Acqua del Fiume Chiese che Unisce n° 1

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N° 1 - 15 giugno 2021

Rivista bimestrale online della Federazione del Tavolo delle Associazioni che amano il Fiume Chiese ed il suo Lago D’Idro Registrazione Tribunale di Brescia n°1/2021 del 11 gennaio 2021


Direttore Responsabile Marzia Borzi Direttore Editoriale Gianluca Bordiga Caporedattore Luciano Gerlegni In Redazione Valter Bellandi, Antonella Busseni, Mario Cherubini, Luciano Gerlegni, Gigi Rosa Editrice Federazione del Tavolo delle Associazioni che amano il fiume Chiese e il suo lago d’Idro Registrazione Tribunale di Brescia n° 1/2021 del 11 gennaio 2021 Hanno collaborato a questo numero Giancarlo Melzani, Federico Migliorati

Questa Rivista dal secondo numero verrà aperta agli sponsor. Ogni sponsor verrà inserito per 6 edizioni, in modo da essere presente per un intero anno. Le tariffe saranno basse anche per dare la possibilità alle varie attività di farsi conoscere con facilità. Per contatti: acqua.del.chiese.che.unisce@gmail.com


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editoriale Direttore responsabile

RACCONTARE IL FIUME PER CREARE COMUNITÀ Care Lettrici, Cari Lettori, è con grande piacere e altrettanta emozione che vi do un caloroso benvenuto in «Acqua del Fiume Chiese che unisce». Assumere la direzione di una rivista come quella che avrete modo di leggere, in forma bimestrale online, significa per me confrontarmi con una sfida molto impegnativa, che raccolgo con passione e slancio. Ringrazio di cuore l’editore per l’occasione offertami e Gianluca Bordiga per la fiducia che mi ha voluto accordare. Non nascondo che quando mi ha contattata per offrirmi la direzione di questo nuovo progetto editoriale, la proposta mi ha lasciata lì per lì senza parole. I miei nonni e bisnonni sono cresciuti sul fiume, in quelle grandi cascine storiche della Bassa nelle quali hanno fatto spesso i conti con stagioni in cui era l’uomo a doversi adeguare ai suoi flussi e non viceversa. Io stessa, nata, cresciuta e fortemente radicata a Montichiari, vivo sulle sue sponde da quasi trent’anni, in un quartiere che è stato edificato e si è poi ampliato proprio lungo il suo corso. Il mio fiume Chiese, dunque, è sempre stato lì ma, come spesso accade con le cose che sentiamo familiari e fortemente nostre, ho finito per osservarlo con sempre meno attenzione, per darlo sempre più per scontato o accorgermi di lui solo quando stava poco bene e chiedeva aiuto. Il Chiese, però, non inizia e finisce entro quei limiti territoriali o familiari che creano la socialità di un paese ma è un grande fiume che attraversa due regioni, tre province e bagna

31 comuni, toccando, dal trentino al mantovano, territori completamente diversi. Una lunga strada d’acqua che abbisogna di uno sguardo diverso per essere approfondita, di una filosofia nuova e, soprattutto, di rinnovato rispetto. Sono ben consapevole quanto questa sfida sia ambiziosa perché attraverso la trasmissione della Cultura, del racconto e dell’antropologia del fiume si cercherà di attuare un nuovo processo culturale divulgando gratuitamente approfondimenti, interviste, analisi, storie ma cercando soprattutto di smuovere il dibattito e di aggregare una comunità di persone che si riconoscono in valori precisi e condivisi, persone che desiderano impegnarsi per un futuro diverso. Si cercherà di far sì che ogni tratto di territorio che sorge sul fiume crei solidarietà con gli altri tratti, di responsabilizzare gli uni verso gli altri, di diventare un corpo unico. L’identità della nostra testata includerà dunque non solamente buone letture e ricerche originali, ma approfondimenti che siano in grado di parlare all’intelligenza e al cuore dei lettori. Assumo l’incarico confortata dalla conoscenza della squadra e delle persone che compongono la mia redazione, professionisti di settori vari ma soprattutto persone entusiaste, cariche, disposte ad impegnarsi da sempre in associazioni e gruppi ambientali di tutela del territorio che sono sicura sapranno trovare notizie, esporre opinioni, fornire argomentazioni e suscitare l’interesse di voi lettori

che sfoglierete le pagine. E impegno chiederemo anche ai futuri sponsor e a tutti coloro che vorranno supportarci in questa avventura che, dal secondo numero, potranno essere presenti sulla testata per darci modo, in un futuro prossimo, di pubblicare anche in forma cartacea. Fare Cultura oggi, in questa fase difficile che l’ambiente e l’umanità stanno vivendo, in fondo non può che significare assumersi delle responsabilità per rendere il territorio migliore di come lo abbiamo trovato, occuparsi non solo del presente ma del futuro. Di mio mi impegnerò personalmente per fare in modo che la testata possa raccontare la vita del Fiume approfondendone la storia passata, facendolo diventare protagonista e soggetto primo di una Comunità del Chiese unità da intenti e bene comune. Oggi inizia, dunque, questo nostro nuovo viaggio. Che, come il fiume, anche in tempi bui, possa sempre scorrere verso il mare e raggiungere il suo obiettivo finale. Io cercherò a esserne all’altezza e so già che non sarà facile. (Marzia Borzi) Per scrivere al direttore o proporre eventuali contributi giornalistici inviare un’email a marzia.borzi@libero.it


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editoriale Presidente della Federazione

Dialogo sistematico per la collaborazione permanente, 1 Nell’ottobre 2018, dopo un anno Bene Demaniale più eminente a 31 e mezzo di contatti stabili, 9 Comuni, e lo fa attraversando 2 formazioni sociali no-profit Regioni e 3 Province. È un enorme operanti in alcuni tratti dell’asta patrimonio ambientale, che nessudel fiume Chiese e del lago d’Idro no può arrogarsi la presunzione di stabilirono di costituire un depauperare, cioè prosciugare, e di “Tavolo” di dialogo permanente, inquinare, cioè avvelenare. Ma finalizzato a condividere il più invece la storia fino ai giorni nostri possibile le varie problematiche ci sta facendo vedere che sopratambientali del bacino idrografico tutto la mano dell’uomo gli sta del Chiese, di cui ne è parte facendo del male: decine di chilonaturale il lago d’Idro. E questo metri di condotte forzate, che gli senso di condivisione era, ed è, tolgono il cielo aperto, ovvero finalizzato ad aiutare nel modo l’ossigenazione; e 90 anni dal 1917 maggiormente energico ogni al 2007 di sfruttamento innaturale tratto del bacino affinché sia e abnorme del lago d’Idro, dove da garantito il mantenimento del una concessione governativa di 70 “deflusso ecologico” e affinché il anni ne hanno alterato i livelli con bacino nella sua complessità prelievi addirittura fino a 7 metri venga protetto da ogni forma di verticali, poi ridotti a 3,25 metri inquinamento. Il bacino del verticali per altri 20 anni, per la Chiese è molto grande, è comproduzione idroelettrica di Vobarplesso, inizia sul versante no e per la richiesta abnorme bresciano del dell’immensa agrifinalizzato ad aiutare nel modo coltura intensiva di ghiacciaio maggiormente energico ogni dell’Adamello, aree in 40 Comuni tratto del bacino affinché sia entra subito in dell’alta e media garantito il mantenimento del pianura orientale Trentino e “deflusso ecologico” percorre la Val lombarda; e da Daone e quel alcuni anni a questa tratto delle valli Giudicarie che è parte abbiamo visto la proliferaziodenominata la “Valle del Chiese”, ne di mini centraline, oggi se ne fino ad essere immissario del lago contano 21 nel sublacuale; e poi c’è d’Idro, uno dei due immissari il depauperamento di vari tratti di insieme al torrente Caffaro. Chiese nella pianura; e poi ci sono L’emissario del lago d’Idro tutte le varie situazioni di sversamantiene il nome di “fiume menti che lo vedono essere corpo Chiese”; ecco perché è corretto e ricettore di veleni, questo in tanti naturale dire “il fiume Chiese ed punti ma in particolare da metà il suo lago d’Idro”. Il Chiese Valle Sabbia in giù. E adesso c’è percorre quasi tutta la Valle anche il gravissimo pericolo che Sabbia, fino a Prevalle, quando potrebbe arrivare dai vari Comuni poi entra nella pianura bresciana, della sponda occidentale del lago e verso Casalmoro entra nel di Garda, se il Chiese non dovesse tratto mantovano per percorrerlo venire difeso adeguatamente, fino all’immissione nell’Oglio tra divenendo il corpo ricettore anche Acquanegra sul Chiese e Cannedello scarico della depurazione di to sull’Oglio. Ben 160 chilometri, quei Comuni del Garda occidentaportando la sua ricchezza del le. E poi? Cosa si vuole farne ancora

del Chiese? Sicuramente il primo male di cui ancora sta soffrendo, il Chiese, è la carenza di cultura della solidarietà tra le sue varie 31 comunità dei rispettivi Comuni che esso bagna, quindi che ha arricchito e arricchisce; una carenza che impedisce a troppa classe dirigente degli enti locali di dialogare tra essi all’insegna della “normalità”, è assolutamente insufficiente quel dialogo che si vede a volte esserci e mirato a situazioni temporanee tra 3-4 Comuni limitrofi che cercano così di risolvere dei problemi gestionali o ambientali. Ecco che dinanzi a questa situazione complessiva e complessa, l’esistenza della nostra “Federazione del Tavolo delle Associazioni che amano il Fiume Chiese ed il suo Lago d’Idro”, frutto di quel “Tavolo” permanente avviato nell’ottobre 2018, Federazione che oggi annovera 22 formazioni sociali no-profit operanti dalla sorgente fino alla foce, ecco che l’esistenza di questa nostra organizzazione unitaria che agisce applicando un senso di pariteticità e di reale solidarietà tra le sue varie componenti è un autentico e felice processo culturale di valore antropologico. Un felice processo culturale aperto ad ogni formazione sociale, Associazione, Comitato o Fondazione che voglia entrare a farne parte, e che quindi voglia portare il suo contributo culturale e fattivo alla reale e stabile unità dei Comuni del bacino idrografico. Le parole d’ordine imperative sono: “agire per rigenerare il deflusso ecologico in ogni tratto e consolidarlo nel suo lago, e proteggere il bacino da ogni forma di inquinamento”. Questo è il patto che ci siamo dati.


editoriale Presidente della Federazione

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Dialogo sistematico per la collaborazione permanente, 2 C’è tanto da fare e non sarà facile, e servirà tanto tempo, ne siamo consapevoli ma ci siamo messi in cammino uniti e determinati per riuscire a realizzare qualcosa di veramente buono per tutto il Chiese ed il suo lago; ma se si sta all’esterno solo a guardare sicuramente non si portano benefici. Dentro il senso valoriale della nostra parola d’ordine c’è il senso della solidarietà, che significa anche lealtà, e tradotto il altre parole vuol dire “o il Chiese ed il suo lago si risanano e li si protegge nell’insieme, diversamente nessun tratto sarà sano, sarà salvo”. Questo è l’effettivo valore. E per questo la nostra organizzazione unitaria è un fatto senza precedenti, che merita il più ampio sostegno di ogni comunità del bacino del Chiese. Dopo esserci costituiti, come “Tavolo” permanente, subito abbiamo iniziato a ragionare sulla realizzazione di un “Contratto di fiume” dalla sorgente alla foce, e questo percorso è ben presente nelle nostre intenzioni. Ma contemporaneamente abbiamo dovuto affrontare il gravissimo pericolo del teorizzato trasferimento della depurazione del lago di Garda occidentale nel nostro bacino; se ciò accadesse sarebbe una sciagura che andrebbe a sommarsi ai già gravi problemi che ho elencato sopra. Nessuno può, se parla onestamente, affermare che l’immissione di uno scarico di un depuratore di 200 mila abitanti possa entrare nel Chiese senza causare danni ecologici permanenti; oltre ai problemi che tutt’ora ha, il Chiese, perché spesso gli viene fatto mancare il deflusso ecologico e quindi non è un corpo

ricettore idoneo, il Chiese deve vari territori dell’asta fluviale ricevere principalmente gli scarichi sento un intimo piacere relaziodella depurazione dei suoi 31 nare, piacere che m’infonde una Comuni che lo abitano. Da qui si crescente voglia e passione per può solo comprendere che è inacaffrontare le varie situazioni cettabile per principio che questo problematiche di ogni tratto. E nostro bacino divenga anche il questo mio stesso sentimento lo corpo ricettore di altri bacini. E intravedo nei Delegati della tutti coloro che pensano e agiscono Federazione; allora capisco che secondo soluzioni che non Nessuno può, abbiamo intrapresono intransigenti su so la strada se parla onestamente, questo principio, non giusta. Con affermare che fanno il bene del Chiese, l’immissione di uno questo editoriale non assicurano il bene del scarico di un depuratore desidero ringraChiese. La nostra Federa- di 200 mila abitanti ziare la signora zione, in particolare con possa entrare nel Chiese Marzia Borzi, di questa “Rivista bimestra- senza causare danni Montichiari, le”, vuole espressamente ecologici permanenti; Direttore responraggiungere con uguale sabile della oltre ai problemi voce ogni angolo del Rivista; ha accolche tutt’ora ha bacino del Chiese; si vuole to con immediadialogare con ogni cittadino e con tezza e evidente trasposto la ogni pubblico amministratore, nostra richiesta. Sento anche il trentino, bresciano e mantovano, desiderio di rivolgere un ringraper informare tutti nello stesso ziamento al signor Mario Leommomento su quando succede e su bruno, giornalista bresciano che quanto noi pensiamo di fare. E ci ha preso per mano nell’autusiamo senz’altro aperti alla collanno 2020, quando questa Rivista borazione di ogni persona che era solo una intenzione; con lui desideri utilizzare questo canale abbiamo creato la struttura informativo e di approfondimento basilare e il senso iniziale di per rivolgersi in un sol colpo a realizzare un giornale di alto tutte le genti del Chiese e del suo profilo. E, ultimi ma ovviamente lago; il felice processo culturale non ultimi, a nome della Federaavviato vuole camminare col zione voglio rivolgere un abbracmaggior numero di gambe possibicio ed il grazie ai redattori, che le. Dobbiamo riuscire, costi quel attribuendosi ognuno l’impegno che costi, a compiere questo passo di seguire le 5 macro aree del storico della sistematica unità delle bacino, individuate nel “Trentigenti che si identificano come no, Lago d’Idro, Valle Sabbia, cittadini del Chiese e del suo lago. Pianura Bresciana, Pianura Volentieri, andando verso la Mantovana” hanno contraddiconclusione di questo mio editoriastinto con reale solidarietà e le di presentazione della “Rivista”, amore questa Rivista che vuole confesso che pur sentendo profondivenire Voce del valore antropodamente radicate in me le radici logico delle varie comunità del dell’alta Val Sabbia, quando inconChiese. A presto per ogni cosa. tro i collaboratori Delegati della Federazione o altre persone dei (Gianluca Bordiga)


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area del Trentino Dalla sorgente

RISALENDO IL FIUME CHIESE VERSO LA CULLA TRENTINA DELL’ADAMELLO Il fiume Chiese nasce nel della Valle del Chiese, nell'eto a titolo di feudo a sette gruppo dell'Adamello, più stremo lembo sud-occidentale famiglie di Storo, cui fu dedicaprecisamente dal monte Fumo del Trentino. È composto da to lo stesso stemma stesso della in Trentino, e percorre le valli due frazioni: il paese di Bondocittadina. di Fumo e di Daone formando i ne e il paese di Baitoni nella Con regio decreto 1º marzo laghi artificiali di Malga Bissipiana alle foci del fiume Chiese 1928 n. 540 i Comuni di Darzo, na, di Boazzo e di Ponte abitato dalla metà del XIX Lodrone e Bondone furono Morandino. A Pieve di Bono secolo dopo la bonifica. aggregati a quello di Storo. entra nella Valle del Chiese che La sua storia si intreccia con Venticinque anni dopo, con appartiene alle Valli Giudicarie quella del vicino legge regionale n°10 del 24 Inferiori accogliendo le acque Comune di Storo e Tra i persoagosto 1953, venne ricostidel torrente Adanà e con la storia naggi più in tuito il Comune di BondoIl Comune di andando subito dopo dei conti ne con la circoscrizione vista nella Bondone ha a formare il bacino Lodron. Il territoriale preesistente. storia di avuto la conferartificiale di Cimego. documento Bondone Tra i personaggi più in Più a sud si getta nel ma della Banpiù antico vista nella storia di Bondoricordiamo lago d'Idro nei pressi diera Blu sulla zona a Tullio Baroni ne ricordiamo Tullio 2021-2022 per di Baitoni (Comune nord del Baroni, deceduto in comdi Bondone) entrando la spiaggia lago d'Idro è dell'anno battimento nellaguerra civile di «Porto Camain Lombardia (Pro1000 e contiene l'invito Spagna nel marzo 1937 otterelle» di Baito- ai padri benedettini di vincia di Brescia). nendo la medaglia d'oro al valor ni, sul Lago Iniziamo il nostro san Pietro in Monte militare alla memoria come d'Idro viaggio in risalita, presso Brescia perché «tempra eccezionale di soldapartendo proprio dal vengano a fondare un to». Era un alpino ed è ricordaComune di Bondone. monastero. I monaci si insediato fra le dodici medaglie d'oro Il Comune di Bondone ha no sulla sponda di San Giacosul vessillo della sezione ottenuto la Bandiera Blu 2018 mo e da qui guidano la bonifica trentina dell'Associazione per la spiaggia «Porto Camareldelle paludi del Pian d'Oneda. nazionale alpini. le» di Baitoni, sul Lago d'Idro. Un documento del 1086 riguarProseguendo lungo la SS237, Un ambito riconoscimento da un contratto di affitto agli immersi nella Valle del Chiese, internauomini troviamo, dopo Baitoni, i zionale . di Anfo territori di Ponte Caffaro, Bondone per Lodrone, Darzo e Storo per fa anche alcuni arrivare a Borgo Chiese e alla parte del pascoli centrale di Cimego ed addenClub “ I presso il trarci nella Val di Daone, che si Borghi Caffaro e sviluppa per una lunghezza di più Belli il diritto circa 30 chilometri fino alle d'Italia” di pesca falde del gigantesco Gruppo e confina sul lago. dell’Adamello, dai cui ghiacciai con i Comuni bresciani di Nell'indicare i confini si hanno origine i torrenti che Magasa, Valvestino, Bagolino, nomina un “castrum de summo formano il fiume Chiese, nono Idro e Ledro. lacu” (un castello alla sommità fiume italiano per lunghezza e Bondone, con i suoi 642 abitandel lago d'Idro). Pare fosse il portata, fino all’imbocco con il ti, è collocato su un pianoro a castello di san Giovanni di fiume Oglio nella provincia di mezza montagna a 720 m s.l.m. Bondone che in un documento Mantova. (MC) ed è il Comune più meridionale del 24 agosto 1189 viene affida-


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area del Trentino sfruttamento della risorsa idrica

DIGHE E CENTRALI ELETTRICHE LUNGO LA VALLE DEL CHIESE IN TRENTINO DIGA DI MALGA BOAZZO Per raggiungere la diga Malga Boazzo si abbandona la SS237 nei pressi di Pieve di Bono in direzione Daone. Raggiunto il paese, si prosegue lungo la strada che si inerpica nella valle. Appena fuori dal centro abitato si incontra una deviazione verso sinistra che porta più in basso fino alla diga di Ponte Murardin. Dopo una decina di chilometri si inizia a notare l’immensa struttura della diga di Malga Boazzo. Si costeggia ora il lago fino a raggiungerne la parte opposta dove si trova la strada di ingresso alla centrale da dove parte anche la funivia usata dagli addetti ai lavori per raggiungere la diga di Malga Bissina nei mesi invernali. La diga non è accessibile al pubblico. La Centrale di Malga Boazzo per la produzione di energia elettrica si trova nel cuore della Val di Daone, a quota 1224 metri, e ha una capacità di 11.800.000 m3. Si tratta di una tipologia impianto con centrale a serbatoio. La società concessionaria è la Hydro Dolomiti Energia, con sede nel Comune di Daone. Viene alimentata principalmente dalle acque del fiume Chiese ma anche da 14 suoi affluenti. Fu costruita nel 1959, ha una potenza

di 95MW e le sue turbine sono di generazione Pelton. È stata costruita dalla Società Idroelettrica Alto Chiese (Gruppo Edison) su progetto dell’Ing. Claudio Marcello con la collaborazione dell’Ing. Giuseppe Candiani e

dell’Ing. Francesco Contessini, e con la consulenza del Prof. Giorgio Dal Piaz per la parte geologica. I lavori di costruzione iniziarono nei primi del ’53 e vennero ultimati nel Settembre del ’55. L’invaso creato dallo sbarramento ha un volume complessivo di 12,260 milioni di m3, una quota di massima regolazione a 1224.50 m s.l.m. e una lunghezza di circa 2.400 km. DIGA DI MALGA BISSINA La Diga di Malga Bissina è lo sbarramento più spettacolare, eretto all'imboccatura della Val di Fumo, a quota 1778 metri e capace di contenere fino a 360.000.000 m3 d’acqua. Oltre all’acqua del fiume Chiese viene convogliata e utilizzata anche l’acqua dei torrenti Danerba, Copidello, Rondon, Predon, Manoccolo, Rossola, Gellino, Larga, Campo, Saviore, Signorine e Re di Castello. La diga di Malga Bissina è raggiungibile da Malga Boazzo anche tramite una funivia per addetti ai lavori. Il suo lago artificiale, denominato anche “serbatoio”, ha una capacità utile di circa 60 milioni di metri cubi con quota di massimo invaso a 1.789 m ed è formato dalla diga rettilinea di calcestruzzo a gravità alleggerita con coronamento lungo 563 m a quota 1790 m s.l.m. e

un'altezza di 81 m. Dal 2001 sulla parete della diga si svolge annualmente una gara di speed, denominata Speed Rock. Questa competizione è divenuta una tappa della Coppa del mondo speed di arrampicata dalla stagione 2003. A volte la diga è anche aperta al pubblico e in tali

occasioni si possono visitare i suoi interni e si può passare sopra di essa. DIGA DI PONTE MURANDIN La diga di Ponte Murandin è stata costruita dalla Società Idroelettrica Alto Chiese (Gruppo Edison), su progetto di Claudio Marcello con la collaborazione di Giuseppe Candiani e Francesco Contessini, e con la consulenza del Prof. Giorgio Dal Piaz per la parte geologica. I lavori di costruzione iniziarono nel Febbraio del ’55 e vennero ultimati nel Luglio del ’56. Il manufatto va ad alimentare la Centrale di Cimego. Esso è a gravità ordinaria in calcestruzzo ad andamento planimetrico leggermente arcuato ed ha un volume complessivo di 9000 m3. Il bacino ha un volume complessivo di 0,330 Mm3 che però va riducendosi notevolmente per via dell’ingente quantità di detriti che vanno via via accumulandosi sul fondo del bacino ad ogni piena. CENTRALE DI CIMEGO La Centrale di Cimego fu costruita nel 1953, anch’essa con tipologia “Centrale a serbatoio” e turbine Pelton dalla Società concessionaria “Hydro Dolomiti Energia”. Ha una potenza complessiva di 229 MW ed è la centrale più potente dell’impianto idroelettrico dell’Alto Chiese CENTRALE DI STORO La Centrale di Storo è stata realizzata nel 1960 con tipologia di impianto “Centrale a bacino”, dalla Società concessionaria nota con il nome di Hydro Dolomiti Energia. Esprime una potenza di 20 MW tramite le sue turbine Francis. (MC)


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area del Trentino Lago d’Idro BELLEZZA E ARTE DEL BENESSERE TRA LE MALGHE NELLA VALLE DEL CHIESE La Valle del Chiese in Trentino, attraversata dall’omonimo fiume, offre un panorama incredibile di opportunità a tutti coloro che amano la montagna, a partire dalle occasioni sportive e storiche offerte dall’Adamello fino all’imbocco con il lago d’Idro. Fauna e Flora, lungo questo splendido percorso, sono ricche di vitalità. Senza dimenticare i boschi rigogliosi ed campi di mais che alimentano la farina gialla di Storo. La Valle del Chiese si inserisce nel Gruppo delle Giudicarie, un territorio che si sviluppa nel Trentino occidentale e che si distende attorno alle Dolomiti di Brenta dal Lago d’Idro a Madonna di Campiglio e dal Lago di Molveno a Comano Terme nelle Giudicarie esteriori fino al Ballino, la porta sul Garda. La Valle del Chiese coi suoi Comuni copre 435 km2 delle Giudicarie, quasi la metà dell’intero territorio. Questa vasta area del Trentino offre innegabilmente molti punti di forza tutti da scoprire. Dalle pagine di pubblicità per l’attrazione turistica troviamo e sottolineiamo messaggi come questo: «La ricchezza di acqua delle molte valli, affiancata ad un centinaio di laghi e laghetti alpini, fanno delle Giudicarie un vero e proprio

paradiso per la pesca in Trentino. Ma non solo, il vasto territorio delle Giudicarie offre anche tutto quello che serve per praticare gli sport più

avventurosi e adrenalinici». Infatti, ovunque tu vada, trovi innumerevoli percorsi di Mountain Bike, «lungo prati, boschi e pascoli d’alta quota, lungo belle strade forestali e storiche mulattiere risalenti alla Prima Guerra Mondiale, come nel caso del Giro dell’Orizzonte». Non manca la possibilità di praticare ferrate lungo i dorsi delle montagne e scuole di arrampicata. Altri sport praticabili nella Valle del Chiese vanno alla grande: scialpinismo, canyoning, trekking, lungo decine di itinerari nella natura da svolgere tra i rifugi e le selvagge montagne del Parco Naturale Adamello Brenta e nella Val di Fumo che si apre ai piedi del Carè Alto, definita da più parti il “Canada Trentino”. A far da corona alla Val di Fumo troviamo il ghiacciaio della Lobbia, raggiungibile dalla val di Genova, dove si trova la culla del fiume Chiese, in un ambiente naturale ancora incontaminato e

colorato dai cespugli di rododendro.

In fondo alla valle è raggiungibile il Rifugio Val di Fumo, aperto al pubblico nel 1960, dove è facile trovare ospitalità. Raggiunta la diga di Malga Bissina si può proseguire verso il monte Re di Castello, che si specchia nel lago della diga ed accoglie la Malga Boazzo. Da non perdere le passeggiate di famiglie e gruppi ai piedi delle cascate della Valle di Daone, per ammirarne il fascino durante la bella stagione. Le stesse cascate in inverno diventano meta di appassionati sportivi per le arrampicate su ghiaccio. Acqua, bellezza e colori, fauna in terra, aria ed acqua, flora rigogliosa non solo attorno alle due dighe principali, Bissina e Boazzo, ma anche tra i laghi alpini di Campo (1944 m.), Copidello (1968 m.), Casinei (2060 m.), Lago Nero ai piedi del monte Bruffione a 2150 m. s.l.m. Laghi, vallate, acque scorrenti, boschi che ospitano numerose malghe con pascoli di alta montagna dove bovini, capre e cavalli vengono portati all’alpeggio dove i turisti trovano ambienti naturali con possibilità di scatti fotografici inediti ed assaggio di prodotti caseari di assoluta qualità, descritti quali «prodotti di malga che hanno un sapore che si riconosce subito, al primo assaggio, che ci parla di genuinità ed autenticità grazie al progetto "Malghe Aperte" dove si accolgono numerosi ospiti e visitatori, desiderosi di partecipare alla vita in malga: dalla mungitura alla produzione dei formaggi di malga trentini. Per le famiglie, inoltre, è possibile partecipare a laboratori creativi, dedicati ai bambini». (Mario Cherubini)


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area del Lago d’Idro BATTAGLIA POPOLARE, TENACE E ANNOSA PER SALVARE QUESTO PATRIMONIO NATURALE, 1 LA “QUESTIONE” LAGO D’IDRO – LOTTA IMPARI TRA DAVIDE E GOLIA

altri temi parlando, per esempio, di rispetto dell'ambiente e di gestione dell'irrigazione. Un atteggiamento al quale abbiamo fatto l'abitudine, ma

Verso la primavera del 2017 le associazioni Legambiente Lombardia e Amici della Terra – Club Lago d’Idro e Valle Sabbia approntarono una petizione in difesa del fiume Chiese, dalla sorgente al lago d’Idro, fino allo sbocco in Oglio, indirizzandola ad enti e associazioni presenti su tutta l’asta del corso d’acqua. La prima riunione illustrativa avvenne a Remedello e, con esplicito riferimento alla «Questione Lago d’Idro» provocò immediatamente la replica mediatica di Regione Lombardia per bocca di Viviana Beccalossi (Assessore regionale al Territorio, Urbanistica, Difesa del suolo e Città metropolitana):

che non ci distoglie dal nostro dovere istituzionale che rimane

LA SICUREZZA PRIMA DI TUTTO «Per l'ennesima volta è utile ribadire che gli interventi previsti nella zona del lago d'Idro non sono discrezionali ma obbligatori sottolineava Beccalossi - Le opere che riguardano questo territorio vanno realizzate per garantire la sicurezza dei cittadini e delle aree interessate. Purtroppo, ciclicamente c'è chi fa finta di non capire e prova a spostare l'attenzione verso

quello di garantire innanzitutto la sicurezza. Sicurezza che non riguarda solo i Comuni rivieraschi ma anche quelli che a valle si affacciano sul corso del fiume Chiese. Ribadiamo, ancora una volta – concludeva l’assessore - che Regione Lombardia, continua a essere disponibile al confronto con tutti. Ma il dialogo non può produrre effetti se avviene tra chi, in maniera preconcetta, ragiona a senso unico». Com’è noto, la faccenda riguardava in particolare le nuove opere di regolazione messe in cantiere da R.L. fin dal 2004, poi finanziate in prima battuta dal CIPE nel 2005 (governo Berlusconi) e sfociate poi in uno sciagurato accordo di programma del 2008 con le Amministrazioni rivierasche. Negli annosi sviluppi burocratico - progettuali sono come di regola lievitati i costi, sono subentrate nuove norme

comunitarie di sostenibilità ecologica (DMV-DEF), e quindi è finora rimasto tutto al palo; finché è adesso caduto anche il palo: quel progetto (peraltro già appaltato) risulta ora eufemisticamente “inadeguato” rispetto alle osservazioni del MIT e «gli è tutto da rifare», come diceva Bartali. Sulle incongruenze tecniche che hanno portato a questa momentanea conclusione (R.L. e comparto agricolo non demorderanno di certo), non entriamo per il momento nei dettagli. Rimarchiamo però almeno l’incongruenza tra le motivazioni sopra riportate con quelle che la stessa Beccalossi enunciò (da altro assessorato) e sempre mediaticamente, nel novembre 2004:

GALLERIA DI SCARICO PER L’ERIDIO «Nuovo ed importante passo avanti per quanto riguarda la tutela e la salvaguardia del lago d’Idro: infatti la Regione, su proposta del mio assessorato, ha stanziato 540.000 euro per l’esecuzione della nuova galleria di scarico del lago». Viviana Beccalossi, vicepresidente e assessore regionale all’agricoltura annunciava così la decisione della Giunta della Lombardia di concedere al Consorzio del Chiese un contributo che permetteva di iniziare le procedure per porre in essere un progetto utile e importante. «L’Assessorato è da tempo al lavoro per trovare una soluzione che soddisfi le esigenze di


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area del Lago d’Idro BATTAGLIA POPOLARE, TENACE E ANNOSA PER SALVARE QUESTO PATRIMONIO NATURALE, 2 chi ha realmente ha cuore il destino di questa preziosa risorsa. Attraverso questo atto e con la continua attenzione ad un problema che non riguarda una sola comunità ma una grande provincia e un’intera regione confermiamo il nostro impegno a trovare soluzioni moderne ed efficaci. In più di un’occasione ho confermato che il Piano delle grandi opere di bonifica e di irrigazione della Lombardia ha come priorità assoluta la realizzazione di una nuova galleria per lo scarico di fondo del Lago d’Idro, opera questa che garantisca il prelievo per l’irrigazione. Un intervento da 25 milioni di euro che, con questo primo ed importante stanziamento di 540.000 euro imbocca la strada che porterà prima al progetto esecutivo e quindi alla realiz-

un territorio» (settembre 2017). Come abbia origine, poco più di cent’anni fa, lo sfruttamento delle acque del lago d’Idro, è cosa documentata, economicamente motivata, ma già allora si sentì la necessità di corroborarla ipocritamente con sbandierati vantaggi per le popolazioni locali; come sia tuttora radicata quella logica ottocentesca, e soprattutto come essa trovi tuttora granitica sponda politico-istituzionale, è un bel problema. Su questo versante anzi, ora come allora, si vuol continuare padronalmente lo sfruttamento delle acque sulla base di un progetto di «valorizzazione» del lago. Appare chiaro che dalle nostre parti, soprat-

zazione dell’opera». Tra una piroetta dialettica e l’altra, la sostanza è sempre stata evidentemente quella di consolidare un uso prevaricante delle acque del lago al servizio di un unico comparto produttivo, senza nessun riguardo per la naturalità millenaria di quell’ambiente e per la gente che lo abita. Tant’è che uno dei massimi rappresentanti di quel comparto, Ettore Prandini, può tranquillamente dichiarare alla canéa agricola osannante che «…il lago d’Idro nasce come bacino di accumulo con un’unica finalità: l’utilizzo per i terreni agricoli» e inoltre che in tale contesto «… il ragionamento non può essere fatto solo sul lago, ma dobbiamo tenere in considerazione tutto quello che è

tutto a livello istituzionale, non si sono fatti molti passi culturali in avanti sul fronte di un’equilibrata gestione del territorio, nonostante l’innegabile maggior diffusione di sensibilità per la salvaguardia ambientale. Fortunatamente qualche vigorosa azione di contrasto, dal basso, non si è mai esaurita, sebbene possa effettivamente apparire come lo scontro biblico tra Davide e Golia.

I nostri nonni e bisnonni, soli com’erano, non senza a loro volta lottare come poterono, dovettero soccombere. Noi oggi abbiamo a disposizione altri mezzi che ci consentono di allargare la platea dei resistenti e aggregare forze sparse sul territorio ma unite da comune sentire. Nella speranza che magari Davide sia più cresciutello e Golia magari un po’più invecchiato di qualche anno fa. (Giancarlo Melzani)


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area del Lago d’Idro ROCCA D’ANFO, PATRIMONIO INTERNAZIONALE

Si apre la stagione estiva e per coloro che amano la natura, desiderano immergersi nella storia o sono sportivi a cui piace unire l’utile al dilettevole, la “Rocca d'Anfo” è decisamente l’itinerario più consigliato. Si tratta di un complesso militare fortificato, eretto nel XV secolo dalla Repubblica di Venezia, sul pendio del Monte Censo nel Comune di Anfo in Val Sabbia. La struttura fu successivamente rimaneggiata e utilizzata da Napoleone Bonaparte (tanto da essere considerata oggi la fortezza napoleonica più grande d’Italia) e

in tempi più recenti dall’Esercito Italiano che la utilizzò fino al 1975 con funzione di addestramento leva, polveriera e deposito d’armi. Succes-

esplorarla potrà scegliere tra tre itinerari: 1) Storico dal 1500 alla Seconda Guerra Mondiale 2) Architettonico fatto di gallerie, scale, caserme e palazzi museo 3) paesaggistico che regalerà viste mozzafiato sui monti e sul lago. La visita è impegnativa e richiede scarponcini, abbigliamento comodo, una torcia, rifornimento d’acqua e qualche snack per affrontare gli oltre 600 scalini che portano alla conquista della cima di questa fantastica costruzione, dimostrazione di come l’uomo riesca ad adattare la natura impervia alle proprie esigenze e che tutto l’Europa ci invidia. (Marzia Borzi)

sivamente fu poi dismessa e rimase a disposizione del Ministero della Difesa fino al 1992. L’escursione in questo luogo magico è sicuramente impegnativa ma suggestiva ed emozionante. Il viaggiatore che vorrà


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area della Valle Sabbia

IL VRENDA DI ODOLO: un affluente del Chiese, 1 Il torrente Vrendra di Odolo, così chiamato per distinguerlo dal Vrendra di Vallio, è uno degli affluenti più importanti della sponda destra del Chiese al di sotto del Lago d’Idro. Scorre, ad andamento irregolare, con ampie o strette anse per circa nove chilometri e mezzo, iniziando il suo corso dal confine fra i Comuni di Vallio e di Odolo, dalla confluenza dei Canali Calafra e di Gazza. Durante il percorso confluiscono nel Vrenda, oltre a vari rii, le acque del Torrente Bondaglio, del Torrente Mondarone e del Torrente Visello che scendono, rispettivamente, da Agnosine, Bione e Preseglie. Il bacino idrografico del Vrenda è molto ampio, circo 39 chilometri quadrati, e il suo corso interessa i Comuni di Odolo, Preseglie e Sabbio Chiese dove, in Località Santuario, si immette nel Fiume Chiese nei pressi dei “due ponti”. Il torrente è regimato e non presenta particolari criticità da punto di vista idraulico: alterna tratti naturali in alveo di roccia a tratti in alveo artificiale, spesso tombinato soprattutto nella parte alta, per poi scorrere libero. La bellezza del corso d’acqua è tutelata dai Comuni che attraversa, i quali, anche con progetti di riqualificazione, mantengono pulite le sponde e le valorizzano

con percorsi pedonali e parchi. Alcuni fatti hanno interessato, anche negli ultimi tempi, il torren-

te Vrenda causandone l’inquinamento. Nel dicembre 2016 il corso del Vrenda era stato ricoperto da schiuma, probabilmente causata dalla rottura di un macchinario industriale che conteneva liquido lubrificante; nel luglio 2020 vi furono segnalazioni per una chiazza nera nel corso d’acqua e venne indivi-

duata un’azienda che lavora acciaio come probabile responsabile dell’episodio. Affluenti del Vrenda, come ad esempio il Rio Vergomasco, mostrano altrettante criticità, attraversando terreni che, nel tempo, soprattutto nel territorio di Odolo, sono stati adibiti a discariche di rifiuti. Lo scorso anno i Carabinieri Forestali sequestrarono un’area interessata da deposito di scorie siderurgiche che già nel 2011 era stato segnalato da Guardie Giurate Venatorie del WWF le quali, nella denuncia inviata alla Procura di Brescia, così descrivevano la situazione: «Il letto del torrente Vergomasco era completamente ricoperto da una sorta di patina melmosa di colore bianco latte per uno spessore variabile di alcuni centimetri. Tale patina ricopriva interamente l’alveo del Rio per circa 500 metri fino alla confluenza con il Fiume Vrenda che a sua volta è affluente del fiume Chiese. Risalendo il Rio Vergomasco si poteva raggiungere un’area circondata da una recinzione a rete che racchiudeva un fabbricato e quella che apparentemente sembrava una discarica di inerti.


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area della Valle Sabbia

IL VRENDA DI ODOLO: un affluente del Chiese, 2 A lato del fabbricato si poteva chiaramente vedere attraverso la rete la presenza di una tubazione da cui fuoriusciva dell’acqua. Dallo stesso punto si formava la patina melmosa bianca che poi continuava nell’alveo del torrente Vergomasco che ne appariva completamente ricoperto, tanto da presentarsi apparentemente biologicamente morto». Risale invece all’inizio aprile di quest’anno un altro sequestro, a Odolo, relativo ad una vecchia discarica abusiva scarichi di un’ex acciaieria che colava liquidi nel Rio Madonnino. La speranza è che una più intensa attenzione da parte delle Amministrazioni locali e delle Forze dell’Ordine, unita ad una maggiore sensibilità ambientale che si sta sviluppando soprattutto nelle nuove generazioni, inducano anche chi ha come fine principale il profitto a gestire le proprie attività considerando come

primario bisogno il rispetto delle matrici ambientali (acqua, aria, suolo, natura e biodiversità). (Luciano Gerlegni)

iniziata la discussione e poi la realizzazione dell’opera per ridurre il Lago d’Idro a serbatoio per l’uso irriguo che avrebbe portato a soddisfare le esigenze degli agricoltori della pianura. (Luciano Gerlegni)

SCAMBIO DI BACINI Molto spesso, anche nei secoli scorsi, le alluvioni hanno colpito i paesi della Valle Sabbia, talvolta devastandoli. Il rischio alluvioni è ora attentamente controllato, monitorando i corsi d’acqua che attraversano la valle e lo stesso Chiese, prestando attenzione al rischio idrogeologico e cercando di approntare tutti gli interventi che si ritengono necessari al fine di evitare allagamenti al verificarsi dei sempre più frequenti eventi atmosferici estremi. Alla fine dell’Ottocento destò preoccupazione in Valle la proposta di un progetto che prevedeva di arricchire le acque del Chiese con quelle dell’Arnò, rio che scorre fra Bondo e Breguzzo, in Trentino, immettendosi poi nel Sarca (uno scambio di bacino idrico che sembra diventata un’abitudine…). I Comuni della Valle erano preoccupati che la nuova massa d’acqua potesse costituire un’ulteriore minaccia per i paesi dell’area ed eventualmente causare danni ai territori. Il progetto venne valutato per diversi anni poi scomparve: era


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area della Valle Sabbia

I RAGAZZI AL PARCO DI NOZZA «Ci piace stare qui. Il Fiume è una presenza e lo guardiamo spesso» È un sabato pomeriggio della seconda metà di maggio. Il cielo quasi minaccia pioggia ma il clima è mite. Dopo un lungo periodo di reclusione e di lezioni a distanza, l’aria aperta dà un senso di libertà e di liberazione. Il colore predominante è il verde: gli alberi e l’erba splendono asciutti dopo i rovesci dei giorni precedenti. Dal ponte ciclopedonale si vede il torrente Nozza che si immette nel Fiume che scorre veloce. Il parco è tranquillo e tenuto bene. Alcuni ragazzi sono sdraiati a terra, a fianco delle loro bici; altri palleggiano scambiandosi il pallone; altri ancora sono seduti sulle panchine. La stagione e la temperatura non ancora stabili si riflettono anche sui vestiti indossati: c’è chi è in pantaloncini e maglietta e chi invece in jeans e giubbino. Nessuno ha il cellulare in mano. Non sono solo di Vestone, ma anche di Provaglio, Casto e Sabbio Chiese. Basta avvicinarli per sentirli raccontare… «Il Fiume è bello, è bello stare qui, ci veniamo quasi ogni giorno. L’acqua è pulita. Si sporca quando piove, diventa marrone e ci preoccupiamo anche se sappiamo che è dovuto ai torrenti che si immettono, pieni, nel corso del Chiese. Quando è di quel colore ci piace di meno».

«Si riescono ancora a pescare trote e cavedani (caasì) però fai fatica a prenderli». «Nel Fiume c’è sempre acqua, qualche volta più bassa, qualche volta più alta, ogni tanto ci capita di vedere rifiuti che passano nella corrente e cerchiamo di tirarli su, se ci riusciamo, però succede raramente. Qui è pulito, più in giù, lungo il corso del fiume c’è più sporco». «Ci piace stare qui. Il Fiume è una presenza e lo guardiamo spesso mentre giochiamo, parliamo,

corso hanno rispetto del Chiese. Le centrali idro-elettriche iniziano più in basso come pure le escursioni fluviali e gli sport con canoa». Gli riferisco che le loro parole compariranno sul primo numero di «Acqua del Fiume Chiese che Unisce», un giornale internet. Speravano di essere pubblicati su di un quotidiano cartaceo locale già diffuso ma sono contenti lo stesso e non hanno nessun timore ad esprimere il proprio pensiero e a raccontare del Fiume Chiese, anzi contenti di poterlo fare. Non resta che ringraziare Alessio, Alberto, Jong Ali 04, Leonardo e tutti gli altri. Il Fiume Chiese fa parte della vita di questi ragazzi non solo per il tempo libero trascorso sulle sue rive o perché qualcuno ci abita proprio a ridosso, ma soprattutto per l’attenzione che pongono alla sua condizione, nonostante gli alti e bassi che la natura, e gli uomini, gli riservano. (Luciano Gerlegni)

discutiamo, ci divertiamo» «Spesso ci avviciniamo e mettiamo i piedi in acqua, si sta bene». «Non abbiamo mai visto chiazze di inquinamento, si vede che anche le industrie che ne fiancheggiano il


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area della Pianura Bresciana

LA VOCE DEL FIUME CHIESE «Questa è una storia quasi vera, forse una favola o forse no. Spesso le mie passeggiate mi portano sulle rive del nostro fiume, il Chiese, io abito a Montichiari dove il fiume scorre anche all’interno di questo territorio, dove ancora oggi ai ragazzi piace costruire rifugi sugli alberi che crescono sulle sue rive, e dove si possono ammirare anche molte specie di volatili che trovano riposo e sostentamento sulle rive stesse. Mi piace sedermi sull’argine e guardare l’acqua, sentirne il suo rumore tra i sassi al suo scorrere, ed è in uno di questi momenti che un giorno mi è parso di sentire anche una voce, era il fiume che parlava, voleva farsi sentire; In quel momento tanto fu lo stupore e la paura ma nonostante ciò mi lasciai andare ad ascoltare tra il gorgoglio delle sue acque la sua voce, voce che mi sembrò molto limpida e spensierata. Mi guardai in giro per rassicurarmi che non fosse lo scherzo di qualcuno, ma realizzai subito che non lo era, molto incuriosito allora mi misi in silenzio ad ascoltare. Molto educato si presentò e mi raccon-

tò storie che partono dal Trentino, dove egli nasce, ed arriva fino nel mantovano dove si ricongiunge con il “fratello” Oglio attraversando pianure; storie piene di vita, piene di gente, di animali che da secoli si fidano e affidano a lui per l’agricoltura, per la sua preziosa acqua, storie semplici ma belle. Dopo avermi raccontato un po’ della sua vita, il tono della sua voce cambiò di colpo, in quel momento mi spaventai anche un po’ a tal punto che anche il mio cane corse vicino a me come impaurito, ma continuammo insieme ad ascoltarlo; anche gli uccellini che fino a quel momento avevano accompagnato con i loro cinguettii questo strano incontro, di colpo tacquero, e da quel momento silenzio assoluto, solo la voce del Fiume, educata nei toni, ma fermo e deciso nelle domande, così riprese “Vorrei capire tante cose di voi umani, ma in questo momento mi è difficile, e voglio chiedere il tuo aiuto e sfogarmi con te, disse, non leggo i giornali e non guardo la televisione, ma ascolto a lungo il mio scorrere e la gente. La gente parla di alcune cose che mi preoccupano molto; cose che riguardano la mia vita, parlano di

uomini che vorrebbero riempire il mio bacino con delle acque che voi chiamate di depurazione, che non sarei in grado di diluire, lo sai, spesso il mio corso d’acqua è lento e umile, tu stesso lo hai attraversato a piedi la scorsa settimana, ricordi? Come posso io risolvere un problema così grande per me? Si vocifera anche che si potrebbero percorrere altre strade, migliorare e perfezionare le soluzioni che già ci sono, evitare di deturpare ulteriormente altri chilometri e chilometri di campagna evitando quindi poi di mettere in pericolo per sempre la mia vita. Io ho dato tanto alle terre in cui scorro, in questi secoli, e darò ancora tanto, ma una cosa voglio dirtela, non è giusto trattarmi così! Avrei ancor tante cose da chiederti, tante cose che non capisco, ma vedo nel tuo sguardo, e anche in quello del tuo cane, che anche voi siete dispiaciuti e come me non capite certe cose e certe valutazioni fatte da alcuni uomini, ma vedo nel vostro sguardo e percepisco in voi e in tantissima gente la voglia di aiutarmi. Grazie per avermi ascoltato”. Ad un tratto ricominciai a sentire il gorgoglio dell’acqua e il vociare degli uccellini, il fiume in quel momento finì di parlarmi. Forse come ho scritto all’inizio questa esperienza è solo una favola, o forse no; voglio solo sperare che l’uomo ricominci davvero ad ascoltare la natura e gli animali, c’è ancora tanto da imparare da loro». (Gigi Rosa)


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area della Pianura Bresciana

DOV’É PIÙ AZZURRO IL FIUME ? NON A MONTICHIARI. «Dov’è più azzurro il fiume» è il titolo di una bella novella scritta da Italo Calvino, una di quelle che fanno parte del romanzo «Marcovaldo ovvero le stagioni in città». Nel racconto, il protagonista, Marcovaldo appunto, decide di fermarsi nei pressi di un torrente dalle acque azzurrissime per pescare delle tinche ma una guardia comunale lo avvisa che il colore delle acque non è naturale ma dovuto al forte inquinamento causato da una limitrofa ditta di coloranti. Ecco, se Marcovaldo fosse arrivato nella pianura del Chiese, a Montichiari, più precisamente nella zona che va dal ponte di Borgosotto fin oltre il depuratore comunale, avrebbe avuto una vasta scelta di colori su cui poter meditare, magari non l’azzurro cobalto ma ben altre tonalità che si presentano periodicamente a tingere le acque del fiume. A seconda degli sversamenti che spesso vengono segnalati da ambientalisti o anche solo persone comuni, infatti, si possono notare sfumature bianche, gialle o marrone scuro. Nelle ultime settimane per ben due volte, ad esempio, è stata denunciata la presenza di schiuma bianca che copiosa usciva dalla zona adiacente ad depuratore

della Rampina e altre segnalazioni

sono arrivate il 1° giugno in merito alla defluizione nella stessa area di acqua schiumosa di color marrone. Precedentemente erano stati girati video che documentavano ampie chiazze giallastre all’altezza del ponte di Borgosotto. Molto spesso questi episodi avvengono nel fine settimana o di notte rendendo difficile l’individuazione dei colpevoli degli sversa-

menti abusivi. Non sempre il colore delle acque è indice di inquinamento, però, e la stessa Arpa ci tiene a sottolineare che la colorazione marrone può essere dovuta a terra di avanzo irrigatorio che entra nelle tubature rendendo le acque di colore scuro; la schiuma bianca è da valutare perché potrebbe essere indice sia di scarico tensioattivi, ovvero detergenti industriali, sia causata da fenomeni naturali come le escursioni termiche che accelerano la decomposizione di sostanze organiche nel fiume; quella gialla risulta invece generalmente più preoccupante e va indagata con più attenzione. Carabinieri, tecnici Arpa e Guardie forestali hanno comunque svolto prelievi e campionamenti in più di un’occasione in questo senso arrivando, negli anni passati, anche a rilevare la «presenza di un carico organico rilevante». In quelle occasioni il Chiese oltre a colorarsi di giallo aveva portato a galla centinaia di pesci morti. Inquinamenti pesanti di fronte ai quali addirittura l’Amministrazione Comunale di Montichiari dovette ordinare il divieto assoluto di balneazione e di pesca in quel tratto di fiume. (Marzia Borzi)


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area della Pianura Bresciana

IL RACCONTO DEL MESE, IL VOLTO NASCOSTO DELLA NATURA Il tronco spezzato urlava un dolore sordo, inudibile, ma il passante attento che si fosse avvicinato a quel luogo, un poco discosto dall'abituale cammino riservato a ciclisti e podisti della domenica, si sarebbe di certo sorpreso.

Un bambino, lasciato il braccio

Quell'ampio possente albero che solo il giorno prima dominava sul greto del fiume, forse tranciato da un fulmine o, chissà, abbat-

forse per tenerezza, accarezzò il legno chiaro là dove il cuore dell'albero si divideva in due a reggere quel poco di sostanza ancora vitale ch'era rimasta.. Nel cielo azzurro, solcato solo da qualche innocua bianca nuvola passeggera, si levò allora un urlò assordante. Impossibile comprendere da dove provenisse: il bambino fu certo si trattasse dell'ultimo saluto di quel mostro amico che il nulla della terra avrebbe presto requisito a sé. Il fiume, allora, avrebbe compiuto la sua opera accompagnando a valle e poi, lentamente fino al mare, il volto nascosto della natura. (Federico Migliorati)

tuto dalla furia del temporale, appariva ora nella sua forma distorta come l'inquietante muso d'una qualche creatura preistorica. Fissa e immobile (per quanto ancora avrebbe resistito alle intemperie del tempo bizzarro del periodo?) la figura affrontava lo sguardo dell'incuriosito umano con maestosa potenza.

sicuro del genitore, tentò una sortita in direzione del tronco: si pose di fronte, come in segno di sfida, a cogliere eventuali movimenti. Sapeva, il piccolo, che creature mostruose come quella si alimentavano di vita solo negli incubi o in storie raccontate dai nonni e di cui egli, ormai, non doveva provare più paura. Avvicinatosi ulteriormente, allungò il suo piccolo braccio e con la mano,


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area della Pianura Mantovana

AL PASSO DEL FIUME: PRIMO PROGETTO DI TRACCIAMENTO DI UN SENTIERO CAI LUNGO IL CORSO DEL CHIESE Il progetto di un sentiero per conoscere il Chiese nasce da lontano. Chi ama il fiume sa con quanta energia e passione Mirko Savi sia impegnato nella sua tutela. L’attività come volontario nella pulizia degli argini dai rifiuti gli ha permesso di vedere - accanto alla bellezza della natura - le problematiche che minacciano la vita del fiume, come l’inquinamento, lo sfruttamento delle acque, il consumo del suolo nelle aree ripariali. Sensibilizzare le persone e coinvolgere le comunità in un percorso di salvaguardia del fiume non sempre è stato facile: per proteggere un ambiente bisogna conoscerlo, trasformarlo in un “luogo dell’anima” ma l’amore per il Chiese è grande. Nel gennaio 2020 Mirko ha deciso di affrontare un cammino in solitaria da Acquanegra sul Chiese fino ad Idro, in una sorta di silenzioso dialogo con il fiume. L’esperienza si è approfondita nel secondo itinerario dalla foce alle sorgenti in Val di Fumo, realizzato con un gruppo di amici nell’agosto del 2020: 160 chilometri percorsi in sei giorni, tra paesaggi di incredibile bellezza e spazi in cui l’integrità originaria dell’ambiente fluviale appare compromessa, forse per sempre. L’impresa è stata seguita

con grande interesse per i valori che ha saputo esprimere: il rispetto per il fiume, lo sguardo attento e capace di stupore, la volontà di dialogo, la sobrietà di un approccio autentico alla natura. A distanza di tempo, quelle espe-

rienze hanno dato vita ad una nuova entusiasmante idea: la creazione di un sentiero, già collaudato, che percorra l’intera asta del Chiese e consenta di camminare secondo ritmi lenti e rispettosi della natura. Il cammino è in effetti il modo migliore per avvicinarsi al fiume, per conoscerlo e apprezzarlo. L’idea del sentiero ha immediatamente creato una sinergia di pensieri, competenze e creatività, fino a tradursi in un macroprogetto coordinato dal CAI di Bozzolo, che si è assunto l’onere del tracciamento coinvolgendo degli esperti per muoversi con più sicurezza sul piano tecnico e legislativo. Il primo passo è stato dialogare con i Comuni del territorio mantovano per lavorare in totale armonia e

condivisione alla progettazione del primo tratto, da Acquanegra sul Chiese a Casalmoro. I Comuni di Acquanegra sul Chiese, Casalmoro ed Asola hanno dimostrato sensibilità e interesse, per cui la prossima firma di un protocollo d’intesa costituirà un modello virtuoso che potrà essere esteso ad altri Comuni. Il coinvolgimento di associazioni interessate al progetto consentirà in futuro di offrire servizi e luoghi di sosta attrezzata alle persone che intendano percorrere il sentiero, in una prospettiva di valorizzazione del territorio e delle sue risorse. Il 25 giugno presso il Cinema San Carlo di Asola, nell’ambito dell’iniziativa “Sguardi sul fiume”, sarà possibile vedere il cortometraggio “Al passo del Chiese” del regista Carlo Neviani, che ha partecipato al cammino lungo il Chiese insieme a Mirko: un’occasione imperdibile per conoscere in anteprima lo scenario naturale entro il quale si snoderà il Sentiero CAI e per dialogare con gli autori: non un percorso qualsiasi, per camminare in mezzo alla natura, ma un percorso per conoscere il fiume, imparare a viverlo e a proteggerlo. (Antonella Busseni)


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area della Pianura Mantovana

L’importanza dei boschi ripariali Lungo il percorso del fiume Chiese, in particolare nel tratto bresciano-mantovano fino alla confluenza con l’Oglio, si sviluppano aree di bosco ripariale di particolare interesse naturalistico. Queste fasce di bosco rappresentano l’ultima testimonianza di una copertura arborea che un tempo si estendeva ampiamente su tutto il territorio della pianura bresciana, arricchendosi di specie igrofile in prossimità dei fiumi. In esse sono presenti diversi alberi tipici delle zone di pianura, come pioppo bianco e nero, platano, ontano, olmo, acero campestre, sambuco, prugnolo, salice. Si tratta di spazi suggestivi in cui la dimensione selvatica sembra prevalere: una camminata presso l’argine o lungo i sentieri che si inoltrano nella fitta vegetazione lascia percepire le vibrazioni di una vita animale che si sviluppa sotterranea e parallela, offrendosi talora allo sguardo in modo

sorprendente ed inatteso. A titolo d’esempio, nell’area del Bosco di Mezzane sono state censite nel 2019 ben 64 specie di uccelli appartenenti a 37 diverse famiglie ed è stata accertata la presenza di nove specie transahariane nidificanti, che raggiungono l’area del Chiese nel loro viaggio di ritorno dai siti di svernamento africani. Un percorso migratorio verso territori in grado di garantire cibo e condizioni adatte alla riproduzione. La presenza di uccelli come canapino, corriere piccolo, rigogolo, cannaiola verdognola, rappresenta un indicatore positivo della tenuta ecologica dell’ecosistema fluviale. Inutile dire che accanto alla funzione di “corridoi naturalistici” per gli animali, i boschi ripariali svolgono un ruolo fondamentale anche per le comunità umane, a partire dall’azione di filtraggio degli agenti inquinanti contenuti nell’aria. Un ettaro di bosco naturale è in grado di assorbire 29 tonnellate di anidride carbonica ogni anno, produrre ossigeno per 80 persone, fissare le polveri sottili e i particolati sospesi, garantire la termoregolazione

producendo vapore acqueo e assorbire energia, limitando il surriscaldamento dell’ambiente. Eppure, nonostante le evidenze scientifiche e la presenza di normative che a livello europeo e nazionale raccomandano interventi di naturalizzazione e di riforestazione, ancora molto resta da fare. Proprio per questo appare urgente la necessità di preservare i boschi esistenti, di programmare azioni volte al rimboschimento, anche in un’ottica di collaborazione tra Comuni, per porre un freno al consumo delle matrici ambientali (aria, acqua e suolo) e favorire la biodiversità. Serve un’inversione di tendenza significativa, grazie alla quale la natura nella sua dimensione selvatica trovi di nuovo spazio accanto al paesaggio antropizzato. E, soprattutto, serve un cambiamento di mentalità, che porti a concepire gli alberi non solo nella loro funzione di servizio alla vita umana e animale in generale. L’indagine scientifica più recente ha dimostrato che le piante hanno forme di attività, intelligenza, percezione, comunicazione e memoria e che la loro evoluzione è stata, dalla preistoria ad oggi, la più complessa. Il modello organizzativo che è possibile osservare in un bosco, basato sulla solidità, flessibilità e collaborazione fra organismi viventi costituisce certamente un esempio dal quale trarre considerazioni anche sul nostro modo di vivere e di pensare la società. (Antonella Busseni)


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area della Pianura Mantovana

IL CHIESE NELLA PIANURA BRESCIANO-MANTOVANA E I TESORI DI ASOLA Superata la zona dell’Arzaga a Montichiari, il Chiese inizia il suo percorso verso la pianura, lambendo il colle di San Giorgio, ultima propaggine delle morene gardesane. Dopo aver segnato il confine tra le comunità di Carpenedolo e Calvisano, crea un ampio meandro nella campagna fra Visano e Remedello, per poi raggiungere Casalmoro, Asola e Acquanegra, immettendosi come affluente di sinistra nel fiume Oglio. Un percorso sfruttato fin dai tempi più antichi come direttrice per raggiungere le aree padane: nelle zone di guado sorgevano ponti tuttora esistenti e lungo gli argini si sviluppava la transumanza e lo spostamento di uomini, merci, manufatti, idee. Il greto del fiume era il luogo in cui depositare oggetti di culto, come avvenne nell’età del Bronzo finale, mentre lungo le sponde si svilupparono culti di divinità acquatiche in età celtica e romana. In età medievale il fiume, non ancora costretto negli argini cementificati, liberamente esondava e si tracciava nuovi spazi. Le isole di sabbia e ghiaia – glarea nei documenti d’archivio - diventavano utili riserve di materiale da costruzione. L’importanza del Chiese come via di comunicazione determinava, nel frattempo, lo sviluppo di porti fluviali con pedaggi e la derivazione delle acque del fiume, convogliate in canali, seriole, serragli per consentire il funzionamento di mulini, magli, segherie o l’utilizzo a scopo irriguo. Ma è soprat-

tutto in età moderna che il territorio attraversato dal fiume riceve

una precisa organizzazione, grazie al rilievo acquisito da alcune comunità che – in virtù della loro vivacità economica e del loro stretto rapporto con il fiume – ottengono un ruolo particolare. È il caso di Asola, a lungo contesa dagli Scaligeri, dai Gonzaga e dai Visconti, che ambivano a controllare questo centro per la sua posizione di presidio al confine fra l’area bresciana e mantovana. Nel 1440 Asola entra stabilmente nella sfera d’influenza di Venezia, con una spontanea dedizione che mira a sottrarre l’economia cittadina dall’imposizione fiscale dei Gonzaga. Venezia ricambia largamente, garantendo alla città autonomie, privilegi e il ruolo di capo di quadra. Un legame politico – culturale di cui si possono cogliere i segni nelle vie del centro e nei monumenti raccolti intorno alla piazza XX settembre, a partire dalla splendida cattedrale

gotico-rinascimentale di S. Andrea. Edificata dal 1470 al 1514, fu arricchita nel tempo di opere preziose che la rendono una delle mete più significative in un percorso artistico nella pianura bresciano-mantovana. All’interno dell’edificio sacro si possono ammirare i cicli pittorici del Cinquecento, il Polittico della Misericordia, le tele del Moretto e le ante d’organo del Romanino ma lo sguardo dell’osservatore è attratto non solo dai capolavori: dentro la chiesa si percepisce un’atmosfera di particolare armonia, un singolare accordo di colori e di luminosità che induce a soffermarsi sulle singole scene affrescate, con i loro messaggi a volte misteriosi, sugli intagli del legno, sulla lucentezza dei marmi. Mentre all’interno si cristallizza il tempo silenzioso della devozione, nella piazza e per le vie del centro la vita torna ad assumere i ritmi di una città culturalmente vivace e laboriosa, mentre il fiume Chiese scorre lentamente fra il nucleo antico e l’espansione più recente dell’abitato, regalando intrecci di vegetazione ricchissima e fioriture di acacie primaverili fino alla Chiusa in località Camporegio e oltre, verso l’Oglio. (Antonella Busseni)


formazioni sociali della nostra Federazione

L’Associazione Tre Salti nel Bosco è nata nel 2019 per tutelare e valorizzare l’area del bosco ripariale il località Mezzane di Calvisano, e per promuovere la conoscenza del patrimonio locale attraverso esperienze di educazione ambientale

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UPBS, Unione Pescatori Bresciani ASD è Associazione Pescatoria Dilettantistica Qualificata Il comitato “S.O.S. Terra Montichiari" iscritta nel registro di Regione Lombardia nasce nel marzo 2010 dalla volontà nati nel 2017, attualmente contiamo più di 2500 soci di salvaguardare un ambiente ferito sparsi su tutto il territorio della Regione. dall'avidità umana. Un piccolo gruppo GL GRQQH H XRPLQL FKH FRQ WDQWD IDWLFD¬ La “mission” è dare voce a tutti i pescatori dilettanti ricreativi e sportivi che vogliono contribuire alla tutela hanno saputo fermare i "giganti delle del patrimonio ittico del bresciano e della Lombardia. discariche” e guidato le istituzioni a Soprattutto per la tutela delle acque e dell’ambiente prendere posizione contro lo sfruttamento sconsiderato della natura. circostante, siamo convinti che ogni singolo pescatore vivendo il proprio fiume ne conosce puntualmente le necessità e può essere la miglior sentinella.

Associazione Pescatori Alto Chiese ASD gestisce le acque del bacino imbrifero del fiume Chiese partendo dalla Val di Fumo ed arrivando fino al lago d’Idro. Gestisce e controlla la pesca in queste acque, effettuando anche immissione di novellame e di trote adulte, controllando la corretta gestione delle prese per le derivazioni idroelettriche presenti sul territorio affinché rispettino i DMV del rilascio, e controlla che non ci siano forme di inquinamento delle acque superficiali.

L' associazione "L' ISOLA" opera per la promozione culturale e storica di Remedello in tutte le sue peculiarità, e per la tutela dell' ambiente.

Magnifica Salò è un comitato civico nato con l'obiettivo di creare un progetto comune per Salò. La sua richiesta nel 2019 di entrare nel Tavolo unitario del Chiese è all’insegna del rispetto per il patrimonio di ogni bacino idrografico, così facendo ha voluto portare concreto supporto alle ragioni di tutela del Chiese.

La Lipu opera a Canneto s/oglio dal 1996, e da allora si è occupata principalmente del salvataggio di uccelli feriti. Via via poi l'impegno si è ampliato iniziando una collaborazione con il parco Oglio sud per il censimento degli uccelli svernanti. Abbiamo aderito anche alla campagna contro il nucleare e siamo attivi nel comitato contro le autostrade CR-MN e Tibre


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formazioni sociali della nostra Federazione

L'associazione Libera.Mente si occupa di attività culturali musicali sociali e di vario tipo nell'alto Mantovano. L'obiettivo è di creare nuove opportunità di aggregazione e iniziative innovative. Siamo impegnati nel volontariato, per la tutela ambientale e dei diritti dei più deboli. Ci occupiamo di disabilità e di servizi al cittadino nella convinzione che l'Unione delle energie del territorio possa essere un importante è potente volano per tutti.

FONDAZIONE ZANETTO, Montichiari, Casa della conoscenza, Storia, Poesia, Diritti umani, protezione dell’ambiente, sviluppo dei Talenti. Ideatrice del Talentgold forever. Sede diplomatica di Gaia Planet, e Sala interviste di Gaia.

Il Circolo Legambiente Montichiari svolge le sue azioni nel Comune di Montichiari, si occupa in particolare degli impianti e delle strutture che hanno effetti sull'ambiente. Si pone in difesa della qualità delle risorse naturali come le acque superficiali e sotterranee e l'aria. Promuove il risparmio energetico e si impegna per la riduzione del consumo di suolo.

Empatia Blu è un'associazione di Remedello, nata nel 2004 dalla volontà di un gruppo intenzionato a incentivare la promozione della cultura e della salvaguardia dell' ambiente.

Associazione FRATELLO CHIESE, Montichiari 2020. Nata per contribuire a difendere le acque del Chiese e più ampiamente per tutelare il territorio e la salute della gente che lo abita, che abita le sponde del fiume Chiese.

Le Bine nasce nel 1978, grazie al WWF, come Oasi di protezione della fauna per tutelare un vecchio meandro del fiume Oglio diventato una lanca. Dal 1983 è una riserva naturale regionale. Ricade all'interno del Parco dell’Oglio Sud ed è un sito Natura2000. Ci occupiamo della conservazione di quest'area promuovendo ricerche, attività di educazione ambientale e interventi diretti di gestione.

L’Associazione CSR KLOUSIOS Basso Chiese viene formalizzata da 5 soci fondatori nel 2016, Klousios pre-romano, Clesis latino. Attualmente conta una cinquantina di tesserati, l’attività prevede di valorizzare, recuperare e qualificare il patrimonio storico, artistico, architettonico, archeologico, etnografico e naturalistico della pianura, e di operare in collaborazione con pubbliche amministrazioni, soprintendenze, università e musei, programmare, produrre e gestire un’attività culturale, sia individuale che di gruppo, nell'intento di realizzare divulgazione e fornire servizi culturali.


formazioni sociali della nostra Federazione

Associazione verso il DES basso Garda, tutelare il proprio territorio, per noi quello del basso Garda morenico, praticando un approccio critico al modello di mercato, i nostri associati credono che le proprie scelte di consumo possano incidere politicamente. Per questo acquistiamo prodotti biologici, scegliamo produttori locali che rispettino il lavoro, facendo assieme a loro un percorso verso un modello economico più equo, più giusto, più solidale e rispettoso di Madre Terra.

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Il Club PESCA A MOSCA Brescia nasce nel 1963, secondo in Italia. In tutti questi anni Il CRCA nasce a Acquafredda nel 1980 ha messo in pratica gli obiettivi statutari, dopo un Concerto di Claudio Lolli. L’attività è soprattutto l’organizzazione la pesca a mosca intesa come comportamento di eventi culturali nel solco delle tradizioni etico ricreativo anche per promuovere attività popolari, e negli ultimi anni le tematiche di tutela delle acqua e della gestione delle stesse. principali sono quelle ambientali e sociali.

Gruppo Ecologico del Chiese Casalmoro Il Gruppo Ecologico del Chiese Il COMITATO CITTADINI CALCINATO si è consolidato con è nato nel 2012, lo scopo è promuovere deposito dello statuto nel 2015. E’ così divenuto un Associazione, l’educazione ambientale per conservare senza scopo di lucro e autonoma, apartitica, è aperta a tutti i cittadini. la flora, la fauna, e soprattutto l’ambiente Il suo scopo è la tutela dell'ambiente, della salute, del territorio e dei del fiume Chiese. Negli anni abbiamo organizzato uscite per raccolta di rifiuti, beni sociali e culturali, sia del territorio locale che limitrofo. incontri pubblici e passeggiate informative.

La Pro Loco Anfo è stata costituita nel 1967 da una ventina di fondatori. Lo scopo statutario è promuovere in ogni forma e con ogni mezzo la conoscenza, la tutela e la valorizzazione del territorio in cui opera e quindi in particolare il lago d’Idro. Dal 1974 pubblica il notiziario “Anforacconta”, attualmente giunto alla edizione n° 111.

L’Associazione CAMBIA ROTTA, Carpenedolo, opera da più di 20 anni, monitorando attentamente l’attività e i problemi generati al territorio dall’aeroporto di Montichiari. Gli aspetti più gravi, per cui siamo intervenuti, sono l’impatto acustico, l’impatto atmosferico, i rischi di impatto aereo, i rischi di incidenti minori, indurre rotte aeree su aree meno urbanizzate, utilizzo di aerei moderni ed evitare voli notturni. L’Associazione AMICI DELLA TERRA lago d’Idro Valle Sabbia esiste dal 2007. Suo scopo principale è la difesa del patrimonio ambientale del lago d’Idro, per cui muove anche energiche azioni in sede giudiziaria. Da subito ha intrapreso contatti per collaborare anche a tutela del Chiese sull’intera asta fluviale. Opera nei quattro Comuni del lago, la sua sede e l’attività principale si svolge nel territorio di Idro.


Federazione del Tavolo delle Associazioni che amano il Fiume Chiese ed il suo Lago D’Idro

codice fiscale 96042300176 acqua.del.chiese.che.unisce@gmail.com acqua.del.chiese.che.unisce@pec.it Acqua del Fiume Chiese che unisce

BILANCIO ECONOMICO, IN SINETSI, AL 31 DICEMBRE 2020 avanzo di gestione anno 2019, euro 382,00 totale entrate anno 2020, euro 2.800,00 totale uscite anno 2020, euro 797,51 Saldo al 31.12 2020, in avanzo di euro 2.384,49 Cassiere contabile Dino Zocchi Revisori Pinuccia Brini e Giancarlo Melzani


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