Estratto da Scienza e Conoscenza n. 42

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Anno 11° - € 6,90

Scienza e Conoscenza, Editing snc, trimestrale, novembre 2012, n.42, Poste Italiane SPA, Sped. in Abb. Post. DL 353/2003 (Conv. in L. 27/02/04 art.1 Comma 1. DCB Forlì n. 67/2009


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Editoriale

il suono che guarisce

T

um tum, tum tum, tum tum: il battito del cuore della mamma è uno dei primi suoni percepiti dal feto nell’utero. Quale migliore auspicio sonoro della musica forte, sicura e ritmata del muscolo cardiaco materno per l’inizio di una nuova vita! Oggi sappiamo che le percezioni uditive, legate alla maturazione anatomica e funzionale dell’orecchio medio, iniziano a otto settimane e si perfezionano gradualmente fino all’ottavo mese di gestazione quando si completa anche lo sviluppo della coclea, nell’orecchio interno. L’ambiente sonoro in cui il feto è immerso è ricco di stimoli provenienti dal corpo materno - il battito del cuore in primis, ma anche i rumori legati alla digestione - e, a partire dalla trentesima settimana, di stimoli provenienti dall’ambiente esterno cui il bambino reagisce in maniera diversa. Negli ultimi mesi il feto in utero percepisce chiaramente le voci di mamma e papà, impara ad identificarle per poi riconoscerle e ritrovarle dopo la nascita. La voce della mamma è per il bambino appena nato un faro nella notte, un filo sottile e soave che lo guida alla scoperta del mondo. Il bambino è sensibilissimo alle sfumature della voce materna: si tranquillizza se la voce della mamma è calma, serena, avvolgente come una coccola; al contrario reagisce con il pianto quando la voce è alterata e manifesta insofferenza, nervosismo, stress e rabbia. È facile ed intuitivo capire come l’ambiente sonoro in cui siamo immersi condiziona il nostro vivere e il nostro benessere. Scientificamente sappiamo che “le cellule - spiega Federica Gorni nell’articolo sul

Para-Tan - comunicano l’una con l’altra tramite il loro campo magnetico, inviando e ricevendo le informazioni necessarie a svolgere specifiche funzioni. Tale campo magnetico può essere considerato la memoria della singola cellula. Il movimento vibratorio degli elettroni presenti nel nucleo della cellula determina cambiamenti nel campo magnetico della cellula, e di conseguenza ne modifica il comportamento o la funzione. Ne consegue che sottoponendo le cellule a specifiche vibrazioni è possibile cambiare il comportamento della cellula stessa come vogliamo”. Per questo il suono ci può aiutare nella strada verso la guarigione, per raggiungere uno stato di benessere psico-fisico armonico e duraturo: “suoni - scrive Diego Vellam nell’articolo sulla diapasonterapia - che penetrano dolcemente, non inducono nella persona resistenza o disagio alcuno, e arrivano nel profondo, lì dove il cambiamento attende di aver luogo”. In questo nuovo fascicolo di Scienza e Conoscenza questi e altri esperti ci guidano alla scoperta dell’affascinante mondo dei suoni che guariscono, siano essi prodotti dalle innumerevoli sfumature della voce umana - come nel metodo Soul Voice di Karina Schelde - dalla potenza dei Mantra - come nella pratica del Para Tan; o dalle frequenze dei diapason terapeutici. Accanto a questo percorso, si snoda un approfondimento sulla fisica del suono e sul perché la musica suscita in noi emozioni. Buona lettura... ad alta voce!

Marianna Gualazzi

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INDICE Il suono Un’indagine critica Davide Fiscaletti Scienza e Conoscenza è un marchio Macro Soc. Coop. Via Bachelet 65, 47522 Cesena (FC) www.macroedizioni.it Ideatore del progetto Scienza e Conoscenza Giorgio Gustavo Rosso

Editore Editing snc Direttore Responsabile Marianna Gualazzi Direzione e Coordinamento Romina Alessandri Erica Gattamorta Comitato Scientifico Massimo Corbucci (Fisico e Medico) Valerio Pignatta (Naturopata) Corrado Ruscica (Astronomo) Direzione, grafica e ufficio abbonamenti a cura di Editing snc Tel. 0547 347627 info@scienzaeconoscenza.it Hanno contribuito alla realizzazione di questo numero: Davide Fiscaletti Diego Vellam Urbano Baldari Maria Cristina Franzoni Corrado Ruscica Paola Ulrico Citterio Marco Capozza Laura Peroni Alessandro Silva Mariagrazia Costa Giorgio Papeschi Mara Larini Vincenzo Valesi Elsa Masetti Sabrina Bigi Sabrina Mugnos Federica Gorni Immagini www.shutterstock.com www.sxc.hu www.istockphoto.com Stampa Lineagrafica, Città di Castello Distribuzione in edicola ME.PE. (Milano) Autoriz. Trib. Forlì N. 21 dell’8 luglio 2002 Numero 42 ottobre/dicembre 2012 IV° trimestre

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Dar voce alla voce dell’anima Maria Cristina Franzoni 34 La musica del Cosmo Corrado Ruscica

La musica del bosone di Higgs Davide Fiscaletti

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Quel motivetto che mi piace tanto Marco Capozza e Laura Pieroni

Storm-glass: strani barometri che non predicono il tempo Mariagrazia Costa, Giorgio Papeschi, Mara Larini 41

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21 dicembre 2012 Ultimo atto Sabrina Mugnos

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Sono-fotodinamica Sabrina Bigi

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Mal di testa, addio! Urbano Baldari

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L’orchestra sinfonica fetale Paola Ulrico Citterio 20 Diapasonterapia, il Suono, la Guarigione Diego Vellam

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Alfred Tomatis e l’Audiopsicofonologia Alessandro Silva

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Para-Tan Mantra che cura Federica Gorni

Il dottor Valesi risponde Vincenzo Valesi

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Intervista a Bert Hellinger Elsa Masetti

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La cellulosa utilizzata per la produzione della carta su cui è stata stampata questa rivista proviene da foreste amministrate

La cellulosa utilizzata per la produzione della carta su cui è stata stampata questa rivista è sbiancata senza l’uso di cloro. Questa carta è riciclabile

Le informazioni scientifiche, sanitarie, psicologiche, dietetiche e alimentari fornite nella rivista Scienza e Conoscenza non comportano alcuna responsabilità da parte dell’Editore e del Direttore Responsabile circa la loro efficacia e sicurezza in caso di utilizzo da parte dei lettori. Ognuno è tenuto a valutare con buon senso e saggezza appropriate. Ognuno è tenuto ad assumere tutte le informazioni necessarie, confrontando rischi e benefici delle diverse terapie. Scienza e Conoscenza non dispone di notizie o dati diversi da quelli qui pubblicati.

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il suono un’indagine critica

Un viaggio tra fisica e psicofisica per capire le caratteristiche e la natura del suono Davide Fiscaletti

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Che cos’è il suono

I

l suono può essere interpretato sia come fenomeno ondulatorio nell’aria o in altri mezzi elastici (stimolo) sia come eccitazione del meccanismo uditivo che da luogo alla percezione acustica (sensazione). La scelta dell’uno o dell’altro punto di vista da luogo a due aspetti dell’acustica, la fisica e la psicofisica, a cui corrispondono diverse grandezze: frequenza e altezza, intensità sonora e sensazione sonora, forma d’onda (o spettro equivalente) e timbro. Ecco un breve esempio: per le frequenze basse l’orecchio umano percepisce un’altezza differente a intensità differenti, aumentando il volume l’altezza scende. Note pure di frequenza 168 e 318 Hz a basso volume risultano discordanti sgradevoli, a volumi più alti tuttavia l’orecchio li percepisce come in relazione di ottava (come fossero 150 e 300 Hz). Questo per far capire come l’orecchio umano non sia uno strumento di misura esatto, anche se estremamente sensibile. La psicoacustica studia le modalità con cui il sistema uditivo e il cervello elaborano suoni e rumori. Uno studio sperimentale sistematico dei fenomeni sonori ha inizio con G. Galilei, cui risalgono idee e

ricerche sulla natura del suono e sui suoi caratteri, sulle proprietà delle corde vibranti, sui metodi per la determinazione della velocità del suono nell’aria, ecc…; a lui è dovuto in particolare l’aver riconosciuto nell’altezza d’un suono un elemento legato alla frequenza di vibrazione della sorgente sonora e di aver intuito la natura composita del suono delle corde. Quasi contemporanee all’opera di Galilei sono quelle di G. Benedetti, di G.F. Sagredo, che nel 1615 dimostra che il mezzo di trasmissione del suono è l’aria; di M. Mersenne, che effettua una prima determinazione della velocità del suono; e di P. Gassendi, cui è dovuta l’osservazione dell’indipendenza della velocità dall’altezza del suono. Nel 1663 O. von Guericke dimostra che il suono si propaga non solo nell’aria ma anche nei liquidi e nei solidi. Le ricerche del XIX secolo approfondiscono, soprattutto a opera di H. von Helmholtz e Lord Rayleigh, lo studio della propagazione ondosa e, in particolare, degli aspetti energetici di questa, mentre l’invenzione del fonografo e del microfono (1877) pone per la prima volta il problema della registrazione e della riproduzione dei suoni,

I segnali trasmessi dalla voce e dalla musica sono lievi increspature che si sovrappongono alla pressione atmosferica nonché della loro trasduzione elettrica, problema che costituisce l’oggetto principale dell’elettroacustica. In quest’ultimo settore, crescendo l’importanza delle informazioni sonore nel quadro dei moderni mass media, e nel collegato settore dell’acustica architettonica, si sono avuti i maggiori sviluppi. Per quanto riguarda la fisica del suono, va anzitutto detto che le onde sonore sono onde meccaniche (vale a dire hanno bisogno di materia per propagarsi) longitudinali (vale a dire il movimento delle particelle avviene nella stessa direzione di propagazione). L’orecchio umano è in grado di essere stimolato da frequenze comprese tra 16 e 20.000 Hz. Un’onda con frequenza inferiore a quella del campo di udibilità è chiamata infrasuono, un’onda con frequenza superiore a quella del campo di udibilità è detta ultrasuono. L’onda sonora è quindi costituita da una perturbazione del mezzo di trasmissione. In particolare le particelle dell’aria (quasi 100.000 ogni metro cubo), nella loro oscillazione, creano delle aree di compressione dove la pressione è leggermente maggiore di quella atmosferica, e delle sacche di rarefazione, dove la pressione è leggermente inferiore a quella atmosferica. I segnali trasmessi dalla voce e dalla musica sono quindi

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la musica del

bosone di Higgs Grazie a una tecnica a metà strada tra arte e scienza, i ricercatori hanno convertito in note i risultati dell’esperimento Atlas che ha scovato la sfuggente particella Davide Fiscaletti

«A

differenza di quanto avvenuto con i neutrini superluminari qui la scoperta c’è: abbiamo trovato una nuova particella, mai vista prima, questo è certo. Non ci potranno essere smentite»: sono alcune delle parole di Fabiola Gianotti, la ricercatrice del Cern che ha annunciato lo scorso 4 luglio 2012 la scoperta del bosone di Higgs. La quale aggiungeva, però: «Ora si tratta solo di capire se è il bosone standard o se la faccenda è più complicata». È possibile infatti che il bosone di Higgs non sia esattamente come i ricercatori se lo erano immaginato. Come sottolinea la Gianotti, è presto per trarre conclusioni. Quanto siamo certi che sia proprio la particella a lungo cercata? Difficile rispondere. I dati sperimentali a disposizione sembrano indicare con certezza che la particella rivelata al Cern il 4 luglio è compatibile con il bosone di Higgs secondo quanto previsto dal Modello Standard. Non ci sono motivi, al momento, per sospettare che sia qualcosa di diverso. Però potrebbero anche esistere molti tipi diversi di bosone di Higgs. Come spiegano i ricercatori del Cern, alcune proprietà sono coerenti con le predizioni del modello teorico: il punto (i canali) in cui è stato osservato e la massa, suggerita anche da altre misure indirette. Nei prossimi mesi i gruppi di lavoro del Large Hadron Collider cercheranno di chiarire se questo è davvero il bosone di Higgs, se è una prima particella di una grande famiglia o se si tratti di qualcosa di completamente diverso. Per la fine dell’anno si dovrebbero avere le prime prove che alcune sue caratteristiche sono le stesse attese per il bosone di Higgs.

Dai grafici sperimentali alla melodia

L’eclettico bosone di Higgs, che potrebbe rivoluzionare la fisica, è adesso in grado anche di deliziare le orecchie con il suo suono trillante. Grazie a una tecnica a metà strada tra arte e scienza, la sonificazione, gli scienziati hanno convertito in note i risultati dell’esperimento Atlas (uno dei due esperimenti che hanno dato la caccia al bosone di Higgs) che ha scovato la sfuggente particella. I fisici hanno eseguito una sonificazione, cioè hanno associato i dati indicati dal grafico a delle note, ottenendo una musica. Di per sé l’idea di “criptare” un’informazione scientifica desumibile da dei grafici mediante dei suoni non è affatto nuova. In fondo sono forme di sonificazione anche i tamburi parlanti africani, o gli squilli di tromba che indicavano alle truppe cosa fare sul campo di battaglia. Ma la declinazione scientifica di questo strumento antichissimo utilizza tecnologie avveniristiche. In teoria il principio è molto semplice: a ogni dato dell’immagine prodotta dall’esperimento Atlas è stata associata una nota. Sembra un gioco ma non lo è. Per ottenere “la musica del bosone” si è dovuto scegliere tra una infinità di alternative diverse, selezionando il criterio migliore per rendere la traduzione da dati a note allo stesso tempo fedele e gradevole. Il nuovo risultato è condivisibile e apprezzabile anche dal pubblico dei meno esperti. Per questa speciale traduzione il requisito fondamentale è avere a disposizione una potenza computazionale enorme. «Per la riuscita di questa sonificazione è stato fondamentale far lavorare in parallelo un gran numero di computer connessi da una rete molto veloce»

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quel motivetto Perché ci emozioniamo quando ascoltiamo la musica? Marco Capozza e Laura Pieroni

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i tutte le arti la musica è quella più capace di evocare emozioni. Che sia gioia, commozione, serenità, eccitamento, malinconia, nessuna emozione è assente dalla tavolozza della musica, e non vi è nessuno che non abbia provato uno speciale sentimento all’ascolto di uno speciale brano. La musica può arrivare a coinvolgere il corpo, a suscitare voglia di muoversi: il ballo, le marce militari, le danze tribali non esistono a caso. L’associazione di musica e poesia in una bella canzone può farci piangere come bambini. Nessun’altra arte – pittura, scultura, poesia o letteratura, per quanto apprezzata e seguita, s’avvicina neanche lontanamente alle capacità emotive della musica. Perché? Cos’ha di speciale questa arte? A quali parti di noi parla così forte? E come fa? Certi brani musicali suscitano emozione in quanto legati a momenti significativi della nostra vita. Questo caso è semplice da spiegare: la musica rievoca i ricordi e questi, a loro volta evocano le emozioni. Sono i ricordi più che la musica, a suscitare l’emozione. Questo è facilmente comprensibile e non ne parleremo ulteriormente. Ma una musica può evocare emozioni anche quando la sentiamo per la prima volta: le evoca “per come è”, non perché già legata a nostre precedenti esperienze. Avviene anche spesso che ascoltatori diversi senza background comune giudichino nello stesso modo – allegra o triste, serena o angosciosa, consonante o dissonante, ecc. – una medesima musica ascoltata per la prima volta. Tutto ciò suggerisce che la musica “parla” a parti di noi che abbia-

mo in comune semplicemente in quanto esseri umani, indifferentemente dal sesso, esperienza, conoscenze, scolarità, censo, educazione musicale, gusti, tendenze, ecc. È questo il caso che riteniamo più interessante, e di cui parleremo in questo articolo. Cominciamo col parlare delle emozioni.

Emozioni

Non daremo qui una definizione o un elenco delle emozioni; chiunque ne ha una esperienza diretta ben superiore a qualsiasi definizione. Sottolineiamo invece alcuni aspetti che ci verranno utili in seguito. Le emozioni inducono modificazioni a tre livelli: 1) fisico-fisiologico (aumento o diminuzione del respiro, della pressione arteriosa, del battito cardiaco, della tensione muscolare, delle secrezioni ed escrezioni); 2) comportamentale (attacco, fuga, panico, “blocco”, approccio sessuale, variazioni della postura, della mimica e della voce); 3) mentale, consistente nell’esperienza soggettiva cosciente che abbiamo dell’emozione e nelle sue conseguenze sul nostro pensiero e cognizione. Le modificazioni fisiche e comportamentali sono automatiche, indipendenti dalla volontà e dalla coscienza, come quando accade di ridere o piangere ad onta di ogni sforzo per trattenersi. Quando l’emozione diventa cosciente parliamo di sentimento. Le emozioni più potenti, quelle con gli effetti fisici e comportamentali più forti, sono innate, universali, comuni a tutte le popolazioni umane, indipendenti dalla cultura e dall’esperienza di vita individuale. Queste sono

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che mi piace tanto

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L’orchestra

sinfonica fetale L’avventura musicoterapica in acqua per lo sviluppo armonico del nascituro, a livello relazionale e neurologico Paola Ulrica Citterio

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scoltiamo e parliamo con tutto il corpo. Tutti noi produciamo e recepiamo onde e vibrazioni. L’insieme di questi flussi determina il nostro suono unico e particolare. Esistono dunque delle corrispondenze precise tra vibrazioni, energia, emozione e benessere. Percepire queste sensazioni in acqua è un’esperienza unica, avvolgente, coinvolgente e assolutamente piacevole. Tutto ciò è possibile proprio perché quando siamo in acqua, in una situazione di relax, l’elemento avvolgente “culla-acqua”, con le sue proprietà distensive ed energizzanti, insieme all’uso di alcuni strumenti musicali, ci rinvia nel luogo dove tutto ha inizio: l’utero materno. L’acqua rappresenta la totalità, il più fecondo degli elementi, il mutamento continuo e la forza vitale della terra. Muoversi in acqua significa vivere la fluidità, non opporsi alle sue caratteristiche ma conoscerle e pren-

derne atto. L’acqua è lo strumento mediatore per eccellenza nella relazione interpersonale, perché permette un contatto con noi stessi più nel profondo; amplifica il bisogno di sicurezza, di appagamento affettivo, di percezione dell’io e di presa di coscienza del proprio vissuto esperenziale. In quanto simbolo materno, favorisce l’unione, la separazione, l’identità, il gioco, la sperimentazione corporea e il movimento del neonato. Ho iniziato ad interessarmi di musicoterapia parecchi anni fa. L’essere musicista, musicologa, musicoterapista in continua evoluzione, mi ha portato ad allargare i miei orizzonti verso il settore prenatale, ossia verso l’origine del “caos sonoro ed emotivo” della vita. Il mio lavoro consiste nell’apportare benessere al nascituro e alla mamma che lo accoglie, grazie all’utilizzo di un “metodo musicoterapico preventivo” di mia ideazione. Durante la gravidanza, la gestante vive dei momenti caratterizzati da processi psicologici diversi, il cui svol-

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Diapasonterapia il Suono, la Guarigione Uno stimolo importante per facilitare il processo di cambiamento nella persona Diego Vellam

“Ci sono due modi di vivere la vita. Uno è pensare che niente è un miracolo. L’altro è pensare che ogni cosa è un miracolo. Io preferisco il secondo.” Albert Einstein (1879 – 1955) “Io so di non sapere.” Socrate (470 – 399 a.C.)

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n tutti questi anni di appassionato utilizzo, divulgazione e insegnamento delle risorse della Diapasonterapia, ovverosia della Suonoterapia con i Diapason, tre sono le domande che ci vengono poste più comunemente: “A quali note corrispondono i Diapason?”; “I Diapason sono accordati a 432 Hz?”; “Quali frequenze impiegano?”. All’inizio dell’apposito Corso di Formazione in Diapasonterapia i partecipanti hanno modo di apprendere come ciascuna di queste tre domande, che possono apparire fondate se non addirittura competenti, risultino in effetti prive di senso nell’ambito specifico. Tale comprensione consente allora di accedere al reale potere di guarigione del suono.

Tre quesiti... senza senso

Se non è evidentemente possibile racchiudere in tale breve articolo quanto svolto all’interno del Corso di Formazione in Diapasonterapia, cerchiamo perlomeno di comprendere perché tali domande risultino prive di significato, e questo ci fornirà automaticamente le chiavi per meglio comprendere il senso e la portata della Diapasonterapia. Dunque a quali note corrispondono i Diapason utilizzati nella Diapasonterapia? Tale aspettativa (che, per di più, fa normalmente riferimento a sette e non a dodici note) equivale a ritenere che l’universo dei suoni sia riducibile ai tasti di un pianoforte (addirittura ai suoi soli tasti

bianchi), assumendo così implicitamente che le frequenze intermedie, fra nota e nota, risultino “proibite”. Tale proibizione, che può valere in alcuni contesti musicali, non vale nella Diapasonterapia, e quindi i Diapason per la Suonoterapia sono sviluppati assumendo, come frequenze armoniche di base, valori che sono indipendenti dalla loro corrispondenza o meno con delle note musicali. Ma i Diapason sono accordati a 432 Hz? In fondo a tale domanda già rispondono le considerazioni del paragrafo precedente, tuttavia l’argomento merita qui un approfondimento. Premetto che stimo molto il lavoro originale svolto vari anni fa dalla ricercatrice e musicista tedesca Maria Renold (1) (1917 – 2003), e gli strumenti musicali che utilizzo personalmente sono tutti accordati in relazione ai suoi studi con il La 4 a 432 Hz. Negli ultimi anni una banalizzazione del problema dell’intonazione musicale, spesso ridotta ad una mistica del numero 432, porta però alcuni a ritenere che il problema si risolva semplicemente abbassando il La dello strumento, e addirittura che la musica eseguita con un La a 432 Hz sia per definizione “buona” mentre quella con altre intonazioni sia invece “cattiva”. Come sopra indicato in Diapasonterapia si utilizzano Diapason terapeutici, non musicali che, in quanto tali, non sono affatto vincolati ad alcun sistema musicale, ma possono attingere in modo continuo allo spettro delle frequenze disponibili. La richiesta di una loro intonazione specifica con un La qualsiasi (corrispondente o meno a 432 Hz) è quindi del tutto priva di senso. E, dunque, quali frequenze utilizzano i Diapason? Questa sembra essere la domanda finale: se possiedo le corrispondenti frequenze, allora ho “scientificamente” definito lo strumento della Diapasonterapia! Peccato (o per meglio dire, meno male) che la realtà risulti ben più ampia e ricca di possibilità.

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Alfred Tomatis e

l’Audiopsicofonologia Il legame tra lo sviluppo psichico della personalità e l’esperienza dell’ascolto Alessandro Silva

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lfred Tomatis, medico, scienziato e umanista, nacque a Nizza il 1 gennaio del 1920 da un padre di origine italiana, noto cantante lirico all’Opera di Parigi. Proprio la familiarità con il mondo della musica ebbe un ruolo importantissimo nella crescita umana e professionale di Tomatis che, partendo da studi sulle sordità degli aviatori e sui disturbi della voce nei cantanti lirici, ipotizzò l’esistenza di un legame tra lo sviluppo psichico della personalità e l’esperienza dell’ascolto, alla base dell’Audiopsicofonologia. Questa nuova disciplina si fonda sulle tre leggi dell’Effetto Tomatis, depositate all’Accademia delle Scienze della Sorbona nel 1957. La prima legge sostiene che la voce emessa da una persona contiene solamente frequenze che il suo orecchio è in grado di ascoltare. Nella seconda legge si afferma come la correzione delle frequenze alterate migliora istantaneamente l’emissione vocale. La terza legge, infine, prevede la possibilità di modificare in modo duraturo l’emissione vocale se la stimolazione uditiva è mantenuta per un certo tempo. La correzione delle frequenze alterate si può realizzare attraverso una stimolazione specifica utilizzando un apparecchio chiamato “orecchio elettronico”.

Le conoscenze scientifiche alla base dell’audiopsicofonologia

L’udito è il primo dei cinque sensi a svilupparsi nel feto, permettendogli di entrare in contatto con il mondo esterno. L’elemento chiave di questo sistema è l’orecchio, l’organo deputato a captare i suoni e a tradurli in impulsi elettrici poi trasmessi, per mezzo di fibre nervose (il nervo acustico), al cervello, dove vengono analizzati ed interpretati. Secondo Tomatis l’orecchio rappresenterebbe una “unità funzionale psicocorporea deputata all’ascolto” prodotta dall’interazione delle sue tre funzioni principali. La prima funzione sarebbe uditiva

(ossia la ricezione e l’analisi dei suoni) legata alla posizione relativa di martello, incudine e staffa, i tre ossicini dell’orecchio medio; mentre la seconda funzione è quella labirinto-vestibolare (che comporta il controllo della postura e il mantenimento dell’equilibrio) svolta dall’orecchio interno, o vestibolo. La terza e ultima funzione è energetica e prevede una sollecitazione della corteccia cerebrale, attraverso gli stimoli sonori che svolgono un ruolo fondamentale nello sviluppo del sistema nervoso. La stessa qualità dell’ascolto, dipendente dalla sinergia tra sistema cocleare e vestibolare e il loro regolare funzionamento, consente non solo lo sviluppo somatico ma anche quello psichico e sociale.

L’orecchio elettronico

La ricerca di Tomatis gli permise di sviluppare un complesso strumento chiamato Orecchio Elettronico, capace di modificare il modo in cui un soggetto ascolta e, di conseguenza, la fonazione. Lo scopo ultimo era quello di elaborare un condizionamento audio-vocale educando l’organo uditivo, danneggiato da una qualunque causa, a riacquisire la capacità di elaborare stimoli sonori “puliti” e “vitali”. Tale capacità di “accomodazione” è normalmente governata dai muscoli che s’inseriscono su martello e staffa. Proprio su questi l’Orecchio Elettronico inizialmente agisce, inducendo alternativamente uno stato di tensione e rilassamento muscolare che si riflette sia in modificazioni della curvatura del timpano che in una diversa pressione esercitata sull’orecchio interno. La conseguente tonificazione dei muscoli (con la capacità di selezionare i suoni in entrata) e un adattamento agli stimoli esterni (che permettono al soggetto di prepararsi all’arrivo dei suoni), porta a un miglioramento nello sviluppo della funzione di ascolto che assicura non solo un miglior controllo della voce parlata e cantata, ma anche un riequilibrio della dimensione psicologica.

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Para-Tan

Mantra che cura La Scienza delle vibrazioni dei Mantra Tantrici per ritrovare equilibrio, salute e riarmonizzare Corpo, Mente e Spirito

Federica Gorni

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umerose ricerche scientifiche hanno ampiamente dimostrato che il corpo umano, come ogni altro essere vivente sulla terra ed ogni oggetto, ha sue specifiche vibrazioni e si sintonizza su varie frequenze. Per questo motivo il nostro organismo è molto sensibile alle vibrazioni dei suoni, che possono influenzare il nostro corpo e le nostre emozioni sia negativamente che positivamente. Pensate semplicemente: come vi sentite ascoltando musica heavy metal o musica classica? Come state quando siete in un parco col cinguettio degli uccelli o nel frastuono del traffico cittadino? I suoni hanno un impatto notevole sul nostro umore ma, in realtà, anche sul nostro corpo, la nostra mente e la nostra salute. Come mai? Ogni cellula del nostro organismo è dotata di un campo magnetico, rilevabile con specifici strumenti. Le cellule comunicano l’una con l’altra tramite il loro campo magnetico, inviando e ricevendo le informazioni necessarie a svolgere specifiche funzioni. Tale campo magnetico può essere considerato la memoria della singola cellula. Il movimento vibratorio degli elettroni presenti nel nucleo della cellula determina cambiamenti nel campo magnetico della cellula e, di conseguenza, ne modifica il comportamento o la funzione. Ne consegue che, sottoponendo le cellule a specifiche vibrazioni, come quelle potenti dei Mantra, è possibile cambiare il comportamento della cellula stessa come vogliamo. Inoltre nel nostro corpo esistono proteine con funzione di microantenne, estremamente sofisticate, che sono direttamente collegate con il DNA e che funzionano da trasmettitore e ricevitore di frequenze. Scienziati dell’Istituto HeartMath (www.heartmath. org), e di altri istituti di ricerca, hanno scoperto che queste microantenne presenti sul DNA vengono attivate o disattivate dalle frequenze filtrate attraverso il DNA. Le emozioni, i pensieri e le parole hanno una

loro frequenza vibrazionale, cioè generano lunghezze d’onda di varie velocità e durata, che vengono trasmesse grazie al campo magnetico del corpo umano e delle singole cellule, e che possono attivare queste microantenne. Emozioni negative (paura, ansia, rabbia e simili) attivano solo alcune di queste “antenne”. Mentre le emozioni positive attivano un numero molto più elevato di “antenne” perché generano una lunghezza d’onda veloce e corta. Un’altra importante recente ricerca scientifica (1) russa prova che il DNA può essere influenzato e riprogrammato dalle parole e dalle frequenze. Riunendo linguisti e genetisti, i ricercatori russi hanno scoperto che il codice genetico, specialmente in quel 90% apparentemente inutile, segue le stesse regole di tutte le nostre lingue umane. Confrontando le regole della sintassi, la semantica e le regole grammaticali di base, hanno scoperto che i codoni del DNA seguono una grammatica regolare e hanno regole fisse come avviene nelle nostre lingue. Il biofisico e biologo molecolare russo Pjotr Garjajev e i suoi colleghi hanno esplorato il comportamento vibratorio del DNA e, modulando certi modelli di frequenza (suoni) con un raggio laser, sono riusciti a influenzare la frequenza del DNA e quindi l’informazione genetica stessa. Certamente la frequenza deve essere quella corretta e a questo si deve il fatto che non tutti hanno lo stesso risultato o possano farlo sempre con la stessa forza. Tutto questo spiega come le vibrazioni sonore agiscano veramente nel profondo, a livello cellulare e addirittura di DNA. Altri studi scientifici hanno dimostrato che certe onde di suono hanno la capacità di attivare la guarigione cellulare quando rivolte su ferite del corpo e sono in grado di promuovere e velocizzare la guarigione. Ricerche mediche svolte all’Università di Parigi hanno scoperto che certi suoni ripetitivi rivolti ad una cellula cancerogena distruggono la cellula.

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Dar voce

alla voce Maria Cristina Franzoni

Tra le più qualificate terapeute della voce presenti al mondo, Karina Schelde, in questa intervista esclusiva per S&C, ci accompagna in un viaggio alla scoperta del metodo Soul Voice® – La Voce dell’Anima da lei messo a punto. La struttuta profonda delle cose è sonora e vibrazionale e attraverso il lavoro con la voce secondo il metodo Soul Voice® possiamo liberare l’anima da ciò che è sommerso; rendere noto l’ignoto, lo sconosciuto, il pauroso; sciogliere i nodi più stretti e i blocchi più angosciosi. Per potere portare nel mondo la nostra vera voce: una voce che parla di chiarezza, verità e consapevolezza. La voce del nostro cuore, della nostra anima.

Come e perchè è nato il metodo Soul Voice®? Già al termine della mia adolescenza ero molto affascinata dal modo in cui le persone parlano e camminano, come se fosse nei movimenti e nei suoni della voce che le persone mostrano la loro peculiare unicità. È stato questo che mi ha spinto verso gli studi di psicologia, a cui mi sono dedicata prima di addentrarmi in quelli teatrali a Parigi, dove per quattro anni ho lavorato sopratutto con le maschere. E tornando a Copenhagen, ormai venticinquina anni fa, ho capito chiaramente di avere un incredibile impulso teso verso lo svelamento della verità che quelle maschere nascondono, maschere che tutte le persone indossano e in cui ci nascondiamo, ci nascondiamo sopprimendoci senza manifestare quello che veramente siamo, senza essere onesti con noi stessi. Ho sentito un impulso verso una trasformazione dell’umanità profonda e radicale e mi sono resa conto di aver bisogno di lavorare con le persone in modo più intimo e ravvicinato per poter veramente “agire” questa trasformazione. Così ho stravolto la mia carriera e sono diventata consuelor, body worker e psicoterapeuta ed è stato attraverso queste professioni nel mondo del benessere naturale e alternativo che ho scoperto l’importanza della voce. Questo per me è stato la mia iniziazione all’ascolto di ciò che è più profondo e che non riusciamo normalmente a contattare con le parole o l’uso delle mani o il respiro o

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Soul Voice®

dell’anima qualsiasi altro metodo o strumento utilizziamo. Penso che questo sia successo grazie alla mia precedente formazione come attrice e agli studi fatti nel campo dell’espressione creativa. Così quando ho stabilizzato la mia attività professionale nel mondo della salute e del benessere e i suoni hanno cominciato a venire attraverso di me, è stato come se facessi una esperienza di deja vu, come se tutto il mio essere già sapesse. Vorrei approfondire il modo in cui la voce lavora. Che relazione c’è tra la voce, il corpo, il movimento del corpo, la profondità dell’anima e l’essenza della persona. Che ruolo svolge in tutto questo la voce? C’è una qualità speciale nella nostra voce quando la liberiamo e ci permettiamo di esprimerla in una modalità di rilascio, che poi è essenza di ciò che la voce è, di abbandono del controllo, quando ci permettiamo di andare oltre quella che chiamiamo la mente conscia che ci contiene, alle volte troppo, all’interno di una struttura lineare. Allora, il suono della persona che si trova in quello spazio liberatorio e quindi disponibile a ricevere, porterà informazioni più intime e vibrazioni di qualità più elevata, superiore, informazioni che provengono dal subconscio più profondo, ed è nel subconscio che abitano i nostri sogni e le nostre verità, è li che abita ciò che ancora deve essere scoperto. Ma quello è anche il luogo dove abi-

tano le cose che non riusciamo a digerire o integrare o esprimere, tutto quello che sopprimiamo è nascosto lì. Come ormai molte scoperte scientifiche dimostrano, tutto ciò che esiste è vibrazione, frequenza sonora, i nostri organi, le nostre ossa, le piante e i minerali sono vibrazione. Il suono è in sé la trama che costruisce le cose, che compone la struttura della materia di tutto ciò che esiste. Ogni cosa è energia vibrazionale: il campo energetico in noi e fuori di noi è creato dalle frequenze sonore. Attraverso le frequenze sonore possiamo prendere contatto con ciò che abita nel nostro subconscio ed elaborarlo con la guida del nostro cuore e delle nostre intenzioni positive e così smuovere ciò che è pesante, i blocchi, le problematiche, le malattie, i disagi, qualsiasi cosa si voglia svelare e portare ad espressione. Nel nuovo libro che sto scrivendo approfondisco una serie di considerazioni relative agli studi più recenti nel campo della ricerca sull’energia vibrazionale, tra cui ciò che il lavoro di Masaru Emoto ha messo in evidenza. Questo ricercatore giapponese dimostra come possiamo condizionare la struttura dell’acqua attraverso la preghiera o l’espressione di intenzioni positive rivolte verso di essa. Ora, c’è da considerare che noi siamo fatti quasi al 90% di acqua e al tempo stesso siamo frequenza vibratoria, vibrazione sonora. Risulta evidente come possiamo facilmente intervenire sulla nostra composizione interiore

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La musica

del Cosmo Dalla radiazione fossile alla sinfonia delle stelle e dei pianeti Corrado Ruscica

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e alziamo lo sguardo al cielo in una notte buia stando lontani da ogni rumore cittadino, ci rendiamo subito conto non solo della vastità dello spazio, ma soprattutto del suo silenzio surreale. Già perché dal cielo l’informazione viene trasportata principalmente dalla luce, cioè dalle onde elettromagnetiche di cui l’occhio umano percepisce solo una parte. Se ciò lo paragoniamo ad un esempio canoro, sarebbe come ascoltare una melodia con un filtro nelle orecchie che lascia passare solo alcune note musicali. In questo modo diventa difficile indovinare la canzone che stiamo ascoltando per cui il suo motivo diventerà incomprensibile. Questo problema era analogo a quello che dovevano affrontare gli astronomi circa cinquant’anni fa quando essi si limitavano, appunto, ad osservare il cielo solo attraverso la luce visibile. Oggi, grazie ai progressi nel campo della tecnologia, si sono aperte tutta una serie di “finestre osservative” dello spettro elettromagnetico per cui disponiamo di una visione più moderna e più completa dell’Universo. In partico-

lare, possiamo osservare un oggetto celeste a lunghezze d’onda, o frequenze, diverse in modo da studiarne le sue caratteristiche e proprietà fisiche ricostruendo il suo passato e magari prevedendo la sua futura evoluzione, come avviene per esempio nel caso delle stelle. Ora, mentre le onde elettromagnetiche possono essere trasformate in percezioni visibili dall’occhio umano, in natura esistono anche le onde sonore, cioè onde di densità, che sono prodotte da qualche sorgente e possono essere interpretate come deformazioni temporali dello spazio: un esempio è la voce (la sorgente) le cui onde acustiche si propagano nell’aria (lo spazio) per poi raggiungere l’orecchio umano. In generale, i corpi celesti possono produrre le onde sonore che si propagano dall’interno fino alla superficie: la deformazione che esse producono si può misurare e permette di avere informazioni indirette sulle loro proprietà fisiche. Ma una volta giunte in superficie, le onde sonore non possono più propagarsi nel vuoto, a differenza delle onde elettromagnetiche, poiché la densità del mezzo risulta troppo bassa e perciò non si formano onde di densità.

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I consigli di Lettura di www.MacroLibrarsi.it James Oschman Medicina Energetica Per le terapie e per migliorare le performance fisiche Il filo conduttore di questa collana, nata dalla collaborazione tra Macro Edizioni e Somatica Edizioni, è che l’intelligenza, il pensiero e la mente non sono esclusiva prerogativa del cervello. L’idea che il pensiero nasca non solo dal cervello ma anche dai diversi e complessi sistemi del corpo, apre nuovi campi di esplorazione e collega diverse discipline, dalle neuroscienze alla psicologia, dall’educazione al movimento, alla filosofia. Una proposta editoriale nuova, rivolta a tutti coloro che si occupano olisticamente della cura e del mantenimento della salute.

Sabrina Mugnos Catastrofi Naturali La natura sta davvero minacciando l’Umanità? Terremoti - Tsunami - Tempeste Solari - Anomalie del Campo magnetico – Cambiamenti climatici Cosa sta accadendo, dunque? Il nostro pianeta si sta forse accanendo contro di noi? E può qualcuno di questi fenomeni naturali produrre eventi che possano cancellare la nostra civiltà? Scatenare, insomma, la famigerata “Fine del mondo”? E quanto ne saremmo responsabili? In questa nuova e straordinaria opera Sabrina Mugnos risponde a queste domande, spiegando la dinamica di gran parte dei fenomeni naturali che ci affliggono in un linguaggio semplice ed accessibile.

Pagine 380 f € 20,00 f Macro Edizioni

Pagine 336 f € 18,00 f Macro Edizioni

John D. Barrow 100 Cose Essenziali che non Sapevate di non Sapere I meccanismi segreti del mondo che ci circonda Perché, quando siamo in coda, la fila accanto è sempre più veloce della nostra? Qual è stata la partita più bizzarra della storia del calcio? Perché la forma del “giro della morte” sulle montagne russe non è perfettamente circolare? A questi e ad altri novantasette interrogativi risponde John D. Barrow. Ogni singola domanda, infatti, diventa il pretesto, o meglio l’opportunità, per aprire una finestra su una dimensione del reale. Barrow riesce così a dimostrare che la matematica è la quintessenza stessa della realtà, poiché è alla base di ogni fenomeno naturale e di ogni aspetto della vita quotidiana.

John D. Barrow Il Libro degli Universi Guida completa agli universi possibili L’universo è per definizione uno e tutto, ma la storia della scienza ha conosciuto una pluralità di universi: quelli dei modelli cosmologici del passato, con tutti i limiti dovuti ai pregiudizi religiosi e filosofici dei loro ideatori, da Aristotele a Tolomeo, a Copernico, e quelli dei modelli più recenti, derivati dalla teoria della relatività. John D. Barrow ci accompagna attraverso la lunga e affascinante galleria di universi che ne è scaturita, illustrandone nei dettagli le molteplici caratteristiche e le leggi che li governano.

Pagine 284 f € 10,50 f Mondadori

Pagine 360 f € 20,00 f Mondadori

Margherita Hack Il Mio Infinito Dio, la vita e l’universo nelle riflessioni di una scienziata atea Questo libro racconta come si è evoluta la nostra capacità di leggere il cielo e con essa la visione scientifica del mondo, dagli astronomi della Grecia classica alla nascita della scienza moderna con Galileo e Keplero alle scoperte di Newton, per arrivare all’astronomia e alla fisica quantistica dopo le rivoluzioni del Novecento. Ci pone di fronte ai problemi cui ancora la scienza non sa rispondere: l’origine dell’universo e della vita. Ci interroga sulla natura del nostro universo: è tutto ciò che esiste? E finito o infinito nel tempo e nello spazio? E uno fra tanti?

Monica Marelli C’era un Gatto che non c’era Misteri e meraviglie della fisica quantistica Misteri e meraviglie della fisica quantistica L’esperimento mentale del gatto di Schroedinger è diventato il simbolo della bizzarra fisica quantistica Ma... qualcuno ha mai parlato con il gatto? Ecco, qui potete leggere un racconto in cui, con la scusa di incontrare il micio più famoso della storia della scienza (anche se non è mai esistito), l’autrice racconta che cosa è la fisica quantistica, perché è strana, perché ha “disturbato” la fisica classica e si è indissolubilmente legata con la filosofia e con il concetto di realtà.

Pagine 207 f € 8,90 f Baldini & Castoldi

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Dean Radin Fenomeni Impossibili - The Conscious Universe La verità scientifica sugli eventi para-normali È possibile avere esperienze di premorte? Come fare per uscire fuori dal corpo? Esiste la chiaroveggenza? Possiamo reincarnarci? L’autorevole scienziato e conferenziere Dean Radin in questa sua straordinaria opera spiega, in maniera completa, quei fenomeni – definiti come impossibili – che sempre più spesso ci troviamo di fronte nella nostra vita. Frutto del rigore scientifico dell’autore, queste pagine forniscono risposte sbalorditive alle più comuni domande, svelando la verità scientifica su questi eventi spesso considerati paradossali o anomali, quali ad esempio la telepatia, la telecinesi, la precognizione, ecc.

Antonio Marcianò Interazione tra Campi - Struttura Atomica e Caetalisi Descrizione dell’interazione tra due o più campi Siano (A’) e (A”) due punti dello spazio e centri di due campi , cui si possono associare, in seguito, corpuscoli, propagazioni ondulatorie, cariche elettriche, momenti angolari etc. Tali campi hanno l’uno rispetto all’altro un problema di «orientamento». Immaginiamo che le onde di propagazione siano come un rotismo fornito di ingranaggi: una rotazione polare di due ingranaggi è concorde se ha lo stesso senso; una rotazione equatoriale se ha senso contrario. Il moto di orientamento si compie attraverso una fase reiettiva, per esempio tra poli uguali di una calamita.

Pagine 480 f € 17,50 f Macro Edizioni

Pagine 59 f € 26,00 f Andromeda Edizioni

Adrián Paenza Non si può Dividere per Zero! Storie di Matematica da passeggio Parlare di matematica non è soltanto dimostrare il teorema di Pitagora: è anche parlare d’amore e raccontare storie di principesse. Anche nella matematica c’è bellezza. Coi numeri si può giocare, anzi è consigliabile farlo, sia per tenere in allenamento il cervello sia, semplicemente, per divertirsi. È questo il motivo che ha spinto Adrián Paenza a scrivere questo libro inusuale; un modo per sconfiggere il timore reverenziale che la matematica troppo spesso porta con sé e mostrare come in realtà si tratti di una disciplina irresistibilmente affascinante.

Andrea Wulf Il Passaggio di Venere La nascita della comunità scientifica internazionale attraverso una straordinaria avventura astronomica Nel Settecento, mentre le potenze europee continuavano a farsi la guerra per estendere gli imperi, lo scienziato Edmond Halley lanciò un appello ai colleghi astronomi di tutto il mondo affinché unissero le forze per un’impresa comune: l’osservazione del transito di Venere davanti al Sole, uno degli eventi astronomici prevedibili più rari, che avviene sempre a coppie separate da un intervallo di otto anni, nell’arco di oltre un secolo.

Pagine 217 f € 14,00 f Bollati Boringhieri

Pagine 391 f € 23,00 f Ponte alle Grazie

Lynne McTaggart The Bond - Il Legame Quantico La mappa per cambiare la tua vita e vivere in armonia con gli altri e la natura La brillante e famosa autrice del bestseller La Scienza dell’Intenzione, Lynne McTaggart, torna con una nuova e straordinaria opera che riscrive la nostra storia scientifica. Siamo arrivati alla fine di qualcosa. Ci stiamo chiedendo il significato della crisi collettiva che abbraccia tutti i settori della nostra vita. Il mondo come noi lo conosciamo sta andando a rotoli. Ma questa crisi è il sintomo di un problema molto più profondo, è la conseguenza della differenza tra come ci definiamo e la nostra vera essenza.

Fabio Nocentini, Federico Jeantet Iniziazione alle Acque Vibrazionali Un manuale completo su quelle acque che possiedono particolari qualità energetiche, provenienti da vari Paesi e anche create attraverso procedimenti diversi. Alle acque dei santuari o dei templi più o meno famosi, non solo di fede cristiana - da Lourdes al tempio giapponese di Kibune, da Fatima e Loreto a siti archeologici come Machu Picchu - si aggiungono quelle reperite in luoghi naturali oppure ottenute in altro modo. L’argomento viene affrontato dettagliatamente, con 70 schede descrittive, una per ogni acqua trattata.

Pagine 368 f € 18,00 f Macro Edizioni

Pagine 162 f €7,95 f Mediterranee Editore

LIBRI - CATEGORIA: SCIENZA E CONOSCENZA


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Nel prossimo numero

Il Cuore e le malattie

cardiovascolari

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• The Sinatra Solution: guarire il cuore con il metodo della cardiologia metabolica. • L e ricerche d’avanguardia della medicina alternativa sulla prevenzione delle malattie cardiovascolari. • PNEI, stress e cuore. • Il meridiano Cuore nella medicina tradizionale cinese, gli aggressori del cuore e il cuore come canale di informazione psichica. SCLUSIVO: uno speciale di Gregg Braden sull’intelligenza del cuore e il potere • E del suo campo elettromagnetico.

Su Scienza e Conoscenza 43 - in uscita a fine gennaio 2013!


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21 dicembre

2012

ultimo atto Dai calendari Maya alla nostra misurazione del tempo, un’indagine scientifica sulla fine del mondo

Sabrina Mugnos

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iamo finalmente giunti al sospirato 2012. Su ciò che dovrebbe accadere al termine di quest’anno sono stati versati fiumi d’inchiostro; ma il vero banco di prova è sempre e solo il presente. E ad oggi madre natura sembra comportarsi ben più magnanimamente degli ultimi anni. Ma è anche vero che all’ora “x” mancano ancora alcuni mesi! Lungi da me l’intenzione di entrare nel coro di pompose disquisizioni filosofiche per stigmatizzare l’attuale credenza nelle profezie, appellandomi al fatto di essere all’alba di questo terzo millennio segnato da conquiste scientifiche e tecnologiche. Anche perché, se così facessimo, dovremmo prima giustificare il senso di talune fumate bianche o nere nell’attuale cielo che sovrasta la Città Eterna, o dare dei creduloni a milioni di persone che passano la vita a guadagnarsi il paradiso dantesco, a sfuggire ai Cavalieri dell’Apocalisse o a venerare frammenti di meteoriti. Togliamoci quindi dall’imbarazzo passando oltre, e illustrando, invece, tramite l’esposizione dei fatti oggettivi, il perché tale scadenza non deve affatto spaventarci. Una delle più grandi conquiste (ed ossessioni) delle civiltà della Mesoamerica è stata comprendere la natura ciclica dei fenomeni naturali, ed in particolare degli eventi celesti. Erano certi (e non sbagliarono) che ciò che accadeva lassù si era già verificato e si sarebbe ripetuto ancora e ancora; e siccome taluni astri rappresentavano divinità importanti per la loro cultura, prevederne il movimento significava anche conoscere in anticipo le mosse degli dei, e pianificare la vita sociale di conseguenza. Ad esempio il pianeta Venere era identificato con

Quetzacoatl, il Serpente Piumato (la figura cardine della religione mesoamericana). Questo corpo celeste è visibile solo alla sera poche ore dopo il tramonto del Sole (quando è chiamato Vespero o Stella della sera) oppure all’alba prima della sua levata (allorché è chiamato Lucifero o Stella del mattino). Ma in quest’ultimo caso era considerato uscire dall’Inframondo, il tenebroso e minaccioso regno sotterraneo, e quindi foriero di sventure; ecco perché era raffigurato come un guerriero iracondo che scaglia dardi mortali verso la Terra. Così come nefaste erano le eclissi, raffigurate in modo macabro nell’iconografia con divinità mostruose sedute su troni d’ossa o impiccate alla fascia celeste.

Qui è mostrata una pagina della Tavola di Venere del Codice di Dresda dove, nell’immagine centrale, è raffigurato il dio Kukulkan o Quetzacoatl che impugna dardi mortali da lanciare sulla Terra.

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Sono Nuove prospettive per la cura del tumore

Sabrina Bigi

P

er un paziente malato di tumore è difficile scegliere tra le varie terapie oggi proposte. Le possibilità di cura e supporto terapeutico suggerite sono tante, ma rimane comunque difficile orientarsi ed essere in grado di districarsi tra le varie opzioni. L’oncologia, d’altro canto, non offre varietà di trattamento ma ragiona per protocolli: la storia spesso è che si va da un oncologo e poi da un altro per il secondo parere, ma la terapia cambia di poco. Ultimamente, e sempre più spesso, terapie innovative cominciano a essere accettate anche nei reparti di oncologia come terapie di supporto alla chemioterapia e alla radioterapia, quali la psicoterapia e l’agopuntura nel trattamento del dolore. Ormai anche il medico oncologo ha capito che l’innocuità delle proposte omeopatiche, fitoterapiche e nutrizionali può solo apportare al paziente vantaggi fisici e psicologici aumentando lo stato di benessere e quindi la fiducia e la speranza di guarigione.

La sono-fotodinamica

Tra le proposte terapeutiche non convenzionali ce n’è una che propone una metodica fisica in parte già sfruttata anche dalla medicina convenzionale. Si tratta della sono-fotodinamica (SPDT) utilizzata per la cura dei tumori, il cui principio sfrutta l’energia della luce e degli ultrasuoni per colpire e indurre la necrosi delle cellule maligne con l’aiuto di sostanze fotosensibili.

A oggi in Italia e nella maggior parte del mondo, la fotodinamica viene utilizzata in medicina prevalentemente in campo dermatologico per problemi estetici (acne pustolosa, fotoinvecchiamento) e lesioni precancerose e cancerose (cheratosi attiniche, malattia di Bowen ed epiteliomi basocellulari) e anche in campo oftalmologico nella forma umida della degenerazione maculare. In forma ancora sperimentale, presso numerosi centri sparsi in Italia e primo fra tutti - per notorietà - l’Istituto Europeo dei Tumori (IEO) di Milano, le onde acustiche vengono utilizzate sfruttando il loro potere termoablativo sul tessuto tumorale in un punto di convergenza che ne distrugge la massa (terapia sonodinamica). Presso l’IEO si utilizza una macchina denominata HIFU (High Intensity Frequency Ultrasounds) che, tramite un centraggio ecografico, produce ultrasuoni ad alta intensità e li concentra sul tumore: questi si trasformano in calore raggiungendo in loco temperature dai 60 ai 100 °C, molto maggiori di quelle utilizzate nell’ipertermia (41-45°C). Il tumore viene così distrutto per necrosi colliquativa con danno molto limitato ai tessuti sani circostanti. Il campo di utilizzo degli ultrasuoni è il trattamento di neoplasie solide (dimensioni minori ai 4 cm) al fegato, reni, tessuti molli, ossa, seno escludendo quelle localizzazioni in cui gli ultrasuoni non possono propagarsi quali polmone, intestino, vie respiratorie, cervello. Le perplessità su questa metodica sono legate al fatto che la sola diagnosi tramite esami clinici e l’intervento tramite ultrasuoni

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fotodinamica

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Mal di testa,

addio!

Cefalee: come curarle in maniera efficace con la Medicina dell’Informazione, senza ricorrere all’utilizzo continuo di farmaci Urbano Baldari

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a cefalea è sicuramente la situazione dolorosa più frequentemente riscontrata al mondo, al punto da divenire un vero e proprio problema sociale e…. un business, naturalmente: un buon farmaco antidolorifico specifico può assicurare la fortuna della casa farmaceutica che lo produce. Parliamo di un sintomo invalidante, che spesso impedisce o ostacola molto il vivere quotidiano, inducendo i pazienti affetti a “mandare giù” qualsiasi pillola in grado di dare sollievo. La cefalea può essere primitiva (emicrania, a grappolo, muscolo-tensiva) o secondaria (causata da: infezioni sistemiche o intracraniche, traumi cranici, ipotensione arteriosa grave, ipossia cerebrale, patologie oftalmiche, dentali, sinusitiche, nasali, auricolari, e del rachide cervicale). Del primo gruppo fanno parte quadri non gravi per la vita, ma molto invalidanti; del secondo, più raro per fortuna, forme a volte gravi o molto gravi. Dal punto di vista anatomo-patologico, può essere dovuta alla stimolazione, alla trazione o alla pressione esercitata dalle strutture della testa sensibili al dolore:  tutti i tessuti che ricoprono il cranio;  il 5° (trigemino), il 9° (glosso-faringeo), il 10° (vago), tra i nervi cranici;  i primi nervi che fuoriescono dai forami cervicali (nervi cervicali);  i grandi seni venosi intracranici;  le grandi arterie della base dell’encefalo;  le arterie durali e la dura madre della base del cranio (cefalee di origine meningea).

La dilatazione o la costrizione della parete dei vasi stimolano le terminazioni nervose e causano il sintomo doloroso. La maggior parte delle cefalee è extracranica; ictus, patologie vascolari e trombosi venose sono cause intracraniche più rare di cefalea, come del resto i tumori intracranici. Le cefalee primitive si classificano in: a) Emicrania: si tratta di una cefalea che perdura per 4-72 ore, pulsante, d’intensità variabile da moderata a grave, peggiora con l’esercizio fisico ed è accompagnata da nausea, vomito, ipersensibilità alla luce, al suono, agli odori. Insorge a tutte le età, ma, di norma, dai 10 ai 40 anni; interessa di più il sesso femminile, e può avere una remissione completa o parziale dopo i 50 anni. Esiste una storia familiare positiva di emicrania. Viene chiamata con questo nome perché colpisce soprattutto una metà del capo. La fisiopatologia non è stata completamente spiegata. Sono presenti alterazioni del flusso ematico cerebrale e arterioso dello scalpo, sia come vasodialatazione che come vasocostrizione. È probabile che tutto inizi con una depressione della diffusione elettrica corticale (alterazione fondamentale nella corteccia cerebrale che consiste in un picco di iperpolarizzazione seguito dalla depolarizzazione), la quale può indurre un’infiammazione del nervo, con vasodilatazione, attivazione dei globuli bianchi e permeabilità dei capillari, ovvero i classici fenomeni dell’infiammazione. Lo stato flogistico conduce all’irritazione delle fibre sensitive trigeminali perivascolari. Da questi

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Un’altra

consapevolezza Intervista a Bert Hellinger Elsa Masetti

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