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RIVISTA MEDICA

PFEIFFER . - Sopra l g e rmi 4ell' ID1luenza . (8e rl ine r klinische Wochenschr ijt, N. 2, 11 gennaio 1892). - Seduta della Sociela dei medici della Charité, in data 7 gennaio 1892.

Gli sputi devono essere raccolti in recipienti sterilizzati depurati eia sostanze estra nee ad essi mescolate e trattati'con istrumenti s terilizzati. l germi si colorano in diversi m odi fra gli altri, a caldo, col bleu di metilene di Lòfller. Nei casi .si nelle colture pure piccolissimi bacilli, i pi ù ptu ptccoh che s i conoscano, i quali mostrano d i par ticolare che le estr emita sono spesso più fortemente colora te d ella .medi.a,. di m odo che sembrano diplococch i; talora questi p1cco h baci ih sono uniti fra loro per m ezzo d i filamenti epossono esse re scambiati pet' streptococchi. Le collure pure si ben issimo nell'agar glicerinato ed hanno aspetto d1 gocc10hne traspa renti, piccolissi m e e si ri producono pel' una grande serie di gene ra zioni. l piccoli bacilli furono riconosciuti eguali a quelli tr ovat i all'autopsia nel contenuto bronchiale, tal o ra pure negli inlìllr amenti peri - bronchiali come pure nel pus della pleura (in quest'ultimo quasi in coltura pu r a, anche nelle cellu le). .

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L'autore argomenta che questi corti bacilli siano in rapporto etiologico con l'influenza, perchè si riscontrarono costan temente negli sputi di tutti i rispettivi malati osserva ti (34), m entre lo sputo proveniente da infermi di altre mala ltie non

.n ulla di simile. l n un fotogramma batterioscopico di spuh d Influenza ottenuto con preparati provenienti da mal ati dell'epidemia 1889 si scorgono i bacilli attuali vicini ed altri ritenuti prima e r roneamente patogeni. L'autore ha inollr e osservato ch e i bacilli si trovan o solamen te nell'acme della malaWa, e che dopo scompaiono; come pure che i pr odotti oaorbosi (contenuto b r on chiale, p u s della pleur a) contengono i bacilli specifici in m odo predominante, raram ente m escolati ed altri.

Gli esp er im enti nelle scim m ie, nei conigli, sorci e topi , tanto c:on colture pure, quan to cou sputi contenenti bacilli, sono ancora in cor·so; m olli animali semhrano r e frattari, però nella scimmia e nei si sono o t ten uti risultati po!'itivi: (ai conigli ru inoculato il pus pleuritico contenente bacill r).

Il PCeiffe r è di avviso che i germi dell'influenza penetrino nell'orp;anismo per mezzo della respirazione e per ciò, anche per ques ta malalti a egli eia molta rmportanza alla disinfezione dell'escr eato.

Kitasato, il quale si è mol to occupato del modo di otlenere i Rermi in cu ltura purn, accenna alle grandi difficoltà incontrate, e che egli s uperò con un p r ocesso consigliatogli da l Professore K och . P er le collure d'i n fluenza è car atteristico ehe ie g occioline par enti non si uniscono fra lot·o.

Canon, indipendentemente dal Pfeiffe r ha t1·ovato nel aangue di quasi tulti gli infermi esamin ali (17 su 20) gli stessi mierorgani smi, i quali, col orati fortemente, hanno l'aspetto di eorlissimi bacilli, m entl'e con colori diluili sembrano diplococc hi. Si trovano nel sier o del sang u e ordina•·iameote isola ti, ma talora riuni ti in piccoli gruppi. l preparati del fu r ono imm e r si in un a mescolanza di eosina e bleu di metilene pet' 3-6 ore n el termostato a 3i° C. Solamente il sangue dei febbri citanti conten eva i detti germi, e, caduta la febbre, no n vi s i t r ovavano più. L'autore dalla 'presenza costante di q uesti germi nel sangue dei malati d'influenza argome nta che siano in diretto ra pporto co n essa . I germi pr eparali nel s a ngue dal Ca non, furono osservati da Koch e d a PCeift'er riconosciuti identici a quelli tr ovati negli sputi.

Dott. FREY H AN.- Balla. polmonite mlootlca.. - (Berliner klinische W ochenschrifl, N. 51, 14 dicembre 1891).

In un malato, curalo nell'ospedale Frieddcbshaio di Berlino, l'autore ebbe occasione di osservare un caso rarissimo di polmonite prodotta dall'oidium al bica-ns (mughetto).

L'infermo entrò il giorno 8 settembre 1891, e presentava, oltre la febbre, arrossamento della mucosa delle fauci con le tonsille mediocremente ingrossate, e solamente quattro gior ni dopo fu possibile riscontrare leggero essudato emorragico nella cavita dest ra della pleura. Io appres:;o notò pure polmonite destra, la quale nell'ulteriore si estese anche a sinistr a.

Con l'esame microscopico fu possibile determinare negli sputi la presenza di nume r osissimi parassiti del mughetto, i quali e rano intimamente mescolati coll'escreato polmonare. tre setlimane di seguito gli sputi presentarono g li slesst caratteri, ma il giorno 8 ottobre già contenevano minor quantità di parassiti, e finalmente il giorno i8 dello slessv mese fu possibile el malato di levarsi per la prima volla di ll-'lto.

Nella lellet•atura medica esiste un altro caso di polmoni te da mughetto, che fu in vita da Rosenslein e che ebbe pure esito felice.

C. S .

Hivista Chirurgica

Del drenaggio nella ohlrurgla addominale. - D uoLE\' P. ALLEN. - (Medieal R ecord. settembre 1891).

L'A. nel trattare l'impot·lante a r gomento pone anzitutto i tre seguenti quesiti: t• È il drenaggio sempre necessario nelle operazioni addominali 1

JliVlSTA CHIRURGICA

.. Se ..riO, in qusli easi vuo i applicalo 1 • · 1 m etodo si deve se- se E quando è da appliearst, qua e piref · · dal dire che Nel discutere il primo quesito l'A. com mcta . . non -vi ha ragione c he non debbano essere buom ed lieabili al lraltamenlo delle ferile della cavtla add<'queali s te.-si principii a i quali si informa. la cura ., ·d · o a tre· delle rer tle in ge ne r è, e che rt urst p ' . . t• che le raccie della fer ila sieno asettiche ; 2o che rtavvicinate e mantenute nderenti l'una all'altra; :l• che sta impediLo ogni accumulo di <:ecr ezione fra e ti succesta'VO dis lacco.

11 dimo"trarP la necessità e la importanza che la fPrtla Ila man tenuta asettica sarclll•e pet' lo meno Cbe le raccie della ferito debbano mantenerst

0 perCe\lamente ode1·enli anche da lultt ICIQIO' ma nella pratica spesse volle cto non è posstbtle e s a. crede dt applicare tubi di come aetle amputazioni delle estremità e nella est1rpaztone della mam mario.

Secondo l'A. si può rare a meno del dr·enaggio quando, bene ia ferita, se ne accos-tare mente i suturandoli e con opportuna medtcatura st ovviare all'accumulo di secrezione, condizioni c he eono nece!<sarie per una guat•igJOne ùi prima intenlione e che possono riscor.lra rsi anche nelle fertte dell'addome. E poichè la prc!<sione in genere è, r A., un dato va n: taggioso in siffulli rinconlri, così è anche da tener conto dt quella considerevole che agisce nella cavità addominale, la quale fa si che introducenùovi uno mano, specie se l'nnel&elia no n e completa, J'omenlo e gli contro i magPori s forz i dell'operatore per impedirlo, sfuggooo e si frapponKQno nelle dita di lui. E difatli egli in un'operazione per peritiftile. avendo dovuto vuotare degli ascessi nella regione epaltca, nell'r>seguire la prima medicatura fu g ran demenLe mer avi,.,liato nel vedere come fossero compressi e n lplnli in fu ori i tamponi di garza dei quali si era serv1to a riempire il ca,o, e più ancora della piccola quantità che potò esservene rintrodotta. Certamente, soggiunge l'A. può, dopo una aversi una raccolta di liquido nella cavità aùd?mlllale; ma bene spesso essa è dipendente o da emor· ragie, o da speciali cond1zioni del peritoneo o da altre circostanze intìne in r elaz ione con la eseguita sepsi o con le soluzioni antisettiche adoperate. Insomma bisogna trar caldai due fatti; e dal vantaggio che si può avere, per evitare racco lte di liquido, dalla occlu3ione della fer1ta o intra-addominale, e dal potere che ha il pe· r1ton eo dt riassorbire i liquid1, come si osserva sia dalla scomdell'ascite, sia di liquido raccoltosi in relazione con ern1a strozzata, anche di liquidi iniett.at1 in cavità . l'A. i liquidi che si possono lasciare senza peri· ?o'?· l'eliminaziOne alle forze naturali, sono: ti. l1qu1do s tet·oso che trapela dalle farcia della ffll'ita e le PICCole quanti tll di che vengono da quelli po1 che e_sser e r1moss1, sono le grandi quanti la di sangue ed matertale settico o infettante. La pratica ha insegnato come raccolte l"iel'ose o possano essere inconvenienti riassorbite, e di fatto, e ssendo ciò posstblle m altl'i regioni, come si osserva tuttodì in bmputazioni d'arti, in resczioni di ossa, ed anche in casi di emorsecondarie in cav ità , non vi sarebbe ragi one per·chè CIÒ non dovesse pure accadere nelle operazioni dello ca vi là addominale.

Se dunque, dice l'A., vi ha certe forz e che tendono naturalm_en te a impedit•e l'accumulo di liquido nella cavita a ù· domwale, ed esiste uno speciale potere naturale per rimu overe, occorra, il versumento, sorge l'altra questione: quale l_tqutdo può senza pericolo lasciato nella cavitù addommale per eliminato co n i mezzi naturali, e quale deve esser·c arttflcialmente rimo,.so ?

Sorge inta nto l'altra questione: abbiamo noi mezzi di dreefficaci a rimuove re le raccolte di liquido della ca· vrtà

Esperimenti falli su cani e cadaveri pare avrebbel'o dimostrato che con i dr•enaggi non si riesce a dare scolo a' liquidi ini ettati nell'addome: l'A. per la pratica propria dubita

CH!RURGICA 95 elle i dre naggi possano essere utili a rimuovere i liquidr che li accu mulano nell'addome, e quando ciò accada, egli crede che debba attribuirsi a speciale tendenza preesistente in esao di raccogliere molto liquido, e non gia che questo siasi prodotto in seguito all'operazione.

Ctu i in etti si de bbono applicare i (/renngg i. - L'A. diICUle l'applicazione dei drenaggi nei seguenti casi:

1• nella peritonite settica, nel qual caso l'esperienza avrebbe dimostrata utilissima la pratica dei d renaggi, qualunque sia la via di scolo, ventrale, vaginale o lombare;

2• nell e fe r ite d'arma da fuoco, in cui tutto il vantaggio ehe s i può otlenere, deve riporsi nell'assoluta nettezza della eavità addominale, e perciò comunque difficile l'applicazione, il drenaggio può dare favorevoli!ilsimo successo;

3' nella peritonite tubercola r e la quale si presenta sotto varie form e ed é operabile in vari stadii. E l'A. afferma ebe sia in casi di r·accolte generali di iiquido, come di parziali e sacca te, altri chi rur gi ed egli s tesso han potuto esperimenta t'e la utilità del drenaggio;

-'' nelle per peritijlile, sia che il pus per createsi aderenze non abbia invaso l' intera cavità peritoneale sia che l'infezione si s ia generalizzata nell'addome, nel caso il tt·attament.o curativo per ·mezzo d el drenaggio é indicato come nella perilonite settica;

5° nell'ostru.;ione intedinale, la quale sia accompagnata da ver samento sieroso, quando l'operazione non sia fatta in primo tem po e si ritenga che il materiale versatosi sia divenuto settico ;

6• nelle emorragie, quando esse sieno considerevoli e non si sieno potute in tempo frenare, in modo che sia necessario rimuovere il s angue versatosi. P erò in simili casi l'A. stesso preferisce e consiglia di praticar·e una larga incisione e, piuttosto che contentarsi di rimuovere con drenaggi il sangue, cercare di raggiungere i vasi e praticarne l'allacciatura; i' Nella graoiàan;a es trauterina, nell'operare la quale spesso non si ri esce a rimuovere tu t ti i prodotti della gestione , o per prudenza non convenga distaccat·e l'aderente placenta , ed il drenaggio può render•e utilissimi servigi;

SO nelle adesion i, com e in quell e da tumori delle ovaie di enormt geandezze, le quali !'Ono estese e 1•0• sis tenti in modo che distaccandole s i dtl o rigine a copiose nel quul caso l'A. consiglia di fare tutte le posl'tbllt lef!alure e poi m edicare con drena ggi· s• ·1 ' 1 drenaggio è certo. secondo l'A ., un g randissimo fallor·e della buona riu scita delle opera ziOni che si fanno per lo svuotamenlo di cisti endoaddominali, il cui contem.to pos!'n essere pericoloso pe r infezion e;

JO• infine l' A commenda l' uso del dreuagaio ne c.li peloici. 0

L'A. risponde alla lt-rza doma nda: quale metodo di dt'l'naggiO cioè, si debba seguire nel che esso si creola nece,.sario, con ;;:igltando uno dei due metodi creneralmento in uso: o l'introd uzi one di tubi a drenaggio incisione addominale, o il tampone di Mickulicz. 11 primo è più generaln: e n.te usato, specie ad e vitare le racco lte di liquido nell e pelvt ; tl secondo è pr eferibile in quei cac;i in c ui vi sia loun'infezione !';ellica, come Ad esempio, negli ascessi pelv1c1.

L'A. conclude che l'ideale delle operazioni addominali dovrf'bbe essere di otten e r semp re una guarirrione in primo tem.po, e che. siccome qualsiasi cosa che lo espone la cavttA addommal e a possibile infezione consecutiva, cosi b isogna con p r eveggenza ricercare la maniera di an che alla necessità del T . R .

Della 1111luenza della temperatura. aulla rtgeneraztone cellulare, con speotale riguardo alla guarigione delle ferite . - Nola del dott. HoooLFO PENZO. - (Atti della R. A ccademia dei Lìncei, 15 novembre 1H91).

L'autore ha istituito una 8erie di rice r che dieelte a s tabilt r e se n ei tessuti sani, rna esposti per qualche tempo ad una tempe ratura super iore od infer iore alla no r male, si possa diuna modificazione della lo ro attività r igenerativa .

. i risu ltati delle sue ricerch e, l'au tore rtsce che le temperature dell'ambiente este r no, relativam ente

CRIJWRGICA 9i

basse, com e pe r C!:'empio quPIIe oscill a nti intorno ai JQ- ritardano n otevolmente tanto i processi fisiologici di r ìgen erazione cellulare , quanto quelli c h e s i hanno nella gu arigione dell e ferite; mentre i medesimi SOIJO notevolmen te fa''oriti dulie tem perature che !';i avvicinano a quella del cor po.

Tale conclus!one non manca di interesse pratico, per ché d1most ra quan t<' sia razionale l'applic azione del caldo a temperaturll toll erabile nel trattnmento delle ferite; il che venne recenteme nte conferma to dal sig. M c. I n tosh, con la pubblicazion e di cas i di ra pida ed insper ata guarig ione di lesioni cltirurgichP g r avissirw·, da lui trattate con l'applicazione contmua ta del caldo.

lal Diatagmo nelle a1feztont dell 'orecchio . CoHN. (Berlin er Wochenschrijt, X. 44, 1891).

L'autore ripol'ta le istorie cliniche di quatt r o casi di malattie dell'orecchio, osser vati rwlla policlinica del dott. B. Baginsky, nei quali, durante la cura, si ossel'YÒ nista:zmo dipenden te dalle affezioni au r icolari.

Nel p r imo caso si tr·atto di eatar r o cronico dell'o r ecchio medio, a destra, e di otite m ed1a purulenta con pe r fo t'azione, a s ini str a; nel secondo di olite media purulent11 con per forazi one a destra e di cala rro cronico purulento dell'orecchio med io, a sinistra.

Nel teno s: ,·iscontrò infiamrn azione cronica purul er.ta dell"orecchio medi o con pe rfo r azion e e polipi, a destra. quorto ca::;0 infiammaziOne cron ica puru lenta dell'or ecchio medio con distruzione della memb ra na c.IPl timpano tanto a del';tra , quanto a sinic;tra .

In alle sue osservazioni, l'aulo1·e conchiude:

1. Il ni s lagmo si osserva talvolta nel deco r so di infiammazioni purul e nte delrorecchro me•lio, pt>r le p1ù c roniche, con perforazione della mem brana del timpano;

2. In generale s i manifesta in fo rma di a ccessi di breve durato, a ccompa g nati da forti vet·ligini;

CII!RURGICA 99

3. Questi accessi sembrano raremente spontanei; uella ma::rgi or parte dei casi sì destano per l'irritazioni, per lo più meccaniche, delle parli profonde de ll'orecchio; c. s

4. Il nislagmo è sempre bilaterale, per lo più ortuontale, ral'amente t•otatorto.

Sulla •celta del luogo per la puntura n e lla paracente•l addominale - RoooLFO TRCEBI CKI. - (.'\rchir /u r Chiruru. e Cent ralb. fii. r die medie. Wi ssensch , N. 47, 1891 ).

In un caso dt grave ascite per un tumore ovar ico inoperabile in una donna di 40 anni, il Trcebicki vide, dopo la puntura, dell'addome fra l'ombelico e la spina iliaca ant<.:r to re superiore una imponeute emorragia che solo potè frenata con la compr essione protratta pet· più ol'e.

Dopo questo fallo tl T . eseguì !<per imeoli su 36 cadaveri, facendo la puntura in luoghi più o meno da quello del Moneo e Ri chtor cd esaminando i rappol'li di questo con l'arteria epigastrica.

Risultò che gai una psccola devtazione dalla line a alta puo eccezionalmente essere pericoloM, poichò lateralmente a quella corre un ramo molto sviluppato. De l r es to il T . ottenne i seguen ti risultati: t • Nella maggior p a rte dei casi, il punto medio di una linea tirata dall'ombelico alla spina iliaca anto 1·ior superiore è convenientissimo per la puntm·a;

2• In un numero minore di casi, ma non esiguo, con la puntura nel !uogo raccomandato dal Monro e Richter può essere offesa l'a rteria epigastrica o un suo ramo lalerflle;

3° La posizione dell'arte r ia i• raram e nte la ste ssa dai due lati;

4° P oichè l'arteria coPre dentro la g u aina dei muscoli relli dell'addomP, così il suo corso dipeotle in gran r•arte dalla po;:izione del retto; ti che implica un particolare rwricolo per la puntura nel luogo del 1\lonro nella dei muscoli retti.

P erò il rtlppor to dei muscoli retti con l'ar teria epigastrica non è punto costante, poichè in alcuni casi da quel lato in cui il muscolo retto era sp into più lateralmente, rarte ria stava vicinissima alla linea mediana;

5o L'altezza del punto di diramazione dell'arteria epigastrica dalla ili aca esterna non ha al cuna influenza sul corso ulteriore di quella ; s• numero dei casi l'arteria è a ccompagnala da una semplice vena.

11 T. quindi conclude, che qua ndo non si può pungere esallamente lungo la linea alba, si deve scegliere la metà egteroa della linea fr a l'ombelico e la spina anteriore s u periot·e dell' ileo. E poi t·accomanda che quando si ha da fare la paraeente,i addom inale, oltre il tre qua r ti, si anche !"empre preparato roccorrente per rallacriatura.

RIVISTA Dl OCULISTI CA

KH o Lr.. - C ontribuzione alla cura delle cheratltl . - (Berlirter klinisch e WocheMehr(ft, N. 48, 23 novembre 189 1).

L'Autore visitò, in sei anni, 6'123 malati dr occh i, in media piu ui 1000 all'anno, i quali si l'iprcsPnlarono, nel detto periodo di tem po, in medio per quallt•o o cinque volte ciascu no. Del numero totale degli ammalati, la terza parte circa pre!'Ontava lesiont della congiuntiva, la quarta circa affezioni <lellt1 co rnea.

I malati, nel maggior numero, erano lavoratori di seta t} percio l' A.. a doperò generalmente rimedi leggeri e fece pou so di atr·opinR affinché non dovessero, per lungo t empo, aslen ersi al lavoro.

Le lesioni semplici della co rnea prodotta da pi ccol i corpi es tranei, furono trattate con acqua fredda, la quale, pt•ovo· cando abbondante secrezione lagrimale, teneva nella la corn ea . Se ac u ti dolOJ'i moleslavuno l' infor mo, s' inslillava fra le palpebre una goccia di una soluzione di cocaina al 2 p. 100. Se intot•no al corpo estraneo o nel l uogo da cui fu eslt·atto si era fo r mato un infiltramento con fotofobia e leggera iniezione ciliare, s'i n stillavano fra le palpebre ogni due ore, m ediante pipelta, alcune gocce di una soluzione di acido b ori co al 1 p. 1011. maggior numero <.li casi si ottenne la guat•igione completa in due o tre giorni. Se la mltlaltia non migliorava, allorli i malati si da l lavoro ed all e soluzioni di acido borico si s ostituivano fomenti caldo-umidi, pe1· lo più con soluzioni di sublim ato d1 0,2 su 300 e con allrellantli a cqu a calda, per la durala di 10 minuti, tt·e volle al giorno. Dopo ogni abluzione calda , s· introduceva fra le palpebre una p1ccola porzione di unguento preparato con una parte di iodoformio e due parli d1 va selina, tenendo chiuso l'occhio con fasciatura L'atropina fu usata sol amente quando la lesione era co m plicala con irite. Nei casi dubbi s' instillava fra le pal peb r e una goccia di :-o· luzione rli at r opina per os!'ervare quale azionf' aveva sull' iride, e, se produceva midt•iasi, si sospendeva l'u so del rimedio.

Nei bam bini s i fece uso p l'incipalmente di fomenti caldi e, casi di grave fotofobia, di cocaina. Nei processi ulcerA· ti vi usò l'ungue nto di iodofo Pmio e si tenne chiuso l'occhio con fasciatura; e quando i feuomeni di eccitamento diminuì· r ono, s i fec e uso di unguento di p r ecipitato gittllo di me rcurio al 2 p. 100.

In conclu"<ione l'aulOJ'e ha fatto uso, per sei anni e con buon risultato, dell'acido bo1'ico principalmente negli intìl· tramenti corneali, nei p;ccoli e nelle ulct>ra zioni o:u· pe r ficiali della cornea t> nella che r atite tliltenulare degli adulli.

Dell'att·opina ha fatto raramente uso. AILri oculisti vanta no molto la eserina nelle affezioni dalla co r nea.

aoorobe .all&infezlone e dlaillfezlone d el oolUri. - E.

F RASKf. v. GtUÉF f:S. - (Arch. fii r Oftalmo!. e Centralb. ju r die med. Wis sensch., N. 47, 1891).

La disinfezione chi mica dei collit·i è, secondo le ricerche del F!'anke, da preferirsi alla s terilizzazione operata esclusivamente col riscaldamento, poichE'> questo non può garantire contr o la caduta dei germi dall'aria. Fra le sostanze ch e si possono impieg are pe1' questa sterilizzazione sono le adottate il subh malo (1 : :)()() e l : 1000), il cianuro di mercuriO (1 : 1000 fino a 1 : i 500), la resorcina (1 p. 100); l'acido fenico (1/1 p. 100), l'acido borico (4 p. 100) con arido fenico ( l : 1000), la soluzion eùel P anas,il timo! si fo1·ma di acqua di limo! e !"acqua di cloroformio. Le ultime due hanno l'inconveniente di pr ovocare una sensazione ùi breve du rat A, ma viva, di bruciore sulla congiunth a. Nell'azione cont1·o lo s taftlococco pioA"eno e il tracomococco del l\1 ichel il s ubii malo, il c1anuro di mercurio e il timo! sono super iori agli altri.

In generale pel' le soluzioni di at r opina e di cocaina basta l"agj:!iunta di s ublimalo (1 : 1000) pPr renderle asettiche dopo 1 ora o un'ora e m an tener le ta li. P er l'eser ina si raccomand a la precedente ster iJ,zzazJone con successiYa di suhlimato; ma forse anco ra più vantaggiosa è l'aggiunta di resorcina. La sola s t erilizzazione della soluzion e di atropi na e cocaina a scopo operativo, senza aggJUnta di un antisettico, sembra meno oppor tuna, poichè si perdono i vantaggi che offr-e l'a ggiunta del sublimalo. P iù sicura è in ogni caso lll combinazio ne dei due pl'ocessi . Con l'aggiunta d el s ubiimalo ( l : 1000), alla soluzione di atropina si può evitare sicuramente il catarro atropinico .

la.ll'aao dell'&ntlplrlna nell& pratloa ooullstioa. - B. WtCHER KIEWlCL. - (Nowing Lekarskie e Allgem. wiene r M et! il Zeitun{J , N 33, 1!\91).

Oltr., l'azi one anti pire tica e moùifìcalrice dei nerv i, l'antipu·ina possiede anco ra pr oprietà antisettiche che finora non state r ico rdate. Come in allre m alattie, l'antipirina era stata anche adopet·ata in oculistica, ma solo internamente o per via ipodermica. Il \Vicherk•ewicz potè confe1·mare le pt•oprieta elogiale dagli oculisti; egli l'adoprò nei dolori spesso violentissimi, per lesioni superficiali della cornea ed anc he nella iridociclite, nel blefarospasmo e, più spesso, nell e nevralgie del nervo Ma il W. l'ha pure spe rimentata applicandola direttamente sull'occhio malato, sia come antisettico, sia come ca lmante , e la esper ienza clinica ha di· mostrato che può essere adoperata con vantaggio, E', molte volte supera anche gli altri l'imedi allo stesso scopo raccomandati. Fut·ono usate soluzio11i a l 5, 10 e 25 p. 100. L'antipirina non ha proprietà astl'ingenti , ma è un molto buon disinfettante. Agisce molto favorevolmente nelle infiammazioni tanto acute quanto croniche della congiuntiva con ab· bondanle secrezione che, sotto la influen za dell' antipirina, sparisce. Nel tracoma non opera solo diminuendo la profusa secrezione, ma anche facilitando la favorevole influenza di altri rimedi antiflogistici sulla congiuntiva. Le infiltrazioni della cornea, che avvengono nel tracoma cronico, spariscono rapidamente; e lo stesso deve dirsi delle ostinate croniche infiammazioni del sacco lagrimale. Nella episcler ile e nella scler ite dileguansi tanto i dolori quanto gli essudati; gli intorbidamenli della cornea si rischiarano. La soluzione al 2 p . 100 cagiona un dolore scottante, ma presto dà luogo a un piace vole senso di sollievo. Sulla pupilla e l'accomodazione non ha alcuna influenza. Non produce anestesia della congiunttva e clelia cornea, mR diminuisce la loro iperestesia. congenito od acquisito; converra correggerlo sempre ed io tutte le età, tanto nell'uno quanto nell'altro caso.

L' astigmatismo regolare congenito, ereditario nella maggior parte dei casi, è soventi complicato da altre imperfezioni del globo oculare, per modo che con una correzione, per quanto sia accu rata, non si può ottenere una perfetta acutezza vi siva .

L' as tigma t ismo congenito si trova generalm ente nei due occhi, e, se non è sempre dello stesso grado, è simmetrico nelle d irez ion i dei meridiani pr·incipali.

L'au to r e ha pertanto osservato, in m olti casi di astigmatismo e specialmente in quel li acquisiti, che gli assi dei cilindri no n s olo non avevano una direzionè simmetrica fra loro, ma anC(I t'a, volta, l'inclinazione degli assi era la stessa nei du e occh i.

L' asti gmatismo può essere acqui"ilo in seguito ad uua malattia della cornea, od anche in seguito all'operazione della catara t ta o ad una semplice iridectomia.

L'asti gmatismo acquisito può certamente d iminuire di grado dopo la cicatrizzuzione, ma raramente scomparire intier amente. Se, prima dell'operazione, esisteva astigmatismo, s t è sic uri di trovo rio aumentato di mollo dopo l'operazione; se, al contr ario, non ve ne era truccia prima, si può con certezza afferma r e che l'astigmatismo comparira dopo l'operazione, sal vo r arissime eccezioni.

La ma nca nza di correzione dell'astigmatismo post-o peratorio proviene il più spesso da negligenza.

Dell'

L'astigmatismo r egola re è generalmente prodotto da una irrego la r ita di curvatura, sia de lla cornea, ciò che è piil fr equente . sia del cristallino, sia dei due organi nel lo stesso tempo.

L'autor e ebbe occasione di vedere molli operati di cataratta che por ta va no lenti semplicemente sferiche, le quali davano loro un 'acutezza visiva moit<) ridotta e confusa.

Egli dice aver osservato uu gran numero di operati di sem plice ir idectomia, che non portavano occhiali, lamentandosi d i dis turbi visivi e di fotofobia .

I prim i, dopo una conezione con lenti cilindriche convesse, acquistar ono un'acutezza visiva sorprendente; i secondi (oper ati da s emplice iridectomia), dopo una corr·ezione accurata con le nti cilindriche o con lenti combinate, hanno veduto scomparire o diminuire lutti i disturbi della vista o quelli della luce riflessa.

L'autore ha fatto oggetto di attento s tudio l'astigmatismo post-operatorio e s i é convinto che si deve tenerlo in mollissima considerazione, se si vuol e che gli operati possiedano un v1sus per quanto piu è possibile perfetto.

Egli ha notato che la maggiO!' pal'le degli opera ti di cataratta avevano bisogno di uOH correzione di lenti s(ero-cilindriche, Jor•ntre che negli operati di sempliceiridectomia alcuni avevano bisogno di lenti cilindriche soltanto, il resto di lenti sfero-cLlindriche.

L'autore riferisce cinquP osservaz10ni raccolte nella sua pratica gio rnaliera, dalle quali risulla chiaramen te che l'astigmatismo è dovuto solamente .all'iridectomia , poiché, prima dell' oper'a.lione, esso non esiste,·a.

Idroelettrodl p er l' e lettrlzzazlone d ell' ooohlo . - Nor szEWSKI. - {Ltnnales d' Ocu listiq ue, ottobre 1891).

Nel congr·esso d ei medici e naturali sti tenuto nel luglio

11. s. a Cracovia l'autore ha accennalo in un modo generale alle indicaziOni attuali dell' eletrizzazione dell'occhio, tra le quali egli ha citato le opacità 'del corpo vitreo, le afTezioni della coroide, della retina e del nervo ottico.

L'applicazione della corrente gal vanica nell'occhio, come è praticata oggidi, non permette di evi tare l'irritazione della congiuntiva, della retina e del cervello. Per poter localizzare la co r rente sui punti affetti dal processo morboso, l'autore ha inventato degli elettrodi, che agiscono mediante una goccia d'acqua sospesa all' elettrode ed ap(Jlicata dalla parte cor•rispondente d el globo oculare. Quest'elelt r ode consiste in un tubo di vetro che rassomiglia a d una pipeLta e nel qua le è fissalo il polo della corrente; vi si intr·oduce una certa quantità d'acq ua colla pressione eserciLata mediante un piccolo pai!Dr1e in caoutchouc. A seconda dell'effetto che si vuole ottenere, l' autor·e ha fatto elettrodi mono e .bipolari. Servendosi deli'Piettr·odo monopolare, lo si app!Jca su di un punto determinato, por modo che rimane tra

DI OCULI STJCA 1 05 il polo me ta llico ed il globo ocul11re un interval_lo ?i •;, ad t mm. •;, occupato dallo s trato d'acqua. Il polo tnd rfferente é situato dietro l'occhio.

L auto r c si serve degli eleLtrodi bipolari, costruiti in un modo analogo, nei vizi dell'accomod11zione, applicandoli ai due lati della cornea. La forza massima che s i può raggi un · gere è di 7 milliampè res, ma fa d'uopo cominciare con correnh deboli, per esempto da 1/ , milliampère e passare gradatam en te a correnti più forli.

Llnt&tumo e traooma . - H. TRuc. - (Annales d' Oculistique, agosto 1891 ) .

Conclusioni.

Il lrn falismo é il terreno clinico del tracoma.

Il linfa tismo favorrsc e lo s viluppo o modifica la fisionomia J;eneral e dell'oftalm ia granulosa.

Il lin fatismo, nei suoi d1versi gradi, costitutsce forme nulose v a r ia te che si possono aggruppare in forme Jinfoidi o fun goidi, scleroidi e fibroidi.

Il linfatismo i• il fattore p rincipale delle gr·anulose della co r nea

Il lin fatis m o è anche il terreno c linico dell'oftalmia flittenularP det1a scrofola. combinHzioni morbose in cui l'oftalmia granulosu è mescolata all'oftalmia flitte nu lare delta scrofolosa o linfatica, per costituire ol'ta lm ie gnwulo-linfatiche.

Il linfalismo é il terreno d i certe cherat1ti lagrimali. Es1s tono combinazioni morbose nelle quali l'oftalmia granu los a è mescolata all' oftalmia lagrima te per costituire onal m re granulo-lagr•irll a li, ed altre in cui l'oftalmia g ranu)o,.a è mescolata alle oftalmle linfaliche e lagrimali per costituire o ftalm ia granulo-linfo- la g rimali.

Il linfa tismo favorisce l'infezione ed il contagio tracoma toso in p r oporzione gene rale di suo grado.

La profila ssi ddl tracoma è l'igorosamenle indicata, tanto più qua nùo si tr atta di soggetti giovani m ollo linfatici. Nel dell'oftalmia si devono usare mezzi medrco-chir•urgici diver•st ed applicèlrli con criterio alle form e alle complicazioni Jo,·ali che possono scntarsr ner dtverst malati o nello stes-o indrviduo, nei differenti processi morbosi.

Rivista Delle Malattie Veneree Edella Pelle

Dl an nuovo metodo pratico per curare la tlgna fa.vo•a .

- Ootl. GIACOMO Pt:RO:"'r. - (Giornali della R. Accademia di medicina di Torino, N. 1, 2, 18!ll).

L'autore già da qualche tempo tratta con profitto i tignos i nel segue n le modo:

Previa rasura dei capPlli e cambio del copricapo, fa rammollire gli scutuli con un g uento d'Heb ra modificato, rinnovando le unzioni ma\tina e sera.

Il rammollimento avviene entro una settimana, rd essendo a llo_ra le parti malate, comincia la cura con polvet•tzzazr ont d' u na so luzione di 5 gr. di addo acetico su 100 gr. d'acqua.

Mentre si fa la poi verizzazione su tutto il cuoi o capelluto l' ' ammalalo !'ente un senso penoso d i freddo, ma poi ad un tl'alto superficie s i fa iperemica. Scomparsa l'iperemia (dopo crrca 48 ore al massimo), ha luogo una leggieradesqua· mazione. Finché si hanno soluzroni di cont inuo sul cuoio lo si mantiene coperto con tela spa lmata di unguento d'Hebra: quando poi sono cicatr-izzate le erosioni si fanno delle lavature con schiuma calda di sapone al sublimato ri nnovate mattina e sera, e lasciate per qualche ora a sec: care sul capo.

In seguito all'uso dell 'acido acetico di raro si hanno delle follrculitidi suppu ra nti, lo quali del resto si trattano come le comuni, e si str-appa il pelo che si trova al centro della pustola.

11 tempo che l'acido acetico impiega a metteee la pelle in condizioni tali da poter si liberare dal par assita varia, secondo Ju data d'origine della malattia, dai iO ai 4;:, giorni, dopo i qualr si riesce ad ottenere una c icatrizzazione total e con se-lmparsa della desquamazione e infiltrazione dtdla cute, per modo che la guarigione può dirsi completa.

Contrari amente quindi all'opinione di allri che parla r ono dell'acido a cetico contro la tigna, senza per ò descrivere :e modalità dell'uso, l'autore è di parere che questo nùovo metodo di cura meriti di essere prererilo per i risultnti favorevolissim i che se ne ottengono.

811114e d elabtemanervoso centrale. - OEUEtu:.- (Zeitsch. f . Psyclt. e Ccntralb. (. die medie. Wissensch., N. 39, 1891).

Fra 320 uo mini alie nati di mente nel manicomio se ue trovarono 22 p. 100 che erano stati sifilrtici; fra i parali-· lici 57p. 100, quindi 2 1ft volle prù del totale , men tre nei non paralilici r(uest.o fattore occorse solo all2p.100, quindi nella paralisi e r a c inr1ue volle più frequente sopra uu sifìlitic:o non paralitico ve ne e rano 4,75 pa r alitici.

Due casi di a ffe zione cerebrale silìl itica sono estesamente col risultato della sezione cadaverica. Nel primo caso dopo una infezione sifilitica seguì una serie di fenomeni, secondari e terziari , finché dieci anni dopo il contagio (nel 3't• ann o) comparvero i pr·imi smlomi cerdbrali (vertigine! svenimenti, indebolimento della memoria, irritabilitA) che aumentar·ouo tìno alla morte. Undici anni dopo la infezione ebbe luogo il primo accesso di apoplessia e sei mesi dopo il second o, seguendone emiplegia destra e ptosi sinistr·a, e gli ultimi i0-12 anni di vita , la malattia mostrò una notevole stabilitA. Alla autopsia non si riuvennero anatomiche circoscritte specifiche, ma co n quelle ordinarie della demenza pa ralitica si riscontrò ingro ssamento e indurimenlo delle me nin gi, aderenza della dura madre con le ossa del cranio, e della pia madre intorb idala col e la mi- dolla 11pinale, proliferazione del connettivo della midolla con assottigliamento delle fibl'e nervose e dcgl3 nerazione dei cordoni del Goll.

Nel ser.ondo caso si poco dopo la infezione fenomeni ostinati di cos tituzionale; tre o quattro ann 1 dopo la infezione sopr•avvennero due accesqi d' apoplessia con par·ahsi sinistra, in t.lt•bolunento della memoria e della forza mu scola re; i fdnomeni psichici migliorar·ono con le r·ipetute cure antisifilitiche. Alla sezione cadaverica si lro,·ò: aderonza QelJa dura madre col cranio, spessi mento delia pia madre alla convessita, una vena della pia madre sulla fos sa sinistra del Silvio completamente obliterata, dilatazione del ventricol_o laterale sinistro, impiccolimento del talamo ottico, rammollunento e quasi dist ruzione del corpo str•iato sinistro e con tinuazione di questa atrofia al peduncolo cE>rebrale sinistro, al ponte e midolla allunga ta.

I n (Jùanto alle psicosi sinlil iche, risullò c11e gli alienati stati sifilltici guarirono in ragione di 15 p. 100, mentre nei non sifilitici la guarigione avvenne in 35 p. 100. Non sussiste però una psicosi propriamente sifllitica, cioè che abbia sintomi caratteristici e particolarmente un cor so speciale e r eagisca favorevolmente alla cura specifica.

Oura elettrolitica. del rlltrlnglmenti dell'uretra e dt aloune dermatosi. - LANG. - (Klin. Zeilseh. e Cent ralb. j. die med. N. 31,, 1891).

Il Lang raccomanda calor·osamente per la cura dei risLringimenli dell'uretra che lasciano passare almeno il N . 6 di Charriere, la elettrolisi come metodo semplice, applica bile in molti ssi mi casi e che pe r mette in pochi minuti una quasi completa dilatazione. Ei si ser ve a tale scopo di elettrodi pa l'te flessibili e pa r te rigidi, di cui i primi devono essere sempr e usati con la guida di una sonda ed usa correnti di forza crescente da 5 fino a 30 milliampere. I ristringimenti dilatati in questa guisa non mostrano al c una tendenza a recidiva re.

Il Lang usa pure l'elettrolisi per la cura dell'acne rosa cea infiggendo l'elettr odo negativo foggiat o ad ago parallelamente

DELLR li'ALATTIE YENERRE E DELLA PELLE 109 alla superficie della pelle lungo i vasi dilatati e lasciando agire la corrente di al più 2 milliampere tino allo impallidimento dei luoghi r ela tivi; e l'usa puPO nello stesso modo o poco modificato per la distruzione delle ver r uche, nei piccoli focolai is olati di lupus, e per depelazione radicale. esse presenluno sotto quattro differenti aspetti :

Uloer& •UllUlca delle dtta. - T A YLOR. - (Journa l de Méd eci ne et d e chirurgie, ollobre 1891).

L'autore ha dato la seguente classificazioue delle ulceri delle dita.

1° P !lpule A squamma o Questo è il più giero , rl più semplice ed il più raro; situato il più sover.ti sulla fa ccra dorsale della falange; si sopra una screpolatura , sopl'a un'escol'iazione. Comincia come una macchia che s'in grandtsce, diventa sporgente, r·aggiunge un diametr·o di un m ezzo pollice. Gli irritanti possono modificare il suo aspetto. Questa é un'ulcera cronica indolente e che non si riconoscP liOventi che per J'ingor·go gang-liooare o per gli accide nti secondarii. Non cur·ata, pet·siste due a tre mesi;

2• Nodulo ulcerHto. Cornincra c0n una piccola pu"tola; in quindtci giorni raggiuugé il suo sviluppo; è una massa rossa, cAr nea, g r anulosa, lussut·eggiante· e soda, talvolta situata su ùi un Ialo del diLo, lalora abbraccia l'unghia. Quando questo nodulo non vien e curato, dura mollo tempo, e tal\'Oita qullst un anno. La falang-e può esser torta, l'unghia cadere; e, dopo la guarigione, t·imane una falange conica, la •tuale ha perduto la scnsibiltlà ter·minale ; a• U lcer·a fungosa. Comiucia come la prec<=!dentc, poscia l'ulcera si copre di g r anulazioni fungose ed abbondanti. Il tessu to è ora consrslentc, or11 rnoiiP ; essa può comprc ntle r e i due bordi del dito e la matrice dell'unghia. Poco dolorosa, ricicli,·a malgrado le cauter izzazioni. L'unghia può cadt! r e ed rl dito restare deforme, indurito. La cut·a è prestarnente efficace:

4• Ulcera in forma di pa!er•eccio. Comincia sulla matrice dell'u ng h ia che s'infiltra , si ulcera e suppura abbondante-

DELIA!: MALATTIE VENEREE E DE LLA PELLE mente; il tessuto ò rosso bruno, l'un ghia ca d e e l' ulcPrazione SI estende. Può esse re molto dolorosa ed il ros,ore estenders i alla seconda e terza falang e . L'estl"emita del clito, dopo alcuni mesi, si as M tliglia e presenta una ci catr•ce irregolare.

To lle queste forme possono essere complicale da linfangioili, da flebile ed a nche da accidenti sellicoemici con fenomeni generali g ravi. Tay lor ha citati due casi.

Rivista Di Terapeutica

Una nuova indicazione dell' enteroollsl (la enteroollsl salata. a scopo idragogo ed eupeptico) . - Prof. A R-

NALDO CANTANJ. - (Giornale inte r nazionale di medie/te, fase . :!t•, anno 1891).

Sono note le molteplici indicazioni dell'enteroclisi medi rata (oleosa, tannica, alluminosa , fenica, borica ecc.).

Della enteroclisi !>alata l'autore si era fin o t'a limitato ad accennare brevemente l'azione eecellente purvalioa e derivativa, tanto utile la prima nei casi di stitichezza temporanea, quanto •mportanti!':sima e !:'pesso sal vita la l'Cconda n e i casi di perturbamenti circolatorii n oll'endocrAnio, nelle emorragie cereb rali , nelle stasi cerebrali e meningee, nella ipe•·emia a cuta delle menin gi, possibile fo r iera di una meniogil<>, e cos1 v1a.

Ma l'enteroclisi :-;alata è pure di meraviglioso effetto nel torpore intestinale, e nella paresi intestinale, perfino in que i gradi elevattssimi che rasenlano la paralisi dell'intestino.

Bisogna dunque all'azioll•} ru•·gativa e derivativa d ell 'enteroclisi salata liggiungere l'azione eccitante sui muscoli intestinali.

Un fallo altamPnle interesl-'ante e ce•·tamenle nuoviss imo si é, che cotl"ente roclisi salata si elimina regolarm ente

R1VlSTA 01 TERAPEUTICA 111

fJÌÙ acqua di quella che coll'enteroclisma si e inlrodo\\8.

L'uione idra goga dell'enteroclisi salata, è dovuta crrtumente alla intlu enLa deliA soluzione concentrala del clo ruro sodioo sulla diffusione dei l•quidi e quindi sull'esos mosi dai vasi sanguigni deiiB parl'li intes tinali ver!"O l'interno dell'mle!ltino.

La medesim a è specialmen te importante nei casi di ascite, e Corse gioverà non solo là dove l'ascite dipende da idremia e da uefr1te, m» an che lù dove l· conseguenza di nella vena pOI'ta pe•· maiHtlie ca rdiache o per c• rrosi epatica. 1Ia :Ji mani festa utile anche nelle i droptsie g ene rali, negli edemi perifer ici, net quali inspessendo il sangue dei vasi in un tl:l rrito rio così estec;o come è quello dell'addome, deve favorire l'asl-'Orbirnento del s1ero anche nel tessuto sotlocutan eo.

La soluzione impiegala ,!all'autore per l'enteroclisi a scopo idragogo, era della temperatura di .;-;• C e del titolo di 10 per 100 : così che introtlu <::t> ndo la solut ione d• 700 cm. cub. SJ a ggiungevano a ll'acqua 70 grAmJni di sale fìno da tsvola. ed a quella. di 500 cm. rub. 50 gr11mmi.

Per precnuzione, o nd·· evilare irritazione che un grau ellino d1 s11le non dJ!!Iciolto potesse produri'C sulla muOO!'a intestinal e, e spe<·•almente s u quella. del retto o sulle '·ar1ci emoeroidnli, si fa per un pannolino due-q uattro volte ripiegato, ed al tìltrato si 8ftgiunge anco ra un po· di saponota (sapone bagnato passato per le mani).

L'en te 1·oclisi salata hu anche un'a.:ione e1;pf'p lica e giova quindi nrlle disp"ps ìe Pd un po' anche nelle oaatrie/,e, in ispec1e le medesim e sono co mbinale con torpore intestinal e o coproslasi, ed è anche utilissima nelle dia r rN• da .fermentazione, nelle quali non !'<Oio evacua tutto il materia le fermenlante e fermentescibilt>, ma, lino ud un certo grado , anch e rlisinjettanrlo e deodo rando il contenuto fe cale dell' intes tino ed ee cttanclo la secre.:ione delle glfln.dole ài yerenti

L'autore é perl"uaso che l'enteroclisi salata tlepida, come mezzo le•·apeutico diretto de ll'intestino, libe rerà la medicina dai tanti purganti drastici acri, che us ati più a lungo maltrattano lo stomaco e l'intestino, perturbano la digestione, producono Lorpore intes t ina le e pr ovoca no un catarro enle· rico più o m e no intenso e più o meno ostinato, m e ntre ren· tet•oclisi salata non solamente non r eca alcun danno all'inma senza avvelenare come il calomelano, senza minacciare 1 r eni a mmalati come l'aloina e i principii acri dei drastici, senza irritare durevolmente nemmeno l'in· testino, come ancora i d t'astici, i so lfati ed altri purgan ti salini, e d i zuccherini, ottiene il suo scopo infallantemente, risparmiando lo stomaco e giovando alla digestione intestinale.

Sull 'astone antimalarica del bleu di metilene. - Pror.

M vA. - (Lo Sperimentale, 31 d1cemb r e 1891).

Nel fasci colo di ottobre 18!) 1 di questo gio rnale fu già riassunta una memoria origi nale dei pro fessori Gu llmann ed Eb r lich.

L'autore ha voluto praticamente controllare l'asserzione dei citati professori, cioè che il bl e u di m e li! ene dispiega un'azione s ulla mal a r ia.

Dall e l' ice r che fatte e g li conclude che il bleu di melil ene in alcuni ca!'ii esercita l' ea lmente un'azione evidente sull'an· damento della re bbre rnalarica; ma però in a ltr·i casi, piLI numerosi dei precedenti l'effetto fu nullo o semplicemente passeggero m en ll'e la chi nina giovò se mp r e o l'apidamente o clopo ri petute somministr·azioni.

Siamo dunque in presenza di un mezzo te ra pe utico dai r isultati incerti ed in cestanti; e l'autore e d'aH iso che se si tiene calcolo dei moltepli ci ineon venìenli non del lutto milt· g a bili a cui dà luogo la so mminis trazion e di questo I'imcdiO e c he lo I'end o no ai più di difficile tolleranza, ò lecito per ora di mantenere la pil1 comple ta ri.;;erva intorno all a '-'US applicab ilità p r atica .

Dl TERAPEUTlCA -113

.._poeta 41 uu nuovo metodo di cura di certe eplltale panlali, medlaute l'elettrolbl della corteccia oenbrale. - Dott. :\ EGRO - medica di Torin o, IO dace mbrr- 180 l).

L'autore, quantun que r iconosca che il metodo che egli propone non pof!gia ancora su basi solide, c rede tuttavia ammissibile che esso possa a ve re dei vantaggi evid en ti quello dell'eschssion e corticale c he talvolta si pratica nella jaksonianA quando essa non s1 Ì' modifica ta dopo la semplice trapanazione.

Infatti coll'el ettrolisi si può locali tza r e la distruzione a punti molto cu·coscrilli della corteccia, s i evitano le e m orragie, non si comprome tte l'asepsi.

Ullt>ri or i osservazioni cliniche e sperimentali rorsP. chiarirann o !>e oltre una azione distruttiva lo cale, relettroli!!i non possa eser c itare anche un' azione catalitica n di:danza, e quindi modifica trice sull'intiera area motrice cortieale in modo da faYorire an che per questa a ltra via la ees'!azrone dei fenomeni epileltiforaoi.

Gaaiaoolo ed eucaliptolo lodoformlati, per lnlesloDl lpodermlche n ella cura della tubercolosi polaonare . - Doll. G. S c ARPA . - (G iornale de lla R. Aecarler,lia dì medi cina eli T orino, N . t·i !l c 10 del 1891 ).

L'auto re ha intrapreso q uesto s tudio sperim ental e, incodai ris ultati che nel marzo p. p. i professOI'i P icot e Pignol in ·Fran cia riferivano di aver ottenuto con i suddetti rimedii nella cura della tubercolosi polmonar e e delle pleurati tubercolarr.

Il metodo di cura segui t o fu il seguen te:

Si aclottò la rormola del Pignol la quale contiene i 3 rimeclii !lciolti 11ell'olio d'oli va e di mandorle d olci ste r·ilizzato

•• i g r. 0,0 1 di iodoformio, gr. 0,0:> di guaIacolo e gr. 0,14 di eucaliptol o per ogni centimetro cubo. a ques ta soluzioue debo le se ne polé 1•11elta re una un po' più forte .

Le iniezioni, <la 5 m•nuli di mAssaggio, furono sempre praticate nella regione glutea e più precisamente nel solco retrotrocanteriro dove furono sempre bene tollerate.

Il numero maggiore ili iniezioni praticate ad uno stesso individuo fu di 65, il minimo di 6 t> il medio di 36; queste vennero p ratica te o tutti i o a g•orni alternali o anche talora a due al gior·no sempre F<enza inconvententi.

L'autore ha, così facendo, ottenuto un comples"'o di fenomeni benefici tanto nello stato quanto in quello locsle obbiettivo, cosicché si può ritenere che la malattia subisca un a specie di arl'f'F<LO •l sopra v vento all'azione della natura medicall'ice.

Si tratterebbe quindi non già di una vera cura radicale dello tubercolosi, ma solo e più modestamente di una cura utile agli individui affetti da tisi polmonare.

SEIFERT ed H òLSçHER. - Sulla cura della tubercololl col carbonato di g u aJaool. - (Herliner kliniselte Wo· chenschri(t, (N. 51 del H dicembre i89J).

Gli autor'i hanno sos tituito il carbonato di guajacol al crPO· solo, già introdotto iu terapia dal prof. Sommerbrodt nella cura della tubercolosi, coll'intento d1 aver'e un prepat'ato puro. Il guajac:ol coslituiF<ce il principio alti,,o del creosoto, ma que!lto contiene spesso altr·c sostanze venefiche, che rendono il rimedio poco tollerabile.

Il carbonalo di guajacol, CO (0C 6 rr, ha sul guaja col e sul creo<:olo della farmacopea ger·manica i seguenti "antaggi:

1° È una sostanza omogenea, chimicamente pura, solida e cri<:lallina. La propriel8 di cristallizzare e il grado di fu· sione (R6-90° C) che si può facilmentE' riscontrare ci rendono certi della sufl pur'ezza chimica;

2° È inodoro, insipido, in«olubile nell'ac1ua, di reazione neutra, e senza 11zione irritante sulle mucose ; a· distul'ba in alcun modo l'apparecchio digerente.

Di Terapeutica

-!WHo etomaco il preparato non subisce alcuna alleraziooe, ma nell'intestino s i decompone in guajacol ed acido carbonico.

Nello stomaco dei tisici, in cui si trovano in enorme quan· tila batteri sapt·oflti e parassiti, la maggior pa rte del separa rlall'acido carbonico per i di z1one e putrefazione. Il guajacol, divenuto libero, lo sviluppo di germi, e libf'ra lo stomaco del tutto da que• molest• abitatort.

11 guajacol, che si separa, è chimicamente puro e la piccola quantità di acido cai'I)Qnico. che si scinòe da Psso nello elomaco, non m orila di e!-sere p•·esa in com;iderazione.

Con esperim enti animali, gli autori hanno acquistato la <'ertezza che il carbono lo di guajacol, anche a dosi elevale e ripetute per lungo tempo. non pPoduce effetti molesti e dopo mezz'or a od un'ora il guajacol comincia od elimmarsi per le orine.

Il r imcrlio fu p ut·e sperimentato in sessanta tubercolosi alla dose di 0,2 a 0,5 gramm• di carbonato di guaj acol mattina e sera , e ru tale dose aumentala a grado a grado, sino a 6 grammi al giorno.

Qua li effetti benefici immediati si ebber'o miglioramento dell'appetito, della nutrizione. aumento del peso MI corpo ed una generale aumentata resistenza dell'organismo. Quello che !;alta maggi oemente agl1 orchi è l'aumento dell'appetito, c he tal ora si convPrte in vera fame.

Col mi::lioram cnto generale andò d• p11ri passo quello locale, specialmente del polmone malato, con graduale diminuzione drlla febbre e di tutti i segni e sintomi che accompasmano la tis 1.

In conrlusion c il carbonato di guajacol segna un conside· r e\·ole progre..:;so nella cura della tubercolosi, specialmente di quella cronica polmo•wrt>.

DI un mezzo umpltoe per oalmare 1 dolori folgoranti del tabetlc:l . - (Lyon mérlical, 10 janvier 1892).

Secondo il dott. Leydy di Filadelfia basterebbe inviluppare con fascie di nanella gli arti inferiori di un tabetico, dalla punta dei piedi fino a metà coscia, pe r ottenere di calmare i d olori folgoranti.

An che la penosa di col>trizione toracira, cosi fr e quen te nella tabe, d1minuisce quasi islantaneamente coll'applicazione di al c uni giri di una fascia di llanella b en ser· rata sul tr·onco.

Appena si leva la benda i dolori r icampaiono colla lo ro intensità abituale.

L'a1.i(Jne efficace di queste bende di flanella sarebbe rlovula alla pres«ione che esE-rcitano, nonché alla immobilìlà delle membra e al calore che mantengono.

Un altro mezzo ancora più. semplice fu consigliato dal professor Raymond Tripier, e consiste nella immersione dei piedi in acqua caldissima (circa -\.5').

1Ja piacevole. - (Lgon. M éàical, 3 janvier 1892).

La maggior parte delle cure contr o la tenia sono spiace•oli, alcune nau seose, altre producono vertigini, o molle fr·a esse costano assai principalmente se sono sotto la form a di spl'eialità che siano riuscite a maschel'arne o ad attenuarne il sapore. Di n essuno di questi rimedii si può dire che sia piacevole a prendersi.

Non é così della noc e di cocco adoperata recentemente dal doll Alliso n, secondo 11 quale 11 latte d'una noce di <'Occo ausse(Cuito dalla deglutiziOne della polpa di molti pezzi del frutto basterebbe fr·equentemente senza altro intervento, nè 1mma nè dopo, a produrre l'espulsione di un parassita. Questo mezzo di cura piacerà anche ai p iù schifillosi, e, se mantiene ciò che pr-omette, esso è predestinato ad un successo ùi lhao ••mpllol••lmo per guarire le nevralgie del trlpalao. -(Il progresso dentistico, t) novembre 1891). l>otl R. du Bors- REYMOND. -Il cloroformio impuro è noolYo? - (B er lin.er klin.ische Wochenschrijt, N. 53 del 28 dicembre

Cura della p•orla•l llnguale ool deootto di mortella.(L yon Médical, 3 janvier 1892).

Secondo il dott. Wintf' rnitz (Bu-llettn med. de Paris, 6 de· cembr e 1891) il decotto di mortella avrebbe la curioso pro· prielà di far sparire le placche d i linguale e l'ip er·· trofia delle papille della lingua. li successo ottenuto fu com· pleto nel termine di quaUro seUimane in un ammalato che tre volte per giorno ha bevuto una chicchera di que!\to liquido, e che inoltre si frequentemente la bocca con questo rimedio: eppure l'i trattava di una psoriasi che durava da venti anni, e che aveva r esistito a tutte le cure. Il pl'imo eJ'f,..lto locale di questo r·imedio è una sensazione di brucior e che scompare però entro dieci minuti.

Il dott. Leslie (Union. M edicai di M. E.) riferisce numerose osservtJzi oni sul trattamento delle nevralgie facciali e tlelle odonlalgie . Egli non ebbe che due insuccessi. II mezzo è dei più semplici. Si fa Aspirare All'ammalalo una presa di ICJle da cuc ina dalla narice c01•ri spondente al Ialo affetto, o meglio si insuffia nella stessa narice del sale fi nissimamente polverizzato: al momento Il' insumazione si raccomanda al malato di fat•e una forte inspira zione nasale. Ciò avrebbe, dice l'autore inglese, un'azione inibiloria sopra il nervo sofferente.

L'opinione di Sédillot, ch e i pericoli de lla narcosi da cloruf.>r rnio derivino in g1·an pa r te da deficenle purezza del riIOedio, non ha ottenuto tutla la considerazione che meritava perché non fu sosLenuta con sperimentali. Ora però che il professore Pictet é riuscito ad ollenere, allo stato di purezza, il cloroform io cristallizzalo e quindi chimicamente é divenuto facile l'esperimento sugli animali col cloroformio pu r o e con quello impuro.

Con esperienze sulle l'autore ha dimostrato chtt mentre la frequenza normale del cuore in qumdici secondi corrisponde a 11-12 ritmi carJiaci, col cloroformao puro discese ad 8-10, con quello impm·o a 6-8 nella stessa unità da tempo. Negli alti gradi di avvelenamento sopravvenne pausa diastolica e tapo perastaltaco della contrazione cardiaca.

Con una serie di espet·ienze sui conigli l'autore ha moltre dimostrato quanto segue:

1'. La r espirazione coi resiùui della crisLallizzazione , da cui fu estratto il cloroformio puro, cagiona in molto minor tempo pausa della r espirazione, di quello elle non avve 11g8 col cloroformio puro, e i due divet·si tempi si corrispondono in media come 7-11 .

2'. La pressione durante la pausa toria , è minore nella respirazione del cloroformio impuro, anziché dopo la r espirazione di quello pur o.

3'. All'incontro la fr equenza di cuore é maggiore.

Questi risultati sono di grande importanza per la chirurgia. per chè d'ora in poi sarà possibile usal'e, per aneste siù, il ciOI'oformio chimicamente puro, ottenuto dal professore P ictet, con la cl'ist.allizzazione , a bassa tempero tura e con p rocesso speciale.

In o;:;ni modo s arà sempre saggio consiglio di provare l'efficacia del clo r ofor mio negli animali, prima di somminislrurlo, per scopo anestetico, all'uomo. c. s .

DI TERAPEUTlCA F

orntULARIO.

CQrat,O la g astralgia. - (WEISSEMBERG).

Pr. ldroclor alo di cocaina . .

Es tratto di belladonna . . . .

centigr. 10 l) 25

Si divida in pillole N. 20, e se ne prenda una, ogni pasto.

Pr. Salicitato di bismuto . . .l . . . . . . . · ana . g r. 10

Poloeri a ntijermentatioc. - (DuJARDIN BEAUMETZ).

Mag n esia . . . . . ·

Mesci e dividi in 30 polveri

Se ne p rende r à una o g ni paslo per opporsi alla produzione di ptom ain e formantisi con una digestione incompleta.

Cont , o la diarrea er onica. - ( T oBALDO).

Pr. Bal samo del Perù . . . ceotigr. 50

S ciogli in alcool 1'6ltificato gr. 3 aggiun gi!Sci r oppo sempli ce. . . . . gr. 20

IAcq ua . . . . . . . . gr. 500

Si prenda metà alla sera e metà alla mattina; e si sospenda la cura do po tre gior ni, salvo a riprenderla se occorre. Con t f'O l ' i schialgia. - (DucHESNE).

Si avvolga l'a r to dolente in un grosso strato di fiori di zolro avvolgendolo in un lenzuolo.

Cura d ella coriua acuta . - (M o r gagni, par te 2•; nov. 1891).

Uno dei m ezzi migliori è l'uso della polvere seguente:

So tto n itt·ato di bismuto gr. 6

Benzoino polv. . . » 6

Acido borico poi v. . » 4

M:en tolo. . . . . . » 0,20

Si annas a 5 o 6 volle al giorno un pizzico di questo miscuglio dopo esse r si sof(Jato il naso con cur a in modo che la polve re penet ri profondamente e giunga in contatto della mucos a in fi a mmata. Si può aggiungervi g r . 0,0 1 a 0,05 di morfina e gr. t -1,50 di calomelano.

Un'altra formola molto vantata è la seguente: Cloridr·ato di cocaina. . . . .

Acqua ùist. . . . . . . . .

Si introduce n e lle fosse nasali un piccolo lampone di o,·atta anlr$ellrca impreg nata in questa soluzione di cocaina, e lo si rinn ova due volte al giorno.

Dopo venti minuti queste applicazioni ripetute fanno cessare la starnutazione e ogni sensazione do lorosa: la r espirazior. e a poco a poco to rna regolare; la mucosa si decongestio na ; finalmente la cefalea frontale, e l'intasamento nos ate sco mpariscono completamente.

Pozione contro lad(fterite e d il croup. - Dott. GtBERT, 1e Gen è ve . - (Le progrès médical, 28 novembre 1891).

Pr. Prl ocarpioa . . . . .

Carbonato d'ammoniaca .

Una cucchiaiata ogni ora fino ad ottenere un effetto sudo- rifi co.

Contro la raucedin e . - Dott. F AULK:-<ER. - (Ganetta med ica di Torin o, fase. 29, 1891).

Si facciano d elle poi ve r izzazioni in gola con una soluzione di eucaina Hll'1 p. 100. stesso tempo si fa cciano pre ndere parecch ie volte al g iorno delle pastiglie così c omposte:

M orfina e cloridrato di cocaina ana. milligr. 5

Tintura di aconito goccie 2 di malva . . . . . . . centigr. 15

Zucchero polv. q. b.

Si mescoli e se ne facciano dodici pastiglie eguali.

Può giovar•e anche la somministrazione di qualche milligrammo di stricnina.

DI TERAPEUriCA 121

Contro la caloizie. - (STRZYZOWSKI) (Gazzetta medica lomba,.da. 31 otl. 1891). l ros'o ra l ente contro a ,, ''

L'autore consiglia la formo a segu . . d l O·o capelluto come antesignana d ella calvtzte. e eu 1 g r. 190

Pr. Sapone verde · · · · · liquefate a dolce calore e aggiunge te:

Alcool rettificato . · ·

Glicerina. · · fil trate e nel liquido sciogliete: . · · · aggiungete: gr. 50 15 g r. 3

Ec;-<em.a di mandorle amare. goccio IO

Si applichi sul capo mattina e sera m ediante un e dopo un quarto d'ora si lavi la testa con acqua lteprda.

_(Lo N. 1:, 0 1891)

Tintura di lobeha ana. g r. • poligala. 10

Estrallo d'oppio centigr. grammi 900 Acq ua distillala .

1 b' h'ere d'acqua mattina e D.S. Una cucch iaiata in /, tec 1 eera.

Contro la risipola : r 1 gr. 30 . gr. 20 goccia 20 e a sciughi allo

Sgrassare la peli P. etere-e applicare dei bagno a su blimato nella proporzrone del a o d e l 10 o anche p per mille.

Contro il sudore ai piedi. - (LEGRoux).

Pr . P ercloruro di ferro liq.

Glicerina . . .

Essenza di bergamotto.

Peunellare la pianta del piede e gli spazi lasciar•e che il rimedio impregni la pelle e scoperto.

• •

Pe ,. leoare l'odore eli wdojormto ua ·

• ..1 ile man i - (BtENERT)

. r ·na di sernr d1 hno. Lavarsi le mam con acqua e arJ

Contro la tisi. _ (PtCOT).

Giovano le iniezion i ipodet·rot'che d' . . · 1 gua1acol (pt•1 · · attivo del creo,.oto) iodot t . . . . nclplo 5 di . . o. 1 centtgr. di IOdofor mi o e guaiaco! pe r ogm centimetri cubico di olio d'ulivo. ' - (De

SI l'enteroclisi fenicata come segue: to 30-50 llgr. di acido fenico· 2• 1-2 a r ammi d. t' l cend' '>()() . . ' "' 1 Imo o; 3• un deco tto t - grammi di corteccia di radice di meloo-rano . mente a freddo 9 o prevlalitrt si a • iun.. . 24 ore, e alla colatul·a di due ,.,e poi grammi 4- 5 di estratto etereo di fel ce

Cont r o. la tosse ferina. - (MoLINO).

Bruciare nella stanza gr. 25 di Z0lfo pe . qu tvi distendere la biancher·ia e i e t rerà nella "'la . . . rten, n zii, cosi dlsmfet ta la, alla sera. e l'a t sertsce che così facendo la pertosse ben

Modo di somminist r a r e l'olio di "e ato cl: (LEHKI). J' {l t merlu.uo.

L'o li.o di fegato Ji merluzzo saponificato coll'a d' l a parli eguali e . equa 1 ca ce . . , aroma ltzzato con essenza di cedro o . ghtt, gradevole, più efficace e più digeribile ron qualstasl altra emulsione.

Cont r o l'asma cardiaco. - (SÉE).

P el· combatter e l'asma d ipenden te da viz .. d' . m inist r a 1 3 d' . . 11 t cuore s1 somgr. ' tOduro di potassio o di sodi fanno respirar·e sei a d otto volte SI 5-1 0 gOCC d' · d 8 o iOrno da le l IO u ro di etile versate sopra una pezzuola.

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