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L'Artiglieria

Per ridurre il costo di vite umane sul fronte di guerra e migliorare le condizioni per un esito favorevole, le autorità politiche e militari decisero di potenziare la produzione deglì armamenti, cercando di ridurne l'importazione. Ormai inserita nell'ingranaggio delle alleanze, l'Italia doveva prepararsi a un conflitto ben più lungo del previsto.

Rimaneva il problema delle materie prime, tradizionalmente scarse all'interno del Paese. Si aumentarono perciò tutte le importazioru dei minerali e dei metalli necessari alle industrie. Dall' estero nel 1916 arrivarono, ad esempio, 302.000 tonnellate di ghisa, contro le 240 .000 dell'anno precedente; contro le 64.000 tonnellate di semilavorati e di acciaio grezzo del 1915, ne furono importate 26.000 di semilavorati e 1.134.000 di ferro e acciaio di prima lavorazione.

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Contemporaneamente quasi tutta l'industria nazionale , direttamente o indirettamente, si trasformava in industria di guerra. Ormai si percepiva che si combatteva una guerra totale, nella quale tutti venivano coinvolti . Ogni settore produttivo, e conseguentemente di consumo, ne era trascinato e ridimensionato .

Gli stabilimenti destinati a produrre materiale bellico di proprietà dello Stato passarono da 28 a 66 e potevano occupare oltre 34 .000 operai. di cui 12.500 donne. Più ancora aumentarono gli stabilimenti ausiliari dello Stato : erano 125 nel 1915 e 932 nel 1916. Gli operai al lavoro erano passati da 115 .000 a 400.000, comprese 55 .200 donne.

Verso la fine del '16 era possibile fare un calcolo dei pezzi di artiglieria disponibili: dai 2.038 dell'iruzio del conflitto si era passati a 5 . 597, anche defalcando dal conto 284 bocche da fuoco perdute e 512 scoppiate.

La carenza di proiettili per le prime operazioni aveva richiesto un'accelerazione di produzione già nel 1915, che dai 3.055.000 del maggio erano passati a 6.640.000 a dicembre.

La produzione del 1916 garantiva la disponibilità di 22.170 .000 colpi, di cui furono utilizzati poco più di 10.740.000.

Le fabbriche erano dislocate in tutte le regioni e per far sì che i pezzi prodotti, alle volte del peso di decine di tonnellate, arrivassero a destinazione, erano necessari efficienti collegamenti ferroviari, in certi casi appositamente prolungati per giungere il più vicino possibile ai luoghi di istallazione.

Diventava così problematico l'approvvigionamento del carbon fossile, tenendo conto che il rifornimento dall'Austria era stato sospeso e quello tedesco pesantemente ridotto. Neanche la Francia e l'Inghilterra, per le necessità interne, potevano provvedere. Fu necessario economizzare i consumi perché la disponibilità passò da 9 .800.000 tonnellate del 1914 a 8.400 .000 nel 1915 e 8.070.000 nel 1916.

Obice italia110 da 305 i11 posizione abbassata per permettere la pulizia; visibile lo scovolo a fato dell'artigliere.

Carr iagg i per trasporto di m uniz ioni e crain o d i pezzi d i art iglier ia. Sta nno passando su l greto dell'Isonzo probab ihnente tra Gor izia e Gradisca .

Trasporto a guado di un canno ne 75/ 27 (s ul cui affusto sta rip iega to un so ldato) . Bo cca da fuoco di arti glie ri a mo bile da campagna, util izzato anche come pezzo contrae reo.

Batte ria ic.1 li an a con ca nnone Schne id er 10 5/ 28, già in postaz ione . In alto è stesa u na co pertura mimetica per occu ltare il pezzo all a vista nemica .

Artiglieri dell'esercito italia no in posa uffic iale attorno a un ob ice da 21O che sta per essere messo in pos tazi one. La foco sembra prop ri o dest inata a uso propagandist ico. È stata scatta ca sul monte Novegno nel lugli o 19 16, dopo che gli oustroungarici sono st ati respinti da i te rrito ri occ up ati durante la S1mjèxpedi1io11 .

Il pezzo d'a rtiglie ri a, con tutta probab ili tà un cannone 75 / 27 deport, viene trasc inato in alto verso la sua postaz ione. Su ll a strada si vede l'avantreno co n il baule po rta mun izioni, da cui è stato sganc ia to. In primo piano a sinist ra e d i lato a dest ra sono gli uffic ial i che dirigono l' ope razione.

Questa vo lta si tratta di un bottino di guer ra : l'a rm a è un 111inen weifer (lanci a mine) catturato alle forze austroungariche . Avven imento da inunortalare con un o scatto rnencre un fante mette in mov ime nto l'a lzo. Sullo sfondo si vede l'omb ra del fotografo, e più a destra quella di un altro soldato, che forse si è messo scherzosamente sull'a ttenti.

Piccola pa tt uglia di so lda ti, ev iden temente in po sa die tro du e mitragliatrici Fiat model lo 191-t liscio, co n raffreddamento ad acqua . I mitragli er i indossano sull 'elmetto appos ite cuffie mimetiche.

Pri Stanti - Una batteria • Postazi one non usua le: in prossimità di case visib ili a dest ra e sin istra. Singolare anc he l' arredamento di ta volo e se die. Del pezzo d'artigli er ia s' in travede so tto la tettoia la ruota di sinistra. li Pri Stanti è un colle ne i pressi di Mcrna, poch i chilomet ri a su d di Gorizia.

Batteria d i art igl ieri a be n prot etta e masc herata. L'e no r me g ua nr ità di bo ss oli dimostra che è stata am piame nte utilizzata. La culatta dell a bo cca da fuo co esc e appena dal rip aro e no n pe r mette una sicura id entifi cazio ne.

I rami messi a cope rtura nascondono i can no ni 149/ 35 o 149/ 9 a can na lunga . I pa rt ico lari "zoccoli" disposti sull e ruo te, chiamat i "bonagente", perme tt evano il trai no anche su te r reno inneva to. Queste bocche da fuoco poteva no raggiunge re un a g ittata di oltre 16 chilometri .

Colonna d'artiglieria • La foco , legge rm ente sfuo ca ta, non lasc ia be ne intendere se al trai no dei cava lli si trovi un affusto di qu alc he bocca da fuoco.

Sul Merzli - U11a bombarda • La bombarda se mbra di 58 mm con alette, di produzion e francese. li p ro ie cc ile aveva gi uata di alc un e ce ntinaia di met ri ed era principalme nt e ut il izzato per ab battere le barr iere d i re ticol aci davanti alle trincee, in genere con scar o successo.

Eserc itazione dj un lanciafiamme , probabilmente di mode ll o indi vidu ale (l o caricava una persona) : poteva produrre un dard o di fiamma lungo fìno a 30 metri .Vi erano pe rò anche lancia fìanune da carro e da postaz ione che potevano raggiunge re i 100 metri d i fuoco.

Probabilmente si tra tta del lan cio di gas ne bbiogeno con fosforo bianco, per osc urare la vista delle manov re programmate e che si svolgeran no entro poco tempo . Non sembra che si possa tra tta re dei gas letali lanciati dal monte San Michele il 29 giugno 19 16.

Un 'auto bli ndata, prodo tta dalla Lancia su un protot ip o del 191 2, già impiegata nel le campagne co londi . Dopo la dichia raz ione di guerra g li imp ianti pro du tt ivi della La ncia ven nero dichia rati «stabil imenti aus ili ari di g uer ra,>. Il mezzo era in buona parte destinato all ' uso degli ufficia li .

Anche i treni d ivencarono strumenti di guerra attiva. Lo dimostra questo vagone dotato di un pezzo notevole di artiglieria . No nosta nte lo sfo ndo facc ia pensare a un paesaggio alpino, ven iva imp iegato soprattutto sulla costa adriatica .

Un dep osito di ma te r iale mi litare pe r la forniwra delle linee d'a zione, in pa rticolare de ll e trin cee: ceste lli di vi mini, sacchi di te rra , re tico lati. Fo rse anc he munizio ni e ma teri ale di sca rto da bru ciare.

Una mitragliatri ce pesante Sainc'Étien ne modello 1907, in do taz ione ali ' eserc ito italiano, q ui pred isposta sopra una piattaforma part icola re come arma con traerea . Co nsid eran do la sca rsa ve locità e il mate ri ale co n cui erano costru iti, gli ae rei po tevano effe ttivamente essere colp it i da ques te bocche da fuoco .

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