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Notiziario e rassegna stampa della Sezione Rino Nanni Partito Comunista d’Italia Bologna Territorio Reno Bazzanese

(Casalecchio di Reno,

Sasso Marconi, Zola Predosa, Monte San Pietro, Valsamoggia, Marzabotto)

Numero 2 NOTE DI ATTIVITA’ POLITICA E ISTITUZIONALE Pianificazione a Casalecchio di Reno, Attività politica e amministrativa a Sasso Marconi, Congresso costituente comunista.

IN RASSEGNA STAMPA Lavoro Marginalità sociale a Bologna Il ballottaggio sotto le due torri Referendum, il rating in campo Migranti e sfruttamento Stop TTIP

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A cura del nucleo di redazione

Nello Orivoli: 3471398555i

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Note settimanali di attività politica e istituzionale A tutte/i, cominciamo con una piccola aggiunta alla comunicazione riportata nel numero scorso riguardo alle novità sull' impostazione del “nuovo” notiziario. Si riportano come prima cosa le comunicazioni che riguardano la realtà locale, senza dimenticare i contesti nazionali e internazionali in quanto secondo noi comunisti i vari ambiti sono politicamente interdipendenti. In queste note iniziamo con un agggiornamento della situazione dei comuni di Casalecchio e di Sasso Marconi. Fonte: Comune di Casalecchio di Reno

07 06 2016

Approvati in Consiglio Comunale il Piano Strutturale Comunale e il Regolamento Urbanistico Edilizio UN IMPORTANTE EQUILIBRIO TRA SVILUPPO E SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE, TRA TUTELA E RIGENERAZIONE

Lo scorso 26 maggio il Consiglio comunale ha approvato la variante di riqualificazione al Piano Strutturale Comunale ed il nuovo Regolamento Urbanistico Edilizio. La Variante è l’atto fondamentale per descrivere la strategia di evoluzione del nostro territorio per i prossimi 15/20 anni. Rigenerazione edilizia, riqualificazione urbana, sostenibilità dello sviluppo, riduzione del consumo di suolo, vivibilità del territorio, riqualificazione energetica e mobilità sostenibile, sono i titoli della Casalecchio che vogliamo. Una città che quindi si ripensa, da un lato trasformando ciò che già c’è all’interno dei perimetri del proprio territorio urbanizzato, dall’altro tutelando e

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valorizzando il proprio territorio agricolo. Con l’approvazione del Piano Strutturale Comunale e del Regolamento Urbanistico edilizio si aprono per Casalecchio di Reno nuove opportunità di: Rigenerazione edilizia per tutti i privati tramite premialità edificatorie per interventi di miglioramento sismico ed energetico degli edifici; l Rigenerazione e riqualificazione urbanistica di interi comparti, per lo più ex aree artigianali (es. Bastia, Michelangelo, Bolero), attraverso percorsi di urbanistica partecipata e anche attraverso le collaborazioni già sperimentate con le Università di Bologna e di Ferrara; Riqualificazione di singoli contenitori dismessi (es. l’ex albergo Pedretti, ex Hatù, Oikos, Norma, etc.). Completamento dei piani attuativi in corso (Es. Meridiana Gold, Arcobaleno, etc.) Conservazione degli elementi storici ed identitari del nostro territorio; l Realizzazione di nuove Reti Ecologiche per mettere a sistema l’area protetta ‘Colline di San Luca’, il parco agricolo “Eremo di Tizzano”, e promuovere l’agricoltura periurbana. Da questa concezione dello sviluppo discendono strategie che intervengono sul miglioramento della città già costruita piuttosto che sul consumo di ulteriore territorio non urbano. Si tratta infatti di attivare interventi che demoliscono e ricostruiscono, o ristrutturano, gli edifici che già esistono al fine di migliorare il territorio contenendo i consumi energetici, aumentando i servizi alla comunità. Il nuovo Regolamento Urbanistico Edilizio in particolar modo agevola ed incentiva interventi di rigenerazione edilizia verso il miglioramento delle prestazioni energetiche e di risposta sismica degli edifici, di recupero degli spazi entro sagoma, sia per la residenza sia per il produttivo. Riqualificare porzioni incongrue del nostro territorio verso funzioni maggiormente compatibili con il contesto può significare orientarsi anche verso funzioni residenziali con la realizzazione di nuovi alloggi, ma va sottolineato che la scelta politica è stata quella di lavorare non su aree di espansione, bensì su contenitori dismessi e zone da riqualificazione. Va sottolineato che almeno il 20% dei nuovi futuri alloggi sarà dedicato a politiche abitative pubbliche, in parte per Edilizia Residenziale Pubblica (ERP), ed in parte per Edilizia Residenziale Sociale (attraverso le sue

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molteplici forme es. edilizia convenzionata, patto di futura vendita, affitto a riscatto, edilizia per giovani coppie, co-housing, autocostruzione, etc.). Allo stesso tempo, il Piano Strutturale Comunale punta sui progetti strategici per qualificare sempre più la nostra città con nuove eccellenze territoriali: l Centro città: dopo aver aperto a marzo la Casa della Salute e riqualificato la stazione Ronzani con gli investimenti di ANAS e RFI in vista del cantiere della Nuova Porrettana, stiamo avviando Lo scorso 26 maggio il Consiglio comunale ha approvato la variante di riqualificazione al Piano Strutturale Comunale ed il nuovo Regolamento Urbanistico Edilizio. La Variante è l’atto fondamentale per descrivere la strategia di evoluzione del nostro territorio per i prossimi 15/20 anni. Rigenerazione edilizia, riqualificazione urbana, sostenibilità dello sviluppo, riduzione del consumo di suolo, vivibilità del territorio, riqualificazione energetica e mobilità sostenibile, sono i titoli della Casalecchio che vogliamo. Una città che quindi si ripensa, da un lato trasformando ciò che già c’è all’interno dei perimetri del proprio territorio urbanizzato, dall’altro tutelando e valorizzando il proprio territorio agricolo. Con l’approvazione del Piano Strutturale Comunale e del Regolamento Urbanistico edilizio si aprono per Casalecchio di Reno nuove opportunità di: l Rigenerazione edilizia per tutti i privati tramite premialità edificatorie per interventi di miglioramento sismico ed energetico degli edifici; l Rigenerazione e riqualificazione urbanistica di interi comparti, per lo più ex aree artigianali (es. Bastia, Michelangelo, Bolero), attraverso percorsi di urbanistica partecipata e anche attraverso le collaborazioni già sperimentate con le Università di Bologna e di Ferrara; Riqualificazione di singoli contenitori dismessi (es. l’ex albergo Pedretti, ex Hatù, Oikos, Norma, etc.); allo stesso tempo, il Piano Strutturale Comunale punta sui progetti strategici per qualificare sempre più la nostra città con nuove eccellenze territoriali: l Centro città: dopo aver aperto a marzo la Casa della Salute e riqualificato la stazione Ronzani con gli investimenti di ANAS e RFI in vista del cantiere della Nuova Porrettana, stiamo avviando un percorso di urbanistica partecipata per l’ampliamento del supermercato Coop di via Marconi, con la finalità di riqualificare complessivamente l’area e il suo ruolo di centro commerciale naturale e diffuso svolto dall’asta di via Marconi e Galleria Ronzani; l Area Futurshow Station: nel 2017 è previsto l’avvio dei lavori di ristrutturazione integrale dell’area, posizionando l’Unipol Arena come quarto contenitore in Europa per spettacoli indoor, potenziando Shopville Gran Reno, riqualificando la stazione del Servizio Ferroviario Metropolitano, ridisegnando svincoli e sistema di parcheggi anche a tutela delle vicine residenze, e potenziando percorsi pedonali e ciclabi.

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Art and Science Centre: prosegue il percorso di autorizzazione per realizzare tra Casalecchio e Borgonuovo un’area museale dedicata all’arte e alla scienza, per dimensioni la seconda in Italia nel suo genere, in particolare destinata alla fruizione delle giovani generazioni. Sempre al confine tra Casalecchio di Reno e Sasso Marconi sono stati avviati i lavori del nuovo casello autostradale a Borgonuovo che verranno completati nel corso del 2017: l’attivazione del casello non solo porterà a una riduzione di circa il 20% del traffico sulla Porrettana, ma si rivelerà anche strategica per gli sviluppi futuri dell’area. l Nuove reti ecologiche al fine mettere a sistema l’area protetta “Colline di San Luca”, il parco agricolo “Eremo di Tizzano” e promuovere l’agricoltura periurbana: utilizzando il fiume ed il reticolo idrografico del nostro territorio con i suoi rii, le aree boscate ed il sistema dei parchi, i sistemi collinari, ed anche riprogettando nuove aree verdi all’interno del territorio urbanizzato, il nuovo Piano Strutturale Comunale ha come obiettivo mettere a sistema e valorizzare un unico grande sistema naturale. Infatti, la realizzazione di nuove eccellenze territoriali non può passare solo attraverso l’antropizzazione del territorio ma deve avvenire in sinergia con la tutela e la valorizzazione dei sistemi naturali presenti; per queste ragioni, da anni l’Amministrazione Comunale ha puntato verso il recupero e la valorizzazione del lungo fiume con le sue sponde, sulla tutela e valorizzazione degli splendidi sistemi collinari di San Luca e Tizzano che abbracciano la nostra città, sul parco della Chiusa quale straordinaria eccellenza ambientale e cuore verde della città. ----------------

Attività politica e amministrativa a Sasso Marconi Informazione a cura d Federico Feliziani In merito all’attività amministrativa a Sasso Marconi, ci sono due aspetti da mettere in evidenza. Dopo molte richieste della società civile sassese, nella seduta consiliare del 24 Maggio si è approvata l’adesione del Comune di Sasso Marconi ad Avviso Pubblico: importante associazione di enti locali volta alla diffusione della legalità e al contrasto della criminalità organizzata. Durante la seduta consiliare è stata presentata l’associazione nei suoi fini e nella sua attività quotidiana al fianco degli amministratori locali per dotarli degli strumenti interpretativi adeguati al contrasto alle mafie.

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Il secondo aspetto è inerente all’accessibilità della città. Si evidenzia l’impegno della giunta a stanziare, in sede di riequilibrio di bilancio, una somma destinata all’abbattimento delle barriere architettoniche. Progetto attivo da molti anni con risultati positivi per l’indipendenza dei cittadini con disabilità e non. Attività del Comitato per il No di Sasso Marconi Siamo giunti ormai alla fine della campagna di raccolta firme per richiedere il referendum costituzionale. Con questa campagna è intenzione mostrare la volontà, proveniente dal basso, di giudicare la revisione costituzionale di Renzi. Campagna ben più importante, per la sua necessità, è quella della raccolta firme per richiedere il referendum abrogativo di alcuni punti della nuova legge elettorale Italicum. In particolare, si vorrebbe sottoporre a referendum l’abnorme premio di maggioranza, il ballottaggio, e i capolista bloccati che ci consegnerebbe, in virtù del meccanismo per l’assegnazione dei seggi, una Camera dei Deputati di nominati e una maggioranza fittizia.

Il Comitato per il NO di Sasso Marconi organizza la prima iniziativa pubblica il 21 Giugno alla quale interverrà il Professore Emerito di Scienza Politica Gianfranco Pasquino che esporrà le ragioni del no. L’appuntamento è per il 21 Giugno, alle ore 20.30 presso la Sala Cometa di Sasso Marconi (Via Ponte Albano, 29),

Cambiando argomento vi informiamo di un evento di grande rilevanza politica. Dal 24 al 26 giugno 2016 si svolgerà l'assemblea congressuale nazionale della Costituente comunista per la ricostruzione del Partito Comunista Italiano (il soggetto che manca da 25 anni per tornare aggiornato alla realtà del XXI secolo, tenendo conto

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delle migliori esperienze della propria storia e proiettato verso il futuro). Vi ricordiamo che tale iniziativa avrà luogo a San Lazzaro di Savena (Bologna) presso i locali del circolo ARCI San Lazzaro Via Bellaria 7. Nell'assemblea i delegati voteranno i documenti congressuali ed eleggeranno le strutture dirigenti, al tempo stesso è aperta a cittadine/i che potranno partecipare come osservatori ai dibattiti. Sui dettagli orari e sul programa Informeremo a parte.

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Buona lettura e cordiali saluti Il nucleo di redazione del notiziario Federico Feliziani Alessandro Musolesi Nello Orivoli

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Rassegna stampa

Lavoro Anche i commercianti fischiano Renzi… Fonte: contropiano.org 9 Giugno 2016

Dopo la fuga dei voti, si comincia a intravedere anche quella delle figure sociali. Se il primo turno delle amministrative ha opposto le periferie (andate a Cinque Stelle oppure a destra) ai centri storici e ai quartieri bene, ora sono i commercianti a divorziare dal governo Renzi. E dire che gira sempre scortatissimo per non farsi contestare da troppo vicino da lavoratori, centri sociali, semplici cittadini infuriati… Naturalmente si tratta di una “critica di classe”, non certo di una destra contrapposta a una “sinistra”, perché se c’è qualcuno che ha fatto politiche di destra e filopadronali è certamente Renzi; addirittura più duramente di Berlusconi. Ma stamattina, all’assemblea annuale nella sede di Confindustria, è stato direttamente il presidente, Carlo Sangalli, a smontare i principali ritornelli propagandistici del premier: “Siamo di fronte ad una ripresa senza slancio e senza intensità. Una ripresa senza mordente che non salta mai la faglia, il crepaccio tra stagnazione e crescita. Il nostro Paese ha ancora molta strada

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da fare, ma ha certamente le carte in regola per fare meglio”. Negli ultimi 12 mesi, “occupazione, consumi, produzione, fiducia, credito, hanno seguito un andamento altalenante non riuscendo a imprimere un cambio di passo”. Dati inoppugnabili (ne abbiamo parlato spesso anche noi) che mettono in dubbio “il teorema che la crisi sia soltanto un brutto ricordo”. Per la prima volta da una sala “padronale” per Renzi sono arrivati i fischi, ripetuti, registrati, probbailmente cancellati nei tg che andranno in onda tra poco. Ma fischi veri. Impietosi e irriconoscenti, per l’uomo che ha regalato alle imprese l’agognata flessibilità assoluta del lavoro, tra Jobs Act e cancellazione dei diritti di autodifesa dei lavoratori, per finire ai contratti nazionali che dovrebbero presto essere abbandonati definitivamente per lasciar spazio a quelli aziendali (dove il lavoratore è più debole che mai).. La replica è stata urlata nei toni, ma debolissima negli argomenti. Ormai per il giovane contafrottole la forma deve essere sganciata da qualsiasi contentuto, perché non c’è tema economico su cui possa vantare successi. Propaganda spicciola, come “Fischiatemi pure se avete il coraggio ma la politica deve essere con la P maiuscola, dovete credere nella politica e l’atteggiamento di chi dice tutti uguali fa il vostro male, non il vostro bene”. E poi fuga nelle pormesse irrealizzabili: “Prendo l’impegno per voi irrinunciabile per la crescita nel 2017 di non aumentare l’Iva (per il commercio sarebbe una tegola in testa dopo una lunga malattia, perché diminuirebbe i consmi, ndr). Ma l’Iva non si tocca più dal 2013, le clausole non sono mai state toccate dal nostro governo, l’ultimo aumento è scattato nell’ottobre di quell’anno, noi siamo in carica dal febbraio 2014″.”I numeri dell’Istat riguardano soprattutto i posti a tempo indeterminato, c’è un record storico. Ma contemporaneamente i lavoratori autonomi e le piccole medie imprese sono ancora in sofferenza. I risultati sono sì positivi ma non ancora sufficienti a rilanciarci”. Persino gli 80 euro (che pure sono finite spesso nelle tasche dei commercianti, oltre che nel pagamento degli aumenti tariffari) sono stati oggetto di rimprovero da parte dei commercianti. E anche qui la risposta è stata ferma solo nella forma: “Grandissimo rispetto per chi ritiene gli 80 euro una mancia elettorale, sono contento di averli dati. E’ una valutazione che rispetto. Che non fossero apprezzati da voi lo sapevamo da tempo ma che

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fossero una misura di giustizia sociale verso gente che non guadagna 1500 euro al mese lo rivendico con forza”. Giustizia sociale? Quando tutti gli indicatori – a partire dai dati del Censis sulla spesa sanitaria impossibile per un numero crescente di famiglie – dicono che questo è il governo che più ha aumentato le differenze sociali nel paese? Sarà anche sorprendente che siano proprio i commercianti a ululargli contro (si vede che sono più abituati, negli ultimi decenni, a farsi rispettare). Ma il dato va registrato. Il bugiardo di Rignano è salito sull’asse insaonata dell’impopolarità. Non gli sarà facile tornare indietro….

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MarginalitĂ sociale a Bologna Bologna, tutta la mappa della marginalitĂ sociale alla base del protocollo d'intesa tra Comune, Ausl, Emergency e UniversitĂ Fonte: Agenzia Dire 12 giugno 2016

Com'e' composta, a Bologna, la quota di abitanti che attualmente vivono in condizioni di marginalita' sociale? Innanzitutto c'e' la "popolazione di strada non residente": circa 600 persone, prevalentemente straniere, con un flusso annuale di 1.200-1.300 unita' e con punte di 1.500 durante i mesi invernali. Poi c'e' la popolazione Rom: circa 200-250 persone che cambiano ciclicamente. Sono due dei cinque gruppi elencati in un Protocollo d'intesa per l'assistenza alle popolazioni con vulnerabilita' sociale che punta a mettere insieme Comune, Ausl, Universita' e le associazioni Emergency, Sokos e Confraternita della misericordia. Il terzo gruppo e' quello degli stranieri temporaneamente presenti senza permesso di soggiorno o in situazione giuridica di presenza irregolare. Un'altra categoria elencata nel protocollo comprende i neocomunitari che non hanno copertura sanitaria. Infine, si aggiungono i richiedenti asilo e titolari di protezione umanitaria o internazionale in situazione di accoglienza nell'area metropolitana, con 1.600 posti nei Centri di accoglienza straordinaria (Cas) e 270 nell'Hub di via Mattei. "A partire da un approccio integrato tra diversi livelli assistenziali", il progetto "si prefigge di garantire l'accesso alle cure, la presa in carico e la continuita' nei percorsi assistenziali a fasce di popolazione in condizioni di marginalita' sociale: migranti privi di risorse e di assistenza sanitaria, con o senza permesso di soggiorno; persone senza fissa dimora; portatori di patologie spesso socialmente stigmatizzate (tossicodipendenti, positivi all'Hiv, soggetti psichiatrici); nuovi poveri o soggetti comunque a rischio di scivolare tragicamente nell'esclusione sociale". Le principali azioni che i firmatari si impegnano a perseguire sono, per cominciare, "raggiungere un buon livello di conoscenza delle popolazioni con

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vulnerabilita' sociale e delle caratteristiche socio-demografiche che possono limitarne l'accesso all'assistenza, integrando le basi informative delle istituzioni e delle associazioni di volontariato". Inoltre, si punta ad "assicurare l'equita' nell'accesso alle cure a tutte le persone, rimuovendo, per quanto possibile, gli ostacoli sociali, culturali e amministrativi che limitano la possibilita' di usufruire dell'assistenza necessaria". Il progetto, poi, intende "assicurare la continuita' dell'assistenza nei passaggi di setting (strada, casa, ambulatorio, dormitorio, luogo di cura) e nei passaggi tra erogatori (volontariato, Ausl, Comune)". L'intenzione, infine, e' "migliorare l'integrazione tra il sociale e il sanitario per dare risposte complete ai bisogni espressi, limitando inappropriate medicalizzazioni e ridondanti duplicazioni", oltre che "garantire una formazione specializzata a tutti gli operatori coinvolti". L'Ausl, inoltre, si impegna alla istituzione di un "Programma per le popolazioni in condizione di vulnerabilita'", trasversale ai Dipartimenti aziendali: l'obiettivo, in questo caso, e' "coordinare le azioni messe in campo dall'Azienda e le risorse impegnate, collaborando strettamente con le altre Agenzie del territorio e con tutti gli attori che partecipano al Protocollo d'intesa".

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Il ballottaggio sotto le due torri Martelloni: «Non daremo indicazioni di voto per Merola» Fonte: Corriere di Bologna 11 Giugno 2016

Il candidato di Coalizione civica: «Cosa farò io? Devo riflettere. In ogni caso, saremo all’opposizione» BOLOGNA - Coalizione civica conferma: «Non daremo indicazioni di voto per Virginio Merola». Così il candidato sindaco Federico Martelloni. «Ci dispiace avere Merola e Borgonzoni al ballottaggio perche’ ci paiono non adeguati al governo della citta’», ha sottolineato Martelloni. Tuttavia, prevede, «credo che una piccola parte di Coalizione civica andra’ a votare Merola come scelta repubblicana, che un’altra parte restera’ a casa perche’ questo Pd ha tradito tutte le aspettative della sinistra, che la parte maggioritaria dei cittadini che hanno votato per noi decidera’ come orientarsi in questa settimana. Io? Riflettero’ fino all’ultimo momento». Martelloni ribadisce il «giudizio negativo all’operato di questa giunta» e il fatto che Coalizione civica «non fara’ accordi con nessuno e quindi sara’ all’opposizione della prossima giunta», comunque vada domenica 19. Netta la chiusura alla Lega, nonostante l’invito al dialogo di Lucia Borgonzoni («C’è una distanza siderale») ma «non e’ affatto scontato che gli elettori di Coalizione civica vadano a votare Pd al ballottaggio. Siamo nati in alternativa al Pd e il suo governo della citta’ non ci convince». Durante la conferenza stampa Martelloni sintetizza il concetto cosi’: «Merola e’ un avversario politico, Borgonzoni e’ un nemico politico. Nessuno di noi si augura che vinca la destra per conquistare piu’ spazio politico». Nonostante questo Merola dovrà conquistarsi i voti della sinistra extra-Pd a uno a uno.

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Referedum, il rating in campo L’ordine di Fitch: “votate sì al referendum, sennò…” Fonte: contropiano.org 9 Giugno 2016 Di: Dante Barontini

Il pericolante Renzi continua a ripetere, insieme a cento altre menzogne, che il suo “non è il governo delle banche”. Non serve neanche risollevare il coperchio – ben nascosto, ormai, dai media mainstream – sul caso Banca Etruria. La verità di questa relazione dominante tra grandi banche d’affari e progetto “riformista” dato in subappalto a Matteo Renzi esce fuori ogni giorno sui media internazionali (che obbediscono a padroni diversi, quindi ogni tanto – se non altro per motivi di concorrenza – qualche notizia vera la devono pur dare). Soprattutto, le grandi banche e le agenzie di rating hanno da tempo dismesso ogni parvenza di rispetto per la democrazia parlaentare e la sovranità di qualsiasi Stato. E dicono apertamente quel che, secondo i loro interessi, ogni Stato dovrebbe fare. L’articolo qui sotto, ripreso da La Stampa (l’organo di casa Fiat, ormai prossimo a diventare inserto piemontese di Repubblica), non lascia spazio a illusioni: l’agenzia statunitense di rating Fitch, la terza in ordine di importanza al mondo (dopo Standard & Poor’s e Moody’s) si è preoccupata di diramare una nota dettagliata sul fatto che i Italia dovranno obbligatoriamente prevalere i “sì” al referendum sulla riforma contro-costituzionale firmata da Renzi e Boschi. Le agenzie di ranting hanno un potere non militare, ma devastante: un downgrade (un abbassamento del voto) per i titoli di debito pubblico di qualsiasi paese equivale a una condanna a morte per le finanze pubbliche di quel paese (Grecia, Sagna Portogallo e Italia lo hanno già sperimentato più volte). Quindi pubblicare una presa di posizione sul referendum italiano, sia pure in forma di “analisi oggettiva” della situazione, significa condizionare pesantemente intanto il cerchio degli addetti ai lavori; perché questi ultimi si attivino pesantemente trasfromandosi tutti in apostoli del “sì”.

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Non è complicato. Molti di questi addetti ai lavori (analisti di borsa, opinionisti un tanto al chilo, serissimi professori di economia neoliberista, ecc) sono quotidianamente ospiti di tg, talking show, interventi in qualità di “esperti” (come se un esperto fosse perciò stesso un commentatore neutrale). Basta aumentare un po’ la loro presenza, farli parlare in modo più chiaro, ingigantire i rischi e i pericoli (come sta avvenendo da mesi per la campagna elettorale sulla Brexit inglese), e il gioco – sperano – è fatto. Quello sulla riforma contro-costituzionale di Renzi, in questo modo, viene trasformato in un referendum sulla dominanza o meno dei mercati finanziari rispetto alle Cosituzioni antifasciste nate con la fine della Seconda Guerra Mondiale. Un equivalente – meno drammatizzato, per ora – del referendum greco contro il Memorandum della Troika (bocciato dal popolo, ma adottato dal secondo governo Tsipras), oltre che – più miserabilmente – un plebiscito sulla permanenza o meno di Renzi a Palazzo Chigi. Ma, per l’appunto, non veniteci più a parlare – voi – di democrazia e diritti di libertà. Il comunicato di Fitch conferma infatti che i voti che contano debbono essere calcolati in dollari (o euro) a disposizione dei vari soggetti (banche, assicurazioni, fondi di investimento, sgr, ecc) attivi sui mercati finanziari. I più forti tra loro decidono cosa si deve fare in ogni paese – dal palazzo del governo all’ultimo comune di alta montagna – e l’unca libertà che va difesa è quella di movimento dei capitali. Il resto è aria fritta per commentatori prezzolati. Come faceva quella canzone? Ah, sì: Il mio nemico non ha divisa ama le armi ma non le usa nella fondina tiene le varte Visa e quando uccide non chiede scusa… *** L’avviso di Fitch sul referendum: “Fondamentale per capire se le riforme continuano”

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Dopo JP Morgan, Confindustria e il Fondo Monetario Internazionale si schiera per il sì in ottobre anche la nota agenzia di rating Usa Roberto Giovannini Grandi istituzioni economiche che rappresentano gli interessi del mondo dell’industria e della finanza vogliono assolutamente che la riforma costituzionale venga approvata dagli elettori nel referendum del prossimo ottobre. Dopo JP Morgan, dopo Confindustria, dopo il Fondo Monetario Internazionale, adesso anche l’agenzia di rating Fitch lancia quello che pare quasi un appello: «l’esito del referendum di ottobre 2016 sarà fondamentale per determinare se la spinta alle riforme continua o va in stallo», si legge in una nota di Fitch sull’Italia. In Italia, si legge nel documento «sono state approvate riforme del lavoro, del sistema elettorale, sui fallimenti aziendali e sull’istruzione, ma è ancora troppo presto per dire se queste riforme alzeranno significativamente il Pil nel lungo termine». Ma anche se l’impatto sulla crescita economica (per non parlare sui salari e sull’occupazione) non è affatto certo, per gli analisti dell’agenzia «l’esito del referendum di ottobre 2016 sarà fondamentale per determinare se la spinta alle riforme continua o va in stallo». Sì, perché un successo del referendum «promette sia una legislazione più facile che un governo più stabile, assieme alla riforma elettorale». Se invece la riforma costituzione fosse bocciata, «il rischio politico aumenterebbe significativamente e alcuni degli sforzi fatti per spingere la produttività e la crescita di lungo termine potrebbero indietreggiare». Un messaggio che non potrebbe essere più chiaro. Del resto, come accennato tutte le principali organizzazioni economiche e finanziarie vogliono che gli italiani votino sì. Prima tra tutti, già nel lontano 2013, la banca d’affari Jp Morgan, che in un documento interno scrisse che le costituzioni dei paesi del Sud Europa andavano cambiate, perché «mostrano una forte influenza delle idee socialiste, e in ciò riflettono la grande forza politica raggiunta dai partiti di sinistra dopo la sconfitta del fascismo». E per colpa delle idee socialiste, secondo Jp Morgan, «i sistemi politici e costituzionali del Sud» hanno «Esecutivi deboli nei confronti dei parlamenti; governi centrali deboli nei confronti delle Regioni; tutele costituzionali dei diritti dei lavoratori; tecniche di costruzione del consenso fondate sul clientelismo; e la licenza di protestare se sono proposte modifiche sgradite dello status quo».

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Sono punti di vista sostanzialmente condivisi dalla Confindustria del neopresidente Vincenzo Boccia, che nel suo discorso inaugurale si è nettamente schierato per il sì al referendum sulla riforma della Costituzione, e dal Fondo Monetario Internazionale. Nel documento finale al termine della consueta visita in Italia, i rappresentanti del Fondo hanno scritto che il referendum «punta a facilitare il processo decisionale ed il trasferimento di competenze dalle regioni al livello centrale». La punta di diamante di un «elenco impressionante di riforme approvate», ma che però vanno continuati, perché per il Fmi «è indispensabile che tali sforzi siano ampliati e completati».

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Migranti e sfruttamento Rifugiati, i trafficanti fanno affari d'oro con il lavoro dei bambini presi dai campi. Soprattutto in Turchia. La denuncia viene da Terre des Hommes Fonte: Agenzia Dire / agensir 12 giugno 2016 Di: Fabrizio Salvatori

Il lavoro minorile tra i rifugiati siriani ha raggiunto dimensioni allarmanti. La denuncia viene da Terre des Hommes, organizzazione presente in Siria e nei paesi limitrofi, che ha verificato sul campo l'aumento vertiginoso dei casi di bambini costretti a lavorare. Nel suo nuovo rapporto 'We struggle to survive' ('Ci sacrifichiamo per vivere', ndr) presentato in occasione della Giornata mondiale contro il lavoro minorile 2016, l'organizzazione denuncia "le disperate condizioni di vita dei siriani dopo cinque anni di conflitto stanno spingendo sempre piu' minori ad accettare qualsiasi lavoro, anche quelli piu' pesanti o pericolosi", ha dichiarato Raffaele Salinari, presidente di Terre des Hommes. Qui le storie raccontate da altre fonti "Sebbene non siano disponibili dati ufficiali sul numero dei bambini lavoratori, abbiamo riscontrato che tra le famiglie rifugiate il ricorso al lavoro dei bambini sta diventando la risposta piu' comune alla drammatica mancanza di risorse economiche e di accesso gratuito ai servizi di base". L'organizzazione quindi chiede "ai governi che ospitano i rifugiati e alle agenzie umanitarie di adottare immediatamente meccanismi di protezione dei bambini e di prevenzione del loro sfruttamento che tengano conto della complessita' del fenomeno". All'indagine hanno partecipato direttamente 97 bambini e ragazzi lavoratori, dagli 8 ai 18 anni (86 siriani e 11 iracheni), che hanno portato la loro testimonianza in 10 focus group svolti tra marzo e aprile 2016. Piu' del 50% di loro ha dichiarato di lavorare piu' di 7 ore al giorno, il 33% lavora 7 giorni su 7. Alcuni di loro avevano solo 5-6 anni quando hanno iniziato a lavorare. I luoghi di lavoro sono campi, cantieri, ristoranti, negozi, fabbriche, allevamenti, o la strada dove vendono fiori, altre mercanzie

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o mendicano. In Iraq, tra i minori che hanno partecipato allo studio di Terre des Hommes dal titolo 'We struggle to survive', un bambino su tre ha dichiarato di essere stato avvicinato da qualcuno che gli aveva proposto di arruolarsi in una delle parti in conflitto. "Particolarmente preoccupante la presenza del lavoro minorile in Turchia- si legge ancora- un paese che aspira ad entrare nell'Unione Europea e l'affacciarsi di questo fenomeno sulla rotta balcanica a seguito della chiusura del confine tra Grecia e Macedonia, con alcuni casi di bambini lavoratori rilevati nella zona di Idomeni, a causa della mancanza di un'adeguata assistenza umanitaria ai migranti". Terre des Hommes Italia dal 2012 ad oggi ha dato assistenza a quasi 1.140.000 persone, in maggioranza bambini.

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Stop TTIP Ttip, la denuncia del comitato italiano: "Calenda vuole tenere l'Italia ai margini delle decisioni" Fonte: www.stop-ttip-italia.netAutore:

Il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, sembra mettere in scena il suo solito copione: quello del valletto fidato della Commissaria europea al Commercio Cecilia Malmström. Mentre altri governi dell’Unione, come Lussemburgo e Francia, rivendicano il potere di ratifica dei propri Parlamenti nazionali sui trattati commerciali misti (che riguardano il commercio ma anche la regolamentazione) come il CETA con il Canada e il TTIP con gli Usa, Carlo Calenda sostiene la Commissione europea nella richiesta che la partita si giochi tutta a Bruxelles e le Assemblee degli Stati membri non possano avere voce in capitolo. La testimonianza di un diplomatico europeo, raccolta dall’agenzia di stampa Reuters e confermata da fonti nella rappresentanza italiana presso l’Ue, confermano che Calenda ha sostenuto, con un documento presentato a nome del governo italiano, che l’Italia è favorevole a tagliare fuori il suo Parlamento e quelli di tutti gli Stati dell’Unione dal processo di ratifica. Un atto gravissimo, secondo la Campagna Stop TTIP Italia, che si è messa sulle tracce del documento ufficiale sperando di riuscire a pubblicarlo il prima possibile. "Riteniamo inaccettabile escludere dal processo il Parlamento nazionale, molti dei quali, dopo essere entrati per la prima volta nella sala di lettura del TTIP in Italia, hanno espresso gravi preoccupazioni". Nel mandato negoziale definito nel 2011, i governi dell’Ue hanno sottolineato che il CETA non può essere considerato un accordo su cui la Commissione possa vantare competenza esclusiva. In tema di investimenti, ad esempio, soprattutto per quanto riguarda la temibile clausola ISDS, la competenza dev’essere mista, cioè prevedere la ratifica di tutti i Parlamenti degli Stati membri. Circa 42 mila aziende già operanti nell’Unione fanno capo a società Statunitensi con filiali in Canada. Queste imprese potrebbero intentare cause agli Stati per conto degli Stati Uniti senza che il TTIP sia ancora entrato in vigore. Basterà ratificare il CETA. "Davvero i nostri Parlamenti devono essere privati del diritto di esprimersi su temi tanto sensibili?"

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Stesso discorso per la protezione dell’ambiente e dei consumatori: quando venne dato mandato alla Commissione di negoziare in nome dei singoli Stati, si specificò che i governi dovevano mantenere il diritto di disciplinare tali materie. Il ministro Calenda, a quanto si apprende, sarà audito alla Camera dei Deputati il 15 giugno, mentre la decisione sulla competenza degli accordi verrà adottata durante il Consiglio europeo del 28-29 giugno. "Esortiamo i parlamentari italiani, a prescindere dai propri schieramenti, ad uno scatto di orgoglio. Chiedano conto e ragione di questa scelta che limita le loro prerogative parlamentari e comprime la sovranità nazionale ben oltre quanto stabilito dal trattato di Lisbona", è il messaggio del Comitato Stop-Ttip Italia.

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