
7 minute read
0SSEIWAZIONJ PATOG&NETrCflE E CURATIVE
.\ questo proposito ricor·do l'ultimo ed studio funzione del sistema linfatico pubblicato dal Ricl1ct. ( 1) 11 quale ne,2a ad e..;so la proprietà ammessa da tu LI i. ùi assorbire i.liquidi formatisi dalla riduzione dei tessuti, rivendican · dola :llla rete venosa e capillare. Invece, tenendo presente che la rete dei vasi linfat ici abbonda nei tessuti. più supel'licia li , come nella pelle, nelle mucose, e nelle srerose, le attribuisce una funzione di assorbimento molto più liruilat t: la considera come un diverticolo del sistema venoso e capillar·e su cni giace. atto a .11arentire o me.o{lio a controllare le da assorbire, le cruali. se velenose, percorrendo un circuito lento e lungo ed anche arrestandosi nei ganglii linfatici. non nuocerebbero all'organismo generale .
Non ripeterò le CtJ nvince nti ragioni addotte da Ri chet a conferma della sua tesi: a me bastano i lutti citati per dedurne le seguenti con.::lnsioni:
Advertisement
. J• Cbe l'infiammazione tubercolare d'una gianduia linfatrca è sempre il risultato di un'infezione che si propa)!a ad e,;sa aur·averso il sistema linfatico della pelle e delle mucose apparenti.
. :!o Che la soluzione di co nt inuo, per la quale accede il nella rete linfati ca, dev'essere superficiale, imperocche grnngendo a maggiore profondità incontrerebbe la rete cap illare o venosa, da cui e da temersi piuttosto un' infezione generale, anziché locale, e limitata a una glandola.
3• Che l'adenite tubercolare rappresenta un focolare d' speri/ica, che ritarda od arresta il propagarsr del VIrus al torrente circolatorio e quindi all'intero organismo.
:-viluppo della tubercolosi come di quella polmonare o generale. non l' causa principale in contatto con be.nst sono rnaltre condizioni, costitnent1 le co>ndette cause predi sponenti ed occasionai i, che purtroppo vita della caserma. L'agglomeramento, le fatiche, 1 patem i d'anim o. le piccole escoriazwni cutanee e mucose, le alTezioni catarrali so no tante cause. sPnza le quali la malattia non attecchi sce.
Le adeniti ;;trumose inguinali, rome giit accennammo, assumon o uno sviluppo speciale, il quale, con una certa costanza, si anera in tutti gli ammalali rhe ne sono colpili. R' ingrossa causa apparente una gianduia ed il tum ore, duro elastico al principio, di forma ovo1dale cresce co n lentezza e con scarsa reazione locale.
Successivamente partecipa all'infiammazione il tessuto connettiv o periglandulare, il quale, infiltrandosi di ingran di!ice il volume del tumore, la rorma prim itiva. e lìnisce per l'ordinario nelramroolhmento, co n vasti scollamenti dei tessuti. quando non si arresta con qual che mezzo l'avanzarsi della flogosi. Altre si nizza nell'inguine un vero liofoma, duro, elas ltco, quas1 dolente all a pressione e ribelle ad ogn i mezzo curat1vo locale od inlemo. La fusione dell'essudato, quando avviene, s'inizia nel connetti,·o periglandulare e la gianduia ad un notevole processo d'ipe rpl asia. non dege neran te quasi mai in disgregamento necrobiatico: r imane nel foc olaio d' infiammazione come un fun go carnoso auaccato al rondo di es:'o per un peduncolo . formato dai vasi sane linfatici afferenti ed eiTerenti della gianduia, notevolmente isp ess iti nelle loro pareti. .
Nell e arte niti st rumose del collo invece, il proces so fl og r- stiro st or·igina J.Hli"P dalla nd ula l in fatica, alla quale puù partt>cipare in !'econdo tempo il tessuto co noellivo cir·costante: ma, a difl'orenza di quelle inguinali. il rammollimento invade prima lt alla quale, il più delle vollt>, rimant> cir·eoscriuo dalla capsula
::\ell'etiol ogia di questa infezione locale è da porsi, fra le la costituzione. For;;e in certi individui. dall'aspetto fl orido. vi è qualche cosa che al medico non apparisce; imperocchè di arer riportata da numerosi ammalati che l' ade nite strumosa, specialmente inguinale. preferism i più robusti.
Sono rimn:";to pnrc co lpito dal deperimento, che dopo breve degenza invade questi ammalati, a sopratutlo 11Uclli r.olpiti da tubercol"osi alle glando le del collo. Essi cadono in proda ad ancmin, che non cede a nessun ricostitoente medi · cina le o dietetico: entrano nell'ospedale pieni di salu te, a lmt>no apparentemente, e non molto dopo acquistano l'aspetto di un co nvalescente di grave malattia. A che cosa si deve quasi immediata trasformazione?
Che la g-Ianduia linfatica ritardi, o meglio attenui 61i eiTelli di un a infezione del sistema linfati co, lo credo anch'io, ma che ne arresti completa mente qualunque diiTusione lo nego: una piccola parte dei germi ed anche i prodoLti di r iduzione di essi, le l'tomainl', è indubitato che si versano nel torrente sangmgno dai focolat·i glandulari. La proprietà antisettica del siero del san:.:ue e l'attività fagocitica dei globuli hianchi giungP.rù a il ,·i ru", perchè scarso, e liberare da un inquinamento generale; per·ò è naturale che dalla terribile loua l'organismo non esca alfatto immune; per lo meno si
Questa è fondata in parte sul fa tt o che, pe r l'infe1.ione, non basta che il vir us penetri nel sangue, ma
SOI'liA ALC UNE AFFRZfON I CHilt UII GIC IIE occorre che vi entri in un ·1 certa tjuantitil: ed in parte sulla resistenza del stesso, la quale è o minore. sPcondo per proprietit inerenti a questo liiJUido ritale. e costituisce il prin cipale fattore della 'illoria nella lotta per l'esistenza, che il no.;tro organismo impegna roll'infezione.
Secondo il mio parere. la qualità del è la ragione intim·1 della buona costituzione organica, e qnindi della stenza e dell a refratlarietà alle malattie specifiche, di cui il numero constatato è oltremodo cre:;cinto ultimi tempi. [n questa ipotesi, poggiata su dati di fatto, (• fondato pure il concetto del pronedi.mento igienico , soprattutto prolilattl co, contro la tubercolosi , che io proporrei, riten endolo i! migliore da allattarsi per i soldati, fìnciH" non so rga il fortunato scopritore di uno specifico dell'infez ione luherrolare , che tanto danno apporta all'uroanitit. Tra tnlti i rimrdi proposti, compresa la tnhercolina di Koch ed il c.ln · tar·i,lio alo di del Liebreicll, stimo non Ye ne fìno ad alcuno, che valga per dehellare la malattin, pilt cl ei cicostituenti. n entro nella rli::;am in a di lJUe,ti però credo che in l!enerale ciò si deve, sia alla trasformazioni:'. rlte i numerosi rimedi propo,ti subisrono nel sangue, e ne attenuano l'azione. sia alla barriera msormontal11le ùi albuminati e di prodotti di riduzione, eli cui si circondano i bacilli stessi, sia alla somministrahile tiPI medicinale, il quale, in una tfuantiti\ maggiore. arrerherehhe danno all' or:,:a nismo medesimo rhe contiene il viru s.
E indnh itato. come già dicemmo, che il pn'rifHIO fattore di t·icellivittl per la tubercolosi truppa, t' l'agglomeram ento, come quello che viziando l'amhien te respiral1ile inrlu ce nel sangue degli individui, delle a lterazioni, che lo rendono meno · 1 D res1s ente. opo ciò, è egli logico che per una tubercolosi glandulare o polmonare, anche inc1p1ente, si sott raggano gli ammalati dall'agglomeramento d_elle caser·mc, per e,;porli ad un ambiente molto più viziato e deiP.terio. qual'è queiJo dell'ospedale? Ciò spieua la gl'anòc dilfìcoltà che trovi·•mo nel cura r e le adeniti hercolari, ed il risultato, talora opposto. ch e i soldati ammalati di tnbe1·colosi, sopratull utto polmonare, riportano dalle cure negli Sarebbe desideraLile, qui ndi che a lla cura climatica si desse ma rwiore importa nza o ' r ' oo , 10, c 1e coresri ammalati, appena riconosciuti tali con 1. obhietti vi che la scienza ormai mette a nostra d ispoimmediatamente allontanati dallo spcda le e dali ese rc: to . Se tal e provved imento si attuasse, farebhesi:

1o llntrresse del disgraziato, che colpito dal ma le, verrebbe sottratto da una òelle canse immediate se si vuole ma più_ della lnbercolosi concedendogli, se altro, d1 monre in mezzo ai proprii parenti; zOl'interesse dell'erario Jello Stato, poiché si diminuirebbe il carico più pesante di tutti gli ospedali mil itari, evitando altresi che questi di,·enti no essi medesimi centri della più infezio ne . '

È una questione questa che, per noi medici militari ha 1-(ra nJ e impertanza, e doHebbe nell'interesse di tutti
IJrosa in _serio e::ame. Si potrebbe, secondo il mio parere , darle facilmente soluzione allargando, da una parte, la cerch1a òellc attribuzioni dei medici dci corpi , senza escludere Ull controllo scientifico, il quale dia la giusta misura del_prov,edim_cnlo da prendere, e dall'altra, per evitare il pencolo r he SI corre ne l curare i tubercolosi ne crli o ·ped J' ·d· . . . l'l :. a 1, 1nando a L,utll 1 CO I'PI ed uffici militari, per quanto li può ln_ter:essa re, d esse re so ll eciti nel disbrigo delle pratiche per ellmmare prontam ente tali individui dall'esercito.
SOPRA ALCUNE >\FFEZIONI CRIRURGICUE 5 f
Si dovrebbe cercare, insomma, il mezzo possibile per ottenere, che gli ammalati di tubercolosi polmonnre e gland ulare non varchino inulilmenLe la porta dell'o!-pedale. Quando
41 med ico del corpo ha il minimo dubbio sull 'esistenza del!a malattia, dovrebbe immed iata mente , se si tratta di tubercopolmonare, isolare gl'individui dagli altri, richiedendo allo speda le mili tare prossimiore, che vi si esami ni al microscopio l'espetto1·ato, ch'egli si far ebbe premura d'inviare. il risultato , dovrebbe propone il soldato senza perd ita di tempo a rassegna per la riforma . Per la tubercolo:;i gla ndnl are invece, non polendosi servire dell'analisi microscopica come controllo di diagnosi, e(l anche per che tal e malattia guarisce faci lmente colla buona aria, il so ldnto dovrebbe pure esser proposto a rasseg na, ma per un anno di d i convalescenza.
Se l'a ffezione venisse conosciuta nell'ospeda le, od in sor-gesse i n questo, dovrebbe il capo reparto riferirne sub ito al dir·ett ore, perchè quest i possa, al più presto. iniziare le prat ic he di rassegna (salvo che l'ammalato per tub ercolosi miliare ac uta, spe sso anche di difficile dingnosi, non fosse in stato grave) e provved ere immediatamente per l'isolamento dello i ndividuo. È da augurarsi poi che gli ospeda li milita ri e 1 l i corpi siano forniti di ampie e bene aerale stanze di isolam ento per gli a[eui di tale f!rave malallia, la q uale non è ad altre per la sua capac .tà difl'usiva. È inutil e po i ill uderci su possibili guarigioni; auche avvenendo, il soldato anà perduto completamente la resistenza all e fatiche, egli sempre un individuo malaticcio e quindi buono a nu ll a.
&l i accorgo di essere uscito dai confini del modesto lavoro che mi era proposto di fare, invadendo ardue quisL:o ni che meri terebbero e speciale esame.