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ULDERICO PIERNOLI - DAI SEGRETI D EL SIM AL SOLE DI EL A LA M EIN

All ' inverso, !'VIII Armata ha i suoi magazzini a meno di cento chilometri, continuamente riforniti attraverso il Mar Rosso di tutto ciò che l'Impero può dare per sostenere la guerra . Dopo la caduta dell'Africa Orientale ltaliana, non esiste più, se mai c'è stato , un contrasto aeronavale che interrompa il flusso di uomini, mezzi , armi, munizioni e viveri. Audaci e isolate incursioni aeree italiane e tedesche - perfino su Fort Lamy, in Ciad - non ottengono grandi risultati, oltre la spettacolarità a uso della propaganda. E ogni giorno che passa, l'VIII Armata s'ingrossa e s'ingrassa, mentre le truppe italiane e tedesche si assottigliano e dimagriscono , in tutti i sensi.

Me li vedo deperire - dice dei suoi paracadutisti Bechi

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T,u s erna -s enza un lamento, né un brontolio e mi si stringe il cuore nello scorgere le giacchette già stime che pendono floscie sui toraci smagriti 11 2

L ' entusiasmo e la voglia di essere protagonisti però non scemano, nonostante il caldo, le mosche, la sete, la fame e il cecchinaggio dell ' artiglieria inglese , instancabile e inesauribile, che spara a ogni soffio di vento. Sono giorni e settimane di pattuglie notturne, incursioni dietro le linee nemiche, scontri uomo a uomo a raffiche dj mitra, all'arma bianca e bombe a mano. I ragazzi della Folgore si fanno un nome, anche fra gli inglesi che corrunciano a cernere <<gli omiciatloli striscianti pancia a terra verso il nemico, per stuzzicarlo, tenerlo sul chi vive, indurlo a S\'elare le sue posizioru e erario in inganno sui nostri intendimenti» 1 Il. Dietro i tiwli dei giornali, che parlano di attività di pauuglie e duelli di artiglierie, si cela una realtà sangu inosa, fatta di scontri tal\'olta feroci, di contese tenaci e maligne che hanno le mine come protagoniste. Un'attività che prende vita all'imbrunire e firusce all'alba, con contrapp unto di boati di esplosioni ed eco d i sparatorie lontane sulle quali i comandi di settore, quando chiedono informazioni, si sentono rispondere: ~No. ~iente, mente, sono le pattuglie della Folgore che lavorano ,> 11 ~.

Ogni tanto qualcuno perde la partita della vita e fa ritorno portaro a braccia dai compag ni. Nella no ma11's land- la terra di nessuno, com'è denominata la striscia di sabbia che divide le due lince del fronte, larga a tratti un paio di chilometri - come bracconieri vanno a caccia di prigionieri, arrru e automezzi. In un'occasi o ne, una dozzina di paracadutisti penetrati in profondità nelle linee inglesi si ricro,•ano circondati da cinque Brcn carrier, le 'cingolette' sulle quali Bechi Lu serna aveva esercitato anru prima la sua vena ironica.

I I 3. h'i, p. 61.

I 14. h-i, p. 65.

All'inumazione hands up! (mani in alto! ) , i paracadutisti reagiscono come furie, sopraffanno gli equipaggi e riemrano alla base con venti prigionieri e i cinque mezzi. Dell'episod io Rommel ne fa l'oggetto di uno speciale ordine del giorno alle truppe dell'Armata corazzata italo-tedesca.

I ragazzi della Folgore soffrono la carenza di tuno quello che il nemico ha in abbondanza, a cominciare dagli autocarri, ma la guerra si fa anche sfruttando l'arte di arrangiarsi. E così, cx carrozzieri e meccanici si organizzano, recuperano quello che possono dai relitti che derurpano l'area di El Alamein. Cominciano rimenendo insieme un Ford 8V e in poco tempo il parco macchine conta quattro Chevrolec, ere Ford, sei Austin, due Lancia, un trattore Care Union, una camionetta lv1orris e una per il colonnello, un'autobotte e quattro motociclette. ~on sono eleganti, non hanno sportelli e parabrezza, i sedili sono cassette e i cassoni ricavati con tavole fissate sugli chassis. Tuuavia marciano, con motori che funzionano nonostante vari pezzi mancanti. La carenza più grave 0 quella delle dinamo, che i ragazzi trovano comunque facendo appello alla legge del deserto: ogni cosa lasciata incustodita è considerata abbandonata. Al riguardo, è paradigmatico un episodio.

Alcuni autisti di un reparto tedesco avevano preso l'abitudine di delimitare il luogo di sosta notturna dei loro autocarri con delle piccole fosse contrassegnate dalla minacciosa insegna Teujèlgarten - che segnalava i campi minati - per poi andare a riposare.

Un giorno, il risvegl io fu diverso dal solito: trovarono i veicoli cinti da altri sterr i, dai quali facevano capolino sinistre parti metalliche e l'avvertimento <<A rtenti alle mine•>. Gli autisti dovettero quindi richiedere l'i ntervento dei pionieri, i quali scoprirono che nel terreno erano s tati occultati degli innocui elmetti. Gli autocarri, ovviamente, non si misero in moto perché privati di dinamo e spinterogeni.

Il responsabile tedesco, intuito chi potesse essere responsabile del trafugamento, go li ardicamente inviò a l r ep arto italiano un fiasco di acqua distillata per il funzionamento delle batterie. Il cordiale gesto fu allora ricambiato con un invito a pranzo, nel corso del quale fu raccontato all'ospite l'aneddoto di quel tizio che, trovandosi in un caffè e dovendo a ll ontanarsi un istante, appiccicò al bicchiere della propria bibita un cartellino: «Ci ho sputato dentro». Al ritorno ne trovò un altro con scritto: «Anch'io•>' 15 •

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