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6. Bullette e truciolini

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ARTE IN ASSETTO DI GUERRA

Il Museo Mazziniano, con questa nuova incursione, fu completamente distrutto. Si salvò solo una parte della stanza dove morì Mazzini, il cui letto fu trascinato nel crollo dell’ edificio, mentre il divano e il cassettone rimasero al loro posto. Buona parte delle collezioni che erano rimaste nelle stanze e non erano state trasferite a Calci furono distrutte. Ma tutto quello che fu possibile salvare fu recuperato, compresa una buona parte della biblioteca.

I giorni successivi gli operai della Primaziale raccolsero i vetri caduti al Capitolo, al Museo dell’Opera, al Duomo, e cercarono di chiudere i vani rimasti aperti e di riparare le rotture.

Ormai lo sfollamento della città era quasi totale.

6. Bullette e truciolini

Il 30 settembre, Piero Sanpaolesi aveva scritto al Ministero dell’Educazione Nazionale per sollecitarne l’intervento: «Prego però in vista del ripetersi di così violente incursioni di voler autorizzare con ogni possibile urgenza l’ esecuzione del programma di protezione antiaerea, per il quale già l’Architetto De Angelis si recò a Pisa […]. Dato il pregio e le pressanti richieste dell’ autorità ho provveduto alla remozione di tutto il Tesoro della Cattedrale, del quale è in corso l’imballaggio e quanto prima ne curerò il trasporto a rifugio. Ma tutte le altre opere d’ arte della Città sono tutt’ ora in situ, eccettuate le poche rimosse nel 1940-41»29 .

Si intensificava così l’ opera di sgombero del Tesoro dell’Opera e il 6 ottobre la Soprintendenza, di comune accordo con il commissario e l’Arcivescovo, fece arrivare da Firenze gli imballatori per procedere allo smontaggio, all’imballaggio e al trasporto degli arredi sacri e del Tesoro che, racchiuso in più di 30 casse, sarebbe stato depositato nella Galleria degli Argenti. Il giorno seguente, alle ore 15.00, un camion con rimorchio carico di casse contenenti gli oggetti di pregio del Duomo e del Capitolo partì alla volta di Firenze. Altro carico il 13 ottobre, quando la Soprintendenza manderà la ditta Chini a ritirare con un barroccio le tre casse contenenti dodici vetrate colorate della navata centrale del Duomo per trasportarle a Calci.

Intanto il Duomo era stato sgomberato dalle casse avanzate e dai trucioli utilizzati per l’imballaggio del Tesoro, e il materiale riposto nei capannoni dietro il Camposanto, per poter essere riutilizzato. Casse, risme di carta, bullette, truciolini, un gomitolo di spago: materiale che verrà consegnato al custode del Museo civico, che doveva provvedere