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5. LA CASA POPOLARISSIMA: TIPOLOGIE EDILIZIE TRA RURALISMO, RAZIONALISMO E AUTARCHIA
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sfollamento dei dormitori attraverso il passaggio delle famiglie in esso stabilmente alloggiate nelle casette-ricovero. Ai fuoriusciti da queste sarebbero stati assegnati alloggi popolarissimi di nuova costruzione188, operazione che si effettuò ma a distanza di quasi un trentennio: l’abbattimento delle casette-ricovero e il trasferimento degli inquilini in case decenti avvenne a partire dal novembre 1976189.
5.5 Le borgate per i rimpatriati: il Trullo e il Tufello Gli Istituti di case popolari servirono le cause del fascismo ogni qualvolta fu loro richiesto. Il loro ausilio fu decisivo in tante battaglie dai risvolti politico-nazionalistici, ed è anche su questa base che va misurato il loro grado di coinvolgimento e, in un certo senso, di correità: i programmi di deurbanamento, la campagna per l’autarchia dei materiali e delle forme architettoniche, quella sulla proliicità condotta attraverso le facilitazioni sulle assegnazioni. È in questo solco che vanno compresi gli accordi col Ministero degli Affari Esteri e delle Finanze inerenti la costruzione di case per i rimpatriati. Con R.D.L. del 5 gennaio 1939 n. 306 (convertito in legge 15 maggio 1939 n. 965), venne istituita presso il Ministero degli Affari Esteri, presieduto da Galeazzo Ciano, una speciale “Commissione permanente per il rimpatrio degli italiani dall’estero”, detta Cori, «allo scopo di favorire, coordinare e facilitare, anche ai ini del collocamento, il ritorno in Patria dei connazionali che ne manifestino l’intenzione»190. Il provvedimento rappresentava un avvertimento concreto dell’incombenza del conlitto mondiale, in virtù del quale la posizione degli italiani residenti fuori dai conini della penisola si trovava pericolosamente esposta a possibili ritorsioni nazionalistiche di stampo avverso o alle pressioni per essere naturalizzati nei paesi d’accoglienza. Presso le comunità italiane all’estero nel 1923 erano nati i FIE (Fasci Italiani all’Estero). Dopo che le intransigenti idee di Bastianini circa la loro missione rivoluzionaria nel mondo furono messe a tacere da Dino Grandi, sottosegretario agli Affari Esteri, i FIE divennero dei “centri di solidarietà” e di italianità per quanti non avessero avuto intenzione di rompere i legami con la madre patria191. L’immigrazione italiana all’eIvi, nota della Questura di Roma, Borgata Primavalle – dormitorio pubblico – sistemazione degli abitanti nelle nuove palazzine, 26 aprile 1949. 189 Cfr. Biblioteca Itis “A. Einstein”, Mostra sul quartiere di Primavalle cit., p. 7. 190 ACS, PCM, 1940-41, 2.7-1831, 1940-42, f. 2.7-1831, sf. 1, R.D.L. n. 306 del 5 gennaio 1939. 191 Cfr. P. Dogliani, Il fascismo degli italiani. Una storia sociale, Utet, Torino 2008, p. 269 sgg. Dal 1934 venne creata per iniziativa di G. Ciano, all’epoca a capo dell’uficio stampa del capo del Governo, una Direzione Generale della Propaganda all’estero, col compito di diffondere l’immagine del regime, cfr. B Garzarelli, “Parleremo al mondo intero”. La propaganda del fascismo all’estero, Edizioni dell’Orso, Alessandria 188