe sezioni mitragliatrici ordinarie (Fiat 1914 someggiate-slittate) avrebbe provveduto direttamente il Comando Supremo.

Il 3 febbraio 1917 , con la circolare n 63625 (G.0.M.) Costituzione delle unità skiatori59 , il Comando Supremo concretò l'ordinamento del plotone, della compagnia e del battaglione sciatori con i seguenti organici:

• plotone su: Comandante, un sottufficiale, quattro squadre di sciatori armati di moschetto mod. 91, due squadre per pistola-mitragliatrice (un'arma per squadra); per un tolale cli 1 Ufficiale, 1 sottufficiale, 63 militari di truppa, 2 pistole-mitragliatrici, 6 slitte (4 per le squadre pistole-mitragliatrici e 2 slitte-barelle);

• compagnia su: Comandante, tre plotoni ed una sezione mitragliatrici; per un totale di 7 Ufficiali (Comandante, 1 Ufficiale per i servizi di pattuglia. 1 Ufficiale Medico, 3 Comandanti cli plotone , 1 Comandante cli sezione mitragliatrici), 234 militari di truppa, 6 pistole-mitragliatrici e 2 mitragliatrici;

5- I repa1ti Alpini avevano in distribuzione. quale a1ma individuale. il fucile modello 1891; agli sciatoti dei plotoni che. sulla base della circolare n. 58760 del 5 gennaio 1917 vennero ritirati dai harraglioni Alpini. venne dato il moscbello. versione corta del '91 realizzata. inizialmente, per la Cavalleria e per le truppe speciali.

' 8 L'Esercito aveva in dotazione la pistola-mitraglìatrice Vi!/ar Perosa mod. 1915 ca!. 9 mm. C/isenli. Era un 'a rma dotala di due canne indipendenti in grado cli sparare circa 1200 colpi al minuto, era clorata di scudo smontabile e venne impiegata su larga scala durante la 1" Guerra Mondiale.

9 Cfr. Documento n. 13: circolare n. 63625 del 3 febbraio (ll.O.M.) Costituzione delle unità skiatori.

• battaglione su: un Comandante. un Comando ( 1 l-fficialc, 4 militari di truppa tratti dalle compagnie) . due compagnie ed una salmeria di compagnia alpina; pari a 16 Ufficiali, 513 militari di truppa, '0 quadrupedi, 16 mitraglialrici, -2 slitte e 7 carrette.

Sulla base di queMi organici vennero, tra il febbraio cd il marzo dello stesso anno, coslituiti 12 battaglioni sciatori su 2'± compagnie e 2 compagnie autonome.

Questi reparti di nuova costituzione vennero così assegnati alle Armate:

• 1· Armata: I battaglione o · e 9 ' compagnia>

II battaglione (2" e 10• compagnia)

III baltaglionc (11'' e 25' compagnia)

I\" battaglione (12 e 13~ compagnia)

24• cornpagnia autonoma;

• 2·· Armata: XII barcaglione (26' e 18"' compagnia):

• --r' Am1ata: IX battaglione (8' e 23• compagnia)

X banaglionc (T' e 21 " compagnia)

22· compagnia autonoma:

• 6. Armala: V bauaglione (3" e -+J compagnia)

VI baltaglione (14 ' e 15 ' compagnia)

\1 I battaglione (5• e 6 compagnia)

VIII ba tt aglione (19·· e 20· ' compagnia); fl 6 febbraio 1917, la Direzione corsi inviava al Comando Supremo, con la leuera n. ';016 lslruzioniper il monla!!J!,io e fuso di 11wleriali speciali distribuiti ai reparti tafficfi:\ dei manuali con la descrizione e le istruzioni per il montaggio e l'uso della slitta su <;ci Lipo Boido nelle \'Crsioni: per trasporto feriti. per traino di pistole-mitragliatrici, per tiro e traino di mitraglialrici tipo 1911 e tipo I911 e per trasporto di matet"iali vari, infor-

• ,II C.A.: XI battaglione 06 e 17' compagnia).

La Direzione dei corsi sciatori, oltre alla preparazione Lec.:nica ciel personale pro\Tedeva al collaudo dei materiali -;pedali occorrenti alla num a specialità. alJa loro omologazione, alla slcs u ra dei relativi manuali d'impiego cd all'a<ldesLramento su l loro uso.

1i0cfr. Oocumento n. I 1: lette ra n 5016 del 6 fehhraio 1917 Tstm z ioni per il m o nlaf.!.RiO e /"uso di materiali speciali clistribuit, ai reparti tattìc..1 mandolo che un adeguato numero di copie era già stata inviata alle Armate ed alle Intendenze delle Armate più interessate per la successiva distribuzione ai reparti tattici dipendenti.

Questi manuali, concepiti per rendere il più semplice possibile l'uso de.I materiale, erano composti da tre parti: la prima in cui era descritta la slitta in tutte le sue parti componenti, la seconda nella quale il materiale era illustrato fotograficamente ed, infine, la terza contenente le istruzioni per il montaggio, il traino ed il tiro nelle versioni per le anni automatiche.

Anche le uniformi per gli sciatori erano soggette ad un continuo studio ed aggiornamento per renderle il più aderenti possibile alle necessità della gueITa in alta montagna.

Fin dal primo inverno di guerra infatti, si era posto il problema delradeguamento cromatico delle uniformi all'ambiente circostante, risolto inizialmente ed in via del tutto empirica, da parte dei componenti della Centuria Valtellina6 1 , con la sovrapposizione della seconda camicia, bianca, sulla divisa grigio-verde.

Tuttavia per risolvere in maniera uniforme il problema, venne istituita a Milano una speciale commissione che, dopo vari srudi ed esperienze, propose l'impiego di "tute mirnetiche. ovvero sopravesti bianche per sciatori in tela resistente, composte da pantaloni, giubba e cappuccio di colore bianco".

Organizzati i corsi, definiti gli organici e scelti i matelialL il Comando Supremo, sulla base delle esperienze fin qui maturate, il 18 febbraio 1917 emanò la circolare n. 4200 Criteri d'impiego dei ripartì skiatori di Affari Vari e Segreteria62 , con la quale, aJ fine di dare un indirizzo unico all'impiego degli sciatori, si fissavano i concetti generali a cui ispirarsi.

Nella premessa si sottolineava che: /'organizzazione, ed i mezzi di cui dispongono i ripa,1i skiatori limitano il loro impiego unicamente ai casi nei quali, le condizioni del terreno. del clima , e dello stato atmosferico. irnpediscono, o riducono note-

61La Cellfllria Valtellina era un reparto di volontari \·altellinesi, composto da Alpini del Tirano. del Vallellina e da Artiglieri con un pezzo da 70 mm. da sbarco, che prese parte. sin dai primi giorni di guerra, alle operazioni sul fronte occidentale.

6 2Cfr. Documento n. 15: circolare n. 4200 ciel 18 febbraio 1917 Criteri d ·;111piego dei riparti skia/01·i di Ufficio Affari Vari e Segreteria.

Guerra d1 redenzione - Bolzo in v nf, (f 8to( u uobnente, l'azione delle altre truppe da montagna. Impiegare tali riparti in ordinari attacchi di salde posizioni, rafforzate da efficienti difese accessorie, od a presidiare stabilmente e permanentemente posizioni conquistate, anche se di difficile accesso, costituirebbe uno sciupio deplorevole di elementi preziosi di non agevole rifornimento.

La filosofia che stava alla base del documento era, quindi, orientata sul concetto di un ,impiego delle unità sciatori prevalentemente offensivo ed altamente selettivo, prevedendo azioni limitate nel tempo, condotte con estrema decisione. celerità e sorpresa; la difesa era considerata contingente e, comunque, limitata al tempo strettamente necessario all'afflusso di altre truppe destinate ad assumere la responsabilità delle posizioni stesse; le formazioni da assumere in campo tattico, seppure ilh.1strate sommariamente, erano lasciate aJla discrezionalità dei Comandanti che avrebbero deciso sulla base de l terreno e della situazione in atto.

Con l'avvento della bella stagione il Comando Supremo ritenne opportuno provvedere ad un nuovo riordinamento delle unità sciatoti e con la circolare n . 85583 del 15 maggio 1917

(L.O.M.) Scioglimento dei bauag!ioni skiatori - Costituzione di battaglioni Alpini63 ne stabili tempi e modi.

In particolare si stabilivano il numero di battaglioni di nuova formazione, la numerazione delle nuove compagnie chiamate alla loro formazione e si davano disposizioni sulle armi, sui materiali e sui quadrupedi.

I1 personale dei 12 battaglioni sciatori fu impiegato per la costituzione di 7 nuovi battaglioni Alpini (.Monte Pasubio, Monte Tonale, Monte Nero, Cuneo, Monte Marmolada, Courmayeur, Pallanza) che, nonostante le loro origini non operarono più come tali 64 , pur mantenendone, impropriamente, l'appellativo in onore delle loro origini.

63Cfr. Documento n. 16: circolare n. 85583 del 15 maggio 1917 (U.0.M.) Scioglimento dei hauaglioni skiatori - Costituzione di battaglioni Alpini.

64 Alcuni, impiegati su fronti m on tani come ad esempio il Monte Pasubio dislocato sulla Bainsizza, ebbe ro modo di operare ancora sulla neve utilzzando gli sci. ma più che altro limitatamente ad azioni di pattuglia e collegamento.

A quc-.ta_ristrumirazione fecero eccezione il r baltaglione sciator i ( l'' e 9• compagnia) ed il II bauaglione (2' e 10' compagnia) eh<.: il 22 fehhraio 1918, per ordine del Comando Supremo, dettero vita a due nuovi barraglioni: il Monle Ortler ed il }.1onle Ca\ ento.

Il bauagl ione Rifugio Garibaldi, già figlio de lla omonima compagnia aulonoma, già dal 6 serremhre 1916 era diventato baltaglione Monte Mandrone e le '>Ue tre compagnie avevano assunto la nurnera7ione di 159,160' e 161.

In vbta del nuovo inverno cli guerra. nel mese cli ago-.Lo. l'Intendenza Generale prese gli accordi necessari con il \linistt:ro della Guerra per allestire gli sci necessari a portare a 40.000 paia la dotazione a disposizione dell'Esercito mohilirato e per apprO\vigionarc 40.000 nuove serie di equipaggiamento individuale per sciatori, esclusi gli sci, in più delle serie rimaste dalla precedenlc campagna invernale: inoltre aveva dato vita ad una serie di iniziative tendenli a riattare i materiali avanzati, con particolare cura per quelli deslinati ai drappelli ed ai repani c;ciatori"\

'\el settembre 1917. il Comando Supremo, in consic.leraz10ne dell'entilà numerica del personale istruilO ed ancora disponibile . non ravvisò la necessità di istituire dei nuovi corsi speciali alla frontiera francese. ritenendo più che sufficiente una riprec;a dell"allenamento all'uso degli sci da svolgersi nell'ambito delle singole Armare e dirello al personale sciatore rimasto nei dipendenti bauaglioni Alpini; nel contempo stabilì di ricostituire. presso la 1". 2 . 1 e 6 Armata e la Zona cli Carnia. le minori unità sciatori ( pattuglie e ploroni), non solo nell'ambito degli Alpini, ma anche tra la Fanteria, il Genio, l'Aniglieria ed i Bersaglieri66 .

Questi reparti. che nei mesi estivi m·evano principalmente compiti di esplorazione, non erano contraddistinti eia particolari numerazioni progressi\ e di specialità o da distintivi. eccezione fatta per il brevetto di skiatore scelto sulla manica del la giubba.

6 "Cfr. 00<.:unu:nto n. 1- : lett1:w n. 1163-:; in data•28 ago~to 1917 dell Intentll..!n:w Generale Materia/i per skiotori.

1''Cfr. Documento n. 18: circolare n. 116790 ìn data 1,1 :-.cttcmhre 1917 (L.0 M ) Skiatori per la campaw,a i1wemale.

3. Le operazioni sull'Adam e llo: "La guerra bianca".

L'alba del 24 maggio 1915 vide 41 battaglioni Alpini schierati nei punti più impervi della frontiera, dal passo dello Stelvio alle valli deJ Natisone e de lnsonzo, ma la zona che vide le maggiori imprese dei rep~uti sciatori fu, come abbiamo detto, la zona dell'Adamello, senza tuttavia dimenticare che gli sciatori agirono un po' su tutto il fronte, ma svolgendo principalmente piccole azioni di pattuglie e collegamenti.

In tale settore operativo, alle normali azioni svo lte dagli sciatori si aggiunsero due brillanti imprese, condotte in piena sintonia con le altre forze ivi presentL che rimasero memorabili per la loro temerarietà: la conquista del Monle Fumo nell'aprile del ·16 e quella del Corno di Ca vento nel giugno deJrl 7.

L'Adamello, dove si sviluppò la così detta guerra bianca è il grande massiccio che ~i estende a sud ciel passo del Tonale. all'origine della Val Camonica e della Val Chiese.

Il Generale Alherto Cavaciocchi 6 ~, Comandante della 5" Divisione, così lo descriveva nella sua monografia L'impresa dellAdamello: "Chi da Tennì in Va/camonica risalga la pittoresca Val d Avio e, superando tre successivi gardini, ghmga al r(fugio Garibaldi, si trouerà al centro di una chiostm montana racchiusa tra il Corno Baitone (3351 nz.). l'Adamello (3654 m.). la Cima Garibaldi e la Punta dei Frati (3383 m.): ine,picandosi poi sul margine orientale della chiostra ad uno dei passi che im mellono sul ghiacciaio (passo di Brizio. passo Garibaldi. passo del Veneroccolo), si troverà in presenza di un vasto tauoliere di ghiacc;o, inte1:çecato nel sensu dei meridiani da due successive catene rocciose, delle quali la prima comprende la Lobbia Bassa (2959 m.). la Lobbia Alta (3190 m.), la Cresta della Croce (3315 m.). il Dosson di Genova (3441 m.J e Jvlonte Fumo (3418 m.): la seconda il Me-nicigolo (2985 m.), il Crozzon di Fargorida (3082 111.J. il Crozzon di Lares (335·1 m.) ed il Corno di Cavenlo (3400 m.).

67G1::--1:1w.E ALBJ:RTO CA\ACIOCCH J: Nato a Torino nel 1862: dopo aver frequentato l'Accademia è nominato Sottmenete d'Artiglieria nel 1881. con il grado di Capitano entra nel Corpo di SM e. nel 1897. è nominato insegnante alla Scuola di Guerra. Nel 1910. con il grado di Colonnello, comanda il 60° reggimento fanteria, con il qua le prende parte alla guerra italo-lllrca. meritandosi b Croce di l lfficiale dell'Ordine Militare. Promosso Maggior Generale. assume il comando della 13rigata Casale con la qua le partecipa alle operazioni in Libia nel 1913 meritandosi una Medaglia d'Argento al Valor Militare. quindi. nel 1914. comanda la Brigata Brescia. Nella 1a Guen-a Mondiale è Capo di SM della 3a Armata. qu indi Comandante della 5a Divisione, del VI e del TV Corpo d'Armata. Dopo la guerra assume l'incarico d i Ispeuore delle Scuole . E' autore cli numerose opere storiche ed arLicoli per le riviste militari. Muore a Torino nel 1925.

Quesle ed altre pizì o meno. cominue creste rocciose in senso trasversale suddividono l'immensa distesa di p,hiaccio in vari compartimenti. che prendono nomi diwrsi: Vedretta Pisf?a1-zt1. Fedretla del Mcmdrone. Ghiacciaio delf'Adamello. vedretta della Lobbia. l'edretta di Fargorida, vedrelfa di Lares e l'ia dicendo. il ghiacciaio dell'Adamello per la sua forma pianep,gianle caralleristica. è detto Pian di nel'e. A questo tal'oliere cli ghiaccio fa11110 capo, aumenlando l'importanza !altica, numerose l'alli: Val di Furno, Valle Adamè. Val Salanw. Val MilleJ: Val d'Al'io. Vàl ~'eneroccolo. l al dei Frati. Val .\arca11è. \ al di Genoz ·a e vari alt1i affluenti del Sarca" (ca1ta n. 2).

Delle tre creste rocciose gli Italiani occupavano quella più occidentale, gli Austriaci quella orientale mentre quella centrale rappresentava il vecchio confine.

Per Culto il 1915 le due parti contrapposte si limitarono a leggeri aggiustamenti delle rispettive posizioni in ossequio, gli It aliani, al concetto di assumere atteggiamento difensivo nel sa li ente trentino e limitare le a7.ioni offensive a quelle '-trettamcnte necessarie per migliorare le posizioni e le capacità difensive.

!\'ella notte del 3 aprile 1916 gli Austriaci. al fine cli raddoppiare le loro linee di difesa, occuparono la cresta centrale rafforzando in modo particolare la Lobbia Alta ed il Monte Fumo.

Il 7 aprile il lii Corpo d'Armata incitava la 5" Divisione a sollecicare J'anività in Valtellina telegrafando, tra l'altro: .. è però necessario impedire che il nemico occupi nuove posizioJ1i come fece per la Lohhia Alta. Al riguardo della quale conrnrrà non illdugiare, compatibilme77te coi preparativi indispensabili per assicurare il buon successo dell'impresa. ed attuare 12011 soltanto il colpo di mano progeflato dal Comandante del 4° Alpini per s01pre11dere il nuovo posto nemico. ma ancbe fa progettata occupazione del Dosson di Genoua e Monte Fumo· · .

Il Col. Carlo Giordana 68 , Comandante del 4° Alpini, affidò il compito a l Capitano Natalino Calvi 69 , Comandante della compagnia autonoma Garibaldi, mentre il Magg. Enrico Vitalini7° venne incaricato della d ir ezione e della coordinazione delle operaz ioni in tutt o il settore.

Pa1tito alle 23,30 dell'll aprile dal 1ifugio Garibaldi, all' una di notte il Cap. Ca lvi sbucò sul ghiacciaio daJ passo di Brizio; qui suddivise i suoi 220 scia tori inviando a sinistra, verso la Lobbia Alta ed iJ passo di Lobbia AJta, il Ten. Quadri con 70 uomini ed 1 mitragliatrice; al centro . contro la Cresta della Croce, il Ten. Attilio Calvi con 65 uomini: a destra verso il Dosson di Genova, il Sottotenente Del Culto con 40. Teneva una paltuglia di 15 sciawri al comando del Sergente Carrara all'estrema destrn con il compito di fiancheggiare e prendere collegamento con la compagnia dei Yolontad che proveniva dalla Valle Adamè e dalla Valle Salarno. Un ultimo nucleo di circa 30 sciatori al comando del Sottotenente Bartesaghi era in riserva a disposizione del Capitano (carta n. 3).

68COLONNELW CARLO G10RDA'\A: Nalo a Genova il 10 marzo 1871. dopo aver frequentato la Scuola Militare è promosso Sottotenente il 3 agosto 1891, con il grado di Tenente panecipa nel 1995-96 alla gue1Ta in Eritre;.i. ?'-Jel 1912 panec ip a con il grado d i Maggiore alla guerra italo-t1.1rc:_1. Rientra in Italia ne l 191--i con il grado di Tenente Colonnello. Dal 1915 è impegnato su l fronte de ll 'Adamello fino al 28 ottobre 1916 quando assume il comando del 7° Fanteria. Viene posto in aus iliari,i speciale il 4 lug lio 1920 e a riposo, con il grado cli Genera le di l3rigata il 26 gennaio 1933. Muore a Torino il 24 luglio 1949.

69CAPITANO ?'-JATALINO CA!.Vl: Kato in Val Brembana nel 1889. secondogenito cli una famiglia cli quattro va lorosi Ufficial i deg li Alp ini che si meritarono ben 10 .Medaglie al Valor Mil i tare (Attilio: 2 M.A.VM. e 2 M.B.V.M ; Nata lino : 3 M.A.V.M.; Santino: 2 M.A.V.M. e 1 M.B.V.M.; Giannino: morto cli spagno la contratta sul Monte Grappa), muore il 16 settembre 1920, precipitando sull'Adamello in un tentativo di scalata solita ri a su quei monti che lo avevano visto combaltcrc con tamo valore.

70MAGG 1rnu: E'\RICO VIT,\UNI: Nato a Mantova il 26 gennaio 1878. dopo aver frequentato la Scuola Militare è promosso Sottotenente nel 1898 ed è assegnato al 2° reggimento Alpini. Nel 1908 frequenta la Scuola di Guerra al termine della quak è inv iato in Tripolitan ia. Transitato nel Corpo di Stato Maggiore partecipa alla ia Guerra Mondia le. Nel 1926 assume il comando elci 5° reggimento Alpini. il 9 luglio 1932 viene collocato a riposo per infermità provenienti da causa cli servizio. E' stato decorato di una Medaglia d 'A rgento al V.M., una Medaglia di Bronzo al V.."v1. ed una Croce a l Meti lo

L'azione si svo lse nella tormenta che, se da una parte favorì la so rpresa tanto da permettere al nucleo del Ten. Quadri di conquistare all'alba la Lobbia Alta e di respingervi nmmediato contrattacco a ustr iaco, dall'altra rallentò il procedere degli altri due nuclei lìno alla fine della stessa ed al contemporaneo sorgere del sole svelando al nem..ico le intenzioni.

Tuttavia, nonostante le difficoltà, le capacità di comando del Ca p. Calvi e lo spiri to degli sciatori ebbero modo di brillare favorendo il conseguimento dei vari obiettivi preposti; solo il Monte Fumo resistette ancora per cinque giorni. fino al 17 aprile. quando anche il passo di .Monte Fumo venne conquistato. Ma l"impresa non era ancora terminata: bisognava cacciare il nemico anche dalle posizioni retrostanti sulle quali si era fortificato e dalle quali dominava, in pa1te, le posizioni appena conquistate; bisognava cioè attaccare la linea che da l Crozzon cli Farga1ida, a nord, per il Crozzon di Lares, culmina a sud nel Corno di Cavento affacciandosi, così, sulla Val di Genova a premessa di ulteriori possibili azioni condotte in profondità verso il Trentino.

L'azione iniziata all"alha del 29 aprile da parte del battaglione Autonomo Garibald i ed a cui presero parte anche i battaglioni Alpini Val d'Intelvi. Va l Baltea. Edolo ed Aosta terminò. dopo alterne fortune e ranti sacrifici, dovuti probabilmente ad una preparazione troppo affrettata che aveva consentito affavvers::irio un·emcace difesa, con il raggiungimento degli obiettivi prefissati; unica eccezi.one il poderoso bastione rappresentalo dal Como di Cavento (carta n. 4).

In questa occasione, per la prima volta, fece sentire la proplia voce il cannone da 149 G che, dopo ben senantasette giorni di fatiche ciclopiche, era stato issato da Temù, in Yalcamonica, fino al Passo del Venerocolo.

Nel frattempo l'evolversi della situazione strategica in altri settori del fronte, si era infatti alla vigilia della offensiva austriaca dal Trentino" 1 , costringeva il Comando Supremo a sospendere le operazioni sull'Adamello e sull'Isonzo per concentrare gli sfo r zi sull'Altopiano di Asiago , ma i risu ltali conseguiti erano di enorme impo1tanza: era stata posta una seria ipoteca sul possesso dell ' intero massiccio delJ'Adamello e, come abbiamo visto, su ll a testata de ll a Val d i Genova.

71 0ffensiva austriaca nel Trentino del maggio 1916, più nota con il nome di Sra.fe:,pedition o Spedizione p11nitiua. mirava, secondo gli intendimenti del Gen. Conrad all 'accerchiamento delle Armate italiane schierate sull'Isonzo con una manovra cbe da l sal iente; trentino. attraverso l'altopiano di Asiago portasse alla conquista di Vicenza. L"offensin, dopo un inizia le successo, fu bloccata grazie ad una britlame manovra per linee in terne che permise a l Gen . Ca<lorna d i far afnuire, in Lcmpi rapidi. i 1inforzi necessa,i.

Dall'aprile del 1916 alla primavera del 1917 le operazioni furono scarse perché i due avversari erano impegnati più a rafforza re le posiz ioni e ad attrezzars i per il terzo inve rn o d i guerra in alta montagna che ad affrontarsi senza, peraltro , rinunciare a prepararsi per la ripresa delle operazioni prevista con l'avvento della migliore stagione.

Rimaneva però per gli Italiani il prob lema Corno di Cavento: la form idabi le posizione austriaca presidiata da b en 200 tra Kaìserjager ed Artiglieri.

La pos izione si presentava come una fortezza inaccessibile dal versante italiano e protetta ai fianchi ed alle spalle, dove la salita era più agevole, da ben 14 ridotte comunicanti fra d i loro e scavate in profondità nel ghiaccio della Vedretta di Lares .

Per poter studiare un efficace piano d'attacco vennero condotte, durante tutto l'inverno, numerose ed audaci ricognizioni; tra cli esse particolarmente importante fu quella condotta nei giorni 12 e 13 gennaio 1917 da 15 Allievi Ufficiali che, agli ordini del Cap. Patroni e del Sten.Feruglia, rive lò tutte le difese nemiche in Val d i Genova ed in Val Fargorida.

Il 3 giugno il Colonnello Quintino Ronchi , che ne l frattempo era succeduto ne l comando della Zona Adamello-Val di Fumo a l Col. Giordana, emanò l'Ordine d'Operazione n. 1 Azione offensiva Corno di Cauento72 , tendente alla conquista delrimportante posizione (carta n . 5).

In esso si stabi li va che: la 1", 9" e 10" compagnia sciatori avrebbero dovuto attaccare, scendendo dal Crozzon del Diavolo, il centro della linea nemica della Vedretta del Lares, in particolare ne l tratto delle 1idottine 3, 4, 5 e 6, aggirarla e distruggerne le difese; la 2" compagnia sciatori, muovendo inizialmente dietro le altre tre, avrebbe dovuto puntare con il grosso verso il

Corno di Cavento, inviando, nel contempo, parte delle forze contro il Monte Folletto per tagliare la ritirata al presidio nemico del Corno di Cavento ed impedire l'afflusso di rinforzi dal Monte Folletto e dal Carè Alto; il battaglione Val Baltea, rinforzato clalJa 161" compagnia e da due plotoni di rocciatori del Monte Mandrone~3, avrebbe attaccato il Corno cli Cavento eia nord verso .sud con reparti particolarmente arditi ed attrezzati per la scalata (schizzi n. 1 e 2).

Alle 4,30 del 15 giugno 1917. 25 pezzi d'artiglieria aprirono il fuoco contro le posizioni austriache sul Corno di Cavento proseguendolo, salvo brevi e regolari interruzioni, fino alle 9.30 quando lo sparo cli un razzo dall'osservatorio della Lobbia Alta diede il segnale per l'attacco.

Le 4 compagnie sciatori, abbandonata la loro base di partenza, si lanciarono contro le ridotte del ghiacciaio del Lares, che per la loro posizione defilata non erano state battute dal fuoco dell'artiglieria, atlirandosi con l'attenzione anche il fuoco del nemico e favorendo il procedere delle due compagnie del Val Baltea che, con i plotoni del Monte 1vJandrone, avevano il compito di attaccare e conquistare il Corno di Cavento.

L'azione fu violenta quanto rapida e, alle ore 1:3, la cima venne conquistata mentre le compagnie sciatori continuavano la loro azione fino alle 14 quando, consolidatasi l'occupazione del Corno di Cavento, ricevettero l'ordine di cessare i loro attacchi e, al sopraggiungere della sera. rientrare sulle posizioni di partenza dalle quali, durante la notte, sarebbero rientrate alla linea dei passi Venerocolo e Brizio, per poi scendere al rifugio Garibaldi7-i.

Terminava così una delle azioni più belle e più importanti del settore Val Camonica-Adamello in cui gli sciatori , insieme con i rocciatori, erano stati i principali protagonisti.

L'aITetrarnento del fronte orientale a seguito della battaglia di Caporetto non ebbe grosse ripercussioni nella condotta della guerra bianca sull'Adamello e sull"Ortles dove, pur essendo rrotagonist i di altri episodi, gli ~ciatori, che non erano più solo Alpini, ma comprendevano anche personale proveniente dalle altre Armi e Specialità dell"Esercito, vennero impiegati via via sempre meno e con formazioni sempre più piccole fino al 4 noYembre 1918 quando giunse la fine della guerra.

- 3Cfr. Documento n. 20 : stralcio del Diario storico del banaglionc Monte Mandrcme, giorni 14- e 15 giugno 1917.

~'Cfr. Documento n. 21: Rapj)ortu sul combattimento del Corno di Cai•ento dal Diario storico del Comando della Zona Adamello - Val di Fumo. 18 giugno 1917.

1. L'attiv ità addestrativ a ed agonistica tra le due Guerre Mondiali.

La smobilitazione che seguì alla guerra coinvolse, tra gli altri. anche i battaglioni sciatori e l'a ttività addestrativa sci istica dei repa1ti Alpini venne ridimensionata sulla base delle nuove e~igenze che prevedevano la ricostituzione, nell 'ambito dei reggiment i, dei plotoni sciatori con g li esclusivi compiti di esplorazione, pattugliamento e collegamento .

Questi reparti, in particolare, dovevano essere limitati a quelle sole unità le cui dislocazione territoriale ed il possibile impiego erano tali da renderne consigliabile e vantaggiosa la costituzione.

Il personale era tratto dalle dassi più giovani e gli istruttori degli elementi nuovi da addestrare, quando necessario, erano i commilitoni delle classi più anziane.

L' addestramento, la cu i responsabilità organizzativa era demandata alle singo le Almate, veniva svolto in località idonee e scelte nel territorio di competenza, ad eccezione del personale della 6" e dell 'S'' Armata che poteva essere affiancato rispettivamente a quello della 1·' e della 9·' Armata.

Ancora una volta fu l'entusiasmo di pochi che, in stretta collaborazione con gl i Emi c ivil i, diede un rinnovato impulso all'attività sciistica organizzando, nella stagione invernale 1919- 1920, la seconda edizione dell'Adunata Nazionale Sciatori Valligiani.

La manifestazione aveva le medesime caratterìstiche e.li quella che su era svolta nel 1915 a Courmayeur ad eccezione della prova di tiro che non era più prevista dal programma.

Fu il Comando Settore di Bolzano che si assunse p::ute dell'onere organizzativo della gara, che ebbe luogo il 22 febbraio de l 1920 a Selva di Val Gardena. mettendo a disposizione del

Comitato direrti,·o, presieduto dal Maggior Generale Mario Raffa-\ 11 Ufficiali e 30 Alpini sciatori.

Sull'ahbrivio di questa ripresa di attività e per iniziativa del noto alpinista Conte Aldo Bonacossa si ricostituì anche l'organinazione federale degli sciatori italiani che, nell'assemblea tenutasi a Milano nel settembre del 1920, a~sunse la denominazione di Federazione ltalia"a dello Sci.

'\el frattempo i termini ski. skiare e skiatore si italianizzavano e venivano sostituiti con i più comuni sci, sciare e sciatore.

Con il rifiorire delratth ·ità sciistica in It alia. il Ministro della Guerra mise a disposizione della Regia Guardia cli Finanza, per le esigen7e della neocostituita Scuola Sciatori di Predazzo- 6 • il Tenente degli Alpini Ottavio Berard per organizzare un centro di allenamento al Passo Rolle.

L·Ufficiale assobe al particolare comp ito con un entusiasmo ed una competenza tali che gli permisero di fare del Centro, per i quindici anni successivi. il punto <li riferimento dell'atti\ irà agonistica sciistica in Italia.

In quegli anni infatti. presso le Autorità Militari. si era faua strada la convinzion e che la molla necessaria e sufficiente per diffondere la pracica dello sci fosse l'attività sportiva.

Quest~l convinzione aveva pe1tanto inclouo il Ministero della Guerra ad organizzare. nel 1922. il l ° Campionato Taz ionale

-,J\I ,cc10R GEt\r.R\l t' .\1.\RtO Ri\ff\: J:\ato a Ca,riglionc dello ~ri\'ierl'; dopo an:r frequentato l'Accademia ,·iene promosso Sottot~:nent.e di Fanteria nd 1880. Dal 1883 Ufficiall' degli A lpini partecipa alla guerra ita l o-turca meitandosi una :1\Iedaglia di Bronzo al Valor \!ilitare. '\d 191-1 con il grado di Colonnello comanda prima il 3° e, successivamt.::nLc, il 1° reggimenw Alpini. Panecipa alla li\ Guerra 1\ tondiale con il grado di ì\laggior Generale: nel 1919 è collocato in ausiliaria. \luore a :'\lilano nel 193:t

-<>scuola Af/>ina della G'11ardia di FiJw11za: \iene Ì'.'>Cituita a Predazzo nel 1920. pre..,..,o una caserma ex !'><:<le cli un reparto <li Land..,1um1 3l1Striaci. sollo il comando del Colonne ll o Domenico Ol ivo come istituto di reclutamento per la G.d.F. e le prime 500 redllle \'Ì :iftluiscono sin dal 15 nm·embre. L'istilllLO, per la sua collocaziorn: geografica, a..,sume ben presto la connotazione di istituto di specializzazione al pina tanto che sin dall"inn:rno 1921. il Gen. C.\. Giuseppe Ferr..iri. bpeuore del ·corpo. i:,tillliscc ,11 Passo Rollc i p1imi cors i di addcstranwnco sciistico. Al gruppo degli istrultori. comandato dal Capitano Bartolomeo .\Iigliorl', ,·iene ,1ffiancato. con compiti di caranerc tecnKo, il Tenente degli Alpini Ottavio Berard.

Fig. 22 : Copia del Littoriale del 1936 riportante la vittoria della pattuglia italiana alle Olimpiadi Invernali (Biblioteca Nazionale del CONI , Roma)

Militare di Sci, con il chiaro intento di incrementare il numero dei praticami di questa disciplina.

La manifestazione, alla quale erano ammesse le rappresentative di tutte le Armi e Corpi delle Forze Armate, e che ebbe luogo a Limone Piemonte dal 5 all'll marzo, era suddivisa in due grnppi di gare: il primo, riservato alle categorie Ufficiali e Militari di Truppa, comprendeva: una gara individuale di resistenza sui 20-30 km circa, una gara di stile, una di salto e una di pentathlon costituita a sua volta da una prova di resistenza, una di velocità in discesa, una di stile, un percorso ad ostacoli ed una prova di tiro con il fucile; il secondo gruppo basato su di una gara di pattuglie sui 30-35 km.

Al programma vennero aggiunte delle gare riservate ai valligiani delle provincie di Genova e Cuneo, suddivisi, a loro volta, in due categorie: i seniores erano quelli che avevano già prestato servizio militare, gli juniores gli altri.

Nella seconda edizione, che ebbe luogo a Ponte di Legno dal 5 al 10 marzo 1923, venne inclusa anche una gara per pattuglie riservata ai soli battaglioni Alpini ed ai gruppi di Artiglieria da Montagna, denominata: De Adamello memento, in memoria degli eroici combattenti di quel settore alpino.

Seguirono altre tre edizioni: a Cortina d'Ampezzo dal 5 al 12 marzo 1924, a Cesana Torinese dal 2 al 10 marzo 1925 ed a Bormio dal 2 al 9 marzo 1926.

I maggiori protagonisti furono indubbiamente gli Alpini che conquistarono, con qualche rara eccezione, tutte le prove, ma buona figura la fecero anche i rappresentanti delle altre Armi e Corpi delle Forze Armare ad iniziare dai Carabinieri per finire alle Guardie di Finanza, senza dimenticare gli Aviatori ed i Genieri 77

In campo internazionale, nel frattempo, erano nati i Giochi

Olimpici Inv ernali che, per quanto riguardava gli sport della neve e del ghiaccio, venivano ad affiancarsi ai tradizionali giochi estivi.

Nel programma della p1ima edizione, che si svolse a Chamo-

77Tra questi è opportuno ricordare: il Tenente della Regia Aeronautica nix dal 25 gennaio al 4 febbraio 1924, era stata inserita una gara dimostrativa di fondo e tiro per pattuglie militari, sulla distanza di 25 km, composte da un Uffic iale, un Sottufficiale e due .Militari di Truppa .

Pietro Dente, il Tenente dei Carabinieri Cesare Ramelli di Celle: il Tenente dei Carabinieri Emilio Radaelli; il Brigadiere dei Carabinieri Pietro Bich; il Brigadiere dei Carabinieri Pietro Pellissier; il Vicebrigadiere della Guardia di Finanza Luigi Valtzer, il caporale ciel Genio Pontieri Giuseppe Sanclrini.

Il Ministero della Guerra, dopo molte perplessità ed ince1tezze, decise di parteciparvi con una rappresentativa la cu i preparazione venne affidata al Maggiore Peroglio.

La pattuglia si 1iunì in Val di Gressoney, ma le incertezze iniziali, il ritardo di preparazione ed il campo di allenamento non idoneo, nonché il materiale non alrallezza di quello utilizzato dalle rappresentative delle altre Nazioni, ne condizionarono il risultato e. mentre la vittoria arrideva alla rappresentativa elvetica, la nostra squadra era costretta al ritiro scatenando, in Patria, aspre polemiche.

Infatti, mentre le altre pattuglie gareggiavano con sci eia fondo in hickory, attacchi Bergendahl da gara ed usavano la sciolina8 , la nostra rappresentativa utilizzò gli sci d'ordinanza in frassino, gli attacchi Huitfeld e corse senza la sciolina; inoltre i nost1i si erano preparati su percorsi comprendenti salite dure e discese impegnative mentre il campo gare olimpico era in gran parte pianeggiante con poche ondulazioni in cui contava più l'agilità e la velocità che non la potenza.

Con la nomina ciel Generale Ottavio ZoppC9 ad Tspettore del- le Truppe Alpine. nel 1926. si ebbe una svolta radicale nell'attività addestrativa sciistica. w'Cfr. Documento n. 22: circolare n. 610 del Giornale J\lilitare. 55 dispensa, del 5 novembre 1926 blruzioni ed Esercitazioni Addestramento sciistico di SME - L'fficio A<ldestr.imento.

8Scio!ina: Preparato costituito cl,t un m iscuglio di grassi minera li, per lo più cera. paraffina e catrame, che si spa lm a sulla soletta degli sci per aumentarne la scorrevolezz:1 specialmente in piano, o per evitare lo scivolamento all'indietro in salita. E' ut ilizzata anche per rendere meno permeabile il legno degli sci ed evitare che si formi sotto di essi uno zoccolo di neve. La sciolina è applicata a caldo o a freddo stendendola con il palmo della mano. La scelta cli un tipo di sciolina adatta alle condizioni della neve è fattore imporrame per il buon esito di una gara.

- 9GE's'FRALE 011A\ 10 ZoPPl: )fato a Novara nel 1870: dopo aver frequentato l'Accademia, nel 1888, è nominato Scmotenence di Fanteria. Ha partecipato alla guerra italo-turca cd alla spedizione di Rodi dove gJj viene conferita una Medaglia di Bronzo al Valor Militare. Nella 1' Guerra Mondia le, promosso Co lonnello per me,iti di guerra , comanda il 23 ° reggimento fanteria . Nel 1917, promosso Magg ior generale per meriti di guen.1. comanda la Brigata Salerno. Tn guerra viene decorato con una Medagl ia cli Bronzo al Valor l\lJil ita re e l'Ordine Militare cli Savoia. Nel 1926 è Ispettore delle Truppe Alpine e nel 1928 è promosso Generale di Corpo d'Annata. Nel 1929 è nominato Senatore del Regno.

Il nuovo Ispettore, infatti, ritenne più utile un incremento delraddestramcnto colletth·o, ottenibile auraverso corsi sciistici di massa ed esercitazioni di interi reparti per costituire vere e proprie unità operntive, che gare e competizioni individuali che si erano rivelate di scarsa o nulla utilità ai fini dell'addestramento militare.

I reparci Alpini tornarono. quindi, sin dall'inverno 1926-27 ad esercitarsi ed ad operare in alta montagna. animati da un rinnm·ato spirito di arditezza e spregiudicatezza tanto da organizzare, in alcuni casi, dei corsi di sci anche in estate.

Fu in particolare il 6° reggimento Alpini che organizzò un corso da l 15 luglio al 1° agosto 1927 presso il Rifugio Vedretta Pendente sull'Adamello ed un'esercitazione, a cui presero parte gli sciatori di tutti i reggimenti Alpini, nei pressi del Rifugio Capanna Città di Milano sul ghiacciaio dell'Ortles Cevedale.

Quasi a sottolineare lo spirito con cui venivano intraprese queste attività è significativo ricordare la bella impresa del Caporale t-.taggiore Giovanni Verzeroli del battaglione Edolo che, accortosi esercitazione durante che il proprio Tenente era caduto in un crepaccio, vi si faceva calare riuscendo a salvarlo.

Al Caporale Maggiore \ enh·a concessa una ~1edaglia d'Argento al Valore Militare con la seguente motivazione: Durante le esercilazioni sciistiche svoltesi sui ghiacciai del/'Ortler e Cet·edale (6 agosto 1927) m;endo l'eduLo il proprio Tene11te precipitare in un crepaccio, si faceva calare, legalo ad una corda. nell'abisso per salvarlo. Trol'ato l'lJ]ìciale suenuto, lo legava alla propria corda e lojàceva issare in alto restando nel crepaccio in criticissirna posizione jìno a quando f!.li venne calata nllot•arnente la corda.

Con la circolare n. 610 del 5 novembre 1926 Addestramento sciisticcf>O ITfficio Addestramento dello St.!LO Maggiore dell'Esercito definiva le modaliLà da seguire per i corsi sciatori, l'addestramento sciistico degli Cfficiali. dei reparti, la propaganda valligiana e le relazioni e.la presentare sulle varie anività svolte.

Il documento in particolare definiva lo scopo dell'addestramento, stabiliva un indirizzo unitario dell'istruzione sciistica militare basato su schemi e metodi addestrativi sostanzialmente differenti da quelli praticati fino ad allora, indicava come organizzare i corsi, la loro durata, le località ove effettuarli, come scegliere i partecipanti; inoltre si stabiliva l'equipaggiamento ed il materiale sciistico di ciascun allievo, il materiale sanita1io da avere al seguito, l'annamento ed il munizionamento che consisteva nel moschetto mod. 91 da Cavalleria e 6 pacchetti pari a 108 cartucce, la classifica finale ed infine le gare da organizzare con i relativi premi.

Per la propaganda valligiana la circolare indicava alcuni criteri di massima lasciando, tuttavia, ampia capacità discrezionale ai Comandi di reggimento per tutte le attività inerenti l'organizzazione, la conduzione ed i rappo1ti con le varie Autorità comunali, scolastiche, con le Società sportive e, comunque, con tutti quegli Enti pubblici e privati in grado di fornire il massimo apporto, sia morale che materiale, per un sempre maggior incremento alla conoscenza ed alla diffusione dello sci.

A questo documento fece seguito, di lì a poco, la circolare n. 150 Addestramento Laltico e impiego dei riparti sciatori del 10 gennaio 1927 del Ministero della Guerra - Ufficio Addestramemo81Nella premessa il Generale Pietro Badog1io82 , Capo di Stato

81 Cfr. Documemo n. 23: circolare n 150 del 10 gennaio 1927 Addestramento tattico e impiego dei riparli sciatori del Ministero della Guerra - Uffic io Addestramento-.

82 GE:s-iERALE PTETR O BADOGLIO: ~ato il 28 se nembre 1871 a Grazzano .'Vlonfe rraLo, Dopo ave r frequentato l'Accademia MiliLare di Torino è nominato Soctmenente nel 1890. Partecipa alla guerra italo-turca del 1911-12 a l termine della quale viene promosso Maggiore per merito di guerra. Durante la J ' Guerra Mondial e viene 1ipetutamemc promosso per meriti di guen·a e, nell'ottobre 1917 , è Comandante di un Co rp o d 'Armara. Dopo Caporetto , novembre 1917, viene nominato Sottocapo di Stato Maggiore e, nel 1919 diventa Capo di Stato Maggiore, carica che lascerà, a domanda , nel 1921 per riacquistarla nel 1925. Nel 1936 è al Comando delle tnippe italiane nella guerra italo-etiopica. Jl 25 luglio 1943 viene nominato Capo ciel Governo, c arica che la scerà il 4 giugno 1944. E' stato decorato con: Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine Militare di Savoia , una Medaglia d 'Argento al V.M. , una Medaglia di Bronzo al V.M. e sette promozioni p e r meriti di guerra. Muore a Grazzano Badoglio (Monferrato) il 1° novembre 1956.

Maggiore Generale, affermava che: "La guerra alpina di movimento non ha nella sua essenza sensibilmente variato in confronto atlante guerra, per l'adozione dei nuovi mezzi d'qffesa.

I gas, i carri armati, le potenti artiglierie moderne, non influiscono in particolar modo, là dove la forma del suolo, la mancanza e la scarsità delle comunicazioni - e la loro primordialità - la variabilità del clima e delle condizioni atmosferiche ne uietano o quanto meno ne riducono considerevolmente l'uso, ostacolandone il movimento, impedendone i rifornimenti o attenuandone t·efficacia'·.

Il Generale, dopo essersi soffermato su alcune considerazioni circa le djfficoltà del terreno e le qualità morali, tecniche e fisiche necessarie per affrontarle e risolvere a proprio favore il combattimento, termjnava l'introduzione con la felice intuizione, estremamente moderna e tuttora valida, che: "Di tali condizion i speciali. che costituiscono l'ambiente di vita e di lotta della truppe alpine. devono saper valersi in particolar modo gli se iatori, per i quali. doti essenziali sono la velocità e /'ardire e, fattori precipui di successo, la s01presa e l'audacia".

La circolare era suddivisa in due parti: la prima trattava dell'impiego dei repatti sciatori con particolare attenzione ai compiti affidati ed alle possibili azioni cli combattimento; la seconda riguarda va le modalità esecutive specificando la composizione organica dei reparti, le possibili formazioni e l'impiego del fuoco, l'addest:rarnento degli esploratori e le marce.

In campo sportivo, avvicinandosi l'anno olimpico ciel 1928. l'Ispettorato, anche sulla base dell'esperienza maturata con la prima edizione, sin dal gennaio 1927 diede avvio alle selezioni per la costituzione della rappresentativa italiana ai Giochi.

Scelti gli elementi idonei, la preparazione ebbe inizio già dall'estate a Gressoney, sui ghiacciai del Monte Rosa, per essere completata nel corso dell'inverno a Livigno.

Tl risultato di questa preparazione razionale ed attenta non si fece attendere e, nonostante l'infortunio di un componente durante una discesa che rallentò la marcia della formazione, la pattuglia italiana si classificò ad un più che soddisfacente 4° posto dietro a Nazioni di consolidate tradizioni sciistiche quali la Norvegia, la Finlandia e la Svizzera, giunte nell'ordine.

La capacità cli impiego degli sci ed il livello addestrativo rag- giunto dai repani furono tali che il giornalista Cesco Tomaselli, valoroso Ufficiale degli Alpini nella Guerra mondiale, ritenne opportuno suggerire al Generale L'mherto Nobile8 3 di an~re al seguico della spedizione di esplorazione del Polo Nord con il dirigibile ITALIA, prevista per il maggio <li quell'anno, un nucleo di soccorso, composto da Alpini sciatori, in grado di intervenire prontamente e con efficacia in caso di un atterraggio di fortuna dell'aeronave sui ghiacci del Polo.

Lasciando per un attimo il racconto delle imprese di questo valoroso nucleo di sciatori a cui dedicheremo successivamente l'ampio spazio che si meritano, è qui opportuno sottolineare come il Generale Zoppi, sin dal suo insediamento all'Ispettorato delle Truppe Alpine, avesse dato ai corsi .sciatori dei reggimenti un impulso spiccatamente alpinistico.

L'lspetlorato, partendo dalla considerazione che il confine terrestre si sviluppava nel cuore delle Alpi e che era opportuno che i reparti Alpini, preposti alla .sua difesa, lo conoscessero in tutti i suoi aspetti operativi, sia d'estate che in inverno, organizzò un grandioso raid sciistico militare attraverso l'intero arco alpino, dal Colle di Tenda nelle Alpi Marittime a Tolm.ino in Valle Isonzo, a cui presero parte i 9 reggimenti Alpini ed i 3 reggimenti di Artiglieria da Montagna.

L'organizzazione venne affidata al Colonnello Vincenzo Tessitore ed al Tenente Colonnello Luigi Mazzini, dell'Ispettorato, che suddivisero l'arco alpino in due senori: quello occidentale, da S. Dalmazzo di Tenda a Domodossola, quello orientale, che si sviluppava fra Tolmino e Chiavenna; il punto di unione tra i due settori era costituito dal cuneo centrale del Canton Ticino. Al raid, che ebbe luogo fra il 20 gennaio ed il 1° febbraio 1929, partecipavano pattuglie di sciatori composte ciascuna da un Ufficiale Comandante , un SoLLocomandante e da tre Militari di Truppa che, cambiando componenti ad ogni tappa. doveva- no muovere dalle estremità dell'arco alpino fino a raggiungere il cuneo centrale.

83G1.,ERALF L \tBERTO Noo11.F.: Kalo a 'apoli nel 1885. Generale dei Genio Aeronautico costruì i dirigibili Nl, Norp,e e llalia. Con quest'ultimo ru protagonista della spedizione italiana al Polo Nord condu-.asi, -.ulla strada del ritorno, con il naufragio dell'aeronave. Ritenuto responsabile dell'incidente che causò la perdita di parte dell'equipaggio, nel 1929 diede le dimissioni e si trasferì in Russia dove continuò la '>Ua opera di progeua;,ione e costruzione <li dirigibili.

Il 10 gennaio iniziarono a muovere le pattuglie del settore occidentale (1 °, 2°, 3° , 4° Alpini e 1 ° Artiglieria da Montagna) a cui toccavano 23 tappe , mentre a quelle del settore orientale (5° , 6° , 7° , 8°, 9° Alpini e 2° e 3° Artiglieria da Montagna) che dovevano percorrere solo 17 tappe , il via venne dato solo il giorno 16; in questo modo si assicurava la contemporaneità dell ' arrivo delle pattuglie provenienti da ovest e quelle da est, rispettivamente a Domodossola e Chiavenna .

Gli itinerari prescelti seguivano da vicino l'andamento dello spaniacque alpino implicando lo scavalcamento delle catene radiali , ch e da esso si dipartono , con difficoltà sci- alpinistiche di notevoli proporzioni, ma la perfetta organizzazione ed il continuo supporto logistico assicurato dai reggimenti permisero di condutTe a termine , nel migliore dei modi e con ampia sicurezza per i singoli, l' attività programmata.

L'impresa, al di là della vasta eco che ebbe , mise a nudo la scarsità di Quadri preparati a condurre dei repatti nella montagna innevata; carenza che si faceva sempre più grave in un momento in cui gli sport invernali andavano diffondendosi rapidamente nel Paese in contemporanea ad un costante progresso tecnico -qualitativo dei materiali sciistici.

Nonostante gli sforzi dell ' Ispettorato per l 'organizzazione dei corsi interregimentali e la buona volontà di alcuni Ufficiali che, a spese loro, si recavano in Austria ad aggiornarsi , mancava , estintosi nel 1926 il Campionato Militare di sci, una manifestazione che permettesse di fare una verifica, con cadenza periodica, dei progressi registrati nel campo.

L'Ispettorato delle Truppe Alpine decise quindi di organizzare al Passo del Tonale dal 6 al 10 Marzo 1931, con la collaborazione del Comando del 5° Alpini , delle gare inteffegimentali di sci per le truppe alpine (GISTA) che , a partire da quell 'anno , ebbero cadenza annuale fino alrinizio della 2' Gue1Ta Mondiale.

Il progranuna comprendeva gare individuali di fondo e discesa , gare di reparto per Alpini ed Artiglieri da Montagna e si concludevano con un'esercitazione di gruppo tattico sciatori.

Questa manifestazione mostrò tutta la sua validità perché portò ad un intensificarsi dell ' addestramento sciistico presso i reparti. permise la formazione cli un congn10 numero di Ufficiali e Sottufficiali idonei a svolgere l'incarico cli capopattuglia in competizioni interna1:ionali e nazionali e, infine, consentì la formazione di un gruppo di Ufficiali e Sottufficiali così cspe11i nell'organizzare manife!'>tazioni sciistiche da risultare, a nm·oggi. pressoché indispensabili per l'organizzazione di manifestazioni, anche civili, di grosso impegno.

L'annuale cadenza della competizione permise. inoltre. il ritrovarsi periodico ed il riannodarsi di quei legami di cameratismo e di reciproca conoscenza tra i Quadri. che ave \ ·ano così ropportunità di scambiarsi le reciproche esperienze maturate nelle diverse realtà ambientali dell'intero arco alpino.

Le prime edizioni delle Interre,_qime11tali c.:he, come abbiamo già accennato, avevano evidenziato la carenza, presso i Corpi. di un numero adeguato di Quadri istrutlori di sci, suggerirono l' idea dell'opportunità di coslituire un organismo che fosse in grado di risolvere, in maniera definitiva, l'intera materia.

Fu il Capitano Giorgio Fino81 che. fattosi interprete di questa esigenza, presentò, nell'estate del 1933, una memoria all'Ispettore della Truppe Alpine, Generale Celestino Be~. per la costituzione di una scuola militare di alpinbmo che avesse il compito di formare. con unicità di indirizzo. i Quadri istruttori.

La memoria era completata da un quadro di situazione delle scuole di specializzazione alpinistica e ~ciistica esbtenti presso i principali eserciti europei ed extraeuropei.

L'idea, recepita e presemata c.:on entusia~mo dal Generale Bes, trovò un favorevole riscontro presso lo Stato Maggiore dell'Esercito che, in applicazione di un decrero firmato dal Re il 22 dicembre 1933. disponeva l'immediata costituzione della Scuola Centrale Militare cli Alpinismo.

&i(Al'ITAI\O G10RGJO FtNo: ''fato il 10 ago::.lO 189-i ad Alba (Cl\). il 12 agosto l9Vi è nominato Souorenete di u>mplemento ed assegnato al .38° reggiml'nLO Fanteria. Il 24 febbraio 1918, con il grado di Tenete 0 trasferito al 5° Alpini. Il 12 marzo 19:3-1, nel grado di Capitano. , iene Jssegnato all'hpettorato delle Truppe Alpine. TI I 6 settembre 19'40 viene promosso Tenente Colonnello e trasferito al sottosettore autonomo L~vanna. Dopo 1'8 senembn.: prende pa11e alla guerra di Liberazione nella formazione partigiana Valli di Lanzo. '\lei 191 16 viene collocato nella riser\'a Il 23 aprile 19-0 è promossa a titolo onorifico Generale di Divisione. Si spegne il 29 dicembre 1976 a Pecetta Torinese.

Nel frattempo l' Ufficio Coordinamento del Gabinetto del Ministro emanava la circolare n. 48 Addestramento sciisticd35 con la quale si definiva che l' addestramento sciistico aveva lo scopo di abilitare e perfezionare gli Ufficiali delle Truppe Alpine all 'uso degli sci e di dare al militare una uniformità di metodo tecnico ed un addestramento professionale rispondente alle necessità ct·impiego nelle varie contingenze belliche.

Il documento prevedeva l'addestramento sciistico invernale da svolgersi a livello reggimenta le, l 'addestramento per gli Ufficiali della durata di una settimana da effettuarsi sui campi da sci più vicini alla sede del repa1to di appartenenza e reffettuazione di esercitazioni sciistiche estive sui ghiacciai per perfezionare gli istruttori.

La circolare veniva ad abrogare le precedenti ed in particolare la n. 610 del 5 novembre 1926 rispetto alla quale prevedeva il perfezionamento estivo degli istruttori.

La 4, edizione dei Giochi Olimpici Invernali 1936, assegnati alla Germania ed organizzati a Garmich-Partenkircher, era già alle porte e l'Ispettorato delle Truppe Alpine affidò , natura lmente, al la neo costituita scuola la preparazione della rappresentativa militare italiana.

La preparazione ebbe immediato inizio con uno studio preventivo e razionale dei metodi di allenamento per le gare di fondo, con l'affinamento della tecnica di corsa, la scelta dei materiali da gara e l'acquisizione di un ' approfondita conoscenza della tecnica della sciolinatura.

A tale scopo un primo nucleo di Ufficiali della Scuola tra i quali il Capitano Boffa, il Tenente Vida e i l Tenente Inaudi, presenziò ai Campionati tedeschi svoltisi a Berchtesgaden nel 1934. quindi partecipò fuori gara alla XV Adunata Nazionale Sciatori Valligiani a Sappada e , nel 1935, ai XXIV Campionati Internazionali di Francia a Chamonix.

In quest'ultima competizione, nonostante l'ancora insufficiente preparazione , i nostri rappresentanti si fecero onore vincendo la gara cli fondo sui 18 km. con l'Artigliere

Alpino Emilio

Ramella e classificandosi secondi nella gara delle pattuglie con la formazione de l Ca pita no Silvestri.

data 28 gennaio 1932

La preparazione proseguì attraverso le lnterregìmentali e la disputa della seconda edizione della Gara Internazionale Sciistica di alta montagna per squadre di rre uomini denominata: Trofeo Jfezzalamc/.6 che fu vinta dalla rappresentativa dello Sci Club Ruitor cli La Thuìle.

Il 14 febbraio 1936 a Garmisch, in una splendida giornata di sole, venne disputata la gara per pattuglie militari prevista dal programma olimpico e per i colori azzurri fu subito trionfo.

L'Italia, rappresentata dal Capitano Enrico Silvestri, dal Sergente Luigi Perenni e dagli Alpini Stefano ~ertorclli e Sisto Scil1igo, vinse, conquistando l'oro olimpico davanti alle rappresentative della Finlandia e della s,·ezia.

Questo successo portò alla costituzione, presso la Scuola Centrale Militare di Alpinismo di Aosta. del Nucleo Pattuglie lleloci Sci-Alpine quale diretto successore ciel nucleo preolimpico e destinalo a perpetrare l'attività sporriva dell'Esercito ai massimi livelli nazionali ed internazionali.

Il 1° ottobre 1938 lo Stato ~laggiore dell'Esercito. avvertita la necessità cli riordinare il complesso delle disposizioni che regolavano ranività addesrrariva sciistica ed alpinistica, emanò la pubblicazione n. : 167 Addestramento Alpinistico e Sciistica"'- che regolamentava l'atrività sia per i reparti alpini che per le altre unità.

La pubblicazione era divisa in :$ pani: la prima riguardava l'addestramento delle Truppe Alpine, la seconda quello <lei reparti non alpini e la rerza le norme amministrative.

Per quanto riguarda la prima parte !,i prevedeva l'organizzazione di corsi cli abilitazione alpinistica, sciistica e pratica del servizio nei reparti alpini per i Sottotenenti in !>ervizio pennanente delle 'IT.AA. da effettuarsi presso la Scuola Centrale Mili -

~Trofeo Jlezzalama: Gara internazionale sciistic,1 di .ilta montagna per :-.quadre cli tre uomini in cordata che si <;volge sui ghiacciai del !\fonte Rosa su di un percor,o di circa 10 km. che si '>noda -,u quote oscillanti tra i :3.000 e<l i , 1.000 mdi altitudine. Venne istituito nd 19:3.:$ per onorare la memoria dd famoso alpinista e sciatore Ottorino \1ezz.1lama, valente istrunore nei corsi sciistici effelluaù nel corso della l' Guerra :-.-londiale. caduto travolto da una valanga il 31 gennaio 19.:$1 nei pre:-.si del Rifugio Regimi Elena nel!<: ~lpi 13reonie.

8-Cfr, Documento n. 25: pubblicazione n. 3-167 del 1° ottobre 1938 Addeslramento Alpi11istico e Sciistico dello Stato Maggiore dell'Esercito - Ufficio Addcstramento.

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