INTRODUZIONE 1. Questa ricerca nasce dal recente ritrovamento, presso gli eredi del pittore fiorentino Giovanni Colacicchi, di lettere e documenti appartenuti a Carlo Levi, risalenti al periodo in cui il pittore e scrittore torinese tenne aperto uno studio a Firenze: dalla fine del 1941 alla fine del 19451. Durante questi anni, accadono molte cose che un biografo definirebbe “fondamentali”. Dalla Questura di Firenze parte l’ordine di arresto che costa a Levi la terza carcerazione della sua vita: dalla fine del giugno 1943 sarà detenuto al carcere delle Murate, da cui uscirà il 26 luglio. Tra il 1943 e il 1944, nascosto in piazza Pitti, scrive Cristo si è fermato ad Eboli, che resterà il suo libro più celebre. A Firenze Levi aderisce al Partito d’Azione, e quindi lo rappresenta, dall’agosto 1944, nella direzione interpartitica della “Nazione del Popolo”, il quotidiano pubblicato a cura del Comitato Toscano di Liberazione Nazionale. Tra i cinque condirettori, Levi si ritaglia un ruolo di assoluto primo piano: ha un peso molto rilevante nella scelta dei collaboratori, a lui si devono la presenza di certi temi e prese di posizione sulle pagine della “Nazione del Popolo”. Levi interviene direttamente – sono almeno trenta i suoi articoli di fondo, concentrati soprattutto nei primi mesi di vita del giornale –, oppure commissiona alcuni pezzi ad hoc ai suoi collaboratori più stretti. Nella Firenze appena liberata, Levi può riprendere e finalmente presentare in pubblico i lavori e le riflessioni che negli anni della persecuzione razziale e della guerra era stato costretto a discutere solo clandestinamente, tra pochi amici. Sulle pagine della “Nazione del Popolo” anticipa il suo Paura della libertà, il saggio scritto in Francia poco prima dello scoppio della guerra mondiale, che uscirà presso l’editore Einaudi nel 19462. Nell’autunno del 1944, dai microfoni di Radio Firenze legge il testo di un articolo pronto sin dal 1942: Paura della pittura, che sarà pubblicato per la prima volta
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Per una descrizione sommaria di questo archivio e della sua consistenza, si veda la sezione “Fonti e bibliografia” in fondo al volume. Rimando inoltre a Carlo Levi. Gli anni fiorentini (1941-1945), a cura di P. Brunello, P. Vivarelli, catalogo della mostra (Firenze, 5 luglio-30 agosto 2003), Donzelli, Roma 2003; il catalogo – ancora in corso di stampa mentre chiudo queste pagine – ospita anche il mio saggio «Risiede sempre a Firenze». Quattro anni della vita di Carlo Levi (1941-1945), che rappresenta una versione abbreviata di questa tesi. 2 C. Levi, Paura della libertà, Einaudi, Torino 1946; il saggio fu ristampato più volte e ora si trova anche nella raccolta Id., Scritti politici, a cura di D. Bidussa, Einaudi, Torino 2001, pp. 132-204; è a quest’ultima edizione che si farà riferimento in queste pagine.
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