CALIZZANO E IL SUO PASSATO

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la chiesa parrocchiale, ed è stata edificata l’anno 1706. Susseguentemente vi è l’altare della N. S. delle Grazie e non si ha alcun documento di sua erezione. Dall’altra parte sinistra vi è l’altare detto del Suffragio essendovi nel quadro l’immagine della B. Vergine col Divin Bambino in braccio in atto compassionevole verso le anime che compaiono al di sotto come nelle fiamme, e dall’altra parte del quadro il Pontefice, credo, S. Gregorio in alto supplicante per le medesime anime, eretto l’anno 1740. Successivamente si trova l’altare di S. Antonio da Padua, in atto di presentare a Maria Vergine il Bambino, eretto nell’anno 1656. E quanti tutti sono sufficientemente adornati, e fatti alla Romana, con due gradini per caduno alla loro rispettiva predella di tavole. Che alcuni di detti altari è sospeso o interdetto per quanto io sappia…7. entrare nella sacrestia, né per entrare nel campanile, le porte della chiesa sono ben ferme e sicure, non abbisognano di riparazione sono munite di serratura e chiavi, avendo la custodia il sagrestano, a cui tocca di aprire la mattina al segno dell’Ave Maria, e chiuderle la sera al segno parimenti dell’Ave Maria.

La relazione di don Gio Batta Guido, benché incompleta, resta uno dei pochi elementi documentali sulla parrocchia di Vetria. Il passo successivo, più completo ed illuminante sulla vita della parrocchia, fu la relazione di don De Rossi del 1774, ed a questa ci richiameremo in altra parte del lavoro. La vita religiosa a Calizzano alla fine del ’700 Le vicende del secolo XVII con il loro carico di tensioni e controversie si stemperarono un poco nell’arco del secolo XVIII, essendosi ormai acquietate le antiche tensioni tra gli abitanti; era stata anche la guerra di successione della metà del secolo a raffreddare i contrasti interni, per il prezzo richiesto alla Comunità di Calizzano dalla sua posizione a ridosso del confine sabaudo; poi si erano aggiunte disastrose condizioni climatiche che avevano raffreddato (nel senso più proprio del termine) gli animi. Con questa premessa ci addentreremo nella descrizione della religiosità locale usando una guida sicura ed autorevole in un momento privilegiato della nostra storia: ci affideremo infatti all’arciprete don Giacinto Maria De Rossi che, nella sua relazione al vescovo di Alba (in previsione di una visita pastorale alla parrocchia), illustrava dettagliatamente e minuziosamente gli aspetti della vita religiosa del paese di Calizzano. Questa relazione rispondeva ad un questionario predisposto in previsione della visita del vescovo di Alba, mons. Giacinto Amedeo Vagnone, ed era particolarmente sentita, poiché era ormai dal lontano 1729, quando mons. Francesco Vasco aveva visitato Calizzano, che in parrocchia non si verificava un simile solenne evento. Ci limiteremo a commentare in dettaglio i “passi” di questa testimonianza autorevole, mettendoli in connessione con le vicende complessive della religiosità calizzanese in un momento particolarmente tranquillo, e quasi alla vigilia dei rivolgimenti epocali dell’invasione francese: Stato della Parrocchia di S. M. del luogo di Calizzano, intitolata Arcipretura ed appoggiata in economia in me Giacinto Maria Derossi, già Arciprete d’Osiglia e 7

AVM, Relazione della parrocchia di Vetria, s.d.

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