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9. IL RICATTO DELLA FAME. POLITICHE DI ASSISTENZA E REPRESSIONE DEL DISSENSO
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9.3 La dissidenza dei borgatari nei fascicoli della PS La discussione sul consenso al regime, dunque, va ricondotta ad un contesto più ampio, poiché diverse furono le componenti che concorsero alla sua costruzione. Sul inire degli anni Settanta, il dibattito su questa categoria analitica si accese per merito di alcuni studiosi che si incaricarono di allargarne valenze e contenuti; fu così che in parallelo si sviluppò un confronto sull’uso della violenza57, argomento ino ad allora rimasto ai margini perché considerato di secondo piano (il momento repressivo del consenso doveva, secondo De Felice, “rimanere sullo sfondo”58). L’interesse degli storici verso l’organizzazione e il potenziamento degli strumenti repressivi in epoca fascista è cresciuto nel tempo, così come ha conosciuto miglior fortuna il ricorso alla consultazione delle carte di polizia, non solo per attestare la profondità del fenomeno e per venire a capo del coacervo di organi e procedure, ma anche per ricavarne un’analisi sulla psicologia e sul comportamento dei sorvegliati. Gli studi sulle relazioni degli informatori della polizia politica, la cui iniltrazione non escludeva alcun campo o categoria di cittadini, hanno consentito di scandagliare sentimenti e stati d’animo presenti nella cosiddetta “opinione pubblica”, mettendo in rilievo l’andamento, temporale e contestuale, del processo di progressivo allontanamento di settori sempre più vasti di popolazione dalla politica del regime59. Ulteriori ricerche hanno ricostruito i percorsi e le biograie degli informatori, provveduto alla stesura di elenchi degli stessi e studiato le circostanze che consentirono non solo di indurre alcuni oppositori a più miti consigli ma di trasformarli a loro volta in collaboratori di polizia60. 57 A. Aquarone, Violenza e consenso nel fascismo italiano, in «Storia contemporanea», 1979, n. 1, pp. 145-155; A. Lyttelton, Fascismo e violenza: conlitto sociale e azione politica in Italia nel primo dopoguerra, ivi, 1982, n. 6, pp. 965-983; J. Petersen, Il problema della violenza nel fascismo italiano, ivi, pp. 985-1008; P. Nello, La violenza fascista ovvero dello squadrismo nazionalrivoluzionario, ivi, pp. 1009-1025. 58 De Felice, Mussolini il duce. I – Gli anni del consenso cit., p. 181, cit. in M. Canali, Repressione e consenso nell’esperimento fascista, in Modernità totalitaria. Il fascismo italiano, a cura di E. Gentile, Laterza, Roma Bari 2008, p. 181. 59 N. Gallerano, Il fronte interno attraverso i rapporti delle autorità (1942-43), in «Il movimento di Liberazione in Italia», 1972, n. 109, pp. 4-32; P. Melograni, Rapporti segreti della polizia fascista, Laterza, Roma Bari 1979; A. Riccardi, Aspetti della vita sociale a Roma alla vigilia della caduta del fascismo, in «Quaderni della Resistenza laziale», n. 7, Regione Lazio, 1978, pp. 133-160; Colarizi, L’opinione degli italiani sotto il regime cit. 60 M. Franzinelli, I tentacoli dell’OVRA. Agenti, collaboratori e vittime della polizia politica fascista, Bollati Boringhieri, Torino 1999; ID., Delatori, spie e conidenti anonimi: l’arma segreta del regime fascista, Mondadori, Milano 2001; D. Biocca, M. Canali, L’informatore: Silone, i comunisti e la polizia, Luni Editrice, Milano Trento 2000; M. Canali, Le spie del regime, Il Mulino, Bologna 2004.