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CAMPO DI BATTAGLIA

Dott. n . H t• ndlnl , cap itano medico i< introdotta anrhr nel serviz o delle :;ocietà rlella Croce

« 1\ossa . Si dovrebbe dunque già in tem po di pace provve« dersi di apparecch i elettrici (car ri con accumulatori) ».

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Evid entemente uon era po;ta in termini molto opportuni. lli,;o gna dapprinu considerare qu:tle è il sen11.io aOìdato alle società della Croce Ho3sa in tempo di guerra.

I n molti Stati e sfortunatamente in parecchi di quelli dove i• a.;sai fiorente , essa non ha. rhe In missione di cooperan• c·ol ,;ervizio militare nPgl1 stabilimenti di terza hnea, cio e ne,:li terriLMiali o n r;.:li osped·1li d.t campo temporaneamente immohiiluati. llat•> questo, che cosa si fara mai l'associazio ne de;.:li app'll'ecrhi elettrici con o senza ac·cumulatori provvisti in tempo dt pnce? nece,;sario qnin cli fare nna di:'tinzione in ha.;e alla Mgani·aazione parti ro lare rho hanno le societil nell o 'ari e pn1enze.

Fra i vari argomenti che l\ono tr.tttati nella V confe•rcnza internazionale delle sorictil della Croce Rossa, tenuta--i recentemente in Homa, 'i fu quello della illummazione del campo di ballaglia. per la cura dei feriti.

La truestione venne solle1 ala dal Sovrafi•) )li litare Ordine di )J alta e la relazione fu f. tli a dal harone !\1 un d)'. nlt'dico capo delle ambulanze dell'Ordine e p rofessore aiiTniversitit di Yiennn.

L'argomento non poteva e;ser·e allidato a pii1 giacchè è ooto che il trattò la cosa alla conferenza di GincHa del 18S i e ,;utce•sivamt'nte se ne è sempre occupato, fa ce ndo anche recentemente delle esperienze e delle conferenze a Buda- Pest e altrove.

La questio'le era formulata:

« L'i ll uminazione elettrica per servire di nott e allo sgorn-

« be ro dei fer iti dopo una ballagli a deve essere forzatamente

L'argom en to non può riguardare che quellfl società. che sono antoritzate a seguire le truppe combatte nti e che ma1·cinno r.o n e,;se a portata di ballaglia.

Per qoe;te. nulla di piti che un app 1recchio d'il-

Per quanto que:;ti gruppi di soccorritori rolontari siano pro ,;s im i al c:1mpo di ne doHanno essere nn po'disco,;ti per non inceppare l'oper.t dell e colonne combattenti. In queste circostanze le vie l'ono ingomhre del c:trreggio e de .. Ji armati e chi l'antoriuazione di portare soccorso " ai feriti, fatta errez;one àei riparti :;ani tari in colon nat i, dovrehhe a.;pettare per iniziare l'opera propria. che razione si fos,e ben per non a tro1are inutilmente in mezzo al fuoeo nei mo\'imenti di avan1.ata o dei comhattt>nti. ljuesto tem po di attes.t sarebbe acl es uberanza coimpensato ùalla di an1lare poi a funziona re nelle loc;dit it dove le perdite sono stat i rm,ggiori. avvici nandos i

DEL CA Y PO 01 U\TT\I<LIA i69

tanto da rendere più e piLt rapido il in barella.

Se la ballaglia .-tata importante l'opera ùei tori si inizierit tranquillamente solo ,era: c.tdendo il giorno si proprio interrompere il •ruando commcra a svolgersi p i1'1 efficace.

L'n meuo d' •lluminazione quabiasi ra ldoppierebbe 1 ri"ultati pratici dell'unità sanitaria. ,edi saniti1, o-pedalello da montagna. colonna lenti od altra quaJ.;iasi.

.\l;t quale sartt questo mezzo d'illnminazioue intensa! \ tjllillt requ isiti deve esso rispondere?

Evitlt•ntt 'll\ente l' apparetchio illuminante ùovril della massima sempliri tit. maneggevole, trasportalt ile. "olillo. Esso non dovrit aver bi.;og11o di person·ale tecnie o: insomma dovrà essere un lume di una g rand e iutt'nsita, ma accrndere da chiniHfue e dovunque. 'l'auto più

VICini a tlursto itleale tanto meglio sarà.

Ora. io che non conosco ancora apparecchi ele ttrici che ahhianu questi rerJnisili. \ parte i carri illumina ti della Sauller, Lemmonniere C. di Parigi, di cui ho fatto cenno m questo ste:;:;o giornale ( 1891 ) e d: cui sembra non doversi più far parola, ora si l\ nnnoYata la prova con un carro illuminante della f)tLilllll': (Can nnsandu un projetlore della dilla ed IIalske.

Eccone nna breve : l n o,:ni modo e bene notare che il suo solo motore pes:1 due quintali e che per funzionare dieci· ore occorrono otto quintali di petrolio e che il carro pesa venti quintali.

Il c.1rro illnminaote elettrico ha la forma di un cano ordinar iu di trn,;portc a quattro ruote. interno 'i sonu un motore a petrol io .;i.;tema Daiml ez della forza di 5 c<n alli vapore ed 110a dinamo per la produzione di una corrente di Gij voli:> c di 40 ampères. ll motore pesa solo 200 cltdo· grammi ed il carro comlJieto con tutti gli accessori .?040. Jl consumo clel petrolio è di SO kg. all'ora.

Questo apparecchio è stato adoperato su l campo di Tempelhof presso Berlino e si dice che abbia dato molto sfacenti risultati.

.\ oche pres::-o di noi l'interessante argomento t' oggetlo di studio. però il nostro indirizzo è un po'diverso da q nello che si segue all'estero .

Rendo conto di un'espenenza falla in Rom;1, lascrando ai coliPghi il giudizio sulla bontà del metodo.

11 giorno 18 apriie u. s. dalle 8 alle l O ùi sera si fece du rH[ne l'esperienza di cui e parola.

La località scelta è situata fuori porta Salaria ad un chilometro e mezzo circa a nord, sul viale Pairo li presso la vigna Giorgi.

L'apparecchio illuminant.e adoperalo fu una lampada Wells di vecchio modello, vale a dire di quelle che non hanno l'asta l un}(a articolata e che quindi non si possono accender<' stando gli uomini a terrJ , ma si deve usare una scala che fa parte degli attrezzi di servizio della lamp ada.

L'apparecchio fu portato sul sito con una carretta da hattaglioue.

L'esperimento fu organizzato nel seguente modo: nn drappello di ..20 soldati in armi e simulavano altrettanti feriti. l O, precedentemente designati e provvisti per distint ivo di una tabellina diagnostica rossa erano feriti in modo da poter camminare, contrasse:,:nati con talleli in a bianca, stante la qnalità delle ferite, non si potevano assolutamente muovere ('l ). dl (l ) modo di usare le tabellioe ò prescritto dal nuovo r egolamento serv1z1o m guerra.

Tulti furono falli disperdere sul terreno circostante al sito <li rinn1one, ron l'ordine che i feriti leggieri, quando veduto nn faro luminoso, lentamente. come degli uomini ,tanchi e feriti si direlli quello, ed i feriLi gra' i ares,ero il soc(Orso dei porta feriti dore erano caduti.

Es:-; i partir ono ver disperdersi nella campagna ci l't'a lll!'Zz'ora primt che si al'cendesse il faro.

La 1.1mpada era pr·o,rista di due tuoi di ferro a ciascuno dei quali si poteva applicare d beccuccio d' accPnsione. rsancìo il tuho lungo poco più di un metro, la lamp;ula poteva essere presa per le dne maniglie da due uomin r e anche accesa essere trasportata da un luogo arl un altro; u.;anJo il tubo lungo tirca 5 . metri l'apparecchio doveva PsserP .tenuto il l'nnzionare in un sito. Fu scelta tfUCsta seronda maniera.

La montnlura per il funzionamento non ha r[chirsto piir di nn quarto d'ora.

Il del beccuccio. mediante la ,;toppa irnucvuta di olio di tatra me ha richiesto un altro <ruarto d'orn.

Dopo ciò il faro messo in direzione del vento. ha cominciato a fuuziouare ed ha co ntiuuato per le due ore 1'11e ì.• durato l'esperimento. :-;enza interruzione.

Le manone erano fatte da t re so ldati della comJ•a:nia speci,llisti del con molta facilitù.

L'olio <li catramt' adope rato era di rrualitil a:>sai :'radente comperalo al prezzo di li1e O.:?i) al k::. TI consumo io due ore fu di 1·i:-ca I O kg.

Fin ùal prin cipio dell'esperienza il tempo si e al1.1 pioggia o que.;ta di tanto in tanto dirotta e accompagnata da vento ha sempre continuato.

Ciò non t., va l!(o a spegnere la fiamme; pero col rafTr·edda- lllento del tegolo rhe protegf(e il ne ha diminuito l'inten,it:'l luminosa . l.a lilla pioggia face,·a pu1·e in molo che la luce a di,;tanza appari.;.:e meno riva.

L1 ricerca dei feriti doveva fatta da \l portafcriti con tre hart>llf.>. furono divisi in;) riascuna con :? uomini portnnti una barella ed un capo :;quadriglia con la ta,;<'a di sanità e 1a relativa lanterna acces1. Oltre la lanterna ad ogni capo squadriglia fu 1bta una comune torcia a Yento arcega.

\Ile 9 fu d·1to il :;e!!nale che incominciava l'esperimento.

Il terreno illumin'l to dalla lampadn appariva nel seguente modo: f) opo circa 20 minnti è arri,ato al faro il primo fPrito; dopo 3 quarti d'ora i 1O ferì ti leggi eri e rano tutti giu nl i.

Per un raggi0 di circa 20 metri un prato ineguale: alla rirca 300 mer.ri sopra un porigio una casa di camp ngna colle pareti illuminate. ella direzione dell' CPto,;a una f\H'le depressione del terreno. poco illuminata e p iù innauzi meliorremente illnminaLo un altro piccolo poggio erho<O 1·on quakhe fitto cespuglio: a cir1"t 300 met•·i n ell a direzione :-ud-o,·esL un'altr:t casa poco illuminala ma che ,i pote,•a disLinguerP; fra qnesta ed il faro si S\Oige'a in pendio >ial e dei ) fonti Par'o li, ai!Jerato e solrato sni fi an chi da frequenti e monticelli di terra. in nna parola il terreno doveva di dillicrle praticahilitit -durante la notte e apparecchio montal() sopra carro o ctHTI'IIo anehhe potuto percorrerlo nelle v.trie dirot.roni, solo avrebbe potuto es:-ere condollo il viale.

,\Ù esperienza incominciata nessuno dei tO feriti era \Ìsibile a chi trovava presso il centro luminoso.

Le squadrig lie de i cerc;lto l'i, provvisti di barelle hanno in- vece tardato alquanto; ciascuna però dopo mezz'ora è tornata con u n ferito e due hanno fatto un secondo via!I:rio t·on risultato positivo, !a terza invece è tornata vuota .

.\.lcuno dei feriti furono trovati colla semplice luce del fa1·o, altri invece coll,t scorta delle torce a vento, sulla guida =-peCJa lm ente del lamento emesso dal ferito quando vedeva av\'ila torcia dAl cercatore.

Cinque feriri o na sCO:'LÌ nelle depressioni del terreno o situati fra le macerie e le alti;) erbacce presso la Yigna t;iorgi non sono stati ritrovati.

Alle l O, continuando la pioggia dirottissima, si è dato il segnale di adunanza ed è lìnito l'esperimento·

In conelm;ione il sistema. esperimentato in condizioni atmo· pessime, è apparso in sostanza buono: i feriti leggieri e i gravi che potevano camminare sono accorsi al faro luminoso da un raggio di circa un chilometro, i feriti nnpotenti a muover,; i se no stati ritrovati nella proporzione del E50 o o· f nfine è da notarsi che sotto la lampada sopra una s uperlìcie di ci rca l 00 metri quadrati, la luce era cosi viva che non solo si :-arehbe potuto med icare un ferito, ma altresì eseguire qualsiasi opera;.ione d'urgenza.

Stando nel \illino 3l oresco (Villegas) posto circa un ch ilometro e mezza Jal si to delresperieoz;a anche durante la ùirotta pioggia vedeva un forte chiarore ella a uire dei presenti si sa reuhe potuto distinguere anche 11 distanza doppra.

Oi fronte a questo ris ultato e ai dubbi che inspirano )!l i attuali apparecchi elettrici, io sono sempre d'av\ iso che la preferenza d ebba essere dala ora alle lampade-faro il cni principio si basa sulla combu:>tione di un olio minerale, rc'a piu inte nsa da un getto d'aria sov ra.riscaldata.

RIVISTADIGIORNALI.ITALIANIEDESTERI

Ri Vi Sta A1edi Oa

SUR\IA'H. - Toaai oltà. dell'uri na nell e malatti e d el fegato . - médieal, gPnn!liO 18!12).

Da un molto importante basato su conto esperilllentJ, l'autorB trae le conclusioni seguenti: t• La lo;.sicità dell'urina aumenta nello nevl'Of'Ì al<'OOl iCfJ ntr·olìca, nella tubercolosi del feg-ato (forma Rubacula di Ha· noL e Gilberl), nel cancro circoRcr·itlo e nel cancro infìltrato del in lalunc forme d'itterizia cronica, e lalvolla anchn nella cirrosi iperlrolìca, biliare di Ilanol. 2" È normale o dimiuuisce nella cirrosi alcoolica ipet·troflca, nel fegato car d1aco, in certi perioJi della cirrosi iperlr·oftca l>ìliare di llanol. 3' Negli illeri infettivi gravi o a fo rma cata rrale, la t0s sicita dell'urina normale o diminuila dnranlt> il periodo d1 staln, '<ubisce un aumento notevole al momento della crisi. 1• Ln lossicila dell'urina è normale Pd aumenti\ secondocht• la Ct>llula epatica ò noemale od alterale s•a n"lla strnllura e nella funzione, fatta astrazione da qualsia"i leflione r t!nale capace di h·atteoere nel sangue i prodotti tos,.icr abbandonali del fegato. 5" La tossicità dell' urina deve esser Remp rP determinata nelle malattie del fegato; nè la ricerca della fo!licosuria alunentare può sostituire questa ri ce r<'a dal doppio punto di vista della diagnosi e della prognosi. 6• L'aurnPnto non giir o critico. della tossicità dell'urina r·ende sempre la prognosi più gl'ave. i• Allorquando vi ha aum ento della tossicita dell'u rina il rt>gime latteo e l'antiReps i intestinale sono assolutamente indispensabi li .

G. C.

T - Ooolusfone Intest inale con diarrea, assenza. di vomiti teoalotdt e meteorlsmo ventra.le .mtlcltcnl, febbrn1o

Unu donna di (i/ anni cade ammalala per dolori ,.i\'1 al ventre ac•·ornpagnali da vomiti di bilioc:e eù alimcnlari: in conseguenza di nn purgatiYo alla "-Lip:-i iniziale si subiti) una diarrea prorus11. Hbbondantissima. dopo quallro gio r ni all'ospedale, si constalano i ratti c:eguentl: dei vomiti esclusivamente biliosi t••i alimenta ri: ces!t'azione della diarrea, ventre trallèlbilisc:im o, mdolonto r punto metcot·ico: nessunt1 tra:.:cia ùi er111e: tempt->rtltura <' pol>;o n oru1 a li; lingun umida. Nei gio1·ni succe"sll i le condizioni gene rali andarono sempre peggiorand0, <'nnlinuAvan o i vomiti più o m e no fl·rq ue nti e sempr·e di sole s o s tanze biliose od alimenta l'i: torn ò la diarrea con s< abbo ndanti ss ime: non si ebbe mai meteol'ismo nt> akun ,lo· lo r H addom ina le m euo che a livello delle in serzioni diafrarumati che, dolore questo, per In sua local izzazione ben determinata, 1la attribui r si Ili continui vomiti. Il poJc;o Mdo fucendoc::i rnnn mnno piccolo e filiforme, la pelle frrddu, la lingua !lecca, gli occhi la temperatura !'cesP fi••o a 35•. Nella quarta gio r nata mori.

Alrautopsia s1 trovarono i polmoni, il cuore, il ft'f!"alo, i reni normAli. All'ap..r tura rlell'addome l'intestino mo'-trò l eggt•rmentc e nella escavazione peh·ica d.tt> an--e attorligliale rra loro s i dis tin guevano dalle t•llre per •l colo ri to ne r ast r o dovuto alla cangrena prodolla da un vol volo situ ato a un m etro e m ezzo dal cieco. L'intesLino era nero, assai vascolarizzato, srmo pe r la lun gheua di 15 a 20 centimetri: il r·e::.to <lt·ll'ileo fino al ciet'O e r a ridolLo un nero cordone fìbro"o •101 1l ia m e tro di un cen tim e tm c ircfl , vuoto di matel'ie >=olide o li 1plide: il rirco e ra normale e disteso dR aas: il rolon a scende nte ridotto p ur esso a un cordone fibroso e:,runle all'ultima P<, r zione d ell'ileo: 11 colon trasverso e discendenle norma li c vuoti di mate rie fecali: al di sopra dello straogo- lam Pnto l'intestino mostravac::i li evemente disleso. del rim anen te non prAsentava in tutta la sua e:;tensione altr·o di partrcolat'e a ll'infuori di un le:zgcro grado dr < ' Ontzestioue. Sr traltava lldunque d• morta per occlu-.ione intestuwle dovuta a un voh·ulo della parte inl'errore oteiI'Ji eo, e che in vita aveva p r esenta to c:intomi morhoc:t più pr·opri del colera che di uno c::lrangoiAuH•nto interno. t • Lo stato dell'addom e, che non presentò mai tirnpanismo in olcun momento della malattia, fenomeno inconciliabrle con uno stra ngola mento situato lanlo in has:;u e <'he so lo p o l!·ebbe sp iegar si rwl caso di una occl usi<Hl8 nella parte superiore dell 'intestino a br,•ve d tstanza dallo l'\tomoro.

Difatti. mentre la sindrome clinica della occlu,..1onc inte«lin ale SI può rrac::sumere nei sintomi seg-uenti: dolore vi,·o in un punti) limitato del ventre. strpsi oc:tinHto, meteorismo, vomiti dapprima alimentari, poi bilio,i, mucos1 u ll'Caloidr, ed ipotermia; nel caso sovmesposto parl•cchi dci "intomi oc:ser,·ati P••teva.no e rlovevnno invcre fare ec:cludere la ipotesi di una occlusionP intestirrale.

:2• I vomiti semp r e alimentari e b ili osi o mai fecaloidi.

3• La dianea profusa persistila in tutta la clurata della malattia, m entr e nello strangolamento inter no la slipsi è co.,taute dopo le poche evacuazioni iniziali delle mater1e contenute nella par te inferior·e tlell'intesllno.

Quosltl a nomalie nel decor,;;o e nei sintomi dello strangolamento inte r no dimostrano le rlifficolté. che talor·a s'i n rontrano n ella clinica. Donde differenza nei m entre la lesione materiale riman eva la stessa ? é faci le il r ic:pondervi. N on potendosi lo str angolamento per la mancanza dr qualsiasi seguo rhe la indicasc:e, ed esclusa l'uremia, lt1 ipotesi che più ov\'i a si p r el<entava alla m ente e r u quella di un ca::o di colera, al cui quadr·o clin ico completo mancavano solo i c ram pi P le evacuazion i r·isirormi.

Anzi qui cade in a cconcio rammentare la ossel'vm.ione interessantissima che F our•nier ed Allivi (!J' (l!.'a:traits des compt es rcndus des séanccs e t mémoires de la 30cié t1 ; de biologie, annéc 1867) hanno pubblicato sop t'll un di inter·no !"Cambialo con un cao::o di colera eprdemico per i sintomi o::eguenti: vomiti ripelulr. sete viva, aller·azione profonda dei lin eamenti, infossamento delle orbite, cianosi dt>lle esll'emilù, raiTredùarnenlo g-ene ral e•, pt-lle vischiosa, prostrazione, pol ... o lìliforme, crampi, anuria,ufonia, diarrea dall'inizio drlla malattia alln vigilia della morte. rf'trazione notevole del venlrr, e romili sierosi, inodori, risiformi.

Lo !'ltrangolamento interno può adunque m cer·ti ca!'li ,...;_ mulare il colt>ra norr '-Olo per tatUni dei suoi sintomi )'rincipali, mu con una sindrome di fénomeni cliuici •JU8"i complt•ta al punto d:1 ingnnnure l'oso::ervutorc più a cuto e diligente. Es"o ·lifalli può .. r·r Sl'nza timpanil"mo dPI ventrr. anzi con un certo g'l'll'lo di rrtr•azionc dell'addome: con evacuazioni diarr·oiche per"'i"'len t r durante tutta la mahtllia, ed infine con vomiti sier·osi, rnodor·i, r·isiformi.

La spiegazioue di queHti falli cl inici non c punto fucilo, ma la loro esisten:w, ben chi• rara, deve meller·o in sull'a,·' Ì"'O il medi co affìnciH> nulla tra!'cur i onde scan"arc, se poo::sibilt>, un eri'Ore hnto g"rav€1 per il suo t(UIIIltunque in taluni casi rn cv tlabile.

G. C

Nota. su di un c al c olo bronchiale . - J. B. HOUt;H t.(Archices de JJédecitte navale, aprile 1892).

Le produzioni ralcolos(' clei bronchi già importantr por !11 lor·o rarità, oggi mePitano speciale considPraziorw Jlf'l' la correi<:Jzione eire da alcuni si vorrebbe sostenere l't'Il Il' concrezioni calcaree bronchi11li e la tubercolosi pulmouale.

XPI caso che Prpor lrarno mAncò la ricerca dei bacilli negli sputi e per ques to Ialo non vi 1\ il contributo in fa\'Ort> deliA opinione di"CU"Sa da R obin e Olliviet' in "eno all'Ac·cademiA di medicina nel gen••aìo !'COrso; ma si ha d'altra parte una precisa e minuta discussrone ed anfllisi del calcolo, clte 'tde rifer·ire.

Il calculo, eme::-so Ja un'inferma che già allre volle in seguito a tosse ostinata aveva dalo dall'albero bronchiale con· e rezioni calcaree, presentava una forma irregolare composta di due ma!"so ineguali riunite come da un sello. Delle due ma"se, una di forma sferoide, l'altra ellil'l.soide, quella preda un di un rnm. circa di ditm etro. 11 volume totale raggiunge"a qul'llo di un piccolo fagiuolo ''" il po"o corr·ispondeva esollamente a '129 milligrammi.

Di colore nella superficie, 1•ra bianco nell'interno: assai duro dr consistenza, lauto da essere con difficolla intaccato du un coltello. Diviso in due ebbe a nolat•si come la dur·czza diminu rva dallo all'inlt•t·no, la cui tessitura mo,-lrava!'lr leggermente friab le. :\on e<>i-<te,·a nucleo alcuno, t>, ridotto in pol...-ere, l' clie<le i ri-

Mate rie sol ubili in acqua bollente.

FE>rro. lr·accia non dosabile

Ma gnesia id·

Le materie sol ubili nell'acqua si risconlt'a ron o costituile da tr·acce piccolissime di clorUl'Ì alcalinr con un po' di muco ron crelizzato. Le materie solubili nell'eter·e, disseccate e esaminale al micro!"copio, mostrarono dei globuli r' i gras"o e numeros i cristalli aghiformi di materia gra"sa, cristalli che si r iscontt•arono nell'esame microscopico di qualche bronchiale. Qualcuno a cristalli di tirosina.

La traccia di ferro ritrovata l'aulor(' la attribuisce probabilmente al disseccato che esio:: leva alla superficie d e l calcolC\.

La rAice e la magnesia vi si r iscontr·arono combinate all'acido roslorico e carbonico allo s ta lo di combinazioni neut r e (fosfato trtbasico e car bonalo di calce). T. R.

Contribuzione allo studio della cefalea, oon apeotal e rapporto alla etiolog ia. e trattamento . - Jo!WPH Cm.- t.l:-<s - (.'vfedieal Record, aprile 1892).

Sotto il nome di cefalea noi intendere uno dolor o«o del capo, da una çerta tncapn<'ti.U mentale e da intolleranza tli luce e di 111 proporzione alla cau"a e alla della soffer.•nza. '

In proporziono del nunwro dei solferenti, tale ma!attin è meno c:;tudtata e più curata di molte altre. Non l'età, non periodo di vita, non fisico eccellente pu6 dirsi vada interamente esente da male sitl'atto. Come tutte le malattie ehe sono altr dtanto generalizzate quanto poco conosciute nt•fla lor o patologia, il trattamento della cefalea è un vago cornples<;o cii t•imedi formRreutici e di altre misure.

Egli è risaputo che ci r C'a il 15 % dei sofferenli di disturbi nervosi accampa no i l mRI di capo a principa le sintoma delle lor o so/Terenzo. T re pe1·iodi della v ita semb1·ano spedRImont•J disposti a tale alterazione: quello dalla seconda dentizione alla pube1·tù; da questa alla menopausa nelle doulw; tra i 20 e i 25 an111, e minimamente nella età vecchia. Co11sidel'ando la Jll'"disposizionc dPlle donne alfa ricorrt>nza di dolori nei periodi e alle speciali condizioni IOI'tl di vtla non so!'prende se in esse tale sofferenza si riscontri tre volte e mezza ptù che nell"uomo e ri,.uardo alla • o stagione sì sal'<>l>be constatalo che essa è più frequente nel verno ciH' nellA "late. Quelli poi vanno più al mal di capo ChP mennno vtlfl sedentanea, g.li studiosi e colo ro che atfnlicano la monte in una qualche particolare occupazione. L'eredita e la ripetizione frequente degli accessi sono una potente cauc;a alla predisposizione, specialmente nello donne, e non solo é ePedilabile una diretta teasmissione. ma una propen-.totw al dolore dovuta a un temperamento neur opatico. Tutti g-li !.'cr itlori sono d'accor do nel r itenere che i l mnl Iii capo sia lr'e o quattr o volte più frequente in coloro che abbiano il detto temper amento nevrotico, che non nei sanguigni e nei tlem mu ti ci. Ce r tamente il mal di capo e il si ntoma pi ù f1·e<1uen te e p ronunziato in coloro che mo- slr ino alterazioni del sistema nervoso, CO'-l, per .'':-<empio, nella coreR in cui, secondo Jack«on e Herman, 'ìl conc;tatato il 70 -;. di frequenza di refolea.

L e condizioni speciali di vita e di costumi, g-li e la trascuranza dell'igiene sono altrettanti ftllto1·i di quc,sttt alter aziOOf'. la quale, sorta che sia, ha di caratteristiCO che un UCCt!S"O Clllama, du·ebbesi, l"allro.

Tutte le manife!:'lazioni dei dolori poc:;c; :mo cla<>sificllli sotto una delle tre t•. Quelle che r i sultano per tlio::turbi della cinetica e che si mantfe,tano in modo e tumulluar1o prendendo spec;almente la tlil·amaz•one oflalmica del r,• P·" che vanno cono<.;ciute col nome di emicrania.

2•. Quelle che risultano per alte1·ate condizioni di un net•vo n carrione di una qualsia;.i Ìl'l'itazione; n.Pvraluia.

3•, Quelle dipendenti da un'al tra qualf'iasi ragione ùi/TPr ente dalle su esposte. E di q ueste ultime so lamente l'autore discorre, classificando l'al terazione per la sua etiologw, l og1e, sede e sintomi, e convenendo che la gica è la migliore guida al concetto lerapeu t ico. Lu più recente e fo1·se migliore, ù quellA di Dana!.', che non •· se non una modifica migliorata tli quellA di Erb. Essa è la <>e· guente: . .

1. Cause di alterata crasi san.guiyna, Anem1o, stati dratesici (gotta, reumatismo, diabete ecc.), infez•oni, ur·emia.

11 caw1e tossiche. - Saturnismo, alcool, tabi\<"CO ecc.

111. Stati neuropatici. - Epilessia, neurac;tenla, corea, ecc. .

I Y. rause rijlesse. - Oculari, denhHie, aur icolar • iliSfH"ptiche, sessuali. ecc. .

Alle pr{me cause rautore vorrebbe le e a quelle che compr·endono gli statt le e forse anche le aulo- tossine che sebbene forse s1 d11fer t>nztnuo dalle oltrl' hanno una sufficiente importAn7.a nel mal d1 capo: cosi egl i !li usto sotlNU'I'P il diabete dulia cauSA diA.le!'iche e compr enderlo con l'u1·emiA.

11 mal di capo per ane mia si or igina pt>r cino differ entr conJ 1zion i ; una consis tente nell' i mpover·imcnto ùel sangue, l'nltra che può accompagnarlA ov<> esistn una diminuzione della tension e vascolat·e.

Per la prima condizione le cellule delra zorHJ nella cur·teccia tale Hllerazione che nou po!>sano prr "é stesM lu sede del ololor·e. nP favorrscono la manifP8tAzione. Que"la è In varietà d r ,J< •lore più comune nelle giovi nette dopo In pubertà, ed ec,sa i• sempr·o accompagnata d1.1 tAle complesso di sintomi dipendenti dallo generale di Anemia che la sua natura non può ad alcun medico

Le cefalee associate a diminuila pressione de l "ang-ue si debbono spiegare in una manier·a pressochl> simile a quelle dipendenti da a11emia, eccettualo che in e«:-<c ]p m ne •lP l sensorio non soffi'Ono come nel ca«o di mancata nutriziOne; parirner.li vanno quelle cagionate da altera to rapporto tra i cor·pu•H·oli e la parlP liquida del c;,ll)gue. Ed l' conosciuto infatti che l'Amministrazione di mollo :-;ostanze o il concor•:<o di fattori capaci di altrrar•o la d e l sanf.rue producono conl'<e)!uenza mAl di capo: f!uindi Ì' in tal modo che p regArl'<i la cef»lea consecutiva nlle liba!!ioui generose di certr vini (champagne pE>r esempio ), alla febbre, agli eccitamenti, agli il'l'itanti mentali in genere.

Tl'll le pr·irne cauc;e vanno comprese come molto impor·tenli lP C•Hldiziooi diatesiche in cni si può quasi con sciPntilìca prcdeterminar·e la relazione tra causa ed effetto . e fra es:':" principalmente la lituria. Secondo l'Haig 1 l'lintomi dolDl'O"i cefalici sarebbe r o dovuti non alla ecce!'siva produzione di acido ur•ico, ma allA riLe nzione di esgo nell'organismo, ed egl i crede che l'orina emessa durante uua cefalea litemiea gja differente da quella emes"a prima o do po l'accec;so doloroso, avendo potuto 1)-;c:ervare che il r·apporto fr·a acicio urico eri ur·ea resta alterAlo in modo che prima del ma l di capo esso é r appresenln to da 1 a 40. e ùopo da l 1:1 20, mentre il normale è di 1 a :13. Quindi crede che ogni condizione la quale la produzione in dtlil'acido urico e l'anormale I'Ìleuzionc di esso nel sangue sia cngione alla sua volta del mal di capo. Tnle :-'lAto sr rrsconlr a sopratutto in color o che eccedono in pasti mollo a zotali, il cui risultato é un· eccessiva produzione di acido urico per insumc:ente ossidaZ10ne delle albuminoidi. E così si la frequenza del mal dr cApo c hl" !mole in coloro che menano ''ita c;edenlanea. Sono a ssai comuni i casi di per·c;one che o per eredità o pet' altre ragioni presentino alterazioni epatiche esacerbino a periodi specialmente dopo drge::;trom, le quali vadano iu questi periodi sogge_tte a mancanza attiv ilil cerebrale P a dolori di capo quast sempre frontalr: per lo nddietro senza rrl'Prcarne la cau"'U 5Ì era contenti dr rim ediarvi somminil'ltr•andn qualche derivati"o per !)iminui r e le epatiche, ma ora si può bene deter·minare _la lazione che paS'-'O tra l'organismo di costoro c la noctva 10tl ucnla che su di essi eset·citano le sostanze ti cui effetto .. la produzione cl r acrùo urico. imporla c;e n ociva s in per ru!.(ioni individuali che possono rrferrrs• ad erPdilà 0 che si sieno poi sviluppate; come prova ciel fallo e la cefa!Pa è do attribuirsi all' acidemia urica sta l'essersi esperrment.almcnte provato che il periodo dr sio ne c cefalea è spesse volte preceduto da un pèrJOdo 01 eccilnmen to mentole in relazrone ad un aumento di pressi one Ilei sangue, e a urv1 relativa diminuzione dell' ocido urico nelle orine che rivela l'accumulo di esso nel sanr:ue. Hnig d:ce che egli ha potuto constatare espet'imenlalmente come provocando un accumulo di acido urico e r mezzo di un acido per qualche giorno e sommrntslraudo 1111 alcalino, una parte di quello si è l'iversata nel sangu e e nell'or•ina od ha prodotto una cefalea a volontà, sempre proporzionale all'ecce"so di acido all_'urea.

A questa sles"a ragione vorrebbest o{!gt. altrtbmre alla quale vanno soggeltr r convalesceoh d'influenza.

Questa forma di auto-intossiC'uzione per assorbimento ùi sostanze estrattive va però di"linta da quelle proprramenle dette pe 1 • l eucomaine, che ::>ono do_vute a di decomnei procegsi della digest1one nE>llmte"trno e che cagionano cefalea.

Por la cefalea d a diabete gia da molto tempo De ·chaumont

HII'JSTA aff.·rmò come allot•a che il glucosi o ::;ia in quantità rilcvaute pare e._,, r crti una cPrla influenza inib.trice della nazione delle sostanze estralti ve, e quindi si spiegherPhbe all o "le"-sO molo la r•r corrente la cui forma dinrca però non "' IIIO!'<tra YH r1ata.

. cefal ee da febbri e da i nfezioni, sono co11 O..!OI proh 1brhlà dovuto all'unn e kll'altra cau--a . all'as:;:o r bimentn c 10,. di "•Istanze ec:t ralti,·e c eli leucomaine, o a tull e due in"H'me da condizioni eli alterata pression e del snngue. Ctò t• indbcutìbrlmente p r ovato nella ma'aria.

Tra le to-.«i che d r cefalea noi a bbiamo molli>'srrne ;.osta11ze me.lrcinali, <,"'me ctunrno, alcool, feno, pi Jmbo , taba cco . oppio ecc. molt" delle quali, particolal'ment.. 0he una diretta s ulla pressione del "ilnguP, oprrano alla ste!'sa maniera di quelle cennate di sopra, Jli'O· vocando urica.

P oco si può dire d e lla e tiologia delle -:e fal ee ncuJ·opatiehe, tanto la nos tra cono:-wenza patologica é ancora oscura su ques to punto. L o più drffìcili a sono quelle dipendenti pe1· i"lCI'ia o neura!'le nia, specialmente que;:lc ultime, nelle ']Unii lulla l'npe l'll nostra uon può P.ssere rivolta che a r iptlraJ•e i drsoPdmi della cirrulazic n e e la consecutiva alteraliouo delle funzioni e del corpo donde"'' originano 1 p rodotti 11 all'economia e quindi le del male. p r ohabilmcnte il dolu1•e é Il rrsulta o c.li Climlunmenli rnolecolai'Ì o nutritivi nPI centro delle 'CII'nzioni nel ce r·v,.llo N eiiP altre malallie ne rvo..:e in cur la cefale a ò un l'inlomn l'piccalo, ro me nellu corea e un poco anch e nell'epilec::c::ia, o alterazioni organrche o dlscr·nsia. -..anguignA, <'ho per sè surticientr u spiegare il ratto.

Non coc;i nel CAmpo dello Cdù se rlfle:;se, il r1uale è ampio e ricco di co nsldO rdzi oni p .. r ciò che tratta le cefalalgil' funzio nali, e tutti a r gomenti a spiegarl e, sopratutlo •111 ·Ili degli "'•no rosì potenti èhe pos"'ono drrsi prt.l"soch4., invulnernhi l i. La ma ggior pm'le d r esse van•w "'enza dubbio fl CCillo{ ionate tl •lifetti o malat tie dell'appHrAlo octllal·e. specia lm ente n ei fanciulli, ové non es istano cause rreditHI'ie . Tra i dife tti meritano il IJI'imo posto l'rpe rmc teop ia e

'lEO ICA m Ati!'mo, e tra le malattie il tracoma. D <·lle altre cOll'"\' ril t> p iù importanti ;:ono quelle eire provengono dAl nac::o, e denti, che probabilmente a l!iscono per i nervi \a:sorn otoJ·i, causando uno spasmo "ascola r e d1e per dù ori gine al male di ca po .

L" cPfalalgio da dispepsia, bilio'-e, o da costipazior•l! -.ono prohahilmente òipen,Jcnli piu per as!'orbirnenlo ,], pro lolli tos'-'ici, non per pure cauc:e riO e"'"''· non d lleJ•il'COno m olto da quelle descr1tle sotto la ,·arietà dr attlo·tOsst !lt!iche, el'cetto che esse p r esentano una pi ìt dirella m "nle rifl'rrbile al tubo ùige r ente.

Le cefalee 1·if..Jribili rnterumenle agir orf!ani "'esc::uali souo ),. p t il t'Are di tullP quelle che vanno rt11!!!1'trppnte nella 'A· 1·ie lò. di U n caso as«a i imporlonte, òic1• l'autore, fn O!'Rervato due o tre anni fa in nn fanciullo rl qua.lt> Roff'l•iva di Lo:; se spa::rnod ica e cefal a l gin, di cu i tH,n "'eppo ritrovarRi in altro In cagiotw, se non in un' i ncompleta pe t·t'orazione rneAlo urina 1·io, essendo scompal'"'i tut ti i clislurlJi dopo l' oPerazione.

D e lle c•' falalgie dipendenti da malattie costituzionAli poco v'(' a dire; l'!'-"e sono causate o direttam ente o per riflpc:so d11 generale debolezza di costituzion e: pu;:sono anche drpendere o da traumulismo del capo o da malattia urlracrunica. prendere a tt·altare l'argomento délla l e r upia l'uulore di ce che pee ciò che ue hanno dello alt r i, per pl'<ll r ia esperienzA Pgli f1·a le molle l'O><tanzn t'"flel·im entat" c onlrv la ceralo>a dà la p referenza a due : i "alir·ilati e il c lor t•i ralo di ammonio. Tra i p rim i mP.rittulo d't>"<::er p reforrti o 11 !i<ahcilalo ùt fenile (salolo) o lo ;:tes"'o ucido -..alicili co, 1 rtusli o..ono indubbramcnte J1 molto gio..-evoli nelle cefslal g- ie diatesiche. tossiche, e auto-tossidle. L'a•·ido cilicn unilo all'ari,!o ul'i co forma un compo,lo che polrt'bb•• chiamarsi acido salicilurico, rl ,. inrmcuo c ,.;j elimtna fa c rlmPn le; oltre a ciò i salici! Ati "ono anche el'lrcact a. n lifet'mPnlali v i. Combinand o questo trattamenlo co n la so mmini!llruzione di un acido minerale, a!'tì11e di p r e,·enit•e gli a cc umult di llED!CA 785 acido urico in modo che possa essere subito eliminato con le urine, è certamente pratica molto giovevole.

11 cloridrato d'ammonio suole sia esternamente in soluzione molto satura, che intemameote ad alla dose ed è meritatamente uno dei rimedii più popolari. Probabilmente gran parte della sua efficacia si deve alla sua azione sul fegato e sulla mucosa g a stric1:1 ed è giovevole quando la cefalea è accompagnata da inappetenza, cattivo gusto, lingua impatinata, ripienezza flatulenza, ecc. Se ne somministrare tre dosi, una ogni due-quattro ore, di 1ft-1 grammo eiascuna.

Nelle cefalee dipendenti da diminUita pressione del sangue spesso riesce giovevole il far bere a sorsi dell'acqua fceuda, essendo stato esperimentalmente e praticamente osservato che in tal modo la pressione sanguigna cresce. Kronecker attribuisce questo e le varsi della pressione in seguito al sorseggiare di acqua fr·edda ad una parziale abolizione deJrazi one inibitrice del vago sul cuor·e. Possono anche aumentar la p r·essione del sangue la masticazione, l'odorace sostanze irritanti, e l'esporsi al freddo e agli eccitamenti, mezzi ai quali si suole comunemente ricorrere nella cefalea funzionale, quando sia impegnata la conoscenza. Nella ricorrenza di simili cefalalgie si può anche ricorrere con giovamento ai rimedi nervini cardiaci, i quali flccitano il circolo sanguigno; ma se l'uso di essi è prolungato la lOI'O azione viene a mancare.

Nelle cefalee coogestive indubbiamente si ottengono ottimi risultati con l'uso dei preparati di segala iuternamente e con l'applicazioni d i derivali vi .a lle estremità o col ghiaccio spesso associato a dosi di bromuro come un regolatore dei vasomotori. Anche la elettricità può dare in questi casi buoni risultati.

Quando la dipende da semplice iperacidità nello stomaco senza costipazioue, il dolore essendo localizzato specialmente al cuoio capelluto e alla fronte, può giovare la somministrazione d i bicarbonato di soda; e d'altra parte quando il dolore prende l'orbita e dipende da stentata di- gestione accompagnata da costipazione, bisogna ricorrere pro ntamente agli acidi e agli amari.

Superfluo il dire clte unico 1·imedio al mal di c1:1po dipendente da vizi di refrazione o da altra alterazione dell'occhio de ve essere o la opportuna correzione o la necessaria operazione.

Non &i può affermare troppo recisamentc la grande efficacia che oggi si vuol attribuire a certe nuove sostanze come l'anti pirina, la fenacetina ecc. non perchi• esse frequentemente non t'iescano ad alleviare un mal di capo d'indole nevralgico, ma esse non hanno azione sulla causa che produce la cefalea, e con il loro uso ripetuto spesso non si ra ggiunge altro di meglio se non creare un'abitudine viziosa. Il trattamento da usarsi negli intervalli fra un accesso e l'altr'o deve Gssere inteso quanto è possibile nel prevenire e nel vincere quelle pet'turbazioni onde la cefalea si origina e nel por1•e l'organismo in tale condizione da poter meglio combattere il dolore e che esso sia meno intenso quando abbia ad insorgere.

La scelta di tutte le altre sostanze atte a migliorare la nutrizione generale deve essere in relazione alle cause della V'è un rimedio il quale è più generalmente usato ed è l'acqua, specialmente per applicazione estema; il beneficio de!'ivante dal suo uso interno non è da dispregiarsi, poiché eleva la pt•essione sanguigna, c attivando la funzione r enale facilita la eliminazione dei prodotti tossici; per la sua a zione diretta sulle pareti intestinali ne stimola la. perislalsi e impedisce i ristagni fecali diminuendone la consistenza, ed ese r cita in generale un'influenza benefica sulle glandole secret1•ici. Egli è cer·to che l'acqua usata esternamente, a vario grado di temperatura, dà ell'etti a ssai benefici per ciò che tonici;.:za, diremmo, l'intel'O organismo, sop:•atutlo il sistema nervoso. La idroterapia offre per sè stessa un Yasto campo alla discussione; ma <:iò pare fuori questione, che le cefalalgie dipendenti da alte1·azioni del sangue o della ci rcolazione si giovano moltissimo dell'applicazione dell'acqua fredda come quella che produce una irritazione seguita da una moderata generale reazione. Questo trattamento appli50 lllriST.\ cat0 nppOI'lunamente e secondo i df'llami deliA gcienza può prr g,·, bAc;tore in molti ca"i a far gcomparire una refalen. In quale gia manife!'\lazione òi un o stato atonico. L'applicnzione repentina delracqua fretlda non solo stimola t nf't'\'1 p<>t•if,•rici, ma agtsce anche come un irritante meccanico. il t·ui è una trasformazione mole..:olare in paru! del corpo con una concomitante eccilazion<> della funzione. La contrazione dei più piccoli yao:i aumenta In pre'-"ione azione che si continua per ' lualche tempo dopo rapplicazion" dell'acqua onde ne r»--tano ,-timolati 1 centri irnpOI'tanli.

Le cefallll:tie clipPndeuli da condizioni neuropatiC'IH', pet· altro <'81ll0, '-'Ì giO\'l\110 moltissimo pe1• rRzi<>rlt> e tonica s'ltlo forma di lenzuolo bagnnlo, <'hP P.'-'f'rCJlPl'ebbo nn'nzione c;opra i ner\·i sensitivi, chP. quanlunqnt> non mollo "Orehbe "eguita da una l it>v e conli'Rzionc dt.•i cllpilllli'i, donde si esenilet•t>bbe un'influenza !'eolativa nPlle zone ccH'licali che Re non ;,ono mteramt>nte :-wnsoriP '-'OnO in c•·rto m ndo simili. Da simile trattamento otteng"ono un notevole mi:tliommento i nenr·ae;tenici e qucllt' cefnllllgiP <"he dipendono cla PC<·il111nenlo o da c:ll•H pAZZO. p.,r cir'l che riguar In 1ft "eole del dolore, Da nn, •1ice, piuttoRto tlornmllticumente, che la cefalea é, c:trcltamenle pnrlando. unu l'orma di nevralgia, la cui sede è nèll"rn,oluero esterno del cr•anio e dur·a madre: altri pone l» "e le MI dolore OPI simpatico o 5• pnio Rolnrnentt>: mcnlt'e altri p•'ll"R che RiA una nevralg-ia della so'ltanza cor-ticale. Cet·to rlw vi l'Ono e;intomi nel cor<:o di alcune nenal!!ie dA dar al una o ad un'altra delle citale teorte. Giudtcando du f•1tli e--pPrimenlali Ferr er· prova che la di;..truziOne delle circonvoluziord rl•·ll'ippO!·urnpo produce anal!:?;esJa dellH uw tit oppo<.la d••l corpo. e per consider·ando la sco) delle llllre 7.0ilt' clw sono !'>tale c:pecializzllte eli recrntc, nor ro""iumn, dic·e l'Autore, tPntare di nmmeller·e unA zortR cot·ticale pPI dolot'"· Ogni dolore come forma di sentimento intcr•no (cosc ienza) clt>'e eRsere per·cepilo dai centri e non partecipa come faltor·e pr·imo ad abbattere ti vuoi di1·e clJO CS!'O ò sottoposto a c:fère più eleYale di ner" 1 •

Medica 7h7

E henclrè ec:i"tano senza tlubhio zone dolol'ifìche nei gangli t! Plln bac:e può, secondo l'autore, arri<:chinr"i la rlaliP altre funzioni di qnolle par·ti, elw e!'\se Mno in cor·t·elRtione e simpatia con sfere più Alte. E potesse pr·o,·ar i tale znna c.Iel dolort> non "i uvrebbt•ro lt! d1flìcoltù che ot•a nello spiezar;;J gl'an parte cefAIN·, nè si aHebht• tanto C(lnfllto di c.liffer·enli teorie.

H. Sulll nftuen za anrt RC'yiMrr, 18!12).

Crec.lian10 far cosa g1·ata ai l ellori, offrendo loro 1111 riepilogo eli dodici articoli, ed un grnn JtumCI'O (\i nole e cnc:i clinici Aull' iufluenza, appar·si sul LancPL e ;;ul 'f'im t'S anrl Ueoiste,. di nel primo lrimeslre di rlnesl' anno. Dopo le Lt>rt•ihili inondazioni dell'Asia Oriontnl" •• dBil' intemo ChinA, che nel ·18R9-!l0 lnscinr•ono rnigliflia di cndavPri e migliaia di caro;.rne esposll• alln pulrt•I'A· zione, nello SCorciO dell' 89 fu llrlf1UnCÌ8lH ili 1111' inflttt'llZil epidemica, che presto si nlle principalt cillà r\' EuropA, e nel 18!10 "i este--e sulle cittA litm·ali degli Slali

Uniti

Prima ane0ra che giungesse in Italia, fu bnllezz«lfl col rHPlll' •l'inflwmza, adottalo già dn!!l' lAI.aui nelln pt·imo meln dt!l se W"O. ma passando p t' la Fr•anci11. ripre!<e l'mttieo uorne tlr (lrippc . ben tosto accelloln dagl' ingJc... i e dAg:li nmcr:coni tlel nor,l, felici di pOtPr)o 1\t'CorcJar·.. ancora di più, a !f rt p . e d dispt'll""lrc rlnl pronHru·inre In parola ilRiianR ( l ).

Al primo tll•pat·ire di quest'influenza. n grippe, o !!l'i p. i medici deii'Eut·opa met·idionnle, non Yedentl" in es"fl quella ft•l'oeia che spiegtwa ne' climi not·Jici. rton la r·itt>nll< ' l'" per· una ''er·a entilù mot·boea di grande impor·tanzn. rno la ca- r aliPrizzarono pet' un· epidemia di forme catat•t•uli. utln a r ot·gauismo 8 bronch iti ed a pohnonitJ, (l ad ag-gravare le lesioni dell'albero t'espit•ntorio o latenlt "'otlo il rigore ùelle ne"'·

Infatti , nelle nuowrose rnonografie publ1ilcate nel i8,..,!l-!l0, la l'm·ma morbosa !"Otto lA quale si de>-crive l' influeuzu, ::-ì riduce ad una febbre catarrale, d' indol<• mite, che non ginn!!'e ad allo !!rado el i cl e' nztone term tca, che da un po' dì cefalea, crunlche volla nauscn e vomito, una lcggiera catart•ale delle muco"e bronchiali t>d enlert ·he, P los.:in una spossatez:w per alcuni giot'HÌ.

Fra il Cl'ldct·e del 11'\Jl ed ti '-Ot'gere del 1892, que,ta nute influenza ha prrò fatto gt•avi progressi tanto ne' climi J'u..ddi che ne' temperati, la mort•• di illustt·i personHggt c rcondati d'ogni cautela igienica c nel fim·e dep:li anni hn tah11ente allannato il !'Ubblico med tco, che le mono!!'rafie e L:li ,..lnd i su tAle rnalatlin si sono moltiplicati, e siamo giunti al punto da potei' l'tcono,.;cere in esc..a unn sintomutulo!!ia prote,rorme ma determinata nell' tnizio del male, :-;i son formult co•H·elli tet·npeutici PI'C<' isi, già un'anatomia patoln!:ica t·icca di rl'perlt imporlanti,.;..;ìmi, ed ò sorta un' etiologia cue 111 poco tempo ha percorso gran tratto della «ua vin, e >-i 8\· vtcnHl al compimento della sua meta.

N elle mono;.:rane che tt•atlano delia forma m orbo"'a delr innuenza, nou si parla più di :::emplìcc e J iual'lpett·nL.a, di lieve cefalea, di circolilcrillt> affezioni cnlal'I'IIlt, lì febbrieciatolf', né <;i parla più di Yecchi ,uJetut!Itar• pt:!l'tli pcrehè l'influenza abbia inas pt·•to i loro mali prec"istcull, non si pal'il'l di complicunze che abiJiano tallllCil e agg,·u valo le condizioni dell'infermo da <'ondurlo a n tO t'le in pochi giorni.

A volet· nferire tutte le lesioni funzionanti ed concomitanti o sus,:eguenti r mOuenzn, m ·ltendo a fianco del s tntomo o della lesione regi s trata il nome del tllcdìco clw ha latta la comunicazione, furet lavoro tt·oppo lun:-o per i lin11li t!al nostro gio rn ale. di esporre con ordine anntomico la sintomatolo,..::ia di questa malattia, citando po.;hi uomi :;:oltanto l.n febhre pur'1 es.,er lieYe e di breYe durata, ma può raggiungere od unelte so rpa ssare i 10' C. e pr·olungarsi per 12 !!iorui. Le conrlizioni dell'albero bronchiali' pOs!';ono vat·iare da un catArro alla polmonite catal'l'O ie pos· son o verifkar,.:i sp»smi larmgei e bronchiali mortali, infarti gangrenosi del polmone cit•condanti piccoli ascessi lohulat·i conlene'1li pus con strcplococehi e hacci li dell'influenza, p o!'lsono ll\'venire emorrng-ìe n<'ila partP. superior·e ddlo Yie a ereo come le tonsille c la ba"e della come per pa· ra lt!ii va"omotor•a secondo Ellìot av,·engono emorragie polmonali illlponenti in c·oncomitall7.e con la polmonite. \Vii'-On aUl'ibu i<>ce a pm·alic;t trofìe'a gli H!'lcessi P. la gangrena polmonare,le pl eul'iti non <\Ono stalP rtll'f' in occa..,ioue d ell' influenta, c;;i parla di l"(uakhc d'en locar.lite, e .fohn Anderc; nn nota due <'asi d1 !'lincol'e cardiaca. Church rifori">ce ad azionr ne n oc;a la deholezut Cl'\l'dtaca, t! pol<>o fugg-e\'ole, l'angina ('ectoris osservata nell'influenza.

1 fenomem a carico del luho mte<:linale "ariano dalla e vomito, nllt1 leggiet'll cliaerra od alla consecuti"H òi<.;<:enterm tah·olta mortale.

Non è <>la ta rara la nefrite con dt>f•O:::ili nell'orina di cilin rh·i opileltali o ialint.

Si sono altresi verificate febbri a l'ot'ma infettiva simili a qurlla d<•l tifo, con esito letale in 15 giorni, casi di parotilt ed m·chili sirnpaliclll', olili medie semplrci o purulente, emorl! m paniche, sordita, erpeti cornealt, nevrile ottic», della retina, !"econdo Godfrey, Elli\)lt e Gale- ' ZOWl"k)'

L' inten"a cefalea prodr-omicll eli le leptomeningiti difl'u"e, i focolai emot·ragict nel midollo <>pinale, le mieliti, l e polromeliti, le encefaliti notnle dn Markee i<pecialmelrlo ne' bambini, le emiplegie, le nfa"-ie, le parali"'i de' muscolt dt>ll'occhio·e del paluto, le nevt·ili multiple I'ifet•ite da Charle::; Milll", le nevralg:ie ribelli e durature, i dolori reumaloìdi deiiP o<:l"a notate dn Hut'd nel i\Jussachuc;ett, i stranissi111i dt SOt'diui nervosi come iperel"lesie, convui'·ioni, slupoee, la corea, l'angina pectnris, i di:;turbi trofici e Yasnm olori, isterici e nevroslenici, J'oftnlmoplegia, la perdita del- l'odorato e del guRto notate da Charles la parali"i ciel facciale, dell'oculomotort>, la nevralgia del !'opraorbtlu iP, dei nervt inlet'CO"tali, !-iCtatico, piantare, le neYrili con mixeJema, le mtelilt, ie poliomieliti anteriori, le pat·altst tt·a11 <:itorte di più mc•u1bri, le polioencefallli, le tnenirudti cerebrali e spinali purulenlc, le apople""ie per emorragia, pe r tr•o mbo,..i c per emholismo, In tl•·menza paralitica, le psicopat ie d'og-ni genot·e, formAno la pato!!enia nervo -a e<-te"a e gr·aYC dell' mnu .. nza.

.\.lthon!'; riporta undi c:i autopsie nelle quali si riu,euue intensa iperemia dt•lla pia macil'e c del cer,·ell o rnenle nelle arterie della base del crunio ripiene e lut·grde come !'e fo"sero "late iniettate co11 cera, aumen tata con,..idel Ct•rvcllo e midollo spinale, e lcptnmeningiti.

I dolori rnuscolat•i pet•stslenti per meai durante In convulescenza, le eruzioni di vescicole e di porpor·e gli ascessi in diverse parli del corpo, le e;:cat'r di decubito st?n7.a lunga degenza uel letto, compiono il quadro dell" possibilità rnorhose cfw accompaguano o tengon dietro all' inllnen:tu.

E qui mi pet·messo riportare brevemente tre c u"i o ccor:-i nell'ospedale militare di Roma nel mPse di fe bb1'a 1o, ehe non tr·ovano rtscoutt·o nella casistica finora na1'rutn. ):el riparto di chiru r gia entrò un soldato con 1111 allo slt>rno-deido-mastoideo "ini;:.Lro, e pt·nveniva da ll'infermeria clove aveva soflet·to I'mlluenza. Di li a poch i !!JOrni il turnorP il"sUO"e tutlt 1 cm·ntleri della fluttuazione, mi òeter·minai ad in('tder l(', ma cort mia sorpresa, taglrata l'aponeuro;,;t cl.,l mu-.colo, vidi uscir sangue nero in vece th Pli"', deler--i e sutur11i la fet·ita, ed in pochi giorni ottenni la !!Uarigione. Nel cot'!'O ciel mese mi si presentò un caso i Jentwo al precedPnle, usai gli ammollitmti ed i risolventi. rl '-'HIH!Ue eiTuso si riassorbì in bt•eve tempo, e l' infet·mo usc t dull'ospedale.

Un soldato en t rato nel riparto di chirurgia per un' escor iaz ione a l piede, fu preso da influenza, ebbe una polmonitP cata rrale doppia per fa quale passò in un riparto di medt-

1JEIJICA 'i UI cina, e di H a 11uindici giot·ni, guarito dalla poltnonilP, mi tornò twl riparto con un g-ozzo che cre;.;cevu a \'isla cl'or·1·hio.

In p<JCO tempo il gozzo acquistò proporzioni .. ed ullurmaut•. la pelle et'a al disop1·a del corpo ttroiden, la voce mancava e la re,..pit'azione cominctava a.J e"'"d' diun S<'ll::iO di fluUuazione al lalù ;;inistt·o d t'l l'Olio mt determinò per un' inci:-iorw, ma tagliata la pelle ed ti venne fuori poco sanguP. nero, e si pre"c·nto il corpo trroi leo ros-<eggiante e Di li u poco si pre::;entò la fluttuazione a destra, n.a questa vo1la l' inci.. ione della pelle e del pellicctaio delle esito al pus che ,,\ glaudula senza alterarla, intei'Uando:si nel connettivo intera\ veolare.

11 tumore si ridusse di volume fino a scompnrirl', le fer ite cicatrizzarono, e l'iorermo usci dall'ospedale guArito. D i mJOsiti emorragiche e di tit·oidili conseeulive ud influenza uon :;e ne leggono, per quanto io so, nei giornali di mcdicina, e per ciò ho voluto l'iferire questi tre casi.

Ma com'è possibile che questa malattia cosi innocua da principio sia nra d tvenuta così pat·icolosa, P sopralutto l'OSl prote1t'orme?

Finché è stata lieve, non ba altil'alo l'attenzione degli studiosi, o essi non sono rtesciti, in una infezione a forma mite e passeggier a, a colpire il germe di sua produziOne.

E qui e necessario entrare nel campo Jell'etiolog•a recentt•mente studiata, percbè essa sola può spic,.!arci l'indole prol01forme della malallia. •

1n questo campo il giornale inglese ed an, e r il'ano non fanno chP "Pigolare dietro i passi dei ricercatori tedeschi e france ..i. Ll baCillO dell'influenza è stato r111 venuto m gr ande q uantilà, come in cultura pu r a, negli sputi purulenli, e poi nel sangue da Pfetffer, e come osserva Cunon non passano da qudli a questo, ma si trovano nel sangue anche prttnitivamenle, anche quando nell'influenza non vi sono locAlizzazioni polmonari. Canon li ha trova ti nell'orina, nella cornea d'un infermo di cheratite consecutiva ad influenzo, Gutlrnann l i ha trovati costantemente n el sangue.

Corni! o Chanlel"!lesse hanno isola ta , co ltivata, cd i nocu lata

i92 RIVJSfA

la cullura di hacill'l nel conivlio, c; 1Uo In pelle c nel :-.alls:rue di l'ilrovAto il bacillo nel·

J"inoculazione e nt>l l'hanno inoculuto ad un da quC'sta hanno oltenulo nuove cullu re in brodo, hanno introcloUo alcune d1 que!'<to hroclo nelle narici di una l'lcimmia. 111 quali' ha aYuto febh•···· diarrea. mentre nei coni!..li non si e manif<•stftlo che inappetenza, dimagrimento. e pE'rmanenzn dei bacilli per t1·e sPUimanP nel sangue.

Nell'istitnl<• pE'r le malalliP infettive di Berlino si "'On trovati i bacilli n•·i corpuscoli di pus, nel tessuto peribl·nnchiah>, fl pE'rfino ullu superficie della pleura. uss1eme llll'essudflto puruiPnto clelll'l pleu1·ite.

Il microbio dt•IJ'inflnrnza, "econdo la relazione d ì PfP.IIft>r. si moltiplica durante 1l cor!'<O dt>lla molatlin, e f<<"omplll'e col cessar(• di que-,ta. Si pre'-'entA a piccoli ammac;c;i di c;otllli bacill i della spcssezza di ryut>lli della sPlliccmia del top1, ma piìt corti della JnPlà, lalYolla uniti « cat«•na di tre o <Juallro, come stJ•eptococelu.

Si colorano <'On difficollù con ranilina bac;ica micrliori r(llo razioni 1'\J ottengono col liquido di Zìf>hl hlr.u dt melilene di Loeffier A culdo. Con IJilE'!'t'ultimu colorazione le e!'<lremitù del hacillo appaion o più intrnc:amente coloralo, onde !<i ha p1ullosto la parwnza di diplococchi l' di q reptococcJJi, cosa che negli Rnni scorsi ha dt>viato l'attonzione dE'gli osserYatori. i quali hanno scarnbioto qnl'sto hacillo per tlliO dri cocchi più comuni.

In pendente 1 bacilli sono a s!'<olutarnente immobili.

Le cultu1•e pul'e si ottenet·e nel bl'odo con alt' l 11 1 •1. ulla temperatura di Pd all01'a f<t vedono "' coloaic in forma di piccolissimi' goccie t:OOlP. ac•plll. r icono<;;cibili nelle prnne ore solo con In IPnte: poi le colonie crescono alrtuanto, ma restano ic:olate. e uon conJluiscono mai con le vic1ne.

Kitac;ato t'> riu«cito ad ottener e la 50• genel'azJOne di que ti bacilli nell'a gar gliccrinala.

Le inocu laztoni, secondo Pfeilfer , rie!'cuno bene nelle Rcimmie, eonigli, cavie, ratti, piCCioni e topi, mn la malattia

MEDICA 79::l si riproduce soltanto nelle sc1mmie e nei conigli, gli Allri animali sembrano ad essa rcfratlar·i. pur ammettendo eriproducen do sul loro organismo il bacillo.

L'esam i' del sangue è fatto da Canon nel modo seguente: Dallo puntura òi un dito si spreme una gocc1a, se ne tocca il culmine con un vetrino, a questo se ne c;opranpùne un altro. e le supC'rtìciP dei vetrini fra le quali c., scluacciata la gocciA. strisciano runu !"ull'allra, quindi i due wlrini si fann o disr;;eccare !>eparatamento.

Si pougono cJuìnoi i due preparati in alcool as:soluto per 5 minuli, indi !"i passano nella soluzione di Crenzjnke compoc;ta di '-'Oiuzionc acf')UO"a ò1 bleu di _metilene !!rammi 40, eosina Rciolla nell'alrool Al 70 •1. g rammi 20, acqua dic;lillala grammi 20.

1 coprio!!getti Ri tengono immet•si in queRta soluzione per un tempo che può '•ariare da :l a H o re, in una incubatrice a 37'.C, indi si lavano in acqua di s tillata, si asciugano, e si montano in balsamo del Canadà.

Con una tal e colorazione i corpuscoli ros<>i del san!!uc const>rvnno il loro col ore, i bianchì r<i tingono in bleu, ed i micro1·ganismi prendono il colore se ne vedono da 20 in un preparato, ed appai ono come diplococchi se non sono ben co!OI'ati, <"Om., corti bac.illi se la colorazione è ben l'iusctla.

Canon nei ca si dnbbi asserisce di aver fatto diagnosi d'influenza col solo mic•·oscopico.

Quest'esa m e biologico COf'Ì accuratamente compiuto dai ricercatori t(•deschi e ft•ancesi, ci spiega chiaramente perchò qua--t'epidemia che non risparmia nè vecchi nè bambini, ne., ricchi m'• poveri, che enlraudo in una famig!Ja l'infesta tutta, che ta!Yulla recidiva, si pre!-.enti poi in m odo CORI proteiforrne da attaccare i diversi organi e sistemi del corpo umano.

La coc;tante presenza òi un bacillo nel nor. era stata ancora verificata tn altra malattia che nel carbonchio, e nella febbt·e ri co r1•ente. Il bacillo della. tuhercolosi ì• stato trovato nel sangue appena dieci volte finora., quello dt>ltifo

Hl\ !STA \IEOIC.\ ùieci volte, qua ttro volle quello della lebbra, due volte quello della mona.

Qne;;to dell'mtluenza che p uò trovRrsi nel Anche quanùo non vi sicno l'enomt•ni catarrali nel proceRRO morbo;;o, che vi si trova costantemente, può altHrare, come altct'a, o r gani e tessuti, e pr odur•re fe11omeni grans«im 1.

È riservata atravvcnii'e una te t•apia meuo vaga c meuo multiforme di quella che s i i• finora usata, ed una ,wzione approssimativa dei prodoll1 del bacillo dell'rntluenza.

P et• ora possiamo rootentard della lunga sti·aùa per·cor·,..a in s ì pochi anni.

HIVISTAClllHUHGICA

L .\XGE:-<BUCH. - Sul primo soooorso del feriti leggeri sal ca.mpo di battaglia . - (Deutse!te medicin. \Vu<'!t .. f1 mar:w H>92).

No n vi .é alcun dubbio cho nelle prossime guer-re il fucile ultimamente adot tato pe r· la fanteria cagionera un nunH'I'0 eli ferile leggere str aordinariamente grande in confronto delle guerre passate. Naturalmente sai'à aumentata anche la cit'm dei morti e dei feriti gravi, ma queste ultime categorte tli feriti non formauo qui ogge t to di speciali pnrche• il soccor so ai fe r ili gravi non è mutato Jalla intr oduziorw dcii& nuova arma nè la sua alli vtl.à maggiore si fatta zione ùell'emostasia in della linea di C(lmbntlimBnto. La potente influenza che lu nuova a1·ma esercita I'Ul numer·o e sulla forma dello fer•ite leggere ci impone invece di s tudiare il primo soccor:;o so tto nuovi punti di vista.

RI\'ISTA CllllllJIItaC.\

Il nuovo fucile si dislin!!ue da 'iuelli tl'•ati fino ad ora, asll·azion fatta dalla sua ma ggior leggt•I'Paa, per òiver;::e qualità e precrsamente pel' il suo fuoco più accelerato, per la sua enorme portata (lOOO m.), la t•·aiettoria r·adente, la forza ùi pouelrnziono del proiettile come pure il piccolissimo ùiamell'o, la qu»Ri nessuna ùee const>guentemente a que'>ll' In diminuita forzo. esplo:;i va del proiettile stesso. P et· ell'ello di questa prop•·iehi un fuoco ben drrelto e nutrito può c·onture gili a mille o due mrla metri un l!ran numero ùr colpr utili i t)UOli, diminuendo la d istanza, aumenteranno più che in ragione del quadr'èllo mentre rl pl'oiellile più ra i ente altra ver'!':t.:l'à t1·e o quatl!·o od an chl' piil soldati tra loro Yl.:ini.

Lt:3 ferile u i distanze, ato.t r·azion falla dalle l<>!' ion i del cuot·e, dei g r ossi va:::i, dd re•·vpllo e del midollo spinale, saranno anzitutto assai leggere, e falla eccez ione forse per le ferile dello stomaco c dog li intestin i, rimar•·anoo ta li e poti'tll ltlo esst•re convenientemente e co r·reltamente teallale fin o dal prim:ipio. Siccome l<' ferite cutanee d' ingr·esso e d'uscita av r anno soltanto la eli 4-10 mm. e speso:o quindi nc..n saranno nemmeno operatP-, e siccome le ossa invece di ec:;;ere comminutamenlc frommentate saranno semp licemente forate o così dal pun to di vista chir urgico-miltlare, devono tah effetti rit enPr s i benigni. Se la distanza vien diminuila a 400 metri, lo condizioni ùelle ferite dello parti molli, secondo le esperienze di Bruns, resterebhe r·o anco r a egualmente buone, però tonto sulle ossa piane come !'.u ll e epifisi delle o::;sa l unghe si formarlo delle strette fes su re "ell7a ;;oluzione di continuo e sulle Jiafisi colpite si formano delll' di frattura le qu»li alla libia possono la lungnezza dr li-lO cenl. al femore di 1:! a a cenl. L e pero si mostrano tenute in posto ùul perro-<lio rima... lo intatto.

:\ ei colpi vicini cioè da 12-100 nwtri di d•..,tanza si bt>ro O!'l<:ervali i segu enti efli•lli: L•1 fer·itA ù'intz res;oo forma una uperlurt'l cu tanea del diamt'lro di li·7 mm. con evidente contusione di'i ma r gini ed annerimrnto dei medesimi ed essa apel'lura può ft.I'Si poi estesn c pl'ender· fo r·ma di fessura se

CHIR URGICA in par·i tempo nn O!':"O immediatamente sollopo<.to ,·iene

La ferila d'u<>cila si mostra >=empre in forma 111 frl'<snra oppur·e l'af!qlala con margini lacel'i e per lo piu cltolla luughez:t.n di l cenl. a 1,5. Le f•'S"ure lunghe più li tr·e cenlimetr•i, ..,ignitlcher·chb •r<• con sicul'ezza che e:::isle anclu> lesione o"'sea.

L,. 0""1'1 colpile ri<:enlirono sempre chiaramonte l'ttzione e •ruesta uon '-'Olo quando la dialisi el'a colpita in p1t>no ma auchc quando. era solcata o strisciata da proiettile tangenziale, c cm·r·rspondeutemenle a questo efTdto le pat•ti molli all'oc:so si moslrar·ono lacere e spAppolate. I pr·o1ellilt rivestiti di nickel, battendo sopra os:<a dur·e n cm;ì picrnln di'-lauza. a vis.hile deformozione; oll'inconli'O i Jll'Oiellili a mantello d'aeriaio quH-.i mfli er·ano sl'omlllti. A r1uec:tn distanza possono essere trnpal<sati qunltro o cincrur> uom i ni dallo stesso proiettile, ron che nal(H·n lmentc le ferito succedentisi l'una all'alll'a sono setnpi'P pi 1 't benigne.

Da lfllOf>!o piccolo abbozzo li'Accialo sulla "'llida decrli '-'IlE.'n 1:"'1 cl 1 Rr·uns noi pos!';iarno vedere quale c!lrallere pr•'senler·anno per· In parte le fe r ile prodotte ,·lllliA nuova nrma. Conc:ideratA la terribile celerità del fuoco si puo p r esumere che da raro i fuochi di masse :::i faranno iu vici ntmza (p. fS. Il 100 m.): una delle linee di tiratori o avanzerll o ret r oct>derà r er cer·cat·e riparo e cosi il fuoco permnnenle c.:arn tenuto ad una di"tanza che oscillerà tra i iOO ed i 1000 metri.

:\o i \'Odemmo <'he in queste condizioni dov r emmo a<:petta r ci un enorme numer·o eli fe r 1le, ma que;;;te ferile i n ronfronto di quelle delle ultime guet're avranno caratteri p111 benign i. i n proporzione del maggiot• fuoco anche il pe1•cento dci mot·ti !<ara certamente aumentato, all'incontro il numero dt> i ferili gravi, non tenPndo conto dell'azione dell'ar·liglit>r io, l"arà molto minore, giacché le ferite fl'atlur" che in poc:sato quasi sempt·e i mprimeYano ad u na se m pl ice fe1•itn un car·otlet·e g r·ave e pericolo!<O devono di mi nui r e sL•·aor·dina r itt lncnte, e p r ecisamente da questo fati'> dobbiamo crPdl:'re come realmente henelica l'introduzione del n uoYo fucile.

.}fa come ad ogni progresso nel dominio dt>ll·arte JJostra l'amore, il e la responsabilita aumentano dt mnno 111 mano che :;i piu alli ideali. cosi anche il bi,ogno del (H'imo :>OCCOr'<O dei lègget•i che d'ora 111 pot atllu1ranno in st r aordinario numero sul campo, ha ni mollo eJe,ala la somma der nostri doveri e seriamente a' ''e l't•' c11e dobbiamo uti1Jzz8r<l IJ Uella maggiore atti,·ita chirurgica che Ili nuova arma, p.ù umanitaria delle altre, <·i perllletteru di Come polt·emo noi aumentare le nostt·e r·tsorse e.J in quale uHsura polre1110 aspirare a 1 aggmuget·e t•i 11 ulti obicllin ( L'autore ct·ede che sia nostro dovere tlt chiuder·e nsetlicamentH le ferite sul campo, come si in una clintcn, in modo cJw il paziente, nella maggioranza dei casi, ll OJJ abbisogni più di alcun trattamento ch irurgico.

Cer·tamentn che i casi i n cui le fel'ite restano inquina te per penet•·azione di brandelli ùi vestito dal proiettile abbisognet•anno in seguito di una cura alti,·a, ma bisogna anche ricouoscet·e che tali twentualitil si verilicheranno mo lto più raramente, giacclJé il pt·oidlile tanto ad unn d1slanzn media che grande non fa clw perfor·nt•o lu pelle ::;&nza pr odua•t•e una reale per dita di !"Ostanza nt> in ugual mudo si comporta il proielLile dai ''e-.:liti, cOi'a ol'altronde accertala anche da antiche osservazioni sopra fer1te di ed l noi tre e no to che i moderni pro etti li ri ''to:'-'lili, battendo su di un ostacolo, si riscaldano notevolmente e,l a tal grado che, <'ome Rl'uns ebbe a dimostrare coi suoi sp1•rimenli, proiettili a mantello, i quali abl>i a no trapassato senza deformarsi parli mol!i oppure seg:atul'a di legno, gi sentono co-.:i caldi che non si possono tenere fra le dita. Siccome poi il J'll:iCUldamenlo a v viene spf'c ialme nte all'esterno ùel pt·oiettile e perciò tende a diminuire rapidamente, si può prNIUIIlere ehe la temperatura, al momento che la palla colpio;;ce, sia nd un g r·ado Lnle da uccidere i mic r orgonism i eve11tualmt•11tA nella Ad ogni m odo il pe t·icùlo di unu infoz10ne p rim al'io pe t• azione del colpo stesso 1 min imo e uon va rr·ù a

'iH8 RIVISTA confe rrnat•o il principio r.he ora \'C'rremo più r."te.•a tneniP. a di'Ila occlu•qone imuw.liatn delle fet·ito campo d1 hallag\ia.

Come «o, ollrA i1 grande makriale pia prt>pnrato l' pt·ovvif'to in mu!'!'a a di rneùic11zione c tl'•O degli -;tnbilimenti sanitari, aJ O!!ni "olduto che entt·n in campn!!na 'iert dalo 1111 pncchelln contenente una f11« ·in di al !<llhlimalo ron due compt'e><se; que«to malct·inle é u«alo in modo che In fa,.c.ia dt•conda I!Ou la pat·te ferita previamente da una compre««n ed il tultn 'icn <'On uo spillo di sicurezza. La fet·ita »ppnre co"i protetta da og-ni minacciu cl'iufezwut- e.! il paziente puc'> andare o t't'tl tr sportalo Ili posti di llleùic8ZI0ll"· piìt inl ielro.

Queste co!':.tO"e pt•ovvt«tP tli mfltrrinle per "'od al hi.,o:;mo del primo mel'itano davvt>r•• appt·ezzate per i loro b<'nelici el'ft>tlt; tultavin St può dinwndare se·le cmtrepitc !i'pct'UIIze in Yat·t casi t·eaiianle in modo I.'nutore nt> dubita ed i suoi dnbhi non >"arebbero del lutto infoudult.

La fascia dt garza può applicar,..i con unn <'<'t'la pt·e=-tt>zzu, e questo rC(Jitisilo n nn piccolo valore nel momento in rni ('Prve la pugnn, durante la ctuale J'opet•a del pct·s.male •l'n'l· <' ricltiec::ta in ptù luoghi t•d ogni co"a JOina,;c.tR clt andai' . .Jia con <juesta fot•ma del primo anlt-.Plliro :::occor:<o 11011 si <'• fnllo nncot·n lutto i-!iacdtè non !Jn,..ta clte si poS'-fl pt·aticare ltt medicazione con pt·nntezJ.n mo e:.: li

•\ c\uopo, (P •1ui "ta il punto più importanlt> de1ln 'lue-<Lionc) che essa continui ad agit't' anli<>Plli camenle la :i fino ud S giot·ui ed unche eli più. Ot'A CfUC«In indicl.lzione si soddt fa cotnpletamenle coll'applicnltonc d•·lln fasctn cir<"olar,.. ( Se cosi fosse la chirurj.!ia di a\ rebbr t·n:r-iunto 1 l'u bell'hlt>ale, ma 111 naltò con que,..L•• so:a rì;;ot•,..a ne è an•:orn lontana. Queste fAsciature non !'i rnllt>nlet•anno o "i ,...nuoveranno sin pet• l'opet·a inHdnlta dei poi'lal'••t·iti dUI·anle il trasporto? Una rac::ciA appltcuta menle ad unn estremtlu, "e qu :<la i gonfio, npporla non ,\1 rn lo lo struzzamcnlo; e ..·.,,]tra pnrle una lenta manca al HtO precipu o scopo che è l'ucclusione; le i'asdatur e

Cllll\UIIGIC.\

-circolari al C'Olio, allt> spalle, intorno al Yentre, alle anchè, perfino alla fot·mn conica dell•' coscie non potranno che ac:sai ral'amcnte JH'Otcg!.!'ere la ferita dal mondo esterno. Pm·tiamo un e;;:empio pet• mettere mef'lio in chiai'O l'insuiTì cienza ùi que;;:.to metodo occlu:::iYo. Si 1'11c uu proiettile che colpi':!<'8 la fo-:f'a dt Moht·enneim e trapaS"Ando la faccia unn sec0ndl\ ferita posl<>riormenle al liwllo tl ..lla :3• o 4* costa. Quale enorme pPt'dila di tt>mpo e di materiale "i soffrirebbe a volere mettere una fasciatura cit·colare che mantPnga l'occlu" one per più gtorni?

Per •JUt?"li in ''et•o, ti mnleriale ùa meJicaz1one dei porLoferiti e aiutanti di ci olTre de• razwlotli rd cmpiastro ''o :\la le pezze e qnadrnngolari ]H ""ono in certo quai modo te· nerP in «ilo una fa.,ciatura !!ia applicaltl ma non hustano ad a"sicnrure una permane11le ucelusione, che è la sola condizioiH' per garantire del buon tlndamPltlO di una fertln, in quanto all'u,-o del cerotto odesivo di C""'erc rammollito al cnl••rt> della thwuna per poter ùi\ Pnn·t· allo ad ndol'irc fot·temeHle <' ;;:.tabilmt>nle) C'-'primeremo il nostro paret•e in Lo »v'iene per le ferite d'armn da fuoco al lot·ace che nel o di !:Ohlo veng-ono trallalc con c::uc;;:enza circoluri e chiueoc ill\'ece a pCI'manenza coi mezzi che 11ndremo più sollo a descl'ivet'•'· All'autore consta che individui feriti d'arma da funco al petto con permanenza clt>l proiettile nel torflCe e con slroYaso dt>lla plcura s0n venuti a a«;;:ni presto se••78 ehe !'ia sluto necessario npplicnt'<' la più pic('o\u fascin compressA. •

La lt'c::lo, ra,·nmhraccio, la mano, il pie,le ed nru.:he la gamhfl possono 'e;,.er·e me·licate con una faS<'IIL Pel' il hi'!I<'Cio la CÌt'('(olìll'l' è f!ià dt un n1ile probl<'motico: In ste<>"o <1i<'a«i del t•·o•H·o <'del dorc::o, ma dfdsanJente essa non bastn nel ottenet·c una sicura occlusione quando tratta"' eli medicare la c:palla. ra"cella, le parti concave tn 1'1wca e In ,·nc;r1a.

Lo gt'MtJi fascintuee f!'Ìà fin dullc prime ore del lt•nsporto o della marcia cominciano a e non più atte a difendere le ferite dal surlor"e e dalraria esterna, mu invece ne faYoriscono l'irritazione rollo !'trofìnamento delle pieghe sugli umori diss<>ccoti. l for·i delle ferite che erano contratti e stretti si tumefonno ai margi ni, questi :;i ar·rovrsciano infuori e cosi si ì• aperta IR strada agli agenti infetti vi.

Anche sulle compresse di gar·za non si può fare alcun ac:;segnamento; si dice, è ' 'r• ro, che questa materia fa pre"a e sr col sangue che c'-'CP daiiR ferita «>pper·ciC. si presta 11 favorire la g uarigion(• "Otto CI'osta. il fatto che le ferile d'arma da fuoco non complicate, spt:ciuhnenle alla apE-rtura d'ingre!:':;O non ùanno una di sangue !--Ufficiente perchè avvenga questo agglutinamento e per questa circostanza anche lu garza non si fisserà pPI'f«>tlnnwnte alla ferila oppure si rullcnt1' 1'Ù collo rl.. llu

Fu snslenula l'opinione che i proiellili per la loro forza di penc•trnzion ... troncano più facilrn«>nte i sanguigm e t{uincli causa di più frequenti L'IIIOI'ragrt>. Se così è, noi avremo u far·e con grandi emorra!.!ie ar·tt• rio!'e che. dovendo ft·enate secondo l'arte, reclameranno un 'operazione ; fatti codesti che non devouo es"ere clw in via secondaria oggetto dt>lle nostre considerazroni ; oppu1·e si trattava di un gcmtzio al quale ci dobb rarno opport•e con la immediata chiusura, poichè altrimenti la fasCIU imbevuta di sa ngue diventa ben pr es-to pericol osa per· l'antir-cpsi. LI'\ chiusura immediata può invero es!3 e r· causn di ernntoma alla ferila, ma se questa&. mantenuta a!'ellicn clnpprima e poi è tt·attata convl'nicntemente non presentet·il pericolo

Xon v'ha dubbio che la fasciatura circolare co::;tituirebbc l'r leale delta t<>rapia se il ferilo esser s ubito henc rrcovt>r·ato e trattato com•• nella clinic&, ma ammesso anche che l'nmmrnistrazion t> militare ohbra provveduto nt>i Jirnili df'l possibile per• non losciat• mancar nulla ai ferili sia iu ricovero che in tratlamPnlo, ogni m1sut·a prosa sara infot'IOI'a ul bisogno. In pochi giorni, anzi probabilmente in una solu giOrnata "Campale, si possono avere 100,000 ferili e tra questi ne avremo parecchie migliaia di legg«>ri che potranno ancora far uso dell •' propt·ie gambe e che dovranno viaggrare per più mi$!1ia in condizioni sfavorevoli p rima di troYare un ricover·o; giacché possiamo calcolare che stluRimenle si troveranno di fronte armate di unA forza doppia che quelle del 1870-71 o che, secondo un calcolo espof:ILO dal maggior Gaede alla sct!uta della Camera del i8 febbraio 18()1, pOI' effe tto del nuovo arrH&tnento, il numero dei l'eri ti e morti dell'e<>ercito tedesco soltanto alla batlaglra di Gravelolle sareb be dovuto ammontarè a 44,000. Con una forza raddoppiata ed in casc. di decisiva vittoria da pat·te dei tede;;chi, la quale avrebbe portato in aggiunta un contingente di ferili nemico, ed inoltre supponendo che oltre alla giornata vrttoriosa altri combattimenti sicno avvenuti prima e dopo di si può ammettct·e !"enza esagerazione che in pochi. gior·ni possono accumularsi eirca 100,000 feriti. Di questi, stando ai calcoli di Billroth, circa due terzi e forse più sono feriti leggeri.

In ognr caso gli effetti della moderna strategi a si far·anno specialmente in ciò, che nel cor:;o di pochi giorni soffriranno delle immani perdite non f"Olo esPrciti ma anche la potenza della nazione. Per i morti non resta a fare che la sepoltura c render loro pubblici onori. I feriti gravi troveranno it' più caritatevoli ed approprio t(' cure negli spedali da campo, da guerra e di ri servn. Mn la grande massa dei ferili leggel'i non ci impone minori obblighi poichè essi puri' rappresentano molta parte della ricch ezza nazionale.

Mentre che ai feriti gravi per i quali, fatta ast1•azione della emostasia, é indicato rat•amente un mr•dico e questo il più volte non si riduce clte a rende rli trasportabili, si pensa assar leggermente per i feriti si consigliano di aiular'>i da !:le stessi, si met!rcano super·ficialmeote le loro ferrtt>, piu per tranquillizzare la coscienza che per vero scopo lerapeutico e produttivo; ta le ò la pratica che ha dominalo tìno ad ora e che pure può avere conseguenze disastrose per l'esercito e per la nazioue.

Que!'<te fanno sorgere più viva la questione se non sar•ebbe possrbile migliorare il primo soccorso sul campo e nello stesso tempo valgono a giustificare le proposte che ora formuler·emo e che sono basate sull'esr,erienza della pratrca civile, proposte che forse non sembrano a tutta prrma tanto facili ad attuarsi in guerra e che pe r ciò dai competenti raccolte solo per cimentarle al c r ogiuolo della discussione.

Ad un grande ospeclale di una città come Berlino vengono annualmente avviali in gran numero feriti d'arme da e da punta, c ome pu!'e buon numero di fl'alluro perforanti, e la cu ra di quei casi deve a\·er' di mira naturalmente di mettere quelle ferite in tali condizioni da pr·ecluderno ogni adito all'infezione; le manipolazioni necessarie a questo scop o devono esser fatte dolcemente, ma in casi dr urgenza s i dovono compiere colla massima prestezza. buch s i s forzò di condurre Jn terapia ad un metodo :;;mnpre piu semplice e più s piccio, in allre pat'ole, di adattal'e la terapia usata per IC' ft>rite nella pratica civile più. che sia possibile alle condizion r di un <'ampo di battaglia. Ed il que!'ito fu l'isolto con l'afori!-imu seguente : Nessun antisetllco, non accJUA, nessuna ·li quelle fac;ciature artificiose e che fanno pcr·dere troppo tempo.

Con questo programma nella mente si procede nella seguente maniera·

La ferila o le fet·ite, non sono sottoposte ad alcun processo di pulitura o disinfezione, ma invece immediatam e nte chiuso• con sutura: se esiste larga ferita della pelle come succede talora n elle fratture scheggiatè, si a pplica la "utur·u a pellicraio. SovPa i punti sutur'ali vien fissalo un piccolo pf'zzo ùi garza con collodio e sopr•a questo untt leggera fasciatura all'ovatta. Recente mente invece del collodio, la cui applicazione in gucr'ra può incontrare delle difficoltà fu messo in uso un cerotto di caucciù il quale, a paree di Lan ge nburh, poc;siede molti vantaggi e che dal punto di vista della chirurgia di gueera merita tutto J'inte!'esse dei pratici. Basta infolli passarvi sopra una sola vollu coll'alilo perchò esso per 14 giorni, e fino a tre o cinque settimuue,

803 posc;a stat·e alla parte a cui 'rene applicato cosr ror·· temente da rendel'e superfluo qualunque altro apparecchro protettivo.

Chirurgica

Allo scopo di sperimentare le propr·ieta e la forza a de!'< va di quec;to cerotto furono a ppr·opriate espet'ieuz" sopra varie sorti dei più t'accomandati empinstri ade«ivi, applican ioli sopra le pa rli del co rpo che son più al contatto ed attriti oggetti estf'rni e col vestiarro. Quelle sostanze stetter'O aclese poco tt-mpo e staccar ono sponta neamente; invece il nuc,,·o cerotto aJeri contrnuarnente non movendosi nemmeno solLo l'azione di bagni caldi prolungati e senza produrre la minrma rrrrlazione . . 11 cerotto inglese. che come i• nolo si applica bagnato prPviamt>nle, per il che si obbliga il ferito ad adoperare più volte la lingua, sta adeso per cinque o sei giorni, che potrebbe bastaee per una ferita chiusa con Hutura, ma ha l'inconveniente di irritare la pelle. 11 suo impiego sarebbe con tullociò vantaggioso, ma l'a duopo iulrometlore tl'a esso e la ferita un pezzo di caucciù pet• impedire che il liquido sa li vale venga a contatto della ferita stesc;a con perrcolo d'infeLtarla.

l melodr di medicazione sopramenzionali m e ritano d'esser·e ad un'altra considerazionP dal punto di \'il-ila .chit•ur·gaco-rnilitare. Non v'ha dubbio che il bandire dalla pr·ima medicazione di un ferilo in guerr'a J'ac•1ua, la quale non sempre ,. sufficiente allo scope e as!'<Ai t'· ' 'eicolo d'infezione, sarebbe di un grande vantaggio.

A che deve servi re l'acqua per' una ferita? Non i> da uc;arsi pet' emostasia e d'allronde il che sr trova intorno alla ferila puo essere tollo anche sen1.'acq ua. LA purifì cazione della pelle sui dint0rni della fet•itR non n vrebbc uno scopo, avuto riguardo alla ferita e alla confu s ione che regna sempre su di un campo .li ballaglia, anzi le irt'i,::razioni d'acqua, oltre che far perder tPmpo, potrebbero esser dr danno alla ferila, in quanto che possono trasrinarP entr·o la medesima i mr c eMganismi fer·maLisi sulla pelle mentre tornere bbe opportuno lìss arli coll'applicuzic.rro di un cerotto adesivo, onde prevenirt! ati ogni costo il loro in-

Ciiiru Rgica

gr·e!':::oo n ella ferita. È b onsi vero che, come abbiamo altrove notato, i fori pr odotti dal nuovo proieltile sono molto prccoh o specialmente il foro d' mgresso, ratlralto verso l'iute 1·no del canale; pur tuttavia , da avvertire che col raschiare o fregare l;U i dintorn i delle ferile esterne si possono procurar e dei movimenti di aspirazione nella ferita stessa.

. P er co nsidera zioni , dice La ngenbuch, nell a pr·atrca ordinaria ora SI suole non più lavare con a cque d1sinfellanti con an ti settant• le ferite che devono ess,·re cbiu:::e con sutura, e ciò senza che si abbia a vet·ificat·e una infezione loca le. Una pulitura e una disinfezione nei tlindi una ferita d'arma da fuoco può farsi benissimo dopo r.hmsa essa l'erita, ma si sostiene che sia oper·azione superflua e che anzi s i dovrebbe omettere con vantaghio perchè si omellendola, un meccanico maltrallarnenlo deilo parlo.

Ora veniamo al più importante postulato della moderna terapia dello in guerra, c io é alla chiusura assoluta o m ecç ani ca dt>lla ferila in contrapposto al metodo dellll medictttura occlusiva, che ul tempo in cui fu introdotto d pacchetto da medica1.ione non aveva ve ram en te lo scopo quale lo si intende attualmente.

La completa delle ferite da piccolo proiettilt> se m plice oppure dr una rer1 ta da punta (per quesfultin1a per·ò solo in pochissimi casi) si può b en issimo attuare, in ca!'o di !':carc:;ihi di tempo e di aiuto, senza sutura e solo col copt·ire la ferita con cet•ollo; però in fer·i te lunahe un ceno llruetro e p1ù (• conveniente applicare la sutura, la quttle ci t ffrirà maggrot•i gat•anzie di succe!':so.

E indubitalo anzi che molte ferrte possono guar ire pel' prrma inlPnzione trattate s olta n to co n fasciatura di garza; Jnll hrsogna anche avet· presente che molli. forse moltissrnu, 111:! sono gli irro;;ucce_c:;;;i, il che porta per conseguenza che un )Pf!gerO per insuflìcienlC p r otezione deJla ferilH Si cumb ia in un ft!l'ito g rav e; e ciò s uccedeva appunto col trollam e nto che si i• usa to lino ad ora. P e rc iò ora si (!t'a impO !'lO di sos tituire alla pratica finora in vigore della pro · te;.:ion c occlu si va dellu fe rila la chiusura dir·etta della rnP- desima. Dovr·emo a duntru e aver sempre di mira la chiusura della ferita o col solo cerotto oppure con questo coad•uvato dallA sutura; tale è il precetto che ci l'e<:pe t•ienza falla sulla sua buona riuscita nella pratica o t•dinaria in tempo di pace. ln questi ultim i giorni, egli dice, fu affidata alle nost r e cm•e una lesione della mano pet• a r ma da fuoco. Il r r oietile da p1stola t il nostro nuovo pl'eielt Jle di fucile cor rispoude co l suo diamet ro ad una piccola palla di pistola) aveva per· fo•·ato la mano s in istra e ntrando dalla faccia paltmu•e, o molto probabilmente aveva fratturato un metacarpo. Le due fe rit e ful'o n o cucite immediatamente senza previn diflinfezionc e poi chiuse con un pezzo lli cer o tto di caucciù del diametro di cinque marchi e la mano, mentre in g uerra si s arebbe messa nella sciarpa, fu collocala in una ferul a. L' ornpiastro di caucciù al quinto g io rno aderivu ancora for-temente e In Ceri la e ra quasi cicatrizzata. l noltt•e ogn i pe rsona a 1della al sul campo, cioè, ollr·e ai m edici, aiutanti d'ospedale, porta fer iti ecc. dovre bbe pot•tare in una tasca aperta al p etto un portegh i ed una forbice; e per di più tutto il perso nale non medi co della tt·uppa di sa ni tà dov1·ebbe esser e istruito n o n solo n e l tr·a spo rto òt>i fe riti, n el clo r ofo r mizzare, n e l fasciare, ma anche uell"ese -

L'aut"re passa ad illustrare il suo argomento con casi pratici fra i quali il seguente.

Ora pot r ebbe co n ragio ne dimandare se questo metorlo di medicazione delle ferite d'a rma d a fuoco possa essere attunto vantaggiosamente anche sul campo di batta glia. L'llutore non esita a r ispondere affermativamente a tale quec:;ìto. Certamente che l'attuazione di questo principio s arit m olto difflcoltata se non vi s ara la possibilita di subito. se in ryuel dalo momento si sani obbligati ad andare in cerca di agh•. di affatica r si aù infilarli e poi applica rli o colle ù•la o col..,portagh•. Secondo l'opinione deJra u tore in ogn i pacchetto tla medicazione si potrebbe mettere un ago ricurvo nichelato portante un capo di fo rte seta, che, p r eferendoc:;i la sutura a punti cont inu i potrebbe esser·e con unR sua ec:;tt:emila annodato alla cruna.

Chirurgica

.le suturo continua ed inlerci»a mediante esercizi contmuall sul fanloccto, cadavere e sul vivente

Il lìlo ùo:rù 'essere abbastanza forte, e lungo.lanto da batl. da l"olo le ferite come tfUelle pr·odolle da VICtnl e che possono avet·e la lunghezza da 15 a 9Q cent1mctr1. ..

. Il regolamentare dovrebbe essere Ji una straor·tltnarlfi robustezza.

D?po la sutura, che, dalle persone un po· esercitate e chPabblano tutt() in pt·onto, !'ti può eseguire in un minuto si sovr·a.ppone all.a fc>.rila cerotto (di cui due pezzi in'' pacco) del thametro dr quattro centimetri previamente ricoll'al1lo C' si raccomanda al paziente di Jasc·iarlo m posto alm e no ollo giorni se non interviene la febbre.

Qualcuno potr·ebbe osse1·vare che l'alito potr·ebbe gPLture snl cerotto u na corrente d'aria infetta da micror ...ani;;mi

•' una obiezione seria, poich f: era.orl 1 aparotoma e 1 loro assistenti non g iOI'no ,.,.h op • · d' 1 · punto che il loro fiato venga in contatto delle fer1te de1 lol'o operati.

. co:i trattato, il ferito leggero non abbisogna di altra medicaZIOII6. Con ciò non si esclude elle occorrendo ed avenJo il temp 1 · · .' . , . o, ne g1or•no successiYO s1 pos;;a sull erop1astro una fa;;ciatura prott:tliva.

Ma :l cardine della medicazione sara semp1·e la cluusura e r m etica tromedt'ata ·he · · . . " .,.1 esegmra col sempltce emp1astro, o da applicarsi solo alle ferite lunl!he e lace1·e. Se !';l lralla d1 un a lunp:a ferila cui sia stata gia apposta la può sceg-liere uno dei due mezzi o coprirla con pn1 .pezz1 tl'empiastro senza questi apporre la fascia, o, c16 che sal'a ancora meglio, fa!'e tutte e due le eMe.

La chiusura di una fel'ita recente colla sutura o coll'emera nell'epoca preanlisettica stimmalizzata come pratica pessima; SI riteneva la ferita d'arma da fuoco g1a per natura primariamente infetta; del cattivo andam ento si mcolpa va la <>ua natura piu che i maneg"'i i contatti con t o' s ru menll esploratori e colle di ta dei chirurghi e colla filaccia spo 1·ca. Ora noi poss1amo con tutta confidenza rilornai'C a questi mezzi, giacchè sappiamo che la ferila uel p1ù numero dei casi è asettica ed asettici pure !:ono i nostri mezzi di m edicazione. v'ha bisogno, almeno pet' i ferili leggeri, che le nostre dita vengano a contatto coi punti fet·1ti. L'ago, dopo che ha ser vit.o per un individuo può e;;sere f!eltalo. Il portaghi i> vero può insudiciarsi spesso th l:'angue, ma potrà esse1'e pulito volla per volla con un pozzo di ovattA, che si nello stesso pacchetto e una volla o più Yolte al con soluzione fenica.

Questo metodo deve essere apprezzalo anche per la sua pt·or.tezza perchè l'ago colla sua ansa d1 filo fissa e.l il pOI'taghi saranno sempre pronti a mettersi in U!';O. L'impol'lante è che in semplice e benefica opet·azione della sutura siano istruiti previamente tutti i profani che devono prender p6rle al soccorso dei ferili in guerra.

Si !JOlrà obiettare da alcuno che l'attuazione di queste proposte è tt•oppo lontana dai teoretici principi Jell'asopsi e dell'autisepsi. Le suesp1·esse considerazioni nulla hanno a vede r o coll'antisepsi. In quanto all'asepsi noi non dobbiamo comr,renderne l'attuazione alla leltet·a ma nel suo spirito e non pretendere di metterla in opera al campo co me nelle nostre cliniche, ma con pochi mezzi e più di lulto coll'inesorabile precetto sempre davanti agli occhi di tener lontane le nostre dita dalle ferite leggere.

Tra i mezzi semplici capaci di mantenere l'asepsi sul campo metteremo l' jodoformio, ma anche questo da solo non valè a tenet· chiusa la ferita nè a preven1re la suppurazione come l'autore stesso se ne è potuto conv incere os!!CrYando il cattivo decorso d1 quasi tutte le ferile della guerra serbo-bulgara trallale unicamente con questo mezzo. Da ullimo l' autore entra a trattare al cu no questioni tecniche. Egli non ammette che ogni speranza di salwzza pel ferito debba essere riposta nel pacchetto di medicazione, ma lo apprezza al t:uo giusto valore ed ttnzi fino ad ora egli aveva credulo opportuno di fare dello stesso pacchetto il luogo di custodia per l'a go e l'empiastro. Se esso pacchetto si adatta a ciò oppur se si debba trovare per l'ago c pe r l'e mpiastro un luogo più opportuno é ancot'a questione che

Chi Rurgic A 809

deve esc;ere risolta da altre discusc;ioni o studi Ma .. ,.,.1· · """ 1 ora tenderebbe a credere che il pacc:hetto di medi cazione tlovessP Vtlnire aper•to là dove r·ealmente fosse necessario adoperare il suo contenuto e che aL.o ed e m pia<>tr o fos'-ero ten.utr '-eparati in uno piccola scatola el i latta di 5 cPntimetrì dr dramotro ed 1 1/ 1 ùi altezza.

. Al fondo. della scatola sta sopro un po' di ovatta un pezzo dt ca.l't.a olrata delle stcssp dimen..,ioni; sopra f!Ue:sla '-On col· loca.ll r due pezzi di empiastr•o di u:zuale grandezza, la cui spalmata di materia ade«iva ricoperta di uno dr greggia per impedire che i due pezzi si attacchino ass•eme, .questa garza odcrisce abbastanza bene all'empiastro e cor suoi margini sporge urr poco fuori della perift>ria del medt-sirno, il che rende più facile prenderlo ed e-.trar·lo. Tullr e due i pezzi dr empiastr o vengono St:>parati e copel'll da un dr sco di car·ta oliata e sopra vi sta infitto nell'ovatta l'ago niclrelato col filo di seta, ehM come si <'· detto allrove, è. annodato con una sua estremità aliti cruna, la 11ual di:::;po· srzrono torna approp1·iata per la sutura continua.

Finalmente la f<CBlola viene riempita di ovAttA pcrl'hè tulli gli ocrgetti non sieno scossi nei movim enti dell'individuo. Da esperienze fatte I·isulla che questo empiastl'o constwverebbe intatta la s ua forza adesiva per due a11ni; per conseguenza ogni due anni va r·innovato nei rnacrnzzini; il costo di tutta la scatola completa non S()rpassa i 15 centesimi. ·

Cirro al modo di portnre que"ti l'autore dice che la scatoletta non dovr<'bhe essere contenuta nel pacchetto da medicazione, ma portata nella tosra sinistra òei pantaloni perch é quella tasca è la meno usata dal soldati.

Queste idee, conchiude il Langenbuch, furono e'-pres<:e e propugnote già da Altri; bene chP per farle apprezzare dal pubblico sieno nuovamente porU\te in discussione.

A11oolazlone francese per l 'avansamento delle scienze .Congresso di Marsiglia (sezione di chirurgia). - (Rérue cle ehirurr1ie, dicembre 189 1).

ARNAUD da sta{1lococco. - Riferisce un caso d' osteomielite infettiva, dell' es1remila inferiore del femore destro in un giovine di 16 anni . Inciso il periostio, ne usrr ci r ca gr. di pus denso, cremoso, e la trApanazione del femore permise d'evacuare una serie di piccoli foc olai endo-osl'\ei della stes'-a natura.

L'esame batter·iologico del puc;; cliede culture pure di stafl/oeocco piogeno rw.reo; quantunque i <:in tomi clinici si avvicinassero di più n Ila forma di osteomielitf' da l'\lreptococco descrrtta da Lannelo ng e Achard: mancava specialmente la r e te venosa che cor\siderano come caratteristica dell'o· steomrelite dello stafì lococco. II vAlore dunque dei segni diagnosUci differenziali non è assoluto, ed ha bisogno del controllo di nuove osservazioni.

ARXAlJD P- D' ASTHOS. Rice r ca dei microbi negli a.scessi del fegato: importante per la diagnosi e il trattamento.Tale ricerca fu falla in tre casi d'ascessi epalici d' oril-{ine dissenterica; nel primo con r·isullalo negAtivo, nel secondo fu isolato colle culture uno strcptococco, e nel terzo un diplo(·occo. Nei climi almeno le aderenze negli ascess1 del sono abbastanza rare: cosi il m'' lodo di Stromeyer-Little non si impiegheril dopo constatata, mediante puntura esplorativa dell'ascesso e coltura del pus r icavatone, l' assènza di microbi.

Gli ascessi a microbi dovrunno tr·altarsi con altri metodi, specialmente coll'ampia apertura falla in due tempi per· pro· vocare la produzione di aderenze.

BoiNET. J>ell' del.feaat(l al Ton.rhino. - Gli ascessi Mservali nel 1887-88 pr esen tano condizioni diverse da quelli precedenti. La puntura esplora!Jva col trequarti servì da conduttore tino aiJa raccolta che si incise direttamente col processo di Little, ed ha dimostr ato la grande rr·equenza delle aderenze perilonoali, per cui il pus non c mai colalo nel pel'itoneo . Dopo ir rigR z io:1i occorre una fa scia- compres!'liva su l ventre che fa; ort, la retraziOne e l'adesione delle parett dell' ac:cesso e q_uall, se f'sso è molto vasto, non possono vcmre a •·eciproco. Sarebbe logico in simil caso_ la parete torarica con una resezione costale dt di Esllander applicala llscesc:i llct volummost. Sopra 78 cast di ascessi dd feaato trattar col metodo L ltlle si ebbero 60 guarigioni e 18 il i; P· 100 di esiti favorevoli.

Un cAso wteressante di ascesso al lobo sinistro del fegato. tumore all'epigastrico, e trattato con incisione dtretta tn un tempo è una for·ma non frequente e sì apre ?"ordinario nel colon, malgrado la sporgenza aÌl' epigastriO.

. falora, im:ece, l'ascesso epatico si apre nella cavità pleurtca comumca bronchi: in questi casi l'intervento opedà dt regola buoni risultati. na ciò la necessità stabll.'re il piu presto possibile la diagnosi di ascesso epa· e dt operare prontamente col met.odo di Little. Cateterismo delle oie biliari. - In una comunicazione su questo sog!:{ello, l'autore aiunge alle se ueoll conclusioni : o " t• il_ cateterismo delle vie biliar1 è complemento indispPnsablle della colecistotomia;

2• il cateterismo può essere semplicemente espl orativo o te r apeutico; operativo: una incisione antcriOI·e, che cade d trettamente sulla boulonniere muscolare e sulla testa del metacarpeo, scollamento della guaina periostio - capsulare, sezione della testa, a brasione del periost10, nei soggetti giovani, per evitare l'e· sostosi e l' anchilosi.

Bot.:--<ET. Dell'ulcera fagedentca al Toneltino. - In 615 casi di tale malattia, rile,ati dall' autora, la sede preferita è ai malleoli ed ai p1fldi: essa sulle di continuità traumatiche e suHe ulcerazioni pustolose, !'ifilitiche, ecllmatose, ecc. Ve ne hanno due forme cliniche: una graoe caratlQrizza.ta dalla rapidità dell'invasione, dalla in Qculabihtà, dalla estensione Jella can c rena; l'altra leygiera, piu difficilmente inoculabile e ad andamento più torpido .

Il si spiega sovrsltutto per l'azione del bacillo descritto nel fondo e n&lla sierosità dell'ulce r a, la qualo appartiene allo stesso gruppo pato;eno de He ulceri dell'Annaro e della Coccincina, e1l entra nel medesimo quadro nosologico di lutle le altre ulceri .ragedeniche dei paesi caldi.

.

3• può esser fatto a p:rmaneoza per dilatare un restringt mento;

4• diftìcile e laborioso nelle vie normali, esso è fRcilitato dalla rilenzione biliare;

5• esso non aggrava le operazioni alle quali va annes:5o.

. _chiru r oico nelle del pol· ltee .. - Non St deve esttare a far scomparire una deformità med 1ante una operaz ione <>l'fatto innocua. Nella lussa zione Il'. d' a 1etro, e quando non ebbero efl"etto la sempl ice artrectomJa o _la sezione del legamento glenoideo, l' opet•azione da prefert r si è la r esezione semi- articolare superiore, il cui solo inconveniente è un leggiero raccorciamento. Il processo

CouoRAY Trattamento della tubercolosi chirurg tca l metodo di Lannelong. - Riporta cas1 trattati con questo metodo delle iniezioni dì cloruro dì zinco attorno ai focolai tubercolari, con successo. Uno dei fenomeni più interessanti che si oss ervano in seguito a queste iniezioni è la scomparsa d<'i dQlori ossei eJ articolari. La coxalgia, e la malattia di Pott furono trattate colla stessa facilità delle a ltr e tubercolosi locali: pa•·imenLi la tubercolosi del testicolo, ma troppo recente mente ancora per poterne trarre delle induzioni sicure.

VERNEUIL. P r onostico della tubercolosi ossea ed articolare nel passato, nel e nell' aocenire. -P ure ammettendo la gravità dell' inrPzione tubercolare, bisogna rea· g ire contro il fatalismo e pessimismo di coloro che la considerano come incura bile. Verneuil dimostra che il pronostico di malallia, or fsnno quat·ant',anni, andò !'empre migl1orando e può migliorare ancor a notevolmente: che specialmente la tubercolos i ossea ed articolare dA luogo ad una mortalità ognor decrescente; che gua r isce piu sovenli rhe pel passato e con r eliquati meno g r av i, con

CBIRUR<;JCA lllrll:>TA deformita ed i Dfermité più rare, meno ributtan ti, meno moclte non esige che eccezior:almeate mutilazioni gra\i ed estese: che uon r•eclama in gran numero di cu!li che prcCC'Ii aiuti dalla chit•ur·gia, dalla ter·apeutica e dall'igiene: e che questi ri sultati sono ottenuti anche in rnancanta, pure da lamentar:>i, di un agente !'flPCiftco capace di distrurre il virus scoperto dal Villemin.

Il rirus ha qui un'importanza superiore a que lla rlel bacillo, perché quello nelle lesioni lubercolar·i é o:;empre presente anche Cfllando il bacillo piir non si trova. Il pus degli ascessi freddi, quantunque soventi non vi si pos!'ano rinvenit•e bacilli é pure virulento, ed i cobai inoculati con· traggono la tubercolnsi. Dimostrando la virulenza dei prodotti tubercolosi, Vill emin ha fatto per la serenza più chP tutte le scoperte batleriologiche conRecutive.

Come deve intend e rsi il ter·mine ou arigion e per la tube l·· colosi?

Ln guarigione c la liberazione completa dell'organismo dagli agenti che hanno p rP ceduto, accompa;:mato o s eguito la malattia: la reslitutw ad inteo ru m. Non potrebbe a ppli· car:;i tale definizione alla tubercolosi, che, guarila in apparenza, dur•aote anni, può re cidivare per cause diver·se: allo stato attuale della scienza, non rt" può mai afferrnar•e la guarigione completa. Le lesioni locali ma vicrno o lo ntan o dei focolai bacillar·i che possono parimenti esti n guersi come possono riaccendersi o produme allri analoghi.

Ll'l {!Uarigione, dunque, per la tubercolosi, non è che l'arr esto momentaneo, pifl o meno prolungato, delle manife.!la:zioni e della evoluzione locale della malattia.

Indi ca, in le circostanze che influiscono sul pronostico della tubercolosi articolare ed ossea: la delle ar·ticolazioni o delle ossa; i lor-o rapporti con o r t:ani suscettibi li di essPre inler·esl-!ati per vicirranza, volume, accessrbilitil alla mano del chi rur go: eta. stato costituzionale e viscerale del malato: co m plicaz ioni delle lesioni primitive: durata: condizio ni igieniche ed eredito1•ie dei malati: IOI'O po-

!:>WOne sociale che permette ai comodi e r i"'uardi che non .r . . ·L Enumera in segu ito, i m ezzi dr CUI SI a .m delle tubercolosi o--c::ee ed. e le mdrcazroni speciali a questi mezz.r terapeultcr. . . ·0 , Valore delle opera:ziont conserc:atrrct nella tu/.JeT LLIER. 1 l' orre fare olosi articolare. - Per le tubercolosi oca l, oec c d' t' · •orrdamentale tra le -una IS tOZIOIH' l • • J" ' . . Il estinte Queste ultime dunuo ' mrg 101'1 le e flUe e . · f l ' ' lt ti come si vede nelle affet.IO!ll ar. rco an n u Il , l' · 1 lo s1 opPra ri snlla li definitrvi anclle i mrg IOrl. qtmr' , l largam e nte: e in queste rese.:r.ioni non SI. ha a temere a generalizzazione come dopo le re"ezioni. rJslr•ette ... ln:;i,.te special m ente sui buoni risultatr, ottenulr m !Zran nu mero, dal punto di vista fun4ionale.

LucAs crede che ope rare auche le tubercolosi a corso r apido , e che i malati tra g-gono beneficio dall'operazione anche quando p r esentano accidenti polmonali 11 R F:nouL. Traltamento della C•Abercolost ciel testicolo. co · . . . (t l . - Pochr cas1 inieztoni interstiztah d t O o c · . . .. di questo trattame nto non permettono p reCil:'e, Però in c:euuito a queste iniezioni la tubcrcolosr subl or, '"' · li' · no rndu- resto le nodositil d iminuirono, le parti rno t SI so . rite· é probabilmente stabilita una scleroSI che dur;·e (or.çe alla guarigione. Fu tentata questa. m in cui non era ùa pensare ad operare per la dtflusrone de a malaLtia. · tubercolosi VrLLENEU\'E. Epùlultmo-oescicolectorrua .

- La clinica dirnosli'S che di regola non deve.:;; far e la castrazione nella tubercolosi teslic?lare, .e che s · (Yenernlt e por col ra- hann o migliori 1'1 suna t1, cor mezz.1 c '. . 1 scltiarnento o 5\0vratlutto col fcwro rovente. S I liti cosi lO ' ' . v l chiama <11USta- JI di conc:p rvare CIO che erneul " mente testicolo morale. l a Quan Jo l'epididimo solo i• le!'o, può la so a ' (ì · o Una l luovn ten denza scienlr JCa: st s - o1·a si manifesta nella gran par-te dei ca"i, la tu bercolosi commc1a. nell'uomo dalla ve"cicola: sembra quindi che, .,8 ftH'Sl la diagnOSI c;ul prmcipio, Sia utile fare r ablflZIOOe d1 quest'organo. Roux la praticò per la via perineale; Viipenetrando pel tragitto inguinale, dopo apert 11 Ja vagmale e fatta r epididimectomia, tira sul canale dPfct•ente, come sul legamento rotondo dell'utero, e scollando il te<:suto cellulare, giunge fino alla base della pt·ostuta e t\ lla vescichetta.

::olo caso di orclut•• tubercolare acuta, o di tubercolosi di un testicolo r itenuto nell'anello o cco rre fare la rostrazione.

VERXEUIL ricorda la dichiarazione al con!!J'e<:..;o della tubercolosi, cioè che un tubercolos•) non !-Il C'iPOrtH tutto il male, ché ne 1·imane sempre sia nella sia nell'altro testicolo, e che talora l'operazione da alln malattia una $pinta che determina una rapida gencralizzuzionc · e cita in appoggio fatti recenti d'intervento in tub"I'Colosi: fin allora affatto localizzate, da mort.- nello tra due e se i mesi.

REROUL. Cura delle atlenopatie colle inie.:ioni irttersli.::iali di naflolo canforato. - Su 47 hanno 28 guarili e 19 mi!tliorAli: su 32 osservaz ioni per::;onali, 19 guariti e 13 mi!:rliorati. Se non si ottenne !-iCmpre una guarigione completa, :-;1 ebbe però sempre un notevole vantaggio, e la ret1·azione dei ganglii . In ogni caso ,, un metodo non pel'icoloso, senza inconvenienti, che l>Cmbra agisca sullo stato generale o su llo stato locale, e sembra dare buoni risultati , i• quindi da esperimentar::i su lnr,;a scala .

SrRus-Pmo:-:o1. Cura con .feniclw dell'an· t r ace, del .foruncolo e di alt r e lesioni dermiche eomplicnte o nu con la r isipola. - Questo metodo è do,·uto all' imziativa di Vemeuil: applicato ad affezioni di rado ma sempre dolorose e spe<;so di lun ga durata ù1ede tati in sperati su larga scala. Si impiega la soluzione al p. 100, e le polverizzazioni dovono esset• fl•equentemente ripetute e prol ungate pel moggio1· tempo possibile.

CHIRURf.IC.\ lfeuro-mlxoflbroma del nervo mediano destro Esclsione di un lungo tratto eU nervo oon rlstabtllmento della. •en•lbllltà . - N. VuCETIC (.\ll{f. WieMr medie. Zeitung, N. 13, 1892).

11 dott. Vucctic, medico dell'ospedale di Mitrovitz in Serbia, tenne alla società medica di •Jna couferenza sulle neformazi oni dei nervi e terminò con la narrazione di un caso importante in cui fu da lui estirpato un neuro-mixofibroma del nervo mediano PN' ciò dovette eo-sere resecato all'avambrACCIO un pezzo di nervo lun!!O 15 1 , cm. senza che si pote!<se eseguire, per ostacolo materiale, l'autopla!<tica P senza la trapiantazione di un pezzo di nel'vO di animalP, alla quale, il malato, benchì· propo>'lagli, si rifiutò. Ciò non pertanto si ri stabilì quu::;i normalmente la lilà, e la motilità notevolmente

Era tut uomo di 45 anni, il quale 14 anni innanzi nel 187R provo p et· la prima volla, mentre gotlu va qualche cosa in alto un senso di lacerazione nell·antibraccio Jl>stro e nella , muno. fu osservato nulla di anormale (tumefazione od allro) al braccio. Il ::enso di lacerazione si ripetè più volte ed anche talora si intormentì la mano. Solo tre anni dopo la vrima comparsa del dolore egli o::;"ervo nel lavarsi, alla anteriore dell'antibraccio des tro una tumefazione sottomuscolare g1·os!:'a ·qnanto un uovo di piccionP sensibile, alla pre!isione. Questa ct·ebbe lentamente e raggiunse in capo a circa qualll'O anni il volume di un uovo di gallina. Egli potevo scri vct'Q appoggiando solo la mano ma non l'anlibraccio. Dopo il 1888 il tumore commciò a cresce re più ra· pidamente ed il malato sentiva g1à uno differenza nella forza di pressione delle due mant. Gli ultimi tre mesi prima della operazione il tumore ingrosso piu rapidamente ancora, i dolot'J divcnnei'O insopportabili, finalmPnte con la mano non potè più ::crivere, nè prendere, e l'ulllma settimana neppur'e poteva dormi1'e.

Quand o fu ammesso ìl suo stato era il seguente: N ella posizione militare teneva la mano sinistra rasente al corpo, rna la destra, essenJo l'articolazione del go- milo piegati\ ad angolo di 90", era appoggiala sul petto. Le ar ticolaztOni della mano, quelle dello prime falangi erano in poco il pollice nddotto. Con la punta delle dita toccava leggermente la palma ma non poteva raggiungere fino al mezzo. Fissando le articolazioni delle prime falangi, pochissimo poteva Jleltere la seconda e la terza. La flessione e la estensione della articolazione della mano non erouo complete, la forza di pressione, in confronto di quella della mano sinistra mollo ridotta. La faccia palmare delrantibraccio era grossa a guisa d i ventr·e, la periferia di que"la 30 1/, cm. contro 24 nell'antib1·accio sinistro, H cm. al di Ropra del processo stiloideo del radio. La tumefazione sottomnscolare rmmob1le. Dolore nel punto del Valleix.. I e i nervi reagivano prontamente alla corrente costante e faradica. :'\on v't>ra anestesia.

L a operazione fu eseguita il 9 novembre 18!>1 nella na1'cosi cloroformica. Fu ll·ovalo un neoplasma mixofibromatoso sviluppatosi centralmente lungo 1 cm. e avente la perifet'la dr 18 '/, cm. l fàsci erano distesi a guisa d1 raggi sulla superficie del femore e Ri r iunivano d1 nuovo nel cordone nervoso al polo periferico della neoformaziouP. parte tagliata del nervo, al polo centrale, si trovava striata nel centro del nervo a cir-ca 4 mm. dal tumore una neoformazione miliare che al si riconobbe per- le<osulo fibroso.

Sei o r e dopo la operazione il malato muoveva ) .> dita un poco più sicuramente di prima pe1· la cessazione Jel dolore. La llessione era solo posstbrle fino a metà; nessun dolore, nessun senso di lacer&zione, formicolio sulla faccia volare Jell'anttbrflccio, nella palm a dell a mano, nel dito medio e nell'indice. La sem;ibililà migliorò prontarne:1te e all'Ho gior11o dopo la operazione erano anesleliclle solo le ultime falangi del dito indici' e mPdio. Dopo la remozione della roedicalu ra fur·ono fatti due volLe al giorno bagn• caldi, leggiero e movimenti pas"ivi delle 81'ticolazioni. Il malato uscì il 5 dicembre dall'ospedale. Furono pe1·ò continuati la faradizzaziooe, il massaggio e i bagni caldi.

Il 3 marzo 1892 il Huo stato era mollo migliorato. Nessuua

CHIR UI\GICA 817

r ecidtva. La cir·conff'renza dell'antibraccio destro 22 cm .. del sini sll'O 23 1/,. Col polpastrello del pollice può to ccare le pr•ime falan gi di tutte le altre dita, flette l'indice a metà in tutte le ar ticolazioni. nei maggiori la punta è lonlantl dalla palma solo ::! cm., l'indice e il mignolo si piegano bene. Le punture di !<pillo sono sentite bene dappertullo anche nelle u ltime del secondo e terzo di lo ove però sempre e ben distinta la punta dallu capocchia, cosa d'altronde che talvolta avviene anche nei sani. Importa nolaee che spesso la puntura é trasposta, vale a dire che egli la rirerisce pre più alla periferia dt:l luogo in cui fu fatta; così una puntura allu base della falange la l'i ferisce allu punta, quella sul lato dorsale alrunghia. Qua e là sono alcuni focolai di di pochi millimetri, senso subietlivo di prurito nella palma delle ultime falangi; sudore della mano, vi scosilà delle dita.

Questa restituzione della sensìbilita c1uasi ad integrum si può solo spiegare pt>r mezzo delle anastomosi nervose tanto più che, como è noto, questo accade anche normalmente. Il miglioramento della mobilità Hi può spiegare col fatto c he le parli superiori dei tlec;sori rrcevono fibre anche dal tronco centrale del nervo nel canale cubitale.

Delle ernie della linea bianca - ROTII (Archices médicales Beloes, febbraio 1892).

Queste ernie si producono il più spesso tra l'ombelico o l'appendice xifoide; la loro sede di predilezione sono le ,vicinanze dell'ombelico. Esse determinano sovenli sintomi che hanno potuto far credere alla presenza dello stomaco nella par-lt• erniosa. Ora la partecipazione dello stomaco è un fatto del lutto eccezionale; i sintomi gastrici sono causuti dallo stirameuto esercitalo sul ventricolo dall'epiploon compr·eso. Qu este ernie sempre epiploon, talvolta segmenti d'intestino; l'ernia adiposa pure è una 1·arilà.

Nei fanciulli è possibile ottenere la guarit:tione di queste ernie coll'uso di un bendaggio.

N e ll'adullo, se l' ernia è riducibile, non troppo voluminosa, 52

Rivista Cuirurg Ica

un buon bendaggio può mantenere ed attenuarne i disturbi· i bendaggi di questo genere sono difficili ud fissat1, nella regione sopraombelicale, P'_u d1 que_ste ernie. S i proveranno, per le 1 bendagg i con cuscinetto convef:so, e per le Irrldnclb!ll col cusciuello concavo. Pe1· le donne, un busto bun fatto e ben disposto è so venti il miglior bendaggio; esso per6_ non _è nelle ernie il'riducibili. Essendo quindi mediOCri 1 risultati fo r nili dagli apparecchi, è tentare la cu ra radicale appena che il bendaggio mostrato Insufficiente.

L'operazione nulla p1·esentn di speciale. Si melle a nu.Jo l'ernia con una sufficiente il sacco quando Psiste, è tagliato; il contenuto (> allentamente esaminato, le ader enze eventuali sono distaccale e l'ol'ificio è ingrandito in caso di. l'epiploon ed occasionalmenle i li pomi sotto-s1e r os1 sono legati ed esportati; l'in testino ed il monco ne peritoneale sono ridotti; si sutur a al catgut J'orifìcio quindi le parti molli; nessun drenaggio; medicaZIOne ant1settica L'operato è mantenuto coricalo nella posizione orizzontale; oppio e dieta liCJuida. Se la temperatura resta normale, si togli e la p1·ima medicatura dall'ottrn·o al quattordicesimo gio r no. Dopo gul\rigione, è neces«urio portare un bendaggio per un certo tempo.

RIVISTA Dl OCUUSTI CA

lrite slerosa . - P MIA!".. - (Jott rnal de Médecine et d t' Chirurgie, apr•ile l !S92).

L' ir ite sierosa pre:;enta la particolarità di essere accompagnata d a una certa altPraz ione della cornea, per· cu1 !"Oventi verme descritta solto il nome d i cheratite. Si era notato infatti che questa alle1•azione esis teva n egli str·ati profondi

RlVISTA DI OCULISTIC.\

cornea. in cui si riscontravano spec1e di :tllcche re , d'onde il n ome di ch eratite pun teggiata o disseminata . E stata den ominata anche acfJueo - capsulite, quan lo si considerava la .eame r a anlPriore come una specie di eavità ,.,i<_.rosa di cui 4a membr·anu Ji Det<cemel er·a l'epitelio. Si è riconot<ciuto in seguito che la lesione principale er·à t•appresentata dlil1' irite, mo per dif1'e1•enziarla dal l' con p lastica i l di cui tipo è l' irile sitìlilica, venn e H d es l> a dala la qualific azione di sicrosa che esprime il !'uo carati E're particolare. Ciò che cat•altcrizza infatti l'irite quantità del JiquiJ o secreto, come pure la mmore tendenza alle aderenze, -che avvengono più raramente e !-il formano più tardivamente e lasciano ptù tempo per isl1lurre un trattamento. Tuttavia questo carattere non è sufficiente per stabilire la diagnosi, la quale è data invece dalle lesioni concomtlanti pet• parte della cornea , in cui si distingue una punteggia-tura prol'onda, la c ui coincidenza con l' irite presenta alcun-ché del lutto speciale. Ma la è spesso cosi minuta che Hfugg-e ad una osservazione 8uperficiale e, pet' vederla bene, c' so venti nece!'isario ricorrere all'illuminazione obli((UB con una lampada.

In alcuni casi ((Uesl' it·ile si complica a,! irido-cor otdeile ci6 che si può constatare coll'oflal moscopio, col (1uale riconosce una cer ta allerazion e del corpo ,·iLreo, .offu!"cato da fiocchi e da una specie di poi vere grigiastra. Aggiungasi che, perché sia possibile tale E'>=ame, fa d'uopo -che la rornea non s1a troppo Lesa.

È conoscer e questa irile s ierosa, perché essa pt·esenta Rlcunchè d i pa rticolare nella s ua eziologi a : essa -si sviluppa di prefe!'enza nei reumatici. Si potr ebbe chiam a rl a oftalmra reumatica. Devesi però n ota re che essa non -viene p r o"ocala dal reumatismo acuto, ma bensì dal reu- matismo CI'OniCO.

Una seconda causa di questa irile è la blenorra gia; si vede allo1'a quest.1 complicazione produr<>i contem poraneamento al reumatismo ed ai versamenti siet•osi. Essa .suarisce e nola soventi la sua rico mparsa nel cor so di una .secondo. b lenot·ragia. Si é che i bl enol' ragici con determina· zioni artropatiche !'embrano soventi appartenere a famiglie goUO!'O o r e u matiche, e forse frl a ciù il moli·Jo dr questa pl'eclisposizione . P e r cui non si de,·o tralasciare di fa1•e, contemporaneamente alla cura locale diretta contro r irite, un trattamento generale che '-'in rivol,o al r Puma.tismo. Se si tratta eli un' irile blenort•agica, la blenorragia può cs!"ere l'o r se trascurata provvisoriamente fìno a cho l'occhio ;; in •!O mpletamen te guarilo. t • Il tnASSBI!giO SPmpJice C USiltO in alcune COngiunti\'i lt nella maturazione artificiale della cataratta, per diminuire la difficoltà si riscontra tfllvolla aJ un cri«tallino an c0 r·a trac;parentE> in parte, ma però tr·oppo oparo per permettere una sufficiente vista.

Massaggio nelle malattie degU ooohl . - J ocA!'. - (Recueil 1l' OtJ!ttalmologie, aprile 189:2).

L'autore- divide il massaggio oculare in tre categorie: il massaggio semplict>, il massaggio il rnassag:.!io tr·aumatico.

:2• l i massaggio agisce favorevolmente qlilmcl o s'introduce fra le palpebre un medicamento uppropr·iato al la lesione che si vuoi cornbattère; tali so11o i collir·i instil!Hti c;otto r ocehio e susseguiti da una leggier•a frizi one circolare :::ulle palpebre. Il medicamento agisce in tal mo·lo m ol lo più rapidam('nte, e:;senlio mP"M in contallo con tutta la superfìcie dt'lla congiuntiva o dellil cor nea. Una pomata a ll 'ossido giallo, cosi intr odotta nell'•lcchio, susseguita dal mas!>aggio, agisce in modo mollo più efficace in una cherAiocongiunth·ile, pPl' e:::empio, clrP quando il malato "i coute•lla di introdurla semplicemente nell'o cchio. Nella gui:.>a, nella intersliziale, il massaggio attrave r so la palpeb r a , al d isotto dell a quale s'introduce dcll'osRido g-it1llo con la vaselina, a iuta molto la guarigione facendo asso!'bire il m ercurio direttamente.

3• Il massaggio traumatico è aùopet·ato principalmente nell e granulazioni cd è il dotwr Costomiri>', di Atene, il quale ha proposto di cu r·ar le in tal modo con la polvere di acido

DI OCULISTlCA 82 1

b ot•ico, anestetizzando in p r ecedenza la congiuntiva con u n ta mpo n e d'ovala idr·oflla, imbibito di una soluzione di cocai na e'i applicalo sulla palpebra superiore r•ovesciata; si pratica un m a:-sagf!iO ruvido dir·ettamenle sulla mucosa malatA col dito e si ripete ogni due o tre giorni. La reazione \• poco fo r te; s i la va la superficie sanguinan te con una debole soluzione <li suhlimato e l'occhio rimane apet·to l'enza difflcolla.

S cH ULEK - Sflnterollsl anteriore, nuovo processo opera.Uvo . - (Wiener med. Woch., N 1 1, 1892).

Eg-li é nolo che lt! cicatr ici della cornea colle quali ha p reso adt!renza l' ir·ide non solo caj:tronano distUJ•b i di vista, ma po«sono avere per conseguenza il glaucoma secondario e l'irrdocoroideite. Allo scopo di ovviare a questi per icoli "SÌ usava fino ad ora praticar e la quale in vero è svanlaggiosa per r iguardo all'et'fl>llo ottico e d'allrti parte as>'ai spes!'O non può prevenire la manifestazione . delle summ e nzionate affezioni secondarie La causa dei frequenti in,uccessi d ell'i rideclomia è da ri cer·car si in questo che coll' oper·azione non è rimossa la sinechia dell'iride. Seil n uovo pr ocesso di Schulek l'aderenza dell' iride vien sciolta e con dò se ne evitano i t risti effetti. 11 processo nelle seguPoti operazioni : l'occhio vien reso insensibile; quindi vi si inslilla una soluzione all'uno per cento di pilocarpina pel' ollenere il restringi m ento della pupilla . Dopo q ueste pr eparazioni si punge con un piccolo coltello d i Gr·a efe su di un ma r gine della cicatr ice e si penetra nella camera anteriore e, circondando ad arco quel ponte di iride che si porta a lla cornea, si punge la cor nea limile opposto della ci. Cof•i l' tride viene a mettersi dava n li al l uglio del col tcl10 . Con m ovimento d i sega si ta g lia un lembo nella cicatr ice stessa. Ma se lo sfiutere i r ideo si r en d e libero dur ante quei movimenti di e l'i r ide ritorna al suo posto, non è necessario completare il Laglio, ma si la...cia indietr o u na lacuna come nella sclet·otomia di W ecker . Dopo l'opeu zione s'instilla l'atropi n a allo scopo di tene r e lontano lo stìnler e dal tessuto cicatriziale che di solito sta tra 1l della cor nea ed il lembo. l vantaggi dell'operazione

1° Il coltello penetra in mezzo a tessuto cicall'iziale cosicché non se ne può temere un da one della vista. ' llllodo dl ourare la oon giuntlvtte g ranulosa . - PFRRF.TTI. - (Recueil d'Ophtholmologie, mttrzo 1892). ll dottor Perrelli di Cassaigne (Algeria) notifica un di cura, che egli da 5 a.r.ni a questa parte ha adottalo con ottimo successo. La c u ra sarebbe la seguente:

2° L'ir1de s1 presenta al taglio del bisturi più s:curamente. P uò essere evitala con sicurezza una lesione della lente col farne subito la contrapunzione e cosi si evita eh<> resti ferita la lente dalla punta del bisturi.

1' Tulle le !'!ere pt•irna d'a ndare a letto, applicare l'orlo libero delle palpebre una quan tità di vaselina al precipitato r osso della g r andezza di un di frum ento estro· piccia r vela con le dita.

2" La mallina successiva instillare nell'occhio cinque osei goccia di cQIJi r io cosi preparato:

DI OCU I.ISTICA

cono, si IHrofizzano, si abbassano e cominciano a ;;comparire

Dopo 1! collirio al calomelano, è bene far <>tare l'a tnmalato in un luogo scuro con le palpebre chiuse, d1 muover•le il meno possibile.

Il PerreUi all'erma, che con questo mezzo ha potuto ottenere (in un tempo non maggiore di due mesi) la gua1·igione tli casi anche e per lunghi anni tenuti in cura da specialisti.

Il panno e la cheratite vascolare, che accompa gnano qua!li sempre le congiuntiviti granulo::;e antiche, guariscono a meraviglia con questo melodo di cura.

A. G. G.

IUVlSTA DI ANATOIII A E FISIOLOGIA

Normale E Patologica

( t•) Acetato di piombo liquido 1 Acqua dis tll lala . . . . ana la va r e poscìa <·on acqua salata.

3• Il giorno app r esso con un pennello di tasso applicare la polve r e St>guente: quindi ogni gio r no il collirio in poh·ere (2') col colli r io liquido (1°).

(2°) Calomelano . Polve r e d'iride ana l'armino. . .

4• Se le granulazioni sono di antica dala, indurite e carnose, conviene ogn i d ue o l!'e gio r ni, e prima di mettervi il collirio, r ivoltare le palpeb r e e r ascbial'le leggermente cou un bislor i senza pun ta. Q uesta ope r azione è veramente un po' do lor osa, ma ci si può ovvia r e in parte, anestetizzando le pal pebre con la coca ina.

Dopo una cu r a d i 10 o 15 giorn i le g ra nulazioni si e" !" ic-

Sull'astone dei musooll bron chiali. -W. Er!'ITHERtm.(Pjluge rs Arch. e Centralb. fu r die medie. Wiss enseh., N. 15, 1892).

L'Eiutheren ha fatto nuovi s tudi sulla azione dei muscoli br onchiali ser vendosi di un nuovo metodo molto sensibile. N ei polmoni dell'animale (cane) curarizzato o pr ivato della sua l'espirazione spontanea con l'apertura del to r ace era intr odo tta con r itmo regolare una dete r mica ta quantità di aria che col r itr arre lo stantuffo è d i nuovo pos ta in liber tà. Nel tubo ad aria è innesta to un manometro regist r atore a m ercurio a l quale, con un •par ticola r e apparechio, acl ogni inspi razio n e è aperto l'accesso , m a pe r b r eve tempo . Lo stile r egistratore del ma nome tro segna in questa guisa un a o r iz-

Rivista

zontale munita dt piccoli denti la cui altezza linea dt o corrispondP. alla pressione del r'espiro. Se i bronthi, per contrazione dei loro muscoli, si restringono, aumenta la resistenza per In en tr ata dell'aria, la pressione aum enta e la rurva della pres<>ione cresce in altezta. Si l'eni anche di un altro metodo usato da altri sperimentatori, che consiste nello a pressione costante aria nei polmoni e misurarne il volume; i bronchi l'arta introdotta rfeve climinuire.

Tutti i cani nei quali fu usato il primo processo mostrarono un innalzamento di pressione quando era irrttato il moncone perifPrico di uno o di ambedue i vaghi. Il' f]Uesto ultimo cac;o l'effetto era mal!g:iore. La rlurata dPlla irritazione produceva più forli effelli che non la bre,·e. A debole stimolo corrispondeva effetto pari nlla intensità della eccitazioni', non ugualmente con forti stimoli a cagion e del più rapido sopravvenire della stanchezza. La dur·ata della ercitazione latente era di circa 12 ·13 secondi; dopo qursto periodo la aumentava fìno al massimo e poi di nuovo abbassa ,.a per tornllr' di nuo,·o, spesso solo dopo lur.go tempo, alla sua p rim ordiale Che l'aumento dt delle vie del respiro durante la e ccitazione del vag-o non proceda da disturbi circolori, l'Einther·en potè con diverse osservazioni e soprattutto perchè con t.ale aumento della pressione respiratoria può anche Pssere provocato per la irrita zione del vago sulranimale m orto dooo la estirpazione del cuore e perch i> d'altra parte anche le grandi alterazi oni dell'attività ca r òiar.a e della pt·essione dt>l sangue non »ono in grado di p1·odurre nes"uno o »olo lievissimo impedimento m ecranico alla penetrazione dell'aria nei polmoni.

Il tono nelle fibre del vago rhe innervano i muc;coli bronchiali è Ol'dinariamente poco considerevole; percio la sezione dei vaghi cagiona un piccolo abbassamento della pressione di insufflazione. si può facilmente impartire ai vaghi un maggior tono facendo respirare al cane un poco di acido carbonico. Far conlPa r re i musco li bronchiali per via riflessa si riesce raramente. Talora i bronchi mostrano

DI A:'\A.TOliiA K f'ISIOtOGIA

debole contrazione ritmica dopo la c;ez one dei quindi una specie tl:attivita automatica. LA tetanizzaziono diretta dei polmoui non è che di lieve eftetto.

La dilatazione bronchiale potè effettua rsi per la eccitazione del moncone centrale dello sciatico; tuttavia I'Eintberen ct•ede che con riò non sta pro\'al a la esistenza di nervi dilatato ri dei b r onchi. La insurflazione dell'azoto produsse una per lo più poco importante contrazione dei muscoli bt•onchiali; ma questa fu mollo manifesta quando era insuftlato acido carbon ico. Medioc1·i dosi di cuPat'O furono sopportate senza pregiudizio della azione dei vaghi ; le maggiori agivano svlln\aggiosamente su di essa. senza però Abolirla del tutto . A l conll'ario l'atropina anche in piccola quantità par alizza\'& completamente i muscoli bronchiali.

Rivista Dellemalattievenereeedellapelle

S ul favo . - L. J. FRA:"'K e G. S. UNNA. - (.\1onatsh. fùr praet. Dermat., e Centra/b. f. die medtc. W!SSens elt., N. 12, 18Vi).

Negli sperimenti sul favo dell 'uomo e del sorcio il Frank t rovò tre specie di fungo che distinguoosi fra di loro per caratteri di coltura e e che t>g:li designa coi numeri I (favo del sorcio). Il, lll (rav•) dell'uomo).

Negli spe rimenti di innesto, i numeri I, III si poter?oo trapiantare su ll'uo mo e sorcio e provocarono sul primo un favo e rpetico. La cultura pura da questo ottenuta pro-

RlYISTA dusse nel sorcio di nuoYo dei veri scutuli. l tentativi di innesto col numero II rimasero senza risultato. forse, come il Frank crede, per rause accidentali, poichè questo fungo appunto è stato trovato dalla maggio r parte dei moderni osservatori nelle croste del favo e sembra anche stato innestato con buon succes«o. l tentati\'i di trapiantameuto s ulla pelle umana col fungo II fallirono pure come al F r ank. Al contrario tutte e tre le specie di fungo produsse•·o negli animali, specialmente nei conigli, porcell!ni d'India, topi neri e nei galli degli scutuli tipici che differivano tra loro anche microscopicamente per la d1sposizione e lll ramificazione ifì e per la copiosa formazione delle spore. L'Unna crerle avere cosi stabilito che ci sono almeno tre diversi funghi del favo e li chiama Aclto r ion euthytriJ:, dikroon, atakton, e le malattie da questi provocate distingue coi nomi di .faous g riseus, sulphu r eus tardus e cclerior. Ma egli l'itiene che il numero dei funghi del fuvo sia anche maggiore. oELLE HALATTIE \EURU E DELLA PELLE1 non possa essere spiegato per le condizioni lo:ali ana.to· miche e pel diverso modo di trasporto. Lo s:adiO erpetico preliminare c1el favo può verificarsi sul. e (come è particolarmente "ll1nesto) può maucare nei luoght prtvt d.t D1pend? dalle condizioni locali se la malallla s1 sv1luppa nell una o nell'altr'a forma, assume un aborti o alla formazione dei tipici scutuli. Lo stesso è da dirst dt un forma iniziale del favo che il Pick come di colore rosso bt•uno squammose che e in parte si trasformano in anelli erpehCJ e m sculuh. varietà morfologicbe e di collura che .negh sperimenti di coltivazione, debbono essere r1ft!r1te ad Impurità di di muffe che sogliono in gran numero vegetare unilamente al fongo del favo.

L'Unna ha confermalo l'untlà clinica delle tre specie di fungo del favo segnalate dal Frank. Ei riuscì co1 ripetuti inuesti Cl·i numeri I e II I a provocare degli scutuli tipici anche sulla cute umana, ma che mostravano fra loro non lievi diffel'enze rispetto alla lor o consistenza e colore. Allre àifferenze fra le due specie di favo sembrano nel l la più rapit.la reazione dopo l'innesto e i più vivi fenomeni infiammatori e la maggiore dolorabilità durante lo sviluppo.

Bloerohe aul favo. - F. J. PrcK. - (Zeitsch,. f. lleilk, e Centralo. f. die med. Wissensch., N. 21, 18!)2).

Contro l'opinione del Quioke, secondo cui il favo del cuo1o capelluto (Faous oulgaris) e quello delle parli del corpo prive di peli ( Faous herpeticus) sarebbero determ in ati da due funghi diversi, il Pick l'unità patologica della malattia.

E i d-imostra che non esiste fra il favo delle pPIIe provv ista o no di peli, alcun segno diagnostico distintivo che

Il Pick ha fatto sperimenti di innesto in 1:3 persone. o sem· plicemente st1·ofìnando la materia fungosa sulla (mnesto epidermico) 0 con un ago d'mnesto introducen.dola m follicolo cutaneo in modo da evitare più che poss•bll.e un ragia (innesto intraepidermico). Emerge da quesl1 che il fuugo e'3tratto da uno scutuln del cuoio .puo provocare, trapiantato sulla pelle priva t.li peli, un rtg?ghoso sviluppo di favo e che la malattia, epidermico, si manifesta sollo forma di un prehmtnare stadto erpetico, che inoltre il fungo estratto dallo stesso ùopo stato coltivalo nell'agar, per nuovo innesto sulla pelle prn·.a d1 peli può dare origine alla e solto la forma e che finalmente i run glu colllvatt da ambedue le. di innestati somigliano in tutti i punti ai paras8tll colti vali dai focolai originari.

L'autore dallo studio di alcuni casi di questa . ne poco nota del zona deduce le seguenti conclus10m. uo .

Il zona delle mucose non è rarissimo: colp1sce con pr e- ferenza il ter'l'ilOI'io del trigemino in tutti i su•>i rami ad un tratto, ov,·ero ciascuno separatamenle. Talora lunila alle sole mucose, alll·e volle SI estende a queste e allu pelle. L o,•almente si manifesta con uno stadio di vescicolalione di breve durala, susseguito da un periodo di eruzione ed anche di ulce1·azione. I ftlnomeni subbietth·i a quelli del zona cutaneo. Goneralm Pntl' i> unilaterale, tah·olta doppio. Nei malati d1 Fournier si trnllava di uno zona della linaua .., , e di duo zona del trigemino con localizzazioni in un caso sulla congiuntiva oculare e palpebrale e nell'altro raccia interna della g-ola, sulle g en g'ive e nel solco labio gengivale. Tutte le mucose possono esserne colpite. La cura n'è dello piu semplici; lozioni r mnllienti e calmanti a mezzo di una soluzione di cocaina : si trovò utiiP anche ti solfato òi chinino.

Circa la patogenesi l'autort.> si attiene alle idee <li Landouzy.

Un nuovo metodo di oura dell'ipertrofla della proatat a.

- D• BETT0:-1 M ASW. - (The Ttmes and R r>gister, marzo 1 92).

L'elettricita è stata gia adoperata pe r facili tare l'irHoluzione della pr·ostota iper lrofìca, per ripristinare il calibro dell'urctra, e per stimolare la contrattilità della vescica, ma io modo inefficace, e con metodi fallaci. Il successo ottenuto nello arrestare e guarire i fìbrorniomi dell'utero, su;:rgerì all'autore la possibilila di applbare quel metodo alle ipertrofle ed ai neoplasmi della prostata, essendo quec;ti d ue organi egualmente suscettibili d'ipcrtrotla per le s tesse cagioni.

Egli adope r a correnti fortis!:'ime tanto per la via dell'ur elra che pet quella del r ello, le quali però rro iucono un minimo d'i r rita zione locale, e sterilizza alla fiamma d'alcool l'eletlrode uretrale.

Collocati gli elettr odi attivi nell' ure lra o n el r etto,. e l'eletlrode indifferente sull'addome, l'autore dà passaggao alla corrente, fino ad ottenere una decisa sensazione nel ghiande per pochi secondi, e ripete per ollo o dieci volle della correute. Negl'ingr ossamenti vistosi adopera co rrenti di 70 m. a. senza produrre vivo dolore.

A misura che il tumore diminuisce, lo dell'uretra pro!'tatica aumenta, quindi si scema l'intensitil della corrente fino a 10 o 15 m. a .

L'autore adopera strumenti d'argento; per l'uretra costruisce cateteri scanalati a grande curva, dentro i quali fa scor1·ere un mandrino; ritirando que'>tO, tocca poi la prostata in tulla la !'Ua lunghezza. L'elettrodo addominale è largo e piatto da poter tocca re una e.itcstt ogni applicazione eleltrica ti catetere è .m fa allrave 1·sare da una corrente rarad1ca prtmarta, qumd1 s1 estrae, e si passa all'applicazione elettr1ca della superficie prostalic& p0steriore con uta'oliva nel retto, ed il largo elettroùe add o minale.

Il trattamento 1·e ttale può essere ado pe1·ato giornalmente, e giova anche da solo, J'urelr·ale si adopera ogni quattro aiorni od una volla per settimana . Se nella vescica v'è pus o ' 0 muco cnn lo stesso cateLere si raono terrgaztom. Tre otlenule in uomini d'etA supe1·iore ai iO anni, 0 c he soffr1vuno da mollo tempo, indicano che la cura si può rompi e r e in cìnr1ue o sei settimane, secondo l' esperie nza dell'autore.

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