Riccione100x100 - Il Natale del Secolo 22

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N. 2 - Anno 1 Maestri Comunicazione Riccione Dicembre - 2022 www.riccione100x100.it BIANCHI, 70 ANNI DI PANE LA BARCA DI PESCE LA VALIGIA DI TINO RICCIONE CALCIO AL FEMMINILE LA MOTOGP TARGATA RICCIONE IL TIGROTTO DI VERONICA VESPUCCI, LA PIÙ BELLA DEL MONDO MARTHA E LA SUA RICCIONE EMOZIONI RICCIONESI IN USA I SIPULEIN D’OR #SoloCoseBelle

IL NATALE DEL SECOLO

Anche questo Natale, il numero 100 è arrivato!

Un Natale che avrei voluto festeggiare con tutte le persone care, soprattutto quelle che in questi lunghi anni hanno donato il proprio operato, le proprie idee e chi più chi meno, hanno aiutato a crescere questo piccolo borgo che con i suoi abitanti determinati si affacciava sulla sponda romagnola dell’Adriatico.

Si sono riaccese le luci e i colori del periodo più atteso di tutto l’anno.

Questo 2022, lo vediamo tutti, è differente. Negli ultimi giorni prima delle feste, qualcuno ha deciso di accendere qualche lampadina in meno. Il led non è bastato a sdrammatizzare bollette impreviste. Qualche attività è rimasta addirittura chiusa e, inutile negarlo, l’aria per molti non è più quella bella brezza di mare… Tuttavia non voglio cadere nel banale “era meglio quando andava peggio…”.

Per fortuna ognuno di noi si porta dentro le proprie risorse, i propri gusti e penso che il sentimento che anima la nostra vita sia dato dalle emozioni e soprattutto dal cuore.

Quel cuore che i riccionesi hanno grande e che sa emanare un’energia all’unisono. Il nostro campo toroidale comunque ci unisce e ci spinge oltre quanto possiamo immaginare. Possiamo discutere in Viale Ceccarini o in Paese, ma se due riccionesi si trovano all’estero, cadono tutte le barriere e le antipatie. Lo sappiamo che siamo tutti licenziatari di un Brand che a molti piace, così come è adorato il nostro territorio, e non per ultimi la nostra S sgangherata, la sabbia soffice e la salsedine.

Il Natale100x100 lo avremmo voluto passare raccontando #SoloCoseBelle come mi scrisse una persona che ci ha lasciato troppo presto. Alla fine poi non sono nemmeno i colori e le luci che ci mancano ma quella voglia di essere felici, uniti e anche un po’ solidali con chi, nonostante tutto, deve correre più in fretta di altri.

Questa edizione è figlia della caparbietà, della voglia di esserci, della necessità di dare voce a chi crede in noi. Ho fatto davvero tanta strada per raccontare questa idea che non è di solo carta, ma viaggia e viaggerà anche sul web scavalcando il Marano e le Fontanelle. Alla fine siamo riusciti ad essere nelle tue mani o comunque davanti ai tuoi occhi grazie ad imprenditori che hanno voluto ESSERCI e darci ancora speranza. Di questa neo esperienza editoriale del 2022 mi è mancato poterla condividere con chi avrei voluto ma godo tantissimo insieme ai nostri collaboratori della gioia che abbiamo saputo donare a Lisa, Enrico e Giada perché loro sono i nostri primi Sipulein d’Or! Queste sono emozioni del cuore che ci aprono al 2023.

CON IL SORRISO SUL VOLTO

Riordinare le idee in pieno vortice natalizio e di fronte ad una città che torna a far suonare le sirene del richiamo non è semplice.

E quando lo spieghi ai tuoi amici, ai tuoi cari, ai tuoi lettori percepisci nella risposta “Ma voi non siete quelli del 100x100”? Un non so che di sfida, di prova forse è meglio dire. Perché esserci ancora non è stato semplice: lo sa bene il mio editore che si è fatto in quattro, i miei colleghi che hanno armato le penne forse troppo tardi senza fare i conti con i tempi di un Natale che chiude sì le scuole dal 24 dicembre, ma che molto prima ferma gli ingranaggi della macchina lavorativa, nella fattispecie della tipografia e della distribuzione. E allora di corsa, dai e dai, fino al risultato sperato.

Il secondo è sempre più difficile del primo, diceva quel saggio di mio babbo quando studiavo e si riferiva agli esami. Ma oggi il secondo “Riccione 100x100” è nelle vostre case, nei vostri bar, nei vostri ristoranti, nei vostri negozi. La scommessa che ci eravamo fatti, almeno la prima, l’abbiamo vinta e dopo panettone, tombole e calze della Befana penseremo a come organizzare l’anno nuovo. Posso dirvi con certezza che questo è un bel giornale.

Diverso e fantasioso, positivo e non polemico, con il tocco grafico di un grandissimo professionista come “Panino” che voglio pubbli camente ringraziare perché si è messo al lavoro come se niente gli fosse accaduto ed invece ha dovuto fare i conti con un delicato intervento in ospedale e una lenta ripresa. Noi lo abbiamo aspettato, più volte ci siamo confrontati per vedere come rispettare i costi, cosa offrire a chi ci legge, come impostare una ricerca pubblicitaria (che per noi è la vita, si badi bene) complicatissima perché la nostra economia - al pari delle altre - vive momenti drammatici. Ma ce l’abbiamo fatta ed oggi siamo ancora nelle vostre mani. Per le Feste un amico in più che accompagna questa piacevole voglia di stare insieme, di riposarsi, di riflettere. Noi vi abbiamo dato degli spunti: famiglie che trasferiscono il loro amore e la loro passione in attività di rilievo, personaggi che amplificano l’eco di Riccione in tutta Italia, persino una scrittrice tedesca che ha regalato alla città che l’ha accolta fin da ragazzina i ricordi di una vita. Ne abbiamo dette solo alcune, tutte le altre storie non ve le anticipo. Gustatele, rileggetele, ragionateci sopra con il sorriso sul volto. Bello, troppo bello. Buone Feste da tutti noi, di cuore.

2 N. 2 - Anno N. 1 - Dicembre 2022 - Periodicità Trimestrale Editore: Gabriele Maestri Direttore responsabile: Vittorio Pietracci Direttore editoriale: Marco Valeriani Impaginazione e grafica: Gianluca Alessandrini “Panino” Logo: Maddalena Fano Medas Coordinamento e stampa: Maestri Comunicazione e Relazioni - Riccione Distribuzione: Distribuzione Meloconsegni Riccione - Tel. 334.7722654 Segreteria e redazione: Maestri Comunicazione - Barbara Bologna Viale Circonvallazione 48/b - 47838 Riccione RN - Tel. 366.150.64.36 Cod.Fisc.: MSTGRL66C08H274S - P.Iva: 03880220409. Email: riccione100x100@gmail.com Iscrizione al ROC N. 38086/2022 Registrazione Tribunale di Rimini Registro Stampa N. 1/2022. - N. Ruolo 593/2022 Hanno collaborato a questa seconda edizione: Gabriele Maestri, Barbara Bologna, Vittorio Pietracci, Marco Valeriani, Simona Leardini, Gianluca Alessandrini, Glauco e Ludovica Bianchi, Veronica Piccioni, Fabio Ubaldi, Carlotta Medas, Daniele Imola, Arianna Fabbri, Michele Masini, Martina Fedele e Remo Magnani.
La direzione di RICCIONE100x100 è sempre disponibile ad accogliere idee e proposte al fine di regalare a Riccione e ai riccionesi uno spazio di positività, bellezza e benessere. Scriveteci su riccione100x100@gmail.com
Vittorio Pietracci
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Gabriele Maestri

DA OLTRE 70 ANNI IN FAMIGLIA

Glauco Bianchi ci racconta la storia del suo panificio-pasticceria: quattro generazioni di lavoro e di vita.

Lorenzo e Ludovica in rampa di lancio

Tutto cominciò 74 anni fa. Era il 1948 quando nonna Gertrude diede il via ad un’attività che da allora ad oggi ha messo un segno nella storia della Perla Verde. Ora c’è Glauco Bianchi e prima di lui sua madre Elvira Pelliccioni, ma Lorenzo (28 anni responsabile del laboratorio pasticceria) e Ludovica (23 anni, il braccio destro di papà Glauco) sono già in prima linea pronti a continuare ciò che ha segnato la vita e la storia di questa straordinaria famiglia. I riccionesi sanno di chi e di cosa stiamo parlando. Di un’azienda che ha il suo cuore battente a Fogliano ed i suoi ventricoli in via Portofino e in Piazza Unità, con la gestione di Massimo Centanni. Seduto accanto a noi, Glauco Bianchi ci ritaglia una mezzoretta, alla fine della quale il cronista, uscendo, si sente soddisfatto, pieno di belle cose da raccontare. Al fianco del papà, c’è Ludovica, che non lo molla un secondo. “All’inizio c’erano un forno ed una salumeria, praticamente era una bottega in cui si vendevano pane e generi alimentari - racconta Glauco Bianchi, terzo di una generazione che entra di diritto nella storia di Riccione - io sono arrivato nel 1962 e sono cresciuto alla scuola dei miei genitori. All’epoca si iniziava presto a lavorare, e la morte prematura di mio padre mi diede una responsabilità precoce: avevo 23 anni, lui poco più di 60, mi dovetti rimboccare le maniche e con l’aiuto di mia madre continuammo l’attività. In quegli anni entrò a far parte della mia vita Teresa, mio padre fece appena in tempo a conoscerla, arrivò il matrimonio e di lì a poco la mia prima società. Ti sei sposato due volte, mi disse il caro amico commercialista Jimmy Monaco. La “Boutique del pane” vecchio nome storico, è rimasta aperta fino al 1990, l’anno delle mucillagini, quando abbiamo deciso di rinnovare. Alla fine degli anni ‘90 l’azienda si sdoppiò, spostammo parte della produzione e diedi l’opportunità a tre collaboratori di diventare soci: Roberto, Massimiliano e Davide entrarono a far parte della famiglia, nacque la “Panbianchi”. Questa è un’azienda familiare dove tutti fanno tutto, ci sono dei ruoli, esistono delle competenze, ma si lavora insieme in armonia e coesione. Credo che nonostante le avversità, i momenti difficili e le situazioni complicate, solo con l’integrità di un’unione così forte si possa superare il tempo”. “Tante volte mi hanno dato del matto – prosegue - Tre anni fa, quando ho deciso di rinnovare il locale del paese nessuno ha avuto il coraggio di dirmelo, ma molti l’hanno pensato. D’altronde, la mia è una storia di sfide: con tanto coraggio il primo locale l’ho aperto nel 1990 in piena emergenza alghe, ma come diceva mio padre Romolo “finché esiste quella pozza d’acqua…”. Lui lo diceva in dialetto e aveva un altro romanticismo.

In tutti questi anni le soddisfazioni hanno fatto il paio con i sacrifici, la gioia con la sofferenza ma in famiglia di curiosità e aneddoti ne vengono fuori a iosa. E uno vale la pena raccontarlo. Eravamo in Giamaica in spiaggia - sorride Glauco andando indietro con la memoria - e passeggiando notai alcune persone parlare italiano. Mi avvicinai, erano di Milano e dissero: “Noi tanti anni fa venivamo spesso a Riccione, all’Alba nella pensioncina Villa Eugenia e mangiavamo la spianata che facevano in un forno accanto”. Il forno era di mio padre, una bella soddisfazione...” Accanto a Glauco c’è Ludovica, la più giovane della famiglia. Ascolta, sorride, puntualizza e duetta con il babbo, che è un piacere sentirli. Chissà quanti consigli saranno arrivati a questi giovanotti che avranno l’onore e l’onere di proseguire l’avventura. “Quello che sempre dico ai miei ragazzi – precisa Glauco guardando negli occhi la figlia – è che bisogna perseverare, cercare di non mollare mai anche quando si affrontano i momenti più duri. I giovani di oggi non sono come noi quando avevamo la loro età, troppe le diversità, erano tempi e situazioni diversi, ma i miei ragazzi sono in gamba e ho fiducia in loro”. Inevitabile, a questo punto, girare lo sguardo su tutto il ben di Dio che il Panificio Bianchi propone ogni giorno ai suoi clienti, cercando qualcosa di speciale e diverso, di originale e di curioso. Ma noi non siamo della materia e dobbiamo chiedere aiuto: vogliamo, insomma, il timbro di famiglia, la ciliegina sulla torta, quel quid che fa la differenza. E Glauco sorride ancora, un piacere vederlo così tranquillo e così sereno. “Volete sapere se esiste qualcosa di speciale qui dentro? Sì, esiste. Speciale e semplice. Sono le foglie di pomodoro”. E mentre Ludovica corre a prendere un paio di confezioni di aqueste prelibatezze Glauco spiega: “Pane imbevuto nel pomodoro preparato con olio, origano e peperoncino, lasciato poi essiccare a lungo. Quando ho cominciato a farle i miei dipendenti ridevano, ora è il prodotto più longevo, inventato da me”.

Siamo alla chiosa, chiediamo al nostro interlocutore, ringraziandolo per l’ospitalità, che titolo darebbe all’articolo che i riccionesi leggeranno. Ci pensa un po’ e poi dice: “Da oltre 70 anni in famiglia”. Preso. In redazione abbiamo un nuovo titolista...

3 MARE Viale D’Annunzio 171 Tel 0541 641351 PAESE Piazza Unità 2 Tel 0541 605966 PAESE Piazza IV Novembre 1/A Tel 0541 660470
Vittorio Pietracci

Siamo una giovane coppia di Riccione e fin da subito abbiamo condiviso il desiderio di poter viaggiare a bordo di un van. Questo ci ha portato alla costante ricerca di quella che sarebbe stata la nostra “casa” su ruote. A distanza di poco tempo trovammo il nostro primo furgoncino che, dopo averlo adibito a camper, ci ha permesso di viaggiare dalla Romagna al Sud Italia. Con l’allar garsi della famiglia poi c’è stata anche l’esigenza di ingrandire la nostra casa viaggiante e quindi siamo arrivati ad acquistare Tigrotto, un autocaravan Om del ‘57. Viste le condizioni generali e l’età del caravan per noi sarà una vera e propria sfida ridare nuova vita a quello che ora potrebbe sembrare solo un pezzo di ferro. Sarà un lungo e faticoso progetto, che terrà impegnati la nostra mente e il nostro corpo per tutto l’inverno, ma spinti dal nostro sogno partiamo con entusiasmo per quello che per noi è già un viaggio, con la speranza che un giorno potrete ammirare per le strade riccionesi un bellissimo mezzo storico restaurato. La nostra più grande aspirazione è poter viaggiare assieme ai nostri figli a bordo del Tigrotto a testimonianza loro che serve coraggio e sacrificio per realizzare i propri sogni. Alcune curiosità in più: - Il nostro primo furgoncino è stato un Fiat Talento trovato su un annuncio di Facebook. Quando siamo andati per acquistarlo, lo stesso proprietario aveva in garage a nostra insaputa l’Om tigrotto e fu amore a prima vista. All’epoca però era un’idea folle anche per noi il suo acqu ci accontentammo del Talento che rispecchiava di più le nostre esigenze. Poi a distanza di due anni, navigando sempre su Facebook abbiamo trovato un annuncio dello stesso Om Tigrotto e da lì abbiamo pensato fosse un segno (se ancora a distanza di due anni nessuno lo aveva acquistato) e decidemmo così di fare questo investimento. - Abbiamo creato una raccolta fondi rivolta a chi condivide come noi la passione del viaggio e del restauro. La vediamo per questo motivo come un’offerta spontanea e simbolica che ci aiuterà a sostenerci in questa bella avventura. IBAN IT40A0627024100CC0970247997 Mail: vero.98riccione@hotmail.it

IL TIGROTTO TACABANDA

L’Osteria di Riccione che ti porta in tavola una barca di pesce

La cucina è “affar” serio. Dentro al piatto è meglio evitare improvvisazioni e funambolismi. A guardar bene, Riccione è da tempo immemore una delle mete preferite dai “gastrosofi” dello Stivale. Tra gli indirizzi a cui non far mancare la nostra preferenza, consideriamo, dal 2011, l’Osteria Tacabanda. I motivi sono più d’uno. Iniziamo dal “contenitore”. Si respira un’atmosfera familiare e di grande convivialità: in altre parole, qui non si è dei semplici clienti. Fin da subito ci si scopre amici e si torna sempre volentieri. Il secondo aspetto è la scelta delle materie prime. Freschissime, di alta qualità, trattate con la giusta sapienza e portate in tavola con un pizzico d’estro coreografico. L’invenzione che ha reso l’Osteria Tacabanda un particolare ritrovo del ben mangiare e della buona ospitalità sono le “barche di pesce”: con grigliate eccellenti, da lacrima!

Quest’idea ha davvero rivoluzionato il modo di far ristorazione. Il locale si è dovuto “adattare”, altresì strutturalmente, ai mini bastimenti, maxi nel gusto, portati al traguardo delle forchette sulle note dei successi firmati dall’intramontabile Secondo Casadei (il re del Liscio). Cosa consigliare dal menu? Se siete degli aspiranti gourmet, il primo assaggio va dedicato all’insuperabile Carbonara di mare con gamberi, calamari e… (shhhhhh, gli altri ingredienti non vengono mai svelati ed è giusto così). Altri due suggerimenti meritano la paella Mariscos - tutta di pesce - e la paella Valenciana, mix di pesce e carne. Non c’è trucco, non c’è spinta fantasiosa: il riso - della qualità Bomba - arriva dritto dritto dalla Spagna. I cuochi lo conoscono bene: rilascia bassissime quantità d’amido, ha chicchi bianchi perlati con lunghezza media di 5,2 millimetri. È considerato un riso di categoria extra a produzione limitata. Ha tempi della cottura più lunghi e capacità di non sfaldarsi rimanendo perfettamente integro. Lo stesso discorso vale per le attrezzature dedicate alle preparazioni Mariscos e Valencia: padelle e fornelli provengono dalla calda terra iberica. Un’ultima annotazione: spagnolo è pure il mix delle spezie a condimento. E ciò a testimoniare la cura e la dedizione espresse in cucina. Inaugurata nell’ottobre 2011 - al timone del Tacabanda c’è la famiglia Imola con Daniele, già sindaco della Perla Verde, nel ruolo di primogenitura - l’Osteria conta 150 posti a sedere: l’apertura è dal mercoledì al sabato, soltanto la sera; mentre la domenica e i festivi a pranzo e cena. I contatti, essenziali e veloci: via San Lorenzo, 37 - 0541.660279 - tacabandariccione.com

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Veronica Piccioni Marco Valeriani

LA PIÙ BELLA NAVE DEL MONDO

La guardi e ti inebri. Di giorno per scoprire i dettagli, di notte per farti ammaliare dal gioco di luci che la avvolge in un amorevole tricolore. Poi pensi che a 91 anni, lei si mantiene in modo splendido. Sembra quasi che il varo di Castellammare di Stabia sia impossibile rapportarlo al 1931 quando in realtà avvenne. Sua Maestà l’Amerigo Vespucci è davanti ai nostri occhi. Solo chi ha avuto la possibilità e l’occasione di guardarla da vicino riesce ad abbinarle l’aggettivo giusto perché un conto è ammirarla in fotografia, tutt’altro quando sei lì davanti a cotanta meraviglia. L’averla avuta, seppur per poco, nel mare che fa da cornice alla nostra Perla Verde è senz’altro stato un privilegio che la Marina Militare Italiana ha voluto offrire per i 100 anni di Riccione. La storia nella storia, insomma. Siamo al cospetto, e questo va ricordato soprattutto ai più giovani, di una nave a vela con motore che mantiene vive le vecchie tradizioni.

Pochi dati tecnici per rendere l’idea. Dal punto di vista dell’attrezzatura velica è “armata a nave”, quindi con tre alberi verticali, trinchetto, maestra e mezzana, tutti dotati di pennoni e vele quadre, più il bompresso sporgente a prora, a tutti gli effetti un quarto albero. Le 26 vele sono ancora in tela olona, le cime sono tutte di materiale vegetale e tutte le manovre vengono rigorosamente eseguite a mano. Ogni ordine di bordo viene impartito dal comandante, tramite il nostromo, con il fischietto. L’imbarco e lo sbarco di un ufficiale avviene con gli onori al barcarizzo (l’apertura del parapetto di una nave, attraverso il quale si accede al ponte dall’esterno mediante una scala o una passerella) a seconda del grado dell’ospite.

L’equipaggio è composto da 14 ufficiali, 72 sottufficiali e 190 sottocapi e comuni. Nei mesi estivi imbarca anche gli allievi del primo anno di corso dell’Accademia navale di Livorno, circa 140, per un totale di circa 470 persone.

Un’ora al largo di Riccione e fino a notte davanti alla costa prima della ripartenza sono stati limiti di tempo ristretti rispetto a quanto il veliero avrebbe meritato. Ma in quei giorni di ottobre la nostra città aveva addosso i segni del lutto e del dolore per la tragedia che ci ha portato via Massimo Pironi e sei ragazzi del Centro 21.

Ci rimane pertanto lo splendido ricordo degli alberi illuminati con le luci dei colori della nostra bandiera, un’immagine che ha fatto il giro del mondo e che ogni volta penetra nei nostri cuori e ci rimane.

Quell’11 ottobre 2022 resterà pertanto ben impresso nei ricordi e nella storia della città, orgogliosa di aver ospitato un simbolo dell’intero Paese e grata al comandante e al suo equipaggio per l’omaggio reso alle vittime della A4.

La storia ci racconta un aneddoto che è finito nelle enciclopedie di tutto il mondo. Eravamo nell’estate del 1962 e la “Vespucci” solcava il Mediterraneo quando avvenne un incrocio con la portaerei statunitense USS Independence secondo cui quest’ultima avrebbe lampeggiato con il segnalatore luminoso: “Chi siete?”, ricevendo come risposta: “Nave Scuola Amerigo Vespucci, Marina Militare Italiana”. La nave statunitense avrebbe quindi segnalato: “Siete la più bella nave del mondo”. Se lo dicono gli americani… c’è poco altro da aggiungere.

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Vittorio Pietracci
L’incontro con l’Amerigo Vespucci, un amore passato dai libri di storia alla realtà
Foto notturna di Gabriele MaestriDiurna Club Nautico RiccioneEmanuele Casalboni

LA VALIGIA DI TINO

Esiste, riposta in una mansarda amena, una piccola valigia che pensiamo risalga alla fine degli anni cinquanta. Probabilmente era una delle merci di quel “Bottegone da Ebe”, la mamma di Tino e nonna del nostro editore, situato tra i due Grand Hotel di Riccione in Viale Gramsci. La sua prima comparsa avvenne durante il bellissimo documento video “Riccione storia di un mito” dove tra gli altri personaggi noti e da ricordare, c’era questo imprenditore orgogliosamente Riccionese e alquanto geloso dei suoi cimeli.

Un piccolo spazio verde con cinturini di cuoio capace di racchiudere alcuni oggetti preziosi che, alla loro vista, segnano inequivocabilmente il percorso storico-imprenditoriale di una Riccione che presto fece parlare di sé…

Aprendola non possiamo evitare quell’odore che la storia e soprattutto il tempo, ha intriso in questa carta.

Le prime ad arrivare alle nostre mani sono le cambiali o forse meglio conosciute come “pagheró”. Erano le promesse di pagamento legali di neo imprenditori verso i propri fornitori. Spesso si trattava di albergatori e commercianti. Di quelle ne abbiamo contate oltre duecento e sopra ci sono le firme autografe, talvolta tremolanti, dei pionieri di questo lembo turistico della Romagna.

Poi alcuni stampati di queste aziende tra cui qualche volantino, cartoline e locandine. Oggi ormai tutte scomparse e presenti solo nella memoria di coloro che di primavere ne hanno già collezionate parecchie, buon per loro!

Il pezzo forte rimangono le “Cartoline viaggiate di Riccione”: sono cartoline comprate in qualche tabaccheria di allora, scritte di pugno con un saluto o con una frase d’Amore, affrancate con ricercati francobolli e poi lasciate al viaggio delle Poste Italiane per ritornare oggi nelle nostre mani a goderne del sapore autentico… Anche il nostro comico Paolo Cevoli, ormai consolidato ambasciatore della pataccata riccionese, ha voluto la “Valigia di Tino” quale complemento per il suo cortometraggio sui Social per gli Auguri alla Riccione dei 100 anni.

Che dire poi delle carte intestate dei migliori hotel… spesso le trovavi in una cartellina sulla scrivania in camera con tanto di busta da affrancare. Molti lasciavano agli ospiti anche una bella penna come gadget. Chissà quante lettere partirono da Riccione in un momento di vacanza verso il mondo? Troviamo un foglio ripiegato in più parti e aprendolo ci è sembrato di sentire il profumo dell’olio di ricino mescolarsi a quello della muffa. Un bellissimo manifesto del nostro ex “Autodromo Santamonica” con Agostini e altri bolidi che sfrecciano su quell’asfalto da record degli anni 60/70.

La collezione più atipica secondo noi è quella delle mappe della Città di Riccione. Una dopo l’altra ci hanno fatto vedere l’evoluzione urbanistica che ha trasformato spazi, soprattutto sabbiosi, in viali attrezzati e più o meno alberati così da poter trasferire alla nostra cittadina l’appellativo di Perla Verde dell’Adriatico. Il capitale storico racchiuso in questo cofanetto di Maestri ci ha portato ad un viaggio non poi così tanto remoto, ma certamente nuovo a coloro che oggi racchiudono i loro ricordi in piccoli spazi tecnologici, purtroppo senza profumi e con meno emozioni…

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GabMae
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TinoMaestriTipografo-Albergatore-Collezionista.

“MEIN RICCIONE”

In un libro la storia d’amore e di coraggio di Martha Kaiss Migani

Raffigurata di spalle, in piedi su un moscone tra le barche che veleggiano sul mare increspato con addosso un costume dell’epoca e uno sguardo che si immagina fisso nel vuoto.

La copertina è già eloquente, ma con il titolo (“Mein Riccione”) c’è già tutto quel significato che lei per prima voleva dare ad un libro scritto con il cuore in mano e la penna che correva forse ben più veloce dei ricordi.

Una vita intera da raccontare in 74 pagine fra scritti, fotografie, cartoline d’epoca, amarcord struggenti che fanno parte del passato di una donna coraggiosa ed incredibile per le scelte compiute fin da quando era giovanissima. Martha Kaiss Migani è un esempio per i tanti ragazzi di oggi che, pur lottando e sbracciando, fanno una fatica terribile ad emergere. E’ un esempio di quelli da spiegare fin dagli anni della scuola perché lei lasciò la sua Monaco di Baviera giovanissima per venire in Italia. Non conosceva la lingua, sapeva poco delle abitudini del popolo che l’avrebbe accolta ed era conscia che di lì a poco avrebbe dovuto affrontare quelle incognite che le ballavano nella mente.

Tutto narrato in un libro semplice e profondo, che l’autrice deve aver fatto una fatica enorme a mettere in un italiano corretto e gradevole e che ha voluto dedicare a quella Riccione che l’ha accolta, l’ha abbracciata e l’ha fatta sua. Più del suo uomo, Enea, incontrato appena arrivata in Italia e che sarebbe diventato con il tempo il riferimento della sua vita.

Prima che venisse pubblicato ho avuto l’onore e l’onere di leggere una, due, tre volte gli scritti di questa meraviglia di donna. Non la conoscevo e non la conosco ancora personalmente, ma leggendo di lei è come se parlassi di un’amica del cuore. Perché ho capito quanto sia forte l’amore di Riccione per lei e, soprattutto, il suo per Riccione. La “tedesca” ha conquistato la Perla negli anni più difficili, fra mille ostacoli e durante l’epopea del turismo balneare di cui lei, da quell’Associazione Albergatori che ancora oggi è un timbro nella sua vita (se aprite la sua pagina facebook c’è scritto proprio), è stata testimone e protagonista.

L’ho letto, riletto, corretto ed in alcuni passaggi trasformato ed è per questo che quel “Mein Riccione” lo sento anche un po’ mio. Scorrendo le vicende di Martha più di una volta mi sono fermato a riflettere chiedendomi come abbia potuto una donna sola e semplice come lei sfidare la vita con questa fermezza e con questa forza di volontà. Le circostanze e l’amore l’hanno fatta divenire nel tempo una di noi. Voleva che rimanesse una traccia, un’orma della sua vita ben impressa in tutti i riccionesi. C’è riuscita e va ringraziata. Perché questa donna ha dimostrato con i fatti e non con le parole che si può vincere ogni battaglia se dentro c’è la forza, se dentro c’è la volontà, se dentro c’è quella spinta caratteriale che lei ha saputo trasferire nel suo destino. Le sono grato perché, grazie a lei, anche se io non sono riccionese, leggendo quella settantina di pagine lo sono diventato. Basta questo per essere felice di aver avuto una piccolissima parte nella sua esistenza. Lunga vita a Martha Kaiss Migani.

IL CALCIO DELLE DONNE

Piccole, ma grandi (per quello che stanno facendo), società crescono. Questo potrebbe essere il titolo, ma è anche la bella favola del Riccione Calcio Femminile e di Arianna Fabbri, che in veste di Presidente ha tanto da poter narrare. “Sono di Riccione, sposata, non ho figli e provengo dal calcio giocato: una passione che mi ha trasmesso mio padre. Eravamo tre figlie e lui un giocatore, io ero l’unica a seguirlo. Chiaramente quando ho iniziato a scendere in campo non c’erano compagini femminili. Davo la caccia al pallone al parco, con gli amici. Alle Fontanelle, a quei tempi, io ero l’unica ragazza che scendeva in campo. Tutto poi è cambiato quando feci la mia prima vera esperienza a Verona, nel ’90 in Serie A. In quel momento ho capito quello che volevo. Fare una carriera onesta, poi tornare a casa per costruire un qualcosa e giocare qui. Quando tornai nella Perla Verde, sempre da giocatrice, erano cambiate un po’ di cose. Cominciai il mio percorso, la mia seconda vita, a Coriano. In quegli anni incontrai Cesarino Conti, il Presidente che purtroppo ora non c’è più. Era una figura lungimirante e carismatica per allora. Cesarino mise a mia disposizione tutto quel che aveva per questo sport. Questo sino al 2012, l’anno della scelta finale e del ritorno. Che è un po’ come quando si decide di andare a vivere da soli. Ci trasferimmo in 20 a Riccione... attualmente siamo quasi 200 affiliati. La passione mi ha spinto qui, ma ci sono persone che hanno reso possibile il tutto. Si tratta dei collaboratori, delle tesserate, dei genitori, i quali hanno aderito al progetto... La passione da sola arriva poco lontano”. Un anno, il 2022, che ha visto impegnate molte squadre. Partiamo dalla prima squadra, che partecipa al Campionato di Serie C nazionale. Poi l’Eccellenza femminile a 19, chiaramente senza classifica in quanto esiste già la prima squadra che compete nel campionato regionale. Abbiamo quindi l’Under 17, che disputa le gare nel Campionato Regionale, oltre alle Under 15, 12, 10 e alle piccoline. Il calendario delle varie gare è facile da consultare sul sito, all’indirizzo: calciofemminilericcione.com

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Vittorio Pietracci
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Da un “Pastrocchio” riccionese a un sogno americano, è un attimo! A tanti di noi piace viaggiare, ma vi assicuro che dopo il racconto dell’imprenditore riccionese di successo Fabio Ubaldi, al cui nome associamo sicuramente alcuni tra i migliori locali di Riccione, come il Birrodromo e il Pastrocchio, la voglia di volare in America e vedere paesaggi unici, è ardente. Fabio, con la sua bella famiglia, composta dalla moglie Stefania e dai figli Davide e Maria, per distrarsi da una intensa vita lavorativa, ma anche per godersi il mondo nella migliore compagnia, ogni due anni fa un giretto in America e proprio due mesi fa si è riempito gli occhi di colori ed emozioni uniche, negli Stati Uniti, zona California e dintorni. Se devo essere sincera, mi sono commossa nel sentire che dopo la “modalità Covid” durante la quale la sua famiglia è rimasta a stretto contatto e unita per il lungo periodo che conosciamo, la vacanza gli ha di nuovo ricordato il lato positivo dello stare sempre insieme, staccati dalla frenesia e routine quotidiana… Quante volte sentiamo parlare del meraviglioso Grand Canyon, ma sentire il racconto di chi ci è stato, con la voce ancora piena di eccitazione, è altra cosa.

2500 Km di auto, 4 voli e 14 giorni vissuti appieno in famiglia, in luoghi incantevoli è veramente un bellissimo sogno, un desiderio che Fabio aveva da 20 anni prima e che finalmente riesce a realizzare, già dal 2018. E ogni due anni si ripromette di farci un giretto, scoprendo nuove zone e ripassando possibilmente per New York che descrive come originale e in continuo cambiamento, per cui 3-4 giorni lì, durante la vacanza, non possono mancare. Alla domanda sulle emozioni più forti vissute, ce ne sono diversi di ricordi che si susseguono nel racconto di Fabio, come il giro in elicottero sul Grand Canyon con visuale indescrivibile, dopo aver percorso 120 km di strada completamente deserta, dove ha incontrato solo un alce, che con uno sguardo di 10 secondi lo ha lasciato senza parole; altre forti emozioni anche nella parte wild, dove nel Bryce Canyon dello Utah ha scattato migliaia di istantanee colpito dai colori di un cielo mixato tra temporale, nuvole e sole che filtrava tra esse, poi all’Antelope Canyon e Horseshoe Bend, posti che solo a vederli in foto, sembrano altri pianeti… vi immaginate dal vivo?! Vallate profonde lunghe centinaia di km, a forma di corridoio, incise dai fiumi, con pareti strapiombanti, in cui l’alternanza di strati orizzontali dalle mille sfumature della terra, in contrasto con l’azzurro del cielo: questi sono i paesaggi che per due settimane hanno fatto ricaricare le pile di questa famiglia, prima di ritornare alla routine riccionese. Ma chiedendo invece se ci fosse una CARTOLINA del viaggio rimasta stampata nel cuore, la risposta è stata una, immediata e decisa: l’ALBA vista assieme alla moglie, nella MONUMENT VALLEY, al confine tra Utah e Arizona. “E’ stato un momento indescrivibile, un effetto tra cartone e realtà, un incrocio tra un vuoto di stomaco, la malinconia, insomma dei sapori particolari che non si possono spiegare, ma solo vivere”. Queste le parole di Fabio racchiuse in una voce emozionata come se fosse successo pochi minuti prima. Il momento divertente sicuramente è stato il concerto della eclettica artista LADY GAGA, per la quale Fabio ha una passione che ha contagiato tutta la famiglia, e che sullo sfondo suggestivo tra mare e grattacieli dello Stadio Oracle Park di San Francisco, si è esibita nel suo stile, dal pop al vocal-piano e con una chiusura esplosiva delle sue.

Al ritorno dal viaggio, dopo aver riguardato 100 volte il video dell’alba descritta, Fabio ha già ipotizzato il prossimo tour, che potrebbe essere nel 2023 dal Canada a Chicago, ai parchi dello Yellowstone, ovviamente senza tralasciare il salutino alla camaleontica New York. Un ringraziamento speciale a Fabio per averci fatto sognare raccontandoci con molta disponibilità il suo bellissimo viaggio; come sappiamo dall’America nascono grandi e originali idee da portare a in Romagna e che sicuramente un grande imprenditore può utilizzare per arricchire con fantasia i nostri locali e la nostra Romagna, un po’ come si faceva con le discoteche negli anni 70. Non so a voi, ma a noi è venuta una gran voglia di volare oltre l’Oceano, per ora già solo immaginarlo ci ha regalato un 100x100 di Emozioni…

Ricamando intorno alla Route 66, da Chicago a Santa Monica Difficile raccontare un viaggio di 5500 km e 12 giorni in poche righe, ma l’essenza del percorso culturale e paesaggistico della Riccionese Carlotta Medas col suo Dj Linus e i figli Filippo e Michele, speriamo vi arrivi forte come è arrivata a noi, dalla piacevole chiacchierata con la creativa designer, figlia della nostra artista Maddalena. Non è la prima volta

km all’altro in questo percorso orizzontale della Route 66, in modo veramente ampio e si incontrano posti dove gli abitanti vivono nelle roulottes piuttosto che la ricca realtà delle grandi città. Un paesaggio mutante, ma in maniera graduale. Tanti i momenti emozionanti vissuti in tutti questi km, ma la Monument Valley a cavallo sicuramente è stata una delle visioni più intense da cui estrapolare anche la cartolina del cuore, un paesaggio a dir poco lunare. Mentre tra i momenti speciali di famiglia ci sono stati i tuffi di Filippo e Michele nel lago Beaver (Arkansas) in mezzo ai boschi con i cerbiatti alle spalle, ma anche dormire nelle cabins del lago di Ozarks in Missouri, in stile anni 60, dove Carlotta si aspettava uscisse Jason di Venerdì 13, data l’ambientazione inquietante. Curiosità: dieci Cadillac piantate nel terreno del Texas (appena fuori Amarillo) negli anni 70 da un miliardario, che chi passa può segnare con la vernice così da rendere l’installazione sempre viva. Anche l’esperienza di usare lavatrici a gettoni lungo la strada, tra un motel e l’altro leggendo un libro nell’attesa, è un aspetto originale e diverso nel racconto di un così immenso viaggio. Lavatrici che le famiglie del posto usano normalmente, mentre i bambini fanno i compiti. Insomma un viaggio veramente ricco culturalmente e vissuto a 360 gradi, costruttivo, non meramente turistico. Sul prossimo viaggio nel mirino abbiamo una discordia tra Linus e Carlotta (che stranamente odia l’aereo seppur figlia di due piloti!), lui punta al Giappone (tra l’altro

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Simona Leardini che Carlotta e Linus volano negli Stati Uniti, ma questa volta hanno scelto un viaggio particolare, on the road, cercando di ottimizzare in tanti km un viaggio un po’ più storico e intenso per cogliere l’essenza degli U.S.A., che al 90% sono meravigliosi a livello ambientale ma a livello umano a tratti deprimenti per la situazione economica e culturale ben diversa dalle note città come Chicago o Los Angeles. Carlotta è rimasta colpita positivamente dagli indiani incontrati in Arizona e New Mexico, persone di spessore che hanno saputo proteggere il lato paesaggistico e crearci una risorsa turistica. Grand Canyon e Monument Valley per esempio sono stati preservati da loro in maniera eccellente. Il paesaggio e la cultura cambiano da un organizzato nel periodo Covid ma ovviamente saltato) mentre lei proseguirebbe su territori incontaminati quali Amazzonia, Mauritania, Patagonia piuttosto che Paesi nordici come Finlandia. Vediamo chi la spunta, vi faremo sapere! Grazie a Carlotta per questo avvincente racconto di un viaggio di spessore, tutt’altro che banale!
EMOZIONI RICCIONESI IN USA
Simona Leardini
since
visita www.b-you-acrobatic.com IGiardini di G di Tamara Torcolacci C.so F.lli Cer vi, 108 - Riccione Paese Cell. 333.1558653 - e-mail: igiardinidigioli@libero.it
Scuola di teatro acrobatico
2011
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ORGOGLIO RICCIONESE NEL MONDO DELLE MOTO

…Michele Masini a soli 33 anni diventa il Team Manager della squadra di Gresini

Fin da ragazzino Michele, di Riccione Fontanelle, inizia ad amare lo sport in generale ma soprattutto le due ruote, grazie al padre Armando, conosciuto per le sue prestazioni nell’atletica e per gli eventi nazionali ed internazionali legati allo sport riccionese. Sempre insieme a lui si è appassionato alle cor se seguendole in TV e l’arrivo di

Rossi nel ’96 è stata benzina per questa fiamma già accesa, facendola esplodere. Armando lo ha spronato altresì a perseverare, ma sempre con educazione, nell’inseguire i propri sogni e quindi la passione verso il settore motociclistico. La grande scuola del campione e patron Fausto Gresini è stata determinante per Michele, come l’aiuto dell’ex responsabile tecnico dei primi tempi, Fabrizio Cecchini. Nel 2007 è arrivata la grande occasione: Fausto strinse un accordo con Honda per organizzare i tornei monomarca e scelse Masini come meccanico, che da allora non ha più lasciato il team, crescendo al suo interno sia umanamente che professionalmente. Gli insegnamenti di Fausto sono ora mantenuti in vita dalla moglie Nadia, che essendo molto simile a lui continua a spingere al massimo questo Team, composto da 70 persone. Proprio perché Nadia si fida delle persone di cui Fausto si è circondato, decide di dare il compito di direttore sportivo a Michele che così realizza il suo sogno, dato che dopo il pilota, nel campo delle moto è la figura che ogni collaboratore può desiderare. Orgoglioso di questo ruolo Michele si rende conto della difficoltà di questa nuova mansione, perché gli equilibri sottili esistenti nella squadra e la gestione dei rapporti tra piloti, manager e casa costruttrice, che ora è la Ducati, non sono facili. Tuttavia visti i primi risultati già dal 2022 sembra che tutto stia funzionando molto bene e sicuramente Fausto sarebbe veramente orgoglioso di come sta crescendo il suo team e dei podi conquistati, primi fra tutti quelli in Qatar e Texas con Enea Bastianini, subito nelle prime due gare della stagione, un inizio col botto! Un aneddoto simpatico raccontato da Michele, che ci tiene a portare il nome di Riccione in giro per il mondo, è quello per cui nascono spesso diatribe tra emiliani e romagnoli, dove lui ci tiene a specificare bene che la Romagna è esattamente tra Rimini e Cattolica, quindi il fulcro è Riccione! Dopo l’inglese e lo spagnolo, il romagnolo sembra essere la terza lingua più parlata al motomondiale. Il sogno di Michele per il 2023 è portare avanti gli obiettivi di Fausto e far conquistare il podio a entrambi i piloti della MotoGP, quindi sia Di Giannantonio, che nel 2022 si è rodato ed ora già dai primi test di Valencia ha ottenuto esiti entusiasmanti, che Alex Marquez dato che è stato già due volte campione del mondo. Importante sottolineare il ritorno alla MotoGP come team indipendente dopo 7 anni con Aprilia, condizione che amplifica l’orgoglio della squadra faentina, ovviamente. Secondo il nostro team manager, il livello crescerà tanto anche in Moto2 e MotoE dove ci sono altri 4 piloti pronti a dare il massimo. Ci complimentiamo con Michele perché alla sua giovane età si è già conquistato il lavoro che ama, tanto che lui stesso asserisce che, nonostante sia molto faticoso come ritmi e per i continui viaggi, non può considerarlo un lavoro, ma una grande passione.

L’Istituto SAVIOLI prepara da oltre 60 anni i professionisti dell’industria turistica del nostro territorio. Da noi si diplomano esperti di turismo esperenziale, esperti di pasticceria, esperti di gestione dei servizi di sala bar e vendita, esperti cuochi della moderna ristorazione. OPEN DAY 21-22 GENNAIO 2023

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Valentino Simona Leardini NDR: “L’universo unisce i talenti, Simona sorella di Andrix33 (con la tuta rossa) scomparso purtroppo da qualche anno, non sapeva che Michele correva con il fratello ai Jeepers! Belle sorprese di cuore al 100x100!

LISA, ENRICO E JADI: I PRIMI TRE SIPULEIN D’OR SONO GIÀ STORIA

Stavolta non c’entrano nulla i premi fedeltà e nemmeno i riconoscimenti ai turisti fedeli, che pure sono importantissimi. La nostra mente creativa ha partorito un’idea, un simbolo, un segno dell’amore per la nostra città: il “Sipulein d’Or” è già un argomento di discussione e di confronto, nelle case, nei bar, nei luoghi abituali di ritrovo. Nasce come supporto al periodico che avete in mano, ma ha un significato concreto e tangibile: un diploma ed un premio che vanno a chi, nei rispettivi campi del sociale, del mondo del volontariato, dello spettacolo contribuiscono a far conoscere ed apprezzare la città di Riccione in Italia, in Europa e nel mondo. E quando il nostro editore Gabriele Maestri ha acceso la lampadina di questo piccolo oggetto subito si è sprigionata una nube di coinvolgimento che ha fatto presa sull’intera redazione. Allora abbiamo cominciato. Alla grande. La prima destinataria del Sipulein d’Or è stata Lisa Fuhrman, attrice americana nata a Los Angeles che ha portato questo oggetto negli States realizzando un video a Manhattan, emozionatissima e grata, attaccatissima a quel simbolo di Riccione che porta con sé ovunque le capiti quasi a dire al suo emisfero di conoscenze e di amicizie: “Guardate, io ho Riccione nel cuore. É la mia vita, il mio pensiero costante, la mia passione”. Ricordo le lacrime di Lisa quel giorno al ristorante “da Fino” quando l’abbiamo celebrata, lacrime vere, autentiche, un mix di emozione e ringraziamento che non dimenticheremo… così come gli spiedini preparati per la festa! La “carriera” del “Sipulein d’Or” era appena cominciata. Qualcuno, appena la notizia si è diffusa attraverso la comunicazione video dei nostri canali (il web, Youtube, le pagine social), l’ha subito ribattezzato “Il Telegatto di Riccione”. Gradito accostamento che vale molto di più di quello che può sembrare. Al “Victor Lounge” di viale Ceccarini, più recentemente, ne abbiamo consegnati due di Sipulein ad altrettanti personaggi che danno lustro alla Perla ma che, non si sa bene il perché, nessuno aveva mai portato dietro ad una telecamera. Lo abbiamo fatto noi, con convinzione e orgoglio attribuendo ad Enrico Della Rosa e a Giada Angelini i giusti meriti.

Il primo, conosciuto al mondo italico per essere il Bagnino del meteo al Bagno 61, l’uomo che tutte le mattine in diretta su Radio Deejay da ben 25 anni, comunica alle migliaia di ascoltatori le previsioni del tempo con una precisione ed una simpatia che lo hanno fatto diventare un autentico personaggio.

La seconda, meglio nota come Jadi Dj, è una delle più apprezzate intrattenitrici del mondo musicale della notte, amatissima sui canali social, perfetta interprete delle esigenze dei più giovani nelle discoteche di tutta Italia a cominciare dalla piramide di Riccione. Il suo sorriso, il suo appeal e la sua felicità ci sono rimasti nel cuore. Saprà darci tante soddisfazioni, la gioventù è dalla sua. In fondo in fondo buon cuore non mente e il Babbo Gippo DJ ne è la prova di talento e simpatia.

Ma siamo soltanto all’inizio della storia dei Sipulein d’Or. Presto ne verranno assegnati altri sempre e solo a quei riccionesi che, a nostro insindacabile giudizio, se lo sono meritato. Ne vedremo delle belle, statene certi.

11 STAMPE su carta e altri materiali ...dal 1964 tutte le
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Vittorio Pietracci Lisa Fuhram porta il suo Sipulein di Riccione sotto al Rockfeller Center NYC.
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