Revue 3

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Littérature Un sentimento simile viene presentato dal personaggio di Kmicic (Sienkiewicz, op.cit.). Il soldato polacco, pensando solo a se stesso e ai suoi bisogni, lavorava per le persone che volevano distruggere la Polonia. Gli altri esempi di questo comportamento sono il personaggio di Dubhe (Troisi, op. cit.) oppure Boromir (Tolkien, op.cit.). Nell’anima di Telkar il cambiamento cominciava nel momento in cui è partito per la missione ancora prima di scendere sotto: “Percorsi le strade della città con un senso d’ansia e di imbarazzo. Conciato in quel modo, mi sentivo fuori luogo. Era come se già non appartenessi più a quel posto. Non temere. Finita questa storia, non dovrai mai più sentirti così, mi dissi per farmi forza.” [I, p.33]

Il protagonista non si sentiva bene camminando per le strade di Malva nei vestiti di Drow. Ha notato che forse la sua vita sopra non era il suo vero destino, ma, molto presto, diceva a se stesso cose per calmarsi. Con queste parole voleva allontanare i suoi dubbi e ingannare se stesso. Nella storia di Telkar, l’elemento dall’importante significato simbolico è il tunnel che conduce sotto la città al mondo di Drow. Questo cammino simboleggia il passaggio, non soltanto tra i due mondi diversi ma, anche il punto di partenza per il cambiamento interiore del protagonista. Sceso nel mondo di Drow, Telkar ha potuto conoscere persone che gli assomigliavano. Ha conosciuto anche le loro storie e faceva il loro stesso lavoro. Il protagonista notava che la vita dei Drow non era così facile come pensava prima. Telkar conosceva i valori morali dei Drow determinati per la loro vita. In questo mondo buio il protagonista s’incontrava anche con i sentimenti che non aveva mai conosciuto. “Non erano come me li ero immaginati, non erano i mostri di cui mi raccontava mia madre. Semplicemente, non mi sembravano bestie.” [III, p. 56]

Sotto la città di Malva, Telkar ha conosciuto molti Drow fra cui Lavio, che è diventato suo amico. Lui non soltanto aiutava il protagonista nel suo lavoro o ha preso “un paio di frustate destinate a” [III, p. 55] Telkar ma, gli ha salvato anche la sua vita. Quando il protagonista era gravemente malato, dopo qualche giorno di lavoro con il miravar – la grande fornace che trasportava il caldo alla fabbrica di vetro nella città di Malva; Lavio l’ha portato dal guaritore – Aineo.

Quest’ultimo usava la magia per guarire Telkar. Gli raccontava anche molte cose riguardanti i Drow e il mondo del sottosuolo. Per il protagonista, Aineo era una fonte affidabile d’informazioni. Dopo un po’ di tempo Telkar è tornato al suo posto di lavoro. Aveva il tempo per pensare a tutte le cose che già sapeva. Ma per essere sicuro dei suoi sospetti doveva tornare alla città e parlare con i Drow che lavoravano nella fabbrica di vetro. Durante quella tappa dell’indagine il protagonista doveva rimettere di nuovo la sua maschera – la biacca sulla faccia e la polvere sui capelli per non essere riconosciuto per nessuno. Telkar ha dormito nella sua casa, tutta la notte pensava ai Drow e non considerava più che fossero le bestie. Lui pensava “con tenerezza al microcosmo dei Livelli Inferiori.” [V, p. 92]. Dopo la visita nella fabbrica di vetro, il protagonista sentiva una grande confusione nella sua mente e nel suo cuore. Non era capace di capire tutto ciò che aveva sentito e neanche cercava di farlo. Ma la verità era spaventosamente evidente – gli uomini avvelenavano i Drow attraverso i rifiuti della fabbrica. Secondo Telkar tutto poteva cambiare. Credeva che gli abitanti della città fossero saggi e buoni ed erano pronti a cambiare il suo comportamento. “Lo dirò a tutti, la fabbrica chiuderà. Non accadrà più. E’ questa la grandezza degli uomini. C’e’ chi sbaglia, chi compie il male, ma viene punito. E’ questa la civiltà.” [V, p. 102]

Il protagonista del libro sentiva anche che quelle parole non erano “magra consolazione” [V, pp. 102] perché “c’erano uomini che per risparmiare sul carbone ammazzavano deliberatamente i Drow, donne, uomini e bambini.” [V, pp. 102]. Non per quegli uomini Telkar era sceso sotto e non per loro lottava tutta la sua vita. Il protagonista aveva perso tutte le sue certezze precedenti e smarrito ogni punto di riferimento nella vita. Durante le sue investigazioni, il soldato ha scoperto la storia di Carea. Era un Drow che lavorava nel miravar con sua moglie e sua figlia. Ambedue erano malate e qualche tempo dopo sono morte. La colpa di quella situazione ricadeva sugli uomini e sul lavoro a cui costringevano i Drow. Nessuno sapeva dove era Carea dopo la morte della sua famiglia. Il Drow è sparito. Ma i lavoratori della fabbrica dicevano che lui era responsabile di tutti gli assassini degli uomini nella città. Per loro lui era un eroe che lottava con-

ReVue | Décembre 2012

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