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VARIETÀ

n funzionamento dell'iatltuto di Xo oh per le malattie infettive di B erlino . L a sezione ammalati.mecl ic. Woch. , N. 5, 1892).

Amministrazione - A ccettazione - Personale medico e d'assiste nza.

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nnmero di novembre e dicem bri" dt>llo scorl"o anno (pag. 1658) abbiamo da lo una sommaria òesc rizio ne di questo stabili mento. Ora crediamo di far eosa grata ai no">tri lettori, dando loro un cenno su l s uo funzi ona mento.

Il r·iparlo ammalati è a gg r egalo a ll'ospedale della Carita il quale perciò ne ha la direzione e la sorwglianza.

SiC'<'ome l'istituto per le malAttie infettive d evP ocruporsi dello ri cer che nella più vasta esten:;:ion e possib il e sulle malattie col"i l'accetLaz1one dei mAlati non deve rPstare limitata a quei paziPnti che sono colpiti da malattie i cui prini gene rativi sono g ià conosciuti como la tub cr colo!"i, la polmonite, il tifo, il cole ra , difterite teta no ca1·boncllio fàr' ' ' cino, febbre rico r rente, Rctinomicosi, malaria ecc. ma deve estendPrsi anco ra a quelle affez1o ni la cui natura infettiva è fuo r i di dubbio, le cui cause per·ò non sono ancora ben dett·rminate, come il tifo petecchiale, la scarlattinfl, il morbillo, il vaiolo, la sifilide, eruzio ni cutanee a c ute croniche Il diritto di p r ima scelta tra questi infermi della Carita spetta alla sezione malati dell'ifitituto pPr le malattie infe ttive soltan to durante le vacanze Durante il lr cliniche della Carità sono Rutorizzatealla prima e sono tanto e!•Clusi quei malati che o dai medici o privato po!Jclinico del di rettore espr essa- e direttam ente assegnali all'istituto pel' le malattie infettiv e. Perciò bisogna che su l foglio d'accompagnamento sia con a pposita annotazione che il pac:saggio si faccia per deri o tanto del medico chr •lel pazìt>nle.

I.o stabilimen to contiene in tutto 108 letti cioè 60 per uo tu ini, 36 pel' donne e 12 pe r bambini. . .

Disimpe"nano il ser vizio sanit.s r io presso gl'infermi cmque . gli OJ'dini del d ire ttore. D ue di questi pagati, tre ser vono g r atuitamenLe. Sonvi addetti inoltre t. r e aottom edici, stude nti dell'istituto medico-m ilita re Federtco Gu yliel mo.

Il se1·vizin interno pe1· i m alat1 procede colle norme che r e,(!gon<' quello della Cari tà. Il servizio gio r naliero di gua rdia si fa per tur·no f1•a i cinrtue assis t en ti de lla sezione a mmalati.

All'ic:tituto appartiene anco ra un segretario, un ispettor e ed un farmacista.

L'assistPnza agl ' infe 1·mi é per ora disimpegnalo da 20 per· f'one e p r ecisamente dn 9 infer mieri, Il in fe rmie r e, 2 domel"ll··he e 3 inservienti uno per l'appar ecchio di disinfezicuw, uno a ddetto alla camera morluariA ed uno pe r Il servizio di pol'b naio . . . .

La s-'zione ammalali dell'istituto per le malattie mfetllve Perve anzitutto come c:tacilimenlo di cura per· il quale sono i n pe1' l'assistenza dei malati le norme e i melorli già 13anciti dall'espe rie nza . siccome per le ma lattie infettivr fu fondA lo a llo scopo di segui r e nella più g r nnde possibile la indagin e delle m alatt ie inf.,llin• con obiettivi scientitlc1 r pra tici, cosi questa sezione ha qualche altro im portante mandato ; dove cioè soddi!'fare ad altri t1•e postulati, cioè: t• ad una. accuratu r ice1·ca delle fon li d'infe zione;

2• ad un e"atto studio proccc:so infettivo co i soli mezzi della batte rio logia ;

3• all 'impiego dci metodi cu rativi c h e verrebiJero tln simili studi.

Della pi ù grande importanza pe r la conoscenza delle palogenesi e diffusione dell e mal att1e infdtivo sono anzitutto,

Variet

como s i sa , ri cer che Per ciò in quelle. seziOII e il lavoro non si limita al se mplice dei ma lati e di ciò che li circonda più ùav,icino, ma viene ricer cato anche in modo Sistematico, il luogo d'origini' della malatti a ed eventualmente anche l'alltvità professionale de l malato, po1chè aiiOI'a sol tanto "arà in grado di r e ttifica re le ed incerte nozioni ùnannl e!'>llche fo rnite dal malato e ci mett1amo nella di raro la scoperta di una fonte tfinfezion e fino all ora non so«pettata. Dal luogo stesso vengono asportali ogg..tti che possono ess e r e veicoli d i germi infettivi, come polvel'e (tnb"rcolosi), acqua di pozzo (tifo), scheggia di legno (te tan o) e auestt oggetti sono sottoposti a studi ed e,ami batteriologici ed occor1•entlo anche chi mici.

Allo scopo di s eguire il corso della malallia torna no opportune, ollre le indicazioni scritte, le dimostrazioni gralìche del t•eperto obiettivi\ s pecialme nte per quan to ri guarda 1 polmoni come esse sono in uso anche in allre cliniche e come vennero iolrotlolle .ora sistematicamen te da Langenbuch nella lorapia polmonale.

Le sr>crezio ni e le escrezioni degli infemli, subito dopo Ji loro iog1·esso vengono soltopo:ole ari esame batt eriologico ed even tua lmente a n che all'esorne chimico. Specialmente accur ata é la ri cPrca baU!:lri ologica de g li sputi anche di qut•gli individui i cui polmoni sono apparectemente sani. È adottala come r egola clinica generttle, l'osserva.:ione costuute eLI a ccura ta dei processi tli ricambio organico le eventuali moditìcazioni che i med tcamenti inducono nell'or g anismo.

che furono di recente ad llllre mi ::>u r e te ra peutiche, quando sono raccomandat i da parte autorevole per scienza e competenza vengono sperimentali al piu pt•esto possibile. Il pri ncipale o b iettivo degli SJ'ertm enli sta in tlueslo che i me dicamenti e metodi curat1n ricouosciuti ed acce ttali n ell'istituto per via sclenlifi<: a !'ieno fatti prudentemente a ccess ibili alla prati ca mcolica univer·sale. ln orentemente a ciò devono essere istituiti e>:pe· rienze pt·eliminart in modo s is tematico a cciò possano essere fatte conoscer·e ai pratici le condizioni nece ssari e al buon esito della nuo va cut'a.

Le nec roscopie che per regola sono praticate dall o slt>S!\O prof. Koch, si fanno al più presto possibile, poiché altrimenti le cause proprie della malattia, !'peci alm ente i princi pi morbi geni e i prodotti m o rbosi chimici che sono coc;ì "ensiLil i all'azi one clelia pulrefazione, vengono sollecitamente an nien tati dalla rapida scomposizione or ganica. Gli or,:tani, il sangu<', gli eventuali essudat i dei cadaveri ecc. v en E!ono s ubito dopo l'autopsia solloposti ad accurata indagine batlee chimica in qualunque ora del giorno ed a qne.,.ta op razione d'indagine potrebbe far seguito sopra animali. Siccome le questioni che st connetton o ad uua infezione sono varie e molteplici così esM rwn possono e sser e r isolte da nn solo; epperciò 111 questo lavoro h:mno parte attiva tutti gli addetti all'istituto. Solo in questo rno·lo il materiale che si raccoglie può esser<' rivollo a vera utililà pratica.

La parte che deve prendere ognuno dei medici e collooor atori dell'istituto viene fi ssa ta ìn precedenza.

Congressi

CongreiBO internazionale d'idrologia e di ollma tolog la, IU• Sessione .

Rice viamo e pubblichiamo ben .-olentieri la seguente c•rcolan•. Al medici idrologi, al proprietari di atablllmentl b alneari, termali ed idroterapici.

La Il sezione del congresso idrologico di Partgi del 1889 con solenne votazione p r oclamava Roma a sede della lll sezione dello stesso con gresso pel 18!>2.

Il C•mlitato esecutivo italiano, in seguito a proposta dell'associa:r.ione medica italiana d'idrolo gi a e climato logia ed a parere favorevo le della maggior parte dei membri del comita to di Pat·igi, cleliberava di ritoandare al 1893 la l Il sez ione del congresso, per poter iniziare i proprii lavori durante il congre !'so internazi onale di Roma.

Cong Ressi

Il comitalo esecutivo invita tutti i medici che s'interessano di sludt d'idrologia e di climatologia ed i proprietari degli stabilimenti balneari, termali, idroterapici e climatici a voler prendet' parte ul cvngrcsso internazionale di Roma nel 1893. In occasioni si annodano quei vincoli di soliJarietà e di alfetto, che uniscono in un mlenlo ed in uno scopo comune i cultori tutti di una scienza. Gli studi acquistano in quesl1 pacifici cimenti una nuova forza e riesco no p1ù utili e proficui.

Roma, che con<.erva vestigia di tanta pat'te della scit>nza antica, che può mo-,tr·are al mondo, coi ruderi tlelle meragliose sue terme, quanto fosse coltivala praticamente la balneologia, che in nome dell'Italia nuova sente potente ìl bisogno di progredire nella scienza, Roma invita nelle sue mura gloriose i cultori tutti dell'idrologia moderna.

Il comitato esecutivo del congresso internazional e idrologico di Roma, conscio degli ulti doveri che assum e, fara Lutto quanto potré. perchè ogni cosa pt'oceda con ordine e con decoro inspirandosi all'operato dell' illustri coll eghi di Biarrilz e di Pa r igi.

Dopo lo !3edute saranno ell'ettuate gite idrologiche nelle provincie meridionali ed il congresso si chiude!'à solennemente a Napoli.

Tutti 1 c ulto ri dell'idrologia, che intenJono prender parte al di Roma, vogliano far conosce r e al segretario generale clell'as<>octa.t;ione, prima del mar·zo 1893, il titolo e le conclusioni dei temi, che vorranno svolger e. I temi ufliciali del saranno presto r esi di pubblica r agwne e.l 11 tempo saranno pubblicate le concl usioni perchè ognuno po<>sa (Wepararsi pet' la dtscusstooe.

Il comi tato esecutivo Mrà ri col:!osceu te, specialmente at colleghi stranieri, se vorranno dare la massima diffusione a quest'invito e M vonanno rar conoscere il loro e l'indirizzo dei lot·o amici.

Pr::R Il, GENERALE LA GIUNTA ESEC UTIV\:

P residen te: Vinaj - Segretario generale: Morra

- M ernun: Burgonzio, Colli ex, Garelli e Tecchio

- Aggreaato per la parte riflettente l' Esposi; ion e : Todesco, pubblicista.

Notizie

L'arte dentaria nell ' armata austro-ungherese . - (Progresso clentislico, gennaio '1892).

11 ministro della guerra d' Austrh-1-Ungheria ha dalo ordine a tre medici di battaglione e tre medici di reggimento dell A guarnigiOne di Vienna di seguire i corsi e gli eaercizii prali ci della clinica dentaria dell'università di Vicnna ( Vierteljahrsschrijt )'. Zahnheilkunde).

Oper a::donl radloall d 'ernia, esportazione di mtlza, apertura della teoa oranlana, praticate dal prof. P osTEMPSIO chi rurgo-clinico- oper atore dell'Ospedale di S. Giacomo in Homa,

11 di 12 mal'zo, pel' cor tese invito dell'egregio professo•·e chi scrive ha potuto asststere alla esecuzione, da parte di esso professm'e, di due operazioni radicali dt ern ia, eseguile col suo sistema, con una bt'e,·e modiflcnzione pe r ò, ulttmamente adottala nello intento di meglio assicurare ti ri sultato finale della operazione.

Co me I'icorderanno i lelt.cJI'i, il sistema operativo del P ostem pski i', tn proprio, caratterizzato dal fatto che iutend e ad ottenere la distruzione completa del canale inguinAle, t1 vect>, che cogli altri metodi e sislemi si procura rico<>tituirl o; però ciò facendo, egli cerca anche dargli una parete poster iore più resistente, e degli orifizi meccanicamente sfaYorevoli a lla nuova fuori uscita dei visce ri.

Soggetto del primo caso fu tal P oggio Venanzio d'anni 3:3: la diagnosi chnica fu d'ernia inguino - scrotal e destra congenita , intestinale.... E la diagr10si la con rcr m ò ec;atlamente per·mettendo anche ùi constatare che il sacco congenito si ò occluso circa nella metà del funicello: l'ernia era obliqua e!'>terna.

So:.rgetto del ser.ondo caso fu ce1-to Migliavolo Giuseppe d'anni la diagnoc;i clinrca era stata di ernia inguinale in· terstiziale dec;tra ncctuisita, intestinale; la anatomica, operando, pl•r rnise un lipoma pendulo al lato esterno del funkt>llo; er•r11a con sacco proprio, obliqua esterna.

In entrambi i casi l'illustre professore con una incic;ione parallela alla pit>ga inguinale, e da essa distante allo incrrca due centimetri, mcominciata a circa ùue dita trasvet·se dulia ct·esta illiac.a anteriore superio r e, scopet·se l'aponeurosi del gran,le obliquo ed 1 due pilastri dPil'anello estemo, fino al di la di qut>slo, e dell'anello interno, di più di 2 centimetri, mellendo a nudo pOl'Zione del sacco c dei suoi inviluppi ac· cessori; dissecando quindi la pelle fin o a scopr ire per bene il legamen to del Falloppio. Iucise quindi l'apon euro5i del gl'ande obliquo, uul pi la s tro el:il61'll0 fin'ollre l'aneJJo interno, t enendosi vi r iniss imo al li gamento, e dislecandola anche col dito di tanto du 1·iesci re a trasportarla in basso per servirsane come mezzo di occlusione della apertura esterna del canale.

I ncise poscia il mu-scolo piccolo obliquo, il tra sver·so e la fas<'ra vt>rlicale; ftnulmente ope r ò sul sacco isolandolo fino al di là del !'UO colletto che strinse in una pinza klemm er, torse e su tur·ò con un punto in croce e quindi escise. Però a vece di fare come fa ceva nel solito processo suo, co1ne l'applicò nei 100 e piu casi di cui pubblicò la s toria, a vece di spolve riaare rl peJuncolo, o meglio il moncone del sacco, coll'iodoformio e lasciare che liberamente si ritirasse nel piccolo bacino, ebbe ri co r so ad una tenue innova zione e mrse in ullo la modilicazione proposta dal \Vood, e che consiste nel fissare il m onco n e alla parete ad.Jominale in allo verso le spina illiacn anteriore supe1·ior e, snodando l'ansa di filo sopra l'aponeu r osi del muscolo obliquo.... Credette opportuno adollare questo modo di trattamento del pcduncolo, sernbrandogl i nssere una gal'an zia maggiore per l'esito definitivo dell'allo opera ti vo.

Procerlelle cruindi ell'esatlo isolAmento del CO I'. Ionc m atico, suturò quindi 71i strati distaccati col lega m ento faJo ppian o, a.lopPrando del forte catgul. applicando punti staccati spe-;si (a mezzo centimetr o); praticò poi itlt.. nlicamente una :,ec, .nda cucitu r a i.lenlicH, a punti inl«'rposti. Collocc'l allor a il funic olo sopra la sutura dell'aponeurosi d,J grande oblifJUO. Fina lmente sulurt'J il connetti\'o E' la pe lle a due str·ati (rf primo pe'!'dulo per l'aponeurosi sup<>rfì ciai P, il !>econ lo pe r la pelle) col catp;ul fortE', i'\. l.

Vuolsi notare che durante lutti tali Alli operativi si preoccu pò sempre premurosamente della più esatta e em osla!'>i, provYisoria con numerose pinzelle del e definili va colle corr·ispondenti con m..,zzi anllc;<>tllCI e r igorosamente !'\lerilizzati.

La fortunata circostanza che l'un operato era affetto da ernia l'altro da ernia acqui sila, lta pf'rmesso all't>gr·egio professore di far rilevare le anatomiche differenze nei due casi, e le dive r se difficoltà ope rativP, essendo nell'er nia congenita il sacco appena risconlrabilf', ben più dif· ficil m ente isolabile.... Ed è il caso che più facile rico1're, alm eno !K> volte su 100, giacché così propol'zionalmente è a ppunto anatomicamente constatabile la f•·equenza con goniltl in confronto dell' aYvenilizia.... (Fallo, lo noto rn pac:;c:;ando, che dppoggia le Yiste leoretiche sulle fJU&li c:;i ba<>a nell a medicina legale milita r e la costatazione der dir1lli dei ri form ati pE>r e rn ia nel militare)..

La c:;uccesc:iva domenica 20 marzo, l'abile e•l ardito oper atore, eseguiva l'esportazione d'una milza ipe•·lrolica mobile, in mezzo a dirRcoll.à vera mente g 1•avi (u che appunto la :-omrna mobilità pareva escludere) con esito operatiro compiuto: e 1 opera\·a ancora la raschia tur·a di alcuni punti rorlicali del cervello, nell'intento di apporta•·e rime Ilo ad una povera malata afTE>tta da una forma grave convulsiva, esc:en dosi (sin per comodamente oper arP, come anche per aver•e un ampio spazio pella detei·minazione. colla elelll'icita local izzata, dei punti sovra a ccen nali) falla un'am pi o. l'luperfìci e esplorabile pe r mezzo d'un processo nuo vo ed ingegnoso, da un s u o assistente, l'egregio dott. Scafi.

Dodici giorni prima aveva praticata una lunga fendit ura lineare sul lato destro del cranio; quindi aveva ottenuto la cicatrizzazione della fertta cutanea, procurando che la divisione ossea si saldasse per mezzo di un calio fibroso e lastico.

Domenica poi aprì con larga breccia cutanea ed ossea la teca , con resezione a ferro di cavallo avente per base la resezione lineare prima praticata. Ottenne cosi come un ampio coperchio da scattola che permise la larga scopertura delle m eniogi sollevandolo, e che ({Uindi rinchiuse abbassandolo e sutu1·ando la ferita muscolo cutanea corrispondente. In onta allo spessot'e verameD.te insolito della teca ossea l'operazione procedette rego!aeissima e relativamente spiccia ... Ed op e rativamente con splendido risultato.

Della abilita e delicatezza operatoria, inuttle é dire; della squisita cortesia e cameratismo, non farò neppure parola ... Dirò solo che glie ne fui e sono sommamente gr'ato.

D. F. BAFtOFFIO.

Avviscj

Per la nomina del maggior generale medico comm. Barof:flo ad Ispettore Capo, la di rezione dt questo giornale è stata assunta dal colonnello medico Regia comm. Stefano, stato nominato, con regio decre to t3 marzo, membro dell'ispetto rato di sanità militare e direttore del IV uffici o.

Il Direttore

Dott. STEFANO REGIS colonnello medico ispettore.

Il Collaboratore per la R .• Marina

D.r TEODORlCO ROSATI

Jledko di 1• clauc

NUTINI FEDER ICO, Gerente

Di Un Caso

SIFl LTDE TERZIARIA PRECOCE

Lettura ratta nella conrcrcoza scie nlillca del febbraio !89! nello spcdale militare di Caserta dal sottotenente medico dottor «::arlo Fortunato.

Il soldato trombettiere G. V. del 23° fanteria (ora aggregato alla scuola sottuffìcial i) del la classe di lera 1869al n. di matricola5100, ill 0 dicembredelloscorso ann o veniva ricoverato in questo ospedale per sifilide costituzi onale.

È individuo di debole costituzione e di temperamento li nfat ico e conta 23 anni c irca di età.

TI suo sv iluppo scheletrico è pressochè r egola re, però presenta muscoli flaccidi ed esili, ricoverti da pannicolo adiposo scarso.

Il Redattore

D.r RlDO LFO LIVI Capilatto

Senza precedenti morbosi eredit:n'i degni di nota, racconta che sul finire di maggio u. s. si contagiò di ulceri, le quali, in numero di due, gli si manifestarono alla superficie interna del prepuzio. a quanto r icorda, tre gio rni dopo il coito. Non sa specificare la natura di dette ulceri, solamente assicura che una di esse era dura sotlo il tatto.

Fu fatto perciò ricoverare all 'ospedale dei Graniti di Napoli dove, a suo dire, le ulceri furono diagnosticate come veneree.

Dopo pochi giorni. tpt.uulu le ulreri. mercl.· l'appli,·aztnnc della poh ere di iollofurmio. t•rano in 'i a di riparazione. :-cguì adenite inguinale :.ini,tra suppur.lla che nune iucisn, ed in seguito f!li furono enucleate parecchie glanùulc ipert rofidte, tanto che la sua drgenza in quell'ospetlale protra..;so sino a l Hl giol'lli. A tal uopo fece cura interna di iotluro e solo negli ultiuti giorni di sua degenza gli , cnnero pntlicate :?4 iniezioni ipotlenniche di Bi doruro di men·urio: la cura topica ru "cmpre l'anti:;ett'ca.

.\ i primi di sellernhre dello stes,-o anno (cin·a l O giorni prima di uscire dall'ospedale) cominciò a tl avvertire un do· lore subdolo alla spalla sini,Lm a cui non diede importanza alcuna. tanto che ai 18 settembn•, sehhene tutta' ia un :-;t•nso di adùoloramcnto, che lentamente si aumenlll\ a. alla spalla sud dett•1, fu messo ruori dall'ospedale con 1Ogiorni di riposo; dopo di che il G. ripigliò il suo servizio, walgmòo che le sue so ll'erenze, invece di lenir5i, gradatamente aggravandosi. Egli però non vi pose mai impurtanz;: alcuna, nè andò a con:;igliarsi dal mellico.

Le 1'ose durarono cosi fino allo "corcio del me,e di novembre, enoca in cui. scnte n1lO l'infermo un di ulllidità alla spalla ammalata, si avvide che la camicia iu quel posto era ba!!nata di un liqui!lo giallastro disseminalo di pL·zzelli lli di colore uian co, e la regione della spalla s:nistra, verso la parte alla e posteriore, era diventala gnnlia ed arrossita nella cute con screpolatura in un punto, dado'e , eniva fuori il liquido :mmmento,ato. potendo perciò piit oltre co ntinuare il sen-izw. fu me,trere dars\ ammalato. e ricono:-;ciuto affetto da sifilide costit uzionale, fu allora che venne imiato a quest'ospedale il giorno 1° dicembre, e fallo ricoverare al l o reparto venerei, come nh biamo accennato in prin ci pio delln presente narrazione.

Ili SII'ILIOE TERZlAitL\ PIIECOCE l.'inf,•rmo. oltre ai -..in tomi subbietti' 1 sopra notati, accu,ara dolorr ,, lnlle le articolazioni, :.pccialmcnte a quelle delle i.t, dolori rh e ,i esacerbavano nelle ore 'esper·tine e con la de,llllhulnzione. l nterro;.:ato,l'lllfermo sull'origine rli1 tjuc;ta eruzione, raccontò che cominciù a man'feslar solto forma di tante J.ollicin e isolatt>. a l'Ui se ne delle altre fino a for mare, in. seguito a r'ollure delle stesse. <!elle vere supedicie pu ;:,tolo"e.

ObhiettiYnmcnte snlla superficie balano·prcpn7.iale non si r isroutnmt indnrilllento di sorta nt'• cicatrice appariscente; non Cd:-.Ì nell'inguinr. sini,;tro, dove ra reva notare una cicatr ice lineare di l'irca :) rentimetr·i .\ll'e'Same però Jell'apparato e si palpava la pleiade sia in ..:ninale, che cerricale laterale e po:;teriore molto ingorgata c la glandola alla epitrodea gro,,a quanto una nocella.

Sulla snperfi,·ip cutanea facevasi noL:tre estesa ectima, specialmente a;.:li arti inferiori sulla superlicie fl essoria . mentre non se ne alla testa, al collo ed alle mani. Queste pustole non gli apportavano prurito nè doloro: erano di coiot·ito ram eico c\ aria m no dalla grandezza d<·lla moneta di un cente"imo a quella tli una piastra.

0 3servata la in parola, e3sa si prc,cntava rossa e tumi da e nella sna fn cc ia posteriore si nota\'a rerso !a parte alta no a soluzione di eontinuo a margini irregolari dell'esten · stone di c;rca 1: Cènlimetri ricorerta th grannlnz:oni fungose. da cui ni',, fu on al,bondante pus tenue a .;o stanza ra•eos l eJ a pezzi di tessuto connettivo ueaollzzato. E,;ploran rlo con lo specilln dPlla apertura, si ris··ontravano tr'e tra,ti tti lisl(•lo,i, uno, eire raseotan 1lo 11 margine este rno dell a scapola, estendeva io per circa :j centimetri ri coye rto dalla so la cute che mostravas i assottig liata e di colorito un serondo anche cutaneo, meno importante degli altri due, si estendeva per circa tre t'Clllimetl·i. g1111Ùagnando una \i a in del terzo esterno della clavicola.

L'altro seno più di tutti, si diri;!era con nn canale tli circa li centimetri verso l'apofisi acromion do\ e si ri•conlra\'<1 denutlato del suo e scabro nella ,ua snperlkie per l'esLCn..;ione di poco ptù cruna moneta di dieci interessando la spina ùella , ,•npola ed in minima partP le fo,:-;e sopl'a e SOltO

Fin dal primo giorno che entrò in quest'ospedale fu sottoposto alla rum chinacea .tccopp1ata a (ruella iodica, e co ntemporaneament(l gli vennero l'atte intraprendere le iniezioni ipo1l81'tniche al sublimato corrosi\' O.

Le fistole vennero r.alfate mercè garza imbevuta nell'unguento mercnrinlo, come la prima ed uniga cura specifica lo· cale tla cni sperar si poteva miglioramento, senza usnr mezzi cruenti in \ista delle condizioni poco lode,·oli. Tale medi!'atnra in primo tempo veniva giornalmente sia per l'ahbondanza della secrezione purulenta, ,-ia per li1 eliminazione dei necrohiotici che continuavano in fih· boudanza a 'enir fuori.

Dopo appen:1 :-;ei giomi di cura mista, l' infermo diè segno d'intolleranza mercuriale. e fu allora che gli venne t:Jnlo il mercurio per ,ja ipodermica, ch e la meliicatura topica dell"unguento: e da allora fu medicato antisellicamente. La copiosa secrezione di pus anòara sempre facilltantlo lo scollamento dei margini ed alimentava quei tragilli fìstolosi fn perciò praticata una controapertura in :llto di circa un centi metro c mezzo, cd altrettanto si fece in basso per evitare l'insaccamento del pus e renderne piu ogcvole lo sco lo.

01 SII'JLIOE TERZIARI.\ PIIECOCE

Dopo l'emissione di parecchi cenci. il pus cominciò a dim inuire e le piaghe di,ennero piil deterse: le granul nzioni però !:li manti ne,·aoo ;·empre fungose e di calliro a:->petto.

La meùicatura venira allora rimossa ogni i. o ;j giomi, . tan te la sec1ezione più scarsa: e rerma falla con ap plicar.ione di poher& antisettica di chin1. carbone. canfora e iodolo a parti uguali.

La specillazione non venne più praticata per non dislurbnre l'andamen!o della lesione.

Dalle aperture esistenti, quella superiore. ultimamente prati cata, come abbiamo dello, si era ristretta notevolmente e non lasciaYa più venir fuori del pus.

Le altre due si mantenevano punto modificate; però quella rute assouigliata e di colorito bluastro ricovrente le fistole ad acquistare il colorito normale e In sua primitiva nutrizione.

Dopo circa un mese, praticata la :>pecillazione si riscontrò che quella scoverla c cariata si et'.l ridotta di poco a nulln, couservando presso che la men tre le condizioni generali si andavano altjuanlo migliorando e In nutrizione diveniva sempre più lode,•ole.

Poco miglioramento si era avuto nel glnntlnlare, il 'l'tale di po •·o si era ridotto: non co:;i nelle cutanee. dappoiche il andava scomparenòo ed in molle parti del corpo le pustole erano al periodn di p.;siccamento. in altre andavano desquamandosi e finalmente in qu alche punto vederangi solo delle macchie ro::;iduali di colorito rameico. che alla pressione digitale sparivano quasi compl etamento, inclir.i di pustole pregresse.

l dolori ossei erano anche scomparsi quasi completamente. e solo in qualche articolr.zione, nelle ore vespertino c tlurnnte la nolle, arvcrtiva leggero addolotamento.

Dopo un rne;:e e più d1 sill;tllo andamento curatiYo, 'l'tlendosi i risultati troppo 111esduni iu riguardo alla osse,l. deci.;e di prescegliet e la tempia cruenta ron l'aprire nmpiamenle t{nf'i ,;eni fì,;tolosi ed asportare lfllrlla por1.ione di osso ìnterc,;sato della carie, tanto pìi1 che le t'ondil.ioni dcil'intlividno si erano non poco sollevate e modificato notevolmente t{UC'IIo stato di cache,;sia sifilitim che non fece 1n·eferirc, fin tlnl principio. come ahl1iamo eletto, la r,nra cilirurf!i('a.

.\i primi di gennaio Jnnquc si decise pe1· l' opcm1.ione cJ, e:;ploranilo con uno :'pecillo di nuoro il tra7illo fi,;tolo:-u che mena\a sull'osso lo si ris•·ontrò pri\o del stiO periostio e scabro per una estensione di poro meno di nna moneta di IO c.t'ntrsimi, e que-;ta apertura fistolosa .

aveva ancora comunicazione in basso con l'altra accennata giit avanti.

L'altm apertura era ricatr·iuata \i qu:ttlro di gennaio IL s. gli fu aperto ampiamente il seno in alto mediante un ta,.:lio di circa G ce ntimetri par.tllel.tmente 'tuasi al margine c;;terno dellt srapola. e merCI'· il cuct•hiuio del \ olkman. vennero nbt:hiale ed asportate tutte le che ivi si trovavano: c con altro laglio della 1!111ghezza, di circa .1. centitnetr·i, dirello verso l' acromion. a1Hlò profondamente lìno distaccandone con cautela i lllliSCol i.

\l essa a nudo così quella porzione d'o:;so scoperto. con lo ,;lesso cucchiaio del \ olkman e con l'aiuto 1h•ll.t s;;orhia, si portò via una porzione della scapola della lungheua di circa tre centimetri la quale si pre,enlam completamente interessata dalla car·ic.

Si proctdette poscia alla medicatura antisettica. appli cnndo un drenaggio so lamente al punto corrispondente alla c:tri e; menlrt>. pel restante della ferita, si p talicò una s utura a pu nti l i triorno fehhraio. e;;sendo l'infet·mo guarito compie- n tanwntt> della :.:omm:t alla spalla ,;inislra, fu messo fuori dell' o:;pedale e l inviato al corpo per riprendere se n izio, dopo nn a de;,:t'nl.t di settanta5ei. periodo in cui gli furono prat irnte hen (ii, iniezioni ipodermidte di bicloruro mercnrico euntclllpor;tncamentc ati una rura interna chinacea e di ioduro potassico a dose moderata (lino a tre grammi al giorno).

Dietro questo allo operaliYo l'n mmalato si mantenne semp re apir rttit:o e non mai di,;turbo alcuno. tranne che un leggero do lot·e alla parte ammalata solamente nelle prime 2 i. or e che all 'operazione.

La medicatnra ,enn e rimossa per la prima volta dopo tre gi omi; e quella porzione di fer ta I'UIIli':Jta era cicatrizzata com pletament<>. ment•·c nel resto dove era .. tato applicalo il dre na!.!gio -.i ,;od•l i.-facentc lo della ferita e già in 1pH1khc punto comincia"'a a coprit·:-i di huone granu lazioni, "''''ementi ;;car:>a tfll:llltitit di pus. tanto che vl.'nue rimo,;,;o il drcnng!!io.

La secrez'one andò sempre diminuendo: buone granulazion i ,en ìva no dal fonrlo della e l'osso in cirm IO f!Ìorni era compll'tautenlr cope rto.

L' np erlnr.t andò gradatamente più ristretta, men tre il c:n·o ruan mano andava riempien 1losi di tessuto .!ranulan le, tanto ehe lo 'pecillo. dopo 1·irca un mese non ;i poti· p'il approl'ondare la cicatrizzata qua,;i com pleta me11 Il'.

Oel si ,·edevano ilolo C>tese maec:hie tli colorito ram eico, ciratr ici delle pu-tole css icc:ate e llesqunmate, ed i dolor t grnrra li alle articolazioni erano gpariti comp letamente.

La medicatura lo ca le fu quasi sempre l'antisetti ca.

Le condizioni generali si erano modificate note\olmente: e. sebbene l'infermo conservasse quel linfatismo delia sua costituzione, pure il pnnn icolo adiposo si era sviluppato discreta ment e e la muscolat ura divenuta piu resi;;tente, mentre ness un altro sintomo o di.:.turbo l'infermo piu avvertiva.

Ho credu to prcscegliere la narrazione di questo caso di sifilide costituzionale, come quello che mi è sembrato imp ortante: 1° dal punto di vista della sua precocità, avendo riscontrati dopo 5 mesi so lamente l'ectima che, sebbene si sia manifestata superficiale, pure non èessa di rappresentare il punto di tl'an sa zione tra la sifil id e infiammatoria e la neoplastica, ed inoltre la gomma susseg uita da carie, manifestazioni che noi vediamo so lamente comparire nell'ultim o periodo della sii il ide; 2° dal pnnto di vista t era penti co per lo splendido risultato ollenuto. grazie all'attiva cura tanto chirurgica che me llicame nto sa praticata.

Sopra Un Caso

DI AL SOrRACCIGL\0 DESTRO

alla conferenza. scienliOca elci ;lennaio 1891 nello 'pc·dale militare eli Padova dal dolt. Giovanni ne•·toldi, soLiotenPntll mtdico eli comph• menlo

Per des iderio dal sig. d irettore, che in delle nostro conferenze fos.;e trattato un occorso nei r·eparli di qn rsto spmlalc. giacchè mi fu daLa occasione di operare un del regg im ento cavalleria Roma, affetto da cisti lll'l'moitlt• al so pracciglio destro, mi lrnlle rTò oggi a parlare dei tum ori in ge nere e dopo alle dottrine del t:ohnheim e del Zi egler, passerò a narrare breveme nte il cnso suddetto.

Solto la denominoz.ione di tumori sono stoti compresi molli c S\'arin ti pro•e,;si morbo:>i che :'i gli uni agli nltri per il fallo di un volume che la parte che i• $eie del processo. Però un c;u·nttere J.!rOs.:;o lano non tlere essere preso in mollo escl u,iro come ha,_,. di una defin i;-.ione, perchè ,, nppu nto sollo forma di un ingrossa· mento delle pani che si manifestano molle nl terazioni di tessuti che nulla han da fare coi ,·eri tumori. Tali so no ad esempi o la maggior parte delle infiammazioni , le iperpln sio sempli ci, infìammotorie o ri ge neratiYe , gli ac<'nmuli di gaz, i parnso;ili, ecc .. i quali son ben dill'erenli da un Yero tum ore, nello senso della parola. Il' altra parte que,lo carattere non può set·rire ad una sta definizione, perdti• :-on' i dei neoplasmi infiltrati i quali imadono tullo un organo 't'IIZI aumentarne punto il \olum e. Le altre detioizioni tentate \:lri tempi, sono nppoggiatr vari criteri. Difatti akuui <lntori presero p!Jr hasc i criteri dinici, ma si mostrarono insuflicienti in quanto chr ricorrcrauo ordinariamente o all'aumento di volume o ad altri <'aratteri propt·i di alcuni neoformati' i. rhe derono innce dai tumori. Una definizione a hase fi,iologica non è ;-;rrnbtaltl neppnr sufficiente. Co,;i la definizione tenht:ì dal l. ti ·ke, che chiamò il tumore un,1 dtP. non conduce a risultato fisiologico. nel che le non possietlono alcuna funzione, non srt'\C a far 1·i comprendere da tutti i punti di vista che cosa sin nn tumore. Neppure i c:ualtPri desunti dalla fonm (tnhercolo, polipo, ecc.) hanno nn si;.mificato scientifico. l n carattere in' ece buono p er i.t defi niz10ne dei tumori e che l' ha falla progredire aJ,pranto i· <Juello dell'atipia, ciot:· il fattu che i tumori di elementi che sono sino arl nn t'Crio pun lo d1versi da 'fUPIIi nel tessuto, on• i tumori sriluppano. 'la ,e tutti i tumori atipici, non ne conse).!ne necess:mamentl' che tullo ciò che i· alipieo possa dir si' un 1um01·e. Così un eallo osseo recente. nn callo rnu.;,•olare, un'aderenza plruri,·a o pericardica sono cruanto di più nlipiro si possa immagi nare in gremho al te:;suto ove si son ma non pH crneslo siamo autorizzati a chiamarli tumori. ln altro criterio diflercnziale . che ha fatto ancor più la definizione tlei tumnri. i• l'eziologia . .\ on tulle le n<'oplasie riconoscono una C;lusa apprezzabile che ci ren<la ragione della loro origini' al pari di eiò che avviene per le nrop lasie infiamm atorie, lr quali tengono dietro ati alcune speciali irritazioni. l)uesto

DI CIS LI DEII'l0lllE AL SOPR.\CI'II.J.IO OK:-IllO

momento irrita tiro nnt.i non si a' ,·era •pl<hi mai cou1e cau->:1 dei tumori. i •Junli mostrano una cerl1 . utonomia di :-vilupp o . ..,ultanto nel l:?- p. 010 i· potuto con sicurezza stnbilire d rn tli un neoplolstua in -;pguito ad nzioni t rnumatil'iu•. :'11'1 maggior numéro di easi i tumori si pano indipendentemente da ogni cntHn infiammatoria per tl elle "peciali anatotnn-i,.;tologicht:• del tes.;;nto, ci oì• per la pt•rutarlcnm o l'anormale s' ilnppn di aknni germi embri onali. \l a oltre al carattere 1l·,ll'atipi.1 e dell'autonomia di S\Ì iuppo. i tumori tlerono poss-edere una cr t ta indipendenza rli Or,!:\rliuat.l Oile. l'er cni. se =-i n,Jp.:;e og..!iÒt dat·t· una definizione dei tumori. dorremmo cornprt'n<kre nella medesima ' l llPsti tre momenti: noi dobbiamo dunque dare il nome di lumort• a !Jllelle neopla:-ie rhe stnnno nelle parli come nn tn llo IJetl Jimit.do r rl1e pre,.;enlano da l dell' orgat.lismo un'autonomia t'ontplett di :-.vilupp,,, di arrrescimento, di org •nizzaziont•. L' c.;serc circosn itti li fa dil1'errnziat·e appunto dalle neopla::;ie puramente infì ·l!lnuart,rit• , le 'fUall non sono l1en nellamente <'irro.-critte. ma il pro·'l'''n da un centt·o di inten"it't ra ria ,·ia e.;tendendo-.i nt>llt> parli vicine. L'auton omi.! tli srilnppo e di accrr,;rimento poi i· il carattere es,;enziall' tlt•i tumori rhe li òistinguP da ogni altra es-;i inl'alli si svilnppano intlipentlentenwnte da ogni stimolo inli ammatorio, riui• per la <li ger mi rmhrionn li e solo in una minima parte clei lo sviluppo nei neopln:-mi i· con,ecnl •vo all' az1one ùei traum i o dt -peciali Irritazioni.

.:\ on è (H'Jall Co O:.!l!Ì di tlt>cid••re O){lliqu tlrolta lo svtluppo di un tumore :;e!!ue ad una inttazione infiammatoria (ltauma) :-i tralli -.empt·c di un puro l't.>nomeno di coi ncidenza colla permanenza nella parte di germi embrionali. o se ir\r ece in ca.;i il tnrnorc sia dovuto a.l un penertimento dell 'att ività furmativa per il ricomparire di forme embrionali nel già adulto in seguito a capaci di dare l'infia mnt a7.ione. l) uestu non è però nnco:·a dimostrata. .\ccanto al criterio dell'autonomia di sviluppo UC!JU bta importanza il criterio dcll'atipia; i tumori devono un a:-petlo . tipil'o. cioè una varietà p iù o meno rilevata al tessulo ove prendono sede. il che costituisce l'auton omia di organil.znionc. J l a pit't ho detto che :.e tutti i tumori sono atipici. non tulle le ueoformazioni di aspetto devono e"sl're considerate per tumori; perciò è neces,ario che l'atipi. l !lia accompa;,:nata dall' ind ipendenza di sl'ilnppo e di accrcscintenlo affìnchi• auhia valore per la diagnosi di un lu · more. Tolte le neoformazioni infiammatorie od iperplasiche riconoscono delle cause irrttanti semplici o speciliche ed ilte:-.suto neofurmato è identico al tipo dtll tc:'suto su cui si originauo; il che non nv,ieno mai per i veri tumori. l tHmori non rappre,;entano nulla di estraneo al nostro organismo perché constano di elementi che son propri dell' organi:,mu la dtiTereaza è solo apparente e sta nel modo direrso di a""re"" gat·.:;i dei loro elementi costit utivi come pure nel r.1ppono diverso esistente tra gli elementi costitutivi e la sostanza fondamentale dei tumori. Cosi i canl'ri constano di elementi epiteliali. e non si differenziano dagli C'piteli che per un a disposizione speciale r is petto al courlellivo che ne forma lo stroma. Non esiste un e lemento specilico nè de l cancro ni· del sarcoma. ecc .. e neppure è da ritcner,;i causa di dt•lti tumori un agente par·assitano penetrato nell'o r,:ani:;nlo dal di fuori: ant.i ri;.:rttarc ogni inllncnza parassitaria, fatta eccezione dei tumori gmnulomatosi r:he formano il detto gr·uppo dei tumori ,;pecilìci . come i tuher· coli. i :;ililomi, i noduli della lepra, della morra, dell'actinol na dei tumori fu tentata in vari modi; alcuni presero per base un carattere clinico c li in

Dt CISTl DEtt\IOIDE Al. S01'R.4. t:CH.UO DESUlO ben igni o maligni, ehranwndo benigni quelli a IC'nto sviluppo, rho non si esnlcerano e che nou danno emorragie, metasta si. nè cachessie: qnelli invece che si sviluppano rapidamen te, che s i esulcerano, che danno emorragie e nodi metastatici, che producono cachesilie e danno dolori \:lncinanti, furon o considerati come maligni. Evid entemente qne:;ta ,;ificazi one. se ha nn \' alor·e cl inico, non ne ha all'allo dal pun to di 'i sta anatomico. Allra classificazione fu quella tentati e prt:sentata dal \'irchow: Cl-:li divise cioi• i tumori in isti oidi, organoiùi e teratoìdi: o da ultimo quella che li clas· :;i(iea iu 1lu o grandi gruppi, congeniti cioè éd acquisit i. Se non rh e i tumo1 i po"sono sviluppar:;i in di' er si periodi della 'ila. sarebbe r., cile spie.: arcene r origine nel di come un vero turbamento dell'alli· vitit l'ttnzi on!de r elementi Cl'llulari ('mhr ionali; si considererebbero come delle mostruo,;ità locali; rna il fallo che essi si originano anche in etiL molto a\'anzata, 111ostra che il ri cercarne l'origine negli elementi C'mhrionali non può essere del tutto giuste. Tullavia questa òollrina fu sostenuta dal Cohnheim: egli so5Lenne che ogni tumore nasce da un gruppo di cellule emllrionali, nnatomicamente non semp re flifTerenziabili, le quali consen·ano per un certo tempo in grembo ai tessuti le loro propriet;\ embrionali e poi ad una determinata epoca e per circostanze non bene definite s i svilu ppano in tumore. l\on che il Cohuheim ammette8se l'origine con:,!eoita dei tumori, ma ammelleva come la disposizione alloro sviluppo; cioè CJnel dato gruppo di cel lule esuberante, per co:;ì dire, per i bisogni rìsiologici. potrebbe secondo lui r iman ere inalterato per un tempo in •lelinito. finché una causa occasionai e qualsia,i ne faccia sviluppare il tumore; cosi da un in signi ficante neo pigmentale potrebbe svilupparsi il p iLt gi,.!ante•co ;;ar.·oma melauotico, rla una pir·•·oli:.,..ima dilatai.IUIIC di un l'olli··olo oYariw uu,t enorme o\'arica e v1a dicentlo. lj ue..;ti gruppi di clt'meuti o elelllcnli embrionali :-ono diiTcl't'lll.iali solamente rJuanrlo si lrOH\110 in mezzo ad un te:;suto di,er:;o da loro. Così, ntl esempio, le isole di cartilagino in lllCI.Z' I a del tessuto os:;eu perfetto, ocl in mezzo a del LPssuto g lt iandulare, frammeuti tli capsula sopra1·enale aderenti od iu11ncrlesimati nella sostanza co1'linlle dci rene e cosi di guito. L·· ragioni per cui ad un dato punto ùonehile que-.to "' iluppo non souo perfcllamente llOlP. La dottriua di Cohnheim lt'O\a mollo appo;.!:.:io in alcune leJgi fi,.,iolu,.:"il'ile relative allo sviluppo degli organi. Si sa per esempio cile niI'Ppoca detla pubertit alcuni si sriluppano tale la laringe, come lo ptova la modilìcazione della voce. tali gli organ i geuitali mas ch ili e l'omminili. E in queste circoslanl.r' appunto può aVYcnirP lo wiluppo dei tumori; difatti hanno talora in lJnesta etit del testicolo e cisti riclte. l'n altro appo:gio nll<t dour·ina del Cohnheim vien e dalla seòe dei tumori: alt-u:1i tutuori eminentemente m;tl :ni prendono il loro punto di partPIW\ dalla del l<thltro, o;pecialmenle inferiore o in corrispoudenza del punto di passaggio tra la cute dell'ala del na:;o e la mucosa, o dal margin e pa lpehrale . o dal prep1 1Zio, dal ghnrle, dnl 1·etto o dal punto O\ e t'es1•fngo è inc rociato dal lwon co sinistro . Ora il Coltnheim dice: tjuesta pteùilezione di sede è da delle complicazioni congen'tt• nella ùi'JIOsizioue degli elt•meuti embrionali: dore la cute si camhia in mucosa v'è una complicazione mag;,(iore che nelle altre parti; ora ià il embrio nale più facilrnentP si presta a far delle inclusioni dtt• v1 restano pPr un tempo indet ermina to. E difatti Yi sono delle inclusioni di germi che si posso no diO'erenziare anatomica men te: per esempio, pnò esserv i tess uto parotirle per inclu.;ione di t'lt•mt·tlli eh l pruno arco bron chiale, te,sutu muscolare uel l'an•ndr ima n•nale per inclusi one di elementi del quadrato dei lo miti: alla c·ortc•t'c·ia del rene puci e-sm·vi arle1·enz·1 con la eap:;ula surrenale e formar,i un adenoma renale. o formarsi una r'isti dermo ide dell'o vai o [H'I' del foglietto corrwo tlel hiastoclenna e :dcn'nza co l corpo di Wolf.

Contro qne:'ta dottrina sorsero perù degli oppositori. Co,;ì alcun i allermano: IJUesta fissità di :-edf'. dtt' il Coltnheim porta in appo!! ì-!io alla propria dourin", i· irl\ ere do' uta a ciò che quelle locali ti\ so no piit esposte a ,ti moli esterni. JWr la mur.o ::.a delle lahbm a)!li stimoli della pipa o del tabacco. don rle il cancro ùei furnatol"i, il piloro a tutte le contrazioni dell o stomaeo ciH· vanno a. concentrai'"' in quella parte dell' or·gano, donde il frequente cancro del piloro, ecc.

}f a (1ueste non ;:ono solide. Maggio•· valore hanno le o!Jhiezioni iunan1.i rlallo Zie;\ler. Egli di ce: inclusione di germi d11 Cohnltcim Lleua embrionale. 'eramente non può chiamar,i embrionale perchè non ne ha più i r.;aralleri anatomici, glt clementi cioè non pre.:;en-tano. come dovrebbero, una forma rotonda con un solo nucleo ed un p1·otoplasrna gran11lo,o, non tratterebbe in 1rece ello tli una Lrasposiz ione d i tessuto. Zicgler propone di allargare il del la paro la embrionale; lo stato embrionale degli elementi non si ha soltanto nella vita intraulerina , ma si può manifestare in tessuto giit couq.lctamente svilnpp1LO quando ,;opraYvenJono circostan7.e :-peciali : così, ad P;:em pio, 'e :;i determina una infiamma7.ione, si producono degli elem enti che hanno tulli caratteri embrionali. Ciò posto, fi() fi sarebbe neces,;ario il far derimre i tumori sempre rla elemen Li embrionali, nel senso più stretto della pa1·ola, cioè da elementi propri della vita feta le e il Zi eg ler, istarò Ota a descr i vere la lJiologia dei tumori. del co me si compie il loro acue,;cimentv e de lle con'>egucn:te che sono relatl\'e all'intero ed alla parte afTella , ma passo a fare un cenno su ll o cisti dermoid i.

\" Ctn•nuno a .-piegare perdtt'• ad un trauma ,;egna t dura In s'iluppo d'un tumore. 1.2- 1 010 dei casi di tum ori, dice e,!lt. si può constatare lo sviluppo del neovl:lsma in seguito nd un tranma .

\rnm ellrndo in tolti i ca.;i la dourina di Cohnheim, il lr':l nnta tl•>vrebbe dunque coincid e re ogni volta di ge rmi emb rionali nel punto ove il trauma ha agito: ora rome non co nsid erare strana una C(li nciùenza cosi freq urnle? Zie!.'det· perchè si produra il r.ancro dPi fumator1 l'ti altri tumori in individui avanzati in età: come mai, e;.:li di ·e. ammeuer::i, volendo sttrt' col Cohnheim, r.he inclusi sin dall'epoca embrionale attendano a sviluppar,.i in etit co'i avanzata? I nvece egli preferisce di amm ettere cl te pr•Hiu ca una irritnzione continua e, come per il tabacco sul l:1 mucosa orale, nbhia ltwgo una vera prod uzione di elementi embriona li. Avverrebbe dapprima un a metamorfosi r egressl\a degli element i del tessuto e qu est i non vengono più normalm en te, perchè ,., tlimin uitn In l'apacilit funzionale degli elementi dell ' organo in c 1usa della senilità : invece si anormalmente non solo co n tessuto ep iteliale, ma anche con conneiliYo per cui ,·engono a formare degli spazi limitati da lrauecole connellive, .=;pazi entro cui si depositano le cellu le del cancro.

La do llrina del Zi eg lct· vi ene dunque in appÒgg io e c0mpleta quella del Cohnh eim; mrntre cioi• que ll a del Conheirn serve a spiegare l'origine dei tumori della prima età. tJuella del Ziegler spiegherebbe quelli dell'età avanzata.

Fu il Webe1· per il prim o che de.;c risse nel 180 2, sotto qneslo nome, alcuni tumori di natura i t(Ua li hanno nell a loro parete 1nterna una struttura perfcuamente uguale a qu ella della pelle . Su 188 ca,;i da Lebert, 129 a\·eano sede nell'ovaia, ma possono presentarsi anche nel tessuto di altre parti del corpo, per esempio alla regione periorhitale, come nel caso da me osservato , al collo etc.

Sono tumori di natura cistica. hanno una parete piuttosto spe,-sa ed un contenuto la cui ilensit:t varia moltv a secon da dello stato in cui si tro,·nno. Questa parete negli str·ati pi it per1ferit'l consta di un connettivo lihrill:ue e piu all'intern o un aspetto :;imile a 'Juello dell'epidermide e presentano talora in alcune incavature delle appendici pilifere; talom l'aspetto ricorda ancor più da vi cino quello della pelle e vi si ri co nosco una disposizione di elementi alfallo uguale a quella del reticolo malpighiano. \'i si rinvengono d i sovente ghiando le ,;ehacee e sudorifere, nel contenuto, oltre che del grnsso in grande quantità, si trovano peli sviluppati e ghian dole in quelle che hanno origine da orinterni s'o-;se r vano spesso appendici ossee, de nti e peli in gran qunnlila. Secondo il Hemak il modo di produ rsi non è altro che una introlle.ssione dell'integ umento esterno, il qual e viene ad essere incluso nel con ncllivo sotlocuta neo od in alcuni organi interni. Questa introll essione si fa a poco a po co durantr In vita fetale eil avvenendo la sa ldatura dei due fogl ielli che sta nno al limite delle piegature, nulla di piit nat urale dlC la parte presenti i caralle ri istologici dell'integumento esterno.

Il caso da me osservato è il seguente:

\'i Ila Ern esto, solda to nel reggimento cavalleria Roma (20°), della classe 1869, entrava il 2 dicembre 1890 nel riparto traum a ti ci per lesio ne abbastanza gmve al ginocc hio <;i nistro riport;1la da un calcio tli c:mlllo 111entre attende,·a al goHr·uu lll'lla .;nuleri;L Curato coll'i111rnobilizzazione dell'arto, guar<lara il letto per !'Ìrra una ventina di giomi. ll u rante la sna dl.'gell7.a in o::.peùalc 'i o:;sen ò alla regione sopraorbitalc clestra in corrr, porulenza della metti esterna del sopr.tc· l'i_:!lio tUI tumor·euo coperto dai comuni integumentr, duro. po .:o ela,.ticu t' p<H'O 1110bile. che a\ea tuili i carallcri d'una n,ti ,.ehacC'a comunC' . .\ detta tlell'a111malato. egli s'accor;eva che da 'Jtwldrc tempo d tumor<' era in con tinuo aumento e desiderava l'l't'•rar:'ene. Il tG rliremhre ultimo Ht propostà del si!.!uor· mn!!:riorc · \..;t{•giano, mi arcin:;i adoperarlo e prel'erii l'enllcleazione delh in luogo dellrt SJ.laCcalura e della calltCrizzazione della Prerne::.sa la lavatura e del la parte. come pure degli strumenti e dt>llc 111ani, condussi un laglio nella ente parallelo al margine p raci,liare a met:'t tiPI tumore, <li\isi le lìbre del n corruga loro 1lcl ciglio eire "uhito dopo. incontrai e misi a tlll'lo In capsula clelia i: in seguito cogli stmmenti ollusi la di.;secai dalle parti \Ì r·ine alle quali era fortemente conllC''<l; arTi\audo sino al pcrio..;tio. Levata la ci :c ti, dopo althonrlante la,atura dl'll·· fr•rita. riunii i lemhi cutanei con dtw punti di e medicai ,di'esterno co n acido saliciliro in pohere .

Il malato .;opportò nrirahilme111e la piccola st-hhe11e rwi o-a opera1.ione sen1.:1 Per tre giorni conseculi\ i, torne era pre' edihilc per la disposizione anatomica della parte, cioi• per i! te.;,;uto la,;.;o i' i e•istente s'eh be forte e'lcma cd inlìltrazione Mila palpel•r"<\ :>UJ.leriore 1'0I1 ptosi complet.1 : l,l ft•rita per·IJ in \ Ìa di r.ica:riz;;azion6 accennava a guarire jlt'r prima intenzione conro infatti "uccc:'se. l n ;)• giornata tolli i punti di sutura, l'e,;surl.tlo raccolto fu in capo al !)"-IO" ;!iorno comp letamente riassorl•iLo.

\ pcrt.1 la cisti asportala oltre al solito lirplitlo aml•racco piullo-to de11.-o. ri,:contrai nella parte più profond.1 cii essa na p'ccol i-sima p·tllollola d! peli prrfellamente ed identici a t{nelli drl soprarciJ!Iio.

T rnoti\1 ver cui io preferii l'enucleazione alla C\acuazione e cnult r'z.r.r.zionc tle!la cisti furono: l • pere hi· roll'cnucla7.ione l!rO l't'l'IO di C\ ilare a.-:;olutamente la reciÙÌHI; Z0 perdu\

->Clldo rlOH!l'e del medico di l'estetica alla fa••rin , colla mtur-a io otteneva la minor possihile t'rratrire c l)lle:'to il metodo, secondo il mio mo,Jo di Yedere.

·hl• o,!.!l111nn 1lcve intraprendere coi mezzi antiscllicr di t•ni

FERITE D'ARMA DA FUOCO

Lettura nello spedah• mìlit.1re di Chieti, cnnft•r••nzn scìcntillc.1 •Ici ottobre t89J •lal dolt. (, i c eo, sottotcnento medico di comptemriiiO r cadaveri sono di due soldati del :2it) fanteria. il Pellerito omicida e suicida: il vittima.

Come contributo alla casui<;tica della dt guena mi permello riferire il risultato delle autopsie eseguite su duo cadaveri con fel'ite d i arma da fuoco: e credo di non far opera vana, ronsidorando che tfuesti due casi sono dei primi ferimenti in cui :;iano stati usati il proiellile con corazza metallica e la.

11 Pellerito, "i tira colpi, l'uno andato fallito, l'altro a hruciapelo che lo ha colpilo sotto il mento: il proiellile penetm a li,·cllo dell'os;;o ioide, perfora la lingua alla base . divide il palato molle in tulla la :ma lunghezza, distrug !:!e la parte petrosa del tcmpot'ale e divide nel punto d'unione roe· cipite dallo sl'enoicle, di cui l'ala desLra presenta una fenditura che si continua nel mascellara superiore; penetra nel ce rvello interessando dalla parte dell'emisfero destro il ponlè di Va ro!io, i peduncoli cet'ebrale e ce rebell oso, i nuclei grigi,

SU UUE CASI DI FERITE o' ARllA DA F(IOCO 4,:):}

la sostanza hianca e )!ran parte delle cit·convoluzioni soprale parietal i superiore e media: frattura in di\ pezzi e innanzi a se parte del pariPtale destro. spa<'<'a a stella il cuoio capelluto; ai cui lembi. come tagliati a netto, sono attaccati dei fr·ammenti delie ossa frauuratc. li foro d'entrata della ferila è rotondo circa l cm. eli diameli'O. a bordi regolari: en·etti di ustione si vedono lungo la ferita lino allo sfenoide. per la spcssezza di poche linee: è r imarchevole la di:;continuitit dei mascellari superiore e inferiore e questo nella sua linea di sutura: la perdita di sostanza nella massa cerebrale lascia un vuoto crateriforme per nulla paragonahile al voi urne del proiettile; nella parte re:;idua , divenuta più molle dell'ordinario. non si nota spappolnmento, non annerimento, nè emanazioni solforoso come nelle lesioni di que:>ta par:e per proiettile di piombo nudo; nel l'or.nne d'uscita sull'osso si misura mancante una supcrlicie deforme di circa ti- cm.: le ossa del cranio disarticolale dist:1no fra loro per l cm.: solo stanno a posto il frontale co n lo sfe noid e e il temporale

Il proiellile fu raccolto infisso nel muro distante 3 metri : es ·o è deformato. rovesciato a fungo e con perdita di sostanza della corazza, sia del nucleo di piombo .

I l cadavere del \forassi presenta una ferita d'arma da fnoco. che attraversa In metà del torace. d' avanti indietro. perpenclicolarmente al piano del corpo: foro rl'entrata a livello rlella terza costola. a sei cm. clallo sterno. circolar'e, del diametro di più di un ceutimetr·o sulla cute e muscoli interossei, plenra della grandezza del proiellile, <'On bordi nett i e lievemente bruciati ; foro d'u,-;cila nel triangolo infr•r iot·c della sca pula, di forma stellata con margini cutanei ll'i 11ngolari r·crr·aui verso la periferia. e le parti molli sottostanti strappate e sporgent i ne l fondo de ll a lesione, di una amriezza minima tli tre centimetri. \perla la cavità tora•'it·a si gon rinvennlP e forti aderem;e plenr·itiche. per le quali il pulmone .;jni,..lro era accollato 1•er tulla la po--trro-e,-lerna alla paretr. lorat'ica. per le quali le ft'r itu e pulruonali si trnYa\ano ,;nlla linea: pu ro "an.!ur er.1 r·a ·collo nell'an..:olo dei pulmnni oltre lo stato tnhercolotieo tl iiTuso da cui tpte.;ti erano pr.. ,i, ,j -ropre una ferita a canale t' ompleto. inren•,san:e il lobo .;nperiorc sinjstro, due t'entimPIIÌ in sopra C Ili fuo:·i defi'Jio: if diametl't) tli queqa ferila·t':lllale va aumentando d':nanti irHlietro. in morto ehe \erso il ron, d'entratn ruisnra un e più. verso il foro tl'u,;ci ta cinquc t't'n l inJet ri cl P l ma;.:.!! ior diametro : fa ti i Laglio non ma ell iltica: lungo le pareti non si pcr·cep isco no rll'PIIi di nstione; wn·alt' rli sangue agg-rumito

Yedono le dir.11nazioni IH·oncltiali dal terz'ordine in poi: non sta:i !t'si grossi vasi. Dietro le pareti della ferita uon t•.' i• srgno ll'adtf<·n-nmento mofer·olare nè di reazione infiammatoria: i lobi infrriori di dflstra e di sini:>tra :;ono infart•iti di s1ngue. La quinta e -.esta co.;tofa frallura cou tminntiva e le srhl';[ge os.:ee acuminate 'POr!!ono tanto uef ca>.o pfeurico, quanto .di'infuori fa s ·apola: anchr •Jne,t.t i· fmllnr.tta; nel met.m di e-;.;a appare una perdita di :-o.;t·tnza tJU<hi reuangolare per circa tre l'entimetri, e da qne:-ta partono delle fenditnrr ampie pilt o meno lunp-lre.

Xon ho r'iscorrtr.lli .:orpi e-tranei nella ferita, e le n.,n hanno perd1te alt-una: sono lacerate ad an!.!olo q lwsi retw nel foro d'entrala. nel foro d'n:;cita a stella.

Il co lpo è stato tirato a trerliri metri rli distanza; rrirna di fcri rt> ha allra\en:.ato t r·u brande arrotolale. e dopo. incontrnn ùo il muro. lta r in('u lato per rimbalzo di cin q ue metri.

An che IJUes to pro iclli lo t\ quantu nque meno di quello della

III FEI\lTE n'AR)IA DA FUOCO

fer ila alla trsta, deformato: i• appiattito sui lati e lt'ggerulcntc in cun .t lo rome nna fa va; il meta Il i<'O della p.u te .:onporta impre:>se delle -<ofcature rf uudeo di pi ombo l· dalla camicia metallica w.-r circa tre rnillinwtr i.

L'ir11!i' i luo ha 'entitri• ore: l :;in torni ri,; ·ontrati rn questo tli lempn sono :-lati: dolore rt•lati' mnentc po•·o, traum.atopnea. cutaneo, che. rhppr ima limitnto all.t periferia del fumme d'entr.tl;1, i· <lndato man mano Jrllondentlosi alle regioni pettomlr, alle la ri. al collo: respirazioneaddon1inale. che. mentre a prillt'ipio r ra '\Uflit•irnte, si rese a poco a poro tlirlicile, all'annosa. rantolosa: dopo cinque ore da l ferimento la tosse accntli[HI!(nala rla fiotti d i sangue uscenti dag li Mificii ddh fPr itn e dallr \Ìe aeree: questi nltimi fenomeni si ripetut i solo tre Yolte con intervalli più o meno lunghi. ri va pt•r rollasso.

Coutrariamente :1 quanto si .;penwa dnlla modiliL·azione del pr:oiPllife e della Yelocitù impressa!!li per la numa pnhere, :- lutliando il percor•o di di tpte.;te ft•ritl', su hito un aumento di ,;oluziotu' di t:ontinuo a misura che la ferita ;;i approfondi-.ce. e un parti•·olar modo di comportarsi all'urlo del proiettile a dellt> d1Yer:;e pa rti l'Ire da proiettile sono I nfatti nel primo cadavere la. t'ute ai for•> d'entrata ha urw perdita di ngunle alla per·il'eria del proiellile. l.t fllassa rnu s•:olam della 1:ugua i.· perforata da un eanale di forma non ei li'ndrica, ma progressivamen te ailargan te.:>i e rnutan- tesi in .ellissoide con diametro maggioro verso la superficie della lingua per lo meno due volte quello del proiellile: sin qui delle pareti del canale. tanto la parte cutanea quanto la parte muscolare, salvo il diverso grado di ampiezz<L appariscono come lese da uno stampo tagliente: l'osso temporale presentasi come colpito da un corpo contund ent e e con effelli d'ustione. n i poi capire il mecGan ismo che ha provocato la perdita ùi sostanza nel cervello so non con un'azione d' eiTetto esplosi vo. non essendoci proporlione tra il vuoto formatosi e la grandezza del le pa· ret1 di questo vuoto sono molto più che non ;. ia no diventate molli le parti residue dell'emisfero colpito:<' tullo questo processo, so non i: uguale, ricorda gli elreui del proiettile di piombo nudo: sono mi gli elfelli ciò che si ì• notato nel foro d'uscita e :d i'int orno di esso. dove oltre alla frattura comminuti\U delle ossa e le fenditure a croce della cute, :'Ono state vinte le suture e allontanati i bordi delle o.;sa diverse. ltisultati presso a poco identiei si hanno dalla ferita dd torace. Solo c'è un fallo quasi esclusivo della regione: cd è l'enfisema cutaneo. a proposito del quale osservo cho linora era per le ferite d·arma bianca che si verilicara que:;ta com· plicanza: perchì· il proiettile di piombo nudo nelle ferit e d'arma da fuoco produceva intumo al foro d'entrata una rontusione e una scollatura, tale, quasi come un haluarùo, rendeva molto dirflcile la penetraziono di aria tra i infatti il Noudorfer, su duecento feriti per arma da fuoco altt)race, solo una volla ha riscontrato l'enfisema. Ora. per es,cre la ferita cutanea per il nuoro proiettile. molto piccola d1 di•metro, senza contusione e senza ustione ai bordi, questa complicanza sari1 un fenomeno ord1nario. quasi. nelle ferite di questa regione. Del resto. come nella rm·ita nlla testa, nella

Dl l EltiTE o' AR'I \ D.\ FUOCO ferita del pulmone si osserva il lume del canale che aumenta progrossivtllnente con l'approfondirsi nei tessuti: infatti mentre dalla parte del foro d'entrata l'apertura mi,;ura poco pin di due volte il diametro del proiettile in quello' erso il foro d'uscita i• e sul dorso la lesione della parete to rn.cica ra;!giunge le propot·zioni di effetti esplosivi. E, come nella lesione al cervello, giudico l'ultima parte della pulmo nale effellO d'aziono esplo:;iva: che se non i• CO!\Ì CVidente è perchì· i pnlmoni quantunque forse più ricelli di parte acquosa della so..;tanza cerebrale non sono in ono :-pazio perfetlall!ente chiu-.o. e le pareti toraciche elastiche av1·anno potuto smorzare la forzn Spiccato effetto esplosivo presenta la lesione sul dove le parti molli souocutnuee, fr,mtumato sporgono dal fondo della ferita: che se non rosse co:;ì, non snprei spiegarm1 il mrccanismo di frauura del h quinta e sesta costola insieme pe1· lo urto di proiettile: ni· sarebbe il cu-.o <li metter 10 di:-cus-..ione la ela-sticità dei tes>.uti sopraHinta dalla forza di propulsione del proiettile, rontrnria l'esperienza che i 1·orpi elastici attraversati da un proiettile n hrove distanza presentano un orifizio più piccolo del proiettile stesso e non soluzioni di continuo longitudinali e a stella

Per meller in rapporto la rorma della lesione col ni ,mo di azione del proiellile ho pcn:>ato alle seguenti ipote!>i: il proiettile da prima p1·ecede secondo il sno asse piit lungo: poi per la rcsislmMa che deve Yinrere man mano. penle del suo potere rotatllrio. ed allora dei giri pii! ;11npi con la ha se: ovvero al intorno a rui gira tutta la ma'ìsa del

JJlZJi t:ASI prmellile .;i un punlo iulenneclio tra la punla e la 11e"''riYendo dl'i coui cogli npiei, a IIIÌI(Itanza tlei razzi (jU·llH!o int•outr.tuo nn dalla gìore ampiezza di que.;li ;.:in poi dipendrrebhe l'anlplPzza della

L'a ltra ipotesi i· che il proìellìle uel flL'netrare nrlla pariP fcr·ita. si drizzi a poc·o a poco soslitnrnt!o alla punta uno di'i lati: que.;L' ipotesi la rredo pit't prnhahìle perchè piu 1 dt>nte alla fonm ùel t•nnale non J'Prfellamente eilìudrira. e per il ftllo elle il nudeu tii pio111ho rnmmolltlo.;i può u"c1re fuori dal ;!U"t'io metallico P ,;po.;lan• in ha-"o il et>nlro d1 gra1 it:'t 1lel proielllle, e la re,i,lt'nz1 nppo.;La per rjltanto lieve del11 parte ferita puil et·t·itare qt:e.;lo .'po.;tam,•nlo. E probabilità pare confer lll 'lla dall' appiattimenlo cl1•l proìclLile sui Jianehi e d:d sokhi impress i sulla farcia che andrcJ,he innan7.i. mentre In fa,·cìa opposta ,.,i conserra inlalla. e1l :wche elfelli i r.he si anebbero quando all.1 punta ,j so,Litui:;se la maggiore :;upel'fìcie comprimente eli un lato.

Per :;pie;.(ar·mi poi l!li ent-ui del colpo alln lesta credo dlt' il proieltile ahhia a:!ilo parti mùlli iutcuro. e int·outrantlo l'o.;so. dcfonnato: e dit'o in,·ontrando no11 essendo questo di molto dill't•rrnlC:'. anrhe per la :-;ua l'orma l'l'erica, per resislenza. nrl un muro tli malloni d':l t'ttil la. P oltrP a ciù per e>sersi di1 rr,.,alllPille comportati il proietti e d1r 1t 1 i'erìto al capo e l· t'onlict·r.to nel 111uro. e .di allri due, tJill'llo andato a \ uoto r quello che ha ferito il tota ·e. int·outr.wdo il muro so n 1etroce,,.,j pet· I'Ì111hnlzo: inoltre. 1wr ll'<hi'ol'lllazione della forz 1 IIH,tr'Jt:e in calore (che :n, ;ent• quando il l'orso tlel proiPttile t'· il piomlto. piu dJIalahill' dell'ollone, puil gpal'l"tl'l' la camil'ia mC'Lallica e il proielli ll' ror.tzznto pui, d1yenir pii1 tleforme c nud,·o del pro ieuile di pio1nho nn 1ìo. a. quanto 110 in qur.;ti due ca:>i, il r; iurnrtl•· JJ,•r/iru di'l Il. E.\•'rcilu 71u;.d io l X!ll ). porta il re· ell'etti del proiettile .\Iiitlnli èher . i ljllali il dottor o,-;;ervù in JS l'erili: anche in qne-;ti si i• sparato a hreH' elfetti e:'plo•il i hanno dato le ferile del ,ervello: e "e at· ·ennando allt> fl'J itt> al torace dice di feritt> a 1'<111'lle completo non dice di'Ila Ju:r.!hezza della "Ostanza pnluwualt>

Lo Ch.nl\eiHr•lla chirnr'.!·a tli )!Ut'rt'.l di aver ri$l'OnLr.. to li C'Ili• sue CS(ti'rienze .;ui ,·arll\el'l e Il l'i ferimenti col proiettil e Leb PI (Modello 8G d i 8 mm. ) freqnen ti efl'eui esplosivi nelle ferite della prima z.on:t d'aziOHt'. e questi efl'etli sono piit rimarcbe1oli \erso il foro d'us,·ita. r·ome nei no<:tri ca,i: e parlando !lei proiettile l'O n t'O razza di rn me aO't'rmtt che tpte,lo "i d1•forrna .;traonlinariamentc itwontran .lo le ossa spel'ialmente ;;e a ,uperlicie rotondè.(!.!Ìantr r. se il metallo che LI corazza ;;i spacchi.

:Se si le cause de.!li ell't'lti <'Splosivi ricono- • sren ''lUne tJitl''lt tlehbano t• con m:l.!!!ior rn!lione n1>1l e ferite 1·ol nuovo proiettile d1t' in qut•lle coll'a ntu:o. fJu nlnrH1ne ,i,t l'arma o il proietlilt' th t lo l'inlen:-itit ti'azione del colpo i· 1n r.tpporlo della forza vi\a dt•l proieuilt' e della re· si•leuz t 1le!la parte ferita. ,\ hhiamo vis10 ri:'ponde di\f•r,;amrnLc la sostanza l'erita più o meno ricca di sostanze acqttO')é pit't o meno di tes- suti resi stenti. Ora la forza viva è in ragione direlta della massa o della Yel ocità .

Se il proiellile nudo i· più pesante di quello corazzato, nel colpo però. rammollito per l'incandescenza, delle perdite per eO'etto e òi allrito e della rotazione. e la diO'erenza nel nuo'o p:-oiellile la supe rficie di ouone difende il nucleo d t piombo da quel detrimento che gli farebbe p::tire l'attrito e il potere della rotazione; tull'al piìt il piombo potrebbe uscire fuori del guscio metalli co verso la base del proiettile e fJuindi la differenza di peso sarebbe compen.:;:1ta dall'ampieua di forma: un altro compenso si ha dalla velo ci tit. che col nuo\'O proieLt il e è cresciuta di un te rzo; e cou la velo cità aumenta anche il numero di rotazioni, dato non indiiTet·ente per i prodotti esplosivi, aumentando per la forztt centrifuga risultante la rorza prement e e lo spostarnen l o consecut ivo nella parte compressa: per la velocitìt aulllent:tta o per il numero di rotazioni in sieme aumenta andte il calo re. Che per i prodolli contrihuisce anche la formazione di pas. col proiettile corazzato ahhiarno 11011 IJla•miori ma anche ma""t.o re l">l"' v 07' potere coibente, perchi· l'ottone non si ralft·edda cosi facilmente come il piomho. e quindi in maggior ljuantilà e sn pin scala "i possono formare dei vapori acquosi che per sere ca ldi ma,.{gior· dilatazione: e prescind endo dalla deforma!Jilila del proi ettile, essendo probabile che tfuesto man mano che procede l'-i pieghi di un lat o, allora aumenterà andte la snperli1:ie premenle, lo spostamenr o molecolarc l-ariLmnggiore e gli effetti esplosi\ i non potrann o mancare.

!Xon voglio tralascinre dall'accennare che, per elfetlo della ve locilit aumentala. le les ioni in rrene rale aumenteranno di i") numero sia per avet · ciascuna zona d'azio ne più ampi do- min ìi. sia per l'ampiez.z.a della parte che rerrehhl) ad pil1 fa ci lmente co lpila : perchè. essenùo aumentata la raùenza, il colpo si terrà più e più dritto e venit a cadere pilt farilme nte sul tronco che presenta il pil1 ampio bersaglio fr·a lo d h er:;o parti del corpo. l>rescindendo dagli effetti esplosivi e dalla forma della ferit.l , le lesioni riscontrate rappresenterebbero tale una perdita di Rostanza da esser tull'altro che meno pericolose di quelle prodotte dall'antico proit!tlile.

Un organo cosi leso sarebbe assolutamente inco mpatibile con la sua funzì onali lit e con la vrta, la funzione di quofosse di necessità all' um ana economia. l noltre con tanta perdita di non credo che si possa sperar·e una "tt:Jriorìone per prima intensìone con tutti i meui curativi l') /"' anti :;ottici di cui la chirurgia moderna ricca: il processo di guarigione per seco nda intenzi oni'. in I[Ueste ferit e ro:-i lunghe come in quella del polmone, provochereLhe una infiammal.ior.e cosi e i prodolli di tfue,;ta fur:;e CO$Ì abhondal)ti da uccider l'indi' it!u o: e nelle Je,;ìoni pu lmonali, specie in quelle com unit•anti con i hronchi, J'an tia me di di!licile se non d'impossihile applicazione con tanla massa di reriti quanta in guerra. E forse. prim a di giungere a questo stadio. sarebbe così ahho ndante per essere la sanguina nte molto ampia da non essere necessario l'in te res;:;amento di un vaso per provocare la morte in un tempo piti o meno breve e senza che i! chirurgo e la natma meùicatrice potessero effic.arem ente intervenire . I vasi tag liati d'un co lpo net to l'i-

Ili FEillll;: n'Ul\IA DA rUOI'O mangonu come pet· runHllcJ!.iotll' hocehe.!)!Ìanti "l'Illa l'Ili· t ima ,j retr.t:!g.t nel lume tlt•l \,hP ': ·nnltre nelle p.trcti dell.t ferita non ._j ha il henelicio tli tfltell'adden:;amenlo tnolecolare e tlella pre:-enza c!J IJUl'Ì cenci carno,i lauto prO\·' idenziali prt· il soll'rrman1rnto dc•l e per la formaziouc 1lei C<1agul i occ ludenti et l cmostn titzauti.

.\ 'oler provo.:are l' emostnsia eon mezzi terapc11 tici non hanno azione i più forti emo:o;tatic·i IJUali l'er:gotina e il perdornro, come nel caso ilei

E ri-.petto alle le:>:oni toral'id1e, se i· rerarnente frP'J'IPIIIt·. c·ome .1ffenlLt il Hichet, il nei cada,·erl •l elle .u lerenze pleuritiche, rome nel no,tro delta ferila del pu lnwne, non :;i avrebbe in fa\ ore ddl'emostasia nè la rrtr.Itlihililit pulmonale nè la formnziolll' di un emotorace d1c pofar ravricinnre le pareti della ferita c comprimendolt• far le emostnsizzare.

Breviconsiderazioni

SUl.!.A

fEBBRE ESSE:\ZL\LE SlflLITTCA

Storh' rl 1niehc t•er il dott. Gin eJ•I•e "'"l omonc; mnolico di ! 1 eia'>-•' o!PII a lt m

La fchbre non di rado si presenta nell'esordio e nel corso della sifilide costituzionale. considerata quale malattia apireltil'a. La di tale complic:•.nza non ai del xv1 secolo. Jlunlt-1' e S\\efliaur lo scper i p1:imi. e molli .. utori in ne fecero sogdi se' eri cd arcu rat i '-tutli. parlandone con prel-(eYol i argOil1Cn li (l).

Sollel'itamenle ne si ricono:;cc l'tntlolc. in quei ca:;i nei tfua li lo stato sifìlitico è ben definilo, per la pregenza di esantema specifico o di altre le,ioni. Ma qtt:ulilo la fehln·e st presenta da snla indipendente da cl'tnlsiasi rnanifestniono. in un'epo<'a nell.t qnale lo stato .;;ililiti•·n non i· hen definito, faCilmente si pnò incorrere in etl in erronee conclusiunt !'Ur,ltive. periodo pro lromico della luc. pur.o dopo la cornpar:'a

DRE\'1 f.Ot'\S IOKltAZIO'\I dell' uke ra, a l! orclti· inc·omincia la genera le pro>"lrazionc. la cefalea, l'insonnia e la spec ifira cloroa nrm ia, di frccruente eompare la feltllre. può precede re e seguire la co mparsa del prim o e:-;an tema. presentandosi io un'epo ra più o meno lont:ma dall'apparizione dell'ulcera iniziale. Gene ralm ente il suo apparire i• segnalato da una rect·udescenza dei s intomi dolorosi, dalla prostrazione generale. e da brividi irregolari poco intensi.

1\ aramente un IH'ivido di qualche intensitit ne annunzia l'invasione: spe.,,.o la defpn·escenza i• completa dopo l'eruzion e. La temperatura può mantenen>i ancora alta per pi1'1 giorni, dopo tale compar:>a, cd in simili cireostanze un esame poco allento cleil' infermo può trarre in errori diagnosti ci.

Tale reazi one ge nerale, clte non a torto può paragonar si a quella delle e:;a ntemati che, fu della febbre d' invasione o di eruzione. Inrero non manca. poi chi· in entrambi i casi è sempre un agente gpecifico quello che provoca la reazione feubnle , che determillil la comparsa di un esantema

E Perlino Le Complicanze

La febb re d'eruzione, relativamente, è qua:;i di poca entità, e n el la grande dei casi non corrisp,mde alla gra' ezza dello sta lo generale dell'infermo ed a quello delle specifiche manifeslazioni. Oscilla tra i :n,:; e i quakh r volta al'! iva ai 3fl.5. Ora, detta feLhre , :;ebbene le opinioni degli autori poco ac<'orrlino :-ulla >"ua fret1uenza, quasi nel maggior numero dei ca-:i, la l>Ua leggerezza e la poca import<mza dei :-intomi spes:;o la fanno passare inosservala all'infermo ed al medic'O ourante.

In altri tempi fu detta piccola febbre, e paragonata alla catarrale reumatica.

Le o.;servazioni degli scr ittori tendono a dimostrare come sia più frequente pre sso le donne, e Fournier su Il :W donne ricoverate a Lourcine la riscontrò 3:,;5 'olte. grande maggioranza dei cas i, le manifestazioni del periodo secondario e tardivo compiono il loro decorso apirettico. Ciò nonosta nte non è rara la febbre nell 'erutioni emnuenti del periodo secondario ed in qnell<' delle s ifilidi a corso rapido tumnltuario, maligno con probahil i lesioni viscerali.

Le complicanze degli organi interni non sono rarr, iltumot·e tli milza si ritrova qnasi sempre, quello di fegato più raramente.

Tale reazione dell'organismo trova riscontro nell'importanza morfologi ca delle ' le:;ioni , col suo grado però non risponde alla gravità dei si ntomi concomi tanti (l) come giit dissi in altra occasione. temperatura oscilla tra i :no.5 e i 3!l 0 raramente si eleva ai 40", conservando un tipo continuo, con lievi quotidiane e qunlche volta intermittentc. Non ha lunga durata. cede, quasi d'ordinario, prima della scomparsa delle specifiche manifestazioni. ed in casi speciali si protrae.

Questa forma febbrile, dagli autori della sintomatica. è poco fre'fu ente, tt·ovasi in perfetta relazione di causa ed effetto con la gravità dell'infezione generale, e con le lesioni concomitanti.

A prescindere pet'ò dalle mr.nzionale forme. le quali per se stesse non offrono che rare dillìcoltà diagnostiche: nel periodo pt'odromi co, nonch'\ nel corso della sifilide non è dillicile osservare la febbre, rhe p ersistendo da sola, rappresenta tulle le fa"i costituzionali o per meglio dire tutti i sintomi consecutivi all' ulcero Hunteriano.

Dal punto di visl;\ òiagno:;tico, lo studio di tale forma fel1(i) contributo alla curn della t890

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