BRIGANTAGGIO
Relazione le·t.ta alla Camera nel Comitatosegreto del3 e 4 maggio 1863 dal deputato MASSARI.
SIGNOIU l - Nell' affidarci il mandato di studiare le cagioni e lo stato del brigantaggio nelle pro'Vinc ie me· ri(lionali, e di additare gli opportuni rimedi, voi foste compresi dalla coscienza dell'imperiosa necessità di met· ter fine ad una condizione di cose che tanto conferisce a render più malagevole l'opera del Qostro riordinamento nazionale, e che porge fac ile prelesto alle calunnie ed alle insidie dei nemici dell'unità italiana. Il sentimento che determinò la Camera ad affidarci questo mandato è stato la nostra scorta e la nostra regola nel procedere al suo adempimento. Venu t i da parti diverse di quest'Assemblea noi ci siamo convinti, fino dai primi momenti dei nostri lavori, come nostro indeclinahile dove re fosse quello di appurare la verità e di porla in chiaro senza preoccupa· zioni di so1'ta alcuna, e siamo proceduti nelle nostre inda· gioi con quella concorde che il comune affetto alla patria e la comune deferenz a ai ce nni della Camera ci imponevano. Nessuno di noi ha avuto in mira di far Brigantaggiol t
COMMISSIONE D'INCHIESTA SUL
prevalere le proprie opinioni: tutti abbiamo rivolto l e nostre cure ad attuare il meg li o che per noi si poteva la vostra delibera zio ne, ed a rettam ente interpretare il vost ro inten dime nto : se i nos tri s forzi abbiano, op por no, sortito Il desid erato effell('l, tocca a voi giudicare dopo aver e asco ltata l' esposizio ne delle nostre inda gi ni e del meto do adoperato nel pra ti carle, non me no che quella dei ri· medi cbe, il lun go studio del doloroso a r go mento ci ha sugge rito di propo rr e all'alle nta vost1·a
I docum enti, dai quali fi o dal pr inc ipio. i initJiStri fu· rono soll ec iti d i da1·ci comunicazione, porgeva no ampi a materia di m edit az ion e e di indagini : ma a no i non parve nè ch e il no stro c6mpito dovesse r es trin ge rsi al loro esam e, nè che questo dovesse essere la parte essenziale del nostro lavoro. Il f.tlto del br igantaggio pertm ba tanti interess i , tocca a tante e sì s variate questioni poJiticbe e sociali, da non poter essere considerato so ll-aoto in modo astratto e generico; ma da doversi bensì atten · tamente osservare in tutti i s uoi par tico lari , io tutte le sue !orme, in tutte le sue relazi oni, nella s ua indole int r in s eca del pari che nei s uoi modi di manifestazione.
tOnd ' è che a noi sembrò divi sam ento più che opportuno, nec8$Sario recarsi sui luo ghi, ed i vi attingere u n conceuo : esatto e ben dell'io do le e delle vere cagioni del mal e. Ad appig li arci a ques to par ti to ci movev a pure il pens' ero di meg lio corrispon dere all ' i o tendim ènto della Camera, che era q'uello di dar pegoo a tanta parte d elle popolazioni italiane della sua benevolen ! a , ed attestare ad esse il suo fer mo prop osito di migliorarne lo sorti ed ass icurarne la prospe ri tà. ne l mezzodì nostra Peni so la, e segnatamente n"llc provin cie dove più imperversava il bri gl nlaggio, noi porg evamo con la nostra pres enza contr is tate popo lazi on i r.o n dubbia testimonianza del 'a sollecita pre mur a dei g randi poteri dello Sta to \'ers o di esse; noi l"ravam o ai loro occ bi !a di mostrazione irrefra gabi!o e viv r nte della solidarietà di affet t i e di in teress i, che oram ai st r inge in dis.>o lubilment e in u n fascio tutt e l e provi nc ie d' I ta lia.. n nos tro viaggio eb be
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una fort unata coincidenza con la nazionale
a pro dei d3nnegg1ati dal brigantaggio; in guisa che ap · pariy-ano contemporaneamente all'opera la carità della nazione intesa ad alle viare i patimenti delle vittime e l'antiveggenza del Partamento intesa ad escogitare i pror. vedimenti ,più efficaci a rimuovere le cag ·ooi di quei patimeoti. Anche sotto quesL'aspetto perciò la nostra gita poteva non essere destituita di utilità; poteva essere, come diffatti ci ·pare sia stata, un p6mo rimed io morale. Ed oggi siam li eti dt essere in grado di affermare, che la nostra antiveggen?.a non andò falli ta. Già nei primi giorni della nostra dimora io Napoli ci fu dato accorgerci che . non · ci eravamo ingannati; il viaggio nelle provincie poi ci diede in cessanti motivi d i rallegrarci di essere venuti i n quella riso luzione. La dell a di uno dei grandi poteri dello Stato , a cui tutti avevano adito e tutti potevano liberamente esporre le loro doglian · ze; di una rappresentanza che viaggia va a bella posta per interroga•·e le popolazioni intorno alle loro sofferenze ed 11scoltare da esse. medesime i suggerimenti dei rimedi, era fatto nuovissimo per quelle provincie, e l'impressione da esso prodotta non può essere descritta con acconce parole. Noi non vi ridiremo, o signori , le amorevoli ed entusi11sticbe dimostrazioni con cui le popolazioni meridionali festeg· f giarono la vostra Commissivne; tutte quelle manifestazioni, \ che l'affetto e la fiducia possono suggerire ed inspirare, · vennero lat·gite con quella sponl:meilà di effusione e vi· vacità di espansione, che sono proprie a quelle popola· zioni imaginose e st>nsibili. Con gli ardenti applausi, con le rinno vate dimostrazioni di ossequio e di amore esse attestavano come ben comprendessero e fossero grate al benevolo intendimento della Camera a loro riguardo. Nei trasporti de lla loro riconoscfnza campeggiava quello stesso sentimento di fiducia nell' dell'unità ita· Jiana, chè Jettò a voi, o signori, la risoluzione di ordinare apposite indagini snlle condizioni delle provincie napoli· tane. Voi dcct'etaste l'inchiesta per attestare la vostra vi· gile premura sulle sorti di tutti i componenti l' italica
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famiglia; Je. popolazioni meridionali afferrarono pronta-
della vostra deliberazione, e da Napoli ad Avelltno, ad Ar1ano, a Foggia, a Barletta, a Ban, a Lecce, a Taranto, a P otenza , a Salerno , a Sora ce lo hanno dimostrato con ogni manieradi amorevo lezza , con ines auribile cordialità. Municipi, guardie nazionali , citta· din i di ogni ce to e di ogni condizione gareggiavano nel trib utare ossequio e fiduc1a alla rapprell> entanza nazionale; era un' acclamazione senza posa al Re , al Parlamento , all ' unità italiana . Le borgate ed i villaggi, che · non · co mpresi nell' itinerario della Commi ssione, spedivano le loro deputazioni e le loro guardie nazional i lungo la stra da. Non citeremo nomi, perchè una dimenticanza sarebbe fa cile, e sarebbe sconosceoza ed ingiuria verso i dimenticati; ma ci è grato ricordare in modo speciale {la milizia nazionale della città d i B1tonto, la quale per due giorni consecutivi biv accò a parecchie miglia di di · sLan1.a dalla città per essere io grado di salutare la Com· missione al suo passaggio da Barletta a Bari. E con singolare comp iacenza in tutte quelle depatazion i ed accolte di popolo rav visammo la pre3enza di non pochi \ i quali coglievano premurosi l' occasione di esprimere i ··loro se nsi di devozione al Governo italiano ed ai nostri liberi istituti.
Il venerabile vescovo della diocesi di La rino si re w di persona ad incontrare la ColìiiiilsSione; il vescovo di Monopoli, ammalato, spedì a bella posta il suo vicario; a 1 Taranto, a Matera, a a Sora, dove le sedi sono vacanti per assenza o per morte, i rispettivi vicari si . affrettavano a porgere i loro ossequi alla rappresentanza ·.-.: della Camera; la quale era specialmente onorata in Sa n German o, tanto all'andata, quanto al ritorn o, dall'affettuosa ospitalità degl'illustri Benedettini della celebrata abbazia di Monlecassino. Se queste ci paresse ro van e pompe, ste· rili e convenzionali noi non ne faremmo....m otto alla Camera; ma ricordando qu esti particol ari, noi intendiamo darvi contezza della grata e consolante impression e, che il viaggio nelle provincie meridiona li ha Jasoiato ne gli .
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animi nostri ; essere cioè quelle provincie, al pari delle altre; comprese profondamente dal pensiero dell' uniLà nazio nale; e devotissime alla monarchia costituzionale nella .quale quella unità si compendia e s'incama. :Mentre tante voci prezzolate vanno t11Uodì r1petendJ essere l'unitàf italiana cosa im possibile, o pe r lo meno emmera e tranJ sitoria, mentre inAnti o tiepidi amici vanno glorificando \ la gretta utopia della confederazione, la vostra Commis· sione è lieta e commossa di ademp iere al dovere di darvi, con piena co.gnizione di causa, l'a ssicurazio ne e la con· ferma dei rapiòi e sempre crescenti progressi del senti· meuto dell'unità nazionale negli animi delle popolazio ni meridionali. Noi tomiamo da quelle provincie recando ad un tempo il doloroso convincimento, che molti e gravi sono i mali che le t1·avagliaoo, e la confortante certezza che tutti quei mali sono sanabili, che sa ranno sanati e che c'ederaono agl'influssi irresistibili di quell'unità nazio· naie e di quella libert à, a cui danno sono indarno invocati da fallaci ed inter essati presagi.
Narrandovi delle accoglienze ri cevute dall e pop olaz ioni, non . intendiamo di certo mancare al debito di parlarvi di quelle che ci vennero fatte dalle autorità ; le quali tutte, e civili, e po litiche, e amm inistrative, e giudiziarie, e ·militari sono state le prim e a dare l'esempio della riverenza e dell' ossequio alla dignità del Parlamento. Vi diremo in seguito del contegno e delle opere del nostro esercito, ma fin d'ora ci è grato esprimervi la viu sod· disfazione che abbiamo sperìmenlata, per le accoglienze piene di deferenza e di affelto , che la Commissione si ebbe dai militari di ogni urna e di ogni grad o. Nelle quali accoglienze ci è stato agevole scorgere, come l'eser· cito italiano abb ia ereditato dal suo glorioso progenitore, l' esercito ·piemontese, non solo la tradizione del valore, della disciplina e dell'aboega1.ione, ma anche quella del· l' os&equio profondo e sincero alle leggi ed alla libertà. La nostra dimora a-Napoli durò parecchi gior ni, i qua li \ furono tutti adoperati a raccogliere il parere e le opi· nloni delle autorità di qualsi voilia ordi ne, e dei cittadin i
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dì ogni co nd izione e di ogni opinione politica. Basterebbe a documento della severa e scrupolosa imparzialità con la quale stim zmmo dovere nostro procedere a citarvi i nomi dell e persone i n te r rogate • • · •
Il giorno 28 gennaio la Comm issione, ;tccompagnata
ldal capitano di stato magg iore :M océnni, po s to ·a sua di· s posizione c.l al gen erale La Marmora, rimoveva alla volt a di Avelli no.
Il 3l gennaio giungeva i n Ariano; il !.0 febbraio a Foggia. . ,
La ne cessità di conciliare la prontezza de i lavori con i riguardi dovuti alle popolazioni , le quali per mezzo dei loro m unictpii invocavano la presenza della Commis· sione, ci suggerì il consiglio di dividerci in due sotto· Commissioni : composta la prima dai deputati Sirtori, lBixio, Argentino e Sa m, e l'altra dai de pu tat i C1stag nola ,
1 Ciccone, Romeo e Massari: la p ri ma vis i tava il ' ci rcondario di Sanseverino in Capilanat!l, i bo sc hi . del Fortore, il circondario di Larino n el Molise, e poi tornando per percorreva il di Melfi , e dopo aver visitato il bosco di ?tiont icc h io per ed Avigliano aotlava a Po te nza; la seco nda perco r reva la i Puglia barese e la leccese, e da Taranto per Gioia, San· 1teramo ed Altamura andava i o un altro circondario de lla Basilicata, qnello di e per Grottole ., e Tricarico raggiungeva l' al tra solto·Commissjone i n Poten · za. Ognuoa delle du e sotto Commiss ioni procede va con la stessa norma e con lo s tesso si:;tema pra ti cato si no a quel moment o.
t Da Potenza la Comm issione nuovamente riunita tor·
nava a NapoJj, fermandosi un g iorn o a Salerno, final mente si reeava a visit are la frontiera rom an a, e d imo ra va due giorni a Sora.
Pe"enuta a questo pun to dei suo i lavori la Commi s· sio ne agitò la qu estione, se convenisse proseguire le in da·
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gioi n elle provin cie non ancora visitate, gli Abruzzi, vale a dire, e le Calabrie, oppure se fosse d' uopo affréttarsi t' a tornare in Torino, deliberare intorno alle conclusioni e presentare la relazione alla Camera. Vivissimo era il \ desiderio di tutti i componenti della Commissione di non tra lasciare la visita agli Abruzzi ed :1lle Calabrie, e di dimostrare a quelle nobili e care popolazioni lo stesso interessamen to manifestato a qu elle delle altre provincie del Mezzod\: ma ragioni magg iori ed imperiosissime ·im· · pedirono che ques to desid erio venisse appagalo. La Com· · · mi ssion e to gli end o in co ns id era zione le an gust ie del temp o e la mole dei lavori, ai quali ancora dov eva dar o opera,
1 che tult o dovesse esse re sub ordinato all' evident e necessità di far presto, perchè le su e indagini potessero sortire in tempo utile gli ell'eUi che tutti ne bra mano o ne e quindi con grandissimo rincrescimento, ma con la proronda persuasione di adempiere con fedeHà al propr io mandato e di giovare agl' in teressi delle popolazion i, rinun ziò detloitiva mente alla meditata escursione nelle Calabrie e negli Abruzzi. Questa escursione ollrecciò, se veniva suggerita da un riguardo affettuoso verso le popolazion i abruzzes i e calabresi, non poteva praticamente / 1ggiungere nulla di rilevante alle indagini già fatte. Negli Abruzzi il brigantaggio si restringe entro i confini l del circondario di Vasto, ed è una diramazione diretta t di quello di Capitanata e del Circondario di Larino , dove 1 già erano state fatte le opportune indagini.
Nelle Calabrie il brigantaggio o non esiste all'atto, op -
pure è faccenda d'a ssai poco momento; tùlt-e le volte che esso ha osato levare inapo,Tc popolazioni calabresi non banno artldato ad altri fuorcbè a loro medesime la cura di combatterlo e di annientarlo, in gui sa che la Commis· sione recandosi nelle Calabrie non avrebbe potuto far altro se non sig nifica re i sens i ,felja più calda ammirazione verso quei coraggiosi e patriottici abitanLi, i quali come \ in agos to !860 secondaro no vigorosamente il moto oazio- . naie senza temere le mi gliaia di soldati borbonici che stanziavano nelle loro contrade, così dopo non hanno mai
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tollerato che il suolo calabro venisse contaminato dalla presenza di orde brigantesche.
Io tal guisa avevano fine le - indal!'ini dellA quali sia mo ora per esporvi i risultameoti e le pratiche conseguenze.
La Camera ci ba dettato l'ordine logico a cui deve informarsi la nos tra esposizio ne_ nei termini s tess i del mandato che si compiaceva affidarci. Nel··Comitato seg reto del i6 di ce mbre i862 ci veniva commesso l'incarico di · rirer ire intorno alle cause ed allo stato .del brigantaggio , n elle provincie napoli tane, e into rno ai più acconc i prov! vedimenti che fossero a prendersi dal Parlamento e da suggerire al Governo per la più efficacie re pression e di esso. In conformilà di quest 'incarico noi veniamo ogg i a dirvi qu al i siano, a senso nostro, le cause del b ri gantaggio, qu ale il suo s tato altuale, e quali i di\•ersi provl vedimenti che Governo e Parlamento debbono prendere \no n solo per repJ'imere gli effetLi immediati del male, ma anche per rimuoverne le cause, e pre venirne in guisa il possibile rinnovamento.
Incomin ciamo dalle cagi on i. Dalla loro definizione soltanto, dalla determinazione precisa della maggiore o minore loro importanza si può iofer ire il concetto esatto e veritiero del brigantaggio , e quindi il criterio con cui debba pro cedersi per combatterlo ed estirparlo. Facil cosa è dire che il brigantaggio si è maoirestato provincie meridionali a motivo della crisi po litica ivi sueceduta ; con ciò si enuncia il moti vo più visibile del doloroso fatto, ma si rimangono ombra le r!8l.2!!.L!2· stanziali , le quali invece sono quelle che vanno accuratamente s tu diate cd esaminate, pmcbè esse sole posso no forni re l'indicazione dei mezzi più sicuri e più efficaci a ricondu r re le cose nelle condizioni regolari. La prima domanda ch e sp :mtanea sorgeva n elran1mo nostro era la seg uente: il brigantaggio cbe da tre anni cootrjsta ie provincie continentali del mezzodì dell'Italia, è coose -
gue nza esclusiva del cangiamento polilico aVYenuto nel \ !860, oppure questo cangtamenLo è sta to soltanto un'oc-
casione dalla quale lo sviluppamento del brigantaggio è
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stato determi nato'? Negli ordini politici e soc iali, come ne l fis ico , non basta riconosce re le cause prossime ed imm ediate dei fenomeni , ma è d' uopo accennare se a . ' queste cause si colleg h ino altre, senza le quali l'azione del.le .cause prossime ed immediate, o non potrebbe svolge rsi affatto, oppure ra ggiungerebb e proporzion i minime e di poca entità. Certo è cosa evitlente che in tu tte le cr is i politiche il prmclpio di autorità s op gi ace a gravi sco:;se, i vin col i socia li si rallentano, le ragioni in trinseche 'di sicurezza e di t ran quil lità scap itano di molto nel . loro vigore; e quindi è na tural e che n vengano gra vi dis ordini, e che la sicurezza pubbli ca, sego atamente, sia profondamente turbata. Cer to le provincie oapolitane banno \ soggiaciuto nel t860 ad una cris i di questo ,:renere, e . torna agevole il comprendere com e in seg uito a ciò siasi manifestato il br igantaggi o. Ma basta forse la sola crisi politica a rendere ragione e della intensità del ma le e delle proporzioni ch e ha raggiunte e della ostinazione con cui resi ste ai mez zi adoperati per co mhattt>rlo e guarir lo? A persuad ervi ch e restr ingendo a qu ella poc'anzi · enunciata le cause del briganlaggio si carlrebbe in errore,
bastava una sola considerazione. Gl'influssi della crisi
pol_itica non po te vano esse re, non sono s tati diversi nelle 1
diverse provincie dell'ex-reame napo lita no: se dunque in '
ogni caso la loro azione è stata identi ca, gli effetti avreb· l
bero... pure dov uto essere i med es imi in og nuna di quelle provincie, e q ueste avrebbero perciò dovuto essere allo stesso grado infest ate brigantaggio. La conch iusione è s trettamente logica : ma il fatto la contr addice, poich è è indubitato che mentre i n alcune provincie il brigantagg io è iofie rito ed ha raggiunte terribili proporzioni , l come, a cag ion d'eSt>mpio, io Capitanata ed io Basilicata , in altre, com e le çalabrie, o non Iia""àà li guato affatto, o tutto al più si è in an gusti limiti. Per rend ere ra gione di que sto co nt ras to è dunque mest ieri supporre o che la crisi politica non abbia avuto ness un influsso in alcune pr ovinci e e mollo in altre, oppure che le ri· spe ttive copdizioni di quelle provinci e non esse ndo ideo -
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tic he, gli effetti della cri s i siano stati diversi. La piìrÌl i t.li ques te ipotesi non regge all'esame: . il rivolgimento politico essendo unico nella sna essenza e nella sua origioe non poteva non tramandare i suoi alla stessa guis a e con la medesima efficacia in tutt e le località,' e qui ndi sarebbe all'intuttq gratuito ed assurdo il su.pp.òrre e l' asser ire che questi influ ssi si manifestassero e fossero attivissimi a Fogg ia ed a PotenY.a, lateat i od iner ti a Catanzaro ed a Reg-gio. La ragiori"è . del .. '<a dun-.
que r ice rca ta a!trove, e propriamente nella cond izi oni delle varie provi ncie. Ood'ò che aalfàCVìdenza .... dei fatti noi a domand .1rci se per avventura non esistfssero cause generali ed essenzia li che contrib uiscono a rendere in alcune localìlà , me glio cho in altre, più agevole, più pronto, più te Hi b il e lo .sviluppamento del briganta ggio, e frappongano piìt gaiZii ardi ostacoli all a sua e.;t irpa zi one. La risposta a questa do-l manda ci è sta ta largamente fornita c dalla osserva zione dei fatti e dallo ricordanze istorich e e dalle opinion i di molte fra le persone che all' uopo ab biamo inter rogate , e di quell e che spontaneament e ci han no partecipato iiicritto il loro parere. Qu elle oss erv azioni , quèfle r icor." danze, que lle opinioni ci hanno condotto a conch iudere ch e il brig a ntaggio ba una sua precipua rag ione di es,. ' sere in alcu ne ca use, che non so no quelle che a prima. giunta s i scorgon o , e cbe pur troppo non sono nè lo meno efficaci, nè le meno essenziali. A bene espr imer è il nostro con cett o diremo che il brigantaggio se ba pl: gliato le mosse uel i 860, come già nel t 806, ed in al· t tre occasioni da l mut ame nto politico , ripete però la sua, , orig i ne da una condizione di ·cose preesi sle nte a quel mut ament o, e che i nostri liberi is tituti Oel)f)Oiìo assolutamente distruggere e cang ia re. Molto accon cia mente è stato detto e ri pe t uto es se re il brigantaggio il Cene· l meno, il sintoma di un male profond o ed ant ico: que:
; sto para gon e desunto dall'arte medica regge pienam ente;
. ed alla stessa guisa che nell' or gan ismo uman·o le malaltie derivano da cause immediate e da cause predispo· ·
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nenti, la malatt ia sociale, di cui il brigantaggio è. il· fè. nomeno, è originata anch'essa dallo stesso duplice or· dine di cau!'e.
Le prime cause adu nque del bri gantagg io sono le cause predisponenti. E prima fra tulte, la co ndizione sociale, lo stato economico del campagnuolo, cheTo qu elle pro· \ vi ncie appunto, dove il brigantaggio ha raggiunto pro· \ poi'Zioni ma gg iori, è assa L.iufeli ce. Qu ella piaga della moder na soci età, cbe è il proletariato, i vi appare più ampia che altrove . Il con tadino non ha nessu n vincolo - ctJe lo stringa alla terra. La sua condiziooeTqoe lla del vero nullatenente;-é"q uand' an che la mercede del suo la· voro n on fosse ten ue, il su o stat r1 econo mi co non ne spe· rim ente rebbe mi gliora mento. Dove il sistema delle mezzerie è io .!!.a.ore , il numero dei proletar i di campagna l è scarsoT ina là dove si pratica la grande \ sia nell' in teresse del pro prietari o, sia io qu ello del fitta· · i uo lo, il numero dei proletari è necessariamente copioso. Tolgasi ad esempio la l vi la proprietà è raccolta in po chiss im e mani: la stessa daoominazione di proprietari· anzi è ine satta , poichè in real tà ess i non sono veri proprietari, ma censuari vas salli del Tavoliere di Pu · glia; ed iv i il numero d e' proletari è grand issimo. A Foggia, a Ceri gnola , a San .Marco in Lamis bavv i un cet.o d i popolazion e, addimandato col nome di che non .possiede assolu tamente nu ll a e che vive _ di EPina. l Nellà. So la città di Foggia i terrazzani asso mmano ad alcun e mi gliai a. ·Grande coltura: colo no : e molta gente che non sa come fare per lu crars i la vita. • I ter• razza oi ed i cafoni, ci diceva il direttore del demanio \
• e tasse della provincia di Foggia , hanno pane di tal , qualità ch e non ne mangerebberù i cani. • Tanta mise - \ r ia e tanto squallor e sono naturale apparecc hio al briga ntaggio. La vit a del brigante abbonda di attrattive per il povero co nta dino ; il quale ponendo la a confronto con la vita stentata e che egli è conda nnato a
non inferisce di ce rto da l paragone conseg uenze propizie all'ordin e sociale. Il co ntrasto è terribile, e non è a ma-
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ravi gli are se nel maggi or numero dei casi il fascino 'dèJla tentaz ion e a male op rare · sia irresistibile. I cattivi gli della mi seria non temperati dall.a istruzio ne e dalla edu ca zio ne, non ihfrenati da quella. religione grossol ana . - che si predica alle moltitudini, avvalorati dal'o sp et tacolo del catti vo ese mpio preva lgono presso que gl ' inff.!.fi Ci} e l' abit o a delinquere dive nta natura. La fioca vo.çe del se nso morale è ed il furto aozicbè destar.e appare me ....zo facile ·e legittimo•. e d1 gua dagno, ond ' è che sorgend o dall'occ-asJ.OQe pulso al le sue fila non indugiano ad es •" · 1sere in sz rossate. Su 375 briganti che si trovavano il gi or no .'Y l 15 aprile prossimo pas sa to nelle carceri de lla provincia J di Capita na ta, appartentzo no al mi se ro celo dei éosì detti braccianti. Là invece dove le relaz1oni tra il pro· prie tario ed il contadino sono mi gli ori, là dove questi non è in condizione nomad e ed è legato alla terra .jn . qualsivog lia mo do , ivi il bri gantaggio può, manifesta n· dos i, alletta re i facino ros i, che non maocaoo in nessuna parte del mond o , ma non può gettare radici profonde ' ed è con ma gg iore agevo lezza distrutto . Ne lla prov i ncia , di Reggi o di Calabria diffalti, dove la cond izione del-è!}ntadin o è mi gliore7""noò vi sono brig anti. Nelle al tre due Calahrie, la provincia di Catanz aro e quella di Cosenza, , le relazioni tra contadi ni e proprietari sono cordiali, 'e quindi all orchè q uesti invocano l'aiuto di quelli per ·di · fend ere la prop rie tà e la sicu rezza son o cerli di guirlo. Nelle provincie dove lo stato economico , la dizione socia le dei campagouoli so no assa i infelici, il br.i· gantaggio si diffonde rap id amente , si rinnova di conti· r; nuo , ha un a vita tenacissima; mentre in quelle dovè quello stato è più tollerabile, dove qu ella condizione .è comparati vamente migliore, H brigantaggio suoi essere frutto d' impo1·tazione, 11è può, manifestand osi, oltrepassare certi limi ti, e quando sia s tato una volta disfatto
non risorge con tanta facilità. Quilfite e quant e volte le bande di Caruso e di Croceo io Capita na ta e Basili cata sono state s bara gliate e , e talv olta pur q uasi
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interamente distnitte ; e frattanto sono sempre :risorte. In Terra di Lavoro inve ce la banda di Cip ria no della Gala tenne la campagna per molto tempo, ma alla fi ne '\ 1 fu incontrata dalla t ruppa e completamente disfatta. D'allora in poi abbenchè il capo-banda sia ancor vivo e non fatto pr igioniero, della banda non si è mai più inteso a parlare. In provincia dt Bari è succeduto un caso id en· tico. Una banda di masnadieri guidala da un ta l Pasqu ale Romano di Gioia, ex -se rgente borbon ico, contri · · . stava con ogni maniera di rapine e di uccis ioni quell e' 1 amene ed ubertose contrade; nei primi di ge nnai o scorso
i· cavalleggieri di Saluzzo, comandati dal valoroso cap i- l t ano Bollasco , e secondati dalla coraggiosa guard ia na- t zionale di Gioia, assalirono l'infam e banda, ne uccisero \ il capo, la distrussero. D'allora in poi il te!}i mento di Gioia è libe ro e sicuro. Il circondarlo di Sora in Terr a di .La vo ro b limitrofo al te r ritorio pont ificio, e quin di esposto tuttodi alle incursioni delle bande brigantesc he che tranquillamente e con tutti gli agi immagi na bili si ·organizzano in frattanto il brigantagg io è ivi a.tTatto -e r.on trapassa i limiti della im· portazi ooe. E perchè' Perchè la cond i zione del contadi no è migliore che altrove, pel'chè il paese è assai _indu striosi) .e commerciante , perchè i lavo ri della strada ferrata ha nno adope ralo molle braccia e cagio nato l' aumeruo dei sa lal'i i. La banda di Cniavone era reclutata \ t ra i contadini più mis er i della se lva di Sora e della vi· cina va ll e Roveto. Net Molise la condizione de l contadino non è prospera, cosi pul'e nella Basilicata, dove in aggiunta sono assai vive le controversie per le us urpazioni di b<:n i demaniali . Nel circondario di Avezzano; in pro· vin cia di Aquila, i contadini vanno a lavorare nel vici no ag ro romano e guada gnano onesta mente la vita. Quel circondario, al pari di quello di Sora, è limit rofo al ter · ritorio pontificio, cd ivi pure il brigantaggio è co nseguenza d'imporlazione. In generale ciò si avve ra in tutto l'Abruzzo aquilano. perchè in esso pochi so no i con La· iini i qu ali non abbiano qualche vincolo alla terra .
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l Nell'Abruzzo teramano il fat to del quale accenniamo \ risulta con molta evidenza: in quella provincia fu !' -ultimo asilo delle truppe borb oniche, la fortezz a di Ci vi· tella del Tronto, la quale si caduta di Gaeta; non manca va adunque il fomite d• l pe rtantt>-'l a pr ovincia fu preservata dal flagello a seoz' alcun dubbio, della mit ezza e del p;Hriottis mo de i suo i abitanti , ma anche p!!rcbè lo stato econo mico 'del contadino non è cattivo. Il co ntrapposto che risulta dalra diversità delle condizioni soctàli eà economiche è evide nte; non solo esso si scorge facendo il confronto .trale diverse provincie, ma è visibile anche senza uscir da 'i con fini di una stessa provincia. Valga ad esempio l'Abruzzo . · chietino. Nel circond ario di Chieti è stabtlita tra il .pro-
prieta r io ed i1 contadino una specie di società, mediante la quale questo si obbliga a prestare la propria opera, e l'altro il fondo od il capitale. Il profitto è ripartito io determinate proporzioni, le quali variano a seconda deitàfertilità de l terreno. Il contadino perciò non è un semplice bracciante che per salario lavora la terra, ma è \'CCc legato a questa, parteeipa agl'interessi del proprietario. Nel circondario di Chieli il Qrigantaggio è importato, ma non vi ha mai radici. lo un altro circondario della stessa provincia, iu quello di Vasto, la sorte del conladino non è così lieta: si avvicina a quella • de l contadino del!e provincie di Campobassoedi Foggi'a, l cd il circondario di Vasto è sr.ato una delle contrade abruzzesi dove p; ii il brigantaggio è impreversa to; oè .è incominciato a declinare se non quando attivandos i i lavori dell a ...llirata la povera gente ha potuto accorgei'Si che il valo re della mano d' opera era di mo1'to cresciuto , e che il lavoro può procacciare un guadagno onesto, sicuro e copioso.
I n alcune località il contrapposto è visibile entro i li· miLi dello stesso mandamento. Nella medesima provincia di Chi et i sono nel mede simo mandamento Bomba e :Moh · ta7Zol i: a Bomba la sor te del contadino no11 è caLtiva; a Montazzoli si avvera l'opposto. Il num ero dei briganti
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nel primo paese è scarsissimo, nel secondo è rilevante. Ma "i è ancora di più. Il mutare delle condizion i so· t dal i ed economiche nella ste.ssaTcicalità atte nu a, se pure non dts trugJ:(e compiutamente, la predisposizione al _ br i· gaotaggio. Un onorevole senatore di Cap itanata ci narrava il fattl• seguente. Durante il decennio della occupazione militare francese, fu uno dei paesi che fot·nì mag· r gior num et o di bri ga nti. Il Gove rno bo•·bonico stimò op· 1 portuoo di di\·idere i beni demania li di quell a terra fra .coloro che possedevano un capitale di 20 carli ni in giù.
·Il concorso fu numerosissim o : ognuno potè ac'luistar e ..- una mezza \'ersura di terreno (due ju geri ) ed una inLiera, allorchè la qualità dei terreni era assai cattiva. Muta te in tal guisa le condizioni sociali ed economich e, Orsara ba fornito uno scarsissimo co n tin ge nte all'alluale l · brigantaggio: io questi ultimi tempi cotes to contingcntc 1 rid ucevasi a due. .
La condizione di cose, della quale siamo venuti fin qui discorrendo, ci sembra porgere in modo non equi.voco ·la nozio ne di una delle cause che co n !Qi.ggiore efficacia generano fatalmente io alcune provincie mer idionali- la predisposizi one al brigantaggio. Il si· ste ma feudale spento da· ! pt·ogredire della civilLà e ctàìlè prescrizioniTell'eleggi ha lasciato una eredità che non è ancora t ota lm ente dist•·utta; sono reliquie d'ingiustizi e secolari che aspettano ancora ad essere annientate. I baroni· non sono più, ma la tradizione dei loro sop ru si e delle loro prepotenze non .è ancora cancellata, ed ·in pa· recchie delle località che abbiamo nominate l'at tu ale proprietario non cessa dal rappresentare agli occhi del contadino l'antico signor feudale. Il contadi no sa che le sue fatich e non gli frullano benessere nè prosperità ; sa che il prod otto della terra ioafflala dai suoi sudori ooo Sat·à suo; si ve de e si sente condannato a perpetua mi· se ria, e l'i stinto dell a venàetta sorge spontaneo nelt'a ni mo suo. L' occ<:si:: n:: si preseMa ; egli non se la lascia sfug. gire; si fl brigante; richiede vale a dire alla forza quei benesseri', qncl!a prosperità che la forza gli vieta di con·
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seguire, ed agli onesti e mal ricompensati s udoii' del la.voro preferisce i disagi fruttiferi della vita del .briga ute. n briganta ggio diventa in tal guisa la protest a selvaggia e brutale della mi se ria contro antic he secolari in giustizi e. Ma forse la causa predisponente al brigantaggio· che 1risulta dalla infelice condizione sociale, dalla misefia, \da lla povertà, non possederebbe la terribi le efficacia, · còe realtà possi e1e e manifesta, se non fosse potentemente l cg adiuvata da un'altra ca usa dello stesso gene re, vale a \ dire <fat sis tema borbonico. La sola JDiseria non sorti• rcbbe fùrse e1'ì'ett1 co tanto perniciosi se non fosse còn . giunta ed altri mali che la infausta signoria dei Horbonf creò ed ha lasciati nell e provincie napolitane. Qu esti mal.i. so no l'ignoranza gelosamente conservata ed ampliata, la superstiziòile di ffusa cd accreditata , e seg nalamente la manca"D'Zi3ssolu la di fede nelle_kggi e nella gius tiz ia, Gli uomini che a mi gliaia nel periodo di soli sessant'an ni il Gov erno borbonico ha sca nnato sui patib oli, Q !atti dolorare negli ergastoli, nell e galere, negli esi gli, non furono le vi tt ime più infelici; la scu re del carnefice, il capestro non furono i maggiori, nè i più cr udeli tormen t i di s upplizi o usati dai Borboni, i quali a tutta possa si adoperarono a co mm cJttere il più nefando dei pa r ricidii, quello di togliere ad un inLiero popolo la del l gius to e de ll'onesto. Ferdi nand o II segnata mente arrecò _nella proterva imp resa una operosità ed un ve. \ ram ente infernali. Del t rib unale della gius ti zia umana come di qu ell o della giust iz ia divina aveva !aLto il sacrario della denuncia e della menzogna; aveva co nfusa l'onorata assisa de l soldato con quella del delatore e dellb sch erano; glorificava ed onorava il delitto, puniva come in famia la virtù e l'eroismo; famelico di dominio luto, poco gli premeva di regnare su di un dP.serto, pur· chè regnass e; ·poco gli premeva che puntelli del -su trono fossero l'iniquit à, la fr ode , la venalità, purcbè v sedesse sopra; il suo reg no lungo e funesto fu un bri gantaggio per man ente contro il pi ù sacro diritto di pro prìetà, quello della onestà, contro la più preziosa prero
:· "..:
gativa della vita ·delle nazioni, la morale. La vo ce irresistibile dell'istinto che ·lo avvPrtiva come la sua dinastia potess e oc cupare per qua lche te mpo, ma non re- . gnare per sempr e nell'estremo lembo d'Italia, non lo distoglieva da ll'esiziale ass unto, ma sem pre più ve lo infervorava: regnare, e non potendo più regnare, lasciava al Govern o ci vile, che prevedeva dovesse succedere a quello della sua dinastia, un cadave re ; ques.to era il suo scopo (i). Non gli fu dato .ra gg iun ge rlo, perchè l'intel· hgenza napolitana oppose al pe rverso disegno una incrol· labil e resistenza ; e fu vittoriosa. Ma l'apos tol ato dell a 'immorali tà e della ingi ustizia fatto dall ' alto di un t rono non poteva non far ri se ntire i suoi effetti sulle povere . plebi.; ed oggi alla luce della libertà se ne scorgono le am are conseguenze. Ce lo hanno detto e ri petuto tanti autorevoli ed onorandi uomini: questo popolo non ha il se ntimento della giustizia, non ba fiducia in essa, non ci crede. Qual merav iglia di ciò se per tanto volgere d i an ni quel popolo ha veduto il prete confondere le at· tribuzion i del suo sa nto min isterio con quella del dela · tore , . il · magistrato tra COca re la giustizia, il soldato far da carneftce't Qual merav1glia se plebi mi se re ed infelici M educate a questa guisa accorrano oggi ad in grossa re le fila dei briganti 'l Qual maraviglia se nel periodo di del passaggio cioè dal dominio assoluto deUa forza bruta le all'impero pacifico della libertà e delle quelle povere plebi cbieggano alla violenza e alla rib el lione contro la · soc ietà il ristoro ai - lu nghi danni, alle eterne ingiusti zie, quel ristoro che ·non sanno, sa· rebbero in grado di ottenere dal lavoro e dalla · libe rtà't Dai Greci ai Normanni, agli Svevi, agli An gioini , agli Aragonesi, ai Francesi, la sto ria delle proyincie napolitane è la storia dell e co nqu is te e dei trionfi non del più g io· sto, ma del più for te, nè v'ha nulla che tan to conrerisca a pertu rb are la coscienza di un popolo- ed a fargli smar·
( i) Al prlnclpii del Ferdinando lÌ di ceva ahi ex- ministro prineip& DeDUce, ora defunto: • se io debbo lasciare Il regno leghe i'O al sue• Ci oquaDL'anuj dl • • Brigantaqgi<i. · '1
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rire il senso de lla giustiz ia quanto l' alte rnarsi e sucèpde rsi senza posa di dom inatori stranieri: il ·si mulacro , d'indipend enza, la mend ace autonomia ·che esse :tcqui· starono con l' u!Lima dina s tia bol' bonica non rialzaronQ, ma sempre più scalzarono quel sentimento dalle sue naturali fond amenta. Ora è cosa incontt·astabile che la· mancanza di fede n ell a giustizia è di pe r sè sola la pil1 efficace pred isposizione. che possa imag ina rsi, alla vita . eslege delle avventure e delle rapin e. La mala signorria borbon ica fecondando ; infondendo elej menti di g uerra sociale ha resa la loro azione più del leter ia, i loro iTJflu ss i più perniciosi, il loro svolgimento più ampio. Nè ciò fu opera del caso, ma di premed itazi one , di conce tto preordmato: il primo impull)O all' attuale briganta ggio venne dato fio dal mese di tugiLò ....i.a§O, quando cioè i Borboni si erano già avve duti che nQn avevano potuto trarre in in ganno ie popolazioni con l'in· fido dono della Costituzione, e che tosto o tardi sarebLe ro stati costret ti ad abbandonare il regno. Rammentavano che alla fine del seco lo scorso e nei primi anni de l secolo corrente erano tornati pe1: opera del brigan- . taggio, e qui nd i nel i 81i0 pensavano ad ammannire le s tesse arm i per conseguir e lo stesso scopo. · 1
A queste d ue cause essenzia li e fontta mentali · del brigantaggio altre debbono aggiungersi, le quali vann o del pari annoverate fra quell e che lìbbia mo chia mate preài_sponenti . Una di esse, non imlevante di certo, neoa pamlò non cale, è qu ella che diremo storica o, meglio, tradizionale. È la esistenza di una trad izione d1
la quale trae la sua origine dal ststemafeUdaJe, nelle proviuc1e napolitaue teuaciSS lm o, e tardi contrastato e vinto dalla potestà regia. Sorgente, misura e guarentigia di ogni dlritlO era la forza . H barone 1mpera va . circondato da nrav1, · e fra costoro i p1ù bravi erano quelli che potevano vantaré di aver collinHJsso maggiori delilli e maggwn atro cità. L'esercito del barone era un 'accolta di acherani pronti a commettere ogui mamera di sopruso ·t di violenza . Ai poveri vassalli non rimaneva l ltra ·ele-
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zio ne se non quella di lasciarsi manomettere, oy ve ro d i arr uolarsi tra i bravi. Nell a lunga e tetra vicenda di conquiste e di straniere sig nori e coteste condizioni soc iali ed il mal governo non man carono mai di determinare la produzione dello stesso fenomeno. In quel la crimevole periodo sto rico , che si chiama del e che l durò oltre a 230 anni, il bri ga ntaggio diventò abiluale( · e quasi endemico. In fierì nelle Puglie, in Terra di Lavoro ed in altre provi nci e. Il nome solta nto era diverso:
i ma snadieri si appellavano allora 1bandili e non bri. gan ti ; questa ultama denominaz ione ci è venuLa dai Francesi.. c I baroni del regno, dice il dotto s torico W.n- 1 ì speare, si sono servili del brigantaggio com e della loro
• ortlinaria milizia .•. Le milizie e i domestici delle Corti .
• dei ·buoni sono stati d'ordinario assort iti di uomini
• coperti di delitti, i quali si rifuggivano solto la loro
• protezione. Per uno di que i prmcipti di onore che
• l' anarch1a feudale av eva ad ot l.ati, la qualttà di uomo
• inquisito passava per un requi si to di coraggio che ren-
• deva un canaìdato dtgno di essere ammesso fra le
• squadre baronali.•. Fra - lu cause che diedeN luogo alla
• proscriziòne del principe di Saletno SaosevcriDo, ci fu
c quella dJ essere uon sulo ·protettore, ma anche tJarteci-
• pante br1g'antaggio; e fra le plim e rimostra uze c be
c fece Ja c1tlà dJ Napoli all'tmperat.ore Carlo V ci fu cbe
• i nobili uoru tn l facinoros i ne1 toro portici,
• per mezzo dei quali straZiè;vano, ucci·
• dt:vatio gli onesLl CiLlaJJDi e LOgllevano pt:r fprza i ri-
• balli! dalle maUJ gaustizta ..• 11 D.
tou1o d' Aràgoua nel t , dopo di aver creata .una
• tomm&SSIO Oe stra01 dJUarta per giudiCare i fautori e i
• di baudJtt, e dopo di aver fatto arrestare e
• -sottovorre al S!ud1cio alcuni od prlnCtpali baroni del
• regno apri, in uu1one colla mogh e ì.rn baratto cogli
• accusa LI, e daala seduta pubblica ael giudich>, alla quale
«la CIUà Credt.lttl Ch' t:i YOit:::.:it: trt:l 1' eSt: w_plO
• della s Lrt::pllo.sa couuauua l)lle aueulleia:.eu t:: , l>i riurò
• di multe neUa somma di 3to,OOO ducati ••• il vi·
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.
• •
' eerè conte di Castrillo, mentre perseguitava i briganti ,
• richiamato alla difesa di Castellammare contro jl -ten·
, tativo di sbarco che ivi faceva Ù duca di -Guisa, chia mò
• io s uo soccorso quella stessa masoada di bandHi .che
• aveva voluto sino a quel momento distruggere • (-! ).
Le cronache e rè storie contemporanee somministrano gran copia di fatti, che si ri scp oirano con le riflessioni del Winspeare, e porgono docù.m.epto dell'audacia e della
potenza degli sbandi ti. Nel ftlo.9.. una masoada. di forte di H>OO uomini e guidata da un Re Marcone, pose l'a ssedio alla città di Cotrone, battè un corpo di tru.ppe spagnuole, e non si ritirò se non qu ando sopraggiun s!} un altrocorpo delle stesse truppe più forte del primo. Un altro masoadiere per nome l'abate Cesare, essendo vicerè il conte di Pennaranda , spmse l''tudacia fine a bloccare la cap ita le. essendo vicerè il duca di Medioa, fu stimato necessarw di creare un vicerè per la 1 campagna con l'incaric o speciale di combattere gli sban· diti. Mentre era vicerè il conte di Castrillo, un Carlo Petriello teneva la campagna in Terra di Lavoro con tanta forza di masoadieri da interrompere il passaggio, sicchè il cardinale Buoncompagno, arcive scovo di Bologna l dP· vendo recarsi a Sora, era costretto ad implorare un sal · vocondotto da Petriello, che glielo concedeva. Nel · il duca di Maddaloni cosp irava contro Masaniello ,. e per conseguire l' mtenfo faceva entrare nella ·stessa città di Napoli sotto vari pretesti gli sbandi ti , i ·quali ·poi, ces· sala la rivo luz ione , per lunga pezza di tempo seguita·· rono ad infestare il reame , n è si venne a' capo di m&t tere One alle loro gesta se non quando il conte di Conversano, uno dei maggior i loro promotori, venne man: dato prigione io Ispagna. ·:
Nella storia del viceregnato spagnuolo le gesta brigan -
tescbe tengono il posto di rasti militari; gli eroi di q!lell'epoca sono i ma snadieri: Re Marcoue, Pietro Mancino , f Carlo Rainera, Benedetto .Mangone, l'abate Cesare Ri c·
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)
\
( l ) V. \VIliJPBAU, &loria !hgli abuli (ttui4U.
cardo, Marco Sciarra, Carlo Petrìe ll o, Bultinello, Verti·
cillo, Angiol o del Du ca, gl i S picci arell i.
La tradiz ione del vicereg nato er:a co ntinuata dai Bor.• boni. Il Col letta riferis ce che nei · primordii del regno di Ferdin ando IV , un regio bando diceva: • Sono continui • i furti di strada e d i campagna, i ricatti, le rapine, le , seelleratezze; è per duta la sicurezza del traffico; sono • imp edite le racco.lte • (i ).
Nel 1799 le orde dei masnadieri aizzate dai Borboni . e capitanate da u n porpora to di Santa Chiesa, misero
a sacco e a rub a tuLLo il reame, e per la Slnguinosa via - dell' anar chia sociale ricon dusse ro sul trono il J!tincipe spodest ato. Durante il decennio , nel quale regnàfono
GiuseppeNapo leone e Gi oachino Murat, il brigantaggio, a dell' p dipendenz a,·trava_gliava r lspe cia l gmsa l e Calabrl8, e turbava la pa ce d1 tutto d \ regno. Se il ·soccorso degli Austriaci fosse mancato nel t82l; Ferdì11ando I av reb be adoperato il brigantaggio per di sfarsi della Costituzione ; se il !5 maggio tMS
Ferdinando Il fosse stato vinto nella città di Napoli, egli . era già pront6 a scatenare il brigantaggi o nella campagna. Al · pari del. viéerè D. Pielrantonio d'AL-agona l Borboni sono scesi a palLi con i briganti, come attestano gli \ esempi dei V. ardarelli e di Talarico. Dal complesso di questi ra u i risu lta una tradiz ione storica la cui partecipazione alla genesi ·ael nrTgà"òtiiggicr no n può essere ri· vocatà in dubbio. Nelle infami torme dei sa ccheggianti e dei ma soadieri del i l' esercito borbonico trovava i l suo i · Pr onio M. ammone, Sciarpa, Diavolo \ ·a.Jlr& s1mlh : • u1L1ma plebe, come 1l Colletta, . • immondizia di plebe • (2), erano fatti colonnelli, baroni, cavalieri; ìl delitto non più argomento di pena, ma di premio, fu via palese e sicura a conseguire gli onori supremi ; il sace heggio ed il furto mezr.i legitt imi e glorilì ca ti di ricchezza. I contadini hann o inteso dire non
· poclle volte dai loro o d ai loro avi che quella tale
( t ) Vol l, pag. t98.- CapJiago
(%) yoJ._.IJ, pag. t
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l
1fami glia del loro pa ese oggi riéca ed opulenta , nel.l:lf9g
l era poverissima, era nelle in esst medesimi sono attu al mente, e che va debttr1ce d1 tutt a la sua fortuna al bri gantag gio. La tP-nt3zion e non è piccola, e molt i di essi adescati dalla possibilità del facile e grosso gua· dagno, non resis tono alla spera nza di poter fare altre ttanto per contò proprio: Il senso della sveg liato da ll'esempio e dalle mem orie pa rl a parole più effi caci e più as co ltate di quelle del senso morale , .e le attrat tiv e dell'agognalo fine nascond ono f pericò li e le ln 1q uìlà dei mezz i ed inco ra gg iano al misfatto. Croceo e Caruso· SO·
1g uano forse di diven tar gene ra li e marchesi, còme avt venne a tant i loro predecesso ri nel i 799 . Alcu ni anzi di questi ribaldi precorrono l' asp C' tlato prP mi o, e s' intilo!4no con gradi tol ti da lla gerar chia mi litare ·o da onorifice nze èa valle resc he. Cb iavone si di ceva generale, nomi nava uf.fic iali, a!\Su meva e r icev eva il titol o di eccdlenu. Pilon e s i denominava cavaliere e comandante un corpo di..,os·
1 se rvazion e. Croceo reca sul pe tto du e decorazion i , una delle quali con nas tro giallo, ed i ma soad ieri di Cap it a· nata e dl Basilicata lo chi amano loro ge nerale. Noi stessi abbiamo le tto una lettera scriUa da Nin co NaDIO all'in · felice Pa lusella, delegato di pubblica sic urezza io Avi, gliaoo , da lui poscia prodiL ori ame nte ucciso, nella quale · si firm:.va: Il colonnello Giuseppe • Nicola Somma alia1 Ninw Nanco. ·
Chi abbi a posto mente alle considerazioni ed ai fatti che siamo venuti esponendo non pnò ragionevolmente aspettare che la voce del se nso morale abbia virtù di farsi ascoltare a preferenza di qu ella dei pra vi ist in ti e delle passio ni rapaci. La morale deform ità del la nefandezza delle sue opt>re e dd suo mestiere sono velate agli occhi di quelle povere plebi , le qua li pèrciò . n on spe rimen tano, non po ssono speri mentare verso di esso il salutare rib rezzo che pe r beoeflco is tinto di na· tura il deli tto tle sta se mpre nell' animo umano. Agli oc· ch i di que lle plebi pieve d' immagioaaione e crucèiatè dalle privazioni il brigante ap pare ben altra cosa da quello
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che real men te è; dinanzi ad esse si trasrofma 1 diventa \ un essere fantastico , ·il simbolo delle loro aspiraz ioni , il vindice dei loro lorl1. La stessa leggenda \ alimen ta l<l traduzione bri gantesca. Il co ncetto popolare. del brigante è tutto speciale , tutto proprio e conforme · alle condizioni ed alle disposizi oni degli animi; la lurida reallà cede H posto ad una fì azione imagiuaria d' iodols affatto opposta; il brigante non è più l'assassino, il la· j dro, il saccheggiato re, ma l'uomo che con la s ua forza \ sa rendere a sè e agli altri la giustizia a cui le leggi non provvedono; il ma snadiere è trasfo r mato in eroe. In
questa metamorfosi si raccoglie una intit'ra storia di do· !ori non -alleviati, di ingiustizie non riparate, ed un in· s·egnamento morale che non può andare perdu to. Là dove 11} leggi non sono fatte di tu lti, e non sono imparzialmente eseguite per e contro tutti, l'infrazione alle leggi divtJota consuetudine ed non di disjoro, ma di vanità e di glor ia. Là dove il manto della legge non si ·stende ugualmente su tutti, chi sorge. a Iacerarlo invece dell' infamia cons egue agli occhi delle moltitudini pre$tigio ed ammirazione. .
Ma oltre queste e dolorose cause morali e sto · riche; che sono germe propizio allo sviluppamento del brigantaggio · , boil dobbiamo tra.lasciare di aorìoveraroe allre, cbe anche son.Q..J1.J:.edispon,eoti, ed alle qualì:Sènt>n ·può. assegnarsi la somma importanza che pur tro ppo pos· seggo1,1o quelle fi n qui ricorda te, v'ba però dovuta· molta attenzione. Inte ndiamo dire le cause derivano dalla 1 coriflgorazior.e de' luoghi, dalla di visi one delle terre, dal· i ' l'indole .dBlecoTtt vàii'ò!li, dalla distribuzione degli abi· \ tanti sul territorio, dalla malagevolezza delle comunica· zioni, dall'abbondanZl. d:i folti e vasti boschr e che ciò chiameremo cagioni topografiche.
I punti più. infestati del briganta ggio sono quel lembo della ·catena degli Appennini che scende di gradando nelle \ Puglie, e il corso dei due fiumi o ·tqrreoti, il Fortore e l'Ofanto, le cui rive boscose sono asilo sicuro ai mal vi· venti. Da quei monti si discende facilmente nella va:sta
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pianura pugliese, dove prevale il sistema della ·
coltivazione, scarseggiano le città, abbondano rprali : tutte condizioni propizie alle scorrerie ·d·ei br)gaJ:lti a cavallo.
La regione garganica , che toglie il nome da(iiioì:Ùe Gargano, è bagna ta dall' Adriatico da una parte, e dal · l ' allra tocca alla im mensa pianura del Tavoliere di Puglia . Per la posizione, per il clima, per la varietà dei prodotti pott·ebbe essere una delle più felici e più riden ti contrade !del mon do: e fratLaulo è misera, disgraziata:, . selvaggil. ; Non un punto di ricovero, non strade,"tranoe quella che conduce al Santuario di San Michele. Sono parecchie migliaia di creature umane, che si trovano dal conlatto e dal consorzio dei loro si mili, che non conoscono nessuno dei vantaggi della civiltà. Ci so no localit à nelle quali non si può andare nemmeno a cavallo·: . è mestieri andare a piedi. Un altro circondario della Ca-jpilanata, quellcl di Bovino, è del pari alpestre e montuoso, l e non ha strade. La pianura del Tavoliere incomincia all'apertura del vallo di Bovino, e si estende assai !ungi. I briganti la percorrono facilmente e rapidamente a cavallo, e quando sono inseguiti dalla forza cercano e trovano sicuro scampo nei monti e nei boschi. Il bo scq di l Dragonara , la se lva delle Grotte, dalla parte garganica, \ sono i loro ricoveri naturali. Quest' ultimo bosco segnalamenta per la vastità, e perchè confina con quelli della vicina provincia di Molise, porge ai briganti facile mezzo di occultan;i e sfuggire a qualsivoglia persecuzione. Dal Fortore fino al bosco Peta cc iato, vale a dire fino al cir· condario di Vasto io provincia di Chieti, è una lunga selva, interrotta a brevi intervalli, di fitte e selvagge boscaglie, rade, folte, macchiose , arboree, frattose ;, qua. facili ed accessibili, là diffi ci li ed innaccessibili : or traversate da rovinosi sentieri, ora scavate da orrende ·spe· lonche, piene di dirupi, di caverne, di burroni: ora in· tralciale da denso fogliame, ora da acuti spineti, agevoli nascondigli ai ma snadie ri, ostacoli insuperabili alla forza che li perseguita . A tempi della occupazione
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come al dl d' oggi, qu ei boschi erano il naturale ' del bri gantaggio . In Basilicata i boschi di Maoticcbio • l di di Ri pacandida, di San Cataldo, di Poli- \ coro, di Montemilon e, porgono ai br·iga ot i agevolezze dello stesso gen ere : da quello di Monticchio vanno ad infestare il circondario di Mel lì io Basilicata, il circondario di Sant'Angelo dei Lombardi in Principato Ulteriore, la Capitana ta: da quell o di Montemi lone fanno scorrerie nella zona mont uosa della provincra di Bari, che è co- 1 nosciuta col nome di Murgi a. Il solo aspetto di quei l boschi basta a far indovinare, co me in una regione tra vagliata dal brigantaggio, ess i debbano grandeme n te faVI)· riroe lo sviluppo e la conservazi one.
Sono tanti ricoveri dati dalla natura ai briganti , i quali ivi stabiliscono i loro deposiLi di viver i , ivi conse rvano il prodotto delle loro rapine , - éif banno tal· perfino le ambulanze per i feriti e per gli am.malati.
Quanto poi la mancanz a di strade agevoli e giovi al brigantaggio, ci sembra cosa di tanta evidenza da non avere nemmanco a. dimostrare. Anche qu esta deplorabile mancanza era uno degli elementi del sistema borbonico, e conseguenza di un disegn o preconcetto. I Borboni fa· cevano costrui_re . magnifi che strade nelle vicinanze di Napoli per ingannare i feirestieri, e procurarsi nell'apparenza \ le sembianza di Governo ci vile: sapevano che la maggior parLe ·dei forestie1·i, se non tutti , si sofTermavano nella e non curavano di andare a visitare nè la Capitanata, nè la Basilicata. In tal guisa l'intento era rag· giunto·: a Napoli una maschera di civiltà, nelle provin cie la . barbarie senza velo di sorta alcuna. La Ba silicata è uoa provincia, che per la estensione del territo'i'l'lrtJgua . gl.ia, o per lo meno si avvicina assai alla Tosc a,oa: si può dire cbe è quasi totalmente sprovvis ta di str ade cl!!rcggiabili : le sole che essa ba sono quella cb eài""1relll va • a , quella che da Potenza mena · alla provincia! di Salerno ed a Napoli, quella che per Lagonegro con.f giunge la provincia di Cosenza con quella di Salerno. La
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!strada da Potenza a Ma tera è interrotta a Grott? lé. N'essuna
\ via di co municaz ione ve rs o la mar ina dell' Ioni o.
Si via l!"g iano le di ec i e q uindi ci e venti mi glia per sco sresi sen tie ri , per pericolo s' dir up i senz a in co ntrare un R' man go no qu indi preclus e a qliègli a'bi· tanti le vte del comm erci o, imp os·:ibili le comunica.:dooi, tolti i cont11tti benefi ci della civilt à. Ai tanti vantaggi che nat ur almenle porge ai brig ant i la con llg uraz ione del suo lo, si aggiun ge io q uesto modo an che quel •o ch e ri sulta dall a difficoltà non di rado insu perabil e, c he la màn canz a dell e vie di comu01 cazi one frap pon e a pe rseg uitarli ed a ri cercar li. Il lungo s pazio che div ide gli Abruzzi dalla Capi· tanat a è parim enli srrovvisto inti ernm ente di strade. Non 1po chi proprietari abruzzesi hanno int eressi di non li eve i importan za nella provincia di ·Fogg ia, ma quando intendono inv igilarl i con gli oc c: hi propri sono obbli gati a fare un lun g bi $S im o gi ro, ad and are prima e di li a Foggia. Totli gli anni i pasto ri che sce ndono dag li .A'fifii'ìtt-percorrono il cosi dello tratturo per recàrsi io Capitanata , ma tranne che ad essi, quella via non è accessib ile ad altri, e nella stagione invernal e è pressochè all'intutto im prat icab ile. Dall a Capitanata all'5:11tra limitrofa pro vin cia di Benevento manca parimente la co municaz ione per strada ca rreggiabile.
Sui comuni di Basilicah 9i sono se nza st rade:
l sui t08 de ll a provin cia dt Catanz aro 92: s ui 75 della provincia di Teramo 60. Nella s tess a pr('lvincia di Napoli
• so no com11ni senza strade. La provincia privilegiata è quella di Bari, la quale per ogni mir iametro quadrato
• ha und ici chilom et r i di strada, laddove neg li , in Capitanala, nelle Calabrie, in Bas ili cata, la proporzion,, è di soli tre ch ilomet ri. In tot ali tà s ui !848 co mun i del
1 Na poli ta no t 32 1 man cano di st rad e. Ora q uesta mancanza di strade è tutta a pròfi tto del b r igan tagg io, il qua le nasce, si e prospera dovunqu e tacciono le ope re della civtltà.
Queste erano le coodi1..ioni nelle quali vers av ano · le provi ncie napoletane allorchè avvenne il rivolgi me nto pO ·
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liti co dell'anno !860; ed eccoci na turalmente condotti a discorrere delle cause pross ime ed immediate dell'attuale poiché, giova non dimenticarlo, quelle delle quali abbiano tenuto Ilo qui ragiooamenLo son o soltanto te cause generali prPcl ispo oeoLi al crudele flagello. · Ogni mutamento polit ico è cagione di crisi, e questa as sume la forma che si add1 ce alla tradi· l zio ne' alle consuetudini ' alla storia del paese·' dove n ! mutamento s i av vera; e quando ciò avviene io uri corpo ' sociale affiitto da longeva infel'milà, è inevitabile cbe la cris i non si restringa , en tro i limiti politici, ma trapassi anco nei socia li. Le prov in cie mer.diooali non solo banno do vuto sog giacere a questa legge generale d-ella istoria, ma hanno anche dovuto sperimentare un' altra volta' e sa rà l'ultima , i tristi effetti del maltaleoto e del malvolere di coloro che per ta nti ao oì le hanno manomesse ed ,.v vilite. Fra le cause percìò ed immediate del ·brigao"taggio vanno annoveraLe, e quelle che fatalmente inerenti alla natura delle r.ose , e quelle che sono derivate dai biechi proposit i della dmasl ia esa uLorata. Il rivolgimento politico del t860, mnovendo dal santo con · cetto di nazionahlà, ebbe a manifestarsi con forme maeé .solen ni, ed all'intatto dego e del grande princ ipio, del quale consacrava H trionfo : gli an imi , asso rti nella contempl azione dell' impnuente spettacolo di un popolo che viene ad essere di nazione , non potevano preoccuparsi ·di altro: e frattanto mPo tre il moto nazionale si svolgeva nelle provincie merid ionali, gtà incominciavano gli apparati alle male opere contro i diritti e le · della ·na zione. Presa go della sorte cb e l'a spellava, fedele àllé consuetudini di famiglia ed ai d.ettati pate rni , Fran·f cesco Il si a turbare con le insid ie la pace \ di quelle provincie, che con le animose opere ed il coraggio. non a·veva saputo conservar e. I primi semi della · mala pianta del bri gantagg io furono gettati negli ultimi giorni del rt'goo borbonico. Era là freccia avvelenàia del Parto fuggente,cne la moriente din astìa scagliava contro \ l'Italia trionfante. Nei mesi di lo gli o e di t860 ,
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mentre nelle app are nze si dichiarava di voler promuover e e proteggere le libertà rostituzional i , venivano àppa:reccb iate io segreto le fila della r l'azione, nella quale, ((ome in ma gg io t848, si sperava soffoca re il moto Gli anai ch i impiegati fu rooo conserval i nelle inténdenze, t nelle cancellerie nelle giu diz iarie: gli antichi ' cap i urbani furono assunti. alle cariche d' uffizi ali nella g uardia naziona le : la tr: upp a e ra autori zzala alla rapina led al saccheggio: le carceri. e le gal ere a disegno mal custodile. In meno di .una 'nn· ..dugento fr!l \ leotti e carcerati, evaser o da Castellamare e da Avellino. , Prima di abbandonare Napo li, Francesco H emanava · un decret o che apri va a molli imm ediata mente, ad altri in poco volger di tempo, le port e delle prigioni. -un disegno di reazione all 'i ntutto ·pre medita to; e di fatti in alcune località, come per esempio a Bov ino, dove o vinse . ecce ss iva impazienza, oppure non era stato trasme3So a tempo opportuno il necessa ri o mollo 11' ordine, i tentativi di reaz ione ebbero prin cipio an che prima della di Francesco II da Napoli. Il Borbonism1 oon essendosi po tuto conservare. con l'inganno, non essendo pi ù ri usci to a t rarre in er ror e nessuno con le lusingbiere pr omesse, l ricora·eva all'antica consuetudine, pigliava là form a, per cu i sorti vittorioso nel t 799 , quella del briga n taggio. Nell'otto b re del ! 860 la bandiera bo rbonica sven tolava
1 anc ora sulle mura di Capua: dalla riva destra del Volturno fino al confine romano regnav a anco ra F rancesco II : ed in quell' andar di tempo per l'appunto s i fo rmavano le bande del La$range, le quali si reclutavano fra i cootadin i piuml'Sei- i e più . cen ciosi di quella pa r le di Te r ra di Lavoro, e recavano dovunque passavano la devas taz ione ed il saccheggio; assalivano parecchi paesi, f ra' qua li la cit tà di Ar pi no , ch e str enuamente difesa dai suoi citta·
' dio i, le sba rag li ava e le respin geva. Il con ta di nam e fu dovunque aizzato ed asso ciato. ai gendarmi ed alle truppe.
A Castelmoi:one, a P iedimonte , a Caiazzo, a Casolla i vo· lootari dell' esercito meridionale ebbero a co mba tte re con-
' tro contadini armali. I saoguinosi casi d' Ise rnia furono
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opera di fero ce accozza glia ò i sold ati e di plebe : le band e del Giorg i ne gli Ab ruz zi erano composte da gen te vaga \ di sacc heggio e rapacissim11. Cot esto Gi vrgi in s ieme ad · . un ufficiale dell'esercito borbon1co, arringa ndo i co ntadini nella piazza di San Ger mano, per persuaderh ad in grossare le bande dev asLatric i , diceva : c Francesco Il vuoi c finirla con questi galantuomini, che vi fanno del male. · , Egl i m'incari cò di dir vi che vi darà tutti i loro beni , e le loro case. Bo anche incari co dal papa di b enedirvi 1
, e assolvervi dai vostri peccati , • Tutti sanno che nel • gerg o loca le galantuomo vuo i dire chi 5hi possiede qu alche cosa.
Ora le parole- testè riferite svelano ch ia ramente il con ce tto bor bon ico , che è qu ell o di opera re la ÌJe r mezzo della guerra so ciale, aizzando le passi oni èd i ri sen timen ti del povero 'con[ro il ric co o l' agiato, del \ proletario contro il poss idente. Caduta Capua, il reg no di Francesco II fu ristretto entro le mura dell' a!'Sedia la Gae ta, e Chiavone incomi nc iava le sue gesta: tenne la città di Sora pèr}Lqy_an ti gio rni, e quando ne ru scacciato dalle mili zie regolari si diede a fare il brigante in campagna. I soldat i deii 'P-serci to bo rbonico nell'andarsene alle lo ro ca se avevano il mot to d' ord ine di ciò che do, vevan fare io pr1ma vera ; e per·clìè no n so rgesserCI eq ui - t voci , ognuno di . loro rice veva u n anello di una for ma • particolare, che doveya servire di segnale di riconoscimento. Fio dai primi giorni adunque della liberazione delle provinci e napolitanc appare evi de nte qu ella aomplicità attiva, efficace, ·scientc t ra il Borbon ismo ed il bri·
· gaqtagg io , che sussiste tuttora , e che avr.emo occasioue. n el prosieguo della nost ra esposizione di additare àlla . Camera con docume nti irrefragabi li ed autentici. Giova pure ri corda re a propos ito, che s ui primi giorni della dittatura de l generale Garibald i., numeros i e disp e· ra&i tentativi di reaz10ni sang uin ose vennero fatte aù Ariano , a .Montemil et to , a Casugli one, a Carbonara ( iu t provincia d1 Avellin o), a Sla Marco io Lamis, a San G1v - l vanni Rotondo, e pressoc bè in tult i i paesi della regione
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ga rgan ica (in provincia di Foggia ) ed io altre località. Il priml> nu cleo della banda di Cipriano della Gala, ch e poi per tanto tempo menò strazio in Terra di Lavoro e
• nelle provincie circostaotj, apparve pa r im ente in quel medesimo frattempo . Mentre dunque si andava attuando un grande m utamento politico, il quale di necessità dove va spostare e ledere mo lti urta l'e molte susceltività, offe ndue tant i amor p10prii e pl'odurre perciò inevitabil· mente una ge nerale perturbazione nelle cose e negli uomi ni. Il brigantaggio sorgeva soLto gl i auspicii e dietro l' impulso di coloro che soli poteva no ripromellerse oe va ntaggio, vale a dire della dinastia borbonica. Senza ma ncare mai. delle sue vere caratte t·ist iche, il furto, cioè,
•, il saccheggio e l 'ass assinio, il bl'i ga ntaggìo nei tempi \ delle sue prime manifestazi oni teneva p1ù dell'indol e ] O· ' li la quale poi andò successivamente d1leguandosi, 1filche non rip rese le sembiaoze di guerra sociale senza cessare con ciò di essere amtato e sostenuto da coloro medesimi che primi lo acces ero e lo promossero. Ood' è che a noi sembra qu es tione all' intutt o oziosa il delìoire se il briganta gg io sia esclusivam ente politico oppure esclu· si vamente soc1a le, essen4o eviden te che se nella essenzl è il sintomo di un profo ndo male socia le, non cessa dal· l'essere adop erato ed usu!rut tuato per fini mera ment e politici. Il partito politico, che non vergogna di ce rca re i suoi proseliti ed i s uoi paladioi tra gli assass ini ed i ladri, Loghe ad altri la mvlesta cura di giud ic arlo : fa· ccndosi compli ce del bn gaota ggio , accettan done e so Il e: citandone l'alleanza, pronuncia la severa ed illappcllabile coodaona di sè medesrmo. Raccog lie vmto tutta l' inramia, e quando (facc 1as• per un momento uu presupposto im· possib tle) LrJOora sse, non de uerebbe, ma riceverebbe la legge dat s uo1 al leati, e dovrt:bbe r ico rre re, per dis far· SP.oe, ad ar ti 6ci i ignobili e scd le rati , com_e 1U quello della capitol azione con i Van dard! J.
L'elemento uor bon it o adulHJUe, p rofHta ndo dello spo· s tamenLu d'ull e Jc !)Sl e della "t. uera .e pei'Lurba7.toqe ine· vitabllmente prodotta dal movim ento pobLico, scatenò
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sulle povere provincie napoletane la furia del briganta g-- 1 gio. Qu es ta fu nel i860 la prima causa prossi ma ed im-.\ mediata dello scopp io del flagello. Le fila dog li assassini non indug iarono ad in grossare : le reclute erano belle e ro nte. Le reazioni qua e là su ccedute erano slate represse e ·non sempre se nza trasmodare; e non tutti coloro che le avevano istigate e capitanate ca dde ro ·nella mi schia , ovvero furon o faLLi pri gionie ri ; molli fu gg irono , e non trovando altro si diede ro in campagna. Aggiu n. asi che io parecchi ca .:; i la repress .oue aveva oltrepas·l ato i limiti aetfàTegi Uima dlfèsa, ed ave va servilo di fa· téile pretes to a sfogo di privati ran cori, di personali ven · ' !delle; quindi in molti il desi derio di vendicarsi alla loro e di lavar col sa ngue le offese di sangue. Come raggiu nger lo Parteggiando per i brigan ti , accompagnand osi ad essi, accrescendo 11 loro n umero. Le gare e gli odii personali, ne1 piccoli paes i soprauutto singolarfente viv e e tenaci, porgev ano in que sta guisa nuov a all 'incendio. A Cervinara, a Sansevero, in altri luo- \ ghi avvennero altre reazioni, ed il risu ttamento fu il me- ' desimo. Dall'a lti'O canto le carceri mal g uard ate e mal l wstodite torn ivano pur esse un perico loso e non iscarso pontingente al brigantaggio. Le evasioni dei galeotti futono facili e numerose, ed il pos to dei faciooros i sfug- , giti alla severità della gi ustizia puoitr1ce era natu1·almente l presso i bngc.mi . Lo sc.ogluuento dell'ese rcito borbonico \ . fon fer1 pure, come è agevole 11 pre vedere, a pr odurre lo ;tesso etJefio:- Le consuetudini di quell'e.>ei'C itODOn erano fermo qut:l le <t i una regolaLa etl au stera diSCip lina;
,soldati erano avvezzi al !ur to , al meu dac10, ad ogni naniera di diSSOlutezza e di illlquiLà . A1 p1ù pervei'liti .ra ess1 parve prtfenb1le di andare a raggiUngere i bri·
3Ut\lt;hè tornare alle lf.lCllìéllC del la· 10ro nel _se no delle loro fam1glle. lm1J OI'ta pe1'0 osservare • :he in sulle prime il conL mgente furuJlo aagli sba udali lell'esercllO bvrbonico al bngantag g10 non fu così nume·
'OSO, come poteva ragionevolmente in· 'OC, asaai grande allorché vennero nuovamente ri'bia·
mati a prestare il servizio militare. La priinà leva del fiiTgaotaggio fu dunque co mpos ta dag li evasi di galera 1 \ , dai perseguitati per le reazioni debellata, dagl' imputau di d1:1itti o misfatti non assicurati alla giustizia, dai çon. ' dan nati io contum acia, dai dis r rtori, dai renitenti alh leva, da tutti coloro cbe avevan o conti aperu con la giusti zia , dagli sban dati e dai miserabili spi nti da ll'avidità 4e1 bottino e del saccheggi o. Ma più del rin. degli sbandati il loro le ban diere fu cagione' di granTe ' recrùdescenza nelle reazioni e quindi nel briganta ggio; Nella pr ima vera dell'anno i 86 i · le bande così io gro$ sate crebbero di baldanza ear audacia tino al seg no d! aggredire bor gate e ciuà. Croceo con la sua banda per corse il circ61liJario di Sant'Angelo dei Lombardi, pre' ' dando, taglieggiando, ucci-dendo, ponendo a ruba ed i ' sacco Caliti, Monteverde, Conza, Teora. Le milizie nazi a nali della provinc ia di Avellino accorsero a combatte \ le infami orde, l e quali furono disfa tte ed in seg uite fi" a Yenosa e Mellì. In quel circondario commisero nuo immanità e nuovi orrori; entrarono in Mel !l, dov e tra fesLe e le acclam azioni Cro-ceo in-alb erò la baòdiera bia ca. Il brigantagglopl'osego iva in tal man ieraa serba una tinta poli tica o ad asso ciarsi palesemente alla ca della caduta dina st ia. Furono ripo ste io seggio le autor' borboniche, e fatta la proclamazione di"Francesèo II a · delle Due Sicilie. All'appressarsi delle forze che fu p sibile i bt·iganti fuggirono, ed il loro ten tivo di reazione non ebbe segui to. In quella occasio compane per la prima vol ta la compagnia di militi i cavallo comandata da David e Menouni , la quale ali l e poi rese segnalati servigi'nella rep ress ione del brig taggio.
A cotesta recru descenza di tentativi reazionarii d occasione, come poc' anzj dicevamo, il provvediment o ric hiamo degli sband ati. Alcuni di costoro si erano dati in campagna, ma il ma ggior numero stavano -t quilli, appareutcmente almeno, nelle proprie L'
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nuncio del richiamo tornò loro sgraditissimo. L'eseco. zione del provved imento peggiorò le cose, poichè si erano ommesse le opportune preparazioni. No n erano nemmanco stabili ti deposit i, raréliequem che si presentarono' non \ trovandosi nu lla i n pronto, erano rimandati, e poi richia · mali di bel nu ovo. In taluni casi il tiOvìo ed il ri èlì ìamo venner o prati cati per ben tr e volte successive. Non pochi, . per isfoggire all'obbligo del serv izio militare, . es ibiron o . conge di falsi , nè mancò chi, profittando dell'occasione , fa eess e di qu esta frode una vera speculazione. Pare di f· fatti che qu ei co nged i falsi ascendesse ro ad oltre 30,000. Cotes ti sbanda ti r ichia mati furono i principali strument i ' dei nu ovi tentati vi di reazione che ' venne ro fatti in alcun e
provincie, segnatameute in quelle di AveÌi ino e di Bari nel mese di lui!!o dell'anno !86 1. Il gior no 7 di quel "mese 3f CO IDUOl oe11a prima di dette prov incie inalbera· . vano labandi era bianc a; la città stessa di Avellino era i minaCCfa ta·:-ra poca truppa disponibile e volonterosi ' · cit tad ini mossero per do mar la ribelli one. La resistenza ' io al cuni luogh i fu accan ita, ma dovun que tu superata . La reazione fu successivamente deb ella ta a Candida, ·a · Chiu sano, a Montemiletto, a Montefalc ione , a Lapio. Que· \ reazioni, come abbiamo detto, ebbero a strument i gli sbandati richiamati sotto le arm i, e venne ro istigate dal clero, il qual e era · singola l' mente esaspe rato dalla proin u i'gazione della legge del i 7 fe bbraio s ui beni dei conventi. A Gioia, popolosa e fiorente città di Tèfraai
Bari,ì1>riganti ir ruppero nell'ab ilato, ma dopo lungo e vivo combattimento fu rono vigo rosamente respinti da quei
· bravi e da quell a otti ma guardia nazionale. Fra i della rea zione era un Pasgual;nomano, già
.sergente nel disc iolLo eser cito borbonico , ·1 quale, essendo rius cito a pors i in salvo, si fece capo di quella comiLiva di bri ganti, che fino a gen naio scorso infestò molta parte delle Pugli e, e che da lui s' in litola va ·ta compagllia del sergen le di Gi oia . Questo fatto porge la dimostrazione evidente dell 'inti mo che ne lle pro· vio cie meridionali corre tra la reazione ed il brigaotag· '
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gio. La reazione , vinta nelle ciltà, è brigai}taggio nelle campagne, nello stesso mOdo in cui le rare vo lte cqé il : brigantaggio è riu scito ad entrare in qualche abital\l si è subito confu so ed immedesimato co n la reazione. Sa · rebbe succeduto lo stesso pochi mes i dopo, nell'anno Drt· l desimo, allorché lo spagnuo lo Borjes tentò una ribellione \ a favo r e dei Borboni . Persegui rarocfai Calabresi prima ,. e poi combattuto ad oltranza dagli abitanti di Basilicata, si vide rido tto a dive nta re non un guerrilliero, ma \m capo di ma soad a, come Croceo e g li altri della stessa ri· sma , e quin di preferì fuggire. Fu l' ulti ma volLa in çui 1per nnmero e pe r forza il brigantagg io pigi iò proporzioni ...\ rileva nti . Se Borjes avesse potuto sort ir l'inten to, gli or- . rendi ca s i del !799 si sarebb ero rinnovati, ed il bri ga n. tagg io avrebb e un'a llra volta fatto ri cupe rat'e il trono alla . fa migl ia borbo nica. Epperò anche presci ndendo dalle u l. teri ori prove che sare mo per allegare, della co mplicilà tn i borbon ici ed il brigantaggio ci pa re possa fi n d'ora considerarsi come pu nt o assodato che quella dinastia h quale non ha sap uto reggersi quando aveva a s ua. di spo· sizio ne un esercito di iOO mila uomi u.i, ed una fa lan ge d'impiegati e di sicari, ha cercato, dopo aver pe r duto U: tro no , di rkup era rlo col s ussidio degli assassini. Alla ver gogna della fine ingloliosa si aggiunge or a qu ella mag giore delle ma le arti per co nseg uire il ritorno imp o sibile.
Gt>neralù dalle cause predisp onenti, delle qu a li fatta l'enum erazione, prodo tto e promosso dalle cause illll.' mediate e prossime teslè rammenta te, il b riga nta gg io ' è, per così dire, accampato nelle provi ncie continentar del mezzodì d'Italia, e, co mecchè in'"V'i3"die vid ente clinaziooe, du ra ed a rreca danni di ogni man iua ne persone e nelle cose, e nell'an 1mo delle tormentate polaziooi desta lo sconforto c l'ansietà, che sono il po tato ine, it abile della manc anz a d1 quella pr ima neccss i di ogni ben ordina to vive re civi le, che è la sicurèzza de! person e e dell e proprietà. }fa qu ali son o i mothi del té n3ce permaoen z3 del La risposta a qu
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sta interrogazione implica l'esame delle cause che alimentano il brigantasgio, e quello delle ragioni per cut lrimedi finoriTdoperati siano stati inefOcaci. Questo duplice
·esame è inseparabil e, poi chè evidentemente la persistenza delle cause non può non co nferire alla in efficac ia dei rimedi , e qu est1 alla sua volta muta ndosi io cagion e, conferisce aiJa durata ed alla tenacità de l mal e. Ora l e cause per le quali il briganta ggio tuttavia suss iste, e non cede all'eroica cos tanza, all'indomito valore de i nostri soldati, sono chi ara mente indicate dalle vicende di quegli ultimi . due !M i. };; un a dolorosa rè spo nsabilltà che non compete a nessun part it o poli tic o e che in pari tempo compete a tutti; è una concatenazione di· fatti, dell a quale vanno io co lpa e le cose e gli uomini in gan ere, oes· su n·o in particolare. Un grande di sordine sociale,- com'è f il brigantaggio, non può non ricevere alimento da un l grande lavori o di ricomposizione politica, com'è quello a \ cui ogg i è in te nta l' Italia. lt una fatalit à della quale la ingiu st izia deUe parti politi che può a vi cen da accagionare ·l' unii all'a lt ra la responsabili tà , ma cbe in spetta a tutte od a nessuna. Dal gior no in cui la bo rbo · nica cessò dal regnare, il principio politicQ del nuovo gover no delle provincie n apolelau e è i ndubitatamente il medesi mo, q ue llo vale a d ire della un •là monarchica e cosliluzionalei ma i rappresent an.Li, gli esecutOri del concetto sono stati diversi, ed hanno adoperato per attuarlo sistemi e mezzi di versi. E tutti han oo commess i er.rori :1 e ch i ponga men te alla st raord snaria novitàd ei caSi, con-l ·sentirà di legg ieri che non potevano non commetterne. L'Ita lia sogg iace ad un lav oro di tras formaz ione, del quale' non po rgono riscontro le istorie; luoro pi eno di gra nd ez za e di gloria,· irto di difticollà, le quali debbono essere necessa rs amente ma ggi ori in quelle provinc ie dove maggiori fu ron o le sventure pa"Ssate, e quindi più ampie e più profonde le piaghe per ess3 prlldOLte. Commisero \ errori e il governo della ditt atura, e quelli delle q!!atlro 1 e le s uccess iv e amminis trazion i; le J boooe in tenzioni ar reca te da chi succedeva nello emeo-
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dare gli errori di chi lo aveva preceduto aeerescenno il numero di qu est i e la intensità dei cattivi eiJetti. Il ra· pido succedersi degli uomini ingrossava le incertezze, accre sceva le oscillazioni governative connatura te ai prin· ci pii di re ggi ment o polilico: e queste incer. tezze, quéste oscillazioni comp arivano maggiori agli oc. chi di pop ol azi oni le quali, percbè aveano eccP.ssivamente soffe rto , eccassivamente spera-vano, e non si figuravano, nè lo potevano, che alla miracolosa pro.ntezza dell 'o pera della distruzione rosse pe r succ ed ere tanta nel. l'opera della riedificazione. A popolazioni avvezze a veder fatto il male in modo istantaneo non poteano rion parere inesplica bili ed essere intollerabili gl'indugi e le luògag. gioi non evitabili ne l fare il ben e. Quindi una naturale inclina zio ne al dubbio, al sospetto, alla sfid ucia, al mal. contento: ragioni tutte di debolezza, e fomite perciò, non rimedio, al dìsordme sociale già esistente. Nè la .nozione vera della nuova forma di governo poteva ad un tratte acqui st ue nelle menti e nell e coscienze il vi go re che in. genera e mantiene la fiducia; nè il falso ed illiberale; · concetto della onnipotenza ass oluta del Governo nel bellel e nel mal e poteva essere sra dicato ad un tratto ; onde Il tend en za ad accus are il Go ve rn o del bene non fatto, dti mali non riparati, 11 conti nuare a discor rere di ess o co di cosa affatto di st int a e separata , se non avversa dal nazi one, e chiamarlo in colpa della stessa eredità dì fa e di mali pa ssa ti , ad assegnare a mal volere gli er inevitabili , ad interpretare come debolezza lo stesso sequio all e lt>ggi ed ai riti costituzionali. Lo stessò reta gio deHe ricordanze i3toriche coofrrma gli animi in q ste disposizioni. Ricord ano le popolazioni che nel i 799 Borboni cacciati dal regno, torn arono ; che nu ovame n scacciati ne l 1806, nu ovam en te tor narono; che nel t8 ' gli ordini deHo Stato furono muta ti a libertà, ed a ca pochi mesi per e per violenza restituiti a , spotismo; che ne l 1848. ne l breve giro di tre \ venne hl stesso. QueMe ricordanze incontrano senza do bio grande ostacolo nolla po tenza del sent imento na ·
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naie, e nella progrediente coscienza del nuovo non pi ù vedu to ordi ne di cose; ma i loro innu ssi non possono es· sere ad ·un t ratto annientati, e non è a st up ire traggano da essi aHmento colpevoli sp eranze e pa ure misera bili . · Da questo di cose torua agevole inferire comd abbia no a grandegg iare le d1Cficoltà nel periodo che io td rcede tra la distruzione degli ordini vecch i e la iD· sta ura zione dei nu ovi , tra la cessazio ne del regno della forza e l'ina ugurazione, o, a dir meglio, l'a tt uazione di quello della le gge. Il giorno in cui sarà compiutamente \ attua to in quell e pr ov in cie H sistema della le galità cos ti- · \ tuzi onale, superiore a tutti i partiti, protettr ice di tutt i i dirilli, viodice im parziale di tutti i tor ti, gli argo menti ed i di sfiducia cessera nno cd og nuno accorrerà fidente a riparare all ' ombra d' una legalità , che non è privil eg io di ness uno in particolare, m1 di- tutLi , seuz.a ·t!ccezjone.
• Nelle in certezze adunque dell 'in dirizzo gove rnaliv2.z_!lei facili e contin ui mutamenti M'Persone, nelle apparenze-- d'instabilità dell'attuale ordine di cose, il brigantaggio attin ge ragioni di forza . elll durata. Nè minore è l'aliment o che esso riceve da i ci ttadi ni di ssensi, i qu al i, più che altrove, so no dan nos i nei pi ccoli paesi, dove faciliDeate i privati ran cori-, le personali querele as· :sumono forma e sembianza di contrasti d' op inion e, di dissi dii politiCi, e dove sov ente iJ partegg iare politico di un ind iv idu o è dewrminato dalla consi derazione di quello .a cui si è appigliato un al_lro, con cui quegli ebb e qualche .contesa o verso d i cui nu tre qualche rise nti me nto, inclin azio ne che è pure essa eredità non facilmente dc· st rutti bil e del passato ' Esso viveva nè poteva al· trimenti vivere, su sc itando diffidenze, an im osità, di sco rdie tra cittadini, le quali per naturalé riazione dovevano, ca· doto qu el siste ma , esse ·e s urro ga te da odii apjlass iooati, da rancori oè fa cilmen te nè pronta men te est to g oibili. Questa reazione fu naturale, ma non an dò esente dal pec· ,
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cato di tutte le rea1.ioni, qu ello cioè di trapassare i giusti confi ni e di tra smoda re: ond'è che l'epiteto borbonièo fu regalato con la stessa profusione co n c ui la polizia borboni· ca dispen sava altr.e V_!)lte la patente di a tte nd 1bile: e tan t i e ltanti che di cose po.liti <;be poco o nulla curavano e dei BoJI. boni non erano giammai:stati lig i, s i trovarono, se nza che il sapessero e se nz a che il vol esse ro , creat i bo rbon ici. 11 guasto prodotto d.1 cos1tJa tte _Ila re non è stato scarso, nè di lieve entità , ed i cattivi effeur apparvero nell'ordinamento dei mun ici pii e delle gu ardie nazion ali. Le ambi1:ioni local i si destarono vivaci e ardenti , le cariche di si ndaco, di urficiale della milizia nazionale fu· ro no molto agognate, ravvisaodosi in esse un mezzo ef· flcace a domina l'e sugl i altri, e non di rado a sfogare personali vendette. Il sistema elett orale nuov ame nte in · trodotto non· poteva non risentire nella pr ima s ua attuazio ne i poco propiz i effetti di cosiffatta cond izio ne . di cose: e consPg ue ntemente ne fu lo tto viziato. Dal mo·
• mento che la rasei a del ma gis t rato municipale e le spal·
Ili ne dell'uffici ale di guar d ta nazionale erano cvnsiderate eome facoltà di potere e d i pre potere sembra ev ide nte cbe dovesse avvenire ciò che è avvenuto. Le pi o esse n· ziali franchi gie di popolo libero, mal e usate tornavano in tal guisa a de trimeoto cfel (' ord in e , delle quali esse SODO la pio efficace custodia ed il più saldo puntello : e per di contrapp osto porgeva no nuoro al ime nto .al disordine soc ial e ed al bri gantagg io, che di qu esto è l'im· mediata co nsegu('nza. Nè su questa causa e su quest i ef· retti può affacciars i il meno mo dubbio: hr tes tim on ianza dei fatti a ques to riguardo è categorica e' positiva, e non patisce con traddiz ione di sorta alcun a. Il gr ado d'intensità del brigantaggio va misurato in r agio ne inversa di quello della maggi ore o min ore concordia che. regna nei paesi, là, dove qu e lla concordia è grande o. non-è oppure è di poca e ntità; éd in og ni caso qu ando si di o· stri, è vi go rosa moote combauuto e r esp into : là dove al.. l 'incontro, o è scarsa la concordia oppure infieriscl la: il bri gantagg io sussiste e manomette prop r1etA
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e p(rsone. Uno dei pochi paesi di Basilicata, immune da briganti, è la piccola borgata di Vietri, collocata al li mi· tare della provincia e di quella di Sa lerno : è oria di que lle· fortunate località , do ve non sono gare civili. Ati na , amena e bella borgata della prov inci a di Terra di Lavoro, è abitata da una popolazione buona ed unita: possied e un ottimo sindaco, uo ottimo capita no di guafdia nazionale: non [u
mai tra vagliata da brigantaggio, ed questo ru · moreggiava nelle vicine contrade, ALina nori chi ed eva soccorso di trup pe, dichiarando ba stare la sua guardia .... nazionale ai bisogn i della -difesa eQ. anc he alle offese. Più ardenti sono le gare ci\•ili nella Capitanata e ne lla Basied ivi H bri gan taggio è p1ù che a.ltrove pf' rtinac e.
L'anno -scorso i ma trattori e ntrarono in due gr;osse bor• g:ite di 'Terra di Otranto, Grotta glie {nel circondario di Taranto), Carovigno (nel circond ario di Brindisi), recando \ ste r01inia , sa ccheggiando, uccidendo : ivi erano malvagie autorità indegne guardi e nazionà fi. A pochi passi da Carovigno il pi cco lv Vito; umto e concorde, <lpponeva gagliarda resistenza ai briganti e li respingeva. A preservare Erchia, altro paese dello stesso circondario, dalla selvaggia i rr'u:z.ione, bastavano qu attr o cittadmi volonterosi, i quali si davano a tirar · fucilate contro i briganti e li fugavan o. Ulteriori citazioni di casi dello stesso _g.enere sarebbero ai_L'intotto superflue. Il fat to è costante: i pa esi, e disg raziatamente non son pochi, · travagliati ·da intestini dissidii, i cattivi muoicipii, le l cattive guardie nazionali sono effi cace ali Di'èDLO':af bri· gantaggio. . · · - - ·•
Composti in un 'epoca nella .quale non era ancora ben manifesta la nuova rmportanza che acquistavano, i municipii non hanno saputo sorgere il più delle volte all'altez.za del loro uffici o. Altra volta un sindaco, un decurione profittava della carica per perseguitare - Lnr.Qp rii nemici , come liberali : oggi ad alcuni sindaci pare conveniente fare altrettanto, mutando nomenclattira, chiamando cioè borbonici i proprii nemici: altri non si curano di niente : altri; senza più, aiutano le mac-
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chi nazioni borboniche e congiurano coi briganti. Lo ;C'andalo di sindaci e di ufficiali di guardia nazionale, manu · tengoli di briganti, si è avverato in parecchie Jo ca lità . E l e comunali in genere procedon9 hlo gui· da mente; gl'interessi del popolo non sono tutelati: in Ba · silica ta qu attro o cinque Consigli municipali bapno "os at o dichiarare in pubblica adu nanza non essere necessa ri o di provvedere alla istruzione pri maria. Il municip io di Bi· saccia in provincia di Avell ino .ha un' rendita di ducati 20 mila: in quel comune , tranne una mediocre scuola maschile, no n c'è insegnamento. Le guardie nazio· nali alla lor volta furono pure co mposte con fre tta so. verchia e senza le volate precauzioni ; troppo le liste; chiamali al servizi o attivo anche i poveri b rac· cianti, i qu al i , prest andosi, pe rdono il guada g no di cui hanno d'uopo per la loro s ussis ten za; quin di la po ca coe· sione delle milizie e la poca probabilità di giovarsene nei mom enti di pericolo. Non è a dire q nanto disordine da tutto ciò derivi. A questo mod o le piò provvid e ìsli· tu zio ni ster1li e le migliori di u. }!ertà .si trasformano in elementi di perturbazione.
Nè dobbiamo trasandare dal dire, che oltre gli accen · nati motivi, i quali rendono ragione del cattivo ordina· mento e del peggiore andamento delle amministrazioni mun ic ipali, avvene un allro, i cui infl ussi non so no meno pe rn iciosi. Og ni municipio possiede un ele mento che, pe conformarci alla locuzio ne ormai sanzionata dall'uso, chia merem o burocratico; il qu ale, quantunque di pend ent e da gli ordini dei ra ppresentanti il comune e quindi afJal subo rdmato , non cessa però dall'avere molta e co ntinu inge renza ne lle faccende municipali. Ora , questo elem ent in molte località procede dall'antico, o, per dir megli o non è mutato da quello che er a ai te mpi cessa to go verno borbonico: dimodochè, per l' is tinto della consue tudine, se non altro è Imbevuto degli sp i rit i e della t ra ditlone borbonica , e adopera in conformità di ques s piri ti e di questa tradizi on e , non i n obbedienza dell nuove leggi . In mo lti co muni del nap olitano il segretari
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del Consiglio è oggi quel medesimo che era ai tempi del decuriònato borbonico: anzi , non dì rado · avvienè che abbia. maggiori e più efficaci ingerenze di quelle che. avesse allora. I nuovi sindaci, per negligenza taluoi, altri per difetto di esperienza, lasciano fare a co· testi segretarii , talchè l'antica cancelleria comunale sus· a malgrado dei nuovi ordini e delle leggi nuove, . procedè col vecchio sistema , rimane fedele alla vecchia consuetudine. È un pezzo dell'antico fusto, innestato al nuovo albero, e che di certo non lo vivifica, ma lo gua· sta e corrompe. . .
Rièorderem o all'uopo un fatto, il quale non ha mestieri di commenti. In un comune della provincia di Terra di \' Lavoro, i! segretario comunale pattuiva per data somma di danaro, di non comprender('! nella lista per la coscrizione: · qud comune era chiamato dalla . Jegge a fornire !3 reclute, e frattanto annoverava tiO latitanti t Di ·ese.mpi cosiffatti della permanenza dei' vecchi abusi pur troppo non v'ha inopia , e quali deplorandi etreLLi sortiscano nella pratica ci sembra pel'fino soverchio di· chiarare. L'antico tarlo della corruzione e pella veoàlità attossica nel nasctre le nuove provvide istùuìi0ri 1, e mentre impedisce che esse corrobora sempre più negli animi del!e popolazioni quel fune· sto sentimeotp di sfiducia nella giustizia, che tanto im· porta distrtìggere. L'argo mento vittorioso a pro del nuovo ordine· di cose, queno cbe più persuade le popolazioni è il potere ad essa · dimostra.re con l'evidenza dei. fatti, che in tutti i rami della r.osa pubblica campegg ta .e r.egna la giustizia; e che questa è a Lutti equamente impartita senza considerazione di rang{), di fortuna, .cti antecedenti poliUci: se ciò esse non· veggono .con i propri i e- non toccano con mano, vano è sperare che acquistino fede nella potenza dei liberi istituti e credano cordialmente ai tienefizi dell'unità nazionale. Le operazioni defla leva por·
gono la proYa palpab ile di questa asserzione. N.el j86i operazioni in. con.for!Dità s11tema con ·l!JUo 11 corredo degl! ant1Cb1 abus1 : 11 loro
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risultamento non fu splend ido. Nel i86! invece si è pro· ' ced uto con lo nuove leggi e col nuovo onesto sistema , \ed il r is ultameoto ba sorpassato le migliori spe ranze. Le l>opohzi oni hanno veduto che si fa ceva giustizia davve · ro : che non si esentava dal trib u to del ser vi zio chi aveva piÙ dào ari , n:ia bensì chi a termini di legge doveva esse re ese n tato : e la lev a ha avuto un esito che, senza te ma di esagerazione, può esser chia mato magniti· co. Basti di re cbe perfino nell e g arganiche il nu· mero dei reni ten ti è stato scarsiss imo. In una eiuà della pro vin cia d i Bari, Corato, nove sol i fra gl' inscritti man· carono all 'appello, e fatte le oppo r tune indagini si venne i n chiaro che erano nove bri ganti od. uccis i od arres tat i.l Le opera zioni della lev a del ! 862 non solo ha nno pro v· veduto all e necessilà de l serv izio mili ta re, ma, come op· por tonameote ci si face va r itle llere da un preside nte di un Con sig lio di leva, esse han no fallo, a moti vo del mode con coi sono state co ndotte, un sal utare e ben efico apo· stolato di mo ralità e di lib er tà. Differenz iare io modo
\ ev idente il nu ovo da ll 'ant ico , testimoniare con l' eloqu enza fatti' ch e il nuovo si d iscosta..da ll ' antico , tanto qu anto
t dall'ingiust izia la gi ustizia : ecco ìl mezzo migliore di fa r ge rmog lia re neg li an imi de!le popolazio ni meri dionali il sentime nto di fede nell a s ta bil il.à e nella do ra ta del nuovo ord ine di cose. n prospero successo de ll a le va del ! 862 ha indobi tatam ente t olto molLi ss ime reclute al bri ganta g· gio ; ma qu es to vantaggi o materiale, . che è pure ril ev an· ti ssimo, è su pe rato di gran lon ga dal va ntag gio morale, da esso arr ecato , qu ello cio è di avere elimina to una cau· sa di malcontento e di di so rdi ne, e qu in di una potente ra· gi ooe di esse re al br igantaggro medesimo . Nè il tarlo dell'i nveterata corru zione ro de sol ta nto le amm inistrazioni mun icipal i , ma anche le provi l!çi ali. t una la gnanza che ab biamo intesll soven t i, e che è nos tro dovere segnal are all ' anenzi one della Ca mera . La stess piaga buroc ra t ica, dall a quale son o rOse le amm ini st ra· zioni muni ci pali, es iste nell e. prefettu re e nelle soUo·pre fe tture . lvi so no antichi impiegat i1 che non banno sm ess o
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n cattivo vezz o mal fare, e coo l'esempi o corrompon o i nuovi , in cagliano l' andamento della pubblica amministrazion e , e col loro modo di compo r tarsi accreditano sempre più la funes ta idea , cb e il mutare delle leggi e delle io s tituzi ooi non ha mul.ato l' anti co mal costume. il disbrigo delle faccen de patisce lung hi indugi, ·dai quali no:t sr mpre torna si ra gione ricor· rendo a cau se oFJiiiii=ié e regolari. Anche io quelle pro· viocie, alle quali souo preposti prefetti sol erli ed operosi, il male ' su ss iste e dura , p() ichè quando nel congegno • della macchina amministrativa il vizio della corruzione e dell a veoa ls tà , i su oi movim enti non proce· dofw con la dovu ta regolarità: o so n t ro ppo precipitosi . o troppo .lenti , e nell' un caso e ne ll'altro denotano abbas(anza l'esis tenza di uno scon ce rto int rin seco e sostanziale di un a pert urbazi one profon da; nè v' ba buon volere di prefetto, di consigli ere de lega to, di sotltl!prereuo che valga a sotrermare gli effetti del mal e, il qu ale non può esser curato se non ad un solo modo , es tirpando cioè 'titubanza e stnza mollezza la ca gione, da cui rip ete la sua . origine. • Voleto il briga n!.aggio nelle campagne' (ci diceva un ragg-uardevole cittadino) pensate l prima di tutto a mettere la falce nella mala erba della . camorra civi ca, che si annida negli uftlz i 1 prefetture e nos trt sotto-prefetture, e sa rete alla metà dell'opera, eaarOrìganta ggio sarà tolLo uno de' s uoi fomiti ma ggiori ed i ncess ant i , . Come la regolarità e la giustizia nella pubbli ca ammin is trazione sono la più po· tente guarenti $ti a della pubbli'ca s ic ure zz a, cosi la loro · mancan za è il più potente alimento del brigantaggio. An· che éotesta burecrazia . non è una delle eredità meno 'P8· · santi, che il GGveroo borboniro ha tramandate al Governo nazionale, ed i suoi influssi tanto più perniciosi quanto più difncili so no le cood tziooi in . che versa at· toatmente l'ammini strazione. La quale soggiace ancor essa alle necessità della tra sforma 1. ione generale, a cui tutto soggiace og gidl in Italia. L' applicazion e delle nuove leggi e dei regolam enti nuovi , la necess ità della unificazione ,
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la novità degli ammin istratori, la cresc iu ta mol e delle' rae. cende sono altrettan te gra vi difficolt à , che ba s terebbero svio a ge nerare confusione e disordi ne, a cui non si può agevolm e nte ovviare: i po rtam enti della burocrazia, la s ua indole, le sue tradizi on i non mutate con corrono a renderle più avviluppate, più ines t ricabili: ci è stato perfino usi· curato esse rvi impiegati i so no i prim i a po r re in r isalto dina nzi agli occh i deJl li amminis tr ati tutti qu'es ti impacci e t utte queste difficollà, e s.i compiacciono ad inferirne conseguenze non favorevoli al Governo ch' ess i servono. Ond'è che per questi motivi le provincie napo· lita ne so no defr audate dei vantagg i della bu ona ammini· strazione. Non mancano per fer mo i bu ou i e ca paci am· ministratora: ed anzi tra delle provincie .da noi visitate sono uomini pi eni d'in tellige nza e di patr iottismo,nei quali il buon volere è congiunto alla perizia delle faccende amministrative.
Noi vi abbiamo additato ove giaccia la radice dlll male• .M olti mutamenti sono stati falLi dal ! 860 in pc,i: il pro· gresso nel bene è se nsibile: non iscarseggiano gl'i mpiegati one$ti ed ope r os i ; ma la mac ch in a ammini strativa non è ancora del tutto svecch ia ta: nè tutte le s ue parti si muovono in confurmità delle legg i nuove, e dei nuovi principii: o1·a è ev1dente che dal conseguimento di que . sto scopo dipende la buona amministra zione, e ch e la de · 11cienza di ques ta è fonte di disordine sociale, e qu in · causa di alimtlnlo al briganta gg ao. .
Intorno au· della giu s tizia abb iam , ud ito dovunque gravi dog lianze. Grandi mu ta men ti so \ stati operati nel ramo ga udi iìario e per quan to concero le cose e per qu a n1o spe tta alle persone. Dal primo mag gio !862 io po1, la lel!'ge s ull'organico giudaziariò è sia applicata alle provincie meridionali , e mag istra ti , pe r massima parte nu ovi anco r essi, sono st ati prescelti a,c rare l'esec uz ione della nuova legge, ad attuarla in tut la sua pienezza. Ciò non ostante ci è stato dettQ c falllDiiDis l.ruion e della gi ustizia non procede nè çQ!'!_ gu el spediteua, nè con quella efficacia cbe sarebbero e d
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dera bili & necessarie ; seg natamente per ciò che concerne il giudizio dei reati di brigantaggio, che questi processi
proced ano, ge neralmente parlando, se nza vigore: tarde e mon ch e le istruzioni; freq uent i le sentenze di non farsi luogo a procedere delle sezioni di accuse; scarsissime le · condanne; ingente il num ero dei giudicabili, r. be aspe t· tano ne.lle carceri una decisione sull a loro so rte. · .
Indubita t:\me nte non è difficile rintracciar e i motivi di queste doglianze nell a natura stess a dell e cose. La magist ratura, ..:ome tutto nelle provi ncie meridionali, trovas i ancor essa nel peri odo della trasformazione, del passaggi" \ 'dal vecchio a.l n_uov?: nè i the in tempt d1 criSI l' amrrumstrazwne della gmsttzta proceda. con la pac.ata regolarità dei tempi ordinari. Nuova la pro cedura , nuovo il rito, nuovi gl' istituti, nuove le altribozionì,Dnovi i collegi giuaiwìri : r icco di g uarentigie , ma necess ariamente pie no di len tezze il sistema dei giudizi! per via dei giur ati : accu mulati i proeessi ed ingom- . bre le prigi oni di giudicabili per le straordinarie circo- \ stanze: diverso il criteri o del magistrato da quello delle 1 autorità civili e militari e del pubblico nell'estimazione grado di imputabilità e della colpabilìtà: la libertà provvisom in determinate condizioni prescritta dalla legge e quindi im poss ibile a negarsi: difficili le prove giu ridiche di cert i reati: difficile e talv olta impossi bile il raccoglierle: scarsi per le distanze i circoli delle assise: mancanza di facoltà nei magistrati a CfiStt ingere i testim on i a deporre la verità: per la vivac ità delle passioni e dei risentimenti politici, per gl' .interes si lesi, per i continui pericoli della propri età e della vita, pro clivi le popolazioni alle ingiuste accu se: troppo esigente la pubblir.a opinione. Tutte queste sono gravi e fondate ra gioni, e certo nessuna di esse giustifica le severe cens ure mosse contro la magi stratura. La yostra Commissione adempie s tretto debito d'imparzialità pregaod ovi a toglierle in se ria considerazio ne, ma essa non può tacervi come in alcuni casi i fatti, nella loro almeno, conferiscano gravità a quelle censure: Cl'tello a modo di,esempio, della sentenza di non farsi
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luogo a prùced ere . 'emanata dalla . sezione di accusa di Potenza a· favore di alcuni proprietari di Basilicata, im} potati di compliciLà .con Cro ceo, e le sue orde, i quali t notoriamente nell'april e del i86l, coadiuvarono e festeg. giarQoÒ l' ingresso di quei ri bai_9.U!!....Mel tì. LJannunzi9 di questa sentenza ha viv amente gli animi ·nella provincia di. Basilicata: e noi sen za meoomamente pre· tendere di ionalzarci a giudic:i della coscienza di quei magistrati crediamo dover rich jama t e su qu esto argomento l'attenta considerazione dell'onorevole ' mioist·ro di grazia e giustizia, al quale come ·a .noi tutti, sta sommame!lte a cuore di assicurare alla magis t ratura il prestig io che si può maggiore.
Ma negli ordini giudiziari hav vi pure un elemento bu. rocratico, quello delle e non pare che questo vada es ente dalla pecca dello stesso :vizio- d' del poc' anzi vi favellavamo a proposito della burocrazia , municipale e dell'amminis trati va. La burocrazia giudi· ·ziaria non gode molto credito presso le popolnz·iont, ·alle quali ta lvolta, i cancellieri ed i lorb sostituti, ricordano, per le pratiche ed il conteg no, coloro che servivano le ct:ss.ate gran Corti criminali. Ci è s'tato narra\O il' éaso di un' autorità politica costretta a collocare sotto la vigi· laoza della polizia il cancelliere ed il sost1tuto del tribunale cit·cQodariale. --
Ora non è chi non vegga , come per. .conservare alla giustizia penale la veoernionc e la fiducia che ad essa sono dovute, e senza le qua li la sua azione -vindice e tutelare rimane sprovvi s ta di efficacia, sia d'uopo che in . tutti i rami della sua amministraz ion e , non escluso · quello della burocrazia , prevalga la rcgolarilà più scru· polo3a.
Discorrendovi della giustizia penale non dobbiamo tra· lasciare di far menzione La Camera, ne 'siam l persuasi, udirà con lo stesso compiacimento con cui ne , raccogliemmo dovunque il concorde attestato che quella istituzione di civ11Là ,ha dato fin dai· primordi eccellente saggio di sè nelle provincie napolitaoe. Il qual
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fatto, mentre ci deve ri nfrancar l'animo into r no all' avvenire , giov a a reinteg rare la fiducia n1•1la , ch.e necessa ri a se mpre in qualsivogl ia comunanza civile, è dis pensab ile condizioni ne lle quali versano attua lmen te le pr ovi ncie del mezzodì. La man canza di fiducia nell'azione della giustizia punilrice confe r isce in modo inc on trastabile alla permanenza del briga ntaggio.
Alle cagion i fin qu i annoverate s' aggiunge e sovrasta un' altra, la q ua le. abbenc bè vada en un ciala in termin i negativi, genera effe tti disg razia tamen te troppo La molla essenz iale e pt·incipale di qualsiasi az ion e contro 1 1 il briganta ggio manca, vaJe a dire, non c'è polizia. Non ;\ con questa devoli eccezioni, qu ella segnatamenLc de lla qu es tura della città di Napol i, che fornisce eg reg iamente il suo còmpi to, ed è esempio di sole rzia e di vi gil anza ; ma la massi ma nella generalità non può essere rtv ocata in dubbio. L' a· zio ne i ncessan te e ben diretta di una poli i ia oculata e sagact' é ostaco lo poder oso ai progressi del bri gantaggio, ii quale attin ge di forza e durata appunto ne lla di quell 'az ione. Il brigantag gio non potrebbe sussis.tere in ca mpagna, se non avesse com P.! ici nelle città e negli abitali ; e per conoscere -e colpire coSTo ro!10n v'Ila nltfirmezzo cbe oon s ia quello della polizia. Ond 'è che i briganti sco rro no la campagna sicuri per le sa ld e e non in ter rotte fila co n i loro complici nelle ciu à , nelle borgate, nei villa ggi. I bri gant i sogg iornano, 1 dormon o nelle ma sserie seqza che ness uno sappia di loro, ' talch è è occorso alle truppe- .di trovarsi nell e case dove • .ess i sta van o, e di non a,·erli moles tati, percbè non sapevano che vi fossero. Freque otemen t.e i briganti vedendo avvicinarsi i sold at i, nas condono le armi in un solco, dietro una siepe; la marra piglia nelle loro mani il posto f dell'archib ugio; pe r sub itanea meta morfosi diventano cam- l )Jagnuo!i . intenlì ai pacifici lavori de!! a terra; i a truppa sopra f,giuogc: li vede, non h riconosce, percbè dalla polizia noa ha info rmazione di so rta ; li g iudica ci ò cbe noa sono; P"' Ssa oltre, e cessaLo in ta l g ui sa il pericolo,
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i laboriosi co ntadini tornano ad imbra ndire le arml , si appare cchiano sicuri a nuove rapine, a nuov:e grassa zioni. 1 nostri militari parlando degli scont ri contrò i briganti, \ usano dire: • Abbiamo avutà la fortuna d'incontrare i t briganti ; • e di fatti r aro è che gl' incontri avv engano per anticipata ed esatta informazione ; ord inariamente sono conseguenza del caso. Per· caso la truppa scoprì il riC'ò. vero ileTianaDcfà'" di Palliacello che infestava i dintorni di Cerignola, e la catturò tutta ; per caso parecchie volte i lanci eri di Mon tebello s'i mbattevano ne ll a ban da Car uso e la sba ragliavano. I briganti non di rado entrano nelle \ città e neg li abitati a provvedersi di viveri e di munizion i, ta lvolta anche a curars i per infermità o ferite. Non pa. tiscono moles tia di sorta. A Matera , per ese mpio, ci ve. niva narrato esservi sette od otto briganti, i quali spesso entrano in quella cillà, e quante vol te ci vanno, altret.
t.a nto ne escono illesi e liberi. Dalle città e dagli
1 i brigan ti ricevono vettovaglie, munizioni , ba rda ture ed
• altri att rezzi; ques t i non sono di cer to oggett i che, · in campa gna, e q ua ndo esco no di città no possono andar per aria, non possono non es$ere vedUti pertanto non ci è occhio di polizia che li discerna e ferma al passaggio. I briganti mandano ai proprietari \ int im azion i per paga re i ricatti; non c'è Yig •lanR..di p lizia per i latori di cosiffatti messaggi. Talvolta le aut rità hanno stim ato dove r proibire di tener !d.xati.in....,ca P!,SDa; i briganti si sono beffat i del divieto, poich é i' verf ' che non trovavan o più in campagna li riceveva da lla città, se nza che la poli zia nulla ved esse, nul sapesse.
Non la finiremmo mai se volessimo moltiplic are a qoes proposito le cita zioni e gli ese mpi . I sindaci , a cui leg ge muni cipale arfi4a le attribuzioni non adempiono come dovrebbero; non s àiiìio alc'uòi, non gli ono altri, te mono moltissi mi di esercitarle. A quel si 'da co forse l 'adempimento dell'obbligo suo come uffici di polizia cos terà un'arch ibug iata nella sch iena ; a qo l'altro t'incendio di una masser ia: a quell' altro chi
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qllal altro danno. Laonde, nel maggior numero di casi, a scanso di equivoci e di brutte avventure i sindaci fanno la J@izia. l delegati di sicu rezza lasciano pure nella generalità moltOa desid erarl' ' non per malvagità di vol ere, ma per insufficienza d' idoneilà. La mag. gior parte di essi venn ero al erincipiare della : rivoluzione, e la sr-elta non cadde sulle specJalilà. Bast ava allegare qualche merito politico per essere scelto all'ufficio di delegati di pubblica sicurezza. Era un uffici o il quale si dava a coloro a cui non si sapeva che cosa dare, opure si riconosceva non fossero idonei a disimpegname nessuno.
Dei disonesti tacciamo: per buona ventura sono l' eccezione. Delle gua rdie di pubblica sicurezza poi niente altro diremo, fuo rchè essere le spese che si fa nno per sprecato. a quell è. guardie è unanime il parere e delle autorità di qualsi· voglia ·ordine e dell.a citLadinanza ; tutti hanno concordato nel dichiarare che esse non 'corrispondono menomamentej allo · scopo col quale venneroistituite, e che anzi invece di contribuire alla conservazione dell'ordine pubblico, sono elementi di perturbazione. Da un servizio di sicurezza piiDblica compostOiiel modo che abbiamo descritto, non può per fermo derivare nessuna !\Orta di forza contro il brigantaggio, il quale, appunto percbè sarebbe estir· _ pato dall'opera vigile ed assidua della polizia, se polizia
ci rosse, è rigoglioso e percbè polizia non ci è. Nè gl'inconvenienti che abbiamo riferito sono i soli; ay. vene ·no altro che non tocca alle persone, ma che pure non è di lieve momento, ed è la mancanz a di per lo Pongasi anche un dèlegato di pubblica sicurezza, t.apace e solerte, e ve ne sono; ma che può far egl i se gli man ca no -i mezzi pecuni ari per procaccia rsi informazioni opportune e In tempi ed in con· dizioni ordinarie sarebbe già questa una manca nza non eaente da inconvenienti ; nl'l\'} speciali, in ené Briga,.taggio. . . lS
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a motivo del brigan ta ggio versano le provincie
questa manca nza produce veri e lamentevoli dan ni. ·
Delinean dovi però questo quadro ·del servizio di · pub· blica sicur ezza, ci corre l'obbligo di dich iararv i ché in esso non sono compresi i reah carabinieri, il cuì còntegno S'O'Vrasta ad ogni e10gio;'ela çui. opera ed \infaticabile è per universale consenso giuq icat a protìflu a led utile. Alla stessa gui sa con cui rutti consentivano-nel . dolersi del ser vizio delle gua1·die d i pubblica srcurezza :. tutti parìmen te concordavano nel lodars i di- quello dei carabinieri, e nell'attestare i servizi tuttadì pres tan o. Per la-. discip lina, pel" i l cor<lggio, per la dìligente alacrità .Y' nell'a-dempiment o dei proprii do veri, l'arma dei carabi· nieri ha saputo accatlivarsi ed ha merita to la stima ·e la fiducia dell'universale .
Mentre difetta l'aziOne dell a polizia contro i br:ganti , costoro hanno avuta . l'abilità di s aperseoe organizzare l)ua . a proprio -vantaggio, la qua le è operosaed eft1cace.l1osì · essi 'ì'iésbò no ad essere illformati con 1a massima preci · sioil:e ed esattezza delle mosse della truppa, del giorno e dell'ora in cui essa muove per fare qualche perlustrazione dei luoghi per i quali passare, gei provvedimenti delle autorità e perfino dei discorsi che si tengono in città sul conto loro. HannQ perfino un sistema convenuto · \di segnali, che non · li inganna mai. Io Capit.anaLa, per esempio, ci è stato n:arrato che quando la truppa sr.a per muovere per la campagna, un contadino esce a di un asinell ·" , e s' avfia ad una data d1rezwne; i bri· ganti dalle alture veggono uscire quel Gontadmo, e già sanno ciò significare c-he la truppa ·st a per marc iare ; dalla direzione poi che pigHa il Gon ta dino sono avvertiLi di quella che sta per p1gliare la truppa. Qumdi la facilità con cui sfuggono alle rice rche e la posstltihtà di l recehiare ai nost ri soldati gli agg uati e te che l in talunì casi hanno avuto esito·Co :$ì dolo roso e così fùnt:stu.
Allorchè il generale Frandat dtvisava 1 ' impresa · così
felicememe nusctLa della O'iSlruzione a.eHa banda di Ci· \ priano della Gala per assicurarne il prospero &uccmo,
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se rbò il più scr upoloso segreto con tutti , inganni> le spi e dei brigant i, le popqlazioni e le stesse truppe dalle qna.lhf ' 'e nn e ewguita._ Cosl e non altrimenti potè . nusci re. Uno dei p1ù ragguarJevoli proprietari di Foggia ' . ci narra va di aver avuto un giorno un co loqu io col prefeUo 11ella provincia, e che la dimane i briganti gli fe cero sape r" . ch'essi erano informati per filo e per segno di tutto ·· qu anto i'n quel collo qui o egli det to. I briganti hanno spie nelle città, parte per co nn ivenza., parte per sol idarietà di guadagno , pa tte per paura , parte perchè 1 informando i ribaldi ha speranz a di salva re la roba. Le v spie di campa gna sono i misera bil i ed i vagabondi. Ad · un_! masse ria di Capi ta nata, appartenente alla famiglia del nostro ·onorevole collega il de pu tato Emidio Cappelli, vennero ·dèrubate un gioroo ues giumente. La grossa preda fu cosi abi lmente nascos ta dai brigant i, che tutte le indagini per ritrovarla torna r ono frustranee. l briganti banno contezza anche de lle dtHerminaz iooi, prese a loro riguardo, ed all'occorrenza sanno approlittaroe. Un mag· giore .dell 'esercito .ci narrava d'a vere un gioroo nelle vicinan ze di .Mllrlina, in Terra d' OLranto, parecch i\ briganti, l quali, vedendosi a mal parttto , geu.arono le I armi; Circondati e catLuJ·att fur ono consegnati al giudtc.e del manda mento di .Marllna ; dichiaravano ili aver gettate le .armi, perché sa pevan o che in tal guisa avrebbero scan· sata la Ed io qual guisa ri escono quei r ibal di ad essere così esattamente e cosi fedel meQLe ragguagltalt '1 lucutendo1 spa vento e mo iLt daoan ; a qu tlSLo modo essi{ •do perano a proll uo de ll ' tufame _, a àanuo deUa · sooteLa le stesse armi che, adopel'ate coolro di essi, avreb · bero faco ltà dt porre un terauu e ai loro dehui ed alle loro rapine. Su ques to puuto non può sorgere veruno, ulftl è poss.b.!le la con Lroversia ; la !'uncordta dei falLI , dei }.laren, delle osservazioni ·è sigoilh;aut.I.SS.ma; ·
JWISS1mO lim tuiO COLlLlO 11 brtg.t u La g,;;; •v (. 1' d'uw. IJuuu,. pu11l.•a, W.t-» •.I.Qu allm.:uLu a1 liagello è la mancanza di essa.
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Tutte le cause fin qui annoverate porgono al brigan· taggio un alimento morale, incessante, in modo diretto ed anche a moti vo del malessere che generano, del mal· contento che producono. L'amministrazione elle non pro· , cede, le leggi antiche distrutte ma non le usanze antiche, \ nè rimosse dagli. uffici le persone che_ quelle · ticavano, le legg1 nuove o male esegmte o non esegQtte affatto, il numero degl'impiegati accresciuto, e gli affari disbrigati ciò non ostaote con ma gl!'iori ritardi: da tutte queste èose consegue una prostraiion& di spiriti, un ianguore di cui i tristi si st udian o continuamente di trarre profitto. Non annoveriamo fra le cause di ma lcontento
i nuovi trib uti, poichè siam conv inti che il malcontento proooffOai questi non oltrepassa i limiti di quello che le tasse nuove banno prodotto e produrranno in qualsi· voglia paese, e che in realità essa, qua lora non si collegasse con le altre cause accennate) sarebbe cosa poco !i· leunte. Il malcon tPnto prodotto dalla tassa di registro bo llo più cbe dalla tassa mede sima è derivato dal modo di riscossione. Del resto gi ustizia vuole si dica non esse re est ranea all e popolazioni meridionali l'idea che per compire ed ordinare l' l lalia sia d'uopo di grltndi sacrifizi pe· cuniari. Il sindaco di una piccola e non ricca borgata di Terra d'Otranto ci diceva: • Dateci la sicure zza pubblica e pagheremo tutte le tasse che il Governo proporrà ed
1 il Padamento approverà .
• L' imposizione delle tasse è ·• fom tte ineYitabil e ma tran sitorio di malc onten to. La radic-e di qu es to è t utt'altra. Le popolazion i non go· vernate, e quindi si credono abbaDaonàfé; questa è la ràalce vera del malcontento.
Ora dal malcontento nasce il ma lesse re , dal males· sere una condtzione di cose tutta propizia al brigan -taggiO; e cosl qu esto rice"e 'un sussidio perenne, un costante alimento morale . .Ma il brtgaulaggio è anche sussidtato da altre cause, le qua h mat er iaImer!le co nfe· ri scou o alla su a dura ta ed alla sua conservazione. l bri· ganli !JOsseggouo ollre la loro po11z1 a aLJco } !oro ba n· r.bieri, i- loro .ed i loro depositi. Hanno d'uopo
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di uomini per rifarsi delle perdite che sostengono, di vet· tovaglie per notricarsi, di cavalli per megl io sco r rere e ru ggire, di foraggi per alimentare quei cavalli, di armi e di munizioni per assalire e per difende rsi, dt medicinali . per curare gli amma lati ed i feriti , di d ana ro per ar ric. cbirsi e per satollare tutte le voglie. Trovano le loro re. clu te fra gl i oziosi , i vagabondi , i mis erabili ed i paurosi, · obe pe r te ma di essere scan nati li seguo no e partecipano all e loro ges ta; ma i l nucleo dei loro depositi è nelle galere e nelle carcer i, le une e le altre, o diffi cili a co sto·
dirsi per l'ingombro degl i abitatori, o ma l cu s todite per man ca nza di forze , oppure affi · i ate alt a vigi· la,pta d i geote mal sic ura. Nè l'alluale serviz io ddl a poli zia ca rce.raria è tale da imp è(Hre è relazioni lra co loro che son· dentro e chi sta fuori . Non se mpr e l' ingresso è vietato con quell'in esora15lle vi go re ch e sarebbe mestieri; ( non se mp re i cust<'dt so o gente in access tb1le alla corruzione ed all a ve na li tà. I n alc un e località, a. Brind is i segnatamente , è stato notato .c'be qua nte volte i briganti s i agg ira va no nelle vicioaoze, gl'indizi di una certa ag ita zione s i appalesavano tra gal eo tti , e raddoppiavano i tentativi di ev asione. Nè qu es tt tentativi sogliono essere isolati: raro anzi avviene ch e carr.e rat i o gale oll i fo,olgaoo dai lu ogh i dove eran o r inchiusi, senza che tosto si venga a scopr ire come le stesse fu ghe sta no av ve nu te da altri lu og hi di de- · . teoz iooe o di pena di località anco distanti. l ba gni e le \ carceri, e natura lmen te i primi ancor più delle sono i dep c·sitt preferiti dai bri ganti per r ifornire le loro schiere; e con ciò agevol mente s' rnteode, come io ques ti
· ult imi du e anni le eva sion i da lle galere e dalle carceri sieoo ! state cosi frequenti e così numerose: in ogn i accolta di facinorosi, di gente co lpila dalla giustiz ia , è un contin· gente di bri gantagg io bello ed app31'ecc hia to.
Abbia&o detto che i .briganti han11o del pari i lo ro fornitori ed i loro Qu elli voloJlWj, questi io· · volontari ; mossi i pri mi da mallalcnto, da av idi tà di la· ero, da a esì <ierio od interesse di disordm e, da smania di veod et La; mossi gli al Lri da pauro sa condiscendenza , da
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timore di peggio , da preferenza ·smMaia allà zione degli averi e della proprietà; complici , indegni e perversi i primi, condiscendenti talvolta spregevoli, . tal altra volta degni di commiserazione i secondi ; i priini so no i manutengoli , i secondi coloro che :_ pa gario i cosi detti ricatti, che in seguito, vale a dire, ad intimazioni minacciose od a sequestri di persone sborsano la moneta richiesta dai briganti. od inviano gli ogge lti da essi ·do· manda.Li. I maoutengoli da un'a i pagàtori di ricatti dalP altra, sono le due vere fonti di sussistenza del .bti· il quale nella stagione invernale segnatamente . rion pottebbe senza quell'aiuto t-eh ere a lungo la càmpa. ,... gna come fa. 11 manuten golo , più che compitce, è ...ero fautore e so'sténitore del brigantaggio ; e il brigante urbano, e qua lche volta anche in guanti gialli , assai più ·spregevòle di quello che è in campagna , poiché non affronta nessun disagio, ripon·e ogni suo studìo nell' e· viLare diligentemente risch io e pericolo, CO!l· giura nell' ombra. e il più delle volte divide con gli assassini di campagna il bottioo ed il lucro. Quesìi è il fornitore Vi>lontario, interessato, infati cabile del brigan. taggio; è quegli che manda gli avvisi ,. che préviéne i
1· predoni delle mosse delle truppe e dei p rovvedimen'ti delle ; autorìtà, che li distoglie dal costituirsi dinanzi alla giu. stizia, che li ass icura dAl prossimo ritorno dt Fràncesco Il, e quiudi del la certa impunità; che addita loro le Ollse più .opuleute a derubare, le famiglie più ricche i proprietari più avversi a- trucidare. Colui ·'che paga i ricatti. invece se non è sempre banchi ere rihlitimte ilei brigantaggio, non può mai dirsi volontario; egli paga ·.Od in tutto od in pute la somma che .minacciosamente -gli s t chrede, percM teme, non facendolo, gli si bruci la masseria, gli si devasti. il tenim.ento, gli si am.mazzino i buoi, le pecore, i cavalli. E un tribuito forz(lto, la cui riscossione è dovuta al timorè, ma che sov ente è :pagato con soverchia fretta. '
Non mancano però gli esempi di proprietarii il princi-pe di Sansevero , cbe a. costo di molti danni D'OD
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.llai 'tollerato che i agen ti pagassero un -sol rialla banda ·caruso ; o come i fratelli DomeniCo e tar lo del Sord o, della c. ittà di Sailsevem i quali .han no . sempre rifiuta to eli accondiscend ere alle inti-
- mazioni de'brigaoti, talchè ques\ i si sono stancati di farne . più oltre; o come il s indaco di . Anzan o, il quale ai bri-
ganti che con minaccia di bruciargli la masseria gl'i ntimavano pa j.!asse un r ica tto, ri s pondeva invian do loro una scatolt> tl a di fiammiferi. I quali ese_oipi, se sono degni di .essere altam ente comm.eo dati, dimostrano pu1·e che chi .-- non vuo i pa ga re i ricatti non li paga, e cb.e perciò coloro i quali li pagano per !o me no peccano. di una arrendevo·che n on può es>'ere abb astanza biasima ta . . La fac il ità co n la si pag3no i ricatt.i è pur essa un do loroso indizio della poca o niss una Coiilraen za nella1 protezione dell e leggi e del Governo; essa denota che ·if ·proprietarii hanno ma g!!ior paura dei bri ganti di queUol ·che abbi'aino fidu cia nel Governo . E così , mediante dei .manutengoli ed il pagamento dei ri catti, il bri gantaggio provvede ai suoi bisogni, si alimenta, si soste nta, si procaccia ogni mani era di agiatezza e... di re mmo ancora di· pio, se non cel "vieta!lse un sentime nto di verecondia é di pietà. I briganti a questo modo non mancano di niente. Difl'atti tut te _ le volte che i nostri soldati sono iletrati nei loro nascondigli e nelle loro tane vi h anno ' trovato ogn i mani era di prov vig ioni e di squisitezza: carpi, \ pane, forma ggio, vini, liq uori, dolci , medicinali e perfino r gazzette. Fra le carte rin venu te sul cadavere de l .sergente Ro mano ; era. il numero del' 13 dicemb re del gior- J · la Stamp a (napolilaoa), in èu i leggevasi · un articolo · intito lat o : I l nJAovo Minis tero, ritoccante di platdali ingiilrie contro i minis tri e segoatam ente contro gli onore· voli Falllni, Mànua e Pisanelli. Caruso nella Selva delle Grotte un "in!ermeria provvista di tutto
il ; nel ricovero d ì Croceo, nel bosco (li Mon· ticc hio, abbon davano le vivande, i vin i, le prov vig ioni di ogni sorta. Nel b qsco di La gop esole' ricovero di .Ninco Nanco, La truppa esegue nd o i n gennaio scorso una per. ,• . .
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Iustrazione, trovò molti cappo tti e biancheria puma il quant ità nelle cavità dei tronchi degli alberi. Taluoe volte sono stati rinvenuti presso i briganti per. u no -degli istr omenii musi cali. Nelle. dì'Fog. gi a fu veduto snlla loro mensa pane di otiima qualità col marchio del moo icipìo di qu·eua città . La ma.l a aquio.tata opule nz aSfòg gia in tal guisa e coniorta il delltlo da cui è ed il lusso della corruzwne fa · pom pa delle sue più ghiotte raffi na tezze nell' àntro s tesso deg li assassr ni . E come se questi sussidi e conforti materiali cosa vi si agg iungono anco i morali . La umana più roz za e _ più depravata non cessa dallo spe. rimentare di tempo in tempo la necessità di essere sor. retta ·e ristorata qa qualche cosa , che non è il cibo. nè altra soddi sfazione mat eriale : per quan to sien fitte le tenebrè, che l' ignoranza ed il delitto possano avere ad. densa to sull' animo deh' uomo, esso non cessa mai ·da:t. l'essere di tratto in tratto travagliato e sospinto da razioni che può non comprendere, ma alle quali non può resi stere. Nè il brigante sfugge all' imperio di questa neçessità: la . tetra atmosfera di ecoidio e <;li rapinà che ogni momento egli respira .non ba facollà di preserva·re il bie.:o sguardo dalla vista di un tenue raggio di luce, e quindi- egli è istintivamente costretto a richiedere aJla superstiz io ne quel sollie vo, che no n può attingere pella serena coscienza del sentirsi puro ed Ciii . gli ammannisce questi conforti, chi gli largisce co1.1iffatt0 :sol-
lievo 't Il minis tro di quella religione che più abborre. dal sangue e dal misfatto, ed è dispensaLrice inesauribile. di mansue ti e caritatevoli consigli.
Tristo a dirsi , o signori l molta parte del sacer(lozio · caltQ!icq.,. ancbe questa volta ba mancato in luttuòSnrà'ij'. genti alla sua missione di pace e di carità. Non parliamo ben in teso di tutto il clei:o , ma di quella parte di esso che immolan do i principii relig iosi a' mondani ed immedesimando la causa della Chiesa con quena di una polestà essen•ialmenle umana e caduca, . ha &:ono'j
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sciuto l, altezza dei su oi doveri, ed ha stretta la mano 1 tutti i nemi ci grandi e bas si, palesi ed occu lti della quiete e della i ntegrità della n11 zio ne it.ahana. Aiz zato daUa legge , su i conv enti del i 7 febbraio J 8 6t , frett olos am ente co m· 1 pilata ed improvvidaiiièiite pro mulgata, gia cché eb be il torto di ledere gl'i nt eressi senza sc htantare il mal e dalla radice, commosso a sdegno ed a timore per l' inev itabil e -fine della moriente d1> mioaziooe ecclesiastica, cotesto clero dappriin a si di ede a reazi oni , e quando queste vennero debellate e sc onfitte, invece di raccogl iersi e penti rsi, ste se la mano al natur ale er ede dell e reazioni, ·.al briganta ggi o. Una sua parola dall' alto del pergamo, un suo da l .con fessionalé sarebbero basta ti ad allo.ntanare od almeno ad attenua re il flagell o , ma <{nella parola rion fu pronunciata, quel suggerimento non fu dato. A noi è s tato detto e r ipe tuto io tutti i paesi che abbiamo visitati, cbe dal confessionale partono inci· . tamenti e conforti al bri gan taggio; non ci so no state, nè potevano esserci allegate le prove giu ridich e di quest' asserz.ione; ma ciò non toglie che essa non es pr ima un il q uale è pro fond o ed universale. Certo è che un sol motto profferito dal trtbunale della penitenz.a, ·ed indiri zz atg alle don ne ed ai pare nti dei bri· ganti avrebbe av uto salutare ed immediata efficacia; ora è forse presuppo sto l' ioferire dalla mancanza dell 'effetto quella della cag ione 't Se qu el motto fosse stato detto i br iganti men o induriti e men o pervicaci no1,1'· avrebbero mutato vita 't Od allèt pegg io il numero dei parati a délinquere non sarebbe fo rse scemato't IJ
· pergamo d'o rd ina rio si ta ciuto , ma quando non ba avuto ritegno . d'affrontare i rigori della giustizia umana ha rorato la' càusa. del briganta ggio, si è studiato di santi· ·· ftcarla. tentato il sacrilegio d' iona lz are il masoad iere bruttato d'in famie e di ·sang ue allt dignità di martire , Nello scorso cattedra df una più aflolljlte chiese di Napolì, un predicatore diceva:
• I nostri fratelli i briganti in vari e provin ci e d' llalia
• riportano la vittoria, e sempre la riporteranno percbè
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' combrttoho contro il Re usurpatore: la Madonna dovrà , c ratei il m\racolù di veder cacciati fuor.i dal regno -,gli
\
-. usurp a'tori •: Ed un altro .predicando io altra cbJesa città nella novena fmmaco la' a Coooozione prorompeva in qu1>sta ·•
• io non ti ·:crederò più se . t)l subi'to non farai
. - tornare ·gli adorati sovraòi Francesco e Sofia • •
E qùànd' .anche il pergamo si fosse sempre taciuto , il siiet11.io solo ·basterebbe aù accusa rlo. Solevaoo altre volte i ministrì del santuario usare il pio costume d'invocare l dal cielo con solenni preci la cessazione dei pubblici fla- \j:: gelli; ma .ciò non è avvenuto questà volta.
Il sergente Romano, càpo della ba oda brigantesca di Gioia, in provincia di Bari, sol eva far celebr·are, pagandola, una messa nella cappefta della: detta dei Monaci, cbe perciò venne denominata la messa dei flri· ganti, e trovava pronto sempre il ca.ppella,no, che iovo . cando le divine benedizioni su quella osava tentare di far compìice dr essa il cielo. A Mibervìno, nella stessa provincia, inferma va a morte un caporaie del no• stro esercito, ed il s-acerdote invitato ad amministrare i conforti ed i sacramenti della religione a quel prode che ·com.bat:tuto contro i briganti, spiétat.2_Jlieli tava. A V•est1, nel bastò che un sacerdote 'lerirata la me'SSa dinanzi alle truppe èanta.sse il DominB
salvum (ac regetn, perchè l'arciprete la sa. In uu' alka località invece un brigante entrava io chiesa l. à. cavallo, ed in quella postura ascoltava la messa: nè pe.c. quanto a noi consti fu pronunciata verona interdizione. Un · brig-ante del Gargano , sopr.annòminato il principe · ' Luigi, essentlo riuscito in uno scontro con i lancieri di
·. Montebello a salvar '1'3 vita con la fuga, pensò celebrare > : 10' scampo Còme portènto operato dalla Vergine Santi'ssima, fece dipingere an quadro nel quale egli era effig iato alle prese con qoei lancieri, ·e dalle loro .offese tute1aw e serbato incolume dalla Madopna del Carmine. Il quadro
\ fu collocatò con religiosa solennità neila chiesa di Monte Angelo. Il prefetto di Capitanata fece l'ar·
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tista da cui la dipintura era stata fatta, ed il che si era prestato a quella profanazione. Il tribunale di Lucera (sia detto fra parentesi) rilasciò in libertà 1' uno \ e l'al tro . I b riga nti sono llUpf rstiz iosiss imi: recano sotto Je ves ti amu leti e scap olari in gran cop ia: io certi dati giorni, se nza mai s mettere le uccisio!Ji ed i furti , sono caiJaCi per devozi one alla Madonna di non mangiar carne.
• I briganti , ci diceva il prefeuo della provinc ia di Cac pitanata, so no usi ad ogni stravizzo, ad ogni scellera' tezza ; eppure fa nno dire le messe ai preti, ai quali le
• pagano largam ente • . Un colonotlllo dell'e:sercito nostro che pa$SÒ molti mesi nella stessa pr-ovincia di Caprtanata, ci nar-rò una usanza , all a cui auu az ·ooe i preti banno \ parte. P.er farsi Jnvuloerabili, per rendersi immuni dai pedcoli, per affron tare la morte, i bri· gaot i nell ' accingersi alle san g uioar ie e sceiJeralt' imprese si fanno consacra re da un sacerdo te, il quale consegna ad essi · la sacra ostia, e per mezz o di un taglio gl iela intromette alli' base del dito pollice. A-lcuni briganti non è guàri caduti io pot ere della giustizia banno dichiarato di · avere ricevuto da sacerdoti sacre immagini col ·sugge.. l:imeoto di mellPrsele io bo rca, e con la promessa cbe in . La1 guisa sor tirebbero il lesi da tutti i com battimenti. Altri bri ga nti presi nelle vicinan ze di Zungoli, circondario di Aria.no, recavan o !lUI petlo la stella pontificia. / t I briganti, ci dice\'a il generale Villarey .'-hanno tutìi t reli gimie a lòro modo; quaoaop ossono fdnno canLare • le litanie nei boschi; portano addosso le immagini della a Ma3on.na e corna contra il fasc in o •.
· Il sergente Roma no , di Gioia, mentre teneva la cam· pagìia scriveva pietose giacula torie, ed intitolava gli as-sassin i che dip endevano dai s uoi ordini giurati della fede cattolica: esei prestavano un giuramenlo, la ctii formola { fu rinvenuta nel suo port:arogli quando venne ucciso, e che ·merita di · essere integralmente riferita .
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Atto di giuramento e di fedeltà.
• Nel momento da disposizbne superiore si conforme che nell'anno , m.ese e gi orn o noi tutti in unan im ità di Ì voti contr.stiamo il presente att o di giuramento e di fedeltà con le seguenti condizioni da poi stabtltte con·.i presenti arUcoli. · ·
• Promettiamo e giuriamo di sempre di fendere con l'effu. \ sione del Iddio , il ponteftce Pio IX , Francel sco II, re del regno delle Due Sic ili a, ed il comandante dell a nostra colonna degnamente aCfidatagli e dipendere da qualun- . que suo ordine, sempre pel bene de' sopratJOminati arlieoli; così ld11io ci aiuterà e ci assisterà sempre a comba ttere contro i ribelli della s anta
, Prom ettiamo e giuriamo ancora di di fendere gli steòdardt del nostro re Fran cesco n a tutto sangue, e con qu ts to di tarli scrupolosamente ed da tutti qu ei comun i i quali sono subornali dal part ito liberale.
• Promettiamo e giuriamo iuoltre di non appartenere a quals ivog lia setta contro il vot.o unanimem ., nte da noi giu rato, ., anr.he con la pena della morte che da noi affermativamente si è stabilita.
• Prùm ettiamo e giuriamo ch3 durante il tempo della nostra dimora sotto il comando del prel odato nostro comandante r·. distrugge re il partito dei nostri contrar i i quali hanno ab.
1 tracciato le ban di tJ re tricoloratn sernpr.• abbattendole con quel l zelo ed attacca rneuto che l' uma nità dell' intiera nostra colonna ba sopra espresso, come abbiamo dimostrato e dimostreremo sempre con le armi alla mano, e star pronto sempre a qualunque difesa il leglltimo nostro re Il. .
• Prom ettiamo e g iuriamo di non appartenere giammai péf" essere ammesso ad altre nostre cvlonne dt> l nostro partito me· desimo , sempre senz3 il per messo dell' aozidt!lto nostro eo- • mandante per etMtutrsi un ta l passaggio. Il presente atto -di giu ramen to si è da noi stabtlito voloul l riamenle a conoscenza• dell'intiera nostra colonna tutta e per non Vtd èrsi più ahbattuta la nostra santa Chiesa cattolica romana, della del sommo ponMlce e del legittimo nostro re
• Cosi abbraccia re tosto qualunque morte per quanto sopra aì è stabilito col pre sente alto di giuramento. ·
• Fa\to e Jtabilito nel &iorno, mese ed anno, og&i !O aiO·
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sto e fir mato dal p ropr io pugno del signor comandante · dell a colonna nella nostra presen za.
• IL CoMANDANTE S 11PERJ ORB • :
Nè meno significante di qu esta for mola di gi uram ento so no le confessioni che un capo brigan te, per nome Pa { squ ale Forgione, faceva il giorno 23 febbràio dell' annot co.rrente in seguiLo ad apposito interrogatorio in Gesualdo, provinc ia di Avellino. S1ccome il brigante mostrava esser pers ua so di aver fatto male e di aver meritato l'odio delle _.popola zioni, gli si chiedeva perchè no n si fosse presen · tdo; le sue r isposte fur ono le .seguenti:
Domanda. Con q uesti convincimenti perchè non vi siete presentato voi ed i vostri compagni, persuasi che odiati da tutte le popolazion i la vostra vita er a in pericolo ogn i momen to 1 Storno (t ) stesso int imorito dall'esagerato numero dei briganti che si diceva circondavan o il paese, appena che era sgombro .di due malfaltori che vi ent rarono, riaJzava i stemmi di .Vi llorio Emanu ele, e bened iceva il suo nome e la unità Italiana. Risposta. Noi comba.tl evamo per la .
D.. Cb e cosa voi intendete la fede Y
R .. La santa fede della nos tra r eligione.
D. Ma la nostra roli gio ne 110n es ecra i furti , gl'incendi, Je ucci si oni, le sevitie e tut ti gli empi e barbari misfatti che ogni giorno consuma il brigantaggio, e voi stesso coi vostri com pagni av ete perpetrati 1
R. Noi com batt eva mo pPr la ft de, e sia mo benede tt i dal · papa, e se non avessi perdu1a una carta venuta da Roma vi ' convin ce res te abbiamo combattu to per la fede.
D. Obe cosa era qu esta carta.'f
·R. Era una ca rta stampata. venuta Il a Roma.
D. ··Ma che conteneva qu esta carta 't .
R. Diceva che chi combaue per la santa cau sa del papa e di Francesco Il non com me tt e •
D . Ricordate che a ltro con teneva detta ca rta Y
R. Di ceva che i veri br ig.tnt i i Pi emontesi banno tolto 'il regn o. a Fra nca;co Il , che erano sr.omuuicati e,ssi , e . noi benedetti del papa. · ·
Ul Ira acatu iovaao dalla baDda .cui apparteneva l' lnlerrora to.
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D. In nome di chi era stata fatta quella carta , di quali firme era segnata'
R. La carta era una patente in nome di Francesco II e fir· mata da un gene rale che aveva un altro titolo, che non ri · co rdo, come non H nome; vi era attaccata una fettuccia con suggello. ·
D. D i che col ore era la fett uccia e il suggello , e che i m· pronta il suggello offri va?
R. La Mtuccia era col or bianco come tela; il suggello era bianco coll'impron ta di Francesco II e delle lette re che dice.. vano Roma ••.• ;
D. Non potendo amme ttere nè co nsentire che il papa po ssa benedire tante iniquità, nè che Fra ncesco II a bb ia pot uto vi · .... lipendere la dignità di re ordinando omicidi. grassazioni, in· eendi , qua ndo qu es ti mezzi, l' uman ità disonorando , aves,ser potuto rargli sperare u·riacqui sto del trono, però non può essere che una fa vola la vostra as se r\iva.
R. Essend oché avete fauo venire i bersaglie ri e cne sar ò fucilato, persua so come so no di morire , vi assicu ro che bo te nuto quella Ci tta e cbe é verità tutto quell o che vi bo dello co ntenere, e se altri , come me, sarà arresta to, vi convincerete allora che non bo meutito..•• •
D. Che abbiate tanto ben ligata al petto con un .nastro u11 a piastra di Francesco II come medaglia non fa meravigli a, perché uccidtj ndo, rubando, comb attere per lui. Ma co me consuma nd o tante scelleratezze, potete ten ere a tesùm')ne di esse, e di rti anche a co mpli ce , se scempia non fosse questa parola, la Vergin e Santissima , portando appeso al petto qu esto insudicia to abit1no colla sua effigie del carmineY È cosa che fa credere la vostra rel ig ione p tù empia e scelltlrata di quella cbe avere un demone , se i de· moui potessero avere una religione l Non è questa la più iD· che po ssa fa rsi a Di o Y
1 R. lo ed i miei eo tu pagui abbiamo Ja Madon-na nostra pro· teuriw, ts se a\llVa la patente colla. beuedlztone non sarei stato certamente tradito.
Ed essen Jogli annun ziato che si ap prossi mava l'ora per lui faLate, r1 spood t!:
• au , he stesse cose al confessore che . •pero tni sarà accordato. •
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In quegli animi otten ebrati dalla ig nor anza e perver· tHi dalla co nsuet udine del male, lo stesso sen timen to relig ioso non penetra se non per mez zo della paura : è il solo ritegno che pu ò alquanto infreua rli : tolto abco testo ri tegno og ni freno è rotto, la propeosilà al de litto non è p1ù contrastata da nessu n ostacolo. H brigan te non ha paura del Qodic" pena le, percilè gli hanno assicurà10 che al ri toi1l'Od1F rancesco Il ouerrà l' 1mpuot tà; non ha paura de lle pene d1 un'altra vita, perché li ministro ! della reli gione gli ba assic urato che ucci de ndo, saccb eg- 1 gia ndo, stuprando, egli serve una giusta causa. Ond' è che put tropp o ci è mes tieri affer mare che una pane del clero non rifu gg e dal fat' la parte di manUterigolo morale dei trig anll, pane pegg10re di qu elra-stessa di manutengolo matei1al e, per ché i soccorsi elle questi pre· sta flnis co nù C(l l l' esa uri rsi, laddove quelli r. he presta il manuten go lo moral e la sc iano tra cce profon de ed biJi, e per mezzo del fanat ismo e della superstizione {la !ormola di giuramento poc' anzi r tferita ve ne porge irre fragabi le doc um enl.o) tengono più salde le armi omicide nelle man i dei malfatto ri. E pur t roppo dobbiamo anche aggiungere elle preli e re li giosi non hanno uem-f meno rifuggito dall'essere an ch e manutengoli nel sensopiù s treuo e più matertale della parola. l o provincia di ' Saleruo, a modo di ese mpio, veuntro, m ma rzo del !862, arrestati cinqu e fra Li cappuccini percbè prestavano at briganti ognimaniei:a"dt assts tenza. Ptl r co glierli in fa ll o alcun i de' nost ri soldati s 1 trave st irono da briganti , ed in quell' arn ese s i eb be1·o dagl' iudego i monac i le pi ù umane accoglienze, e vJve ri 10 quantità , e la dtchiara- · zioue che 11 era torn1LO dJ ID g01sa da poter acco gl terè una comtLlva dt 4UO DflgauH. convento det J:ladn L tg uonm in Pag ao1 , prov,nc ta di '\
Sah:rno, si dJ bngaau . .Nella Ctllà dl Alluna • m Terra dl Ba l'i ' ru fòiiO UitlU:>I nel popolo nello scorso rue.::.e dt agusLo molle cartelle che reca\'aoo qutlòte paro le: • 1 briganti sù no beneddLi dal p.. va, ed • ogniquanolta batton o si attaccano a nome di DJo, e
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• vinceranno. Che si formi allora una deputazio ne e li
• vad a incont ro con una ban diera bianca facendoli · en-
• trare in paese , e tullo sarà finito. , Io quella città che annovera Dltre a 20 mila an ime sono u n 300 tra preti e frati. vi so no perfino dei casi , co.me si avverò nella dis fatta che ai primi di novembre una g.rossa banda toccò dai lancìerì di Monteb ello nelle vicinanze di Lucera, ne i quali si sono vedut i sacerdoti far pa rte dell e mas nad e. Laonde è pur forz a conchiu der. e <;he il b ri ga n -
• taggio ne ll e provincie meri dio nali ritrova in una pa rte del cle ro fomite incessante ed incoragg iamenti di ogni . -
man iera. ,
Nè gl'incoraggiamenti che provengono dalla part e borbon ian a son o minori. Quella parte ch e nel 1860 cop rire di obbrobrio la propria band iera, che non seppe di fe nd ere nè i suoi priocip ii , oè il s uo Re, che non sep pe arrend ers i con d ign it à, nè cadere co n glo ri a, non ha sa pu to trov are altro espediente per pigliar la rivincita se non quello di collegars i con gli assa ssi ni, di aiutarli col consiglio, con la direzio ne, col danaro, di in· fervorarli alle opere in ique. La parteeipazio ne, la compli ci tà al brigantaggio de i Comitati borbonici è fatto che non pati sce contraddizi one : i processi dimoosigno r Ce - • ' natiempo , del Bis hù p , del Cosenz a le pongono in piena" l uce. Allre proct>ss ure da poco iniziate ed ora io via d' is truz io ne, quell a, per esempio, intorno ai complici del serge nte di Gi oia, l'altra a cari co della priociQ._ess.a. Sciarra le confermano io modo in contrastabile. Le inda gin i alle qu ali si è proceduto io seg uito al st> questro de l marchese Avilabi le ed alla cattur a di parecch i seg uaci de l Pilone, hanno sortito lo stesso risulta mento. Il malfattore Pil.ooe s' intitola va co maudan te il corpo di operazione nelle vi· cio aoze di Napoli a nome di Fran cesco II , e sulle vesti brigantesche recava le inseg ne di ca valiere borb oni ano. L' al1ro malfatto re faceva il suo ingresso in Gr ottaglie ìo alberaoJo baorli era bian ca, e g rida ndo: viva Franu sco 11 l Un borb oniano, non è ·guarì arrestato, deponeva avere il Co mitato borbonico di Napoli spedito
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1
,._
ordine al Croceo di catturare i componenl i la Co.mmis· , sione d' iuchiesta al loro passaggio per le Pu g lie. Ora e ch iaro che ordini s'inviano a subordioaLi od almeno a · ge nte con la quale si procede d'a ccordo. Un Giuseppe Tardi o, di Cdotola, provincia di Salerno, giovane di 2a anni, di condizione civile, già studente di leggi nel liceo salernitano, fece un viaggio a Roma, e reduce andò difilato al suo paese, dove . si misèà capo di una banda di malviventi , la quale infesta il circon da rio di Vallo. , dars i nessun fastidi o di occultare a nome di chi turbasse la pace pubblica emanava in luglio scorso il se-
guente proclama:
AI POPOLI DELLE DUE SICILIE. Cittadini,
Il fazi oso dispotismo del :5ubalpino regime nel conquista re il regno vi sedusse con promesse fallaci. Amari frutti ne avete raccolti. Rid ucaniJo queste belle eontrade a provincie , anga· riandovi di tributi, apportandovi miseria e desolazione. Jnau- l gurando il diritto della a ragione di Stato (che Ro • . ga lantuomo 1). I più ard i ti oramai è un anno da che brandi· rono le arm i. E l'ora di fare l'ultimo sforzo è suonab. Non tardate punto ad armarvi e sc hierarvi sotto il ·v..ss il.lo del le· \ gittimo sov ran o Franceseo II . unico llimbolo e h.1lnardo dei di ritti dell' uomo e d el citUdino, non che del la prosperità commerciale e r icchezza dei ifOpoli. Esiterete voi ad affrontare impavidi gli anoatl piemontesi, onde costr i nge rli a valicare il Liri Y
Pubblicato in ..•. , e per copia conforme in questo comune affisso.
i luglio 1863.
!t capitano rom anàante le armi borboniche
GIOSB.PPE TA.RDIO.
Accanto alla firma è il suggello con lo stemma bor . bonico. Briganlagtio. &
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.
Il Tardio intim a va ricatti a nome di Fra nc esco IJ. Eccone il document o:
FRANCESCO II
RE DEL REGNO DELLE DUE SICTLIE.
Si fa ordine a don Raffaele Salerno, del comune di Cam(lrola, consegnare al latore, senza punto es ilare, la somma di ducati n o da servire per paghe agl' individui componenti la colonna di form azione sotto il mio comando.
E glielo partecipo per intelligenza.
Il capi tan o comandmtte le armi borbonich e GlUSEPPB TARDIO.
E trovava complici nei componenti il municipio di Ca · merota, come risulta dalla seguente lettera:
caW!roLa, 4 laglio 4863.
AMMINISTRAZIONE DEL COMUNE DI
Al signor a8Bessore don Pa olo Ambrosano.
Signore,
Le si spediscono due donne, cbe con tutta premura le ca· l rieberete più che si possa di pane da servu e la geo ar· mata prossima a giungere in queslo comune, nell' cbe il valore sarà pagato da qut:Sto comune.
n municipio:
Un uflìziale che per parecchi mesi ru comandante.;.dtl distretto mHi1.are di Vasto, nell' Abruu.o Citeriore, et narrava che un br1 ga nte luCJlato perché colto con le armt alla mano l'estremo supplizio dichiarava,
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co me il suo capobanda, detto Pizzolungo, avesse a lui ed ai suoi compagni un ordine del giorno mandato : da Roma da Francesco II, nel quale questi annuncia ndo j il ritorno prossimo nei suoi Stati esortava i bri ganti a ' perseverare. In altre carte sorprese s ulle persone di malviventi che facevan parte della ba nd a di Cbi avone, legges i, come alcu ni dei malfatto ri abbiano relaz ioni di rette ed immediate con la stessa persona ai Francesco H, e lo tengano ragguagliato di ciò che i bri gao'IT! anoo ed ope rano. E ci è stato parimente r iferito cbe quando il Chiavone fu con alcuni dei suoi più fidi seguaci ucciso per ordine di Tristany, ques ti contezza dell'accaduto con app os ita relazione a Francesco Il , ed atteggiandosi ad aom o politi co gli riferi sse come avesse fallo togliere di vila quei miserabili, perchè colpevoli di volgari delitti, 1\ e che alla lettura di questa relazione Francesco Il deplorasse la morte del Cbiavone e dei suo i, e fosse compres o da vivo sdegno contro il Tristany che lo privava di così fedele ed affez ionato-séi-V itorèl
Il giorno 16 luglio 18tH due soldati del &..\.' di fanteria , per nome Carlo Bedooi e Bernardo Gamba , furono, mentre scortavano un esatlore da Morino a Rendinara, sorrresi da una decioa- ar brigan i ,msarmati, fatti prigionieri e condoui prima io quella localitl del territorio l)ontificio denominata Campoli, e po1 alla monta gna dettàcrette &alette s ullo sLesso territorio , dove il Cbia_!2ne ed i suoi seguaci tene vano il lo ro 4uartiere generale. Dopochè i due sòldati venn ero spoghali dagli abiti miliLari, e vestiti da co uLadinl si eboero dal · Cbiavo.oe ordine di andare in Roma, un foglio di v1a per. c1ascuno ed una lellera per il ooul.tl di Tral'aoi , zao ai Francesco 11, e con esso lui dimorante 10 Roma ; e percM non fugg1ssero ebbe ro anche uu a scorta bngautesca. Forluna t volle cbe sulla s t1 ada oompar1sse uu dJsLaccamenLo fra n- i cese, alla cui vista i mallauori se la dJèiicro a gambe, j èd- 1 nost1·1 due soldaL1 furono w l)l"cl"'u u1 riva:o..are la t fronLiera e di to rnare al loro reggunenl1.1 da vrt:Sulio a Sora.
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Il giorno 24: luglio dello stesso anno alquanti ma sna· dieri, guida ti da u n Lui g i di Gian Marco Bianchi, s i" im· lpossessavaoo per in gan no del corpo di guardia di Luco, nel circondario di Ayezzano, e prese le armi'. che rin-ven· nero si diedero alla fo gli ·associando nello stes!l.so evviva il nom e di Cbiavone a quello di Francesco II.
Al principio dell'anno corr ente in seg uito a ric atto con se qoestro di persona fatto dalla baoda Croceo, nel cir: co ndario di San t'Angelo dei Lomb ardi, il delegato ·di pob· blica sicurezza di Bisacci a proc tlde va all' interrogatori o {del giovane sequestrato, e di un contadino invia to dalla famiglia a ricercar!o : e l'uno e l' altro concordi depone· vano ·che, trovandosi fra i briganti avevano vedu to so· un'altra ban da gui data da un tale Teodo ro il quale dice va a Croceo: c Due g10roi di etro ono-.a ei
• nostri amici è venuto a dirm i che il nostro Re Fran·
• cesco nell a primavera ci manda rinforzo di so ldati con c capi es teri, munizione e danaro. E fac ilm ent e si
• egli s tesso alla tes ta di soldati del papa e dell'Austria
• per entrare nel regno. • Uno deg l' int erro ga ti depon eva pur aver chiesto ad uno dei compagni di Croceo per nome Sacchiliell o: • Che fai più i o campagna; ora ti
• hai fallo i danar i; pe rchè non cer.: hi r itra rli 'L. • ed ' il Sacchiliello a\·ergli rispost o : c lo fui invitato rfa parte
• del nostro e perciò mi riunì i coll a ba n<.la.
1
• Ora ci è stato r iferit o, precisamente ieri dal capo della
1• banda Teodoro che venne a ri trovarci, ass icurando che
• • egli ave va ricevuto no tiz ia dal Re che in pr imavera ci
• avrt>bbe mand ato sic uram ente gran forza co n cap i este ri,
c e danaro, ed egli stesso sàrebbe ent rato . Noi dunq ue
• attend ia mo tale sua promessa. All ora mi vedrai caro
• paesano, io altro s tato. Bas ta, ci ril'edre mo. •
Ai primi di febbrajo tes tè sco rso un brigan te per nome Francesco Gamba ro si cost1tu ìva in Sa nt' Angelo dei Lom· b ardi . ed interr og ato per qual tloe si fosse assoc1ato ai
ma lfattori, risp ondeva :
• Mi unii a11a band a di cui ca po era no Aodreotti e
\
• Sacchitiello fin dal i6 agosto dello scorso anno, giorno
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, di San Rocco. La banda era di circa 4:0. Io qual pa.
, store ero sempre a contatto coi br iganti , ed in tale
, occasione m'illu sero che loro erano protelti da France-
• sco Il, cbe gli mandava danaro, mun izioni ed arm i, e:
, che fra b1·ove sarebbe e ntra to nel. regno, ed a noi ci
, avrebbe dato molli terreni del comune e danari ; mi
, dissero pure che il Re èfig lio diÌiìfa Santa che pro·
, tegge lui e noi ..... La banda ora è ristretta a pochi ,
, perché i capi dissero ai br tganli che il Re FranC'esco
, gli ave va fatto saper e che a prim ave ra mandava soldati,
, danaro e munizione per ent r are ne i pa es i, ed egli stesso
• sarebbe ent1·ato io Napol i, e perché in tempo d'inverno
• non potevamo maoteoerci noi e cavalli, così ci disse
' ri tirard ed alla meglio nasconderei nelle case nostre
• e degli am 1ci per poi ritornare io pri ma vera. •
Le recenti irruzioni di bande con caQi ester i da l ter 1 rito rio pontific io io pr ov i ncia di Aquila sono ill'Us1 raz ion it l e conferma di queste deposizioni; qualsivoglia commento Jl tol'nert bbe inutile.
Tutt e le irruzioni di briganti dal territorio ponti ficio so no promosse ed appareccbiaie dai Comitati borbonici qua e ·là sparsi fuor i del nostro Stato, di concertoeo n quelli ch e hanno stanza al di dentro . Ve ne ha a !f.!..rsia J!!!_ta; abbondano a Roma e nelle localitf più- vièì'rie alla nostra rromiera. Il Comilato di Alatri è presieduto e diretLo dal vescovo di quella d ioces t"Edallo stesso modo con cui son o iìiìiegaoìllle frequ enti e strette re lazion i tra brigant i e Comitat i borb onic i non posso no nemmeno essere rivocate in d ubbio le r elazioni fra qu este ed il pri ncipe che g là ru sovrano ddle provin· cie del mezzodì dell'Italia. I capi di qu ei Co mit ati residenti in Roma fanno notoriamente parte della Corte di Fr ance sco Il , e le comu ni cazioni per via di corrieri di t og ni co nd1zione, di ogni nazione e di ogni sess o co n le! provincie oa politane son o in cess anti. Francesco II adunque è consapevole d1 tutte le m1ceb inazioni, e non tollera ma vuole che la SUJ causa sia ra ppre:;entata e servi La dai masna · dieri e dai prcdoni. Alla sventura anche meritai.! si deve
--· '77-
rispeUo; nè mai noi vorremmo sfuggisse dalle nestré una sola parola che suoni insulto ai caduti. Come fu eroiça nel soffrire, magnanima nel perdono agli offen· sori. Ma il pri !lcipe çh e a!r Qmbra .di un vessìllQ glorioso
ed amico aWltalia, Ii on · ba r-ibrez zo dj scalenarè orde di j r ibaldi per arrecare la de solazione -in qu elle -provincie,. che non .se ppe con 5ervare alla sua <Iom i nazione col val<,> fa, ha con ciò rintJnziato a llo stesso diritto del la srentura, e dispensa dall' obbligo di. .r i.guard.o e CO!D· pianto. Egli non è piii il principe e nemmanco il pretendcmte, ma il cnmplice, l'istigatore, il maouteogolo di Croceo, di Ninco ·Nanco e di ogni maniera di votg ari e misE-rabili scellerati. . ·. ·
l soccorsi materiali ·che il soggi orno di )I t nella eterna città procaccia al brigantaggio nostre l provincie non ne sono pPrò la peggiore nè la p iii dannosa l conseguenza. Gli effetti morali e politici sono di gran longa più nocivi alla pace, alla sicurezza ed alla rilà di quelle provincie; sicchè quand'anche principe non inviasse nè un quattr ino , nè un sol uomo al,le orde dd ·malviventi,'' il $0}0 fatto della sua ·.in Roma sarebbe fomite ·del br igantagg io. AJ:io stesso modo con cui durante il militare francese il soggiorno di Fe rdinando I e aella sua Corte in Sicilia:- onr e alle continue $pedizioni di briganti
· l nelle Calabrie, manteneva viva la speran:t.a dei partigiani l della dinastia borbonica; il soggiorno attuale di Jt'rance• II in Rvma è, se non argomento, certo pretesto plausibile e non destitu ito delle apparenze .della verosimi; glianza, a colpevoli speranze, a proo ostici protervi. Nel decennio il buon senso popolare aveva battezzato coloro che aspettavano il ritorno di casa Borbone con la siva locuzione di speranzuoli: ed oggi non ne mancano. Costnro fanno sulla ignoranza e sulla ère· dulità delle moltitudini> sulla difficoltà delle zioni, e divulgano d1 continuo le più insigni fandonie, le più grossolane fole, le guah naturalmente non si avverano mai, sortiscono l' etTelto che se ne ripromeUoòo
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colo ro che le diffondono, quello vale a dire di commuovere , di ag ilare, di impaurire. Ieri erano gli Austriaci che avevano occupato parte dell 'antico rea me; sono i Francesi che hanno costretto il Re ViLLorio Emanuela a spezza re l'italtca corona, ed ac conéiarsi alla. confederazione; domani è Francesco II che preceduto da immenso l corteggio di soldati e di :liolomatici sta per riporre il , piede negli antichi dominii. ·Tutte queste dicerie derivano la facilità con la quale sono credute datla-pf6Senza di \ Francesco Il in Roma: il giorno io cui egli rosse in Ispa·
gna, in Baviera od in contrada di là delle Alpi nessuno più vi aggmste rebb e fede. Durante il decennio i Bortì'fni ricoverati io Sic ilia miilantavano l'amicizia palese ed effi cace dell' Io ghiltena; <'gg i il Borbone ricoverato a Roma non può di certo vantare l'amicizia de ll a Francia, ma dal contegno di qu esta trae a suo pro giore utilità di quella cfieT s uoi antenati ri cavas'>ero da \ gli Inglesi nell'epoca .testè rammentata. Francesco U , vanno susurraodo tnttodi fra le moltitudini i suo i _fautori, non è l'osp ite dei Francesi, ma del Santo Padre; quelli . non sono suoi am ici ; ciò non ostante sono costretti a rispetlarlo tanto egli è forte, e rispetlandolo dimostrano essere persuasi ch e l'unità italiana non può reggere, e che un giorno o l'altro Francesco Il tornetà, anche loro malgrado, nei suoi Stati. Cosi ragionano costoro, ed il · ragionamento colpisce le moltitudini, le quali no n vanno u nto per il sollile, non so no iniziate agli andament i mi· ste riosi della politica, c vede ndo che quei disco rsi èoncorda· no con i fatti 3ppare nt i, di leggieri si che bannQ fon dame nto di \'ero, e senz a più credono l' incredibile , l' assurdo come articolo di fede. Fran ces co Il a ·Roma ' \ ospite del papa, non mol esta to dai F rances i, ci rcondato da una Corte alla spagnuoh, diplomatici accredilati j pressg di lui come se fo sse nel pieuo esercizio degli attribut i della sovranità, libero di rare qu el che meglio gli aggrada e di ordire qualunque macchinazione a danno de l· l' Italia è tal fatto ' il qu ale anche senza tanti commenti colpisce profondamente qnel!e propolaz!oni immagioosé ,
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e valga il vero, colpirebbe anche altre meno di es5e Ja n· tastiche e proclivi a credulità. La conseguenza morale qel sentimento dì sfid uci a e di dubbiezza intorn o all'avve nire che genera ·ed alimenta è di pe r sè sola un ma le gr avissimo, cd delle più radici del brigan· tag gio. I malfallori vi attingono forza ed incoraggiameqto pere nne a perseverare nell e O!Jere. in rami ; la presenza di l F rancesco II a Roma implica pe r essi la certez.iaèler di lui riLoro o a Napoli, la -éventu-alità dì quel rilorno è guare ntigia ad essi dì lucro, di ono ri, di premio e nel i:ISo più disperato d' impu nilà. Il giudice del mandamen to di Cerig nola ci narrava di aver sa puto da un brigante teputo prigi one nelle carceri di quella città ave re Croceo di chia· rato di essere 1Jron to a consegn arsi nelle mani della gin· ; sti zia, a costituirsi, quando av esse avuto certezza che Vi Llorio Emanue!e fosse entrat o in Roma. E v'ba anche cbi affe rm a che il Croceo d uesvolte sia sta to a Roma traves tito da frate per conferire · con Francesco II od al.lri della sua famiglia. Un brigante di anni lf7, per nom e Giuseppe Ciampa gha , arres tato lo scorso mese di mar zo in Termo li, in terrogato dal giudice di quel maodamento pone va che un capo brigante lo aveva costretto a seguirlo, e gli pro metteva di armarlo e dargli un buon cavallo , e cosl con la comiti va tutta armata recarsi in Roma per · fa •· torn are Francesco 11.
La dim ora di Francesco II nella capitale d' (talia acce nna ad una delle aiLre ma ggio ri ca use della du· l'ala e della tenaci tà del brigantaggio nelle provincie napo litane, all a connivenza val e a dire ed alla comp,licilà del Gove rQ.9._ P.2!tific io. Si dirà forse che la osp itilll;à no o i mplica soliùarietà di dove ri tra chi la conr.ede e q\iegli che l'acceua ; che il bene fizio non conferisce al benerat· lore La preroga liva di vinco lare la libertà àziooi de l benefi cato ; e che perc•ò chi dona l' ospitalità :può ripu diare la res ponsa bilità dei portamenti di la . Ma an zitutto è a rifi cttere che la ospitalità largita ··da l Go\er no pontificio a Francesco Il non è corollario del pr indpio del dir itto di asilo, sacro ed inviolabile pre sso
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le libere nazioni, ma bensì concessione spontanea e ri· trattabile di quel Governo. In secondo luogo fra i desiderii e gli al li del Governo pontificio e q uelli della Corte liorbonica è tale id entità , da cu i sca tu tisce piena ed evide nte la co mu ne soli darietà e la responsabili tà comunè.
Gli abitatori del Vatican o no n possono ignorare e non ignorano di cer to qu al i siano il co nt egn o , i portamenti, ( le ope re de gli e per ciò t sono sindaca bili degli alti di · costoro come se fossero \ atti loro proprii. Questa verità non ha d ' uopo di essere
dimostraLa : la sua evidenza è palpabile. L' officina d'i m· oortazione del brigantaggio nelle prCl'vincie napolitane da Francesco II e dai suoi seg u ac i cosmopolitici in Roma è la condanna di chi l'b a sta bilita, e di chi la tollera e la sovv iene.
Dicesi che l'a silo co nceduto in Roma a Francesco u. abbia avuto a motivo un pensiero di gratit udine, e che Pio IX abbia voluto ricambiare _!Lj!gl io la ospitalità < usa tagli dal padre io Gaeta negli anni f 848 e t8-i9. El sia pure. Pon gasi pure che in ciò non entrino per niente ' le ragioni politiche, e campeggi esclusivamente il senti· mento della riconoscenza. Ma che 'l Questo sentimento deve forse imporre sile nz io a quelli della giustizia, della
umanità, della carità 'l Abusando della ospitalità concessagli dal pontefice, Francesco II se ne è reso immeritevole, e quindi doveva essergli t ol ta; ciò no n è slato fatto; dunque la toll eranza dell'abuso si risolve necessariamen te in prella ed incontrastabile compli ci tà.
Ma se Francesco II ba abusato ed abusa della · lità largitagli dalla persona del ·pontefi ce, non può essere addebitato della stessa colpa verso il Gvve r no pontificio. Discorrendo in modo generico, si può ioferire Ja conni· venza dalla tolleranza , la compli ciLà dalla inerzia nell'impedire il male ; ma i fatti chiariscono che la connivenza e la complicità del Governo pontificio col brigantaggio non si restringono nl!gl i accennati confini; poichè sono con nivenza sciente e altiva. perenn e, ertìcacissi ma. • Francesco II , ci veoira detto a
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_...-
·
· Sora, è il perno del brigantaggio ; ma il Govern o pontific io palesem ente . lo tutela .•
• La rad ice del bri gan ta ggio, ci di ceva il senato re
c Ferri gni, .avvocato gPnerale presso la Cor te di \
c ziooe di N1poli , è a RQma; fin èhè q ue lla non sia tolta
c no n sarà es tirpato il briganta ggi o. Da Roma, ci di c(lv a
c il senatore Niulla , pr·es id r n te di quella stessa Corte,
c viene il princip ale alimento al bri gantaggio. L'in cita·
c mento massimo, ci di ce va l'illustre Lu igi Setlembrini,
c viene da Roma ; di dov e più che il danaro vi ene l'idea
c che li è il re Du e Si cilie che pu ò tornare.•
I fatti dimostrano ch e queste opinioni autorevoli hilono . fondamento nel vero . A fl oma bav vi un or dinamento rego lare di bande, come di esercito che si ammannisca 'per ' co mbattere oem 1ci. I conventi di Tri sullì. e di Casamui sono ricetta coli notissimi di briganti ; sono i loro quartieri di prf'dilezione. Nel !861 monsi gnor Montier i , ve.!lcovo della diocesi di Sora , ora defunto, aveva ._fissato stanza nel convento di Casamari, ed ivi con l'assistenza del padre abate d i detto monastero e di parecchi legittimisti forestieri organizzò quella banda di briganti, capitanata dal De Chrislen , che venne sco r. filla ed inse-
1 guita dalle truppe comandate dal nos tro valoroso co lle ga, il generale Maurizio di Sonnaz. Natura lmente la polizia pontificia adopera tutte le scaltrezze perchè manchino le prove dirette e giuridiche della sua connivenza con i masnadieri. Le as LUzie però , le cautele, le accorte1.ze sooo tradite daì fatt i. Le bande si organiz-zano sul territori o rom ano senza molestia di so rta alc un a. Il Tristany fa forniture di pane e di viveri dentro i paesi senza che le autorità pontificie trov in o nulla a ridire .
Nel mese di marzo si sp edivano da Veroli t!t razioni di pane al giorno ai bri ganti raccolti nel conveQto di Trisulti; nè ostacoli di sorl3 erano fr apposti a -quest' invio quotidiano. Due volgari grassator i nalivi deUt Sel va di Sora abitano a Veroli, e fanno da guida e a Tristany e ai gendarmi pontifici. Le provincie d( Frosinone e di Velletri sono quelle dove più d' le
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bande si formano ; nessuno dei contadi ni di quelle due prov in cie vi prende parte; sono forestieri; oppure malviven1i e provenien.ti (!a lle provin· cie napolitanr. I corop (l nenti della banda di Tristany sono per la mag gior parte ves titi con la militare, e coloro çhe redtano la parte di uffiziali recano i distintivi dei rispe lttvi gradi. La polizia pontificia non ha occhi per vedere questi app arati di e li lascia compiere uanquillamente senza arrecare ad essi il pi ù lieve disturbo. Alla fine della stagi one estiva ùell'anno 1861 la banda. - eap itanata dal Cbiavone , che tante volta disfatta erasi alL retLante volte r ifornita e rifalla , proporzioni ril evant i. Si partiva in olto compagnie· di 50 uomini • ciascuna, ed annoverava i -su oi capi con le deno minazioni '. di gra!li tolli dalla gerarch ia militare. Fra suo1 compo· neo ti, massi me tra sed icenti capi, erano avventurieri spag ouoli, francesi , svizzer i , irlandesi ed il belga Trazi·{ gny . Cotesta -Danda accantorava VP.rso la ""ontiera di S<: ra, tra Santa Francesca e Casamari; aveva pers ino gli avamposti e le vE'dette ; nè mai ebbe a pati re molest ia a!r.una, fincbè es se ndosi ri sol uta l'H novembre l861 a passare la frontiera si ebbe dalle nostre : truppe il meritato ca stigo nei combattimenti d' lsol elta e di San Giovanni In cari co.
Ognjqualvolta i briganti valicano la fronti era sono stati incontrati dalle nostre truppe e sbaragliati, ma poi hanno. avuto sempre agio di rifarsi e di riordinarsi ripassando · sul territorio romano. A Campo di Fiori a a piaz za Moo· ' tanara ili Roma vi sono persone le quali - ingaggiano chi possono tròva re per le orde brigantesche. Scelgono e trovano le loro reclute fra contadini dell'A bru zzo Aqutlano che so no fuggiti per tema della leva, op,pure per delitti. Il Gove rno pontificio sovvièii'eeòo armi e con danaro , e per non essere scoperto adopera, ogni sorta d'artifizio . Una volta, a modo di esempio, forni parecchie centinaia di c1ppotti militari, e per riuscire nell'intento il Ministe ro delle armi annunz tò una ven· • dila all'asta di cappotti. Un prete francese
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si presentava all ' incanta e faceva mostra di comprarli. Una volta in poter suo 1i consegnava puntualmen te a coloro ai quali erano destinaLi. I borbonici di i Alatri, di Frosinone , di Ceccaq9, di Velletri , (ii 'Pratica \ si adop er·ano senza posit a so vveni re in ogni maniera i brigan t i. Del Olmilato di Frosinone fanno p:trte un giu· dice, il cancelliere vescovile, du e canonici ed il curato; di qaello ·di Ceocano una persona addetta al servizio dell a casa del cardinale Aoton elli; di quello di Ala tri fanno 1 pure parte dei canonici; di quello di Pr atica l'arciprete ' che talvolta accompagna di persona i briganti. All'Ab· badia dei Pa ss ionisti in Ceccano risiedono un ge nderme rpontitlcio e due gendarmi pensiunali che servono da guide ai masnadieri. Nè il Tnstaoy si dà ne.•s una bri ga -è, di mascherare il suo scopo; assume pal esemen te il titolo di maresciall o di campo com and.ante le regie truppe del reg no delle Du e Sicilie. Abblaiii o veduto in proposito un documento originale che qui trascl'iviam o:
Comando supremo delle regie truppe del regno delle Due SicUie.
N. 4:i.
Spedisco a bella posta il mio quartier mastro con ioearico di riscuotere delle somme da taluni signori che lei sa; a cui sono diretti li un iti ufficii, ed alla rictvuta della moneta il det to quartier mastro consegnerà agl' iLJteressati la regd!are ricevuta .
.Impegno lei di adoperarsi a. tun'uorno per lo adempimento
di questo affare, facendolo ct:rto di tutta la mia cons iderazione.
Dal quartler generale di Rendln ara, 15 luglio l86t.
Il mar esciallo di campo
R. TRISTANY .
\ Al signor .Isidoro Borselli, cap.itao o, in Ceprano.
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Acc anto alla firma del Tri.;ta ny è l'impronta del suggello borbonico, ide nli ca a quella della quale abbiamoaccennato a proposito della lettera del brigante Tardio in provincia di Salerno.
Dalle deposizioni fatte e g iuridicamente raccolte, dai due fratelli Colafella, ex-soldati borbonici, dinanzi al 1 presidente della gran Corte criminale di Chieti il giorno , 2.7 gennaio i862, risulta : che gli arruolati borbonici, e volontari ed ex -3oldati, foss ero acquartierati parte fuori, parte dentro Roma, e questi ultimi a San Sisto vecchio, che i loro ufficiali fossero parte napol itani, parte stra-
che es3i fossero calabresi, abruzzesi, siciliani e napolitaoi, che ricevessero gli ordini da Francesco II, che, 1 prima . di e3:;ere acquartierati, avessero per parte di lui ' grana al giorno, e dopo acquartierati, pane e zuppa, ortfe almo bigio, fucile , baionetta e sciabola ., e che .yi Ì fosse tempo nel quale erano costretti a far gli esercizi militari.
La notte del 5 al 6 di aprile dell'anno J862, un duecento briganti, che al solito si erano ace<>zzati ed impunemente ordin ati sul territorio pontificio, valicavano il { Liri , ed alle W antimer id iane del giorno fL.piombavano ! inaspettatamente sopra Luco paesello collocato sulle sponde del lago Fucino nel ci•·condario di Avezzano. Il presid io era e<>mposto da un dtstaccamento dj 20 uomini del di fanteria , cin que dei , per ragioni di servizio • erano assenti. Nel volgere di pochi momenti i briganti ' baldanzosi per il soverchiante numero occuparono tutto l'abitato. Il srrgeote, che co mandava il si asserragliò nella caserma ri soluto a vender la vita a caro prezzo. Lunga ed accanita fu la lotta : la porta della caserma non potè essere atterra ta ; ed allora i briganti, saliti su l letto , s i dted ero a rovinar le tegole ed a gettar fascine,· alle quali appicca rono il fuoco. I solda ti non po J savano dal combattere; sparavano dai fo ri del tetto, dallei finestre; alle intimazioni di resa, risp0ndevaoo e<> n rifiut o sdegnoso. L'accanita l<1Lta dura va da tre ore: già il tetto ardeva, e minacciava di !leppe llire sotto le fumanti rovine
' ' - S!S-
..--·oieri,
l'eroico drappello; allorchè una patt uglia di c inque uomini ed un caporale, uscita dal vicino paesellO'àì Tra-
sacco in perlostrazion e, udilo il rumore della mosc heUe·
. ria, accorreva al passo di carica ad aiuto degl.t-as se diat ì. Quel caporale · prese in co ntaneòti di sposizio ni 'militari op . portone ed ingegnos e, si ava nzò impavjdo verso Lu co al grido di Savoia; i briga oli che stavano i o vedetta all a punta del villaggio s tim aro no che quei po chi soldati fossero l'avanguardia di una colonna di truppe che mu ovesse ad assalirli, e perciò dato di flato aÌie trombe per avvertire i compagni del creduto pericolo, la comi ti va
tutta si diede alla fug a. Il capo , cbe era un Pa squa lè
Mancini, di Paceni'ro, lu ogo tenente di Cbiavooe, veni va preso e fuci lato. La s tessa sorte toccò ad altri: la bajj(fa fu dectmata e dispersa. Fra gli ar restaLi era un PaÉiuli, ex-sergente borbonico, il quale, interrogato, dìcbi a· , rava: gli arruolamenti far si a Roma, presso il farma cista
1 Vagnozzi, a Campo di Fiori; essere la sua banda (forte di 200 uomini) partita da Roma il 30 marzo a distaccamenti <la HS a uomini l'ullo, essersi raduna ta il i aprile nel piano dt Arcinazzo non l ungi da Trevi, vicino ad un'osteria: aver ivi incontrato un carr.o carico d'armi, che aspettava la bauda; le armi essere state di·
1 stribuite da un prete per nome don Luigi, il qual é com\parliva loro la benediziOne e poi li diresse alla volta di Anticoli; più lungi aver trovato in una masseria gli abiti militari, e tutti i briganti aver ricevuto un cappotto grigio sul modello lrancese con i colli gtalli ed i mpeLLivi sacchi.
Permessi gli arru ola menti, g li eserciz i ruìlitari degli arruolali, lasdata pttna libertà alle ban\Je in tal g utsa org .. uizzale di pt:rcorrere senza mol es tia tl temtor io r romano e dt cercant scampo sicuro dalla giusta pu· niztone, che alcun dul.Jbw ricevert:bbero dalle truppe itallane, qualora· qu esle potessero oltrepassare la frontiera; data ptena oalia at capì dd te masuade dt far fornilure di vtveri nei paesi ; dare J gendarmi per guida a1 ori· ganta; non torcere neppur un cappello a nessuno dei componenti i diversi Comitali borbonici: e che cosa po-
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.,_.
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trebbe fare ·di più il Governo pontificio per mettere in piena luce la sua cooperazione incessante al brigantaggio '1 Nè, a ma lgrado delle astuzie e delle precauzioni della polizia pontificia, mancano documenti autentici a corroborare ma terial men te il convin cimen to morale che risulta dal complesso dei fatti e dalla logica stessa delle cose. Le due lettere ch e qui vennero scritte da un brigadiere dei gendarm i pootatici i, vale a dire da un individuo cbe non poteva cer tamente aver carteggio e relazioni con i briganti, se non ne avesse avuto li beneplacito dai suoi superiori od almeno non fosse sta to certo
di non inco r rere nel loro sdegno. Ora codesto brigadiere era in carteggio e<..n Chiavooe, e gl i dava dell' eccellenza. Jn quell ' anaar di tempo Cruavone stava sùlia - moi:iligna tra Veroli e Sora ; i soccorsi in uomm i ed armi gli per· venivano Cla Roma e lla Velletri, ma per salvare le apparenze, gh uom mi che duvevano ra gg aungeilo evilavaoo ùi bauere le su·aae prmcipalt, e pe r Vallecorsa prendend o il confine e lasctando a destra Ttrracina s1 recavano alla restdenza del !adrone, la cui bauaa erano cbiamati ad f ingrossare. A Sezze pot teneva do WJCJho un Gauozzi, famiglio e colono <iella ca sa Autouctll, 11 quale fu nomi- 1 nalo da Cb1avùne tenenLe pnma e po1 capil.<ino, con l' incarico di radunare ed indi riZZare J 1 e provve· derli dell'ùccorrente. Sembra cbe un tucanco dello stesso genere vemsse affidaw al gendarme elle scriveva la le L\era, e ebe quegli, mponJendo1 acceu.asse. Ecco questa 1el tera :
LI 5 aeutmbre lset, cln;a le ore ta Italiane.
Gendarmtria pontificia
Comcmdo della brigata di Yalle cona (o' UFFICIO).
ogni mio ruuito nell'ora suitd:cata bo ;ricevuto iil di lei dispalcio 10 data di Jtri per O:t'uo di due di lt:i currieri; dai suddtlli due corrieri .to inttw luttocaò cte brma
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l'E. V. che io esegui :<ca . Dal canto mto l' as sicu ro, sign or 1 ge nerale , che farò del tutto, aur. he a cos to della vita, on de r poter appagare le bram e dell' i. V., e la prego' a stare trani quillo che Il tulto sarà provveduto colla mass ima .&ca nqulllità e segre&ezza. · ···
Mentre eo n sensi della più alta stima e profondo· rispeu o passo rassegnarmi
Dell' Èecellenza Vostra
A sua Eccellenza
n Com andante la brigata
GA ETA NO BOLOGNESI, brigadiere .
Signor generale in capo Cbia von e.
Sotto la firma è il tim bro della gendarmer-ia poetificia .
L'a ltra lettera era ind1rizzala al Gallozzi :
.Mio ottim o eà eccellen tiss imo sig. lenente
La prevengo, sign or &eneo te ch e , con t ro ogn i mio merito , · in questo momento, che son o ore t 6 itali ane , ho r icev uto pe r mezzo di due co rr ieri un di spaccio di S E. il s ignor generale In capo Luigi Chi avone, com andant e tutte le Truppe Regie Napolitane; che conviene che io ce rca io ogni modo possibi le di assistere, e di por tare in sa lv o fuori della mia gi u risdizione gl' indi vidui ed armamenti che porteranno seco quando giu ngeranno per quella volta.
Per qu esto, signor tenente, la prego di il lodato signo r generale, che dal canto mio farò del tulto 4ncb e a CO· sto della vita, per po ter appagare alle brame in quanto mi viene ordinato nel suddetto dispaccio.
Come pure le fo noto, signor tenente, cbe la di lei ri spet· tabile famiglia si ritrova nella più pe rfetta salute, ed lo quasi r l ogni giorno mi porto alla loro abitazione esorta nd o alla SÌ· ·gnora di lei consorte a vivere Df:lla più perfetta ·tran quilli tà in tu tti i rapporti , mentre siamo alla fi ne dei seguaci iniqui ed as sassi ni che colle loro infami là ha nno fatto , siechè ch e per fino ha nuo tentato di levare i diritt i della Nostra Santa lladre Chiesa. Jo questo incontro sono a pregarla, signor te· nen te, a fare conoscere a Sua Maestà, pe r mezzo anche del· l'""' llenu slgoor gooenle Chi&vooo, i&.tedellà e ptemur& cbt
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io bo ancbe per le sue truppe abbeocbè si ritroviamo nei mo· menti più critici , ma ormai si farà giorno anche per noi.
In atteso della di lei sperimentata bor1tà che vorrà provve· dere a calcolo di quanto sopra, la prego in pari tempo a perdonarmi della libertà che mi prendo, mentrtl con sensi della , più alta slima e profondo rispeuo passo all'allo onore di ot· sequiosamente rassegnarrni.
Di lei Signo r Tenente
Da Vallecona, li 5 settembre i86i .
a tutta prova
GAETANO BOLOGNESI, Drigattiere.
E nem men o a questa seconda lettera manca il timbro della gendarmeria pontificia.
Un altro brigadiere della gendarmeria pontificia, per nome Fontin i , co mandante la stazione di Torretreponti scriveva al suo· capitano, cavaliere Fabbo, residente in . Velletri, una lettera, nella quale lo avvertiva di aver ricoverato dieci '!!_llciali spagnuoli, destinati a raggiungere i s ulle montagne (lj Ceccano le truppe mFrancesco II, OS· \ sia i briganti, di averli sottratti alla vigilanza delle truppe francesi, e poi di averli fatti accompagnare da due guide al posto, dove avevano a recarsi.
Il giorno t6 luglio !861 quattro reali carabinieri, per· lustrando la montagna di Sora , videro un uomo vestito alla foggia del paese, il quale, rivolgendo ad essi la pa· rola, disse: Che, cerca te del nostro I carabinieri ebbero tosto ad accorgersi che v' era un equivoco; ed al· 1 1' interrogazione risposero affer mativamente. Allora colui \ replicò: ebbene, m ci condurrò io, ma aspettate un mo· mento; cosi dicendo, si avvicinò ad un albero, vi sali so- 1 pra, ne prese un fucil" nascosto fra i rami, e poi si av· viò verso la vetta della montagna a guida dei carabinièri, i quali però non · gli fecero proseguire il viaggio, ma arrestatolo Io condussero tf Sora. Quell' uomo era della banda di Cbiav one ) e vedendo i nostri carabinieri aveva abbagHo e credutHi gendarmi pontific ii.
BrigattMggio\ 7
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Il giorno 2& ago sto f86i una pattugUa di bersaglier i e:>eg uiva una perlustrazione nell e vicinanze di Fondi-t-per r . catturare alcani brig anti; i gendarmi pontitìcii, di-6tazione all' Epitafio, spararono proditoriamente otto colpi ·di fu. cil e su i n os tri soldati, fe rir ono leggermente un se rge nte, l morta lmente un bersagliere del 28. o battaglione per nome : Guiodani. .
La sera dei t2 settembre un operaio francese, che la· vorava alla strada ferrata da Napoli a Roma, innalzò u na bandiera itali ana su di una trave del ponte d' l soletta sul
1Liri, ma dalla parte del nostro terri torio . Non sl 1oslo l qu esta bandiera fu veduta dal bri gadiere dei gendarmi pontificii cb' era di staz ion e alla par te opposta, preso CO· m 'era da l vin o, incomi nc iò a protlerire insulti, fece schie· rare i suoi uomini e tirare sulla bandiera nove colpi di fucile, i quali rompevano il bastone che la sosteneva; e poi, non contento di ciò, s' impossessava della bandiera, che nessuno difendeva, e la portava via. Non si tosto il maggiore Freyre, comandante il i.0 battaglione del 59.9 di fanteria (brigata Calabria) e residente ad Arce, veniva in· lformato dell ' oltraggio, si atJreLtava a scrivere al capitano comandante la compagnia di stanza ad Isoletta questo te· legramma: ·
• Lei avrebbe dovuto pa ss are co nflue per fucilare gendarmi
• po ntificii, anebe sulla faccia dei Francesi. Metta subito un
• posto al ponte, e si faccia rispettare, per Dio l •
Il giorno susseguente lo stesso maggiore scriveYa per telegramma al comandante le truppe francClli in Ceprano:
• Hier au soir des gendarmes du pape ont falt feu aur le
• drape2u itali en , bi ss é sur notre territo ire au dela du pont
• sur le Liri, près de Isolett a. Si j' avais éré eocore à lsolena ,
• je serais \ 'enu fusill er eette laebe eanaille jusque .dans Ce-
• praoo. llon sie ur Je co mandaot, j'al le droit de compter sur
• vous pour la juste réparatlon. qui nous es l due. •
La riparazione era eooseolita in seguito ad appositi or· dini :del generale di Montebello , comandante le truppe
francesi' in Roma, e diffa tti la mattina del l ' settembre, con solenne pompa, in presenza delle truope francesi e delle italiane, i gendarm t poutificii autori del fatto , a 1 capo scoperto e regge ndo 1 lemb t dell'olt ra ggiata ban, die ra si recanno a mezzo il ponte d' lsole ua, dove incon· trati dal mag giore Freyre, la bandiera era res tituita dal ·comandante francese con queste parole:
• Mon eommandant l
• l 'ai l'h onoeur de vous rendre le drap!lau que ces deux
• gendarmes pon t ;ftcaux ont été assez insolens de prendre su r
c le te rr itoi re ita!ien' lorsque personne ne le et j'e-
• spè re que cette suffira pou r vou s pro uver l'es time
c que nous avons pour vo tre drapeau. •
Il mag giora ri spo nd e' a:
• Mon cher capitainel
• l e vous remercie de la rdparation d'honneu r que la Fran ce
• nous donne , ma is j'assure la gendarmerie pontifteale, que
• si les ge ndarmes pass ent seule li gne le . coofln , je les
• fais fuslller colite qui eoO.te.
L'on ore del vessillo it aliano fu energicamente e pronta mente vendi cato; nè le valorose man i alla cui cust odia esso è affidato tol!ereranno giamma i che ve.nga impunemen te offeso.
Gli uo mini lordi di sangue e macchiati dei più atroc i Jclitt i so n certi di trovare benevolo asilo sul territorio \ rumaoo per ...Q.3W ben in te;;o, e non delle • popo lazi oni, a ll e quali, oiLre al doloro di non essereaneora nèOògiu nte all' ita lica fa mi glia , tocca pure il cr uccio di essere spt>ttltrici delle macch in azicni, ebe tuttodì si apprestano contro la qui ete delle libere provincie ita· liane.
Quan do non possono più tener la ca mpag na i briganti fann o qu anto è po:;sibile per guadagna r la fro ot;era pon·
. titlc ia, sicu ri di ri nvcnirv i ri covero, assistenza, protezione• . Ci è c.tduta sott'occhio una lettera scritta da un brigante \ della pl'ov in cia di Bene ven to ad un suo parente, nella
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quale lo assicura che se la gode con tutta la sua com· pagnia, che pa ssa i giorni in festa ed in giuoco ; che tornerà a
E qoaAdo è succeduto che i facinorosi sonp cadJiti ; nelle mani della giustizia, ciò è stato non per opera delle \ autorità pontificie, ma btJa,sir_!e i Fra oce3 i. Sen1.·a all.egare molli esemp i ci basti riferirvi quello del brigante Cucillo, \ il quale trovasi ora incarce rato in Ter.ra di Lavoro e sot· \ toposto a regolare processo. Cost ui sul finire . del t86t 1ammazzò barbaram en te il sindaco di Mola di Gaeta, pe1· ( no me §ID!Ia, e poscia fug gi su l territorio pont ifici o, ed a Roma in pubblici luoghi si vantava dell'omicidio commesso, e mostrava l'oriuolo tolto alla vitti ma. La polizia pontificia non si diede al solito nessuna briga per arre · stare l'omicida, il quale soggiornò qualche tempo in Terracina, e per parec chi mes i te nne la campagna in quelle vicinanze, finchè essendo stato preso con altri malviventi dai Francesi , fu da questi , in seguito all' estradizione cli'iestaaal comando delle truppe italiane io Gaeta ·oon-
. segnato alle autotità nostrali percM fosse processalo. I particolari dell'assassinio vanno ricordati. ·
Lo Spina aveva in Frosinone un fratello, che è supe· rio re dei frati del Sangue Sparso; il quale , informato de lla catlura del suo germano, si adoperò a sa lvarlo, ed all'uopo richies e ed ottenne la intercessi one presso Chiavooe delle autorità pontificie. Un sou' uffi ciale dei gendarmi pontificii, per ordine de l delegato di Frosinone, si · recò in montagna presso Chiavone pregandolo ad ordi· nare la l iberazione dello Spina. Per aderire all'invito, Cbiavone chiese ragguagli al Galloz zi, de l quale abbiam fatto cenno più sopra, e questi gli ri spose nel tenore seguente:
Stimatilsi mo Don Luigi.
Francesco Spini sindaco e commissario di Governo nel co\ mune di Mola, gli è stata recisa Juesta, e la mosebeua del defunto è stata dal CuceiLto portata in Roma. Francesco Piazza alias Cuecilto al mio sentim ento fece bene, che il suddetto hl
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reso un servizio perché ba tolta la vita a un celepre rivolu- · eionario nemico del Re N. S. Il dt' fuoto sindaco si chi am ò il Cucitto e voleva ohbl iga re di fargli formare una massa prometteodogli u na gran somma di danaro, che con la detta massa· doveva andare contro di noi per dist ruggerci , e gli voleva anch e obbligare che doveva amm azza re anche Voi; ma il Cueitto invece di farci il tradimento gli uccise: e qui credo bene che ba adempito al sacro dovere dj ciò che ha procurato.
J.i l.t dicembre 1.861.
Devotiss . Umiliss. Servitor vostro
GJ OSEPP.& GALLOZZI,
li: fuori di dubbio, che se l'arresto del Cuccitto avesse dovuto essere praticato dalle autorità pontificie non sarebbe mai succe duto, e se le tru ppe rrancesi inve ce di consegnarlo alle autorità nostre lo avessero consegnato a quelli è parimenti iodubitato, che a quest' ora sa1·ebbe nuovamente libero ed a• ·bitro di commettere impune mente nuove imma mlà. - Tutti !D'ri gant i diffa tt i arrestati dai , Francesi e da essi consegnati alle autorità pontific ie sono • stati sempre da queste rilasciati in lib ertà. In tal guisa 1 il rinnovamento déllé 'hande èpèren oe e costante; l' ar· resto non è che un a fa se moment anea di sospensione, perchè appena i ribatdi pas sano dalle mani dei Francesi in quelle del Governo pontificio so n certi di av ere la libertà e senza indugio ripigliano a vivere la loro vita di furto e di delitto.
Un altro art ific io usato dal Go verno per fa· vorire e è'òiaiiiVare il più che può il brigantaggi o è il seg uente. I comitali bo rbonici reside nti di là della nu ova frontiera hanno naturalm ente de ' mezzi di fr equenti comunicazioni con i lo ro aderenti che sono dì qua , ma ad operano il men o che possono la scriltura e preferiscono trattare le loro facende oralmente per mezzo di persone che s'incaricano di fare l'uffic io <li èòr rieri. La lin ea della frontiera è abbastanza lunga ed il pa ssaggio è coati nuo: nè riesce molto agevole iovigilarto od impedirlo. Per meglio riusci re nell ' intento le autorità pontitleie usano
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non re stituire i pa ssapo rli esi biti da pe rso ne che èsse sanno non pe r ca$a Borhone. Il viaggiatore cb e pre!leota :.ll'ufficio pontificio di Jsoletta il suo passa( porto io re gola ne riceve io cambio un altro. Io Lal guisa tutti qu ei passaporti r+!golar i servo no poi a far passa re la frontiera, senza destar sospe tti, le pe rso ne che vann<! e vengono per man te.n ere le comunicazioni fra i cospiratori ed i bri ga nti. In pari tempo i borbonici res ide nti in Roma hanno una officina di spedizione di passaporti. stessi abbiamo avuta occasione di vede rn e parecch i di cotesti passa porti, i quali recano tutti la intestazione Regno delle Due Sicilie, l'impron ta del sigillo borbonico e tu tti vidi· mati con firma ( l bollo dalle autorità pontificie.
Queste autorità pontificie acc ettano dai b riga nti persino l la consegna dei prigionieri che essi1an n'O:' Rar issimi sono ·l i èiSì, néi quali sia riuscito ai masnadieri di fare prigioniero qualcun o dei nost ri so ldati, e quando ciò è avvenuto la proporzione numerica dai briganti ai solda ti era almeno di cinq ue ad uno. Un caso di questo ge nere· n· venne nel mese di l uglio dell ' anno trascorso. Un distac-
1 camento composto da ca rab inieri e da soldati dell'i l.0 ·di
1 fanteria eseguiva una perl ustrazione sull a mont agna della Fossa della Neve. Ma essendosi divi so in parecch ie frazìoni ed i br iga nti esse ndo assai numerosi, una di quelle frazioni composta da cinque soldati e dal carabiniere Poz-
1 zi 6..0 Bernardo della s tazi one di Formia, accerchiata da
· cinquanta di quei malfattori venne fatta prigione perchè per la pioggia e la sta nchez za essendo a sedere non eb· bero tempo di pigliar le armi e difendersi. I pri gionieri vennero nelle mani dell'assassino Cu cc ito, e da lui const'gnati ai gendarmi po tifìcii, trad otti da questi a Roma
1 e da Il a Civitavtcchia al deposito dei merce nari pon ti-
·. ftcii ; dove un riiaTgTo re della gendarmeria pontificia fece ogni opera per su bornarli e persua derli a la bandiera italiana , e pigli ar servizio nelle orde brigantt'sche o del papa, locchè tornava lo Due.soli fra essi .(eran o soldati del disciolto esercito borl1 oruc oJs i \J asciarono sedurre; gli altri tre soldati e il carabiniere
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serbarono onora tatnen Le fede ltà al Re ed alla pa tria , e quin di torn ati fru st ran ei i tentativi ven nero imb arcat i sul B lida h e condotti a Gen ova. Pochi giorn i dopo 1'0s· servatore Romano narra va l ' accad uto a suo modo, e ne tog lieva occas ione per lodare la ge nerosità del Govern o pontificio, attribuendo a ma gnanimit.à di quel Gover no una risoluzione che era stata la conseguenza neces.c;aria della onoratezza di quei militari.
Pochi g io rni dopo che era avvenuto il ratto tes tè rac · contato l zuavi ponti tlc ii pre stav ano pal ese mente socco rso ai bri gan ti , eiìde vano imb oscate all e nost re tr up pe. \ Era a' prim i del me se di agos to, i posti di rra n· ces i a Pas tena ed a San Gi ova nn i In ca rico erano st ati tolt i. Pervenne not izi a ai r.omandanti del nostro ese rci to che i briganti di spersi si raccozzavano nuov amente, si riordinavano e si acc ingevano alle ges ta di qu a dalla nostra frontiera. Furono quindi presi g li oppo rtuni provvedimenti di ed il maggi ore Lachelli all a testadì forze- competenti · ebbe incarico d' in vigilare la frontiera , e d'impedire l'ingresso Alle orde, quando l 'a· vessero tentato . Il 4, mentre le truppe procede vano verso la frontiera di San Cata ldo, venne ro ag gredite da • un cen ti naio di bri ga nti . L5lggressio ne fu vigorosa mente respinta : al cuai fra i ribaldi venn ero uc cisi, altr i feriti , la maggi or parte si salvarono con la fu ga. Mentre lo scon· tro succedeva nel bosco di Castro, par ve al capitano, co· mandante Il dtstaccamento di che i : wni pontitl cii, i quali avevano pres o posizione al confluente del Tolero e del Liri, appoggia ssero le operazioni ;, dei briganti. del fatto mandò in perlu strazione una parte della sua compagnia. Ap pena fu giunta al Tolero era assalita da un vivisssi mo fu oc o fallo da zuavi pontiftcii i quali in numero di quasi 500 erano sostenu ti da un distaccamento di gendarmaria a l cavallo e da una sezione di campagna. La forza fu re· spinta colla forza, ed a malgrado la superio rìt1 numeric a i zuni ebbero la peggio; sconfhti fu ggi rono. lo segu ito alle rimostranze del comando italiano , il generale Mon ·
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tebello, comandante il corpo francese in Roma., obbligò
· il Governopontificio a rimuovere i zuavi della irontiera ed internarli.
Nei mesi d' agosto e settembre dell' anno 1862 scorso erano a Forzino, ad Anagni, a Rissa molte truppe J>apaline e squadriglie di briganti sotto la direzione dèll ' I· spettore della polizia pontificia. ·
Laonde a noi sembra dimostrato che· le relazioni, le quali corrono tra il Governo pontifici!) ed il brigani.Hggio nelle provincie mer idionali non sieno nè Ja connivenza inerte della tolleranza, nè la connivenza platonica dellacomunanza di desìderii, prìncipii di sMpo , ma bens\ la complicità effettivj e _ reale della cooperazione. È il nesso che stringe l'efletto alla causa, la conseguenza alle premesse . E questa complicità si manifesta in tutti i mod i e ad ogni occasione, con i mezzi morali parimenti çhe con i materiali. Il governo pontificio sovviene ed agevola in tutte le guise l' opt> ra del brigantag gio: col danaro, con la protezione visibilmente accordata in Roma -agl i ar· roolatori di briganti , e con le is truzioni all'episcopato na, politano, le quali (e gli atti del processo di monsignor. ; Frapolla, vescovo della diocesi di Foggia, non consentono di dubitarne) sono informate da senso di non dissimulata profonda avversione contro il Go\eroo ita li ano. Tant 'è, o signori , le mani sacerdotali si levano a benedire gli as· sassi ni, la croce è profan3 ta a simbolo di eccidio e di rapina. Fra tanta luce di civiltà, la potestà temporale de i papi, quasi a confermare con la propria testimonianza il presagio della sua fine, stringe intima alleanza · col .bri· gantaggio, il quale da un prelato di Santa Chiesa in \ documento, che non era destinato a venire alla luce, è definito lp reazione 1altdare delle pl'ovince napolet(Jne l ' Comportandosi a questo modo il Governo pontificio, non solo offende la morale e commette la violazione manifesta dei principii del diritto delle genti, ma provvede an· che assai male ai proprii interessi, e mentre si studia di avversare il consòlidamento dell' unità. italiana, corrobora 'emprepiù negli animi degl 'Italiani il convincimento dE:lla
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necessità di ricuperare la loro alma capitale. Ditfatti se in qualsivoglia condizione di cose l' Italia vorrebbe ad ogni patto, com' è suo diritto, acquistare la sua naturale metropoli, oggi il volere è stimolato ed infervorato dalla condizione di cose che su ssiste in Roma. Basterebbe l'i· stinto della propria conservazione a (ar desiderare agl'Italiani il ricupero di Roma, poicbè in tal guisa sarebbe ! tolto il massimo alim ento alla crue nte pia ga del brigan- \ taggio. Dell'esistenza di qu esto convincimento negli aoi mj delle po r olazioni meridi onali noi abb iamo avute co ntinue .--occasioni di persuajerci. un convincimento
che ha rad ici profondissime. Avoéeé per iscritto ci è stata ripetuta la medes tma cosa. Uomini di tutte le condizioni e di tutte le opin ion i politiche, dalle più temperate più superlative, dissenzienti pressochè in tutto sono stati consenzienti su questa vitale argomento. L'al- \, leanza tra il bri gantagll io e la potec; tà temporale dei papi \ ba polito in risalto ma ggiore la necessità della restituzione di Roma all'Italia.
Avvi dunque sulla superficie del suolo italiano un pezzo di territorio, dove acc•>rrono p, li avventurieri e i ribaldi di ogni risma, ed ivi impunemente apparerchiano offese · e danni aii' I ralia. Fratt anto su quel territorio spande la _ sua ombra formidabile il ve>si ll o glorioso della Francia. A noi no n compete in ques to momento Tarc i ad ììidaga re ed . a giudicare i motivi politici, che determinano il Governo imperiale a conservare le sue truppe io Roma, nè di esaminare fino a qual segno questa determinazione co ncordi, con l'amicizia, della quale la Francia ci ha dato lumino!le prove e quanto sia conforme all'osservanza del principio di non intervento dalla Francia medesima confessato e propugnato dopo la pace di Vi ll afranca; dobbiamo perciò restringerei a consid erare l ' occupazione francese nelle sue atlioenze con l' ar go mento del quale trattiamo. Le quali atLinenze sono di doppio genere, morali, cioè, e materiali. P,er quanto concerne le prime non è mestieri lunga riflessione per c.oovioctrsi, ebe la permanenza delle . truppe ft; ncesi in quella parte centrale della - péOisola 1t
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.: italiana, porge pretesto ai nemici dell'Italia e dell'alleanza
' francesè, di toglier fede aj destini di quella ·ed allà virtù
·! di qnesta. Il tema predìletto dei borbonici è che la Fran· eia sia avversa italiana , e vogl• à- "aa ogni·.costo il ritorno ai patti dfTt Hffinca. L'imperatore Napoleone, essi diçono, conserva i suoi soldati io Roma perchè non vuole che I' Italia sia uua. Questo ragionamento · poggia su di un fatto senza alcun dubbio male iq terp..reJ.ato, ma 1 t vero; e ciò basta percbè produca su:-
\\ gn"animi delle popolazioni del mezzodì, e ad avvalorare quel sentim ento di sfiducia e dl dubbiezza , t a cui esse sono tanto na turalmente proclivi. Nè sotto l'a· spetto materiale gli effetti sono di minore entità, poichè iodubitatamente la giusta riverenza io cbe tulli teniamo la bandiera della Francia, i vincoli che ci stringono al suo potente sovrano ci tolgono assolutamente la di azione, che sarebbe necessaria per recidere di un sol colpo, come agevolmente potrebbe farsi, il nerbo del bri· gantaggio. Le bande brigantesche · vengono ad infestare e devastare le nostre provincie l le truppe italiane ac· corrono ad interrou:pere quest'opera di sterminio, e non durano fatica ad aver ragione dei malviventi, ma quando sono sul punto di infliggere ad essi il meritato castigo e ( di collocarli nell'impossibilità di rirfnovare i nefandi ten· tativi, es."i hanno g.ià toccato il suolo , dove sventola lo
\ stendardo francese' ed i nostri 'sOfdati non possono· pro· cedere oltre. I masnadieri tornano in tal guisa sicuri là dove tranquillamente e sicuraménte si accozzaroqo per venire a predare di qua del Liri; ed in eositratta:.guisa le bande cento volte disperse e fugate, .cento volte si rior·
dinano , si riforniscono e tornano alle consuete imprese. di devastazione e di stermin io . ; e della protezione_.•che le
1 armi francesi concedono al papa si avvalgono e vao·
\ taggiano Chiavone e Tristany.
1 Vero è che le truppe francesi si comportano verso le truppe italiane come verso antichi fratelli di arme, e che i ge·nerali francesi hanno sempreusato ed usano ogni
DJaDiera di riguardi all'illustre vincitore di Traklyr ed
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ai suoi lu ogo ten enti: vero è che quante volte i Francesi banno incon trato i briganti, li hanno di spersi, fugati od t arrestati; ma è parimente vero che i Francesi avendo da fare con un Govern o che a ricambio della protezione cerca tutti i mezzi di comprometterli, sono non di ra•to in gannati intorno alla vera'"iltltOfè" delle cose, e generosi e leali quali essi sono non aggiustano fede alla furberia ed alla scaltrezza della curia romana, e son proclivi a credere che nei racoonti di partecip az ion e del Governo pontiOcio al '. bri ga ntaggio si avi per lo meno molta esagerazione: vero ---è parimenti ch e per combattertJ con efficacia il brigant1ggio avrebbero d' uopo del concorso della polizia locale, e che concorso- non sòloòOli-t'barioo. ma hanno l'opposto; tutle le volte diffatH che essi si mcltono io movimento e divisano fare qualche operazione, i ne sono incootaoente in formati dalla polizia pontificia. Tempo fa, a cagion d'esempio, era deliberata l'ocupazione 1 del convento di Trisulti , nid o e ricettacolo di briganti: : la vigilia già quet Tl'lti, complici e manuleogoli dei ma- \ snadier i fa cevano partire qut>sti, e apparecchiavano allegramente gli alloggi per le truppe francesi. Véro è pa· rimeoti che i Francesi proced ono nelle lorv operazion i con quella gaia che è l'attributo dei prod i , ma che toglie dall' usare quelle precau1.ioni che sono indi· spensabili nella guerra contro i briganti: il suono ·dette trombe, la stessa romorosa giovialità da cui il soldato rran· cese è com preso al momento io cui sa cbe va ad affrontare un pericolo sono tanti avvi si dati ai briganti, i quali ne traggono profitto e non si fanno più tronre: vero è parimenti che i Francesi stimano loro debito d'im· pedire la violazione della frontiera. e che lo es agerano al segno da allarmarsi, se veggono nelfe acque di Terracina \ qualche nave italiana in crociera, il cui scopo non è nè ' può essere altro se non quello di vigilare i possibili teo· tativi di sbarco dei malviventi sulla costiera di Gaeta. I danni che da ciò risultano alle operazioni della truppa italiana sono evidenti : i briganti non astretti dalle leggi dell'onore passano la frontiera eludendo fa cil mente la vi-
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gilan.za dei Francesi? laddove i nostri soldati) fede li alloro dovere ed alle loro is truz ioni, appena raggjunto il con· \ fine si fermano: ai briganti, vale a dire, mnane la 'libertà 1 l dell'offesa , ai SQ!datr, italiani. è tolta quella Gel la difesa. E quando è · avv·enutò che o-pè'rl mperfetta cognizione delle !oca lità, o per mancanza di determinazione pratica nella linea di frontiera, o per necessità ineluttabile i DO · stri soldati oltrepassato il· confine, il comando i francese in Roìna fi'a abbondato nelle rimostranza e nelle \ proteste. In una occasione ao1.i tre briganti nativi della selva di Sora essendo stati catturati dai nostri soldati di là dal confine, le autorità francesi ne chiesero la conse:'t gna, la quale non potè essere negata. I particolari del fatto SOnO i seguenti. Jf gÌor oO gennaiO il CO· • mandante d' Isola, avendo avuto avviso che aìcuni bri. \ ganti solevano passare la notte in una capanna da raio ne lla località detta Vallata di Sant'Elia, prossima alla frontiera pont itida, diede gli opportuni ordini per catturarli. La operazione venne eseguita di nottetempo , ma l'abbaiare di un cane diede l'allarme ai briganti, i quali 1 si diedero alla fuga. Per meglio ioseguirli il comandante J divise i suoi nomini in tre drappelli , uno dei quali dopo breve Corsa S'Imbattè in una caseua che stimò opportuno , perquisire, e dove trovati treTildividui, Antonio Caschera
\ detto il Tartaro, Donato Caschera il di lui figlio, e Loreto
·Capobianco, e riconosci utili pllr briganti li àrreslò . .l due primi facevano parte della banda Chiavone, e il ter.zo era 1 uno sbandato. Essendo stati presi senz'arme vennero con· l segnati al potere giudlìlàriO.Toseguito si ve'liil'é3 sa·
! pere che la casetta dove i -malviventi avevano trovato asilo t era collocata sul territorio pontificio a pochi. passi dalla
nostra frontiera; ciò bastò percbè fossero re.clamati da t comandante francese: e ditlatti il giorno t.9 marzo i862 conses:nati. I_n altre i_
ha m hanno ch1esta ai france si la estrad tztone ·dt assassmt ricoverati sul suolo pontificio, e la domanda dopo 1lJnghe pratiche è stata esaudita.
Dal complesso di questi fatti e di queste considerazioni l
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chiaro si scorge co me il co nc.orso delle truppe francesi alla repressione del br igantaggio non abbia la efficacia l cbe a noi tan 1a ut ililà , e cM ì'Francesi \ desiderano si abbia. Sarebbe mestieri la 'vigilanza dei Francesi sulla frontiera fosse maggiore di quella che è, e segnata mente che vi fossero accordi positivi tra essi e la nostra truppa per conseguire l'unità di uione, senza di cui non è lecito sperare utili pra tici risultamenti. Sul ' finire del i 861 fuvvi speranza di addivenire a questi accordi; ma le pratiche intavolate tra il generale Covone, la zona di Gaeta, e il generale Goyon, e l'in- l - vio all'uopo in Gaeta del capita no di stato maggiore fran· t cese Parmeoti er non sortirono l' effetto desiderato. In guisa che man cano anche alfualmeote norme positive e ben determinaLe per regolare l'a-zi one simu ltanea e con· . corde delle truppe italiane e delle truppe francesi, e tutto è in balia dello zelo dei comandanti francesi e del buon volere del conte di Montebello, generale in capo, il quale ne mo stra molto ed usatuUi i riguardi ai nostri ufficia li. Fra gli antichi commilitoni di Crimea, di Palestro, di SoHerino, a malgra do della difficile e dilicata posizione nella quale · si trovano reciprocamente collocati gli uni verso degli altri , non sono rall entati i vincoli della fra· tel lanza stretta nelle gloriose battaglie , nei pericoli comuni. Rallegrandoci di questo fatto noi dobbiamo alLa· mente deplorare possano sussistere tuttavia ragioni politiche, per le quali è serbato ai più pertinaci nemici della Francia e dell'Italia il privilegio di potere congiurare impunemente contro la Francia e contro l'Italia al· l'ombra della bandiera francese.
A Roma dunque è l'offi cina massima del brigantaggio, · io tutti ( sen>i e in tùlti i modi, moralmente e materia!- . mente: moralmen te perchè il brigantaggio indigeno alle provirreie napoletane ne trae incoraggiamenti continui ed efficaci : mater ialm ente, pere hè i vi è il deposito, il quartiere generale del brigantaggio d'importazione. Fra le sorgenti di questo bri ga ntaggio non annoveriamo gli sbarcb i, poichè se se ne accetttJa quello def Borjèa sulle
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coste di Calabria, non- pare ve ne siano stati altri. Ne
furono temuti nelle vicinanza di Taranto sul littorale del mar Ionio, e4 io alcuni paeai dell'Adriatico, mà pon si avve rarono. Qualche barca forse con pochi uomi'ni, pro.cedente da Corfù, riuscì ad ap proda re furtir-amente in qua lche - punto dell'Adriatico e del mare l oniò, ma fu cosa di poco momento. Fu pure supposto ch e la recrudescenza · \ del brigantaggio succeduta in Terra d'Otranto nell' au· tuono scorso fosse dovuta a sbarchi; dtfeLtaoo le prove ' pe r giudicare se cotest-O pre!>upposto abbta oppur no fondamento di vero. Per qualche tempo fu veduto un ba· stimcnto austriaco stazionato nelle acque di Gallipoli sul y mar Ionio, ma senza nessuna conseguenza . Da Barcellona f SODO partiti talvolta degl'individui per ingrossare l.a banda di Tristany, ma sbncarooo a Civitavecchia. L'attiva vi·gilanza delle nostre navi lungo il littorale dd Mediterraneo da Civitavecchia in giù ha !\enza dubbio impediti i ten- · Lativi di sbirro nelle VIcinanze di Gaeta , ed i briganti hanno sempre preferito di in Terra. di 'Lavoro per la fron tiera lem·stre. È chiaro che gli av-venturieri ed i malviventi che si addicono al me stiere di briganti i fanno Lu tti capo a Civitavecchia ed a Roma, e chtl di là, a pre fere nza di qualsiasi altro punto, muovono per dare opera alle loro gesta.
Questa, o signori, è la storia delle varie cagioni che predispongono al brigantaggio, che ne hanno determinata la produzione nel t860, e che negli an ni succ-essivi lo hanno alimentato. È una vasta cospirazione di e di· uomini, di fatali tà e di erro ri , di passioni e di pregiudizi, della storia e della politica, a danr1.o della sicurezza delle provincie de l mezzogiorno e della forza dell' I talia. r La sola enunciazione delle cagioni che alimentano il bri· gantaggio b:lSta a ·far rendere ragione della durata del ma le e della inefficacia dei rimedii: perchè è cosa evi· den te che quando le forze più adatte a cOn t rastare il male sono appun t o quelle che più lo alimentano, i ri· mellii non po$SODO .avere la virtù di curarlo. Questi rimedii del resto si riducono ad un solo, all'aZione mili·
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tare. Il bl'i gantaggio è sta to quando più, quan do meno, 111a in sos t anza sempre, considera wcome q •Jestiooe di Corz:1, e quin di per combatterlo non si è sa puto far altro di 111eglio se non co.otrapporre forza a forxa. L' in cariCfl di purga re il mezzodì della nostra penisola dalle ord e cbe Jo infes tan o venne per ciò affidat o all'ese rcito. Ma il nodo del briganta ggi o va sciolto co n provve dimenti oppor tuni, non può essere reciso dalla spad a : in cosi tratta questione )a parte militare è accessoria, è secondaria: è un ottimo e t alvolta fndi spèrisa bile ma non è nè JJ UÒ il principio inform atore. Se si fosse trattato dav vero di una questione di forza , la quarta parte delle truppe che ora so no adoperate nelle provincie meri dio· nali a comb at tere il br igantagg io sa rebbe sta ta più che su flìc iente a raggi un gere lo scopo. Ma !lenza una e provvida amministrazJQ!llla-,senza polizia , se nza una giustizia imparzi alm ente'e prontamente amministr ata, gli el- 1 tetti dell'azio ne mi litare sono di necess scarsi e po co j durevoli. In cos iffatte condizioni di cose l'azione mili tare è un energico palliativo, il qual" non impedisce la rapida e pronta rinnovazione del male.
Nell'esprimervi questa opinione, che è pur quella dei capi e degli ufficiali del nostro esercito, la vostra Commissione non può tralasciare di rendere all 'esercito nostro un ampio tribuw di ammirazione e di affet to. Io questa iogloriosa e m,es ta guç,rra _ contro il brigantaggio l 'ese rcito italian o non ha cura'to nè peri col i, nè disagi, nè raLic he per adempi re il propl'io do\ere , nè la tenuità dci risultamenti , nè il continuo rinn ovarsi del male lo banno scosso od abbattuto. Il esercito ha dato saggio di quell'eroismo tra nquillo e paziente che sowrasta anche al valore e che è tanto più degno di ri sc uotere amm irazione quanto è più dirfi cil e a praticare. Il campo di baflaglia abbonda di attrattive per i valoro si; la stessa vista delle schiere ioimi ch e iufiamma ed inebbria: l'en tu siasmo, !' amore de lla gl oria sono naturali e potenLL alle grandi gesta, agli atti di erois mo; ma tutt e attrattive ne lla guerr a contro i br iganti.
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nemici abbietti che non Cl)rnbattono se non quando as· \ solutamente npn ·possono fuggir t,OV'Véro quando si affi. dano all'ec.;esso del numero, ed i nostri soldati lo sanno, e quando vannQ cimenti non sono confortati dal pen: siero d'incontrare una morte invidiata per mano di valo. rosi nem ici , ma persuasi -che corrono rischio .di cader \ vitlima di qualche di ·essere miseramet!te stra· Jziati e trucidati. Un impeto·. di entusiasmo baSlaad im· provvisare gli eroi; ma non s'improv 1•isa ad u.n tratto l'eroismo che regge all'opera dissolvente dei disagi, delle privazioni, delle fatiche, delle malattie, e non si logora, nè si sgomenta per mancanza di grande e durevole ri· · sultamento. I no:;tri soldati sono privilegiati in supremo grado di questa virtù che , è l'eroi smo del dovere e del. , l'abnegazione. Il solo conforto che essi hanno è quello \ che nasce dalla coscienza del dovere, . e questa cpscjenza : è la loro forza e la loro grandezza. Ben si poteva· senza far onta all' esercito temere che in codesta . gue.rra alla spicciolata, la quale rende necessaria la dispersione e lo sparpagliamento delle forze, . la disciplina n.e sarebbe sca• . pitata. Ci sono delle compagnie che e mési non veggono il colonnello del reggimento al quale-'jip.parten· i gono: ci sono dei reggimenti di cavallerìa che per_la necessità del servizio tengono stauza in tre ed anche . in l quattro provincie; quèlla dei cavalleggieri di Saluzzo, a motivo d'esempio, ba il comando in Nocera, e tiel)e drap\ pelli ad Eboli in provincia di Salerno, a Venosa, e Melfi, \ in in Terra di Bui, in Terra di Otranto. La disciplina è stata du oque sottoposta ad :un esperimento il quale semlìrerà, come -alffatti era, tanto plò pericoloso, . qualora si ponga mente che nell'esercito sono molti sol· ('l dati nuovi, molti coscritti, e che esso in certo modo 6 1 in via di formazione. Ma l'esito ba compiutamente dile· guato i fondati timori; anzichè mancare alla dtsciplina, l'esperimento l'ha corrvborata. Fra i vecchi soldaLi col petto coperto dJle mèdaglie comm emoratrici di tan te gloriose battaglie, e i nuovi che aspettano a fregiarsi di quelle che ricorderanno le blttaglie avvenire,- non è stato
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divario, e gli uni agli altri sono stati di reciproco esempio ed in co ra gg iam ento . Le difficoltà non li sgo mentano, anzi li alleLLano; nou li sorprendono, anzi porgono ad ess i l'occasione di provare fino accorgimento, di osare ripieghi ingegnosi. Valgano ad esempio i seguenti fatti , de i quali dà contezza il nost ro onorevole collega il ge · ( nerale Recca gn i, coma ndante in capo la divisione militare , degli Abruù i. ·
Un sergente delfa.2.0 reggimento fanteria, sull'i mbrunire del giorno 7 ag osto !862 andava alla testa di uomini da Lan ciano ad At rssa in provincia di Cheti. Egli ed i soldati vestivano l'abito di tela, ed alcu ni contadini scambiaodoli con i brigan ti si unirono ad essi. Il sergente ( si avvide dell'errore, ma non si aiTrellò a dissiparlo: seppe \ · da quei sciag urati molti ragguagl i sugli eccidii e su lle rapine comm esse e su quelle cbe avevano disegno di commeLtere, e poi giunti nelle vicinanze di Ate.ssa li iìTeStò. Il gio rn o !6 settembre dello stesso ann o, un "iiTTìffiale del fl.o reggimento di sapendo che una comitiva dH briganti infestava i monti prossimi alla città di Su lmona, travestì da brigante sè medesimo e pochi soldati, e si tinse capo di uo'altt·a comitiva. Riuscì con quest'artifiz io ad abboccarsi col capo della vera comitiva, ed accomp agnato da nn solo dei suoi s i addentrò con quello nei na· sco odi gli dei maSJJad ieri e si accertò della connivenza di D• lì a poco in coofùrmità d(qu3nl0Veooe \i prestabilito gli altri soldati lo raggiunse ro, s' impegnò la zuff"', lottò corpo a corpo col capo della banda , lo uccise; g li altri della comitiva furono ammazzati, feriti, fugali: la banda fu dist ru tta.
Ai disagt, allé privaziOni, agli ste nti si aggiung.ono le · malattie, prod otte in ·gran copia e dalla faticosa vita e dal clima, il qu ale seg nata mente nel la Capita- , nata è micidiale. Le febbri , più crudeli dci brigan t i, mie· t ono tante nobili vite, o mal t rattan o in guisa da rendere , inabili per un pezzo se non per sempre al servizio mi· Uhre.
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1JrigM&l4fgio. •
li colonnello Migli ara, comandante 1'8:• di linea. ehe per parecchi mesi s tanziò in Capit; nata, ci narrava ì seguMti par ucolari intorno alle fatiche ed alle sofferenze di que l r Pgg imento. Su 1800 ·uomini an noverò ta lvo lta fino a 1560 ammalati; in di 100 uom ini non erano di spon ibili che 35. Nel mese di gennaio il reggi· mento era traslocato per rifarsi da tante fatiche a No! cera, ed ivi sull'effettivo di HOO uomini vi erano 293 am· '· malati. In un solo mese per spossalezta j)jl)j,!:$J,..J,lO 80 uo\ ID iui -e 3 uffi ziali. Nello spazio di poc hi mesi la spesa de i medicinali oltr epassò i cmque !D ila franchi. Manc avano gli ospedali. Per mesi inte ri non era poss ibile svenè dorm ire su pagliaricci. Le fatiche erano eccessive, perchè il re gg1 mento dove va guardare ed invigilare una estensione di territorio dell a ci rcoofl'renza di 100 mi· glia. Una colonna da Cerignola fino a Troia ed a Serra· \ capriola; un'altra guardava la regione garganica . Doveva ; f!i roire 60 uomini al giorno per la custod ia delle carceri l di Lucera, i q uali si alternavano con altri 60 col solo ri po!lO della n otte. Un g1orno il numero degli ammalati cl'ebbe al seg no che fu mrsLieri porre a sent inella delle carceri i com ponenti la ban 1a mu sh:a le de l reggimento. Questo doveva forntre un distacr.amento a Manfredonia e provvedere alla sco rta tra Lu cera e Troia, tra Lucera e Fog·gia J tra Lucera e Sansevero , tra Lu ce ra e Torre .Magg10re e lungo la via sa oliiti ca. era d'uopo di uo mini per le perluslrazioni e per gli agguati. Ne l tempo della mie ti tura per impedire che i briga nti incen· di assero le messi, i soldat i dovevano pa ssa re le notirìn campagna. Ntll Télii"PPdelle seminagioni do\·evano f!lre al· t1·e• tanto. E poi i bisogni so rgevano così improvvisi da non poter tenere nemmeno uoa compagnia io riserva .
Qut>st1 particolari in torno alle soffèreoze di un solo reg@' im coto has tano a due una idea di ciò c:he soffre l'e· sP, rcito: l'l storia degl i altri reggi mf!Dli non è pl)r troppo l ' dhersa. I quarti battag iioni del 21.0 e del di fante r ia, · cbo pa ss arono alcuni mesi nel - vano di Bo vfrio;- rurono pure dolorosa men te sperirucnt:l !i Ile ma!alt e e pri ·
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vazionl. Ai patimenti delle persone si aggiungono i danni nel ves!iario e nella calzatura: è agevole imagioare che cosa debbano diventare gli uniformi e le scarpe dopo un·a perlustrazione per bo,chi e dirupi , per valli e burroni. scavalcando siep i, guadando torrenti. Nt! lia cavalleria i patimenti non son o minori. Su tre squadroni dei lancieri di Montebello, di g uarni)Zione io Capitanata, si annove· 1avano in gennaio scorso 92 ammalati e 52 in permesso ; di convale.;ceoza. Per evitare le recidive è d'uopo accrescere il numero dei congedi.
Tanti patimenti, ci è grato il ripeter lo ad omaggio del vero ed a comune conforto, non turba no la serenitl del so ldato Ital iano, non gli sce mano l'e nergi a e lo zelo nel· l'atiempimento d-: i suoi doveri, non intacca no , nè acuotono la di scipli na. L'esp eri mento era dirfìcilissimo e pieno di pericoli; il pros pero successo cb e esso ba sortito è la test1 moo ian u irrecusabile della virtù ordinatrice, da cui so no privil egia ti gl'Italiani, e la guarentigi-1 inrallibile della unità nazionale. g uerra contro il brigantaggio ba posto in ri5alto i n modoluciÌinoso le virtù del sol· dato italiano; ha...fl ,mostrato quanta potenza di eroismo longanime s i raccol ga io pet to ad uomini che obbediscono alla voce del do,·ere e tlell'onore, e di qual prezioso te· soro di forza morale sia so rgente una tradizione militare pura e gloriosa, co m'è quel!a cbe dopo ouo secoli l'e· sercito piemontese h a tramandatll all'e se rcito italiano. La oscura e penosa guerra contro i briganti implicando in s è tutti gli elèUlenti più che poasano immagi·( narsl, poteva tornare di mass: mo danno all'ordinamento militare de!I'ILalia; invece è succe,lulo l'opposto: l'eserJ cito no;lro ha re:>1 .; tit o e superato quegli elementi dissol· venti. j quali non hanno poLuto impt>dire ch e esso si agguerrisse, nè 1nlerro mpere qu el m1rabile la voro di uoifi· cazione ch e nelle lila è compito.
lt'ra t ante tcst1monianze che abbiamo raccolto intorno condotta delle truppe ci basti r ic.> rJare quella del commendatore An ton io Spin eiJi , gi à presilente d el Con· s iglio dei min istr t di Francesco H in luglio !800: c La
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r troppa, egli ci diceva, nel combattere il brigantaggio
c è stata veramente eroica. Ha reso immen si servizi; ha
c fatto prodigi di val ore: senza di essa ci sarebbero ora
c !0,000 briganti: Ha un'abnegazione senza esempio. Son o
c virtù di tutte le armi dell' .esercito.
Ma la vostra Commissione non crederebbe di aver com· pito il proprio dovere discorrendovi in tal guisa del· l' esercit() non ricordasse il nome dell' illust•·e guerriero, a cui è affi ·jalo il co mand o del sesl() dipartimento mili : \ tare. Egli già tanto benemerito deWlta1ia :-7"'cùi dopo Novara apparecchiò il nucleo del suo esercito e la cui fortuna iollu gurò nei lontani campi della Crimea, ha ac· cresciuto ed accresce nel mezzodì dell'Italia i suoi titoli alla riconoscenza na zionale. Di questa r iconosce nza noi vi preghiamo, o signor i, di essere gli auto revo li interpreti onorando nel generale Alfonso La Marmora quell'esercito e è l' inespugoabile p idio della unità e delle franrhigie dell'Italia, ed uno di quAi grandi e rari caratteri che sono l'orgog lio e la salvaguardia dtllo libere nazioni. Lo stato numerico delle fo rUl da cui si compone il sesto corpo d'armata è il segue nte. La totalit à della forza attiva dei corpi o fruioni di mob1liz zati e delle forze sedentarie è di 85,9!0 uomini. Le forze mobiliu ate am· montano a 65,875 uomini, sui quali a tolto il 3t marzo dell'anno corrente erano am ma la t i. Queste forze sono , ripartite iR parecchie zone e sollo·zone militari, i cui co· mandanta hanno piena libertà di azione nelle c•perazioni contro il brigantaggio. Nella forza attiva so no compresi sette di cavalleria: i lanci eri di Montebello, i \ lancleri di Aost.a, i cavallegg1eri di Lucca, gli Ullsari di , PiacePza , i cavallt:gg ieri di Saluzzo, i lane ieri di Mriano, i di Lodi. l quattro sla uz.ano in Capitllnata; il quinto nelle provin cie d1 Salerno, di Puteuza, di Bari e di Lect'e; il sesto è a Caserta, nel Beneventano e nei dintorni di Napoli. .
L'enumerazione di qu este forze ci se mbra valido argo • . mento a persuadere che se si fosse trattato di una gui· &tione mtlil.are essa sarebbe già da un pezzo composta
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e risoluta. Nè per valore di èerto, nè per numero i b ri · ganti potrebbero nemm anco tentare di competere con s•1ldati come sono i nostri; ma ai bri ganti sono sus-1( si dio eflkace la stessa codardia e la stessa scarsezza l'· numtri ca. La loro tatti ca è sempli cis sima : raro avviene che si adunino i.Q grosse band e, percbè sanno che allora , torna age,·oreatfalruppa di trovarle e di distrug- \ gerle. Non agg "edi scono mai, e se aggrediti, se mpre. Ten do no ed imboscate, quando hanno la certezza del sicuro scampo e della sovrabb ondanza nume· rica sui soldat i. Assalgono qu ando so no io proportion e di cinque o più contro uno . Nvn ci è che abbiano mai osa to a,a g red ire una co '!!.eagnia di so ldati. Predare, uc eide re, fugg ire, sfarlrart la iru ppa Ail più che è possibile, ques ta e non at tra è la stra tegia df'i briganti . · I soli artilìzi militari ehe ad opt rano so no quelli che vengono suggeriti dall'I stinto , banno vedette, e q•lando vanno a cavallo d ispongon o alcuni di e..;si a modo di llaocbeggiatori. Mane gg• ano le armi con poco accorgimento, e le\ scariche det l11ro fu cili tornanosòveiiìì 'vo1te innocue. Raro è che abbi ao l' ard •mento di combattere corpo a corpo; e pròtiùaoo abilmente della coo oSèen'za che banno dei jlìli lievi accid enti d i terreno pe r sce gliere le posi· zioni d ove più facilmeme offendendo , ptll diffi cilmente esse re offesi. Non è vero che tutti vadano a morte con ciò .è avvenuto in tal ìlnf' casi, ma non è la ge nera le : a men o che si vogli a confondere la $topid ità con lo s to tcismo, il forte di!\pre 1.zo della vita con la fredJe zza dell ' ahb r utimento. Per la massima parte ..L posse ggono tutti gli attributi delia vigliaccheria , e ma·ss i'mò"' tra ess i la ferocia. Noi non vogliamo funestarvi , o s ignori, con la narraziOne tfelle atrociti che i bri ganti commettono su gli infe lici che nelle loro mani. che ope ra di crea ture umane se m- 1 brano essere quelle di cannibali e di bl' lve · selvaggie. \
Talvolta l' imma oilà di talun o di ess i è· giunta al segno da fare inorridire gli stess i compagni , e ci si è narrato il caso di u.o Cerritacchio, che lo stesso Caruao Ieee am·--
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mazzare, perchè aveva ." torturato con ogni dì strazio un mi sero fauciullo. Nè la stessa morte della vi tt ima appaga e stanca la reroc1a d• •J ma , oad ieri, i quali s:ogaoo la libidiue di sangue da cni sono invasati i cadaveri. l vil ssimi tra loro sono i ferorissimi: tali sono uìlCOppa che è con Croceo, un Varanelli che è con Ca· 1 ruso. Fra. meno sitibondi di sangue sono Schiavone e CoppoJooe. Sono rot ti ad ogn i Jascivia e turpit ud ine , \ pronti ad ogni delitto: bevono il sangue, mang iano le/ carni umane. Snno rozzi , supersfiziosi , ignorantissimi; in JD..!.W.. fi li dei telegrafi elettrici, ma alle' volte è avve"nuto che recidt-ssero alcuno dei fili e non tutti , direndo di tagliare qnelli che servono a Vit· torio Emanuelt>, non quelli cbe servono a Francesco IJ. , l capi la maj!gior parte fn !ls.rit i da 1le ca rcPrì e dalla ' galera. Caruso, d i Torre Ma!!'giore, era un p11store del \ principe in carcere per delitti comuni. ebbe agio d. scappare e s i diec.Je io ca mpagna. Ninco Nanco è un miserabile con tadin o di Avi gl iano, il . quale eustotHva priv:.te proprietà nP.I bos::o dt L'I!Opesole: l tu condannato nel JSW ptr omi cidio; scappò dalle car\ ceri nel 1860; andò a N:ipn li a presentarsi al p:enerale Garibaldi ; gli fu iogiunto di tornare in ed allora ,.i diede io campagna. Cror.co , nativo di Ri one ro , era vaccaro : fec t parte dell' eweilo borbonico; perseguitato dalla giustizia J•rjma del t860, in queWPpoca s i !l gran torto di ammetterlo nelle lì la de'1"1' insorti per la causa del la l ibertà, e l' ; ma quando · seppe che gli si spicca va r.ootro il mandato di canora si
ldiede a fare il re azionario ed il brigan!e. Arre;;tato e tradotto nelle carceri di f.erignola trovò mezzo di Coppa da San Fele in Basi licata, è uno sba ndato. Paolo
Serravalle, di Marcone, in Calabria· Citeriore, è un omi· cida scappato due volte dalle gal . re. Tortora , di Ripa-
candida, è uno sbandato. Marsino, da Marsico Vetere, è
1 anch'egli uno .sbandato. Pi lone era un maslro scarpell lino eli Bosco Tre Case, che . per di ssidi. avuti col capo •rbano di quel paese fu posto in carcere, poi liberato
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• · ·
per la rr.otey.ioné del .r,a,Jìitano Caracciolo. Nel !860 segu i l'eserc ito b orbor)ico in Si cilia, e poi redu ce in patria si ' . mise in relazi.o,ne, pe r dei Comita ti .torbonici, co n \ Fran çesco , eçl. Qrga oiuò h com ili va che pe r mesi e mesi b,a le del e di Napoij . Altri capi di piccole e comitiv e sono od eran o Ni c-and rone, il prin ci pe Luigi, Mangi ac avall o, \ OrecchJomo zzo . orr endi nom i di più orrend i ! uomini. Le falte zz.e moral i di quest i rìbaldi sono le stess e : ' essi sono i Mamm one , i Proni() , i De Cl'sa re, i F ra Di a· volo deU' epoca nostra; deg ni in tut to e per tutto dei lo ro aotecessor i; maresciaJii in peclo re dì Fra ncesco II , vera immondi?.ie di pleb e. -
La dei cost um i e dell'ind ole dd compo· neQti le band e è stata fatta da un tes t imonio, la cui . iìDparzialilà non può essere argome nto dell a men(l ma
da uno dei loro stessi ca pi. Il di \ Gio ia, quegli medesimo che face va prestar giurameìHo di fécrettà ai suoi masnadieri, e che li inti to lava giurali della fede cuioHca, aveva l'uso di scrivere di temp o in te mp o qualche memoria e qualche appunto, che vennero rinve· nuli nel 9\10 taccuino · , e ·che ora fanno parte dei docu· menti .del processo in via d' istruzione a carico d6i suoi complici. Cotesto brigante non era c.osi abbietto co me gli altri: aveva coraggio, e diffatti peri comhatteudo ; ne lla sua indole era uno strano miscu glio d1 òi eco'" fanatis mo e di rozza pietà, nè la consu etudin e del d e1i lto gli a veva soffocato · ogrii senso di onestà ; un qualch e spt raglio di luce rischiarava talvol_ta l'oscurità della sua coscienza, e componeva l' animo suo alia invincibile me lanconia del rimorso . In quei mom enti di abba ndono co o sè me(jesim o scriveva il suo diario che intito lava : Le mie Udite , o signori , quali giudizi la verità gli strappasse intorno ai suoi compagni .
Ne trascriviamo orig inalmente alcuni brani:
• Dopo un anno incirca di boscosa solitudine un di
• si presentano mec o tredici masna dieri , indi vidui me·
• diooremente armati , accennandomi essere difensori di
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{
• lfrancesco II e della santa Chiesa ca ttolica romana. lo
• desideroso far compagnia io tale oggetto onde difendere
• i citati dirilli esatta men te, ai quali era ben di·
c sposto da mollo tempo, come a tutti è ben nolo, ac·
• coglieva detti uomini e con t.utto zelo incominciava
• subito ad 01:cuparmi a tutto quello che mi conveniva.
• Al che questì mi accettarono per lqro capo, dovevano
• stare -sotto la mia obbt-dienza IJe r tutti quei buonì co·
• mandi che da me si emanavano pel bene del nostro
• Re e dell a propria vita.
• Ma skcome in questi esisteva il solo ·sen t imento di
• rubare e non mai quello di farsi onore di eguaglianza
• al mio, incominciavano ad agitarsi contro me perm et·
• tendosi dire .fra di loro stessi : noi siamo usciti in ca m·
(
• pagno e siamo chiamati ladri e dobbiamo rubare, e se
• il nostro capo twn fa come nvi diciiJmo, mala morti
• fard oppure resterà solo.
• Tal congiura porta va presso di me senza saperlo. Si
• permettevano pure fa re i {urti senza la mia conoscenza
• dove io ordinava di andare ordinatamente e militar·
c mente con educazione. ·
c Ecco che Dto, non ba mai pei'Jllesso la fai·
• sità, ba dimostrato subito che chi credeva ingannare è
• l'ingannato, come loro trad ivano od in ga nnavano me
• che fa rmi e farmi onore; così da un traditore
c più fiero ed anco r di loro esser amaramente tradito e \ con mio gran duolo disfatti, e la ma gg; or parte di
c atroce mor te . • . . • . . . . . . • . .
c Permise pure il sempre lodato Iddio che quantQnque
• rimasto so lo nel più crudo ed atroce combattimento,
1 pure nondim eno fui salvo med ia nte la sua protezione.
c Ili dolgono immensamente quei pochi ra cco lti da
• me dopo, da 1red1ci sino al numero di venticin4ue,
• che forse, se non tutti, parte inn oce nti ed ingann ati
... come me, pure ne peril'on.o.
c lla Dio poi, :)e non in questo mondo , nello eterno
, -
. .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . \
l • • • • • • • • • • • • • • • • • • •
, saprà rimunerar li. Per me sta che quello che no morì • nell' innocenza , morì martire ed ha fatto un grandis-_ c simo acquisto nella eterna- vita.
c Sono quest i presso Iddio. • l briganti forestieri sono avventurieri, i quali si !Or- 1 rebb Pro spacciare come campioni del rrinc;pio della lè· \ giltimità, ma in rèilTh ·alfro n·on sono fnorrhè gente che va in busca di lucri e d i ricchezze. Tal è, a modo di esempio, lo il ql}ale si atteggia a capo di truppe rP. gola ri e fa pompa del titolo di generale di .Francesco Il , seoza però impedire a quelli che chiama 1 - suoi soldati di com portarsi da veri briganti. Alla sc hiera di avventurieri stran ieri il De Christeo, il \ J.agrange, il Lan glois, Jo Zimmerm:m, ed il più infelice t di tutti lo Borjes, il quale troppo tardi si avvide che le decantate ratiiigi di Francesco Il erano torme di volgari assassini.
Le località predilette dai hriganti sono le rive <boscose ! dell'oranto e del Fortore. Dalle prime il circon- , dario di Me lfi in Basil icat a, quello di Sant' Angelo dei \ Lomhardi in Principato U' Leriore, quelli di Altamura e di Barletta in Ter ra (ii Bari , quelli di F.,ggia e di Bovino io Capitanata. Dalle secon tle il circondario di Sar.stvero e la regione garga nica in Capttanata, la pr ovincia di Benevento e il circondario di Larino nel contado dt Molise. Croceo con Coppo e Sacchi tiello è sull'Ofanto; va di tratto io tratto a ra gg iungerlo Ninco Nanco, la cui stanza è il bosco di La gopesole. Schiavone corre dal vallo di Bo•ino al circondario di Ar-b no e nel Beneve ntano. con f Varan ell i è sul Fortore, e di là talvolta so lo, talvolta con \ altre bande fa scorrerie nella pianul'a di nelle · falde del Gargano, oel Molise e nel Beneventano. CoppoIone e Serravalle si aggirano nel circondario di Matera io Basilicata , e di là stendo no le loro scorrerie verso la marina dell'I onio flno al bosco di Ginos11 . Tortora· è nel bosco di Ripacandida. I bosch i di San Cataldo, di Moli· temilone ed altri io Basil icata sono ricovero frequenti di briganti. Il piccolo bosco dell' Incoronata tra Forgia •
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Cerignola fu pure per mollo tempo la base dello loro ope razioni. le provvision i da Foggi a e da r fred on ia , facevano le loro sc òr rer1 P., e qui ndi celavano
1 uomini e cose i!l qp el Pizzic hi cchio si ricovera t ne l bosco . dt .M arsano il) Terra e di là fa scor. rerie nelle terre I n provmcia d i Salerno vi è la banda d1 Tardio nel di Vallo, qu elle di R:èci e di Marcantoni o nef circo ndario di Campagna. Nel circonr1ar io di Vasto , pro vin cia di . Chie ti, vi è la CO· mitiva d1 Pi zzolunj!'o, (:he si rjcovt>ra. nel bosco Petacci a1o. Nella prov in cia di Terra di Lavo ro vi . sono gli av anz i della ba n<.l a di Maccarone. Nelle parli {montu ose di questa pr ovincia confina nti con qu ella di •Avelli no s' una picco la banda, di cui sta a capo un Pic10cchi, la qn ale si mo stra talvolta presso Mon te fùrte 1 nel c ir<·ond.t rio d1 Avellino. Ne ll'Abruzzo teramauo, l'aquilano sono malv1venti non vere bande, tranne ben iotPsO quell e che fann o ir ruzione dilla fro n-
tiera ro mana. N'c'Ila prov incia d; Regg io in Calabria non
1 è bri ganl i'llgio di so rta. Nell e allre d ue Cal abrie (la pro· viocia di (;osepza e quella di Cataoza ro) lè proporzi oni del bri gan t11ggio sono di poco mJ!.mento. Nel G.argano parim t> nte qna e là si anoid anoa due, a. tre, a se i, pa· recchi malandrini. Il grosso ba nde si ag·
1 gi ra sulle rive dell' Ofanto e del ed è w mposto da qu ell e a cavallo. Una precisa del loro
· num ero sa rebbe Ogni cap o-banda ha attorno a sè un nucleo di io a 20 per5on t>, al quale si agg iuo·
, gono eve ntu almente io va r io num ero i briganti d\ occa.sieebè di r:uJo i venti diven tan o ce ntO in modo quasi istantaneo. Nell'agguato teso in marzo scorso ad ua distaccamento di di Saluzzo i brigan ti .,. sommavano ad un cent inai o, ed erano le baode riuniìiai \ Croceo, di Gios effù da Barile;diCoppa, di Ni nco Nanco e forse anche di . altr i. P arecchi dei capo- banda poc'lllll nominati sono rim l5 ti chi con diec i, cb i con sette e cbi an che con tre soli seg uaci. Ne l valutare anche approssimalivamente le torze numeriche del brigantaggio 11011
.. - tU -
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vanno di menticati i briganti avventizi, i il
cu i numPro Nelle loca ·
Jilà travagliate tlal flagello del si avve ra lo \ stesso fen omen o cbe succede · in qu elle <- f0 1tt.e da qua lc he ep 1dt m•a ; co me in questa tutte le malauie pigliano la fo rma de!la epid Pmia regnante, così io que lle tuili i deJilti alla for ma del briganta ggi o. Il fenomeno non è nuo vo, anzi la sua intensi là oJieroa è minore di quella che fu altra volta , all orché le provincie meridio· nali versa.aoo in condl7.iooi id ent ic he alle attuali.
• Fra i deliUi d i bri gan ta ggio, .cosl P1etro Colletta, e - quelli che dal derivavano, 11 censo giu-
• del regno n ume rò in quell'anno ( 1809) tren·
• ta trè mila vi ùlaziom delle leggt • ( l ). Lo stt>,;so sto rico nar!'a che Giu seppe Nap oleone, d·•ra nte il suo regno sul trono di Napoli, non osò • porre in piede la \
• perché la ripugnanza de i popo li al mil itare \ c l' brigantag gio, la faci lità dei cownt i di fugo gire io S icilia fa ceva no t.emere che uomi ni levati per , noi servi ssero d1 aiuto é di r Pcluta mento al nemico;
• rispetti gravi e veri, non dispregia ti nei primi tempi
• del dall o stesso arrischioso Gioac luno (2) Il Goferno italian o invece ha procedere alla leva nt- lle stesse 1 provincie pl'r ben due 'àètraì'ègg e napo- \ letana la pr ima , de)raìég1rsic il :ana la seconda , ed il \ risultam ento di questa, come gtà abbia mo a vuto la sod· di ri et rdare , ha vinto i proo ostici del più fi . doeioso ottimismo.
Il briga ntag gio però è uno di quei ma lanni la cui in· teosità mal si giu di ca dalle pro Ji or zion i es terior i e dalle forze numeri che: anzi è tanto pin diftì cile a srad ica re,. qulloto pi ù esic ue di renta no le sue prop orzi on i e le sue forze. È un germe ad og ni patto è d'uopo eliminare dal c11 rpo soc ia le, poichè le più occasioni perchè ad un tratto il male che si-credeva spento si fa ccia gigante, e ca gioni gravi e profonde per·
(l ) Vedi CournA , vol lJI paa. &IO. tiJ In , 1111· 101.
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turbazioni. Al ed al Parlamento incombe l' ob· \1 bligo di avvisare a tutti i prowedimenti ch e mè gli o conferiscano a ·.curare qu ella L'adempimento di quest'obbligo sarà mez zo effica ci ss imo a ravvivare la fi. ducia ed .infondere negli ao imi de lle popo la zioni meri· dionali quella sicurezza nell'avvenire, che è il vigore e la forza delle nazioni . Frà le cause che alimentano il brigantaggio va oo n, sPnÌ a dubbio, compresi il sentimento della sfiducia ed il malcome.nto, ma la pcrmaneiiza del brigantaggioaffas uavo1ta tràsforma queste due cause in effetti; giacchè facilmente si addebita a malvolere ci9 che deriva da nece ss nà o da involontario errore, e si f ascrive ad impotenza della liber tà c1ò che è inevitabi le della novità dei casi e delle condizi.mi. Noi abbiamo perfino udito dire 10 alcune loealità preva.lere 1 l'opinione che il Governo facesse a bella posta durare il bri gantaggio con lo scopo di procacciarsi un valido argomP.oto per persuadere i France;i a cessare occu. pazione di Roma l Urge adunque fare ogni opera perchè il male venga curato ed estiì·pa lo ; urge dimostrare alle popolazioni che 1- li bertà d:1 · esse invoca ta possiede la faco ltà di assicurare la loro prosperità, e che JDutando la loro condizione di sudditi di un Gove rQo dispotico e nemico alla nazione in quella di cittadini del regno d'It alia, / banno con segui to tutti i vantagg i ed i benetlcii. del vivere libero e civile. La del briganta ggio è estranea alle controversie po li ti che ed alla dei. partiti; a chiunqu e non sia dìson es t•) de ve s tare :so mm a·mente a cu ore, cbe i provved im enll per comp orla sian o energici, ed efficaci, e prontam en te attuabili. Sotto que · r sto aspetto noi abbiamo sludiat"a la quest ione; e non iu· darno confid iamo che alla guisa sarà da voi, o signori, contemplata e giudicata. · _ · .
Ma quali poss on o essere i che ·debbono ' adoperarsi per liberare il mezz(){ti(Jella nostra. Penisola
\ dal brigantaggio 't Lo sc io glimento di q iJesto p.roblema è l'ultima parte del mandato che vi piacque affidarci, e l quindi dopo avervi esposto il risultamenw
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, iodagin f into rn o 111le cagioni del br igantaggio ed alle sue attuali cond izioni, ci corre ora il debito di dichiararvi quali abbi an o ad ess ere, a nostro giudizio , i provvedi· menti ed i rim edi.
La class ificaz io ne delle ca use del male r:tccb iude- la evidente in dkazione di cotesti provvedimen ti e rimedi , i quali è mest ie ri sie no rivolti a rimuov ere le cause pre· dis ponenti, a comba tt e re le causeclìenaono determinato
la recentd ma oHes tazione del dolor os o fenomeno, ed a \ mutare in cau se di guar ig io ne quelle che oggi più aJi • .mentaoo il male. Laonde fra i rimedi è d'uopo distin·
guere quelli la cu i azioqe dalle j rad ic i, e quelli c he de vono i!Je nomc no attuale. La pr atica di alcuni provvedime nti ·spetta al potere esecuti vo • ed a noi ba ste rà suggerir li ; laddove altri deb· bo no avere una indole legislativa, e la coope razione e la sanz ione di tutt i i poter i dello Stato.
Di scorrendo delle cagioni del bri ga ntaggio abb ia mo aSSt.gnatO un- post o Importante a quelle che abbiamo de. fi nite col titolo di La prima ser ie di rimedi de ve consegue ntem ent e rivol gersi alla cura di dette cause ; nè per a nn ove rarli e g in sti tlcarl i sarà mestieri di luogo di sco rso. Ess i sono evidentissi mi ; e vengo no addì · tati dalla natura stess a delle co se; nè crediamo che in· torno ad ess i possa so r ge re la men oma di sc re panza di op ini on i. Sono ri med i la cui fffica ci ssi ma, ma 1 1 cui fft'elti non posso no e!ser e nè j mmed1a ti , nè pron ti.ì J.a diffu sio ne dell a is truzi on e p.,\!bbliC3,1Taft'rancazione delle te rre , la equa _déJie q uestiOÒi a ema- 1 oiali , la cost ru zione _di_S!,ta_de, le bonifi c h e di terre palo·\ dese, l' atLi va.zione àéf la vò"f i pubbli ci, il miglio"'r amento ' dei boschi, tutti quei provvedimenti insomma che. dando imp ul so vi,goroso ai mi glioramenti soc iali trasformino le . rondizìoni economiche, e valgano ad innalzare le plebi a dignità di popo lo. L'affranCii ZJQ!l.!!: tavogliere di Po· f! lia è un proHed ìmeu to e no1 s iamo lieLi \ di scorgere che co mpre nde ndo qiièSli necess it.à il Governo l ne abbia fatto argomento di una speciale pro posta di
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t legge gil presentata all 'altra di questo Par la\ mento nazionale. Utile complemento di questa affranca. zione donan oo essere accon ci provvedimenti relativi alle
terre di di Santa Cecilia, di Pagliccio, le quali possono colloc are i terrazr.ani d1 Ceri gnola, di Fog gia e di San Marco in Lamis nella fortunata con·ctìzioue di cessar la vi \!..Q.LJapi na che attualmente vivono co n grave scapito della pubblica moralità e della sicurezza. L'emancipazione della ' dai vincoli che la gra. vano è sorgente di beoetiir alla proprietà ed all'agricoltura , e produce in pari tempo il salutare effetto di tra; le condizioni del contadino e di distruggere proletariato ielvaggio che S'Ot to l'jmpulso della fame è della mi se ria non obbedisce ad altra voce se non a quella deil' avidità, e fornisce s\ ampio contingente al b1igaotaggio. Nè meno evid ente è la neeessità di asse. s tare il che sia possib ile le questi oni dei terre ni deman1an che io tante loca lità peodobo da iiio1. l tissimi'ari'fii, e mantengono vive le controversie e le gare t nei piccoli comuni. Le attribuzioni re lati ve al componi· mento ' di quella questione sono ora affidate ai ed in alcune provincie le op eratio ni sono a buon porto;
1 ma è d'uopo raddoppiare togliere al più , il lievito di cbe q uelle qu t>stion i racch iud ono.
1 I municipi che danriosa$Cgio di magg io re ze lo vanno incoraggiati, rampognati gl'inerti. l t muni ci pio di Canosa, a cagion d'esempio, ha divi so in tanti piccoli tolti quanti
erano i proletari i demani i comunali rimaneo ti, conceden·
1 doli a censì remidibili a capo di vet1ti aooi, c ciò per impedire che quei beni a fluire nelle mani J degli speculatori . Nel { 860 veJJnero fatte prc·messe e con. cepite speranze che non si sono avverate; nè il d is io· ga11 00 da CiÒ prodo!lO entra pOCO oelfe attuali COD• dizioni. Que lle promesse e que lle spe ranze erano senza duhbio assai ma ciò non toglie si abbia a fare quanto è possibile eoLro i limiti del e deWonesto per rimu overe questa cagione di malcouteuto tra i ceLi faticanti ed infelici. La questione della Sila è dì
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1110mento per le Calabrie, e beo si appose il Governo. ! silltoporla con apposito schema di legge al!e . ziOOI del potere legisl ativo. Non meno importante per Terra di Otranto è ta questione relativa alle decime; anch'essa va composta definitivamcn ièSèC'ò ndo l!"iustizia, l e u.oi confidiamo che il Governo non manch erà di pro· l porre al Parlamento gli equi ed opportuo i provvedimenti a questo riguardo. In generale tutte quelle provv isioni che mirano a....s.,ti!lcolare la terra, a promuovere la taz.ione dei capitaTI;airassicu rare la prosper1tà economica indicate dalla natura stessa delle cose, e la loro at· tuazionc è una necessità, i cui ben Pfici effetti non hanno d'uopo di essere descritti. Della libertà di como1ercio niente altro diremo se non elle e:;sa ha già avuto nella prati ca conseguenze buone, le quali col tempo non pos· sono non diventare ottime: il ribasso delle tariffe bà conferit o io modo non alla pubblica prosperità: Governo e Parlamento non vorran no di certo rerDlarsi io via.
C'è pure da appigliarsi a qualche risoluzione intorno ai boschi: noi non suggerirefllO per ferino il dispe rato par· til'b-m dissodai'li o di bruciarli, ma inJubitatamente con·t verrà dindal'li. La possibilità del miglioramento non im· \ 1,Ji ca nè punto nè poco quella della distruzione. Bisognerà abbattere le macchie b1 sse, sra Jicare gli arbusti e le spine, fare in som ma que!la operaz io ne cbe nelle località si dice stcrpare, e per la qu ale le piante di alto fu$tO rimangono intatte. Mediante ciò anche i terribili boschi del Fortore di 1•enteranno accessibili, ed i malviventi avranno perduti i loro arcani e naturali nascondigli. I risul tameoti già prodotti dai lavori delle ferrovie con· fermano ampiamente ciò che si prevedeva intoi"Oo agl'in· flussi salutari che avrebbero esercitat i :;u l benessere materiale ed economico DOli solo, ma anc he sulle condizioni worali delle popolazioni. Io Terra di Lavoro, in proviu· eia di S:llerno, nel Chietino, ne l Molise, dovunque lavori sono stati intra_presi, le popolazioni hanno incomin· ciato ad aver.· sotTO""gli occhi una mostra eviden te del! a
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! potenza della civiltà. Cresciuta la mano 4'opera, f!ersuasi
\ ì contadini con la evidenza del fatto che aWonesto lavoro uon manca il largo ed onesto ·compenso, tante braccia tolte materialmente al brigantaggio. A Termoli, per esem1 pio, è stabilita una vera colonia lombarda , la quale con \ le ordinate consuetudini, con l'asp etto decente, con le civili costp manze a misere popol3xiorii la !dimostrazione pratica dei vantaggi morali e materiali che gli uomini ricavano dalle proprie fatiche. I bri ganti hanno sempre fatto ogni opera per impedire che i lavori della strada ferrata progredissero, e pur troppo sono riusciti a farli indugiare · segnata mente ' nel · territorro di. Vasto è. nel tratto che intercede fra Termoli e Sansevero: qua si si direbbe che no presa go istinto , del quale, senz' alcun dubbio non sanno rendere ragione a loro medesimi, li avverta che la locomotiva sta ·per tornare ad essi piil esiziale del fucile e delle armi. · ·
!fa ad accrescere e fecondare la utilità somma delle j strade ferrate è mestieri provvedere alla costruzione delle 1 strade ordinarie, le quali ne sono il necessario compie. t mento, po1chè senza di esse non è lecito sperare che la ferrovia sia per prod·urre gli effetti che ragionevolmente si aspettano. Ottimo fu il provvedimento rélativo alle strade garganiche già faUo .dall' onorevole ministro dei lavori pubblici, e noi siam lieti di essere stati i testimoni della sodd1sfazione e. co.o cui l'annuoZIO venne aecdto nella provmCia dt Fogg1a, la quale per l mezzo del suo Consiglio provinciale stanziò apposita e non piccola somma nel suo bilancio .per con<;orrere al· l' attuazione del provvido disegno. Ond' è che nel com- 1 mendarlo noi esprimiamo il voto che non abbia ad es· l sere un esempio isolato, ma che ne ven ga estesa l'appli· cazione a tutte quelle prO\'ÌOCie del mezzodì, dove la mancanza di mezzi di comunicazione è più visibile e più daunosa. Le valli dell' Ofa uto, del Fortore, del Sangro ,
del Vomano, del Bradano sono gli sbocchi naturali oi molte provincie alla linea di ferrovie in corso di eseco· ziooe ; il me.zzo di rendere .ùtìli e di f"r prosperare I•
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ferrovie consiste appunto nel solcare que lle valli di stra de carreggiabili. La co nn essione fra la rete stradale e la rete j fe rroviaria appare evid entissima ; n è può mancare t del suss idio d i que lla. Voi ben sapete, o signor i, come \ dopo l'un ion e della Sc oz ia con l' I nghilter ra la prt ma di dette contrade ebb e a patire il flagello del bri gantaggio. Or.a gli storici di quel pae se e di quell 'epoca conco rdi attestano che la Scozia era affatto priva di mezzi di co· JDun icazione, e che il brigantaggi o cessò quand o la man· ean za fu rip arata , quando la Scozia fu solcata da strade. Ciò che avvenne di quell'isola, allora tanto mi se ra, ed in condizioni tanto rid ent i avverrà pu re nelle nostre provincie meridionali, e l 'abbondanza di beni ecc lesias tici, erariali e comunali in essa esistenti potrebl1e sommini· strare i mezzi pecuniari per sopperire alla grande neces · silà della q ua le favelliam o.
A tutti que sti provvedimenti deve fa r coro na la ince ssa nte ed eftìcace pubblica; cosi Terranno diradate le IHte tenebre d'ignoranza addensate da tanti seco li di schiavilù e di mi seria , così sa rà d isfa tta e smagliata quella vasta rete di pregiudizi e di s uperstizione che involge tante ,pov ere menti. I municipi delle provincie napoletane hanno, salvo le lod evo li trascurata questa imp ortanti ssi ma parte dei loro doveri , e qu indi sarà necessa• ·io cbe il Governo ed il Parlamento i mprendano ad esa mjnare se non convenga per mezzo di / clausole obbligatorie e di cor rel atjve sanzioni penali pomi i muntcipii nella nece ssi tà di adempire al dovere che fi·\ nora hanno con così biasimevole non curanza neg letlo. Qu a!}to più è leo ta l'ar. io ne dei provvedim enti testè accennati, tanto più evid er.. te è la nece ssità dt t roncare gli indu gi nell ' incomiociarne l'attuazio ne. Noi fidu· eia , o signori , di ave re consenzienti io que:>to parere e Parla meu lo e Govern o , e qu indi ci semb ra soverc bio di propo rre a questo riguardo risolu zioni speciali e dete rmiuate.
La seconda serie di rimedii deve essere trasformareif'maggiòrnùinero delle cau se Brigantaggio
adoperata a che aJim_ep·..-
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tano il bri gant ag gio in cause che lo di str uggano. Dictamo la maggior parte e non Lotte. poicbè ve n'ha tal una , \ quella, a modo d' est mp io , che deri va dalla ·perman enza Fraucesco H a Roma, la qualt: no n può soggiacere ad 1lltra trasformaziou e che non sia la completa cessazione: e di questa dovremo di scorrere tra poco io modo affatto .speciale. Restrmgend o adunq ue per or a il nostro discorso alle cause che sono attua lro eu Le sor]ente d1 male, e che invece deb bo no ésSeré"'èà'mbiaie' rò ' s orgè'iite di bene, <li· remo, che srccom e la mllocanza -di urta buona ammini· strazio11e, di una Leo orùrnata e sol erte polizia , di una spedita e regolare amministrazh.ne della giusLizra, son o • · altrettanti ca gwni, nell e qua li il brigautagl9ù aLLroge tforza e motivi dt durata, cosi l' ordm amento dr una buona amministrazione, l' esiste nza di una ben ordmata e sCIIerte fpolizia, e la spedita e re golar e ammiDistrazioue della gm. t.stiz.ia debbono essere, e certamente saranno , altrettante . cagioni, dalle quah le forze del brigantaggro saranno sce· mate e distrutti i motivi della sua durata • . Noi perciò vi preghiamo, o si gnuri, ·ad in vilare il Governo a proseguire gagliardamente nella sua opera riparatrice, togl!endo sem. pre più in ponderata coosaùerazaoue le aLLuali del pubblrco servizio nelle prefeLLure e nelle sottoprefeL· ture, e ùi struggeudo all' intutto qudla tradizione di abu si e di corruttela, che la buroaazaa conserva e prosegu e. Le questioni relative all 'o rdinamento amw&nistratJvo del regno d'Italia aspeLLano ancora ad esser" sc1o1Le dal senno dei poteri dt:llo l:> lato, e ceno il giorno nel quale le al· tribuziolli di tuLL1 saraunu .ben dt:tiu!le, e le norme della nostra amministrazione sarauno infor.mate à principii uui· formi di liberlà, l' asseuo delle pro vmcre avrà faLlO 'l'l passo detini'i vo: ma la qu es tione dt pnuc•pil e di mass ime non aeve neppure p&r un momeuto distogliere l' attenzione da quella dtHle persone. Jjen sappiamo che a conseguire io scopo si r.chieggouo tempo e pazienza, che il Goveruo non può rmprov vLSarc ad un tratlu. i buoru impiegaLI: e siamo alien assul.li dal suggenre quei pro'. complessivi, quelle riforme generali, il c:ui ri·
aull.amento meno improbabile è quello di peggiorare il male, non di emend arlo: ma diciamo e rip etiamo che il Govern o dev e arrecare vigili cure in questo grave argomento, e procedere con qu ell 'av vedutezza an tmosa, che non obbedisce nè ad appassiona ti , nè a timidi con sigli. . Dan do all'ammini strazione un im pulso vigoroso. ri ordinaado tutti i èoogègni della ma cc hina dimostran do alle , la mano del Governo, s' infonderà la fi du cia, ch e nasce dalla certezza di sentirsi governato, ed allo ra cesseranno il langu ore e l' iner zi a, ed alla d1fesa sociale concor reranno spontanee - tutte le forze del paese .
L'o rdinamen to poi di una polizia ope rosa ed inlaticata 1
è argomento dell a mass ima importanza : è punto vita le. l
La ma ggiore efficacia di rep ressione contro il briga ntag- \ gio è riposta nella pol izia ; l'e roi smo e l'abnegazione dei nostri sold ati non hanno sor ti t(' l'effetto durevole che potevasi riproméltere, perchè non v' è p oli1.i a. Se questa non viene ordinata , se non è quale deve essere, il brigantaggio non potrà essere est irpato. Quando mancassero le buone ragioni, e ve ne sono a dov1zia, basterebbe un fatto recente a porre io evidenza la veracuà di questo assunto . Per molti e molta mes1 le falde del Vesuvio ed \ i dintorni di Nap oli erano infes tati dalle scorrerie della \ banda briganLesca guidata dal P alone: i nostri soldati con la solita loro fatache per incontrarla e fu opera vana. P1l oue ea i suoi erano introvabili, tamo chè non era irragionevole il supporre che non s1 avesse a fare con una reahtà vavente, ma bensì con un essere fanta sti co, con un maLO : la cattura ed il ricatto del mar cbese Av1tabile suggemo oo il consi·f glio di s tabahre io T urre dell' Annun za ata un'apposita dele- \ gazi one d1 pohzaa, e non si tosto ques ta fu all'opera, la banda fu trovata e sco olltta , la ma ggt or parte ae' suoi componenti iou o nell e mam d t:Ua gubtll.la, td il Pilone bel nuunliare a uln c- <we avo i iU.J ODI del corpo di operazi oni d1 .l<'ra ocesco 11 nelle adiaCtloze di Niipolli. In tal swaa · , nello spazjo di pocbi si
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·è venuli a di una imp resa, che per- tanti mesi non era riuscita : 1 e ciò per una sola ragi one;· percllè vi è stata ·uila azione efficace di polizia , 'C perc nè: ·sooo stati -adoperati impiegati capaci e diligen t i. Esistuno dunque gli elementi di una buona polizia: ord ioaodnli acnorìciamente, e adoperando p; li opportuni mey,z i pecuniarii, lo scopo non potrà fallire. L' invio recente d i buoni ed attivi de· i legati di ·pubblica sicurezza nella provincia di Capitanata \n on ha mancato di sorti re effetti utJli ssrmi. I (atti duo• ·;que provano che le diffi coltà sono insuperabili,. e che ·non solo si deve , ma si può ordinare un ·buon servizio l di polizia. Per s è stato vagbeg.• giato da taluno il le attribuziol)i di ' e di restffi'il rfe ' còùì1.per lo passato, ! ai g iudic'i'di' mandamento. Questo desiderio ci è stato manifestato sovente nell' Italia meridionale, e quindi ab· biamo dovuto sottoporre a disamina la con-venienza della ' sua .attuazione. La vostra Commiss ione ba opinato che qtresto suggerimento non Se i giu·-dici ·'regi sostenevano ben e"àitra vol ta le fltnzfo!li di . uf·
li ·della sicurezza pubbli ca, questa non è tal . ragione che debba 'peJ:Suadere a ristabilire l'antico costume; e non sappiamo davvero con quanta dal ricordare 'che i giudici regi borboni ci disimpegnassero l' ùffici<, di -agenti 'Jdi polizia con piena soddrsfazione di quel Governo si voglia infeme che i giudici mandamentali del regno costituzionale d'Italia abbiano ad esercitare lo stesso uf. flzio col 'medesimo prosp'Cro successo' e colla pieÒa con·
1ttntezza del Go-verno e "'delie popolazioni. L'a diversità
1l!!Sentiale ùei tempi, della legislazione, delle- condizioni stesse di quei magistrali' ci fo rnire un saldo e litiflrioso argomenLo contro jl dtsegno di cui
l. :lpalite investtgatrice non può essere confu sa con la pre· ntiva , nè· la mdole stessa der due u1Iìzi consente · che i • tengano rat:..:olli nelle ma tu m.- ues11.0e. La polizia uè
1 si ·atlicnè, nè può altenersi a uorwe in variai.Jih, come devefare la giudìztana; essa toghe c•>u :ngho nelle
sue ·tleterminuioni dalle ragioni mutabili delle speciali
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condizioni e delle neces3il.à del momento, e dalle derazioni di ordine pubblico: un provve:limento di poli· foia giusto ed opp or tuno oggi, cesserà di tale la dimane, e quindi uon è permanente. La po lizia si go verna dalle circostanze part1èola l'i: laddove la gi usllz ia ha Je ( s11e ragioni 1m mutabJi i , i suoi priocipii determaoali, nè 1 può dispeoo;arsi dal praticar! i. .Le due mag istraw re si dif· !ere nziano tanto nella quanto nella forma. La ( confu:;io ne di fac oltà era tollerata, e giovava al Governo assoluto: ma anzicbè ravvisare io ciO un mouvo per ri atluarla sollo il go1 e1·no libero, se ne dovrebbe ri· cavare uo a induzione di<lln •Jtral mente opposta. del Governo assoluto è la coufusiooe de'poteri: quella del Goveruo libero è la distinziùne.
La restituzione delle allribuzioni di polizia ai giudici maod ameot:lli sarebbe perciò un vero reg resso, il quale mentre cozz erebbe ap ertameute con i pr iocipii del Go· verno !Ibero, non pare a noi confermerebbe le speranze che coloro i quali suggeri:;r.orto cotesto provvedimento sembrano riporre nella sua efficacia. I s inl aei fanoo male la polizia, ma chi potrebbo che i giudici man · da mentali la farebber o meglio 'l An che solto l'a spetto dell'oppurlnoità l'esito sarebbe dubbioso, laddove è certa la violn iooe dei princh, ii. Nè sa rebbe giusto togliere a regola generale la condizione alluale delle cose, e dichiarare io modo assoluto che i sindaci, percbè fan no male oggi la polizia , abbiano a far la male sempre. Noi por tiamo opposLa seoteoza , convmti come sia mo che niente più confet·isca a rendere gli uomim id onei all' adempimento dei doveri pubblici quanto la pratica di questo adempi· mento, e che gl' ioconven1enli che si maoifesta no nei pri· mordi i sono dal corretti e largameute co mpensati.
Noi siamo persuasi che ut1li t>d importanti riforme possono essere introd ot te nell'ordinamento del serv i zio di si·\ c•1 rezza pubnlica; ma tra cott>ste riforme . non annoveriamo di certo quella della quale ora st accenna. Appunto chè sappiamo che la polizia in uno Stato libero non può \ esser quella del Governo assoluto, noi la vogliamo solle·
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nta e nobilitata nel concetto delle popolazioni , e 'bramiamo si accosti. ii più che è possibile a quell'esemplare modello che è in In gb ilterra. Il nost ro assu nto non ci consente di .diffo nderci con i dovut i pa rticolari inrorno a questo argo mento, e ci restriol! iamo perciò a raccoman· darlo all'esame del Governo e del Parlam·ento. Fino d'ora però stimiamo dover che qnalora si ritenga necessaria la ron ser vazione dèlle gu ard ie di pubblica sicorf'zza, l'ordinamento di e!lse abbia ad .essere me nte mutato. Tali e .quali oggi sono, mentre tornano di al pubblico erario, non giovano all'ordinepubblico: e ad 0,11ni patto sarebbe d'uopo sottororle ad una disciplina innessibile e severa. La esperieoza forse che la istituzione delle guardie municipa li finirà col rendt're all'intutto soverchie quelle di pubblica sicuezza. Nella città di Napoli quella istituzione è già e fa biJor·a prova.
L'aumento dei reali è pienamente gU)stHlcato dai che tuttodì rr.Dìfè quell'arma beoemèrita, e dalla necessità dell e rose; e prefetti, e generali, e magi· strati, e ciltadini ci hanno costantemente ripetuto .cbe di quell'arma non ve n'ha mai abbastanza. Il Governo non .
1 ha manca to di fare molti acconci provvedimenti per l ampliare il più che è possibile il numero dei carabinieri \ senza deterioramento della qualità, giacchè, come tutti sanno, i carabinieri non si improvvisano, ed è assai più facile decretarne la forma zio ne che otteoerla suhito quale dev'essere; ma anche come adesso è la forza numerica nelle provincie meridionali è insufficiente alle esigenze del servizio ed alle stringenti necessità con·
ldizione di eMe. Per avere nna rete comp ita di stazioni di .carabinieri a piedi ed a cavallo in quelle
iarebbero mestieri 8 mila uomini , laddove a tutLo il 31 marzo di quest 'a nno i presenti ammontavano a 5199. La deficienza dei carabinieri a cavallo è generalmente lamentata; essi so no tanto p1ù desiderati, quanto più utili sono i servizi cbe rend ono. Il carabiniere a cavallo' pos· siede anche nell'aspetto un prestigio cbe i --
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)andrini e rincuora la gente timida. Bastano pochi ·di essi a porre in fuga orde di briganti. Particolar· mente si tralta di PiCCole bande, una bnona polizia e non molti carabinieri fanno opera più efficace di ro olta truppa. Le r Pgioni topografìche concorrono a di· mostrare la opportunità dell'aumento di cui d isrorriamo. Nelle provincie meridionali, sopratulto in Basilicata, le • distanze tra i paesi non sono brevi: si fanno so venti roiglia intiere se nza inconfrare un abilato: eppe rò quando il bri gantaggio imperversa, le picco le staz •oni di carabinieri si trovano a non poter far nulla, perebè non possono uscire dai paesi. Talvolta gli uffizia li hanno dovuto rinunz iare. pe r questo motivo, a fare le ispezioni delle stazioni. L' aumFnto degli uomini è necessario al buon andamento ed alla f'ffi cacia del se r vizio: nè crediamo cbe in massima possa imp ugnarsene la opportunità . Cisi potrà obbiettare, egli è vero, che non basta dJ mostrare la necess ità. ma che sia d'uopo suggerire i mezzi, addila possibilità di soddisfarla. Nè possiamo dissimularci la gravità di questa obbiezione, essendo evidente che quanto maggiori sono i requisiti che si addimandano in chi serve nell'arma dei carabinieri, tanto più torna di ftlcile rinvenirli, ed cosa ben nota, che in questi ultimi due ann i il numero dei carabiniet-i è- stato s tra ord inariamente accresciu to ; ma giova pur riflettere, che la considerazione del divario tra le co ndi zioni sicurezza pubblica nel mezzodì della penisola e quelle de lle altre provincie può so mmini strare il mezzo di concilia re le difficohà e le esigenze, e di provvedere alle urgenze attuali. Il numero delle sta1.iooi di carabinieri nell' llalia superiore e nella ce ntrale_ potrebbe essue diminuiLo senza grav i inconve· nieoti, e soltanto provvisoriamente, e gli uomini da esse tolti potrebbero esser mandati ad ingrossa re le stuiooi già esistenti nelle provincie napoletane, ed a formarne all'occorrenza delle nuove. Anche questo esped iente può non essere all' intulto esente nell a pratica da qualche malagevolezza , ma giova non dimenti care che la consi · derazione di alcuni inconven ienti non dee sovrastare alla
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nec_essità ebe tutti riconosciamo di adoperare tutti_i mezzi per ricondurre al .più presto, nelle"provincie del mezzodì, la sicurezza pubblica alle condizioni regolari . Noi confì. . diamo perciò che il nostro parere sarà per essere accollo, c che i l Mmistero éontinuerà a far e ogn i oper a, perchè il numero dei reali carabinieri nelle provincie napoletane ven ga au meDiato. · Non abbandon eremo qu esto importante argomento del serviZ IO di $irurezza pubblica senza addttare la necessità
J- di iovigilare ,e le ga!ere, e di prov. 1 t vedere alla loro carcert che t ! visitate , quelfe di Poten1.a, di Foggia, di AveUirro; diTa·
ì ranto, per non dire di tante altre, lasciano molto a de· l siderare: l' ingombro della gento iv i rinChiUSa è periCO· r loso e sotto l'aspetto morale e sotto l' igtenico e sotto quello della s.Jcurezza. La facilità delle è largo sussidio al briga01ag gio. La rigoros1 custodia delle carceri e dei luogh i di pt>n·ae reclamata dagl'interessi della gin· stizia dell 'umanità, Mn meno ch e da quelli della sicu. rezza pubblica. La vigiianza dell'autorttà. deve . anche ai custodi, poichè rra e-Ssi sono pure di quelli che all'antica scuola , ed a-lle· vecchie consuetudi-ni non sono alieni dalle infedeltà. Noi sap. piamo che l' introduzione dei nuovi regolamenti carcerari ha incominciato a fare sparire alcuni abusi, e cbe il Go· verno h <. 'i'ìvolt{) la sua attenzione a questo argo. mento; e però confid1amo cbe perseverando alaère!Dente nella· stessa via, e raddoppiando gli sforzi il car· cerat·io sarà quale debbe essere presso ogni nazione in· civilita.
Ma a far cessare l'ingombro di giudicabili che è n'elle carcert è mestieri l'attività nei pror.,edimenti giudi'ziari ed il pronto dei processff'Iè"quali cose sono tutta· via uu desiderio . Sono ancora io prigione, aspettando un
un g•udizio, persone arrestate fin dai tempi della ditta· tura, dall'antu uoo, vale a dire, dell'ano'O t860. Ci è stato riferito il caso di un imputato di asportazione di armi proibite, che avrebbe tutto al più potuto avere per pena
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quattro mesi di carcere, e che frattanto tu detenuto rrima di essere giudicato per lo spuio di sei me.si. Qu esta disgraziata · condizione di cose non è iodubitatamente frutto di ma l vo lere, nè di premeditata negligenza , e se ne sco rgono agevolmen te le ruioni ne lte strordioarie contin genze pol it iche e nel le novità suceedute: nè noi crediamo sia mollo ragionevole lo che di questi falli ban no menato alcun i sever i filantropi inglesi, i quali o non baone• letto o pr!Jb1bilmente b·anno dimenticato la storia del e giudicano delle attuali condizioni di io It:tlr a col criterio desunto dal · confronto con quelle dell' I ngbiller ra odt erna, e non dal con( llrto con le condizioni de ll' In gh ilterra nell'epoca di trasformazione narrata dall' mst gne storiCO. Ma l'obbligo di fare qu!lnto è pos,ibile, perchè anche per questo sia s>ab tl tla una e lega le reg ola rità è evidente, e per adempirlo non deve essere trasc ura to nessun mèzzo. Percon·enJo dtvrrse provincie la vostra Comm1sslone h a
dovuto convincersi che il numero attuale delle Corti di a!\Si sie non l'ia e che forse non si possa sfuggire alla necessi1a([i'f'enderle perman ent i, almeno, per ora, io tutti i di (lroviocia. Per quanta buoua volonlà, per quanto zelo voglia3i arrecare dalla magistratura, ce r to è ebe la mole dci processi basterebbe so la ad escludere la speranza di vederli esa01 i ti, e di veder cessare l'arretrato in breve spuio di tempo . Non è guari l'onorevole guardastgillì delib erava opportunamente un a Corte straordinaria di in A' ell ioo: ragguardevoli comme ndando quella risoluzione ct hanno as· slcurato che con essa non si riusetrà a raggiuflgere lo sco p<', se non è resa permanente. La prontezza nell' ammin •straziooe della giustizia, oltre all' una delle più essenziali guareutigte del vivere civile, torna a va'l· taggio della sua stessa efficacia, e la s ua necessità cresce in pr oporz ione della e dell'ampiezza delle colpe che è chtamata a punire. i giudizi dei reati di bri· ga ntaggio fossero stati meno infreq ue oti, il loro numero sarebbe st.ato certamente m.invre. E pe r•;hè l'amministra·
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zione della giustizia sia quale deve essere è d' uopo rimuovere da qualsivoglia sospetto, ' qualsivoglia possibili di accusa. Come abbiam o già detto, condizioni • della burocrazia giudiziarra non sono ese.nti dai non escludono la ·delle accuse; e perciò noi s tìmiamo deoito nostro di richiamare anche su qu esto argomento l'auenzione scrutatrice e severa dell'onorevole ministro goardni gilli. · l Ma oltre all' amministrativo e giudiziar io è fuor di duhbio cbe il conte gno di quella parte dei clero i ch e si è ed obbedientissimo""""d'èlle ' passioni abbia ad esser preso 1io seria consider&zione, e :'4ia mestieri escogitare tuttt quei ' mez1.i cbe più sieoo acco nci od a mutarlo, oppure a con· trabbila_ociarne i cattivi etletti. 1\la quali possono essere cosiffa tti mezzi 't Il quesito è arduo e la ri sposta è assai . malagevole. Se si lascia al clero : del quale favelliamo , r piena balia di tàrè';'"'essòsi avvale della facoltà per .abu· 1 saroe. ; se questa facoltà gli è negata, grida alla \ zione ed al martirio : e nell'una ipotesi e nell'l l tra rag. giunge lo scopo suo, cbe è quello di tenere gli animi ag itati e di turbare le coscienze. Il Governo e la società s i trovano io tal guisa disarmati dinanzi ad una congiura incessante, permanente, e tanto più pericolosa inquaoto· · chè opera occultamente, e le prove di essa sono pressoché impossibili a ra ccogliere. In qual guisa mai la veol detta della legge può colpire coloro che dal confessionale 1incoraggiano e glorificano il Il grido accu· salore della voce pubblica iogene.ra il convincim enlo mora le cbe il fatto sua; ma non basla a dar motivo ad una regolare processura, la quale per difetto di prove giuri· dicbe andrebbe a vu oto. Noi quindi por· tiarno opinione che il Governo abbia ad esercitare la più assi dua ed indefessa vigilanza sul contegno di codesto \ Clero, e che debba provvedere all'
delle leggi ogoiqualv.olta dal campo delle aspirazioni quel contegno trapassa in quello delle aiion'i. ·Il rigore sis tesarebbe tanto dannoso quanto l'indulgem:a: il Go-
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verno non deve tollerare i cospiratori, ma non deve nemmeno creare i martiri. LP. sorti del clero
rale debb ono stare sommam t> nte a cuore al G•l Veroo ed \ al Parlame nto: un savio ed tquo provvedimento a que· sto riguardo, men lre gioverebbe ad as sicurare al Govt>mo un ascendente morale iodubitato su d'una parte dello stesso sacerdozio , porgerf'b be alle popolazioni la dimostrazione palpabile flella fals1tà dell'accusa tra esse con tanta pertinacia difflls:t, che il ltbero Gover no del regno d'Italia, cioè, sia persecutore della religione. Vero è che t non di rado sono tra così preti liberali tali che meglio varrebbe 'non lo fossero, e non liberali andrebbero denominati, ma vero è che un provvedimento, il quale giovasse a costoro, peggiorerebbe il male, e confe rmerebbe le popolazioni nella erronea opinione io luogo di farle ricredere: ma ciò non prova che il provvedimento, al quale accenniamo, non debba farsi ;- prova bensì che esso è molto dirfìcile. che va ponderato con molta prudenza , che va praticato con accorgimento e con le debite cautele. Noi siamo convinti c; he il gio.rno in cui il Governo potesse fare assegnamento sulla simpatia della parte veramente liberale e morale del sacerdozio cattolico , esso sarebbe più forte contro le sorde macchinaziooi del clero cattivo, e la estinzione del disordme morale, che lauto conferisce alla pro. duziooe del brigantaggio, sarebQe prossima e certa • .
Gl'influssi del clero ostile alla causa nazionale ricevono \ maggiore impulso dalla permanenza di Francesco 11 a Roma , il quale per mezzo di alcuni alti dignitari della si adopera a serbare quei influssi propizi at suoi ioleressi ed ai suoi disegni. E questa è nuova ragione perchè dal canto nostro si faccia quanto è pos· sibil(l a porre termine ,a quella perm anenza. A noi pare, o signori, di avervi ampiamente dimostrata la complieitl perseverante ed atti.va del prin cipe spodestato con le mac· chinazioni e con le scorrerie brigantesche : e quindi ci crediamo in grado di poter affermare il che al italiano compe te J di chie4ere ed ottenere l' ah
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l Jootanameoto AiJ'mcesco II dalla sua attuale dimora.
1 Questo difitt.o sarebb eTii'Coiltrastabile, quand'anche- non · si trattasse che d'un semplice pretendente, il quale profittasse della· vicin1oza agli antichi $U O i ctominii per to11bidi ed accendere la guerra eivile: ma diventa iw.perioso ed in dec lioabìlè quando si tra tta, còme ·avviene nel caso nostro, di un pri ncipe . il qu ale, la della sventura, si coll ega aper um en te con la gente più facinorosa, e si ado pera tuttodi ad -accendere nelle provincie per libara di popolo sua dominazione la sanguigna face dell a gu erra sociale. Non vi è Gov erno- ci ed umano che possa negare ad 1m f altro la estradizione dei volgari dd inq tl'e nli t e davverù
noi non sappiamo comprendere con qual diriUo si neghe· rebbe al Governo ital tano non la estradizion e, ma la espuldi un princrpe nel cui nome vengono commessi tanti delitti e tante atrocità. Non aggFessore, ma aggre· dito, il Governo italiano trovasi collocato rimpelto a Fran· cesco Il nella condizione di chi esercita il dttJ Uo della legi.ttìma difesa ; con.. q nal g·lllSlizia . adunque si dì ni egbe· rebbe ali' aggtedito la soddi:;fazipne di '' edere scacciato l'aggressore dal SÌCtrrO SI)OKl', dove impu(l emPnte · maC• china le offese e le Nè - c.i pare possibile che a tutela di Francesco II possa essere in,·ocata la protezione della bandiera francese, la qucrle, avvezza . a coprire le onorate sventure dig-nitosamente sostenute, non può oggi maccb.iarsi col patrocin1o dei fautori del Se \ il Governo franeese non stima e5sere ancora giunta· l'ora ì nella quale debba togliere alla persona det JMW)tefice la . i protezione che fio oggi gli ha concessa,; !l'éssuto per t fermo potrà pretenJere che queiJa :.conferisca al Governo pontificio il privilegio esorbitan-te· dkcongin· rare con Fr..ncesco II ed i suoi seguaci a, benefìz:o .del· l' anarchia sociale. · _ ·
Ad ogni modo il Governo it.aliano a1emp.irà af· debito suo verso la nazione dando conte.zza all' Europa dt qoe. · .sta intollerabile condizione .di cose, e rinnovando al Go· alleato le ista nze, perchè l'allontanamento di'ROma.
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di Francesco II e dei suoi seg uaci non sia più a lun go indu giato : e . noi, o signori, all a nostra volta stimeremmo ma nca re al dover nostro qualora non vi ri vo lges si mo la preghiera dt voler al nostro p<'rere la vostra approvazione con una so len ne dl'l iberaz ione . La coscienza delle nazi oni mcivilite ri cOD !'Sce rà il diritto nost ro a far ces.sare quella perenne import.azione di assassini e di avventur ieri , ch e da tre anni si sta facendo lunghesso quella linea di fr•.mtie ra , che divide ancora artificialmente le pro· vìncie del regn o ila li co da quelle ch e con ind ici bile rammarico siamo tu ttavia cos t retti a ch1amare pro vi ncie pontifieie. Med ia nte i provv ed im enti che abbia mo finora.. accennati , saranno co mbattute le cause che al bri · ga ntaggio e quelle che lo alt mef!la no, ma con ciò il còmpito del Governo e del Partameoto non è esaurito. Non ba sta com battere il brigantaggio nelle sueorigini e nelle stie foc ti; preme olLreciò ed di combatterlo nelle sue attuali manifestaz ioni , e d' a chi se ne rende coìj}'év'Oie.. iinapunizione giusta, pronta, efficace, esemplare. Ed I'Ccoci per lo gic a concatenazione di concetti e di dis corsi condotti a toccare della ultima ..serie di rimedi cb e inten diam o suggerrre, e che si risolvono nell'azione militare e nei provv edimenti legislativi. L'azione mtlitare deve inte ndere alla repressione immedi ata del bri ga nta gg io che allualm en te è fn . campagna; i provvedimenti legi s la tivi al castfgò aei Colp'eto li secondo i dettati della giu stazia. "Fiiichè ban de vi sono in campa· gna, fine hè il ser vi zio dei cara bio ier i noo sia.accresciu to, fiocbè que !lo delle guardi e naziOnali non sia migliorato , mil ttare è ind isp ensa bil e. La presenza·della truppa ba anche il vantaggto dt produrre un sa !utare effetto mo· rale, qu ello ctoè Ili rta lzarc gli sp1r it i dell e popo laziO ni e d'isvu·ue fiducia; sa ccb è l'azione mili ta re ai vantaggi degh etTellt ma u:riah w .: oppia quellt dell'effetto morale. C1 pare sovercbio ricord ..n: che quest' aziOne nou ba mai la sciato Li e rHe a I.ICS1d11rarc da . law de l ulo re;· ai nils tr i Uffi t. tah e SOldati uo n può che sovercbia te· merità; e per spella pore alla direzione i soli
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nomi degli abili e. speri meolati uffiziali che ad esso .sooo prepos ti pprgono guarentigia che essa è vigorosa ed accorta. La . ma ncanz a di risultame•Jti decisivi non è. per . fermo dovuta a defici enza di valore, di senno , di pa. J zienza; ne già delle le ragioni ; ed ora.non sta_ · remo a ripeLerle. La guerra contro il brigautaggio ha un'indole affatto speciale, e non va combattu.ta seçondo le regole della sta·ategia mil itare. I nostri soldaLI combatttlno quei riba ldi troppo leal- 1 mente. Fra· un nemico che no n r •fugge mai dal com. bauere ed un nemico che ha sempre per ultima ragione fuga ed il nascondiglio sicuro; tra indole sì J daametratmente opposta non sono praucabah le . regole dell'arte della guerra. A combattere con efficacia il l gante è d'uopo adoperare le.. sue arti; gli agguati, le sor. prese, le corse continùè;-,éa"if ·perciò"' che fra tutte le \ armi del nostro esercito qu('lla che più è idonea a fare t la guerra ai briganti., e quella che essi più temono, e l'arma dei i quali sono addestrali ,ad agire ià'Omàmè"Diè"èd urano meglio a quel genere da fatiche. L'agglomerazione delle trupve nelle città e nelle borgau.•, resa volte indispensabile dalle condizioni ìgu:wcbe, è da evitarsi il" ·più chc:· è possibile, e perché i briganti battono in tal guisa ptù facilmen te la campagna e sanno per filo e per segno 1e. mosse della truppa, e perchè si avvezzano gli abitanti a non adempfre uno dei loro mag.
giorì doveri, cbe è quello d1 sapersi difendere da sè me· desìmi. Quando nel 1800 il brigantaggio mfestava il me z. 2:odk deUa il primo consule scriveva al ministro l
della guerra BerLhier: • Je s uts mécooleot de voir tant
• de troupes à Lyon et à Marseille. · Dan6 des circon·
• stancea pareilles les trouves doìvent etre· sans cesse sur
• les cbemius et"dans Ics -!>ois; que te général forme su r
• le cbamp ses .c;ofonnes , et en donnent le -commande·
• ment aux géuériw:x. Gaveau et Gutllot; qu',ls pour:
• su.vcnt sans re1acne lt:s vrigants, en meu.au' toujours -
• leurs quartiers généraux ùéUJS les villages {1) 7 • Alcuni
Vedi cù ,yl)polion vo l. VL- &81t, pap- 611.
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anni dopo, nel ! 803, essendosi manifesta to nuovamente
H brigantaggio in Vandea, Napoleone, scrivendo allo stesso mare sciallo .Ber lbier, g li dava le medesime istruzioni :
• Mon opioi oJt es t qu' tl ne fauL Jaisser nu lle parL de gar·
• nison, mais fa ire de toutes les qua tre corps sous
• les ordres, chaque corps, d'un géoéra l de brigade, in·
• dép endamm ent des corps de s géot\ raux Girardon et Du·
• lresse; que chac un de ces cor ps doit étre par tagé en
• troìs autres, c hacun de i 50 à leOO hommes, in fanterie,
• cava le ne et geodarmen e cowprises. Soutenus par l' e·
• et cootinue llement en mouv emenl, ces corps
• doivent parvtnir à éLOufftlr la rivolte dans sa nais-
• sance ( i ). •
La savi ezza di co tes ti sugge rim enti è pi enamente con 1 fermata dall'alluale esperienza; le frequenti e non inter1 roLte pertustrazi oo i , il continuo muov ersi delle truppa nel la campagna hanno se mpre prodotto qualche risulta · mento. Nè aggiuoger6 che in tutti gli scon tri , quando scontri so no stau possi bili, i briga11ti banno avuto sempre la pe gg io. Le pocùe volte io t;Ui sono riusciti a trwnfare ae1 nomi soldati l' hanno faLLo per sor· presa ed in numero sproporzwnato. H capitano lltcbard ed il luogotenente Conttoi dell'8. 0 di fauterJa furono massacr.tli Il 17 marzo a 1'one Fwreuhna con t9 soldati ! perché accerch1 all per so rvresa lla uno s tuolo numero ·t sissimo di bdganLi . li capiLano Roua ed 11 luogotenente Perino con sold ati dtl l 39.u d1 fanteria, circondali nel &entmento d1 Santa Cn,c e ai Magli ano, provincaa di Mo- 1 lise, Jl giorno novembre da centmaia \ di briganti 1 venuero trucidau dopo a\er soggiacauto a marLiru inauditi. 11 souotenente Lauri con i6 soldati del 39.0 di Canterta, incontrato da uua banda dt 00 briganti l a cavallo , gutdaLl dallo pr esso .lt' rancanlla, \ nel .Beneve ntano, caddero dopo atsptrata il febbraio i863. h souoteneu te JlJaucu a e i6 soldati del reggime11to cavalleggieri di :Saluzzo aggrediti , il giorno} li marzo i8ti3 vresso la ma6iìena Cattapana'lD teDJmeato (&) Veci& C4/rreqolld(l"" de Najloléo"' /.,, Tol IX, - Parl a, 1810, PII• &48..
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di Venou in Basilicata, da iOO briganti a cavallo, veri. 1nero tutti crudelmente martor iati e st raziati. l! 22 dello st esso mese il capilano del genio Valentini, men tre cer· l cava di i briganti una casa ib San Marco in L! mis, da una ·paiJa di ·moschetto . mo ri. Il tuo · .go tenente Enrico Pizzag.alli ·cavaileggeri di Salu zzo insegliendo, il 20 ma rzO., nelle Murgie, una banda , fu u cèiso da una scarica fatta da briganti occu-ltati di etro 1un moro. Il capitano O.:ldooe dei lanc ier i di Milano, il cappellano militare de ll.o stesso regg im ento Gaspardone e il ch iru rgo Cardona furono assassi nati il 29 ottobre 1861 presso la cappella deii' I ocòronata nelle vicinanze di Fog. r gia. Il capitano Lu igi Capo du ro, de l t a. • di fanteria, venne . proditoriamente ucci so da Nincu Nanco che ave va finto di trattare di rend er:; i. In totalità la gue rra contro il bri· gaotaggio dal l.0 ma ggio 186 1 sino a tutto marzo 1863 è cos tata all'esercito nostro le segue nti perdite; nei primi · ,· otto mesi del !861, 8 ufficiali morti ed 89 soldati; in i tutto il 1862. 8 ufftda li e i 56 soldati; ne l trime· stre del f863 , fS ufficiali e it solda ti: in tutto 21 uffi. 1 ci ali e 386 sol dati, ossia 307 ucc isi. Nei primi mes i del ì 1861, 3 ufliciali feriti e o\5 soldati; nel ! 86 2, i ufficiali e . !9 soldat i; nel primo tr imes tre dell863, 7 soldati. Vale a • dire 5 uffi ci ali e 81 solda t i: in totalità 86 feri ti . lo tutto questo spazio di tempo 6 so ldati rimasero pri gionieri degli assa ss ini , di altri i9 non si ha not izia. sono le nostre per1ite; se mpre eccessive e lamentev oli ss ime quando si confronti la qualità delle vitti me a qu ella degli ucci sori, e si pens i ag li s traz i crud eli , alle torture a cui furono assoggella te. Onori amo, o di. affettuoso compianto la memoria dei prod i infelici. Cadder.o gloriosamente 10 ca mpo inglorioso, trucidati da mani Selvagge, martiri della eh iltà e dell'Itali a.
Le per j ite patite dai briganti nel medesi mo period o di 1 tempo sono le seguenti: nei primi otLO mesi del 36tS fucilali, t3\3 morti in conflitto, 45 71 nel 186-t, 594 fucilali, 950 morti 10 cqnfltllo, t to6 arrestati; nel primo t.rimeslre del 1863 , fucilati, 120 morLi in
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conflitto, 91 arrestati: io totalità i038 fucilati, !4!3 morti
in conflitto, ossia morti, e 2768 arrestati. Logubri cifre anco r queste; luttuoso documento della funesta ere· dità di delitti e di bàrbarie tramandata a noi da tanti secoli di corruttela e di schiavitù.
Oltreciò nei primi otto mes i del t 86 l si !67 briganti, nel 31 nel trimestre del 1863; in tutto 932. Il nume ro totale perciò approssimativo dei briganti per morte , per arresto e per presentaziOne vo· · lontaria posti fuori di combattimento ascende a..JUH. Il ! numero dei prese ntati è cre.sciuto io proporzione della { cresciuta enerRia della repressiOne. Nell' ult imo quadri· JDestre del t86i io Capitanata furono fucilati 7 briganti e morti io conflitto 30; nel quadrimestre eornspondente 1 dell'anno successivo i fu cilati furono 136, e 322 i morti io contlillo ; nella prima epoca non si presentò oes!luno,t nella seconda il numero dei presentati ammoò tò a i8t. \ A coadiuvare l'azione militare debbono essere ch1amate le guardie Ad estirpare il .me: atieri assoliiGDlente del concorso attivo di tutte le forze del paese; e per la cognizione della località e degli uomini, e per l' oltimo effetto morale che ne risulta. Le, guardie nazionali delle provincie meridionali non sono certamente in quelle condizioni di buon ordinamento .e i di floridezza che sarebbero a composte in fretta e senza norme precise e ben determinate esse fl!C· chiudono elementi, che non cooreriscono di certo oè alla disciplina oè alla energiCa attività; ma tutte quante in pari tempo raccbiudòno giovani volonterosi, i quali nul· l'allro domandano se non dar saggio dr-Ila loro devozione agl 'interessi l la patria e gagliard:im onte concorrt>re alla tutela de ll'ordine sociale. Ora di cotesti giovani, dt cotesti buoni elemenLt è d'u opo far tesoro. In molte e molle occasioni, in tutte le pro,incie, le guardie n u aooa:i ben dirette sono state di aiuto alle truppe, alle qu al i han no, servito di guida e prestato appoggio. Io Capitanati ,n,e· ritano parttcolare meoz•one le guard ie naziona li di Pte· 4i Roseto, di di Alberona , di Gt,eci; In 1, IJrÌf/antaqgio.
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Basilicata quelle di Pietrogalla , cb e respinse con molto ligore l'aggressiene del Bo•jes. di Pescopan'?, di Bella, di Bernalda; m :furra. ,d i Bara quelle da Atinervt.llo, di Canosa; di Corato, e pnma dt tutr. quella di Gioia; in Terra d'OJtranto queile ai Us4uui, di Ataudum, d1 Laterz,a, di Nardò, eli Latrano, d1 l .u alcuue cauà; a Salerno eJ a H.r1 , s1 Svno orgaoilzate neua m.hzia oaz10nale cempagwe spec1all da dalie quali si potranno afere oLumi altre guar<lte naziuo;&li che bauno falLo o soo sewvre vronl.tl a fanl li loro dovere
&ICCIIWU, lJtlrche i'eleuCO UU11 S<lft:Dbe breve, e assai Ci . do.-rebbtl aa luvolootanameule qualcue omio tocauLà St souo anche Ol'ùiiJale delle
! aquaungue dt mu.au uazwualt a ca"•ltu · , come ad Atta. l muaa, a .tiràVlua, a a Cauosa, e massawe a l Tf\111, la eu a e qut:Ua ctle ruertLa gh ·-eueomi meggavri. A Ul'tg uola un efSreg.o lJI'upalewno per uom( ·
\ llurr;a, upuauu gu.mlaci UdUuuale e pure a capo di uaa a.qu01u1a a cavalio t.,amata ua uua \rèuLtna· da quea IDJ.IIIJ e i'1e01 Ul tiuuua \OluuLà. h J:>illòlutJ, U t'l· doli &l Jl .l'OWilflCl lu .lìa:.IUCata Svuu a capo ÒL. cumpa.
8D14S lpc.Clall ·at lStli"WIUU COULfO 11 1mgaulaggJ0 1
)e QU.U lt<11UUil iiLUma prova • t:U hauuo .lll Je
OCCUMJI àmse le eu 1 ptt'lcou delle u·upiJe. Ala dtsc:urrenuu U1 quc::m COJ'i.l& spt.C.IaU uuu ouuw1, uu• .mea ·
zioutt pcul.lcutara è Ula aua ca vallena 11
lap.&lo.La u.t JJavu.le M.. unuu1, comuoe d.l 6uua&.UO tU tiasat.c..l.d. u uc::.la cvwpajSUiil Iorte at ùf. &re ceuw uowwa, veuuc: 1ui'W4La oeu' iiVCUil uell' auno 186(
\ qual441o Cro.:co tl1 .1 suoi cu wvcrgut a sacco 11t l' tUtJl ll Mulfcstl, tl Vill.lù ìliillg'Ullloell reauotu • .Ali' ul,iuc: u.1 quel calSl 11 cuc: capai.IWu d c:.tel guan..ha uca.t.avualc: Ul rauuuo 1h:u11
IDilugau t"t:U LhJou Cùfat!glùS.I CILlayau t , .l a Cl\'1110 tU OJJCHaOO ilù iiCCOII'cfC: a COWUif.
l4S orllo uc:1 u. alSu;,uaera. la lvto p..rola tg,. Slimenk. Caò dek.r.uuut) 11 wuauc.a..,w d1 Gt:u&auo a udJ'., .
.&M:rarc: tormaz•ooe ·di wi corpo speciale di euaUent4
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n-prefétto de Rooland si l.trrettò 11 eon ta 11 pproYazione quella · deliberazione , e d' allora in poi il ){ennuni ed i suoi non banno oè cessano dal ren- , dere utili ssimi servizi contro il brigantaggio. Periti dti 1 Jooghi, coraggiosi, infaticabili corrono su e giù pel monti e pei boschi, e non d1nno t regua ai malviventi. i quali li temono moltissimo. Dav-id e"' Menoutìì è u omo di modi semplici, modesto, pronto ad ogni sacn6zio; co mmendandolo a voi, o signori, noi auguriamo alla pa tria molti cittadini che.' lo rassomiglino.
L'ordinamento di corpi consimili alla cavalleria del Mennuni sarebbe possibile nelle al tre provincie, e dappertutto se ne potrPbbero trovare gli elementi.
Alle azioni eroiche della truppa, dei carabinieri, dette nazionali, dei cttladi ni non deve giungere tarda la ricompensa e l'onorifìcenza; come ai poveri super'stlti delle v1ttime non deve farsi aspettan> il pietoso r.onforto e la sovvenzione della patrja. Sono atti di gi ustizia e Ili riconoscenza na1.ionatt>, i quali banno il privilegio di sta re una emulazione frmtilera e salutare. Ci è grato poter dire che riparando passata negfigenza, il Go· terno abbia distribuito io quest'u •timo andar di tempo, molte ricompense e mohe onorificenze, e noi preglHamo la Camera ad esortare 1 mini stri a in questa fia, ed a far sì che per l'avvenire il premio alle baooe uioni venga conferito· con la maggior prontezza.
L'ene• g1a nella. rt!prtlssione del bngaatagg10 deve essere accompagnata da energ ia ooo minore paoizioae ' pronl.a ed t:klàlplare del Al part della ricom- \ pensa, a cht vuguò couuo 1 la peua contro qUt.Su t:d 1 •uro &auton hOD dete Jaasa asPt:u.re. La 'pelli puì erticace è queua-cti6SeguÌl *a poclu paut il aenuo; la &JNDk:ZZ<l deu &pauume é treno 5a1utarc al contagio clel c.Lt..vu est:w_l.uo: Uggu.li saamo Leo t uusa da ciò; i llngaou WliN:glliiLI a1 gtu(Uztar.o sta..oo )O careere \ leOM gauU.h.ali, UitlULH; l lvl'v Cul.lAlJIIta }HiWIUJiaob per le c:tl 1 luru ""WlJèlg&.u
11:: uu.,..r.ee le mfuaie. l brigaoU colti colte armi mano liDO IO·-- -
- ts9 ..,.;
.:!!WL.. Questa condi tione di cose lli risente ·· in modo equivoco; è deplorata da tutti, ed importa sommamPnte cbe abbia a Deve cessare non solo perc.b è cosi rirbiedouo i sacri interessi deiJa e dell'umaDILl, ma anche per nel concetto delle p('polazion• il prestigio e l'autor ità delle leggi. La vos tra l Com·tmssiooe ha perc1ò opi nato, che una legge tempo- l ranea. e molla f'selusin JDente a conferi reiTJajìòfi>stà
eser,utiva le ovportune facolt à, sia con urgenza richiesta dalla necessità di reprim ere e debellare il bri-
gantaggio.
Qutsla legge dev'essere improntata da tutti i caratteri della provvisorietà; la sua applicaziune . deve cessare col cessare del male che e destinata a di struggere. Assai ci dorrebbe, o signori, di potere e&er acca giona ti tti sug. gerire pronisioni arbitrarie e dispotiche, le quali fossero per vuloerare le guarentigie cost1tuziunah. Noi vi pre. gbiamo a dettare una legge, appunto perchè non vllgliamo l'arbitrio, e perchè siamo profondamente conyinJi che g!i stessi rigori della difesa sociale debbano, in uno Stato li· bero, es8ere detlmti con la p1.ù scrupolosa precisione; e dettati non dal volere di nessun individuo, ma · da preserizioni chiare e determmate di legge. Il ma ggior male da cui le popolazioni napoli tane sono trnagliate è la mao. caoaa di e nella giustizia; e però gioo verà mostrare ad esse; ct,e so tto l'impero della 'libffll, le stessE! pronisioni straord•nar1e r ich ies te da oe('essitl tmpreteribili non si praticano, se non perchè .la potesU legislatiYa le ba consentite ed automzale. Impor ta dUDque sommamente che i limiti della legalità sieuo .religiosamente ma è indi speosallile che la prot: veda ed armi vigorosamente 11 bracc1o delia pote111à, 1 cui è commessa la d&fl'Sa deg,'&uLtre:;si Sl!Ciali e della pubblica sJcure,za. Que11Lo è il conceuo, ·uè es11 ai <bscosla weoomaweute da que llo cbe io caai C4,1llsild ai prevale pu:s.w le p.ù •ibtre. e Cl\lli ru.z .o111. A tar C4:5Sdre cuut.ll.r.toni $ll'avn.huane e luvtt de11a regoli ai vogliono adoperare del pari sut '
,...,.uo ...... . ..
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ord in ari e e fuori della regola comune, la cui appllca ziooe ba termine non sì tosto l'intento è raggiunto . Durante lo stato di guerra , che è appunto una di quelle condi· zioni si praticano provved1mPnli speciali e alle della dell'indipendenza e- dell'onord della Ora il b! igantagg io genera una condizione d1 cose, cne non ' è punto da qut'Lia prodotta Ilo stato di guerra. Il guer_r,a, è la pef!gig[..J.,Pf.t!. di guerra che im- i 1 magi o•arsi; è la lotta tra la e la civiltà; sono la 1\ rapina e l'assassinio che levano lo steodal'do della ribel· J 1 lione contro la SùCietà. Ood' è che alla ste!ISa guisa coa ' cui le condizioni di un paese che sia io guerra, ooo poi• sono essere Pquiparate a qnelle di un paese che sia in istato di pace, non possono nemme no essere equiparate -le condiziont delle pro"incie contris tate da l brigantaggio a quelle delle altre che per bnona ventura noi sono. Le coodiz ro oi di una piazza , di una retrione sog- · getta a scorre r ie nemiche non p11ò per ft>rmo es...ere raffronta ta a quella di u na pia zza libt·ra, di una regione im· mune da inimiche insid 1e:· Lo stato d t è uno stato a parLtl, uoo stato sui generis; artluchè ce!lsi è mestieri ri or1 ere a pro\ vhioni spt-r.iali, e potchè la legge non è espl•cita a questo riguardo è d'uopo che essa parli cbiarameJJte e prescrrva e l 'uso di quelle proY· visioni.
Noi crediamo adunque che le provincie le quali si troTioo io istalo di brigantaggio debbano assoggettate a dispos izioni quali éiilnsivamente r istrette ér.fro i' lim"'; ti di ciò che concerne il . brigantaggio, e nvn debbano più e!S • re lo vigore quando il brigant.ggio sia Ct'ssato, e pt rc1ò siam di avviso abbia a una legge Sflt'Ciale per quelle date località, per ÌIOI'lle date t'me •genze, e che non trapassi giam mai nella sua ap!Jiicaziooe il hmite dì tempo assegna to conseguimento dello scopo.
Ma come determinare se una data provincia sia oppor ao io di .brigantaggio' i noi pare cbe la diebia·-
,...
,
legale di .un f•tto çosì grave, la implica -la . necessiijl di gettare una parte qualsiasi del .regno ilaliano a disposizioni·straordmarie, non. po.c:sa essere fatta senza la sanzipne Uoa di chiaruione di tanta . entità non ·çi parve possa essere ..fatta , dalle autorità elet· i tjve provinciali , poichè il loro giudizio può facilmente (raviato dalle passioni e· dalle esagerazioni o, della panra. Ad una cos iffatta dichiara1.ione così circondata, non sono soverchie le gua rentigie, e ·queste non potrebbero derivare maggiore effica:Cia di quella che sca. turisce dall'aotorità parlame1Jare. Siccome però può verarsi il caso io cui la di Jare quella dichiarazione sor.ga mentre la SessiC'Ine legislativa è prorogata e cbiusa, così è d'uopo concedere al Governo la facoltà di provvedere il quaieoon
: st tosto n Partiinento fosse radunato sarrbbe convertito io legge. Ad oggetto poi di imprimere sempreppiù .alle . straordinarie provvisiooi il ll)archio di , da ' cui debbono contr!ssegnate. ci s;msta opportuno consiglio stabilire, cbe la cessazione della della loro applicazione abbia ad e.ssete ·pronunciata con appo. silo decreto. reale. In tal g!)isa le legalmente stabilite, legalmente hanno termine•
• La vostra Commissione com'è stata concorde nel ri· CC)Dosçet:e che, contro i! .brigantaggio vanno adoperati
1 mezzi energici, cosi pure è stata concord'e oell'amD;let• r tere che questi mezzi debbono essere .fll·
·, ptopriaLi alle contingenze, che ne ricfiie·. dono l'applicazione; ma a cbi deve essere affidalo il ca· rico della direz ,one nella pratica dì cosH{alti 'l Ad alcuni di noi è sembt ato che a me.:lio l'elfi· eacia e l.'unilà dell'uione fol\se convéniente affidare la di·
\ r!!Zi(loe ad un solo, il quale potrtJbbe essere o ·n ·éoman· delle truppe o il prefetto, -od un commissario
:• civile per una ed anco per p:-ovincie, della cui scelta sarebbe arbitra e responsabile la potestà esecutiva. & certo questo· partito offrirebbe i dell'a semplicità o ·della sp.edilezza, porserebbe guareotiiia dell'unità
>l -tU--
concetto, ch'& è ta nto desiderabile e nPcessaria. La mag. giora nza della Commissione ba però r iflettuto, ebe sarebbe possi bile di raggiungere lo stesso scopo abbondando nelle guarentigie, e cbe anche senza concedere ad un solo le faco ltà st ra ordinarie, sarebbe di la sciare inLaLta la responsabilità mini "teri ale e di ass tcurare l'uni tà e la efficacia dell'azione. Trattandosi di facoltà ecct>zio naU le precauzio ni non sono mai superflue, e giova sempre ri· muovere dall'u 1Òo di esse anche l'apparenza dell'arbitrio. La maggioranaa della Cvmmissione ha dunque opinato.,
che se nza nolla detrarre alla responsabilità e quindi alla libertà d'azione del Governo, l' esercizio del !e facoltà straor· dinarie provincie
gio abbta ad esse re affidato tl quale dtelr'O t\ proposta o sul parere conforme di una Giunta appo&Ua· l mente costituita farebbe i provv edimen ti tn<Jif.a1l e·'deter·f minatioallà fegge. In virtù di questi espedienti nulla è abbandonato all 'arbitrio, la libPrLà d'azione del Go.eroo non è inceppata, ed il paese è confortato da lla certezza che anche in condizioni straordinarie, anche sot.to l' im· perio di provvisioni eccezion al i la lega lità è osservata. La composizione della Giunta come noi l'abbiamo ideata. conferirebbe ad accres ce re l' utilitlt e l'efficacia di quell'e· spediente ; ne avrebbe la preside nza il preCetto della pro1 viDcia , e ne saret.be ro componenti il comandante delle truppe tUivez..!'uf!iziale superiore della guardia ìiiiionale,: il comanaante dei rea! i carabinieri , il PI'Ocuratore generale presso 111 Corte d'appello, od in :ma mancanza il proco- ' ratore del Re presso il t rib unale e due clt· tadioi all'uopo scelti ddla depu taz io ne prov inc ial e.
Forse questo numero potrà parere soverchio; ma qualora si consideri che, asse p- nando nella Giunta una rappresentanza a tutti ordini dell'autor ità ed alla cittadinanza, ai raggiunge l'otLimo scopo di eli minare le fagioni ed i motivi di dissidii e di conflitti, e di associare il paese anco alla direzione dell'az.i ooe per la s ua difesa, tomeri agevole convincersi cbe gl' iocoovenienti del numero non ai»butanza ristretto sono largamente compensati dai due
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sosta nzi ali vantaggi or ora accennati.· La Giunta cosi composta, aggiun gendo efficac ia , non to glie HberLà all'a· zio ne go vernativa ; ed in essa si trovano raccolte e coordin ate tutte · le for ze e sociali.; locchè quanto deliba con ferire al consegu ime nto dell' uli ità di az1ooe non è chi non vegga. Gli acco rdi chl'l ogg i difficilmente si stabiliscon o , oppure qoanrto ci sono , van no dovuti esc lu sivamente al buon volere ed alle di s posi zio ni concilian l t delle diverse autorità , deriverebbero dallo stesso regola re andamento delle C0$6. l provved 1mentt eccezionali, oltre ciò, quelli segnata meute ebe, d!' ttati da considerazioni d' interessi ge nerali , so no lesi vi d' mteressi lari, perd ereb bero almen o io parte l 'appare nza di rigore e di durezza cbe ooo posso no non avf' re: le autorità li a'pplicherebbe con la mass1ma pondP.raziooe e con illuminata Ct•f!'Jlizi one di cau sa; 1l (Jaese non so lo, ma le stesse persone che più sarebbero co lp ite li accoglierebbero con arrendevolezza e con la persu as ione che sono state prese tutte le cautele e che niente è sta to fatto a ca pricrio. Mediant e la creazione di GIUnte composte nel modo indi ca to, si raggiunge del par1 lo scopo d' impri· mere un impu lso energ ico alla repressione dd bri gaota1· gio loca lizZdn do l'az ion e ed un izza ndo la il più che è possibile senza detri mento d ella pienezza de Wauto rilà gover· nativa ed appoggiandosi sul concorso morale del paese.
Da qu este geuerali premesse na sceva il disegno dj legge. che noi abbia mo ideato, e nel qua le sono due parti di· stinte: la preventiva e la puoitrice. Vi acce nneremo br&vemente dell'una e dell'altra.
La parte preve nt iva si aggi ra intorno alle· provrisloDi, . a cui il prefetto , o invitato dalla GIUnta o i nterrogatala ed avutoM il favorevole avviso, darebbe opera, J)i qual genPrP. debbono essere provvisiolii 't Quali sono coteste facoltà straordinarie 't L' ind1ca zione di esse ci è stata s ugge rita di4ll 'esa me delle per le finora non si è venuto a capo delle dimcolt à, dall e impressiont . e dalle notizie att inte nelle località, da gli esempi e dal des iderii che a voce e per isc ritto ei sono s tati espresst cHtadini d'osni condi zio ni e di ogni ceto.
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Nel combattere il brigantaggio- conviene sapere anzi-< \ tutto chi siano coloro che si addicono ail' infame mestiere, · di coloro che, ribell atisi alle so· 1 eia li, scorro riO la campagna uccidendo e preda ndo: oe- \. corri', vale a dire, procedere alla comp1lazione di elencbi nominati .Yi...nm quali siano ra ccolti, per com-ùòè,
i ··rlò'iiiid i tutti i br1 ganti. Quesli eleorhi dicevansi altre · volte liste d1 fuorbando. Ora a chi me gl io della Giunta può tssere affiJato· il lavoro delle compilazioni <li quelle liste 't Comp'i uto cotesto lavoro, assicurati i della più ampia pubblic ità e d.elle rim r·strariree d ·opposizioni possibili, la Giunta, pigl iii'nmn n co nsid.eraziooe le -opposi· zioni e sottoponendole a disamina, giudicherebbe se esse debbano oppure no essere menate per buone. In seguito alle sud decisiooi le liste ùiventano defirnlive, ma ogni mese ·dovranno essere rivedute per le soLtrazioni od aggiunte. I vantaggi della co mpilazkHJe delle anzidette liste -' non banno d'uopo di essere d1mostrati; per mezzo di esse si ha contezza esatta delle esatte proporzioni del conlingeote che cias cun comune fornisce al brigantaggio, e la loro pubbl icaz ione fatta con tutti i mezzi della pubblicità è già una. prtma minaccia ed un primo monito ai malviventi. Certo quelli . fra essi che sono iodurati nel deliUo non SI scuotere da qnclla minaccia, ma qu elli che si sono trovatt tras :inati alla VIta brigantesca senza, essere beo consapevoli di ciò cbe fauno, ne posso ricevere uno stimolo, un. inct tame uLo a fer:marsi sulla strada ed a presentat'Si. A maggiore utilità pratica alla compilazione ed alla pubblicazione delle liste gioverà distribuire secondo J le norme ·cbe all'uopo verranno dal Governo, a coloro che avranno arrestato uno o più dei brìgaoti, il cui nome teggasCio( fueWelè oc O: .Dal moaìeìito't'tìe rtmane ·assodato quel tale o tale altro individuo essere brigante, evidentemente egli (rovasi collocato fuori della legge, è un nemico pubblico, ed è dovere non stlò degli agenti governativi, ma di qualsivoglia buon cittadino di fare -ogni opera per consegnarlo nelle mani della 8iQliti?<ia. Se U
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br1gaote- resiste a ehi vuole arrestarlo, questi 1rova si ael caso di legittima difesa. L'opportunità di assegnare pre· mio o ricompensa, _ ehi arresta cotal sorta di ge nte non ci -pare possa contrastata pon saldi argomenti, e ad o,mi modo non se ne può ne g-lre l'utilità pratica. L' U· sa n:u di premi a chi perviene a dare nelle mani della giustizia u n malvivente è praticata nei paesi \ piil civili e più liberi, com'è l'Inghilterra, dove talvolta 1a ehi arresta un malvivente il Ministero dell'interno (honu dtpartement) dà premi i vistosi, sino a tSOO lire sterline (12,r500 franchi).
Nelle condtzion1 nelle quali attualmente vP.rsano le provincie napoli tane a mot ivo del brigantaggio, il pensiero di far cessare quel flagelLl con tutti i mezzi che la giustizia e la morale non riprovano categoricamente dt>ve prevalere a tutte le altre considerazioni. Il premio, dirà tàluno, potrà aizt.are la cupidigia, alimèotare passioni poco lo(Jevoli; nè noi ..cbe ciò possa sueceaérej Jl!l ngionando con qu esta logica inOesstbile,_pocbt sono i mezzi adoperati dalla ltiostizia umana che possano andare essenti da appunti di questo genere. Certi scrupoli sono onorevolissimi e dt'goi di essere pon derati; ma debbono tacere quando l' utile della società è e vidente, e i p.rineipii cardinali della morale non sono offesi. Ora l' U· tilità pratica del sistema dei pre mii a chi arresta briganti è.evidentissima; è dimostrata dall'esperit>nza é corroborata dal razioci!lio. Per esso si ottieue immediatamente l'ottimo · risultamento di spargere i della diffidenza tra le
. fila degli stt>ssì briganti; irgiorn,o io coi Croceo sapesse , che la sua testa ba acquistato un valore, non se la sen-. lirebbe più tanto sicura sulle spalle, ed avrebbe ragione di temere de' suoi ptù Odi. È un mezzo la cui efficacia non può essere ·rivocala io dullb io; è stato di recente · praLicat.o nelle provmcie di Capitanata, e i buoni effetti sooo visibili ; nel breve spazio di un mese mohi briganti sono stati consegnati alla giustizia, altri uccisi, ed altri, igtimoriti dalla sorte toccata ai loro compagni , si sono P!.eseotati volontariamente. Già si che quando
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&lui stato connitto tra il brigante e chi volen arrestarlo, ed {il primo sia rimasto ucciso , il premio debba essere : parimrnte areord 3to . Gl' inganni poi ed il rischio di dare preruio a chi non l'abbia in realtà meritato sono assoln· l tamente improbabili quln do la dec retaz ione e la di!'tri· buzi one del premio venga fatta da per:W nf' che si t rovano ·sopra luogo, Cflme sono il prefetto e altri co mponenti della Giun ta, e rbe certd non pigl•ano oe38una delibera· zione senza aver prima accertati i fatti con esa ttezza e con precil'lione.
Sen1.a farne argomento di speciale di sposizione legisla· ti noi ert diamo sarebbe pure utile che ìl Ministero desse istruzione ai prefelti d' invttare le Giunte a com· 1 pilare le hste dri sold ati sbandati, dei renitenti alla dei disertOri eaéì con aaò nati in contumacia, essendo evi - f dente cbe a cotesta categoria d'individui il brigantag810 \ può non essere estraneo•
Proseguiamo pertanto l' annoverazione delle altre fa· coltà straordinarie. Uua di esse ci pare abbia ad esseri! quella di ordinare· non solo la mobiliztazione delle gnar· die nazionali, ma anche l' ordiniiaiento di speciali ·squa· driglie d'erpaesè nel .genere di quelle delle quali abbiamo avuto occa sione di favellare poc' anzi . Anche ques&o genere di provvedimento è·- di quelli cbe sono suggeriti o da bisogni o dalla adequata cognizione deUe lpcalità e degli uomini; e quindi è naturale vengano falli senza indngio da persone che meglio sono in grado di valutare il bisogno. Ai feriti, alle vedove, agli orfani { dei caduti nei eombatt imt' nLi gi ustizia vuole si applichi senza più il sts tema· legge sulle pens•oni l militari . Faremo osservare a questo proposito quanto im· ! -pOrti che il diritto alle pens ioni ven g a puntua lmente sod· disfatto, e perctò non ci sembra fuor di raccoman· dare al Governo di fare ogni opera percbè la liquidadone . delle pensioni sia il più che è possibile accelerata. Nelle provincie infestate dal brigantaggio può succedere cbe sia necessario p roibire .io determinati siti l'esercizio di al· euue panjoolari industrie, chiudere le masserie; eooceo·
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tnre gli armenti, chiudere i for ni di ca mpagn a , vietare 1 le esportazioni dalle città e dagli abit:.ti di polveri, di muni zioni, di barda ture e di altri oggetti '"tli e di nutrimento, procedere at' di sarmo; aucbe la necessità di appi!.:ltarsi a co<itfatli partiti può venire in luce da un momento alt'alt ro . e quindi la faC(lltà di ricor re re ad essi va par1mente coll oc ata nel novero delle fac oltà straordina·rie. Nella provior.i a dt Ca ptlao ata segnatamente dove ci è tanta pastori zia ed abbonuano le ma sse riP, l'op: portunità dd pronec1imeoti accennati è grandissima, màssime in certe stagi oni; nè i briganti, quando siano stretti dalla fame e dalle P' ivaziooi, possono tenere la campagna per un pezzo. La scarsezza d· i viveri toglie al brigante il di appaf!"are l' insazi!l!_ile avidità, e ne è soprafT:Itt•>; stcchè o tenta qua!Clìe colpo t.lisp r rato, ' oppure, rorue spesso è succeduto in casi simili, si dà per s pacciato e si costituiste dinanzi alla giustitia. Ragioni ancora più calzanti c.oosifCitano la proi b zione dell'esportazione delle polverit delle munizi on i e delle bardature; sono mezzi ·d i offesa, e to gliendo li al brigante, gli si l'agio d t esercitare l'in no mesliere. Ma queste n(•n sono le più impor tant r facoltà che a nostro giudizio debbano ess1•re prcscr1 tte a l provvedimenti fin qui enunciali si riferiscono dir. lla· mente a danno di'i bri ga nti cbe sono in campap-na; mt non bis flg na dimenticare cbe i più pericoloi'i e più spre- . geroh brtgao ti sono quelli che anoit.laoo nelle ctUà, e che da queste con ogui maniera di siissidìi, d' iocorag. giamenli , di aiuti soneogoM col uro che sono in cam. pagna. Contro urbani più o meno pa. lesi od occulti dei masnadieri campestri vuolsi si rivolga in modo speciale la sPvcra e vig ilanza d.e! prefetto e del la Giunta. Vi ba dei sindaci che t.epidamenleo male 'àdempiono i loro dover i ' Essi debbono
sospesi dall' tsercizio delle loro Vi ha degU_ umziali e dei mil ti di guardia nati onale cbe non si ado-. perano con la voluta al:acrità al disi mpegno dd loro
Yeri ' DeYe essere parìmeote decretata la loro sospensione.
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.e · quando si giodichi che la trascuratèzza·nel"servi'zio sia frutto di malvolere, si rl eve senz' altro procedere alla ra . diat,ione dai ruoli, e provvedere all'andamento del servizio anche con la nomina di comaod;mti Qua· Iora poi avvenga che lt' cose i limiti ind1cati, e che i Consigli mu nicipali e le gua rdie nazionali man· chino ancor più gravemrnte ai loro doveri, la sospensione e la radiazione non srJno punizioni sufficienti. Pongasi per esempio il caso del municipio di che fe 41 steggia ed accoglie la masnada del brigante Pizzichic JI: chio; quello del municipìOaft arovTg no che usa gli stessi!i modi · verso le orde del brigante La Veneziana; quello del municipio di San Marco in Lamis che tollera , senza \ dir motto alle autor1tà competenti, il soggiorno in paese 1 degli sriag,urati che ucc.sero il rimpianto capitano del genio Va lentini; basta forse a soddisfazione della giustizia ·vendicatrice che quei municipi e quelle guardie nazionali .vengano sciolte , e che i sindaci e gli uffiziali vengano sospesi dalla loro dign ità e Senza allegare nessuna delle tante ragioni che potremmo per giustificare la risposta negativa a cosiffatto que!lilo basta r1spondaoo i fatti, i quali attestano che sottosopra gli stessi uomini tornano al maneggio delle faccende comunali, e tornan'o col prestigio di rimasti superiori aHe leggi con quanto scapito dell'autorità di queste e con quanta perturbazione del senso morale delle popolazioni, non occorre dire.
I perniciosi effetti di questa condizione di cose non possono sfuJrflire, . o signori, alla vostra attenzione : nè il Gòverno può appigliarsi a verun partito che non sia quello iJella streua delle leggi. La legge vuote che ogni Consigho municipale sriollo dtbba fls11ere rico · stituito dagli eleuori a cap ù ·di un termu .e prntabilitò, . il qua le Dl• D vuif1fssetlf allu'Dgatl) nemmeno d1 un gioroo1 il Go\'erno il pt·oprio doteae se noli ·si coo rormasse saupolusamc.nlt' alle pre;;trizioni ddla legge •
. Cbe ' cosa d1mque rimane a fai A noi' pare aia ·d'uopo la facoltà, che non e&iite·, e porre fa
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....,. . . ' ' .
-uoesecutiva in grado di riparare al male con quelra emcacia ebe . oggi non è conceduto. Il mezzo raggiun. gere questo scopo senza violare, nè abrogare, nè sospendere le deUa legge vigente • ci è stato sug .
gertlo da.Ua costumanza ·cbe pratica coo ta.oto vaoug. gio della giustiz•a e della pubblica .murahtà presso quella sperimentata maestra di libertà che è la. nazi ··ne inglese, lo ogn i corpo ra zione eleuorale (ctmstituencv) posajede il privllegio della francb1gia, il dirillo, vale a dire, di sct>glierP. il provrio rappresentante alla Camera dei Comuni; ora quautuoque volla è dimostrato che Ci&Jo del1a sua prerogativa quella data cotporazione sia caduta nel fallo de1la corruzione, la r•mane esautorata, la franchigia le tolta (dis{rat.chised) , perde il dJ· ri\to di scegliere il deputato. J1 caso s1 avverò pochi anni or soDo a proposito del collegiO di Saint·AibaDs.
Ciò cbe si prat1ca m lu ghi herra verso 1 collegi elettorali cbiaQlali io colpa d1 corruzione, può praticato io JLalla verso i Consigli mumcipali, e le guardie Dazio. Dali cluamate ID colpa e convmte d1 vrestato ap. poggio ai tmganli e ·con la connivenza maknale e pa· lescs, e con la couniveoza mòrale t seuza escludere , si sotliuteode, ndl pnmo CiSO i r•gor1 aella legge penale. Af· 'fer.mdos& adt.JUqo.1e 111 quale ac'Ct:iìòiimo, d pre\ !etto, sulla propusta, o previo consenso de1lil GIUuta, ao1 vrebbe propow: al Govetno l<t sospeosioue 4lel dlrHto di 1 i COUSiglien mUUICipah e glt UftiCJaiJ !1J Suardia wuouale; ea al Goveroo poi SpéLterebbt: d1 01:d1uate {l'esectuto ue 111 quel provved;meoto cou apposito dtlCreto, e mwuw 1.11 tuue le necess.ane: guilrt:nugre. N.s 11 dt:lla sospenSIOlle saretJlJt! 1ut.le:UU1w, uoa du,rdbbe eut:t.lens 1 Lrt: auu1. Uil questa leg&:»>.auva nol a lamo ptrsùasi pussauv npiOWt:Lu:rst oLIJ.UÌ ; CùQ easa s' •wveuu·eubt:ru WOhl .s.. ilul.lalJ, atei· dill.l Clìd..CO WU1U al>u$1 , e OILCt: al Villlll88iO ùlll d.wuo eVJLìiLu, lil OLkrr l.Jbe pur GeU'esewtuu lialULllrc. Lo 1envre wl &l a,o-
JDIDO Delle provwie DAPQleWli le cari* muoiapalj •
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1 gradi nella guardia nazi onal e, ci è pegno cbe 1 mnttl• cipii colpili dal provved imento di cui discorriamo, sareb· bero compresi da uo profondo senso di umiliazione, Jl quale sc:bmderebl.le la via al ravndimeoto.
Durante il nostro viaggio at.b ,amo avuto occasione di aceeua rci. in mod\) non dubbio di questo fallo; a Fog· gia, a Trani, in altre località, dove te guardie naziòiìiti , erano "staté scjolte; ·abbiamo udito lagoauze vivissime;- le quali teslimomava"iìo"Iièf ' i'appuuto quel at:nso di umilia· zione di cui tcstè fnellavamo. Quelle povo1azio11i 1mpres· : .siooabili e vivaci saranno sensibili. forse aucbe con esagerazione, all'appllcazwue di un provvedimento, il quale le in certa guisa -nella coud•ztooe di minorenni, percbè le dtc.tuara per uo ualo tempo in t:apaci ed indegue dell' eserciZIO dtllt civ•H lrauclugte. Nè 11 dirà che il castigo sa.rtbbe ingt us to, poh:bè colp•rellbe tuua la popolaz10ue tJi uu cowuue. t: as t come quetli di Gr:ot· &aglie, dt Can;mgno, at 10 Law1s D1.1D vos· sono succeaere seo:ta la compllc•Là o tacua, St!m· pre colpevole, àellot òcglt 8bll.aUL1, e i del brtgauh JJun s1 nauuo ad usare riguardi. V'ha dl viù : atliu<audo dur<anle la SUiòl)tllllò!UDe la gl:iiUODe delle lacceuue muutlilJiall ad uowuu ut prQ· bili e faa.ta hJJenale , a;celu . wc:ut:Samo , 11 Go· yerno, ulLre ;ù'' f.ré ·arw dJ forza, •HwostHlt·c:bbe alle popolaz.aon• cbe le persone alle lcggt e mcuutono LuLLa la 11ua 1iduc1a. La pruat.toues &4:mporaoea deUa prerogauva, anucbe scell!are u dt1 J1beri iaLtLuLl e reuueril meno can alle: pvpulcaiJU!}l, sortirebbe l' eJieuo couuano : ll prc!ijLJgtO i Yallta8$i sarebi.ltiO me,ho esumati , e 11 ueSitlc:nu d1 riaHlt·e 11 belle .,eruuLo sa.rt.bLe sumulo a buune opere ed a ClVIU w ·Lù.
Uu' uluma Jalio!tà vorremmo fosse quella tJ, decretare l'elllUO Atk.llltl UU U COUU.Uu a nsuanio Ul " efliOUts graY.e· ..;uut - IUUAI.tate ii tlt:l o da lleOW'O •ucu' ag itazione, quel çue di IID&a utiiJta torna al briaaotaa&io. Ci eooo locali&l dove .
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lotto il male proviene da due individui, od ànehé da un wlo: con l' alloot.anamento di costoro il male perde la sna ragione di . essere e cessa immediatamente. È un mezzo che, usato con le opportune precauzioni e con equ•tà di disèernimeolo, gioverebb.e m_oltìssimo ,· poicbè spegnerebbe le gare civili, le quali sono tanto pik accanite e tenaci , quanto più angusta è la cerchia mura entro le quali fervono, e placherebbe le .animosiU. Forse respirando altra atmosfera, lontane da quei da quei dati individui, le stesse persone, a cui il proy. vedimento venisse applicato, avrebbero agio e possibiliti di emendarsi e di persuadersi del proprio errore.
All'esercizio delle facoltà che siamo venuli successiva. mente annoverando sarà d'uopo di adequali mezzi pecuniarii: Jaonde noi vi proponiamo di stan.
· ziare nel bilancio dello Stato un apposito credito per sop. perire a coteste Larghelfgtando su questo punto, si ollerranno risultameoti oiLre ogni dire proficui. Saranno pre•enuti molti delitti, e\itati molti disordini, risparmiate molte Yite.
Questo è uno di quei casi , nei quali l'aggravio del· l'erario è compensato con ysura dall'importanza , e ·dai grandi deUe conseguenze che se ne ricavano. E forse non avremmo a deplorare tante sciagure se il pronedimento di cui favelliamo fosse stato pn· ticato.
La Giunta del nostro concetto deve tomare di pode. roso aiuto all'azione governativa, ed guarentigia alle popolazioni; e perchè questo scopo sia ancora pl& sicuramente noi stimiamo sia conveniente pt'lo acrivere che delle sue delibera?.i•IDi abbia a compilare e coose"are appos ito processo verbale.
Assicurala con i mezzi finora indicati un'azione preYeattva, vigor,,sa contro il brigantaggio, ci rimane
\ io quif gutsa possa, a nostro giud1zio, provvedersi Idi \
un'azione tliDitrice wi(lorosa, e la quale sa -conciliare le"ragloiii della giusLizia co quelle dei vitali interessi dell' aocietà.
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L'aUQ-.ie .,.. _
procedere nella J!Unirione dei reati di brigantaggio raggiunge questa conciliazione, soddisfa a qotste legittime e&igenze, consegue Io scopo della vera giustizia , che 6 quello di vendtcare l'offesa sociale e di preveoime il rio· oovamento incutendo il terrore salutare dell'esempio' . · La n.ost ra risposta a queste dolorose interrogazioni e dolorosamente pegati.va. L'attuale condizione delle cose\(! oon UY.$Q. , non J .... non raggiunge lo scopo; deve cessare, deve essere assolutamente mutata; è tempo oramai che i legislatori della nazione avvisino e provve· · dano. Oggi i reati di brigantaggio sono assoggettati ad una doppia specie di giurisdizione, ovvero ad usare una locuzione piiJ esalta, poicbè"in un caso vera giurisdizione non esiste, sono trattati in due modi diversi. colti coll6 armi alla mano sono fucilati; i briganti arre -! stati inermi sono potestà gJUdiziaria.' 1 Nel primo caso, la m"'r'ie'immediata; nel secondo, la leo- t \ tezza della procedura penale, e non di rado una sentenza di non farsi luogo a procedere. Questa disformltà, questa · coesistenza di due estremi opposti sono già un incontenlente gravissimo, un male deplorabilisaimo. Il brigante pib reo non è sempre colui che è passato per le armi, nè il meno colpevole è sempre quegli a cui i magistrati banno conceduta la libertà provvisoria. Questa disparitl di condizioni tra complici dello stesso misfatto, tra operatori della stessa iniquità;questa disparità che spesso si risolve io un privilegio a favore di chi è maggiormente colpevole, tooo può essere più a luogo tollerata. Nè le fucilazioni sommarie sono conformi alle presérizionidèlre nostra legislamni;"Detsìiénzio .della legge sono state suggerite da una ferale necessità . Il sistema delle fucilazioni non ha altra sanzione se non quella fatto; ed il fatto non può prevalere sulle ragioni indeelinabili della legge. Aft'rettlamoei a dichiarare che cotesto sistema desta il maggiore rincrescimento e la più viva ripugnanza a eo loro eh e sono costretti a pratiearlo ed eseguirlo : ai mi-, litari. Questo rincrescimento ci è stato reiteratamentJ espresso dal generala La IIU'IDO.._ t dai più distiali geo Brigantaggio, - U ,
J -us-
nera li ed urftziali che militano sotto i suoi ordini. Ad eAal si deve anzi che il .male non sia stato ancor più grande di ciò che è, e che non debba!li dep lorare che abbia avuto maggiore ampiezza . Il generale La Marmora ba. usai.O e usa la vigilanza ptù indefessa, e non tollera che i suoi subordinati oltrepassino mai i rigori imposti dalla dura neces,;ità. Ma il buon volere degli uomini non deve .Pi· gliare il posto solo compete all'autorità della legge; l'azione della giustizia punitrice deve togliere l'impulso e la regola dalla legge che a tutti sovrasta e ·che tutti indistintamente debbnoo ubbi .l ire; n6 l'offesa che una praLh:a che non è l!anzionata dalla legge rec:t alla maestà della giustizia può essere compensata dal buon volere degli uomini, il quale torna a lode di questi . e non as· j · solve di certo il sistema dalla pecca da cui è viziato.
Dall'altro canto non è meno evidente che le necessità. supreme della difesa sociale richiedevano la punizione esemplare e pronta degli auwri dei reati di brigantaggio, e che questa punizione per la via ordinaria non era ot· tenuta. Nell'allernativa di abbandonare la società senz;t difesa contro i co lpi de' suoi nemici, ovvero di ricorrere ad un sistema sommario, quesi.O secondo partito ebbe a prevalere. Gl'inconvenienti e i danni sono palesi: nè lro-
. vano compenso nel risultamenlo, poichè se sono stati fn •
• cilati molti briganti, non 6 stato spento con ciò il bri· gantaggio. La reintegrazione dell'autorità della legge 6 indispensabile tanto nell'interesse della gmstizia , quanto in quello della società, · chiaro essendo cb e là do'e l' a·
· zione punitrice non ha per sua ba84) la legalità, ivi essa torna inefficace.
Il sistema del(e fucilazioni somma rie e senza processo
. deye 't La cognizione dei reati di
·.1 conservata ai tribunali ordinari 't Noi abbiamo
" lungamente ponderato' qìi"estn:r·gomenti importanti!iSlmi:
abbiamo interrogato intorno ad essi il parere di militari, di magistrati, di amministratori e di altri ragguarde•oll uomini: ed orgi, con tutta la pienena del nostro coa·
;_ iU-
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ylncimento e eon perfet ta di coscienza •i di· chiariamo , che al primo quesito abbia a darsi 11na risposta categor icamente affermativa, ed al secondo una ri· sposta due cose sono strettamente connesse: il siste ma delle fucilazioni, qual è oggi · prat icato , la cognizione dei reati di brigan· taggio dev e essere dèfe rita ad una gi urisdizione che non si_!_qp çl!Ldei • i Jue provvedimenti si riscontrano l'uno coll'altro, allo stesso scopo, che è q uello di tu tela re gl'intfressi sociali senza •iolare la digOità della legge, oè possono andare l'uno dall'altro ·scompagnati. Perché l' uno ries.ca è d'uopo attuar l'altro, e per contrario, se l'un provvedimento si disgiunge dal· l'altro, inv ece di arreca re rimedio al ma le, questo sarà di gran lun ga aggr ava to. Noi non ispenderemo parole a te$. sere il novero delle vit to riose e molteplici ra gi!)Di d'or. din e politico, morale, sociale e costituzionale, che consi· gliano a porre termine al s istema delle rncil :tziooi senza processo; oè ci pare aver d ' uopo di diiJI)O df'rci a dimo· strare, che la competenza dei reati di brigantaggio n afftd ata ad una giurisdizione speciale. L'azione penale contro i brigaDli attin ge le ragioni della sua f'fftcacia dalla prontezza con cui è adoper.t ta , dal rapido succedere del castigo al deli tto. Si pu ò accogliere la speraoza cbe a questo scopo ind ispensabile sia per giungersi co l sus· sidio- del!a giur isdizione ordìnaria 't Si può forse sperare 1 prontezza nei giudizi, qu.ando tanta fo lla di giudic1bili 1 . si accalca nelle carceri, ta nti delilli si ed il rito e la procedOra giudiziaria implicano tante leotezze' al magistrati ordinaru la èoguizione dei reati, dei quali ci occ upiamo ci assicura ciò che maoca, l'amministrazione, cioè spedita della giustizia, s1 prt clude l'adito a qu alsi vo glia ar b1tr io e si sgra va la s tes.'\8 magistratura da un peso cbe 10 tanta dir6coltà e VIluppo di casi essa oggi mal re,11ge. Ora, qnancJo venga concesso, e ci pare impossl b1le che noi sia , che debba mutarsi di giorisdizioo é, il partit o a coi appigl iarsi emerge ad un \r&Uo evi4ente; la giuri izione sui reati di brigao&aggio
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/ va ai !_ribunaiL mjlitari , ed al .tribunali militari
\ quali sono sta ili ti e prescritti' in tempo .di guerra dal
· Codice penale militare. Alle straordinarie condizioni in· l , generate dal brigantaggio YU()lsi riparare con una giuri· {sdizione, che mtgho ad esse si addica; alle urgenze della difesa sociale va provveduto con una giustizia seve ra , im· mediata, esemplare.
6 determinata in modo esplicito e prec;so dal nostro Co· dice militare,"éDoilierlsla mo che ctò che si abbia a far di meglio per la punizione dei reati di brigantaggio sia
per l'ap punto l'applicazione pura e semplice delle disposizioni di quel Cvdice. L'esperienza ha dim\lstrato quanto siano provvide quelle disposizioni, e come al nostrQ ço. dice militare !lon il,J:improvero di severità eccessin. Le innovazioni non sarebbero opportune. Per la cognizione dei reali di bri ga ntaggio perciò avrebbe ad esservi lo stesso duplice ordine di tribunali fissali dal Codice per i tempi di guerra, gli e gl'in· stantaoei. La formazione di questi 'b1timr eirr.ooda l.a da 1iif\Tie guarentigie desiderabili, e sarebbe strano danero che fossero giudicate insufficienti rispetto ai briganti. Pon· gasi il caso d'una colonna mobile, che scontrandosi coi briganti, ne colga parecchi con le armi alla mano: il tri j bcmalo istaol.aneo viene incontaoenti formato, ed il siu t
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Ai ribaldi che si sono ribellali contro la socie tà e che ad essa muovono colle rap ine e cogli assassinii è d'uopo mostrare che la società possiede non solo la forza materiale di combatterli e debellarli, ma anche la forza l uiorale di punirli, senza ricorrere all'arbitrio. Alle popo- f !azioni dolenti td atterrite è d'uopo most rare che hanno à gagliarda tutela la spa da dell'esercito ed una giustizia inesorabile che ra ggiunge il colpevole se nza esituiooi e senza lun gagg ini sullo stesso teatro dei suoi delitti. Il brigantaggio è la guerra contro la società: praticando dooque a suo riguardo la giurisdizione che si pratica io tempo di guerra, non si offende nessun principio, non si lede nessuna guarentigia, non si manca a nessuna norma di equità. La le gislazione i tempi di guerra / \!
di1lo è esaurito senza indug io. I prinelpii della giustizia yeogooo io tal gu isa osservati nella sosaaoza e nella
ma, non è violata la guarentigia della difesa. la società è vendicata senza offesa della legalità, ed i soldati, quando .fossero per ced ere alla tentazione di usare violenza , sa· rebooro rattPouti dalla certezza cbe i veri colPf!YOii non possano sfuggire al castigo meritato. L'utilità di questo sistema è ampiamente confermata dalla storia e dagli esempi deUe altre -oazioni civili. Quando nell'anno tSOO il brigantaggio infieriva in molti dipartimenti della Francia, il primo console decretava la fttrmazione di colonne mobili, composte di soldati di fanteria, di cavalleria e di carabinieri. Nel decreto si legge l' articolo che qui tra. scriViamo:
• AkT. Chacuo de ces corps aura à sa soite une Commissioo militaire e1traordinaire, qui jugera le brigaods dans les viogl·quatre heures de leur arrestation. Celte Commissioo sera oommée par le géoéral commandaot la divisioo (t).
I risultamenti chiarirono l'opportunità del concetto e i vantaggi del provvedimento: in breve volgere di tempo il brigantaggio fu distrutto.
• Celte rlce de brigands (cosi scrive il signor Tbiers)
• qui s'était formée des déserteurs des armées et des
1 soldats liceociés de la guerre civile , qui poursuivai t
• les propriétaires ricbes dans les campagoes , les YOJI·
c geors sur graods routes, pil la it les caisses publiques
1 et répandait la terreur daos les pays, venait d'étre ré-
• primée nec la deroière rigueQr. Ces brigaods naient
• cboisi, pour se répandre, le moment où les armees,
• parties pr8llque toutes à la fois au debors, avaieol
• l' iotérieur des forces ' nécessaires à sa sécurité. Mais
• depuis la paix de Luoèville, et le retour d'une partie
• de oos \roupes eo France, la sitoatian n'fttait plus la
• méme. De oombreuses colonoes mobiles, accompagoées
• d' abord de Comlilisaions militaires et pio:; tard «k tri·
• buoaux spéciaux, avaieot parcoliru lea routes en tout
-.a> Tedl eo.., c.e n. Plliua Al.
- 18'7-
for·\
{ .-
• sens, et cbatié avec la plns imp\toyable énerg ie ceux
c qui les iufesta ie nl P!usieurs centain tH d'entre eux a·
• vaieo t été fusillés èo six mo ·s san' qu'aucuue réclama·
c s'éJévat en f.:lveur rt·stes imt•Ur8$ de
c la gotrre civile. Les autfes, com plèteme.l!t découragés,
• avaient rem is leurs armes, et fait leur soumission. La
• sécurité étail réta blie sur les chrminl', et taodis
c qu'aux mois de janvi er et de février t80t on pouvaiL
• l peine voya ge r de Paris à Rnueo, ou de .Par is à Or·
c léan s, sans courir le danger d'étre égorgé, (I D pouvait
• l la fio de cette méme année t raverser la France en.
• tière sans étre exposé à aucun accid r nt. C'est à peine,
c si dans le fond de la Bretag na et dans l'ititérieur des
c Cévennes il subsistait enco re que 1que reste de ces ban·
• des (l) •.
Ad alcuni onorevoli componenti della vo st ra Commis·
sil'ne pareva che a mf'glio guarent re le ragioni del l' giu· Stitil opportUnO divisamento d'int rodurre OPi lrÌ• m11itari un tlemento tolto italia or· maria, e che i triiJijrlafl mcatl'catnlérg•ùdìzio dei reati i brigantaggio avessero ad essere non puramenLe mili· ri, ma misti. Il quale sug gerimento, dPttato dal lodevole desi rl èrio di scostarsi il mPoo che ( (lsse possibile dalle forme della penale, non è però sembrato alla maggioranza capace a rimuoverla dal suo parere. Gl'inconvenienti a cui nella pratica dart'bbero occasione i tribun ali m ist i non sarebbero compeosati dai problematici vantagai che potrebbero avere; e quando la necessità ha di app -glial'lli al partito della giurisdizione s traordinaria, è di vis ameoto p1ù opportuno quello di app licare quella nella sua iniRgrilà e IM!Dza arrecarv i modiftea.doni, la cui uUlità oon avrebbe forse la sanzione de• l'ellperienza. Determinata la compete01:a, as.:;odata la giur isdizione, sorge naturalmente la questione della penalità. I reati di brigantaggi() debbono essere puniti coo l'estremo supplì·
(l) Vedi Tlln:u, t111 Conndal .c lk l'.lmpfrt. - Jlruxellts, ti4ÌI voJ... Xl, Jl&liDa l8f.
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zio, oppure la pena di morte va iotieramente ·esclusa 'l Una parta della vostra Commiss ione . mossa da sen tim en ti cui rendiamo piena giustizia , si pronun· c•ava .per Il. la maggroranza sarebbe stata . hetissJma ,d• a questo parere e di ra ceo man· darv11ne l app rovazwn e ; ma essa ba s timato anzitutto doversi preoccupare delle ne cess ità della di· fesa ·eppereiò è s tata costretta a superare qna1si· vogh a rt pug oanza ed a propu go are la dolorosa di dover cons ervare la pena d r morte. Con la stessa pie· nezza di colla quale vi afY'Mma vamo poc' aozi che l'attua te siste ma di fucila zion i abbia a s met· tersi, vi afferm ia mo ora che le condizioni dPll e consent11no VPOira tolta all'azione puoitri ce della giustizia 1 \ la terribil e fac oltà di sen tenzia re la morte. Fo rs e se la pPna cap itale fo ssrgtà cancellala dai nostri C<Y.f ic i, t'e· l spP.rien7.a chiarirPbbe la lugub re necess ità di applicarla in via di eccezione ai colpevoli di reati di ma la sanzi ona an co ra la pena dell'e· stremo supplizio, e l'opportunità sarebbe assai male s ct-lfa, qualora si incomir.ciare a toglierla in del Chi si faccia a e<>nsiderare l' enormezza di delitto r.he 11i raduna nel bri gantaggio, la san(t'Uinaria violllzione d'ogni Jp gge naturale e ser1tta che esso è, la ribellione apPrta che esso implica contro la soci et! sarl condannato a . la nost ra sentenia. Chi poi ponj:\'a mente alle immanità se.nza cbe i br iganti commettono ed alle loro scelleratezze selvagge non potrà non ronfermare,questo parere.
E una condizione di cose durissima , alla quale mal ai pre tenderebbe arre ca re rimèdio ascoltando i suggerì· menti di ofla improvvida pi età. laJ>ena di per i reati di brigantagg io torn ere bbe all'a bdicazione as· • soluta e funesta del diritto sociale dl'jj'iffifre.La guerra U diventerebbe ·più sangui naria; i so ldati non darebbero quartiere a colpro .che hanno straziati i loro compagni , quando sapesseto clie costoro non saranno puniti con tut&o il riiOré delle :1eggi. Le popoluioni dal ca o&o loro
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'•on fn questa decisione il senso di uma . nità, dal quale sareb))e informata, ma la .interpreterebbero come tacita confessione della impotenza ·del Governo e delle leggi contro il brigantaggio. Le non debbono per fermo ·essere subordinate ai capricci ed alle passioni delle moltitudini, ma per sortire ertìcacia non debbono nemmeno fare astrazione troppo grande dall'ambiente nel quale vivono le popolazioni a cui debbono essere ap. plicate.
Ora oggi, non è chi noi sappia, le popolazioni del f!lezzodl d'Italia sono conturbate ed inasprite brigantaggio, e sono · proclivi a ravvisare in ogni alto di mi1ezza un testimonio di debolezza. La vita e là\lproprietà mal sicure, i traf!lci interrotti, la prosperità pubblica in· cagliata nelle sue sorgenti e nel suo .sviluppameoto, e tolto ciò per opera del brigantaggio, sono tante cause di ma· les:sere che non possono non essere tolte in seria considera?.ione . È tal complesso di cose che, se non giustifica, scusa di certo e ad ogni modo rende ragione della esaaperaziooe degli animi. Non è guarì il Governo è stato costretto a pronunciare lo scioglimento del Consiglio municipale é della guardia nazitinale della città di .Monopoli in Tern di Bari, perché ad ogni costo volevano la fucilazione di briganti che la forza. pubblica aveva catturati Inermi, e che perciò questa a buon diritto intendeva con· segnare alla potestà giudiziaria. A Martina, io Terra d'O·
ltranto, un brigante trovavasi nelle condizioni medesime; la popolazione irruppe violentemente, lo strappò dalle mani dei carabinieri che lo custodivano , e lo uccise. A Cotrone, in provincia di Catanzaro, avvenne un caso dello stesso genere.
11 legislatore senz' alcun dubbio non può nè deve iD· eoraggiare le popolazioni in queste loro i.ncljoazioni e disposizioni di !!pirito ; ma non può nemmeno e non dee in troppo estremo contrasto con esse, e dimeqticare all'intl}lto le ragioni della opportunità. Dichiarando che non vi abbia pio ad essere pèna di morte per i br.ganli, le inç,inazion1 delle popqJazioui non sarebbero mutate; forse
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tUventflrebbero pfb ri sentite, e lo scopo fallirebbe ancheper questo riQesso. Nè dall'abu so dell e fu cilazio ni si può infer ire la loro assoluta inefftcacia, e perché mal si corregge un appi gli andosi all'ecCf:'sso oppo$to, e l'asserzione di quell'abu so e di quella in efficacia è insu· sis tente. Se i br iganti fosse ro s tati 1mmuoi dalla pena di i morte il loro numt>ro sarebbe a qu est 'ora di non poco1 · accresciuto ; fossero stati foci·. \ lati le <ti bande dalla fronti el·a pontificia, gli t\ sbarchi di avv enturieri di tutte le parti del globo si sa·l rebbero moltiplìcati oltre ogni cred ere. La sicurezza dello Stato meglio tutelata , le numerose vittime ri sparmiate · attes tano che la severa punizion e di pochi ru pie&A a mo ltl ed alla patri a, come crude le a molti ed alla patria. sarebbe stata la pietà usata ai pochi.
Nell ' enun ciare qu es ti e nel riconoscere che la pena di morte debba essen(" applicata ai reati di bri · ganta ggio l a ma ggioranza de!la Commiss ione non intende, o signori, cbe non vi abbia ad essere g radaz io ne in cotesti .reati, ·e che tutti indi stintamente abbiano ad essere pu · nili dall'estremo supplizio. La gradazione è necessaria e per conformarsi ai dettati della giusti zi a e per conservare alla pen a la sua efficacia. Un miserabi le che , sospinto dall' amor .del l)ott ino o da paura. siasi ascritto ad una comitiv a d{ màltattori, ma che non b a fatto altro se non scorrere li · , e quando ha in co ntrata la forza ha ge ttate le non po trebbe essere assoggettato alla stessa pena che .colpirebbe Ninco Nanco , lordo di tante brutture e di . tanti misfatti. Ad alcuni rra noi, a dir vero, pareva che il solo fatto di avere app artenu to ad una banda armata costituisca tale reatò da · punito di morte, e che le circostanze attenu anti ressèro temperamento sufficien te a tutelare in ogni caso le . ra g.ioni della giu stizia e della umanità; ma alla maggic, tànzà · è sembrato che il di chiarare reo di morte chiunque ' abbia ratto parte di bande armate rosse le\'eri&A eee.,iva, e che non conferirebbe allo SCORO, poi· ehè chiunque . io uo momento di trascorso. li roue
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Jato in uni tomiliva, persu3so di non poter più riscattarè la vit3, si s tudiert-bbe di vent.lerla cara e si dart-bbe a
percorrere la carr.era del deli ttll se nza ritegno, pt! rcbè senza speranza.
Io conformità adunque di q uesto avviso noi vi propo. niamo che la pena di morte debba dai
tribunali a dei briganti co lti di resistenza allà'torza pubblica, e che nogli altri.casi debba ess r. re surrollala da altra penalità, salvo, beo in. l teso, i casi di compl icaz ione con del iUi comuni, nei quali l è d'uopo conformarsi alle prescrizioni del Codice penale ordinario.
La penalità che nP.i casi ora accennati può essere con vautaggio surrogata alla morte è la deportazione io isole lontane. L'efficacia di qu es ta pena cre- itilti"eoìn. mèriaaia a pressochè tu tti gl i onorand• ma gis trati e giu. cbe ab bia mo iotl'rroga to. Tutti ci banno fatto riOettere che alla intrinseca efficacia di ques ta pena sl aggiunge nel caso speciale, di cui t rattiamo, quella cbe deriva dall'mdole deUe popolazioni mP. ridi onali, affeziona. tisslme al proprio suolo, invaghit(' del proprio cielo, ritrose oltre ogni credere al pensiero dell'allontanamt!nlo dal tetto natio. Il solo annunzio di questa nuova penalill cagione· rebbe uno spa vento sa lutare e fruttifero . La efficacia deUa
• peoa crescerà col crescere della distanza; la deportazcone alle isole di Tremiti non produrrebbe effetti cosi decisivi t come quella io terre lontane e di là dai mari. Nel novero t dei colpevoli da condannarsi alla a . vita o4 tempb, con lavori fon.ati o senza, tutto cl'8 sècondo le cireostaoze accertate del delitto, si vogliono comprendere i componenti della banda armata che non furono colti io fla·
lgraoza, i eom_QJ ic i, le spie,?ihmanuteng oli dei briganti_ e tutU
1 coloro senza -ITCtli COncorso il hri ga ntaggio"'"iiiDsarebbe
\ 1 potuto sussistere, nè procedere alle opere consuete di saccheggio, di uccisione, di deva s tazione. Il beoéfizio della gradazione della pena non P.Otrà io nessun caso essere conceduto ai complici elìlanUtèogoli che 11ppartenessero
- pobbllci umJi rovernativi, provinciali o muoicipal\, o----
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•
l{
- t63che ministri dci culti; per gli uni e per gli altri ooo è lecito invocare il patrocinio dt-lle atte·/', ooaoti, dappoichè l:t im putabili tà delle ationi umane è / quanto più t'lev ;tta è la condizione, quanto piil 1 · Jlto è il mio •steri o sos tenuto dall'imputato. 1 H Parlam.. nto ha. già sa nziona to questi principi i in OC· casiooe detla e noi ora ch·ediamof, cbe contro gli impiPgati ed i preti chiarili complici dei ,. br-igauti si pro ceda cou la infl essi bi le sever ità cui la legge attualmènte di P"ocedere contro 1 gl'impie.zati ed i preti che si fanno promotol'i e co mplici delle diserzioni ·militar C S"arà ·qaesta una delle p .ù prov· e più Pque dlllla lE-gge. poichè colpire il toroa a colpire il delitto nella sua scaturigioe: I briganti urb ani più pericolosi e più iniqui di quelli che teng ono la campagna; questo, o !liiTntJii, è il grido dP. Ila cosc it.> oza pubb lica nelle provincie del mezzodì, ed è pura e -sc hie tta VMità. Invocando contro quei miserabili le riù severe penahtà noi abbiamo la certf>Zza di manifesl3r vi un voto che collima io tuUo e per tutto le eaigenz.e della e con la ragionevole aspet· tazione della pubb'ica opinione.
f_.a multa, la ·interdizione da'i . pubblici uffici, la per· dita dei civili sono il naturale acco mpagnamento! ed il corollario clellc penalità, e r•spetto ad è evi· · dente cbe s ià Cf Ùo po togli ére la norma dal Codice pe. na ie ordinari o. La cifra della multa da noi adottata siriscontra coo le dell'art•co lo t82 del Codice penale ordinario. Ì!! del pari evidPnte che, tuUo quanto concerne il brig;mtagl!'io non potendo essere sottoposto ·a giurisdizioni diverse, i tribunali mi lit ari sieoo anche chia· roati a giudicare . ed a prononetare la pena di carcere o multa a carico di coloro che per si fossero resi alle prt•serizioni prooiulgatet dai prefetti nell' esh--c izio delle facoltà straordinarie stabi· lite nella parte preventiva della leg ge. A convalidare sem· prepiil gli eiJetti della gi ustizia punitrice ci sembn pure opportuno divisamento la imposizione del &equtltro ai
belli mobili ed immobili degl' individui scritto deftnitinuie.nte nella lista, e degl'implitati .di reati di brigantaggio. Anche quesw ba l' ioi.' menso vantaggio · di il male at cuore, di colpirlo io una delle sue origini. La passione. del boLLino, l'avìd1là del ·hicro, la smania di arricchirsi non sòno lievi incita· menti al brigantaggio sopratutto quando si ricordi che eMi sono sanzionati dalla tradizione storica e .dall'efimpio parlante famiglie che vanno debitrici dell'agiatezza e delle dovjzie al briganta ggio dei loro antenati. La ti!.PO· . ·
del se,9uestro implica che delle male acquista tè ricehezze 1for.igante non sarà per godere, e questo pensiero gioverà senza dubbio a distogliere molli dalla .car-
riera del deliUo. L'azione punilrice rimane in cositrajla guisa dalla dello scopo materiale immediato del brigantaggio,ì l a éti tto cessa dall'avere le attrattive di istrumento di guadagno, ed il convincimento che mediante il brigantaggio non si diventa più ricchi è già grande remora alle prave iocJ.ioaz.ioni e4 alle pravissime. Ouesla disposizione della legge è quindi dop. piamente utile: e perchè rende l'az.ione penale più e perchè ci sembra debba pure esercitare una valida azione preventiva.
A coron•re tutti questi provvedimenti noi crediamo che non debba essere dimen ticata la opportunità della indul! genza coloro, che non esitano a collocafsi- dà'lè \ medesimi òélle mani della giustizia. I provvedimenti di · questo genere, quando vengono fatti a proposito , sOrti· scono sempre buoni effett i. Vi narreremo a questo parli· colare un fatto che ci venne riferito dal valoroso comau. la zona militare di Avellino, il generale Franzinl. r In uno scontro tra la truppa e la banda brigantesca, l cui era capo un lale Crescenzio; io Terra di ·Lavoro, · i furono cempresi da tanta paura, giui',Jrono se nessero potuto scampare la vita di far U!ll e di costituirsi poscia volontariamente. Ouattordid d.l essi cljtratti si presentarono al capitano Al.'ri ' dei 4elloaero le arilli, ma ili Cacol&à, •PIU'II"
-te.t. ...
·
{
il .Natale, di andare a passare ttoelll festa nelle Joro case prima di entrare in prigione. Il come ; era suo debito, ne rireri al generale Franzini , il quale rjspose aocordando la chiesta facoltà con la condizione ' .ebe col primo convoglied 'èiiavii'Jerraii sarebbero •enuti a Nola a costituirsi la domane stessa del giorno di Na· t tale. Furono puntuali: uno di essi accorse tutto tn!elato alla stazione perché credeva .che il convoglio fosse già parlito. Invece di U, [Jerò, i briganti che si presentavano ! . e si costitu·ivaoo nelle mani della giustizia erano diven· \ 2ft Il generale li arringò, e chiese ad essi se sape. \ 11fiO"Cfiè presentandosi sarebbero stati sottoposti a pro· • cessun e correrebbero rischio probabil e di essere con· dannati. Risposero affermativamente; ed anzi uno di essi, per oòme Tomeo, sogg mose essere carico di delitti , e saperè che gli sa rebbe toccata la galera. Il generale dieèle ad essi il permesso di tomarsene di bel nuoYo alle loro case ptor dimorarvi floo al primo dell 'a nno, con l'in· «iHnzione di presentarsi un'altra volta il gioruo 2 geo· ! naio. Venne quel giorno, ed i bri ga nti tornarono; ma i non erano più nè H nè 25, erano 46. l
Le consegueniee M'' SI rìcavano da questo fatto mili- \ uno tutte a pro del nostro assunto; laonde a noi sembra cbe la legge ponendo a calcolo la eveotualiti della presentazione spontanea, ravvisi in essa una circostanza at· tenoante, la qual& determini la diminuzione di un qualche grado di peni. E di questa diminuzione è por giusto i!odano quei briganti che abbiano consegnato un loro compagno nelle mani della giustizia.
La legge JlCr ultimo dovrà stabilire che col cessare{" dello ..di cesserà là competenza della!· giurisdi zione militare su quei reati , e la giurisdizione}, ordinaria rientrerà . in possesso di tutte le sue attribuzioni. 1
·signori, noi sia mo compresi dalla persuasione. che ponendo in pratica queste disposizioni ed avvalorando la energia dell' azione punitrice con la virtiJ ripantriee dei pronedimenti amministrativi, e con l'impulso fniUifero ai miglioruneoli ecooomici, la mala piaola del
- tss-
brigantaggio aarl sradicata suolo italifno. Noi siamo . \ convinti che la promulgazione di que!lta coi ncidendo con la tsecuzion e de l complesso di - pro vv&fimenli clte
\\ abbiamo parmam?nte indicati, e con la pr at ica costante e sincera dei prmc pii dì giustizia ·e d' ilalia nità nella po. litica este ra e nell'interO<'!, .parimente che in tulli i ramt della pubblica amministrazione , sortirà. l' effetto che ne auguriamo.
E fo rse sarl utile che il Governo rifl etta se non sia buon consi glio di profittar dell' occasione per accompa . gnare un atto di foru e di severi tà con qualche atto clemen te. Già vi abbiamo detto quanto e quale sta l',in· gombro delle carceri napolitane : la prerogativa sovr.ana non potrebbe forse essere invocata a benefizio di quei
giudicabili, che imputati di lie vi pecche politiche • sono sceni da qual siasi imputazione di "déln t:lcò'muoi'
! Con questo suggerimento di mite zza ci è grato con. chiudere questa relazione dolorosa .
Noi credjamo, o signori, di aver questa guisa il debito nostro, e di avere faco ltà di depor re il mandato che voleste affidarci. V' abbiamo esposto senza velo e senza esagerazione quale sia stato il ril\ultamento delle nostre ind 3gini , e quale la persuasione che esso ba creato negli an imi nolltri. Non vi abbiamo dissimubto la entitl del mal e, nè vi abbi amo ta ciuto i rimedi. Il cò111o pito nostro mesto e faticoso è finito. Ora spetta a voi,e signori, coronare t• opera ed appa ga re le speranze che la vostra deliberazione di procedere ad una inchiesta sul ha destato nelle afflitte popolazioni dell'l ti· lia meridionale. Voi non defraud erete tant' aspettazione e tante speranze. Voi non d•menticherete che quelle popolazioni hanno molto so fferto , e vi aff re tterete a conror. urle col senno delle vo.st fe decision i gmste ed amoreYoi L Voi dimostrerete a quelle popolaz ioni, che su i toro d.. stini vegli.t la naz ione, e che dall' I ta lia e dalla hbertl verrà distrnUa la tetra ered1tà ad esse tramandata d11gH antichi oppres:5o ri. Voi dimostrerete alt' Europa che oon paventate di affrontare le difficoltà, e che te sapete Yirll· mente combattere e superare.
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i/
II briganta ggio nelle provincie napolitane porge argo4· men to di soddi sfazione e di speranza ai no stri nemici, i quali si fig urano ch e per esso si logor ino le forze e la vitalità della nazione. Vana sodd is fazion e; sp eranza fal· lace l Noi invece portiamo ferma fiducia, che Il faUo di. mostrerà, come l'Italia e la libertà abbiano so le il pri· vilegio di distruggere i mali che esse non hanno creato, ·e come le stesse insidie dei nemici, la stessa co udizione di cose che ci si appone ad argomento di deb olezza non sortiscano altro effetto se non qu ello di porre in evidenza sempre maggi ore che l' unità ita lia na è un faUo irrevocabile ed inllest ruttibile, e ch e coloro i quali ne sognano ·la fine, dovranno invece rassegnarsi ad essere testi moni del ·suo immancabile compimento.
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'HUSEPPE MASSARI, relatore.
Relazione ella Comiseione d'mohieeta. del deputato CASTAGNOLA, letta. alla Camera nella tornata eegreta. del 4 . rnaggio 1863.
SISNORII - Le tavole processuali che m'incaricaste svolgere in occasione de ll' inchiesta eseguita nelle pro- l vincie meridionali del regno ita liano • provano eviden(e. mente la , dirò anzi l' is tigazione di France\ sco Il, dei Comitati" borbonici residenti a Roma e del Go. 't'emo romano ai fatti di cospirazione, di reàzione e di brigantaggio che infestano quelle belle contrade. Un ra. pido esame delle medesime dimostrerl il fondamento di quest'asserzione.
l.
Proce..ura contro moneipor BonaYeDhtra Oenatiempo, De Obriaten ed altri.
Voi ben conoscete, o signori, il dramma giudi,ziario ebe si svolse a seguito della scooorta del ComilatQ borbonico chiamato di Frila o di Porilipo dalla casina ove radou. vaosi a convegno i congiurati. Chiave principale delle stesso sono le rivelazioni d' Ettore Noli , congiurato por esso e segretario dtl però fece conte alla giustizia quelle trome tenebrose. E queste propalazioni appaiono informate al vero , che tali le ad· dimostra il contesto della giudiziaria, ed il verd"euo della popolare giustizia, la quale riconobbe accertato il lfatto e l'importanza delle rivelazioni ; perlocebè la Corte del cireoodario di Napoli applicando la
-tll-
zione dell' articolo l79 del Codice penale lo dichiarava esente da pena, come ne fa fede la sua senteiiia""'aét 7 agosto t86!:-
Ebbene: dai diversi documenti sequestrati nella casina. di Frisia assicurati al processo , e combinati colle sud· dette rivelazioni chiara risulta la complicìLà di cui vi tengo discorso.
Fan pa r te di quel processo :
abbozzo di un memorandum diretto a Fra'lcesco H
in Roma, scritto da esso Noli d' lllcarico del generale NuisLs e del cavaliere Tortora , col quale lo si ragguaglia del· l'incremento de l partilo borbonico, dello scoraggiamento ' de' liberali, degli operosi lavùri dcll ComitalO (f).
Due stati scritti pure dal Nnli d' incarico dei suddel'i contenenti i nomi più importanti degli a'I'IJiiati alla setta borbonica ; al qnale proposito i.l . N,, Ji · .. éhe in
• seguito di ordine venuto da Roma 'da FrancP.sco Il
• genenle avea disposto di farsi le proposte delle onori· !
, ftec::nze o delle promoztoni o nom •ne o cariche avvenire i
• in pro di tali alfiliati per inviarsi in Roma, donde do ·
• veano venire gli analoghi decreti • (2). ·
trna lettera diretta a· D. Desare Firrao, presso la Curia· romana, da monsignor Ceoatiempo siccome egli riconobbe. Si raccomanda colla st.essa il porgitore de!l.à medesima Capitano del Paranzello con cui !
Manero i preiedenli amici etl ora ritornato per mantlato l tlel generale; si dice di detto porgilOre conosciuto l 'direttamen.te dal noltr_:o principale. Se al &uo ritorno do·
l, potete Si por- j gon quandt nottz1e del C··m•tato e SI soggwnge: qui tutto ! tlilpos to etl all'ordine e ci assicuro che il tempo ci nuoce
11m poco (3) . A questa misura fao seguito altre responli•e del F1rrao ed altra della haronessa Teresa 'Federici lirétla pure a1 Celiatte:apo. Interrogatn costui chi foss e 'amico a cui raccomandare il Il!aftlO della ·baro-
(l) Vol. l pag.
(t) Loe. eU.
(l) vol. l , paJ. H. Brigantaggio .
- U9-
·L'
\
•
•
nessa ha risposto esse re Fra ncesco n ; che i precedenti amici ind icati nella le ttera i'1rrao erant> Belio e Sarli, :amendue ai Roma , tieuuti di cola in Nap<Jti ptlt' cospirare.
R.speLLO aù uu pezw lh curta, cuuleueuL._ uomi,
·•ergato a ma ma, 11 Noli che dutl gwr ut pnwa
1 del suo ane::;lu pervcuue tla kowa al stg._JJe § ,oueuon
' u na lt:Llera colla t!Uat e gli s' wgmugev a ii1 un e.
\missario a Ruccap!urtiua 10 terra u1 Lavu ru per cluamare persune faWJgua d1 .Pl piJu (f. J ad di spingcn3 a rechaare ùt::lle ourbuu1cb" c farle entrare w campa gua ver rwfor tare lt: bauùe ·di Ctua· vone (2). Ne sara lDUL1le H qui uutore cowe csseut.lo SLato
in ter!-'t::UaLO 11 Nuh stJgh aiLu nowi LrastnLll su Uu st esso pea.o <h !la CiS.IJUSLo tra le al tre cose... • che '11
• D1ego 'ft:ruzz• come ex·capo sta:uoue àetla Leleg r.. tia
• eleuuca 1u Napuu ricevea gwruatwenle aL ,uali
• impiegaLi d1 lleLLa staztoue tuue le St-guata:uo ni tde·
• sraticue che UILCl"t:: l>SiUlO l'aLLUa le Go\t:l"llu, tauLo dalle
• pro\'la.C•e ch" 113.11' t:Ste ro e Clit: le faet:a dtiioudt::re ai
• dlver:u CuwttaLI borboùlCt, e ..:he le S.(.lc1.hva pure JQ
• Rorua ... • (;$) per mt::zw pe,::;ontl a l<'rauce· sco Jl 11ue o Li t: volte la se ttlw iwa, stc..:orue l"l!J6Le uei suoi tfllt:rrogalurt {4) .
lt' rau.auw st nl.t:JJga che all'allo della perquisiz.iooe si riuvt:DJJero tre te legra uun:, Wl qtJall 1 delle provu.. cte soH.Iau e nfernau su i wovtwenti reazJunan • .Il: va1ga qut:sto cenno d i sproue al Govt:rno
·ODilt: atJlua a tenere ilt:n aperu gl! ocdu sug11 aullchl imvu1gau bol'boulcl, uuu s. avveri lo c.oe · lo :SLc.w pagW SUl .IJI" V.IJfiO i l.l tlWICl d'll.alJa 8
cb" 1e IMHrtl servan di strume u LO alle Òtll Lfi:.LJ.
Sa pur auco la cifra adoperala dal generale \..De ptr scmer" a !c'raJJce.eW U, a cw
(l) Veggui!Dtra il 11.0 IV,
(l) P»&. 40 a t.erl!v, vol. 1.
(J) 'VII!. '· P4 47.
\4) VIli. IV, Pioli. 2$,
- i70-
le sue lettere sotto il nom e di Conte Mayel, via Poli , n.• tSO ( f ).
Un vPrba le reda tto dai carab in ie ri rea li avente la dat a 7 set tPm bJ'.e J86t coustata co me a seJCu ito della sco,·erta del Com itato reazionario di Frisa, essendo stato arrestato tra g li altri il capo-banda de ll a compa !o( nia della mor te, De Luca Dome nico, a formarla autorizzato da Francesco Borbo ne, vennero in CO!!"niziooe che il De Luca avea data commissione al pittor B1ase di dt pio gere il figur ino se· condo le Is truz io ni avute da Roma dall'ex-re, giusta le qu ali la compagnta dovea e:;ser VéSLita io tal fogg ia da incutete spavento; e rJi falli a seguito di per,tuisizione operata presso 11 Bias P. rinvennero il figu rino, rappre se n· un a figura sold atesca con pantaloot, ttwica, centu· rino, giberna neri; nero il co n un tescb io di morto, barbuta la facc ia, arma Ile la tlestra, di fu cile a ful· min ante con baionetta, attef1giata la manca in posizione minacciosa Il Btase dich iarò ch e il figurino gh era sta to da un Dome nico De Luca alquanto s ordo, di Potenza, ch'è quello stess o che venne io Ruwa ronfi· dato al Noli da F ran cesco Il e dal gtnerate V. al ond e lo conducesse a Napoh." Face va ei parte del ComiL.to e ùovea recarsi io Av eiiJn o pe r orgauizzarv i le ban de le quali dovean preader nome di co mpagnta della morte (3).
E qu1 si noti co! pui,bl ico Mini stero (&) che • Fran-
• cesco . lltè al De LtJca dan aro e lre carl" di
v'is1ta ver essére dal padre Pepe, dal San ·
• so ne e da l Comitato. • ·
Ma una luctl maggiore si dalle rivelazi oni de l Noh. Appare dalle stesse cbe Je armi d{lveano dtstr1bU1rsi .agh affig li ali alla se lla dovt:a no imbarcarsi a
· Mar sigt.a per Gìvi tave.:chia, dove ìl fi Bnerale Bo1co le 1tat1G tuptltaMo (5).
(1) Vol i.UI, t e 3. VùL Ili, P't\o
(J) Vol. IV, 1'4 39 e Jt'l.
(6) AUo d'aoo:ua&. TOL .llll, PAio i. 00 VeL J,... n.
-17t-
·
·•
• '<.·
1
' Narra poi" come un M-l fin o Caracciolo, ch'era uffiziale j di marina ai tempi . dei Borboo•ci, rivelasse a lui ed al l capiLano Lega ldano come • po r hi gitJ rni addi etro (la de-
• posizione è del 21 agosto i8bt) era s La to a Roma con-
• ducend ovi seèo Sal\·atore e CardJo3le ed An-
• tomno :Montefl,rte ; i quali erano ricercati dalla gmsti-
• . zia ·come compartecipi dalla stessa cos.pirazion e · di
• Ftisia. Che a ppena giunto a Rùma per mt-zzo del
c Torrent"ros, uno ,lei p1ù fidi della espu lsa
• dinastia, eia st:1to ammesso all ' udienza di Francesco Il
c nel palazzo é:lel Quiriuale ad un'ora dopo la mezzanotte. •
Avergli esso Ca·acciolo espo sti i mezzi co i quah si avvi-
sava di rere alla ristoraziooe. • Allora Francesco
c Borb;me lo avev a Infervorato a partir subito per Na'
c puli e Sicil ia, dandrgli fa :;ollà di promettere in suo
c nome i ma ggior i grad1 e le maggiori ouorìfic.eoze a
c tutt i coloro che o si mantenessero cosla.Dti alla sua
c causa , e riune gassero le parti del nuovo Gov erno ; e '
c come esso Caracciolo gli av• a che ia tende,·a priucipalmente di far capitale dell'opera e del-. ..
c l' ir flu enza di un magQ:iore gariualdino a nome Pagani,
c che stava a Palermo, l'exfé Ffancesco lo a,·ea auto· . ..
c ri zzato di promenere al Pa gan i il grado di bri[adl t' re, ·
1 una buona quant1tà di garibaldini. • Continua dando
• se dt< cidevasi ve ramen te di pro cacciargli il concot •SO' di · :·
c altri chiarimenti sulla cospir az iOne, e 1 Ri·
• guardo alla corrisp c• ndenza ci ba assicu1 ato lo st esso
c Caracciolo che l'iodmzzo dt comunicazio ne tra Torren-
c e gli allri fidi lasciati a Roma si è quello di
• Robe rto Sm irn e o Adel aide Smiroe, ed io ciò d1re ha
c inca r icato Legalùao o a voler mandare ogni giorno una
• person a alla posta a preodavi le lettere che ponas-
• sero un indiri1.zo &Omlgliaute io tutto il tempo
• gli si sareobe r mas to a Palermo per es egu ire glt an ·
• z•ùeLLi conce • ti reazionar i col mag giore Pa gao t ( t ).
E qui cade io accoucto l' osservare .come co test e pro·
- i7!
(l) Vol. U, paa. U.
palazioni circa le rivelazioni del C1racciolo vengono conper filo e per se,:rno dal capitano Lel{al dano ( f ), il q lP addusse arg t mt!nti a pr ova r<! CO ffi f' il C •ra cdol o re al meu te si rf-casse io Roma ontie off, 1re f.è stesso a Francesco Borbone; e pur ao r.o come a delle • avute indiCa7.ÌOni Sf' 4lHS!rOSS i alla UIJa lt'Lte r a al· l' indi r izzo d t R •b•1 rto Smime (2) , la quale evident emen te ba trattO alla COS!Jii'3ZIOOe. S,. COi tdO le indiCazio n i del Noli, la stes'a sarebbe stata vergata in Rnma dal m ag. gio re Torre otèros , ed indirt:tzata &l Marino Ca rac c iolo ind1 c ata sotto il pseudoni mo di mio ciiro FRA DIAVOLO, ben noto D• i brigautl'sCh !. Nl' lla si !Jarla d t Luis ella ; nome di couv enl tOnf. da Torreuteros c oi compouenti il Comttato di Fris la per in· dica re l' t: x-re di Nap(} li (3) .
In a lt ro su o inte rroga l·H·io (4 ) l' Ettore Noli dich iarò che un Giuseppe Card inala, ao;s ieme al di lui paJre Sal vatore e fr . te!h al Co mitato di F ri ,i a, ,enne spedi to a R,1wa e si lrO\Ò co là nella s· ttima na santa del· l'a nno i86 1 ; che anche vi si recò il di lui padre e cb e r itoroa10no ass ieme. c OlsSf' ro di a vt' re P•ù volte vis to ' B r bona che gli · afli mava a l eoer viva la c reazione,· ispirando fiduci a di s··ocera rius ctta, pro met· c U>nt.lo com r1e nsi, elarge ndo o r orificenze; ed inc vero il S al vatore Ca rd toale pa ssò sei o St lte brevetti , d• tra i quah r icord o q uelli pr r monsig nor
• Ce nati ein po, per mousi11nor Lell.en, per Giro la mo Tor' tora , per :c ard iuale e per D. De
• Ctampis, b revett i che furono passa ti a costoro, i q ua li
• se ne ra lleg•·arono ed et , bero ad onore pan icolo re• •
P rosegue narra a do del d.1naro c he si raccogli eva e de l·
l'organtZJ.azi one delle baMio . e soggioose: • Giu nto po i
• a Navo H 11 gen er al e De Gut tedoo , che vi ven ne spe -
' dito da F rances co Bor bone, io compag nia de l aig no r
( l) V<ol. [!, pag, 52
(l ) Vol. Il, pag. .5 7.
(3) Vo l Il, pag. 60. Vol. 1v, pag. 2S.
-173 -
• De Christen e del visconte De e ci ò mi consta
c di prop ria sèienza io per ben due volttl sono
• s tato spedito a &ma e vidi i1 13orb one ·che si most rava
c di tutto inteso· e tutto rego lav3 , e la seco nda volta
c recai al . J3p rbone una lettf' ra in cifra del signor De
c Gotted{}fl ; gi unto, rbm e dissi, costui a Napoli
c la .diréiione "urrema del Comita to e di la organ iz·
' zaz10ne delle bande r ivol uzionarie e si dette premura
• di avere altro danaro.. . .
• ccnsta tgualmlnte rbe il generale De (}oU(>d on,
• che introitava delle somme vistose, ne usa\a per la
• organizzazione delle band e, spendendo danaro nelle
• pro"inc ie e taluoa volta pa ssa ndolo a deyli ex ·ufflciali
• borbonici cbe arruolavano e spedivano nelle dette pro·
c vincie. •
Rivela poi cbe • H danaro a Gir lando Boccadoro e al
• di lui tiglio Antonio che avevano assu nto l' inrarico di
• uccidf're il C1aldmi fu llf!li steFsi da
• Gerolamo Tort ora ed io ducati centoventi, dovendo poi
c riceH•re mag(.! ior compenso ad optra Il da·
• naro per lo acquisto di due pariglie di prstole, che
• • serv ir doveano per la con su mazion e di detto assa ss inio ,
• fu sborsato dal generale De Golledon e neiiP man i del ·
c contino Cl mmerano che comperò le dette due
• di pi stol e, pagandole ducati cinquantaseite a
• parigl ia e ducati otto la munizione. Mi
• consta che per mezzo dt D Salvatore Car-
• dinale, Tortora pagò duca ti centotrenta a Luigi Laogo.
• !are, ex·sergente della g uardia rea le e di più
• capi ta no jl'ariba ldino, il quale si recò nel Ci len to per
• arruolare gente che servir dovea alle bande reaziona-
• rie borboniche.. . •
P roseg ut> r.he fu una seco nda volta a Roma nei primi di luglio t86l che allora , di già si è accennato, gli ve nne consegnato il De Lu ca. Ques ti gli confe ss ò•••
• di esstNi recato in Rl•ma pt'r vedere l'ex -1e Francesco
• ed i suoi aderenti reazi onari e co no sce re cosi è con·
•· certare la rivoluziolile io que ste provincie. • Spiega. · ·
1'71-
-
l
come egli si recasse e ritorna sse Ifa 1\oma sul pannzello di Ginseppe Attana s io di Sorrento (1), il anale viaggiava da Nanoli Civit:tvAr, r.hia ner co nto del Comitato e do· TPa rlicbi aii'P x-re Prao;i ep:li obhlig:.to nel suo rla Roma ti'imharcare a Pnnza tutti l rhll trov:tvansi colà rileaati. Enumera gli al Comitato. tr:t i au:.li comprende un S.\lvatore Viola. ex-sorgt'n te Iii il qual e recavasi spesse fiate li Sora onde abhnc carsi ron Chiavone. import:.nti snno le rivel azioni da Psso fatte io altro interrogatorio (2). Rip('te che vennero da a nrenrleré la direzio ne fiel comitato i tre fran ces i De l Gottedon, De Lu pé e De Christen. Conforma l'incarico / dato di Cialrlini e la delle armi • i qnale as!la!l sinio dovea aver luoao tra il !4 ed il !5 lo- [ glio f 88 1. • Io fui prt>se nte , dice , Girolamo T or-
• tora di.-de qnest• ai due Salad ino ed ai Bocca-
• doro nP.lla casina di Frisia, e Ìoro consegn ò le armi. , De Gottetfoo non v'era, p('rehè per tale far.ceoda erasi
• tutto affi dato a Tortora ; ma prima però avea veduto , e parla to alle persone .che ·doveano compiere l' as· · , Fli!ISinio. • . '
R1ccoota come tra gli age nti del Comitato vada anno · . vento il . capi tano Fn sco , della guardia nazionale
di Pianura , che avea a sua po sta una banrta dÌÌ>rigàiiti.
La banda ch'egli avea si sciolse dopo il suo arresto per (lpera ·di suo frat ello cappellano di reggi mento .
c lt ten ente-col onn ello Ri c 1leLt i , prosPgue, era anche \
• uno degli agenti del Comitato. Egli stava in corrispon- ·\
' denza con la banda di Somm a, comandata dall'ex-ser-
• gente di gendarmeria . Vi sc usi. • Narra poi come si i avesse · soccorsi dal Comitato, e prosegue: • Al·
• tri danàr i non potette egli avere, perchè non ve n'erano 'se non per pranzi , ne i quali si spendevano quaranta
• io cinquanta du ca ti al g iorno, e si aspetlava che io
c anda ssi a Roma a prendere dugeoto mila ducali e tre-
V. inh'a il N.• VII.
Vol. V , N · lt.
- 1'75-
\
(t
(t)
---
)
• dici mila fucili che si eran mandati da Marsiglia e do· t
1 veano essere portati a Napoli per imprendere e dare i
1
1 l'ultima mano . al dt>signa lo moto rea zionario. .Il tempo
, vt n ne men o fumm o arresl.aLi e il Comil.ato di·
• sp erso. • . Ripete ciò ·che dis.-.e df lla sua gita a Roma, e della a lui faLla del De Luca dal geuera.l"! Vial , e conl1nua: c Io mia presenza gli diede :- ncbe alcune
• istruzioni intorno al modo di condurre l'impresa. Ed c erano: attaccare quan do vi era probabilità di vincere;
1 ritir.mi quando si vedesse a fronte forze prevalenti;
1 assalire la posta delle lettne e la.
• deni'.a; assalire i procacci ed impadronirsi dei danari;
• entrando nei paesi mettere tutto a sacco td a fuoco:
• pre nder dalle casse pubbliche tu tti i danari che vi
• trovasse, la sciandone analoghi r icev i per tenersene co nto
• al rito rn o di re Fr:wces co nel regno. •
Accenna ad un Em anue le Ra ie li di Palermo che te· neva gran mano nella congiura, ed era particolarmPnte l incaricato di andare a M1lta e &f ;• rs iglia per procurare proselili alla causa del Borbone. Cbe mCJD !' ignor LtUieri g li confessò d'esser andato a Roma con ma· dama Lalon , la quale teneva in casa un Comitato borbonico, il quale and:1va in istretta relazione con quello di Frisia , che ben potea chiama rsi Comttato centrale, giacchè dal medesimo di pendevano gli altri piccoli Co· mitati sparsi per la cillà di Nap oli . Dette lettere erano direlte a Francesco Il: chiedevano si mandasse a Napoli un capo, il quale potesse r iuoire le fila della cospirazione e tra du rla in fatti . Si fu dietro questa ed altre coostmiU domande ch' ei si decise a mandare i tre francesi su •c·
ceonali. Il 14ett ieri in premio dei prestati servigi fu decora to io Roma della croce di cavaliere Cos.aotiniano.
\ Rivela come uo • Salvatore V10la ex·sergente di Gen· c darmeria riceveva dal Comitato UD salario giornaliero
• percbè prestasse serviz i come fo')Se un corriere, e ve-
• niva mandato di qua di là per mantenere le corri·
• spoodenze con le bande delle altre provincie. Si ebiMI
- t76-
l
.
, lo in carico di andare a trovare Chiavone negli Abruzzi, \
, e stabilire il modo come congiungere la banda di Chia·
, vo oe con quella di Ctpriano La Gala rhe si aggirava
' per le moutagoe sopra Mad dal om e l'altra di Viscusi
, che sparg. va il terrore nelle montagnP di Somma, e , ne' luo glli adiacf'nli. Questo Salvatore Vtola era !llatoj
' a Roma , dove . avea por tato lettere di Manc H
' nel11 (i ) e del P. Apreda ; ed i vi avea ri cevuto un \
• pezzo di osso roton do di color rosa carico , il quale
• dovea servirgli come segnale di r iconoscr. nza ; perc hè
• simtle pezzo di osso trovasi ancora presso tutli i capi·
• banda, e la r iconoscf'nza si opera r.ol suv rapporre l' un
• pezzo all'altro e vede re se ... • quindi com' ei si reca sse per ben due volte a Roma d'i ncadco del Coronato, giaccbè da Rt• ma s'a sre t· tava indiri zzo ed aiuti d' og ni mauiera. La prima volta si fu nel maggio 1861 : vide allr•ra F ranccsr.o II una soL volta, il quale gli di sF-e cl)e non era ancor tempo . Verso ( la One di g iu gno venn ero speJ t1 i tre fraucesi. Il se· condo viaggio veon P. da lu i fallo nel lugl to. Voi ben vedete, o signor i , quanta luce si s pa nda da queste ri velazion i su quelle tr ist i borboniche m,toch ina· ziooi ; al q ual ca o1e in acr.oncio tl far osservare l col MinistP. ro presso la Corte cr i mir rale di Na110li nelle sue .del se ttemhre t 86 l (2) , \ come le stesse .sieno circostanziate, coerenti e precise ea (n gran 'sr/Jsidiate notevoli i ndizi. E ben ei disse nell'aLto (3): i La sponta neità e costanza oe' suoi ' detti, i m in Qti partico lar i onde sono riveslit i , il lo ro
• riscontro con docu menti rinvenuti o con c he
• derivano da altr e fon ti , e fina lmente il co ns iderare c he
• ·mentre s\'cla i fatt i cri minosi ed i egl i noo
• iscusa sè danno . alle sue tutta
• l'improotll. della verità. • Le stes3e po i son anco confortate dalle
(l ) V. lnfra n • IX.
(t) Vol. X, pag; 98.
(Il Vol. XIU, PII- l lerJO•
' - 1'1'1-
cfun Pasquale Scuo tto , cocchiere da nolo (l ), dalle quali appare--còtn.,.ei fosse in relaz io ne d'un tal Capobian co, pri mo d'artiglieria so tto il pas!lato GovPmo, il quale in un giorno del mestt di lu $tlio t81Yl lo ri chi ese , di qua.uro o cinque carrozze per· fiicilitare lo di
• molte armi , le quali dovea n servire ad nna rea zione bor.Òonica . Lo incitò in seguito a far raccoha d'uomini e gli diceva che i denari si aspettavano da ' Roma. E quindi sogg inn ge • •.. Mi dis!'e essPre venuto il tt>mpo
• di avere danari quanti ne avess i dt>s irl erato pérchè una
• buona somma sa rebbe venuta da Roma fra qual che ' giorno e m' mvitò a rt>carmi sotto la casa del
• per vf'der la cosa con i miei proprii occhi. V.i andai
c di fallo un flio,·edl a se ra , come il Capobianco mi
• avea detto di fare; e •idi un uomo in una
• carrozzella, che portava una vali gia di pell e nera, con
c chiodi a capocch ia di ottone. Quell'uomo lasciò la va. ' ligia sotto la casa, e la vali gia fu portata sopra
• dal generale. •. Rimasi per un tratto sot to ;quella caaa
• aspettando che Capobianco ne usc isse e mi parlasse
• de'denari. Usci Capobia nco, ma per dirmi che il giorno
• appresso ad un 'o ra designata e propriamente . alle ore
• ventuna, ave ss i gu idato io stesso una carrozza. io quel
c luogo e che allora urei avuto anche una buona som-
e ma.•. Il gio rn o appresso and ai colla ca rrozza che mi
c era stata richies ta alla casa del ge nerale, ma forse per
c essere giunto tr oppo tardi, noo vi trovai più alcuno :
• la casa era dese rta. Ricordand il mi che Capobianco
c mi avea detto il giorno innanzi che tutta quella gente
• da me veduLa salire alla casa del generale dovea par.
' tire per po r tar i denari alle baode , ai bri ga nti
• che infesl avano le c-a i:np1 g oe per con to di F ranr.esco Il...
' corsi su bito alla strad a fer ra ta , ed ivi di fallo trovai
• il generale con tutti gli uffizi ali sv izzeri che a ltre volte
• avea veduto sa lire sulla ca sa del de tto generale, e nel
• medesimo tempo rividi quella stessa valigia... P.artirooo ..
- 1'78 -
(J) Voi, DI, N · ft,
, eon l'ultimo convoglio per la via di Salerno, e 11 va-
• li g ia con loro. •
Fanno par te del proces;o in quistio ne molte lettere
;tq!lestrate nf'l c:tsino di F risi a app ar1enen ti ad altro dei 'ran ces i rolà dimoran ti ; dei legitt imi ..; ti in via ti da Fran·l't
:esco H a Nap uTiOo-der apitanare quP.IJ-a co!\pirmone. Al·\\
:uni tratti della me .lesi ma che qui ri por to varranno \
1 spargere uno spra1.zo di luce su qu este ma cc hinazioni :
• • •. • Questa volta tu hai avuto 11 buon gusto di non
, parlarmi deW imnoss ibililà in cui si trova il re di ac·
• cardare ai tuoi serv igi la conveniente rimunerazione,
• ed io te ne ringrazio, poichè tu co mpr endi b ene che
• io non pote vo cred ere ch' egli fosse ridot to ad una tale
, miseria, a non avere il mezzo di ri conoscere i servtgi
, di un cosi fedele quale sei tu ed i tuoi amici.
, Il re il p1ù rovinato è sempre assai ri cco da non ispi·
, rare inqui etu dine da qu esto IMO ai suoi ·partigiani, e ·
c Francesco Il particolarmente ha dim os tr ato che il da·
1 naro non mancava. Se eg li ne ha avuto abbastanza
c sino a questo gio rn o per man tenere il suo partito e
1 fare .insorflere i partigiani che difendono la sua causa,
" egli ne avrà evideutemeute a sufficienza onde pagare
1 o piutlo!lto ri co noscere i servizi che tu gli rendi col
c tuo atta ccam en to • (1) .
Nella lettera .23- mano 1861 si legge: 1 La vostra ul-
1 \ima lettera. ci - ba lQt ti irri tati come dove va farlo COD· , tro ·quelli ch,.e ci rcondano F .- aocesco Il. Se
• Yoi non di bass() i volontari francesi , voi non
• sola mente avreste .n ien te a fare ; ma anche
1 a dire con quelle tali genti. Borjes ci ha detto altre&{
• tanto che voi , e compiange i suoi s pagouoli , e
1 tende ch e io tutto il regno delle Du e Sici!ie non Yi
l sia un Jatto per la guerra •
E in altra : 1 J. asc Jale dunque cadere un Go-.erno cb&
c non ba p1ù grucce da sostenersi e specialmente ute·
• netevi di oe ' zuavi del papa • (3).
t •, versione glodh:iale, vol. VI, te.
WLtUen l'-•• pa&. VL
LMWI H. • , '0&. u, pii( Ui
-179-
Fanno parte eziandio di questo vo luminoso
4 alcuni àocuml'nli concernenti l' inva , ig,M.A!
l Il si goo r Achille Car aw olo., cninvolto nella
1 di Fnsi a, g tà primo ·te11ente.·nell ' .es ercito borbon1co , e
f che fece. paite dt quella spediz io ne, co sì djc h1ara nel suo
l inter r ogatorio del t5 ,;ttobre f8f H (i): • Rattrovaodomì
é in Roma c irca unmèsè -addletro, IO (.'bbì orJìne da(
c generale Cl ary di recarmi.J!l 1\:hlla ·e di meuermì a
c dispos lziooe del generale Bo1js spagouol o. Giunto in
c quell'isola trovai d1ffatti il de tto g•n erale dt unita ·ad
,
c altri ufficiali esteri; e r:ion gnari dopo d:i l cancelliere
l• del con so lalo generale napoletano venne appron tato uÒ
1
le gn o ove imbarcati tu ttiiii..'numero di v•.nti appro. r
c dammo nell e Ca la bri e .•. Com e il capilauo Mereuda,
c aiuta nte di campo del .gen"rale Clary in Roma, aveallli
c che il generale Bo1j es avrebbe. caP.itanato
• una re gola re spe diz iOne, al vedere l' ing:ìn oo in Cliì' era
• stato tratto, e che inve ce di no cor no d'ar.
' mata noo si cerc ava ·in so <tanza che di capi alla
c gente che si lrovH'a in Calabr1a ed
-
'
·
c in fes tando quelle co ntra dt>, s, ,ecialmeule la Sila , mi rj.
c solvett i ben ad abh,wdonare il Borjes, non essende
• del proprio onJre d1 far ti .... • ,
;. Giuse ppe Cv riba, già capitano delta 4.a compa gnia del .\ . 0 cacc.iatori, che col Cuacciolo avea seguital6 Q
- Borjes, C1 •si si esprime nel 5UO interrog ator io :del 24 ot,. tobre t86t c Po tt' re as.$icu rare esser.: un fatto notorio
' in -c he il Comi ta to legìtt1m \sta di Marsiglia dalla
' caduta di Gaeta in poi no u ha cess ato mai di spedire
.
;
' tan to iu Roma quanto in altri puoti diverse
• per promuovere uo' insur re zion e a favore de1 BvrbooL
1 ' che quando egli ar r ivò a Mtlta il generale
• Borjes era ivi da p1ù di uo mese e me ao a modo suo
' di \ledere speditovi anche da l Comita to di lla rsiglia
' cpl quale era in relazi one. • Ha q uind i
' Ch'egli recandosi a .Malta e mettendosi d'accordo.. col
(t) VoL x. pag. s.
. Vol. X, pag. 43.
1
-180-
. 1
1
1 capitano Merenda aveva di prendere servigi o a ,·favore dei Borboni, ma io un corpo poichè
1 se aves<>e volu ' O re ndersi complice del brigantaggio
, avrebbe profittato della facilità che vi era io Roma di 1 gettarsi negli Abruzzi o nella Sabina, come unti pra· , ticavano, ai quali era agevole di ritornare in Roma • . . •
n. Processo Bishop.
Li 2 aprile t862 in Mola di Gaeta pe r parte dell'auto· ' di pubblica SICu rezza pròcMeva'si ad una perquisì· Ì tio ne sulla persona e nel•e valig ie dell' inlllese James 1 proveoieute Napoli e diretto per Rom.a; quale ì el'a del sequestro di molle carte e ' Jell'arresto del perquisito. .
Li o\ su r cessivo alla dissuggellazione del· contenente le carte sequestrate ed alla loro de· ;criziooe in pre:;eoza del Bishop .
St rinvenqe una lettera all'indirizzo del P. Seraftoo ' ,orquato generale dei minimi in Roma , avente una sot· ) toserizione d 1cente Carlo Lillo. Io essa sta sc riUo: c Ve· , neratissimo am•cn. sec ondo gli ortiini sovrani,
• unito al B shop, ho allo stesso palesato tutto il
• numero delle hl1e forze, dandogli uno specch ietto delle
c medesime olide ·fargh conùscere la ve rttà della cosa, e
• presentar lo nello stesso tempo al re, giaccbè entusia-
c smato di ciò che io diceva, decise immediatamente di c portarsi a Roma· . Noi per conseguenza pronti al
• movimento, ,1 oo11 può avverars1 senza dei mezzi;
1 vt prego di mellcre tulta la vostra energia, onde i medes1m1, per cooperaz ione mt pervenissero, perchè
• sono nece.._sa,tssimì. Farete con oscere al m1o stgnore
• elle tra tutlL i rotei che SI sono dtstioti oeUe faLJche e
• nell'a·more Vt'ISO ti ·tr()no , vi è il s•gnot' J.) ! A'goslino 1
• cb' è JOSI.èlncab1le e nt•li mi lascia un
, ebe non sia presente a tutle le operaZiOni. Pregherete
-18t-
1
c la cl emenza di Sua Maestà onde mi faccia ottenere fa
• grazia di farmi tenere dei brevetti per la nomina di
• cava lieri , onde potere adescare alcunì chésono deside.
• rosi di averiL..•• • .
Chi fosse po i Ca rl o· .{,.i Ilo; rifiutossi il Bishop di diChiararlo e dar Sllb iarnn · nt'iin proposilo. .
Venne pure seques(rala una scrittura · divisa in due colonne, con al marg ioe delle cifre numeriche co rrfspon. denti a nomi dt divers e città del NapoteLa uu, porLaote la epigrafe di specchielto della comp lessiva forza di uon•itti ottanta "'ila se uecenlo due, cioè arn,a ti t t>,aò3 ed ÌJ!er. mi e divisi nel 11t0do d& cui in appresso , che sì chiude cuu uua d1cbiaraziooe de l· woore scg ueme: • Nota
• ben e. Nel surnferilo svecch ielto ooo vi sono comvresi
1 •eulldue paes1 del Beneven ta no, paesi lim itrofi a Na.
'
• poli, la banda di G10 sevpe 11 Cavorale, oi Ctpr faoo, di
• P&looe, quella d! Romano co l maggiore cbe
1 fa parte an cora ·delle llla del baroue Cosenza (t), pifl,
• un' altra ba oda elle SI aod rà a tis:;are su t Calllaul.loli,
1 taceudoue par.e e cap1 111 che ue pren.
• dcre ùiJero ia darel.loue, non la baUt:na mola
• ed il corpo dtJ manuaJ canuon u:ra. • ·
Non VI st uggu·à, o· sJguun, l' unportaoza di questo do. cumeulu coe r èo\le mau11t:l!La 1a rt:1az10ne
i CumuaLJ bor bo uJ CI eli i1 bragauLagg&o: ella ·srt uo Juvero Gnùevpe il t:apura1e, C1pnauo La lì al a, P&lout, ltomauo; come uessi vau auo "'.1 le nt: qua zat ut:t fmgaul.ag·
811>, qu;,! J le llll.sWltl c.leUe quali SI ie luro baude è IUULH cvsa d fliJtllt:rVJ.
Ve un6 pur aoeo rauvcn ... La uua lell era firmala colla cifra
C. N., utlla quale :;t legge: • R•:;voudo ·au<t .vo:ma nce-
1
• VULil COlla pc>SLa, la qu<a le e SLiaLa p er .J.lUUW IeLLa Gal
\
f Pad.e. lu lJ.sfl iJOSI.il U.a .PaLt:r, e ver tSIJftSSO JDc.raco
• del Pad.e e s t.aw S4.:1'1LW a (l, alla
• uo&Laa amica ui .\1. t:. ullùt: padar le, pt:r COO•
• cerwe l!uaa c11e a secouua le proporrà e 111elo .
\1) v. latra, N,o ùl ..
-1St-
.
.
' tersi d' accordo anche col <li lei fratello. Laonde In 'ri·
, sta della presente, prevenilene la signora duchessa
• della preseulaziooe di tale persona, la quale gode tutta
, la fiducia del P.uJ.e. Le cwque_personij da voa spt!dtte
, qui souo lullora inoperose. •
· Per quanto , 11 H1 sho p r1fiulasse ogni cluarimento in proposlLo nou vi ri uscirà .<llllicale, o s1g nori, 11 ncouoscere ctu sia il Padrons, a elle u:nJessero te 1J10pos1z1oui e gli accordi ai quali muslt:tll!Sameow si in deLt.a lettera.
R1trovossi por aneo il bozzo di una leuera, cb' egli . stesso amn11se a' aver al J'oJijJla. Netla sttssa si • S1gnor pnuCI!-e, 10 v'IO \IO uua Jellera 1
• che ho testè ricevuLa da Ruma w rasposta ad una pro- '
• ua me ratta al re. Sua .MatSLà n a\ rebbe
• pregato d1 asstsl<.re agli sforz.i elle SI fauno pel suo
• ntorno. Questa propo$1Z aoue .era falla in
• delle npetuLe ass1curaz10oì d1 mu awa la duchessa di
• M. C. coe liCCeLLeresLe cou piacere s1lfaLLa dimo·
• straz1oue della s uma dd vostro ,:ìo Hano. •
L' uUhaale di {!Oilzla gJUùl:tJan.. p10cedeva alla descnzwue dt leLLt:te, ossenò cowe questa fobe in con quella vrect:Otamlwcuw tsao.unata, e elle quu.odl egu era alle rccut.itltLe vrovos 1e da iiuma cbe in\tuuevast aLL1ral'tl 11 pnuLilJt: To. eua; a qui:ilil il ti.snop r•un cklla curnlazu.me accermala fra gl' tncarcchi «»•fttl.disJh da i(uma , e le ''" pruposle al 1Clf'eUa. '
AUrcLLiamoci però di che il princ1pe :forella
DOU solo rU.tuLo ul prcuder queua pi:irLe alla quale tra J &IaLO anutaw, wa nuuo la JeLLe ra al b1shop, Stccome amm1stl cusLut, e rlt;unò dalla leLI.t:l'a resvoUIU wa del To1 n:ua nuveuuta Lra le:: di lut carte.
Avt:a andltl 11 tit :.huv uu mraLto in fotografia dell'ex-re Fraoce»co, sul uv1su del qual.: e1a scnLto u di lu1 uowe. !;IJ egu dtcu,uò eli.: quel uome tlt lu ·
eli propno puguo re ed Jl ntratto a lw c:ooseanato iD segno di
- t88-
Chiudiamo col dire che principalmente per questi do. eumenti venne il Bisho p, dalla popola re giustizia, dicbia: rato colpevole di . eosptrazione.
Ili. .
Processo contro Cosenza, Gallo · ed altri.
L'esistenza di un Comitato borbonico cent rale residente io Napoli, dipendente da R(lma , dal· quale partivano ordini ed istruzioni per i Comitati figliali latenti nelle me. ridionah provincie, la è co-a che riesce ancbè manifesta dal processo aperto al A.ih!!,Le Cosenza , Michele Gallo ed altri consorti di reato. ··
c Uo' analisi ( t ) e coscienzios'l delle pr ove
• raccolte a carico del harone Cosenza e di ahri, toglie
• ogni dubbio dell a esistenza in atto di una cospi raziooe
c in Napoli, dtreLta con mezzi i più sediziosi ed es iziali
• al fine di distruggere e cambia re la forma auuale del
• Gove rno. La lette ra repertata io dosso allo stesso Co-
• senza, le carte rtmen tte 10 mano del Troise, i proclami
• trovati a casa del Taocredi, alLre car te presso del Gallo,
• le testimonianze del Potenza e di altri soldati italiani
c ed ungheresi, r ivela no abb as tanza che un Comitato di ' l
c reazione eravi organizzato per funzionare per la ristau.
c razione del trono borbonico, per ecc itare j militi alla
c diser zione, per promuovere il brigantaggio , per semi-
• nare. Odi popolo il terrore e la guerra civile, meru
• scoppio di bomb e ed altri simili trovati. Che uno dei
• più peregrmi ed eHicact modi con cui la cospirazione
• adoperavasi al conseguimento più fdci le de l criminoso
• suo intento fu l'arrt rtl una bettola so tto la di rezio ne
c di Tan credi a Vtco Quercia , ove avvenivano i soldati
• del no stro eserc i1o iu copia, e si so mmtoistrava vino
• grati1 e promesse e suggeslion i per svtlgliare nei cuQri
• loro la simpatia de l Borbone e persuaderti a disertarè,;
-1St-
t t> Seoteoza della Seziooe d'accusa preao la C«ted1 Napoli, 4 GUObre it\t.
-
, Allo steaso scopo foggiavansi boni a nome di ll'ran ce-
• sco n ' e spendevansi per reclutar gente per bande • armate, per sovve nirrl i più bisognos i , per premia re i
• p1ù audaci e per di tutto darne conto al gran Comi-
• talo di Roma.
-
• Il concerto constituitosi a tal fine in Napoli -avea
c t utt i i caratteri di un Co mita to centrale che teneva sue
c corri spo nde nz a co n altri Co mit ati di pro vincia e nomi-
' nata men te co n qu ell o di Caserta, e dipendeva da Roma, \
• ove trasmetteva le sue rela zio11i mercè il vapore postale
« francese. Cad o Poli era l'o rga no di q ueste seg rete co- \
• muoica zioni, ed il suo servo Tobia Trois e , il co nlldente
• messag l{ iere che recava i plichi su l battello, Troise che
• dapprima si peritava e negava, sve lò poi tutto l' arcano
, dell e su e cla ndes tine sped izioni .
• Cosiffat ti eleme nti so no sta ti raccohi coi mezzi i piii • legali ed ones ti ed escludono ogn i sospett o di spirito , di parte e di zelo troppo esageraLo sia da parte della , polizia, sia da parte del giudice istrutto re. La critica
, più severa e più schiva non saprebbe non riconoscere J' nei loro procedimenti qu ella di g nità e quei deli cati ri-
• ard i che con ciliano piena fiduci a ne'i loro atti. ·•
Tra le carte assicurate alla giustizia di cui fa ce nn o l'ora cita ta se ntenza bav vi una lette ra diretta ad un par· ì roco io Roma, sottoscfltta Giulio Nemes, nell a quale si legge: • •.. 'Il Com1tato cen t ra le di qu i è SC ISSO a ca gione '
• che alcuni di ess i [\•m zelanti tropvo per la causa del 1 • nostro Sòvrano si opposero ene rgica mente alla risolu-
• zi one di agi re subito dopo che si sono ricet1uti gli or-
• dini da costà. • E più gi ù: • . .. Fate ritlt!llere al soc vraoo che la rivoluz io ne è dall e bande e ,
• queste po ssano salvarci aument andosi di numero al pre- \
-c 'Seme : io po i>s o dare da 400 ind1v idu i ed alt rt. beo ri · ,
• levant e numero: ora si pnò operare la che .• i nos Lri $Oi da ti chieJono esegu1 re prima 1ìl,\e gi ungano
• &Il ordini di partenza. • • .
- 185 -
Il
IV.
Processo contro D. Gionqni De Pippo.
lLe dichiarazioni fatte da Giovanni Turchetta il J9 DO· vembre t86i nanti il g iudi èe del man.damento di Gaeta, l dimostrano anch' esse come da Roma si partano le isti·
· gazioni che fomenta no le cospirazioni ed il brigantag. gio ( t ). ·
D.. vendo egl i r ec arsi in Roma, s i ebbe incarico da l delegalo di pubblica sicurezza d' adoperarsi Y a scopr ir le mene che in quèfla città si ordiscooo a danno
del Gov erno italiano: colà al sacerdote D. Pie· tro F<1rle d' Iso le Lta , infingend ' Si d'aver in persone che avrebbero parteggiato con Francesco Il, ove fos sero forn ite d'armi e danaro. A questo fine averlo il Forte indiri zzato al D. Gi ovann i De P1ppo di fi na , col quale c dovea mettersi di concerto onde fissare , quanti uomini il Comitato (furono q ueste le ,espressioni)
c teneva già pronti, quanti armati e qtJanti senza le armi,, ed anche invitarlo a venire in Roma . Portò egli l'imba. sciata al De P1ppo, che accettò l'invito e recossi in Roma . col dichiarante. Portaroosi entrambi a casa del Forte che gl' indirizzò all' ex ·commissario di polizia D. Salvatore
, De Spagnolis che fece molta festa al De Pip JIO assicurao. dolo che la eausa di Francesco II d1 breve sartbbe triOD· fata e ch'egli ne avrebbe avuto grande onoranza. Fece quindi uscire il Turcbetta , rimanendo in segreto collo· quio col De Pippo in seguito del quale entrambi furoo diretti a casa del generale Vial. Il De Pippo venne introd(Jtto presso il pe nt·rale. c' fiòpo il colloq uio di qoasi due
c ore venne fu ori il ripetuto De Pipp o e gli mostrò oo
• foglio di carl.ll ch'egli non lesse, ma vi vide anche 0t1
• 11uggello. Mostrandosi molto allegro, gli disse ch' en
' .quello un bi'eteLto rilascia togli anticipatameote ·dal ge-
. _ 186....;.
\
<•>vol. 1 , roet 101.
, nerale, che accord av a a lui grado di capitano e quello c di tenente a due suoi fratelli.. . •
Rllornato in p:;ese il De P1po tPnne frequenti r iunioni con al cuni capi mnssa outle concer ta •e mo\' imeoti rea · zi onari, Con veniva in conciliabol i un Costantino SJrcione, lìnto liberale, .gtà r-apttano di forza mobllizzata, cbe ave r mol ta forza all a sua divendeoza per Fran cesco Il , e che fida va uoa reaziOne negli Abruzzi e ad Isernra ; si vantava cbe c metteva meno a • un bic chiere di sangue elle di vin i> , ma che però • alla esPcuzione del progetto im po neva la so la eoodi· . c zione d i vo!er prima nelle mani un provvedimeoto1 ' scl'itto da Fraocez.c o H, cui quale si sarabbe detto che ' c tutti colnro i quali erano 1m puta ti di om ìctd io . , vate cole$Li ,campioni della legittimità) o reità , e si fossero ass oci ati tutti al coman do di D. .Giova goi , De Pipp o, avrebbero avuto pieua graztl\ . .• Oude avere detto documento si propose t'invio del T.1rchetta a Roma . Il De P1ppo apprt>vò il proge tto del Satc10 oe e i l Turchetta veo oe in dirizzato al De io Roma, ove p1ù non si re cò esseoctogli stato vietato dal delegato di Ponteco rvo . ·
v.
Processo coittr.o Vincenzo Antignano ed altri 124 imputati del crimine di banda armata , diretta da Vincenzo Barone, e di grassazioni, assasainii ed estoraioni.
Ved este gi1 . o com e i Comitati borbonici sien direttam ente ispirati ùa 1\oma, e come qu es ti Comttati si facciano ist igator i di Di qne st' iftigazione un a prov a novell a l'off re il pr!)CC->S'l io ' Vincenz o Buo oe ( l ) da S1nt' Anast asia, giovine su- \ ' gli anni 22 1 us citO dalle fila dell'esercito burbontco -
{1) Mila sezione d'aocusJ presn la Corte d'appello di NapGll d el l.O aottembre !86!.
- i87
c amb\ la rinomanza di un partigiano attirissi mo della
• borbonica dominazione. Ei fece centro dei movi ·
• menti il mo nte d1 Somma , ove alzata la bandiera d'un
• ribelle accogl ievàqlJàìltl so lda ti sbanìi at i iochi·
, nevoli a perdurare io quell' abitudine d1 prepoten1.a e
• di abusi , cui erano assnefatl i. l comitati borbonici non
• mancarono d' avvalersi dell'opera di questo giovane tra·
c tJiato e gli fornivano tratto tralto delle som flle per mara -
• tenere in armi gli occorren ti satelliti. La pubblica tran.
• quill ità io popolos i comuni venne scossa profondamente,
• imperoccbè gli alli di vand Jl ismo di quelle bande si .
c traducevano in estorsio ni, grassazioni ed assassinii. Lu-
c rida e lunga stona di simili reati tessono gli atti pro·
c cessuali.
• Vmcenzo Barone prendev a iU.itolo di comand ante le
• forze regie. A nome d1 Francesco Il spediva ordini per
• denaro è ne prom ettev a la restituzione. •
VI.
Processo contro Camillo OolaCella ed altri .
In occasion e del ple biscito eb be luogo una in
lCaramanico. Essend o slato 38Sìcu rato alla giu st izia il bri· gante Camillo C<J iafe lla , . egli de poneva av anil il giudice istruttore (f) cbe nel mese di novembre !860
l uPodo S3!-1Uto che Francesco Il rec lutava dei volontari si decise di andare a Gaeta ov e allora trovavasi assed1ato. Gli riuscì di penetrare in qtJella piazza e di r imaoerri tredici giorni. Io quel perio1o di tempo ebbe a · parlare piil volte con Francesco Borbone e si ebbe prom esse .di soccor3 i e di appoggt. la metà di dello novembre i viveri della piazza cominciarono a stci:hè vi fu ordine cbe toLti qu t·lli che non me zzi s ufll· ·
\ cieoti dov esse ro usci r fuori e ricoverarsi in Roma, o nella
\ provincia di Campagna ; esse rsi perciò con lotto io Roma con molti altri.
(t) l7 aenaalt tSfl.
i8S-
Avanti la Corte d' assis ie del ci rc olo di Chieti (t) esstato interrogato reazi .ne e sui massa cri <li Caraman ico e su i dtversi crimi ni che gli erano addelSrtari rispOSe:' che levò io nome ed agli ordini dt sco Il , che dopo la reazione fu al f \rte di Ga eta a rendere conto del s uo ; chi Francesco Il dopo i (atti ài Caramanico gli regalò ses.f anta dtu;at&, che in fine il titolo di gene ra le gliel'avevaÒÒìlato, ma non se lo ba mai assun to.
VII.
Proee11110 contro l' es generale Sergarcli, Ale1sandro Mich e l e d altri (A).
Gran copia di lumi pe r l'obbie tto cui mira questo la· voro si ricava rl a questo processo cbe or si matura nello stadio dell'istruttoria.
E usP bi o già uffiziale superiore nelle schiere borboniche, or detP.outo sotto il ca ri co di cospirazione ·1
1 ebbe a dich•arare (2) cbe si st rm se 10 attinenze coll'ex- t \ generale Fabi o SergarJi e coll't:X·alllere Filippo Pironti , uffiz iali nell a mili zia borbonica. Il Se r gardi lo pose 10 segreto di e11ser eg lt alla testa di un Comitato borbonico, al quale appartenevano vui personaggi raggu arde · voli , e che .aveva a luogo di riuni one la parrocc hia di San Matteo ed una cap()('lla aLtigua a quel la st ra da.
Più volte ebbe ad acc( ompa goarlo nello additato luogo.
Seppe di più che l'ex·maggiore Torre1:leros, r ifugia to a Roma • trasves ttlO da mari na io, soleva qua ( io Napn li )
• recarsi sopra bastiiDento mPrca nt•le per la piil
• ri servata da Ruma di accordo con e:;so
• e che Il Co mi tato, del q 11ale Caceva par te ,
· · upirava ben anche le operazioni dei brigan ti, tra i quali
• la btmda di Pi one, a cui non mancava d& 1pedir danaro
• ed altri 1occorsi 1omiglìanti. • • ·
(l) Ytrbale dfl dibatit!ll4'nto, 15 186t. ._. Ui) IDlt'r ropiOrio U rebbnlo lll' , llllltl Il 111001' Paolo TCIMI, 4eJeplo •puw...,_,
- 189-
· ·
.·..
E che ciò fos.q,e vero, ei soggiuoge, c lo so per un
• fatto mio pP.rsonale. Imperciocchè, prosegue, quando .
• era qui io Napoli la Commis!'.i one cause
• del b rig aota gg1 o, es senrto corsa . la .voce che energici
c provved imenti si J sptegati contro g i'tmperver·
• samenli di quella banda, é che fra le cose pen ·
• savasi di degl'Individui i quali avPss(·r·o do·
• vuto far sembi anza d i arrnolarsi alla comi ,i va dr P·Ione,
• per poi lramar insidie alla di costu i vita (vedete ' o
• signori , che i nostri avversari ci gi od .ca oo ' da loro .
• stessi), il signor..••.. , che in qu el momr. nto
• dell'abituale agente del Com talo, mercè del q uale cor·
c r ispo ndevasi con P i·one, m'im(lt'gnò ,·ivamen te a irovar
• mod o di fa r pe rve Ld re quella notizia al P 1lone , che
• avea egli mede!l imo in un bi glie tto. 1 E con· tinua accennando co m'eg li accetla ): se l'incal'ico e fa l' esse penenire il bi g-l ielto avvalendosi de ll'o per a di un taJ ·Scu· di eri , già soldato nell' esercito b ll rb ooic(l; come Pilone mandò a dire in ri sposta av rebbe desidefalo tene re ' con lui u n part icolare abboccamento.
Narra come lo invitasse, ìl .. . . .. . , a star saldo nella fede ai Borboni , ed atnrare alla s tessa Cl•Usa q uanta più gente po tesse di ogni classe, di star pro n to a1 ogoi movimento.
• Cosi la n:attina, ei dice-, in cui ebbflro a sgoÌD·
• b rare -dal lor convento di Napo li i m onaci di San
• verino, pP.r cui furil no commossi a tuìDulto i popola.ni
• di quei dintllr ni, il .. ..... al primo veder mi non ftce
• altro che so llecitarmi ad andare in qu1•l qu artiere per
• ag!liun gere la mia opera a quel laiTe ruglìo, l' pingendòmi
• con le parole: andate> sostenete il vostro Rè. 1
1\eeossi quindi a Bar i , ove entrò in intimità con un Franc ese •. •• ... • dal qu al e seppe come ei il Comitato reazionariO d i Ba ri, ta·ente a sco po principale
4i aurescere ed infervor-are le orde dei briganti• .
Ritornato a Napoli , strinse amicizia col frate •••.•.•
-190-
del Mona s tero di ... . . . .
• Scudi eri , ei dice, mi procurò
c l' amiciz ia di qu esto fra te, che vi di ben to 3to essere
c un acca ni to sob•llatore di sen tim ent i reazionari nel-
l l' animo dei popo lani dei d•v-er..; i quartieri e nelle di·
1 ve1se ca se · 1ove ba zzicava !lOtto sembiante di que-
c stuare pe l convento cui appartf'oeva, e 1 per quanto
1 mi ra mmen to, qu attro o cioqne vol te, onitameote allo
c Scu dieri , ho lenu10 abb occam ento con costui nella cell a
c del suo co nvento. Fu in questo segreto abboccamento
c che io ril eva i dalle labbra di fra te •.... come avesse
• egli spedito a Roma a Fran cesco Il il present.e d' una
c spilla io oro in attesl.ato li ella sua dcvl'ziooe; come fosse
c in rela zioue con un marin aio d i Sorrento, a nom e Giu -
1 seppe Atanasio il quale era adop erato a portare a Roma
1 la corrisponde nza r eazionaria , ed a t ragbeHare di se -
l greto gli sbandati e refrattari di leva _ arruolati per
1 Roma in seguito della qui . organiztata. • Il frate fabbricava di pastig li a 1 e al Capi-
taneo 1 che bisogna va diffonderli eume segnal i di rico-
• nosce11za fra i vari associ at i in caso di uu movimento
c reazionario , ed a qu es to scopo volle che fossero spedi ti
1 a PtloneJ come si fece da Scudieri. •
Recatos i a Roma, ve nne amm esso all ' ud ie nza di Francesco Bo rbone al palazzo Farnese; tra le altre .cose • ·mi
c disse, co si si espr ime, cbe se voleva rimanermi a Roma
c avrebb' eg li pensato o di fa rmi accoglie re nell'esercito
• pontifici o, o di mandarmi con divi&a militare atl accre·
c scer1 le fila Ilei brigan ti. • Soggiu oge poi : 1 Fu in
c una di qu elle utlien zd ricevut e dal B'1 rbone ch'ebb i a
• conoscere nell'anti ca mera del palazzo Farnese un co nta-
l dino di Case rta, a nome Salvadore.... il quale, mentre
1 aspe ltavamo insieme , ma . co nlidò che era -il corriera
1 abttuale del di Caserta.
,. - ;g-1
-
l •
Coteste importanti rivelazio ni del Cap itaneo. ap{)alono meritevoli di fede, giacchè aggravano la gi uridica di l ui posilione, e son confor tate di molti amminicoli.
· ,
Anche frà . • . . assic urato pure alla giustizia, non negò (f ) l' invio al Borbone della spilla per mezzo del marin aio Giuseppe di Sorrento, le visite del . la fab bric azione dei gigli, la dei medes1mi al · 1 Capitaoeo, il di costui viaggio a Roma.
Si noti che in quel torn o di tempo venla menato in arresto un ex-soldato, a nome ••.•.•• , git sospetto avere appartenuto a bande di briganti, e sulla persona si sorprendevano cinque appunto di quei gigli con· veozionali.
Frattanto dalla guardia nazion ale di Mn gnano veniva arrestato il franc ese .••.• •• a causa degti eccitamenti reazionari e voci sediziose cui si abbandonava. Era eg!i latore di armi e di diversi ritratti io fotografia di Fran· cesco Borbone. di Maria Sofla, del conte di Trapani , di moosigoor Gallo e di Pio IX.
Egli vico qualificato vice·cunsole di Francia/ (!) Sottoposto ad interroga to no da l prefttto della ptovin·. eia d'Avellino N1colò De Luca (3), disse che i ritratti dei quali e ra porhtore li av .. va r •cevuLi da Francesco Il Jo Rvma nt>l no vem bre 1862. Sogg iunse che di ce mbre il vice-ammiraglio Sabatelli due volte si recò da lui di<'endogli che Francesco Jl gli aveva scritto fa\'orevolmente sul suo colllo, e che il momeoto era venuto per eccitare un moviq1ento popolare, e perciò In invitava a porsi alla testa dtJl movim ento in Calabr ia , dove sa rebbero . sbarcat i da SJcilia e da :Malta numerosi cong1urati per
( t) t1 febbraio 1863 nantl Il signor 11'ranoe100 Pellelll, lapet• lore presao la questura di Napoli. · •
(t) Vl' tbale di Su:®'UaCDento di carte radatto Il t mano 1183 dal delepto d' AYelllno.
(S) Verbale t mant f&a.
- f93operare la rivoluzione; che aveva no moltissimi aMgliati per riu sci re nell'intento. Soggiuose esserv i io Napoli un Comitato borbonico molto pericoloso, il quale lavora io· eessa me mente e corrisponde ron tutte le provincie per mezzo di em1ssar i che sono di continuo io Due co· Joon elli svizzeri pensio nati aver ttln tato d'indurlo a preo· dere il comando del mov imen to . stessi vtnoe con· dotto presso un antico gene rale di Francesco· Il, il quale si mostrava determinato ad ogni eccesso • ed assicurua di ·aver parati i lazzaroni a scannare tu tti i Piemontesi. Egli si rifiutò di pre ndervi parte, indig nato per tali propositi, risp<indendo non un brigante J)t!r maccbiarsi rl tal punto. Principa li is tigatori essere gli uftlziali svizteri oggi in ritiro e i generali borbonici riliratisi j o 1Roma.
Ammise di conoscere i membri del Comitato di Bari, aggiungendo che 1ul 1uo onori non potea Disse che eguale Comi :ato esJsteva in Fogg ia e soga-ioose che la Commissione parlamentare d'i nchiesta per mero miraeolo sfuggi ad un agguato tesole dei briganti per opera di tale Com itato; cbe do vea segm re a poca distanza da Fo!!gia e che fallì per lo sbaglio di una sola ora di tempo.
• Domandato se conosce che in Roma vi sieno riuniti
1 molti individui e se s1eno armat i per tentare qualche !
1 inva sio ne, rispnse ch'egli stima il numero degli
• rinnili da tutte le eontra J e d'Enropa ascendere a circa '
• iO 000. Che l' armamento di esst è già Cl'mpletato,
• ma che però manca loro tlll capo idonèo, e quel ch'è
• pui manca io quell' accozzaglia il coraggio e la disei-
' plina•. . Gli arru ulati ptr la ptù pa rte souo spagnnol i , 1
1 bavar esi , irlandesi, pochi legi Ltimi sti francesi, aleuoi \
• e mtlane"i e II)Olli napo lt·taoi. Ha spontaneamente . • soggiunto che II gli diceva il bri vaotaggio comporsi in que!lte provincie. io parte di onesti a lui devota . Che i briganti oft'drooo allo stesso Fran· ceseo t6,000 ducati , da lui dignilosamentt rifiutati. •
l
VIII.
Processo contro Pilone pel r icatto del mal"chese Avit à bile.
BPn ennos.cete, o sivnori, quanto rumore levò il ri catto del marchese Av itab de operato dalla di PiiQoe. Riacquistata avendo il medAS1mo la libertà mèdianLe lo sbo r,;o d'una somma di denaro, sporse alla pu. nitrice gin•tizia querela ( l ) per qu el crimine auddcissi; mo. Da questo documento, cui conviene agg iu star fede in considerazione della persona riSpettabilissima da cui pruviene, emergono alcune circostanze che sarà prezzo dell'opera 11 farvi presen ti.
Nel mattino del gi<-roo 30 gennaio !863 essendo egli uscito dal s uo rasino di Torre del Grt>co onde cacciare , in on suo fondo, si vide circondato da più persone armate le quali gl'imposero di gettare a terra il furile e gli disser o di doverlo accompagnare dal loro capo c(lf)(l. lier Pilone. • Salim.mo (ei dice) verso il Vesuvio, e
• -all'Angolo inferiore del bosco di pmi di proprietà del>
1 signor incontrammo un individuo armato, C01l
• eappello alla calabrt>se, con prnnacchio bianco e ·r osso,
c se non t>rro , avt>a giacca bleu e calzoni color rubbia
• con fa scia. Gli pendeva una med3glia sul petto ed avea
• qualche nastro su lla giacca, simbolo di ordine cavalle.
1 resco. •
Prosegue narrando co me Pilone facesse scrivere dal !t»' segretario e firmare ·da esso querelante una lettera di .;.. chiesta alla d i lui fam iglia di venti mila ducati; come quel capo brigante lo mina cc iasse se non •e.oiq pagsto nella sera. Soggi uose dice l'Avi l ab ile) d1
• egli (Pi'one) fJgiva per disposizioni venute da ROtrUI1
• che dal momento che i Comitati borbonici di Napoli
• aveano eaangiato persino i due mila d1ACllti cht Fr,...
-194
fl) LI 5 febbraio IIGJ OAnl! Il giudice tstrultore CArlo CipoHa.
c cesco Il gli avea rimesso per munizioni, il suo corri-
• sprmnente gli dicevo da R oma che il padrone permettet:a
c a lui di avv 11 lersì di tal mrzzo per f(rr d1tna1'o quando \
• 118 manc11na pel della banda . Mrlece lt>g·
c gt>re m gm s ltti l'.az wne uoa lùwa lettera da Roma, dalla
• qu de ri hwavan;;i div e rsi che tutti con pre-
• cisione non ricordo. I pru1c•pal i erano che il padrone ,
• Francesco) volea conoscere i suoi g lori l•si co m-
• battim en ti e vol eva c he io essi noo avesse troppo espos to
• la sua vita; che avtsse subito maudato la sua
• signora ( " ioè la moglie) io R••ma, co n la famiglia, ove
c non bisogno d1 porla •ealtrochcivestimenti;che
c il padrone permetteva di servirsi del mezzo ... per far
c danaro. Rra scriLto poi: e voi mi capite ... ed
• geva di nvn potergli parlare più chiar am ene. Pdooe
c tradur-eva quPste ultime fras1 interrotte nel
c di fare ricatti. M1 Ieee leggere pur un d1ploma , ma
c non ne ricor·clo il tenore, pokhè in quel momento ve-
l dendo sceod er e dal Vesuvio utto o dieci individui che
c mi sembrarono te me :ti della vita. Pah•ne
, però spinse immaolinenti una ricog-nizione e
1 mi disse: taon abbiJ1te timore . se s..mo i profosn, all o ·
1 deodo ai sol·lati. vi sono avanti gli ollri campagni i
1 quali li faranno stare a dovere. EsRi sono passati que-
• sta mattina poca prima ài noi e non ritomeranno più
c per questa giornata. •
Non sarà poi iuulile che fermiate il pensiero su quest'allro brano della deposizi one Avitat•ile: •... Dopo
1 111 discorso incominciarono quasi tutti i a
1 dirmi che se pel mio riscatto soffriva il di
• sborsare una forte somma, quella mi sart:bbe stata
c utile per la del Cavalie r e Pilone, la quale
1 urtli potuto implo rare al prMsimn ritorno di France-
l sco Il a primavera; mentre i TedPschi averaoo fatto
c sapere a Vittorio Emmanuele che se per tutto marzo
1 non and ava egli a Veuezia sarebhero essi and-ti a To·,
c rioo. Cbe io quell'epoca noo essendovi io queste pro-
• Yiocie piò di trenta mila soldati piemontesi (ch'essi
- 195-
_
•
c chiamavano ladri) sarebbero stati scaBnati dal popol o
c e dai sold ati st essi delle nostre provincie che si tro·
• vavano u ni ti ad essi. •
E qui osse rvate , o signori , di qu ali fole la renione alimenti l' imma gmuione e le speranze di questi sc iago· ra ti ; e voi cbe nella vost ra pe rlus tr azion e ud iste e ve. .deste con quanta ed ard orP- i gi O''ani cosc ritti napoletani si stri nga no att orno alla bandler.a dell' unitA italiana, d ite. s'egli è possibile, che impugnano a guerra fratricida quelle armi che loro ha consegnato la patria.
IX.
Proeessura eootro il parroco Maocioelli (B).
Il parroco don Mic bPie Mancinelli venne trad otto in potere della per reato di cr.spirazii'De. Diverse
· lettere vennero sequestrate in sua casa dall'autorità di pubblica sicurezza.
Tra qu es te ve n'ba una, che il Mancioelli dichiarò es. sere di s uo fra tell o , a lui dirPlta. !lcritta evidentemente da Roma , datata li 30 dicembre [o essa si IP pgono qu esti VPNi c . • ebbi la tua del 20 con r•tardo per mPtZO
c del la legazio ne. Ml il tub o con gl' in di r izzi non 'mi 6
c atr.. uo perven uto. Ma perchè non servirti deUa 1tu11
• legazion11'1 ... Ho con:;egnato al card inale la tua lt!Llen
c e gli ho man•festato tut to l'accaduto. Egli attende·&
c si08a mente gl' md irizz i. , .
Interrogato in proposito il Mancinelli (t) disse che la legazioni iod icala m dett:l lttlt> r:t crede sia la legaziop& pru,siana che ge11tilmerde &i pres ta pPr far r ispa rmi are te spese di posta. Quanto agl i indirizz i dtsse ch'erano da lui diretli al papa ed al cardina le Rumo Sforza ed erano Ormali da tutti i parroci di Napoli; semb ra però pro. babile come l'opina il Pubbhro Mmi s tero che dl· retti a Fran cesco Borbone , giaccb è è or a sparso nelll
-198-
meridionali provincie un proclama del medesimo col quale ringrazia quelle popolazioni degl'indirizzi inviati gli. ·
x.
Proceeso cootro Hirt, Florio, ed altri (a).
Li 3 marzo . !863 dall'autorità di pubblica sicurezza veniva. arrestato . nei di ntomi di Portici Luigi Florio sul \ quale pesavano forti pe' suoi aggiramenti con per· . sooe reazi onarie. Pe rquisi to sulla pers ona, gli si rinve · 1 niva una lelle ta datata da Roma li fl ft>bbraio 1863, t firmata vostro Anselmo; per i ndirizzo non avea che la parola Portici. Essa è del tenore segue nte :
c Signor Giosuè. - Riscontro la vostra onorevole del
• t8 corrente, e prima di venire alla spiegaz ione d elle
c vostre domande debbo :. parleéiparvi che per ora può
• SO!tpendersi il vostro via:ggio, dappoicbè sarà più utile
• dopo che avrete avuto abboccam!:'Dto con la persona
• cbe v'indicherà il latore, cui lo stesso avrà l'amabilità
• d,'accompa!Znarvi. Spero sarete compiactnte a quanto
• vi ho indicato senza-affe r ire ulteriori difncoltà del tutto
• contrarie ai vostr i proponimeoti ferv idi ed effi·
c caci e senza se nverne o parteciparne a cbicbessia
• per t'ostra &icurezta •
Il Fio rio a·mmtse d'aver ricevuto da Roma detta lel· tera, e di sse rhe dovea consegnarla all'amico di Portici , · ossia svizzero signor Hìrt, il quale per
me zzo suo avea già ri cev ut e diverse leLtc:re dallo Aoselmi di Roma.
Sul F lorio, sull 'Hi rt e su altri pende or di CO· spirazione. Proceeso cootro la Barberioi -Sciarra (cf.)
Henò gran rumore l'arresto della principessa Barberioi·l Seiarra che si operò dJila solerte questura di Napoli aUa t
t!'l-
l
•...__..,.
stazio ne d'lsoletta. Tra le diverse carte che le si rinven. nero nella perqu isizionP, ·so nvi t1·e lett.-re in c•fra; le quali vennero dec1 fra1.e dall'autori tà suJdetta e furoo r ese di pubblica (i ) . Appare da ti e e vidl'ntemente dirttte da Napolì a Roma, l'organam1mlo dej Cvm •tati borbonici, i quali, per precauzione, noo si •·iuoiscooo che nel numero di tre per:Sone, la raccolta di de naro che si fa da loro per la reazione, l'invio che se n'e fa .al Bor. bone, il camuffa rsi dei reazionari sotto la r ve r« ' pubbli· cane. Vi si legge ioollre: • Stamane bo r1cevuto una let· c tera di Ria rto, la quale d ·J vrebbe togliere ogni scrupolo . ' ai preti l '
XII . ·
Processo contro Farneraro ed
Sospetto era alla questura il Farneraro per i suoi se· greti ap-girameoti e per la fama di borbonico; fece la med esima sorprendere, li febbra io ultimo, un giovine marinaio che a co!(tanti intervalli reca vasi da lui, men tre era accompagnato dal tiglio del Faroeraro: venne rinvenuto detentore di tre IHtf're direue a Roma, due delle quali con vari nomi in cifre num eriche che acceo. nano apertament.e a macchinaz.ioni reaz•ouarie, qua_ll il Faroeraro è intrigato (2). In una di queste lellere ·si parlava di una nuova c1f ra rice vu ta non guari innant.i da Roma. ·
Era cotesto ma•·inaio in intima relazione con un Luigi Aniello. Paquisita la di costui ab itaz10ue, vi si rinveDo nero varie carte di mistPr iosa scrittu •·a ed una chiue• numerica , che dalla questu1·a vico creduta senza fallo quella spedita da Roma. ·
In altra delle lettere sequestrate si leggono i seguenti periodi: ·
....
Dopo di aver vi sto il generale da voi designatomi per
• comandante Le forze militari , vi dirt!Ssi una mia con la
( l ) Sop(lll•mento straord inario al Giornal e di i3 gennaio 1883.
(J) Jlemorall!tt&m della queotura d i Napoli alla liom'lllssiooo d ' illcbìt«&.
-198-
(
-..
quale vi prega\ta presentare al piedi del trono del nostro
c augusto monarca i sensi della mia divozione e tedelrà, non
• eh., le poche condizioni elle sotto metteremo il generale cd
• io per darei all' opora.;. Abb iamo pochi uomini e questi,
• abbenchè val essero molto, non sono abbastanza decisi di so-
• stenere la oo3tra causa, se prima alcun di loro non sia ve-
• nuto cos tà per as:.i curarsi delle disposizioni che a loro fa-
• voro veggono nell' animo d- l nostro re . l o ho creduto spin-
• gere cento diciotto (numero o nome convenzionale del
• porgitore della let tera) perebè al più presto possibile facesse
• vttoire a voi uno di loro. Ora mi resta solo ripeterv i in
• breve a quali condiz ioni il generale accettPrebbe la mis-
• siooe. desidera degli ordini di rett i da S M. il re. De·
• sidera lo stato efMt ivo delle forze che dovrebbero
1 dip endere dai su oi ordini ....
1 Per la mia parte vi sottom etto pure che desidero un aH·
• togra fo di S. M. il re , e ciò non deve d ispiacervi pemhè
al mio giu't'amento che ml ·liga alla . sua per· • sonà, ed i posteriori li atkud .. rò da vol. Desidero sapere • anticipatamente con chi io debba trattare , e nel caso ab· c bisognassero mezzi da chi far capo , giaechà gJI ooesli
• sudd•ti sono es&us&i anche per le infelici dei • tempi •.
L'operoso questore di Napoli in un suo memorandum, che vi rassegnava, sulle cospirazioni reazionarie acodaW autorità pol itictl di Napoli, vi diceva con molto senno: 1 Da questi nuovi ar1fanamenti del par tig iani della
• caduta dinastia , non è però a derivare alcuna sfavorevole
1 induzio_pe SUllO Spirito pubblico degli abitanti di queste COO·
• trade; poicbè è sem pre nella stessa classe di perso ne, è
• sempre nella degli ufHziali e degl'impiegati del pas-
• salo regime che si reclutano i cospiratori ed i briganti. Ed c io quella vece le processure anzidt>tte servir debbono a ri-
fermare un principio general e, ebe g1à la pubblica coscienza
• ba da più tempo proclamato, ed in cui f• 1rse si riassumono
• le diverse discussioni int orno al brigan taggio, cbe, cioè a
Roma sia la causa di quante insidie s i ordiscono al Go-
veroo italiano, e che la pace di qu esta parte d' Ital,a ·non
possa, essere assicurata che a cominci:ue In
cui, con la espuls cooe da Roma dell'ultimo Borbone, sia • disperso il centro principale delle cospirazioni ie...
•
1'99
•
•
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•
XIII.
Atti d'istruttoria a seguito del fatto dì Luco .
Nel principio de.ll' aprile dell'anno !86! . una masnada dì briganti organinatasi nel al dominio de a-poiì1elfèì, varcata la frontiera, assaltava .il distaccamento d1 truppa stanziato ma, avuta la peggio, riguadagna ti i monti e ripassa tòìl Liri, si trasse in l'icuro. Altri però dei briganti caddero io mano della forza italiana.
Uno di essi vestiva cappotto militare, aveva una tasca a pane con entro qualche cartuccia , molte carte tra ·le 1 quali la n9ta degli individui componenti la banda. f Egli era un Padulli , già sergente nell'artiglieria deJ. l )'esercito borboòTCO, disertore dell' italiana. Am. i mise d'aver fatto parte della banda. Disse essere stata sua ferma credenza cbe la spedizione dovesse composta da ex-soldati e comandata da: ex-ufficiali nt· potetam ; tardi si accorse di in mezzo ad una maI snada di assassini. Disse cbe gli arruolam enti s\ fanno l da un certo in Roma, che abita io l Ca,mpo de' Fiori, e che gPìniilviaui così arruolati a pie· 1 1:olrgrujl'tìi di lO a u; vengono avviati a un dato. punto · di convegno. Nel mattino del 2J marzo antecedente essersi riunita la banda nel R.ilRQ-<lLAtc.toazzo ove trova. vasi apprestato un carretto. Arrivato un pr.ete, fece scio\ gliere i sacchi che si trovavano sul contenevano \ fucili, sciabole e pistole. Più tardi furono loro distribuili f i -carpotti militari e le tasche a pane; i cappotti banner le mostrine gialle (t). • Altro ilegli arrestati è Raffaele Brandoli. Disse cbe la banda proveniva da Roma per ordine di Fr.mcesco Il; che tendeva ad u nirsi a quella capitanata da Chiavone; ciascuno degli arruolati riceveva la paga giorJ)aliera di venti baiocchi oltre i viveri (2).
\ (t) Rapporto del maggior Reverberl al In data l aprile lt6t. (t) 7 aprllt Danti U deltpw di CIY!Itlla aov•;
- !00-
Il terzo ·arrestato è Antomo 1ucaro d'ann i d' un cap itano di cava lleria dell'esercito borbonico. A Roma, ove egli fu ed · ove fac-eva nsi arruola menti per conto dil' Frances co II a du e paoli al gi orno, s i ascrisse ai briganti . Uscito da 2 apriTe, ne trovò tra via una ventina ; lu ngo il cammino il numero s' andava ingrossando. A metà strada, da un prete, ex -cappella no dei lancieri bor· bonici, si distribu irono fucili , sacchi a pane, za ini e cappotti ad uso militare (1).
XIV .
Processo contro P iazza, Minutillo, Papa ed altri .
Se i documenti de i qu ali sup eriormente vi fa cemm o cenno addimostran o la complicità di II col briga nta ggio, quell o che or vi trascri via mo prova invece
l' intima relazione col medesimo del Governo pontificio. J \
Questo documento consi ste nella deposizione del carabi _l n ie re Pozzi .\.0 Bernardo, da Co mo.
• Io ftl i, ei dice (2), nell'attacco coi briga nti al luo go
1 detto Fos1o della Neve nella ser a del primo luglio pros-
1 simo passato; fui con cinque soldati \
c dell' U.0 di linea, po1ch è il numero dei bri gan ti era -
c molLo super iore al nostro, e fummo colti in una cat·
c tiva posizione presa a causa della pioggia.
c Qu ei briganti' cbe a capo avevano il famige ra to Fran-
I cesco Piazza , detto Cocitto, mi tennero per circa tre-
c dici gwrni'per le moot11gne , come pure q uei $Oldati,
1 senza però farci alcun male. Poi fummo consegnati ai
1 gendarmi çonfin i dello Sta10 ròmano.
• Cond otti di poi a Rom a fummo spediti al deposito. IL
• co ma ndante vo lea che io p rendessi se rvizio
1 nelle tropp e papa line, ma essendo io s tato fer mo nella
• negativa, fui a capo di nove giorni imbarcato per Ge· •
{t) Inter rogatorio 9 aprUe tU! nanti Il si ndaco d! Civitella Roveto. \
(l) Suo del iO agosto t86l nanti il ghlliice de! mandameoto di Gaeta, volume Il, foglio ti.
Brigantaggio. U
- !01
i\
o •
, nova , e così rimasi libero. Con me furono imbarcati
c pure tre di quei soldati, mentre gli altri due volonta-
• riamente si ri'mas ero in Roma. • • :
Passa quindi a parlare dÌ imp particolari e di diversi briganti fug jliti: • ... quando erano"stati s pediti ad in-
• cont•·are un tal e che dovea venire da Roma con gli
• ordini a riguardo mio e dei soldati. •
Un di co sto ro, Alessandro Saramiero, suo interrogatorio ( t ), precisa men te depone di essere con altro della banda fugg ilo: • ... qoaDd o fH mm o spedHi ad incontrar
c una slaffotta che veniva da Roma con ordini relativi
c a taluoi soldati che quella banda aveva presi in -un
c attacco. •
Non vi sruggirà, o signor i, l'i mporta nza di queste de· . posizioni. I briganti varcano il confine, catturano i nostri soldat i, ripassan o la frontiera; e a chi li const>goano' Di etro qual ordine 'l Ove son dessi tradotti ' Quali le isligazi on i che loro si usa no 'l Ma dunque i gendarmi po nlifi cii tratta no a paro, si consid era no come alleati, come l'istessa cosa coi briganti 'l E il Governo del papa conside•·a buona preda, legitLima la loro cattura' E si suho l' nano i nostri soldati perchè abbiano a rompere la fede g iurata'!
Questo fatto ben panni, o signori, il guizzo di un ba· leno che rotto le tenebre svela un baratro d'infamie t ·
Proeeaeo ebntro monaisnor vescovo di Foggia.
Se i docum Pnti superior mente indi cl ti vi dimostrano come Roma poli tica sia nemi ca al Gover no italiano , W. ì leraodo , - aozi i ncoraggiando le cospirazioni che si ordi. scono da Francesco II e dalla Sllla Corte, e pltstando ero ficace aiuto al brigantaggio, il processo del quale ora
-
xv.
( i) Volwne I, foglio 32.
tengo, par-Ola vi dimostrerà come egualmente ci sia ne- ' mica Roma relig iosa Roma cattoliCa.
Voi tien che li iO dicembre 1860 si diedero in Roma dalla Sacra Penitenzier ia ad alcuni dubbi pres entatil! da alcuni vescovi Italiani.
Voi pure sap ete come la pubblicazione e l'a ttivazione d i quest i responsi venne consideraLa reato dalla Corte d' assisie dì Luce ra, la quale inflisse a mo nsignor Fra·! polla, vescovo di Foggìa, la pena di due .an.n Ldi ca r cere.t Secondo gli stessi oon è lecito caoL1re il Te Deum in occasione della proclamazione del Governo il ali an o o di altra analoga circostanza; recita r e nell a messa o al tre sa· ere funzioni la colletta pro rege; prende r parte all a fun· zione re lig iosa per l'anni versano dello Sta tuto , illumina re la propr1a abitazioue per festeggiare il Governo italian o e indossa re co ccarde o fascie tricolo ri; i nvitare dal ·clero le autorità govPrnative alle funzioni eccles ias tich e ; arruola rsi :ij la guardia naz ionale. Solo posse tollerari milites civicos .coactos qui milieiam absque gravi damno seu inc om· moào· deserere nequeunt, dttmmodo tamen animo parati sint, eam desertre cum primwn pote runt, el i nterim absti · nere ab omnibus actibus hostilitatis in su bdi tos et milites legitimi principis et ab actibus contra bona jura et per· sonas ecclesiasticas . Non esser lectto a' pa rroch i dare gl d elenchi chiesti pe r la guardia naziOna le o le va militare. t Potersi tollerare !a r.iteozioue dell'nfllcio di consig lie re e di magistrato municipale, dummodo municipales se abst inean' a prces tando juramen to jua; ta forma m a Gttbernio invasore proposilam . Potérsi co nco rrere a ma g iste ri , sem· pre astendendosi dal presentare adesione al Governo in· truso, e da l fare qualunque atto che te nda a ri cono scerlo. Po tersi conced<te dagli ord inari agli amm in istr atori dei luoghi pii il permesso di accettarne l' uffìz io : dumrrwtlo ex inde non adhcesio Gubernio invasori aut juramenta&um fidelitatis juxta {ol"mam ab eodem G11bernio propositam ..... et wm dependentia ab episéopo, seu ab or· dinario loci rationem reddere teneantur. Pote rsi to lle ra re la i:i tenzione e l'assunzione de gl'impieghi : dumm odo non
..
!03-
- !Otagatur de uffìciit quaJ directe et proxime influunt in spolium , tJel in ejuMem spolii manutentionem; non essere pe rò il giu!ai!leQ!Q di ·fedeltà ed obbe dienza a Vi t· torio Emanu ele Re d' Italia e suo i success ori , all' osser\ dello Statuto e delle leggi dello Stato. Doversi ne·
1 gare l'Euc arestia, le esequie e la sepoltura eccl esi asti ca ai censurati per causa politica.
Allorqu and o però si tratta dell'int eresse pecu niario del clero vediam o che la Sacra Penitenzieria tos to si piega ad una insolita indulgenza; invero la stessa concede Ili pa rrochi e agli altri eccles iastici, i quali sono stati danneggiati nelle dec ime per le ab olizioni fattene dal Governo di poter percepire i compensi assegnati dallo stesso Gove rno.
Questa mostruosa confusione della religione colla politica dà i suoi lristi frutti nelle provi nci e mer idiònali, ove il cl ero è in gran parte avverso al nuo vo or dine di cose, e le popolazioni, più cb e divo te, su perstiziost>.
Nella vostra pere gr inazione in quelle provin cie. ben Yi siete convinti come questa attitudine ostile di Rl) ma e del clero sia fomite possente di brigantaggio. Questa ve- · rità che dimana dai molti ss imi documenti che avete rac· colt i , emerge in mo do assai splendido da uno recentissimo trasmesso dal comm• ndatore De Luca, preMto della
1 profin cia d'A vellino. ----
\ Si è questo L'interrogatorio sn bito li 23 febbraio 1663 in Gesnaldo dal capo bri g:wte Pasq uale Forgiooe., oanli la Commissione del mandamento di Fdgento per la di· struzioue del bri gan tagg i{). Ne riferiamo testual mente aJ. cuoi brani
Dom anda . Con questi con vinciment i percbè non vi siell pre sentato voi ed i vostri compagni , pe rsuasi che odiati da tutte le popolazioni la vostra vita era io perico!o ogni JDOo mento 't Stùrno (i) stesso in timorito dall'esagerato numero del) brigant i che si diceva circondavano il paese, a ppena ·cbe sgombro di due ma lfatto ri che vi entraron o, rialzava i stemmi
( l ) Era stato invaso dalla banda cui apparteneva t'interrogato.
• . • . . • . . • . • . . . . •.
Vittorio e benediceva il suo nome e la unità italiana. Rispo1ta. Noi com battevamo per la fede.
D . Cbe cosa voi inte ndéte per la fe.de 't
R. La santa fede della nostra
D. Ma la nostra religione non i furti, gl'incendi, le uccis ioni , le sevizie e tutti gli emp i e barbari mis fatli che ogni giorno consuma il br igantaggio, e voi stesso coi voslri compagni a.vete perpetrati 't
R. No i combattevamo per la ftde , e siamo benedetli dal papa, e se non perdu ta una carta venuta da Roma vi convincereste cile abbiamo combattuto per la fede.
D. Cile cosa era qu esta car ta '1 .
R. Era un a carta· stampa ta venuta tla Roma.
D. Ma che conteneva questa carta 'i
R. Diceva che chi combaae Pt:r la santa causa del papa e di Frances co II non commette peccato.
D Ricordate cbe altro conteneva detta carta 'i
R. Diceva che i veri briganti sono i Pi e'montes i che hanno tolto il regno a Fcancesco II, che erano scomunicati essi , e noi beoedelti dal
D. In nome di chi era stata fatta quella carta, di quali firme era segnata 't
R. La carta era una patente in nome dl Francesco II e firmata da un generale che aveva un altro titolo, che non ri· oo rdo, come no n ricordo il nome; vi era attaccata una fet tucci a con suggello.
D . Di colore era la fettuccia e il suggello, e che impronta il suggello offri va 't
R. La fetLuceia era color bianco come tela; il suggello era bianco coll'impronta di Fran cesco II e delle lettere che dicevano Roma .•. : •
D . Non potendo ammettere nè cons entire che il papa possa benedire tante iniquità, né che FraoC€SCO n abbia potuto Vi· Jipendere la djgniul di re ordinando om icidi, grassazioni, incendi , quando anche questi mezzi , l' umanità disonorando , avesser potuto fargli sperare il riacqu isto del trono, però non può essere che una favola la vostra assert iva .
R. Essendoché avete fatto venire i bersaglieri e che sarò fucilato, persuaso come sono di morire, vi assicuro che ho tenuto quella carta e che è verità tutto queno cbe vi ho detto contenere, e se altri, come me, sarà arrestato, vi convincerete allora che non ho mentito.•. • •
:_ ·io5-
..
D. Che abbiate tanto ben ligata al petto con un nastro una piastra di Fra ncesco II come medaglia non fa• meraviglia, perché credevate, ttccid endo, ru bando, oombattere per lui. Ma co me consumando tante scelleratezze, potete tenere a testim.,ne di esse, e di rei anche a ·complice, scempi a non fosse questa parola, la Vergine Santiss ima, pòrtando appeso al questo in sudicia to abitino colla sua effig ie del Car· mio e Y È cosa ch e fa crede re la vostra religi one più emp ia e sce ll era •a di quella cbe potrebbe av ere un demone , · se i de· moni potessero avere una religione l Non è questa· la più infe rnale derisione che possa farsi a Dio Y
R. Io ed i miei com pagni abb iamo la Madonna nostra-p rotett ri ce, e se a ve va la patente colla ben edi zione non sarei stato certamen te tradito .
Ed essendo gli annunziato che si approssimava l' ora per lui fa tale, risp onde:
• Confermerò anche queste stesse cose al confessore che spero mi sarà accordato. ,
Firmò qui ndi il processo verbale.
È opera per duta l'aggiungere parole all'e loquenza di que sto documento, che di mostra l'aberraz ione ed il p.erve rtimento morale cui si abb andon ano questi inli>lici, che, fana tiz zali da un clero propugnatore di guerra ·empia, ladra e fratri cida, credono di fa rsi campio ni della . fede !
XVI.
Processo contro i complici e manutengoli della banda cap itanat a dal sergente Ro mano , di ·Gioia.
Non dissimili sono le risu lta nze che si bann o da que· sta processura.
La banda comanda ta dal sergente Rom ano, terrore del paese di Gioia e dei territorii limitl'ofi, cadde disfatta il ti genna io ! 863 so tto le sciabole dei bravi ca\alleggeri di Saluzzo , i quali furono efficaceme nte coadiuva ti in
- !06-
quella avventurosa giornat a dalla valorosa gua rdia .nazio · naie di Gioia.
Ben ventidue brigaqli rimasero estinti sul suolo, aUri due furono catturati.
Sol cadavere del sergente Pasquale Romano venne rin· Yenuto il suo portafoglio e molte altre carte delle quali non potrl sfuggirvi l'importanza.
Vi ba in primo lu ogo il giura mento di fedeltà che si pres tava dai briganti all'atto dell'aggregaz ione alla ba nd a, documento che inte g ra lme nte io qui trascrivo, osservando che lo st r.sso è seguito da una nota di ottanta briganti, sotto la denominazione di giurati alla fede cattolica.
Atto di giuramento e di redeltà.
c Nel momento medtlllimo da disposizione superiore si con· forme che nell '3nno, mese e giorno noi .tutli in di voti contestiamo il presente atto di giuramento e di fedehà con le seguenti condizioni da noi stabilite con i presenti articoli .
• Promettiamo e giuriamo di sempre difendere con l'efJu· sione del sangue Iddio , il M>mmo pontefice Pio IX, Francesco 11, re del regno delle Due Sicilie, ed H comandante della no stra colonna degnamente affldataglì e dipendere da qualun· que suo ordine , sempre pel bene de' sopranominati articoli; cosi Id dio ci aiuterà e ci assisterà sempre a combattere con· tro l ribelli dèlla santg
c Promettiamo e giuriamo ancora di difendere gli stendardi del nostro re Francesco Il a tutto sangue , e con qut:sto di farli scrupolosamente ed osse rvare da tutti quei co· muni i quali sono subornati dal partito liberale.
• Promettiamo e inoltre di non appartenere a qualsivoglia setta con tro il voto unanimam ente da no i giurato, anr.be la pena della morte che da noi afJermaUvamente si è stabilita.
• Promettiamo e giuriamo ehs durante il tempo della ,no· stra dimora sotto Il comando del prelodato nostro comandante distruggere il partito de i nostri contrari i qua:li. abLraeeiato le ·bandiere !ricolorato sempro abbattendole·con quel celo ed attaccamento che l'unanimità dell'intiera nostra colonna 'la sopra espresso, come abbiamo dimostrato' e dimostreremo
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tuUavia sempre con le armi alla mano, e star pronto sempre a qualunque difesa per il nostro re Francesco li.
• Promettiamo e gtUriamo di non giaDlmai per essere ammesso ad altre Cùlcinne dt>l noslro partito medesimo, ' sempre senza il permesso dell' -anzide-tto nostro comandante per effettuirsi un tal passaggio. Il presente atto di giuramento si è da tioi stabilito a conoscenza dell'intiera nostra colonna tutta e per non vtders i più abbattuta la nostra santa Chiesa cattolica romana, l! della. difesa del sommo pontefice e del legittimo nostro re. ·
• €osi abbracciare tosto qualunque morte per quanto sopra si è stabilito col presente atto di giuramento. ·
c Fatto e stabilito nel giorno, mese ed anno, oggi !O ago· sto 186!, e firma to dal proprio pugno dèl signor comandante della colonna nella nostra presenza.
c IL CoMA-NDANTE SuPERIORE , •
Onde conoscere poi qual gente si fossero cotesti giurat i della fede cattolica valga una testimonianza non sospetta, quella dello stesso loro duce.
Nel suo portafogli si veggono vergate alcune nole di sua mano. Il titolo melanconico sotto il quale sono regis trate è questo: le mie disgrazie.
Ne traseriviamo or igi nalmente alcuni brani=
c Dopo un anno incirca di boscosa solitudine un di s i pre-
• sentono meco tredici masnadieri, iodiv.idui
• armati, accennandomi essere difensori dt Francesco II · e .
c della santa Chiesa· cattolica ro mana. Io far com -
• pagnia in taltl ogg-e Lto onde i sovra citati diri tti
• esattamente, ai quali era ben disposto da molto tempo, éome
• a tutti è ben noto , accog lie va de tti uomini e con tutto zelo
c .incominciava subito ad occuparmi a tutto quello che mi
• conveniva. Al che questi mi accettarono per loro capo, do ·
• vevano stare sotto la mia obbedienza per tutti quei buoni
• oomandi che da me si emanavano pel bene del nostro re
• e della propria vita.
c Ma siccome in quest i esisteva il solo se ntimento ·di ru·
• bare e non mai quello di farsi onore di eguaglianza al mio,
• incominciavano ad agitarsi contro me, permettendosi dire
• fra ai loro stessi ; 1lOÌ siamo !'Sciti in e 1iamo
ca gi fu si eh e , no di del col
- 208. . .
l
• chiamati ladri 8 dobbiamo rubare, e se il nostro capo non fa come noi .diciam o, mala morte farà oppure re3terà· &olo.
• Tal congiura portava presso di me sénza saperlo. Si permettevaoe pure fare i fu rti senza la mia conoscenza dove io ordinava di andare ordinatamente e militarmente con educazione.
• Ecco che Dio , siccome non ha mai perm esso la falsità , ba dimostrato subito che cbi credeva in gannare è l' ingan· nato, come loro tradivano od ingannavano me che cercava farmi e farmi onore; così da un traditore più fiero ed ancor di loro esser amaramente tradito e con mio g ra11 duolo disfatti, e la maggior parte di atroce morte
• Permise pure il sempre lodato Iddio che quantunque rimasto solo nel più crudo ed atroce combattimento , pure 1 nondtmeno fui salvo mediante la sua protezione •
: 11Ìi . . da } dopo, da tredici sino al numero di vent icinq ue , che forse, se non tutti, parte inn ocenti ed ingannati come me, pure ne periro no.
• Ma Dio poi, se non in q uesto mondo, nello eterno saprà rimunera rli . Per me sta che quello che ne mo rì nella innocenza; morì martire ed ba fatto un grandissimo acquisto nella. ete rna vita. •
• Sono questi presso Iddio ».
Son9 inoltre trascritte in detto porta fo gli alcune pia nzo nci ne, una delle quali mollo affettuosa alla Ver· ne .
rileverete, o signori, questo sLrano mj scuglio e con· 3ione. L'uom o informato a sensi di pietà e di religione fa capo di una masnada di ladri , li riconosce e pro'ma tali e seguita a capjtanarli per la difesa della Chiesa
ji Francesco III
Si rinvennero pure sulla di lui persona alcuni sta tt minativi. Tra questi uno a diverse colonn e composto otta.nta nomi , accenna evide ntemente alla fo'rinazione la sua banda. Oltre il nome e cog nome vi è io altra non a indicata la patria, e in sotto il titolo
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l
di ossettJazilmi, la provenienza. Or b ene appa risce dallo stesso che beo sedici provengono dagli antichi. corpi del· l'ese rcito borbonico, che dicia ssette so no renitenti alla leva, essend o tutti glj altri ·indicati qua i volontari, ossia persone che, senza esse rvi spinte . dalle cagioni che mos· se ro le prec edenti due categorie, volontariamente si ascris· sero al bri gantaggio.
Si rin venne pure tra le di lui carte il numero 46 del gior nal e reazionar io La stampa napoletana, cattolicismo, libertà, indipendenza, del !3 dicembre ! 862. Vi è detto nu mero un articolo di fondo coll 'e pigra fe n nuovo Mi· · nistero , col quale si lancia il fango dell'ingiuria contro i nuovi mini str i, specialmente contro Farini, Pisanelli e
E questa la dimostr azi on e del nesso tra la stampa rea· .z ionaria ed il briga ntaggio.
CONCLUSIONE.
Da questa rapida ànalisi di talune processure penali
maggiormente vi sarete convinti (chè già l'eravate in ro prima) come Roma siasi fatta il conve gno dei reazionari ga stranieri, fa lliti, avidi di possanza e di r icchezza; il cen- fo1 tro delle tenebrose cospiraziooJ che si ordiscono e per- m: t inacemen te si ri anno da no a danno del Governo italiano; ri! il q uartiere dei briganti; la fu ci na ove si preparano le pn armi loro e si aguzzano i pugnali per gli assassini dei pa nostri generali; egli è di là che partono gli eccitamenti DO alla rivolta, al sacco ed al sangue, le scomu oiche ·pei sol· qu dati d'Italia; ove si converte una re ligi one di pace e di DO! amore in lloo stru men to di guerra civil e. E tutto ciò si fat fa all'ombra e sotto la protez iùne della ba nd ie ra francese, della bandie ra di quella nazi •me che versò per la causa cb« d'Italia il più gen el'oso suo san gue sui campi della Lom· sen basdia, di qu ella nazio ne che ricon os ce diplomaticamente Yer il regno d'Italia l
Rifletterete quindi , o signori , se non sia il caso di propo rre alla Camera d'invitare il Governo del Re ad
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t d D ,, e e a u b 5{ di sr
energicamente presso dell' imperatore de'Fran· cesi onde abbia a vo lere l'allontanamento di Francesco. II da Roma. · ·
Ben sapt' te, o signori , e lo sapete per prova, quanto -;aera esser debba la sventura , .quanto sia doloroso nel juro cammino dell' esiglio l'esser bal es trato dall'una in JD' altra terra. ?rfa se questo giovinetto non ammaestrato ialle dure lezioni della Provvidenza, che volle in lui pu· lite le colpe de' suoi maggi ori , non si perita, tentando e arti aviLe, spingendo gli antichi sudditi ad igno miniosa d infame guerra, avvolgendo nel sangue, nel lutto, nelle lS pilazioni, nella guerra civile le provincie già obbedienti l suo scettro, macchinando delitti maggior i, riconq ui stare 1D trono per sempre perduto , ben si sta che vad a io •ando da quell'Italia di cui si studia far tanto dura la :>rte.
Es am inerete pur anco se no n conven ga l' attuaiione i più efficaci rimedi onde impedire l' abuso dei mezzi Jir itu ali a danno della pubbl1 ca cosa . l documenti dei quali vi ho fatto cenno no n illumina· mo che un lato della questione, mentr e non può ne· mi.._che il bri gantaggio alime ntasi ben anco di alt re nti: lo stato sociale dei cam pa gnuoli, la corruzione se· inaLa dal , ct>ssato Governo, le storiche tradizio ni delle compense accordate ai briganti, la profondità della scossa ·odotta dalla rivoluziona, le disillusioni, l'agitazion e dei 1r titi . Dessi non l'illuminano che fioca mente, mentre 'n feci l' analisi che di quei documenti gi udi ziari dei ali per incidenza si ebbe cognizione ne gli stud i della stra inch iesta ; ·un piil perfetto lavo ro potreb be esser :to dal ministro guardasigilli.
Vi ba tanto però in quesli documenti per co nchiudere e elemento non ult im o di br igantaggio si è la pre· 1za di Francesco n a Roma, il contegno ostile del Go· ·no e della Curia Romana. Genova, !O ap ri le i865.
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STEFANO CASTAGNOLA .
•
NOTE.
Le lacu ne ch e si riscontrano furono vol ute dalla circostanza che questo processo non è ancor pu bblico, ma i n ista\0 d'is truttoria.
Gl' im putali
istrutto ria di qnesto processo ven ne ullimata . La Sezione d'accusa presso la Corte d'app ello di Napoli, co lla sentenza delli H giugno pronunciava l'accusa della principessa Sciarra-Barberini , la ma rchesa Sofia. De Medici , il ca valiera Quattromani e di altri se i per rea to di cosp i razione diretta. ad attentati aventi pe r oggetto di distrugge re la torma. del go-\ vern o , eccitare i rPgnicoli ad armarsi co ntro i poteri de llo Stato, avendo, a::sooi ati in setta, conce rtata e co ocbiusa fra. essi la r isoluzione di ag ire nello scopo di ri staurare il dominio dell'ex-re F ra ncesco II Borbone, per vie di a ttentati contro la for1na del g ov erno e col mezzo del brigantaggio ed ec• citam eoti alla guerra civile.
Cred es i conveniente il r iferire alcuni b ran i della elabo rata requi sitoria prestlntata dal procuratore Jel Re presso il Tribunale de l ci rcendario di Napoli (D. Marvas i) al giudice Istruttore.
1 La istruzione di questo processo ba svelato una nuova cospirazion e, o, per parla re con maggio r precis ione, un a ltro periodo di qu ella cospirazione che da tr e anni si trama. a Roma eon tr o ii Governo d' lla li a. •
1 La mauina del 9 genna io in Is oldta, sulla persòna della princi pessa B.l rb erini-Si •arra, ita Nap(>ii 'tornava a Roma, furo no sorprese pareecbie lettere, fra le quali un plico dire tto al d uca Caraeci olo di Br ienza.
.•
<A)
(0)
<C>
c In questo plico era , tra a ltro , una lettera diretta a mo n. signor don Gaetano D8 Ruggiero , nella quale era ii.Cchiu sa una lettera in cifra data 6 gennaio ind irizzata a Padre Clarenzio da Vite r bo: ed un'a l tra data il ! , anche in cifra, in di r izzata allo stesso P adre •
c Non pu ò rivocarsi in duQtio che non uno ma mol ti fos. sero i cosp i ratori, poichè dalle due sole ltmere sorprese sap. piamo il finto nome o la cifra di Pa lame de, Eu(rasso, Aronne, Adamo , Af1ramo, di 7, 91. !13, 96 , ace .
c E tutti costoro erano asgoc tati in un pensie ro comune; lo prova il modo della loro organizzazion a. perùcchè essi erano ordinati a maniera di setta, avevano un Cons iglio in cui ventavano, per così dire , tutte le loro operazioni, ed avtlvan ola loro gerarch ia, essendovi a(figliati di diversi gradi, oè si poteva prend er par te alla cong i ura sen za essere proposto ed accettato da.t Con siglio. • Stamane, si legge nella let tera del c si è riunito il Consigli o ed è stato proposto ed accettato
c buon numero d i rraté!l li, e Aronne, Ada mo, Abramo hanno c pagato per gli ultimi due gradi. •
• L'esistenza di un'associazione segreta avente la sua ge . rarchia, i suoi capi, i suoi affi gli ati e contr ib uenti, è dunque innegabile.
c Se non che quest'ass oc iazi one per essere E> lev ata a cospirazion e , è mesti eri provare che gli ass oc iati .s i propones- . sero per iscopo di ragg •uoge re l'allentato. Ebbene, essi si proponavano ùi distruggere la present e forma di Governo, e di risl3urare i Bo rboni; d'ecc itar e i eilta dmi ad armarsi con. tro i poteri dello Stato; di suscitare la g uorra civile; di porta r la devastaz ione, la strage ed il saccheggio nei diversi comuni dello Stato, e contro una delerminata classe di pllr· so ne. . ; al· reàzionaria· al 'tempo in cui le lett ere furo no sc ritte, i ragg iri e la loha del cl ero, la stampa reazionaria, i proclam i e gli afi ss i sovversiv i ; rav. viciniamo lutti quest i fa tti, tutte qu es te circos tanze colle ope· razioni del Consiglio dci congiurati, e sarà manifestato che era desso il centro e l'ani ma di tutto il movimento reaziona· rio di quel tem po ; e non si potrà più dubitare non solo del loro scopo, ma della loro risol uzion e di già concertata e roncb iusa.
• Sul finire dull' !\ utun no dell'ann o scorso mentre campagne il briganta gtr io, anzichè scemare pel ri go re della sta· infienva e s' mgrossava, i borbonici avevano ri alzato il capo in città. Il clero co11 segreti ed apertamen te faceva guerra al GO\'erno. Al cuui più audaci, come il parroco
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. . . .. . . . . . . . . . . . . . . . . .
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Lucia, Aci'Jiiardi , Borghi, 1\faneiuelli e Trama: furono ar restati qOestura. Ebben e , nella letLera del 6 gennaio \ 95 dice a Clarenzio : • il fiscale Trama , il parroco di • Lucia , Acci ardi, Borghi ed alcu ni a l\ri sono prigioni ! . e t c qt1eslo ci (a male. • Dunque il Con siglio, dunq ue i congtu- \ raLI si giovava no dell'op era loro, dunque la questura era bene informata quan ùo le si denuncia va no gli adoperameo ti di quei preti con tro il Go vern o • .
In ol tre nella stessa lettera si scr ive : • Stamane bo riceyuto una lettera di Riario, la quale do ve tte togliere ogni scrupolo ai preti ai quali io aveva parlato , . Che cosa poteva mai essere l'opera che s i pretendeva dai pret i, alla quale ripugnavano d i presta rsi , e che solo una lettera di Riario poteva spinge rli a far e se non qu alcosa. di estraneo alla loro missione?
Questa lettera è scritta da un reazionario ad un altro reazionario, e tratta di co·se politir.b e , q uindi l' a cu i si eccitava il cl tl rO non poteva essere ch e po litica Il reazieoa ria. Le parole della le tLera e le co nsideraztoni da noi fatte bastera nno cer.tam eute a _pro:vare che _ i. ceng:iurati eccitavano il clero a se rvtr la· loro ·causa; ·ed ·JD . ognr modo non erano estranei ai suo i intrighi ed alla guerra che taceva al Governo.
E d l congiurati non erano neanche estrAnei alla stampa rea zionaria che i n quello stesso tempo aveva olt repassato ogni freno di legge, di morale, di pudore. Si pubblicarono Il Ciabaltino ed Il Papd Giuseppe; espressione e selvaggia di una reazione pl t bea , fanatica. , e sanguioaria ; vera stampa di brifSan ti l Si pubblicava Il Napoli che rappresentava, per così dtre, l' iutelligeoza e !...aristoc razia del parlilo reaziona r io cbe propugnava il pr inci pio della ft:de razion e e la resta urazio ne det Borboni.
Ed i giorn ali sed·ce nli religiosi , rotto ogni freno , s' era n mess i a predica re la ritolta col più sfac ciW>cinismo, facer rdo uno stran o e sacrilego della religtone e dei Bor· boni ; della croce e del pugna le, dul prete e del brigante; ric ordando io mezt& al secolo XIX l' immagine de l ca rJ ina le RuiJo che con una mano benediceva e con l' alt ra assassi· nava.
Vi ba la stampa cbe propu5na principii ed opinioni ; e la· stampa che invita a ll ' azione ed è mezzo di rivoluz ione. .
c I giornali di cu i discorriamo erano del secondo genere.. Si pubblicavano men tre i congiurali si r i univano in CO!JSigHo; aggregavano affi liali; raccoglievano danaro e provocavano il clero alla se'dr .tione. E tra i congiurali e gl i di qu e· sti periodici qoo è poss ibile che non vi fosse tlna 5egrtlla corrispond enza. • ·
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.. r
c Qui (si dice Infatti nella lettera in cifra del !
• qui la polizia si prende ogni giorno tutti i giornali eone trari. • E poi si ·soggiunge con compiacimen to: c che sono
• però più ostinati ed escGno sempre • . E la prova cbe i CO · spira tori is piravano e scrivevano il giorn al e Napoli è evidente, non poten do asse re altro il giornale di Co luni a cui si accenna nella lettera. c Dite ad A, scri ve Sertor.io a Claren · .zio , che gli farò tenere ciò che sul giornale di Coluni avrann o pensa to 9i, 95, 96. e noi. •
Fu stampato e sparso fra gli allri un procl ama che invitava i ciUadin i a muoversi in favore di Francesco II, ch e porta la data de l 5l dicembre 186!, e finisce colle parole : Viro Francesco II l Viro la Cotlitu.zione l Vi va autonomia de Ile Due Sicilie l · ·
J E nel i6 gennaio trovans i affissi nell a città, ed in parecch i I l paes i circostanti , dei cartelli ov' era scritto: Viva Francesco II l ovvero Maestà, i Napoletani spogliati da un a11aslino hanno ancora lena di gridare: Viva Francesco II l
È indubitato che ì capi della cospirazione racco glievano da- · naro, e questo danaro mandavano a Roma a Francesco Il , Aronne, Adamo, Abramo hanno PA GAto per gli ultim\ du e gradi. • A. .. riceverà per mezzo di 7 da 9t (i n cifra) i nomi i • dei contribuenti. P er mezzo di FiJippo Ferri , Palamede rl• ceverà oltre ! ,000 franchi pel re. • ·
Perchè questo danaro a Francesco II? Francesco II.dacchè perduto il regno si fu ricoverato in Roma, protetto dal Papa, ed aiutato dai preti e frati reazionari, e da alcuni suoi antl· chi sgherri, si è messo alla testa di una cospirazione perman ente contro l'unità d' Ital ia. In tutto questo frattempo non ha fatto altro che arru ol are bri gan ti e sguioza gliarli contro queste provincie; qu esta sua r.ooperaziooe al brigantaggio, da Roma suo asilo, sotto l'egida del Santo Padre, è un fa tto notorio, storico, e di cni non è più p ermesso dubitare, dopo la soler.ne dichiarazione fatta dal Parlam ento.
Ora i reazio nari di Napoli percbe mal avrebbero mandato con tanto segreto, con tanto miste ri> del danaro a Francesco H se non per aiutarlo i n quella sua opera 1
E se è cosi co tes ti reazionari non ope ravano già insieme con lui alla dist ruzione della presen te forma di Governo, ed ai mezzi atroci adope ra ti per distru ggerlo?
Considerati souo questo aspetto la raccol ta ed invio del dii· naro a Fran cesco 11 provano manifestam ente cbe i cong iurali non solo avessero concertata e conchi usa la risoluziO ne di agire, ma già operasse ro agevola ndo scientemen te le meoe di Francesco Il. Parecchie persone si assoc1ano in Napoli col p1ù pro fondo segre to ; si ordi nano a modo di setta, hanno capi, affiliati, contrìbuenli ; si alleano co l clero retrivo ; e lo
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·•
lnvi laDG ad $0n ersive ; pubblicano e spargono proclam i che eccitano alla rivolla; 3Ulg-gnno cartelli sedizios i ; scrivono od ispirano giornali che propugoano la .ca usa delt a zione ed 11 diritlo e l' eroismo dd bnganrascgio ; raccol gono . danaro e lo maodauo a Fran cesco Il a Roma ; si fa. ono insomm a centro ed anima di quel mov1mento reazionario t:be si era in Napoli da ne vembre a gennaio, ed è ft. oito colla so rpl"t'sa delle lllllere, co ll' arresto d'alcun i congi u · rati, e colla fu ga di altri;. quesLe persone lli reuJono colpevoli di cospirazi one.
In quei fa Jli s' incoqtraoo tu tti gli es tremi di questo. rea to. L ' associ uione di parecchie lo SCOPO di ragg1uoger l'allentato, la risoluzione COUI:errata e <"oncniu3a di ag1re. Se taluno non rav viSare t uU1 gli esrrellJ i dlllla cos pi raùone oel CooSiglro dt!i cong iu rati di N •poli e nell e loro opere, non potrebbe non ravvisa.,.li nel Comilato di Roma, as•lo di co loro che da tre anni cong1u rano con tro l' ord in e sociale e la pace ·d'Italia; covile donde s bu cano qu ell e orde di brigant i ebi;l devastano le provincie napol etane. Ebbene, se non può negarsi a Roma . .cospir.i ed li brl ganiaggro, 6 necessità ·che 1 me•nbr1 dtll Consiglio di fbJ)ò li, cospirassero anc he essi. Percbè il Consiglio di poli non era in fondo ebe uoa sez ione, una diramuiooe, un Com ita to succu r3ale di quello Mi.J Pote a Rll m:l . Ed in vero q1,1 este lettere d•reue al pa.dre Clarenzlo a 1\oma. Una di esse era a«:cbiusa in un'altra direua a moosi· «oor D Gae11no o., Rugg• ero, reazionario ed in ti mo di padre JlodcSto dt1i Riform ati , COt)fc:ssore della f-t miglia dei Borboni. Jlous rgoore ed illra te s •no entrambi di op.n ioni retri ve. Vuol si e be 111 lettere io ei fra fossero io rea ltà direrte al pad re Mode· sto. l cert9 ptrò che suno sc riiLe s., non ag li stess i &rboni. al frati e p,rtlti ebe eran o in dime sti cheT.Za eon loro.
E ))t!l'!!bè il Cous iglio da Napo li a Roma 'l Per dargli eooto di tutte le sue OJk' rar.ion i , per chiede r norme, COl.IS igli t' d istru zioni , per inviargli il numero ed i nomi de· aflltiali e co ntribue nti e ispcldir gli Il danaro del fte, •ero capo della J)drmanente cospirazione d i Roma e di •ut&e le orde d• briganti cbe spedisce contro queslì paesi. Può Immaginarsi un Comi11to che dipende da quello di Roma più di que sto?
Questa dipendenza 6 provata dalle stesse lettere. Sertorio dice a Clarenzio :
• SI l riuni to il Consiglio, ed è stato proposto ed aeceùato buon numero .dt fratelli ; Aronne, Ad amo, Abramo hano9 pa· pto per gli .ùhlmi due gradi. A. rJCltlverà i nomi :dei cootrl· eretleu il comiglio, e dopo aver detto
•damo IClU.JIOlo di ns&a.nt al moolc:l della llliserlt S
!1'7 . ,
cordia con cQ_e giurano, e che sarebbe .utile che ·vf ri· manesse, cos1 il corrispondente di Napoli chiede . is tr!Jzioni a quello di Roma . , ·
Decidete e responde{e.
In ogn i modo adunquè la cospirazione con tutt i gli estremi legali essendo nel Gom1tato di Roma, non può essere ne l Co nsiglio di Napoli d1peudeva da. quello in t uue · le sue op e- . razioni, ed in quello aveva H suo compi mento. ·
Questa cospirazione, lo abbiamo de t to più volte, era diretta · da Roma . Quivi sono i vert cap i. Non è stato pos 3ibile scopri rli tutt i. Ma dal!e pruove raccoHe risul ta a primo sguard o abbastanza provata la reilà del èaracciolo di ll ri eaza, di monsignor D. Gae tano De Ruggiero e di padre Cl àre ozio.
. i . di Napoli e. di ia denza era conti nua. Ess i avevano i loro mes saggieri. ··
L'istr uzione· ha sco perto in F ihppo F err i un,o di questi messaggiéri.
\ Filippo Ferri appar tie ne ad un a fa miglia che deve tutto ai 'Borboni. Do po ell e questi furono esp ul si da l regno , si riUr ù laoch' egli a Portici per piangerli, des tderarli ed aspettarli. Nel JDese di dicembre andò e veuae da Roma. •
\ Conosce va Qua nroman i ed era am ico della Medici, e di Pa· Jamede. ·
Per mezzo loro , deri va dall a lettera del gennaio , i con· giurati di Napoli man daro no mille franch i a Patamede pel ne . Spedito contr o d i lui un manda to. di cattura non io s i potè arrestare, poich è, consapev ol e dt!lla sua co lpa, si era rifugiato so tto le grandi ali P apa .
Le sue opimo ni , le s ue r"Jazìooi , le sue gite a Ro ma , il danaro colà portato, le le ttere cifra te , la su a· scompatsa lo . convin cono re o. La pnndpessa Barberin i-Sciarra a ncJ,e essa l' opora s ua per faciltLllrtl a1 cougiuràl i la loro .corrispm ;· den za • • • • . • . . .
·
Ad 'tsdietta Ìa A ' cti
rovistata, presenta le lette re che portava, fra le quali erau o q uelle in Cif ra elle orgamzzavano H tradimento e fac rlitaron o la guerra at roce che da tre anm desola queste • .
Se la princip essa fosse una donna senz a op inioni pol itiche, se quelle due tettclre st fossero t.rovc.t.e come .{Jl; t c-aso io mezz o ad aure in clifft)re nti, forse si potrebbe du1itare de lla sua buona fede. Ma es • a che è ài oruu1o01 bor bon ic he, essa pre{er i· 1ce la repu bblica all' infame V1ttorJo E ru atì utlle ,; d1"' kl t !cevuto iu sua casa ta o\1 reazio nari m cosi poco lempo d., , ncuiamar sopra Ui . sé la sorveghanz<4 della pohtìa ;- lltiSa Cbft
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vehe ndo Boll}a, avEa po rt;. to tante lettere di emigrati borbolllci, e cbe' ritornando a Homa, portava lettere di pel Be; lettere e eupvhche a. princrpi di ca sa Borbone; di Perman che sospirava una. marcia trionfale in Napoh dell'e· se reno del Papa, lellere di Quondel, lellere della Gallotti, ch e ùice le più grandi sc iocchezze contro il Governo; lettere di una su periora di monache cbe piange e gnda contro la Cassa ecclesiastica e contro i ltberali; li:Urre <!i Mouteltlone a Spil· ma n, albergatore degll em1grau a Roma; lettere di auguri che desideran o che iJ t865 porti tèn tpi miglivri ed asciughi le lagrime, e faccra cessare questo stato di trrbolazioue; let· tere ad Atanasio Mazzoecbi, a Caracciolo di Bncnza, lettere a mons1gllor Ruggiero, lettere al cardinale Biario Sforza: essa che portava lettere di questa sorta, e scritte da tali persou e, non poteva essere cbe una messagg1era bor· bonica, e non ti persuadi che potuto le lettert: 10 cUra insciente-mente. Ma si è detto, essa portava anche tre r itratti di .Mazzini l 1.1 ritratto di Mazzmi può giovare anche a i reazionarii. E poi omnia munda mundis. Questo rit1 allo era s pedito e port ato .!Ja. u.n . ad un .reazionario; era spedito dal barone Feder1co •Fann1; era inviato al Rrincipe Pi· goatelli; era. portato dalla princtpessa Sctarra l Giungeva a Roma protetto da tre passaporti . . .
Sono questi i risultati delle 'investigazioni giudiziarie, modesti, se si po n mtmte alla vastità ed 1mp .rtaoza dt:lla cospi· rauone; ma molto soddisfacenti, se si che la sede coSp1raz10ne è t n un nemtco, dove le r1cerche dell' istrut1ore non potevar.o gwngere, e il processo lu istruito coila massima imparzialità e schiettezza.
(D)
Dopo la lettura.. di questa relazione fatta alla Camera in comitato segreto furono foru1te alta d'mchies ta altre uottzle <l proc.:ssure che or ve1sauo stat..lto d-: 11 A co .up lew.:nto di questo lavoro credesi uttle 11 forwru un c-::nuo.
Processo eonlro SalaliM, Noviello e Majella.
La processura ha per base la segu"nle comspo n4enz a: I.
' Cur o L!'igi,
• Ri ct:vo oggi 1.1 , u.; t a l ttera Ife l i5]3 , nella qua le mi dite ciie s1ete ansioso di co noscere il nsuJtaLo della mia con·
.. -!19-
• . • • . . , #
ferenta colla persona di qun che ha ricevuto Il potere di Jrat · lare f.'on me. Sono di dirvi eb e fino a questo gior· no j 6t3 oon b o v eduto 11essurw . Sono mille volte più ansioso di Yoi d1 questo rit a r do, e nòo niente a facctlndaP insolita. Q uesto m1 pare nienw di buono, e mi { ..1. temere t.ft o. Vi an tso pc rchè nella vostra do,et., e:;Sè re di ..e i mi flt: vollt; siruro .ddle person" d t'llt' ·q uali Vl servite pEr trall ar<" fuori. Se p •ltste sa pere quam'inju n11e s i comfn<' t· rotto qu11 ogn i gionHJ, r1na o ta è uunk ro::. a l a r·afl aglra rli que· Jlà Cu rtu IJeneUtl •a . ea ptrl! lu qu tmto temo run rugione, ct.e la person a iu tiC St a 1ìii1ulv ta alla v • l . nga della qual .. :'iao to girali. Ounqu l! snua ptrdtre u" momn• to. •tdtll s.. b,u• tiO\• è VI'II U o rucud11 e sr ;u ,-t.- qua l che du hL ill, triuu . t t mm,.di at umtn t e tu tte nla z ioni ccm l a P'riVM 4i tua , i!b t' P•Jtrd•bt;, si Uvu l' b<1 faUo a r cura, tra..1troj \01 e -noa tuili iu .. it!tue. Aprite l' ocd tio Ili V i pro: vtmgo . cb" nel dubb1o, o so n io t elle s1 la vat:ne alla fiu.,, lltlO VO• glio lrau art! cou le1 p· tma una nuova t.,ue ra di voi ebe vt>rr a r.•ssicu rarth t Non "o._ ho t'SSI re per impecrlli 1h c.osta . Ptù tb<> rua1, io lo st ato cbe -vos tra pl'6scnza è l UdisPt:nsab tle. lltti eon. plu ueu li a
• Tutto il voltro
c Eli:lall tO PoroSI
• N.O 6 - ·Roma 161S GS.
• Al signor Luigi Puppoli io Loggia di Novie llo - Largo Ge&ù 11 Maria - all'lu.trasea&a N.• 5. - 1.• viauo - Navoli • .
• Caro tuigà,
• Pio a qu esto momt' oto, erPdo eb e tut to , tuiiD va bPnone : t .• ho vet! u to t souo qu ctro o i la pn 1011a in f'IÌSIÌ()flt, rion bo ad e;!!(• diJLbio, s uo ltOmt' Id 111 1utte le ca uzione; 2.• ho r ire\UI O !Jcr dopJJO domani hmedi · 1 2 doppo UJeUOg i OI'IIO, Ull a p pUOI<llueUIO t:vH ti IJadru tk , crtdO eh6 fa rtnuo qu t:.to giorno molte COS• , il patlrout: alla rni pare volere re l rancamo:flte eu n noi. Mi p nre &mil le bette ooo posso aueo t a l ' a'sicura re OICI. Ira poc1 !(toro • lu veo rò. L, idea d i l-Oier lrattart: la qu tsllvue del dana ro ntll'gabi nt liO auo, è la sua . lo fare, Cttal o , eou la com lli· aa1ìone dtl la coUJt UISSIOihi della •1ualt: va ho patlato. Sola· credo che ptr questa l artto uda t vostra preseuz.a sarà 'tet!ssa rì.a ; p 11 \ &t.l u, 11111 vellu ptil wn o conv l ulo ba.òl&luo per }lliucipw:e. d,avere io caSI>& la completa
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w potere agire d'un colpo senu impteei nA ritan!o aleno; aunque moVlM il d iavolo se bisogna e, per arriva re a. queste pu nto. H1 dile cbe quando sa rò d'accordi) coo il padrone , d i prega rio dt chiamare rl figlio di qru&to di Portirr.i •• • • e farseli di re dr prevenire il pa.trd suo p ' r i di comp ire la somma. Crc:do eb e là c è un dtlleuo, perebè il p1d rone po. \rA tem ere un'tndisort' ziooA tl'un gtovan e ; peHim che sarà raictiore qu ando l'a vrò v611 uto ( il vadrnlll' ) di atJerma rvi sull'onore mio che la volonta &tu è d'a,, •,rowrrti il com pimento della somma ()"r nos t ra di Porlicci. S J oo eJ003Ciuto di q uesta persona -che tratta con voi a P<)rtiCC L e eredo ehe la 1ma lu i basterà. A tit>sso per la dei brevetti i l p:tdron e l'accorda, ma non vuol e maod arli cos i senu piedi. Co nsente, fra me -e vo i nel suo cabindlo a d·•rli cono· scendo t l uome che sarà scritto in pr... s ·nza sua. Oggi non posso scrivere che ques to. Att r.odo a l rmtlft per dar vt essauo rlf Uaglio d i tutto Che pas-era fra IIO i . S\'rìVelemi subito per ia qui st •o o.; ddlla somma i nt-era, p<)i sul l ' l a questione delle diflicollà che c'è qu:\ p er tratta r.., con il gìo v;ure, ho bl· .aog no di sapere a Por.tl t:l:i,, n ella mia p :uola e " "i co nt rario ' eli e devò tare ; cutro ·i( vusU'u .R. P. - · Roma t t, s 63
• Caro Luigi,
• Ieri lun edì ho vtduto Il padrone dall e t dopo lno alle t. e melzo cui ho dato la vostra ltlt&era. Tullt • è in•eso, e tu tt- • fu convenuto StlC•mtio i vostr 1 rii, t•t ro tutro Non po5.;o col m o in uua lettera. ent rar.., coo voi ud d..., ttag lio d.; lla nost ra eonversu1one. La mi oL bllga, lo cap ireltl . a te le pitJ illl· po rta nti Posso varld re clt iar o solm11t11 t e cfae () (ar.ti4 a (tJUill , e vi chti -11 mom eo 10 o vosLra prt'SliOZa è è venuto. S<ate si curo· per il be ne dt!lb. cosa dovete ven r e t ra tta r .. di tutto con me:
• t.• È iot so che quaudo i danari sarauno fi'G i eapr, oni sarann o d ati su b ·to, i danari reste ran no nelle man i dd la compo, ta d i vo i . una t, rza per,;ona e me . Da tempo a tA-Olpo ti pa l one avra not•z•a ddla l l \8Sa.
• Il Ot!f( OZ IO sarà . tmmo da m" Sl) io .
c s.• Oetl'a wlsodal patlronee del mi o, è necassari o far dare 'al negOZIO 1l svil<.tppo indt- p ;nsa!Jife , e fare le cose meglio che rurnno ll uo a momento, elle tutto il danaro ebe p > t ra e3Sere raecoiLo s ta mlèramente riunito qt.a pe r poter r.. re lti spese d, Ull COIIJ(). se,. za 6S38rd il'èi l .& llèC(!S!dtà di aspeltard o di rllanra.re. ctu; tìuo baono fatto mancare tullo. Cuìdo ®e wete dQl nosLru avvisi), tr
-Ht-
• • m.
,
« 4<. 0 I • brevetti saranno dati su bito, quando bisogno si e che il padrone conoscerà il nome (per mezzo dd mio intermediario). li pal!rooe ha la più grande speranza in noi e nel• negozi o. Du nque me.ttetevi a ll' opt> ra per comp ire la somm a totale, e più se potete nel più breve tempo sia pos;. sibile.
.
• Per principiare a far vedere al padrone che possiamo ne'l'e questo che abbiamo pro messo , potete ma nr1are QWI iJ danaro, cioè 7.000 ducati da questo modo: Qa Rotbscbrld e .Torlonia al mio nome o a qu ello cbe vi piacerà H)eg lio. Questo è convenuto con la terza persona (la vostra) . .
• Sub ito che sono prevenuto dell'arrivo del danaro an qrò insieme con questa persona prev en ire q•testa llanca che que· sto danaro no n potrà essere toccato più da nessuno senza no· s tre due fi rme, la mia e la sua Lo stesso si farà per il resto del danaro a mandare. Se questo vi conviene Catdo, poi vi .terrò al corr·ente di quello ch e si farà. Fu poi della quistionl\ dei ragaui di bottega necessari al oego zio. Il padrone pensa che la deve ·esse t·A (ron cesi e qualch eduBo napoletano. P,•r qu<" sla faccenda. faro farsi nell'obbli· gazione di far·e uu viaggio in Francia per il bene del negozio e la sr.e!la. di questi ragazz i . Quando il tempo sarà ve. nuto di farrl questo viaggio !"a r"te prevenuto da me per certi riguardi. Ma prima di tutto voglio !1apere se tutto che fu conve nuto fra me ed il pa•1rone vi conviene a voi ed a tutti gli altr i. dopo e quando sa rò sicuro che il dana ro potrà sic ura ment ... esser nella quantità assicurata prima e più se è possibil t:i, potrò a llora mettermi a. lavorare in' co mpleta sicurlà.
• Cred o che approverete la mia prudenza, e che tutto, ch e nnn p'1sso m··tlermi all'• pera prima •li sicuro tli non esst>r•' nelì' obh!igaJ.ione a dietro dopo andato in avan ti La skur tà è p" r cornrrom.-t tere nessuno rag' ione , e imp.·di··e di fare sa lt artl in aria ne l caso le promesse 11011 pntrebbero p tù essere mant.. nute . Prima di pr ' I!C •piare qualunque cos a, di acqni•ta.re qualunque og-gttto. ho di parlare con voi, di farvi couosce re il mio piano, di le operaz ion i di lutti , percbè 1 un accorc1o complrto. rssendo ri.St •l uto ad agire solamente con l'approbAzion o> di uomini di euote che siete vai tutti. Vorrei che poteste mandarmi presto la c:arta ge,,graflca topogralica ilei regno io 51 cartell ··· Questo è indispensabile, è necrssario adesso. Presto una e prevenitemi se mandate il danaro com e vi ho detto. Sarà bene di specificare che questa. somma e le altre potrann o essere pig1iate per roe a questa ban ca integra lmente, camb •o in drit.ti, in oapoleoni d' oro , al roio piacere, o in scudi romani . Dovete che i napo-
- !!! -
leoni d' hanno corso mtto il regno senza perdiia. n mio nome ba bisogno di essere bene scritto.
• Eccoti iJ conte di Cauta ud on (l ev11 telo di questa ltt'era doppo l'avete ben sapu'o). La vostr l persona mi prega di d irvì Che 1<1 SOmm a di due t li t)Q() Che dovev a maod,lrV I i( Jla•1rone , ba che Ji darrà doppo il negoz io (di QUèSl i t$00 du· cali) fa tto. Dit'3 a M • chd avrà suo affare a tempo, può es· ser s1curo. Presto risposta. Dite mi il vostro indirizzo e sempre sicuro. Tu uo il vostro E. P .
c Roma, U t 3 65 • . ·
c Caro Luigi ,
IV.
• Ri cevo e rispondo· alla vostra del Ho visto la per· sona di qua, ella m' ba a·ssicu rato d'avt're sc r•tto al suo corrispondentd di costà, e co•oe prova ha seri li o un'a !Ira volta io presen za mia a lu'i e a me. Dun qu e siamo d'accordi io tutti i punti, e poss1amo camminare come il Ella vedrà il padrone cbe rt guarda il paio di migliaia di cap., e sono d'accordo con .léi , cbe tratterà la questione de' E ila 'Jlensa" c!l'rr me ·che il padrone potrà avere paura d' un rag azzo e verrà 11 modo d'assicura re lei stessa. La persona di Port •ci cbe ou ò e con voi e eon la persona vostra di costà. Nell vostra Jelt•·ra mi dite cbe ft>rse fra. qualche setttmana potrete far migli aia e deci ne di mi· gliaia •.. err do cap ire queste migliaia sono In più di 50 ... sopra le quali il padrone ed io coutiamo . Nell caso, non posso dirv; Qll à11lo faccenda sarei bella e iutporta:l te , qu esta alle 50. Da· rebbe al 11egozili uno svt luppo d"l quale non ponoo essere cap 11 e a.l ..ss{J, ma della quale la mi nore sarebbe forse la t! i una plrttta del negozio, perebè avremo cosi la po's •bil•tà tli tutt i i diversi ogge t ti nece;;sari al negozu.1. Sapete beue ch d una bo\tega che manca di u iente è s1eura di avere una buona clientella. Vi ho parlato del vostro qua solamente ma fatelo quando tutto sarà pronto e terminato. Aspetto una rispos ta alla mia lette ra del !oit3 poi vi terrò al corrente di quello che si farà. Andiamo presto e bene bi.>ogna di prova re al padrone per i {atti r h a a ragione, e elle farà avere fiducia in voi ·
• Tutto il vostro E. P .
• Roma 63 •.
Qu esta co rris ponden11a è chiara e non ha bis&gQo di commenti per rendere persuaso ognuno elle il brigantagg io e la reazione riceva alimeow e vita dalla presenza del Borbone in .Roma. ·
-us-