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Logistica, una questione urgente
Alfonso Femia è ideatore e cofondatore nel 1995 di 5+1, lo studio che diventa 5+1AA nel 2005 e nel 2017 si trasforma in Atelier(s) Alfonso Femia. È stato docente alla Kent State University di Firenze, alle facoltà di Architettura di Ferrara e di Genova e visiting professor all’università di Hong Kong (Cina). Nel 2019 è stato direttore artistico della terza edizione della Biennale di Pisa. Tra i progetti più recenti Les Docks a Marsiglia, la nuova sede Bnl-Bnp Paribas a Roma, la Dallara Academy a Parma e The Corner Milano. Attualmente in corso numerosi progetti a scala urbana, da Barcellona all’Italia, Francia, Algeria e Uzbekistan.
Dallo scorso anno Alfonso Femia ha avviato un journal con articoli su temi di architettura attuali. Uno dei quali – https://www.atelierfemia.com/it/j/logisticaarchitettura-e-paesaggio/ – qui riassunto per estratti, è significativo per la completezza nell’inquadramento di tematiche chiave rispetto ai processi in atto.
Trasformazione La logistica si sta trasformando in tutto il mondo, individuando luoghi prossimi alla catena del consumo, indipendentemente dal tipo di merce, collocati ai margini per soddisfare sia le esigenze domestiche, sia quelle della piccola e media industria che ancora gravita intorno ai centri urbani. Strumenti La logistica immobiliare fa parte di uno sviluppo che non può essere fermato, dunque l’atteggiamento più costruttivo è quello di conciliare le esigenze industriali ed economiche con quelle sociali e territoriali. Lo strumento esiste. È l’architettura. Crescita Il sistema della logistica sta crescendo, sia su scala nazionale sia su scala mondiale. In Italia, con riferimento ai dati 2019, conta quasi 100 mila imprese, 1,5 milioni di addetti, 85 miliardi di fatturato, quasi il 5 per cento del Pil nazionale 2019. Domanda Ci si aspetta che il settore alimentare e farmaceutico, i beni di largo consumo e l’e-commerce stimoleranno un forte aumento della domanda di immobili, particolarmente di logistica urbana – sull’ultimo miglio – collocazione che contribuisce a ridurre notevolmente i tempi di spedizione. Gerarchia La tendenza sarà quella di costruire strutture per lo stoccaggio in altezza, magazzini con superficie superiore ai 50mila mq lontano dalla città e piccole piattaforme logistiche, i micro fulfillment center, prossime ai centri urbani, automatizzati per gestire gli ordini e per consegnare più velocemente. Incentivi Gli investimenti immobiliari trovano un’ulteriore spinta nel significativo numero di incentivi che il Pnrr prevede per la logistica (sistemi intralogistici cioè scaffalature industriali, macchine e apparecchi per sollevamento, carrelli industriali, gru mobili, piattaforme di lavoro mobili elevabili). Milioni Una ricerca di Deloitte rivela che da qui al 2023 la richiesta di spazi per la logistica esigerà 80 milioni di metri quadrati. Cascine Ma proprio per la ramificazione progressiva degli oggetti edilizi, i capannoni dovrebbero trasformarsi nelle nuove cascine, insediamenti armonici e rispettosi, sostenibili prima di tutto per i luoghi e non solo per gli aspetti energetici. Prefabbricazione L’architettura per la logistica ripropone il tema della prefabbricazione, ormai largamente emancipata dai vincoli di omologazione degli esordi. Oggi la fabbricazione digitale consente di realizzare opere di qualità economicamente sostenibili con una grande libertà progettuale. ZAL Nell’impetuosa crescita del comparto immobiliare logistico, le piattaforme sono state concentrate in zone dedicate, le ZAL (Zona di attività logistiche) che riuniscono le attività sia di stoccaggio, sia di trasporto. Per ridurre i costi le aziende hanno scelto di condividere le piattaforme
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DIALOGO TRA FILIERE UN’INTERVISTA A ALFONSO FEMIA SUL RUOLO DELL’ARCHITETTURA RISPETTO ALL’ATTUALE BOOM DI STRUTTURE E INFRASTRUTTURE LEGATE ALLA LOGISTICA. CON L’OBIETTIVO DI RIPORTARE UN DIALOGO TRA LA FILIERA DEL PENSIERO E LA FILIERA DEL FARE
di Carlo Ezechieli
Mentre si pone una grande enfasi sul tema del costruire sul costruito si sta verificando un fenomeno ingente di nuova edificazione legato alla logistica, che sta letteralmente passando sotto il naso degli architetti. Come affrontare questo tema?
Della generalizzata incapacità di confrontarsi con la realtà, al momento giusto, soffre anche l’architettura che è in uno stato di permanente ritardo nel mettere a fuoco i veri cambiamenti e nell’individuare i temi progettuali ai quali dare priorità. In termini generali, sempre di più emerge la necessità di alzare il livello di osservazione critica, alimentando l’architettura attraverso la ricerca dei materiali e l’attenzione al territorio. Nello specifico, l’edilizia per la logistica sta cominciando a essere oggetto di attenzione solo ora che i numeri stanno crescendo molto in fretta, a causa di una vera e propria rivoluzione del retail. Ci stiamo accorgendo, oggi, del progressivo insediamento di oggetti invasivi sul territorio che in realtà è in corso già da almeno vent’anni. La sostenibilità, panacea di qualsiasi situazione, e baluardo della logistica innovata, deve essere anticipata dalla creazione di una coscienza – professionale, economica e immobiliare – responsabile,
che coinvolga l’architettura nel processo globale di sviluppo e non solo in casi d’eccezione. Ancora una volta, al di là dei comportamenti virtuosi, si sente la mancanza di un riferimento legislativo, in materia di architettura e urbanistica. Il tema è politico e l’attenzione all’impatto sul territorio, tanto auspicato quanto spesso disatteso, fa riferimento a un quadro politico che metta in relazione i diversi aspetti della logistica: l’accessibilità, la viabilità e, primo tra tutti, la valorizzazione, non lo sfruttamento delle aree selezionate. Al tema fondativo territoriale e urbano si somma quello tipologico e materico che, anche in questo caso, come per tutte le destinazioni d’uso, può mettere in atto una riattivazione del dialogo tra la filiera del pensiero e la filiera del fare. Di certo proporre una nuova ondata di urbanizzazione del paesaggio non è uno scenario ideale, ma la presenza di terminali primari di reti infrastrutturali estese, come nel caso della logistica, la rende necessaria. Come vedi la questione dal punto di vista urbanistico e paesistico?
Ci sono diversi modi per affrontare la questione. La logistica non deve necessariamente rientrare nelle logiche dell’urbaniz-