CARLO LEVIA AFIRENZE E LA FIRENZE DI CARLO LEVI (1941-1945)

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monte e prendere quello della Vagner al piano terreno? Sarà certo bello ma costa 500 lire”35. Dopo due mesi in cui alterna soggiorni a Torino, Alassio e Firenze, dove è ospite da Paola oppure sta in albergo, Levi si accorda con la Vagner, e prima della fine di novembre riprende lo studio di piazzale Donatello 1836. Non è ancora la sistemazione definitiva. La corrispondenza dei mesi seguenti mostra che Levi è ancora in cerca di casa. Lo aiuta l’amico Alberto Carocci, e si rivolge anche a un’agenzia immobiliare, ma sembra che sia stata la sorte a decidere per lui: si libera un atelier accanto al suo, si mette d’accordo col vecchio inquilino e la nuova padrona di casa. Il 22 aprile 1942, la sorella Luisa scrive per la prima volta in piazza Donatello 19: “Auguri per il nuovo studio. Scrivimi a Torino quali sono gli oggetti che ti occorrono per l’ambientazione”37. 3. Viaggi, bombardamenti e un rifugio in piazzale Donatello Ai traslochi si aggiungono i viaggi frequenti. Carlo discute degli affari di famiglia con la sorella Luisa, che reclama la sua collaborazione. C’è da preoccuparsi del podere di Alassio, che dal 1941 è affidato a mezzadria alla famiglia Cardone38. “Alassio” non è solo un’azienda dove si seguono i raccolti e si suddividono le parti coi mezzadri, ma anche il luogo delle vacanze, dove a febbraio fa già caldo, a marzo si fanno i primi bagni dell’anno, e l’estate dura sino a ottobre. Nella villa che fu del padre, si ritrovano parenti e amici. Prima di andarci, Carlo si mette d’accordo con Luisa, in modo da trovare pronti al suo arrivo cavalletto, tele e colori. A Torino Levi ci va meno spesso, e forse meno volentieri, solo per questioni di famiglia – come nell’ottobre 1942, per il funerale dello zio Marco Treves39 – o quando è necessario per il suo lavoro, per vendere quadri, oppure realizzarne qualcuno di nuovo: accetta di fare ritratti su commissione, anche se poi non sempre riesce a concludere. Nel marzo 1942 Luisa gli scrive a Firenze: Ho telefonato a Laura la quale dice che la sua amica […] aveva già due volte quasi combinato con te per il ritratto del figlio, e due volte tu sei partito, per cui ha cambiato idea. Ora si esclude che faccia fare il ritratto del figlio, ma se tu verrai a Torino è 35

ACS, FCL, b. 29, fasc. 997, Paola Olivetti a Carlo Levi, lettere del 2 e del 3 ottobre 1941. FC, CL, ricevuta d’affitto (22 novembre-31 dicembre 1941), firmata Maria Vagner. 37 FL, Firenze, Luisa Levi a Carlo Levi, cartolina postale, 22 aprile 1942. 38 Dopo l’8 settembre 1943, la famiglia di Riccardo Levi ricorrerà a questo nome per nascondere la propria vera identità (si veda Levi, Ricordi politici cit., pp. 57-60). 36

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